L'incubo della rivoluzione

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Rivoluzioni e complotti nell'immaginario collettivo tra XIX secolo e primo '900. Tratto da G. Silei, "Le radici dell'incertezza. Storia della paura tra Otto e Novecento" (2008)

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  • 3Gianni Silei

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    2.

    TERRORISMO E COMPLOTTI

    LINCUBO DELLA RIVOLUZIONE

    Dopo qualche secondo di silenzio, sentirono levarsi oltreil fiume a una distanza di circa tre chilometri, nel quar-tiere pi ricco, una terribile esplosione. Un attimo dopoudirono una detonazione mentre unimmensa nuvola difumo saliva al cielo. Infine laria di riemp di un imper-cettibile brusio, formato dal clamore di migliaia di uo-mini. Grida risuonavano nella piazza.Cos scoppiato? [] esploso il trust dellacciaio []Lo sapevate? Eravate in attesa?... Siete stato voi aRispose calmissimo:Questa citt deve scomparire.

    Anatole FranceLisola dei pinguini (1907)

    Sabato 16 gennaio 1926 alle 7.40 un programma radiofonico tra-smesso dagli studi di Edinburgo della BBC, dal titolo Broadcastingfrom the Barricades, scaten il panico tra gli ascoltatori inglesi. Il pa-radosso che si trattava di una trasmissione satirica ideata da unbonario pastore anglicano, padre Ronald Knox. Nel corso del pro-gramma, veniva effettuata la concitata radiocronata di una manife-stazione popolare naturalmente immaginaria che si trasforma-va in un vero e proprio tumulto di piazza. Chi si fosse sintonizzatocon lemittente britannica avrebbe appreso dai toni sempre pi con-citati di uno speaker che un corteo di disoccupati si era radunato inpiena Trafalgar Square. E che subito dopo aveva preso la parola uncerto signor Popplebury, segretario di un improbabile MovimentoNazionale per lAbolizione delle Code a Teatro (National Movementfor Abolishing Thatre Queues) il quale aveva scaldato a tal punto glianimi dei facinorosi da convincerli a prendere dassalto e saccheg-

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    giare prima la National Gallery, poi il Parlamento, infine, a radere alsuolo il Big Ben1 .

    Nonostante lintento satirico fosse stato pi volte dichiarato nelcorso del programma, gli effetti della trasmissione (venti minuti intutto) furono dirompenti. Molti ascoltatori, soprattutto fuori Londra,si precipitarono ai posti di polizia locale per avere la conferma dellanotizie dette alle radio. Le redazioni dei giornali furono prese das-salto da cittadini angosciati. La domanda pi ricorrente era: Ma vero che la Camera dei Comuni crollata?.

    Lepisodio, scarsamente ricordato (mentre viceversa assai notala trasmissione radiofonica di Orson Welles del 1938, che inscenavauna finta invasione aliena degli Stati Uniti), mette in luce innanzi-tutto la straordinaria influenza e persuasivit di un mezzo di co-municazione di massa nuovo quale, appunto, la radio. Nel contem-po, esso evidenzia il sacro terrore che lInghilterra borghese del pri-mo dopoguerra nutriva nei confronti di un possibile evento rivolu-zionario2 .

    La paura del drago rosso, cio della diffusione della rivoluzio-ne bolscevica oltre i confini della Russia era lincubo di tutti i cetimoderati e conservatori e delle cancellerie occidentali e non solo diquelli britannici che, per inciso, pochi mesi dopo la trasmissione do-vettero assistere al Grande sciopero generale nazionale, stavolta rea-le, organizzato dalla Trade Unions. E neppure il terrore rosso erauna novit. Era semplicemente il riemergere di una paura pi antica:quella della rivoluzione sociale.

    Nellottica borghese di fine Ottocento-inizio Novecento, se dal-lesterno erano i nuovi barbari di turno a minacciare la cristiani-t, i valori della civilt occidentale, il suolo o anche semplicementegli interessi patrii, sul piano interno a minare lordine costituito esoprattutto il diritto di propriet cerano i sovversivi. Sotto la vocesovversione rientravano idealmente il terrorismo politico e la ri-voluzione sociale di matrice anarchica o socialista ma anche i varicomplotti orditi nellombra da inafferrabili congiurati massoni, ebreie altri nemici dello Stato.

    1 Il quarto canale radiofonico della BBC ha recentemente trasmesso unariedizione del testo di quella trasmissione, sotto il titolo The Riot that NeverWas. A priest and a panic che consultabile in rete allindirizzo .

    2 Lintero episodio, inserito nel contesto dellInghilterra degli anni Ven-ti, scossa dai brividi della lettera Zinovev e dai fantasmi della rivoluzionebolscevica ricostruito in Joanna Bourke, Fear, cit., pp. 165-178.

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    Queste minacce altro non erano che diverse varianti del timoredel collasso del Potere pubblico e della conseguente perdita di sicu-rezza dei cittadini inermi, un sentimento particolarmente vivo inperiodi di transizione o di crisi3 . In determinati momenti e per unaserie di concause, questa e altre paure ad essa legate possono sfo-ciare infatti in vere e proprie ondate di isteria collettiva. Riprenden-do alcune delle riflessioni di Guglielmo Ferrero su potere e pauraed applicando allindagine storica i criteri interpretativi propri del-la psicanalisi, lo storico ungherese Istvn Bib aveva fornito a metdegli anni Quaranta alcune chiavi interpretative attorno ad eventi-chiave della storia europea tra Otto e Novecento facendo ricorsoalle categorie di isteria politica o isteria comunitaria4 .

