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Le lezioni dell’esperienza per orientare la programmazione 2007-2013 in Puglia nei settori dei beni, delle attività culturali e
del turismo
Rapporto finale prima fase della ricerca*
Aprile 2012
Sommario
L’analisidicontesto ................................................................................................................................................. 2
L’offertaculturale ................................................................................................................................................ 2
Ladomandadifruizione ...................................................................................................................................... 3
Ladomandaturistica ........................................................................................................................................... 6
Laricettivitàturistica .......................................................................................................................................... 9
L’oggettodell’analisivalutativa:IProgettiIntegratiSettoriali(PIS) ................................................................... 9
LeprocedurediattuazionedegliinterventiPIS .............................................................................................. 11
DaiProgettiIntegratiSettoriali(PIS)aiSistemiAmbientalieCulturali(SAC) ............................................. 12
Obiettividellaricercavalutativa ........................................................................................................................... 17
Domandevalutative ........................................................................................................................................... 17
Metodologiadellaricerca ...................................................................................................................................... 18
Lineediattività .................................................................................................................................................. 19
Studidicaso ....................................................................................................................................................... 21
Primiesitidellaricercaeconsiderazionigenerali .............................................................................................. 23
GliinvestimentinelsettoredeibeniculturaliinPuglianelperiododiprogrammazione2000‐2006 ....... 24
Analisidegliimpattieverificadell’applicabilitàditecnichedianalisicontrofattuale ................................. 30
ConclusionieProposte .......................................................................................................................................... 40
Allegati .................................................................................................................................................................... 44
Allegato1–Caratteristichedell’offertaculturale,attrattivitàedomandaturisticadellaRegionePuglia:un’analisidelcontesto(acuradiMonicaSpano) ............................................................................................ 44
Allegato2–SchemacomplessivodegliinterventifinanziatinelleareePISavaleresuifondidellaprogrammazione2000‐2006(acuradiAndreaBagnulo) ............................................................................. 81
Allegato 3 – Analisi dell’applicabilità delle metodologie “non sperimentali” di analisi controfattuale al caso di
studio (a cura di Pierluigi Montalbano) ............................................................................................................ 104
* Il presente rapporto sintetizza il lavoro svolto durante la prima fase della ricerca valutativa da Andrea Bagnulo,
Pierluigi Montalbano e Monica Spano. L’elaborazione del rapporto è a cura di Pierluigi Montalbano, Dipartimento di
Analisi Economiche e Sociali, Sapienza‐Università di Roma (per informazioni e contatti:
[email protected]). Benedetta Stratta ha curato l’impostazione iniziale del lavoro. Si ringrazia Laura
Tagle per il prezioso contributo nella stesura definitiva del lavoro.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Premessaedorganizzazionedellaricerca
La presente ricerca valutativa prende le mosse dalle conclusioni raggiunte dall’UVAL (Unità di Valutazione
degli Investimenti Pubblici) nell’aggiornamento della valutazione intermedia del QCS Ob.1 2000‐2006 e
dalle successive valutazioni svolte. Essa risponde al duplice obiettivo di proporre una valutazione “ex post”
degli interventi finanziati sui beni culturali nelle aree PIS della Regione Puglia e di fornire indirizzi strategici
e operativi utili ad orientare l’attuazione della programmazione regionale 2007‐2013 ed a migliorare
l’efficacia attesa dei processi, anche negoziali, attivati sul territorio regionale dalla programmazione 2007‐
2013.
Dalla valenza di indagine pilota di questa ricerca valutativa discende la scelta di intraprendere le attività di
concerto fra Amministrazione centrale (UVAL) e Regione (Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti
Pubblici della Regione Puglia). L’organizzazione della valutazione mantiene, pertanto, una stretta coerenza
con gli indirizzi e le scelte del Piano Unitario di Valutazione della Regione Puglia e con il Piano delle
Valutazioni del QSN. La ricerca valutativa è stata condotta congiuntamente dall’Unità di Valutazione del
MISE‐DPS e dall’Unità di Valutazione della Regione Puglia. Al fine di assicurare la coerenza complessiva
dell’intervento è stato costituito un Comitato di coordinamento congiunto da parte dell’UVAL e del Nucleo
della Regione Puglia, con la partecipazione del direttore dell’Area Promozione del Territorio, dei Saperi e
dei Talenti della Regione Puglia. Per l’implementazione della prima fase della ricerca valutativa, di natura
desk, è stato creato un gruppo di lavoro formato da tre esperti senior. L’analisi desk si è articolata nelle
seguenti attività:
1. Elaborazione di un’analisi di contesto comparativa, a livello provinciale e comunale, relativamente alla situazione ex‐ante ed ex‐post delle variabili obiettivo della programmazione di settore nel periodo 2000‐2006 (a cura di Monica Spano)
2. Sistematizzazione e analisi dei dati relativi agli interventi finanziati in Puglia nei settori dei beni, attività culturali e turismo nel periodo di programmazione 2000‐2006 (a cura di Andrea Bagnulo).
3. Definizione della metodologia della ricerca valutativa, con particolare attenzione all’applicabilità di tecniche di analisi controfattuali e relative criticità(a cura di Pierluigi Montalbano)
L’analisidicontesto
L’offertaculturale
L’analisi di contesto, relativa alle caratteristiche dell’offerta culturale e turistica regionale (vedi allegato 1)
ha evidenziato, preliminarmente, la peculiare situazione della Regione Puglia (rispetto alle altre Regioni
ob.1)1 in merito alla relativa prevalenza di musei ed istituzioni culturali non statali rispetto a quelle statali.
In pratica, circa l’80% del complesso della dotazione culturale in Puglia è di natura non statale (139 contro
1 Nel rapporto, che si riferisce al periodo di programmazione 2000‐2006, si mantiene la logica e la terminologia di quel periodo di
programmazione. Per il periodo di programmazione 2000‐2006, rientrano nell’ambito dell’Obiettivo 1 tutte le Regioni del
Mezzogiorno tranne l’Abruzzo. Il Molise è in regime di phasing out. Va, inoltre, fatta eccezione per la Sicilia che, in qualità di
Regione a Statuto Speciale, non ha musei statali.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
3
27)2. Ciò se, da un lato, enfatizza la rilevanza della programmazione regionale in materia, dall’altro
rappresenta un’evidente criticità dal momento che, a livello regionale, è risultata assente una sistematica
attività di rilevazione dei siti e dei visitatori.
L’unica attività di rilevazione degli istituti e beni culturali non statali, risalente al 2006, è stata frutto di
un’azione “una tantum” concordata fra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), l’Istat e la
Regione per la rilevazione a carattere censuario degli “Istituti di Antichità e d’Arte e i Luoghi della cultura
non statali”, i cui dati sono rappresentati ancora come provvisori alla data di chiusura del presente rapporto
(vedi Allegato 1). Tale attività di rilevazione “una tantum” ha permesso comunque di ricavare una prima
fotografia complessiva dei musei e delle istituzioni similari non statali in Puglia per tipologia prevalente,
provincia e comune, riportata nella Tabella 1. Ai beni contenuti nella Tab.1 vanno aggiunti i 17 istituti statali
riportati nella Tabella 2.Nell’ambito dell’offerta culturale statale figurano due siti UNESCO (Castel del
Monte e Alberobello), cui si aggiunge la candidatura di Monte Sant’Angelo nell’ambito del circuito seriale
"The Longobards in Italy, Places of Power, 568 – 774 A.D."
Dal punto di vista della distribuzione territoriale, i beni culturali sono prevalentemente concentrati nelle
province di Bari (14 istituti statali, 42 non statali) e Foggia (5 istituti statali, 37 non statali) che, da sole,
coprono circa il 60% del patrimonio culturale pugliese (70% di quello statale). La provincia relativamente
“meno dotata” è, invece, Lecce con soli 30 beni, sebbene nella provincia di Lecce la relativa carenza di beni
culturali “primari” sia sicuramente controbilanciata dalla presenza di un patrimonio diffuso di particolare
pregio che spazia dai dollmen alle masserie storiche agli ulivi secolari. Relativamente alla tipologia di beni, si
registra l’assoluta prevalenza di musei (che rappresentano il 75,5% del totale dei beni), mentre le aree e
parchi archeologici pesano per meno del 4% del totale.
Ladomandadifruizione
Come già sottolineato, non esiste alcun sistema di rilevazione della fruizione per il complesso del
patrimonio culturale regionale non statale. La relativa scarsità di patrimonio statale si ripercuote,
conseguentemente, sui flussi di visitatori rilevabili dal Sistan (pari nel 2010 a soli 542.424 rispetto ai
6.244.332 della Campania ed ai 3.367.826 della Sicilia). La rilevazione del 2006 ha rilevato che i visitatori
degli istituti non statali (dato purtroppo disponibile solo per il 2006) sono il doppio di quelli degli istituti
statali nel medesimo anno (963.294). Si può, pertanto, presumere che il numero complessivo di visitatori si
attesti su valori comunque inferiori (non superiori alle 1.500.000 unità) rispetto a Sicilia e Campania. La
dinamica dei flussi in Puglia, in controtendenza rispetto alle altre Regioni Convergenza, è positiva e
superiore alla media nazionale (+31% di visitatori; +45,2% di introiti complessivi nel periodo 2000‐2009). I
dati Sistan 2000‐2010 sul complesso dei visitatori nelle istituzioni museali statali in Puglia evidenziano valori
in termini assoluti ancora troppo bassi se confrontati con altre ripartizioni geografiche d’interesse (esclusa
la Calabria) ma, al contempo, dinamiche in aumento ben più sostenute rispetto ad altri territori. Da notare
che tale tendenza positiva ha investito tutte le province pugliesi, che hanno tutte registrato un incremento
degli introiti3 ad eccezione della provincia di Taranto. Tale fenomeno è da collegarsi all’aumento delle
presenze turistiche in Puglia nel periodo 2000‐2009, e ne va indagata la potenzialità per destagionalizzare le
presenze turistiche ed amplificarne le ricadute sull’economia regionale.
2 I dati relativi alle istituzioni non statali sono riferite all’anno di rilevazione 2006.
3 Il dato è qui sempre riferito esclusivamente agli istituti statali.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Tabella 1 – Complesso dei Musei e degli Istituti similari non statali in Puglia (anno di rilevazione 2006)
MuseoArea o parco archeologico
Monumento, complesso
monumentale o altroAccadia 1 0 0 1Alberona 1 0 0 1Bovino 2 0 1 3Carlantino 1 0 0 1Celenza Valfortore 1 0 0 1Cerignola 1 0 0 1Faeto 1 0 0 1Foggia 5 0 0 5Lucera 1 0 0 1Manfredonia 1 0 0 1Margherita di Savoia 1 0 0 1Mattinata 1 1 0 2Monte Sant'Angelo 2 0 1 3Orsara di Puglia 0 0 1 1Rignano Garganico 1 0 0 1San Ferdinando di Puglia 1 0 0 1San Marco in Lamis 0 0 1 1San Nicandro Garganico 1 0 0 1San Severo 2 0 0 2Sant'Agata di Puglia 0 0 1 1Torremaggiore 1 0 0 1Troia 0 0 2 2Vico del Gargano 2 0 0 2Vieste 2 0 0 2
29 1 7 37
Acquaviva delle Fonti 0 0 2 2Alberobello 0 0 2 2Altamura 2 - 1 3Bari 7 0 4 11Barletta 0 0 2 2Bisceglie 2 1 0 3Bitonto 2 0 0 2Canosa di Puglia 1 0 0 1Castellana Grotte 1 0 1 2Giovinazzo 2 0 0 2Gravina in Puglia 1 0 1 2Minervino Murge 1 0 0 1Molfetta 3 0 0 3Monopoli 2 1 0 3Noicattaro 1 0 0 1Sammichele di Bari 1 0 0 1Spinazzola 1 0 0 1
27 2 13 42
Grottaglie 2 0 0 2Laterza 0 0 2 2Lizzano 0 0 1 1Manduria 2 0 0 2Martina Franca 1 0 0 1Monteiasi 0 0 1 1Taranto 2 0 0 2
7 0 4 11
Brindisi 1 0 1 2Ceglie Messapica 2 0 0 2Fasano 0 0 1 1Francavilla Fontana 1 0 0 1Latiano 3 0 0 3Mesagne 2 1 0 3Oria 3 0 1 4Ostuni 1 1 1 3San Michele Salentino 1 0 0 1San Vito dei Normanni 2 0 0 2
16 2 4 22
Alezio 1 0 0 1Calimera 1 0 0 1Campi Salentina 1 0 0 1Cutrofiano 2 0 0 2Galatina 2 0 0 2Gallipoli 2 0 0 2Lecce 4 0 1 5Maglie 1 0 0 1Otranto 1 0 0 1Parabita 1 0 0 1Porto Cesareo 1 0 0 1Presicce 2 0 0 2Ruffano 1 0 0 1San Cesario di Lecce 2 0 0 2Squinzano 1 0 0 1Tuglie 2 0 0 2Ugento 1 0 0 1
26 0 1 27
105 5 29 139
78,4% 2,7% 18,9% 100,0%
64,3% 4,8% 31,0% 100,0%
63,6% 0,0% 36,4% 100,0%
72,7% 9,1% 18,2% 100,0%
96,3% 0,0% 3,7% 100,0%
75,5% 3,6% 20,9% 100,0%
Numero di musei e di istituti similari non statali in Puglia per tipologia prevalente, provincia e per comune. Anno 2006
Foggia
Bari
Taranto
Brindisi
Totale provincia Foggia
Totale provincia Bari
Totale provincia Taranto
Provincia Comune
Tipologia prevalente Totale musei e istituti
similari
Quote per tipologie provincia di Brindisi
Quote per tipologie provincia di Lecce
Quote per tipologie Regione
Totale provincia Brindisi
Totale provincia Lecce
Totale regionale
Quote per tipologie provincia di Foggia
Quote per tipologie provincia di Bari
Quote per tipologie provincia di Taranto
Lecce
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Tabella 2 – Complesso dei Musei e degli Istituti similari statali in Puglia (al 2010)
Denominazione Istituto Provincia Comune Ingresso
PUGLIAMuseo Nazionale Archeologico BARI ALTAMURA A PagamentoCastel del Monte BARI ANDRIA A PagamentoTorre Pelosa BARI BARI GratuitoCastello Svevo BARI BARI A PagamentoPalazzo Simi BARI BARI GratuitoAntiquarium e Zona Archeologica di Canne della Battaglia BARI BARLETTA A PagamentoGalleria Nazionale della Puglia "Girolamo e Rosaria Devanna" BARI BITONTO Gratuito
Palazzo Sinesi BARICANOSA DI PUGLIA Gratuito
Castello Aragonese BARI CONVERSANO GratuitoMuseo Archeologico Nazionale BARI GIOIA DEL COLLE A PagamentoParco Archeologico di Monte Sannace BARI GIOIA DEL COLLE A PagamentoCircuito Archeologico "Museo di Gioia del Colle e Parco Archeologico di Monte Sannace" (sospeso dal 1° febbraio 2011 per sospensione biglietto a pagamento nel Museo e nel Parco) BARI GIOIA DEL COLLE A PagamentoMuseo Nazionale Jatta BARI RUVO DI PUGLIA GratuitoCastello Svevo BARI TRANI A PagamentoTotale Numero istituti e circuiti Provincia Bari 2010Totale Numero istituti e circuiti Provincia Bari 2009Totale Numero istituti e circuiti Provincia Bari 2005(non presenti: Palazzo Simi a Bari e Galleria Nazionale della Puglia "Girolamo e Rosaria Devanna" a Bitonto)Totale Numero istituti e circuiti Provincia Bari 2000(non presenti: Palazzo Simi a Bari; Galleria Nazionale della Puglia "Girolamo e Rosaria Devanna" a Bitonto e Circuito Archeologico "Museo di Gioia del Colle e Parco Archeologico di Monte Sannace")Area Archeologica "S. Pietro degli Schiavoni" BRINDISI BRINDISI GratuitoMuseo Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di Egnazia BRINDISI FASANO A PagamentoCentro di Documentazione Messapica BRINDISI ORIA GratuitoTotale Provincia Brindisi 2010Totale Provincia Brindisi 2009Totale Provincia Brindisi 2005(non presente: Centro di Documentazione Messapica ad Oria)Totale Provincia Brindisi 2000(non presente: Centro di Documentazione Messapica)
Museo Archeologico "Pasquale Rosario" FOGGIAASCOLI SATRIANO Gratuito
Parco Archeologico dei Dauni "Pasquale Rosario" FOGGIAASCOLI SATRIANO Gratuito
Museo Archeologico Nazionale del Gargano FOGGIA MANFREDONIA A PagamentoCircuito Archeologico "Museo Archeologico Nazionale del Gargano e Parco Archeologico di Siponto" (sospeso dal 1° febbraio 2011 per sospensione biglietto a pagamento nel Museo e nel Parco) FOGGIA MANFREDONIA A PagamentoParco Archeologico di Siponto FOGGIA MANFREDONIA A PagamentoTotale Provincia Foggia 2010Totale Provincia Foggia 2009Totale Provincia Foggia 2005
Totale Provincia Foggia 2000(non presenti: Circuito archeologico "Museo Archeologico Nazionale del Gargano e Parco Archeologico di Siponto" a Manfredonia e Parco Archeologico di Siponto a manfredonia)Castello ex Granito di Belmonte LECCE COPERTINO A PagamentoAnfiteatro Romano LECCE LECCE A PagamentoTotale Provincia Lecce 2010Totale Provincia Lecce 2009Totale Provincia Lecce 2005Totale Provincia Lecce 2000Mostra Archeologica "Storie di Messapi: Manduria, oltre le mura" TARANTO MANDURIA GratuitoMuseo Archeologico Nazionale TARANTO TARANTO A PagamentoChiostro Ex Convento di San Domenico TARANTO TARANTO GratuitoTotale Provincia Taranto 2010Totale Provincia Taranto 2009Totale Provincia Taranto 2005 (non presenti: Mostra Archeologica "Storie di Messapi: Manduria, oltre le mura" e Chiostro Ex Convento di San Domenico)Totale Provincia Taranto 2000 Totale regionale 2010 Totale regionale 2009 Totale regionale 2005 Totale regionale 2000
127272217
20
33
1
55
3
22
33
2
2
5
Denominazione dei singoli musei, monumenti e aree archeologiche statali in Puglia per provincia e comune. Anno 2010
1414
12
11
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
6
Il comune di Bari cattura, da solo, oltre il 90% degli introiti complessivi (statali e non statali). In riferimento
ai beni, le presenze maggiori si registrano a Castel del Monte di Andria (183.705 visitatori nel 2010), seguito
dal Castello Svevo di Bari (92.387), Castello Svevo di Trani (57.082), Museo archeologico nazionale di
Taranto (45.886). A fronte di tale tendenza positiva, vanno indagate anche le potenzialità non ancora
esplorate, e le motivazioni dei casi in cui alla presenza di beni ed istituti (e degli investimenti ad essi
correlati) non corrisponde una congrua utilizzazione. In provincia di Foggia, per esempio, ci sono due nuovi
istituti a pagamento (un circuito e un'area archeologica) con solo 34 visitatori paganti e meno di cento euro
di introiti a livello cumulato. Inoltre, l'anfiteatro romano di Lecce continua a non registrare visitatori.
Nel 2006, la quota di visitatori dei siti museali e assimilati statali e non statali è stata pari al 13,6% delle
presenze turistiche complessive in Puglia (58% per la sola provincia di Bari, appena il 4% per la provincia di
Lecce), quota inferiore rispetto alla media nazionale (pari al 26,4%). Oltre il 60% del totale dei visitatori
degli istituti statali si concentra, tuttavia, nel periodo non estivo. Pur considerando la parte di fruizione
attribuibile ai residenti, in base ai dati Sistan per quanto attiene gli istituti statali e la rilevazione al 2006 per
gli istituti non statali, sembra rilevabile un potenziale impatto positivo sulla destagionalizzazione dei flussi
turistici regionali. Per quanto riguarda gli aspetti meno positivi, va sottolineato, invece, lo scarso utilizzo dei
servizi aggiuntivi di prenotazione e prevendita, anche se probabilmente legato alla situazione attuale della
domanda. I servizi più utilizzati sono le visite guidate, seguite dai bookshop e dalla caffetteria.
Ladomandaturistica
Per ovviare all’assenza di informazioni dettagliate dal lato della fruizione, si è optato per esaminare
eventuali correlazioni con la domanda turistica. La Puglia è tra le regioni del Mediterraneo meridionale
cresciute di più, in termini di flussi turistici, dal 2000 ad oggi. Complessivamente, nel decennio 2000‐2009,
le presenze turistiche complessive nella Regione Puglia sono cresciute di quasi il 45%, con un picco del 73%
nella provincia di Lecce, e raggiungono ormai quasi il valore di presenze complessive della Sicilia (pur se
entrambe condividono un posizionamento medio in termini di presenza turistiche sul totale nazionale, vedi
Tabella 4). Nel confronto provinciale, sotto diversi profili, è la provincia di Lecce, ed in minor misura quella
di Foggia, ad emergere per capacità di attrarre i flussi turistici verso la Regione e ad evidenziare, quindi, un
livello di attrattività turistica superiore a quello delle altre province.
Tabella 3 - Andamento turistico Puglia, Mezzogiorno e Italia (periodo 2000-2010
100
110
120
130
140
150
160
170
180
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Puglia
MEZZOGIORNO
ITALIA
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
7
Fonte: Elaborazione Retecamere su dati ISTAT e Osservatorio Turistico Regionale
Da segnalare, tuttavia, la debole performance relativa della Regione in termini di aumento delle presenze
estere (+13,7% a fronte di una performance nazionale dello +50.5%), che rimane comunque essenzialmente
di natura europea (principalmente Germania), nonché la tendenza alla contrazione della permanenza
media (quest’ultimo dato in coerenza con la tendenza nazionale). Esistono, inoltre, ancora gap evidenti in
termini di qualificazione dell’offerta territoriale e di valorizzazione del patrimonio culturale e naturale. Tali
gap, da un lato, segnalano opportunità di ulteriori margini di incremento dell’attrattività, se superati.
Dall’altro, tuttavia, rischiano di pregiudicare le prospettive future che vengono, in ultima analisi, proprio a
dipendere anche dalla relativa efficacia ed adeguatezza degli investimenti nel settore della cultura e della
creatività oggetto della presente valutazione.
Tabella 4 - Graduatoria delle Regioni italiane per presenze turistiche, 2000 e 2010 (%)
Quote di mercato anno 2000 Quote di mercato anno 2010
Fonte: Elaborazioni Retecamere su dati ISTAT
0,2
0,4
0,9
1,6
1,9
1,9
2,4
2,6
2,7
2,8
3,7
4,0
4,6
6,1
6,7
8,8
10,7
10,9
11,0
16,2
0,0 5,0 10,0 15,0 20,0
Molise
Basilicata
Valle d'Aosta
Umbria
Abruzzo
Calabria
Piemonte
Puglia
Friuli‐Venezia Giulia
Sardegna
Marche
Sicilia
Liguria
Campania
Lombardia
Lazio
Emilia‐Romagna
Trentino‐Alto Adige
Toscana
Veneto
0,1
0,5
0,8
1,5
1,9
2,2
2,3
2,9
3,2
3,3
3,5
3,6
3,7
4,9
8,2
8,3
10,0
11,2
11,7
16,2
0 5 10 15 20
Molise
Basilicata
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Umbria
Abruzzo
Calabria
Friuli‐Venezia Giulia
Marche
Sardegna
Piemonte
Puglia
Sicilia
Liguria
Campania
Lazio
Lombardia
Emilia‐Romagna
Toscana
Trentino‐A. Adige/Südtirol
Veneto
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
8
Tab. 5 - Principali caratteristiche del mercato turistico pugliese per provincia
Provincia lussi (2010) rincipali destinazioni Mercati esteri di provenienza Permanenza media (gg)
BARI
643.051 ar. 1.461.719 pr. Trend positivo In aumento la componente straniera
Bari Alberobello Monopoli Giovinazzo
Per i turisti stranieri: città, e località balneari Italiani: località balneari e rurali
Centro e nord Europa (Germania, Francia, Austria, Regno Unito, Paesi Bassi e Svizzera) e del nord America (Stati Uniti e Canada), giapponesi e russi
2,3
BARLETTA – ANDRIA – TRANI 126.215 ar. 279.486 pr. Trend positivo
Barletta Trani Bisceglia Andria
Germania, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Russia e Regno unito
2,2
BRINDISI
302.036 ar. 1.374.367 pr. Trend positivo In aumento la componente straniera
Fasano Ostuni Brindisi Carovigno
Per i turisti stranieri: entroterra (Valle d’Itria)
Centro e nord Europa (Regno Unito, Germania, Francia, Austria, Belgio, Paesi Bassi, Romania e Svizzera) e gli Stati Uniti
4,6
FOGGIA 873.785 ar. 4.347.078 pr. Trend negativo
Vieste San Giovanni Rotondo Peschici Rodi Garganico
Località balneari e attrattori turismo religioso
Centro e est Europa (Germania, Francia, Repubblica Ceca Polonia, Svizzera, Austria)
5,0
LECCE
910.622 ar. 4.513.543 pr. Trend positivo In aumento la componente italiana
Lecce Otranto Gallipoli Porto Cesareo
Per i turisti italiani: destinazione destagionalizzata (non solo balneare) Per i turisti stranieri: cultura e balneare
Germania, Francia e Svizzera 5,0
TARANTO
257.197 ar. 1.006.794 pr. Trend positivo In aumento la componente straniera
Taranto Castellaneta Martina Franca Ginosa
Germania Francia Stati Uniti
3,9
Fonte: Osservatorio turistico regionale
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
9
Laricettivitàturistica
L’espansione turistica regionale si è accompagnata, soprattuttoa partire dal 2005, ad un parallelo incremento
degli esercizi ricettivi alberghieri ed extra‐alberghieri,in particolare di quelli complementari (ove la Puglia
registra il 6% della dotazione nazionale):campeggi e villaggi turistici, alloggi in affitto, B&B, agriturismi. Da
rilevare, tuttavia, la progressiva espansione dell’offerta alberghiera di qualità medio‐alta, ad eccezione della
provincia di Foggia. A livello comunale, sono ben 44 le città d’arte e turistiche individuate dal Regolamento
regionale 11/2004 ma, più in generale, circa la metà dei comuni pugliesi registra disponibilità alberghiere ed il
77% extra‐alberghiere.4 Si noti infine un tasso di pressione turistica (fruizione turistica rispetto alla superficie
territoriale) superiore alla media nazionale ed in costante crescita con i relativi rischi di tenuta del sistema
regionale in assenza di adeguate capacità di offerta. Parallelamente, la dinamica 2005‐2009 dei valori dell’indice
di utilizzazione netta delle strutture ricettive in Puglia è molto positiva ed in controtendenza sia con le
contrazioni registrate in media a livello nazionale e dalle 4 regioni Obiettivo Convergenza, sia dalle regioni del
Mezzogiorno considerate direttamente concorrenti (Campania e Sicilia).
L’oggettodell’analisivalutativa:IProgettiIntegratiSettoriali(PIS)
Il POR Puglia 2000‐2006, approvato con decisione della Commissione Europea n. 2349 dell’08/08/00, ed il
relativo Complemento di Programmazione (CdP), adottato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 1697
dell’11/12/2000, hanno individuato 5 Progetti Integrati Settoriali (PIS):
4. PIS11 Itinerario turistico – culturale Barocco Pugliese, che coinvolge 34 comuni, raggruppati in tre poli territoriali di riferimento: il primo, incentrato sul capoluogo di Lecce, con le sue qualificate testimonianze; il secondo, che comprende l’area intorno a Martina Franca e Francavilla Fontana, interessa le province di Bari, Brindisi e Taranto; il terzo, che riguarda l’Alto Tavoliere, con le sue testimonianze distintive rispetto al resto della regione;
5. PIS 12 Itinerario turistico culturale Normanno – Svevo – Angioino, che coinvolge l’intero territorio regionale, per un totale di 102 comuni, con 5 poli territoriali di riferimento: il polo territoriale del foggiano nel quale emergono i centri di Foggia, Cerignola, Apricena, Torremaggiore, Lucera, Bovino; il polo territoriale del Nord Barese nel quale emergono i centri Trani, Barletta, Andria; il polo territoriale di Bari‐Taranto lungo l'asse Bari, Sannicandro di Bari, Conversano, Gioia del Colle, Taranto; il polo territoriale brindisino nel quale confluiscono i centri di Brindisi, Oria, S. Vito dei Normanni; il polo territoriale salentino nel quale confluiscono i centri di Melendugno, Vernole, Copertino, Corigliano d'Otranto;
6. PIS 13 Itinerario turistico culturale Habitat Rupestre, che si estende all’interno di due importanti aree protette, il Parco Regionale della Terra delle Gravine e il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nelle province di Bari e Taranto, per un totale di 13 comuni coinvolti;
7. PIS 14 Turismo Cultura ed Ambiente nel Territorio del Sud Salento, che interessa 62 comuni nella provincia di Lecce, con tre poli territoriali di maggiore attrazione intorno ai centri di Gallipoli, Otranto e Ugento;
4 La maggioranza dei comuni con oltre 500 posti letto alberghieri si collocano in provincia di Lecce e di Foggia; i comuni garganici e
Vieste, ove si concentra oltre il 25% dei posti letto extra‐alberghieri della regione; Peschici e San Giovanni Rotondo sono al vertice
della graduatoria seguiti da Gallipoli, Otranto, Lecce.
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10
8. PIS 15 Territorio Cultura ed Ambiente del Gargano, che si estende sull’intero promontorio, includendo anche il territorio del Parco Nazionale, per un totale di 16 comuni nella provincia di Foggia.
Il Complemento di Programmazione, nel testo approvato con deliberazione di G.R. n. 51 del 10 febbraio
2004 a seguito degli adattamenti indicati dal Comitato di Sorveglianza del POR Puglia, ha previsto le norme
generali, l’individuazione territoriale e delle misure POR di finanziamento, le procedure di attuazione e le
risorse finanziarie complessive dei PIS. In particolare, il piano finanziario relativo alle risorse economiche
disponibili per i 5 PIS coinvolge diverse Misure del POR Puglia variamente riconducibili a ciascuno dei tre
fondi coinvolti nell’attuazione del POR (FESR, FSE, FEOGA), trovando il suo perno naturale nell’attuazione
della Misura 2.1 ‐ Valorizzazione e tutela del patrimonio culturale pubblico e miglioramento dell’offerta e
della qualità dei servizi culturali. E’, tuttavia, con la delibera della Giunta Regionale del 30 novembre 2004, e
la successiva pubblicazione sul BURP (Bollettino Ufficiale Regione Puglia) n. 149 del 15 dicembre 2004, che
si è aperta concretamente la fase di attuazione dell’intervento PIS (vedi paragrafo successivo).
I PIS sono finalizzati a sfruttare le potenzialità offerte dal binomio turismo‐beni culturali per lo sviluppo
turistico e socio‐economico della regione Puglia. Essi si concentrano sullo sviluppo dei sistemi turistico‐
culturali locali attraverso un insieme di azioni settoriali variegate ma interconnesse. Gli interventi sono
rivolti al recupero, valorizzazione e gestione dei beni storico‐culturali e al potenziamento della ricettività. Il
quadro finanziario per area di intervento è riportato nella tabella seguente:
Tab. 6 – Aree PIS e risorse disponibili
Requisiti fondamentali dei PIS sono:
1. L’elaborazione di un piano integrato di valorizzazione dell’intero itinerario turistico culturale
caratterizzante il PIS.
2. La definizione di un piano di gestione dei beni culturali inseriti nei PIS.
Su entrambi i fronti la Regione Puglia si è avvalsa dell’attività di assistenza tecnica ed affiancamento della
task force del Progetto FORMEZ SPRINT in Puglia per la definizione dello schema metodologico sia per la
predisposizione del piano integrato di valorizzazione dell’itinerario turistico‐culturale, sia per la messa a
punto dello schema di gestione e valorizzazione.
Tuttavia, come si vedrà meglio oltre, gli interventi a valere sul periodo di programmazione 2000‐2006
relativi ai beni culturali nelle aree PIS sono rimasti improntati agli aspetti di natura prettamente
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12
DaiProgettiIntegratiSettoriali(PIS)aiSistemiAmbientalieCulturali(SAC)Il Programma Operativo (PO) FESR Puglia 2007‐2013, approvato dalla Commissione Europea con Decisione
C(2007) 5726 del 20.11.2007, ha individuato nella valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale una
priorità dell’azione regionale per lo sviluppo socioeconomico e per l’attrattività del territorio pugliese,
dedicando ad essa l’Asse IV “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo”.
Al fine di ottenere un adeguato impatto territoriale degli interventi di valorizzazione culturale, ambientale e
turistica, favorire la generazione di economie distrettuali e promuovere la qualificazione e la
razionalizzazione dell’offerta di servizi in questo campo, la Regione ha promosso, in attuazione di quanto
previsto dal PPA dell’Asse IV ed in coerenza con le forme e gli strumenti di pianificazione e programmazione
territoriale della Regione, forme di gestione integrata dal punto di vista delle attività, degli attori locali e dei
territori, finalizzate ad una più efficace valorizzazione e più ampia fruizione di sistemi ambientali e culturali.
A tal fine, il PPA dell’Asse IV prevede i Sistemi Ambientali e Culturali (SAC) quale modalità di attuazione del
PO FESR Puglia 2007‐2013 e dedica ad essi le risorse messe complessivamente a disposizione dalla misura
4.2.2.
I SAC abbandonano la logica di itinerario tematico, prevalentemente a vocazione turistica, e si definiscono
come aggregazioni di risorse ambientali e culturali del territorio, adeguatamente organizzate, messe in rete
e gestite in ragione della capacità di promuovere percorsi di valorizzazione, sviluppo e cooperazione
interistituzionale, sulla base di una idea forza capace di attivare percorsi avanzati di attrattività regionale,
anche, ma non esclusivamente, attraverso la crescita e la qualificazione dei flussi turistici. Essi ambiscono a
rappresentare l’evoluzione dello sforzo di valorizzazione ed integrazione caratteristico del precedente
periodo di programmazione finalizzato all’attuazione di programmi di interventi orientati alla valorizzazione
integrata del patrimonio, alla costruzione di collegamenti qualificati con il contesto territoriale, alla
mobilitazione del sistema produttivo ed alla promozione di forme evolute di gestione a livello territoriale
delle risorse ambientali e culturali. Essi richiedono, tuttavia, ancora una volta un approccio cooperativo su
scala territoriale che implica la messa in rete di attori, risorse e competenze di varia natura e tipologia.
Attraverso l’iniziativa SAC la Regione Puglia ha quindi teso ad identificare, nell’ambito del nuovo ciclo di
programmazione 2007‐2013, la strada della valorizzazione integrata dei propri vantaggi comparati
(ambientali, culturali, economici, ecc) già intrapresa, a livello programmatico, con i PIS (e PIT) nel
precedente ciclo 2000‐2006, ponendo particolare attenzione alla promozione di processi avanzati di
integrazione funzionale, gestionale, tecnologica e sostanziale. I requisiti base dei SAC sono: la
“delimitazione geografica” degli interventi (ora fondata sul criterio di prossimità geografica);
l’identificazione di un “Comitato promotore” e del requisito di “organizzazione”; la specificazione dell’”idea‐
forza” del progetto di valorizzazione territoriale e della visione strategica di lungo periodo per lo sviluppo
locale e l’attrattività, anche in chiave turistica; l’identificazione della forma di gestione più adatta sotto il
profilo giuridico amministrativo; l’approvazione di un Piano finanziario auto‐sostenibile e di un Piano
gestionale. Il meccanismo procedurale di approvazione della proposta di costituzione del SAC è negoziale.
Scopo del negoziato è aumentare l’integrazione della proposte di SAC nelle politiche regionali, rendere i
Sistemi (ove possibile) ambiti prioritari e stabili di attuazione degli interventi di valorizzazione territoriale
della Regione, stabilire coerenze e connessioni con altri interventi e progetti (in particolare definiti a scala
sovra territoriale e regionale), dare piena attuazione ai principi di sostenibilità. Il negoziato ha un ruolo di
rilievo rispetto a questi obiettivi, rappresentando un momento di knowledge pooling tra partner ed
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
13
istituzioni che operano a livelli e con competenze diversi nel campo della valorizzazione ambientale e
culturale per il territorio.
A seguito dell’avviso pubblico per la presentazione delle proposte di SAC sono state ricevute dalla struttura
regionale responsabile 22 proposte, che sono state oggetto di una prima verifica di ammissibilità, al cui
termine sono state individuate le proposte ammissibili, su cui effettuare la successiva valutazione di merito;
nel dettaglio le proposte sono state raggruppate in tre fasce a seconda che esse possano essere trasferite
sui tavoli negoziali previe limitate integrazioni, nel caso della prima fascia e per punteggio uguale o
superiore a 60; con integrazioni più puntuali per la seconda fascia, per punteggio uguale o superiore a 50;
attraverso modifiche sostanziali per la terza fascia per punteggio inferiore a 50:
1. prima fascia: Mari tra le Mura (capofila Comune di Conversano); Terre d’arte e di sole (Comune di
Ugento); Salento di mare e pietre (Comune di Sannicola di Lecce); Monti Daunia e Lucera (Comune di
Lucera); La Via Traiana (Comune di Ostuni);
2. seconda fascia: Serre Salentine (Comune di Poggiardo); Terre Diomedee (Provincia BAT); Arneo (Comune
di Nardò);
14
Comuni e altri ambiti territoriali 1) Mari tra le mura: nel blu dipinto di Puglia 2) Terre d'Arte e di sole 3) Salento di Mare e di Pietre
4) Monti Dauni e Lucera: i luoghi dell'uomo e della natura
5) La via Traiana
1 Conversano (soggetto capofila) - PIS 12 Ugento (soggetto capofila) - PIS 14 Sannicola (soggetto capofila) - PIS 14 Lucera (soggetto capofila) - PIS 12 Ostuni (soggetto capofila) - PIS 11
2 Polignano a mare - PIS 12 Acquarica del Capo - PIS 14 Alezio - PIS 14 Alberona - PIS 12 Brindisi - PIS 12
3 Mola di Bari - PIS 12 Presicce - PIS 14 Alliste - PIS 14 Biccari - PIS 12 Carovigno - PIS 12
4 Rutigliano - PIS 12 Taurisano - PIS 14 Aradeo - PIS 14 Carlantino - PIS 12 Ceglie Messapica - PIS 11
5 Casarano - PIS 14 Collepasso - PIS 14 Casalnuovo Monterotaro - PIS 12 Fasano - PIS 11
6 Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento Gallipoli - PIS 12 e 14 Casalvecchio di Puglia - PIS 12 Ostuni (soggetto capofila) - PIS 11
7 Matino - PIS 14 Castelluccio Valmaggiore - PIS 12 San Vito dei Normanni - PIS 12
8 Melissano - PIS 14 Castelnuovo della Daunia - PIS 12Parco Naturale Regionale dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo
9 Neviano - PIS 14 Celle di San Vito - PIS 12 Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto
10 Parabita - PIS 14 Celenza Valfortore - PIS 12
11 Racale - PIS 14 Faeto - PIS 12
12 Seclì - PIS 14 Motta Montecorvino - PIS 12
13 Taviano - PIS 14 Pietra Montecorvino - - PIS 12
14 Tuglie - PIS 14 Roseto Valfortore - PIS 12
15 Parco naturale regionale Isola di S.Andrea San Marco la Catola - PIS 12
16 Litorale di Punta Pizzo. Volturara - PIS 12
17 Volturino - PIS 12
SAC Ia fascia, ossia le proposte SAC che possano essere trasferite sui tavoli negoziali previe limitate integrazioni.
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Comuni e altri ambiti territoriali 1) Serre salentine 2) Terre Diomedee 3) Arneo
1 Poggiardo (soggetto capofila) - PIS 14 Provincia di Barletta-Andria-Trani (soggetto capofila) Nardò (soggetto capofila) - PIS 11
2 Botrugno - PIS 14 Andria - PIS 12 Copertino - PIS 12
3 Cursi - PIS 14 Barletta - PIS 12 Leverano - PIS 12
4 Maglie - PIS 14 Bisceglie - PIS 12 Veglie - non trattato dai PIS
5 Miggiano - PIS 14 Canosa di Puglia - PIS 12 Carmiano - PIS 12
6 Minervino di Lecce - PIS 14 Margherita di Savoia - PIS 12 Salice Salentino - non trattato dai PIS
7 Montesano Salentino - PIS 14 Minervino Murge - PIS 12 Guagnano - non trattato dai PIS
8 Nociglia - PIS 14 San Ferdinando di Puglia - PIS 12 Campi Salentina - non trattato dai PIS
9 Ruffano - PIS 14 Spinazzola - PIS 12 Arnesano - PIS 12
10 San Cassiano - PIS 14 Trani - PIS 12 Galatina - PIS 11
11 Sanarica - PIS 14 Trinitapoli - PIS 12 Galatone - PIS 11
12 Scorrano - PIS 14 Parco Naturale Regionale “Portoselvaggio – Palude del Capitano” – Nardò
13 Specchia - PIS 14
14 Spongano - PIS 14
15 Supersano - PIS 14
16 Surano - PIS 14
SAC IIa fascia, ossia le proposte SAC che prima di essere trasferite sui tavoli negoziali necessitano di integrazioni più puntuali rispetto a quelle di prima fascia
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Comuni e altri ambiti territoriali
1) Nord Barese: i percorsi ecosostenibili tra lame, stria e cultura 2) Alta Murgia 3) Porte d'Oriente 4) Apulia Fluminum 5) Terre di Lupiae
1 Bitonto (soggetto capofila) - PIS 12 Parco Nazionale Alta Murgia (soggetto capofila)Parco Naturale Regionale “Costa Otranto Santa Maria di Leuca – Bosco di Tricase (soggetto capofila)
Provincia di Foggia (soggetto capofila)Comune di Lecce (soggetto capofila) - PIS 11 e 12
2 Bari - PIS 12 Altamura - PIS 12 Alessano PIS 14 Accadia - PIS 12 Castrì di Lecce - non trattato dai PIS
3 Molfetta - PIS 12 Andria - PIS 12 Andrano PIS 14 Anzano - PIS 12 Cavallino - non trattato dai PIS
4 Giovinazzo - non trattato dai PIS Ruvo di Puglia - PIS 12 Castrignano del Capo PIS 14 Ascoli Satriano - PIS 12 Lizzanello - non trattato dai PIS
5 Terlizzi - PIS 12 Gravina in Puglia - PIS 12 Castro PIS 14 Bovino - PIS 12 Melendugno - PIS 12
6 Ente Parco Naturale Regionale Lama Balice Minervino Murge - PIS 12 Corsano PIS 14 Candela - PIS 12 Monteroni - non trattato dai PIS
7 Corato - PIS 12 Diso PIS 14 Carapelle - non trattato dai PIS Novoli - non trattato dai PIS
8 Spinazzola - PIS 12 Gagliano del Capo PIS 14 Castelluccio dei Sauri - PIS 12 San Cesario di Lecce - PIS 11
9 Cassano delle Murge - PIS 12 Ortelle PIS 14 Cerignola - PIS 12 Squinzano - non trattato dai PIS
10 Bitonto - PIS 12 Otranto PIS 14 e PIS 12 Deliceto - PIS 12 Vernole - PIS 12
11 Toritto - PIS 12 Santa Cesarea Terme PIS 14 Foggia - PIS 12
12 Santeramo in Colle - PIS 13 Tiggiano PIS 14 Monteleone di Puglia - PIS 12
13 Grumo Appula - PIS 12 Tricase PIS 14 Ordona - PIS 12
14 Poggiorsini - non trattato dai PIS Giurdignano PIS 14 Orsara di Puglia - PIS 12
15 Muro Leccese PIS 14 Ortanova - PIS 12
16 Uggiano La Chiesa PIS 14 Panni - PIS 12
17 Cannole PIS 14 Rocchetta Sant’Antonio - PIS 12
18 Bagnolo del Salento PIS 14 Sant’Agata - PIS 12
19 Palmariggi PIS 14 Stornara - non trattato dai PIS
20 Giuggianello PIS 14 Stornarella - non trattato dai PIS
21 Salve PIS 14 Troia - PIS 12
22 Morciano di Leuca PIS 14 Parco Naturale Regionale Bosco dell'Incoronata
23 Patù PIS 14Comuni e altri ambiti territoriali 6) Ecomuseo di Peucetia 7) Alto Tavoliere 8) Naturalmente Gargano
9) La Murgia dei Trulli: dal mare alla Valle d'Itria 10) Araba Fenice
1Comune di Gioia del Colle (soggetto capofila) - PIS 12
Comune di San Severo (soggetto capofila) - PIS 11 Comune di Rodi Garganico (soggetto capofila) - PIS 15Comune di Monopoli (soggetto capofila) - PIS 11
Ente Parco Nazionale del Gargano (soggetto capofila)
2 Acquaviva delle Fonti - PIS 12 Apricena - PIS 12 Ischitella - PIS 15 Alberobello - PIS 11 Cagnano Varano - PIS 15
3 Casamassima - non trattato dai PIS Chieuti - PIS 11 Vico del Gargano - PIS 15 Castellana Grotte - PIS 11 Carpino - PIS 15
4 Sammichele di Bari - PIS 12 Poggio Imperiale - non trattato dai PIS Peschici - PIS 15 Cisternino - PIS 11 Isole Tremiti - PIS 15
5 Turi - PIS 11 San Paolo di Civitate - non trattato dai PIS Locorotondo - PIS 11 Lesina - PIS 15
6 Serracapriola - PIS 11 Martina Franca - PIS 11 Manfredonia - PIS 15 e PIS 12
7 Torremaggiore - PIS 12 Monopoli - PIS 11 Mattinata - PIS 15
8 Noci - PIS 11 Monte Sant'Angelo - PIS 15
9 Putignano - PIS 11 Rignano Garganico - PIS 15
10 San Giovanni Rotondo - PIS 15
11 San Marco in Lamis - PIS 15
12 Sannicandro Garganico - PIS 15
13 Vieste - PIS 15
SAC IIIa fascia, ossia le proposte SAC che prima di essere trasferite sui tavoli negoziali necessitano di modifiche sostanziali.
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3. terza fascia: Nord barese (Comune di Bitonto); Alta Murgia (Parco Nazionale dell’Alta Murgia); Porta
d’Oriente (Parco Regionale Otranto – Santa Maria di Leuca – Bosco di Tricase); Apulia Fluminum
(Provincia di Foggia); Terre di Lupiae (Comune di Lecce); Ecomuseo di Peucetia (Comune di Gioia del
Colle); Alto Tavoliere (Comune di Sansevero); Naturalmente …. Gargano (Comune di Rodi Garganico); La
Murgia dei Trulli (Comune di Monopoli); L’Araba Fenice (Ente Parco Nazionale del Gargano).
L’ampiezza del territorio che coincide con il PIS Normanno, Svevo – Angioino fa sì che ben 13 SAC
comprendano comuni appartenenti a questo PIS, con un peso più accentuato nel caso del SAC Nord Barese,
delle Terre Diomedee e dell’Apulia Fluminum. Sono invece 102 i progetti del Barocco Pugliese che ricadono
in 6 SAC, con particolare riferimento all’area della Murgia dei Trulli e dell’Alto Tavoliere.Si riportano, di
seguito, gli ambiti territoriali dei SAC ad oggi approvati dalla Regione, con l’indicazione, per ciascun comune
coinvolto, del territorio PIS di riferimento.
