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L'Ebreo Negli Exempla Medievali Il Caso Dell'Alphabetum Narrationum

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1 J. Le Goff, L'ebreo negli exempla medievali (ed. it. 1983)

L'ebreo negli exempla medievali: il caso dell'Alphabetum narrationumdi Jacques Le Goff

La letteratura cristiana medievale ci ha lasciato numerosi trattati e opuscoli consacrati alla polemicaantigiudaica. A rigore si potrebbe sostenere che queste opere si collocavano sul terreno del dibattitoreligioso e che sono espressione di un antigiudaismo cristiano, che non è antisemitismo, anche sehanno alimentato l'antisemitismo crescente dell'Occidente medievale cristiano.Si può forse sperare di avere un'immagine più quotidiana, più concreta degli ebrei nella mentalitàcristiana medievale studiando un tipo di documento particolarmente interessante: gli exempla.

L'exemplum medievale è un aneddoto edificante, per lo più ad uso dei predicatori, i quali amanointrodurre degli exempla nei loro discorsi per far assimilare meglio dagli ascoltatori una lezionesalutare. Si tratta dunque di un prodotto ideologico di largo consumo. Venuto dall'antichità, quandoera impiegato soprattutto dagli oratori e nei processi, profondamente modificato dal cristianesimo,l'exemplum assume forme nuove e conosce un successo enorme a partire dalla fine del XII secolonel quadro di una predicazione di tipo nuovo di cui gli ordini mendicanti sono i principalipromotori. Il grande periodo dell'exemplum è il XIII secolo. Parallelamente - e sarebbe interessantefarne uno studio congiunto - racconti analoghi si sviluppano nella letteratura rabbinica.Il XIII secolo è d'altro canto un'epoca in cui cambiano profondamente i rapporti fra ebrei e cristiani,il grande periodo del rifiuto delle comunità giudaiche da parte della cristianità. Potrebbe essereperciò interessante cercare di capire quale immagine dell'ebreo veniva proposta dalla Chiesa aicristiani in quel genere letterario dagli intendimenti così concreti e di così grande diffusione qualera l'exemplum.La nostra indagine si è limitata a una sola raccolta di exempla, ma che a noi pare di particolareimportanza, l'Alphabetum Narrationum. Compilato all'inizio del XIV secolo, verso il 1308-1310,dal domenicano Arnoldo di Liegi, esso raccoglie alcune storie a lieto fine di quel decisivo XIIIsecolo. Fu tradotto in parecchie lingue volgari, in particolare in francese, inglese e catalano. Einfine, è notevole perché adotta un tipo di esposizione che lo rendeva di facilissima utilizzazione daparte dei predicatori: classificazione per «voci» disposte in ordine alfabetico, con un sistema dirimandi interni che dà al ricercatore moderno la possibilità di individuare il sistema ideologico chesottende l'opera.Il numero delle voci e degli exempla varia secondo i manoscritti. In media esso supera le 500 voci,per poco più di 800 exempla diversi, un numero che sale fino a più di 3000 per gioco dei rimandiinterni. Si tratta di una vera e propria enciclopedia pratica della religione cristiana ad uso deipredicatori, e attraverso di loro, dei semplici fedeli. Queste storielle, imparate dai predicatori inversione latina, venivano poi da loro trasmesse agli ascoltatori in lingua volgare.A1 termine judaeus nell'Alphabetum viene riservato uno spazio abbastanza modesto. La voce noncontiene che un exemplum ma grazie ai rimandi il corpus degli exempla utilizzabili dal predicatoreche avesse voluto parlare degli ebrei al suo uditorio sale a 5 exempla.

Gli altri exempla che possono essere sfruttati per parlar degli ebrei sono riportati sotto le vocicontritio (1), crux christi crucifixus (2), eucharistia (1).

Ecco qui il riassunto delle cinque storie, raccontate peraltro in maniera molto breve.

1. n. 411 (Judaeus). Gli ebrei che aspettavano il messia sono ingannati da un sacerdote.Un ecclesiastico di Limoges aveva messo incinta la figlia di un ebreo. Una notte, soffiando in unacanna accanto alla parete della camera dei genitori della ragazza in modo da fingere una vocesoprannaturale, egli fa credere loro che la figlia sta per dare alla luce il messia. Alla presenza di unafolla di ebrei la ragazza fra molte sofferenze mette al mondo una bambina. Gli ebrei ne sonoconfusi, e uno di loro sfracella la neonata contro il muro.