    Secondo questa interpretazione, una particolare esperienza col-lettiva o un evento storico traumatico e il senso di smarrimento daessi derivante sono in grado di innescare comportamenti deviantiche, al pari della patologia individuale, finiscono con laffliggereintere comunit. Secondo Bib,

    la vera, grande isteria collettiva [] quella che dellisteria presentasimultaneamente tutti i sintomi caratteristici: lallontanarsi della comuni-t dalla realt effettiva, lincapacit di risolvere i problemi posti dalla vita,linsicurezza o la sopravvalutazione di se stessa, le reazioni irrealistiche e spro-porzionate verso gli influssi del mondo circostante5 .

    In questottica, le isterie collettive nascono per leffetto con-giunto di stati psichici individuali, ma coinvolgono tutta la comu-nit quindi operano attraverso meccanismi che le rendono difficil-mente estirpabili anche nel caso in cui vengano sconfessati o messia tacere coloro che se ne fanno palesi sostenitori:

    3 Dino Pasini, Paura anarchica e paura organizzata, in Id. (a cura di),La paura e la citt, 1 Simposio Internazionale di Filosofia della Politica, Atti, vol.III, Relazione introduttive, Roma, Astra, 1987, p. 11.

    4 Istvn Bib, Isteria tedesca, paura francese, insicurezza italiana, cit., Bolo-gna, Il Mulino 1996. Lo stesso Bib teneva tuttavia a precisare come occor-resse comunque guardarsi da ogni tipo di metafisica che attribuisca allacomunit stessa una specie di psiche e di disturbo psichico. Sulle peculia-rit del metodo dindagine dello studioso ungherese e linfluenza su di luidegli scritti di Ferrero si veda la Presentazione di Federigo Argentieri, in aper-tura del volume di Bib, pp. 7-15.

    5 Ibidem, p. 29.

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    vano annientare tutti i cattivi: i principi sbagliati e le reazionifalsate dallisteria continueranno a vivere in pacifici capifamiglia, inmadri (di famiglia) con sei figli, in persone serie che non farebbero malea una mosca e in personalit dallo spirito nobile, sublime ed elevato e,nel giro di una generazione, la comunit provveder a generare nuova-mente i folli, i profittatori e i boia dellisteria6 .

    Secondo questa interpretazione, questi fenomeni possono es-sere il frutto di condizioni di paura duratura che seguono alcunigrandi sconvolgimenti storici che investono le comunit (crollo diautorit politiche, rivoluzioni, domini stranieri, sconfitte bel-liche ecc.) e che si manifestano nel continuo timore di congiure,rivoluzioni, aggressioni, coalizioni e nella persecuzione accanita diavversari politici reali o ritenuti tali7 . Le fasi di isteria collettivaterminano nel momento in cui si attenuano gli sconvolgimenti ini-ziali che ne sono allorigine quando si risolve la falsa situazioneche ne costituisce lessenza o quando la paura duratura vieneattenuata o eliminata8 .

    La Grande Paura del 1789, londata di panico collettivo chepervase la Francia allo scoppio della Rivoluzione, rappresent, sot-to questo aspetto, un episodio emblematico:

    Com possibile che un tale evento possa scatenare il panico? Cer-to, la rivoluzione, nella misura in cui dichiara guerra al vecchio mon-do, non pu non riempire di paura le classi privilegiate. Ma il punto che la Grande Paura del 1789 non colp solo la nobilt e il clero: fu unfenomeno di massa, una specie di inondazione che sommerse, stravol-gendone la vita, lintera societ francese []. E i contemporanei non riu-scirono a individuarne la genesi, o, pi precisamente, non seppero fare altroche spiegare la cosa ricorrendo alla teoria della cospirazione: per i partigianidellAntico Regime, essa era il risultato della sediziosa azione dei rivo-luzionari; per questi ultimi, invece, era stata organizzata dallaristocra-zia. Tutti rifiutavano che la Grande Paura potesse essere un fenomenospontaneo, non voluto da nessuno9 .

    6 Istvn Bib, Isteria tedesca, paura francese, insicurezza italiana, cit., p. 31.7 Ibidem, p. 29.8 Ibidem.9 Luciano Pellicani, La paura della rivoluzione, in Le paure del mondo indu-

    striale, cit., p. 175. Sulla Grande Paura e sulle dinamiche delle paure colletti-ve nella Francia rivoluzionaria si veda il gi citato lavoro di Georges Le-febvre, La grande paura del 1789, Torino, Einaudi 1973 [1a ed. 1933] ma ancheGuglielmo Ferrero, Le due Rivoluzioni francesi, Milano, SugarCo 1986.

