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MODULO 1 Le rivoluzioni industriali e la nascita delle scienze umane ed economico-sociali CONTENUTI • UNITà 1 Il processo d’industrializ- zazione: cenni storici • UNITà 2 La nascita della cultura scientifica • UNITà 3 Scienze umane ed economico-sociali OBIETTIVI • Saper definire il contesto storico-culturale in cui nascono le scienze umane. • Individuare i principali campi in cui si esplica l’attività delle scienze economico-sociali.

Le rivoluzioni industriali e la nascita delle scienze

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Page 1: Le rivoluzioni industriali e la nascita delle scienze

MODULO 1Le rivoluzioni industriali e la nascitadelle scienze umane ed economico-socialiContenuti

• Unità 1Il processo d’industrializ-zazione: cenni storici

• Unità 2La nascita della cultura scientifica

• Unità 3Scienze umane edeconomico-sociali

obiettivi• Saper definire il contesto storico-culturale in cui nascono le scienze

umane.

• Individuare i principali campi in cui si esplica l’attività delle scienze economico-sociali.

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Unità 1il processo d’industrializzazione:cenni storiciContenuti• 1 • 2 • 3 • 4Nota introduttiva Le società complesse Le rivoluzioni industriali Industrializzazione e

globalizzazione

❱❱ 1. nota introduttivaNella storia della civiltà, ad un certo punto gli uomini non si sono più accontentati della caccia, della pastorizia e della raccolta dei prodotti orticoli, ma per soddisfare i bisogni primari hanno anche dovuto apprendere le abilità per ricavare alcuni frutti, lavorando il terreno. Nasce, così, la società agricola.

L’agricoltura è stata una tappa vitale nel cammino della civiltà. Con la sua nascita e con il suo svilup-po, il territorio è stato riorganizzato e la sua natura selvaggia ha dovuto, così, cedere il passo a paesag-gi coltivati.Le società agricole hanno progressivamente intro-dotto alcuni elementi di complessità, come la scrit-tura e la riproducibilità dei testi, i campi terrazzati, gli animali da tiro, gli aratri e le irrigazioni. Queste tecniche hanno segnato un modo diverso per orga-nizzare l’attività lavorativa e, quindi, hanno creato le premesse per una diversa struttura sociale.Le società costruite sull’agricoltura producono forme di un’accentuata stratificazione sociale e, di conseguenza, istituzioni adeguate – come, ad esem-

pio, le organizzazioni economiche, sindacali e politiche – per amministrare i loro processi interni e governarne gli sviluppi. Con tali società, le strutture sociali diven-tano, dunque, più complesse e articolate. La popolazione aumenta, si moltiplicano per gli individui ruoli e status. Nasce, in tal modo, il bisogno di costruire nuove città.

❱❱ 2. Le società complesseDal seno delle società agricole si radicano le società complesse e industriali, che sono contrassegnate dalla mobilità sociale, dai ruoli acquisiti, dalla disuguaglianza politi-ca ed economica, dal mercato “autoregolato”, dal pluralismo, dall’industria culturale, dalla comunicazione sociale e dal processo di secolarizzazione.Una società, quanto più diventa complessa tanto maggiormente fa acquisire agli indivi-dui ruoli, che, entrando continuamente in conflitto tra loro, rendono possibile la mobili-

L’agricoltura è una tappa vitale nel cammino della civiltà

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Unità 1il processo d’industrializzazione: cenni storici

tà sociale ascendente e discendente. Tale tipo di società accentua ancora di più la disu-guaglianza culturale, politica ed economica, perché introduce il mercato “autoregolato”.L’istituzione del libero mercato fa emergere la massima contraddizione delle società complesse.Il mercato “autoregolato”, da un lato, rappresenta il dinamico meccanismo del decol-lo dell’intera società, che è resa gradualmente aperta e democratica, e, dall’altro, mette in moto incontrollabili processi di selezione, che accentuano maggiormente le disuguaglianze all’interno delle masse.L’istituzione del mercato crea concorrenza anche nel campo culturale costituendo, soprattutto in Occidente, società maggiormente pluralistiche e fortemente atomizza-te. Si creano, così, sottosistemi di culture diverse; si diffondono nuove tecnologie: le informazioni, circolando ad una maggiore velocità e ad un minore costo, si diffondo-no e si ramificano maggiormente.Tali processi sono stati prodotti dall’industrializzazione.

