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Periodico della Scuola Secondaria Statale di I grado Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII Ruvo di Puglia Via S. Ten. Ippedico, n.11 Via Madonna delle Grazie, n.10 70037 Ruvo di Puglia (BA) Tel./fax 0803611009 080/3612658 Codice Mecc. BAMM281007 www.cotugnocarduccigiovanni23.gov.it [email protected] [email protected] [email protected] 33 Il presente numero del giornale scolastico integra il n.29 del periodico “Qui Carducci-Giovanni XXIII” Dott. Michele Bonasia Dirigente scolastico (Continua a pagina 2) La buona scuola secondo noi ragazzi Inchiesta Dossier █ Il saluto del Sindaco 2 e dell’Assessore all’Istruzione «Solo i cittadini realmente consapevoli sono davvero liberi e indipendenti, e riusciranno a valutare corretta- mente la realtà, a partecipare alla vita di una comunità in modo costruttivo, a intervenire per il bene del proprio paese, riconoscere le ingiustizie, indignarsi, lottare per correggerle». Ringraziamo l’Amministrazione per aver voluto patrocinare e contribuire alla stampa del giornale Docenti Pensionandi 2 Terremoto in Nepal 6 Classi Terze Classe 2G e Redazione Continuità

L'Eco della Scuola 2015

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Giornale edito dalla Scuola Secondaria Statale di I grado "Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII" Ruvo di Puglia (BA)

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  • Periodico della Scuola Secondaria Statale di I grado

    Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII Ruvo di Puglia

    Via S. Ten. Ippedico, n.11

    Via Madonna delle Grazie, n.10

    70037 Ruvo di Puglia (BA) Tel./fax 0803611009

    080/3612658 Codice Mecc. BAMM281007

    www.cotugnocarduccigiovanni23.gov.it

    [email protected] [email protected]

    [email protected]

    33 Il presente numero del giornale scolastico integra il n.29 del periodico Qui Carducci-Giovanni XXIII

    Dott. Michele Bonasia

    Dirigente scolastico

    (Continua a pagina 2)

    La buona scuola secondo noi ragazzi

    Inchiesta Dossier Il saluto del Sindaco 2

    e dellAssessore allIstruzione Solo i cittadini realmente consapevoli sono davvero liberi e indipendenti, e riusciranno a valutare corretta-mente la realt, a partecipare alla vita di una comunit in modo costruttivo, a intervenire per il bene del proprio paese, riconoscere le ingiustizie, indignarsi, lottare per correggerle. Ringraziamo lAmministrazione per aver voluto patrocinare e contribuire alla stampa del giornale

    Docenti Pensionandi 2 Terremoto in Nepal 6 Classi Terze

    Classe 2G e Redazione

    Continuit

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 2

    Vita Scolastica

    Due minuti per noi...

    I Pensionandi

    L a Cotugno cade a pezzi!. No, il lettore non si allarmi. vero, la struttura mostra le ferite inferte dal tempo e dallincivilt di qualche balordo, ma rimane in piedi,

    salda. Forse, quindi, sarebbe pi giusto dire Cadono pezzi alla Cotugno!. E gi: tra qualche mese ben quattro docenti, quattro pilastri della nostra scuola ci lasceranno avendo con-quistato lagognata pensione. Dopo lunghi anni di quotidiano, strenuo lavoro in prima linea, i nostri eroi potranno finalmente lasciare i campi di battaglia e raggiungere le retrovie. Quando nel 2003, ponendo fine al mio peregrinare, sono giun-to alla Cotugno, non sapevo nulla di questi colleghi. Tonia Lucarano lavevo incrociata appena nella mia breve apparizione alla Cafaro di Andria; Enza Summo e Biagio Di Gioia li conoscevo solo di vista; con Angela Stasi mi era occa-

    sionalmente capitato di scambiare qualche parola. In questi anni ho imparato a conoscerli tutti meglio e ad apprezzarne la simpatia e la professionalit. Ricordo sembra ieri il primo Collegio dei docenti: si impose prepotentemente alla mia attenzione la figura di una collega, ma soprattutto la sua borsetta: un innaffiatoio; colsi subito in quellimmagine il carattere di Enza, la sua passione per le simpatiche borse e da quel giorno per me diventata The Lady of bags: come dimenticare la teiera, la radio, larca di No, il tubetto di colore, i pinguini ,la pecorella, la ruota sgonfia, il pomodoro e mille altre stravaganze! Di Tonia ed Angela mi piace ricordare la gentilezza, la dolcez-za e al tempo stesso il rigore professionale. E che dire di Bia-gio? Lui, che per anni ha vissuto operando al freddo e al gelo senza poter realizzare il sogno di vedere edificata una palestra degna di tal nome, potr finalmente porre fine a questa soffe-renza. Tutti voi, in questi anni, siete stati i veri protagonisti del-la Buona Scuola; avete non solo educato, ma anche insegnato: avete lasciato unimpronta, un segno indelebile della vostra presenza e sar proprio questo segno che colme-r il vuoto che ci lascerete. Grazie di cuore, Cari Colleghi, ead maiora!.

    Pasquale Acri

    (Continua da pagina 1)

    Il gusto di fare notizia

    Vito N. Ottombrini, Sindaco e Elisabetta Altamura, Assessore

  • Pagina 3 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Il verde a Ruvo e la situazione dei parchi

    Francesco DIngeo e Lauranna Gramegna, redazione

    Inchiesta parchi

    La custodia dei parchi per una migliore fruibilit: serve responsabilit del Comune e dei cittadini

    Intervista a cura di Ornella Cantatore e Rosalba Pellegrini, redazione

    P ossiamo raggiungere comodamente gli spazi verdi a Ruvo? Abbiamo svolto unindagine sui par-

    chi nella nostra citt e sulle loro condizioni di accesso. Circa la dislocazione, come vediamo nella mappa, la distribuzione dei parchi sullinte-ra area del paese disomogenea, infatti quasi tutti sono decentrati, non toccando il centro storico e geografico di Ruvo; in pi, lestensione dei parchi abbastanza limita-ta, eccezion fatta per la Pineta e per piazza Dante. Ci sta a significare che non tutti i cittadini, residenti nelle diverse zone della citt, hanno un facile accesso a spazi verdi che, a dire il vero (come si desume dallin-tervista riportata sotto) il Comune fa di tut-to per mettere a disposizione dei cittadini. LAmministrazione, infatti, sta facendo in modo che il problema sia superato, realiz-zando dei nuovi parchi, come quello adia-cente il plesso Cotugno, o ripristinandone altri che risultano dimenticati e quindi non pi frequentati.

    Il problema, per, sussiste per quei quartie-ri non ancora dotati di spazi verdi vicini, per la mancata risorsa di ossigeno che le piante offrono e per il venir meno della possibilit di sostare in spazi vicini alle proprie case, trascorrendo ore serene, spe-cialmente nelle sere estive. Al problema della dislocazione si aggiunge quello della condizione di agibilit dei par-chi esistenti. In alcuni casi gli stessi sono praticamente chiusi per le pessime condi-zioni in cui versano. Fortunatamente, negli ultimi mesi, rinato linteresse di tutti verso questi parchi e, pian piano, stanno subendo restauri in mo-do da essere riapeerti al pubblico. Noi tutti speriamo vivamente che vengano recuperarti quelli esistenti e magari realiz-zati degli altri in zone diverse, per consenti-re ai bambini e ragazzi di giocare in luoghi tranquilli e sicuri, e ad adulti e anziani di sostare in spazi accoglienti. Il verde non mai abbastanza per equili-brare il tanto grigio che purtroppo c.

    Via Levi Via Minghetti Viale Colombo Via Cairoli

    Nuovo parco

    Scavi archeologici

    alla Cotugno

    P roprio in questi giorni di fine anno scolastico sa-r inaugurato il nuovo

    parco allestito accanto al Plesso Cotugno: viali, alberi, panchine, campo di bocce. Questo non pu che farci contenti, anche perch il Co-mune ha chiesto alla scuola di indire un concorso per inti-tolare il parco. E i nomi che circolano sono diversi: latleta barlettano Pietro Mennea, il musicista ruvese Michele Cantatore, oppure dedicare il parco ai Martiri della mafia, con via-letti nominativi a singoli per-sonaggi. Ma una proposta interessante quella di chia-marlo Parco dellInfante, cos da mettere insieme nel nome due spazi adiacenti. Infatti, tra la scuola e il nuo-vo parco c il dimenticato scavo archeologico che ha fatto rinvenire resti di et neolitica e, in particolare, la tomba di un Infante. Vedremo quale sar il nome scelto, ma cogliamo ancora loccasione per sollecitare lattenzione su questo pro-blema con lannessa que-stione della costruzione della palestra. Nelle due immagini riportate sopra si notano le erbacce che quasi ricoprono i costosissimi scavi effettuati nei due anni precedenti. Dove sono i reperti? Quali decisioni si stanno prendendo? Restiamo in at-tesa di una risposta!