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2 J. Le Goff, L'ebreo negli exempla medievali (ed. it. 1983)

2. n. 207 (Contritio). La contrizione perfetta libera talvolta dalla confusione su questa terra.In Inghilterra un canonico parente del vescovo del luogo seduce la figlia di un ebreo. La ragazza,strettamente sorvegliata dal padre, non può trascorrere che la notte del venerdì santo con ilcanonico. Ma al mattino seguente il padre li scopre coricati insieme. Solo la paura del vescovo lotrattiene dall'ammazzare il canonico. Con un gruppo di ebrei il padre penetra nella chiesa in cui ilvescovo sta per celebrare la messa, con l'intento di punirne il parente che partecipa all'ufficiodivino. Il giovane canonico, tremante, prega Dio di salvarlo da questo pericolo e promette di farepenitenza. Gli ebrei diventano miracolosamente muti. Il vescovo li caccia dalla chiesa. Il canonicosi confessa al vescovo ed entra nell'ordine cisterciense, e così pure la ragazza, dopo essersi fattabattezzare.

3. n. 227 (Crux). Un crocifisso viene trafitto dagli ebrei. Al tempo di Costantino IV a Beirut in Siriaalcuni ebrei recano oltraggio ad un crocifisso lasciato da un cristiano nella casa di un ebreo, allastessa maniera in cui era stato recato oltraggio a Cristo al momento della passione. Il sangueraccolto dalla ferita inferta all'immagine del Cristo guarisce tutti i malati che ne sono aspersi. Gliebrei, impressionati dal fatto portano il crocifisso al vescovo della città e si fanno battezzare. Ilsangue del crocifisso compie numerosi miracoli.

4. n. 228 (Crux). Il segno della croce ha un grande potere anche per gli infedeli.Andrea vescovo di Fundi coabitava con una suora. Un ebreo in viaggio cerca riparo per la notte inun tempio di Apollo con una croce per protezione. Nel pieno della notte si svolge nel tempioun'assemblea di demoni. Uno di questi riferisce del modo in cui ha stregato il vescovo. Il principedei demoni gli ordina di portare a compimento l'opera, mentre ingiunge a un gruppo di demoni diaccertarsi dell'identità della persona che sta dormendo. Vedendo che l'uomo è protetto dalla croce,danno in grida e la folla di demoni sparisce. L'ebreo racconta tutto al vescovo, che allora allontanada sé ogni presenza femminile e battezza l'ebreo.

5. n. 313 (Eucharistia). L'eucaristia, assunta da un infedele, lo protegge dal fuoco.Un bambino, figlio di ebrei, entrato con dei compagni in una chiesa consacrata alla Vergine, ricevecon loro l'eucaristia. Il padre, venutolo a sapere, lo getta in un forno ardente. La madre, spaventata,invoca aiuto. Alcuni cristiani accorrono, lottano con il fuoco e trovano il bambino indenne. Gettanoallora nel fuoco il padre, che ne viene subito divorato. Il bambino racconta che la Vergine l'haprotetto col suo mantello contro il fuoco. Il bambino, la madre e molti altri ebrei si convertono.

Arnoldo di Liegi cita le sue fonti per ciascuna di queste storie. Per i racconti 1 e 2 (n. 411 e n. 207)la fonte è il Dialogus miraculorum del cisterciense Cesario di Heisterbach (1220 ca.). Il racconto 3(n. 227) Arnoldo l'ha ripreso da cronache di cui non dà indicazione più precisa (ex cronicis). Ilracconto 4 (n. 228) risale ai Dialoghi (III, 7) di Gregorio Magno (593-4). Infine il racconto 5 (n.313) è tratto da una raccolta di miracoli della Vergine, il Mariale magnum, compilato tra il 1187 e il124711. In realtà è molto probabile che Arnoldo non abbia consultato le opere originali da cuiprende queste storie; egli le cita, ma deve averle avute tra mano in versioni intermedie, fra cui laversione abbreviata dello Speculum historiale del domenicano Vincenzo di Beauvais (metà del XIIIsecolo) che però non menziona.La prima cosa che colpisce è il fatto che gli ebrei - anche negli exempla che direttamente oindirettamente ricadono sotto la voce «ebreo» - non sono i veri soggetti dell'exemplum: protagonistidei racconti sono sempre dei cristiani.E lo sono prima di tutto nel senso del protagonista vero dell'episodio, del racconto (popolare o noche sia). Nell'exemplum 411 il protagonista è l'ecclesiastico ingannatore. Nel n. 207 è il canonicopentito. Nel n. 227 è il crocifisso. Nel 228 è il vescovo. Solo nel n. 313 protagonista è un ebreo, ma