Obiettividellaricercavalutativa
La presente ricerca valutativa ha, come detto, valenza di indagine pilota, in quanto approfondisce nello
specifico del territorio pugliese e nell’operatività dell’attuale fase di programmazione alcuni aspetti cruciali
e generalizzabili alle altre Regioni (e parzialmente anche ad altri settori), in particolare per quanto riguarda:
1. la valutazione di efficacia degli interventi realizzati, alla luce del grado di effettiva attuazione della strategia del QCS e dei suoi criteri di selezione
2. i meccanismi decisionali negoziali e il ruolo della Regione nell’indirizzare e coordinare i tavoli partenariali territoriali sub‐regionali
3. la capacità di sviluppare progetti coerenti con la strategia e con la tempistica dei Programmi 2007‐2013 Obiettivi specifici della presente ricerca valutativa riguardano la valutazione degli esiti degli interventi
realizzati sui BBCC in aree PIS nell’ambito del periodo di programmazione 2000‐2006. Essa si propone, in
particolare, di:
1. valutare gli esiti effettivi degli interventi, utilizzando tecniche di analisi controfattuale di natura non sperimentale per rimuovere eventuali fenomeni correlati nel tempo e nello spazio e ricostruendo le catene causali attraverso l’analisi dei dati reperiti attraverso le indagini di campo;
2. individuare gli elementi che hanno determinato tali esiti;
3. ricostruire il processo che ha guidato le scelte di investimento sul territorio pugliese, individuandone gli orientamenti a livello nazionale, regionale e locale;
4. apprezzarele condizioni(in particolare, l’esigenza di adottare un realistico piano di gestione e l’integrazione sul territorio con altri interventi complementari) imposte all’attuazione dal disegno programmatico della Regione.
DomandevalutativePer quanto riguarda le domande valutative, il processo di rilevazione ed analisi farà orientativamente
riferimento a due ambiti principali:
1. i progetti di investimento:
1. impatto in termini di valorizzazione, fruizione ed integrazione dei beni oggetto di intervento;
2. sostenibilità degli investimenti e validità del piano di gestione;
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
18
3. i processi ed i territori:
4. coerenza e integrazione sul territorio dei diversi livelli di governo;
5. tenuta dei processi partenariali in fase di attuazione e nella fase “a regime”;
6. efficacia del complesso degli interventi rispetto alla strategia territoriale messa in atto nel periodo di programmazione 2000‐2006;
7. elementi di continuità e discontinuità rispetto alla programmazione 2007‐2013.
Una questione propedeutica concerne la misura del “successo”. Tale questione rappresenta, come è noto,
una delle questioni più delicate dell’intero processo valutativo. Essa attiene al nesso causale fra
“trattamento” e “risultato” ed è, di fatto, intrinsecamente legata alle questioni attinenti l’efficacia e
l’impatto dell’intervento. Parimenti delicata è, d’altro canto, la stessa nozione di risultato: esso può essere
riferito, alternativamente, alla mera rispondenza agli obiettivi dichiarati, a realizzazioni concrete, alla
pluralità di effetti, diretti ed indiretti, dell’intervento.
Nella presente ricerca valutativa si ritiene ragionevole adottare quale misura del successo degli interventi
PIS, almeno come primo step di analisi, la capacità dimostrata di centrare gli obiettivi dichiarati. Pur
consapevoli di aver così tendenzialmente ristretto il campo d’indagine, escludendo tutta una serie di effetti
dell’intervento non adeguatamente catturati dagli obiettivi fissati ex‐ante, si ritiene tale scelta un’utile base
di partenza per avviare una riflessione concreta sugli impatti dell’intervento. Ne consegue che l’eventuale
assenza di nesso causale riscontrato fra interventi ed obiettivi dichiarati non permetterebbe di escludere la
presenza di impatti “tout court”. Tuttavia, metterebbe in seria discussione l’efficacia degli interventi
nell’assicurare il perseguimento dei propri obiettivi. Nella pratica, il criterio adottato consiste nel mettere in
relazione l’intervento principalmente agli indicatori di risultato previsti dalla misura 2.1 (Valorizzazione e
tutela del patrimonio culturale pubblico e miglioramento dell’offerta e della qualità dei servizi culturali) del
POR Puglia 2000‐2006. L’analisi valutativa riguarda, pertanto, principalmente la verifica empirica della
presenza di “discontinuità” oggettive in termini di fruizione, dinamica del turismo culturale, variazione
dell’occupazione di settore all’interno delle c.d. “aree PIS”, ma anche la rilevanza attribuita, a livello dei
beni, all’efficienza ed alla sostenibilità degli interventi a regime, nonché l’adeguatezza dei piani di gestione
adottati rispetto agli obiettivi di valorizzazione e gestione integrata dei PIS.
Metodologiadellaricerca
La metodologia adottata è basata su un sistema misto: essa include sia casi di studio, sia analisi di tipo
controfattuale di natura non sperimentale, laddove applicabili. Le tecniche utilizzate includono, quindi,
analisi desk, ricerche non sperimentali, indagini di campo, interviste (singole e di gruppo) e audizioni con
interlocutori privilegiati e principali stakeholder.
Lo svolgimento della ricerca si è articolato in 2 fasi distinte:
1. in una prima fase, chiusa da questo rapporto, i valutatori hanno sviluppato l’analisi desk e definito
una proposta metodologica, verificando l’applicabilità di tecniche di valutazione controfattuali al
caso di analisi;
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
19
2. nella prossima fase si svilupperà un caso studio territoriale con valenza pilota e successivamente si
estenderà l’analisi anche ad ulteriori casi di studio territoriali. Nella seconda fase, subito dopo la
messa a punto della metodologia, le attività di ricerca inizieranno direttamente con le indagini di
campo, in quanto il lavoro di analisi preparatorio, e la progettazione operativa si considerano già
acquisite dalla prima fase.
La seconda fase della ricerca è caratterizzata, pertanto, dalla concreta combinazione di approcci e metodi
utilizzati da un team che combina le competenze necessarie. Il disegno della valutazione è unitario: le varie
parti della ricerca sono strettamente connesse. La combinazione di metodi consentirà di adottare diverse
strategie per:
• raccogliere evidenze su effettiva fruibilità e fruizione dei beni culturali, modalità di gestione, etc.,
• individuare gli effetti e i criteri utilizzati dai vari attori per definire il successo (o l’insuccesso)
dell’intervento,
• ricostruire i nessi causali tra l’azione pubblica, i processi decisionali e le modalità di intervento, e
l’ottenimento degli effetti
• verificare la possibilità di attribuire gli effetti all’intervento aggiuntivo finanziato dai Fondi
Strutturali e dal FAS nel periodo 2000‐2006
• individuare le condizioni (in particolare le condizioni di gestione e la sostenibilità istituzionale e
finanziaria) che hanno consentito di conseguire gli effetti.
Lineediattività
La ricerca è organizzata nelle seguenti attività:5
1. Sistematizzazione e analisi dei dati relativi agli interventi finanziati in Puglia nei settori dei beni, attività culturali e turismo nel periodo di programmazione 2000‐2006; l’organizzazione dei dati sarà a livello comunale per consentire la perimetrazione dei PIS 2000‐2006 e dei SAC 2007‐2013 e sarà funzionale alle successive attività di valutazione (Fonti: Banca dati Innova Puglia, Monit e APQ 2000‐2006, banca dati dei progetti finanziati con risorse ordinarie e straordinarie del MIBAC, Studio di Fattibilità ARTI “Criteri di selezione ed integrazione degli investimenti sui beni culturali, le attività culturali e le azioni di attrazione”).
2. Elaborazione di un’analisi di contesto comparativa, a livello provinciale e comunale, relativamente alla situazione ex‐ante ed ex‐post delle variabili obiettivo della programmazione di settore nel periodo 2000‐2006.
5 I risultati delle linee di attività da 1 a 3 sono riportati nel presente rapporto. Le successive linee di attività costituiscono l’oggetto
della seconda fase della ricerca.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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3. Definizione della metodologia della ricerca valutativa, dell’applicabilità di tecniche di analisi controfattuali e relative criticità, dei criteri per la selezione di aree sub‐regionali (iniziando con un caso pilota) su cui concentrare l’analisi. La definizione operativa della metodologia implica un processo iterativo con le attività di raccolta dati sulle policy e sul contesto.
4. Elaborazione di un caso di studio pilota tramite l’applicazione delle tecniche valutative individuate, svolgimento delle indagini di campo, svolgimento di analisi desk.
5. Elaborazione degli altri casi di studio e completamento delle analisi desk.
6. Organizzazione e analisi delle informazioni raccolte; elaborazione delle lezioni dell’esperienza e predisposizione di proposte operative per il 2007‐2013 e per il negoziato sul 2014‐2020. Il formato di presentazione sarà funzionale alle attività di restituzione e a stimolare il dibattito sulle principali conclusioni raggiunte.
7. Audizioni con i principali stakeholder istituzionali per arricchire l’analisi ed interpretare le dinamiche in atto, nonché gli elementi che hanno condizionato gli esiti delle iniziative realizzate.
8. Elaborazione di linee guida ed individuazione di criticità per orientare le scelte operative nell’ambito della attuazione 2007‐2013.
9. Azioni di restituzione della ricerca valutativa svolta.
Dato l’orientamento a fornire elementi per migliorare la programmazione 2007‐2013, sono stati previsti
confronti e restituzioni frequenti con i referenti della Regione Puglia e con i Comuni partecipanti ai Tavoli
partenariali istituiti nell’ambito della procedura SAC. Tali azioni di restituzione accompagneranno la ricerca.
Per apprezzare l’efficacia degli interventi, l’analisi utilizza in parallelo:
‐ metodologie di ricerca sul campo, finalizzata a cogliere in modo sistematico le modalità di
attuazione degli interventi e soprattutto i cambiamenti nella gestione e fruizione del patrimonio
materiale ed immateriale ed a ricostruire le catene causali tra gli interventi ed i risultati rilevabili;
‐ tecniche di analisi controfattuali di natura non sperimentale. A causa della natura dell’oggetto
della valutazione (interventi prevalentemente su beni fortemente individuati, le cui caratteristiche
sono definite dai territori in cui si trovano) e del programma (la decisione di procedere ad
un’analisi con un approccio controfattuale segue la conclusione dell’intervento), l’analisi
controfattuale presenta elementi di forte innovatività e deve superare numerose questioni
metodologiche, innanzitutto l’impossibilità di utilizzare metodi sperimentali, affrontate nella prima
fase della ricerca (cfr. allegato C).
L’assenza di una sistematica attività di rilevazione e monitoraggio delle variabili risultato della
misura 2.1 rende, tuttavia, tale esercizio di difficile applicazione pratica. Si propone, pertanto, di
ricostruire “ex‐post” proxy adeguate di fruizione dei beni culturali a livello comunale, a partire dai
flussi turistici (attualmente oggetto dell’unica attività sistematica di rilevazione presente a livello
regionale). Adottando opportune tecniche di abbinamento statistico (discusse ampiamente
nell’Appendice C al presente rapporto) si potrebbero, infatti, evidenziare differenze sistematiche
nella dinamica dei flussi turistici fra comuni “trattati” e “non trattati” (intendendo per trattamento
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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gli interventi finanziari sui BBCC oggetto della presente analisi) direttamente imputabili alla spesa
effettiva nel settore dei beni culturali. Più difficile sarà, invece, giungere alla medesima imputazione
nel caso di differenze occupazionali, vista l’oggettiva rilevanza di fattori non osservabili a livello
comunale in grado di influenzare la dinamica del fenomeno contemporaneamente alla realizzazione
del trattamento. Naturalmente, maggiori informazioni potrebbero essere ricavate utilizzando dati
specifici relativi all’occupazione di settore.
Tali tecniche non sperimentali sono capaci di isolare gli effetti dell’intervento (la variabile
“trattamento” per l’analisi controfattuale) nella determinazione degli esiti in termini di fruizione,
valorizzazione, ed integrazione dei territori ove insistono i beni oggetto dell’intervento. Esse
permettono di creare “ex post” gruppi di “trattamento”(in cui c’è stato intervento) e di “controllo”
(in cui non c’è stato alcun intervento) e rispondono alla doppia esigenza di affrontare la c.d.
“distorsione da selezione” (sia nelle variabili osservate, sia in quelle non osservabili), nonché di
testare l’ipotesi di non linearità nella relazione fra intervento e impatto (ad esempio, legata
all’elevata probabilità di maggiori impatti in presenza di una “massa critica” di interventi piuttosto
che in situazioni c.d. “greenfield”).
Particolare attenzione è dedicata, in questo ambito, alla coerenza degli interventi (e dei diversi livelli di
governo del territorio) ed all’analisi della tenuta dei processi partenariali al fine di valutare gli spillover
(positivi e negativi) sui territori medesimi fra la programmazione passata (2000‐2006) e quella in itinere
(2007‐2013).
Mentre l’elaborazione di una metodologia per l’analisi controfattuale è contenuta nel penultimo capitolo di
questo rapporto, dato che la sua elaborazione ha costituito parte rilevante dell’attuale fase della ricerca, si
indicano qui i principali lineamenti metodologici relativi agli studi di caso. La metodologia sarà affinata e
testata nel caso pilota e successivamente applicata nei casi successivi.
Studidicaso
Ciascuno studio di caso verterà sull’insieme degli interventi realizzati in un’area circoscritta, cercando di
includere tutti gli interventi del settore, indipendentemente dai soggetti che li hanno realizzati e dalle fonti
di finanziamento (comunitario o nazionale). La funzione di ciascuno studio di caso è duplice: da una parte
consentire la comprensione dell’intervento nell’area considerata, dall’altra mettere in connessione la
conoscenza elaborata con quella proveniente dagli altri studi e dalle analisi controfattuali, in particolare
per definire i nessi di causalità tra l’intervento e i fenomeni rilevati sul campo (cfr. Davidson, 2005) e per
individuare le condizioni che portano al successo degli interventi (cfr. Tendler, 1997). Inoltre, la definizione
degli strumenti di ricerca sul campo (tracce di interviste, questionari), oggetto della seconda parte della
valutazione, sarà fatta in modo da complementare la raccolta di dati necessaria per le analisi quantitative.
Esistono molteplici canali attraverso cui gli investimenti in beni culturali possono influenzare le condizioni
socio‐economiche. L’indagine si concentra solo su uno di essi: la qualificazione dei beni ai fini
dell’attrattività turistica. Si tratta di un canale più facilmente sottoponibile a verifica empirica nel lasso di
tempo intercorso dalla conclusione degli interventi (l’attuazione degli interventi programmati per il periodo
di programmazione dei Fondi Strutturali 2000‐2006 si è prolungata fino al 2009). La ricerca di campo, di
conseguenza, è finalizzata a verificare se esiste, in che misura, e in quali condizioni (territoriali, di policy)
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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una connessione fra l’utilizzo dei beni culturali finanziati e, ceteris paribus, discontinuità nell’andamento dei
flussi turistici locali. L’impostazione degli strumenti programmatici e le condizioni prevalenti nella regione
(forte incremento delle presenze, concentrazione nei mesi estivi centrali, prevalenza del turismo balneare,
presenza di importanti beni culturali materiali ed immateriali diffusi) portano a ritenere che l’incremento
della fruizione dei beni culturali debba incidere sulla destagionalizzazione dei fluissi turistici, ancora troppo
legati all’offerta balneare e nella direzione di attrarre, attraverso una più qualificata offerta di turismo
culturale, una fascia di domanda qualità medio‐alta, un turismo d’elite, con una capacità di spesa maggiore.
Ciò contribuirebbe, indirettamente, alla crescita e lo sviluppo locale, sia tramite il canale turismo, sia
tramite l’impatto della valorizzazione dei BBCC sul livello di benessere della popolazione residente. A
questo scopo si rilevano anche probabili cambiamenti nel livello dell’offerta ricettiva ed eno‐gastronomica
(attraverso, ad es., la presenza di strutture con elevato numero di stelle, ristoranti menzionati dalla guida
Michelin, ecc. ). Si farà, pertanto, limitatamente alle aree oggetto di studio di campo, specifica attenzione
anche agli eventi (tipologia, capacità concreta di attrazione).
Il lavoro di campo previsto per realizzare ciascuno studio di caso è finalizzato a rilevare:
1. effettivo grado di fruibilità dei beni e modalità di utilizzo attuale;
2. modello di gestione adottato e sostenibilità istituzionale e finanziaria;
3. integrazione dei beni con le altre risorse culturali e turistiche del territorio;
4. effetti dell’intervento sullo sviluppo del territorio.
Nei prospetti seguenti, si illustrano nel dettaglio, per ciascun tema, gli oggetti di rilevazione, le fonti di
informazione, i metodi seguiti per condurre le rilevazioni dirette e i soggetti da coinvolgere.
Si prevede di procedere al lavoro di campo principalmente attraverso sopralluoghi ed interviste
semistrutturate, individuali o, in qualche caso, di gruppo. Le interviste saranno realizzate dai ricercatori, con
il sostegno di risorse junior messe a disposizione dall’IPRES, e saranno de visu, tranne che in casi specifici,
che saranno evidenziati, in cui si potrà procedere ad interviste telefoniche. Le attività sul campo sono
accompagnate da un’attività di ricerca e analisi on line (siti web, laddove esistenti, dei beni oggetto
d’intervento), al fine di incrociare le informazioni. Si prevede anche di potere realizzare un’indagine tramite
questionari (survey), da somministrare telefonicamente o via web.
Fermo restando l’ovvio focus sui beni / interventi finanziati nell’ambito della Misura 2.1 del POR 2000.2006
(tutela e valorizzazione dei beni culturali), l’analisi valutativa includerà, ove necessario per cogliere appieno
gli effetti (soprattutto relativi all’integrazione, alla qualità di offerta e domanda, ed all’effettivo utilizzo)
anche altre tipologie di beni culturali: per esempio, patrimonio diffuso (dolmen, trulli, masserie storiche,
ulivi secolari, prodotti tipici, ecc,) ed eventi culturali, per capire come queste risorse contribuiscono allo
sviluppo turistico‐culturale del territorio oggetto di analisi e con quali legami ed effetti sul territorio
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Tab. 8: Principali elementi delle rilevazioni sul campo
Fruibilità ed utilizzo
Oggetto della rilevazione Fonti/metodi per la rilevazione Soggetti da coinvolgere
effettiva apertura ai visitatori e modalità di visita e utilizzo
servizi offerti ai visitatori utilizzi alternativi del bene
(convegni, affitto sale, ecc.)
analisi materiali informativi informazioni disponibili su
internet e loro visibilità sopralluoghi interviste semistrutturate raccolta dati e materiali
presso i soggetti gestori
Enti locali, Assessori Cultura Soprintendenze provinciali Curie Enti Parco Associazioni culturali Consorzi Agenzie di viaggio Università, Facoltà beni
Culturali
Gestione
Modello di gestione adottato Affidamento a terzi dei servizi Risorse umane impiegate e
modalità contrattuali Risorse finanziarie utilizzate Costi
Fonti di finanziamento
Sostenibilità della gestione
Sopralluoghi interviste semistrutturate questionari raccolta dati e materiali
Soggetti attuatori
Soggetti gestori Università, Facoltà beni
Culturali
Integrazione con il territorio
Inserimento del bene in circuiti / itinerari turistici
Promozione del bene nell’ambito delle attività complessive di promozione del territorio
Materiali informativi e promozionali e loro diffusione
sopralluoghi interviste non strutturate e
semistrutturate
Soggetti attuatori
Soggetti gestori Curie Enti Parco Associazioni culturali Consorzi Agenzie di viaggio Università, Facoltà beni
Culturali6
Effetti sul territorio
Grado di attrattività del bene Creazione di attività turistiche
legate al bene
materiali informativi sopralluoghi interviste dirette
Soggetti attuatori Soggetti gestori Curie Enti Parco Associazioni culturali Consorzi Agenzie di viaggio Associazioni turistiche Università Operatori turistici
Referente regionale dei prodotti tipici Puglia
Camere di commercio
6 Tra i soggetti che saranno coinvolti in qualità di fonte d’informazioni s’inserisce anche l’università laddove abbia dei corsi specifici
attinenti alla conservazione e valorizzazione dei bei culturali (è il caso, ad esempio, dell’Università del Salento, Facoltà beni
Culturali).
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Si cercherà, inoltre, di evidenziare le connessioni dei beni finanziati nell’ambito della Misura 2.1 con attività
riconducibili ad altre iniziative e programmi regionali (Bollenti Spiriti, Leader Plus, ecc). In numerosi casi,
infatti, è riscontrabile che le esperienze di utilizzazione dei beni oggetto dell’intervento sono, almeno in
parte, riconducibili ad attività rientranti in tali programmi.
Infine, attraverso le interviste ai soggetti detentori dell’informazione primaria, si tenterà di ricostruire
l’ammontare cumulato dei finanziamenti effettuati a favore di ogni singolo bene, a completamento delle
informazioni già rilevate attraverso le fasi desk della ricerca.
Primiesitidellaricercaeconsiderazionigenerali
Il presente Rapporto costituisce il documento di chiusura della prima fase della ricerca valutativa
(comprendente le fasi A, B C) e contiene le proposte metodologiche per l’avvio della seconda fase (Fasi D‐I).
GliinvestimentinelsettoredeibeniculturaliinPuglianelperiododiprogrammazione2000‐2006
Il lavoro ha portato alla ricostruzione della banca dati dei progetti finanziati ed avviati nel periodo di
programmazione 2000‐2006 nell’ambito dei seguenti Programmi: PO Puglia 2000‐2006‐Misura 2.1,
denominata Valorizzazione e tutela del patrimonio culturale pubblico e miglioramento dell'offerta e della
qualità dei servizi culturali; Accordo di Programma Quadro in materia di beni ed attività culturali siglato il 22
dicembre 2003 tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e
la Regione Puglia; Accordo di Programma Quadro in materia di promozione e diffusione dell’arte
contemporanea siglato tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, la società di cultura La Biennale di Venezia e la Regione Puglia; l’Accordo di Programma Quadro
Sviluppo dell’Industria Audiovisiva nelle Regioni del Mezzogiorno. Sono stati identificati, nel complesso, 655
progetti per un investimento complessivo pari a 471,3 milioni di euro. I pagamenti già effettuati, alla data
di novembre del 2011, ammontavano a404,3 milioni di euro(vedi Allegato B).
Per ogni progetto sono state raccolte le seguenti informazioni:
1. localizzazione territoriale; oltre alla provincia e al comune di ubicazione, i progetti sono stati
classificati anche sulla base della localizzazione:
all’interno di un’area in cui è stato realizzato nel periodo 2000‐2006 un Progetto Integrato
Settoriale ‐ PIS (Normanno ‐ Svevo ‐ Angioino, Habitat Rupestre, Barocco, Gargano, Sud
Salento)
all’interno di un’area territoriale proposta per la realizzazione di un Sistema Ambientale e
Culturale ‐ SAC nel periodo 2007‐2013 (Alta Murgia, Alto Tavoliere, Apulia Fluminum, Araba
Fenice, Arneo, Ecomuseo di Peucetia, La Murgia dei Trulli, La via Traiana, Mari tra le Mura,
Monti Daunia e Lucera, Naturalmente Gargano, La via barese, Porte d’Oriente, Salento di
mare e pietre, Terre d’arte e di sole, Terre di Lupiae, Terre diomedee);
2. tipologia: area archeologica; archivio; biblioteca; catalogazione; chiesa; cinema; museo; sezione
espositiva; spettacolo; bene storico architettonico; teatro;
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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3. dati finanziari: impegni regionali, impegni totali, pagamenti totali.
Tab. 9 – Ripartizione dei progetti BBCC 2000-2006 per provincia: valori assoluti Provincia / Area Numero progetti Impegni Regione Impegni Totali Pagamenti totali Bari 154 100.311.765,10 134.894.604,59 113.874.342,95
Barletta-Andria-Trani 50 30.312.660,09 33.801.814,42 28.609.467,75
Brindisi 82 43.897.555,83 48.472.540,52 43.777.693,73
Foggia 127 72.149.944,60 75.125.963,59 67.612.846,09
Lecce 173 124.821.542,16 129.055.277,33 107.341.986,96
Taranto 55 37.857.809,78 40.813.548,04 37.273.423,73
Territorio regionale 14 8.975.182,84 9.095.024,41 5.761.428,30
Totale 655 418.326.460,40 471.258.772,90 404.251.189,51
Tabella 10 – Numero di istituti museali statali e non e numero di visitatori al 2006 Istituti statali Istituti non statali Totale istituti
Bari 9 42 51 Brindisi 2 22 24 Foggia 4 37 41 Lecce 1 27 28 Taranto 1 11 12
Puglia 17 139 156
Visitatori Istituti statali Visitatori Istituti non statali Visitatori Totale istituti Bari 375.297 466.429 841.726 Brindisi 21.784 67.370 89.154 Foggia 18.357 262.737 281.094 Lecce 10.915 110.127 121.042 Taranto 27.660 56.631 84.291
Puglia 454.013 963.294 1.417.307
Relativamente alla distribuzione territoriale degli interventi, oltre il 60% degli investimenti si concentra in
36 Comuni. La localizzazione provinciale degli interventi premia Lecce (nella provincia è censito il 20% della
dotazione del patrimonio culturale regionale), seguita da Bari (ove si trova invece la principale
concentrazione di beni). Le due province di Lecce e Bari intercettano, da sole, complessivamente una quota
di interventi pari a circa il 53% del totale; il 19,3% del numero degli interventi va a Foggia, il resto fra
Brindisi, Taranto e BAT (vedi tabella 9). Tale ripartizione provinciale è parzialmente coerente con la
distribuzione territoriale dei beni culturali a livello regionale (vedi tabella 10).
La ricostruzione degli interventi finanziati ha permesso di evidenziare come i beni culturali oggetto di
investimento siano concentrati soprattutto nell’area del PIS Normanno‐Svevo‐Angioino, che concentra il
46,6% dei progetti ed il 50,6% degli investimenti, situazione questa che deriva dall’estensione territoriale
del PIS stesso, che, come già accennato, comprende 102 comuni pugliesi. All’ interno del PIS, sono
soprattutto i comuni del barese, del brindisino e della nuova provincia BAT (Barletta‐Andria‐Trani) a
concentrare il maggior numero di progetti e la quota maggiore di investimenti. Secondo per presenza di
interventi nel settore dei beni culturali è il PIS Barocco Pugliese (15,6% dei progetti e 12,7% degli
investimenti), al cui interno si denota una distribuzione nel complesso uniforme dei progetti tra le diverse
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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aree, con una percentuale più alta nel caso di Brindisi; quindi l’area del Sud Salento, con quote
rispettivamente pari al 13,0% e al 10,2%, che interessa esclusivamente l’area del leccese.
La distribuzione di progetti nelle aree PIS per tipologia di bene rispecchia quella già segnalata per l’intero
territorio pugliese: il patrimonio storico architettonico è quello in cui si concentra il maggior numero di
progetti e di investimenti. Ciò è particolarmente accentuato nell’area del Salento dove questa tipologia di
beni rappresenta il 68,2% dei progetti contro una media del 37,1%. Il Normanno – Svevo – Angioino è
invece l’area PIS all’interno della quale si ritrova la presenza maggiore di grandi progetti, con investimenti
superiori ai 2 milioni di euro, tra cui spiccano i progetti di restauro e recupero del Teatro Petruzzelli e
dell’Auditorium Nino Rota a Bari ed il Sistema delle biblioteche pubbliche di Foggia, nonché la
ristrutturazione del museo archeologico di Taranto. Tra i primi 5 progetti anche due interventi nell’area del
Barocco, aventi per oggetto il teatro storico di Putignano e il palazzo marchesale imperiale di Francavilla
Fontana.
In termini di spesa pro‐capite (rispetto alla popolazione residente), svetta la posizione delle Isole Tremiti
(con caratteristiche di outlier, spiegate essenzialmente dalle specificità territoriali e produttiva delle isole,
che hanno una limitata popolazione residente, che aumenta notevolmente durante la stagione turistica, ed
una spiccata e quasi esclusiva vocazione turistica) e quella di Otranto (comune compreso nel grande PIS
Normanno‐Svevo‐Angioino, ed oggi nel SAC Porta d’Oriente, ove l’investimento in beni culturali nel periodo
2000‐2006 è stato pari a ben circa 1.500€ per abitante), seguito da Patù, Seclì, Vemole, Muro Leccese (PIS
Sud Salento e Apulia Fluminum), Arnesano e Calenza Valfortore (medesimo PIS ma SAC diversi) con un
investimento pari a circa 500€ pro‐capite. A questi si aggiunge un ulteriore gruppo di comuni in cui la spesa
sui beni culturali ha superato i 200€ per abitante (vedi tabella 9) generalmente ricompresi nel grande PIS
Normanno‐Svevo‐Angioino. Tali comuni (il 3% dei comuni pugliesi) sono stati complessivamente destinatari
di investimenti strutturali nel patrimonio culturale pari a circa 27 Meuro (il 6% del totale dell’investimento
complessivo) nel periodo di programmazione 2000‐2006 (a cui vanno aggiunti altri 4 Meuro già
programmati nell’attuale periodo di programmazione 2007‐2013, di cui 1,6 Meuro solo nel Comune di
Otranto). Se ad essi si aggiungono i 60 Meuro di investimenti affluiti nel comune di Bari ed i 40 Meuro
complessivi di Brindisi, Foggia e Taranto si registra che circa 1/3 dell’investimento sui beni culturali
complessivi, nel periodo di programmazione 2000‐2006, si è concentrato in 13 comuni su 258.
A differenza dei PIS, caratterizzati da percorsi trasversali ai territori di riferimento, i SAC sono caratterizzati
da maggiore omogeneità territoriale. Pertanto, l’analisi della distribuzione dei progetti e delle risorse a
valere sulla programmazione 2000‐2006 nelle aree SAC può essere considerata un’utile guida circa la
capacità progettuale di territori omogenei (anche se all’epoca non ancora raggruppati in sottoinsiemi
omogenei).
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Tabella 11 – Classificazione comuni PIS in termini di impegni pro-capite
Tale esercizio “ex‐post” evidenzia 6 SAC caratterizzata da più alta concentrazione di progetti:
1. innanzitutto il Nord Barese, i cui comuni di riferimento sono stati beneficiari, nel complesso, di 64
interventi e 83,8 milioni di investimenti (rispettivamente pari al 9,8% e al 17,8% del totale);
2. il SAC Terre Diomedee, nella provincia di Barletta – Andria – Trani, con il 7,8% dei progetti ed il 7,3%
degli investimenti;
3. il SAC Terre di Lupiae, nella provincia di Lecce, con il 7,3% dei progetti ed il 11,3% degli
investimenti;
4. il SAC Apulia Fluminum, nell’area di Foggia, con il 7,2% dei progetti ed il 6,9% degli investimenti;
5. il SAC La via Traiana, nell’area di Brindisi, e il SAC Porte d’Oriente, nell’area di Lecce, con quote pari
in entrambe i casi al 6,7% dei progetti e percentuali degli investimenti rispettivamente pari al 5,6%
e al 5,9%.
Circa il 15% dei progetti è localizzato in comuni che non appartengono ad alcun SAC, in particolare nell’area
di Taranto. Nessuno dei comuni “principali beneficiari di intervento” nel precedente periodo di
programmazione ha maturato candidature di “prima fascia” nell’ambito del nuovo bando SAC. Ad
eccezione di Gallipoli, Lucera ed Ugento, tutti gli altri comuni, principali destinatari di investimenti in beni
culturali nel periodo di programmazione 2000‐2006, rientrano oggi in SAC che sono stati inseriti dal
preventivo apprezzamento di fattibilità nella seconda e terza fascia (ossia come candidature per la
valorizzazione e la gestione integrata del sistema culturale giudicate carenti da parte della Regione).
Tale situazione appare segnalare una scarsa capacità proprio delle Amministrazioni locali principali
beneficiarie degli interventi PIS, di proporre, in un momento successivo, una strategia coerente di
valorizzazione e di gestione del sistema culturale locale. Ciò potrebbe portare ad escludere i comuni sopra
riportati, ad eccezione appunto di Gallipoli, Lucera ed Ugento, fra i casi di successo, visto che l’elaborazione
di un Piano integrato di valorizzazione (dell’itinerario) e la definizione di un Piano di gestione (del singolo
bene) erano già considerati requisiti fondamentali delle azioni PIS 2000‐2006. Le motivazioni di tale
fenomeno andranno indagate maggiormente, con una valutazione più puntuale sull’insieme di comuni
Comune
Impegni
pro‐
capite (€) Comune
Impegni
pro‐
capite (€)
Isole Tremiti 6831.276 Palagianello 448.3128
Otranto 1524.197 Castrignano de' Greci 437.0442
Patù 720.4327 Pietramontecorvino 434.0727
Seclì 635.565 Candela 397.789
Vernole 591.512 Tricase 396.0732
Muro Leccese 566.1273 Botrugno 371.5953
Celenza Valfortore 564.2344 San Cassiano 357.8777
Arnesano 518.8445 Sant'Agata di Puglia 354.8986
Ascoli Satriano 497.3155 Poggiardo 345.7078
Castro 469.0617 Rignano Garganico 339.9359
Lecce 464.3771 Gallipoli 338.3749
Casalnuovo Monterotaro 454.2281 Ugento 336.9283
Troia 450.4655
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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“principali beneficiari”, in una fase successiva della ricerca. Al momento della redazione del presente
rapporto, solo il SAC “Salento di Mare e di Pietre”, cui appartiene Gallipoli (capofila Sannicola) ha avviato il
tavolo negoziale ed ottenuto ulteriori finanziamenti per la valorizzazione dei beni culturali appartenenti al
SAC nell’ambito di un’azione pilota tesa all’irrobustimento della rete dei percorsi locali e dei servizi
aggiuntivi nei relativi nodi.
Relativamente agli investimenti per tipologia di bene, l’analisi evidenza la forte prevalenza di interventi che
hanno avuto per oggetto il patrimonio storico architettonico e le chiese (rispettivamente circa il 40% ed il
20% degli interventi e degli investimenti totali), mentre musei ed aree archeologiche catturano soltanto
circa il 10% degli interventi e degli investimenti complessivi. Anche nell’ambito del primo gruppo di comuni
principali beneficiari, caratterizzato da una spesa per abitante superiore o uguale a 500€, la tipologia di
intervento prevalente si conferma “restauro e valorizzazione del patrimonio storico‐architettonico”, seguita
da restauri di chiese e da singoli interventi su archivi comunali e polo museale (esempio ad Ascoli Satriano).
La medesima situazione si conferma anche per il secondo gruppo di principali beneficiari (quelli
caratterizzati da una spesa per abitante superiore a 200€ nel periodo di programmazione 2000‐2006), che
registrano prevalentemente interventi su chiese e sul patrimonio storico‐architettonico, ma anche musei,
archivi e biblioteche. Gli interventi con un costo superiore o uguale ai 2 Meuro sono 38 (vedi tabella 10).
Coerentemente con la distribuzione già osservata, la maggior parte dei progetti con importo superiore ai 2
milioni di euro sono comunque interventi sul patrimonio storico architettonico, mentre dal lato della
localizzazione territoriale prevale la provincia di Bari (seguita da Lecce). Da notare, infine, che 3 dei 5
maggiori progetti sono interventi su teatri storici, il Petruzzelli a Bari, l’Apollo a Lecce e il teatro storico di
Putignano. Ancora, l’analisi degli investimenti per tipologia di bene è stata effettuata verificando se i
progetti realizzati hanno effettivamente interessato le risorse che si auspicava fossero valorizzate
all’interno dei diversi PIS ed in particolare gli itinerari identificati come strategici; ne è emerso un quadro
composito, in cui se è vero che molti interventi hanno riguardato la valorizzazione del patrimonio diffuso,
quali chiese, edifici, castelli, nella logica di promuovere il territorio in maniera integrata, sono diversi gli
ambiti o itinerari su cui si sono concentrati gli interventi: ad esempio, all’interno del PIS Barocco, oltre ad
edifici del periodo barocco, sono stati oggetti di intervento diversi beni riconducibili all’itinerario
archeologico, come anche nel PIS Gargano; gli itinerari religiosi sono stati interessati dalla valorizzazione dei
beni soprattutto nel PIS Gargano e nel PIS Normanno – Svevo – Angioino, al cui interno molti progetti sono
stati diretti al restauro e recupero dei numerosi castelli presenti nel territorio.
Allo stato attuale, la nuova azione 4.2.1 “Azioni materiali ed immateriali per il completamento e
potenziamento delle reti di beni culturali”7 ha finanziato 109 progetti, per un investimento ammesso pari a
55,1 milioni di euro, concentrati in modo particolare nelle aree delle province di Bari e Lecce. Anche in
questo caso, se si osservano i territori PIS, i progetti sono localizzati in particolare nell’area de Normanno –
Svevo – Angioino e quindi nell’area del Barocco, mentre hanno un peso decisamente minore le altre realtà.
Molti anche in questo caso i progetti localizzati in comuni non appartenenti ai SAC (destinatari della misura
4.2.2); l’area delle Terre Diomedee si caratterizza per il maggior numero di interventi (12,8% del totale),
mentre dal punto di vista degli investimenti la quota maggior riguarda i progetti dell’area dell’Alta Murgia e
del Nord Barese (rispettivamente 13,3% e 11,6%).
7 Questa azione non è organizzata sulla base dei SAC.
29
Tabella 12 - Ripartizione dei progetti BBCC 2000-2006: progetti con investimento superiore ai 2 milioni di euro Provincia Comune Intervento TIPOLOGIA Impegni Regione Totale impegni Totale pagamenti
Bari Bari Ricostruzione e restauro del teatro Petruzzelli Teatro 6.500.000,00 21.018.749,82 20.906.142,38 Lecce Lecce Recupero del teatro Apollo Teatro 7.000.000,00 7.845.652,89 4.395.882,10 Bari Bari Recupero e rifunzionalizzazione dell'auditorium Nino Rota Storico-architettonico 2.006.579,26 6.471.655,00 3.631.142,06 Bari Putignano Recupero del teatro storico Teatro 1.500.000,00 4.970.000,00 202.055,13
Brindisi Francavilla F. Recupero e valorizzazione del palazzo Marchesale imperiale Storico-architettonico 4.963.356,57 4.963.356,57 4.594.216,64 Foggia Foggia Aracne - sistema di rete di biblioteche pubbliche locali Biblioteca 4.850.756,33 4.850.756,33 4.678.827,07 Lecce Lecce Valorizzazione e recupero del castello Carlo V Storico-architettonico 4.800.000,00 4.800.000,00 3.120.000,00
Taranto Taranto Ristrutturazione del museo archeologico Museo 2.539.682,69 4.647.220,50 4.482.201,42 Lecce Lecce Potenziamento e implementazione servizi della Biblioteca provinciale Biblioteca 4.444.825,35 4.444.825,35 4.199.568,98 Bari Bitonto Recupero funzionale di palazzo Sylos - Calo' per pinacoteca Storico-architettonico 1.744.794,15 4.000.000,00 3.325.781,84
Lecce Tricase Sistema bibliotecario del sud Salento Biblioteca 3.769.401,28 3.992.908,75 3.205.216,14 Bari Bari Recupero complesso monastico S. Teresa dei maschi Storico-architettonico 3.615.198,29 3.615.198,29 3.615.198,29
Lecce Maglie Museo comunale di Maglie Museo 3.176.795,17 3.569.867,17 3.370.932,64 Barletta-Andria-Trani Trani Sistema dei musei diocesani - Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Museo 3.513.140,96 3.513.140,96 3.512.182,95
Foggia Cerignola Restauro complesso torre alemanna Storico-architettonico 3.474.304,37 3.474.304,37 3.300.579,25 Lecce Lecce Monastero s. Chiara: recupero e valorizzazione a fini cultura Storico-architettonico 3.303.071,38 3.303.071,38 3.137.917,80 Lecce Lecce Ristrutturazione e adeguamento dell'immobile adibito a museo Museo 3.074.525,91 3.074.525,91 1.367.118,25 Lecce Gallipoli Riqualificazione dell'ex mercato coperto e restauro torrione del castello Storico-architettonico 3.048.638,84 3.048.638,84 2.896.206,90
Barletta-Andria-Trani Canosa Polo museale territoriale "Puglia imperiale" - Museo 2.145.906,53 2.939.785,77 1.839.302,12 Lecce Ugento Recupero valorizzazione e fruizione dell'ex convento francescano Storico-architettonico 2.878.830,00 2.878.830,00 2.876.733,42
Barletta-Andria-Trani Canosa Recupero, restauro e valorizzazione di teatro comunale Teatro 2.868.254,45 2.868.254,45 2.724.841,73 Bari Bitonto Sistema museale intercomunale Museo 2.851.657,76 2.851.657,76 2.742.639,60
Foggia Isole tremiti Recupero dell'abbazia Chiesa 2.720.000,00 2.720.000,00 2.584.000,00 Lecce Otranto Completamento del restauro della cinta muraria Storico-architettonico 2.628.024,42 2.628.024,42 2.602.706,96 Lecce Otranto Restauro e valorizzazione del sistema fortificato Storico-architettonico 2.628.024,42 2.628.024,42 2.603.445,15 Bari Bari Teatro Margherita Teatro 2.606.630,08 1.796.229,95
Taranto Taranto Museo nazionale Museo 2.582.284,50 2.582.284,50 2.582.284,50 Bari Bari Restauro complesso s. Teresa dei maschi Storico-architettonico 2.540.967,94 2.540.967,94 2.540.967,94 Bari Molfetta Recupero e ristrutturazione ex complesso monastico S. Domenico Storico-architettonico 2.375.701,73 2.375.701,73 2.375.701,73 Bari Bari Restauro ex convento s. Chiara Storico-architettonico 2.324.056,05 2.324.056,05 2.324.056,05
Lecce Vernole Lavori di restauro del castello di Acaja (iv lotto) - Storico-architettonico 2.324.056,05 2.324.056,05 1.574.720,75 Brindisi Galatone Recupero e valorizzazione del palazzo Belmonte Storico-architettonico 2.226.708,60 2.226.708,60 2.155.504,04
Bari Bari Basilica San Nicola - Restauro e Recupero del Palazzo Priorile Chiesa 2.201.849,92 2.201.849,92 2.199.569,52 Brindisi Brindisi Forte a mare Storico-architettonico 2.155.005,12 1.927.716,40 Regione Regione Azioni di produzione e animazione territoriale Spettacolo 2.150.000,00 2.150.000,00 2.150.000,00 Lecce Arnesano Recupero rifunzionalizzazione del palazzo marchesale Storico-architettonico 2.065.520,00 2.065.520,00 1.962.244,00 Bari Gioia del colle Recupero dell'ex "distilleria Cassano" Storico-architettonico 2.000.000,00 2.000.000,00 2.000.000,00
Regione Regione Programma di interventi per la tutela, la gestione e la valorizzazione del paesaggio
Catalogazione, studi e piani
2.000.000,00 2.000.000,00 378.286,94
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
30
Analisi degli impatti e verifica dell’applicabilità di tecniche di analisicontrofattuale
Relativamente all’analisi degli impatti, si è affrontato prioritariamente il tema dell’applicabilità, al caso in
esame, di tecniche non sperimentali di analisi controfattuale. L’analisi ha tenuto conto, da un lato, della
generale inapplicabilità al caso in esame di tecniche di selezione casuale dell’intervento, dall’altro della
presenza, con alto grado di probabilità, di “distorsione da selezione”, principalmente legata al fatto che i
criteri di selezione sono solitamente fondati su determinate caratteristiche e/o requisiti propri dei soggetti
destinatari dell’intervento. In tal caso, l’eventuale differenza riscontrata nelle variabili‐risultato fra unità
trattate e non trattate non verrebbe più a dipendere unicamente dal trattamento ma anche dalle differenti
caratteristiche dei due gruppi riscontrabili ex‐ante rispetto all’intervento di policy.
Nell’appendice C è riportato il processo di analisi: innanzitutto, sono stati individuati i criteri di
caratterizzazione delle unità in esame ed operata una discretizzazione ragionevole fra comuni trattati e non
trattati (attraverso l’adozione di specifici criteri relativi all’accesso, all’intensità ed alla qualificazione
dell’intervento PIS, vedi figura 1). L’analisi ha dimostrato come le tecniche di abbinamento statistico siano,
in linea di principio, in grado di abbinare per ciascun comune oggetto di intervento un comune di controllo
non oggetto di intervento, quanto più simile in termini di caratteristiche osservabili al fine di quantificare,
nel modo più oggettivo possibile, l’impatto relativo dell’intervento PIS. Le tecniche suddette permettono,
inoltre, di controllare per la compresenza di molteplici fattori capaci di incidere sugli effetti “ex post” in
termini di variabili risultato, nonché per la presenza di “effetti di spillover” o “side effects” dell'intervento
capaci di incidere significativamente sugli esiti complessivi, ancorché non previsti “ex ante” dai policy
maker.
Le modalità di attuazione degli interventi in ambito PIS, fondate, come visto, su un sistema misto, “top
down” per le proposte di programma integrato e “bottom up” per la raccolta delle proposte progettuali
provenienti dal territorio hanno probabilmente attribuito un ruolo determinante alle caratteristiche
comunali nell’ambito del processo di assegnazione delle risorse. Tale ipotesi è ulteriormente rafforzata
dall’esame dei criteri di selezione seguiti dal Gruppo Tecnico di Valutazione (GTV) per la valutazione di
merito delle proposte di finanziamento. Tra questi, infatti, si annoverano la rappresentatività dei territori e
del partenariato, la capacità di partecipazione dei soggetti privati, la rappresentatività della proposta
rispetto all’offerta presente e la capacità di generare effetti duraturi (vedi tabella 7). Si tratta di una serie di
elementi altamente dipendenti dalle caratteristiche dei soggetti coinvolti, di cui i comuni possono essere
pensati come l’unità minima di analisi necessaria per influenzare il processo di selezione. Date queste
premesse, la prima fase di stima dovrebbe basarsi essenzialmente su due insiemi di caratteristiche: un
primo insieme di “variabili strutturali” in cui si riportano le caratteristiche generali dei comuni ed un
secondo insieme nel quale inserire delle “determinanti specifiche” che hanno caratterizzato più da vicino il
processo di assegnazione delle risorse.
Per quanto riguarda il primo set di variabili, un’utile riflessione in merito è stata fatta propria dalla
Commissione Europea in riferimento al lavoro presentato da Gadd, Hanssone Månsson (2008)8.In
particolare, la Commissione sottolinea come le principali caratteristiche a livello municipale che influenzano
8 Gadd, Hanssone Månsson (2008) Evaluating the Impact of FirmSubsidy Using a MultilevelPropensity Score Approach. Centre for
Labour Market Policy Research (CAFO), School of Management and Economics, Växjö University)
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31
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RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
32
sistema delle risorse comunali (associazionismo, servizi aggiuntivi, tematismi, ecc.), oltre che indicatori di
turisticità capaci di spiegare le dinamiche di fruizione e di apertura al pubblico.