    Luca Di Modugno, Enza Summo,

    e Luciana Minafra, Redazione

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 4

    Andando indietro nel tempoFlavia Scarimbolo, redazione

    Progetto Continuit

    T ra le attivit del progetto continuit abbiamo anche introdotto un insolito tema. La professoressa di italiano

    della mia classe ha pensato di farci svolge-re una lettura recitata sul mito di Demetra, che, per i Greci, era la dea protettrice dellagricoltura, del raccolto dei cereali. Infatti Demetra presso i romani sar chia-mata Cerere, da cui il nome cereali. I Greci, attraverso i miti, davano le spiega-zioni alle numerose domande che hanno sempre tormentato luomo. Questo mito vuole spiegarci lalternarsi delle stagioni, ma vuole farci capire anche che i sei mesi in cui Persefone, figlia di Demetra, negli inferi corrispondono allinverno, stagione in

    cui i cereali sono assenti nei campi; invece, i sei mesi che Persefone trascorre in com-pagnia della madre corrispondono ai mesi estivi, periodo della rifioritura dei campi coltivati. Il mito a cui legata la figura di Demetra racconta il rapimento di sua figlia da parte del dio Ade. Egli cercava moglie, ma nessuna fanciulla sarebbe mai voluta diventarlo, allora si era deciso a trovarsela da solo. Quando Deme-tra scopre che sua figlia era scomparsa, la cerca in ogni dove dimenticando completa-mente i suoi compiti e generando la dispe-razione di tutti gli esseri umani che non possono pi nutrirsi. Attraverso la testimo-

    nianza di un pastore, Demetra viene a sco-prire del rapimento della sua cara figliola Persefone, va su tutte le furie e si reca sullOlimpo, l si avventa contro Zeus e gli domanda come mai si permesso di far diventare sua figlia moglie di Ade. Zeus allora le risponde che era stato il Fato a volerlo. Cos interviene la saggia Atena che propone di far restare per sei mesi Persefone dallo sposo, negli inferi, e sei mesi sulla terra con sua madre. Demetra accetta il compromesso e cos Persefone che trascorre i sei mesi tristi e freddi dellinverno con suo marito e i sei mesi fe l ic i e ca ld i de l l es tate con la sua cara madre

    Il cioccolato unisce bambini e ragazzi Vincenzo Di Terlizzi e Vincenzo DIngeo, redazione

    I l passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria non facile, ma il progetto Continuit lo ha reso pi dolce. Il tema di questo incontro tra noi ragazzi di 1A e di 1C

    e quelli di 5A della scuola Primaria B.Di Terlizzi, stato la cioccolata, cibo che tutti amano. iniziato al meglio con la lettura di un capitolo de l libro La fabbrica di cioccolata, di Roald Dhal, e in seguito abbiamo posto delle domande attinenti ai bambini pi piccoli, che hanno risposto benissimo. Loro, invece, ci hanno recitato fantastiche filastrocche sullalimentazione. A questo punto, il nutrizionista Di Venere ci ha spiegato che la pianta del cacao vive in America e che il suo frutto, la ca-bossa, viene aperta per prenderne i chicchi di cacao. Il pasticciere Nicola Giotti ci ha detto poi che il cacao fa bene allorganismo e che per i Maya e gli Aztechi era prezioso e divino. In Spagna sono avvenuti i primi esperimenti sul ca-cao e anche in Italia; grazie ai mercanti italiani il cioccolato arriva in Svizzera i cui artigiani vanno ad imparare larte nei

    laboratori torinesi. Il maestro ha spiegato ai presenti le fasi di lavorazione. Do-po la raccolta, le fave di cacao vengono spaccate in due, quindi viene estratta la polpa dal guscio. Questa, di colore bianco, di consistenza morbida. Durante il processo fer-mentativo la polpa bianca che circonda le fave si dissolve, liberandole. Il processo avviene in 3 fasi tra cui lessiccazio-ne. Prima di essere pronte per luso, le fave di cacao vengo-no sottoposte ad altre lavorazioni. Vengono infatti pulite, loperazione fondamentale durante la quale vengono scartati eventuali elementi. Con la tostatura vengono anche eliminate le sostanze astrin-genti e leccessiva acidit quali il burro di cacao. Successiva-mente il cacao pronto per la sua successiva lavorazione, cio la fabbricazione del cioccolato. Al termine della spiegazione il momento pi atteso: la degu-stazione di vari tipi di cioccolato distribuito in scaglie: da quello pi amaro a quello pi dolce!

    I l giorno 21 marzo, le classi 1F e 1B del plesso Cotugno con la 5F del plesso S.G.Bosco si sono riunite

    per parlare del pane, un alimento base che accompagna tutti i pasti. La sua storia si perde nel tempo, addirittura risale alla preistoria e nelle diverse culture esso ha sempre avuto un signi-ficato simbolico. Ma con Ges che il pane diventa simbolo di condivisione e del suo sacrificio che si rinnova nellEucaristia, memoriale del gesto che Ges fa con gli amici nellUltima Cena. E ancora prima, quando gli Ebrei erano schiavi in Egitto, alla vi-

    gilia della liberazione, le famiglie pre-pararono il pane azzimo prima di par-tire per il lungo viaggio verso la terra promessa. Nella nostra tradizione il pane tal-mente sacro che con le sue briciole non si gioca, non si butta e quando si informa si bacia e si fa una croce. Il pane molto semplice da preparare e quindi anche le famiglie meno fortu-nate di noi possono farlo. Se qualche famiglia sfortunatamente non pu per-mettersi di comprarlo e lo chiede a qualche negoziante non possono ne-garglielo perch il pane non si nega

    mai a nessuno. Mentre gli alunni di-scutevamo di pane, alcune mamme lo preparavano per poi condividerlo, pro-prio come tra amici. Infatti la parola compagno deriva dal latino cum insieme con e panis pane, cio colui che mangia il pane con un al-tro. Ciascuno ha provato, da solo, a fare il pane azzimo a casa e a portarlo a scuola. Adesso, quando avranno de-siderio di qualcosa di semplice e buo-no sapranno cosa fare: farina, acqua e un pizzico di sale. Impastare con le mani e quando la padella ben calda...ecco il pane.

    Pane, simbolo di amicizia e di fedeVanessa Scarongella e Dayana Rubini, redazione

    Dopo il lavoro sul curricolo verticale, svolto nello scorso anno scolastico tra i docenti dellInfanzia, della Primaria e della Secondaria di I grado di Ruvo, la continuit didattica stata sperimentata con due iniziative: la giornata dei diritti dellInfanzia, 20 novembre 2014, nel 25 anniversario della Conven-zione ONU, con una coloratissima manifestazione documentata con un vi-deo (sul sito della scuola); in primavera, poi, le classi quinte della primaria dei due Circoli didattici, e le prime della secondaria hanno condiviso dei laboratori che hanno avuto come sfondo integratore il Cibo, in vista dellEx-po. Esperimenti scientifici, mitologia, giochi linguistici e matematici, attivit motorie e grafico pittoriche per una scuola che sia compagna di crescita.

  • Pagina 5 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Inchiesta giochi

    I l gioco ha subito cambiamenti nel corso della storia ed da sempre il modo di esprimersi di bambini e adolescenti. Ora

    per i mezzi sono cambiati e i ragazzi si perdono tra tablet, telefoni e nuove tecnolo-gie. Facendo una semplice indagine tra ge-nitori e nonni ci siamo resi conto che loro alla nostra et facevano giochi pi semplici e soprattutto allaria aperta. I giochi pi gettonati dei nonni sono stati: acchiapparella e nascondino. I ragazzi tra loro giocavano a calcio e a un particolare tipo di cavallina, chiamata in dia-letto Scinneddt (foto sotto). In questo gio-co i ragazzi si mettevano in fila indiana e, formato un percorso, saltavano sulle spalle di chi li precedeva cercando di non cadere. I giochi delle ragazze erano principalmente saltare la corda e il gioco della campa-na (foto a destra), ma a volte facevano grandi girotondi tenendosi per mano. I giochi fatti in casa erano soprattutto realizzare bambole di pezza e giocare a carte. Una nonna ci ha persino raccontato che una vol-ta, con le sue sorelle, aveva costruito una citt in miniatura con dei materiali trovati in casa. Le mamme si divertivano facendo lunghe passeggiate in bicicletta, anche perch le macchine erano di meno rispetto a oggi e quindi andare in giro era pi sicuro. Giocavano a pallavolo e a palla avvelenata. In casa si facevano giochi di societ o si giocava con le Barbie. I ragazzi giocavano con le figurine dei giocatori delle squadre di calcio e il loro gioco preferito era giocare a

    pallone e cos ogni posto si trasformava in un campo, improvvisato con due grosse pietre a delimitare le porte. Oggi noi, non avendo mai conosciuto la li-bert di stare a giocare in strada, non ne sentiamo la mancanza. Anche se quando i nostri genitori o nonni ci raccontano di quan-to fosse bello, un po desideriamo vivere questa emozione. sempre pi frequente vedere due adole-scenti vicini che, al posto di parlare tra loro, sono assorti nel display dei loro telefoni, ciascuno chiuso nella propria solitudine. Senza dubbio le nuove tecnologie sono mol-to divertenti da usare e utili, ma non dovreb-bero mai sostituire le relazioni umane.

    Da bambole di pezza e palloni in cuoio a telefoni e playstation: i nostri giochi

    Sara Altamura e Martina Di Modugno, redazione

    Francesco De Lucia, redazione

    D a qualche anno si vedono bambini giocare alle figuri-ne e a diversi giochi con le carte che rappresentano giocatori di calcio. I ragazzi si ritrovano in diverse

    zone della nostra citt per giocare. La zona preferita la rin-novata villa inaugurata da poco, Piazza Dante, dove ci sono moltissime panchine che favoriscono il gioco. Lorario princi-pale alle 18:30 o anche quando si esce con amici e genitori. Il gioco delle figurine quello di battere con una mano su un piano dove sono le figurine e farle girare, vince chi fa girare tutte le carte. In realt non c nessuno che decide la vittoria o la sconfitta perch il gioco tutto affidato alla sorte o anche ad un soffio di vento. Ci sono diversi trucchi per vincere le figurine, come quello di giocare figurine pi deboli cos, se si perde, non ci si dispiace molto. Coloro che giocano non sono contro chi vince o chi perde perch alla fine si sempre amici, tutti si divertono, ma co-munque non ci si abitua mai alla sconfitta. Questo gioco delle figurine diventato una mania, anche i nostri genitori ci giocavano, e quando uno vince d suggeri-menti agli altri per vincere. Sarebbe meglio divertirsi con que-sti giochi perch ci fanno vivere la realt ,cosa che non fanno i videogiochi o gli smartphone.

    Giulia Gattulli, redazione

    C osa fanno le ragazze nel tempo libero? Dopo aver fatto unindagine allinterno della classe, abbiamo tro-vato risposta alla domanda. Qualche ragazza, dopo

    aver studiato, frequenta unattivit pomeridiana, come la dan-za, la pallavolo, il nuoto e corsi per imparare a suonare uno strumento musicale. Altre, invece, rimangono a casa ad antici-pare i compiti per i giorni successivi, oppure guardano qual-che programma in televisione, giocano al Nintendo o ai getto-nati giochi della Wii o navigano in internet. La maggior parte di noi ragazze esce per fare una passeggia-ta con le proprie amiche. Ma dov il punto di riferimento in cui ci incontriamo? E soprattutto cosa facciamo? Il luogo dincon-tro, spesso, la villa comunale oppure vicino ad un grande e frequentato corso. Successivamente acquistano qualche snack da condividere, comperato in qualche bar o dalle mac-chinette molto attrezzate. Siccome in tutto ci non c molto divertimento, si fa una cor-sa a chi arriva prima, oppure si raggiunge laltalena, dove una spinge con tutte le sue energie laltra, fin quando non arriva il proprio turno. Qui il divertimento arriva alla sommit, al colmo. Per concludere luscita, molte, scattano uno dei tanti selfie per poi commentarlo con un hashtag e postarlo sui numerosi social, come Instagram e Facebook. Il giorno della settimana in cui vi una concentrazione di ragazze che passeggia-no la domenica, dopo il termine della Messa. Tutto parte da un semplice mes-saggio su WhatsApp, com-posto da ununica parola: Usciamo?. Anche il sabato sera si vedono in giro gruppetti di ragazze che circolano per le varie strade della citt. Nonostante ci sia volont di staccare dalla tecnologia, ovunque si vada presente.