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    Furono proprio gli eventi provocati dalla Rivoluzione francesead riportare prepotentemente in primo piano terrore e complotto.Radicatisi nellimmaginario collettivo, questi sentimenti riemerse-ro periodicamente in ambito letterario, divenendo gradualmente,se non un genere, comunque uno spunto narrativo al quale si attin-se ampiamente per tutto il secolo. Nella seconda met dellOttocen-to, la borghesia liberale europea era letteralmente ossessionata daltimore di uno stravolgimento sociale. Eppure era stato anche gra-zie alla Rivoluzione francese che essa era assurta definitivamente aclasse dirigente. Che cosa era cambiato nel frattempo?

    Rispetto alla rivoluzione del 1789 erano cambiati gli obiettivipolitici e gli artefici. Dopo la dittatura giacobina e il Terrore, il falli-mento del tentativo insurrezionale di Babeuf e gli avvenimenti del1848 rivoluzione era divenuto sinonimo di violenze, disordini, stra-volgimento dellordine sociale, accesso al potere di gruppi politici esociali alternativi e antagonisti rispetto al mondo e agli ideali delmondo moderato e liberale. Rivoluzione, per i ceti medi di tuttaEuropa, non era pi sinonimo di progresso ma semmai di ansia epaure10 .

    La Comune di Parigi rappresent, sotto questo aspetto, unospartiacque decisivo. Di fronte ai provvedimenti adottati dai co-munardi, la borghesia francese, che aveva preso parte attivamentea tutti i precedenti fermenti rivoluzionari, mostr di non avere al-cuna intenzione di mettere a repentaglio i privilegi acquisiti, n,soprattutto, di intaccare il principio della inviolabilit della proprietprivata. La figura del rivoluzionario divenne un tuttuno con quel-la del criminale e nel clima di caccia alle streghe che segu la finedella Comune parigina, bast il pi flebile sospetto persino quellodi essere disoccupati o avere laspetto del criminale per esserecondannati ai lavori forzati o addirittura alla pena capitale11 .

    Le dinamiche imprevedibili e terrificanti del contagio rivolu-zionario emergono tra le righe di un racconto fantastico di Alfred

    10 Sul caso tedesco relativamente agli eventi del 1848 cfr. Edward Shor-ter, Middle-Class Anxiety in the German Revolution of 1848, in Journal of SocialHistory, Vol. 2, No. 3, (Spring 1969), pp. 189-215.

    11 Vic (V.A.C.) Gatrell, Bruce Lenman, Geoffrey Parker (eds.), Crime andthe Law. The Social History of Crime in Western Europe since 1500, London, Eu-ropa Publications Limited 1980, p. 4 e soprattutto Robert Tombs, Crime andthe Security of the State: The Dangerous Classes and Insurrection in Nineteenth-Century Paris, in Vic (V.A.C.) Gatrell, Bruce Lenman, Geoffrey Parker (eds.),Crime and the Law, cit., pp. 214-237.

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    Franklin di qualche anno posteriore alla Comune, intitolato emble-maticamente Le rovine di Parigi. Ambientato nel futuro in una capi-tale distrutta da un cataclisma, lammiraglio Qusitor, inviato inesplorazione dal Ministro della Marina dello Stato polinesiano diNoumea, informa il proprio governo che le truppe al suo seguito,influenzate dalla popolazione parigina, si sono ammutinate:

    Uno spettacolo desolante mi si offr agli occhi. La maggior partedegli uomini si erano rifiutati di indossare luniforme e portavano latenuta da lavoro. Mescolatisi agli indigeni ridevano, cantavano, fuma-vano la pipa, si passavano di mano in mano delle bottiglie che, unavolta vuote, scagliavano lontano. Al mio arrivo, gli ufficiali entrarononei ranghi, ma rimasero muti ed impassibili. Sin dai primi passi chefeci nella strada, fui accolto dagli hurr, dalle esclamazioni, dalle gridaconfuse di cui potevo cogliere il senso. Sembrava che quegli infelicifossero stati colti da vertigini. Provai a parlare ma le grida raddoppia-rono e potei distinguere queste esclamazioni: Viva la Repubblica! Li-bert di stampa! Diritto di riunione! Abbasso il capitale! Suffragio uni-versale! Organizzazione del lavoro! Basta con lo sfruttamento delluo-mo sulluomo!

    Allora capi tutto.Capi lerrore che avevo commesso nel lasciare che le mie truppe

    frequentassero gli indigeni. Ma le chimere politiche di questi barbarierano cos ingenuamente insensate che il contagio di simili follie mipareva impossibile. Purtroppo, ora ne sono convinto, gli eruditi chesostengono che Noumea fosse un tempo una colonia francese non sisbagliano. La voce del sangue si fatta sentire. bastata una scintillaper risvegliare istinti sopiti da quasi trenta secoli!12

    A met degli anni Ottanta, in concomitanza con la riorganizza-zione del movimento operaio e socialista, alla paura generica deltumulto rivoluzionario si somm il timore della violenza terroristi-ca, soprattutto di matrice anarchica. La riorganizzazione della com-ponente libertaria, seguita alla scomparsa di Mikhail Bakunin (1876),segn in effetti una ripresa dellinsurrezionalismo, riaccendendo lepaure. Fu in questi anni che nellimmaginario collettivo nacque e siconsolid limmagine del folle attentatore anarchico e che nel con-tempo si manifestarono i primi esempi di quella paura dei ceti mediche, dopo il 1917, sarebbe passata alla storia come terrore rosso.