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3 J. Le Goff, L'ebreo negli exempla medievali (ed. it. 1983)

si tratta di un bambino che, passando dall'innocenza al cristianesimo, sfugge in qualche modo allasua qualità di giudeo.È vero che il genere exemplum è destinato a dei cristiani, e quindi tutto ciò che non è cristiano vifigura solo a titolo di oggetto, di strumento. Ma al di là della legge imposta dal genere letterario, siritrova qui l'atteggiamento fondamentale dell'ideologia cristiana medievale che non si interessa aglialtri, agli emarginati e agli esclusi se non per quel tanto che possono servire alla salvezza deicristiani. È il caso del povero, del mendicante, del lebbroso ed anche dell'ebreo.In una delle fonti dell'Alphabetum, in Cesario di Heisterbach, l'autore cristiano mostra di rendersi inqualche modo conto dell'ingiustizia inerente a queste storie, per il fatto che ci si preoccupa solo deicristiani e non si parla degli ebrei che come semplici oggetti e strumenti. E vero che per parte suaegli tratta sia degli ebrei che dei cristiani. Dopo aver raccontato la storia che costituisce l'exemplum

207 dell'Alphabetum, egli dichiara esplicitamente che intende dedicare alcuni exempla agli ebrei(quia sermo est de judaeis). E dopo aver raccontato la storia dell'exemplum 411 dell'Alphabetum,

suscita la meraviglia del novizio destinatario del suo scritto perché in questo caso la ragazza ebrea,anch'essa sedotta come nella storia precedente, non viene convertita e battezzata. E il monaconarratore, che rappresenta Cesario, risponde, un tantino imbarazzato: «può darsi che l'ecclesiasticonon sia stato in grado di farlo, o piuttosto che non se ne sia preoccupato, contento più di averingannato gli ebrei che di procurare la salvezza alla ragazza». Denuncia di una condotta cristianamossa non già dalla considerazione dell'ebreo come soggetto di interesse, ma come oggetto disoddisfazione per il cristiano. Un secolo dopo, Arnoldo di Liegi non ha più questi scrupoli esopprime la riflessione finale. Così come trascura pure l'exemplum successivo di Cesario, in cui ilcisterciense racconta la storia di una bambina ebrea che un prete battezza a forza e fa entrare in unconvento cisterciense e che il vescovo del luogo ordina di rilasciare e riconsegnare ai genitori e allacomunità ebraica.C'è dunque, in ultima analisi, indifferenza per la sorte degli ebrei in queste storie. L'essenziale per ipredicatori cristiani è che, grazie agli ebrei - e come per legittima difesa -, siano messe in evidenzale vie della salvezza cristiana. Vie di salvezza di cui bisogna dire, fra parentesi, che nonostante losforzo di interiorizzazione religiosa conosciuto dal cristianesimo nel corso del XII secolo restanosoprattutto legate alla concezione di una religione dai riti magici capaci di portare automaticamentela salvezza.In un caso è in questione proprio una via interiore della salvezza, la contritio, benché le circostanzein cui il canonico è portato a pentirsi non denotino poi una grande profondità di vita religiosa. Inaltri tre dei cinque casi è l'azione magica del crocifisso o del segno della croce e dell'eucaristia chesalva il cristiano in difficoltà. In quest'ultimo caso è interessante osservare, per la storia dellecredenze e delle sue rappresentazioni figurate, che troviamo attestata già almeno nella metà del XIIIsecolo (la data più tardiva possibile di composizione del Mariale magnum, fonte dell'Alphabetum)la devozione alla Vergine di misericordia. L'immagine evocata è molto rivelatrice dell'evoluzionedelle raffigurazioni mariane. Si tratta della vergine romanica assisa su di una poltrona e recante ilbambino Gesù sul suo grembo (in cathedra sedens parvulum gestat in sinu), che protegge (in questocaso dal fuoco) con il suo mantello (pallio suo). Ora, quest'ultima immagine, che conoscerà ungrandissimo successo nei secoli XIV-XV e che di solito viene messa in relazione con la crisi delBasso Impero, compare in un contesto cronologicamente anteriore e quindi diverso. E interessantenotare che, parallelamente, nel quadro dell'opposizione chiesa-sinagoga, sembra essersi sviluppataanche una rappresentazione della sinagoga di misericordia.Nonostante che il soggetto di questi exempla sia dunque il cristiano piuttosto che l'ebreo, rimaneimportante esaminare negli exempla dedicati agli ebrei quali sono i termini con cui il concetto diebreo è messo in relazione. Per l'exemplum 411 si tratta di amicitia mala (amicizia depravata) e dideceptio (inganno). Per l'exemplum 207 di clericus (ecclesiastico), di amor malus (amore depravato,identico all'amicitia mala), di contritio (contrizione) e di conversio (conversione). Per l'exemplum

