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Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Attività produttive Le politiche attive del lavoro in Provincia di Bergamo nel triennio 2005-2007 A cura dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro

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Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Attività produttive

Le politiche attive del lavoro in Provincia di Bergamo nel triennio 2005-2007

A cura dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro

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Il rapporto è stato elaborato con la collaborazione del Comitato Tecnico-operativo dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro:

Elena Gotti Paolo Longoni Samuele Rota Silvia Spreafico

e con il supporto del Servizio Lavoro del Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Attività produttive della Provincia di Bergamo

novembre 2007

Ogni parte della presente pubblicazione può essere riprodotta con qualsiasi mezzo, formato o supporto comprese le fotocopie, la scansione, la memorizzazione elettronica, la messa a disposizione del pubblico con qualsiasi mezzo (anche online), la traduzione, l’adattamento totale o parziale a condizione che ne sia citata la fonte.

Ulteriori informazioni si possono trovare consultando il sito Internet www.provincia.bergamo.it o inviando una

e-mail all’indirizzo [email protected]

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Premessa

La Provincia di Bergamo, in virtù delle competenze che le sono state attribuite a seguito del processo di decentramento avviato nel 1997 con la riforma Bassanini (d.lgs. 469/1997) e proseguito nel 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione, definite con le leggi regionali 1/1999 e, più recentemente, con la legge regionale 22/2006, ha promosso sul territorio una serie di interventi finalizzati a supportare i lavoratori svantaggiati nell’inserimento (o reinserimento) nel mercato del lavoro.

L’approccio adottato, in linea con le indicazioni fornite ai diversi livelli di governance delle politiche del mercato del lavoro (livello comunitario, nazionale e regionale), consiste nel porre in stretta relazione gli strumenti di politica passiva, riconducibili al sostegno al reddito dei lavoratori in difficoltà occupazionale, con i servizi e le misure di politica attiva, finalizzati a sostenere il percorso di reimpiego delle fasce deboli del mercato del lavoro locale.

Questa logica, che richiama l’approccio del modello di workfare di stampo anglosassone, si

realizza attraverso una forte corresponsabilizzazione del lavoratore che viene attivato e coinvolto, attraverso i servizi per l’impiego, in percorsi ad hoc volti a migliorare la sua occupabilità e a favorire, di conseguenza, la sua inclusione socio-lavorativa.

Un altro elemento fondamentale per la definizione e la gestione di azioni mirate ed efficaci è rappresentato dalla costante condivisione e concertazione tra le istituzioni, le parti sociali e tutti gli attori che operano nel mercato del lavoro locale. I progetti di politica attiva del lavoro realizzati in questi anni dalla Provincia di Bergamo, in questo senso, rappresentano esempi concreti di come la collaborazione fra enti, la concertazione con le parti sociali e, più in generale, il dialogo con il territorio costituiscano fattori cruciali per la buona riuscita di un intervento.

Si inseriscono in questo quadro le novità introdotte dalla recente riforma del mercato del lavoro regionale. La legge 22 del 2006, infatti, sostiene la creazione e lo sviluppo di reti a livello territoriale tra operatori pubblici e privati dei servizi per l’impiego e della formazione, con l’obiettivo di promuovere un mercato del lavoro maggiormente accessibile e trasparente. La messa a regime di Sintesi, quale sistema informativo in cui convergono tutte le informazioni relative ai movimenti che si verificano nel mercato del lavoro delle diverse province lombarde, e la messa in comunicazione di questo sistema con Borsa lavoro Lombardia costituiranno altri importanti tasselli per migliorare il funzionamento del mercato del lavoro regionale e provinciale.

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Gli interventi di politica attiva del lavoro

Nell’ambito degli interventi di politica attiva del lavoro, la Provincia di Bergamo ha promosso e sostenuto in questi ultimi anni una serie di iniziative volte principalmente a favorire l’inclusione socio-lavorativa dei lavoratori in difficoltà occupazionale. Rientrano in questo quadro tre tipologie di misure:

a) progetti volti a prevenire esuberi di personale e finalizzati a supportare l’adeguamento delle competenze dei lavoratori nei processi di innovazione aziendale;

b) progetti di riqualificazione e accompagnamento al lavoro, in particolare dei beneficiari di ammortizzatori sociali (Cassa integrazione guadagni straordinarie e indennità di mobilità) a seguito di ristrutturazioni, riconversioni e/o crisi aziendali;

c) azioni di studio, ricerca e monitoraggio volte a rilevare e analizzare le dinamiche socio-economiche del territorio e a monitorare l’andamento del mercato del lavoro.

Questi interventi sono stati sviluppati di concerto con le parti sociali del territorio e hanno visto la collaborazione, di volta in volta, di attori differenti, sia pubblici che privati, che operano nei servizi per il lavoro, nella formazione, nel servizi sociali, nel Terzo settore, ecc.

Di seguito sono presentati, attraverso schede riepilogative, alcuni dei progetti di politica attiva del lavoro promossi nel triennio 2005-2007. I progetti presentati non comprendono tutte le iniziative sviluppate dalla Provincia di Bergamo in tema di lavoro; alcune progettualità, infatti, proprio per la loro rilevanza e specificità, come per esempio il Multimisura orientamento o il Piano provinciale disabili, saranno oggetto di specifiche analisi e pubblicazioni. Inoltre, sono in corso analisi di tipo economico nell’ambito di alcuni progetti volti a strutturare modelli di anticipazione delle crisi aziendali e a studiare nel dettaglio il tessuto socio-economico di alcuni territori della provincia che hanno una certa omogeneità.

Nelle schede di sintesi che seguono, quindi, sono stati inseriti i progetti realizzati all’interno del Piano provinciale 2004-2005 finanziato dal Fondo nazionale per l’occupazione e gli interventi promossi in collaborazione con Italia Lavoro (Agenzia tecnica del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale); tale scelta è strettamente correlata alla similitudine delle iniziative rispetto agli obiettivi perseguiti, alle tipologie di lavoratori coinvolti e alla metodologia utilizzata per la loro sperimentazione. L’impegno dell’Amministrazione provinciale, infatti, in questi interventi è stato volto, in particolare, a supportare i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro a seguito di situazioni di crisi aziendali, settoriali e territoriali. La congiuntura negativa che ha colpito anche il tessuto economico produttivo bergamasco, infatti, ha determinato, soprattutto nei comparti più tradizionali del manifatturiero, difficoltà per le imprese e per i loro lavoratori, portando in alcuni casi alla chiusura di attività storiche per il sistema locale. Tra i destinatari prioritari degli interventi realizzati rientrano le donne e, in generale, tutti i lavoratori over 40, proprio per le difficoltà registrate nel mercato del lavoro locale rispetto all’occupazione femminile e all’inclusione di soggetti espulsi dal sistema economico considerati “anziani” per le logiche di mercato.