    12 Alfred Franklin, Les ruines de Paris en 4875. Documents officiels et indi-ts, Paris, LEcho de la Sorbonne 1875, pp. 93-95.

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    Ad influenzare lemergere di questa paura sociale furono alcu-ni episodi che ebbero un notevole impatto sullopinione pubblica.Tra questi, figurano sicuramente i cosiddetti fatti di Haymarket.Nel maggio 1886, alcune tra le pi importanti associazioni operaiedi Chicago organizzarono alcune manifestazioni nellambito dellamobilitazione per la giornata lavorativa di otto ore. Il 3 maggio 1886,uno scontro tra la polizia e gli scioperanti di fronte alla fabbrica dimietitrici McCormick si concluse con un pesante bilancio di morti eferiti. Anarchici e socialisti organizzarono allora per il giorno suc-cessivo una manifestazione di protesta contro la brutalit della po-lizia. Apertosi pacificamente, il presidio di Haymarket Square benpresto degener. La polizia, presente in forze, inizi a premere sul-la folla, intimando di sciogliere lassembramento. Un ordigno esplo-sivo venne lanciato contro i poliziotti provocando una strage. A quelpunto segu la reazione degli agenti: vi fu una violenta sparatoriache aument ulteriormente il numero di morti e feriti.

    Gli scontri di Haymarket scatenarono unondata di odio nei con-fronti degli anarchici, dei socialisti, delle organizzazioni sindacali edel movimento operaio in genere, compresi i Knights of Labor. I gior-nali popolari avanzarono immediatamente lipotesi del complottoanarchico. Vennero diffuse raccapriccianti ricostruzioni grafiche del-lattentato: la piazza venne disegnata circondata da fiamme altissimee costellata dei corpi degli agenti morti, con in primo piano le inquie-tanti figure barbute degli attentatori anarchici in fuga. Dietro la spin-ta emotiva di questa campagna di stampa, part una vera e propriacaccia alluomo che si concluse il 5 maggio con larresto, con laccusadi omicidio e cospirazione, di otto esponenti anarchici:

    La polizia perquis la sede dellArbeiter Zeitung, lorgano degli agi-tatori socialisti e anarchici, trovando della dinamite, bandiere e stampasovversiva, materiali che furono presentati al processo come prova.August Spies, un tedesco, era il direttore della Zeitung e il capobandadegli anarchici. A.R. Parsons, americano, era il direttore dellAlarm.Samuel Fielden, di nazionalit inglese, operaio. Oscar Neebe, tedesco.Adolph Fischer, un tedesco. Louis Lingg, un carpentiere tedesco. Geor-ge Engel, tedesco e Michael Schwab. Questi sono i nomi di coloro chesono stati accusati di omicidio e anarchia. Parsons fugg la notte suc-cessiva ai tumulti e di conseguenza non fu arrestato subito. In un se-condo tempo si consegn agli agenti, probabilmente ritenendo che que-sta parvenza di onore impressionasse la corte della sua innocenza e glivalesse lassoluzione13 .

    13 George N. McLean, The Rise and Fall of Anarchy in America. From Its

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    Nonostante nel corso del dibattimento non venisse provata laresponsabilit degli arrestati, il processo si concluse con la condan-na di tutti gli imputati14 .

    Il cosiddetto Haymarket Affair consegn definitivamente allim-maginario collettivo il ritratto-tipo del rivoluzionario anarchico: unindividuo ispido, sporco, con i capelli lunghi, lo sguardo diabolicoe selvaggio, armato di rivoltella fumante e di bombe per non par-lare del pugnale che talvolta serrava tra i denti15 .

    Il progressivo allontanamento tra le posizioni e la strategia delmovimento anarchico e quello socialista e la parlamentarizzazionedei partiti socialisti, realizzatasi negli anni che seguirono la nascitadella Seconda Internazionale, contribu a fugare solo in parte lapaura della rivoluzione sociale. Per certi versi, anzi, laver ricreatoun organismo sovranazionale che riuniva le varie componenti delsocialismo accrebbe, in molti, il timore di un complotto dei sovver-sivi su scala mondiale. Secondo queste interpretazioni, la scelta delsocialismo riformista poteva in ogni istante rivelarsi soltanto unatattica momentanea. E se poi fosse stata davvero una scelta sincera,sostenevano alcuni, allinterno del movimento operaio restavanonettamente maggioritarie le correnti che inneggiavano alla violen-za e alla rivolta antiborghese.

    Lo spettro della rivoluzione come risultato delle trame congiun-te di nemici interni ed esterni venne cos agitato dalla stampa con-servatrice e moderata in occasione delle sempre pi frequenti agi-tazioni operaie dellultimo scorcio dellOttocento. Ci avvenne inegual misura nei paesi che, come il Regno Unito, avevano da tempointrapreso la via del sistema di produzione di fabbrica e in quelliche viceversa erano di pi recente industrializzazione. Ad esem-pio, in occasione dei moti dei Fasci siciliani, che pure nascondeva-no motivazioni di ordine sociale ben pi complesse, vi furono fogli

    Incipient Stage to the First Bomb Thrown in Chicago. A Comprehensive Account ofthe Great Conspiracy Culminating in the Haymarket Massacre, May 4th 1886. A Mi-nute Account of the Apprehension, Trial, Conviction and Execution of the LeadingConspirators, Chicago & Philadelphia, R.G. Badoux & Co. 1888, pp.20-21.