    Angelo Scarongella, redazione

    B enito e Bruno Panini nel 1960 acquistano un lotto di figurine che rivendono a coppie per 10 lire. Dopo il successo cominciaro-no a creare le figurine con i propri strumenti e cosi l album da quel momento fu stampato ogni anno. Il primo album aveva solo le squadre di serie A con 14 figurine per squadra. Le carte erano foto in bianco e nero a volte colorate a mano. Per i primi dieci anni sulle ultime pagine si stampava: Gran-de Torino, poi i Mondiali e le Cop-pe nazionali. Dopo comparvero la serie B e gli scudetti laminati di serie C. L album ha sempre pre-sentato differenti e nuove pagine, sfondi, modi di rappresentare i calciatori. Il colore dei bordi delle figurine varia a seconda degli anni e le pagine degli album sono sempre diverse. Le figure dei vari giocatori sono inserite nelle pagi-ne degli album a seconda della squadra di cui fanno parte. Oggi molta gente possiede figuri-ne antiche e molti ragazzi colleziona-no le nuo-ve carte e si dedi-cano a giocare con questi pezzi di carta. Angelo

    Scarongella

    e Francesco

    De Lucia,

    redazione

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 6

    Cronaca estera

    C osa significhi I.S. se lo chiedono un po tutti. Domandando ad alcune persone abbiamo riscontrato che nessuno sta-

    to in grado di dare una risposta esauriente. Abbiamo fatto delle ricerche su questo argo-mento. Letteralmente ISIS una sigla inglese (Islamic State of Iraq and Shark); molti lo chia-

    mano solo IS (Islamic State). un gruppo terro-ristico Islamista attivo in Siria e Iraq, con a capo Abu-Bakr-al-Baghdadi. La punta di diamante di questa macchina del terrore la diffusione dei video, in aumento negli ultimi mesi, ma recente-mente censurati dalle reti televisive, in cui mo-stra in modo crudo e spietato luccisione degli

    ostaggi caduti nelle proprie mani. Molti si domandano perch lIsis compie questi atti di terrorismo. Una risposta c, lo scopo dellIsis la creazione di un nuovo califfa-to. La parola califfo significa successore e dopo la morte di Maometto il popolo islamico si divi-se in diverse correnti come i sunniti o sciiti o i karaijti in cerca di una nuova guida temporale, come ad esempio gli sciiti che riconoscono Ali il genero del Profeta. Quasi due anni fa si formava un nuovo califfa-to, ma con principi e obiettivi diver-si, il fondatore di questo califfato appunto Baghdadi, successiva-mente autoproclamandosi califfo. Ma la parola califfo ha anche un altro significato, cio il cosiddetto oro nero, proveniente dalla Siria, Libia e anche Turchia. Grazie a questa ricchezza che porta allIsis da 1 a 2 milioni circa di dirham di denaro, di cui la met usato per ingaggiare e pagare i loro seguaci,

    possibile svolgere gli atti di terrorismo contro i non credenti del Corano. Grazie alle ricchezze di questi califfi si pu far la volont di Moamhed ovvero quello che, secon-do alcuni fondamentalisti, dice nel Corano, cio eliminare, uccidere i nemici cio i non credenti anche se molti sono innocenti. Questa fonte non del tutto originale, ma si pensa che si possa aver interpretato male il significato del loro libro sacro; altre fonti attendibili dichiarano che le altre religioni vorrebbero eliminare la religione islamica e perci lIsis istiga gli impren-ditori per formare degli eserciti e conquistare gli Stati di Siria e Iraq. Ma veramente Allah vuole tutto questo? "In vero sono con voi: rafforzate coloro che credo-no. Getter il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo colpiteli su tutte le fa-langi! Tutto questo ci che avvenne perch si erano separati da Allah e dal suo messaggero". Questi sono i versetti che Allah comanda ai propri seguaci. impensabile che un dio possa volere tutto questo male dai propri adepti. Per questo chiediamo a tutti i musulmani che si riconoscono nella vera religione di pace di pren-dere le distanze e condannare simili crimini.

    I l Nepal un paese che si trova nellAsia centrale a confine con India e Cina. Ha una superficie di 147.181 kmq con 29.959.364

    abitanti e la sua capitale Katmandu. Il 25 Aprile 2015 si verificato un forte terremoto (terremoto di Gorkha) che ha deva-stato il paese. Il suo ipo-centro era ad una profon-dit di 15 km e quindi considerato superficiale e pi dannoso. Mentre il suo epicentro si trovava a 34 km (circa a 21 miglia) da Lamjung, Nepal; la prima scossa stata registrata dallo United States Geolo-gica Survey per 7,5 di magnitudo, ma poi stata subito riaggiornata a 7,9 per poi essere nuovamen-te riaggiornata a 7,8. La prima scossa si verifi-cata a 80 km dalla capitale Katmandu e la citt princi-pale pi vicina allepicen-tro stata Bharatpur. Do-po la scossa principale ci sono state altre trentacinque scosse di asse-stamento di magnitudo 4,5. Si era gi previsto un fortissimo terremoto, infatti nel 2013 in

    unintervista ad un sismologo si parlava gi di un terremoto magnitudo 8 e che tutta questa energia poteva liberarsi in questo secolo oppu-

    re avrebbe continuato ad ac-cumularsi per un terremoto ancora pi potente. Il Nepal un paese molto soggetto a fenomeni sismici poich si trova sul punto di collisione della placca indiana e della placca euroasiatica; non si verificava un terremoto cosi forte dal 1934 (terremoto di Nepal-Bihar). Il terremoto ha causato pi di 8000 vittime e decine di mi-gliaia di feriti in Nepal, mentre in India il terremoto ha causa-to 78 decessi. Il primo mini-stro del Nepal, SushilKoirala, ha detto che si potrebbero raggiungere le 10.000 vittime. A causa del terremoto sono stati distrutti molti monumenti tra i quali la Torre Dharahara, riconosciuta come patrimonio dellumant dellUnesco, una torre di nove piani costruita nel 1832 dal primo ministro

    del Nepal Bhinsen Thapa e ricostruita nel 1934 dopo un altro terremoto. Essa era dotata di una scala a chiocciola interna. Il sisma non ha

    lasciato che un mucchio di mattoni affidando la propria bellezza ed unicit artistica-architettonica che immortalano la torre svettan-te in un cielo limpido, esattamente opposto rispetto al grigiore e alla rovina portata dal suo crollo, privando la piccola nazione di uno dei suoi monumenti pi rappresentativi. Il bilancio dei morti avrebbe dovuto essere minore se le persone che abitavano in campa-gna fossero state fuori a lavorare. Data la po-tenza del terremoto, si scatenata una valan-ga sul monte Everest, sullHimalaya, che ha causato la morte di 19 alpinisti e moltissimi dispersi o feriti. Si verificato inoltre una frana e una valanga nella valle di Langtang. Si stima

    che la valanga fosse ampia 2-3 km e a causa di essa il villaggio di Langtang stato distrutto. A partire dal 1 Maggio 2015 i soldati delleser-cito Nepalese sono stati inviati sul posto per soccorrere i feriti e molte organizzazioni volon-tarie si sono mobilitate come la Croce Rossa e Medici Senza Frontiere. Si preoccupano di prelevare dal luogo del terremoto i feriti gravis-simi e di portarli attraverso degli elicotteri in ospedali di fortuna e luoghi per curare i feriti. Diverse le iniziative di solidariet e si pu sem-pre contribuire tramite i canali governativi o la Caritas che ha gi attivato diverse iniziative per fronteggiare lemergenza. I riferimenti per contribuire sono su www.caritasitaliana.it.

    Terremoto nel Nepal: oltre 8000 morti e la terra sembra non voler fermarsi

    Classe 3B, Cotugno

    Il Nepal si estende tra il Tibet e l'India, tra la catena Himalayana e la pianura del Gange, racchiudendo nello spazio di poco pi di cento chilometri, le pi grandi variazioni ambientali della Terra, passando dagli oltre ottomila metri delle cate-ne montuose, all'altitudine di ottanta metri sul livello del mare.

    Il terrore Isis Antonio Esposito, Angelo Chieco, Leonardo Speranza ed Edoardo Ciliberti, redazione

  • Pagina 7 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Adolescenza

    Lautolesionismo non affatto un gioco

    Classe 3A, Cotugno

    Barbara Cucumazzo e Enrica Pellegrini, redazione

    Rosita Catalano, redazione

    Giulia De Palo e Sanaa Haissouf, 3A Carducci-Giovanni XXIII

    Classe 2B, Cotugno

    Cari Genitori non vogliamo dirvi che Sono tante le lettere scritte dai ragazzi ai genitori, in occasione del progetto di educazione affettiva, Purtroppo solo al-cuni le hanno materialmente consegnate. Meritano di essere pubblicate perche offrono molteplici spunti di riflessioni sul proprio essere genitori. Chissa che l estate non ispiri qualcosa.

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 8

    Expo e dintorni

    Cibo per tutti? Francesca Tambone e Teresa Pellegrini, redazione

    T utti quanti, in questi giorni, avremo sentito parlare dell EXPO, ma a noi ragazzi, non ancora chia-ro il concetto. LEXPO un esposizione univer-

    sale che viene realizzata ogni 5 anni. La prima della sto-ria si tenuta nel 1756 a Londra e, da ricordare, quella avvenuta a Parigi nel 1889 per la quale stata costruita la Torre Eiffel, divenuta simbolo della capitale francese. L Esposizione Universale precedente al 2015 si svolta a Shangai nel 2010 col tema: Citt migliore, vita mi-gliore. Nelle scorse edizioni sono stati trattati temi ben diversi fra loro, quello di quest anno sull alimenta-zione: Nutrire il pianeta, energia per la vita. Si svolge a Milano e, per l occasione, stato costruito l Albero della vita, un monumento che si rif al tema annuale. Il grande avvenimento ha avuto inizio il 1 Maggio 2015 e terminer il 31 Ottobre 2015. L area

    espositiva di circa 1,1 mi-lioni di metri quadri dove oltre 140 Paesi, con i loro padiglioni, metteranno in mostra le tecnologie, l inno-vazione, la cultura, le tradi-zioni necessarie ad assicura-re unalimentazione buona, sana e sufficiente. Ci saran-no oltre 140 unit di ristora-

    zione, 20 delle quali saranno allestite da Eataly che pro-pone un ristorante per ogni regione italiana. Non man-cheranno, naturalmente, i cibi internazionali basati sulle diverse etnie dei paesi; vi saranno, inoltre, diversi stand che offriranno pietanze a base d insetti. LExpo offre ai visitatori, la possibilit di assistere a degli spettacoli del Cirque du Soeil presso l Open Air Theatre, un teatro all aperto. Fra le tante attrazioni presente anche il Children Park interamente riservato ai bambini. Anche la Puglia partecipa all Expo offrendo le sue ricette tipi-che.