L’approfondimento proposto (vedi appendice C) dimostra efficacemente come le tecniche standard di
abbinamento statistico (ad esempio il Propensity Score Matching, PSM) siano in grado di controllare per le
caratteristiche osservabili: siano, cioè, in grado di eliminare dall’analisi la distorsione derivante da
caratteristiche osservabili. Ciò consente di associare a ciascun comune oggetto di intervento un comune
sufficientemente simile dal punto di vista delle caratteristiche osservabili che non è stato oggetto di
intervento. Tali tecniche non sono, tuttavia, in grado di controllare per la distorsione derivante da
caratteristiche non osservabili. La questione relativa alla “selezione sulle non‐osservabili” è, inoltre, una
delle principali cause del problema c.d. dell’endogeneità, ovvero la presenza di fattori non osservabili in
grado di influenzare contemporaneamente sia la variabile di risultato sia l’assegnazione del trattamento. Il
problema della distorsione da selezione derivante dalle caratteristiche non osservabili può essere
parzialmente risolto attraverso l’utilizzo del metodo delle “differenza nelle differenze” (DID). Pur
proponendo, quindi, l’approccio PSM come utile baseline scenario, l’analisi effettuata ci porta a proporre
l’utilizzo di un approccio combinato DID‐PSM. Viene infatti dimostrato nell’analisi che tale approccio può
essere considerato più robusto, in quanto capace di eliminare sia la distorsione da selezione legata alle
differenze osservabili (grazie al PSM), sia quella derivante dall’eterogeneità non osservabile tra gruppi
(grazie allo stimatore DID)9. Va, tuttavia, evidenziato che l’approccio combinato rimane soggetto a
specifiche condizioni di "applicabilità'", legate essenzialmente alla necessità di dover disporre di dati sia
“pre” sia “post” trattamento (sia per le variabili risultato, sia per le caratteristiche delle unità di rilevazione),
nonché all’ipotesi di invarianza temporale delle caratteristiche non osservabili.
Nel caso dei PIS tale ipotesi sembrerebbe invero ragionevole. E’, infatti, difficile immaginare una variazione
sostanziale delle caratteristiche strutturali (ad esempio, nel livello di capitale umano) nei comuni di
trattamento e di controllo legata a fattori esogeni durante il periodo dell’investimento. Tuttavia, al fine di
rendere ancora più robusta l’analisi, in riferimento al problema della possibile presenza di distorsione da
selezione legata all’andamento temporale delle caratteristiche non osservabili, un ulteriore approccio
proposto è l’applicazione di un Generalized Propensity Score (GPS). Tale metodo permetterebbe di ovviare
al problema della distorsione da selezione tout court, limitando la valutazione di impatto della politica
all’interno del solo gruppo di trattamento. Nel nostro caso, l’applicabilità di tale tecnica sarebbe enfatizzata
essendo in presenza di un gruppo di trattamento particolarmente ampio. Il complesso dei comuni in aree
PIS che registrano un pagamento pro‐capite maggiore di zero per interventi completati a valere sulle fonti
di finanziamento riferite al settore dei beni culturali comprende, infatti, ben 156 comuni (su 258 totali).
Infine, al fine di aumentare il livello di robustezza dell’analisi complessiva si propone anche una
metodologia alternativa basata su di un ulteriore modello combinato: il modello DID‐TDC. Trattasi, in
pratica, della combinazione di un modello DID standard con una regressione lineare basata sui modelli di
Tourism Destination Competitiveness(TDC). I modelli TDC servono ad orientare la scelta delle variabili
esplicative per catturare l’andamento dei flussi turistici indipendentemente dal trattamento PIS. In
9 Nella pratica, tale tecnica prevede una modifica della seconda fase dell’abbinamento statistico. Anziché calcolare l’impatto della
politica come la differenza media nei livelli della variabile risultato, nella seconda fase del PSM si comparano le differenze medie
delle variazioni nel tempo della variabile risultato.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
33
particolare, Crouch& Ritchie (1999)10 individuano quattro componenti principali della TDC: “le risorse
fondamentali e gli attrattori”, “i fattori di supporto”, “la gestione della destinazione” e gli “elementi
qualificanti”. La prima componente include gli elementi primari della destinazione – considerati dai
visitatori come fondamentali nel discriminare tra diverse località – e solitamente collegati a fattori quali la
conformazione geografica, la storia, la cultura, le attività organizzate e la capacità ricettiva. I fattori di
supporto, invece, riguardano quegli elementi in grado di gettare le basi per uno sviluppo di successo
dell’industria del turismo, quali le infrastrutture del territorio, la sua accessibilità, la qualità del capitale
umano a disposizione e il livello di sviluppo dell’imprenditoria locale. La terza componente, “gestione della
destinazione”, considera gli elementi in grado di aumentare/moltiplicare il potenziale determinato dalle
prime due componenti come i servizi al turismo, il marketing, l’organizzazione e la gestione delle risorse
principali e degli attrattori. Infine, nella categoria degli elementi qualificanti sono inclusi quei fattori che
possono limitare i flussi turistici come, ad esempio, un alto livello dei prezzi, la mancanza di sicurezza e la
difficile collocazione geografica. Il modello concettuale presentato da Crouch e Ritchie (1999) è stato
ulteriormente arricchito nell’ultimo decennio dalla letteratura sulla competitività turistica dei territori e
fornisce numerosi esempi di indicatori che potrebbero essere utilizzati per modellizzare la parte definita “di
controllo” nell’equazione del DID proposta11. Naturalmente, più è robusto il modello TDC, più siamo in
grado di spiegare i flussi turistici, più è semplice argomentare che la parte residuale di tali flussi sia
imputabile agli interventi finanziati dai PIS.
Un’ultima correzione al modello DID‐TDC può essere operata attraverso l’utilizzo delle variabili strumentali
(IV). Il metodo delle variabili strumentali rappresenta, infatti, il metodo più utilizzato per correggere la
presenza di una variabile di trattamento endogena, ovvero determinata da una serie di fattori non
osservabili che influenzano anche la variabile di risultato e che non sono costanti nel tempo. Un esempio,
nel caso specifico dei PIS, potrebbe essere dato dall’impossibilità di catturare l’efficienza istituzionale dei
comuni, caratteristica che è in grado di influenzare sia la capacità di attrarre finanziamenti, sia di attrarre
flussi turistici perché favorisce una migliore organizzazione e valorizzazione delle risorse disponibili. La
tecnica delle variabili strumentali permette di affrontare il problema eliminando la correlazione tra errore e
trattamento, isolando quella parte di variazione del trattamento non correlata con la componente “non
spiegata” del fenomeno. Il problema sta però nel trovare uno “strumento esogeno” sufficientemente
rappresentativo della variazione di T (ossia sufficientemente correlato con il trattamento) ma non correlato
con la componente non osservabile. Continuando nell’esempio di cui sopra, si potrebbe ipotizzare che la
capacità di partecipare ai bandi europei sia correlata comunque all’efficienza istituzionale comunale senza
avere tuttavia la capacità di influenzare il livello dei flussi turistici. Dal punto di vista econometrico, si
tratterebbe di dividere l’analisi DID‐TDC in due momenti distinti. Tale tecnica è stata denominata
nell’analisi modello DID‐TDC‐IV.Il limite principale di questa tecnica sta nel fatto di dover trovare uno
strumento esogeno che sia in grado di motivare il trattamento ma non influisca direttamente sulla variabile
risultato: scelta non oggettiva che richiede un processo di condivisione fra gli addetti ai lavori. Un altro
limite emerge dal rischio che lo strumento selezionato sia solo debolmente correlato con la variabile di
trattamento, con la conseguenza che il coefficiente associato alla “variabile strumento” sia, di fatto, simile a
10 Crouch, G.I. , & Ritchie, J.R.B.(1999).Tourism, competitiveness and social prosperity. Journal of Business Research, 44, 137–152.
11 Per maggiori informazioni, si rimanda a Dwyer, L., and C. Kim (2003). “Destination Competitiveness. Determinants and
Indicators.” Current Issues in Tourism, 6 (5): 369–414.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
34
quello ottenuto senza far ricorso alla tecnica suffetta (Angrist e Krueger, 2001)12. Infine, un’ultima
questione riguarda la scelta della forma funzionale del primo step ed, in particolare, l’adozione di una stima
lineare (OLS) o di un modello a scelta discreta (logit o probit), scelta che richiede, ancora una volta, un
processo di condivisione circa le caratteristiche prevalenti del fenomeno fra gli addetti ai lavori.
L’ultima parte dell’appendice C è interamente dedicata al problema della disponibilità e reperibilità dei dati
necessari alla stima del propensity score nelle tecniche basate sull’abbinamento statistico (PSM, DID‐PSM e
GPSM) così come delle componenti deterministiche (covariate) da inserire nella parte di controllo nei
modelli di regressione lineare (DID‐TDC e DID‐TDC‐IV). Non essendo disponibili i dati relativi alle cumulate
di spesa che permetterebbero di identificare più correttamente il momento dell’assegnazione, si assume
che l’anno 2005 possa essere considerato come periodo di riferimento pre‐intervento. Questo
permetterebbe di utilizzare molte delle variabili già disponibili. Tuttavia, trattandosi di un’ipotesi stringente
per gli esisti dell’intero processo valutativo richiede, naturalmente, un adeguato processo di condivisione.
Nell’ambito delle caratteristiche strutturali (vedi sopra), l’IPRES ha fornito dati riferiti alle seguenti
fattispecie: valore aggiunto pro‐capite; popolazione; carico sociale; tasso di occupazione; numero degli
sportelli bancari; depositi bancari e la spesa dell’amministrazione comunale in Istruzione, Cultura, Turismo
e Gestione del Territorio. Queste informazioni sono state fornite sia per il 2005 che per il 2010, tranne che
per la spesa per funzione i cui dati fanno riferimento al 2007 e 2009 e quindi coinciderebbero con il periodo
di maggior intensità dell’erogazione dei finanziamenti. Si evidenzia, dunque, la necessità di raccogliere i dati
sulla spesa per funzioni anche per gli anni 2005 e 2010. Sempre fornite dall’IPRES sono anche le variabili
strutturali in grado di misurare la turisticità dei singoli comuni e, nello specifico, la disponibilità di BBCC e
delle strutture alberghiere ed extra – alberghiere. Anche in questo caso si riscontrano, tuttavia, problemi
relativi all’orizzonte temporale delle informazioni disponibili: il numero di BBCC non‐statali si riferisce al
2006, mentre i dati relativi alle strutture ricettive nell’anno 2005 sono incompleti.
La tabella riepilogativa dell’analisi (riportata alla fine del presente rapporto) riporta, inoltre, una serie di
indicatori aggiuntivi, considerati essenziali per la robustezza dell’analisi controfattuale. Alcuni di questi
possono essere rilevati agevolmente come, ad esempio, la distanza del comune dai principali centri urbani;
la disponibilità relativa di infrastrutture come strade, porti, ospedali; lo schieramento politico della giunta
comunale; il grado di integrazione istituzionale dei comuni come, ad esempio, la partecipazione o meno ad
una Comunità Montana o un Ente Parco e/o la presenza di partenariati pubblico‐privato o consorzi di
imprese. Nel caso in cui il trattamento fosse identificato, invece, in base alla presenza o meno di interventi
qualificanti, le variabili da utilizzare per l’analisi controfattuale dovranno essere modificate. I BBCC censiti
“non statali” sono i musei e gli altri luoghi espositivi (denominati "istituti") a carattere museale con
un’organizzazione autonoma delle attività di fruizione e aperti al pubblico. Tra questi sono compresi le aree
e i parchi archeologici, i monumenti, i complessi monumentali e le altre strutture espositive permanenti
destinate alla pubblica fruizione. In questo caso, dunque, le covariate dovranno essere in grado di spiegare
la probabilità che un comune abbia almeno un bene censito oggetto di finanziamento PIS. A tal fine, si
propone di utilizzare due ulteriori set distinti di variabili. Il primo set è quello delle caratteristiche strutturali
del comune, contenente quasi le stesse informazioni già descritte in precedenza, tranne i BBCC (il rischio è
di incorrere nel problema di “perfetta classificazione” tipico dei probit e logit in cui una variabile
indipendente è in grado di determinare, da sola, la variabile dipendente) e alcune informazioni relative alle
12Angrist, Joshua D., and Alan B. Kreuger. 2001. “Instrumental Variables and theSearch for Identification: From Supply and Demand
to Natural Experiments.”J. Econ. Perspectives 15 (Fall): 69–85.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
35
infrastrutture e all’appartenenza politica. Nel secondo set di covariate, invece, si inserirebbero tutte quelle
caratteristiche più specifiche che hanno contribuito rendere i beni dei comuni censibili, come la presenza
attiva sul territorio di Comunità Montane, Ente Parco, Enti di Ricerca, Associazioni Culturali; Poli Universitari
ed un ampio Patrimonio Ecclesiastico. Queste ultime informazioni non sono ancora disponibili e
dovrebbero essere reperite con riferimento all’anno pre‐trattamento 2005.
Per quanto riguarda le covariate da inserire per modellizzare la parte di controllo nelle tecniche di
regressione lineare (DID e IV), come è stato già anticipato nel paragrafo precedente, si intende operare
utilizzando come punto di riferimento le componenti indicate dalla letteratura sulla
“TourismDestinationCompetitiveness” (TDC). Il primo set di variabili riguarda le “risorse fondamentali e gli
attrattori”. In questo caso i dati disponibili sono quelli relativi ai BBCC statali e non statali e alle strutture
alberghiere ed extra‐alberghiere, sempre con tutti i limiti relativi all’anno di riferimento della rilevazione.
Un’integrazione delle risorse fondamentali dovrebbe avvenire attraverso l’inclusione di variabili relative al
patrimonio naturale dei comuni (come i Parchi Naturali) e alla possibilità di balneazione (ad es., km spiagge
fruibili). Parte dei “fattori di supporto”, invece, possono essere estratti dalle informazioni già disponibili
(Valore Aggiunto, Sportelli Bancari, ecc.), mentre altri vanno reperiti e coincidono parzialmente con quanto
già necessario per le tecniche di abbinamento (macro dati a livello Provinciale; dotazione di infrastrutture
come strade, porti, ospedali; distanza/h dal centro). Stesso discorso è valido anche per la componente
relativa alla “gestione della destinazione”: parte delle variabili sono già disponibili (spesa del comune per
cultura, turismo e istruzione), mentre alcune di esse vanno reperite e fanno riferimento alle attività di
marketing territoriale (es. attività delle pro‐loco), numero di eventi (festival, mostre non permanenti,
rappresentazioni, ecc.) e numero dei prodotti tipici (DOP, IGP, STG, DOC, IGT, DOCG). In ultimo, gli
“elementi qualificanti” sono disponibili e riguardano la spesa comunale in Sicurezza, Viabilità e Trasporti e
Gestione del Territorio. E’ bene nuovamente ricordare, però, che la spesa per funzioni disponibile negli
ultimi due set di variabili è comunque riferita al 2007 e 2009, mentre andrebbe aggiornata con quella del
2005 e 2010. Va infine ricordato che per poter stimare il modello DID è necessario avere informazioni su
tutte le variabili, sia dipendenti che indipendenti, per almeno due punti nel tempo (pre e post trattamento)
mentre per la tecnica IV sono sufficienti le osservazioni post‐trattamento.
In conclusione, l’analisi realizzata conferma, in linea di principio, l’applicabilità di tecniche di analisi
controfattuale al caso di studio. Per passare all’analisi di fattibilità è tuttavia necessario, preliminarmente,
un processo di condivisione delle tecniche proposte e delle ipotesi di partenza nell’ambito del gruppo di
valutazione E’ necessario, inoltre, che si provveda al completamento delle informazioni rese disponibili
dall’IPRES coerentemente con le necessità riferite alle tecniche prescelte. E’ necessario, infine,
l’allargamento del gruppo di lavoro ad un’ulteriore risorsa junior con competenze specifiche nell’ambito
delle più recenti tecniche di analisi econometrica e di matching, nonché, dati anche i vincoli temporali
dell’analisi, dimostrata capacità di applicazione dei test di analisi controfattuale nell’ambito dei necessari
pacchetti econometrici.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
36
Metodo Gruppo di Trattamento Variabile Risultato Covariate disponibili (IPRES) Covariate aggiuntive Orizzonte Temporale
PSM
Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>100
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*; Depositi Bancari*; Spesa per Istruzione,
Cultura,Turismo e Gestione del Territorio***) Turisticità (BBCC**;
Alberghi e Extra****)
Caratteristiche Strutturali (Distanza/h dal centro; Infrastrutture; Appartenenza Politica) Dummies GTV (Comunità
montane; Ente Parco, Partenariato PP; Consorzi)
Covariatepre‐T ; Flussi turistici post T
Comuni con almeno un intervento completato e almeno un BBCC censito
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*;
Depositi Bancari*, Spesa per Cultura,Turismo,Viabilità Trasporti E
Gestione del Territorio*** ); Turisticità(Alberghi e Extra****)
Dummies e Variabili Censimento BBCC (Comunità Montane; Ente Parco; Nr Enti di Ricerca; Nr Associazioni; Nr Università; Nr
Immobili Ecclesiastici)
Covariatepre‐T ; Flussi turistici post T
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
37
DID‐PSM
Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>100
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*; Depositi Bancari*; Spesa per Istruzione,
Cultura,Turismo e Gestione del Territorio***) Turisticità (BBCC**;
Alberghi e Extra****)
Caratteristiche Strutturali (Distanza/h dal centro; Infrastrutture; Appartenenza Politica) Dummies GTV (Comunità
montane; Ente Parco, Partenariato PP; Consorzi)
Covariatepre‐T Flussi turistici pre& post T
Comuni con almeno un intervento completato e almeno un BBCC censito
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*;
Depositi Bancari*, Spesa per Cultura,Turismo,Viabilità Trasporti E
Gestione del Territorio*** ); Turisticità(Alberghi e Extra****)
Dummies e Variabili Censimento BBCC (Comunità Montane; Ente Parco; Nr Enti di
Ricerca; Nr Associazioni Culturali; Nr Università; Nr Immobili Ecclesiastici)
Covariatepre‐T : Flussi turistici pre& post T
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
38
GPSM Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>0
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*; Depositi Bancari*; Spesa per Istruzione,
Cultura,Turismo e Gestione del Territorio***) Turisticità (BBCC**;
Alberghi e Extra****)
Caratteristiche Strutturali (Distanza/h dal centro; Infrastrutture; Appartenenza Politica) Dummies GTV (Comunità
montane; Ente Parco, Partenariato PP; Consorzi)
Covariatepre‐T ; Flussi turistici post T
DID‐TDC
Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>100
Flussi Turistici;
Risorse fondamentali e Attrattori (BBCC**; Alberghi e Extra****) Fattori di Supporto (Valore Aggiunto*; Sportelli Bancari* ) Gestione della Destinazione (Spesa per Cultura,Turismo e Istruzione) Elementi Qualificanti (Spesa per Sicurezza,
Viabilità Trasporti E Gestione del Territorio***)
Risorse fondamentali e Attrattori (Parchi Naturali, Km Spiagge) Fattori di Supporto (Macro‐dati Provincia/Regione, strade, porti,ospedale,Distanza/h dal centro); Gestione della Destinazione (marketing territoriale (es. pro‐loco), Eventi; Nr
Prodotti Tipici)
Covariatepre& post T ; Flussi turistici pre& post T
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
39
DID‐TDC‐IV
Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>100
Flussi Turistici;
Risorse fondamentali e Attrattori (BBCC**; Alberghi e Extra****) Fattori di Supporto (Valore Aggiunto*; Sportelli Bancari* ) Gestione della Destinazione (Spesa per Cultura,Turismo e Istruzione) Elementi Qualificanti (Spesa per Sicurezza,
Viabilità Trasporti E Gestione del Territorio***)
Risorse fondamentali e Attrattori (Parchi Naturali, Km Spiagge) Fattori di Supporto (Macro‐dati Provincia/Regione, strade, porti,ospedale,Distanza/h dal centro); Gestione della Destinazione (marketing territoriale (es. pro‐loco), Eventi; Nr
Prodotti Tipici)
Covariatepost‐T ; Flussi turistici post T
* Non essendo disponibili le cumulate di spesa degli interventi, si considerano covariate pre‐trattamento i dati disponibili del 2005
** I dati sui BBCC censiti non statali sono disponibili solo a partire dal 2006
*** Le spese correnti per funzioni sono disponibili solo per il 2007 e 2009.
**** I dati forniti relativi al 2005 sono incompleti
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
40
ConclusionieProposte
La principale criticità emersa durante la prima fase del lavoro di analisi è la strutturale carenza di dati ed
informazioni statistiche organizzate, in riferimento sia trattamento agli interventi, sia alle variabili risultato,
sia alle caratteristiche dei beni e dei comuni. La ricostruzione dell’insieme degli interventi sui beni culturali
effettuati sul territorio regionale nel periodo 2000‐2006 ha incontrato difficoltà: innanzitutto, non esiste un
monitoraggio complessivo, ma esistono e sono alimentati differenti sistemi di rilevazione non condivisi tra i
diversi soggetti interessati (nel caso specifico, Autorità di gestione del POR FESR 2000‐2006 Regione Puglia;
Servizio Beni Culturali Regione Puglia; Ministero Sviluppo Economico) che registrano dati anagrafici e
finanziari in modo scarsamente omogeneo. Inoltre, il caricamento decentrato dei dati nel sistema di
monitoraggio appare non completato da meccanismi che ne assicurino l’utilizzazione e la correzione
automatica: quando sorgono dubbi (per possibili duplicazioni, per errori, per indicazioni ambigue) è
necessario ricorrere a fonti di informazioni esterne al sistema di monitoraggio, anche per quanto riguarda
l’identificazione degli interventi. Le categorie di intervento non sempre sono adeguate e omogenee (ad
esempio, la classificazione dei beni all’interno di una categoria denominata patrimonio storico‐
architettonico appare troppo generica, perché al suo interno rientrano beni diversi, spesso con finalità
diverse) e appaiono adatte ad interventi su beni materiali e slegate rispetto alle categorie necessarie per
concettualizzare e rilevare sistematicamente fenomeni relativi all’aumento della fruizione del patrimonio
culturale. Tali problemi riguardano in generale l’intero sistema di monitoraggio degli interventi di sviluppo,
e non sono assolutamente peculiari al settore dei beni culturali, né alla Regione Puglia.
Un primo set di proposte dovrà, pertanto, necessariamente riferirsi alla necessità di condividere, fra gli
attori coinvolti, una riflessione congiunta circa i sistemi strutturati di raccolta e monitoraggio dei dati, che
oltre ad identificare il bene culturale (un palazzo) ne valorizzino anche la destinazione e relativa fruibilità
(ad esempio, servizi museali). L’elemento più grave appare l’assenza di attività strutturali di monitoraggio
relative alla fruizione del patrimonio culturale, che risulta tanto più grave in considerazione del fatto che
indicatori riferiti alla fruizione sono tradizionalmente ricompresi fra i principali indicatori di risultato dei
programmi e degli interventi nel settore dei beni culturali, sia nella precedente fase di programmazione, sia
in quella attuale (vedi progetti SAC in approvazione). La carenza di dati disponibili sulla fruizione costringe i
valutatori a ricostruire gli esiti dell’intervento di sviluppo in via indiretta, con il rischio concreto che gli
impatti misurati vengano a dipendere anche dalle scelte effettuate nell’ambito del processo valutativo. La
mancanza dei dati relativi agli indicatori di risultato non limita solo l’applicabilità delle tecniche di
valutazione a carattere quantitativo e contro‐fattuale ma incide, in via generale, sull’efficacia complessiva
dell’approccio valutativo.
La raccolta dati riferita agli indicatori di risultato non esaurisce le attività di monitoraggio necessarie ma va
accompagnata da una sistematica attività di rilevazione circa la dinamica della spesa e da una base dati
comune a livello del singolo bene e di ciascun comune. Ad esempio, la presente analisi ha evidenziato la
carenza (o, meglio, l’impossibilità per soggetti esterni all’amministrazione di accedere in modo sintetico ed
immediato a) di tutto un set informativo riferito alla dinamica della spesa e degli interventi, nell’ambito
delle attuali procedure amministrative e di controllo della gestione. Inoltre, si è evidenziata la carenza di
una base dati comune, sufficientemente ampia, relativa alle principali caratteristiche esistenti sia a livello
comunale, sia a livello dei beni. Nello specifico, si suggerisce l’aggiornamento del censimento degli istituti
non statali regionali ed, eventualmente, nelle aree dove è più netta la loro predominanza, anche un’analisi
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
41
approfondita su alcune caratteristiche dell’offerta e della domanda (a partire dall’esistenza o meno di un
valido sistema di rilevazione delle presenze, dalla partecipazione dei singoli istituti ad eventuali circuiti, così
come alcune caratteristiche della domanda come, ad esempio, la stagionalità e/o la distribuzione dei musei
per classi di visitatori).13Pur se con carattere territorialmente più limitato, si propone, infine, l’attivazione
da parte della Regione di un’attività pilota di monitoraggio della fruizione e di raccolta dati preliminari in
riferimento all’attuale procedura di attuazione degli interventi SAC, prima della realizzazione effettiva degli
interventi. Naturalmente, solo la sistematica attività di raccolta delle informazioni a livello dei beni, estesa
all’insieme dei beni censiti sul territorio regionale, permetterebbe un adeguato confronto fra gruppo di
trattamento e gruppo di controllo, sollevando il valutatore dal dover formulare ipotesi circa il ruolo svolto
dalle amministrazioni comunali nell’attrazione dei fondi. In quest’ambito, si auspica l’implementazione di
una sistematica attività di rilevazione ‐ in luogo di interventi “una tantum”‐ attraverso lo studio delle
modalità necessarie per la riorganizzazione delle attività di monitoraggio e valutazione attualmente
esistenti e dei soggetti coinvolti. Naturalmente, un maggior coordinamento fra Amministrazioni (locali,
regionali e nazionali) nella gestione di tale sistema informativo nell’ambito di procedure coordinate di
monitoraggio e valutazione rafforzerebbe l’efficacia dell’intervento, aprendo la strada anche a confronti
interregionali, ad esempio inizialmente almeno fra le Regioni convergenza.
In quest’ambito, la prima fase della ricerca valutativa ha realizzato i seguenti contributi:
i) ricostruzione di una base dati condivisa, in ambito PIS, riferita agli interventi (la variabile
“trattamento” ai fini dell’analisi contro fattuale) (vedi appendice B e l’allegato dataset sugli
interventi finanziati);
ii) proposta di metodologie applicabili di valutazione controfattuale e di criteri di discriminazione
dei comuni oggetto d’intervento (vedi appendice C);
iii) ricostruzione della dinamica e delle caratteristiche dei flussi turistici (appendice A).
Il presente rapporto conferma, in linea di principio, l’applicabilità, al caso in esame, di un approccio contro‐
fattuale, attraverso l’utilizzo di approcci misti nell’ambito delle tecniche disponibili, principalmente tramite
l’utilizzo di tecniche di abbinamento statistico, essenziali al fine di controllare per l’alto grado di distorsione
da selezione generato dalle modalità di attuazione tipiche dell’intervento regionale nel settore turismo e
beni culturali. Il rapporto propone, inoltre, l’adozione di specifiche tecniche in grado di controllare le
eventuali distorsioni derivanti da caratteristiche non osservabili che possono, almeno in linea di principio,
influenzare il trattamento e, quindi, gli esiti stimati della valutazione controfattuale (vedi appendice C).
La seconda fase dell’analisi prevede l’implementazione di test empirici di applicazione delle tecniche di
valutazione controfattuale proposte nella prima fase. A tal fine, si rende necessaria la preventiva
realizzazione di un’attività sistematica di revisione dei dati disponibili e di raccolta dati territoriali aggiuntivi,
nonché di reperimento di informazioni aggiuntive riferite alla situazione pre‐trattamento, per tutti i comuni
compresi nell’analisi controfattuale. Tale fase aggiuntiva di raccolta dati, aggiuntiva, da realizzarsi sempre
con il supporto dell’IPRES, non richiede necessariamente un’attività di campo, ma può essere di natura
13 Accogliendo o, se si valuta opportuno, rivedendo, a titolo di esempio, la proposta di classificazione a seconda del numero dei
fruitori proposta dallo “studio sulla domanda ed offerta relativa ai musei, monumenti ed aree archeologiche non statali delle
regioni Obiettivo 1”, realizzato da Protecno e proposto e curato dal servizio II del Dipartimento per le Ricerca, l’Innovazione e
l’Organizzazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali con riferimento all’anno 2006: siti di grande rilievo, con un numero di
ingressi superiore ai 100.000; siti di media categoria, sopra i 10.000 visitatori; siti a bassa fruizione, con meno di 10.000 ingressi.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
42
desk. Parallelamente, si prevede l’implementazione, per ambiti territoriali omogenei, di metodologie di
ricerca sul campo, finalizzata alla ricostruzione, sia a livello comunale, sia a livello di bene (con particolare
attenzione a specifiche tipologie di beni e di interventi) delle modalità di attuazione degli interventi e
soprattutto dei cambiamenti nella gestione e fruizione del patrimonio materiale ed immateriale, nonché
alla ricostruzione di catene causali tra tali cambiamenti e gli interventi censiti nella banca dati di partenza. I
risultati rilevati nell’ambito di tale doppio livello di valutazione permetteranno di fornire un quadro
sufficientemente esaustivo, tanto a livello comuni (beneficiari delle procedure regionali di attuazione)
quanto a livello di beni (beneficiari sostanziali della spesa), degli esiti degli interventi, con particolare
attenzione agli obiettivi dichiarati in termini di valorizzazione, fruizione e gestione. Anche nell’ambito di tale
analisi di campo si prevedono attività di supporto da realizzarsi a cura dell’IPRES. Per passare all’analisi di
fattibilità è tuttavia necessario, preliminarmente, un processo di condivisione delle tecniche proposte e
delle ipotesi di partenza nell’ambito del gruppo di valutazione, nonché l’allargamento del gruppo di lavoro
almeno ad un’ulteriore risorsa junior con competenze specifiche nell’ambito delle più recenti tecniche di
analisi econometrica e di matching.
Il tema dell’individuazione di ambiti territoriali omogenei su cui focalizzare la ricerca sul campo nell’ambito
della seconda fase è un tema delicato, anche in considerazione del fatto che gli ambiti territoriali PIS
tendono a privilegiare alcune caratteristiche dei beni, nell’ambito di itinerari di scala regionale. Le riflessioni
emerse dall’analisi quali‐quantitativa degli interventi inclusi nella ricostruzione della banca dati degli
interventi PIS (vedi appendice B) permettono di individuare criteri generali di orientamento sulla scelta
delle aree‐intervento quali, ad esempio:
a) appartenenza ad un itinerario tematico, secondo le informazioni contenute nei documenti
programmatici di riferimento;
b) per altri progetti, localizzazione nei comuni dove sono presenti progetti scelti in base al criterio
L’utilizzo di questo criterio permetterebbe di includere nell’analisi anche beni oggetto di intervento, ma
non sempre rientranti negli itinerari, quali i teatri, gli archivi e le biblioteche. (itinerari peraltro previsti
e finanziati a livello nazionale tramite lo strumento APQ beni culturali)
Tali criteri consentono di verificare l’esistenza di strategie locali di sviluppo fondate sulla valorizzazione del
patrimonio culturale che l’intervento regionale è riuscito a captare nei fatti ed apprezzare le condizioni
(amministrative, sociali, economiche, politiche) che hanno consentito l’emergere e soprattutto l’attuazione
di tali strategie. Un elemento particolarmente importante, e di rilievo per le scelte future, riguarda le
modalità di interazione tra la Regione ed il territorio, gli strumenti effettivamente attivabili ed attivati per
realizzare gli indirizzi programmatici, le condizioni per l’integrazione tra le strategie regionali e nazionali e le
aspirazioni dei territori. In quest’ottica, la strategia perseguita dalla Regione, nell’ambito della nuova
programmazione 2007‐2013, di concentrare gli interventi su proposte di “Sistemi Ambientali e Culturali”,
portatori di proposte coerenti di valorizzazione e gestione integrata dei beni, rappresenta innegabilmente
un naturale punto di riferimento per la scelta di territori omogenei ove condurre l’analisi di campo comuni‐
beni oggetto della seconda fase.
Tale lavoro di campo, anche alla luce delle scelte in tema di programmazione PIS e SAC effettuate dalla
Regione Puglia, dovrà focalizzarsi su aspetti quali l’effettiva fruibilità dei beni oggetto di recupero e
valorizzazione, le modalità di gestione dei beni e del partenariato, il livello di integrazione tra interventi, le
modalità adottate per la promozione turistica, l’effettiva fruizione dei beni, e le ricadute sul territorio.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
43
Naturalmente ulteriori criteri di orientamento potrebbero derivare dall’implementazione pratica, a livello
comunale, dei test di valutazione controfattuale proposti.
In sintesi, gli output previsti per la seconda fase della ricerca valutativa sono i seguenti:
A. perfezionamento della raccolta dati a livello comunale relativa agli interventi, alle variabili risultato,
alle principali caratteristiche osservabili beni e comuni (con il supporto dell’IPRES);
B. implementazione di test empirici di analisi controfattuale per l’insieme dei comuni pugliesi
(richiede almeno una risorsa junior aggiuntiva con profilo econometrico)
C. implementazione della fase di campo, inizialmente per un caso di studio pilota, finalizzata alla
ricostruzione, sia a livello comunale, sia a livello di bene (con particolare attenzione a specifiche
tipologie di beni e di interventi) delle modalità di attuazione degli interventi e soprattutto dei
cambiamenti nella gestione e fruizione del patrimonio materiale ed immateriale, nonché alla
ricostruzione di catene causali tra tali cambiamenti e gli interventi censiti nella banca dati
D. scelta di territori omogenei per l’implementazione di ulteriori 2‐3 casi studio (le attività C e D
richiede almeno 2 risorse junior aggiuntive)
E. Organizzazione e analisi delle informazioni raccolte; elaborazione delle lezioni dell’esperienza e
predisposizione di proposte operative per il 2007‐2013 e per il negoziato sul 2014‐2020. Il formato
di presentazione sarà funzionale alle attività di restituzione e a stimolare il dibattito sulle principali
conclusioni raggiunte.
Relativamente ai tempi di realizzazione si può ragionevolmente presumere, a far data dal rinnovo
dell’incarico al gruppo di lavoro, 1 mese per il perfezionamento della raccolta dati; ulteriori 3 mesi per
l’implementazione dei primi test di analisi controfattuale. Parallelamente, si può individuare ed avviare il
caso pilota per la fase di campo e prevedere ulteriori 3 mesi per l’implementazione dei 3 casi studio
completi. A tali tempi va aggiunto, infine, 1 mese per l’organizzazione e analisi delle informazioni raccolte e
l’elaborazione delle lezioni dell’esperienza. In sostanza, si ipotizza di concludere la ricerca entro 6‐8 mesi
dal rinnovo del gruppo di lavoro. Ai fini della realizzazione della seconda fase di ricerca, oltre alle attività di
supporto dell’IPRES relativamente alla raccolta dati e supporto all’indagine sul campo, si ritiene utile
arricchire il gruppo di lavoro, prevedendo 6 mesi di attività di 3 risorse junior aggiuntive, di cui uno con
profilo di analisi econometrica, nonché, dati anche i vincoli temporali dell’analisi, dimostrata capacità di
applicazione dei test di analisi controfattuale nell’ambito dei necessari pacchetti econometrici.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Allegati
Allegato1–Caratteristichedell’offertaculturale,attrattivitàedomandaturisticadellaRegionePuglia:un’analisidelcontesto(acuradiMonicaSpano)
1.1 CARATTERI DELL’OFFERTA CULTURALE REGIONALE
1.2 L’offerta di musei e istituti similari in Puglia
L’analisi dell’andamento dell’offerta di musei e istituti similari in Puglia è volta a verificare l’evoluzione
dell’offerta dei beni culturali in senso stretto nella Regione. Con attinenza ai musei, monumenti e aree
archeologiche statali l’analisi in dinamica è qui effettuata al 2000, anno di avvio del POR Puglia 2000‐2006,
al 2005, anno prevalente di avvio degli interventi in ambito PIS, al 2009, ultimo anno di rilevazione Istat
disponibile per quanto inerente l’offerta turistico‐ricettiva, e al 2010, ultimo anno di rilevazione Sistan14
disponibile relativamente alle istituzioni museali e similari di proprietà statale (dati provvisori). Riguardo ai
musei e istituti non statali in Puglia l’analisi è effettuata solo al 2006, unico anno di rilevazione disponibile a
livello Sistan.
Le informazioni qui fornite vanno lette e interpretate assieme a quanto riportato nel capitolo 3, paragrafo
3.2, con riferimento ai dati di domanda museale. Le analisi a livello di dettaglio provinciale non
contemplano, qui come nel capitolo 3, la nuova provincia di Barletta‐Andria‐Trani creata nel 2009 perché
l’Istat/Sistan, per essa, non rileva ancora i dati di offerta e domanda museale.
L’offerta di musei, monumenti e aree archeologiche statali in Puglia nel 2000, 2005, 2009 e 2010.
Confronto con l’Italia e le regioni Obiettivo Convergenza: analisi per singoli anni e tendenze nel
tempo.
Il complesso degli istituti statali museali e assimilati in Puglia (musei, monumenti ed aree archeologiche
statali)15 si ferma, nel 2000, a sole 15 unità a fronte delle 19 e, soprattutto, delle 47 unità,
rispettivamente, in Calabria e in Campania; la quota degli istituti statali museali pugliesi rispetto al
complesso delle regioni rientranti nell’Obiettivo Convergenza16 al netto dei valori siciliani si attesta ad
14 L'Ufficio Statistica del Ministero per i Beni e le attività culturali è anche organismo del SISTAN (Sistema Statistico Nazionale).
15 D’ora in poi solo “istituti statali museali”.
16 Tre delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007‐2013 rientrano
nell’Ob. Convergenza assieme alla Sicilia di cui il Sistan, in quanto regione a Statuto speciale, non fornisce rilevazioni (per la Sicilia la
gestione degli istituti presenti è dipendente dalla Regione, invece che dal Ministero per i beni e le attività culturali. Dal 1997 sono
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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appena il 18,5%, e considerando anche gli istituti museali siciliani (41) scende al 12,3%, mentre rispetto
all’Italia si colloca ad appena il 3,9%. Nel 2005, rispetto al 2000, gli istituti museali statali crescono di due
unità e ciò consente alla Puglia di esprimere una quota di istituti museali sul complesso delle regioni
Obiettivo Convergenza esclusa la Sicilia e sull’Italia più consistente (rispettivamente 19,1%, e 4,2%), mentre
rispetto alle regioni Ob. Convergenza compresa la Sicilia la quota pugliese si contrae, seppur lievemente.
Ma è, soprattutto, tra il 2005 e il 2009 che la Puglia esprime una più intensa capacità d’offerta di istituzioni
museali statali, con una crescita nel numero di istituti del 29,4% a fronte di solo il 10,1% nel complesso
delle regioni Obiettivo Convergenza esclusa la Sicilia, del 12,9% nell’aggregato Obiettivo Convergenza Sicilia
compresa e di appena il 5,2% nel valore medio nazionale. Tra il 2009 e il 201017 i valori si mantengono
pressoché costanti in tutte le ripartizioni geografiche in esame.
Considerando l’intero decennio 2000‐2009 la Puglia, pur mantenendo un numero di istituzioni museali pari
a poco più di un terzo di quello della Campania, vede crescere il numero dei suoi istituti museali del 46,7% a
fronte di un incremento in Campania del 25,5% e una contrazione in Calabria del 10,5%; dal confronto con
la sola Calabria, mentre nel 2000 questa superava la Puglia per numero di istituzioni museali statali di 4
unità, al 2009 al 2009 la situazione si ribalta con la Puglia che supera la Calabria con ben cinque istituzioni
museali in più. Rispetto alla regione Siciliana, nel 2009 la Puglia ha un numero di istituzioni museali statali
pari a poco più di un terzo di quello regionale siciliano18 ma evidenzia una crescita nel decennio in oggetto
leggermente più sostenuta (+2,8 punti percentuali)
I dati Sistan 2000‐2010 sul complesso delle istituzioni museali statali in Puglia evidenziano dei valori in
termini assoluti ancora troppo bassi se confrontati con altre ripartizioni geografiche d’interesse ma, al
contempo, dinamiche in aumento ben più sostenute rispetto ad altri territori oggetto di analisi.
Si riportano, di seguito, una tabella ed alcuni grafici di riepilogo dell’analisi appena restituita.
disponibili i dati per la Sicilia di fonte Dipartimento beni culturali ‐ Regione Sicilia. In Sicilia gli Istituti sono tutti a gestione regionale
e non sono rilevati i visitatori degli istituti con ingresso esclusivamente gratuito).
17 Dati provvisori.
18 In questo caso occorre sottolineare che il confronto viene qui proposto e commentato per completezza d’informazione ma è
piuttosto forzato considerando quanto detto nella precedente nota 3. Un confronto più coerente con la differente disciplina
statutaria delle due regioni dovrebbe probabilmente porre in comparazione la sommatoria degli istituti museali statali e regionali
pugliesi con quelli regionali siciliani.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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2000 2005 2009 2010 Δ 2000-2005 Δ 2005-2009 Δ 2000-2009 Δ 2009-2010Puglia 15 17 22 22 13,3% 29,4% 46,7% 0,0%Campania 47 56 59 59 19,1% 5,4% 25,5% 0,0%Calabria 19 16 17 16 -15,8% 6,3% -10,5% -5,9%
Reg. Ob. Convergenza esclusa Sicilia1
81 89 98 97 9,9% 10,1% 21,0% -1,0%
Sicilia 41 50 59 61 22,0% 18,0% 43,9% 3,4%
Reg. Ob. Convergenza compresa Sicilia2
122 139 157 158 13,9% 12,9% 28,7% 0,6%ITALIA 380 402 423 424 5,8% 5,2% 11,3% 0,2%% Puglia su Reg. Ob. Conv. esclusa Sicilia 18,5% 19,1% 22,4% 22,7%% Puglia su Reg. Ob. Conv. compresa Sicilia 12,3% 12,2% 14,0% 13,9%% Puglia su Italia 3,9% 4,2% 5,2% 5,2%
2quattro delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria, Sicilia), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007-2013 rientrano nell’Ob.
Convergenza. I dati per la Sicilia sono di fonte Dipartimento beni culturali - Regione Sicilia.
Regioni /ripartizioni territorialiIstituti Dinamiche
1tre delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007-2013 rientrano nell’Ob. Convergenza
assieme alla Sicilia di cui il Sistan, in quanto regione a Statuto speciale, non fornisce rilevazioni.
Istituti statali museali e assimilati in Puglia (musei, monumenti ed aree archeologiche statali). Sistan, anni 2000, 2005, 2009, 2010 e relative evoluzioni dinamiche.
Confronto con le regioni Obiettivo Convergenza e per macroaggregati territoriali.
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L’offerta di musei, monumenti e aree archeologiche statali in Puglia a livello provinciale nel
2000, 2005, 2009 e 2010: analisi per singoli anni e tendenze nel tempo.
Il complesso degli istituti statali museali è caratterizzato, a livello provinciale, da un forte concentrazione
nella provincia e capoluogo regionale di Bari che, al 2000, con nove istituti, cattura il 60% dell’offerta
museale statale della Regione; segue, con un notevole distacco, la provincia di Foggia (20%), quindi quelle
di Brindisi (13,3%) e Taranto (6,7%); nella provincia di Lecce, nello stesso anno, il Sistan non indica alcun
istituto museale statale. Nel 2005 la concentrazione di tali istituti nella provincia di Bari resta
preponderante ma si contrae di oltre sette punti percentuali grazie a due nuovi istituti museali censiti dal
Sistan: uno nella provincia di Foggia e uno in quella di Lecce. Conseguentemente, le quote delle due
province appena citate sul totale regionale aumentano, mentre si contraggono, oltre a quella barese, le
quote delle province di Brindisi e Taranto pur restando, per esse, invariato il numero degli istituti. Nel 2009,
rispetto al 2005, il numero di istituti museali statali s’incrementa, a livello regionale, di cinque unità: due,
rispettivamente, nelle province di Bari e Taranto e una in quella di Brindisi; la nuova composizione
provinciale delle 22 istituzioni museali statali evidenzia, nell’anno in esame, un’ulteriore, seppur più
modesta, contrazione del peso della provincia di Bari, così come si riduce il peso delle province di Lecce e
Foggia, mentre aumenta quello della provincia di Brindisi ed, in particolare, quello della provincia di
Taranto. I dati Sistan sulla consistenza dell’offerta museale statale per ciascuna provincia pugliese al 2010
rispetto al 2009 restano invariati. La graduatoria regionale per numero di istituti museali statali dal 2000 al
2009‐10 resta sostanzialmente la stessa, con al vertice la provincia di Bari che distacca di gran lunga le altre
province, al secondo posto quella di Foggia ed al quinto quella di Lecce; L’unica differenza, nel decennio in
esame, è che il numero delle istituzioni museali nelle province di Brindisi e Taranto, al 2000 doppio in quella
di Brindisi, al 2009 invece si equivale con un pari merito per le due province al terzo posto in graduatoria.
Analizzando i valori in dinamica 2000‐2005 la provincia di Lecce evidenzia l’incremento maggiore (100%)
che, tuttavia, è il frutto di una dotazione di partenza di istituti museali statali al 2000 pari a zero e
all’istituzione, nel periodo in esame di un solo museo; nella provincia di Foggia, invece, passando dal 2000
al 2005 da tre a quattro istituti museali, l’incremento è pari al 33,3%, mentre nelle altre province non si
assiste ad alcuna modifica. Nel periodo 2005‐2009 è nella provincia di Taranto che si registra, con il
passaggio da uno a tre istituti museali statali, la migliore dinamica in aumento (+200%) seguita, in ordine
decrescente, da quelle delle province di Brindisi (+50%) e Bari (+22,2%)
Si riportano, di seguito, una tabella ed alcuni grafici di riepilogo dell’analisi appena restituita.
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2000 2005 2009 2010Bari 9 9 11 11 Brindisi 2 2 3 3 Foggia 3 4 4 4 Lecce - 1 1 1 Taranto 1 1 3 3 Puglia 15 17 22 22
2000 2005 2009 2010Bari 60,0% 52,9% 50,0% 50,0%Brindisi 13,3% 11,8% 13,6% 13,6%Foggia 20,0% 23,5% 18,2% 18,2%Lecce 0,0% 5,9% 4,5% 4,5%Taranto 6,7% 5,9% 13,6% 13,6%Puglia 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Δ 2000-2005 Δ 2005-2009 Δ 2000-2009 Δ 2009-2010Bari 0,0% 22,2% 22,2% 0,0%Brindisi 0,0% 50,0% 50,0% 0,0%Foggia 33,3% 0,0% 33,3% 0,0%Lecce 100,0% 0,0% 100,0% 0,0%Taranto 0,0% 200,0% 200,0% 0,0%Puglia 13,3% 29,4% 46,7% 0,0%
Province /Regione
Dinamiche temporali
Istituti statali museali e assimilati in Puglia (musei, monumenti ed aree archeologiche statali) e nelle sue province.
Sistan, anni 2000, 2005, 2009, 2010 e relative evoluzioni dinamiche.
Province /Regione
Istituti
Quote provinciali su totale regionaleProvince /Regione
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Denominazione dei singoli musei, monumenti e aree archeologiche statali in Puglia per provincia
e comune. Anni 2000, 2005, 2009 e 2010.
Nell’esaminare i dati sui singoli istituti museali occorre, anzitutto, evidenziare che il relativo numero per
ciascuno degli anni oggetto della presente analisi non sempre coincide con quelli appena esaminati a livello
complessivo provinciale e regionale; ciò perché, in questo caso, vengono forniti dal Sistan informazioni
anche sui circuiti ossia su sistemi di due o più istituzioni museali e assimilate che prevedono biglietti
d’ingresso cumulativi ed integrati. Rispetto a tali circuiti si deve, poi, evidenziare, in senso non proprio
positivo, che alcuni/la maggior parte di essi, sono stati soppressi a causa della soppressione dei biglietti a
pagamento nei singoli istituti che concorrevano alla formazione dell’offerta integrata, Detto ciò, si riporta,
di seguito, una tabella di riepilogo delle singole istituzioni museali per provincia, rinviando al successivo
capitolo 3 per un’analisi sulla domanda e sui relativi introiti, in evoluzione dinamica, per ciascuno degli
istituti qui menzionati.