227 si tratta di crux christi vel crucifixus (croce di Cristo o crocifisso), di temptatio carnis

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4 J. Le Goff, L'ebreo negli exempla medievali (ed. it. 1983)

(tentazione della carne), di mulieres (donne), di demon (demonio). Per l'exemplum 313 infine dieucharistia (eucaristia) e di Maria (la Vergine Maria). E facile notare che l'insieme di questi terminisi compone di due sotto-insiemi opposti. Uno negativo, comprendente le principali incarnazioni delmale: demonio, inganno, donne, tentazione della carne, amicizia o amore malvagio, con un accentoparticolare sul male femminile e sul male sessuale. È il lato dell'ebreo. L'altro, positivo, raccogliel'ecclesiastico, la contrizione, la conversione, il crocifisso, l'eucaristia e la Vergine, ossia i nemici,gli antidoti o gli addomesticatori dell'ebreo. Notiamo la presenza, in questo gruppo, della Vergine,intercessora nei casi disperati. Là dove i santi non possono più nulla, la Vergine interviene e salva.Il caso dell'ebreo è tanto grave che soltanto la Vergine e, a fortiori, il Cristo, nella veste delcrocifisso, possono vincerlo e salvarlo.Va poi rilevato che in questi exempla lo scontro fra ebrei e cristiani (o la complicità nel caso dirapporti sessuali fra un cristiano e un'ebrea) non è relegato al piano individuale ma coinvolge lecomunità l'una contro l'altra, e qui risalta in particolare la solidarietà delle comunità ebraiche.Nell'exemplum 411 il parto della ragazza ebrea ritenuta incinta del messia, si compie alla presenzadi una folla di ebrei (presentibus judeis innumeris). Nell'exemplum 207 è una festa della comunitàebraica a fornire ai due amanti l'occasione per incontrarsi, ed è alla testa di una schiera di ebreiindicati come «i suoi» (cum magno strepitu suorum) che il padre della ragazza ebrea sedotta dalcanonico fa irruzione nella chiesa dove il vescovo celebra la messa. Nell'exemplum 227 è un gruppodi ebrei di Beirut, se non tutt'intera la comunità ebraica della città, a profanare il crocifisso e poi apentirsi e a convertirsi. Nell'exemplum 313, di fronte ai cristiani che accorrono per punire il padredel bambino ebreo, compaiono numerosi ebrei (multi judei) che, sotto l'effetto del miracolo dellaVergine, si convertono. Solo l'ebreo dell'exemplum 228 resta un individuo isolato e d'altronde èpresentato in luce positiva in quanto già prima di essere battezzato si protegge con il segno dellacroce. E vero che la storia è tratta da Gregorio Magno, e alla fine del VI secolo l'ebreo non eraancora dissolto, agli occhi dei cristiani, nell'immagine di una comunità collettivamente malvagia.Come viene definito l'ebreo collettivo e multiplo presentato da questi exempla?Egli è prima di tutto l'uomo dell'errore, della falsità religiosa. Fa parte degli infedeli, come attestanogli exempla 228 (crucis signum magnam habet virtutem etiam in infidelibus) e 313 (eucharistia

sumpta ab infideli). Trattandosi di persone dell'errore, è dunque non soltanto normale ma giusto ecommendevole ingannarli, farne le vittime di una deceptio e rovesciargli addosso l'onta di doverconfessare l'errore in cui vivono, gettarli nella confusio. Nei due casi più chiari, quelli delle ragazzeebree sedotte, ritorna il tema dell'ingannatore ingannato. Si capisce qui quanto la letteraturanarrativa popolare, cui il genere dell'exemplum è spesso molto prossimo, abbia ispirato gli exempla