per approfondire❱ Le società industriali

Nelle società industriali la produzione di cibo (con tutti i valori ad essa connessi) diventa l’occupazione di una minoranza, mentre la maggioranza si dedica ad una generalizzata attività produttiva a sfondo tecnolo-gico con una radicale divisione del lavoro, con una struttura occupazionale in perenne cambiamento, scar-sissima solidarietà umana, sostituita dalla garanzia tecnologica che connette i prodotti del lavoro dei sin-goli, e abbandono definitivo della delimitazione territoriale.Le strutture coercitive non seguono più il ritmo della natura, ma quello tecnologico della produzione per la produzione, indipendentemente dalla realtà dei bisogni. Questa separazione tra produzione e bisogno fa sì che l’uomo, che vive nelle società tecnologiche, debba ubbidire a regole astratte come quelle del mercato che opera quella selezione naturale, un tempo operata dalle carestie e dalle pestilenze, e quella separazione da finalità collettive e cooperative di cui la tecnica ha bisogno, potendo essa operare tra uomini non ecces-sivamente socializzati, capaci di rispettare regole anziché obiettivi sociali.

Umberto Galimberti, Il Sole24Ore, 1 maggio 1994

La rivoluzione industriale è un processo di trasformazione economica che, da sistema agricolo-artigianale-commerciale, diventa una forma industriale moderna contraddistinta sia dall’uso diffuso di macchine, fatte funzionare dall’energia meccanica o dall’utilizzo di nuove fonti energetiche inorganiche (come, ad esempio, i combustibili fossili) sia dalla diffusione della fabbri-ca come basilare punto di produzione nel quale si raggruppano i mezzi di produzione (forza-lavoro e capitale). Ne deriva un elevato aumento, quan-titativo e qualitativo, delle capacità produttive di un paese. Spesso si pone una netta distinzione fra prima, seconda e terza rivoluzione industriale.La prima è inerente al settore tessile-metallurgico e implica l’introdu-zione della macchina a vapore. La seconda si realizza con l’introdu-zione non solo dell’elettricità, ma anche dei prodotti chimici e del petrolio. La terza, collegata al settore dei servizi, si ha con l’esordio e la diffusione dell’informatica e dell’elettronica.La rivoluzione industriale ha come conseguenza una penetrante e inarrestabile trasformazione che va dall’apparato produttivo fino al sistema economico e sociale.Tipico paesaggio industriale

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La comparsa della fabbrica e della macchina trasforma le relazioni fra gli attori pro-duttivi. Nascono, in questo modo, da un lato, la classe operaia che ottiene un salario in cambio del proprio lavoro e del tempo ad esso dedicato in fabbrica e, dall’altro, il capitalista industriale che, come imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, punta ad accrescere il profitto attraverso la propria attività.

❱❱ 3. Le rivoluzioni industrialiLa prima rivoluzione industriale diventa una realtà nell’Inghilterra del Settecento, quando introduce nella produzione macchine che sono azionate dal carbone e impiegate tramite una nuova e diversa organizzazione del lavoro (fabbriche, proletari e capitalisti).I settori fondamentali diventano il siderurgico e il tessile.

Alla rivoluzione industriale succedono immediatamente:1. Una rivoluzione demografica.2. Una rivoluzione agraria.

3. Una rivoluzione dei trasporti. 4. Una rivoluzione scientifico-tecnologica.5. Una rivoluzione urbana.

L’esito positivo della rivoluzione industriale inglese si ha sia per la sua organizzazione sociale libera e dinamica sia per i molteplici fattori fisici (insularità, clima confacente all’attività agricola e di allevamen-to, numerosi porti) sia per fattori economici (ricchez-za di carbone e lana, florido commercio coloniale).Nell’Ottocento, le risorse di carbone e di ferro sono state all’origine della prima industrializzazione dell’Europa continentale (Belgio, Svezia, Francia Germania, Austria Ungheria, Italia e Russia) e degli Stati Uniti.

La seconda rivoluzione industriale si caratterizza per l’energia elet-trica, per il motore a combustione interna e per alcuni nuovi settori (elettromeccanica, metallurgia non ferrosa e chimica).L’energia elettrica svincola gli stabilimenti dalle relazioni dirette con le miniere di carbone.Il processo d’industrializzazione si diffonde soprattutto nei Paesi Bas-si e in Svizzera mentre, per quel che riguarda l’Italia, nasce e si strut-tura il “triangolo industriale” (Milano - Torino - Genova).Nei Paesi ad economia comunista (URSS) sono incentivate le industrie militari. È la crisi economica degli anni Trenta del Novecento che mette in ginocchio, in maniera esclusiva, i territori e le società ancora collegati con il carbone.La terza rivoluzione industriale, sviluppatasi dalla fine della secon-da guerra mondiale in poi, è contrassegnata non solo da settori sofisti-cati e tecnologicamente molto complessi (elettronica, industria aero-spaziale, chimica secondaria) ma anche da gigantesche innovazioni nelle attività di produzione, nella vivacità delle comunicazioni e nella dinamicità dei trasporti.