    14 Fischer, Engel, Parsons e Spies furono impiccati in carcere l11 no-vembre 1887. Lingg si suicid prima dellesecuzione. Quanto a Schwab eFielden, la loro condanna alla pena capitale fu commutata con il carcere avita, mentre Oscar Neebe fu condannato a quindici anni.

    15 Henry David, The History of Haymarket Affair: A Study in the AmericanSocial-Revolutionary and Labor Movements, New York, Farrar & Rinehart 1936,p. 528.

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    come Il Popolo Romano che denunciarono lopera dei sobillatori, iquali, per personali intenti ed ambizioni soffiano nel fuoco e attiz-zano gli odii di classe, chiedendo unazione energica e risolutaper parte del governo16 . Come scrisse nel gennaio del 1894 EneaCavalieri sulle pagine della Nuova Antologia, la paura dei notabili lo-cali nei riguardi delle combriccole di novatori rappresentate daisocialisti e dagli anarchici, manifestata sin dagli anni post-unitari,non era stata sufficiente a scongiurare la diffusione dellidea rivolu-zionaria:

    Le classi dirigenti della Sicilia vivevano in tanto timore di uninva-sione delle dottrine socialiste, che allepoca della Esposizione di Paler-mo, nel seno del Comitato ordinatore, tra le obiezioni alla proposta difar coincidere colle gare del lavoro qualche Congresso di Societ opera-ie e di Societ cooperative, fu sollevata anche quella della facilit collaquale, in siffatti convegni, le dottrine socialiste giungono ad affermarsie far proseliti. Eppure linvasione era gi avvenuta17 .

    In Italia, la paura della congiura fu usata anche dagli ambienticlericali conservatori per giustificare il rifiuto di ogni collaborazionecon la monarchia sabauda e con la Setta rappresentata dalla classedirigente liberale. Il tema del complotto massonico, puntualmenteriportato sulla stampa clericale in occasione di ogni evento di parti-colare gravit, penetr fortemente non solo negli ambienti borghesima anche, grazie alla capillarit della presenza della Chiesa, nellim-maginario popolare.

    Lincubo della cospirazione anarchica torn invece a popolare isonni della borghesia e della classe dirigente di mezza Europa e dioltre Oceano tra la met degli anni Novanta e il primo Novecento.Nellarco di neppure un decennio, infatti, caddero vittime di atten-tati alcuni tra i pi importanti capi di Stato. Nel 1894, per mano di

    16 Lagitazione agraria in Sicilia, Il Popolo Romano, 22 ottobre 1893, cit.in I fasci siciliani dei lavoratori, a cura di Santi Fedele, Soveria Mannelli, Rub-bettino 1994, p. 169. Disgraziatamente si leggeva in un altro articolo ci che si temeva accaduto. I sobillatori del popolo siciliano raccolgonooggi il frutto del loro lavoro fratricida di dissoluzione, che hanno prepara-to, La situazione in Sicilia, Il Popolo Romano, 6 gennaio 1894, cit. in cit. inI fasci siciliani dei lavoratori, a cura di Santi Fedele, cit., p. 173.

    17 Enea Cavalieri, I Fasci dei Lavoratori e le condizioni della Sicilia, in Nuo-va Antologia, serie terza, volume XLIX, 1 gennaio 1894, cit. in in I fascisiciliani dei lavoratori, a cura di Santi Fedele, cit., p. 260.

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    Sante Caserio, venne assassinato il presidente della Repubblica SadiCarnot. Nel 1898, Luigi Luccheni uccise limperatrice ElisabettadAustria. Nel 1900, re Umberto I di Savoia pag con la vita lonori-ficenza concessa a Bava-Beccaris in occasione dei moti milanesi didue anni prima. Infine, il 6 settembre 1901, il presidente degli StatiUniti, William McKinley, cadde ferito a morte dallanarchico di ori-gini polacche Leon Czolgosz. Lassassinio di McKinley, avvenuto il14 settembre riaccese nel pubblico medio paure mai sopite nei con-fronti del terrorismo e degli immigrati, alle quali si rispose comedi consueto con ladozione di una legislazione speciale18 . Le im-magini della solenne cerimonia e del corteo funebre con il feretrodel presidente furono filmate dalla Thomas Edison, che poi, secon-do la moda dellepoca, cur anche la ricostruzione filmata dellese-cuzione di Czolgosz, sulla sedia elettrica, avvenuta nella prigionedi Auburn19 .

    Da questi atti violenti si trasse la conclusione che si sarebbedovuto convivere a lungo in compagnia dellincubo del terrorismo.La stessa letteratura di anticipazione consider il terrorismo (perlo-pi anarchico) una minaccia probabile anche in un futuro relativa-mente lontano. Nel romanzo A.D. 2050, pubblicato nel 1890, JohnBachelder immagin una societ del futuro razzista, dominata daariani. Questa societ, che pure dispone di incredibili armi da guer-ra, tra cui degli aerei dotati di un potentissimo esplosivo (leurokite),deve ancora difendersi da aggressioni esterne e, soprattutto, dallaminaccia del comunismo e dellanarchismo20 . In apertura del suoromanzo La fine del mondo, in parte ambientato nel XXV secolo, Ca-mille Flammarion descrive le bellezze architettoniche di una Parigiche per stata ricostruita sulle rovine lasciate dalla grande rivo-luzione sociale degli anarchici internazionali21 .