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Denominazione Progetto

Intervento di ricollocazione finalizzato al reinserimento lavorativo di lavoratori in crisi occupazionale provenienti dal settore tessile/abbigliamento/moda della provincia di Bergamo

Fonte di finanziamento Fondo nazionale per l’occupazione 2004-2005

Partner – enti coinvolti Promos consulting (società di outplacement)

Avvio e termine attività ottobre 2005 – dicembre 2006

Descrizione

Il progetto ha inteso favorire la ricollocazione di 150 lavoratori in difficoltà occupazionale provenienti dal settore tessile della provincia di Bergamo, attraverso attività di supporto alla ricerca attiva del lavoro (stesura cv, simulazione di colloqui, analisi annunci proposte di lavoro, ecc.), azioni di account per l’individuazione di posti di lavoro disponibili e azioni di incrocio tra domanda e offerta.

Destinatari 150 lavoratori del settore tessile in Cassa integrazione guadagni straordinaria e in mobilità

Principali risultati raggiunti

Le opportunità lavorative offerte ai lavoratori sono state 322.

Sono stati ricollocati 53 lavoratori secondo i parametri previsti dal progetto (a tempo indeterminato o a tempo determinato superiore a 9 mesi), mentre altri 38 sono stati ricollocati con contratti di durata inferiore ai 9 mesi o sono stati reintegrati nell’azienda di provenienza.

Punti di forza

L’intervento ha favorito la conoscenza del mercato del lavoro locale, sia dal punto di vista dell’offerta sia da quello della domanda; in particolare, le criticità emerse sin dalla fase di adesione dei lavoratori hanno evidenziato alcune problematiche legate agli interventi rivolti a lavoratori over 40 e alle donne. Inoltre, il progetto ha rappresentato per la Provincia la prima sperimentazione della collaborazione tra pubblico e privato in materia di lavoro, favorendo anche la crescita degli operatori dei servizi per l’impiego della Provincia.

Punti di debolezza

La criticità principale è riconducibile alla tipologia di soggetti coinvolti dal progetto, lavoratori espulsi dal mercato del lavoro particolarmente deboli (per età, qualifica professionale) e lavoratori in Cigs, quindi ancora a tutti gli effetti occupati. La dipendenza con l’azienda ha determinato, in molti casi, difficoltà da parte dei lavoratori a partecipare alle azioni, soprattutto nei casi di Cigs a rotazione. Rispetto all’attività di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, poi, è da segnalare la difficoltà di conciliare, soprattutto per le donne, le esigenze di vita familiare con le richieste delle imprese, in molti casi non disponibili ad assumere con contratti part-time o con orari di lavoro flessibili.

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Denominazione Progetto PARI_Progetto Valcamonica, Valcavallina e Sebino

Fonte di finanziamento Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale

Partner – enti coinvolti Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, Italia Lavoro.

Avvio e termine attività aprile 2006 – ancora in corso

Descrizione

Il progetto è finalizzato all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati attraverso azioni di sostegno, incentivazione e formazione. L’intervento è stato indirizzato a lavoratori dipendenti di aziende in crisi e a rischio, quindi, di espulsione dal mercato del lavoro del settore tessile della Valle Camonica e territori limitrofi e ad altri lavoratori svantaggiati non percettori di ammortizzatori sociali o di indennità o sussidi legati allo stato di disoccupazione.

L’obiettivo individuato dal Progetto è quello di ricollocare 500 operai fuoriusciti dalle industrie individuate e rientranti nel bacino del progetto. A questo target è assegnata una dote formativa finalizzata all’adeguamento delle competenze e un sostegno al reddito per 600 disoccupati senza sussidio, di cui 100 da avviare all’autoimpresa.

Destinatari Lavoratori dipendenti di aziende in crisi e altri lavoratori svantaggiati non percettori di ammortizzatori sociali o di indennità o sussidi legati allo stato di disoccupazione.

Principali risultati raggiunti

Lavoratori aderenti al progetto della provincia di Bergamo: 116

Imprese aderenti al progetto: 12

Posti di lavoro scaturiti: 30

Punti di forza Il progetto ha favorito lo sviluppo di reti con il territorio bresciano e la collaborazione con la Provincia di Brescia.

Punti di debolezza

In fase di progettazione dell’intervento è stato previsto il coinvolgimento dei Cpi provinciali nella gestione del lato offerta, mentre rispetto alla domanda la gestione è stata delegata a un’agenzia strumentale della Provincia di Brescia. Questa divisione di compiti ha determinato in alcune fasi del progetto uno scollamento tra le azioni e una maggiore difficoltà nel favorire il matching.

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Denominazione Progetto PARI _REI “Re-Impiego dei lavoratori immigrati”

Fonte di finanziamento Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale – Direzione generale degli ammortizzatori sociali

Partner – enti coinvolti Italia Lavoro

Avvio e termine attività settembre 2006 – settembre 2007 (prorogato a dicembre 2007)

Descrizione

Rei promuove la ricollocazione lavorativa degli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia che hanno perduto il lavoro o hanno un contratto di soggiorno in scadenza e presentano, quindi, il bisogno di servizi mirati per rientrare (o evitare di uscire) dal mercato del lavoro.

Il progetto ha l’obiettivo di contribuire a rafforzare e integrare la rete degli attori locali competenti in materia di immigrazione e di reimpiego lavorativo, da un lato, favorendo la stabilità e l’integrazione degli immigrati presenti nel nostro territorio e, dall’altro lato, alimentando lo sviluppo delle imprese locali anche attraverso una maggiore conoscenza delle caratteristiche e delle specificità dell’offerta di lavoro immigrata.

Si colloca nell’ambito dei progetti di politica sociale e di politica del lavoro in quanto intende favorire la presa in carico e il supporto di soggetti particolarmente deboli nel tessuto socio economico locale.

Destinatari

Immigrati regolari con contratto di soggiorno in scadenza, a cui va assicurata la permanenza nel mercato del lavoro italiano; immigrati disoccupati che hanno perso il lavoro e che devono essere reimpiegati.

Principali risultati raggiunti

Hanno aderito al progetto 116 lavoratori (95 uomini e 21 donne), provenienti soprattutto dall’area del Cpi di Bergamo (60); le aziende che hanno aderito al progetto e hanno successivamente assunto i lavoratori sono state 13, operanti nei settori tessile, edile, metalmeccanico, commercio, produzione di materiali elettrici.

I lavoratori rioccupati sono stati 75, di cui 49 sono stati portatori di un incentivo. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, 57 lavoratori sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato e 18 con contratto a tempo determinato, fra cui 5 apprendisti. L’età dei lavoratori assunti varia dai 18 ai 58 anni, con una prevalenza della fascia d’età intermedia (27 lavoratori hanno tra i 30 e i 39 anni; 26 lavoratori tra i 20 e i 29 anni).

Per quanto concerne i profili professionali, le assunzioni hanno riguardato soprattutto qualifiche a basso contenuto, nonostante la

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presenza tra gli immigrati di molti lavoratori in possesso di un elevato titolo di studio acquisito nei paesi di origine (37 lavoratori hanno un diploma o una laurea).

Punti di forza

Il progetto ha favorito l’inserimento lavorativo di soggetti a rischio esclusione, agendo efficacemente anche in un’ottica di prevenzione dell’illegalità e del lavoro nero.