Lavorazione della lana a livello industriale

La rete dei trasporti è tra i fattori di sviluppo dell’industria

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Unità 1il processo d’industrializzazione: cenni storici

In anni recenti gli Stati Uniti, il Giappone, i Paesi dell’Unione europea diventano, così, i maggiori poli d’attrazione industriale.L’industria, per il meccanismo del decentramento di molteplici attività compiuto dalle multinazionali si sta, infatti, distendendo in nuove regioni del pianeta.Nell’area asiatica, Paesi come il Giappone, la Cina, l’India, sono oggi diventati im-portanti poli attinenti l’economia.In America Latina e nel continente africano le industrie sono in misura minore pre-senti; quelle che operano in tali contesti fanno leva innanzitutto sull’abbondanza delle materie prime.

❱❱ 4. industrializzazione e globalizzazioneCon la caduta del muro di Berlino (1989), l’URSS e i suoi Paesi satelliti si sono di-sgregati; il sistema mondiale è passato, in tal modo, dal bipolarismo (USA-URSS) ad una forma di ordine globale e planetario del potere economico e politico. Tale processo ha innescato, creando nel mondo diverse aree calde, nuove tensioni.

Si sono così ravvivati, a livello mondiale, i nazionalismi; questi si distinguono in aree geografiche (area dell’Europa orientale, area africana e asiatica, area dell’Europa occiden-tale, sub-aree o regionalismi) e in ideologie che li animano.Tali nazionalismi rappresentano una miscela esplosiva non solo per motivi religiosi e culturali, ma anche etnici. Non solo i Paesi dell’est, ma anche le aree del sud del mondo sono entrate in conflitto con quelle del nord. Tali aree calde si sono, così, dislocate, dopo la caduta del muro di Berlino, altrove.

Il superamento dei conflitti armati s’intreccia, dunque, con il problema della pace e della tutela dei diritti individuali e collettivi. Non si può mai costruire, quando ai singoli uomini e ai popoli sono negati tali diritti, un ordine mondiale basato sulla pace.I diritti individuali e collettivi devono, perciò, essere riconosciuti e garantiti attraver-so una forte e condivisa istituzione sopranazionale, dal diritto internazionale. Pur-troppo, oggi nemmeno ciò è più sufficiente, giacché è emersa, a livello internaziona-le, una nuova forma di conflitto armato, ovverosia il terrorismo.Le azioni terroristiche, imprevedibili e, a volte, immotivate, mettono in discussione non solo ogni possibilità di risolvere in maniera razionale le controversie tra le parti in conflitto, ma anche il processo di globalizzazione.

I protagonisti di tali azioni sono, tuttavia, ricondot-ti al fenomeno della globalizzazione, perché sono identificabili e vivono in quei non-luoghi teorizza-ti dall’antropologo francese Marc Augé.L’attacco dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers, vale a dire contro il simbolo della moderne sofisti-ficazioni tecniche rappresentate da gigantesche costruzioni ha, da un lato, segnalato l’esistenza di un nemico senza volto, che è difficile rintracciare e combattere, e, dall’altro, l’impossibilità di reagi-re, in maniera immediata, per trasformare l’ango-scia dell’avvenire in forza positivamente propulsi-va, affinché le società democratiche e non violente

Nazionalismo: atteggiamento ideologico che esalta, esasperandolo, il concetto di apparte-nenza ad una stessa nazione. In virtù di tale tendenza, chi la professa tende a vivere l’at-taccamento al proprio paese in opposizione o, addirittura, in conflitto rispetto ai popoli di altri gruppi o nazioni.