sugli ebrei. In questo mondo dell'astuzia, il trickster è giustificato. Ed è significativo che nei duecasi il trickster sia un ecclesiastico. Mentre in un primo tempo si ha l'impressione che si tratti di unecclesiastico indegno, un infame seduttore e talvolta con singolari circostanze aggravanti (attocarnale il venerdì santo, derisione della verginità e del concepimento del messia), si rivela alla finfine come il trionfatore, come colui attraverso il quale il malvagio è punito. Né è indifferente il fattoche questo ecclesiastico trionfante, prima di esserlo sul piano religioso, lo sia sul piano sessuale. Eil seduttore non spregevole ma glorioso. Si ritrova qui, in una situazione particolarmente«sopradeterminata» il tema essenziale di un altro genere letterario cristiano del Medioevo: ildibattito del chierico e del cavaliere in cui il chierico afferma la propria superiorità sul cavaliere inconsiderazione dei suoi successi femminili, poiché egli è preferito dalle donne.Se scendiamo più a fondo nell'analisi dell'immagine dell'ebreo che ci offrono questi testi, vediamoapparire la figura dell'ebreo impuro, profanatore dello spazio sacro cristiano.Profanatore dello spazio egli lo è prima di tutto nel senso letterale. E penetrando in una casa in cuitrovano un crocifisso che gli ebrei di Beirut hanno iniziato il loro sacrilegio. E facendo irruzionenella chiesa dove il vescovo celebra messa che gli ebrei dell'exemplum 207 rovesciano la situazionea loro danno e si fanno fermare e privare della parola per miracolo divino. È in una chiesa che ilbambino ebreo è penetrato, anche se nella sua innocenza non l'ha fatto per profanare l'ostia cristiana

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5 J. Le Goff, L'ebreo negli exempla medievali (ed. it. 1983)

ma al contrario per essere toccato dalla sua virtù. Profanatore soprattutto dello spazio sessuale dellacomunità cristiana. Per uno strano rovesciamento di giudizio le ragazze ebree sedotte dagliecclesiastici cristiani, che profanano a loro volta lo spazio delle case degli ebrei e il corpo dellegiovani ebree, sono -per la loro diabolica bellezza - le seduttrici dei cristiani tentati.In ultima analisi questi testi mi sembrano caratteristici non soltanto dell'atteggiamento fondamentaledella Chiesa nei confronti degli ebrei, ma anche di un momento nella storia delle relazioni fra ebreie cristiani, caratteristici di quel XIII secolo in cui l'antigiudaismo cristiano è sul punto di scivolarenell'antisemitismo.Schematizzando un po' le cose, mi pare che prima della fine del XII secolo, malgrado i pogrom cheavevano segnato l'inizio dell'XI secolo e soprattutto malgrado le prime crociate, gli scambi e lafrequentazione reciproca fra ebrei e cristiani erano abbastanza abituali. È noto che il movimento disegregazione degli ebrei, che comincia alla fine del XII secolo, si manifesta in particolare conl'interdizione ai laici di discutere di fede con gli ebrei. Una reazione tipicamente clericale oltre checristiana, gli illiterati cristiani sono colpiti allo stesso modo degli ebrei stessi. È il momento in cui laChiesa paventa il contagio dell'eresia e dell'ebraismo fra i laici non abbastanza indipendenti, vieta ailaici cristiani la lettura della Bibbia in lingua volgare e la predicazione - fattore decisivo dellacondanna dei valdesi. A Parigi, per esempio, il vescovo Eudes di Sully (1196-1208) proibisce ailaici e ai preti «illiterati» di discutere della fede con gli ebrei. I nostri exempla ci fornisconoun'illustrazione negativa di questa evoluzione. Un exemplum del Dialogus miraculorum di Cesariodi Heisterbach, quello che presenta il caso della bambina ebrea convertita di forza e costretta almonastero, comincia con l'osservazione seguente: «un ecclesiastico di nome Ramero, cappellanodel duca di Lovanio, aveva l'abitudine di entrare nella casa di un ebreo di questa città e di discuterecon lui della fede cristiana». Questo exemplum non è stato ripreso da Arnoldo di Liegi che haconservato i due exempla di Cesario che lo precedono.Certo, come ricorda il gesuita Peter Browe, il messia continua ad essere nel XIII secolo il pomodella discordia nelle dispute teologiche fra ebrei e cristiani e il nostro exemplum 411 con una tintatragicomica ne dà testimonianza. Ma la sostanza dello scontro è ormai altrove, non più sul pianoteologico.La nozione cristiana dell'ebreo come impuro passa in primo piano, e quel che si afferma sempre piùè la volontà della Chiesa di interdire i contatti e gli scambi fra ebrei e cristiani e di mettere fine adogni situazione in cui gli ebrei si troverebbero in posizione di superiorità rispetto ai cristiani.Uno dei primi fattori dell'aggravamento dell'antisemitismo cristiano è la crescita urbana. Nella città,luogo di contatto e di scambio, la promiscuità si accentua e la Chiesa si sforza di impedire alcrogiolo urbano di giocare a favore di una (mescolanza giudeo-cristiana. Per la prima volta, standoalla documentazione disponibile, viene realizzata un'inchiesta verso il 1233 nella diocesi di Lincolnper sapere dove risiedano gli ebrei e verificare che non sia in atto una mobilità dell'habitat ebreo chepossa contaminare l'habitat cristiano. La domanda 42 di questa inchiesta suona: an judei morentur