Denominazione Istituto Provincia Comune Ingresso
PUGLIAMuseo Nazionale Archeologico BARI ALTAMURA A PagamentoCastel del Monte BARI ANDRIA A PagamentoTorre Pelosa BARI BARI GratuitoCastello Svevo BARI BARI A PagamentoPalazzo Simi BARI BARI GratuitoAntiquarium e Zona Archeologica di Canne della Battaglia BARI BARLETTA A PagamentoGalleria Nazionale della Puglia "Girolamo e Rosaria Devanna" BARI BITONTO GratuitoPalazzo Sinesi BARI CANOSA DI GratuitoCastello Aragonese BARI CONVERSANO GratuitoMuseo Archeologico Nazionale BARI GIOIA DEL COLLE A PagamentoParco Archeologico di Monte Sannace BARI GIOIA DEL COLLE A Pagamento
Circuito Archeologico "Museo di Gioia del Colle e Parco Archeologico di Monte Sannace" (sospeso dal 1° febbraio 2011 per sospensione biglietto a pagamento nel Museo e nel Parco) BARI GIOIA DEL COLLE A PagamentoMuseo Nazionale Jatta BARI RUVO DI PUGLIA GratuitoCastello Svevo BARI TRANI A PagamentoTotale Numero istituti e circuiti Provincia Bari 2010Totale Numero istituti e circuiti Provincia Bari 2009Totale Numero istituti e circuiti Provincia Bari 2005(non presenti: Palazzo Simi a Bari e Galleria Nazionale della Puglia "Girolamo e Rosaria Devanna" a Bitonto)
Totale Numero istituti e circuiti Provincia Bari 2000(non presenti: Palazzo Simi a Bari; Galleria Nazionale della Puglia "Girolamo e Rosaria Devanna" a Bitonto e Circuito Archeologico "Museo di Gioia del Colle e Parco Archeologico di Monte Sannace")Area Archeologica "S. Pietro degli Schiavoni" BRINDISI BRINDISI GratuitoMuseo Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di Egnazia BRINDISI FASANO A PagamentoCentro di Documentazione Messapica BRINDISI ORIA GratuitoTotale Provincia Brindisi 2010Totale Provincia Brindisi 2009Totale Provincia Brindisi 2005(non presente: Centro di Documentazione Messapica ad Oria)Totale Provincia Brindisi 2000(non presente: Centro di Documentazione Messapica)Museo Archeologico "Pasquale Rosario" FOGGIA ASCOLI GratuitoParco Archeologico dei Dauni "Pasquale Rosario" FOGGIA ASCOLI GratuitoMuseo Archeologico Nazionale del Gargano FOGGIA MANFREDONIA A Pagamento
Circuito Archeologico "Museo Archeologico Nazionale del Gargano e Parco Archeologico di Siponto" (sospeso dal 1° febbraio 2011 per sospensione biglietto a pagamento nel Museo e nel Parco) FOGGIA MANFREDONIA A PagamentoParco Archeologico di Siponto FOGGIA MANFREDONIA A PagamentoTotale Provincia Foggia 2010Totale Provincia Foggia 2009Totale Provincia Foggia 2005
Totale Provincia Foggia 2000(non presenti: Circuito archeologico "Museo Archeologico Nazionale del Gargano e Parco Archeologico di Siponto" a Manfredonia e Parco Archeologico di Siponto a manfredonia)Castello ex Granito di Belmonte LECCE COPERTINO A PagamentoAnfiteatro Romano LECCE LECCE A PagamentoTotale Provincia Lecce 2010Totale Provincia Lecce 2009Totale Provincia Lecce 2005Totale Provincia Lecce 2000Mostra Archeologica "Storie di Messapi: Manduria, oltre le mura" TARANTO MANDURIA GratuitoMuseo Archeologico Nazionale TARANTO TARANTO A PagamentoChiostro Ex Convento di San Domenico TARANTO TARANTO GratuitoTotale Provincia Taranto 2010Totale Provincia Taranto 2009Totale Provincia Taranto 2005 (non presenti: Mostra Archeologica "Storie di Messapi: Manduria, oltre le mura" e Chiostro Ex Convento di San Domenico)Totale Provincia Taranto 2000 Totale regionale 2010 Totale regionale 2009 Totale regionale 2005 Totale regionale 2000
2217
Denominazione dei singoli musei, monumenti e aree archeologiche statali in Puglia per provincia e comune. Anni 2000, 2005, 2009 e 2010
33
1
12727
3
2220
3
2
2
555
1414
12
11
3
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Musei e istituti similari non statali e statali in Puglia al 2006. Confronto con l’Italia e le regioni
Obiettivo Convergenza.
L'accordo siglato nell'agosto del 2007 tra la ex Direzione Generale per l'Innovazione Tecnologica e la
Promozione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), l'Istat, le Regioni e le Province autonome
ha avuto come principale finalità quella della collaborazione tra le varie istituzioni coinvolte, al fine di
realizzare una rilevazione a carattere censuario degli “Istituti di Antichità e d'arte e i Luoghi della Cultura
non Statali”, nel quadro del Progetto operativo denominato “Informazioni di contesto per le politiche
integrate territoriali” – INCIPIT, finanziato dall'attuale Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), in base
ad una convenzione del 2004 con l'Istat.L'Intesa tra le parti ha consentito all'ISTAT la realizzazione della
rilevazione suindicata19, sebbene con attinenza al solo anno 2006.
La rilevazione dei musei e istituti similari non statali in oggetto riguarda solo l’anno 2006.
Nel 2006 si contano in Puglia 139 musei e istituti similari non statali pari al 20,1% dei musei e istituti similari
non statali nel complesso delle regioni Obiettivo Convergenza. Il dato, benché superiore sempre solo a
quello della Calabria, risulta elevato se comparato al numero di musei e istituzioni similari statali nello
stesso anno (17) e alla relativa quota catturata rispetto al complesso delle regioni Obiettivo Convergenza
(18,5%).
Fatta eccezione per la Sicilia che, in quanto regione a statuto speciale, non ha musei statali, la regione
Puglia evidenzia rispetto alle altre regioni obiettivo Convergenza la maggiore preponderanza di musei non
statali rispetto alle istituzioni museali e assimilate nel loro complesso (+89,1%, a fronte del +87,8% in
Calabria e del +75% in Campania) ed è, quindi, quella che più si allinea al trend medio nazionale (91,5%).
19 Informazioni tratte dal link “Statistica” del sito del Ministero per i Beni e le Attività culturali. E’ appena il caso di sottolineare, qui,
che, al 28/09/2011, i dati nel presente sito vengono presentati come ancora provvisori (work in progress).
Regioni/Ripartizioni territoriali
Totale musei e istituti similari non
stataliRegioni/Ripartizioni territoriali
Quota musei e istituti similari
non statali
Regioni/Ripartizioni territoriali
Totale musei e istituti similari
stataliRegioni/Ripartizioni territoriali
Quota musei e istituti similari
statali
Puglia 139 Puglia 20,1% Puglia 17 Puglia 18,5%
Campania 177 Campania 25,6% Campania 59 Campania 64,1%
Calabria 115 Calabria 16,6% Calabria 16 Calabria 17,4%
Sicilia 261 Sicilia 37,7% Sicilia 0 Sicilia 0,0%
Tot Reg Ob. Conv. 692 Tot Reg Ob. Conv. 100,0% Tot Reg Ob. Conv. 92 Tot Reg Ob. Conv. 100,0%
ITALIA 4.340 Quota Reg. Ob. Conv su Italia 15,9% ITALIA 402 Quota Reg. Ob. Conv su Italia 22,9%
Numero di musei e istituti similari non statali e statali in Puglia e nelle altre regioni Ob. Convergenza. Confronto con l'Italia - Anno 2006
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Regioni/Ripartizioni territoriali
Totale musei e istituti similari non
statali
Totale musei e istituti similari
statali
Totale musei e istituti similari
statali e non statali
Quota musei e istituti similari non statali su musei e istituti
similari totali.
Puglia 139 17 156 89,1%
Campania 177 59 236 75,0%
Calabria 115 16 131 87,8%
Sicilia 261 0 261 100,0%
Tot Reg Ob. Conv. 692 92 784 88,3%
ITALIA 4.340 402 4.742 91,5%
Numero di musei e istituti similari non statali e statali in Puglia e nelle altre regioni Ob. Convergenza. Confronto con l'Italia - Anno 2006
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Musei e istituti similari non statali e statali in Puglia per province al 2006.
La distribuzione dei musei e istituti similari non statali per province al 2006 evidenzia una coincidenza
riguardo ai primi due posti in graduatoria con quella relativa ai musei statali: la provincia di Bari, con 42
istituti, si colloca al vertice della classifica seguita da quella di Foggia, con 37 istituti. Tuttavia, rispetto alla
distribuzione relativa agli istituti museali statali, nel caso dei non statali non si può parlare di assoluta
predominanza della provincia di Bari visto che il gap fra le prime due province in classifica si riduce di ben
quasi 26 punti percentuali attestandosi a soli 3,6 punti percentuali in più a favore della provincia di Bari.
Un altro fenomeno da considerare è quello della notevole numerosità relativa degli istituti statali non
museali nelle provincia di Lecce (27 istituti non statali contro un solo istituto statale) che le consente di
occupare il terzo posto in graduatoria, davanti alle province di Brindisi e Taranto, in luogo del quarto, dietro
a Brindisi e pari merito con Taranto. E’ appena il caso di osservare che, dato il forte maggior peso del
numero di istituti non statali rispetto a quelli non statali, la graduatoria per province per numero di istituti
museali nel loro complesso segue quella degli istituti museali non statali.
E’, inoltre, opportuno considerare che in tutte le province, ad esclusione di quella di Bari, la quota di musei
e istituti similari non statali sul complesso dei musei e istituti similari è superiore al valore medio regionale
(89,1%) attestandosi nell’ambito di un rangeche va da un minimo di 91,7% ad un massimo, nella provincia
di Lecce, del 96,4%. E’, quindi, appena il caso di sottolineare la necessità di un aggiornamento nel
censimento di tali istituti non statali in tutta la Regione ed, in particolare, nelle aree dove ancora più netta è
la loro predominanza, accompagnato da un’analisi approfondita su alcune caratteristiche dell’offerta e
della domanda (a partire dall’esistenza o meno di un valido sistema di rilevazione delle presenze, dalla
partecipazione dei singoli istituti ad eventuali circuiti evitando problemi di overlapping, così come di alcune
caratteristiche della domanda come ad esempio la stagionalità e/o la distribuzione dei musei per classi di
visitatori20).
Si riportano, di seguito, una tabella ed alcuni grafici di riepilogo dell’analisi appena restituita.
20 Accogliendo o, se si valuta opportuno, rivedendo, a titolo di esempio, la proposta di classificazione a seconda del numero dei
fruitori proposta dallo “studio sulla domanda ed offerta relativa ai musei, monumenti ed aree archeologiche non statali delle
regioni Obiettivo 1”, realizzato da Protecno e proposto e curato dal servizio II del Dipartimento per le Ricerca, l’Innovazione e
l’Organizzazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali con riferimento all’anno 2006: siti di grande rilievo, con un numero di
ingressi superiore ai 100.000; siti di media categoria, sopra i 10.000 visitatori; siti a bassa fruizione, con meno di 10.000 ingressi.
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Province/Regione
Totale musei e istituti
similari non statali
Quote provinciali
musei e istituti similari non
statali
Totale musei e istituti similari statali
Quote provinciali
musei e istituti similari
statali
Totale musei e istituti similari
statali e non statali
Quote provinciali
musei e istituti similari statali e
non statali
Quota musei e istituti similari non statali su musei e
istituti similari totali.
Foggia 37 26,62% 4 23,53% 41 26,28% 90,2%
Bari 42 30,22% 9 52,94% 51 32,69% 82,4%
Taranto 11 7,91% 1 5,88% 12 7,69% 91,7%
Brindisi 22 15,83% 2 11,76% 24 15,38% 91,7%
Lecce 27 19,42% 1 5,88% 28 17,95% 96,4%
Puglia 139 100,00% 17 100,00% 156 100,00% 89,1%
Numero di musei e istituti similari non statali e statali in Puglia e nelle sue province. Anno 2006.
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Numero di musei e di istituti museali non statali al 2006 in Puglia per tipologia prevalente,
provincia e comune.
Nella tabella seguente viene indicato il numero di musei e di istituti similari non statali in Puglia per
tipologia prevalente, provincia e comune al 2006. Per una corretta lettura dei dati esposti è bene precisare
che21:
‐ per “Museo” si intende “una struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni
culturali per finalità di educazione e di studio”. La modalità comprende, oltre ai musei, istituti assimilabili
quali: pinacoteche, gallerie d’arte senza scopo di lucro, raccolte, collezioni, antiquaria, tesori, istituti
destinati alla conservazione e alla esposizione dipendenti da una biblioteca o un centro archivistico,
contenitori museali, ecc.;
‐ per ”Area archeologica” si intende “un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di
manufatti o strutture preistorici o di età antica”;
‐ per “Parco archeologico” si intende “un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze
archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo
all’aperto”;
‐ per ”Area archeologica” si intende “un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di
manufatti o strutture preistorici o di età antica”;
‐ per “Parco archeologico” si intende “un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze
archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo
all’aperto”;
‐ per “Monumento” si intende “un’opera architettonica o scultorea o un’area di particolare interesse dal
punto di vista artistico, storico, etnologico e/o antropologico”, la cui visita sia organizzata e regolamentata
secondo determinate modalità di accesso e fruizione. Può essere di carattere civile, religioso, funerario,
difensivo, infrastrutturale e di servizio, nonché naturale;
‐ per “complesso monumentale” si intende “un insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati
anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, un’autonoma rilevanza artistica,
storica o etno‐antropologica”;
La categoria “Altro” può comprendere ogni altro istituto di antichità e d’arte o luogo della cultura (ad
esempio: centri scientifici e culturali, planetari e osservatori astronomici, ecc.) che abbia la stessa natura e
le caratteristiche dei musei, in quanto acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali di interesse
storico, artistico, archeologico, naturalistico e/o scientifico per finalità di educazione e di studio. Rispetto
alla tabella che segue, è bene soffermarsi sull’assoluta predominanza della tipologia dei musei (75,5% sul
totale) rispetto a quelle, in ordine decrescente, dei monumenti (20,9%) e delle aree o parchi archeologici
(3,6%). Tale predominanza risulta ancora più incisiva nelle province di Lecce e Foggia, mentre la provincia di
Taranto si caratterizza per la quota più notevole di monumenti, complessi monumentali ed “altro”.
21 Le definizioni che seguono sono tratte dal sito del Sistan.
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55
MuseoArea o parco archeologico
Monumento, complesso
monumentale o altroAccadia 1 0 0 1Alberona 1 0 0 1Bovino 2 0 1 3Carlantino 1 0 0 1Celenza Valfortore 1 0 0 1Cerignola 1 0 0 1Faeto 1 0 0 1Foggia 5 0 0 5Lucera 1 0 0 1Manfredonia 1 0 0 1Margherita di Savoia 1 0 0 1Mattinata 1 1 0 2Monte Sant'Angelo 2 0 1 3Orsara di Puglia 0 0 1 1Rignano Garganico 1 0 0 1San Ferdinando di Puglia 1 0 0 1San Marco in Lamis 0 0 1 1San Nicandro Garganico 1 0 0 1San Severo 2 0 0 2Sant'Agata di Puglia 0 0 1 1Torremaggiore 1 0 0 1Troia 0 0 2 2Vico del Gargano 2 0 0 2Vieste 2 0 0 2
29 1 7 37
Acquaviva delle Fonti 0 0 2 2Alberobello 0 0 2 2Altamura 2 - 1 3Bari 7 0 4 11Barletta 0 0 2 2Bisceglie 2 1 0 3Bitonto 2 0 0 2Canosa di Puglia 1 0 0 1Castellana Grotte 1 0 1 2Giovinazzo 2 0 0 2Gravina in Puglia 1 0 1 2Minervino Murge 1 0 0 1Molfetta 3 0 0 3Monopoli 2 1 0 3Noicattaro 1 0 0 1Sammichele di Bari 1 0 0 1Spinazzola 1 0 0 1
27 2 13 42
Grottaglie 2 0 0 2Laterza 0 0 2 2Lizzano 0 0 1 1Manduria 2 0 0 2Martina Franca 1 0 0 1Monteiasi 0 0 1 1Taranto 2 0 0 2
7 0 4 11
Brindisi 1 0 1 2Ceglie Messapica 2 0 0 2Fasano 0 0 1 1Francavilla Fontana 1 0 0 1Latiano 3 0 0 3Mesagne 2 1 0 3Oria 3 0 1 4Ostuni 1 1 1 3San Michele Salentino 1 0 0 1San Vito dei Normanni 2 0 0 2
16 2 4 22
Alezio 1 0 0 1Calimera 1 0 0 1Campi Salentina 1 0 0 1Cutrofiano 2 0 0 2Galatina 2 0 0 2Gallipoli 2 0 0 2Lecce 4 0 1 5Maglie 1 0 0 1Otranto 1 0 0 1Parabita 1 0 0 1Porto Cesareo 1 0 0 1Presicce 2 0 0 2Ruffano 1 0 0 1San Cesario di Lecce 2 0 0 2Squinzano 1 0 0 1Tuglie 2 0 0 2Ugento 1 0 0 1
26 0 1 27
105 5 29 139
78,4% 2,7% 18,9% 100,0%
64,3% 4,8% 31,0% 100,0%
63,6% 0,0% 36,4% 100,0%
72,7% 9,1% 18,2% 100,0%
96,3% 0,0% 3,7% 100,0%
75,5% 3,6% 20,9% 100,0%
Quote per tipologie provincia di Brindisi
Quote per tipologie provincia di Lecce
Quote per tipologie Regione
Totale provincia Brindisi
Totale provincia Lecce
Totale regionale
Quote per tipologie provincia di Foggia
Quote per tipologie provincia di Bari
Quote per tipologie provincia di Taranto
Numero di musei e di istituti similari non statali in Puglia per tipologia prevalente, provincia e per comune. Anno 2006
Foggia
Bari
Taranto
Brindisi
Lecce
Totale provincia Foggia
Totale provincia Bari
Totale provincia Taranto
Provincia Comune
Tipologia prevalente Totale musei e istituti
similari
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1.2. La domanda turistico-culturale: principali variabili nel decennio 2000-2009
La domanda (visitatori e introiti) dei musei e istituti similari in Puglia
L’analisi dell’andamento dei visitatori (e relativi introiti) nei siti museali, statali e non statali, è volta a
verificare l’evoluzione dei flussi turistico‐culturali nella Regione dal 2000, anno di avvio del POR Puglia
2000‐2006, al 2005, anno prevalente di avvio degli interventi in ambito PIS, al 2009 e 2010, ultimi anni di
rilevazione Istat/Sistan disponibili. Di seguito si espone, quindi, una breve analisi sui flussi (e relativi introiti)
negli istituti museali e assimilati al 2000, 2005 e 2009,per poi indagare sull’andamento della domanda
museale in dinamica temporale.
Le informazioni qui fornite vanno lette e interpretate assieme a quanto riportato nel capitolo 3, paragrafo
3.1, con riferimento ai dati di domanda turistica e nel capitolo 2, con riferimento ai caratteri dell’offerta
culturale museale.
La domanda dei visitatori (e relativi introiti) nei musei, monumenti e aree archeologiche statali in
Puglia nel 2000, 2005, 2009 e 2010. Confronto con l’Italia e le regioni Obiettivo Convergenza:
analisi per singoli anni e tendenze nel tempo.
Il complesso dei visitatori negli istituti statali museali e assimilati in Puglia (musei, monumenti ed aree
archeologiche statali)22 si ferma, nel 2000, a sole370.094 unità a fronte delle 378.576 e, soprattutto,
delle6.142.184 unità, rispettivamente, in Calabria e in Campania; la quota dei visitatori negli istituti museali
statali pugliesi rispetto al complesso delle regioni rientranti nell’Obiettivo Convergenza23 al netto dei valori
siciliani si attesta ad appena il 5,4%, e considerando anche i visitatori negli istituti museali siciliani
(4.003.450) scende al 3,4%, mentre rispetto all’Italia si colloca ad appena l’1,2%. Il confronto con le regioni
Obiettivo Convergenza e le ripartizioni territoriali appena citate risulta particolarmente negativo anche
rispetto al medesimo tipo di raffronto presentato nel capitolo 2 con attinenza ai dati di offerta culturale,
tanto da poter pertinentemente parlare, “aldilà delle debolezze dell’offerta, di considerevole svantaggio
strutturale nella domanda24”. Nel 2005, rispetto al 2000, i visitatori complessivi negli istituti museali statali
pugliesi crescono del 22,7%, un dato relativamente molto positivo considerando che in Calabria gli stessi
visitatori si contraggono del 19,4% ed in Campania e in Sicilia aumentano ma (specialmente in Campania)
con minore intensità. Ma è, soprattutto, nell’intero decennio 2000‐2009 che in Puglia si assiste ad
un’ottima performance di dinamica in aumento nel numero dei visitatori complessivi degli istituti museali
statali, con una crescita del 31,1% a fronte di contrazioni, anche significative, in tutte le altre regioni
obiettivo Convergenza e nelle ripartizioni territoriali in esame; per effetto di tale dinamica, il numero dei
22 D’ora in poi solo “istituti statali museali”.
23 Tre delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007‐2013 rientrano
nell’Ob. Convergenza assieme alla Sicilia di cui il Sistan, in quanto regione a Statuto speciale, non fornisce rilevazioni (per la Sicilia la
gestione degli istituti presenti è dipendente dalla Regione, invece che dal Ministero per i beni e le attività culturali. Dal 1997 sono
disponibili i dati per la Sicilia di fonte Dipartimento beni culturali ‐ Regione Sicilia. In Sicilia gli Istituti sono tutti a gestione regionale
e non sono rilevati i visitatori degli istituti con ingresso esclusivamente gratuito).
24 L’espressione qui riportata è tratta dall’Allegato 7 al Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico
in Puglia: “Il turismo culturale e i fattori di competitività per la valorizzazione ai fini turistici dei beni e delle attività culturali in
Puglia. Integrazioni al documento finale”, Invitalia.
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visitatori in Puglia al 2009 rappresenta quasi il doppio di quelli in Calabria e, pur restando distante da quello
delle due regioni Ob. Convergenza principali sue competitor, cattura in termini percentuali rispetto agli
aggregati territoriali considerati valori ben più sostenuti rispetto al 2000.
Tra il 2009 e il 201025 il trend in aumento nel numero dei visitatori complessivi negli istituti statali museali
pugliesi continua (+11,8%) ed in misura più incisiva che nel complesso delle regioni Obiettivo Convergenza
dove la crescita, registrata in Puglia e Campania, viene smorzata dalle contrazioni in Calabria e Sicilia.
I dati Sistan 2000‐2010 sul complesso dei visitatori nelle istituzioni museali statali in Puglia evidenziano dei
valori in termini assoluti ancora troppo bassi se confrontati con altre ripartizioni geografiche d’interesse
(esclusa la Calabria) ma, al contempo, dinamiche in aumento ben più sostenute rispetto ad altri territori
oggetto di analisi.
La quota dei visitatori paganti sul complesso dei visitatori negli istituti statali museali in Puglia al 2000 è del
38% e, quindi, inferiore alla stessa quota nelle altre regioni e ripartizioni territoriali in esame tranne che in
Calabria. Nel 2005 tale quota s’intensifica in Puglia di ben 5,4 punti percentuali, un risultato notevole se
paragonato alle contrazioni registrate nelle altre regioni (eccetto la Calabria) e nella macroaree in analisi.
Tuttavia, nel 2009 e nel 2010, tale quota si riduce anche in Puglia, in linea con il trend emerso nelle altri
territori qui considerati, attestandosi al 36,3% e, quindi, al di sotto sia del rispettivo valore al 2000 in Puglia
sia al medesimo valore al 2010 nelle altre ripartizioni in oggetto.
Passando all’analisi sugli introiti lordi26, benché anche in questo caso si assista ad una situazione di
partenza (al 2000) sfavorevole alla Puglia, l’evoluzione dinamica 2000‐2005 risulta anche più positiva di
quella emersa in termini di visitatori complessivi, con una crescita del 47,1% inferiore solo a quella
registrata nella regione siciliana. Nel periodo 2005‐2009 si assiste, invece, nella Regione ad una seppur
modesta diminuzione degli introiti (‐1,2%), in controtendenza con la dinamica in aumento emergente a
livello medio nazionale (+3,3%) ma, comunque, meno sostenuta di quella emersa nelle altre regioni
Obiettivo Convergenza e relativi aggregati territoriali. Come conseguenza di tali dinamiche nei due periodi
appena esaminati, nel decennio 2000‐2009 è proprio in Puglia che si registra la maggior crescita negli
introiti derivanti dagli ingressi negli istituti museali statali, con un incremento pari al 45,2%. Il trend positivo
prosegue anche nel 2010 rispetto al 2009 laddove, invece, in Calabria si assiste ad un vero e proprio crollo.
Si riportano, di seguito, una tabella ed alcuni grafici di riepilogo dell’analisi appena restituita.
25 dati provvisori.
26 Al lordo dell’eventuale aggio dovuto al concessionario dei servizi di biglietteria, ove presente.
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Regioni /ripartizioni territorialiVisitatori
pagantiVisitatori
non paganti Visitatori
totaleIntroiti lordi
(euro)Visitatori
pagantiVisitatori
non paganti Visitatori
totaleIntroiti lordi
(euro)Visitatori
pagantiVisitatori
non paganti Visitatori
totaleIntroiti lordi
(euro)Visitatori
pagantiVisitatori
non paganti Visitatori
totaleIntroiti lordi
(euro)Puglia 140.819 229.275 370.094 322.098 197.461 256.552 454.013 473.720 179.568 305.601 485.169 467.811 197.156 345.308 542.464 501.506 Campania 3.307.831 2.834.353 6.142.184 19.819.626 3.319.358 3.144.593 6.463.951 25.186.595 2.719.576 3.076.921 5.796.497 22.969.468 2.927.158 3.317.174 6.244.332 25.450.307Calabria 97.700 280.876 378.576 322.603 89.593 215.514 305.107 290.021 52.644 198.930 251.574 163.624 15.646 146.723 162.369 29.718
Reg. Ob. Convergenza esclusa Sicilia1
3.546.350 3.344.504 6.890.854 20.464.327 3.606.412 3.616.659 7.223.071 25.950.336 2.951.788 3.581.452 6.533.240 23.600.903 3.139.960 3.809.205 6.949.165 25.981.531
Sicilia 2.540.858 1.382.285 4.003.450 9.054.727 2.755.935 1.820.575 4.766.639 13.908.100 1.972.407 1.533.759 3.512.248 11.353.337 1.880.077 1.487.749 3.367.826 12.399.611
Reg. Ob. Convergenza compresa Sicilia2
6.087.208 4.726.789 10.894.304 29.519.053 6.362.347 5.437.234 11.989.710 39.858.435 4.924.195 5.115.211 10.045.488 34.954.240 5.020.037 5.296.954 10.316.991 38.381.142ITALIA 15.488.306 14.687.520 30.175.826 77.017.082 15.529.755 17.518.382 33.048.137 93.971.433 14.604.366 17.775.778 32.380.144 97.051.941 15.516.598 21.820.426 37.337.024 104.484.553 % Puglia su Reg. Ob. Conv. esclusa Sicilia 5,4% 1,6% 6,3% 1,8% 7,4% 2,0% 7,8% 1,9%% Puglia su Reg. Ob. Conv. compresa Sicilia 3,4% 1,1% 3,8% 1,2% 4,8% 1,3% 5,3% 1,3%% Puglia su Italia 1,2% 0,4% 1,4% 0,5% 1,5% 0,5% 1,5% 0,5%
Δ 2000-2005 Δ 2005-2009 Δ 2000-2009 Δ 2009-2010 2000 2005 2009 2010 Δ 2000-2005 Δ 2005-2009 Δ 2000-2009 Δ 2009-2010
Puglia 22,7% 6,9% 31,1% 11,8% 38,0% 43,5% 37,0% 36,3% 47,1% -1,2% 45,2% 7,2%Campania 5,2% -10,3% -5,6% 7,7% 53,9% 51,4% 46,9% 46,9% 27,1% -8,8% 15,9% 10,8%Calabria -19,4% -17,5% -33,5% -35,5% 25,8% 29,4% 20,9% 9,6% -10,1% -43,6% -49,3% -81,8%
Reg. Ob. Convergenza esclusa Sicilia1
4,8% -9,6% -5,2% 6,4% 51,5% 49,9% 45,2% 45,2% 26,8% -9,1% 15,3% 10,1%Sicilia 19,1% -26,3% -12,3% -4,1% 63,5% 57,8% 56,2% 55,8% 53,6% -18,4% 25,4% 9,2%
Reg. Ob. Convergenza compresa Sicilia2
10,1% -16,2% -7,8% 2,7% 55,9% 53,1% 49,0% 48,7% 35,0% -12,3% 18,4% 9,8%ITALIA 9,5% -2,0% 7,3% 15,3% 51,3% 47,0% 45,1% 41,6% 22,0% 3,3% 26,0% 7,7%
2010
Visitatori paganti su visitatori non paganti Dinamiche introitiDinamiche Visitatori totali
Visitatori e relativi introiti negli istituti statali museali e assimilati in Puglia (musei, monumenti ed aree archeologiche statali). Sistan, anni 2000, 2005, 2009, 2010 e relative evoluzioni dinamiche.
Confronto con le regioni Obiettivo Convergenza e per macroaggregati territoriali.
2quattro delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria, Sicilia), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007-2013 rientrano nell’Ob. Convergenza. I dati per la Sicilia sono di fonte Dipartimento beni culturali - Regione Sicilia.
1tre delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007-2013 rientrano nell’Ob. Convergenza assieme alla Sicilia di cui il Sistan, in quanto regione a Statuto speciale, non fornisce rilevazioni.
Regioni /ripartizioni territoriali
2000 2005 2009
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La domanda dei visitatori e relativi introiti nei musei, monumenti e aree archeologiche statali in
Puglia a livello provinciale nel 2000, 2005, 2009 e 2010: analisi per singoli anni e tendenze nel
tempo.
Il complesso dei visitatori negli istituti statali museali è caratterizzato, a livello provinciale, da una forte
concentrazione nella provincia e capoluogo regionale di Bari che, al 2000, con oltre 313.000 visitatori,
cattura l’84,6% della domanda museale statale della Regione, a fronte del 60% imputabile alla stessa
provincia in termini di offerta (numero istituti); seguono, con un notevole distacco e in ordine decrescente,
le province di Brindisi, Foggia e Taranto; nella provincia di Lecce, nello stesso anno e come già evidenziato
nel capitolo 2, il Sistan non indica alcun istituto museale statale e, quindi, nessun visitatore. Nel 2005 la
concentrazione dei visitatori paganti e non paganti negli istituti museali della provincia di Bari resta
preponderante ma si contrae di quasi due punti percentuali, mentre quasi raddoppia la quota relativa alla
provincia di Taranto che si attesta al 6,1%; anche nelle province di Brindisi e Foggia si assiste ad una
contrazione, mentre emerge la quota della provincia di Lecce raggiungendo il 2,4%. Nel 2009, rispetto al
2005, il numero di visitatori complessivi negli istituti museali statali s’incrementa, a livello regionale, del
6,9%, evidenziando una crescita molto più moderata rispetto al periodo 2000‐2005 (22,7%); l’incremento
più marcato si registra nella provincia di Taranto (+143%), seguito da aumenti più modesti ma, in ogni caso,
sostanziosi, nelle province di Brindisi e Foggia; nella provincia di Bari, invece, nel quinquennio in esame, si
registra una diminuzione nel numero di visitatori del 5,9%, mentre a Lecce il valore resta pressoché
invariato. Dal confronto delle graduatorie provinciali per numero di visitatori complessivi negli istituti
museali statali al 2000 e al 2009 emerge: il mantenimento della provincia di Bari del collocamento al vertice
della classifica , pur riducendo il suo peso percentuale sul totale visitatori a livello regionale di ben 11,8
punti percentuali; una contrazione della quota imputabile alla provincia di Brindisi di 1,1 punti percentuali,
con il relativo passaggio dal secondo al terzo posto in graduatoria; un recupero, rispetto al 2005, dei valori
al 2000 con attinenza alla provincia di Foggia che, al 2009, cattura il 4,8% dei visitatori complessivi;
l’emergere di una quota di visitatori imputabile alla provincia di Lecce, benché ancora piuttosto modesta
(2,2%); un notevole incremento delle quota di visitatori catturati dalla provincia di Taranto che, nel periodo
in analisi, cresce di oltre dieci punti percentuali. La graduatoria regionale per numero di visitatori negli
istituti museali statali dal 2009 al 2010 resta la stessa con attinenza alle prime due e all’ultima posizione,
con al vertice la provincia di Bari che distacca di gran lunga le altre province, al secondo posto quella di
Taranto ed al quinto quella di Lecce; l’unica differenza si verifica al terzo e quarto posto, con la provincia di
Brindisi che passa al quarto posto cedendo il passo alla provincia di Foggia.
Analizzando i valori in dinamica 2000‐2005 la provincia di Lecce evidenzia l’incremento maggiore (100%)
che, tuttavia, è il frutto di una dotazione di partenza di istituti museali statali al 2000 pari a zero e
all’istituzione, nel periodo in esame di un solo museo; nella provincia di Taranto, invece, l’incremento è pari
al 125,6%, mentre nelle province di Bari e Foggia si assiste ad aumenti più contenuti e nelle provincia di
Brindisi ad una contrazione. Nel periodo 2005‐2009 continua ed, anzi, s’intensifica, il trend di forte
dinamica in aumento nella provincia di Taranto (143%) seguita, in ordine decrescente, da quelle delle
province di Brindisi (+41,7%) e Foggia (+26,2%).
L’analisi della domanda in termini di introiti derivanti dai biglietti d’ingresso al 2000 conferma la supremazia
della provincia di Bari che, con oltre € 295.000, monopolizza quasi la classifica e pesa per oltre il 91% sugli
introiti complessivi derivanti alla Regione per ingressi nei musei e istituti museali statali; i successivi quattro
posti in graduatoria confermano l’andamento delle visite al 2000 per province. Anche in questo caso, nel
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periodo 2000‐2009, il peso della provincia di Bari si contrae pur rimanendo prioritario, così come si
contraggono le quote delle province di Brindisi e Foggia ed aumentano quelle delle province di Lecce e,
specialmente Taranto.
Tra il 2009 e il 2010, invece, in tutte le province pugliesi si registra un incremento degli introiti da biglietti
d’ingresso nei musei statali ad eccezione della provincia di Taranto.
Si riportano, di seguito, una tabella ed alcuni grafici di riepilogo dell’analisi appena restituita.
2000 2005 2009 2010 2000 2005 2009 2010Bari 313.011 375.297 353.029 413.267 295.486,68 411.146,50 354.485,75 401.718 Brindisi 27.448 21.784 30.878 29.566 16.523,52 24.075,00 20.921,00 22.487 Foggia 17.377 18.357 23.173 30.219 9.534,83 11.509,25 13.682,00 14.175 Lecce - 10.915 10.889 14.710 - 8.766,00 5.625,00 6.610 Taranto 12.258 27.660 67.200 54.702 552,61 18.223,00 73.097,00 56.516 Puglia 370.094 454.013 485.169 542.464 322.097,64 473.720 467.811 501.506
2000 2005 2009 2010 2000 2005 2009 2010Bari 84,6% 82,7% 72,8% 76,2% 91,7% 86,8% 75,8% 80,1%Brindisi 7,4% 4,8% 6,4% 5,5% 5,1% 5,1% 4,5% 4,5%Foggia 4,7% 4,0% 4,8% 5,6% 3,0% 2,4% 2,9% 2,8%Lecce 0,0% 2,4% 2,2% 2,7% 0,0% 1,9% 1,2% 1,3%Taranto 3,3% 6,1% 13,9% 10,1% 0,2% 3,8% 15,6% 11,3%Puglia 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Δ 2000-2005 Δ 2005-2009 Δ 2000-2009 Δ 2009-2010 Δ 2000-2005 Δ 2005-2009 Δ 2000-2009 Δ 2009-2010Bari 19,9% -5,9% 12,8% 17,1% 39,1% -13,8% 20,0% 13,3%Brindisi -20,6% 41,7% 12,5% -4,2% 45,7% -13,1% 26,6% 7,5%Foggia 5,6% 26,2% 33,4% 30,4% 20,7% 18,9% 43,5% 3,6%Lecce 100,0% -0,2% 100,0% 35,1% 100,0% -35,8% 100,0% 17,5%Taranto 125,6% 143,0% 448,2% -18,6% 3197,6% 301,1% 13127,6% -22,7%Puglia 22,7% 6,9% 31,1% 11,8% 47,1% -1,2% 45,2% 7,2%
Dinamiche temporali
Visitatori e introiti negli istituti statali museali e assimilati in Puglia (musei, monumenti ed aree archeologiche statali) e nelle sue province. Sistan, anni 2000, 2005, 2009, 2010 e relative evoluzioni dinamiche.
Introiti
Quote provinciali su totale regionale
Province /Regione
Dinamiche temporali
Province /Regione
Visitatori totale
Quote provinciali su totale regionaleProvince /Regione
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La domanda dei visitatori e relativi introiti nei musei, monumenti e aree archeologiche statali in
Puglia nei mesi estivi e non estivi nel 2000, 2005, 2009 e 2010: confronti con le regioni Obiettivo
Convergenza e l’Italia. Analisi per singoli anni e tendenze nel tempo.
L’analisi di seguito esposta è volta ad indagare sulla stagionalità della domanda negli istituti statali museali
in Puglia. In tal senso sembra opportuno, anzitutto, volgere l’attenzione verso la quota di tali visitatori
catturati nel complesso dei mesi non estivi ed estivi in Puglia rispetto a quelli complessivi nelle regioni
Obiettivo Convergenza (esclusa la Sicilia) e in Italia: nel 2000 tali quote si attestano, rispettivamente, al
5,8% ed al 4,7% con riferimento alle regioni Obiettivo Convergenza ed all’1,4% ed 1% rispetto all’Italia.
Negli otto mesi non estivi27, quindi, si assiste, rispetto ad entrambe le aggregazioni geografiche
considerate, ad una magggiore concentrazione della domanda museale statale. In termini di introiti, invece,
le quote catturate dalla Regione sul complesso degli introiti per visite nei musei e istituti similari statali si
equivalgono nel complesso dei mesi estivi e non estivi con riferimento all’aggregato Obiettivo Convergenza,
mentre con attinenza all’Italia la quota di introiti nei mesi estivi supera, seppur di misura, quella nei mesi
non estivi. La ragione di ciò sta, evidentemente, nella prevalenza, nei mesi non estivi, di visite gratuite o a
biglietto ridotto (per scolaresche, ecc.). Nel 2005, rispetto al 2000, le quote dei visitatori nei musei statali in
27 Imesi che vanno da gennaio a maggio e da ottobre a dicembre.
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Puglia rispetto al complesso di tali visitatori nelle regioni Obiettivo Convergenza crescono attestando,
rispettivamente, al 6,4%% ed al 6,2%, evidenziando una crescita a ritmo più sostenuto nei mesi non estivi,
come confermato dai valori delle stesse quote rispetto al complesso dei visitatori in Italia, che si attestano
entrambe all’1,4%. Tuttavia nel 2009 e nel 2010 tornano a prevalere, sia rispetto alle regioni obiettivo
Convergenza sia rispetto all’Italia, le quote di visitatori museali statali nei mesi non estivi.
Con riferimento al 2009, è possibile notare che la quota dei visitatori di siti museali statali e assimilati in
Puglia nei mesi non estivi è pari al 63,6% del totale, a fronte del 36,4% nei mesi estivi. Tale dato è di
particolare interesse se si considera che, con attinenza alle presenze turistiche, la quota nei mesi non estivi
nello stesso anno è appena 21,2% del complesso delle presenze che, evidentemente, risultano fortemente
concentrate nel periodo estivo (78,8%). Ciò porta intuitivamente a riflettere sul fatto che, se i numeri
relativi alla domanda museale statale pugliese non fossero ancora così esigui, essi potrebbero incidere
positivamente su una maggiore destagionalizzazione della domanda turistica nella Regione.
Si riportano, di seguito, una tabella ed alcuni grafici di riepilogo dell’analisi appena restituita.
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visitatori nei mesi non estivi
visitatori nei mesi estivi
totale visitatoriintroti nei mesi
non estiviintroiti nei mesi estivi
totale introtiti
Puglia 246.826 123.268 370.094 164.760 157.338 322.098Campania 3.791.824 2.350.360 6.142.184 10.116.084 9.703.542 19.819.626Calabria 214.338 164.238 378.576 120.403 202.200 322.603
Reg. Ob. Convergenza1
4.252.988 2.637.866 6.890.854 10.401.246 10.063.080 20.464.327Italia 18.116.967 12.058.859 30.175.826 42.390.995 34.626.086 77.017.082
Puglia 276.902 177.111 454.013 223.050 250.670 473.720Campania 3.918.750 2.545.201 6.463.951 12.624.917 12.561.678 25.186.595Calabria 163.119 141.988 305.107 111.494 178.527 290.021
Reg. Ob. Convergenza1
4.358.771 2.864.300 7.223.071 12.959.461 12.990.875 25.950.336Italia 20.335.882 12.712.255 33.048.137 51.941.533 42.029.900 93.971.433
Puglia 308.773 176.396 485.169 212.307 255.504 467.811Campania 3.486.874 2.309.623 5.796.497 11.228.421 11.741.047 22.969.468Calabria 136.165 115.409 251.574 54.977 108.647,00 163.624
Reg. Ob. Convergenza1
3.931.812 2.601.428 6.533.240 11.495.705 12.105.198 23.600.903Italia 19.869.606 12.510.538 32.380.144 53.561.421 43.490.520 97.051.941
Puglia 339.174 203.290 542.464 232.275 269.231 501.506Campania 3.690.112 2.554.220 6.244.332 12.054.898 13.395.409 25.450.307Calabria 78.741 83.628 162.369 9.799 19.919 29.718
Reg. Ob. Convergenza1
4.108.027 2.841.138 6.949.165 12.296.972 13.684.559 25.981.531Italia 22.475.018 14.862.006 37.337.024 56.152.219 48.332.334 104.484.553
visitatori nei mesi non estivi
visitatori nei mesi estivi
totale visitatori introti nei mesi non estivi
introiti nei mesi estivi
totale introtiti
% Puglia su Italia 1,4% 1,0% 1,2% 0,4% 0,5% 0,4%% Puglia su Reg. Ob. Conv. 5,8% 4,7% 5,4% 1,6% 1,6% 1,6%
% Puglia su Italia 1,4% 1,4% 1,4% 0,4% 0,6% 0,5%% Puglia su Reg. Ob. Conv. 6,4% 6,2% 6,3% 1,7% 1,9% 1,8%
% Puglia su Italia 1,6% 1,4% 1,5% 0,4% 0,6% 0,5%% Puglia su Reg. Ob. Conv. 7,9% 6,8% 7,4% 1,8% 2,1% 2,0%
% Puglia su Italia 1,5% 1,4% 1,5% 0,4% 0,6% 0,5%% Puglia su Reg. Ob. Conv. 8,3% 7,2% 7,8% 1,9% 2,0% 1,9%
visitatori nei mesi non estivi
visitatori nei mesi estivi
totale visitatoriintroti nei mesi
non estiviintroiti nei mesi estivi
totale introtiti
Puglia 66,7% 33,3% 100% 51,2% 48,8% 100%Italia 60,0% 40,0% 100% 55,0% 45,0% 100%
Puglia 61,0% 39,0% 100% 47,1% 52,9% 100%Italia 61,5% 38,5% 100% 55,3% 44,7% 100%
Puglia 63,6% 36,4% 100% 45,4% 54,6% 100%Italia 61,4% 38,6% 100% 55,2% 44,8% 100%
Puglia 62,5% 37,5% 100% 46,3% 53,7% 100%Italia 60,2% 39,8% 100% 53,7% 46,3% 100%
Quota dei visitatori e degli introiti nei mesi estivi e non estivi sul complesso dei visitatori e introiti nei Musei, Monumenti ed Aree Archeologiche Statali in Puglia. Anni 2000, 2005, 2009 e 1010. Confronto con i valori medi nazionali.
2000
2005
2009
2010
Percentuale dei visitatori e introiti nei Musei, Monumenti ed Aree Archeologiche Statali in Puglia nei mesi estivi e non estivi sui valori medi nelle regioni Obiettivo Convergenza e in Italia. Sistan, anni 2000, 2005, 2009, 2010.
2000
2005
2009
2010
Visitatori e Introiti nei Musei, Monumenti ed Aree Archeologiche Statali in Puglia nei mesi estivi e non estivi. Sistan, anni 2000, 2005, 2009, 2010.
1tre delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007-2013 rientrano nell’Ob.Convergenza assieme alla Sicilia di cui il Sistan, in quanto regione a Statuto speciale, non fornisce rilevazioni.
