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::: TOMMASO LORENZINI ■■■ Leonardo Cenci ha 44 anni, ma se glielo chiedete vi risponderà di averne 4. «Certo. Io festeggio il com- pleanno dal 9 agosto 2012». Perché, scusi? «Perché quel giorno ho sco- perto di avere il cancro: una forma rara di adenocarcino- ma polmonare al 4˚ stadio, con metastasi al cervello, e ora anche alle ossa, tanto per non farmi mancare niente. I dotto- ri mi avevano dato sei mesi di vita, invece adesso andrò a correre la maratona di New York il 6 novembre». Leonardo, riavvolgiamo il film della sua vita. «Quattro anni fa stavo pre- parando proprio l’evento di New York, il sogno di ogni ma- ratoneta come me; però non andavo, le gambe erano stan- che e respiravo male. Avevo iniziato da poco a convivere, lavoravo per una grossa azien- da e davo la colpa allo stress, io che fin lì avevo sempre fatto una vita sportiva e avevo fuma- to solo durante l’anno di mili- tare a Milano». Invece? «Le prime radiografie mo- strarono una “via lattea” di puntini nei polmoni, e su quel- lo destro una “pallina da ten- nis”. Iniziava un’altra vita». Quella che doveva durare pochi mesi. «Adesso ho studiato, mi so- no documentato per combat- tere, ma in quel momento, a 40 anni, ero confuso, i miei ge- nitori terrorizzati. Con quella diagnosi infausta la mia vita era come una carota che en- tra in un frullatore: esce ed è tutta un’altra cosa». I suoi pensieri? «In testa avevo un clessidra che finiva la sabbia veloce- mente. Ma poi mi sono ricor- dato di essere uno sportivo, questa dote è stata la mia com- plice e mi ha portato ad adat- tarmi al cambiamento e supe- rare momenti terribili. Da allo- ra ho fatto otto chemio, ho per- so i capelli e la sensibilità degli arti inferiori per colpa delle metastasi al cervello. Mio pa- pà mi portava a braccetto e la mia ex fidanzata, Gaia, dove- va imboccarmi: quello è stato l’unico momento in cui ho pianto, non volevo che la mia condizione pesasse su di lei». E adesso? «Dopo la chemio sono en- trato nella fase di “terapie intel- ligenti”, prendo 4 compresse molecolari al giorno, che ten- dono ad essere precise e limi- tare gli effetti collaterali. E poi la mia giornata è sempre pie- na, nonostante debba stare lontano dallo stress che produ- ce radicali liberi, il cibo preferi- to del tumore. Mi alleno, parte- cipo a convegni, ieri ero con mio nipote...». Una vita normale... «Come nell’alimentazione. Seguo una dieta prevalente- mente vegetariana, pesce due volte a settimana e una volta la carne, scelta dal macellaio di fiducia. Sapete che sono an- che oggetto di studio? Mi han- no portato a Denver, in Colo- rado, perché al mondo non c’è una persona con la mia dia- gnosi che riesca a condurre una qualità di vita come la mia. Ormai sono l’uomo più conosciuto di Perugia, tutti mi chiedono consigli...». E i medici cosa dicono? «Che ciò che mi sta acca- dendo è straordinario: ho da- to dimostrazione che avere il cancro non vuol dire essere fottuti. Con la forza della men- te si può riuscire ad andare ol- tre al dolore, al fastidio e alla debolezza: in questo la mia at- titudine di corridore mi ha aiu- tato molto». Secondo lei come viene cu- rato il cancro oggi? «Stanno fa- cendo enormi passi avanti, an- che solo rispetto a 4 anni fa posso dirvi che chi è malato riesce a vivere molto me- glio. Il fatto è che il cancro non sparirà mai, ci sono troppi inte- ressi dietro. Una sessione di che- mio costa 3mila euro, il loro inte- resse è non farti guarire mai, ma farti stare me- glio che si può. Figurati se pen- sano all’etica». E lei a cosa pensa oggi? «A New York, ormai vivo per questo. Sono co- me in una cam- pana di vetro e ho un po’ d’an- sia perché tutti gli anni scorsi in questo periodo sono sempre stato ricoverato in ospedale: gastroenterite, polmonite... ora non posso permetterme- lo. Devo dimostrare che con il cancro si può fare anche la maratona». Ma come le è venuto in mente? «La dovevo fare nel 2012, poi ho scoperto il cancro. Or- mai