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L’esperienza di integrazione delle risorse nella realizzazione dei piani di fattibilità: modelli a confronto
Seminario: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova:Integrazione di risorse pubbliche e privateper la formazione dei lavoratoriGenova, 6 novembre 2012
Struttura Sistemie Servizi FormativiRoma, Corso d’Italia 33www.fondinterprofessionali.isfol.itwww.formazionecontinua.isfol.it
Davide PremuticoRicercatore ISFOl
Responsabile Gruppo di ricerca “Integrazione delle politiche per il sostegno
alla formazione degli adulti”
Cosa significa integrare le risorse tra soggetti di natura diversa?
Fonti finanziarie Dispositivi normativi originari
Soggetti gestori delle risorse
Valore finanziario annuo destinato al sostegno della FC
(stima al 2012)
Tipologia di lavoratori destinatari di supporti alla formazione previsti alla
normativa del 2007
Tipologia di lavoratori destinatari di supporti alla formazione
previsti alla normativa del 2012
Quota dello 0,30* reddito lordo lavoratori privati
Legge 236/93 Regioni e PP AA 75/100 milioni
- lavoratori coinvolti in processi di mobilità, collocati in cassa integrazione straordinaria;- lavoratori con contratti atipici (DL n.276/03);- lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi lavoratori dei servizi pubblici locali e del settore agricolo)**
-lavoratori percettori di ammortizzatori sociali (anche in deroga) destinatari anche di sola indennità (politica passiva);-- lavoratori con contratti atipici (DL n.276/03);- lavoratori comunque colpiti dalla crisi (anche disoccupati);- lavoratori dipendenti del settore privato (incluso il settore agricolo)*
Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio
1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla
legge 19 luglio 1993, n. 236
Legge 53/00 Regioni e PP AA 14,8 milioniLavoratori occupati (in realtà le regioni destinano le risorse ai soli dip. privati)
Lavoratori occupati, anche con interventi in funzione anti-crisi.(in realtà le regioni destinano le risorse ai soli dip. privati)
Diverse fonti, tra le quali quota dello 0,30*
reddito lordo lavoratori privati
FSE
Regioni e PP AA (e Province è stata conferita la delega sulla formazione
continua)
400 milioni (stima annua su Asse
adattabilità)
Tutti i lavoratori -dipendenti e indipendenti-
Tutti i lavoratori -pubblici e privati -inclusi indipendenti-(dal 2009 la gran parte delle risorse sono destinate a iniziative di formazione per i lavoratori con trattamenti di sostegno in deroga -Cassa integrati e in mobilità)
Quota dello 0,30* reddito lordo lavoratori privati
Legge 388/00 Fondi Paritetici
Interprofessionali
450/500 milioni(stima delle risorse destinate alla sola
formazione)
Lavoratori dipendenti del settore privato
-Lavoratori dipendenti del settore privato;-collaboratori a contratto;- apprendisti;-lavoratori beneficiari di misure a contrasto della crisi.
L’evoluzione nella tipologia di Accordi
•Stipula di accordi quadro tra regioni e Parti sociali (fase 2007-2008)– Questa fase, originata dall’Accordo Tripartito del 2007. Sono stati stipulati accordi in 9 regioni: Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Liguria, Marche, Umbria, Campania, Puglia;
•Accordi operativi tra regioni, e in alcuni casi province con delega alla formazione continua, e singoli Fondi o Parti sociali (fase 2008–2012)– Gli accordi di natura bilaterale sono stati stipulati anche in ambiti territoriali in cui in precedenza non era stato siglato alcun accordo generale, come definito al punto precedente.
Seminario conclusivo: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova
Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
L’esperienza genovese: i perché della mancata integrazione
Le motivazioni della mancata integrazione:•la partecipazione ai piani di molte micro imprese che non aderiscono ai fondi;•l’esiguità del tempo disponibile percepita e la complessità di coinvolgere altri soggetti che hanno regole proprie e differenti;•scarsa conoscenza da parte delle imprese dei meccanismi di distribuzione dei finanziamenti da parte dei fondi (nelle tempistiche e nelle regole).
L’elemento determinante: l’assenza di regole e precondizioni di sostegno la mancata pianificazione operativa delle azioni discendenti che considerasse effettivamente le prassi organizzative e gestionali dei soggetti che dispongono delle risorse.