    18 Sullassassinio di McKinley e le sue ripercussioni cfr. Sidney Fine,Anarchism and the Assassination of McKinley, in The American Historical Re-view, vol. 60, No. 4, July 1955, pp. 777-799.

    19 Alcune delle sequenze dei funerali di McKinley e il filmato Electrocu-tion of Czolgosz, appartenenti al Catalogo della Thomas Edison Inc., sono con-servati presso la Biblioteca del Congresso di Washington (Library of Con-gress Motion Picture, Broadcasting and Recorded Sound Division Washin-gton, D. C. 20540 USA) e consultabili in rete, allindirizzo web .

    20 John Bachelder, A.D. 2050, cit.21 Camille Flammarion, La fin du monde, Paris, Ernest Flammarion 1894,

    p. 3.

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    Il profilo di un vile dinamitardo che tuttavia rinuncia a lan-ciare il suo ordigno mortale per salvare la vita di un bambino inno-cente al centro di un caustico racconto di Grant Allen pubblicatoin quello stesso periodo22 . Qualche anno dopo, il protagonista diun romanzo di Salgari risvegliatosi dopo un sonno lungo centoanni assiste ad uno straordinario video-notiziario incentrato sullacronaca di un terribile attentato:

    Gravi avvenimenti sono avvenuti ieri nella citt di Cadice. Glianarchici della citt sottomarina di Bressak, impadronitisi della naveHollendorf, sono sbarcati nella notte, facendo saltare parecchie case,con bombe. La popolazione fuggita e gli anarchici hanno saccheggia-ta la citt. Si chiamano sotto le armi i volontari di Malaga e di Alicanteche verranno trasportati sul luogo dellinvasione con flotte aeree. Sidice che Bressak sia stata distrutta e che molte famiglie anarchiche sia-no rimaste annegate [].

    Guardate la scena.Nel medesimo istante il dottore vide illuminarsi un gran quadro

    che occupava la parete di fronte al letto e svolgersi una scena orribile eduna verit straordinaria.

    Degli uomini erano comparsi in mezzo a delle case e correvanoallimpazzata, lanciando delle bombe che scoppiavano con lampi vi-vissimi.

    I muri si sfasciavano, i tetti crollavano; uomini, donne e fanciulliprecipitavano nelle vie, mentre larghe lingue di fuoco si alzavano so-pra quegli ammassi di macerie, tingendo tutto il quadro di rosso.

    Gli anarchici continuavano intanto la loro opera di distruzione,e le scene si succedevano alle scene con vertiginosa rapidit e senzala minima interruzione. Era una specie di cinematografo, duna per-fezione straordinaria, veramente stupefacente, che riproduceva conmeravigliosa esattezza la terribile strage annunciata poco prima dalgiornale.

    Per dieci minuti quel rovinio continu, poi fin con una fuga disor-dinata di gente, che si rovesciava verso una spiaggia, mentre il cielorifletteva la luce degli incendi23 .

    La sovversione non minacciava lordine costituito solo attra-verso la violenza o lo spettro della rivoluzione, ma anche con mezzi

    22 Charles Grant Blainfindie Allen, The Cowardly Dynamiter, in LloydsWeekly Newspaper, August 9th, 1896.

    23 Emilio Salgari, Le meraviglie del Duemila, Firenze, Bemporad 1907.

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    ancor pi disumani. Come immagin Herbert George Wells in unbreve racconto del 1895, i cospiratori avrebbero potuto causare unavera e propria strage di civili innocenti sfruttando proprio il pro-gresso scientifico. Descrivendo il furto di una provetta del bacillusdel colera asiatico da parte di un anarchico, che poi ne ingerisce ilcontenuto per diventare lui stesso un vettore di contagio per la cittdi Londra, Wells porta a conoscenza dei suoi lettori una nuova eterribile minaccia: quella degli agenti biologici. Nonostante il lietofine, il racconto insinua nel lettore, che aveva ben presente la tristefama del colera, langoscia delle possibili conseguenze di un attoterroristico batteriologico:

    S, qua dentro imprigionata unepidemia. Basta spezzare una pic-cola provetta come questa in un impianto per la distribuzione di acquapotabile; basta dire a queste minuscole particelle di vita, tanto minu-scole che solo per vederle, con tutta la potenza di un microscopio, oc-corre la tintura, e di cui non si ha modo di sentire n lodore n il sapo-re basta dir loro andate, crescete e moltiplicatevi, riempite i serbatoidellacqua; e la morte, misteriosa, inafferrabile, una morte rapida eorribile, dolorosa e degradante, si scatenerebbe su questa citt, vago-lando qua e l in cerca di vittime. Strapperebbe in un posto il maritoalla moglie, in un altro il figlio alla madre, qua luomo di Stato alle sueincombenze, l il lavoratore ai suoi guai. Si espanderebbe per le con-dutture idriche, strisciando lungo le strade, colpendo ora questa oraquella casa ove non si fa bollire lacqua da bere, sgusciando nei pozzidei fabbricanti dacque minerali, finendo nellinsalata quando vienerisciacquata, e stando acquattata nei gelati. Aspetterebbe con pazienzadi farsi bere dai cavalli agli abbeveratori e dai fanciulli ignari alle fonta-nelle pubbliche. Affonderebbe nel suolo per riapparire nelle sorgenti,nei pozzi e in mille posti imprevisti. Basta dare il via al morbo nellecondutture per lacqua potabile e, prima che noi lo si possa circoscrive-re, avr gi decimato la metropoli24 .

