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Disequazioni
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LE DISEQUAZIONI
DEFINIZIONE: Una disequazione è una disuguaglianza fra due espressioni letterali per la quale si
vuole stabilire quali valori delle lettere rendono la disuguaglianza vera.
Tutti i valori che soddisfano una disequazione costituiscono l’insieme delle soluzioni.
Ad esempio la disequazione x - 4 0 e' verificata per tutti i valori della x maggiori di 4, cioe' se al
posto della x metto 5, 6, oppure 4,2 e' vero che il primo termine della disuguaglianza e' maggiore o
uguale al secondo
Altro esempio:
x-6>0 è verificata da tutti i numeri maggiori di 6.
L’insieme delle soluzioni è {x E R| x > 6 }
Risolvere una disequazione significa quindi trovare gli intervalli dei valori che sostituiti alla x
rendono la diseguaglianza vera
In una disequazione possiamo trovare solo i valori maggiori > oppure minori < di qualcosa
oppure possiamo trovare i valori maggiori e uguali oppure minori e uguali .
I SIMBOLI USATI
Nelle equazioni, fra i due membri, si utilizza solo il simbolo =.
Invece, nelle disequazioni può comparire uno dei quattro simboli:
< (minore)
> (maggiore)
≤ (minore o uguale)
≥ (maggiore o uguale)
I simboli ≤ e ≥ indicano condizioni meno restrittive. Per esempio, la disequazione:
x+4≤6
è verificata da tutti i numeri minori di 2 e anche dal numero 2, mentre la disequazione:
x+4<6
è verificata soltanto da tutti i numeri minori di 2. In questo caso il numero 2 non è soluzione.
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LA RAPPRESENTAZIONE DELLE SOLUZIONI
Per rappresentare graficamente le soluzioni di una disequazione, possiamo utilizzare la retta
orientata, i cui punti corrispondono ai numeri reali.
I due simboli -∞(meno infinito) e +∞(più infinito) stanno ad indicare che la retta è illimitata da
entrambe le parti. Essi non rappresentano alcun numero reale.
Sulla retta orientata si fa uso delle seguenti convenzioni:
-una linea continua rappresenta l’insieme delle soluzioni della disequazione;
-una linea tratteggiata rappresenta l’insieme dei valori che non sono soluzioni;
-un cerchietto pieno su un punto indica che il valore corrispondente è una soluzione;
-un cerchietto vuoto su un punto indica che il valore corrispondente non è una soluzione.
Spesso le soluzioni sono sottoinsiemi di R costituiti da tutti i valori che precedono un certo numero,
o da quelli che lo seguono, o dai valori compresi fra due numeri. Insiemi di questo tipo vengono
detti intervalli. Si parla quindi di intervallo delle soluzioni.
L’intervallo può essere indicato dalla coppia degli estremi, ordinati dal più piccolo al più grande,
separati da un punto e virgola e racchiusi fra parentesi quadre. Per esempio, l’intervallo di estremi a
e b, con a<b, si indica [a;b].
L’orientamento delle parentesi indica se gli estremi sono inclusi o esclusi:
[a;b] indica che gli estremi sono inclusi;
]a;b[ indica che gli estremi sono esclusi;
[a;b[ indica che l’estremo di sinistra è incluso, mentre è escluso quello di destra;
]a;b] indica che l’estremo di sinistra è escluso, mentre è incluso quello di destra.
Esempio:
l’intervallo delle soluzioni x>5
si può rappresentare così: ]5;+ ∞[.
Infatti, sia 5 sia +∞ sono esclusi.
Un intervallo è aperto se non comprende i suoi estremi, è chiuso se li comprende.
RISOLUZIONE DELLE DISEQUAZIONI
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Per risolvere le disequazioni, si usano regole che derivano dalle proprietà delle disuguaglianze
numeriche.
PRIMO PRINCIPIO DI EQUIVALENZA:data una disequazione, si ottiene una disequazione a essa
equivalente aggiungendo a entrambi i membri uno stesso polinomio.
La disequazione: 2x-3<x+5
È equivalente alla disequazione x-3>5,
ottenuta aggiungendo –x a entrambi i membri.
Possiamo anche dire che il termine x è stato trasportato al primo membro, con il segno cambiato.
In generale, un termine può essere trasportato da un membro all’altro di una disequazione
cambiandolo di segno.