Seminario conclusivo: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova
Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
I Ruoli dei vari soggetti nel processo di integrazione: la Provincia
In coerenza con il modello “libero” di declinazione dell’integrazione, la Provincia non ha svolto alcun ruolo di “definizione”, né “orientamento” nel processo di integrazione:
ha preso atto delle diverse configurazioni che si andavano definendo, nonché dei tentativi, in alcuni casi non riusciti, di aggregare risorse derivate soprattutto dai Fondi da parte dei gestori dei piani di fattibilità.
Seminario conclusivo: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova
Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
I Ruoli dei vari soggetti nel processo di integrazione: le Parti Sociali e dei Fondi
I Fondi non sembrano essere mai entrati nel merito dei processi di integrazione. •nei 2 casi in cui è avvenuta l’integrazione con risorse proprie, hanno solo contribuito al finanziamento del piano integrato con due modalità peraltro diverse: tramite conto e avviso.
Le Parti Sociali non sono state direttamente coinvolte nel processo di integrazione, ma in altri aspetti: •ossia come facilitatrici nella gestione dei piani nei casi in cui sono stati indicati tra i promotori del piano o vi erano enti di formazione storicamente legati ad esse.
Seminario conclusivo: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova
Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
Le tre tipologie di integrazione effettivamente riscontrate
1. Modello guidato dall’agenzia formativa.
2. Modello guidato dal network di imprese (Consorzio).
3. Modello fuori dai fondi: il caso Camera di Commercio
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Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
Modello guidato dall’agenzia formativa
Il modello rientra nelle fattispecie di integrazione più tradizionale e diffusa in altre esperienze.
•L’agenzia di formazione “integra” tutte le azioni necessarie per ottenere i finanziamenti delle diverse fonti; •definisce un piano di sviluppo che coinvolge un sistema di realtà produttive «sostenendo» una rete con imprese che si integrano nelle funzioni e nei ruoli.
•L’impresa assume un ruolo secondario bassa capacità strategica per elaborare un piano organico di sviluppo in integrazione con altre imprese.
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Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
Modello guidato dal network di imprese (Consorzio).
Il modello è meno consueto rispetto al caso precedente e in genere si palesa nel caso di grandi imprese.
Il Consorzio, composto di piccole imprese (nello specifico 3), è un organismo che:•ha individuato l’ente di formazione;•ha valutato la possibilità/necessità di integrare le risorse con quelle derivanti dal fondo interprofessionale;•ha fornito informazioni e supporti all’ente di formazione per gestire l’integrazione.
Il fondo non ha svolto alcuna funzione di mediazione o di pro-attività, ma “unicamente”di tipo strumentale, fornendo le risorse.
Seminario conclusivo: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova
Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
Modello fuori dai fondi: il caso Camera di Commercio
Il caso dell’integrazione fuori dai FPI.
Condizione di integrazione:•l’organismo che ha erogato la parte “aggiuntiva” del finanziamento (quella più consistente) ha partecipato al piano di fattibilità attraverso la propria agenzia formativa;
In tal senso il processo di integrazione si è rivelato concertato tra finanziatore e realizzatore della formazione, aspetto non verificatosi negli altri due casi.
Il ruolo delle imprese è stato in parte defilato.
Seminario conclusivo: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova
Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
I limiti del processo di integrazione “deregolamentato”
Funzione «addizionale» e non «complementare».
Inoltre: •rischia di coinvolgere limitatamente singole realtà (imprese), quelle che hanno maggiori legami con i FPI o sono legate a organismi di formazione espressioni di questi;•rischia di non riuscire ad essere organizzata in modo efficace (nei tempi soprattutto) in funzione di una risposta rapida a bisogni contingenti di formazione; •delega ulteriori funzioni e responsabilità dei processi amministrativi e organizzativi a imprese e organismi di formazione.
In altre esperienze linee guida condivise tra «finanziatori» tendono a semplificare i processi amministrativi.
Seminario conclusivo: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova
Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
In compenso
La spontaneità di un processo “deregolamentato” può mantenere alcune delle sue caratteristiche:
•autonomia di gestione nella programmazione dei fondi;•libertà di scelta nella definizione del campo di applicazione dell’integrazione (obiettivi, territori, metodi…); •libertà di attivare processi di affiancamento con soggetti che sono a contatto diretto con le imprese, al di là dei FPI, creando una sorta di rete di «finanziatori».