    Dietro lo spettro della rivoluzione non cera per solo la pauradella distruzione materiale, delle violenze terroristiche o del rove-sciamento dellordine sociale ed economico. Si nascondeva anche

    24 Herbert George Wells, Il bacillo rubato [1895], in Id., La macchina deltempo e altre avventure di fantascienza, Torino, Mursia 1980, p. 170. Il protago-nista scoprir che la provetta rubatagli contiene in realt bacilli sostanzial-mente innocui, che si limitano a colorare di macchie blu la pelle di chi neviene a contatto.

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    un timore che, proprio negli anni a cavallo tra Otto e Novecento,stava raggiungendo il suo acme: la paura della folla25 .

    Quelle masse che sempre pi numerose andavano popolando iprincipali centri urbani e che si stavano prepotentemente affaccian-do sullo scenario politico e sociale dei paesi pi avanzati, in parti-colari situazioni potevano scatenarsi, trasformarsi e generare untumulto irrazionale ed inarrestabile.

    Anche escludendo i moti popolari, le jacqueries, le varie formedi ribellismo o le ondate rivoluzionarie dellOttocento, culminatenella gi citata Comune di Parigi, le cronache del tempo registra-rono un numero considerevole di disordini e moti di piazza.

    I tumulti del pane, da quello di Richmond del 1863 ai motiitaliani per il macinato del 1869, fino alla protesta dello stomaco,sempre italiana, del 1898, non rappresentavano una novit, ma sem-mai confermavano, agli occhi degli ambienti conservatori, la perdu-rante pericolosit dei poveri e la necessit di non abbandonare deltutto lapproccio che tendeva a considerare il fenomeno del pauperi-smo una questione innanzitutto di ordine pubblico pi che sociale.

    A queste proteste spontanee, frutto della fame piuttosto che dipericolose trame eversive che peraltro sarebbero puntualmenteriesplose anche nel Novecento in particolari momenti di acuta crisieconomica e sociale26 se ne aggiunsero tuttavia altre ben pi gra-vi, che si caratterizzavano non tanto per i saccheggi, le distruzioni ole violenze quanto piuttosto per la ricerca di capri espiatori ap-partenenti a particolari confessioni religiose o gruppi etnici.

    Quello dello straniero risulta tradizionalmente una catego-ria vuota che pu pertanto essere riempita delle paure pi va-rie27 . Negli Stati Uniti, lafflusso di manodopera di origini irlande-si fece ad esempio nascere sin dal primo Ottocento una crescentetensione con gli yankee, i nativi americani. Nel 1837 queste tensio-

    25 Su questi temi cfr. Joanna Bourke, Fear, cit., p. 54. Per un caso specifi-co, si veda inoltre Susanna Barrows, Distorting Mirrors. Vision of the Crowd inthe Late Nineteenth Century France, New Haven, Yale University Press 1981.

    26 Solo per citare il caso italiano, si pensi ai moti annonari del primodopoguerra, riedizione, in chiave novecentesca, dellassalto ai forni dimanzoniana memoria ma anche preludio ai fermenti del diciannovismo edel biennio rosso. Cfr. Roberto Bianchi, Bocci Bocci. I tumulti annonari nellaToscana del 1919, Firenze, Olschki 2001, cui si rimanda anche per ulterioririferimenti bibliografici.

    27 Carlo Mongardini, Le dimensioni sociali della paura, Milano, FrancoAngeli 2004, p. 58.

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    ni sfociarono nei disordini di Boston, che coinvolsero ben 15.000persone. La creazione della societ segreta irlandese dei Molly Ma-guires fu un nuovo motivo di disordini nel 1844. La Grande carestiadel 1846-1849, determinando un vero e proprio esodo di immigratiirlandesi in direzione del Nord America, peggior ulteriormente lasituazione. Cos, i disordini che nel 1863 misero a ferro e fuoco peruna settimana la citt di New York (i Draft Riots) per quanto origi-nati dalla protesta di piazza contro la legge sullarruolamento vota-ta dal Congresso nellambito della guerra di secessione, di fatto sfo-ciarono in una vera e propria battaglia tra etnie che coinvolse gliirlandesi (in maggioranza), ma anche gli italiani e i tedeschi. Anchese, a fare le spese della furia cieca dei dimostranti, furono principal-mente gli afro-americani. La folla inferocita prese di mira lorfano-trofio per bambini neri sulla Quinta strada:

    Lorfanotrofio per bambini di colore stato raggiunto dalla follaintorno alle quattro []. Centinaia, forse migliaia di dimostranti, lamaggior parte donne e bambini, entrarono nello stabile e in preda al-leccitazione cominciarono con violenza a mettere a soqquadro e sac-cheggiare ledificio dalla cantina alla soffitta [].