alicubi ubi non consueverunt morari? E in modo particolare viene condannato l'impiego da parte diebrei di domestici cristiani - doppio scandalo in quanto introduce i cristiani nell'interno dello spazioprivato ebraico e per di più in condizione di inferiorità, di dipendenza.Un secondo fattore è lo sviluppo dell'economia monetaria legata alla crescita urbana. Il prestito ainteresse a titolo privato, caso particolarmente scandaloso di usura che rende molti cristiani debitoridi ebrei, è altrettanto insopportabile per un cristiano agli occhi della Chiesa perché, oltre alladipendenza economica, si verifica un accumulo di impurità per il cristiano -impurità a causadell'ebreo e impurità a causa del denaro.I tabù che il cristiano rischia di violare a motivo degli ebrei, e il cui rispetto deve imporreun'apartheid rigorosa, sono più precisamente quelli che riguardano il corpo, il codice alimentare e iliquidi sacri.Tabù del corpo. Una delle basi del disprezzo cristiano per gli ebrei è che si tratta di una comunitàche, secondo la tripartizione funzionale detta «indo-europea», è essenzialmente una comunità della

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terza funzione. Emarginata dalle due prime funzioni, quella del potere e quella della forza, in quantoformata da infedeli, si inscrive tutta intera nella funzione di fecondità e di prosperità che definisce ilterzo ambito, quello dell'economia, della salute. Ora le altre funzioni dell'ebreo sono legate a questafunzione: è il commercio del denaro e della medicina. Che gli ebrei siano condannati in quantousurai è vero ed è ben noto; quello a cui si pensa di meno, invece, è che il loro ruolo di primo pianonella medicina non li rende meno sospetti agli occhi della Chiesa.Tabù del corpo, tabù alimentari. Il primo è quello della carne e del sangue. Le norme del XIIIsecolo vietano rigorosamente ai cristiani di acquistare in macellerie ebraiche la carne nonconsumata dagli stessi ebrei, e che i cristiani considerano insieme come carne contaminata disacrilegio e sanguinolenta, e fatta di scarti. Il nostro piccolo corpus di testi non parla di sangue chein una sola occasione. Ma di notevole interesse. Nell'exemplum 207 la ragazza ebrea sedotta dalcanonico indica a quest'ultimo come notte propizia per i loro amori la notte del venerdì santo,poiché, dice, quella notte può sfuggire alla stretta sorveglianza del padre. «Quella notte, precisa laragazza, gli ebrei sono occupati a subire un flusso di sangue» (fluxum sanguinis patientes).L'espressione fa prima di tutto allusione alla voce che circolava fra i cristiani secondo cui gli uominiebrei - allo stesso modo che le donne erano soggetti ai fenomeni mestruali. L'ebreo è agganciato quiad un'altra vittima della mentalità cristiana medievale, la donna, impura in partenza a causa dellasua schiavitù alla contaminazione del sangue mestruale`. Ma potrebbe esserci anche un'allusione alsangue dei bambini che come volevano le accuse dei cristiani gli ebrei erano soliti sacrificare, inparticolare proprio quella notte.Altri liquidi contestati fra ebrei e cristiani: il vino e il latte.E proibito ai cristiani di acquistare vino dagli ebrei, i quali probabilmente avevano conquistato unaposizione di favore sul mercato del vino, e soprattutto è proibito ai preti acquistare dagli ebrei -colmo dello scandalo - vino da messa, una pratica a quanto pare relativamente diffusa.Per quanto riguarda il latte, quel che è preso di mira dalla normativa ecclesiastica è la posizionedelle nutrici cristiane presso famiglie ebree e delle nutrici ebree presso famiglie cristiane. Questoscambio del latte delle nutrici è ugualmente uno scandalo che deve cessare. Nel codice alimentareun posto a parte va assegnato a quel cibo singolarissimo che è l'eucarestia. Qui pure si avverte chel'ebreo che si dedica alla produzione delle ostie è sulla china che lo porterà all'accusa diprofanazione e infine di deicidio in cui il tabù del sangue più sacro è violato. Ma con i nostriexempla non siamo ancora a quel punto. Il profanatore non è che un bambino innocente, el'eucarestia consumata per ignoranza e per gioco porterà salvezza. Tabù del sangue del corpo divinoche ritroviamo nell'exemplum 227 in cui gli ebrei di Beirut feriscono il crocifisso.Infine l'azione della Chiesa si concentra in maniera tutta particolare nel campo delle relazionisessuali. Il più grave dei tabù, è quello dello sperma. I nostri exempla ci forniscono qui delletestimonianze particolarmente significative. Il richiamo all'endogamia, reso probabilmentenecessario dalla frequenza delle relazioni in ambiente urbano, manifesta d'altra parte la condottaambigua dei cristiani nei confronti degli ebrei in materia sessuale. È la miscela direpulsione/attrazione caratteristica delle società razziste in cui le relazioni sessuali inter-comunitariesono la pietra di paragone degli atteggiamenti di apartheid.