2010
2009
2005
2000
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
64
La domanda dei visitatori e relativi introiti nei musei, monumenti e aree archeologiche statali in
Puglia per singoli istituti e per province nel 2000, 2005, 2009 e 2010: valori assoluti e analisi in
evoluzione temporale
Nella tabella di seguito esposta è possibile prendere visione del numero dei visitatori complessivi e relativi
introiti per ciascun museo e istituto statale assimilato in Puglia; i dati sono stati aggregati per province e,
nelle righe finali, si riportano le variazioni a livello regionale per ciascuno dei periodi oggetto della presente
analisi.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
65
Nella tabella successiva vengono riportati i valori cumulati dei visitatori complessivi e relativi introiti nei
musei e istituti assimilati statali in ciascuna provincia, con alcuni commenti per le variazioni che presentano
una qualche particolarità. In particolare:
1. nella provincia di Bari, nel periodo 2000‐2005, la dinamica in aumento degli introiti è pari a quasi il
doppio di quella dei visitatori. Ciò perché, nel periodo in esame, aumentano con molta più intensità
i visitatori paganti (+ oltre 42.000 unità) rispetto ai non paganti (poco più di 20.000 unità);
2. nella provincia di Brindisi, nel periodo 2000‐2005, si assiste ad un notevole incremento degli introiti
(+45,7%) a fronte di una contrazione dei visitatori totali (‐20,64). Tale risultato è riconducibile al
fatto che, nel periodo in oggetto, aumentano considerevolmente i visitatori paganti nel Museo
Denominazione Istituto Provincia Comunetotale
visitatori 2010
Introiti Lordi (Euro) 2010
totale visitatori
2009
Introiti Lordi (Euro) 2009
totale visitatori 2005
Introiti Lordi (Euro) 2005
totale visitatori
2000
Introiti Lordi (Euro)
2000
PUGLIAMuseo Nazionale Archeologico Bari Altamura 8.760 1.863,00 9.007 2.115,00 9.861 2.388,00 15.005 0,00Castel del Monte Bari Andria 183.705 269.236,50 171.795 244.959,50 216.817 292.147,50 142.719 203.292,93Torre Pelosa Bari Bari 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00Castello Svevo Bari Bari 92.387 75.880,00 64.771 59.400,00 60.012 53.549,00 63.263 46.138,19Palazzo Simi Bari Bari 14.717 0,00 8.373 0,00Antiquarium e Zona Archeologica di Canne della Battaglia
Bari Barletta11.238 7.323,00 7.972 6.218,00 10.029 8.851,00 20.516 0,00
Galleria Nazionale della Puglia "Girolamo e Rosaria Devanna"
Bari Bitonto10.338 0,00 15.157 0,00
Palazzo Sinesi BariCanosa di Puglia 9.987 0,00 6.656 0,00 3.606 0,00 4.338 0,00
Castello Aragonese Bari Conversano 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00
Museo Archeologico Nazionale Bari Gioia del Colle8.912 6.297,25 9.180 6.794,25 8.449 6.410,75 11.143 7.460,74
Parco Archeologico di Monte Sannace Bari Gioia del Colle935 260,25 551 198,00 958 276,25 0 0,00
Circuito Archeologico "Museo di Gioia del Colle e Parco Archeologico di Monte Sannace" (sospeso dal 1° febbraio 2011 per sospensione biglietto a pagamento nel Museo e nel Parco)
Bari Gioia del Colle
2.581 514,00 2.429 508,00 1.400 620,00
Museo Nazionale Jatta BariRuvo di Puglia 12.625 0,00 11.138 0,00 13.925 0,00 13.318 0,00
Castello Svevo Bari Trani 57.082 40.344,00 46.000 34.293,00 50.240 46.904,00 42.709 38.594,82Totale Provincia Bari 413.267 401.718,00 353.029,00 354.485,75 375.297 411.146,50 313.011 295.486,68Area Archeologica "S. Pietro degli Schiavoni" Brindisi Brindisi 6.136 0,00 6.614 0,00 3.547 0,00 3.001 0,00Museo Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di Egnazia
Brindisi Fasano20.398 22.487,00 20.166 20.921,00 18.237 24.075,00 24.447 16.523,52
Centro di Documentazione Messapica Brindisi Oria 3.032 0,00 4.098 0,00Totale Provincia Brindisi 29.566 22.487,00 30.878 20.921 21.784 24.075,00 27.448 16.523,52
Museo Archeologico "Pasquale Rosario" FoggiaAscoli Satriano 10.048 0,00 3.118 0,00 1.147 0,00 871 0,00
Parco Archeologico dei Dauni "Pasquale Rosario" FoggiaAscoli Satriano 2.692 0,00 2.081 0,00 4.207 0,00 1.741 0,00
Museo Archeologico Nazionale del Gargano Foggia Manfredonia 16.534 13.788,50 17.532 13.604,75 12.469 11.416,25 14.765 9.534,83Circuito Archeologico "Museo Archeologico Nazionale del Gargano e Parco Archeologico di Siponto" (sospeso dal 1° febbraio 2011 per sospensione biglietto a pagamento nel Museo e nel Parco)
Foggia Manfredonia
275 31,50 264 54,25 91 63,00Parco Archeologico di Siponto Foggia Manfredonia 670 355,00 178 23,00 443 30,00Totale Provincia Foggia 30.219 14.175,00 23.173 13.682,00 18.357 11.509,25 17.377 9.534,83Castello ex Granito di Belmonte Lecce Copertino 14.710 6.610,00 10.889 5.625,00 10.915 8.766,00 0 0,00Anfiteatro Romano Lecce Lecce 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00Totale Provincia Lecce 14.710 6.610,00 10.889 5.625,00 10.915,00 8.766,00 0 0,00Mostra Archeologica "Storie di Messapi: Manduria, oltre le mura"
Taranto Manduria2.150 0,00 2.975 0,00
Museo Archeologico Nazionale Taranto Taranto 45.886 56.515,50 55.999 73.097,00 27.660 18.223,00 12.258 552,61Chiostro Ex Convento di San Domenico Taranto Taranto 6.666 0,00 8.226 0,00Totale Provincia Taranto 54.702 56.515,50 67.200 73.097,00 27.660 18.223,00 12.258 552,61
542.464 501.505,50 485.169 467.810,75 454.013 473.719,75 370.094,00 322.09822,68% 47,07%
6,86% -1,25%31,09% 45,24%
11,81% 7,20%
Visitatori e Introiti dei singoli Musei, Monumenti ed Aree Archeologiche Statali in Puglia. Valori assoluti e variazioni regionali anni 2010-2009-2005-2000
non presente
Totale regionale
non presente
Totale regionale variazioni percentuali 2009/2010
non presente
Totale regionale variazioni percentuali 2000/2009
non presente
non presente
non presente
Totale regionale variazioni percentuali 2000/2005 Totale regionale variazioni percentuali 2005/2009
non presente
non presente
non presente
non presente
non presente
non presente
non presente
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
66
Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di Egnazia e, contestualmente, si contraggono
notevolmente i non paganti;
3. sempre nella provincia di Brindisi, nel periodo 2005‐2009, aumentano in misura sostenuta
(+41,75%) i visitatori complessivi ma si contraggono gli introiti (‐13,10%) a causa di una notevole
riduzione nel numero di visitatori paganti nel Museo Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di
Egnazia, unico istituto museale statale a pagamento della provincia; nel periodo 2009‐2010 si
assiste, invece, ad una situazione diametralmente opposta, con un aumento degli introiti a fronte di
una riduzione dei visitatori complessivi accompagnata, però, da un incremento dei visitatori paganti
ad Egnazia;
4. nella provincia di Foggia, nel periodo 2000‐2005, la dinamica in aumento dei visitatori è ben più
modesta di quella ravvisabile dal lato degli introiti. In effetti, nel parco archeologico del Gargano si
assiste ad una lieve flessione dei visitatori paganti e, contestualmente, ad un ben più consistente
contrazione dei non paganti, ma gli introiti aumentano e ciò è, quindi, da imputare solo ad un
evidente incremento del prezzo d'ingresso. Vi sono, poi, due nuovi istituti a pagamento (un circuito
e un'area archeologica) con, però, solo 34 visitatori paganti e meno di cento euro di introiti a livello
cumulato.
5. nella provincia di Lecce, nel periodo 2000‐2005, i visitatori complessivi passano da zero a 10.915,
grazie all’inizio della cattura di visitatori imputabile al solo Castello ex granito di Belmonte a
Copertino, posto che l'anfiteatro romano di Lecce continua a registrare 0 visitatori;
6. nella provincia di Lecce, nel periodo 2005‐2009, si verifica una notevole diminuzione degli introiti (‐
35,8%) a fronte di un numero di visitatori complessivi pressoché costante (‐0,24%). Infatti, si
riducono in particolare i visitatori paganti nel Castello ex granito di Belmonte, mentre aumentano i
visitatori non paganti;
7. nella provincia di Taranto, infine, nel periodo 2000‐2005, si delinea un incremento esponenziale
negli introiti grazie al notevolissimo incremento dei visitatori paganti, che passano da 281 nel 2000
a 9.513 al 2005.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
67
Nella tabella di seguito esposta, infine, si rendono evidenti le due graduatorie dei 15 singoli musei statali e assimilati pugliesi, al 2009, con riferimento al numero dei visitatori paganti e a quello degli introiti. Nella prima colonna a sinistra è riportato il numero in classifica dei singoli istituti con attinenza al numero dei visitatori paganti, mentre nell’ultima colonna, oltre all’ammontare degli introiti lordi in euro, si è inserito fra parentesi il posto occupato in graduatoria per, appunto, entità degli introiti. Dalla visione dei dati in tabella è agevole notare che le posizioni occupate in classifica sono le stesse per numero di visitatori ed ammontare degli introiti per le collocazioni che vanno dall’undicesimo al quindicesimo posto, così come si verifica coincidenza nella due graduatorie per quanto attiene il primo, il quinto e il sesto posto, rispettivamente occupati da Castel del Monte ad Andria, il Museo Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di Egnazia e il Museo Archeologico Nazionale del Gargano. Per le altre posizioni è possibile dettagliare che:
8. il Castello Svevo di Bari, al secondo posto in graduatoria per numero di visitatori, slitta al terzo posto nella graduatoria relativa agli introiti dove il secondo posto è occupato dal Museo archeologico nazionale di Taranto che, invece, per numero di visitatori, si colloca solo al quarto;
9. il Castello Svevo di Trani, al terzo posto in graduatoria per numero di visitatori, slitta al quarto posto nella graduatoria relativa agli introiti;
Denominazione Istitutototale
visitatori 2010
Introiti Lordi (Euro) 2010
totale visitatori
2009
Introiti Lordi (Euro) 2009
totale visitatori
2005
Introiti Lordi (Euro) 2005
totale visitatori
2000
Introiti Lordi (Euro)
2000
Totale provincia Bari 413.267 401.718,00 353.029,00 354.485,75 375.297 411.146,50 313.011 295.486,68variazioni percentuali 2000/2005 19,90% 39,14%variazioni percentuali 2005/2009 -5,93% -13,78%variazioni percentuali 2000/2009 12,78% 19,97%variazioni percentuali 2009/2010 17,06% 13,32%
Totale Provincia Brindisi 29.566 22.487,00 30.878 20.921,00 21.784 24.075,00 27.448 16.523,52variazioni percentuali 2000/2005 -20,64% 45,70%variazioni percentuali 2005/2009 41,75% -13,10%variazioni percentuali 2000/2009 12,50% 26,61%variazioni percentuali 2009/2010 -4,25% 7,49%
Totale Provincia Foggia 30.219 14.175,00 23.173 13.682 18.357 11.509 17.377 9.534,83variazioni percentuali 2000/2005 5,64% 20,71%variazioni percentuali 2005/2009 26,24% 18,88%variazioni percentuali 2000/2009 33,35% 43,49%variazioni percentuali 2009/2010 30,41% 3,60%
Totale Provincia Lecce 14.710 6.610,00 10.889 5.625 10.915 8.766 0,00 0,00variazioni percentuali 2000/2005 da 0 a 10.915 da 0 a 8.766variazioni percentuali 2005/2009 -0,24% -35,83%variazioni percentuali 2000/2009 da 0 a 10.889 da 0 a 5.625variazioni percentuali 2009/2010 35,09% 17,51%
Totale Provincia Taranto 54.702 56.515,50 67.200 73.097 27.660 18.223,00 12.258 552,61variazioni percentuali 2000/2005 125,65% 3197,62%variazioni percentuali 2005/2009 142,95% 301,12%variazioni percentuali 2000/2009 448,21% 13127,59%variazioni percentuali 2009/2010 -18,60% -22,68%
Totale regionale 542.464 501.506 485.169 467.811 454.013 473.720 370.094 322.098variazioni percentuali 2000/2005 22,68% 47,07%variazioni percentuali 2005/2009 6,86% -1,25%variazioni percentuali 2000/2009 31,09% 45,24%variazioni percentuali 2009/2010 11,81% 7,20%
Visitatori e Introiti dei singoli Musei, Monumenti ed Aree Archeologiche Statali in Puglia.Valori cumulati in termini assoluti e Variazioni anni 2010-2006-2000
Province/Regione
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
68
10. l’Antiquarium e Zona Archeologica di Canne della Battaglia, che per numero di visitatori occupa il settimo posto, slitta all’ottavo posto nella graduatoria per introiti, mentre il Castello ex Granito di Belmonte, che per numero di visitatori occupa l’ottavo posto, slitta al nono posto nella graduatoria per introiti,
11. il Museo Archeologico Nazionale di Gioia del Colle, che per numero di visitatori occupa il nono posto, guadagna due posizioni con attinenza agli introiti, collocandosi al settimo posto nella relativa graduatoria.
I servizi aggiuntivi nei musei, monumenti e aree archeologiche statali in Puglia.
Dalle informazioni sui servizi aggiuntivi di fonte Sistan (al netto dei valori Sicilia) si evince che al 2000 solo due delle regioni Obiettivo 1offrivano tali servizi accessori alla visita ossia la Calabria e la Campania, secondo i dati, per tipologia servizio, riportati nella tabella che segue.
Denominazione Istituto Provincia Comune pagantiIntroiti Lordi
(Euro)1 Castel del Monte Bari Andria 87.451 244.959 (1)2 Castello Svevo Bari Bari 32.011 59.400 (3)3 Castello Svevo Bari Trani 18.887 34.293 (4)4 Museo Archeologico Nazionale Taranto Taranto 16.564 73.097 (2)
5Museo Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di Egnazia
Brindisi Fasano 8.033 20.921 (5)
6Museo Archeologico Nazionale del Gargano
Foggia Manfredonia 5.921 13.604 (6)
7Antiquarium e Zona Archeologica di Canne della Battaglia
Bari Barletta 3.428 6.218 (8)
8 Castello ex Granito di Belmonte Lecce Copertino 2.925 5.625 (9)9 Museo Archeologico Nazionale Bari Gioia del Colle 2.924 6.794 (7)10 Museo Nazionale Archeologico Bari Altamura 1.148 2.115 (10)
11
Circuito Archeologico "Museo di Gioia del Colle e Parco Archeologico di Monte Sannace" (sospeso dal 1° febbraio 2011 per sospensione biglietto a pagamento nel Museo e nel Parco)
Bari Gioia del Colle 134 508 (11)
12 Parco Archeologico di Monte Sannace Bari Gioia del Colle 112 198 (12)
13
Circuito Museale (Museo Nazionale e Parco Archeologico di Siponto) (sospeso dal 1° febbraio 2011 per sospensione biglietto a pagamento nel Museo e nel Parco)
Foggia Manfredonia 17 54 (13)
14 Parco Archeologico di Siponto Foggia Manfredonia 13 23 (14)15 Anfiteatro Romano Lecce Lecce 0 0 (15)
Graduatorie dei musei statali e assimilati a pagamento in Puglia con più visitatori paganti e con maggiori introiti.
Nostra elaborazione su dati Sistan al 2009
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
69
Nel 2005 anche la Puglia inizia ad offrire servizi aggiuntivi,rispetto alla semplice visita, che vengono utilizzati da circa 22.330 clienti per un incasso lordo complessivo pari a 75.196 euro. Ciò è, comunque, un dato in dinamica positivo anche se il confronto con i valori Italia ne dimostra l’ancora assoluta esiguità (i clienti pugliesi di servizi aggiuntivi, al 2005, rappresentano appena lo 0,27% dei clienti complessivi di servizi aggiuntivi nel Paese, ed in termini di introiti il peso della Puglia scende ancora attestandosi allo 0,19%).
Al 2009 (ultimo dato definitivo disponibile) il trend in Puglia continua ad essere positivo, con quasi 35.000 clienti e 143.000 euro di incassi, e la quota Puglia sul totale Italia aumenta seppur lievemente (0,41% per i clienti/scontrini e 0,34 per gli incassi lordi).
Infine, analizzando i dati, seppur ancora provvisori, al 2010 rispetto al 2009, si evidenzia una certa flessione nel numero di clienti/scontrini per tutti i servizi aggiuntivi considerati, oltre ad un perpetuare della mancanza di servizi di prenotazione e prevendita e di ristorazione/self-service. Le quote di clienti/scontrini e incassi lordi sul totale Italia, per effetto di quanto appena detto, si contraggono, rispettivamente, dello 0,07% e dello 0,03%.
AudioguideBookshop
Vendita Gadget CaffetteriaPrenotazione
PrevenditaRistorante
Self-service Visite Guidate TotaleCALABRIA Clienti/Scontrini 23.464 6.141 29.605
Incassi Lordi (Euro) 163.049,28 9.487,31 172.536,59
CAMPANIA Clienti/Scontrini 1.203 135.579 203.754 76 41.623 62.116 444.351Incassi Lordi (Euro) 3.749,99 1.518.919,63 422.896,22 37,18 234.835,66 183.170,22 2.363.608,91
1.203 159.043 203.754 76 41.623 68.257 473.956
3.749,99 1.681.968,91 422.896,22 37,18 234.835,66 192.657,53 2.536.145,50
482.879 1.773.556 883.355 2.291.027 74.140 567.320 6.072.277
1.499.149,91 15.927.854,57 3.612.070,67 2.134.269,24 917.429,69 1.656.432,15 25.747.206,24
Servizi Aggiuntivi dei Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali per Regione e Tipologia di Servizio. Anno 2000
Tipologia di Servizio
Totale Clienti ItaliaTotale Incassi Lordi (Euro) Italia
Totale Clienti Regioni Ob. 1 (al netto valori Sicilia)Totale Incassi Lordi (Euro) Regioni Ob. 1 (al netto valori Sicilia)
REGIONI Ob. 1
AudioguideBookshop
Vendita GadgetCaffetteria
Prenotazione Prevendita
Ristorante Self-service
Visite Guidate Totale% Puglia su
valore Italia
10 7.161 1.823 0 13.336 22.330 0,27%36,00 39.210,56 6.574,84 0,00 29.374,50 75.196 0,19%
Quota Soprintendenza (Euro) 3,60 3.555,76 597,73 0,00 2.918,19 7.075 0,12%Clienti/Scontrini totale Italia 654.993 2.154.406 1.139.882 3.191.582 80.318 984.702 8.205.883Incassi Lordi (Euro) totale Italia 2.342.448,38 20.745.719,01 6.001.816,58 5.443.534,40 1.571.603,95 2.952.026,92 39.057.149Quota Soprintendenza (Euro) totale Italia 474.666,05 4.110.331,55 595.429,54 169.516,73 123.247,90 266.931,44 5.740.123
Servizi Aggiuntivi dei Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali in Puglia e per Tipologia di Servizio. Anno 2005
Tipologia di Servizio
Clienti/ScontriniIncassi Lordi (Euro)
Regione Puglia
AudioguideBookshop
Vendita Gadget CaffetteriaPrenotazione
PrevenditaRistorante
Self-service Visite Guidate Totale% Puglia su
valore Italia36 12.832 5.368 0 16.715 34.951 0,41%
129,60 90.791,87 8.546,33 0,00 43.848,60 143.316 0,34%Quota Soprintendenza (Euro) 12,96 8.442,53 776,78 0,00 4.384,86 13.617 0,21%Clienti/Scontrini totale Italia 772.502 1.691.036 1.041.767 4.188.194 65.974 709.113 8.468.586Incassi Lordi (Euro) totale Italia 3.515.280,02 19.089.200,85 5.677.841,48 8.639.551,94 1.457.352,92 3.416.965,35 41.796.193Quota Soprintendenza (Euro) totale Italia 563.690,60 4.417.859,05 624.032,38 304.605,12 208.246,98 215.336,63 6.333.771
Servizi Aggiuntivi dei Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali in Puglia e per Tipologia di Servizio. Anno 2009
Tipologia di Servizio
Clienti/ScontriniIncassi Lordi (Euro)
Regione Puglia
AudioguideBookshop
Vendita GadgetCaffetteria
Prenotazione Prevendita
Ristorante Self-service
Visite Guidate Totale % Puglia su
valore Italia4 12.531 4.207 0 13.929 30.671 0,34%
14,40 95.788,94 6.944,08 0,00 39.693,10 142.441 0,31%Quota Soprintendenza (Euro) 1,44 8.839,29 631,29 0,00 3.969,31 13.441 0,22%Clienti/Scontrini totale Italia 848.084 1.717.219 994.436 4.724.783 56.061 712.415 9.052.998Incassi Lordi (Euro) totale Italia 3.967.132,70 19.931.236,23 6.832.603,85 9.881.461,90 2.083.274,23 3.514.129,92 46.209.839Quota Soprintendenza (Euro) totale Italia 557.131,62 3.930.771,97 650.820,28 774.963,02 101.953,00 179.034,77 6.194.675
Servizi Aggiuntivi dei Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali in Puglia e per Tipologia di Servizio. Anno 2010 (dati provvisori).
Tipologia di Servizio
Clienti/ScontriniIncassi Lordi (Euro)
Regione Puglia
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
70
Analizzando i singoli servizi aggiuntivi al 2009 spicca per la Puglia il non utilizzo del servizio di ristorazione/self-service ed, in particolare, di prenotazione e prevendita che, invece, si rivela il primo dei servizi aggiuntivi utilizzato in Italia, seguito dal bookshop, la caffetteria, le audioguide e le visite guidate; in Puglia, invece, il primo servizio utilizzato è quello delle visite guidate, seguito dal bookshop e dalla caffetteria.
Il raffronto fra Puglia e Italia al 2009 penalizza la Puglia anche per quanto attiene alla quota di visitatori di siti culturali statali che utilizzano i servizi aggiuntivi, laddove offerti: in Puglia sono solo il 7,2% mentre a livello medio Paese la quota si attesta al 26,2%; in termini di introiti lordi la differenza è meno incisiva ma comunque evidente: a fronte del 30,1% di introiti per servizi aggiunti sul totale introiti per visita e servizi aggiuntivi in Italia la medesima quota si ferma al 23 5% in Puglia.
Analizzando i dati al 2009 sui servizi aggiuntivi in Puglia per istituto museale spicca la quota catturata dal Museo Archeologico Nazionale di Taranto (41% in termini di clienti e 45% in termini di incassi lordi), seguito dal Museo Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di Egnazia a Fasano e dal Museo Archeologico Nazionale di Gioia del Colle.
Altamura Clienti/Scontrini 2.148 6,15%Incassi Lordi (Euro) 8.442,82 5,89%Quota soprintendenza (Euro) 782,46 5,75%
Barletta Clienti/Scontrini 1.424 4,07%Incassi Lordi (Euro) 7.843,34 5,47%Quota soprintendenza (Euro) 753,39 5,53%
Fasano Clienti/Scontrini 8.552 24,47%
Incassi Lordi (Euro) 31.937,84 22,28%
Quota soprintendenza (Euro) 2.996,57 22,01%
Clienti/Scontrini 0 0,00%
Incassi Lordi (Euro) 0 0,00%Quota soprintendenza (Euro) 0 0,00%
Clienti/Scontrini 5.773 16,52%
Incassi Lordi (Euro) 18742,55 13,08%
Quota soprintendenza (Euro) 1742,03 12,79%
Clienti/Scontrini 0 0,00%Incassi Lordi (Euro) 0 0,00%Quota soprintendenza (Euro) 0 0,00%
Clienti/Scontrini 0 0,00%
Incassi Lordi (Euro) 0 0,00%Quota soprintendenza (Euro) 0 0,00%Clienti/Scontrini 2.640 7,55%Incassi Lordi (Euro) 11.995,27 8,37%Quota soprintendenza (Euro) 1.134,49 8,33%Clienti/Scontrini 0 0,00%Incassi Lordi (Euro) 0 0,00%Quota soprintendenza (Euro) 0 0,00%
Clienti/Scontrini 14.414 41,24%
Incassi Lordi (Euro) 64354,58 44,90%
Quota soprintendenza (Euro) 6208,19 45,59%
PUGLIA Clienti/Scontrini 34.951 100,00%PUGLIA Incassi Lordi (Euro) 143.316,40 100,00%
13.617,13 100,00%
Taranto
PUGLIA
PUGLIA Quota soprintendenza (Euro)
Servizi Aggiuntivi dei Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali in Puglia per istituto museale. Anno 2009
Gioia del Colle
Circuito Archeologico "Museo di Gioia del Colle e Parco Archeologico di Monte Sannace"
Museo Nazionale Archeologico
Antiquarium e Zona Archeologica di Canne della Battaglia
Museo Archeologico Nazionale e Zona Archeologica di Egnazia
Museo Archeologico Nazionale
Parco Archeologico di Monte Sannace
Circuito Archeologico "Museo Archeologico Nazionale del Gargano e Parco Archeologico di Siponto"
Museo Archeologico Nazionale del Gargano
Parco Archeologico di Siponto
Museo Archeologico Nazionale
Manfredonia
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
71
Gli indicatori del DPS/Istat nel settore dei beni culturali: valori assoluti e andamento in dinamica
2000, 2005, 2009 e 2010. Analisi in Puglia e confronto per regioni Obiettivo Convergenza e
macro‐aggregati territoriali.
La banca dati del DPS/Istat per il settore dei beni culturali rileva l’andamento in dinamica temporale dei seguenti indicatori:
12. l’indice di domanda culturale degli istituti museali (media per istituto): Numero di visitatori degli istituti statali di antichità e d'arte per istituto statale (valori in migliaia);
13. Indice di domanda culturale degli istituti museali (per Kmq): Numero di visitatori degli istituti statali di antichità e d'arte per kmq;
14. Il grado di promozione dell'offerta culturale degli istituti statali: Visitatori paganti su visitatori non paganti degli istituti statali di antichità e di arte con ingresso a pagamento (%).
Si riportano, di seguito, alcune considerazioni sull’andamento di tali indicatori in Puglia e, laddove possibile, nelle sue province.
L’indice di domanda culturale degli istituti museali in media per istituto in Puglia al 2000 è particolarmente basso se confrontato con quello delle altre regioni Obiettivo Convergenza, essendo superiore solo a quello emerso in Calabria ma molto inferiore a quello relativo alla Sicilia e, specialmente, la Campania. Infatti, a fronte di una valore medio nelle regioni Obiettivo Convergenza pari a 83,8, in Puglia l’indice esprime un valore pari a solo 24,7. Dal 2000 al 2005 il valore s’incrementa di ben due punti percentuali ma nel 2009 si contrae di nuovo per attestarsi al disotto del valore espresso nel 2000 (22,1). Dal 2009 al 2010 il valore cresce ma resta, comunque, al di sotto della media del valore espresso cumulativamente dalle regioni Obiettivo Convergenza di ben 47,5 punti.
L’indice di domanda culturale degli istituti museali in media per Kmq in Puglia al 2000, rispetto a quello per istituto, è ancora più basso se confrontato con quello delle altre regioni Obiettivo Convergenza, essendo superiore solo a quello emerso in Calabria ma molto inferiore a quello relativo alla Sicilia e, specialmente, la Campania. Infatti, a fronte di una valore medio nelle regioni obiettivo Convergenza pari a 146,6, in Puglia l’indice esprime in Puglia un valore pari a solo 19,1. Dal 2000 al 2005 il valore s’incrementa di ben 4,3 punti percentuali, e nel 2009 rispetto al 2005 continua a crescere (+1,6) così come nel 2010 rispetto al 2009
2000 2005 2009 2010 Δ 2000-2005 Δ 2005-2009 Δ 2000-2009 Δ 2009-2010Puglia 15 17 22 22 13,3% 29,4% 46,7% 0,0%Campania 47 56 59 59 19,1% 5,4% 25,5% 0,0%Calabria 19 16 17 16 -15,8% 6,3% -10,5% -5,9%
Reg. Ob. Convergenza esclusa Sicilia1
81 89 98 97 9,9% 10,1% 21,0% -1,0%
Sicilia 41 50 59 61 22,0% 18,0% 43,9% 3,4%
Reg. Ob. Convergenza compresa Sicilia2
122 139 157 158 13,9% 12,9% 28,7% 0,6%ITALIA 380 402 423 424 5,8% 5,2% 11,3% 0,2%% Puglia su Reg. Ob. Conv. esclusa Sicilia 18,5% 19,1% 22,4% 22,7%% Puglia su Reg. Ob. Conv. compresa Sicilia 12,3% 12,2% 14,0% 13,9%% Puglia su Italia 3,9% 4,2% 5,2% 5,2%
Istituti statali museali e assimilati in Puglia (musei, monumenti ed aree archeologiche statali). Sistan, anni 2000, 2005, 2009, 2010 e relative evoluzioni dinamiche.
Confronto con le regioni Obiettivo Convergenza e per macroaggregati territoriali.
2quattro delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria, Sicilia), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007-2013 rientrano nell’Ob.
Convergenza. I dati per la Sicilia sono di fonte Dipartimento beni culturali - Regione Sicilia.
Regioni /ripartizioni territorialiIstituti Dinamiche
1tre delle sei regioni ex Ob. 1 (Puglia, Campania, Calabria), quelle che nell’attuale fase di programmazione 2007-2013 rientrano nell’Ob. Convergenza
assieme alla Sicilia di cui il Sistan, in quanto regione a Statuto speciale, non fornisce rilevazioni.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
72
(+2,2). Il valore al 2010 si attesta, quindi, a 27,3 restando, in ogni caso, al di sotto della media del valore espresso cumulativamente dalle regioni Obiettivo Convergenza di ben 66,8 punti.
In tutti gli anni in esame l’indice di domanda culturale più elevato a livello provinciale è quello emergente nella provincia di Bari che, fra l’altro, cresce dal 2000 al 2010 di 35 punti attestandosi a 80,4; il valore più basso, invece, è quello relativo alla provincia di Lecce che, a partire da un indice al 2000 pari a zero, si attesta ad appena 5,3 nel 2010.
Infine, è opportuno esaminare il grado di promozione dell’offerta culturaledegli istituti statali in Puglia: anche in questo caso il valore pugliese al 2000 e negli anni seguenti è molto basso ed inferiore, al 2000 e al 2005, anche a quello della Calabria; nel 2009 e nel 2010, invece, il valore supera in Puglia quello della Calabria ma resta, in ogni caso, insoddisfacente se paragonato a quello emergente nel complesso delle regioni Obiettivo Convergenza (77,7 a fronte di 133,1).
Province, Regioni,
ripartizioni geografiche 2000 2005 2009 2010 1
Bari 60,9 73,0 68,7 80,4Brindisi 14,9 11,8 16,8 16,1Foggia 2,4 2,6 3,2 4,2Lecce 0,0 4,0 3,9 5,3Taranto 5,0 11,4 27,6 22,4Puglia 19,1 23,5 25,1 27,3Campania 451,9 475,6 426,5 459,5Calabria 25,1 20,2 16,7 10,8Sicilia2 152,6 178,0 136,6 ....Regioni Ob. CONV 146,6 160,0 136,2 94,0Regioni Ob. CRO 117,2 130,7 131,3 154,4Italia 113,2 124,9 119,1 124,01 Dati provvisori.
Indice di domanda culturale degli istituti museali (per Kmq): Numero di visitatori degli istituti statali di antichità e d'arte per kmq.
Anni
2 Per la Sicilia la gestione degli istituti presenti è dipendente dalla Regione,
invece che dal Ministero per i beni e le attività culturali. Dal 1997 sono
disponibili i dati per la Sicilia di fonte Dipartimento beni culturali-Regione
Sicilia. In Sicilia gli Istituti sono tutti a gestione regionale e non sono rilevati i
visitatori degli istituti con ingresso esclusivamente gratuito.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
73
Visitatori e introiti nei musei e istituti similari non statali e statali in Puglia al 2006. Confronto
con l’Italia e le regioni Obiettivo Convergenza.
In premessa all’analisi riportata nel presente paragrafo giova qui, ricordare quanto enunciato nel capitolo 2
ossia che la rilevazione Sistan dei musei e istituti similari non statali, e relativi visitatori e introiti, riguarda
solo l’anno 2006.
Nel 2006 in Puglia nei 139 musei e istituti similari non statali sono affluiti 963.294pari al 6,4% dei visitatori
nei musei e istituti similari non statali nel complesso delle regioni Obiettivo Convergenza. Il dato, benché
superiore sempre solo a quello della Calabria, e inferiore alla performance registrata in termini di numero di
istituti non statali (20,1%), risulta elevato se comparato al numero di visitatori complessivi nei musei e
istituzioni similari statali nello stesso anno (442.569) e alla relativa quota catturata rispetto al complesso
delle regioni Obiettivo Convergenza (3,7%). I musei non statali diventano particolarmente importanti per
quanto attiene l’economia dei beni culturali nella Regione se si considera che, dal lato degli introiti, essi
catturano il 12% del valore complessivo nelle regioni Obiettivo Convergenza a fronte di una quota di
appena 1,1% emergente con riferimento ai musei statali; gli introiti derivanti dai biglietti d’ingresso nei
musei e istituti museali non statali sono pari, al 2006, €2.667.417 mentre gli introiti nei musei statali
rappresentano appena il 18,3% di tale importo (€ 488.385).
Province, Regioni,
ripartizioni geografiche 2000 2005 2009 2010 1
Puglia 73,7 85,8 75,7 77,7Campania 136,3 160,1 138,0 142,2Calabria 147,4 95,4 49,3 33,4Sicilia2 183,8 151,4 128,6Regioni Ob. CONV 149,7 150,9 128,0 133,1Regioni Ob. CRO 218,2 200,1 175,9 174,0Italia 187,1 177,7 156,8 161,01 Dati provvisori.2 Per la Sicilia la gestione degli istituti presenti è dipendente dalla Regione, inveceche dal Ministero per i beni e le attività culturali. Dal 1997 sono disponibili i datiper la Sicilia di fonte Dipartimento beni culturali - Regione Sicilia. In Sicilia gliIstituti sono tutti a gestione regionale e non sono rilevati i visitatori degli istituticon ingresso esclusivamente gratuito.
Grado di promozione dell'offerta culturale degli istituti statali: Visitatori paganti su visitatori non paganti degli istituti statali di
antichità e di arte con ingresso a pagamento (% ).
Anni
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
74
La regione Puglia evidenzia, rispetto alle altre regioni obiettivo Convergenza e fatta eccezione per la
Calabria, la maggiore preponderanza di visitatori nei musei non statali rispetto alla sommatoria dei
visitatori nelle istituzioni museali e assimilate nel loro complesso (+68,5% a fronte del +75,8% in Calabria e
di oltre il 50% in Campania) ed è, quindi, quella che più si allinea al trend medio nazionale (64,3%).
Anche rispetto agli introiti la regione Puglia esprime, rispetto alle altre regioni Obiettivo Convergenza, la
maggiore preponderanza di introiti derivanti da biglietti d’ingresso nei musei non statali rispetto alla
sommatoria degli introiti nelle istituzioni museali e assimilate nel loro complesso (84,5%) ma, in questo
Regioni/Ripartizioni territorialivisitatori
paganti istituti non statali
visitatori non paganti
istuituti non statali
visitatori totale istuituti
non statali
Introiti istituti non statali
Quota visitatori totali musei e istituti similari
non statali
Quota introiti musei e istituti
similari non statali
Puglia 419.560 543.734 963.294 2.667.417 6,4% 12,0%Campania 1.700.959 5.917.149 7.618.108 5.641.312 50,5% 25,4%Calabria 267.145 741.543 1.008.688 430.425 6,7% 1,9%Sicilia 3.070.294 2.424.335 5.494.629 13.506.521 36,4% 60,7%Tot Reg Ob. Conv. 5.457.958 9.626.761 15.084.719 22.245.675 100,0% 100,0%ITALIA 35.068.423 27.139.149 62.207.572 149.302.875Quota Reg. Ob. Conv su Italia 24,2% 14,9%
Regioni/Ripartizioni territorialivisitatori
paganti istituti statali
visitatori non paganti
istuituti statali
visitatori totale istuituti
statali
Introiti istituti statali
Quota visitatori totali musei e istituti similari
statali
Quota introiti musei e istituti similari statali
Puglia 203.700 238.869 442.569 488.385 3,7% 1,1%Campania 3.507.167 3.262.558 6.769.725 28.227.340 55,9% 63,4%Calabria 87.156 234.184 321.340 279.385 2,7% 0,6%
Sicilia1
2.813.031 1.765.546 4.578.577 15.540.185 37,8% 34,9%Tot Reg Ob. Conv. 6.611.054 5.501.157 12.112.211 44.535.295 100,0% 100,0%ITALIA 16.464.517 18.110.074 34.574.591 104.411.477Quota Reg. Ob. Conv su Italia 35,0% 42,7%
Visitatori e introiti nei musei e istituti similari non statali e statali in Puglia e nelle altre regioni Ob. Convergenza. Confronto con l'Italia - Anno 2006
1 i dati qui riportati con attinenza alla Regione Siciliana sono tratti dal sito web ufficiale delle Regione, Assessorato dei beni culturali edell'identità siciliana, e riguardano "la fruizione dei beni culturali in Sicilia". I valori si riferiscono, dato lo statuto speciale della Regione, a istituticertamente non statali, e potrebbero esserci delle sovrapposizioni rispetto ai dati rilevati dal Sistan con attinenza agliisttuti non statali.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
75
caso, la quota si discosta notevolmente sia da quella relativa all’aggregato Obiettivo Convergenza (33,3%),
dove pesa in maniera incisiva il forte peso degli introiti nei musei statali, in particolare, in Campania, sia da
quella relativa al valore medio nazionale (58,8%).
Regioni/Ripartizioni territoriali
Totale visitatori nei musei e istituti similari non statali
Totale visitatori nei musei e
istituti similari statali
Totale visitatori nei musei e istituti
similari statali e non statali
Quota visitatori nei musei e istituti similari non statali su musei e istituti similari totali.
Puglia 963.294 442.569 1.405.863 68,5%
Campania 7.618.108 6.769.725 14.387.833 52,9%
Calabria 1.008.688 321.340 1.330.028 75,8%
Sicilia 5.494.629 4.578.577 10.073.206 54,5%
Tot Reg Ob. Conv. 15.084.719 12.112.211 27.196.930 55,5%
ITALIA 62.207.572 34.574.591 96.782.163 64,3%
Regioni/Ripartizioni territoriali
Totale introiti nei musei e istituti
similari non statali
Totale introiti nei musei e
istituti similari statali
Totale introiti nei musei e istituti
similari statali e non statali
Quota introiti nei musei e istituti similari non statali su musei e istituti similari totali.
Puglia 2.667.417 488.385 3.155.802 84,5%
Campania 5.641.312 28.227.340 33.868.652 16,7%
Calabria 430.425 279.385 709.810 60,6%
Sicilia 13.506.521 15.540.185 29.046.706 46,5%
Tot Reg Ob. Conv. 22.245.675 44.535.295 66.780.970 33,3%
ITALIA 149.302.875 104.411.477 253.714.352 58,8%
Visitatori e introiti nei musei e istituti similari non statali e statali in Puglia e nelle altre regioni Ob. Convergenza. Confronto con l'Italia - Anno 2006
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
76
Visitatori e introiti nei musei e istituti similari non statali e statali in Puglia per province al 2006.
La distribuzione dei visitatori nei musei e istituti similari non statali per province al 2006 si differenzia
notevolmente rispetto a quella relativa ai visitatori nei musei statali, tranne che per la posizione occupata al
vertice della graduatoria, in cui si colloca sempre Bari: nel caso dei musei non statali seguono, dal secondo
al quinto posto, in ordine decrescente e con notevole distacco rispetto alla prima posizione, le provincia di
Foggia, Lecce, Brindisi e Taranto. Nel caso dei musei statali, invece, seguono, dal secondo al quinto posto, in
ordine decrescente e con notevole distacco rispetto alla prima posizione, le province di Taranto, Foggia,
Brindisi e Lecce. Tuttavia, mentre rispetto ai musei statali si evidenzia una fortissima predominanza del
numero dei visitatori catturati dalla provincia di Bari (79,26%), con attinenza ai musei non statali la quota
imputabile alla provincia di Bari, pur rimanendo notevole, si riduce attestandosi al 48,42%.
Un altro fenomeno da considerare è quello della notevole numerosità relativa dei visitatori complessivi
negli istituti statali non museali nella provincia di Lecce (110.127 visitatori nei muse non statali contro soli
18.522 visitatori negli istituti statali) che le consente di occupare il terzo posto in graduatoria, davanti alle
province di Brindisi e Taranto, in luogo del quinto. E’ appena il caso di osservare che, dato il forte maggior
peso del numero di visitatori negli istituti non statali rispetto a quelli non statali, la graduatoria per province
per numero di istituti museali nel loro complesso segue quella degli istituti museali non statali.
E’, inoltre, opportuno considerare che in tutte le province, ad esclusione di quelle di Bari e Taranto, la quota
di visitatori nei musei e istituti similari non statali sul complesso dei musei e istituti similari è superiore al
valore medio regionale (68,5%) attestandosi nell’ambito di un range che va da un minimo di 74,8% ad un
massimo, nella provincia di Foggia, del 91,9%. E’, quindi, appena il caso di sottolineare28 la necessità di un
aggiornamento nel censimento di tali istituti non statali in tutta la Regione ed, in particolare, nelle aree
dove ancora più netta è la loro predominanza, accompagnato da un’analisi approfondita su alcune
caratteristiche dell’offerta e della domanda (a partire dall’esistenza o meno di un valido sistema di
rilevazione delle presenze, dalla partecipazione dei singoli istituti ad eventuali circuiti evitando problemi di
overlapping, così come di alcune caratteristiche della domande come ad esempio la stagionalità e/o la
distribuzione dei musei per classi di visitatori29).
Per quel che attiene agli introiti, la composizione per province rileva che, al 2006, l’assoluta predominanza
della provincia di Bari rispetto ai musei e istituti museali statali è confermata ed, anzi, rafforzata, rispetto ai
musei e istituti museali non statali: in media, il capoluogo regionale cattura il 94,3% degli introiti nel
complesso degli istituti museali e assimilati, statali e non statali,
Si riportano, di seguito, una tabella ed alcuni grafici di riepilogo dell’analisi appena restituita.
28 Come già rilevato nel capitolo 2 con attinenza agli istituti nei siti museali statali e non statali.
29 Accogliendo o, se si valuta opportuno, rivedendo, a titolo di esempio, la proposta di classificazione a seconda del numero dei
fruitori proposta dallo “studio sulla domanda ed offerta relativa ai musei, monumenti ed aree archeologiche non statali delle
regioni Obiettivo 1 realizzato da Protecno e proposto e curato dal servizio II del Dipartimento per le Ricerca, l’Innovazione e
l’Organizzazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali con riferimento all’anno 2006: siti di grande rilievo, cioè con un
numero di ingressi superiore ai 100.000; siti di media categoria, cioè sopra i 10.000 visitatori; siti a bassa fruizione, con meno di
10.000 ingressi.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
77
Province/Regione
Totale visitatori nei
musei e istituti
similari non statali
Quote provinciali
visitatori nei musei e istituti
similari non statali
Totale visitatori nei
musei e istituti similari statali
Quote provinciali
visitatori nei musei e
istituti similari statali
Totale visitatori nei
musei e istituti similari statali e non statali
Quote provinciali
visitatori nei musei e
istituti similari statali e non
statali
Quota visitatori nei musei e
istituti similari non statali sui visitatori nei
musei e istituti similari totali.
Foggia 262.737 27,27% 23.102 5,22% 285.839 20,33% 91,9%Bari 466.429 48,42% 350.784 79,26% 817.213 58,13% 57,1%Taranto 56.631 5,88% 27.494 6,21% 84.125 5,98% 67,3%Brindisi 67.370 6,99% 22.667 5,12% 90.037 6,40% 74,8%Lecce 110.127 11,43% 18.522 4,19% 128.649 9,15% 85,6%Puglia 963.294 100,00% 442.569 100,00% 1.405.863 100,00% 68,5%
Province/Regione
Totale introiti nei
musei e istituti
similari non statali
Quote provinciali introiti nei
musei e istituti similari non
statali
Totale introiti nei
musei e istituti similari statali
Quote provinciali introiti nei
musei e istituti similari
statali
Totale introiti nei musei e
istituti similari statali e non
statali
Quote provinciali introiti nei
musei e istituti similari statali e non
statali
Quota introiti nei musei e istituti
similari non statali sugli
introiti nei musei e istituti similari
totali.Foggia 28.125 1,05% 14.033 2,87% 42.158 1,34% 66,7%Bari 2.564.829 96,15% 411.939 84,35% 2.976.768 94,33% 86,2%Taranto 0 0,00% 19.406 3,97% 19.406 0,61% 0,0%Brindisi 52.002 1,95% 27.156 5,56% 79.158 2,51% 65,7%Lecce 22.461 0,84% 15.852 3,25% 38.313 1,21% 58,6%Puglia 2.667.417 100% 488.385 100% 3.155.802 100% 84,5%
Visitatori e introiti nei musei e istituti similari non statali e statali in Puglia e nelle sue province. Anno 2006.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
78
Visitatori e introiti nei musei e istituti similari non statali e statali in Puglia per province, al 2006,
rispetto alle presenze turistiche.
A conclusione di questo capitolo è sembrato opportuno rilevare il peso dei visitatori nei siti museali e assimilati statali e non statali in Puglia rispetto al complesso delle presenze turistiche. L’analisi è, qui, effettuata, con esclusivo riferimento al 2006, unico anno in cui si ha la disponibilità di dati relativi alla domanda nei siti museali e assimilati non statali.
Nel 2000, in Puglia, la quota dei visitatori nei siti museali e assimilati statali e non statali in Puglia rispetto al complesso delle presenze turistiche (italiane e straniere, alberghiere ed extralberghiere) è pari al 13,6%, una percentuale abbastanza modesta se si considera che la stessa quota a livello medio nazionale raggiunge il
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
79
26,4%. Rispetto al valore medio regionale spicca, in senso molto positivo, la quota relativa alla provincia di Bari che, attestandosi al 58%, risulta pari ad oltre il doppio del valore medio nazionale. Tuttavia, l’ottima performance della provincia di Bari non riesce a controbilanciare gli scarsi risultati nelle altre province la cui percentuale di visite nei siti culturali in senso stretto si attesta sempre ben al di sotto della media regionale, nell’ambito di un rangeche va da appena il 4,1% nella provincia di Lecce ad un massimo del 7,7% nella provincia di Foggia.
La medesima quota dei visitatori nei soli musei e istituti similari statali sulle presenze turistiche complessive segue, in Puglia e in tutte le sue province, il trendemerso a livello medio nazionale, con una notevole contrazione fino a quasi azzerarsi nelle province di Lecce e Foggia e con valori assolutamente modesti nelle province di Brindisi e Taranto. Ciò, a conferma dell’importanza di un esaustivo censimento e conseguente analisi della domanda e dell’offerta nei siti museali e assimilati non statali nella maggior parte del territorio pugliese.
Si riportano, di seguito, una tabella ed un grafico di riepilogo dell’analisi appena restituita.
Province /Regione / Italia
Totale visitatori nei musei e istituti similari non statali
Totale visitatori nei musei e istituti similari statali
Totale visitatori nei musei e istituti similari statali e non statali
Totale presenze turistiche
complessive1
Quota visitatori nei musei e istituti similari statali e non statali sulle presenze turistiche complessive.
Quota visitatori nei musei e istituti similari statali sulle presenze turistiche
Foggia 262.737 23.102 285.839 3.732.513 7,66% 0,62%Bari 466.429 350.784 817.213 1.407.475 58,06% 24,92%Taranto 56.631 27.494 84.125 844.730 9,96% 3,25%Brindisi 67.370 22.667 90.037 1.223.150 7,36% 1,85%Lecce 110.127 18.522 128.649 3.112.913 4,13% 0,60%Puglia 963.294 442.569 1.405.863 10.320.781 13,62% 4,29%Italia 62.207.572 34.574.591 96.782.163 366.764.778 26,39% 9,43%1 italiane e straniere, alberghiere ed extralberghiere.
Visitatori nei musei e istituti similari non statali e statali, in Puglia, per province rispetto alle presenze turistiche. Anno 2006.
Confronto con l'Italia.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
81
Allegato2–SchemacomplessivodegliinterventifinanziatinelleareePISavaleresuifondidellaprogrammazione2000‐2006(acuradiAndreaBagnulo)
2.1. Gli investimenti nel settore dei beni culturali in Puglia nel periodo di
programmazione 2000‐2006
Introduzione
Obiettivo della ricerca valutativa è quello di verificare l’efficacia degli interventi finanziati e realizzati nel corso del periodo di programmazione 2000-2006 in Puglia nel settore dei beni culturali, anche per supportare la programmazione 2007-2013 e assumere elementi utili all’impostazione della programmazione successiva.