Un’immagine delle Twin Towers prima dell’11 settembre 2001

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acquisiscano la sicurezza indispensabile per progettare e per costruire un futuro di pacifica convivenza.Per superare la condizione di una tale disumanizzante realtà, l’uomo deve poter riap-propriarsi del presente, andando verso una globalizzazione non solo economica, ma anche culturale, sociale e politica.La concentrazione delle attività produttive in gruppi e megagruppi, la spietata con-correnza sul mercato mondiale e l’apertura di nuovi canali di comunicazione nei mercati internazionali stanno producendo la scomparsa dei confini e delle barriere nazionali.Le reti informatiche, Internet e i satelliti per le telecomunicazioni, permettendo alla conoscenza e all’informazione di diffondersi liberamente, non hanno alcun bisogno di confini territoriali e rappresentano i valori reali della globalizzazione.Il “villaggio globale” è, però, spesso un espediente per nascondere la realtà. Il capi-tale e l’impresa non possono essere più luoghi d’incontro dei soggetti del mercato: investitori e consumatori. Le imprese globalizzate sono facilmente acquisite da gran-di organizzazioni economiche senza patrie e, perciò, transnazionali. Tali organizza-zioni realizzano, così, un’assoluta libertà di manovra, senza essere, a livello territo-riale, vincolate e senza avere appartenenza culturale.La globalizzazione sta in tal modo ridisegnando l’ordine gerarchico del sistema mondiale e, contemporaneamente, sta incidendo profondamente sia sulla vita quoti-diana degli uomini sia sulla consapevolezza dei problemi da risolvere che, essendo universali, devono far acquisire una responsabilità condivisa. Essa è un fenomeno complesso e si presenta, per il momento, solo come processo d’integrazione econo-mica; si auspica, però, che si diffonda anche come realtà culturale e socio-politica. Il primo aspetto è prodotto per l’interdipendenza, a livello mondiale, tra i vari Paesi sia per l’esistenza delle multinazionali sia per l’esigenza d’importazione e d’esportazio-ne delle materie prime e delle merci. Il secondo potrebbe essere rappresentato dall’in-tegrazione culturale, vale a dire l’interazione dei valori, delle norme, delle concezio-ni, delle conoscenze e dei modi di comportarsi di alcuni popoli nei confronti di altri.La cultura, giacché è legata ai modelli di sviluppo delle società, certamente rischia, attraverso il processo di globalizzazione, di essere completamente emarginata. Di positivo potrebbe esserci, tuttavia, una maggiore partecipazione sociale, seppur in-dotta, per effetto dell’integrazione economica, sociale, politica e culturale.Ognuno non solo è influenzato dagli avvenimenti dei contesti socio-culturali in cui vive, ma anche dagli eventi che subiscono i soggetti con i quali non ha rapporti di-retti, perché in Paesi ed ambienti lontani. L’aspetto socio-politico riguarda la nascita, a livello internazionale, di organizzazioni politiche, come l’ONU, l’OCSE e così via, e sociali (OMS, UNESCO e così via).Il processo di globalizzazione è iniziato negli anni Ottanta del Novecento e oggi ha subito una forte accelerazione. In quegli anni, le spinte di liberalizzazione e di dere-golamentazione, prima di tutto nel campo economico, hanno condotto all’afferma-zione della concezione del neoliberismo.I capitali e le merci, circolando liberamente, facilitano e favoriscono la formazione, a livello globale, di un unico mercato. In tale contesto, le banche e le imprese finan-ziarie hanno acquisito un ruolo preminente, emarginando gli scambi culturali e le comunicazioni interpersonali.I cambiamenti negli apparati degli scambi economici non eliminano, a livello mon-diale, sperequazioni e contrasti tra gli uomini all’interno delle società. Circa un terzo di cittadini, nel mondo, ancora vive in totale povertà.

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Il Pianeta è, tuttavia, bombardato da una quantità di informazioni. Questo non do-vrebbe impedire di non vedere o di far finta di non percepire le condizioni di chi si trova immerso nell’indigenza e nell’iniquità. Molti sostengono che solo nel caso in cui gli uomini decidono di impegnarsi, in modo originale, ad affrontare e a risolvere le difficoltà del mondo attuale, il mercato globale diventerebbe un’opportunità per l’intera umanità.Per conseguire un tale esito, gli Stati devono però sostenere, tramite intese e accordi di collaborazione, il processo di globalizzazione con politiche appropriate.Diversamente, essa produrrà sia sul piano culturale sia sul piano sociale e politico conseguenze devastanti, come l’omologazione mondiale dei mercati, dei valori so-ciali, delle culture e dei comportamenti, e non riuscirà a determinare in modo unifor-me la distribuzione delle ricchezze. Anzi, la globalizzazione accentuerebbe il divario tra i Paesi ricchi e le aree povere. Oggi, nel mondo, il 18% della popolazione dispone dell’83% del reddito mondiale, mentre l’82% della restante popolazione deve accon-tentarsi del 17% del reddito).