è la sfida di una sfida. Vo- glio essere il primo italiano di sempre a farlo. Nel 1992, l’a- mericano Fred Lebow ce l’ha fatta con il cancro in 5 ore, 32 minuti e 34 secondi. Io punto alle 5 ore nette e battere il suo record. Prima di ammalarmi correvo anche in 3 e 12. Que- sta sarà la mia ottava marato- na, l’ottava meraviglia». Dunque la malattia non le impedisce di allenarsi. «Ho conosciuto il presiden- te del Coni, Giovanni Malagò, e grazie a lui adesso vengo se- guito da Umberto Risi, ex coa- ch della nazionale: due sedu- te di palestra e 4 uscite a setti- mana, anche mentre piove». Si sente un po’ eroe? «No, mi sento un esempio, una persona utile. Il cancro mi ha dato l’opportunità di concepire l’esistenza senza le infinite puttanate che ti di- straggono. La vita è vedere tua madre e dirle “ti voglio bene”. Il cancro mi ha fermato e mi ha detto “goditela”. Riesco a essere grato ogni giorno per quello che faccio e il buon Dio me lo sta facendo fare. Vado anche nelle scuole a fare il mental coach e indirizzare i ra- gazzi verso il corretto stile di vita». Il suo “male” è diventato il suo lavoro... «Con la mia onlus “Avanti tutta” raccogliamo fondi e lan- ciamo un messaggio che do- vrebbe andare ogni giorno in mondovisione». Come nasce “Avanti tut- ta”? «Mi avevano fatto la prima broncoscopia e quando mi stavo risvegliando ho intravi- sto mio padre col terrore negli occhi. Allora per dargli corag- gio ho esclamato “Avanti tut- ta” e gli ho fatto la linguaccia alla Einstein, che è ormai il mio segno di riconoscimento. E adesso c’è un altro proget- to». Quale? «Nel 2013 stavo guardando l’atletica in tv e mi sono detto: ci sono i Mondiali, le Olimpia- di e le Paralimpiadi, perché non le Oncolimpiadi? Abbia- mo partecipato a un bando europeo e ci hanno accolto la proposta: nel giro di tre anni siamo pronti a partire». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il 9 agosto del 2012 ho scoperto di avere il cancro, una forma rara al polmone con metastasi al cervello. Con quella diagnosi la mia vita era come una carota che entra in un frullatore: esce ed è tutta un’altra cosa. Oggi sono diventato oggetto di studio: nessuno al mondo ha una qualità della vita come la mia LEONARDO CENCI L’incredibile storia di Leonardo Cenci «Ho il cancro, corro la maratona e ho imparato a godermi la vita» Nel 2012 i medici gli davano sei mesi, il 6 novembresarà a New York per gareggiare:«Sarò il primo italiano a farlo, ma non sono un eroe» ■■■ Gentile Direttore, con riferimento all’articolo “Sul treno sen- za il biglietto, multano solo l’italiana”, pubblicato l’11 ottobre, si fa presente che la ricostruzione dei fatti fornita al lettore, che trae spunto da un post su Facebook di cui stranamente non vi è più traccia, risulta fantasiosa e scarsamente attendibile. Dopo aver ascoltato tutti i capitreno in servizio lo scorso fine settimana non è stato evidenziato alcun episodio simile. Quanto al resto, è stato verificato che le due emettitrici self-service della stazione di Calal- zo, dove la viaggiatrice citata nel pezzo avrebbe potuto munirsi di biglietto, erano regolarmente funzionanti. L’unico capotreno che nelfine settimana ha emesso biglietti a bordo ha solo applicato il sovraprezzo previsto, senza comminare alcuna sanzione. Non risulta infine alcun atto di permissivismo da parte del personale Trenitalianei confronti di presunti viaggiatori extracomunitari. Ufficio Stampa FS Italiane La storia è così fantasiosa che il giorno prima era non solo sui social, ma anche su molti quotidiani nazionali e locali in primis Il Gazzettino. Interpellare il controllore omissivo è come chiedere alla moglie: «Sono cornuto tesoro?». Calvino diceva: «La fantasia è un posto dove ci piove dentro»: temo che lo scompartimento sia allagato... MM Leonardo Cenci pronto a gareggiare alla maratona di New York La precisazione I controlli sul treno e le multe agli italiani ATTUALITÀ 16 __Giovedì 13 ottobre 2016__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it