Primo passaggio a tal fine è stato quello della ricostruzione, sistematizzazione ed analisi dei dati relativi agli interventi finanziati mediante l’utilizzo di risorse regionali, nazionali e comunitarie, a valere su diversi Programmi:
1. il Programma Operativo della Regione Puglia 2000-2006, con specifico riferimento alla Misura 2.1, denominata Valorizzazione e tutela del patrimonio culturale pubblico e miglioramento dell'offerta e della qualità dei servizi culturali, che ha finanziato interventi di recupero e rifunzionalizzazione di beni culturali ed interventi per la valorizzazione e la fruizione, in ambiti specifici, quali il Barocco pugliese, l’Itinerario Normanno – Svevo – Angioino, l’Habitat rupestre, il Sistema archeologico regionale;
2. l’Accordo di Programma Quadro in materia di beni ed attività culturali per il territorio della Regione Puglia siglato il 22 dicembre 2003 tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Puglia (e suoi atti integrativi) con l’obiettivo prioritario della tutela, la valorizzazione e la gestione delle risorse paesaggistiche, storico – culturali ed artistiche della Regione, al fine di inserirle in un circuito economico e produttivo che consentisse di attivare positive ricadute sull’economia regionale, favorendo in particolare la formazione scientifico e professionale ed incrementando l’occupazione, nell’ottica dei progetti integrati di filiera. Gli interventi hanno riguardato ambiti diversi, quali i sistemi delle aree archeologiche, dei teatri storici, dei siti e complessi monumentali, dei musei, delle biblioteche e degli archivi;
3. l’Accordo di Programma Quadro in materia di promozione e diffusione dell’arte contemporanea siglato tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la società di cultura La Biennale di Venezia e la Regione Puglia, che prevedeva la realizzazione di mostre, la valorizzazione di siti e contesti urbanistici ed architettonici, la realizzazione di itinerari turistici e il finanziamento di corsi di formazione per operatori culturali;
4. l’Accordo di Programma Quadro Sviluppo dell’Industria Audiovisiva nelle Regioni del Mezzogiorno, per la promozione di attività audiovisive e culturali.
Nel complesso sono stati identificati 655 progetti, finanziati ed avviati nel periodo di programmazione 2000-2006; per ogni progetto sono state raccolte le seguenti informazioni:
2.1 localizzazione territoriale; oltre alla provincia e al comune di ubicazione, i progetti sono stati classificati anche sulla base della localizzazione:
1. all’interno di un’area in cui è stato realizzato nel periodo 2000-2006 un Progetto Integrato Settoriale - PIS (Normanno, Svevo, Angioino; Habitat Rupestre; Barocco; Gargano; Sud Salento);
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
82
2. all’interno di un’area territoriale proposta per la realizzazione di un Sistema Ambientale e Culturale - SAC nel periodo 2007-2013 (Alta Murgia, Alto Tavoliere, Apulia Fluminum, Araba Fenice, Arneo, Ecomuseo di Peucetia, La Murgia dei Trulli, La via Traiana, Mari tra le Mura, Monti Daunia e Lucera, Naturalmente Gargano, La via barese, Porte d’Oriente, Salento di mare e pietre, Terre d’arte e di sole, Terre di Lupiae, Terre diomedee);
2.2 tipologia: area archeologica; archivio; biblioteca; catalogazione; chiesa; cinema; museo; sezione espositiva; spettacolo; bene storico architettonico; teatro;
2.3 dati finanziari: impegni regionali, impegni totali, pagamenti totali.
Di seguito, sono illustrati i risultati del lavoro svolto, con particolare attenzione alla ricostruzione degli interventi realizzati e localizzati nelle aree PIS e SAC.
Un’analisi complessiva
Come già accennato, l’attività di ricostruzione e sistematizzazione ha permesso di identificare un complesso di 655 progetti finanziati ed avviati all’interno del territorio pugliese, per un investimento complessivo pari a 471,3 milioni di euro e pagamenti già effettuati, alla data di novembre del 2011, per 404,3 milioni di euro.
Se si osserva la localizzazione provinciale degli interventi, si rileva una distribuzione in tre gruppi (tabelle 1 e 2):
5. le due province di Lecce e Bari si distinguono per il maggior numero di progetti, per una quota che complessivamente risulta pari ad oltre il 53% del totale;
6. in una situazione intermedia si collocano le province di Foggia (19,3% del totale degli interventi) e Brindisi (12,5%);
7. molto minore, e pressoché uguale, la percentuale di progetti realizzati nelle due province di Taranto (8,4%) e Barletta – Andria – Trani (7,6%).
La distribuzione per ammontare degli investimenti evidenzia ulteriormente il peso dei territori del leccese e del barese, la cui quota percentuale sul totale regionale è pari al 56,2%.
Tabella 1 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per provincia: valori assoluti (dati finanziari in mln di euro) Provincia / Area Numero progetti Impegni Regione Impegni Totali Pagamenti totali Bari 154 100,31 134,89 113,87 Barletta-Andria-Trani 50 30,31 33,80 28,61 Brindisi 82 43,90 48,47 43,78 Foggia 127 72,15 75,13 67,61 Lecce 173 124,82 129,06 107,34 Taranto 55 37,86 40,81 37,27 Territorio regionale 14 8,98 9,10 5,76 Totale 655 418,33 471,26 404,25 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Tabella 2 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per provincia: valori percentuali Provincia / Area Numero progetti Impegni Regione Impegni Totali Pagamenti totali Bari 23,51 23,98 28,62 28,17 Barletta-Andria-Trani 7,63 7,25 7,17 7,08 Brindisi 12,52 10,49 10,29 10,83 Foggia 19,39 17,25 15,94 16,73 Lecce 26,41 29,84 27,39 26,55 Taranto 8,40 9,05 8,66 9,22 Territorio regionale 2,14 2,15 1,93 1,43 Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
I comuni dove sono stati realizzati progetti nel settore dei beni culturali sono complessivamente 175, molti dei quali con la presenza di 1 o 2 interventi; il maggior numero di progetti è localizzato nei capoluoghi di provincia di Bari, Lecce, Brindisi, Foggia e Taranto, che insieme concentrano il 20,6% del totale dei progetti ed il 32,1% degli investimenti.
Come si può vedere dalle tabelle seguenti, sono 36 i comuni con almeno 5 interventi, per una quota pari al 56,2% del totale ed un ammontare di investimenti pari al 62,5%.
Tabella 3 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per comune: valori assoluti (numero e mln di euro) e percentuali Comune Numero progetti Impegni POR Impegni Totali Pagamenti totali n. % n. % n. % n. % Bari 41 6,26 35,7 8,53 60,7 12,89 53,1 13,12 Lecce 36 5,50 43,1 10,30 44,4 9,41 31,8 7,88 Brindisi 24 3,66 12,5 2,99 15,4 3,26 13,9 3,44 Foggia 17 2,60 15,0 3,59 15,5 3,28 12,0 2,98 Taranto 17 2,60 12,6 3,01 15,1 3,21 14,0 3,46 Trani 13 1,98 10,9 2,61 12,2 2,60 10,7 2,66 Altamura 11 1,68 6,8 1,64 7,7 1,64 7,0 1,72 Gravina in Puglia 11 1,68 4,1 0,98 4,2 0,89 3,7 0,92 San Severo 11 1,68 4,2 1,00 4,6 0,98 4,1 1,01 Conversano 10 1,53 3,5 0,83 3,9 0,83 3,1 0,78 Lucera 10 1,53 8,0 1,91 8,2 1,75 7,6 1,89 Troia 10 1,53 3,2 0,76 3,3 0,71 2,7 0,68 Canosa di Puglia 9 1,37 7,3 1,74 8,4 1,78 6,6 1,63 Otranto 9 1,37 8,4 2,02 8,5 1,79 8,2 2,02 Barletta 8 1,22 4,5 1,07 4,8 1,01 3,9 0,97 Gallipoli 8 1,22 6,6 1,57 7,2 1,52 5,4 1,32 Mesagne 8 1,22 2,9 0,69 3,2 0,68 2,8 0,68 Molfetta 8 1,22 6,7 1,61 6,7 1,43 6,4 1,59 Nardo' 8 1,22 1,9 0,45 2,0 0,43 1,9 0,46 Oria 8 1,22 1,3 0,30 1,3 0,28 1,0 0,25 Martina Franca 7 1,07 4,4 1,05 4,5 0,95 4,3 1,07 Monopoli 7 1,07 4,0 0,95 4,0 0,85 3,8 0,95 Muro Leccese 7 1,07 2,9 0,69 2,9 0,62 2,7 0,66 Terlizzi 7 1,07 3,8 0,91 4,7 1,00 3,1 0,77 Fasano 6 0,92 3,8 0,90 4,9 1,04 4,2 1,03 Manfredonia 6 0,92 1,3 0,31 1,6 0,35 1,4 0,35 San Marco in Lamis 6 0,92 1,6 0,39 1,8 0,38 1,7 0,42 Andria 5 0,76 2,5 0,60 2,8 0,59 2,4 0,60 Apricena 5 0,76 2,3 0,56 2,4 0,50 2,2 0,56 Ascoli Satriano 5 0,76 3,0 0,71 3,2 0,67 3,1 0,77 Bisceglie 5 0,76 1,9 0,46 2,0 0,42 1,9 0,46 Bitonto 5 0,76 6,5 1,54 9,5 2,02 7,2 1,78 Novoli 5 0,76 1,8 0,43 1,9 0,39 1,6 0,40 Ostuni 5 0,76 2,0 0,49 2,1 0,45 2,1 0,52 Putignano 5 0,76 3,4 0,81 7,0 1,49 2,1 0,52 San Vito dei Normanni 5 0,76 1,8 0,43 1,8 0,39 1,7 0,43
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
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Totale 56,18 58,85 62,48 60,75 Altri comuni 43,82 41,15 37,52 39,25 TOTALE 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
Per quanto riguarda le tipologie di beni, l’analisi evidenza la forte prevalenza di interventi che hanno avuto per oggetto il patrimonio storico architettonico e le chiese, tipologie che insieme concentrano il 56,6% degli interventi ed il 58,1% degli investimenti ammessi; seguono i musei, con l’11,3% degli interventi e il 12,9% degli investimenti, e le aree archeologiche, con quote pari rispettivamente al 10,2% e all’8,1%.
Tabella 4 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per tipologia: valori assoluti (numero e mln di euro)
Tipologia Numero progetti Impegni POR Impegni Totali Pagamenti totali Archeologia 67 35,72 38,09 33,69 Archivio 50 7,37 8,17 6,48 Biblioteca 51 25,94 27,37 23,88 Catalogazione, studi e piani 5 2,79 2,90 1,28 Chiesa 129 69,74 72,15 67,34 Cinema 6 2,15 2,15 1,74 Museo 74 54,49 60,73 50,22 Sezione espositiva 7 3,20 3,38 2,12 Spettacolo 3 3,00 3,00 2,94 Storico-architettonico 242 185,48 201,51 174,18 Teatro 21 28,46 51,81 40,39 Totale 655 418,33 471,26 404,25 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP Tabella 5 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per tipologia: valori percentuali Tipologia Numero progetti Impegni POR Impegni Totali Pagamenti totali Archeologia 10,23 8,54 8,08 8,33 Archivio 7,63 1,76 1,73 1,60 Biblioteca 7,79 6,20 5,81 5,91 Catalogazione, studi e piani 0,76 0,67 0,62 0,32 Chiesa 19,69 16,67 15,31 16,66 Cinema 0,92 0,51 0,46 0,43 Museo 11,30 13,02 12,89 12,42 Sezione espositiva 1,07 0,77 0,72 0,52 Spettacolo 0,46 0,72 0,64 0,73 Storico-architettonico 36,95 44,34 42,76 43,09 Teatro 3,21 6,80 10,99 9,99 Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
La pubblicazione “Una nuova stagione per i Beni Culturali in Puglia” (Regione Puglia, Assessorato al Sud e Diritto allo Studio; ARTI – Agenzia regionale per la tecnologia e l’informazione) riporta alcune schede informative su una serie di progetti di eccellenza tra quelli realizzati attraverso l’APQ Beni Culturali e la Misura 2.1 del POR 2000-2006, schede che risultano utili per individuare gli obiettivi e i possibili contenuti degli interventi finanziati; nel dettaglio:
1. archivi: sono stati finanziati archivi storici di enti pubblici e di privati, dichiarati di interesse locale, di notevole interesse storico e di interesse culturale. Le risorse sono state utilizzate per restaurare archivi e documenti deteriorati, per censire, riordinare, inventariare e catalogare il patrimonio culturale, in modo da aumentare il grado di fruizione e rendere più agevole la consultazione; azioni specifiche hanno riguardato la digitalizzazione, in modo ad esempio da riprodurre digitalmente alcuni fondi documentari di particolare rilievo, per consentirne la tutela e la fruzione on-line;
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2. aree archeologiche: sono stati oggetto di intervento ville romane, anfiteatri, ipogei, dolmen e insediamenti rupestri; oltre ad attività di scavo, restauro delle strutture e sistemazione delle aree interessate, anche ai fini della prevenzione e della difesa da scavi clandestini, le opere hanno riguardato l’arredo urbano e la realizzazione di percorsi attrezzati per la fruizione dei beni, la creazione e allestimento di strutture museali, la sistemazione di strutture per didattica;
3. biblioteche: gli intereventi sono stati finalizzati in particolare al potenziamento di un servizio di biblioteche articolate e integrato su scala territoriale, al fine di aumentare la consultabilità e il grado di conservazione del patrimonio librario; sono stati quindi realizzati interventi per il restauro, la conservazione ed il recupero degli immobili da destinare alle biblioteche e per la creazione della rete;
4. chiese: molti interventi hanno avuto per oggetto il restauro delle cattedrali romaniche e barocche e di altri edifici di culto presenti sul territorio; oltre ad recupero delle facciate, dei rosoni, dei mosaici, delle cripte, alcuni interventi hanno riguardato anche la sistemazione degli impianti e i sistemi di illuminazione;
5. complessi monumentali: sono stati oggetto di recupero parziale o integrale castelli, conventi, monasteri, musei, affreschi e cripte; oltre alle attività di restauro, i progetti hanno riguardato anche opere per migliorare l’accessibilità e la percorribilità delle aree e la realizzazione di percorsi espositivi, spazi per servizi di accoglienza, uffici, book shop, sale per manifestazioni e congressuali;
6. musei: il sistema dei musei della Puglia è stato oggetto di azioni di restauro e recupero funzionale degli immobili e delle opere e di interventi per innovare le modalità di fruizione del patrimonio museale; a tal proposito, in particolare, sono state realizzate sale multimediali, laboratori didattici, banche dati consultabili on line, accessi e servizi per le persone diversamente abili e allestimento di nuovi spazi espositivi; alcuni progetti hanno riguardato la messa in rete di strutture museali presenti su un medesimo territorio, anche mediante la realizzazione di servizi di promozione;
7. teatri: gli interventi sui teatri hanno permesso il restauro ed il recupero funzionale di alcune strutture di particolare pregio e importanza in Puglia, primo tra tutti il Petruzzelli di Bari; inoltre, è stato creato una rete dei teatri storici, anche attraverso la valorizzazione di strutture minori diffuse sul territorio.
Infine, la dimensione media degli investimenti avviati è di circa 720 mila euro; come si vede nella tabella seguente sono 38 gli interventi con un costo di investimento almeno uguale a 2 milioni di euro; è interessante notare come 3 dei 5 maggiori progetti siano interventi su teatri storici, il Petruzzelli a Bari, l’Apollo a Lecce e il teatro storico di Putignano.
Coerentemente con la distribuzione già osservata, la maggior parte dei progetti con importo superiore ai 2 milioni di euro sono comunque interventi sul patrimonio storico architettonico, mentre dal lato della localizzazione territoriale prevale la provincia di Bari.
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Tabella 6 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006: progetti con investimento superiore ai 2 milioni di euro Provincia Comune Intervento TIPOLOGIA Impegni Regione Totale impegni Totale pagamenti
Bari Bari Ricostruzione e restauro del teatro Petruzzelli Teatro 6.500.000,00 21.018.749,82 20.906.142,38 Lecce Lecce Recupero del teatro Apollo Teatro 7.000.000,00 7.845.652,89 4.395.882,10 Bari Bari Recupero e rifunzionalizzazione dell'auditorium Nino Rota Storico-architettonico 2.006.579,26 6.471.655,00 3.631.142,06 Bari Putignano Recupero del teatro storico Teatro 1.500.000,00 4.970.000,00 202.055,13
Brindisi Francavilla F. Recupero e valorizzazione del palazzo Marchesale imperiale Storico-architettonico 4.963.356,57 4.963.356,57 4.594.216,64 Foggia Foggia Aracne - sistema di rete di biblioteche pubbliche locali Biblioteca 4.850.756,33 4.850.756,33 4.678.827,07 Lecce Lecce Valorizzazione e recupero del castello Carlo V Storico-architettonico 4.800.000,00 4.800.000,00 3.120.000,00
Taranto Taranto Ristrutturazione del museo archeologico Museo 2.539.682,69 4.647.220,50 4.482.201,42 Lecce Lecce Potenziamento e implementazione servizi della Biblioteca provinciale Biblioteca 4.444.825,35 4.444.825,35 4.199.568,98 Bari Bitonto Recupero funzionale di palazzo Sylos - Calo' per pinacoteca Storico-architettonico 1.744.794,15 4.000.000,00 3.325.781,84
Lecce Tricase Sistema bibliotecario del sud Salento Biblioteca 3.769.401,28 3.992.908,75 3.205.216,14 Bari Bari Recupero complesso monastico S.Teresa dei maschi Storico-architettonico 3.615.198,29 3.615.198,29 3.615.198,29
Lecce Maglie Museo comunale di Maglie Museo 3.176.795,17 3.569.867,17 3.370.932,64 Barletta-Andria-Trani Trani Sistema dei musei diocesani - Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Museo 3.513.140,96 3.513.140,96 3.512.182,95
Foggia Cerignola Restauro complesso torre alemanna Storico-architettonico 3.474.304,37 3.474.304,37 3.300.579,25 Lecce Lecce Monastero s. Chiara: recupero e valorizzazione a fini cultura Storico-architettonico 3.303.071,38 3.303.071,38 3.137.917,80 Lecce Lecce Ristrutturazione e adeguamento dell'immobile adibito a museo Museo 3.074.525,91 3.074.525,91 1.367.118,25 Lecce Gallipoli Riqualificazione dell'ex mercato coperto e restauro torrione del castello Storico-architettonico 3.048.638,84 3.048.638,84 2.896.206,90
Barletta-Andria-Trani Canosa Polo museale territoriale "Puglia imperiale" - Museo 2.145.906,53 2.939.785,77 1.839.302,12 Lecce Ugento Recupero valorizzazione e fruizione dell'ex convento francescano Storico-architettonico 2.878.830,00 2.878.830,00 2.876.733,42
Barletta-Andria-Trani Canosa Recupero, restauro e valorizzazione di teatro comunale Teatro 2.868.254,45 2.868.254,45 2.724.841,73 Bari Bitonto Sistema museale intercomunale Museo 2.851.657,76 2.851.657,76 2.742.639,60
Foggia Isole tremiti Recupero dell'abbazia Chiesa 2.720.000,00 2.720.000,00 2.584.000,00 Lecce Otranto Completamento del restauro della cinta muraria Storico-architettonico 2.628.024,42 2.628.024,42 2.602.706,96 Lecce Otranto Restauro e valorizzazione del sistema fortificato Storico-architettonico 2.628.024,42 2.628.024,42 2.603.445,15 Bari Bari Teatro Margherita Teatro 2.606.630,08 1.796.229,95
Taranto Taranto Museo nazionale Museo 2.582.284,50 2.582.284,50 2.582.284,50 Bari Bari Restauro complesso s. Teresa dei maschi Storico-architettonico 2.540.967,94 2.540.967,94 2.540.967,94 Bari Molfetta Recupero e ristrutturazione ex complesso monastico S.Domenico Storico-architettonico 2.375.701,73 2.375.701,73 2.375.701,73 Bari Bari Restauro ex convento s. Chiara Storico-architettonico 2.324.056,05 2.324.056,05 2.324.056,05
Lecce Vernole Lavori di restauro del castello di Acaja (iv lotto) - Storico-architettonico 2.324.056,05 2.324.056,05 1.574.720,75 Brindisi Galatone Recupero e valorizzazione del palazzo Belmonte Storico-architettonico 2.226.708,60 2.226.708,60 2.155.504,04
Bari Bari Basilica San Nicola - Restauro e Recupero del Palazzo Priorile Chiesa 2.201.849,92 2.201.849,92 2.199.569,52 Brindisi Brindisi Forte a mare Storico-architettonico 2.155.005,12 1.927.716,40 Regione Regione Azioni di produzione e animazione territoriale Spettacolo 2.150.000,00 2.150.000,00 2.150.000,00 Lecce Arnesano Recupero rifunzionalizzazione del palazzo marchesale Storico-architettonico 2.065.520,00 2.065.520,00 1.962.244,00 Bari Gioia del colle Recupero dell'ex "distilleria Cassano" Storico-architettonico 2.000.000,00 2.000.000,00 2.000.000,00
Regione Regione Programma di interventi per la tutela, la gestione e la valorizzazione del paesaggio
Catalogazione, studi e piani
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Tabella 7 – Numero di istituti museali statali e non e numero di visitatori al 2006 Istituti statali Istituti non statali Totale istituti
Bari 9 42 51 Brindisi 2 22 24 Foggia 4 37 41 Lecce 1 27 28 Taranto 1 11 12
Puglia 17 139 156
Visitatori Istituti statali Visitatori Istituti non statali Visitatori Totale istituti Bari 375.297 466.429 841.726 Brindisi 21.784 67.370 89.154 Foggia 18.357 262.737 281.094 Lecce 10.915 110.127 121.042 Taranto 27.660 56.631 84.291
Puglia 454.013 963.294 1.417.307
Gli interventi nelle aree PIS
La decisione della Commissione delle Comunità Europee dell’8.8.2000 di approvazione del Programma Operativo Regionale (POR) 2000 - 2006 della Puglia ha individuato i Programmi Integrati Settoriali (PIS) quali strumenti finalizzati al conseguimento di un comune obiettivo specifico attraverso la realizzazione di interventi che permettano di valorizzare e potenziare le sinergie e le interdipendenze tra settori produttivi con le risorse immateriali (ambiente, cultura, risorse umane). In particolare, sono stati individuati 5 PIS:
1. PIS11 Itinerario turistico – culturale Barocco Pugliese, che coinvolge 34 comuni, raggruppati in tre poli territoriali di riferimento: il primo, incentrato sul capoluogo di Lecce, con le sue qualificate testimonianze; il secondo, che comprende l’area intorno a Martina Franca e Francavilla Fontana, interessa le province di Bari, Brindisi e Taranto; il terzo, che riguarda l’Alto Tavoliere, con le sue testimonianze distintive rispetto al resto della regione;
2. PIS 12 Itinerario turistico culturale Normanno – Svevo – Angioino, che coinvolge l’intero territorio provinciale, per un totale di 102 comuni, con 5 poli territoriali di riferimento: il polo territoriale del foggiano nel quale emergono i centri di Foggia, Cerignola, Apricena, Torremaggiore, Lucera, Bovino; il polo territoriale del Nord Barese nel quale emergono i centri Trani, Barletta, Andria; il polo territoriale di Bari-Taranto lungo l'asse Bari, Sannicandro di Bari, Conversano, Gioia del Colle, Taranto; il polo territoriale brindisino nel quale confluiscono i centri di Brindisi, Oria, S. Vito dei Normanni; il polo territoriale salentino nel quale confluiscono i centri di Melendugno, Vernole, Copertino, Corigliano d'Otranto;
3. PIS 13 Itinerario turistico culturale Habitat Rupestre, che si estende all’interno di due importanti aree protette, il Parco Regionale della Terra delle Gravine e il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nelle province di Bari e Taranto, per un totale di 13 comuni coinvolti;
4. PIS 14 Turismo Cultura ed Ambiente nel Territorio del Sud Salento, che interessa 62 comuni nella provincia di Lecce, con tre poli territoriali di maggiore attrazione intorno ai centri di Gallipoli, Otranto e Ugento;
5. PIS 15 Territorio Cultura ed Ambiente del Gargano, che si estende sull’intero promontorio, includendo anche il territorio del Parco Nazionale, per un totale di 16 comuni nella provincia di Foggia.
Il Complemento di Programmazione, nel testo approvato con deliberazione di G.R. n. 51 del 10 febbraio 2004 a seguito degli adattamenti indicati dal Comitato di Sorveglianza del POR Puglia, ha previsto le norme generali, l’individuazione territoriale e delle misure POR di finanziamento, le procedure di attuazione e le risorse finanziarie complessive dei PIS. In particolare, il piano finanziario relativo alle risorse economiche
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disponibili per i 5 PIS coinvolge diverse Misure del POR Puglia variamente riconducibili a ciascuno dei tre fondi coinvolti nell’attuazione del POR (FESR, FSE, FEOGA), trovando il suo perno naturale nell’attuazione della Misura 2.1 - Valorizzazione e tutela del patrimonio culturale pubblico e miglioramento dell’offerta e della qualità dei servizi culturali.
La ricostruzione degli interventi ha permesso di evidenziare come i beni oggetto di investimento siano concentrati soprattutto nell’area del PIS Normanno – Svevo – Angioino, che concentra il 46,9% dei progetti ed il 51,1% degli investimenti, situazione questa che deriva dall’estensione territoriale del PIS stesso, che comprende 102 comuni pugliesi; al suo interno, sono soprattutto i comuni del barese, del brindisino e della nuova provincia BAT a concentrare il maggior numero di progetti e la quota maggiore di investimenti.
Secondo per presenza di interventi nel settore dei beni culturali il PIS Barocco Pugliese (15,9% dei progetti e 13,6% degli investimenti), al cui interno si denota una distribuzione nel complesso uniforme dei progetti tra le diverse aree, con una percentuale più alta nel caso di Brindisi; quindi l’area del Sud Salento, con quote rispettivamente pari al 13,8% e al 11,3%, che interessa esclusivamente l’area del leccese.
Tabella 8 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per PIS: valori assoluti (numero e mln di euro) Territorio PIS Numero progetti Impegni POR Impegni Totali Pagamenti totali Barocco 104 57,98 63,87 55,20 Gargano 25 16,59 16,96 15,53 Habitat rupestre 32 20,91 21,29 18,81 Sud Salento 90 51,71 53,11 47,35 Normanno –svevo - angioino 307 199,12 240,58 209,07
Normanno – svevo - angioino; Barocco 32 36,66 37,92 26,86 Normanno – svevo - angioino; Gargano 7 1,66 2,00 1,66 Normanno – svevo - angioino; Sud Salento 12 10,06 10,67 9,80 Normanno – svevo - angioino; Habitat Rupestre
18 7,52 8,50 7,57
Territorio regionale 14 8,98 9,10 5,76 Comune non PIS 14 7,15 7,27 6,62
Totale 655 418,33 471,26 404,25 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP Tabella 9 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per PIS: valori percentuali Territorio PIS Numero progetti Impegni POR Impegni Totali Pagamenti totali Barocco 15,88 13,86 13,55 13,66 Gargano 3,82 3,97 3,60 3,84 Habitat rupestre 4,89 5,00 4,52 4,65 Sud Salento 13,74 12,36 11,27 11,71 Normanno – svevo – angioino 46,87 47,60 51,05 51,72
Normanno – svevo - angioino; Barocco 4,89 8,76 8,05 6,64 Normanno – svevo - angioino; Gargano 1,07 0,40 0,42 0,41 Normanno – svevo - angioino; Sud Salento 1,83 2,41 2,26 2,42 Normanno – svevo - angioino; Habitat Rupestre
2,75 1,80 1,80 1,87
Territorio regionale 2,14 2,15 1,93 1,43 Comune non PIS 2,14 1,71 1,54 1,64
Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
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Tabella 10 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per PIS e tipologia: valori assoluti Archeologia Archivio Biblioteca Catalogazione Chiesa Cinema Museo Sezione
espositiva Spettacolo Storico-
architettonico Teatro Totale
Barocco 11 7 9 0 27 0 10 0 0 36 4 104 Gargano 3 0 2 0 7 0 3 0 0 10 0 25 Habitat rupestre 8 3 2 0 6 0 1 0 0 12 0 32 Sud Salento 8 2 3 0 12 1 3 0 0 61 0 90 Normanno – svevo – angioino 32 25 27 0 63 2 49 3 0 97 9 307
Normanno – svevo - angioino; Barocco 1 4 3 0 5 1 4 1 0 12 1 32 Normanno – svevo - angioino; Gargano 0 1 0 0 1 0 2 0 0 3 0 7 Normanno – svevo - angioino; Sud Salento 0 1 0 0 6 0 0 0 0 4 1 12 Normanno – svevo - angioino; Habitat Rupestre
2 4 3 0 2 0 2 0 0 4 1 18
Territorio regionale 0 0 0 4 0 2 0 3 3 1 1 14 Comune non PIS 2 3 2 1 0 0 0 0 0 2 4 14
Totale 67 50 51 5 129 6 74 7 3 242 21 655 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP Tabella 11 - Ripartizione dei progetti finanziati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per PIS e tipologia: valori percentuali
Archeologia Archivio Biblioteca Catalogazione Chiesa Cinema Museo Sezione espositiva
Spettacolo Storico-architettonico
Teatro Totale
Barocco 16,42 14,00 17,65 0,00 20,93 0,00 13,51 0,00 0,00 14,88 19,05 15,88 Gargano 4,48 0,00 3,92 0,00 5,43 0,00 4,05 0,00 0,00 4,13 0,00 3,82 Habitat rupestre 11,94 6,00 3,92 0,00 4,65 0,00 1,35 0,00 0,00 4,96 0,00 4,89 Sud Salento 11,94 4,00 5,88 0,00 9,30 16,67 4,05 0,00 0,00 25,21 0,00 13,74 Normanno – svevo – angioino 47,76 50,00 52,94 0,00 48,84 33,33 66,22 42,86 0,00 40,08 42,86 46,87
Normanno – svevo - angioino; Barocco 1,49 8,00 5,88 0,00 3,88 16,67 5,41 14,29 0,00 4,96 4,76 4,89 Normanno – svevo - angioino; Gargano 0,00 2,00 0,00 0,00 0,78 0,00 2,70 0,00 0,00 1,24 0,00 1,07 Normanno – svevo - angioino; Sud Salento
0,00 2,00 0,00 0,00 4,65 0,00 0,00 0,00 0,00 1,65 4,76 1,83
Normanno – svevo - angioino; Habitat Rupestre
2,99 8,00 5,88 0,00 1,55 0,00 2,70 0,00 0,00 1,65 4,76 2,75
Territorio regionale 0,00 0,00 0,00 80,00 0,00 33,33 0,00 42,86 100,00 0,41 4,76 2,14 Comune non PIS 2,99 6,00 3,92 20,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,83 19,05 2,14
Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
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Tabella 12 - Ripartizione degli investimenti attivati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per PIS e tipologia: valori assoluti (mln euro) Archeologia Archivio Biblioteca Catalogazione Chiesa Cinema Museo Sezione
espositiva Spettacolo Storico-
architettonico Teatro Totale
Barocco 6,88 1,14 1,40 0,00 13,56 0,00 2,87 0,00 0,00 30,41 7,61 63,87 Gargano 1,71 0,00 0,76 0,00 5,53 0,00 1,02 0,00 0,00 7,95 0,00 16,96 Habitat rupestre 5,64 0,15 0,32 0,00 4,76 0,00 0,17 0,00 0,00 10,25 0,00 21,29 Sud Salento 3,81 0,21 5,71 0,00 3,41 0,15 4,38 0,00 0,00 35,44 0,00 53,11 Normanno – svevo – angioino 16,73 4,57 13,32 0,00 35,97 1,10 44,83 1,18 0,00 89,87 32,99 240,58
Normanno – svevo - angioino; Barocco 0,70 0,77 4,67 0,00 3,43 0,40 5,13 0,12 0,00 14,87 7,85 37,92 Normanno – svevo - angioino; Gargano 0,00 0,16 0,00 0,00 0,37 0,00 0,66 0,00 0,00 0,81 0,00 2,00 Normanno – svevo - angioino; Sud Salento 0,00 0,12 0,00 0,00 2,62 0,00 0,00 0,00 0,00 7,32 0,60 10,67 Normanno – svevo - angioino; Habitat Rupestre
1,39 0,60 0,98 0,00 2,49 0,00 1,66 0,00 0,00 1,32 0,07 8,50
Territorio regionale 0,00 0,00 0,00 2,51 0,00 0,50 0,00 2,07 3,00 0,04 0,97 9,10 Comune non PIS 1,24 0,45 0,22 0,39 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 3,25 1,72 7,27
Totale 38,09 8,17 27,37 2,90 72,15 2,15 60,73 3,38 3,00 201,51 51,81 471,26 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP Tabella 13 - Ripartizione degli investimenti attivati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per PIS e tipologia: valori percentuali
Archeologia Archivio Biblioteca Catalogazione Chiesa Cinema Museo Sezione espositiva
Spettacolo Storico-architettonico
Teatro Totale
Barocco 18,06 13,95 5,11 0,00 18,80 0,00 4,73 0,00 0,00 15,09 14,69 13,55 Gargano 4,48 0,00 2,79 0,00 7,66 0,00 1,68 0,00 0,00 3,94 0,00 3,60 Habitat rupestre 14,81 1,79 1,17 0,00 6,60 0,00 0,28 0,00 0,00 5,09 0,00 4,52 Sud Salento 10,00 2,63 20,86 0,00 4,72 6,98 7,20 0,00 0,00 17,59 0,00 11,27 Normanno – svevo – angioino 43,94 55,96 48,65 0,00 49,86 51,16 73,83 35,09 0,00 44,60 63,68 51,05
Normanno – svevo - angioino; Barocco 1,83 9,38 17,05 0,00 4,75 18,60 8,45 3,53 0,00 7,38 15,14 8,05 Normanno – svevo - angioino; Gargano 0,00 1,97 0,00 0,00 0,51 0,00 1,09 0,00 0,00 0,40 0,00 0,42 Normanno – svevo - angioino; Sud Salento 0,00 1,53 0,00 0,00 3,64 0,00 0,00 0,00 0,00 3,63 1,16 2,26 Normanno – svevo - angioino; Habitat Rupestre
3,64 7,31 3,57 0,00 3,46 0,00 2,74 0,00 0,00 0,65 0,13 1,80
Territorio regionale 0,00 0,00 0,00 86,47 0,00 23,26 0,00 61,38 100,00 0,02 1,87 1,93 Comune non PIS 3,25 5,49 0,80 13,53 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1,61 3,32 1,54
Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
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La distribuzione di progetti nelle aree PIS per tipologia di bene rispecchia quella già segnalata per l’intero territorio pugliese; il patrimonio storico architettonico è quello in cui si concentra il maggior numero di progetti e di conseguenza anche di investimenti; ciò è particolarmente accentuato nell’area del Salento dove questa tipologia di beni rappresenta il 68,2% dei progetti contro una media del 37,1%.
Il Normanno – Svevo – Angioino è invece l’area PIS all’interno della quale si ritrova la presenza maggiore di grandi progetti, con investimenti superiori ai 2 milioni di euro, tra cui spiccano i progetti di restauro e recupero del Teatro Petruzzelli e dell’Auditorium Nino Rota a Bari ed il Sistema delle biblioteche pubbliche di Foggia e la ristrutturazione del museo archeologico di Taranto. Tra i primi 5 progetti anche due interventi nell’area del Barocco, aventi per oggetto il teatro storico di Putignano e il palazzo marche sale imperiale di Francavilla Fontana.
Di seguito alcuni approfondimenti a livello di territorio PIS che prendono in considerazione i progetti avviati rispetto ai tematismi dei diversi territori, così da evidenziare le aree su cui si è puntato per la valorizzazione delle risorse esistenti.
PIS 11 Itinerario turistico culturale Barocco Pugliese
L’area del PIS 11 è caratterizzata dalla presenza di un significativo patrimonio di beni storico architettonici attinenti al periodo Barocco, non adeguatamente valorizzato, ma anche di un ricco patrimonio diffuso a valenza culturale, costituito da masserie, chiese, ville e musei, che rappresentano un’opportunità per lo sviluppo del territorio.
Stante questa situazione, il PIS si poneva la finalità di aumentare la qualità degli investimenti di promozione e valorizzazione dell’area, così da rafforzare il potere di attrazione del Barocco pugliese e consolidare l’offerta complessiva integrata sul mercato nazionale ed internazionale. A tal fine, la strategia del PIS prevedeva la realizzazione di interventi finalizzati: al recupero del patrimonio storico architettonico esistente, anche al fine di individuare contenitori di eventi e manifestazioni turistico culturali; alla qualificazione delle infrastrutture di specifico interesse per l settore turistico; alla valorizzazione e promozione del contesto ambientale e storico culturale caratteristico del territorio.
Con riferimento specifico al patrimonio storico architettonico, il PIS individuava una serie di interventi di recupero, valorizzazione e fruizione da ammettere a finanziamento a valere sulla Misura 2.1 del POR 2000-2006, riportati nel prospetto seguente.
L’analisi dei dati inerenti i progetti finanziati consente di verificare come tutti i progetti sopra citati siano stati effettivamente avviati nel periodo di programmazione in oggetto.
Il patrimonio barocco è naturalmente stato oggetto di molti degli interventi realizzati nell’area di Lecce; nel capoluogo sono stati oggetto di restauro diversi edifici di pregio, come la Cattedrale, la Chiesa di S’Irene, la Chiesa di SS Nicolò e Cataldo, il Monastero di Santa Chiara, l’antico Seminario; altre testimonianze di pregio sono state recuperate ad esempio nei comuni di Martinafranca (Collegiata di S. Martino; Chiesa di S. Domenico), Francavilla (Palazzo Marchesale Imperiale), Galatone (il Santuario del Crocifisso della Pietà), San Severo (ex Monastero e Chiesa di S. Francesco; Chiesa di S. Maria della Pietà; palazzo dei Celestini; ex complesso monastico di San Lorenzo).
Anche l’itinerario archeologico è stato oggetto di valorizzazione, con interventi su realtà di particolare pregio quali l’area archeologica di Egnazia a Fasano, l’area Li Castelli a San Pancrazio, il parco archeologico “Muro Tenente” a Mesagne, il parco archeologico delle Mura Messapiche a Mandria, il parco archeologico e naturale di Agnano presso Ostuni. L’itinerario archeologico è stato valorizzato anche attraverso interventi sul diverse strutture mussali, per il recupero e l’allestimento.
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Infine, molti interventi hanno riguardato la valorizzazione del patrimonio diffuso, quali chiese, edifici, castelli, nella logica di promuovere il territorio in maniera integrata.
COMUNE INTERVENTO Alberobello Museo del territorio e Recupero zona monumentale e via Indipendenza Castellana Grotte Museo speleologico
Monopoli Palazzo Martinelli Villa Romana in Via Baione
Noci Complesso San Domenico Restauro Abbazia di Barsento
Polignano a mare Edificio di fine ‘800 Turi Chiesa matrice e Chiesa S.Rocco (Cofin.to Comune) Fasano Ex Convento Teresiane – ristrutturazione ala nord etc.
Mesagne Parto archeologico presso Muro Tenente Terme romane
Ceglie Messapica Castello Ducale (parte pubblica) Cisternino Chiesa Matrice Locorotondo Chiesa Matrice Ostuni Parco Archeologico e naturale di Agnano
Galatina Chiesa della Misericordia Ex Convitto Colonna
Galatone Chiesa del Crocifisso
Lecce Monastero di S.Chiara: recupero e valorizzazione a fini culturali Valorizzazione e fruizione Monastero dei Teatini (completamento)
Nardò Complesso conventuale S.Antonio Recupero e valorizzazione murales ebraici (S.Maria al Bagno)
Avetrana Torrione: completamento strutturale per uso museale
Manduria Ex Convento delle Servite Torre dell'orologio - Porticella
Sava Recupero Ipogeo del Palazzo del Comune del ‘600 San Pancrazio Recupero e salvaguardia e riqualificazione area archeologica “Li Castelli”
San Severo Chiesa S. Maria della Pietà Chiesa S. Severino Ex Convento-Chiesa S.Francesco: valorizzazione e fruizione
San Paolo Civitate Ex Monastero S. Antonio, recupero e valorizzazione per musealizzazione integrata e patrimonio archeologico TeanumAppulum Chiesa S. Paolo
PIS 12 Itinerario turistico culturale Normanno – Svevo - Angioino
Il PIS Normanno – Svevo – Angioino è senza dubbio quello più complesso, ben 102 comuni, in considerazione dell’influenza che per molti secoli la presenza dei normanni, svevi ed angioini ha avuto sullo sviluppo dell’intero territorio regionale, da cui la presenza diffusa di un ricco patrimonio storico-architettonico (castelli, fortificazioni, residenze e palazzi federiciani, castelli normanno-svevo-angioini, cattedrali, basiliche, duomi e chiese, musei, archivi storici di particolare pregio, siti archeologici),riconducibile al periodo che va dall’XI al XV secolo.
In linea con i principi che hanno guidato la programmazione dei PIS, l’idea forza consiste nel costruire un sistema articolato e integrato di fruizione delle risorse storico-culturali, ivi comprese le ricchezze naturalistiche e testimonianze dell’identità locale (eno-gastronomiche, artigianali, folkloristiche, rurali), così da rafforzare l’identità e la competitività dell’area e favorire flussi turistici crescenti e destagionalizzati. Il recupero e la rifunzionalizzazione dei beni architettonici (castrensi e religiosi) di origine normanno-sveva-angioina è quindi condizione necessaria per consolidare il loro ruolo di attrattore turistico, in maniera integrata con le altre risorse del territorio.
Con riferimento specifico al patrimonio storico architettonico, il PIS individuava una serie di interventi di recupero, valorizzazione e fruizione da ammettere a finanziamento a valere sulla Misura 2.1 del POR 2000-2006, riportati nel prospetto seguente.
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COMUNE INTERVENTO Apricena Borgo Castel Pagano (completamento)
Foggia
S. Lorenzo in Carmignano: messa in luce dell'insediamento medioevale della residenza federiciana e restauro chiesa del '400 Epitaffio e Passo di Corvo Chiesa della Misericordia
Candela Palazzo Ripandelli Trinitapoli Parco archeologico Barletta Sistemazione fossato e sotterranei del Castello ed allestimento museo virtuale Canosa di Puglia Valorizzazione e recupero a fini museali delle cavità sotterranee in agro di Canosa Trani Sinagoga: recupero adeguamento ed allestimento museale Terlizzi Recupero Palazzo De Napoli e allestimento Pinacoteca Bisceglie Parco preistorico Dolmen
Bari Chiesa del Gesù Chiesa del Carmine e Cappella S. Rita
Bitetto Chiesa della Maddalena Bitonto Mura Angioine e giardini pensili Cassano delle Murge Palazzo Marchesale
Conversano Monastero San Benedetto (Amm.Com. e Diocesi) Cattedrale (completamento) Chiesa S. Benedetto
Sannicandro Castello e relative pertinenze (Completamento) Acquaviva delle Fonti Castel De’ Mari Gioia Palazzo San Domenico ed ex Distilleria
Brindisi
Ristrutturazione e valorizzazione ed allestimento del Museo Ribezzo Palazzo ex scuola marinara – casa del turista Santa Maria degli Angeli Chiesa Santa Teresa
Carovigno Castello Dentice di Frasso – recupero e fruizione Parco
Oria Consolidamento dei contrafforti del castello in parco Montalebano, Torre Palomba, Piazza dei Normanni, Sedile, Madonna della Scala
Torchiarolo Sito archeologico Valesio Latiano Torre del Solise
Lecce Parco attrezzato Belloluogo Chiesa SS Niccolò e Cataldo
Carmiano Palazzo dei Celestini Corigliano d’Otranto Castello De’ Monti Leverano Torre di Federico II Melendugno Area archeologica Roca Vecchia
L’itinerario dei castelli è senz’altro quello su cui maggiormente insistono i progetti finanziati in maniera assolutamente diffusa sul territorio; sono stati oggetto di recupero e valorizzazione i castelli di Lecce, Gallipoli, Monte Sant’Angelo, Trani, Brindisi, Acaja, Apricena, Corigliano d’Otranto, Sannicandro di Bari, Bari, Lucera, Otranto, Bovino, Sant’Agata di Puglia, Barletta, Bisceglie, Manfredonia, Carovigno, Copertino, Deliceto, Castel Del Monte, Conversano, Vieste, Torremaggiore, Oria.
Altrettanto rilevanti i progetti di valorizzazione del patrimonio religioso, con interventi ad esempio sulla Basilica di San Nicola a Bari, la Cattedrale di Trani, la Cattedrale di Andria, la Cattedrale di Foggia, il Duomo di Lucera, la Cattedrale di Otranto.
L’itinerario normanno – svevo – angioino appare potenziato anche grazie alle opere di sistemazione ed allestimento di diversi ed importanti musei: archeologici (ad esempio, di Taranto, di Lucera, di Ascoli Satriano, di Bari, di Egnazia); etno antropologici (a Lucera, Altamura, Sammichele di Bari); religiosi (Bari, Andria, Bitonto); artistici (Bitonto, Bisceglie, Terlizzi, Troia).
PIS 13 Itinerario turistico culturale Habitat Rupestre
L’idea forza del PIS Habitat Rupestre risiede nella costruzione di un sistema turistico articolato e composito finalizzato alla valorizzazione e alla più ampia fruizione delle gravine e del paesaggio rupestre sulle tracce
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dell’Uomo di Altamura e sulle Orme dei Dinosauri, in un'ottica di integrazione e di qualificazione dell’offerta complessiva dell'area di beni storico-culturali e naturalistico-ambientali.
Il PIS identificava le risorse turistico – culturali in tre aree tematiche principali:
1. insediamenti rupestri (siti localizzati nei comuni di Gravina, Altamura, Santeramo in Colle, Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Massafra, Crispiano, Grottaglie, Palagianello, Statte);
2. siti archeologici (comuni di Gravina, Altamura, Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Crispiano, Grottaglie);
3. siti architettonici e masserie (comuni di Gravina, Altamura, Ginosa, Castellaneta, Mottola, Massafra, Crispiano).
Nel dettaglio, la strategia di intervento discendente dall’idea forza si sostanzia, alla luce di quanto detto, nella attuazione concertata, a livello locale, di gruppi di interventi omogenei, composti di investimenti pubblici e privati, che possano rafforzare e definire l’offerta turistico-ricettiva locale, nelle sue componenti fondamentali:recupero e rifunzionalizzazione dei beni architettonici di natura rupestre, quali fondamentali “attrattori” dei flussi turistici, nonché dei beni artistici e naturali ad essi connessi;azioni di valorizzazione e fruizione degli stessi beni;accoglienza e servizi al turista;qualità del sistema delle infrastrutture minori a servizio dell’offerta.
In particolare, con riferimento all’attuazione della Misura 2.1 del POR Puglia 2000-2006, il PIS individuava una serie di interventi strategici, riassunti nel prospetto seguente.