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Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
L’esperienza genovese a confronto: alcune caratteristiche di contesto delle esperienze di integrazione
Periodo della sperimentazione
Presenza di precedenti accordi di
integrazione con PPSS di tipo generale
Presenza di precedenti accordi
di integrazione bilaterali con singoli Fondi coinvolti nella
sperimentazione
Modalità di gestione delle risorse conferite alla sperimentazione
Regione Toscana 2009 Si SiRisorse gestite con
provvedimenti separati
Regione LombardiaIn corso
(fine 2012)No Si
Conferimento risorse ai Fondi che gestiscono con
proprie procedure
Provincia di Genova
2011-2012 No No
Risorse gestite con provvedimenti separati:
per la parte della Provincia utilizzo di
Piani di fattibilità
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Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
L’esperienza genovese a confronto: impegni delle Amministrazioni e dei Fondi coinvolti
Esperienze di integrazione
Impegno da parte dell’Amministrazione Impegno da parte dei Fondi
Fonte di finanziamento
Target coperto
Veicolo di finanziamento
Importo Target copertoVeicolo di
finanziamento Importo
Regione Toscana
FSE
Titolari di impresa e
collaboratori di imprese
aderenti ai Fondi coinvolti
Avviso per la presentazione
di piani aziendali
2,1 milioni
(circa 2/3 del contributo totale)
Imprese aderenti e target previsti dalla normativa del 2008
Secondo le prassi di finanziamento dei
Fondi (prevalente la modalità di Avviso per il finanziamento
di piani di formazione)
Circa 1 milione
(un terzo del contributo totale)
Regione Lombardia
236/93
Titolari di impresa e
imprese non aderenti ai
Fondi coinvolti
Conferimento attraverso atto pubblico delle
risorse ai Fondi
Circa 6 milioni (50% del
contributo totale)
Imprese aderenti e target previsti dalla normativa vigente
Piani formativi attraverso Avvisi dei
Fondi
Circa 6 milioni (50% del contributo totale)
Provincia di Genova
FSEDipendenti
delle imprese coinvolte
Avviso per il conferimento di risorse ai
Piani di fattibilità e ai
piani di formazione discendenti
Circa 1 milione (importo
preventivato)
Imprese aderenti ai fondi e target previsti dalla
normativa vigente
Avvisi e/o Conto aziendale in
relazione alle disponibilità del
momento
Non esattamente quantificabile
(inferiore rispetto all’importo
dell’amministrazione)
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Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
L’esperienza genovese a confronto: distintività dei modelli di integrazione
Esperienze di integrazioneIntermediazione da parte
dell’offerta formativaModello complessivo di
integrazione
Caratteristiche delle iniziative formative
integrate(nei tempi e nei modi)
Ricaduta per l’impresa: possibilità di pervenire ad un piano integrato
di sviluppo dell’impresa
Regione Toscana
Forte per alcuni casi (soprattutto per le piccole
imprese)
In parte predeterminato nei tempi
di realizzazione e di interlocuzione tra
i soggetti coinvolti. Logica della complementarietà
rispetto ai target
Prevalente differimento dei tempi di
coinvolgimento per i target e delle attività di
formazione
Potenziale
Regione Lombardia
Non definibile
(esperienza ancora in corso, ma presumibile seguirà la prassi consolidata presso i
fondi coinvolti)
Predeterminato in base alle regole dei singoli
Fondi. Logica sia addizionale che
complementare rispetto ai target
Ipotizzabile una sincronia di tempi
e di modalità condivise tra target/imprese
Elevato
Provincia di GenovaDeterminante in 2 casi su 3
Lasciato libero, parziale
determinazione dei settori economici di intervento. Prevalsa
logica addizionale
Il piano di fattibilità può garantire
l’integrazione di tempi e modalità in relazione alle prassi e alla velocità di finanziamento da parte dei
fondi alternativi alla provincia
Elevato (anche rispetto alla
dimensione di networking)
Seminario conclusivo: I Piani di fattibilità della Provincia di Genova
Integrazione di risorse pubbliche e private per la formazione dei lavoratori
I Piani di fattibilità della Provincia di Genova Davide Premutico, Gruppo di ricerca
Genova, Confindustria, 6 novembre, 2012 - Integrazione delle politiche per il sostegno alla formazione degli adulti - Isfol
www.isfol.itStruttura Sistemi e Servizi Formativi
Rapporto sulla formazione continua
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Pubblicazioni specifiche