    Ruvo allExpo il 13 luglio

    Lucia Amenduni, redazione

    E xpo Milano offrir a tutti la pos-sibilit di conoscere e assaggia-re i migliori piatti del mondo e

    scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni Paese. Per la durata della mani-festazione, la citt di Milano e il Sito Espositivo saranno animati da eventi artistici e musicali, convegni, spetta-coli, laboratori creativi e mostre. Abbiamo parlato con l'Assessore alle Attivit produttive, Michele Scardi-gno, per sapere come Ruvo partecipe-r a questo evento. Ci ha detto che la nostra citt rientra nelliniziativa Cuore di Puglia, un consorzio tra oltre 20 Comuni nato per valorizzare le eccellenze enogastronomiche di ognuno, oltre ai tesori architettonici di cui la nostra regione foriera. Cuore di Puglia" si pone come obiettivo la promozione di uno stile di vita pi consapevole e sereno, fon-dato sull ospitalit e convivialit. Ci sar una prima settimana dal 7 al 13 Luglio, con un mercatino di 16 metri quadri, dove saranno esposti 5 prodotti per 5 Comuni per ogni gior-no della settimana. A noi toccher il

    giorno 13. LAssessore Scardigno ci dice che in questi giorni si sta organizzando la partecipazione e saranno invitate, con un bando, le aziende locali a proporsi o proporre prodotti tipici, eccellenze locali, da esporre nel mercatino mila-nese. In particolare sar un prodotto o una azienda per ogni Comune ad es-sere presente in tutti i giorni di quella settimana. Un altro mercatino sar realizzato a settembre, sicuramente per esporre prodotti tipici del periodo: uve e vini. Sempre a settembre ci sar un'altra settimana, quando, con il contributo della citt metropolitana, sar esposto un contest fotografico dei nostri Co-muni, 3 scatti per Comune, curato dal famoso fotografo Guglielmo Lucas. Il mercatino sar presenziato da An-tonio Stornaiolo. Il Comune ha stanziato 3000 euro per la partecipazione allevento. Sicuramente questa vetrina mondiale potr avere una ricaduta positiva per la nostra citt. Lo speriamo tanto per-ch la nostra citt ha risorse da poter vantare.

    Unopportunit per leconomia, ma non fila tutto liscio Annapia Fiore e Roberta Cirasiello, redazione

    Rifiuti speciali da problema a risorsa

    Classe 3CD Carducci-Giovanni XXIII

    I n un mondo che produce sempre pi rifiuti, la raccol-ta differenziata il modo

    migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio nostro, dellam-biente in cui viviamo, ma so-prattutto delle generazioni future. Tutti i rifiuti possono rinascere anche quelli definiti speciali. Noi alunni delle classi IIIC e IIID del plesso Carducci- Giovanni XXIII abbiamo visi-tato unazienda di produzione casearia di Gioia del Colle in cui il siero era un rifiuto speciale, difficilmente smalti-bile, almeno fino a qualche

    anno fa. Esso veniva estratto dalle viscere dei ruminanti e smaltito nelle falde acquifere. Oggi il siero si produce grazie alla centrifugazione del latte, poi, viene portato in una distil-leria di Mottola e insieme alla vinaccia, attraverso un pro-cesso depurativo, si ottiene acqua, fango ed energia. Trarre energia dalle biomasse consente di eliminare rifiuti prodotti dalle attivit umane, produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio, oltre al vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce

    rifiuti in modo ecologico. Oggi ogni nostra azione produce inquinamento anche la pi comune come, per esempio, leggere il giornale o bere unaranciata. Contribuiamo a mantenere e conservare un ambiente pulito, quindi abi-tuiamoci a valorizzare anzich gettare i rifiuti che produciamo e recuperare mediante il rici-claggio tutte le materie prime riutilizzabili che diventano cos fonte di ricchezza e non di inquinamento. proprio vero che ogni cosa pu diventare una risorsa perch tutto si trasforma e nulla si annienta.

  • Pagina 9 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Giornate della Storia

    Carmine Petrarota e Giandomenico Avella

    Le donne e la guerra Annamaria Vitale, Adriana Petrone, Alessia Sparapano e

    Manuela Cantatore

    P rima della grande guerra, le donne erano emarginate da ogni mestiere e dalla vita politica che solo gli uomini potevano praticare. La guerra mostr che le donne era-

    no in grado di svolgere qualunque attivit, anche se con un salario decisamente inferiore a quello che, per lo stesso incari-co, veniva corrisposto agli uomini. Cos, i posti di molti contadini ed operai, lasciati vuoti, vennero ricoperti dalle donne. Si tratt di un momento molto importante per la storia sociale del Paese. Non che le donne fossero del tutto nuove a questo tipo di esperienza: molte di loro erano gi abituate a contribuire al lavoro nei campi mentre, a livello indu-striale, la loro presenza era gi stata registrata nel settore tes-sile. Ma il loro numero era aumentato considerevolmente e furono presenti in settori del tutto nuovi come nella metallurgia, nella meccanica, nei trasporti, nelle mansioni di tipo ammini-strativo, nella conduzione degli autobus, o nella riparazione di impianti elettrici. Ovviamente questo processo non fu indolore: non essendo state previste delle divisioni del lavoro, le donne erano obbligate a compiere gli stessi lavori dei colleghi maschi, anche quelli pi pesanti. Nei campi era necessario spostare i covoni di fieno o i sacchi di grano, accudire il bestiame e utiliz-zare tutte le macchine agricole. Allo stesso modo all'interno delle fabbriche dovevano essere sollevati pesi non indifferenti e compiuti gesti ripetitivi e meccanici. Le donne presero il po-sto dei propri mariti (o figli) anche in quelle faccende domesti-che tipicamente maschili come le questioni burocratiche, gli acquisti o le vendite di prodotti agricoli ed i problemi di natura legale. A questa sorta di "emancipazione" lavorativa non corrispose per una maggiore libert a livello personale: nonostante l'as-senza degli elementi maschili in et arruolabile, spesso nelle case rimanevano gli anziani i quali, come da tradizione, conti-nuavano ad esercitare il loro ruolo autoritario all'interno della famiglia. Inoltre non mancavano diffidenze e gli atteggiamenti di rifiuto da parte dei moralisti e tradizionalisti. Anche in campo militare ebbero un ruolo molto importante e crescente. Ogni esercito aveva reparti femminili come quello delle comunica-zioni, reparti di assistenza sanitaria, di rifornimento di cibo per i soldati che vivevano in trincea; nacquero cos anche le croce-rossine, che furono chiamate in seguito Grande armata bian-ca. Erano anche conduttrici di ambulanze , infermiere, lavora-vano negli uffici, nelle forze armate, nelle fabbriche belliche e producevano anche proiettili.

    I poeti sanno guardare attorno a s e farsi interpreti di pro-blemi della societ in cui vivono. La poesia diventa volon-taria denuncia dei grandi drammi che hanno segnato il

    cammino dellumanit verso un futuro migliore. Il dramma ricorrente nella storia di tutti i popoli del mondo quello della guerra che nel corso del XX secolo si manifesta-ta in tutta la sua violenza con lesplosione di ben due conflitti mondiali. Allorrore di queste due guerre, in particolare la pri-ma, allenorme prezzo pagato dalle vittime, sono dedicate molte poesie di Giuseppe Ungaretti soldato-poeta che parteci-p al primo conflitto mondiale, come soldato semplice e com-batt in trincea sul fronte del Carso per quasi tre anni: conob-be cos il volto pi duro della guerra. Alla luce di questa esperienza, Ungaretti matur una dolorosa concezione della vita, ma con profondo senso di solidariet e di umana comprensione verso il prossimo. Nel testo Sono una creatura Giuseppe Ungaretti descrive in versi la sua tragica esperienza della vita in trincea, dove gli uomini morivano per difendere poche centinaia di metri di terreno. Le poesie di questo autore parlano di guerra, ma contengono messaggi di pace: dalla guerra, fondamentale per la sua ma-turazione poetica, nascono le poesie de Il porto sepol-to (1917) e di Allegria di naufragi (1919), poi confluite in un unico volume intitolato Lallegria (1931).

    Francesco Cirasiello, Nikolas De Chirico e Angelo Anelli

    L e trincee sono uno dei simboli della Grande Guerra. Quando i vari governi europei decisero di scendere in campo, erano convinti che si sarebbe trattato di una

    guerra veloce, lampo, invece, dopo poche settimane, inizia-rono ad essere scavate centinaia di chilometri di trincee. Questi lunghi corridoi, profondi poco meno di due metri, com-parvero da subito anche sul fronte italiano, in pianura, sull'al-topiano carsico e in alta montagna, in mezzo alla neve: la guerra si trasform in guerra di logoramento: fango, umidit, freddo, fame, scarse condizioni igieniche (molte fonti ci parla-no del tormento dei pidocchi!) ne erano gli elementi caratteriz-zanti. Per i soldati vivere in queste condizioni spesso era cos alienante, che si sentivano disorientati e psicologicamente molto provati. A questo si aggiungeva la nostalgia dei propri cari e i soldati dedicavano il tempo libero a leggere la posta e a scrivere a casa; molti tenevano un diario. Per conoscere e capire le condizioni dei soldati in trincea, abbiamo letto molte fonti documentarie soggettive: lettere ai familiari, pagine di diario in cui emergono ansie, paure, ango-sce e anche speranze di molti ragazzi che, come quelli della generazione del 99, pur giovanissimi, erano stati costretti a partire per una guerra di cui ignoravano la ragione. Nelle trincee, spesso i soldati avevano anche difficolt a capi-re e a farsi capire dai superiori, dal momento che molti parla-vano soltanto il dialetto del loro paese dorigine. Lunico aspet-to positivo che nelle trincee gli italiani, da Nord a Sud, si ritrovarono insieme, cos diversi per la provenienza, ma fratelli di una stessa Nazione.