Comuni Interventi
Altamura Completamento intervento di recupero, valorizzazione e fruizione della Masseria Jesce Interventi di recupero Mura Megalitiche
Castellaneta Interventi di recupero del Palazzo Catalano per servizi museali e di fruizione collettiva a carattere comprensoriale
Ginosa Intervento di recupero e fruizione del Patrimonio Rupestre del Quartiere Rivolta Fruizione Scavi Archeologici Scurosciuto
Gravina in Puglia Intervento di recupero, valorizzazione e fruizione di Palazzo Pomarici Intervento di recupero, valorizzazione e fruizione dell'ex Seminario Diocesano
Grottaglie Valorizzazione Cave di Fantiano e Gravina del Fullonese quale piattaforma per l'offerta di servizi teatrali e culturali
Laterza Intervento di recupero Santuario Mater Domini e annessi insediamenti rupestri
Massafra Intervento di recupero e valorizzazione delle chiese rupestri ad ovest del territorio urbanizzato in continuità con il territorio di Mottola Recupero e valorizzazione Palazzo Pagliara - Museo Archeologico
Montemesola Palazzo Marchesale
Mottola Intervento di recupero, valorizzazione e fruizione del Villaggio Ipogeo Petruscio e Parco Archeologico di Casalrotto
Santeramo Recupero, valorizzazione e fruizione delle grotte Sant'Angelo e S. Eligio Recupero manufatto e valorizzazione culturale (auditorium, museo, biblioteca)
Crispiano Intervento di valorizzazione e fruizione di insediamenti rupestri nella gravina di Triglio (al confine di Statte)
Statte Intervento di valorizzazione e fruizione di insediamenti rupestri nella gravina di Triglio (al confine di Crispiano)
Palagianello Intervento di valorizzazione e fruizione di insediamenti rupestri nella gravina di Palagianello (al confine di Mottola)
L’analisi degli interventi finanziati nel periodo di programmazione 2000-2006 ed effettivamente avviati consente di verificare come la quasi totalità dei progetti ritenuti strategici siano stati implementati.
Se si guarda alla tipologia dei progetti, si rileva in particolare la valorizzazione di siti che rientrano nell’itinerario della civiltà rupestre e la realizzazione di opere per il recupero e la sistemazione di strutture museali dedicati a questo tema; in particolare, interventi di rilievo sono stati localizzati nelle aree di Altamura, Crispiano, Ginosa, Massafra, Mottola, Palagianello, Santeramo in Colle e Statte.
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In merito all’itinerario archeologico, sono stati realizzati soltanto interventi nell’area di Altamura, per la valorizzazione della grotta di Lamalunga.
Molti invece gli interventi che hanno avuto per oggetto il patrimonio religioso e storico architettonico diffuso, quali chiese, cattedrali, castelli e complessi conventuali.
PIS 14 “Turismo, Cultura e Ambiente nel territorio del Sud Salento”
Il PIS mirava ad elevare il livello di sviluppo socio-economico dell’area attraverso il consolidamento, l’innovazione e la qualificazione dell’economia del turismo in una logica di integrazione e valorizzazione di tutte le risorse ambientali, culturali e produttive del territorio, Attraverso:
1. la connessione degli interventi di sviluppo dell’offerta turistica con la valorizzazione delle attività artigianali, commerciali, folkloristico – culturali e agrituristiche
2. la centralità dei servizi innovativi, della formazione e degli interventi immateriali accanto a quelli di tutela e di recupero del paesaggio e del patrimonio immobiliare
3. la capacità di fare sistema da parte dell’insieme delle autonomie locali coinvolte nel PIS
4. i livelli di cooperazione attivati tra l’insieme delle autorità pubbliche ed i principali operatori privati presenti nell’area.
Il Piano di valorizzazione e gestione degli itinerari turistico-culturali del PIS Sud Salento movimentava diverse Misure del PIS in forma negoziata con l’AdG del POR Puglia e consentiva di prevedere l’erogazione di finanziamenti in termini non dispersivi e frammentati ma di sistema, nella logica propria della progettazione integrata e strategica. Il Piano era organizzato in sottosistemi cui potevano aderire, di volta in volta, consistenti sottoaggregazioni del soggetto PIS formalmente costituito, con la possibilità strategica d’interconnessione dei sistemi per raggiungere la massa critica necessaria a rendere appetibile ai privati la gestione dei diversi itinerari e l’offerta dei servizi aggiuntivi.
Ogni risorsa di pregio (musei, biblioteche, archivi, aree naturali, borghi rurali, e via dicendo) del territorio PIS Sud Salento acquistava valore intrinseco perché contribuiva a creare un sistema di beni organizzato secondo modelli originali di gestione unitaria, integrato con servizi al turismo e alla popolazione e arricchito di servizi innovativi di presentazione e fruizione.
Con l’implementazione del Piano del PIS, quindi, nelle intenzione, si sarebbero realizzati: il sistema dei musei; il sistema archeologico; il sistema delle biblioteche; il sistema degli archivi; il sistema dei prodotti tipici dell’enogastronomia e dell’artigianato; il sistema della ricettività diffusa degli agriturismi, le masserie e gli alberghi diffusi; il sistema delle aree naturali protette; il sistema dei centri storici; ecc.
Alla luce della specifica tematica del PIS Sud Salento, nonché delle peculiarità del territorio di riferimento legate sia all’esistenza di un patrimonio culturale-ambientale diffuso e diversificato, sia alla consistenza dei flussi turistici, emergono tre aree di maggiore attrazione intorno ai centri di Gallipoli, Otranto e Ugento che strategicamente si prestano ad assumere la funzione di “volano” per l’intero territorio. In tal senso sono state assicurate le risorse finanziarie necessarie, nell’ambito dell’APQ, per i seguenti interventi:
Gallipoli: intervento di recupero e valorizzazione del Castello, del Teatro e dell’ex mercato; intervento di recupero e valorizzazione della Concattedrale di Sant’Agata; Ugento: intervento di valorizzazione e fruizione del Museo Civico e della relativa sede Convento dei Francescani;
Otranto: intervento di recupero e valorizzazione della cinta muraria del Castello; consolidamento e restauro delle superfici lapidee esterne della Cattedrale
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In particolare, con riferimento all’attuazione della Misura 2.1 del POR Puglia 2000-2006, il PIS individuava una serie di interventi strategici, riassunti nel prospetto seguente.
BENEFICIARIO INTERVENTI Acquarica del Capo Castello Sforza Alessano Palazzo Lecari Alezio Palazzo Tafuri Andrano Castello Caracciolo Castrignano de’ Greci Castello De Gualtieris Castrignanodel Capo Grotta della Porcinara
Torre di Salignano Grotta del Diavolo
Castro Castello Giurdignano Itinerario Dolmen Matino Palazzo Marchesale Melpignano Palazzo del '500 Minervino Ex Convento Cappuccini Montesano Salentino Palazzo Bitonti Morciano di Leuca Ex convento carmelitani Neviano Insediamento rupestre Macugnano Nociglia Castello Otranto Ex convento cappuccini Parabita Parco archeologico
Museo del manifesto Patù Palazzo Liborio Romano Poggiardo (Vaste) Itinerari archeologici - II lotto Presicce
Palazzo ducale Chiesa S. Maria degli Angeli
Santa Cesarea Terme Convento Chiesa Madre Madonna dell’Idri
Supersano Castello Manfredi Taurisano Palazzo ducale
Casa filosofo Vanini Taviano Castello Marchesale De Franchis Tricase Castello Gallone
Inoltre, sono finanziati i seguenti interventi a valere sulle risorse già assegnate alla Regione Puglia con deliberazione CIPE n. 17/2003 e ricomprese nell’Accordo di Programma Quadro (APQ) in materia di Beni ed Attività culturali:
BENEFICIARIO INTERVENTI Botrugno Palazzo Marchesale Collepasso Castello Baronale Diso Convento del ‘600
Ipogeo marittima Gallipoli Cinta muraria e Chiesa dell’Immacolata Muro Leccese Santa Maria di Miggiano Ortelle Cripta S.Vito Salve Convento Cappuccini e Palazzo Persico San Cassiano Palazzo Baronale Specchia Palazzo Risolo e Cripta Francescani Neri Tiggiano Palazzo Baronale Ugento Palazzo Rovito Uggiano La Chiesa Cripta S.Elena e Grotta Basiliana
Il Piano strategico per il PIS Sud Salento prevedeva la partecipazione di sottoaggregazioni del Soggetto PIS ai bandi ApQ Beni Culturali per la creazione del sistema delle biblioteche, del sistema dei musei e del sistema degli archivi, al fine di assicurare un’organizzazione ed un appeal dei sistemi delle biblioteche, musei, archivi del PIS Sud Salento che li collochino secondo caratteristiche d’innovazione, omogeneità e di qualità degli allestimenti.
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La ricostruzione dei progetti effettivamente avviati nei territori riconducibili all’area del PIS Sud Salento permette di evidenziare una sostanziale corrispondenza dei beni oggetto di recupero con quelli identificati come strategici: 44 interventi, tutti conclusi nel corso del periodo di programmazione in termini di impegni/costi e con una media di attuazione nel medesimo periodo di spesa di oltre il 90%.
Solo tre interventi hanno interessato beni che appartengono al sistema/itinerario archeologico: l’itinerario dolmen a Murgignano, l’insediamento rupestre a Neviano e il parco archeologico di Parabita. Quattro sono gli interventi riconducibili al sistema/itinerario del sacro, con il recupero e restauro di chiese nei comuni di Mure leccese, Presicce e Santa Cesarea Terme
Il sistema dei centri storici, con la maggior parte dei progetti strategici riconducibili alla tipologia storico-architettonico, è quello che più caratterizza l’immagine del PIS attraverso la sua prima attuazione degli interventi strategici, con il recupero di numerosi palazzi, castelli e conventi.
Altri 41 interventi, oltre a quelli strategici, risultano per lo più realizzati nella programmazione 2000-2006 nell’ambito dello strumento PIS Sud Salento, per un totale di 85 interventi. Di questi ulteriori interventi: 6 sono riconducibili al sistema archeologico, con i due interventi di maggior peso finanziario testi alla realizzazione dell’itinerario archeologico di Vaste nel comune di Poggiardo; un intervento riguarda la realizzazione di una guida su carta e in rete egli archivi storici parrocchiali, sempre a Poggiardo; 3 interventi ricadono nel sistema delle biblioteche nei comuni di Tricase e Collepasso; 6 interventi sono riconducibili al sistema del sacro; uno studio di fattibilità riguarda il sistema del cinema nel comune di Specchia; due interventi riguardano il sistema museale e sono localizzati nei comuni di Cursi e Maglie, e ben 22 interventi sono riconducibili alla tipologia storico-architettonico.
PIS 15 Territorio Cultura ed Ambiente del Gargano
Obiettivo del PIS era quello di consolidare il sistema locale basato sull’economia turistica attraverso la costruzione di una filiera produttiva legata al prodotto Gargano, nonché l’integrazione di questa filiera con le altre produzioni tipiche dell’area, la diffusione di processi di innovazione di prodotto / mercato in direzione di segmenti più elevati di offerta, il consolidamento dell’immagine di un parco a tema naturale visto come polo turistico aperto ad altri itinerari.
In questo ambito, assumeva rilievo la valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso interventi di recupero dei castelli, chiese, palazzi, fortificazioni, edifici tipici anche rurali e siti archeologici rilevanti per la ricostruzione di itinerari turistici integrati, che riguardavano: l’itinerario sacro; l’itinerario archeologico; l’itinerario monumentale; l’itinerario dei centri urbani; l’itinerario ambientale.
In particolare, con riferimento all’attuazione della Misura 2.1 del POR Puglia 2000-2006, il PIS individuava una serie di interventi strategici, riassunti nel prospetto seguente.
BENEFICIARIO INTERVENTI
Ente Parco del Gargano
Recupero e valorizzazione dell’Hospitales San Leonardo a Manfredonia Recupero valorizzazione e fruizione mussale virtuale della Grotta Paglicci a Rignano Garganico Valorizzazione e fruizione del Parco paleontologico dedicato ai dinosauri e alla paleoecologia del Gargano a San Marco in Lamis Recupero, valorizzazione e fruizione del Convento Beata Vergine degli Angeli a Vieste
Comune di Carpino Recupero e rifunzionalizzazione del Palazzo Baronale al fine di valorizzare le manifestazioni del Folk Festival dei Cantori di Carpino
Comune delle Isole Tremiti Recupero e valorizzazione e fruizione del Faro San Domino e del Faro Caprara Interventi di recupero e valorizzazione dell’Abbazia
Comune di Lesina Recupero e valorizzazione della Cattedrale Comune di Mattinata Valorizzazione e fruizione del Parco Archeologico Monte Saraceno
Comune di Monte Sant'Angelo Recupero e rifunzionalizzazione del Castello monumentale Recupero e valorizzazione di parte dell’Abbazia di Santa Maria di Pulsano
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Comune di Rodi Garganico Recupero, valorizzazione e fruizione del Convento dei cappuccini
Comune di Sannicandro Garganico Recupero, valorizzazione e fruizione di Palazzo Zaccagnino Recupero, valorizzazione e fruizione del Convento Santa Maria delle Grazie
Comune di Vico del Gargano Valorizzazione e fruizione Area Archeologica di Monte Pucci Comune di Vieste Recupero e restauro delle Mura urbiche
La ricostruzione dei progetti effettivamente avviati nei territori riconducibili all’area del PIS Gargano permette di evidenziare una sostanziale corrispondenza dei beni oggetto di recupero con quelli identificati come strategici e soprattutto consente di individuare quali itinerari tematici sono stati privilegiati, seppure in maniera non intenzionale, e quindi le aree dove sono potenzialmente maggiori le ricadute in termini di fruizione del territorio.
Innanzitutto, va segnalato come la maggior parte dei progetti strategici siano stati attuati nel corso del periodo di programmazione, ad eccezione dei seguenti: Recupero e valorizzazione e fruizione del Faro San Domino e del Faro Caprara; Valorizzazione e fruizione del Parco Archeologico Monte Saraceno; Recupero, valorizzazione e fruizione del Convento dei cappuccini; Recupero, valorizzazione e fruizione di Palazzo Zaccagnino; Valorizzazione e fruizione Area Archeologica di Monte Pucci.
Se si guarda agli itinerari tematici, escludendo quello naturalistico che non è oggetto della ricerca, si osserva una netta prevalenza dei beni che contribuiscono all’itinerario del sacro, con interventi finalizzati al recupero di abbazie, chiese e santuari, tra cui assumono rilievo per l’importo dell’investimento l’Abbazia ad Isole Tremiti, il Santuario di S. M. Pulsano a Monte S.Angelo, la Chiesa del Crocifisso a Rodi Garganico e l’Abbazia de Monte Devio a Sannicandro Garganico.
Diversi interventi hanno interessato beni che appartengono all’itinerario archeologico, tra cui il recupero della Grotta Paglicci a Rignano Garganico; in questo ambito, sono da ricomprendere anche alcuni interventi per recupero e allestimento di musei archeologici, come quello di Mattinata e quello di Manfredonia.
Per quanto riguarda l’itinerario monumentale, tre i castelli oggetto di recupero, localizzati a Monte S. Angelo, Manfredonia e Vieste, il primo di quali oggetto di due finanziamenti, con un investimento complessivo superiore ai 2,7 milioni di euro.
Infine, molti interventi diffusi sul territorio contribuiscono alla valorizzazione dei centri urbani, anche senza rientrare in maniera specifica in uno dei tematismi sopra ricordati; Manfredonia, Monte Sant’Angelo, San Marco in Lamis e Vieste, sono i comuni con il maggior numero di progetti finanziati.
Gli interventi nelle aree SAC
Come scritto nella nota metodologica “Strategia regionale per la valorizzazione del sistema turistico, ambientale e culturale” della Regione Puglia, Area Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti, i SAC – Sistemi Ambientali e Culturali sono fondati sulla messa a sistema delle risorse ambientali e culturali; i STT – Sistemi Turistici Territoriale sono, invece, dedicati alla messa a sistema delle attività di promozione turistica. I due strumenti SAC e SIT, in ideale azione sinergica, sono improntati ad una gestione più efficiente ed una fruizione ordinata e sostenibile del patrimonio territoriale. Essi rappresentano lo strumento operativo grazie al quale rafforzare l’inserimento della Puglia nello spazio euro-mediterraneo, ivi compresa la regione euro-adriatica, nonché acquisire una nuova logica di finanziamento per l’insieme dei progetti territoriali. Il passaggio dal piano di interventi plurifondo all’adozione dei sistemi turistici, ambientali e culturali è marcato dal requisito dell’organizzazione e dalla presenza di un’idea forza capace di promuovere percorsi avanzati di attrattività regionale, anche relativamente ai flussi turistici, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo socioeconomico e la cooperazione territoriale internazionale.
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Con i SAC/STT la Regione Puglia ha voluto, nell’ambito del ciclo di programmazione comunitaria 2007-2013, intensificare la strada della valorizzazione integrata dei propri vantaggi comparati (ambientali, culturali, economici, ecc) già intrapresa, quanto meno nelle intenzioni programmatiche, con i PIS (e PIT) nel precedente ciclo 2000-2006, ponendo particolare attenzione alla promozione di processi avanzati di integrazione funzionale, gestionale, tecnologica e sostanziale. L’obiettivo è disuperare, così, i principali limiti evidenziati in fase di attuazione dei PIS, identificabili in deboli capacità organizzative e gestionali e nell’eccessiva estensione territoriale dei soggetti PIS (in alcuni casi costituiti fra più territori anche non contigui).
I requisiti base dei SAC sono: la “delimitazione geografica” degli interventi; l’identificazione di un “Comitato promotore” e del requisito di “organizzazione”; la specificazione dell’idea-forza del progetto di valorizzazione territoriale e della visione strategica di lungo periodo per lo sviluppo locale e l’attrattività, anche in chiave turistica; l’identificazione della forma di gestione più adatta sotto il profilo giuridico amministrativo; l’approvazione di un Piano finanziario auto-sostenibile.La strategia regionale nel campo del turismo, della cultura e dell’ambiente, volta all’identificazione ed avvio dei SAC, è quella di “integrazione fra sistemi”, fondata sulla valorizzazione del territorio “reale” e connessa ai processi di pianificazione e sviluppo delle dieci Aree Vaste. Tale azione che si concretizza nella realizzazione di “azioni di sistema” a valere sull’Asse IV FESR con il diretto coinvolgimento di tutte le sue Linee di intervento del Piano Pluriennale di Attuazione. Ulteriori integrazioni vengono definite con interventi compresi nell’Asse VII del POR FESR Puglia “Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani”; con le operazioni individuate nella programmazione di Area Vasta, ammissibili all’Asse IV, nonché con le strategie ed interventi previsti nell’ambito dei STL e dei programmi di valorizzazione territoriale di natura interregionale e nazionale (POIN, PAIN, Poli Museali).
A seguito dell’avviso pubblico per la presentazione delle proposte di SAC sono state ricevute dalla struttura regionale responsabile 22 proposte, che sono state oggetto di una prima verifica di ammissibilità, al cui termine sono state individuate le proposte ammissibili, su cui effettuare la successiva valutazione di merito; nel dettaglio le proposte sono state raggruppate in tre fasce a seconda che le proposte medesime possano essere trasferite sui tavoli negoziali previe limitate integrazioni, nel caso della prima fascia e per punteggio uguale o superiore a 60; con integrazioni più puntuali per la seconda fascia, per punteggio uguale o superiore a 50; attraverso modifiche sostanziali per la terza fascia per punteggio inferiore a 50:
1. prima fascia: Mari tra le Mura (capofila Comune di Coversano); Terre d’arte e di sole (Comune di Ugento); Salento di mare e pietre (Comune di Sannicola di Lecce); Monti Daunia e Lucera (Comune di Lucera); La Via Traiana (Comune di Ostuni);
2. seconda fascia: Serre Salentine (Comune di Poggiardo); Terre Diomedee (Provincia BAT); Arneo (Comune di Nardò);
3. terza fascia: Nord barese (Comune di Bitonto); Alta Murgia (Parco Nazionale dell’Alta Murgia); Porta d’Oriente (Parco Regionale Otranto – Santa Maria di Leuca – Bosco di Tricase); Apulia Fluminum (Provincia di Foggia); Terre di Lupiae (Comune di Lecce); Ecomuseo di Peucetia (Comune di Gioia del Colle); Alto Tavoliere (Comune di Sansevero); Naturalmente….Gargano (Comune di Rodi Garganico); La Murgia dei Trulli (Comune di Monopoli); L’Araba Fenice (Ente Parco Nazionale del Gargano).
A differenza dei PIS, rispetto ai quali si è osservata una forte concentrazione in due realtà territoriali, l’analisi della distribuzione dei progetti 2000-2006 nel settore dei beni culturali nelle aree SAC mostra nel complesso una situazione di maggiore omogeneità, anche se va rilevato come circa il 15% dei progetti è localizzato in comuni che non appartengono ad alcun SAC, in particolare nell’area di Taranto.
Sono 6 i SAC con più alta concentrazione di progetti:
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4. innanzitutto il Nord Barese, con 64 interventi e 83,8 milioni di investimenti (rispettivamente pari al 9,8% e al 17,8% del totale);
5. il SAC Terre Diomedee, nella provincia di Barletta – Andria – Trani, con il 7,8% dei progetti ed il 7,3% degli investimenti;
6. il SAC Terre di Lupiae, nella provincia di Lecce, con il 7,3% dei progetti ed il 11,3% degli investimenti;
7. il SAC Apulia Fluminum, nell’area di Foggia, con il 7,2% dei progetti ed il 6,9% degli investimenti;
8. ed infine il SAC La via Traiana, nell’area di Brindisi, e il SAC Porte d’Oriente, nell’area di Lecce, con quote pari in entrambe i casi al 6,7% dei progetti e percentuali degli investimenti rispettivamente pari al 5,6% e al 5,9%.
Per quanto riguarda le tipologie di beni oggetto di investimento, il patrimonio storico architettonico concentra la quota maggiore di progetti, seguito dalle chiese.
Tabella 14 - Ripartizione dei progetti finanziati e degli investimenti attivati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per SAC: valori assoluti Territorio SAC Numero progetti Impegni POR Impegni Totali Pagamenti totali Alta Murgia 34 14,52 15,54 14,04 Alto Tavoliere 28 11,44 11,90 11,04 Apulia Fluminum 47 31,48 32,34 28,37 Araba Fenice 28 16,22 16,93 15,27 Arneo 20 12,29 13,03 11,51 Ecomuseo di Peucetia 10 8,52 8,54 8,37 La Murgia dei Trulli 28 15,37 19,08 13,71 La via Traiana 44 22,07 26,17 23,70 Mari tra le mura 18 7,72 8,42 7,15 Monti Dauni e Lucera 19 10,72 11,66 10,75 Naturalmente Gargano 4 2,03 2,03 1,92 Nord Barese 64 54,78 83,79 71,39 Porte d'Oriente 44 27,33 27,59 25,71 Salento di mare e pietre 23 12,50 13,24 10,57 Serre salentine 22 13,42 13,82 12,91 Terre d'arte e di sole 9 6,29 6,89 6,19 Terre di Lupiae 48 51,71 53,05 39,01 Terre Diomedee 51 30,58 34,07 28,86
Comune non SAC 100 60,37 64,07 57,99 Territorio regionale 14 8,98 9,10 5,76
Totale 655 418,33 471,26 404,25 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
Un’ultima informazione utile alla ricostruzione del quadro degli interventi all’interno del territorio pugliese riguarda la coincidenza tra territori PIS e territori SAC.
L’ampiezza del territorio che coincide con in PIS Normanno – Svevo – Angioino fa si che siano ben 13 i Sistemi Ambientali e Culturali che comprendono comuni appartenenti a questo PIS, con un peso più accentuato nel caso del SAC Nord Barese, delle Terre Diomedee e dell’Apulia Fluminum. Sono invece 102 i progetti del Barocco Pugliese che ricadono in 6 SAC, con particolare riferimento all’area della Murgia dei Trulli e dell’Alto Tavoliere.
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Tabella 15 - Ripartizione dei progetti finanziati e degli investimenti attivati nel settore dei beni culturali nel periodo di programmazione 2000-2006 per SAC: valori percentuali Territorio SAC Numero progetti Impegni POR Impegni Totali Pagamenti totali Alta Murgia 5,19 3,47 3,30 3,47 Alto Tavoliere 4,27 2,73 2,52 2,73 Apulia Fluminum 7,18 7,52 6,86 7,02 Araba Fenice 4,27 3,88 3,59 3,78 Arneo 3,05 2,94 2,76 2,85 Ecomuseo di Peucetia 1,53 2,04 1,81 2,07 La Murgia dei Trulli 4,27 3,68 4,05 3,39 La via Traiana 6,72 5,28 5,55 5,86 Mari tra le mura 2,75 1,84 1,79 1,77 Monti Dauni e Lucera 2,90 2,56 2,47 2,66 Naturalmente Gargano 0,61 0,48 0,43 0,48 Nord Barese 9,77 13,10 17,78 17,66 Porte d'Oriente 6,72 6,53 5,85 6,36 Salento di mare e pietre 3,51 2,99 2,81 2,62 Serre salentine 3,36 3,21 2,93 3,19 Terre d'arte e di sole 1,37 1,50 1,46 1,53 Terre di Lupiae 7,33 12,36 11,26 9,65 Terre Diomedee 7,79 7,31 7,23 7,14
Comune non SAC 15,27 14,43 13,60 14,35 Territorio regionale 2,14 2,15 1,93 1,43
Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: ns elaborazioni su dati Regione Puglia e banca dati SGP
GliinterventifinanziatimedianteilPOFESR2007‐2013
Nell’ambito del PO FESR Puglia 2007 – 2013 la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale è una priorità di intervento perseguita attraverso le azioni previste dall’Asse IV Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo. Nel dettaglio sono previste due azioni:
9. Azione 4.2.1 - Azioni materiali e immateriali per il completamento e potenziamentodelle reti di beni culturali connessi alle aree archeologiche, ai musei,alle biblioteche, agli archivi storici, ai teatri storici, ai castelli e alle cattedrali,al fine della fruizione turistica di tali beni e quindi dell’aumento dell’attrattivitàturistica della regione - che sviluppa interventi di riqualificazione e potenziamento del sistema di offertaculturale regionale attraverso interventi di recupero, fruizione, valorizzazione e messa inrete del patrimonio culturale. L’azione si concentra sul completamento di interventi dimaggiore potenzialità e significato già intrapresi nel passato periodo di programmazione,in particolare nell’ambito dei PIS.
10. Azione 4.2.2 - Azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale ingrado di mobilitare significativi flussi di visitatori e turisti di cui sia valutatala domanda potenziale, anche ai fini di destagionalizzazione dei flussi di visita,dell’allungamento della stagione e di una maggiore attrazione di differentisegmenti di domanda – che sostiene le iniziative volte a costruire e valorizzare il “sistema di relazioni” traterritorio e beni culturali regionali di particolare rilievo, aventi carattere di “centralità”nei processi di sviluppo socioeconomico locale, anche attraverso la razionalizzazionedell’offerta esistente.
Allo stato attuale, sono stati finanziati 109 progetti, per un investimento ammesso pari a 55,1 milioni di euro, concentrati in modo particolare nelle aree delle province di Bari e Lecce.
Anche in questo caso, se si osservano i territori PIS, i progetti sono localizzati in particolare nell’area de Normanno – Svevo – Angioino e quindi nell’area del Barocco, mentre hanno un peso decisamente minore le altre realtà.
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Molti anche in questo caso i progetti localizzati in comuni non appartenenti ai SAC; l’area delle Terre Diomedee si caratterizza per il maggior numero di interventi (12,8% del totale), mentre dal punto di vista degli investimenti la quota maggior riguarda i progetti dell’area dell’Alta Murgia e del Nord Barese (rispettivamente 13,3% e 11,6%.)
Conclusioni
L’analisi dei dati sull’insieme degli interventi finanziati ed avviati in Puglia nel periodo di programmazione 2000-2006 attraverso fondi comunitari e/o nazionali ha messo in evidenza alcuni aspetti utili alla impostazione della seconda fase della ricerca valutativa, con particolare riferimento alla scelta delle aree da proporre come oggetto di casi studio e alla definizione delle domande di valutazione.
Nel complesso, si osserva una certa diffusione degli interventi sul territorio regionale, anche se con una concentrazione maggiore nelle aree della provincia di Bari e di Lecce, con una netta prevalenza di progetti rientranti nelle due categorie “recupero e valorizzazione del patrimonio storico – architettonico” e “chiese”.
Il confronto con le peculiarità dei diversi territori ha messo in luce il contributo potenziale degli interventi alla valorizzazione degli itinerari tematici turistico – culturali, quali quello religioso, quello archeologico e quello storico. Una porzione molto rilevante degli interventi sembrano aver riguardato il patrimonio diffuso. Questo dato va indagato in modo più approfondito nel prosieguo della ricerca, perchè appare indicare un disallineamento tra gli indirizzi contenuti nei documenti programmatici nazionali e regionali e la strumentazione operativa a disposizione della Regione per realizzare tali indirizzi nel confronto concreto con le capacità progettuali espresse dai territori. Un capitolo a parte riguarda gli investimenti che hanno avuto per oggetto il sistema delle biblioteche e degli archivi, che sembrano aver seguito una logica più strettamente di rete, coerente con le scelte strategiche nazionali e regionali.
Stante questa premessa, si ritiene utile che i casi studio siano scelti in modo da privilegiare interventi in aree PIS sulla base di due criteri principali:
a) appartenenza ad un itinerario tematico, secondo le informazioni contenute nei documenti programmatici di riferimento;
b) per altri progetti, localizzazione nei comuni dove sono presenti progetti scelti in base al criterio a). L’utilizzo di questo criterio permetterebbe di includere nell’analisi anche beni oggetto di intervento, ma non sempre rientranti negli itinerari, quali i teatri, gli archivi e le biblioteche. (itinerari peraltro previsti e finanziati a livello nazionale tramite lo strumento APQ beni culturali)
Tali criteri consentirebbero di verificare l’esistenza di strategie locali di sviluppo fondate sulla valorizzazione del patrimonio culturale che l’intervento regionale e’ riuscito a captare nei fatti e vertere sulle condizioni (amministrative, sociali, economiche, politiche) che hanno consentito l’emergere e soprattutto l’attuazione di tali strategie. Un elemento particolarmente importante, e di rilievo per le scelte future, riguarda le modalita’ di interazione tra la Regione ed il territorio, gli strumenti effettivamente attivabili ed attivati per realizzare gli indirizzi programmatici, le condizioni per l’integrazione tra le strategie regionali e nazionali e le aspirazioni dei territori. L’analisi ulteriore, anche alla luce delle scelte in tema di programmazione PIS e SAC effettuate dalla Regione Puglia, dovrà focalizzarsi su aspetti quali l’effettiva fruibilità dei beni oggetto di recupero e valorizzazione, le modalità di gestione dei beni, il livello di integrazione tra interventi, le modalità adottate per la promozione turistica, l’effettiva fruizione dei beni, e le ricadute sul territorio.
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Allegato3–Analisidell’applicabilitàdellemetodologie“nonsperimentali”dianalisicontrofattualealcasodistudio(acuradiPierluigiMontalbano)
L’obiettivo dichiarato del presente approfondimento tecnico, dedicato specificamente
all’applicabilità delle metodologie “non sperimentali” di analisi controfattuale alla ricerca valutativa
in oggetto, nasce dalla consapevolezza che la mera verifica dell’andamento (positivo o negativo)
delle variabili obiettivo predefinite (nell’ambito dei programmi e progetti di intervento strutturale),
non permette di trarre giudizi circa gli effetti (favorevoli o meno) di tali interventi.
Ciò per una serie di motivi noti: in primo luogo, la probabile compresenza di molteplici fattori capaci
di incidere sui suddetti effetti "ex post"; in secondo luogo, il noto problema delle “distorsione da
selezione”, legato al fatto che i beneficiari dell’intervento non sono generalmente un campione
casuale della popolazione ma verosimilmente in possesso di caratteristiche specifiche in grado di
“spiegare” la loro appartenenza al gruppo dei beneficiari dell’intervento in oggetto; in terzo luogo,
l'esistenza di “effetti di spillover” o “side effects” dell'intervento capaci di incidere significativamente
sugli esiti complessivi, ancorché non previsti “ex ante” dai policymakers.
L'analisi controfattuale è, in linea di principio, in grado di ovviare alle difficoltà di cui sopra. Trattasi
di una tecnica quantitativa in grado di confrontare i dati osservati post‐ intervento (il fattuale) con la
situazione ipotetica caratterizzata da assenza di intervento (il controfattuale). La pressoché assenza
di dati sperimentali in economia forza l'analisi controfattuale ad utilizzare metodologie "non
sperimentali" o “quasi sperimentali” di ricostruzione ex post dei gruppi di analisi (trattamento e
controllo) capaci di garantire che essi non abbiano caratteristiche sistematicamente differenti, a
parte il trattamento.
Problemi analisi
empirica ex post
L’analisi
controfattuale
Leprincipalitecnichequantitativeperlavalutazionedeglieffettidellepolitichepubbliche:obiettividianalisieproblemipratici
L’obiettivo principale dei metodi quantitativi per l’analisi dell’impatto delle politiche pubbliche è
quello di valutare gli effetti dell’esposizione di una determinata popolazione ad un intervento
specifico (o trattamento), laddove i destinatari dell’intervento sono generalmente agenti
economici come individui, famiglie, imprese, istituzioni locali e nazionali (Imbens&Wooldridge,
2009)30. L’effetto della politica è idealmente definibile attraverso la comparazione dei risultati
ottenuti da una stessa popolazione nel caso in cui riceva e non riceva il trattamento. Tale
comparazione soffre ovviamente del fatto che l’osservazione dei dati permette di esaminare solo
uno dei sue possibili stati del mondo e quindi la valutazione degli effetti della politica dovrà
necessariamente essere basata sul confronto tra popolazioni distinte che ricevono un diverso
livello di trattamento. Ciò impone al valutatore di ricostruire ‐ attraverso l’utilizzo di tecniche
quantitative ‐ quale sarebbe stato l’andamento delle variabili‐risultato nel caso in cui l’intervento
La situazione
controfattuale
30 Imbens, Guido W., & Jeffrey M. Wooldridge. 2009. “Recent Developments in the Econometrics of Program Development.”
Journal of Economic Literature, 47(1): 5–86.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
105
non fosse stato attuato. Tale ricostruzione viene detta situazione controfattuale ed è solitamente
affrontata attraverso la comparazione tra popolazioni trattate e non trattate che siano tra loro
statisticamente equivalenti per caratteristiche.
Il problema principale nella ricostruzione della stima controfattuale è rappresentato dalla
cosiddetta “distorsione da selezione” (selectionbias), ovvero dalla sistematica differenza tra gruppo
di trattamento e gruppo di controllo che rende impossibile la comparazione dei rispettivi risultati.
L’approccio alla risoluzione del problema della distorsione da selezione è uno dei principale
elementi che caratterizza e differenzia le tecniche quantitative per l’analisi delle politiche
pubbliche. Una prima distinzione ampliamente riconosciuta dalla letteratura scientifica distingue
tra metodi sperimentali (experimental design) e metodi quasi‐sperimentali (quasi‐experimental
design). I metodi sperimentali risolvono il problema della distorsione da selezione prima dell’inizio
dell’intervento attraverso la randomizzazione del processo di selezione del gruppo di trattamento e
di controllo all’interno di una popolazione eleggibile composta da unità tra loro comparabili (c.d.
randomizedexperiments). Negli esperimenti randomizzati si presume che entrambi i gruppi
abbiano caratteristiche simili e quindi la differenza dei risultati medi può essere considerata una
stima non distorta dell’impatto dell’intervento. Tale risultato è valido solo se la composizione dei
gruppi rimane costante durante l’intera durata dell’esperimento e quindi non si assiste a fenomeni
di contaminazione, dove il gruppo di controllo viene esposto all’intervento (sia per prossimità
geografica e sia per interventi paralleli) (Leeuw&Vaessen, 2009)31.
Nonostante che tale approccio sia considerato il più affidabile tra le varie tecniche di analisi
controfattuale perché consente di manipolare il processo di selezione dei gruppi, nella letteratura
economica la randomizzazione ha un ruolo alquanto limitato (Imbens&Wooldrige, 2009). Tale
contraddizione è principalmente dovuta proprio al fatto che i criteri di selezione dei soggetti
destinatari di un intervento avviene solitamente in base a determinate caratteristiche degli
individui e dei territori. In tal caso, la differenza riscontrata nelle variabili‐risultato non dipende più
unicamente dal trattamento ma anche dalle differenti caratteristiche dei due gruppi precedenti
all’intervento di policy. Tale situazione obbliga il valutatore ad adottare metodi quasi‐sperimentali
basati sulla simulazione della situazione controfattuale al fine di ridurre l’effetto distorsivo creato
dal processo di selezione. L’assunto base delle tecniche quasi‐sperimentali è detto
“unconfoundednessassumption” il quale richiede che le caratteristiche osservate siano gli unici
fattori associati con l’assegnazione del trattamento e con i suoi potenziali risultati. Questo implica
la disponibilità di un set di variabili sufficientemente ricco che sia in grado di predire l’indicatore di
trattamento in modo tale che l’aggiustamento delle differenze tra gruppi conduca ad una stima
valida del nesso causale tra intervento e risultato.
Uno dei principali metodi basati su tale assunto è l’abbinamento statistico (matching). Tale
metodologia è applicata quando non è stato possibile creare un gruppo di controllo e uno di
trattamento all’inizio dell’intervento (come nel caso dei metodi sperimentali) e si vuole procedere
Il problema della
distorsione da
selezione
Introduzione ai
metodi quasi‐
sperimentali
L’abbinamento
statistico (matching)
31 Leeuw, F., &Vaessen, J. 2009. Impact Evaluations and Development. Washington, D.C.: Network of Networks on Impact
Evaluation (NONIE)
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con la ricostruzione di tali gruppi una volta che la politica è stata già implementata. Tale
ricostruzione ex‐post è basata su una procedura di abbinamento: per ogni membro del gruppo di
trattamento uno o più membri di un gruppo di controllo vengono selezionati in base alle
caratteristiche osservate. Una volta costruiti gli abbinamenti tra le varie coppie, l’effetto del
trattamento è stimato come la differenza media riscontrata nella variabile risultato tra i due
gruppi. La creazione delle coppie può avvenire abbinando le unità in base all’esatta corrispondenza
delle caratteristiche osservate oppure ‐ più comunemente – abbinando le unità in base alla loro
probabilità di appartenere al gruppo di trattamento (propensity score matching). Rosenbaum e
Rubin (1983)32 hanno dimostrato che questo secondo metodo consente la creazione ex‐post di un
gruppo di controllo che per caratteristiche è equivalente ad un qualsiasi altro gruppo di controllo
selezionato attraverso il processo di randomizzazione dei metodi sperimentali. Uno dei meriti
principali dell’analisi controfattuale basata sull’abbinamento statistico sta nel fatto che tale tecnica
consente al ricercatore di controllare specificatamente l’esistenza di un “supporto comune”,
ovvero una sovrapposizione sufficientemente ampia nella distribuzione delle caratteristiche
osservate (dette covariate) tra gruppo di controllo e di trattamento. La verifica dell’esistenza di tale
condizione consente un confronto più robusto rispetto ad altre tecniche e permette di trovare un
adeguato abbinamento tra trattati e non.
La capacità dell’abbinamento statistico di risolvere il problema della distorsione da selezione
dipende naturalmente dal “supporto comune” delle caratteristiche osservabili. Esclude cioè la
presenza di distorsione da selezione legata a caratteristiche non osservabili. La questione relativa
alla “selezione sulle non‐osservabili” è una delle principali cause del problema dell’endogeneità,
ovvero la presenza di fattori non osservabili in grado di influenzare contemporaneamente sia la
variabile di risultato sia l’assegnazione del trattamento. Da un punto di vista econometrico si
manifesta attraverso la presenza di una correlazione diversa da zero tra il termine d’errore della
regressione e una delle variabili esplicative. La presenza di una variabile terza non inclusa nel
modello ha l’effetto di distorcere la stima del coefficiente relativo all’impatto dell’intervento in
esame, fornendo indicazioni alterate e non robuste. Il problema della distorsione da selezione
derivante dalle caratteristiche non osservabili può essere parzialmente risolto attraverso l’utilizzo
del metodo delle “differenza nelle differenze” (DID) o, come si vedrà in seguito, in maniera ancora
più robusta dal metodo delle “variabili strumentali”.
Il metodo DID consta di un’analisi spazio‐temporale capace di estrarre informazioni circa l’impatto
della politica confrontando le differenze sulle variabili‐risultato fra due gruppi, prima e dopo il
trattamento. Sottraendo le differenze in termini di risultato tra gruppi si può, infatti, eliminare la
parte di distorsione legata all'esistenza di caratteristiche non osservabili, a patto che esse non
varino nel tempo. In particolare, il metodo prevede la sottrazione della variazione nel tempo
osservata nel gruppo di controllo dalla variazione nel tempo rilevata nel gruppo di trattamento.
Questa doppia sottrazione rimuove due tipi di distorsione derivanti dalla comparazione tra gruppo
di trattamento e gruppo di controllo: la differenza permanente tra gruppi e l’eventuale presenza di
trend all’interno dei gruppi stessi che non sono correlati con l’intervento. Quest’ultima ipotesi può
essere ulteriormente rafforzata introducendo nella stima dell’effetto della politica anche delle
La distorsione da
selezione nelle
caratteristiche non
osservabili
Il metodo DID e le
caratteristiche non
osservabili che
variano nel tempo
32 Rosenbaum, Paul R., and Donald B. Rubin. 1983. “The Central Role of the Propensity Score in Observational Studies for Causal
Effects.” Biometrika, 70(1): 41–55.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
107
covariate di controllo che siano in grado di catturare eventuali variazioni nel tempo delle principali
caratteristiche dei due gruppi. Il metodo “differenza nelle differenze” può, quindi, essere utilizzato
in concomitanza con l’abbinamento statistico per risolvere il problema della selezione sulle non‐
osservabili. Sostanzialmente, si tratta di una combinazione tra metodi che permette di sfruttare i
punti di forza di entrambi i modelli tentando di correggerne i rispettivi difetti.
L’approccio combinato DID‐PSM consente, infatti, da un lato, di eliminare la distorsione da
selezione dovuta alle differenze osservabili grazie al PSM mentre, dall’altro, elimina l’eterogeneità
non osservabile (che non varia nel tempo) tra gruppi grazie allo stimatore DID33. Anche l’approccio
combinato è, tuttavia, soggetto a specifiche condizioni di "applicabilità'" legate essenzialmente
all’ipotesi dell’assenza di caratteristiche non osservabili che variano nel tempo. A ciò si aggiunga la
difficoltà di reperire i dati per ogni gruppo in almeno 2 punti nel tempo.
Una variante interessante all’approccio classico dell’abbinamento statistico basato sull’utilizzo di
un trattamento binario è data dal “Generalized Propensity Score” (GPS) in cui il trattamento
assume valori continui che non possono essere categorizzati a causa della particolare struttura
dell’intervento considerato. I casi che ricadono in questa fattispecie sono molteplici e riguardano
tutte quelle politiche pubbliche in cui l’intervento non è omogeneo, le attività previste sono varie e
profondamente diverse tra loro, spesso alternate nel tempo e vincolate a delle specifiche
circostanze e caratteristiche dei soggetti riceventi (Imbens and Wooldridge, 2009). Considerando
l’eterogeneità riscontrata nell’intensità degli interventi previsti dai PIS34, il metodo GPS potrebbe
rivelarsi utile per comprendere meglio fino a che punto un livello più alto di investimenti pro‐capite
influenza le variabili di risultato prescelte. Allo stesso tempo, il GPS risolverebbe il problema
relativo alla mancanza di corrispondenza tra le caratteristiche dei gruppi di trattamento e di
controllo (detto supporto comune), molto probabile nell’applicazione dell’abbinamento statistico
binario. Infatti, se nell’applicazione dei criteri di selezione dei progetti si fosse prestata troppa
attenzione solo ad alcune determinate caratteristiche, come ad esempio, la presenza di beni
culturali o ambientali, si rischierebbe di avere un gruppo di trattamento troppo diverso dal gruppo
di controllo, rendendo piuttosto difficile il procedimento di abbinamento e poco sostenibile
l’ipotesi dell’esistenza di un supporto comune. Il GPS risolve questo problema limitando la
valutazione dell’impatto della politica al solo gruppo di trattamento. Così come per
l’”unconfoundednessassumption” del caso binario, il GPS assume che la selezione di un
determinato livello di trattamento sia casuale, dopo aver controllato per le caratteristiche
osservabili. Se le ipotesi del modello GPS sono soddisfatte, è possibile stimare gli effetti derivanti
dal ricevere diversi livelli di esposizione al trattamento, che nel caso specifico si tratterebbe degli
investimenti pro‐capite finanziati dai PIS. Con il trattamento continuo, inoltre, non sarà più
necessario adottare criteri di discriminazione fra gruppo di controllo e gruppo di trattamento come
L’approccio
combinato DID‐PSM
Il “Generalized
Propensity Score”
(GPS)
33 Nella pratica, tale metodologia prevede una modifica della seconda fase dell’abbinamento statistico. Anziché calcolare l’impatto
della politica come la differenza media nei livelli della variabile risultato, nella seconda fase del PSM si comparano le differenze
medie delle variazioni nel tempo della variabile risultato.
34 A testimonianza dell’ampia eterogeneità nella somministrazione del trattamento, basti considerare che i pagamenti pro‐capite
oscillano tra i 5 e i 500 euro, a cui si aggiungono due outliers come Otranto (1472 euro) e le Isole Tremiti (6489 euro)
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
108
nel caso binario ma anzi sarà sufficiente lavorare sull’ampiezza naturale del gruppo di trattamento,
tipica del caso di specie.
Un ulteriore passo avanti verso la risoluzione dei problemi di endogeneità può esser fatto, inoltre,
considerando il metodo delle variabili strumentali. Esso permette di migliorare ulteriormente la
capacità di controllare per le caratteristiche non osservabili, fornendo una metodologia robusta
anche in presenza di variabili non osservabili che variano nel tempo. Come già detto, l’endogeneità
cui si fa riferimento si manifesta nel momento in cui esistono una o più variabili non osservabili che
influenzano contemporaneamente sia la variabile di risultato che l’assegnazione del trattamento.
La mancata considerazione di questo problema porta ad una distorsione nella stima dell’impatto
della politica il cui segno e la cui intensità dipende dalla correlazione tra il trattamento e la
variabile non osservabile. Il metodo delle variabili strumentali interviene attraverso la ricerca di
uno strumento esogeno in grado di isolare la parte di intervento che non dipende dalle variabili
non osservabili per poi valutare l’impatto della parte spiegata del trattamento sulla variabile
risultato. Nell’utilizzo di questa tecnica è’ indispensabile che lo strumento esogeno sia correlato
esclusivamente con il trattamento e che non abbia nessun effetto diretto sulla variabile di risultato.
Trovare tale variabile è spesso problematico e risulta essere il principale ostacolo all’applicazione
del metodo delle variabili strumentali (Imbens and Wooldridge, 2009).
Gli approcci finora analizzati non esauriscono naturalmente il novero di tecniche quasi sperimentali
per la valutazione di impatto delle politiche pubbliche. Essi sono stati specificamente selezionati in
base alla loro applicabilità al caso in esame. In quest’ottica, un ulteriore approccio merita
menzione, il c.d. “Regression Discountinuity Design” (RDD), il quale potrebbe, per sua natura,
essere suscettibile di applicazione al caso specifico. Ciò, tuttavia, nella misura in cui il trattamento
sia assegnato in base al valore di una variabile specifica (“forcing variable”) ed abbia dato luogo ad
una graduatoria capace di individuare una soglia specifica fra i comuni “trattati” e “non trattati”.
Condizioni che non sembrano essere verificate nel caso in analisi. Infatti, partendo dall’ipotesi che
le unità attorno alla soglia condividano le stesse caratteristiche (osservabili e non osservabili) il
metodo RDD permetterebbe di comparare i risultati di chi si trova appena sopra (o appena sotto) la
soglia utile per ricevere il trattamento con chi ne sta appena al di sotto (sopra), senza ricorrere
all’analisi delle caratteristiche osservabili e non osservabili. Qualsiasi segno di discontinuità della
variabile risultato nel punto di soglia può essere quindi interpretato come la dimostrazione
dell’esistenza di una relazione causale dovuta al trattamento (Imbens and Wooldridge, 2009). E’
evidente che per quanto utile sia il metodo RDD, non è utilizzabile per analizzare l’impatto dei
finanziamenti PIS in virtù del fatto che non esiste nessuna variabile continua e chiaramente
ordinabile in base alla quale caratterizzare l’assegnazione dei fondi a livello comunale.