SECONDO PRINCIPIO DI EQUIVALENZA: per trasformare una disequazione in una equivalente
si possono moltiplicare (o dividere) entrambi i membri per uno stesso numero positivo. In
alternativa, si possono moltiplicare (o dividere) entrambi i membri per un numero negativo e
cambiare il verso della disequazione.
In particolare, se si cambia il segno di tutti i termini di una disequazione e si inverte il suo verso, si
ottiene una disequazione equivalente.
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DISEQUAZIONE DI PRIMO GRADO
Una disequazione si dice di primo grado quando la x vi compare a potenza 1.
Ad esempio: x - 4 3x +2
e' una disequazione di primo grado
Per risolvere la disequazione valgono le stesse regole delle equazioni di primo grado con una
grossissima differenza:
Se moltiplico o divido per un numero negativo devo cambiare di verso la disequazione
Porto le x prima dell'uguale ed i numeri dopo l'uguale; chi salta l'uguale cambia di segno.
x - 3x 2 + 4
ottengo -2x 6
Divido entrambi i membri per -2 e contemporaneamente cambio di verso la disequazione
Semplifico e ottengo:
Quindi la soluzione e' l'insieme delle x minori od uguali a -3
Si puo' indicare anche nei seguenti modi:
oppure
Graficamente possiamo rappresentare così la soluzione ottenuta:
Esempio:
2x-3 < 4x-7
2x-4x < 3-7
-2x < -4
2x > 4 si deve cambiare il verso in quanto si è cambiato il segno in entrambi i membri
x> 2.
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DISEQUAZIONI DI SECONDO GRADO
Risolvere una disequazione di secondo grado significa trovare il segno del polinomio di secondo
grado ax2 + bx + c > 0 oppure ax2 + bx + c < 0
Considero il polinomio di secondo grado ax2 + bx + c = 0 (equazione associata)
Per determinarne il segno consideriamo sempre il caso in cui a > 0 (se fosse a minore di zero
basterebbe moltiplicare tutto per -1 e in tal caso ricorda di cambiare il verso alla disequazione)
Distinguiamo i tre casi
Delta del polinomio maggiore di zero
Delta del polinomio uguale a zero
Delta del polinomio minore di zero
1) Delta del polinomio maggiore di zero
Voglio trovare il segno del polinomio di secondo grado ax2 + bx + c
Considero l'equazione associata ax2 + bx + c = 0
Se il discriminante dell'equazione e' maggiore di zero allora ho due soluzioni x1 e x2 reali e
distinte:
Raccogliendo i risultati avremo:
Cioe' se il delta e' maggiore di zero il trinomio e' positivo per valori esterni all'intervallo delle radici
ed e' negativo per valori interni (naturalmente anche a deve essere > 0).
ax 2 + bx + c > 0 ax2 + bx + c < 0
valori esterni all'intervallo delle radici valori interni all'intervallo delle radici
2) Delta del polinomio uguale a zero
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Se il discriminante dell'equazione e' uguale a zero allora ho due soluzioni
x1 = x2 reali e coincidenti
Quindi avremo:
Se il delta e' uguale a zero il trinomio e' positivo per tutti i valori eccetto il valore per cui si annulla
Quando il delta vale zero le soluzioni dell'equazione di secondo grado valgono -b/2a
ax 2 + bx + c > 0 ax2 + bx + c < 0
tutti i valori eccetto -b/2a per cui si annulla nessun valore
3) Delta del polinomio minore di zero
Se il discriminante dell'equazione e' minore di zero allora non ho nessuna soluzione quindi non
posso fare riferimento ad x1 ed x2
Se il delta e' minore di zero il trinomio e' sempre positivo per tutti i valori della x
ax 2 + bx + c > 0 ax2 + bx + c < 0
sempre verificato per ogni valore di x mai verificato
Possiamo semplicemente sintetizzare le conclusioni precedentemente trovate nella seguente tabella
nella quale con x1, x2 indichiamo le due radici
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a>0 a<0
Valori esterni all'intervallo delle radicix<x1 x>x2
Valori interni all'intervallo delle radicix1< x<x2
Tutti i valori diversi dax1=x2
xR–{x1}nessun valore di x
Tutti i valori di xxR
nessun valore di x
Risultati opposti si ottengono per la disequazione
a>0 a<0
Valori interni all'intervallo delle radicix1< x<x2
Valori esterni all'intervallo delle radicix<x1 x>x2
nessun valore di xTutti i valori diversi dax1=x2
xR–{x1} nessun valore di x xR
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