La società cristiana del XIII secolo, dunque, che inaugura la stella gialla per gli ebrei e sbocca nellepratiche di chiusura nel ghetto, ha un atteggiamento ambiguo nei riguardi dell'ebreo.La sua parola d'ordine, il suo obiettivo, non è ancora l'esclusione né la distruzione. È la conversione,più o meno forzata. Tutti i nostri exempla sono orientati verso la conversione, «lieto fine» comunedi tutte queste storielle. Ecco in che cosa l'ebreo può servire meglio al cristiano. La conversionedell'ebreo - foss'anche ottenuta attraverso la derisione e la vergogna - costituisce merito per ilcristiano, una delle vie di salvezza cui gli exempla devono condurre.Il XIII secolo sembra essere stato proprio l'epoca culminante dello sforzo cristiano di conversionedegli ebrei. Atteggiamento tradizionale della Chiesa, ma anche atteggiamento congiunturale. I1 XIIIsecolo è un secolo missionario. E il grande strumento della missione è la predicazione con le sue

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serie di exempla. Non potendo nutrirne gli ebrei, si nutriranno con essi i cristiani con la speranza digiungere per questa via indiretta alla conversione dell'ebreo. Il XIII secolo è anche un secoloescatologico in cui, da Gioacchino da Fiore agli spirituali francescani, da Federico II a san Luigi, lacristianità si prepara all'Anticristo, quindi al Millennio, quindi alla fine dei tempi. Ora laconversione degli ebrei ha da precedere il compimento dei tempi. Il compito è urgente edessenziale.Senza dubbio è a causa di questo orizzonte che gli ebrei vengono vilipesi nei nostri exempla; ma vifanno più la figura di infelici e di ridicoli che di veramente odiosi. Arnoldo di Liegi ha persinoripescato, mi si passi il termine, l'ebreo col segno di croce di Gregorio Magno, cristianoinconsapevole. Se gli ebrei proposti dai predicatori agli ascoltatori cristiani sono terreno di cacciaper il battesimo, non bisogna troppo denigrarli. Il battesimo può salvare gli smarriti, gli ignoranti,non i demoni. Ma dietro questa volontà di gestire un'immagine dell'ebreo capace di salvezza tro-vano posto le immagini, le mentalità, le pratiche di una cristianità che, di fronte allo scacco dellaconversione e quando si allontanerà l'orizzonte escatologico, avrà bello pronto il suo dossier perpassare dalla polemica alla ghettizzazione e alla persecuzione violenta.