    Bernocco Rosanna e De Palo Marianna

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 10

  • Pagina 11 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Maria Grazia Lorusso e il Comitato Tecnico

    Gianna DAprile, redazione

    T roppo Natale in senso consumistico e troppo poco nel suo vero significato. Da questa riflessione nato lo spettacolo: Ce n troppo di Natale, un testo di D. Buzzati che gli alunni delle classi prime, seconde e terze del plesso Carducci Giovanni XXIII hanno

    riscritto e adattato con laiuto delle professoresse DAprile e Lorusso. Un bel giorno, i perso-naggi del presepe decidono di tornare sulla terra...Ma quale meraviglia!!! Luci, festoni, ghirlande, abeti scintillanti, ingorghi, pacchi e pacchetti. Dov il vero Natale? Per fortuna non tutto perduto! A parte coloro che si lanciano in acquisti di ogni tipo e si perdono nello spreco pi svariato, esiste ancora laltruismo e la generosit. C gente che a Natale compra il panettone prodotto dai detenuti, o chi mangia la cioccolata e com-pra borse made in carcere. O chi trascorre il proprio tempo con barboni e persone sole. Lo spettacolo stato ac-compagnato dalle musiche dellorchestra Fluthe Simphony , diretta dal prof. G. Caldarola. Bisogna ritrovare il corag-gio di sapere distinguere il bene dal male e soprattutto di scegliere ci che veramente conta nella vita! Con altrettanta ricchezza di contenuti, anche il Plesso Cotugno si ritrovato in due turni, nella chiesa S. Famiglia, grazie alla disponibilit del parroco don Grazio, per scambiarsi gli auguri ricorrendo ai diversi linguaggi espressivi. Tutte le classi terze hanno potuto comunicare i propri pensieri con recitazioni e declamazioni; portanti sono stati i contributi dellEnsamble di voci bianche dirette dal Prof. Nicola Bucci (con la collaborazione del figlio Fulvio) e dellOrchestra Don Tonino Bello diretta dal Prof. Rocco Di Rella che ha anche eseguito un concerto natalizio nella Chiesa del Purgatorio. Attivit in biblioteca, tombolate e mercatini della solidariet per le adozioni a distanza, non-ch la piantumazione della Roverella solidale hanno completato il programma quasi spontaneo del Natale 2015.

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 12

    A cura di Roberta Cirasiello, redazione

    N el mese di aprile tutte le terze della nostra scuola hanno avuto la possibilit di

    assistere a uno spettacolo della compagnia teatrale Palketto Stage con la presenza di attori madrelin-gua inglesi, presso lo Showville di Bari. Questo spettacolo piaciuto a tutti perch rispecchiava la vita ado-lescenziale che ognuno di noi vor-rebbe avere. Gli attori sono riusciti a calarsi perfettamente nei ruoli e ballando e cantando ci hanno tra-smesso delle bellissime emozioni tanto da farci venire i brividi. Guar-dando lo spettacolo ognuno di noi si immedesimava in un personaggio e

    fantasticava. Lo spettacolo parlava di un gruppo di ragazzi con un sogno in comune: entrare alla High School of Performing Arts. Ognuno di loro aveva una propria passione, che poteva essere ballare, cantare o anche suonare uno strumento musicale. Durante lo svolgimento dello spettacolo si sono venute a forma-re delle coppie, e tutti siamo rimasti con gli occhi spalancati quando cerano scene amorose. Lultima parte dello spettacolo stata molto commovente perch c stata la morte di una ra-gazza, che cercando il successo immediato, caduta nella trappola della droga. Ma ad un certo punto ci siamo tutti ralle-grati perch comparsa sotto forma di angelo. Alla fine dello spettacolo siamo rimasti tutti quanti un po tristi nel dover salu-tare gli attori a cui ci eravamo affezionati, infatti appena tornati a casa tutti quanti ci siamo dati da fare nel cercarli nei vari So-cial Network. stata un esperienza molto bella e sarebbe cari-no riproporla alle future terze.

    Classe 3D, Cotugno

    Classe 1A, Carducci-Giovanni XXIII

    Esperienze scolastiche

    Daria Lamanna, e la classe 3E, Cotugno

    Classe 3E, Cotugno

  • Pagina 13 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Attualit e societ

    Ruvo nel Rinascimento Classe 2E Cotugno

    Classe 2A, Cotugno

    Allarme immigrazione Classe 2C, Cotugno

    D opo lennesima strage del Mediterraneo, che sta di-ventando ormai un cimitero di vite umane, prevale lallarme immigrazione: sono troppi e i centri di acco-

    glienza sono ormai pieni. Lemergenza arriva anche a Roma tanto che Alfano dichiara: Facciamoli lavorare anzich tenerli l a far niente; questo una delle affermazioni sulla questione immigrazione in discussione negli organismi istituzionali. Il problema rimane con sbarchi quasi quotidiani in arrivo sulle nostre coste. Gli sbarchi nel sud Italia continuano; stato identificato lo scafista Lamin Jallow ritenuto responsabile dello sbarco di immigranti dalla Libia su Lampedusa. Il problema non rimane solo questo: gli altri stati Europei rifiu-tano di occuparsi di questi immigrati oppure lo fanno in manie-ra distaccata, tanto il problema lo vivono solo i Paesi di confine come il nostro; lInghilterra dichiara di non volere questa re-sponsabilit. Inoltre questo fenomeno pesa anche dal punto di vista economico poich lo Stato sostiene dei costi elevatissimi per il recupero e sostentamento degli immigrati. Per altro dietro questo problema si nascondono notevoli atti di criminalit: c una parte di questi immigrati che non finisce nelle case di acco-glienza, ma nelle mani di criminali, costrette a commettere furti, spaccio, per arrivare ai reati pi gravi, in pi le donne immigrate sono costrette a prostituirsi. Si tratta di argomenti sicuramente problematici, perch si riferi-scono anche a una realt che una parte di popolazione italiana ha vissuto direttamente. La presenza di stranieri nelle carceri notevolmente aumentata (dal 16% al 28%).

    Classe 1A, Cotugno

    L ' anno scolastico volge ormai al termine e per con-

    cluderlo in modo differente noi ragazzi delle classi

    1^ e 2^ del corso A abbiamo preparato

    il musical "Una bella differenza" che mette in

    evidenzia le diversit di colore, religione,

    lingua, aspetto e le discriminazioni che ci

    sono e che abbiamo imparato a superare

    improvvisando una partita di calcio tra ra-

    gazzi differenti. Sentendo i pareri dei miei

    compagni venuto fuori che stata un

    esperienza emozionante per tutti, ci ha fatto

    capire che non bisogna avere pregiudizi su

    altre persone, soffermandoci sull' aspetto

    esteriore, ma bisogna prima conoscere

    "bene" chi ci sta davanti.

    Quest attivit stata speciale ed un modo

    particolare di fare lezione e di essere educati all'integra-

    zione tra le diverse culture, dal momento che oggi le no-

    stre popolazioni sono sempre pi societ multietni-

    che grazie ai continui flussi migratori. Abbiamo partecipa-

    to divertendoci e crescendo, grazie al lavoro svolto dai

    nostri insegnanti che ci hanno proposto attivit scolasti-

    che alternative dalle quali abbiamo appreso

    che dobbiamo tutti imparare qualcosa da

    ciascuno, perch apparteniamo tutti ad

    un'unica razza e siamo solo diversi per lin-

    gue, religione, cultura, colore ma uguali in

    quanto tutti esseri umani.

    Siamo consapevoli che se sin da ora,

    interiorizziamo tali colori potremo creare

    una societ migliore.

    Concludiamo ringraziando le professoresse

    Marianna Minafra e Antonella Dello Russo e

    i professori Sparapano Luigi e Di Rella Roc-

    co; un particolare grazie alla professoressa

    Berardi Marialuisa che ha contribuito alla realizzazione

    delle coreografie e ai genitori che hanno collaborato.

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 14

    Visite e viaggi di istruzione

    A nche questanno, come gi da alcuni anni, gli alunni di prima e seconda clas-se, prenderanno parte attiva al 58

    premio Letterario Bancarellino 2015. A scuola, gi da qualche tempo, si respira un clima di entusiasmo tra noi ragazzi, partecipanti e non, che siamo coinvolti diretta-mente nella partecipazione a questa 58^ edizione. La par-tenza da Ruvo con fermate durante il viaggio, tra cui una alla biblioteca malatestiana di Cesena, per il giorno 22 maggio, mentre, la giornata della premiazione stata il 23 maggio, quando noi ragazzi, siamo stati chiamati a far par-te di una vera e propria giuria, per premiare, alla presenza degli autori dei libri arrivati in finale, il libro e lautore che ci piaciuto di pi. Storicamen-te il premio ha avuto origine nella prima Giornata dei ra-gazzi nella citt dei librai, che si svolse a Pontremoli il 17 Agosto 1957, in concomitanza della proclamazione del Vincitore del Premio Bancarella. Nel 1953 in occasione del Premio Bancarella venne annunciata la nascita di un premio Bancarellino per i Ragazzi. Pontremoli un comune di circa 8.000 abitanti,

    di origini medioevali, della provincia di Massa e Carrara e si trova in Toscana e precisamente allestremit nord della regione, nota come Lu-nigiana. Il centro di Pontremoli situato su uno dei pi antichi percorsi che collegano la Val padana con la Liguria e la Toscana un tempo

    percorso dalla Via Francigena. Pontremoli sor-ge nell'alta vallata del fiume Magra, alla con-fluenza con il Torrente Verde. diviso in centro storico e Verdeno, la zona abitata costruita in tempi successivi al di l del torrente Verde.