L’incredibile storia di Leonardo Cenci «Hoilcancro ... · la mia giornata è sempre pie-na, nonostante debba stare lontanodallostresscheprodu- ... te del Coni, Giovanni Malagò,

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Page 1: L’incredibile storia di Leonardo Cenci «Hoilcancro ... · la mia giornata è sempre pie-na, nonostante debba stare lontanodallostresscheprodu- ... te del Coni, Giovanni Malagò,

:::TOMMASOLORENZINI

■■■ Leonardo Cenci ha 44anni, ma se glielo chiedetevi risponderà di averne 4.

«Certo. Io festeggio il com-pleanno dal 9 agosto 2012».

Perché, scusi?«Perchéquelgiornohosco-

perto di avere il cancro: unaforma rara di adenocarcino-ma polmonare al 4˚ stadio,conmetastasialcervello,eoraanche alle ossa, tanto per nonfarmimancareniente.Idotto-ri mi avevano dato sei mesi divita, invece adesso andrò acorrere la maratona di NewYork il 6 novembre».

Leonardo, riavvolgiamoil film della sua vita.

«Quattro anni fa stavo pre-parando proprio l’evento diNewYork,ilsognodiognima-ratoneta come me; però nonandavo, le gambe erano stan-che e respiravo male. Avevoiniziato da poco a convivere,lavoravoperunagrossaazien-da e davo la colpa allo stress,io chefin lì avevo sempre fattounavitasportivaeavevofuma-to solo durante l’anno di mili-tare a Milano».

Invece?«Le prime radiografie mo-

strarono una “via lattea” dipuntinineipolmoni,esuquel-lo destro una “pallina da ten-nis”. Iniziava un’altra vita».

Quella che doveva durarepochi mesi.

«Adesso ho studiato, mi so-no documentato per combat-tere, ma in quel momento, a40anni,eroconfuso,imieige-nitori terrorizzati. Con quelladiagnosi infausta la mia vitaera come una carota che en-tra in un frullatore: esce ed ètutta un’altra cosa».

I suoi pensieri?

«In testa avevo un clessidrache finiva la sabbia veloce-mente. Ma poi mi sono ricor-dato di essere uno sportivo,questadoteèstatalamiacom-plice e mi ha portato ad adat-tarmialcambiamentoesupe-raremomentiterribili.Daallo-rahofattoottochemio,hoper-so i capelli e la sensibilità degliarti inferiori per colpa dellemetastasi al cervello. Mio pa-pà mi portava a braccetto e lamia ex fidanzata, Gaia, dove-va imboccarmi: quello è statol’unico momento in cui ho

pianto, non volevo che la miacondizione pesasse su di lei».

E adesso?«Dopo la chemio sono en-

tratonellafasedi“terapieintel-ligenti”, prendo 4 compressemolecolari al giorno, che ten-dono ad essere precise e limi-tare gli effetti collaterali. E poila mia giornata è sempre pie-na, nonostante debba starelontanodallostresscheprodu-ceradicaliliberi,ilcibopreferi-todeltumore.Mialleno,parte-cipo a convegni, ieri ero conmio nipote...».

Una vita normale...«Come nell’alimentazione.

Seguo una dieta prevalente-mente vegetariana, pesce duevolte a settimana e una voltala carne, scelta dal macellaiodifiducia.Sapetechesonoan-cheoggettodistudio?Mihan-no portato a Denver, in Colo-rado, perché al mondo nonc’èunapersonaconlamiadia-gnosi che riesca a condurreuna qualità di vita come lamia. Ormai sono l’uomo piùconosciuto di Perugia, tutti michiedono consigli...».

E i medici cosa dicono?«Che ciò che mi sta acca-

dendo è straordinario: ho da-to dimostrazione che avere ilcancro non vuol dire esserefottuti.Conlaforzadellamen-te si può riuscire ad andare ol-tre al dolore, al fastidio e alladebolezza:inquestolamiaat-titudinedicorridoremihaaiu-

tato molto».Secondo lei

come viene cu-rato il cancrooggi?

«Stanno fa-cendo enormipassi avanti, an-che solo rispettoa 4 anni fa possodirvi che chi èmalato riesce aviveremoltome-glio.Il fattoècheil cancro nonsparirà mai, cisonotroppiinte-ressi dietro. Unasessione di che-mio costa 3milaeuro, il loro inte-resse è non fartiguarire mai, mafarti stare me-glio che si può.Figurati se pen-sano all’etica».

E lei a cosapensa oggi?

«A New York,ormai vivo perquesto.Sonoco-me in una cam-pana di vetro eho un po’ d’an-sia perché tuttigli anni scorsi in

questo periodo sono semprestato ricoverato in ospedale:gastroenterite, polmonite...ora non posso permetterme-lo. Devo dimostrare che con ilcancro si può fare anche lamaratona».

Ma come le è venuto inmente?