I risultati raggiunti sono stati fortemente favoriti dalla collaborazione con gli enti del territorio e, in particolare, dall’azione di sensibilizzazione rivolta alle aziende svolta dalle associazioni datoriali, di concerto anche con le associazioni degli immigrati e i servizi sociali. Da sottolineare, in questo senso, anche il numero significativo (26) di inserimenti lavorativi raggiunti senza la corresponsione di incentivo.

Un ruolo cruciale per la buona riuscita del progetto, inoltre, è individuabile nelle attività di account svolte dai Centri per l’impiego con la collaborazione di personale esperto di Italia lavoro.

Punti di debolezza

La modalità utilizzata per valutare le manifestazioni di interesse all’assunzione da parte delle aziende consisteva nell’attribuzione di un punteggio superiore in funzione del numero di assunzioni preventivate. Questo ha avvantaggiato le agenzie del lavoro private che poi non hanno, in alcuni casi, proceduto all’assunzione, escludendo allo stesso tempo le piccole realtà.

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Denominazione Progetto PARI_Occupazione e servizi alla persona (Sportello OSP)

Fonte di finanziamento Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale (attualmente: Provincia di Bergamo)

Partner – enti coinvolti Italia Lavoro, Regione Lombardia, Comune di Bergamo (attualmente: solo Provincia di Bergamo)

Avvio e termine attività aprile 2006 – giugno 2007 (da luglio 2007: messa a regime dello Sportello da parte della Provincia)

Descrizione

Il progetto ha inteso garantire una corretta gestione dei processi di intermediazione di manodopera, lo sviluppo di un mercato del lavoro regolare, la creazione di Piani di assistenza individuali e la presa in carico della persona nella sua globalità.

Le attività consistono nell’offrire un supporto adeguato alla famiglia nella pre-selezione di assistenti familiari o collaboratori domestici e nella gestione del ruolo di datore di lavoro (ruolo in cui spesso si trova per la prima volta) attraverso attività di informazione, di consulenza e di mediazione. Rispetto all’offerta, invece, lo Sportello supporta il lavoratore nel percorso di inserimento lavorativo, attraverso attività d’informazione, di accompagnamento al lavoro e di mediazione.

Il servizio si propone anche come uno degli anelli di congiunzione della rete dei servizi territoriali deputati all’assistenza socio-sanitaria delle persone non autosufficienti e intende favorire la creazione di nuove soluzioni organizzative per il mercato dei servizi di cura domiciliare, in grado di assicurare trasparenza e qualità, sia sul versante della domanda sia su quello dell’offerta di prestazioni.

Destinatari

Anziani, disabili, malati o bambini

Famiglie con presenza di anziani, disabili, malati o bambini

Lavoratori italiani o stranieri

Principali risultati raggiunti

Al 30 settembre 2007:

Si sono rivolte allo Sportello 789 famiglie per un totale di 223 inserimenti lavorativi (148 per assistenti familiari e 75 per collaboratori domestici).

I lavoratori preselezionati sono stati 474, provenienti per lo più dall’est Europa (Ucraina in primis) e dal Sudamerica. Si rileva una prevalenza di donne (459) e di lavoratori over 40 (304).

Punti di forza La scelta di posizionare lo Sportello Osp presso l’ufficio provinciale dell’InFormaLavoro è stata estremamente positiva, grazie al radicamento territoriale di quest’ultimo e alla sua funzione, trasversale a tutti i centri per l’impiego della Provincia, di erogatore di

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servizi finalizzati all’accompagnamento al lavoro delle fasce deboli.

Lo Sportello, inoltre, è andato ad agire in una nicchia del mercato del lavoro dove il fabbisogno di manodopera è in costante crescita, l’intermediazione è spesso gestita illegalmente e i rapporti di lavoro sono per lo più in nero.

Lo Sportello ha promosso una serie di servizi ritenuti utili ed efficaci da famiglie e lavoratori sia per quanto concerne il supporto e le informazioni prima, durante e dopo il contratto di lavoro, sia per la selezione dei lavoratori da mettere in contatto con le famiglie, in un’ottica di incrocio tra domanda e offerta ottimale.

Un ulteriore elemento che ha favorito il “successo” del progetto è riconducibile alle reti territoriali promosse o valorizzate in seno allo Sportello: attraverso rapporti di scambio informali con alcuni Comuni e Comunità montane della provincia, con associazioni del terzo settore, così come mediante la stipula di convenzioni, per esempio con le organizzazioni sindacali (per la gestione delle buste-paghe e la riduzione conseguente dei costi a carico delle famiglie), lo Sportello ha facilitato gli inserimenti lavorativi di un numero significativo per il territorio bergamasco di soggetti deboli.

Punti di debolezza

Le principali criticità riscontrate dalle operatrici dello Sportello nell’intermediazione tra domanda e offerta sono riconducibili alla diffusione di pregiudizi verso alcune particolari etnie e religioni, oltre che alla difficoltà di conciliare le esigenze delle famiglie, soprattutto in termini di disponibilità oraria, con la volontà delle badanti di avere orari di lavoro in grado di garantire loro periodi di riposo, ferie, e la conduzione di una vita sociale normale.

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Denominazione Progetto

PARI_Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati

Fonte di finanziamento Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale e Ministero della Solidarietà sociale

Partner – enti coinvolti Italia Lavoro

Avvio e termine attività aprile 2005 – settembre 2007

Descrizione

Il Programma si rivolge direttamente alle imprese con interventi ed incentivi finalizzati all’assunzione di lavoratori provenienti da aziende in crisi e disoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego non percettori di indennità.

Gli incentivi e contributi previsti per le imprese del territorio che assumono i destinatari del Programma PARI sono i seguenti: incentivo straordinario (una tantum) pari ad 3.500,00 euro lordi per ogni assunzione a tempo indeterminato, pari o superiore a 30 ore settimanali, di soggetti non percettori di alcuna indennità o sussidio legato allo stato di disoccupazione, che non stiano svolgendo attività lavorativa e siano iscritti al Centro per l'Impiego; dote formativa fino a un massimo di 1.000 euro lordi finalizzata all'adattamento delle competenze in azienda per ciascun lavoratore che rientra nel Programma PARI (percettore e non percettore di ammortizzatori sociali o di altra indennità o sussidio legato allo stato di disoccupazione) assunto a tempo indeterminato o determinato per un periodo di almeno 12 mesi.

Per quanto riguarda i servizi offerti alle aziende, gli interventi previsti dal Programma sono condotti direttamente dalla Provincia che, grazie alla rete territoriale dei propri Centri per l'Impiego, propone servizi di preselezione dei lavoratori, consulenza normativa e assistenza all'inserimento in azienda del personale.

Destinatari Lavoratori percettori di Cigs in deroga; lavoratori non percettori di indennità o sussidio legato alla disoccuopazione.

Principali risultati raggiunti

Hanno aderito al progetto 113 aziende e 346 lavoratori. Le aziende aderenti hanno offerto 179 posti di lavoro, di cui l’81% a tempo indeterminato. Le aree di provenienza delle imprese mostrano una certa dinamicità di alcuni territori, come l’area della bassa bergamasca (61 aziende aderenti provengono dai territori dei Cpi Treviglio e Romano di L.dia).