    58premio Bancarellino di Pontremoli Classe 1C, Carducci-Giovanni XXIII

    Q uestanno noi alunni di 3C e 3B, accompagnati dalle Prof.sse A. An-driani, C. DAniello e C. Bellomo,

    abbiamo avuto la possibilit di partecipare ad un viaggio distruzione in Toscana, do-ve abbiamo visitato quattro delle pi belle

    citt darte italiane: Siena, San Gimignano, Lucca e Firenze. Il giorno 31 Marzo, a Lucca abbiamo in-contrato Arturo Paoli, una persona straor-dinaria, nato nel 1912. Eravamo gi a co-noscenza della sua storia grazie al racconto del professore Michele Lotito che lo ha conosciuto personalmente. Il professore ci ha raccontato della vita di Arturo Paoli durante il fascismo, del rapporto difficile con la Chiesa e del suo straordinario gesto: riuscito a salvare, durante la Seconda Guerra Mondiale, circa 800 ebrei, facendo di tutto, senza mai arrendersi. Per questo riconosciuto dal Governo dIsraele come Giusto tra le Nazioni. Arturo Paoli ha com-

    piuto anche un grande lavoro spirituale, esperto di teologia ed ha pubblicato molte opere fra cui cinquanta saggi, di cui il pi significativo La pazienza del nulla, diario scritto mentre era nel deserto del Sahara.

    Per i suoi innumerevoli scritti e per la sua lunga vita, ricchissima di avvenimenti, stato inaugurato il 3 dicembre 2011 il Centro di Documentazione Arturo Paoli, che noi abbiamo visitato. Durante la per-manenza a Lucca, ci ha accolto e guidato la Signora Silvia Pettiti, responsabile del Centro di Documentazione. Ci ha guidato verso la sua casa di riposo attuale, dove una delegazione di alunni ha avuto la pos-sibilit di conoscerlo. Nonostante abbia 102 anni, ha ancora una grande lucidit mentale ed per i giovani un grande esem-pio e punto di riferimento hanno concluso i nostri compagni, dopo questo emozionan-te percorso.

    Classe 3C, Cotugno

    G iornate indimenticabili quelle del 5 e 6 maggio per le classi II D II F e II H del plesso Cotugno, che accompagnate

    dai loro docenti hanno visitato Greccio e Assi-si, luoghi in cui ha vissuto e predicato la buo-na novella San Francesco. Il viaggio stato il punto di arrivo di un percorso didattico pluridi-sciplinare che ha interessato diversi ambiti: Religione, Letteratura, Storia e Arte. Occorre infatti ricordare che il Cantico delle Creature stato uno dei primi componimenti letterari in lingua volgare e che la vita del Santo stata egregiamente rappresentata da artisti quali Giotto e Lorenzetti, con i loro affreschi allinter-no delle Basiliche a lui dedicate. Dopo sette ore di viaggio, trascorse serena-mente tra la visione del film Chiara e France-sco e canti, la prima tappa stata Greccio, dove le classi hanno potuto visitare il luogo in cui nato il primo presepe vivente completo di bue e asinello del 1223. Successivamente i ragazzi, con i loro accompagnatori, hanno visi-tato il borgo, la chiesa di Santa Maria del Gi-glio, e altri luoghi di interesse storico-religioso e naturalistico. seguita la meritata pausa pranzo su un bellissimo prato e poi in pullman hanno raggiunto la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi dove hanno visitato la Por-

    ziuncola e visto il roseto e le due tortorelle, che non abbandonano mai la statua del santo. Al termine di una lunga giornata, finalmente, sono arrivati in albergo a Rivotorto, qui hanno cena-to e pernottato, prudentemente vigilati dai loro accompagnatori. La mattina del giorno 6 Maggio, la sveglia alle 6.30 ha colto gli alunni un po assonnati, ma pronti ad affrontare, dopo una ricca colazione, unaltra giornata intensa. Una tonificante pas-seggiata di un chilometro e mezzo ha condotto le classi al Santuario del Sacro Tugurio, in Rivotorto. La mattinata poi stata trascorsa ad Assisi, per visitare la Basilica di Santa Chiara, la cap-pella di San Giorgio dove si trova il crocifisso di san Damiano, quello che parl a S. Francesco, ordinandogli di riparare la Chiesa, e la Basili-ca di San Francesco, Superiore e Inferiore. Nella prima gli alunni hanno ammirato il ciclo pittorico di Giotto e gli affreschi del Lorenzetti. Quasi incadescente il viaggio di ritorno, tra la visone del film Un ponte per Therabitia e la strepitosa gara di karaoke, vinta da sei ragazzi, con meritato premio. Viaggio indimenticabile, Esperienza da ripe-tere, Alla prossima!, Questi alcuni tra i commenti degli alunni.

    Classe 2D, Cotugno

    N el mese di Dicembre, precisamente dal 15 al 18, siamo stati in viaggio in Trentino-Alto Adige. La prima tappa stata Grada-

    ra, una piccola cittadina delle Marche che conser-va ancora il castello Malatestiano e le fortificazioni medievali. Questa citt famosa per la storia che il suo castello custodisce: la segreta convivenza, il tradimento e la morte di Paolo e Francesca. Ab-biamo avuto la possibilit d'osservare le stanze dei cortigiani, con il relativo arredamento ancora integro. Particolarmente interessante stato ve-dere la stanza in cui Paolo e Francesca, colti in flagrante da Gianciotto Malatesta, furono uccisi. Ma la meta principale stato il Museo delle Scien-ze di Trento, conosciuto anche come MuSe. La struttura, allinterno del modernissimo quartiere delle Albere stata progettata dal famosissimo architetto Renzo Piano. Nel museo possibile seguire vari percorsi tematici come ad esempio quello sugli animali che vivono in montagna, o quello dell'evoluzione dell'uomo. Grazie ad una guida esperta abbiamo potuto apprendere molte informazioni interessanti; intrigante stato toccare con le nostre mani un ghiacciaio, scoprendo tutta la storia che c'era dietro. Non sono per mancate le visite alle citt principali del Trentino, come Trento e Bolzano, ove abbiamo visitato le rispetti-ve cattedrali e i mercatini natalizi, che dall' 8 di-

    cembre sino all' Epifania riempiono le strade con un via vai di turisti e visitatori amanti dell'atmosfe-ra natalizia. Spostandoci nel Veneto abbiamo visitato Verona, conosciuta per essere la citt di Romeo e Giulietta e abbiamo avuto la fortuna di ammirare il balcone dal quale si affacciava Giulietta per ascoltare le serenate del suo amato; infine come gesto scara-mantico abbiamo toccato il seno della statua in bronzo raffigurante la celebre figlia dei Capuleti. Inoltre abbiamo avuto la possibilit di ammirare, anche se dall'esterno, la magnificenza e la mae-stosit del celebre anfiteatro romano: l'Arena di Verona. Anche qui erano presenti gli immancabili mercatini natalizi. Stando sul pullman, la guida ci ha fatto notare il monumentale cimitero veronese, fra i primi in Italia, fatto costruire da Napoleone. Abbiamo fatto una tappa nella pittoresca cittadina di Sirmione, caratteristica per la sua posizione a penisola nel lago di Garda e per il castello scalige-ro. Il viaggio nel suo complesso stato davvero bello e interessante: conoscere luoghi, localit e ambienti nuovi ci ha entusiasmato. Questa espe-rienza stata unica anche perch ci ha permesso di socializzare e stringere amicizie con altri com-pagni e compagne di altre classi. E, ultima cosa, ma per noi ragazzi certamente non ultima, ci sia-mo davvero divertiti tanto.

    Classi 2AC, Carducci-Giovanni XXIII

  • Pagina 15 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Testimoni

    Dalle maestre ai professori

    Classe 1E, Carducci-Giovanni XXIII

    Attualit societ ambiente

    I l giorno sabato 18 aprile 2015, noi alunni della 1^ B accom-pagnati dalla guida Simonetta Berardi e dai professori Luisa Bini e Giuseppe Pellegrini abbiamo avuto modo di conosce-

    re gli aspetti medievali del nostro paese: Ruvo di Puglia. Per iniziare abbiamo percorso la via Traiana, proveniente da Canosa e conducente al paese. Essa rivestiva il ruolo di stazio-ne e collegava Bari con Conversano. In seguito abbiamo visita-to il palazzo Melodia. La guida ci ha spiegato che vi erano quat-tro porte a circondare la citt: PORTA BUCCETTOLO, PORTA DEL CASTELLO, PORTA NO e PORTA NUOVA. Ruvo ha subito molte conquiste e molti saccheggi dai barbari che per hanno trasmesso la loro cultura e le loro usanze. Entrati nel castello ab-biamo notato tutti i suoi particolari: bifore, monofore, porta oggetti, una canna fumaria, un balcone, dei gat-toni e delle finestre murate. Dopo aver visto il centro abitato, ci siamo diretti verso le chiese per conoscere la parte medievale religiosa. Per prima abbiamo visto la chiesa dell' Annunziata e dopo ci siamo recati presso la Cattedrale. Questa uno dei pi impor-tanti esempi di stile romanico-gotico e romanico-pugliese. Essa il cuore del centro storico. Dapprima abbiamo analizzato l'interno: la chiesa divisa in tre navate separate da due file di colonne in stile dorico con capitelli decorati da scene zoomorfe, antropomorfe ecc... In fondo alla navata centrale c' un altare decorato con immagini sacre. Infine abbiamo notato i dettagli della facciata esterna. In cima c' Ges risorto con la bandiera italiana. In basso ci sono altorilievi di santi e di Roberto di Bas-savilla. Poi si pu notare il rosone che presenta dodici petali, cio i dodici, apostoli e scendendo si vede un'arcata che circon-da la porta centrale decorata da simboli religiosi. Accanto al portale si notano due leoni sorretti da due uomini inginocchiati (telamoni) che chiedono perdono a Dio per i pec-cati commessi. stata una giornata bellissima accompagnata dal bel tempo. Anche se alcuni di noi alla scuola primaria ave-vano gi fatto questa esperienza, stato comunque bello ripe-terla perch abbiamo potuto approfondire le nostre conoscenze stando insieme e divertendoci.

    Classe 1B Cotugno

    Classe 1D, Carducci-Giovanni XXIII

    Classe 2D, Cotugno

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 16

    Esperienze scolastiche

    I l 23 gennaio, dopo tanta attesa, arri-vato il grande giorno: la RAI venuta nella nostra classe, la 1F del plesso

    Cotugno. Con la nostra prof. ssa di Lette-re, Carmen Tarantino, avevamo gi da ottobre imparato a guardare la grammati-ca in modo diverso. Ci siamo appassionati allo studio della grammatica valenziale, diffusa in tutta Italia dal prof. Sabatini, linguista di fama internazionale e Presi-dente onorario della Crusca. un modello grammaticale innovativo tanto cha la nostra classe stata segnala-ta dall INDIRE come esempio di buona pratica didattica. La troupe della RAI, che ha vissuto con noi unintera giornata sco-lastica, era molto incuriosita e noi anche.