In un recente censimento della FAO (Organizza-zione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) si sostiene addirittura che un miliar-do e trecento milioni di persone non disponga, per la propria sopravvivenza, nemmeno di un dollaro al giorno. In tal modo, alcuni popoli e culture vi-vono e partecipano al processo di globalizzazione; altri sono, invece, costretti a vivere ai margini o ad essere esclusi dai canali di comunicazione e dai mercati internazionali, giacché le loro società di appartenenza non riescono a tenere il passo delle nuove tecnologie e dell’economia mondiale.Nonostante tali problemi, la civiltà occidentale e industriale è stata, in ogni modo, protagonista di

un progresso che ha radicalmente cambiato la qualità della vita di molti popoli. Ciò è avvenuto soprattutto per l’avvento della tecnologia informatica e digitale. Tutte le attività economiche devono utilizzare, per essere efficacemente presenti sul mercato, esperti nella raccolta e nell’elaborazione di informazioni. Si sono, perciò, attualmen-te formate le cosiddette élites delle reti informatiche.Nel mondo della globalizzazione, dove si formano gerarchie tra coloro che rappre-sentano le élites globalizzate e quelli che sono costretti a vivere una localizzazione coatta, si produrrà normalmente un nuovo conflitto, perché i primi, vivendo nelle loro fortezze, non avranno alcun interesse per il territorio, e i secondi, pur non aven-do per il momento alcuna possibilità di modificare la realtà, faranno pressione per migliorare la loro condizione di vita e per riuscire ad entrare nel sistema.Attraverso il processo di globalizzazione, da un lato, è stato liberalizzato il capitale e, dall’altro, è stata asservita e condizionata la vita della maggior parte delle popola-zioni del Sud del Pianeta e di quelle nuove periferie che si trovano nelle aree margi-nali. Il denaro e il capitale sono, pertanto, diventati i veri soggetti liberi.Se una multinazionale decidesse di spostarsi, ad esempio, dall’Europa all’Asia, tan-tissime persone si troverebbero all’improvviso senza lavoro. Non si può assolutamen-te pensare, in tal caso, a politiche sociali dell’occupazione perché, mentre il denaro e il capitale si trasferiscono alla velocità dei nuovi mezzi di comunicazione, gli uo-mini si spostano lentamente o sono costretti a vivere segregati nei loro territori.

Molti popoli vivono ancora ai margini della globalizzazione

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Unità 1il processo d’industrializzazione: cenni storici

Fissiamo i concetti• Lasocietàagricolanascedall’esigenzadell’uomodisuperare lostadiodellacacciaedellasemplice

raccoltadeiprodottidellaterra.Questotipodiorganizzazionedeterminaunaprima,seppurrudimentale,divisionedellavoroelepremesseperunanuovaepiùarticolatastrutturasociale.

• Lesocietàditipoindustriali,invece,sonocontrassegnatedallamobilitàsociale,dairuoliacquisiti,dalladisuguaglianzapoliticaedeconomica,dalmercato“autoregolato”,dalpluralismo,dall’industriaculturale,dallacomunicazionesocialeedalprocessodisecolarizzazione.

• Lecosiddetterivoluzioniindustrialisonoilrisultatodiunlungoprocessoditrasformazioneeconomicacheinvestel’interasocietà.Laprimaèinerentealsettoretessile-metallurgicoeimplical’introduzionedellamacchinaavapore;lasecondasirealizzaconl’introduzionedell’elettricità,deiprodottichimicieilpetro-lio.Laterzaèlegataalsettoredeiservizi,all’informaticaeall’elettronica.

• Connessaalfenomenodell’industrializzazioneèlaglobalizzazione,cheharidisegnatol’ordinegerarchicodell’interosistemamondiale.

Prove di verifica1.Rispondialleseguentidomandeutilizzandolospazioadisposizione:

a) Qualisonoglielementidicomplessitàintrodottinellesocietàagricole?......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

b) Cosasiintendeperstratificazione socialeinriferimentoallesocietàagricole?......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Unità 1Prove di verifica il processo d’industrializzazione: cenni storici

c) Qualisonoifattorifisiciequaliquellieconomicilegatiallaprimarivoluzioneinglese?......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

2.Esponiilconcettodimobilitàsociale.....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

3.Descriviglielementicheconnotanociascunadelletrerivoluzioniindustriali.....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4.Definisciilfenomenodelnazionalismoinrapportoalprocessodiglobalizzazione.....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................