Tra i 346 lavoratori aderenti, 199 sono femmine; la composizione per età mostra una significativa presenza di lavoratori over 40 (161). I lavoratori assunti mediante il porgramma Pari sono stati 78, a cui si aggiungono 53 lavoratori iscritti al programma che si sono ricollocati in maniera autonoma, per un totale di 131 inserimenti lavorativi. Tra questi: 95 sono stati con contratti a tempo indeterminato; 17 a part-time.

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Punti di forza

I risultati positivi raggiunti sono da porre in relazione, in particolare, al ruolo centrale dei Centri per l’impiego della Provincia nell’attività di incrocio tra domanda e offerta di lavoro. In particolare, il radicamento al territorio dei Cpi, potenziato grazie anche all’attività di marketing sviluppata, ha favorito il coinvolgimento di un numero significativo di imprese interessate all’assunzione di personale.

Anche rispetto al versante dell’offerta, la scelta di comprendere nel bacino di destinatari tutti i lavoratori non percettori di indennità, ha determinato il coinvolgimento di soggetti in situazione di reale difficoltà estremamente motivati al reinserimento e attivi rispetto al percorso di reimpiego.

Punti di debolezza

Alcune difficoltà si sono riscontrate rispetto alla presa in carico dei lavoratori appartenenti al bacino dei percettori della Cigs in deroga, soprattutto in termini di resistenze alla partecipazione al programma motivate dall’elevato livello di percezione di appartenenza aziendale (essendo ancora occupati).

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Denominazione Progetto

1° 908_ Riqualificazione e ricollocazione lavoratori in Cigs e in mobilità nel settore tessile della Provincia di Bergamo

Fonte di finanziamento Regione Lombardia (capitolo 908 del bilancio regionale) e cofinanziamento Provincia di Bergamo a valere sul Fondo nazionale per l’occupazione

Partner – enti coinvolti Abf (azienda bergamasca formazione) di Bergamo e Albino

Adecco Italia SpA

Avvio e termine attività febbraio 2005 – dicembre 2007

Descrizione

Il progetto promuove la riqualificazione e l’accompagnamento al lavoro di lavoratori espulsi dal mercato a seguito di crisi aziendali.

Fasi del progetto:

o accoglienza e informazione orientativa

o consulenza orientativa

o formazione: orientativa (impresa, inglese, informatica) o professionale (ASA)

o accompagnamento e sostegno al lavoro

Destinatari 45 lavoratori/lavoratrici in Cigs e/o in mobilità

Principali risultati raggiunti 18 ricollocate, di cui 11 a tempo indeterminato.

Punti di forza

Il progetto, a partire da una specifica situazione di crisi aziendale, ha inteso favorire sia l’innalzamento dell’occupabilità dei lavoratori, attraverso un’azione di orientamento e riqualificazione professionale, sia il loro effettivo reinserimento lavorativo, mediante un’azione di accompagnamento al lavoro. In relazione a quest’ultima fase, inoltre, il progetto ha rappresentato un’importante sperimentazione di collaborazione con un’agenzia del lavoro privata.

Punti di debolezza

Il progetto ha visto la partecipazione di lavoratori in difficoltà occupazionale del settore tessile e, in particolare, di donne; nella fase di ricollocazione sono state rilevate ampie criticità legate, in parte, anche alla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.

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Denominazione Progetto

2° 908_ Bergamo - Settore tessile:azione di sostegno per lavoratori a rischio occupazionale

Fonte di finanziamento Regione Lombardia (capitolo 908 del bilancio regionale)

Partner – enti coinvolti Abf (Azienda bergamasca formazione) di Trescore Balneario

Avvio e termine attività aprile 2006 – dicembre 2007

Descrizione

Il progetto promuove la riqualificazione e l’accompagnamento al lavoro di lavoratori espulsi dal mercato a seguito di crisi aziendali.

Fasi del progetto:

o accoglienza e informazione orientativa

o consulenza orientativa

o formazione: orientativa (impresa, inglese, informatica) o professionale (ASA)

o accompagnamento e sostegno al lavoro

Destinatari 60 lavoratori/lavoratrici in Cigs e/o in mobilità

Principali risultati raggiunti

25 ricollocate, a tempo indeterminato e a tempo determinato superiore a 9 mesi.

Punti di forza

Il progetto, a partire da una specifica situazione di crisi aziendale, ha inteso favorire sia l’innalzamento dell’occupabilità dei lavoratori, attraverso un’azione di orientamento e riqualificazione professionale, sia il loro effettivo reinserimento lavorativo, mediante un’azione di accompagnamento al lavoro.

Punti di debolezza Le criticità incontrate sono da porre in relazione sia alla tipologia di lavoratori coinvolti, in prevalenza donne, sia alla scarsa motivazione registrata in fase di ricollocazione.

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Denominazione Progetto

L’ISOLA_“Liberati per l’indulto: sostegno al reinserimento lavorativo”

Fonte di finanziamento Ministero della giustizia – Ufficio Esecuzione penale esterna

Partner – enti coinvolti Comune di Bergamo, Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe), Istituto penitenziario di Bergamo, Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria (Prap)

Avvio e termine attività maggio 2007 – maggio 2008

Descrizione

Il progetto intende promuovere percorsi di accompagnamento e inserimento lavorativo di persone ex detenute ed ex in misura alternativa, con particolare riferimento ai soggetti svantaggiati, privi di opportunità lavorative, già presi in carico dai Servizi Sociali dei Comuni per una prima azione di sostegno e facilitazione nella ricerca di lavoro e supporto all’inserimento svolta in sinergia con i centri per l’impiego provinciali.

Il progetto prevede il sostegno nella ricerca attiva del lavoro e il supporto all’inserimento lavorativo per coloro che si sono trovati in difficoltà sotto il profilo economico/professionale attraverso l’attribuzione di “borse lavoro”.

Un altro importante obiettivo è riconducibile all’implementazione di un sistema organizzativo basato su una sinergia di risorse, provenienti dall’Amministrazione penitenziaria, dal Sistema territoriale istituzionale e dal Terzo Settore.

Le azioni previste dal Progetto sono: segnalazione da parte degli Enti territoriali dei potenziali beneficiari; analisi delle istanze; incontro domanda-offerta; sottoscrizione dei contratti; attività di reinserimento lavorativo; pertinenze economiche; monitoraggio e verifica.

Destinatari Soggetti destinatari del provvedimento di indulto, liberi o in fase di dimissione dagli istituti penitenziari

Principali risultati raggiunti

Al 31 ottobre 2007: 24 lavoratori coinvolti, di cui 18 italiani; 6 lavoratori sono usciti dal percorso per mancanza di requisiti o per il passaggio ad altri progetti di reinserimento.

Dei 18 lavoratori attualmente in carico, 6 sono stati assunti da cooperative sociali del territorio attraverso contratti a tempo indeterminato (di cui 2 part-time) e 1 è beneficiario di una borsa lavoro. Anche per gli altri lavoratori, comunque, sono in fase di definizione gli inserimenti lavorativi.