    Vedere le telecamere in azione, essere noi i protagonisti delle inquadrature e sco-prirci molto sereni e a nostro agio stato un bel divertimento. Quando la nostra prof. ci comunic levento, pensavamo di imparare le parti. Invece no la nostra insegnante ci ha detto che avremmo dovu-to improvvisare, proprio come facciamo in una normale lezione di grammatica. E cos stato e non sono mancati episodi co-mici! Prima di andare via, il regista e gli opera-tori (romani) hanno fatto una vera e pro-pria intervista alla nostra professoressa sullinsegnamento moderno della gramma-tica. Noi tutti ascoltavamo in silenzio. Lincontro con la grammatica valenziale

    stato per noi una vera scoperta. Ci fa ra-gionare moltissimo e tante cose che ave-vamo imparato a memoria gi alle ele-mentari adesso non solo le capiamo dav-vero, ma riusciamo a non dimenticarle pi. Durante le lezioni la nostra insegnante ci faceva continui riferimenti al prof. Sabatini e la sorpresa pi grande stata vedere il professore dal vivo, nellauditorium del plesso Cotugno. Il 9 aprile, infatti, il prof. Sabatini ha incon-trato professori venuti da fuori, presidi di altre scuole, alunni, tanti genitori e amanti della materia, per discutere sui nuovi mo-delli grammaticali. Levento stato un successo, infatti laudi-torium era stracolmo di gente.

    Sabatini e la grammatica valenziale

    Classe 1F, Cotugno

    Classe 2B, Carducci Giovanni XXIII

    C ome ogni anno, la nostra scuola ha partecipato al progetto Confabulare -

    Libri fuori dagli scaffali, una mani-festazione nata per promuovere e diffondere la lettura tra i ragazzi grazie alliniziativa della nota libre-

    ria cittadina LAgor in collabora-zione della Scuola e dellAmmini-strazione comunale. Il concorso si tenuto nella magni-fica cornice delle sale della Pina-coteca Comunale presso il Con-vento dei Domenicani. Questanno le classi seconde e terze hanno gareggiato leggendo un libro scritto da Massimo Biratta-ri, intitolato Leggere unavventu-ra. Questo libro narra la storia di otto ragazzi che partecipano ad un reality show, LIsola dei personag-gi famosi, in cui ognuno di loro si ritrova a vivere come i personaggi di celebri romanzi. Ma un misterio-so capitano li invita a bordo di un sottomarino con il quale li far arri-

    vare nel fantastico mondo dellUl-trarealt. Qui, attraverso le storie dei protagonisti dei libri, i ragazzi comprendono che oltre la vita quo-tidiana e il reality stesso, c un mondo tutto da scoprire dove le esperienze, i sentimenti, le emo-zioni e le azioni hanno unintensit che ogni lettore percepisce in mo-

    do differente, lasciandosi trasportare dalla sua fantasia. Questa storia molto avvin-cente, piena di colpi di scena, ma soprattutto ci fa capire che i libri possono farci sognare e ritrovare noi stessi nei

    racconti degli scrittori. La nostra classe, 2B del plesso Carducci Giovanni XXIII, ha vinto la gara, aggiudicandosi, come pre-mio, alcuni libri per ragazzi. Noi siamo stati molto contenti per que-sta vittoria. Abbiamo voluto parte-cipare a questa gara perch abbia-mo capito che dedicare qualche ora del programma scolastico alla lettura molto importante ed attra-verso questo divertente gioco, noi che spesso non amiamo molto leggere, ci siamo avvicinati con gioia alla lettura e abbiamo com-preso quante storie fantastiche, quante esperienze e quanti perso-naggi interessanti possiamo incon-trare in un libro.

    Classe 1E, Cotugno

    Una gara avvincente

    Alberi protagonisti della nostra accoglienza

    Classe 1C, Cotugno

  • Pagina 17 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Esperienze scolastiche

    Classe 2D, Carducci-Giovanni XXIII

    Io ci sto! Classe 1B , Carducci-Giovanni XXIII

    Moda & musica

    Classe 3G, Cotugno

    L a moda pu essere considerata un modo di vivere degli adolescenti, soprattutto quelli di oggi che la amano pi che mai, infatti la seguono costantemente.

    Esistono vari tipi di moda: della scrittura, della tecnologia, della musica, ma la pi ricercata quella dei vestiti. Ogni anno capi di vestiario nuovi, diversi e particolari non li troviamo solo nei negozi migliori, infatti grazie alla tecnologia li possiamo acquistare on line evitando cos lunghe code davanti ai negozi. Per non parlare della moda nella tecnologia! Vengono conti-nuamente prodotti cellulari nuovi, simili ai precedenti solo che hanno piccole modifiche che fanno impazzire noi adolescenti, per esempio una migliore telecamera, un maggior numero di app, tanto da costringerci ad abbandonare il vecchio cellulare e cercare in ogni modo di averne uno nuovo. La moda che preferisco di pi quella riguardante la musica. Quando escono canzoni nuove di diversi cantanti tra radio, tv e computer, nel giro di una settimana la conoscono tutti a memo-ria tanto da diventare un vero e proprio tormentone, viene usa-ta magari come suoneria di un cellulare o come base per crea-re balli di gruppo che coinvolgono persone di ogni et soprattut-to anziani cosi da falli divertire molto. Nella musica vanno di moda i cantanti e le band. Ci sono persone che hanno un gene-re preferito e persone che ascoltano tutta la musica. bello avere tra amici il cantante preferito in comune! divertente riunirsi tutti insieme e cantare perch innamorati della stessa canzone. Spesso ci si conosce proprio per esseri andati ad un concerto dello stesso cantante e capita anche di innamorarsi e ricordarsi di quel momento ogni volta che si riascolta quella canzone. Ci sono canzoni che parlano al cuore e fanno riflette-re. La musica il modo pi bello per esprimere emozioni, sen-sazioni ed il modo pi originale per dire ti voglio bene, per confessare i propri sentimenti ad una persona, il modo pi facile e divertente per sfogarsi. La musica tutto, bisogna solo ascoltarla.

    L a follia delluomo avr un limite? Ultimamente una pagina facebook di nome che schifo i cani sta spopolando sul web con contenuti violenti contro i migliori amici delluomo. Che cosa sono i cani?

    Bestie inviate da Satana sulla nostra terra per farci vivere nel terrore. Vengono, inol-tre, postate immagini perverse, orribili: cani senza zampe, cani su rotelle, cani sparati e nelle tombe per incoraggiare la gente allabbandono, allabbattimento o al maltrat-tamento di queste creature. Come se non bastasse, la pagina ricca di impreca-zioni e insulti contro le persone che difendono i diritti degli animali. Mettere un mi piace sarebbe da idioti. Il cane stato da sempre il miglior amico delluomo;

    sempre pronto a farci festa ogni volta che ci vede, a tenerci compagnia e a tirarci su il morale anche quando tutto sembra che vada male in cambio di un po di cibo e

    qualche coccola. Pensiamo, anche, ai cani che guidano le persone cieche o quelli che, come abili bagnini, salvano ogni giorno la vita di persone in mare o ancora i cani

    poliziotto che garantiscono la nostra sicurezza. Tutte le violenze sono da condannare soprattutto quelle contro deboli e indifesi. Un buon investimento per il futuro di tutti?

    Educhiamoci al rispetto verso tutte le creature viventi: umane e non.

    Classe 2C, Carducci-Giovanni XXIII

    Sul sito della scuola www.cotugnocarduccigiovanni23.gov.it sar pubblicato il video della manifestazione

  • Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 18

    Educazione alla legalit

    I l bullismo una forma di violenza molto diffusa che pu essere verbale o fisica

    e si pu verificare tramite i social network. Le vittime so-no conside-rate pi deboli ri-spetto a coloro che le offendo-no. Molte si ammalano di depres-sione per-ch non parlano con nessuno del loro proble-ma per pau-ra di essere definite de-boli. Il bulli-smo verba-le, purtrop-po, non viene notato dai genitori o dagli inse-gnanti; mentre il bullismo fisico viene percepito pi facilmente. Il cyber bullismo il pi diffici-le da indicare perch molto spesso non si conosce lidenti-t dei bulli, nascosti dietro lo schermo dei dispositivi. Negli ultimi anni ci sono stati episodi di suicidio perch le vittime non sopportavano pi queste

    situazioni. Ci poniamo allora una domanda: cosa sarebbe successo se qualcuno fosse intervenuto tali situazioni? Sicuramente queste persone,

    aiutate, sarebbero uscite da l loro stato e parlare con gli adulti sarebbe stata la soluzio-ne. Spesso i bulli non capisco-no di essere loro i deboli, ma approfittano degli altri per di-chiarare la loro forza. Chi sono i bulli? Perch si comportano cos? Belle domande alle quali cer-

    cheremo di dare delle rispo-ste. I bulli si comportano in questo modo perch a volte hanno avuto problemi fami-gliari e questo lunico modo

    per sentirsi pi importanti e sfogarsi con i pi deboli. Il consiglio da dare, soprattut-to riguardo al cyberbullismo, quello di usare con molta cau-tela gli strumenti tecnologici e, nel caso si verificassero com-portamenti sbagliati, bisogna denunciare ai genitori o ad altri adulti.

    Classe 1G , Cotugno

    Un ragazzo come noi

    Classe 2F, Cotugno

    Classe 3C Carducci Giovanni XXIII

    A lcuni genitori hanno voluto offrire la propria disponibili-t per rendere pi vivibile le aule delle classi, tinteg-giandole e sistemando un po di cose. Grazie, allora, da parte del Preside Bonasia, dei Docenti, delle Famiglie e di tutta la Comunit scolastica, ai Signori Di Bitonto e Campa-nale della classe 3C, ai Signori Tumolo, Iurilli e Colaprice della 1C, Testini, Rubini, Brindicci e D'Ingeo della 1G del Plesso "Cotugno".

    Classe 2H, Cotugno

    L a reazione delle persone oneste, specie di chi ha patito efferatezze come la perdita di un figlio da parte delle mafie, essenziale e pu permettere la rinascita dellaria marto-riata.