L’approccio delle
variabili strumentali
Il“Regression
Discountinuity
Design” (RDD)
L’applicabilitàdelletecnichecontrofattualialcasoinanalisiPrima di descrivere in dettaglio come si intende procedere nell’utilizzo delle varie tecniche
quantitative sopra esposte, è bene soffermarsi su alcuni concetti‐chiave di utilità pratica a
prescindere dalla singola metodologia adottata. In particolare, si ritiene fondamentale chiarire sin da
subito come si intende procede, da un lato, all’individuazione dei gruppi di controllo e di
trattamento, dall’altro, alla selezione delle variabili di risultato su cui verificare l’effetto finale dei
Concetti‐chiave
preliminari
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
109
finanziamenti concessi.
GruppoditrattamentoeGruppodicontrolloinareePISIl primo problema da affrontare consiste nella corretta definizione della variabile trattamento.
Nell’ambito del presente lavoro, il trattamento viene a dipendere da tre condizioni principali (vedi
rapporto): la prima condizione dipende dall’effettivo posizionamento geografico del comune
beneficiario all’interno di aree PIS (condizione verificata da 227 comuni pugliesi su un totale di
258);la seconda condizione consiste nell’aver beneficiato di finanziamenti e, conseguentemente,
aver avviato progetti, nel periodo di programmazione 2000‐2006, a valere sui seguenti programmi:
Misura 2.1 ‐ PO Puglia 2000‐2006, denominata Valorizzazione e tutela del patrimonio culturale
pubblico e miglioramento dell'offerta e della qualità dei servizi culturali; Accordo di Programma
Quadro in materia di beni ed attività culturali siglato il 22 dicembre 2003 tra il Ministero
dell’Economia e delle Finanze, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Puglia;
Accordo di Programma Quadro in materia di promozione e diffusione dell’arte contemporanea
siglato tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la
società di cultura La Biennale di Venezia e la Regione Puglia; l’Accordo di Programma Quadro
Sviluppo dell’Industria Audiovisiva nelle Regioni del Mezzogiorno per la promozione di attività
audiovisive e culturali. La terza condizione è l’attribuzione di un punteggio superiore alla media
nell’ambito di criteri di merito attribuiti da un Gruppo Tecnico di Valutazione (GTV).
Applicando la definizione di trattamento suesposta discende che, partendo dall’insieme di comuni
localizzati in aree PIS (227 su 258), si possono considerare “trattati” esclusivamente i comuni che
hanno effettivamente avuto accesso ai fondi in questione (175 rispetto ai 227 complessivamente
eleggibili). Dalla ricostruzione della banca dati dei progetti finanziati emerge, inoltre, che non tutti i
progetti finanziati sono stati effettivamente completati alla data del novembre 2011 (vedi rapporto
impegni/pagamenti alla data di aggiornamento dei dati cui fa riferimento il presente rapporto). Più
specificamente, su un totale di 655 progetti previsti, 226 registrano un rapporto impegni/pagamenti
inferiore al 95%. Poiché gli interventi non completati non possono naturalmente aver influenzato le
variabili‐risultato, anche i comuni in cui insistono tali progetti vanno eliminati dal gruppo di
trattamento (in pratica, 19 dei 175 comuni con interventi finanziati non hanno nemmeno un
progetto completato). Per contro, essi possono benissimo essere considerati all’interno del gruppo
di controllo, anche in considerazione del fatto che il mancato completamento degli interventi tende
a scoraggiare la fruizione. La composizione di partenza dei gruppi di trattamento e di controllo
sarebbe così pari a 156 comuni nel gruppo di trattamento (solo quelli con almeno un intervento già
completato) e 102 nel gruppo di controllo.
Al fine di favorire un migliore processo di identificazione del trattamento si può, tuttavia, proporre
un’ultima discriminazione tra gruppi in base a due ulteriori criteri alternativi: l’intensità del
trattamento o la presenza di interventi qualificanti. In relazione al primo aspetto (intensità
dell’intervento) è ragionevole sostenere l’esistenza di una soglia critica al di sotto della quale
l’intervento finanziario non sia in grado di influenzare la variabile di risultato. Includere
finanziamenti “spot” di bassa intensità nell’analisi avrebbe pertanto esclusivamente l’effetto di
La variabile
trattamento
La
discriminazione
dei comuni fra
gruppo di
trattamento e
gruppo di
controllo
La
discriminazione
in base
all’intensità del
trattamento
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
110
indebolire la stima fattuale, distorcendo verso il basso l’impatto stimato della politica. Al fine di
valutare l’intensità effettiva dell’intervento nei comuni di riferimento occorre naturalmente lavorare
su variabili relative e non assolute. Assumendo come variabile di riferimento il livello pro‐capite di
investimento ed un’eventuale soglia critica pari a €100 pro‐capite di finanziamento, si potrebbe
ragionare su 73 comuni nel gruppo di trattamento (beneficiari di una massa critica di finanziamento
in termini pro‐capite) e 185 nel gruppo di controllo (comprendente i comuni senza trattamento o
caratterizzati da trattamento a bassa intensità). Trattasi di un’articolazione in gruppi molto più
robusta per l’adozione delle tecniche di abbinamento statistico. L’unica perplessità sta nell’aver
considerato nel complesso del gruppo di controllo comuni caratterizzati oggettivamente da
situazioni differenti. Infatti, i comuni con un finanziamento pro capite maggiore di zero ma al di sotto
della soglia critica, anche se in maniera ridotta, hanno comunque usufruito di dosi minime di
trattamento (ancorché non in grado di influenzare la variabile risultato). Una prima possibilità per
ovviare al problema sarebbe, pertanto, semplicemente quella di escludere tali comuni anche dal
gruppo di controllo oltre che dal gruppo di trattamento. In questo caso, si rimarrebbe comunque con
una situazione ragionevole per l’adozione di tecniche robuste di abbinamento rimanendo comunque
il gruppo di controllo (così costituito da 102 comuni) sensibilmente superiore al gruppo di
trattamento (composto da 73 comuni). Un’altra soluzione potrebbe essere quella di utilizzare una
tecnica di abbinamento che controlli per le diverse intensità del trattamento come, ad esempio, il
GSP. Come già evidenziato, la tecnica GPS permette di analizzare l’impatto della politica nel caso in
cui il trattamento è una variabile continua. Nel paragrafo successivo vedremo che tale metodologia
consente di limitare l’analisi al solo gruppo di trattamento nella sua forma più ampia possibile,
ovvero tutti i comuni in aree PIS che registrano un pagamento pro‐capite maggiore di zero per
interventi completati a valere sulle fonti di finanziamento note. Nel nostro caso si tratterebbe dei
156 comuni che hanno ricevuto i finanziamenti ed hanno completato almeno un progetto previsto.
La seconda modalità di discriminazione fra gruppi consiste nel considerare nel gruppo di trattamento
esclusivamente gli interventi c.d. “qualificanti”. Partendo, infatti, dalla circostanza che i BBCC statali
e non statali effettivamente censiti (vedi appendice A al presente rapporto35) sono ricompresi nel
territorio di un ristretto sottoinsieme di 75 comuni, è ragionevole considerare all’interno del gruppo
di trattamento solo quei comuni sul cui territorio sono presenti beni culturali censiti e, quindi,
oggettivamente riconosciuti come potenziali attrattori di flussi turistici. Di questi, 5 non hanno
ancora completato nessun intervento. Di conseguenza, il gruppo di trattamento sarebbe composto,
in questo caso, da 70 comuni mentre quello di trattamento sarebbe pari a 102. In pratica, in questa
seconda soluzione non verrebbero ad essere considerati nell’analisi 83 comuni che, pur essendo in
aree PIS e pur avendo ricevuto finanziamenti specifici, non hanno BBCC censiti sul proprio territorio.
La
discriminazione
in base alla
“qualificazione”
dell’intervento
35 I dati sui beni non statali, riferiti all’anno 2006, provengo da una rilevazione a carattere censuario condotta dall’Istituto
nazionale di statistica, promossa dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo (DPS) del Ministero dello Sviluppo economico, e
svolta in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni e le Province Autonome.
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RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
112
necessarie ad aumentare la capacità di assorbimento delle risorse programmate da parte dei comuni
pugliesi.
Per entrare nello specifico dell’analisi delle caratteristiche a livello comunale in grado di determinare
l’intensità del finanziamento PIS, è necessaria, tuttavia, un’adeguata riflessione sulle modalità di
attuazione degli interventi in oggetto. Come visto all’interno del rapporto, la Regione Puglia si è
avvalsa, nel caso di specie, di una modalità mista. Da un lato, essa ha disegnato “top down” le
proposte di programma integrato PIS, dall’altro ha valutato i progetti meritevoli di finanziamento a
partire dalla raccolta di proposte progettuali provenienti dal territorio (approccio bottom up). Ciò
porterebbe a non escludere un ruolo significativo delle caratteristiche comunali all’interno del
complesso del processo decisionale in oggetto. Tale ipotesi è ulteriormente rafforzata se si vanno ad
esaminare alcuni dei criteri di selezione seguiti dal Gruppo Tecnico di Valutazione (GTV) per la
valutazione di merito delle proposte di finanziamento. Tra questi, infatti, si annoverano la
rappresentatività dei territori e del partenariato, la capacità di partecipazione dei soggetti privati, la
rappresentatività della proposta rispetto all’offerta presente e la capacità di generare effetti
duraturi. Si tratta di una serie di elementi altamente dipendenti dalle caratteristiche dei soggetti
coinvolti, di cui i comuni possono essere pensati come l’unità minima di analisi necessaria per
influenzare il processo di selezione.
Date queste premesse, si potrebbe improntare una prima fase di stima del propensity score basata
essenzialmente su due insiemi di caratteristiche: un primo insieme di variabili strutturali in cui si
riportano le caratteristiche generali dei comuni ed un secondo insieme nel quale inserire delle
determinanti specifiche che hanno caratterizzato più da vicino il processo di assegnazione dei fondi
PIS. Per quanto riguarda il primo set, un’utile riflessione in merito è stata fatta propria dalla
Commissione Europea in riferimento al lavoro presentato da Gadd, Hansson e Månsson dal titolo
“Evaluating the Impact of Firm Subsidy Using a Multilevel Propensity Score Approach” (2008, Centre
for Labour Market Policy Research (CAFO), School of Management and Economics, VäxjöUniversity).
In particolare, la Commissione sottolinea come le principali caratteristiche a livello municipale che
influenzano l’accesso ai fondi stanziati siano rintracciabili all’interno di quattro sotto‐insiemi distinti
di variabili: la localizzazione geografica; la composizione dei residenti; le caratteristiche economiche
e la situazione politica. Per quanto riguarda, invece, il secondo set di caratteristiche si potrebbero
inserire degli elementi caratterizzanti la procedura di attuazione PIS come, ad esempio, delle
variabili binarie (dummies) per cogliere eventuali differenze nell’intensità del trattamento legate
all’appartenenza ad una Comunità Montana, ad un Ente Parco o ad una Provincia specifica, così
come si potrebbero inserire delle proxies in grado di catturare il dinamismo del settore privato e la
presenza di partenariati pubblico‐privato, la rappresentatività del bene culturale, ossia tutti gli
elementi in grado di stimolare la presentazione di proposte considerate meritevoli dalla Regione
(vedi schema valutazione di merito adottato dal GTV).
Qualora invece si decidesse di adottare la caratterizzazione dei gruppi di controllo e trattamento in
base agli interventi qualificanti, si dovrebbero aggiungere anche variabili in grado di spiegare la
presenza o meno di un bene censito sul proprio territorio. Mentre, infatti andrebbe mantenuto il
primo set di variabili che fa riferimento alle caratteristiche strutturali dei comuni – così come
indicato dal lavoro di Gadd et al, (2008) ‐ si dovrebbe inserire un nuovo sotto‐insieme di variabili
principalmente legato all’offerta culturale del luogo e alla capacità di valorizzazione e messa a
Criteri di
selezione e
caratteristiche
osservabili
Gli insiemi di
caratteristiche
rilevanti
La distinzione fra
trattamento e
controllo in base
agli interventi
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
113
sistema delle risorse comunali (associazionismo, servizi aggiuntivi, tematismi, ecc.), oltre che
indicatori di turisticità capaci di spiegare le dinamiche di fruizione e di apertura al pubblico. Per
chiarire meglio tali aspetti si può fare riferimento alla si faccia riferimento alla tabella riepilogativa
alla fine del paragrafo.
Da un punto di vista econometrico, il nostro propensity score stimerebbe la probabilità che i comuni
nel gruppo di controllo e di trattamento (discriminati secondo le procedure sopra descritte) ricevano
un pagamento pro‐capite superiore a €100 o, alternativamente, che ricevano un finanziamento
“qualificante” ossia relativo a beni culturali censiti dal Ministero (anche se non necessariamente di
proprietà statale), dati i set di caratteristiche rilevanti nell’ambito del processo di selezione. In
formula:
Pr 1| ,
ove T indica il “trattamento” (ossia, nel nostro caso, una spesa finanziata per interventi avviati
nell’ambito del periodo di programmazione 2000‐2006 a valere su una delle fonti di finanziamento
previste su beni localizzati in aree PIS superiore al 95% dell’impegno o, alternativamente, riferita a
comuni con almeno un bene censito); X un vettore composto dai vari “set” di caratteristiche
osservate (distinte per accesso, intensità e qualificazione) per il comune i e β il vettore dei rispettivi
coefficienti. La funzione f può assumere diverse forme funzionali. Solitamente nel PSM si adottano
modelli di scelta discreta come il logit e il probitmentre è sconsigliato l’uso dei modelli di probabilità
lineare come l’OLS perché non garantiscono una probabilità attesa all’interno dell’intervallo [0,1]. Ad
esempio, nel caso del logit la stima della probabilità che la variabile di trattamento sia pari ad uno
assumerebbe la seguente forma:
Pr 1|exp
1 exp
Il passo successivo consisterebbe nel selezionare un metodo per l’abbinamento statistico delle unità.
L’algoritmo più utilizzato è il Nearest‐NeighborMatching (NNM) che abbina ad ogni unità trattata
l’unita non trattata più vicina in termini di propensity score. Il NNM può avvenire con rimpiazzo e
senza rimpiazzo: la differenza consiste se accettare che un’unità del gruppo di controllo possa essere
utilizzata in abbinamento con una o più unità trattate36. E’ solitamente prassi testare entrambe le
qualificanti
Il calcolo del
Propensity Score
comunale
La procedura di
abbinamento
statistico
36 Gli altri algoritmi generalmente utilizzati sono il RadiusMatching e il KernelMatching. Nel primo caso ogni unità trattata è
abbinata esclusivamente con le unità di controllo comprese in un predefinito insieme selezionato in base al valore del PS.
Più la dimensione del radius è limitata e più è difficile trovare degli accoppiamenti per ogni unità ma la qualità del matching
è sicuramente maggiore. Nel Kernel Matching ciascuna unità trattata è abbinata ad una media pesata di tutti i controlli, con
pesi che sono inversamente proporzionali alla distanza tra il Propensity Score dell’unità trattata e dei controlli (Ichino,
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
114
ipotesi per assicurare l’indipendenza dei risultati ottenuti dal metodo di abbinamento statistico
selezionato.
Le informazioni fornite dalla prime fasi dell’analisi vengono poi utilizzare per confrontare i risultati
ottenuti dal gruppo di trattamento con quelli del gruppo di controllo, osservando le differenze fra i
gruppi sulla variabile di risultato. In altre parole, la procedura di abbinamento statistico
permetterebbe di valutare specificatamente se le unità appartenenti al gruppo di trattamento hanno
avuto delle performance migliori, in termini della variabile risultato prescelta, rispetto alle unità del
gruppo di controllo. Nel caso specifico dei PIS, come visto nel rapporto, sembra logico adottare
variabili risultato coerenti con gli indicatori di risultato previsti dalla misura 2.1 (Valorizzazione e
tutela del patrimonio culturale pubblico e miglioramento dell’offerta e della qualità dei servizi
culturali) del POR Puglia 2000‐2006. In particolare, l’attenzione si concentrerebbe principalmente
sulla variazione del numero di visitatori, sulle presenza del turismo culturale e sulla variazione del
numero di addetti del settore. Sfortunatamente, però, si riscontra una mancanza totale di
monitoraggio al livello comunale di tali indicatori, rendendo impossibile la selezione di queste
variabili come indicatori di risultato. Una soluzione a tale problema potrebbe essere l’utilizzo dei
flussi turistici al livello comunale come proxy del flusso di visitatori. Sebbene i due indicatori
misurino fenomeni diversi, un’eventuale sistematica differenza nei flussi turistici tra comuni trattati
e non trattati potrebbe comunque imputarsi all’intervento in oggetto considerando che
l’abbinamento statistico per definizione accoppia i comuni in base alle loro caratteristiche, comprese
quelle relative all’offerta culturale. Inoltre, nel caso in cui si adottasse la seconda proposta di
caratterizzazione dei gruppi basata sui BBCC censiti, tale ipotesi sarebbe ulteriormente rafforzata
perché l’abbinamento in questo caso avverrebbe su comuni con un grado di fruibilità, valorizzazione
e turisticità “ex‐ante” più simile tra loro, rendendo ancora più ragionevole l’ipotesi che l’eventuale
variazione dei flussi possa essere riconducibile esclusivamente ad una maggiore attrattività del
territorio frutto degli investimenti PIS. Un altro indicatore di risultato da tenere in considerazione
potrebbe essere l’occupazione totale, visto che scomposizioni settoriali sul mercato del lavoro a
livello comunale non sono disponibili e quindi non è possibile verificare se si registra un aumento
degli addetti del settore. In questo caso, però, è sicuramente più difficile argomentare che eventuali
differenze in termini occupazionali tra comuni trattati e non trattati siano imputabili interamente
agli interventi PIS, visto che in questo caso potrebbero entrare in gioco una serie di fattori esogeni e
non osservabili capaci di alterare la quantificazione dell’impatto.
Una volta selezionate le variabili di risultato, la tecnica PSM prevede la quantificazione dell’effetto
della politica calcolando semplicemente la media delle differenze in termini di risultato tra unità
trattata e l’abbinata/e unità di controllo. In formula:
1
Dove y1 indica la performance dell’unità trattata mentre y0indica la performance dell’unità non
trattata appartenente alla coppia s. Il procedimento del PSM descritto finora è, come visto, soggetto
La valutazione in
termini di
variabili di
risultato
Mealli & Nannicini, 2003. “Il lavoro interinale in Italia: trappola del precariato o trampolino verso un impiego stabile?”
Italian Ministry of Welfare).
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
115
all’ipotesi di indipendenza condizionale, ovvero all’ipotesi che non esistano caratteristiche non
osservabili in grado di determinare l’appartenenza al gruppo di trattamento e la variabile risultato.
E’, tuttavia, immaginabile che nel caso specifico dei PIS ci possano essere una serie di fattori non
osservabili che influenzino l’assegnazione dei fondi previsti, principalmente connessi al processo di
selezione dei progetti e alla qualità del capitale umano disponibile nelle istituzioni di ciascun
comune.
Come visto, tale problema può essere, almeno parzialmente, risolto ricorrendo all’applicazione
dell’approccio combinato DID‐PSM ossia misurando il risultato in termini di variazioni ( prima e dopo
il trattamento) anziché in livelli. Ciò, tuttavia, comporta la disponibilità di tutte le variabili rilevanti
almeno in due punti nel tempo (vedi tabella riepilogativa).In quest’ultimo caso la variabile risultato
per il gruppo di trattamento e di controllo non sarebbe più , ma ∆ dove t’ indica
un periodo post‐trattamento e t un periodo pre‐trattamento. Il propensity score verrebbe, invece,
calcolato sull’anno base t mentre l’effetto della politica è dato dalla media della differenza nelle
differenze. In formula:
1∆ ∆
Come già visto, l’approccio combinato DID‐PSM risolve il problema relativo alla distorsione da
selezione non osservabile solo se la differenza nel tempo tra gruppo di controllo e gruppo di
trattamento rimane invariata. Nel caso dei PIS tale ipotesi sembrerebbe invero ragionevole. E’ infatti
difficile immaginare una variazione sostanziale delle caratteristiche strutturali (ad esempio, nel
livello di capitale umano) nei comuni di trattamento e di controllo legata a fattori esogeni durante il
periodo dell’investimento. Il rovescio della medaglia è che, se da un lato il DID‐PSM corregge alcuni
dei limiti del PSM, dall’altro obbliga il valutatore a raccogliere maggiori dati, specialmente in termini
di variabili risultato. Infatti, sono necessari almeno due punti nel tempo per ciascun gruppo e questo
potrebbe scontrarsi con la mancanza cronica di monitoraggio rilevata nell’analisi preliminare dei dati
disponibili.
La
quantificazione
dell’impatto del
trattamento
sulle variabili
risultato
Applicazione
dell’approccio
combinato DID‐
PSM
L’applicabilità
del GPS al caso in
esame
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
116
Come visto, un’utile tecnica per superare la mancata corrispondenza tra le caratteristiche dei gruppi di
trattamento e di controllo (c.d. supporto comune) derivante dalla distorsione da selezione per le
caratteristiche non osservabili è il metodo GPS. La caratteristica principale di tale metodo sta nel limitare la
valutazione di impatto della politica all’interno del solo gruppo di trattamento. Nel nostro caso il gruppo di
trattamento ampio (composto cioè da tutti i comuni in aree PIS che registrano un pagamento pro‐capite
maggiore di zero per interventi completati a valere sulle fonti di finanziamento note) include, nel
complesso, 156 comuni. Sono tre le fasi necessarie all’implementazione di questo metodo. Il primo passo
consiste nella stima dello score, che nel caso del GPS si tratterà della densità condizionale del trattamento ‐
date le caratteristiche osservate. Solitamente, si assume che tale distribuzione sia normale o log‐normale37
tale che:
| ~ ,
ove Ti indica il livello di trattamento osservato dell’unità i, Xiil vettore delle covariate che determina il livello
del trattamento, β il vettore dei coefficienti e la varianza della distribuzione condizionata. I due momenti
della distribuzione possono essere stimati attraverso l’utilizzo di metodi di regressione lineare (es. OLS) o
attraverso la tecnica di massima verosimiglianza. Nel caso dei PIS, l’insieme delle covariate da utilizzare
sarebbe lo stesso già utilizzato precedentemente nel caso binario e quindi basato sulla composizione dei
residenti, sulla localizzazione geografica, sulle caratteristiche economiche, sulla situazione politica e sul
processo di assegnazione dei finanziamenti (vedi tabella finale riepilogativa). Una volta determinati i
momenti della distribuzione condizionata del trattamento si può calcolare agevolmente lo score Ri per
ciascuna unità come:
1
2exp
1
2
Dopo aver testato che le varie ipotesi del modello siano rispettate (normalità della distribuzione del
trattamento e bilanciamento delle covariate), la seconda fase del GPS prevede la stima dell’aspettativa
condizionata della variabile risultato dato il livello di trattamento T e lo score stimato R. Tale regressione
assume solitamente una specificazione polinomiale quadratica (o di ordine superiore), stimata attraverso
OLS:
| ,
I termini dello score R all’interno della regressione permettono di controllare per la selezione dell’intensità
del trattamento. Se la selezione è effettivamente un fattore determinante, allora i coefficiente e
saranno statisticamente significativi. L’ultimo passo consiste nel calcolare la variazione attesa della variabile
di risultato in funzione della variazione del trattamento ricevuto, ovvero la cosiddetta funzione dose‐
risposta. Tale passaggio avviene calcolando la media delle regressioni stimate per ogni possibile valore dello
score ad un livello desiderato del trattamento. Ovvero, assumendo di voler calcolare l’effetto del
trattamento T al livello , la funzione dose‐risposta sarà calcolata come:
37 Opzione preferibile nel caso di trattamento sempre maggiore di zero, come nel caso dei PIS. Si ricordi che, in questo caso, si
abbandona l’ipotesi di trattamento binario.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
117
1 , ,
Oltre alla funzione dose‐risposta è possibile calcolare anche la sua derivata rispetto all’intensità degli
investimenti pro‐capite, ovvero la funzione trattamento. La rappresentazione di tale funzione permette di
verificare l’eventuale esistenza di: i) un livello minimo necessario per ottenere dei risultati tangibili
dell’intervento sulle variabili risultato; ii) un ammontare massimo desiderabile di investimenti pro‐capite
oltre il quale gli effetti della politica diventano talmente trascurabile che l’impiego di risorse addizionali
sarebbe superfluo; e iii) un livello ottimo di intervento che ne massimizza gli effetti. A dispetto dei vantaggi
evidenti nell’utilizzo di tale tecnica, le applicazioni riscontrabili nelle letteratura non sono molte. I motivi
principali riguardano la complessità richiesta da questo tipo di analisi come, ad esempio, la necessità di
trovare caratteristiche osservabili che siano in grado di rappresentare il trattamento continuo, di imporre
una forma funzionale discrezionale alla funzione dose‐risposta e di svolgere una serie di test statistici non
sempre attuabili che siano in grado di validare la bontà delle stime ottenute.
L’applicabilità ai comuni PIS di tecniche controfattuali alternativeall’abbinamento statistico: Metodo DID\IV e la Tourism DestinationCompetitiveness(TDC)
Come più volte ricordato, il limite principale dei modelli di abbinamento statistico sta nella presenza
di fattori non osservabili in grado di influenzare il trattamento. Come visto, il metodo DID permette
di superare questo limite eliminando eventuali differenze non osservabili tra gruppi di controllo e
trattamento, a patto però che tali differenze non varino nel tempo (ipotesi invero ragionevole nel
caso in esame). Tuttavia, al fine di modellizzare anche i fattori time invariant e di aumentare il livello
di robustezza dell’analisi complessiva si propone in questa sezione anche una metodologia
alternativa basata su di un ulteriore modello combinato: il modello DID‐TDC. Trattasi, in pratica,
della combinazione di un modello DID standard con una regressione lineare basata sui modelli di
Tourism Destination Competitiveness(TDC) al fine di fornire una metodologia alternativa per isolare
al meglio l’impatto dei finanziamenti PIS sui flussi turistici dei comuni pugliesi. Il modello base da cui
partire è una semplice “differenza nelle differenze” tra i risultati medi ottenuti dai gruppo di
trattamento T e controllo C. In formula:
ove yit indica l’ammontare totale dei flussi turistici del comune i al tempo t. La caratterizzazione di
tali gruppi rimarrebbe la stessa già effettuata nel caso delle proposte di abbinamento statistico con
trattamento binario, ad esempio in base all’intensità degli investimenti pro‐capite. La relazione può
essere stimata anche attraverso l’utilizzo di tecniche di regressione lineare, come ad esempio il
Il modello
combinato DID‐
TDC
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
118
metodo OLS. In questo caso la forma funzionale da stimare diventerebbe:
ove D=1 se ci troviamo nel periodo precedente al trattamento e 0 altrimenti, Ti=1 se il comune i ha
ricevuto finanziamenti PIS e 0 altrimenti; mentre uit è il termine di errore che soddisfa le ipotesi
classiche di normalità ed omoschedasticità. Il coefficiente αDID stima l’effetto della policy e può
essere interpretato come l’effetto medio del trattamento in uno schema quasi‐sperimentale. La
regressione appena presentata si basa sull’ipotesi restrittiva che l’unico fattore a distinguere la
diversa evoluzione dei flussi turistici tra i comuni pugliesi nel periodo 2000‐2006 sia l’investimento
PIS. Ovviamente tale ipotesi è alquanto irrealistica e va corretta. Per conferire robustezza all’analisi è
dunque necessario introdurre delle covariate che siano in grado di catturare tale evoluzione nel
tempo. In formula:
, … . ,
ove le k variabili esplicative sono in grado di motivare le variazioni dei flussi turistici domestici ed
internazionali. L’effetto trattamento αDID è adesso interpretabile come un effetto medio
“ceterisparibus” della politica. Il modello TDC interviene proprio nella scelta delle k variabili
esplicative Crouch& Ritchie, 1999)38 individuano quattro componenti principali della TDC: “le
risorse fondamentali e gli attrattori”, “i fattori di supporto”, “la gestione della destinazione” e gli
“elementi qualificanti”. La prima componente include gli elementi primari della destinazione –
considerati dai visitatori come fondamentali nel discriminare tra diverse località – e solitamente
collegati a fattori quali la conformazione geografica, la storia, la cultura, le attività organizzate e la
capacità ricettiva. I fattori di supporto, invece, riguardano quegli elementi in grado di gettare le basi
per uno sviluppo di successo dell’industria del turismo, quali le infrastrutture del territorio, la sua
accessibilità, la qualità del capitale umano a disposizione e il livello di sviluppo dell’imprenditoria
locale. La terza componente, “gestione della destinazione”, considera gli elementi in grado di
aumentare/moltiplicare il potenziale determinato dalle prime due componenti come i servizi al
turismo, il marketing, l’organizzazione e la gestione delle risorse principali e degli attrattori. Infine,
nella categoria degli elementi qualificanti sono inclusi quei fattori che possono limitare i flussi
turistici come, ad esempio, un alto livello dei prezzi, la mancanza di sicurezza e la difficile
collocazione geografica. Il modello concettuale presentato da Crouch e Ritchie (1999) è stato
ulteriormente arricchito nell’ultimo decennio dalla letteratura sulla competitività turistica dei
territori e fornisce numerosi esempi di indicatori che potrebbero essere utilizzati per modellizzare la
parte definita “di controllo” nell’equazione del DID proposta39. Naturalmente, più è robusto il
modello TDC, più siamo in grado di spiegare i flussi turistici, più è semplice argomentare che la parte
residuale di tali flussi sia imputabile agli interventi finanziati dai PIS e che, quindi, il coefficiente αDID
sia effettivamente in grado di misurare l’impatto della policy.
Un’ultima modifica al modello presentato può essere operata attraverso l’utilizzo delle variabili
Il Modello
combinato DID‐
38 Crouch, G.I. , & Ritchie, J.R.B.(1999).Tourism, competitiveness and social prosperity. Journal of Business Research, 44, 137–152.
39Per maggiori informazioni, si rimanda a Dwyer, L., and C. Kim (2003). “DestinationCompetitiveness. Determinants
and Indicators.” Current Issues in Tourism, 6 (5): 369–414.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
119
strumentali (IV). E’ stato già ricordato che il metodo delle variabili strumentali è in grado di
correggere la presenza di una variabile di trattamento endogena, ovvero determinata da una serie di
fattori non osservabili che influenzano anche la variabile di risultato e che non sono costanti nel
tempo. Per comprendere tale metodologia, si parta assumendo di voler stimare l’impatto
dell’intervento PIS attraverso la seguente funzione:
, … . ,
ove T rimane la variabile binaria di trattamento mentre le k‐esplicative sono ancora le variabili di
controllo basate sul modello di TDC. Nel caso non esistessero problemi di endogeneità, il
coefficiente α stimerebbe la differenza “ceterisparibus” tra comuni nel gruppo di trattamento e di
controllo, fornendo una stima non distorta dell’impatto della politica. Se invece ammettiamo che
esistano dei fattori non osservabili capaci di influenzare sia il livello dei flussi turistici, sia la
probabilità di ricevere il trattamento allora il coefficiente α sarebbe una stima distorta dell’impatto
del trattamento in quanto la correlazione tra l’errore ui e la variabile T non sarebbe pari a zero
(Corr(P,u) ≠ 0).40 Un esempio, nel caso specifico dei PIS, potrebbe essere dato dall’impossibilità di
catturare l’efficienza istituzionale dei comuni, caratteristica che è in grado di influenzare sia la
capacità di attrarre finanziamenti, sia di attrarre flussi turistici perché favorisce una migliore
organizzazione e valorizzazione delle risorse disponibili. La tecnica delle variabili strumentali
permette di affrontare il problema eliminando la correlazione tra errore e trattamento, isolando
quella parte di variazione di T non correlata con ui. Il problema sta però nel trovare uno “strumento
esogeno” Z sufficientemente rappresentativo della variazione di T (ossia sufficientemente correlato
con il trattamento) ma incorrelato con l’errore ui. Continuando nell’esempio di cui sopra, si potrebbe
ipotizzare che la capacità di partecipare ai bandi europei sia correlata comunque all’efficienza
istituzionale comunale senza avere tuttavia la capacità di influenzare il livello dei flussi turistici. Dal
punto di vista econometrico, si tratterebbe di dividere l’analisi in due momenti distinti (two‐stage
leastsquare). In una prima fase lo strumento individuato Z verrebbe utilizzato per stimare la variabile
T considerata endogena, come segue:
Nella seconda fase, il valore predetto di T ( ottenuto dalla stima precedente viene utilizzato per
stimare un coefficiente non distorto, , capace di catturare correttamente l’effetto del
trattamento sulla variabile risultato, come segue:
, … . ,
Come già sottolineato, il limite principale di questa tecnica sta nel fatto di dover trovare uno
strumento esogeno che sia in grado di motivare il trattamento ma non influisca direttamente sulla
variabile risultato. La scelta di tale strumento è altamente soggettiva e non necessariamente
condivisa fra gli addetti ai lavori. Un altro limite emerge dal rischio che lo strumento selezionato sia
solo debolmente correlato con la variabile di trattamento, con la conseguenza che il coefficiente
sia quanto mai simile a quello ottenuto senza utilizzare un two‐stage leastsquare(Angrist e Krueger,
TDC‐IV:
l’applicabilità
delle variabili
strumentali
40 Ciò rappresenterebbe una violazione nelle ipotesi di base delle tecniche di regressione OLS.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
120
2001)41. Infine, un’ultima questione riguarda la scelta della forma funzionale del primo step ed, in
particolare, l’adozione di una stima lineare (OLS) o di un modello a scelta discreta (logit o probit).
L’applicazionepratica:valutazionicircaladisponibilitàdeidatinecessari
Dopo aver presentato le tecniche controfattuali più affini al caso in esame ed aver presentato
valutazioni specifiche relative alla loro applicabilità, è necessaria un’ulteriore riflessione
sull’effettiva disponibilità e/o reperibilità dei dati statistici necessari all’applicazione pratica di
tali processi valutativi di natura quantitativa. Alla fine della presente Nota viene presentata una
tabella riepilogativa che riporta, per ogni tecnica di valutazione, l’identificazione dei criteri di
composizione del gruppo di trattamento, le variabili risultato sulle quali verificare l’efficacia
degli interventi PIS, le covariate già disponibili e fornite dall’IPRES, le covariate da reperire e,
infine, l’orizzonte temporale necessario all’analisi (al fine di determinare i punti nel tempo per i
quali sono necessarie le osservazioni). La definizione dei gruppi di trattamento e di controllo
così come la disponibilità dei dati riguardanti le variabili‐risultato sono già state ampliamente
discusse nei paragrafi precedenti e, quindi, non verranno prese in esame nuovamente. Più
interessante, invece, è riflettere, in questa sede, sulla disponibilità e la reperibilità delle
covariate utilizzabili per stimare il propensity score nelle tecniche basate sull’abbinamento
statistico (PSM, DID‐PSM e GPSM) così come delle covariate da inserire nella parte di controllo
nei modelli di regressione lineare (DID‐TDC e DID‐TDC‐IV).
Per quanto riguarda il primo caso, va fatta una duplice distinzione in base alla definizione del
gruppo di trattamento. Se si intende utilizzare l’intensità del finanziamento pro‐capite come
discriminante, le variabili da inserire nella prima fase della stima devono, come già detto, essere
in grado di determinare la probabilità di ricevere un trattamento al di sopra della soglia (nel
caso binario) o una specifica intensità (nel caso continuo) e devono far riferimento al periodo
precedente al trattamento. A tal proposito, si è proposto di utilizzare due set distinti di variabili:
i) le caratteristiche strutturali dei comuni e ii) le covariate collegate al processo di selezione
degli interventi svolto dal Gruppo Tecnico di Valutazione. Tra le caratteristiche strutturali si
propone di inserire tutte quelle informazioni in grado di dare una misura della predisposizione
del comune ad attrarre finanziamenti. A tal proposito, i dati già forniti dall’IPRES riguardano il
valore aggiunto pro‐capite, la popolazione, il carico sociale, il tasso di occupazione, il numero
degli sportelli bancari, i depositi bancari e la spesa dell’amministrazione comunale in Istruzione,
Cultura, Turismo e Gestione del Territorio. Queste informazioni sono state fornite sia per il 2005
che per il 2010, tranne che per la spesa per funzione i cui dati fanno riferimento al 2007 e 2009.
Non essendo disponibili i dati relativi alle cumulate di spesa che permetterebbero di identificare
più correttamente il momento dell’assegnazione, si assume che l’anno 2005 possa essere
considerato come periodo di riferimento pre‐intervento. Questo permettere di utilizzare molte
I contenuti della
tabella riepilogativa
alla fine della
presente Nota
L’elenco delle
covariate disponibili e
le criticità
41 Angrist, Joshua D., and Alan B. Kreuger. 2001. “Instrumental Variables and the Search for Identification: From Supply and
Demand to Natural Experiments” J. Econ. Perspectives 15 (Fall): 69–85.
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
121
delle variabili già disponibili, mentre ridurrebbe l’utilità delle osservazioni sulla spesa per
funzione, visto che il dato 2007 coincide con il periodo di maggior intensità dell’erogazione dei
finanziamenti. Si evidenzia, dunque, la necessità di raccogliere i dati sulla spesa per funzioni
anche per gli anni 2005 e 2010. Sempre fornite dall’IPRES sono le variabili strutturali in grado di
misurare la turisticità dei singoli comuni e, nello specifico, la disponibilità di BBCC e delle
strutture alberghiere ed extra – alberghiere. Anche in questo caso si riscontrano problematiche
relative all’orizzonte temporale delle informazioni disponibili: il numero di BBCC non‐statali si
riferisce al 2006, mentre i dati relativi alle strutture ricettive nell’anno 2005 sono incomplete.
Anche qui emerge la necessità di un ulteriore approfondimento.
La tabella riepilogativa riporta, inoltre, una serie di indicatori aggiuntivi, considerati essenziali
per la robustezza dell’analisi controfattuale. Alcuni di questi, si ritiene possano essere rilevati
agevolmentecome, ad esempio, la distanza del comune dai principali centri urbani; la
disponibilità relativa di infrastrutture come strade, porti, ospedali; lo schieramento politico
della giunta comunale; il grado di integrazione istituzionale dei comuni come, ad esempio, la
partecipazione o meno ad una Comunità Montana o un Ente Parco e/o la presenza di
partenariati pubblico‐privato o consorzi di imprese. Nel caso in cui il trattamento fosse
identificato, invece, in base alla presenza o meno di interventi qualificanti, le variabili da
utilizzare per la stima del propensity score dovranno essere modificate. Si ricorda che i BBCC
censiti “non statali” sono i musei e gli altri luoghi espositivi (denominati "istituti") a carattere
museale con un’organizzazione autonoma delle attività di fruizione e aperti al pubblico. Tra
questi sono compresi le aree e i parchi archeologici, i monumenti, i complessi monumentali e le
altre strutture espositive permanenti destinate alla pubblica fruizione. In questo caso, dunque,
le covariate devono essere in grado di spiegare la probabilità che un comune abbia almeno un
bene censito oggetto di finanziamento PIS. A tal fine, si propone di utilizzare due ulteriori set
distinti di variabili. Il primo set è quello delle caratteristiche strutturali del comune, contenente
quasi le stesse informazioni già descritte in precedenza, tranne i BBCC (potrebbero generare il
problema di “perfetta classificazione” tipico dei probit e logit in cui una variabile indipendente è
in grado da sola di determinare la variabile dipendente) e alcune informazioni relative alle
infrastrutture e all’appartenenza politica. Nel secondo set di covariate, invece, si inserirebbero
tutte quelle caratteristiche più specifiche che hanno contribuito rendere i beni dei comuni
censibili, come la presenza attiva sul territorio di Comunità Montane, Ente Parco, Enti di
Ricerca, Associazioni Culturali; Poli Universitari ed un ampio Patrimonio
Ecclesiastico.Quest’ultime informazioni non sono ancora disponibili e dovrebbero essere
reperite con riferimento all’anno pre‐trattamento 2005.
Per quanto riguarda le covariate da inserire per modellizzare la parte di controllo nelle tecniche
di regressione lineare (DID e IV), come è stato già anticipato nel paragrafo precedente, si
intende operare utilizzando come punto di riferimento le componenti indicate dalla letteratura
sulla “TourismDestinationCompetitiveness” (TDC). Il primo set di variabili riguarda le “risorse
fondamentali e gli attrattori”. In questo caso i dati disponibili sono quelli relativi ai BBCC statali
e non statali e alle strutture alberghiere ed extra‐alberghiere, sempre con tutti i limiti relativi
all’anno di riferimento della rilevazione. Un’integrazione delle risorse fondamentali dovrebbe
avvenire attraverso l’inclusione di variabili relative al patrimonio naturale dei comuni (come i
Parchi Naturali) e alla possibilità di balneazione (km spiagge fruibili). Parte dei “fattori di
L’elenco delle
covariate da reperire
per le tecniche di
abbinamentostatistic
o
L’elenco delle
covariate da reperire
per le tecniche di
regressionelineare
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
122
supporto”, invece, possono essere estratti dalle informazioni già disponibili (Valore Aggiunto,
Sportelli Bancari), mentre altri vanno reperiti e coincidono parzialmente con quanto già
necessario per le tecniche di abbinamento (macro dati a livello Provinciale; dotazione di
infrastrutture come strade, porti, ospedali; distanza/h dal centro). Stesso discorso è valido
anche per la componente relativa alla “gestione della destinazione”: parte delle variabili sono
già disponibili (spesa del comune per cultura, turismo e istruzione), mentre alcune di esse
vanno reperite e fanno riferimento alle attività di marketing territoriale (es. attività delle pro‐
loco), numero di eventi (festival, mostre non permanenti, rappresentazioni, ecc.) e numero dei
prodotti tipici (DOP, IGP, STG, DOC, IGT, DOCG). In ultimo, gli “elementi qualificanti” sono
disponibili e riguardano la spesa comunale in Sicurezza, Viabilità e Trasporti e Gestione del
Territorio. E’ bene nuovamente ricordare, però, che la spesa per funzioni disponibile negli ultimi
due set di variabili è comunque riferita al 2007 e 2009, mentre andrebbe aggiornata con quella
del 2005 e 2010. Va infine ricordato che per poter stimare il modello DID è necessario avere
informazioni sulle tutte le variabili, sia dipendenti che indipendenti, per almeno due punti nel
tempo (pre e post trattamento) mentre per la tecnica IV sono sufficienti le osservazioni post‐
trattamento.
123
Metodo Gruppo di Trattamento Variabile Risultato Covariate disponibili (IPRES) Covariate aggiuntive Orizzonte Temporale
PSM
Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>100
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*; Depositi Bancari*; Spesa per Istruzione,
Cultura,Turismo e Gestione del Territorio***) Turisticità (BBCC**;
Alberghi e Extra****)
Caratteristiche Strutturali (Distanza/h dal centro; Infrastrutture; Appartenenza Politica) Dummies GTV (Comunità
montane; Ente Parco, Partenariato PP; Consorzi)
Covariatepre‐T ; Flussi turistici post T
Comuni con almeno un intervento completato e almeno un BBCC censito
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*;
Depositi Bancari*, Spesa per Cultura,Turismo,Viabilità Trasporti E
Gestione del Territorio*** ); Turisticità(Alberghi e Extra****)
Dummies e Variabili Censimento BBCC (Comunità Montane; Ente Parco; Nr Enti di Ricerca; Nr Associazioni; Nr Università; Nr
Immobili Ecclesiastici)
Covariatepre‐T ; Flussi turistici post T
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
124
DID‐PSM
Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>100
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*; Depositi Bancari*; Spesa per Istruzione,
Cultura,Turismo e Gestione del Territorio***) Turisticità (BBCC**;
Alberghi e Extra****)
Caratteristiche Strutturali (Distanza/h dal centro; Infrastrutture; Appartenenza Politica) Dummies GTV (Comunità
montane; Ente Parco, Partenariato PP; Consorzi)
Covariatepre‐T Flussi turistici pre& post T
Comuni con almeno un intervento completato e almeno un BBCC censito
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*;
Depositi Bancari*, Spesa per Cultura,Turismo,Viabilità Trasporti E
Gestione del Territorio*** ); Turisticità(Alberghi e Extra****)
Dummies e Variabili Censimento BBCC (Comunità Montane; Ente Parco; Nr Enti di
Ricerca; Nr Associazioni Culturali; Nr Università; Nr Immobili Ecclesiastici)
Covariatepre‐T : Flussi turistici pre& post T
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
125
GPSM Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>0
Flussi Turistici; Livello Occupazione
Caratteristiche Strutturali (Valore Aggiunto*;Popolazione*; Carico Sociale*; Tasso di Occupazione*; Sportelli Bancari*; Depositi Bancari*; Spesa per Istruzione,
Cultura,Turismo e Gestione del Territorio***) Turisticità (BBCC**;
Alberghi e Extra****)
Caratteristiche Strutturali (Distanza/h dal centro; Infrastrutture; Appartenenza Politica) Dummies GTV (Comunità
montane; Ente Parco, Partenariato PP; Consorzi)
Covariatepre‐T ; Flussi turistici post T
DID‐TDC
Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>100
Flussi Turistici;
Risorse fondamentali e Attrattori (BBCC**; Alberghi e Extra****) Fattori di Supporto (Valore Aggiunto*; Sportelli Bancari* ) Gestione della Destinazione (Spesa per Cultura,Turismo e Istruzione) Elementi Qualificanti (Spesa per Sicurezza,
Viabilità Trasporti E Gestione del Territorio***)
Risorse fondamentali e Attrattori (Parchi Naturali, Km Spiagge) Fattori di Supporto (Macro‐dati Provincia/Regione, strade, porti,ospedale,Distanza/h dal centro); Gestione della Destinazione (marketing territoriale (es. pro‐loco), Eventi; Nr
Prodotti Tipici)
Covariatepre& post T ; Flussi turistici pre& post T
RicercaValutativa:RapportofinaleprimafaseAprile2012
126
DID‐TDC‐IV
Comuni con almeno un intervento completato e
finanziamento pro‐capite>100
Flussi Turistici;
Risorse fondamentali e Attrattori (BBCC**; Alberghi e Extra****) Fattori di Supporto (Valore Aggiunto*; Sportelli Bancari* ) Gestione della Destinazione (Spesa per Cultura,Turismo e Istruzione) Elementi Qualificanti (Spesa per Sicurezza,
Viabilità Trasporti E Gestione del Territorio***)
Risorse fondamentali e Attrattori (Parchi Naturali, Km Spiagge) Fattori di Supporto (Macro‐dati Provincia/Regione, strade, porti,ospedale,Distanza/h dal centro); Gestione della Destinazione (marketing territoriale (es. pro‐loco), Eventi; Nr
Prodotti Tipici)
Covariatepost‐T ; Flussi turistici post T
* Non essendo disponibili le cumulate di spesa degli interventi, si considerano covariatepre‐trattamento i dati disponibili del 2005
** I dati sui BBCC censiti non statali sono disponibili solo a partire dal 2006
*** Le spese correnti per funzioni sono disponibili solo per il 2007 e 2009.
**** I dati forniti relativi al 2005 sono incompleti