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Punti di forza Rete territoriale dei soggetti coinvolti nel progetto

Punti di debolezza I lavoratori coinvolti sono soggetti particolarmente svantaggiati con difficoltà non solo occupazionali che si ripercuotono sul percorso di reinserimento lavorativo.

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Denominazione Progetto Incentivi all’assunzione

Fonte di finanziamento Fondo nazionale per l’occupazione 2004-2005

Partner – enti coinvolti --

Avvio e termine attività settembre – novembre 2007

Descrizione

Al fine di garantire migliori opportunità di reinserimento ai lavoratori inoccupati o disoccupati a rischio di esclusione dal mercato di lavoro, la Provincia ha pubblicato un avviso pubblico rivolto alle imprese per l'accesso ad incentivi all'assunzione di lavoratori svantaggiati.

In linea generale, gli incentivi sono differenziati in base alla tipologia contrattuale del rapporto di lavoro instaurato, alla fascia di età e al genere del lavoratore assunto, all'analisi dei suoi carichi familiari e al suo status occupazionale e formativo. In particolare, la Provincia intende promuovere e diffondere l'utilizzo di forme contrattuali flessibili che, con riferimento specifico alla componente femminile del mercato del lavoro bergamasco, favoriscano la conciliazione fra vita familiare e vita lavorativa.

Sono stati previsti incentivi a cumulo fino ad un massimo di 6.000 euro per ogni assunzione e con un limite massimo di 12.000,00 euro complessivi per ciascuna azienda. Gli incentivi sono legati all'assunzione (a tempo determinato di almeno 9 mesi o a tempo indeterminato) oppure alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato e tempo indeterminato di specifiche tipologie di lavoratori caratterizzate da uno svantaggio nel mercato del lavoro. Nello specifico: donne over 35; uomini over 40; disoccupati di lunga durata; inoccupati di lunga durata; svantaggio non certificato. Sono inoltre previsti bonus aggiuntivi, stanziati in presenza di altri differenti casistiche dettagliate nell'Avviso. Sono incentivate in particolare le assunzioni part-time e le trasformazioni da full-time a part-time da parte imprese che abbiano in forza dipendenti part-time in percentuale non superiore al 20%.

Destinatari Lavoratori inoccupati e disoccupati a rischio di esclusione sociale

Principali risultati raggiunti

64 incentivi assegnati alle imprese aderenti per le seguenti assunzioni:

o 8 a tempo determinato;

o 44 a tempo indeterminato;

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o 6 trasformazioni da full-time a part-time;

o 6 trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato.

Le assunzioni part-time sono state 35.

Dei 64 lavoratori inseriti 42 sono donne (di cui 36 con più di 35 anni), 22 sono uomini (di cui 21 con più di 40 anni e 1 disoccupato di lunga durata). Dal punto di vista settoriale, si rileva la prevalenza di inserimenti lavorativi nei servizi sociali (23 assunzioni), nel commercio e turismo (17) e nei servizi alle imprese (10).

Punti di forza

Attraverso l’erogazione di incentivi ai target individuati dal bando si è favorito l’inserimento di lavoratori particolarmente deboli per il mercato del lavoro provinciale e si è fortemente sostenuto l’utilizzo del contratto part-time soprattutto per agevolare il reinserimento delle donne.

Punti di debolezza

Il rischio insito in questa tipologia di intervento, cioè quello di attribuire risorse per l’assunzione di lavoratori non particolarmente deboli ad aziende peraltro già decise ad assumere, è stato in parte ovviato dalla definizione ristretta dei target di riferimento e dall’inclusione esclusiva di lavoratori realmente svantaggiati.

Da rilevare, comunque, che tale tipologia di intervento, per favorire nel medio-lungo periodo l’inclusione lavorativa dei soggetti più deboli, deve essere affiancata da iniziative di politica attiva finalizzate a incrementare l’occupabilità e l’adattabilità dei lavoratori.

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L’analisi degli interventi realizzati in questi anni, proposta nelle precedenti schede di sintesi, permette di ripercorre le sperimentazioni finora attuate ponendo in rilievo gli elementi che ne hanno condizionato la realizzazione e il raggiungimento dei risultati e favorendo, quindi, in un’ottica di medio periodo, una progettazione maggiormente consapevole e mirata.

Gli interventi, infatti, qui analizzati, possono essere considerati come sperimentazioni, azioni che, nel corso del tempo, sono state ridefinite in funzione delle criticità emerse e dei cambiamenti intervenuti. Tali misure, peraltro, hanno consentito alla Provincia di conoscere più approfonditamente il mercato del lavoro locale, le sue dinamiche e i suoi attori: soprattutto nelle attività programmate nel Piano provinciale 2004-2005, a valere sulle risorse del Fondo nazionale occupazione, le difficoltà via via emerse e i conseguenti aggiustamenti sono stati portatori di un bagaglio esperienziale per gli operatori della Provincia e per gli altri partner altamente significativo, soprattutto in previsione delle progettazioni successive. Per esempio, il coinvolgimento delle parti sociali, dei Comuni, delle associazioni del Terzo settore, degli enti di formazione, come si approfondirà di seguito, ha costituito una condizione fondamentale per la buona riuscita dei progetti, soprattutto in quelle misure volte all’inclusione socio-lavorativa di target di lavoratori particolarmente deboli o nelle azioni di rilancio economico-produttivo di un’area territoriale.

In sintesi, i progetti oggetto della presente analisi hanno visto il coinvolgimento di circa 1.400 lavoratori e hanno favorito l’inserimento lavorativo di oltre 600.

Dal punto di vista dei destinatari delle misure di politica attiva del lavoro è importante sottolineare, anche per comprendere le difficoltà incontrate soprattutto da alcuni progetti, le caratteristiche dei lavoratori coinvolti, soggetti, in molti casi, in situazione di difficoltà non solo occupazionale.

Nella gestione di lavoratori, per esempio, provenienti da situazioni di crisi aziendali del comparto manifatturiero, si riscontra la presenza di persone non più giovanissime (oltre i 40 anni) che sono costrette a lasciare l’azienda dopo periodi prolungati di collaborazione; questi lavoratori vengono tutelati dal punto di vista economico, attraverso forme di sostegno al reddito e, allo stesso tempo, sono chiamati ad attivarsi per ricercare un nuovo impiego, anche mediante percorsi di orientamento e riqualificazione. Rispetto al percorso di reimpiego, però, emergono in molti casi difficoltà dovute alla perdita di fiducia in se stessi, di autostima e, più in generale, di motivazione, che spingono il soggetto ad “accontentarsi” del sussidio economico percepito, senza agire attivamente per trovare una nuova occupazione. Il primo ostacolo, quindi, nella fase di presa in carico da parte dei servizi per l’impiego dei lavoratori in difficoltà occupazionale concerne proprio il lavoratore e la sua predisposizione ad essere supportato per reinserirsi agevolmente nel mercato del lavoro.