    Era la sera del 12 luglio del 2001, quando il giovane sedicenne Michele Fazio stava tornando a casa dalla sua famiglia, dopo aver svolto il suo lavoro di barista. Ad aspettarlo cerano i suoi geni-tori e sua sorella. Ed eccolo li, di fronte al portone di casa, nel centro storico di Bari comera sua abitudine fare, telefon a sua sorella per dirle di aprire il portone. Quando si trov nel bel mezzo

    di una sparatoria tra i clan rivali Capriati e Strisciuglio. A quel punto cadde la linea, non si sent pi la voce del ragazzo, ma solo spari, uno dopo laltro, e l, steso a terra in una pozza di sangue, giaceva il corpo ormai senza vita di Michele. Un trauma forte per la sorella che vedendo quella sce-na dalla finestra, chiam i suoi genitori Pinuccio e Lella Fazio, che con rabbia e dolore gridavano e piangevano per il figlio. Da quel dolore e da quella rabbia nata una battaglia condotta dignitosamente dei genitori di Michele: un associazione e un impegno costante con incontri, dibattiti nelle scuole di mezza Italia sul tema della legalit. Nel suo incontro a scuola il signor Giuseppe ha appro-fittato per sensibilizzare i ragazzi delle classi seconde

    sui temi della legalit e della giustizia spiegando che entrambi sono termini molto importanti, il cui significato va compreso sin dalla pi tenera et. La legalit sinonimo di correttezza e rispetto della legge, giustizia vuol dire essere corretti con tutti, prendersi le proprie responsabilit e am-mettere gli errori. Ci ha anche spiegato che cosa si intende per omert, sottolineando che il lavo-ro investigativo sullomicidio del proprio figlio purtroppo ha dovuto scontrarsi con un muro di omert nei vicoli di Bari vecchia. Una morte che ancora oggi una spina nel fianco della citt.

  • Pagina 19 Leco della scuola n. 33 - giugno 2015

    Esperienze scolastiche

    A cura di Luigi Sparapano, Redazione

    A coronamento delle attivit di accoglienza, avviate nel primissimo periodo scolastico con laboratori itineranti e/o di classe, la scuola ha condiviso un appuntamento inaugu-rale ufficiale della.s. 2014/14, il giorno sabato 4 ottobre, festa di san Francesco patrono e dellItalia e testimone di pace e convivialit. Nei due plessi gli alunni si sono radunati negli orari stabiliti e, alternati ad interventi musicali, si sono succeduti i saluti del DS Bonasia, del Sindaco Ottombrini, dei parroci di S.Domenico don Vincenzo Speranza e della S. Famiglia don Grazio Barile. Ha presenziato il Comandante dei Carabinieri e tutti insieme hanno cantato lInno di Mameli.

    Una caratteristica peculiare della scuola secondaria di I grado l'impegno a favorire l'orientamento degli alunni verso la co-struzione del proprio progetto di vita. A questo ambizioso obiet-tivo sono dirette diverse esperienze, avviate dallincontro con la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista de Il Corriere della sera, autrice del libro "Gli altri e io" (ed. Fabbri), con la partecipazione del Pedagogista clinico, dott.ssa Rosanna Mastrorilli, e dellattore Gianluca delle Fontane. A questo momento sono seguite le consuete attivit di orientamento in ciascuna classe e lincontro con le scuole superiori. In questa fase finale dellanno si sono svolte attivit di orientamento an-che nellambito del progetto Diritti a scuola.

    Attivo anche lo sportello della biblioteca scolastica, in orari sta-biliti al mattino e pomeriggio, dove i ragazzi, autonomamente o con le classi, hanno potuto accedere al prestito dei libri o parte-cipare ad attivit di animazione e proiezione di film, in occasio-ne del Natale e delle Giornate della memoria e della storia. Proprio negli ultimi giorni, il 21 maggio, i ragazzi di 2F e 1F hanno partecipato al progetto Cartoline dallItalia giocando a Trip, per co-noscere il Belpaese attraverso le immagini in cartolina.

    Da alcuni anni si propongono attivit di educazione alla salute in collaborazione con la ASL: lincontro con il Nutrizionista dott. Samele e con la Dott.ssa Barile sul tabagismo; quello con il Dott. Leone e dott.ssa Marcone del Sert, sulla dipendenza da internet e tecnologie. Argomenti che richiedono molta pi par-tecipazione e coinvolgimento per la loro delicata attualit. Inte-ressanti le lezioni dellInfermiere Marinelli che ha presentato alcune nozioni fondamentali di Primo soccorso.

    Lo spettacolo teatrale sul Diario di Anne Frank, a cura della Compagnia dellAccademia Magna Graecia di Paestum, la Mostra documentaria Il fascismo e la shoah, la riproposizio-ne della videotestimonianza di Elisa Springer, un intervento storico del Prof. M. Lotito e i brani proposti dallEnsamble di

    voci bianche dirette dal Prof. N. Bucci, sono stati gli appunta-menti per non dimenticare la Shoah.

    Diverse classi hanno partecipato al Rally Matematico Transal-pino, coordinato dalla Prof.ssa A. Mazzone, attivit di coope-rative learning per sperimentarsi sulla soluzione di alcuni pro-blemi di logica. Lentusiasmo dei ragazzi per le gare sempre uno stimolo positivo nei processi di apprendimento.

    Sono state 45 le sperimentazioni scientifiche presentate dai nostri alunni partecipanti al concorso per lassegnazione della borsa di studio Catalano-Moramarco. Il premio, voluto dalla professoressa Laura Catalano e dal preside Giacomo Mo-ramarco, conserva la sua valenza educativa che stimola il desiderio di sperimentazione e di approccio creativo alle scien-ze e alle tecnologie. Di seguito i vincitori, selezionati dai do-centi di Scienze. Categoria Classi prime: Vapore di Michele Bernardi (1F Cotugno). Categoria Classi seconde: Tornado in bottiglia di Luciana Minafra e Mariagrazia Catalano (2G Cotugno) Categoria Classi terze: Elettricit dal calore della terra di Nicola Anselmi (3G Cotugno).

    Nellambito della manifestazione del 3 giugno 2015 stato consegnato il premio messo a disposizione grazie dalla borsa di studio, intitolata al compianto preside Prof. Vincenzo Visic-chio. Il premio, coordinato dal prof. Pasquale Acri, viene con-ferito sulla base dei risultati conseguiti nellanno scolastico 2013/14. Il vincitore : Cantatore Flavio 2B Carducci-Giovanni XXIII. A tutti gli altri selezionati stato consegnato un attestato di merito: Montaruli Rosanna, 2B Cotugno; Giangregorio Marcello Pio 2G Cotugno, Diasparra Sergio, 2C Cotugno. Del Vecchio Angela 3C Carducci-Giovanni XXIII, Albrizio Annamaria 3G Cotugno, Giuliani Maria 2A Cotugno, Di Mo-dugno Elena 2H Cotugno, Armenise Nicodemo 3B Cotugno, Boccaccio Annalisa 2D Cotugno, Catalano Rosita 3F Cotu-gno, Catalano Margherita 2C Carducci-Giovanni XXIII, Aruanno Ilaria 3A Carducci-Giovanni XXIII, Accogli Valentina 2D Carducci-Giovanni XXIII, Catalano Alessia 3E Cotugno, Di Bitonto Patric 3C Cotugno, Gargano Francesco 3B Car-ducci-Giovanni XXIII, Cassano Nicola 2E Cotugno, Rutigliani Francesca 3D Cotugno, Sparapano Carlo 2A Carducci-Giovanni XXIII, Cucumazzo Annalaura 3A Cotugno, Pellegri-ni Benedetta Pia 2F Cotugno, Rubini Assunta 3D Carducci-Giovanni XXIII. Al prossimo anno!

  • La redazione de LEco della Scuola

    Alunni:

    Plesso Cotugno Catalano Rosita, Chieco

    Angelo, Cucumazzo Barbara, De Lucia

    Francesco, Esposito Antonio, Gramegna

    Lauranna, Minafra Luciana, Pellegrini

    Enrica, Pellegrini Rosalba, Pellegrini

    teresa, Rubini Valentina, Scarimbolo

    Flavia, Scarongella Vanessa, Sibilani Elena,

    Tambone Francesca, Rubini Dayana,

    Gattulli Giulia, Turturro Chiara, Pierro

    Luca, Amenduni Lucia, Fiore Annapia

    Plesso Carducci-Giovanni XXIII Di

    Terlizzi Vincenzo, Summo Enza,

    Haissouf Sanaa, Altamura Sara, Cantatore

    Ornella, De Palo Giulia, D'Ingeo Vincenzo,

    D'Ingeo Francesco, Speranza Leonardo,

    Scarongella Angelo, Di Modugno Luca, La

    Fortezza Martina, Di Modugno Martina

    Docenti: Gianna DAprile,

    Luigi Sparapano (coordinamento e

    impaginazione)

    Il giornale stato interamente progettato

    e realizzato dalla redazione. Le fotografie

    sono state inserite a scopo

    documentativo e didattico.

    vietato ogni altro uso.

    Chiuso il 25 maggio 2015.

    Stampa: La Nuova Mezzina-Molfetta

    Tiratura: 1000 copie

    Per concludere...

    Leco della scuola n. 33 - giugno 2015 Pagina 20

    Rachele Mastrorilli, Presidente Consiglio dIstituto

    Classe 3F, Cotugno

    L a vita che scorre con i suoi alti e bassi tra momenti di malinconia e di euforia per molti versi assomiglia al testo di Nicol Fabi Una buona idea. Ascoltandola si comprende che la vita una musica che svanisce con rapidit. Se si chiudono gli occhi si ha limpressione di in-

    traprendere un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio e i suoni si fondono con le parole. Il testo improntato su antitesi. Lautore si mette nei panni di colui che sente la mancanza, di colui che ha un desiderio. Essenzialmente si possono individuare la nostalgia del passato, delle storie, degli anziani, dei cordoni ombelicali, di lavagne di vinile, e quella di qualcuno che lo spinge a raggiungere una meta: Sono orfano di uno slancio che ci porti verso lalto, di una cometa da seguire, di un mae-stro da ascoltare; la mancanza di una politica giusta, di una legge che assomiglia alluguaglian-za, di una democrazia simile ad un paravento, di onore, dignit e di una terra soltanto calpesta-ta. Lautore ci parla di perdite di valori, strade sbagliate, guide inesistenti, una terra che appare cambiata. Una canzone che risuona come una poesia. Due identit diverse, orfano e padre che si completano a vicenda. chiaro che quello che non si ha, quello che andato perso deve es-sere ricostruito, deve essere creato. E se abbiamo la nostalgia della nostra origine, ecco che nasce una buona idea: essere genitori delle nostre perdite per avere un mondo migliore, fuggen-do da una realt che devasta poich ci che si desidera pu diventare reale.