«La dovevo fare nel 2012,poi ho scoperto il cancro. Or-mai è la sfida di una sfida. Vo-glio essere il primo italiano disempre a farlo. Nel 1992, l’a-mericano Fred Lebow ce l’hafatta con il cancro in 5 ore, 32

minuti e 34 secondi. Io puntoalle 5 ore nette e battere il suorecord. Prima di ammalarmicorrevo anche in 3 e 12. Que-sta sarà la mia ottava marato-na, l’ottava meraviglia».

Dunque la malattia nonle impedisce di allenarsi.

«Ho conosciuto il presiden-te del Coni, Giovanni Malagò,e grazie a lui adesso vengo se-guito da Umberto Risi, ex coa-ch della nazionale: due sedu-te di palestra e 4 uscite a setti-mana, anche mentre piove».

Si sente un po’ eroe?«No, mi sento un esempio,

una persona utile. Il cancromi ha dato l’opportunità diconcepire l’esistenza senza leinfinite puttanate che ti di-straggono. Lavitaè vederetuamadre e dirle “ti voglio bene”.Il cancro mi ha fermato e miha detto “goditela”. Riesco aessere grato ogni giorno perquelloche faccio e il buonDiome lo sta facendo fare. Vadoanche nelle scuole a fare ilmentalcoacheindirizzareira-gazzi verso il corretto stile divita».

Il suo “male” è diventatoil suo lavoro...

«Con la mia onlus “Avantitutta”raccogliamofondielan-ciamo un messaggio che do-vrebbe andare ogni giorno inmondovisione».

Come nasce “Avanti tut-ta”?

«Mi avevano fatto la primabroncoscopia e quando mistavo risvegliando ho intravi-sto mio padre col terrore negliocchi. Allora per dargli corag-gio ho esclamato “Avanti tut-ta” e gli ho fatto la linguacciaalla Einstein, che è ormai ilmio segno di riconoscimento.E adesso c’è un altro proget-to».

Quale?«Nel 2013 stavo guardando

l’atletica in tv e mi sono detto:cisonoiMondiali, leOlimpia-di e le Paralimpiadi, perchénon le Oncolimpiadi? Abbia-mo partecipato a un bandoeuropeo e ci hanno accolto laproposta: nel giro di tre annisiamo pronti a partire».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

“■ Il 9 agosto del2012 ho scopertodi avere il cancro,una forma raraal polmonecon metastasial cervello.Con quelladiagnosi la miavita era come unacarota che entra inun frullatore: esceed è tutta un’altracosa. Oggi sonodiventato oggettodi studio: nessunoal mondo ha unaqualità della vitacome la miaLEONARDO CENCI

L’incredibile storia di Leonardo Cenci

«Ho il cancro, corro la maratonae ho imparato a godermi la vita»Nel 2012 i medici gli davano sei mesi, il 6 novembre sarà a New Yorkper gareggiare: «Sarò il primo italiano a farlo, ma non sono un eroe»

■■■ GentileDirettore,conriferimentoall’articolo“Sultrenosen-zail biglietto, multano solol’italiana”, pubblicato l’11 ottobre, si fapresente che la ricostruzione dei fatti fornita al lettore, che traespunto da un post su Facebook di cui stranamente non vi è piùtraccia, risulta fantasiosa e scarsamente attendibile. Dopo averascoltatotutti i capitreno inservizio loscorsofine settimananon èstato evidenziato alcun episodio simile. Quanto al resto, è statoverificato che le due emettitrici self-service della stazione di Calal-zo, dove la viaggiatrice citata nel pezzo avrebbe potuto munirsi dibiglietto, erano regolarmente funzionanti. L’unico capotreno chenel fine settimana ha emesso biglietti a bordo ha solo applicato ilsovraprezzo previsto, senza comminare alcuna sanzione. Nonrisulta infine alcun atto di permissivismo da parte del personaleTrenitalia nei confronti di presunti viaggiatori extracomunitari.

Ufficio Stampa FS ItalianeLa storia è così fantasiosa che il giorno prima era non solo sui

social, ma anche su molti quotidiani nazionali e locali in primisIl Gazzettino. Interpellare il controllore omissivo è come chiederealla moglie: «Sono cornuto tesoro?». Calvino diceva: «La fantasiaè un posto dove ci piove dentro»: temo che lo scompartimento siaallagato...

MM

Leonardo Cenci pronto a gareggiare alla maratona di New York

La precisazione

I controlli sul trenoe le multe agli italiani

ATTUALITÀ16 __Giovedì 13 ottobre 2016__

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