Un altro fattore di rilievo da considerare concerne la situazione occupazionale del soggetto sia nel periodo antecedente il licenziamento (in quale azienda lavorava) sia rispetto allo status derivante dal processo di crisi (Cassa integrazione straordinaria o mobilità). Il lavoratore, infatti, soprattutto se proveniente da aziende di media-grande dimensione, è più propenso ad accettare opportunità lavorative in imprese con le stesse caratteristiche, rendendosi poco disponibile ad inserirsi in realtà più piccole; allo stesso tempo, i lavoratori posti in Cassa integrazione guadagni straordinaria sono a tutti gli effetti ancora occupati alle dipendenze dell’azienda che ha avviato il percorso di Cassa e mostrano elevati livelli di appartenenza e scarso interesse ad attivarsi per ricercare nuove collocazioni (nonostante la consapevolezza del ruolo in molti casi anticipatorio della Cassa rispetto all’effettivo licenziamento).

I progetti, inoltre, hanno evidenziato persistenti difficoltà nell’inserimento di manodopera femminile, essenzialmente da porre in relazione alla mancanza di adeguati strumenti di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, oltre che a una connotazione del tessuto

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economico-produttivo ancora fortemente industriale. Le donne, infatti, espulse dal mercato dai comparti più tradizionali del manifatturiero, tessile in primis, hanno mostrato difficoltà maggiori nel reinserimento sia per fattori legati ad aspetti socio-culturali, sia per la ridotta disponibilità delle imprese ad applicare forme contrattuali con orari di lavoro flessibili. In questo ambito, la sperimentazione degli incentivi alle assunzioni ha inteso favorire proprio l’applicazione del part-time e la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo pieno in contratti a tempo parziale.

Come accennato nei singoli progetti, inoltre, tra gli aspetti qualificanti delle iniziative svolte in questi anni, rientrano senz’altro due elementi chiave: il potenziamento dei Centri per l’impiego provinciali e la condivisione a livello territoriale di ogni singolo aspetto legato alle misure di intervento con tutti gli attori, le parti sociali in primo luogo, che operano nel mercato del lavoro.

Per quanto concerne il ruolo dei Centri per l’impiego della Provincia, i progetti realizzati, da un lato, hanno rappresentato un’importante occasione di crescita, anche dal punto di vista formativo, degli operatori che operano negli uffici provinciali e, dall’altro lato, hanno favorito la sperimentazione di alcuni servizi innovativi, legati soprattutto alla domanda di lavoro da parte delle imprese.

Nello specifico, i Centri per l’impiego della Provincia sono stati coinvolti sin dalle prime fasi di presa in carico dei lavoratori provenienti da situazioni di crisi aziendale, provvedendo alla loro attivazione: i lavoratori, infatti, anche se posti in Cassa integrazione e, quindi, ancora occupati e non utenti dei Cpi, sono stati di volta in volta convocati dagli operatori per l’elaborazione della scheda anagrafico-professionale e per una prima analisi delle competenze, in grado di far emergere i potenziali ambiti di reimpiego, le disponibilità e gli interessi personali, le conoscenze e le abilità possedute, ecc.

Allo stesso tempo, gli operatori dei Cpi si sono attivati sul territorio attraverso azioni di marketing e visite aziendali volte a conoscere, innanzi tutto, le realtà presenti sul mercato a livello locale e, poi, a promuovere le professionalità disponibili all’inserimento lavorativo.

L’attività di matching prevista nei diversi progetti ha, quindi, favorito lo sviluppo di servizi innovativi da parte dei Cpi, tradizionalmente orientati a operare e confrontarsi quasi esclusivamente con i lavoratori in difficoltà occupazionale e poco “attenti” ai fabbisogni delle imprese e alla loro richiesta di supporto. In questo quadro, la Provincia, in collaborazione con esperti nelle attività di marketing e account (per esempio, resi disponibili da Italia Lavoro nel Programma Pari), ha avviato un percorso di crescita degli operatori dei Centri per l’impiego mediante la costituzione di gruppi di lavoro trasversali territorialmente e “a tema” sugli specifici argomenti da sviluppare (comunicazione, marketing, pre-selezione, account, ecc.). Questa modalità operativa ha favorito, in prima istanza, lo scambio di informazioni, buone prassi, metodologie tra gli operatori e, quindi tra i Centri; ha migliorato le professionalità degli operatori in un’ottica anche di omogeneizzazione dello standard dei servizi offerti; ha favorito la responsabilizzazione degli operatori, anche in termini motivazionali di riconversione professionale, mediante lo sviluppo di attività maggiormente integrate col territorio.

Accanto al ruolo dei servizi per l’impiego, il valore aggiunto delle sperimentazioni realizzate è individuabile nel clima concertativo che caratterizza l’azione provinciale nelle politiche formative e del lavoro. La concertazione con le parti sociali del territorio e la condivisione delle progettualità con i soggetti pubblici e privati attivi sul territorio nelle politiche del lavoro, nelle politiche sociali e della famiglia hanno, infatti, permesso la creazione, lo sviluppo e il monitoraggio di un modello di intervento altamente funzionale, che ha favorito il raggiungimento di risultati significativi anche in situazioni di estrema difficoltà per la tipologia di lavoratori coinvolti. Esempi emblematici che evidenziano il ruolo delle reti

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territoriali e della sinergia tra i diversi attori sono costituiti dai progetti “Occupazione e servizi alla persona”, “Pari – Rei” e “L’Isola”.

Uno degli elementi rilevabili come condizione fondamentale nella ricollocazione di fasce particolarmente deboli, come possono essere gli immigrati e gli ex detenuti, è rappresentato proprio dalla capacità di integrazione tra risorse, soprattutto professionali ed esperienziali, differenti. Le politiche del mercato del lavoro si inseriscono, infatti, tra le politiche di welfare e questa loro connotazione si rende evidente soprattutto negli interventi rivolti all’inclusione delle fasce più svantaggiate: per questi soggetti è necessario intervenire combinando la specifica misura di politica attiva del lavoro con strumenti di tutela, con servizi sociali, alla famiglia, ecc. Nel progetto L’Isola, per esempio, il coinvolgimento attivo di enti e associazioni del nonprofit che operano da anni nelle politiche di inclusione rivolte a persone precedentemente detenute, ha consentito la realizzazione di percorsi di presa in carico, di sostegno e ricollocazione dei soggetti coinvolti che hanno portato a favorire concretamente la loro inclusione sociale e lavorativa.

A partire dalle esperienze fin qui condotte, sono attualmente in fase di definizione e avvio i seguenti programmi:

Programma di reimpiego 2007-2009 per la realizzazione di interventi di politica attiva del lavoro, in l’attuazione dell’art. 1, comma 411, della Legge n. 266/2005 - Iniziative a sostegno dell’occupazione (risorse a disposizione € 4.789.729,01):

- Finalità: innalzamento delle competenze dei lavoratori svantaggiati del mercato del lavoro per aumentare le loro chances occupazionali; prevenzione della disoccupazione di lunga durata; sostegno all’occupazione femminile, anche mediante la diffusione di strumenti di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa; attenzione ai settori produttivi in difficoltà congiunturale e ai territori maggiormente esposti a situazioni di declino; miglioramento della qualità del lavoro nel tessuto economico-produttivo bergamasco, anche nell’ottica della prevenzione di situazioni di crisi occupazionali e del mantenimento della competitività delle imprese del territorio.

- Destinatari: lavoratori e lavoratrici inoccupati o disoccupati; lavoratori e lavoratrici in mobilità; lavoratori e lavoratrici collocati in Cassa Integrazione Guadagni straordinaria.

- Azioni: orientamento informativo, incrocio tra domanda e offerta di lavoro; formazione professionale, accompagnamento all’inserimento lavorativo, accompagnamento alla creazione di impresa, attribuzione di incentivi, interventi su casi aziendali.

Legge 236/93, art. 9 comma 3 e 7: la Regione Lombardia ha assegnato alla Provincia di Bergamo euro 821.806,32 per la realizzazione di progetti formativi, anche attraverso interventi di formazione individuale, finalizzati all’accompagnamento dei percorsi di reimpiego o all’adeguamento delle competenze dai lavoratori al fine di renderle funzionali alle esigenze del mercato del lavoro. Si prevede l’attivazione dei seguenti sportelli:

- Sportello “Obiettivo training to the job – formazione per l’inserimento lavorativo”, per finanziarie attività formative volte a adeguare le competenze di determinate categorie di lavoratori alle esigenze delle imprese che manifestano la loro disponibilità all’inserimento lavorativo. Le aziende interessate ad assumere personale potranno richiedere un finanziamento delle attività formative da implementare per adeguare alle esigenze aziendali le competenze dei lavoratori da assumere. I progetti potranno coinvolgere i lavoratori in Cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, i lavoratori in mobilità

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e i lavoratori in stato di disoccupazione a seguito di processi di ristrutturazione aziendale o crisi. percorsi formativi, che dovranno essere svolti da un ente di formazione accreditato, potranno avere una durata compresa tra le 16 e le 600 ore.

- Sportello “Obiettivo employability - Formazione orientativa in situazioni di crisi aziendale”, per finanziare progetti formativi volti a rafforzare le competenze dei lavoratori in Cigs e in mobilità, con priorità ai beneficiari degli ammortizzatori in deroga. e aziende che hanno posto i propri lavoratori in Cassa integrazione guadagni straordinaria o in mobilità possono richiedere un finanziamento per promuovere percorsi formativi di tipo orientativo della durata compresa tra le 16 e le 60 ore. L’obiettivo è quello di migliorare l’occupabilità del lavoratore, dotandolo di quegli strumenti necessari per riposizionarsi nel mercato del lavoro e ricercare attivamente un nuovo impiego.

- Sportello “Obiettivo employability – Formazione per occupati”, per finanziare progetti di formazione finalizzati all’innalzamento delle competenze dei lavoratori occupati nell’ottica di prevenire situazioni di crisi e migliorare la competitività aziendale. e azioni formative potranno coinvolgere i lavoratori in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti: appartenenza a imprese private fino a 15 dipendenti; superamento del 45esimo anno di età; assenza del titolo di studio di scuola secondaria superiore di 2° grado. Non è previsto un numero minimo di partecipanti e sono, quindi, ammissibili anche percorsi ad accesso individuale. e attività formative potranno avere una durata minima di 16 ore e una durata massima di 60 ore

- Sportello “Obiettivo flexicurity – sicurezza nella flessibilità”, per finanziare o cofinanziare corsi di formazione volti a migliorare il osizionamento nel mercato del lavoro dei lavoratori atipici indicati dal Titolo V, dal Titolo VI e dal Titolo VII - Capo I – del D.lgs. 276/2003. L’accesso a tale Sportello avverrà su base individuale e prevede l’erogazione di un contributo economico ad esclusiva copertura dei costi dell’attività formativa. La coerenza dell’attività formativa rispetto al percorso professionale del lavoratore richiedente sarà requisito fondamentale per il riconoscimento del bonus economico.

Osservatorio provinciale del mercato del lavoro: ricerca svolta in collaborazione con l’Università di Bergamo finalizzata a individuare e comprendere i fabbisogni formativi e professionali delle imprese del settore terziario che operano sul territorio provinciale. In particolare, l’analisi riguarderà la situazione delle imprese che operano nei servizi distribuitivi e nei servizi alle imprese del territorio provinciale, con un approfondimento mirato al territorio della bassa bergamasca (Comuni territorialmente competenti dei Centri per l’impiego di Treviglio e di Romano di Lombardia).

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Il governo del mercato del lavoro

Come già sottolineato, la peculiarità degli interventi di politica del lavoro promossi e realizzati in questi ultimi anni dalla Provincia di Bergamo è riconducibile, al di là della specificità dei singoli progetti e dei risultati raggiunti, al modello di governance del mercato del lavoro sperimentato, un modello che richiama fra i suoi principi chiave la cooperazione sinergica tra tutti gli attori che si occupano di queste tematiche e la stretta connessione tra strumenti di sostegno al reddito e misure promozionali di inserimento lavorativo.

Lo sviluppo di questo approccio nell’azione di governo del mercato del lavoro può essere considerato come il risultato di un processo nato “dal basso” che ha beneficiato della compresenza di volontà politica e disponibilità a collaborare attivamente da parte di tutti i soggetti, per far fronte alle difficoltà socio-economiche indotte dalle profonde trasformazioni del sistema produttivo e della società più in generale. Il modello sperimentato, quindi, non è il frutto di una decisione unilaterale presa a tavolino ma il risultato di un’azione congiunta di tutti gli attori che operano nel mercato del lavoro locale resasi necessaria e, successivamente sostenuta e migliorata, per supportare i soggetti più deboli nel percorso di inclusione socio-lavorativa.

La congiuntura negativa attraversata dal settore tessile negli ultimi anni, così come la crisi di molte piccole aziende artigiane e industriali operanti nei comparti più tradizionali del manifatturiero hanno determinato la chiusura di molte realtà produttive e la conseguente espulsione di manodopera dal mercato del lavoro.

Di fronte a tali difficoltà, la Provincia di Bergamo e le parti sociali del territorio hanno promosso la costituzioni di tavoli di confronto volti a individuare le strategie più idonee per supportare imprese e lavoratori nel processo di cambiamento in atto. La direzione intrapresa, in questo senso, è stata quella di favorire un modello di intervento fondato sulla combinazione tra strumenti passivi e misure attive e promozionali di reimpiego.

A partire dalla situazione di difficoltà del settore tessile, in particolare, sono stati sottoscritti accordi col Ministero del Lavoro per sperimentare la concessione degli ammortizzatori sociali (Cigs e mobilità) alle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti, in deroga, quindi, alla normativa attualmente vigente, ed è stato costituito l’Osservatorio provinciale del settore tessile, trasformato, a seguito dell’estensione a tutto il comparto manifatturiero della sperimentazione, in Osservatorio provinciale degli ammortizzatori sociali in deroga con compiti di gestione e monitoraggio degli strumenti previsti dagli accordi stessi.

Sul versante, poi, delle politiche attive del lavoro, la Provincia, di concerto con la Commissione provinciale tripartita, ha promosso sul territorio una serie di interventi volti ad innalzare il livello di occupabilità dei soggetti più deboli e favorire, di conseguenza, la loro ricollocazione. A supporto di queste iniziative sono state anche sviluppate azioni di ricerca sugli ambiti terrtoriali maggiormente colpiti dalle situazioni di crisi del comparto tessile (Valle Seriana), in un’ottica di sostegno alle imprese e alla loro competitività.

Questo modello fondato sulla concertazione è stato allargato ai tavoli che, di volta in volta, sono stati promossi nelle situazioni di crisi aziendali: la Provincia, i Comuni, le Comunità montane, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali sono stati, in alcuni casi, promotori di confronti territoriali e, in altri, invitati a condividere ipotesi progettuali di intervento. L’ottica adottata è stata, da un lato, quella di sostenere congiuntamente, in funzione dei diversi ruoli e competenze, politiche integrate in grado di combinare tutele e

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responsabilizzazione dei lavoratori; dall’altro lato, quella di fare emergere le opportunità di lavoro rese disponibili dalle aziende per facilitare l’incrocio con l’offerta di manodopera.

Per favorire la collaborazione e la condivisione anche delle misure promozionali di reimpiego, è stato recentemente istituito l’Osservatorio provinciale delle politiche attive del lavoro, di cui fanno parte i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro peraltro già componenti del tavolo degli ammortizzatori in deroga, proprio a evidenziare lo stretto e costante legame tra strumenti passivi e attivi che si vuole garantire.

Al fine di rendere le misure di politica del lavoro efficaci e mirate, l’Amministrazione provinciale ha anche promosso la costituzione dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, riunendo in un Comitato scientifico tutti i principali attori che operano in questi ambiti (organizzazione sindacali; associazioni datoriali; enti bilaterali; Camera di commercio; Inps; Inail; Direzione provinciale del lavoro; Ordine dei consulenti del lavoro; Agenzia regionale istruzione, formazione e lavoro; Ufficio scolastico provinciale; Consigliera di parità, Università di Bergamo) al fine di favorire lo scambio di dati e informazioni e migliorare la comprensione delle dinamiche del mercato del lavoro locale.

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La Provincia di Bergamo, come emerge dalla fig. 1, quindi, svolge un ruolo di coordinamento sin dalla prima fase di presa in carico della situazione di crisi aziendale, favorendo il confronto e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. L’orientamento finora sperimentato prevede nello specifico:

a. la costituzione di un tavolo di confronto su iniziativa della parti sociali o dell’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro;

b. un ruolo di mediazione dell’Assessorato per sostenere il raggiungimento di un accordo fra le parti;

c. il coinvolgimento di tutti gli attori che potenzialmente possono intervenire nella situazione di crisi (Comuni, Comunità montane, operatori dei servizi per il lavoro, agenzie formative, ecc.);

d. la valutazione degli strumenti da attivare per supportare i lavoratori in difficoltà occupazionale anche dal punto di vista economico;

e. la presa in carico immediata dei lavoratori in difficoltà occupazionale attraverso l’attivazione dei servizi per l’impiego;

f. l’inserimento dei lavoratori in un progetto di politica attiva già predefinito o la costruzione di un percorso ad hoc, definito di concerto con l’Osservatorio provinciale delle politiche attive;

g. il monitoraggio dei percorsi di reimpiego di ogni singolo lavoratore, per intervenire in maniera efficace in caso di criticità e reindirizzare, eventualmente, l’intervento;

h. il monitoraggio e la valutazione dei progetti realizzati.

A supporto di queste azioni e nell’ottica di migliorare la progettazione degli interventi di politica attiva, l’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro della Provincia ha avviato un’azione di lettura e analisi dei fabbisogni formativi e professionali del territorio allo scopo di definire, successivamente, interventi maggiormente mirati ed efficaci. Si intende così promuovere un nuovo corso di politiche del mercato del lavoro caratterizzato da:

- servizi sempre più personalizzati;

- proposte formative e di riqualificazione congruenti con le esigenze delle imprese;

- strumenti flessibili e adattabili a seconda delle esigenze individuali;

- misure costruite insieme all’utente per favorire la sua attivazione e responsabilizzazione.

Si inseriscono in questo quadro le novità introdotte dalla legge regionale 22/2006 e le indicazioni fornite dal Piano d’azione regionale 2007-2010.

La Regione Lombardia, infatti, sta promuovendo un’idea di welfare fortemente centrata sul lavoro, in cui l’occupazione costituisce il miglior strumento di inclusione sociale da perseguire mediante l’incremento dell’occupabilità e il miglioramento delle condizioni lavorative, nei termini di sicurezza e qualità del posto di lavoro.

A tal fine, sono individuati quali punti nodali delle azioni di governo del mercato del lavoro i seguenti principi:

• la centralità dell’individuo e la promozione di interventi mirati, personalizzati ed efficaci;

• l’integrazione tra i sistemi dell’istruzione e della formazione con le politiche del lavoro;

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• la creazione di un sistema pubblico e privato dei servizi per il lavoro in grado di favorire la libertà di scelta dell’individuo;

• la valorizzazione del capitale umano;

• il potenziamento del sistema delle imprese, in termini di innovazione e competitività;

• il sostegno alle transizioni tra i mondi della scuola, della formazione e del lavoro.

Per favorire tali condizioni di personalizzazione ed efficacia degli interventi, sono previsti tre strumenti di riferimento: la dote, il patto di servizio e il piano di intervento personalizzato. La dote costituisce una sorte di voucher (un buono economico) in capo ai lavoratori rientranti nei target definiti dalla programmazione regionale per accedere ai servizi per il lavoro ed essere, quindi, sostenuti nei percorsi di reimpiego. La Regione e le Province individueranno, quindi, gruppi di lavoratori considerati particolarmente deboli; questi saranno portatori di una dote, di valore diverso in base al grado di debolezza del soggetto, e potranno rivolgersi presso un qualsiasi ente accreditato per i servizi per il lavoro per definire un percorso finalizzato all’inserimento lavorativo. Oltre alla stipula di un patto di servizio, previsto dalla legge 181/2000, che garantisce a tutti i disoccupati i servizi di base, il lavoratore portatore della dote dovrà definire insieme all’operatore prescelto un piano di intervento personalizzato, un “contratto” dove sono indicati i reciproci impegni del lavoratore e dell’ente accreditato e dove vengono individuati gli ulteriori servizi ritenuti necessari per favorire il reimpiego del soggetto in difficoltà occupazionale.

L’esperienza condotta in questi anni, quindi, dovrà essere oggetto di ulteriori riflessioni volte a favorire l’applicazione del nuovo modello disegnato dalla legge 22, soprattutto per quanto concerne l’estensione dell’idea di rete a tutti gli operatori accreditati e autorizzati per i servizi al lavoro. In questo senso, l’azione provinciale, da un lato, sarà orientata a proseguire nella direzione di potenziare i Centri per l’impiego al fine di innalzare gli standard dei servizi offerti anche in un’ottica di competitività con le agenzie private per il lavoro; dall’altro lato, sarà volta a favorire la creazione di reti con tutti i soggetti che operano nel mercato del lavoro, sia pubblici che privati.

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