    Quando fu chiaro che la folla intendeva distruggere lorfanotro-fio, dallaltra parte del marciapiede fu sventolata una bandiera bian-ca, e i direttori dellistituto fecero appello invano alla plebagliaeccitata. Sembrerebbe incredibile, eppure la verit: dozzine di uo-mini, o meglio di figuri, in mezzo alla folla rincorrevano i poveri bam-bini gridando Morte alle m [maledette] scimmie, tiriamo il colloai d [dannati] Lincolniani, e cos via. Se non fosse stato per la con-dotta coraggiosa [di alcuni pompieri] non c alcun dubbio sul fattoche molti, forse tutti quei poveri bambini sarebbero stati assassinati asangue freddo28 .

    Raso al suolo lorfanotrofio, segu una selvaggia sequenza diviolenze, saccheggi, aggressioni per le vie della citt contro personedi colore. In un caso la folla fece irruzione in una casa: tutti gli occu-panti furono uccisi a bastonate, compreso un bambino di tre anniche fu poi scaraventato fuori dalla finestra del primo piano. Un al-tro bambino, di sei anni, fu bastonato a morte e finito con il calcio diuna pistola. Un giovane, sorpreso dai manifestanti per strada, fupicchiato, impiccato e poi fatto a pezzi. Un uomo, che rientrava acasa con del pane sotto braccio, fu inseguito, catturato e poi appeso

    28 The Riots in New York, in Harpers Weekly, August 1st 1863, p. 494.

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    ad un albero di Clarkson Street. Non contenti, i suoi aggressori,mentre lo impiccavano, appiccarono il fuoco ai suoi vestiti riducen-done il corpo in cenere. Tra le vittime nere furono conteggiateanche una donna bianca, sposata con un afro-americano, morta perle ustioni riportate dopo che aveva inutilmente cercato di salvare ilfiglio, e un sessantatreenne indiano Mohawk, veterano della Guer-ra messicana, scambiato per un negro e perci bastonato a morte per via della sua carnagione scura29 . Alla fine, dopo una setti-mana di scontri e di violenze si contarono, ma il bilancio resta ap-prossimativo, un centinaio di morti e almeno trecento feriti.

    Lefferatezza di certi episodi colp fortemente lopinione pub-blica anche se il linciaggio non rappresentava certo un evento in-consueto per molte zone degli Stati Uniti. Uno studio pubblicatotra le due guerre stim che tra il 1889 e il 1930 erano state linciate4.724 persone, il 75% delle quali afro-americane30 . Nonostante soloun sesto di queste persone fossero state accusate di stupro, negliStati del Sud era opinione diffusa che non si fossero periodicamen-te linciati i negri come esempio, le donne bianche non sarebberostate al sicuro da violenze sessuali31 . La paura della rivolta dei neri,che in realt era una delle cause recondite che alimentavano questiepisodi, fu spesso argomento della letteratura popolare. In una sor-ta di romanzo-pamphlet dal titolo The Next War, King Wallace scrissela storia di una cospirazione, ordita dalla popolazione di colore, persterminare con il veleno tutti i bianchi. Alla fine, scoperta e costrettaalla fuga, lintera popolazione di colore degli Stati Uniti viene primacircondata e poi sterminata, un po comera successo con gli indianiSioux Lakota a Wounded Knee due anni prima32 , per mano dei sol-

    29 David M. Barnes, The Draft Riots in New York. July 1863. The Metropoli-tan Police: their Services during Riot Week. Their Honorable Record, New York,Baker & Godwin 1863.

    30 Arthur F. Raper, The Tragedy of Lynching, Chapel Hill, University ofCalifornia Press 1933.

    31 Ibidem, p. 20.32 Il 29 dicembre 1890, presso la localit di Wounded Knee Creek, il 7

    cavalleria, con il supporto di reparti dellartiglieria leggera, attacc un ac-campamento di Lakota Sioux che, dopo la rottura da parte dei bianchi delprecedente trattato, si erano riufiutati di accettare una ulteriore riduzione deiterritori e il trasferimento coatto presso una nuova riserva. Nellarco di unora,150 indiani, compresi donne, vecchi e bambini, furono sterminati. Molti, pro-babilmente altrettanti, lasciati in mezzo alla neve, morirono assiderati. I sol-dati morti furono venticinque. Lepisodio, che pose fine alle Guerre indiane,

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    dati bianchi nuovamente affratellati dopo la Guerra di Secessione degli Stati del Nord e del Sud. La trama, assicurava lautore, era soloin parte frutto della sua fantasia, in quanto, a suo dire, la minaccianegra non era da scartare, dal momento che un piano simile, orche-strato da alcuni ribelli, sarebbe davvero dovuto scattare al momentodel passaggio al nuovo secolo33 .

    Disordini di natura etnica o razziale si susseguirono, semprenegli Stati Uniti, con tragica periodicit. Oltre agli afro-americani(bersaglio dei disordini di Memphis e New Orleans del 1866 di quelliVicksburg del 1874, di Bloomington del 1903, fino a quelli terribilidi Chicago del 1915 e di Omaha del settembre 1919), questi episodisi indirizzarono anche contro gli immigrati: i cinesi (Los Angeles,1871), gli italiani (New Orleans, 1891) e persino i greci, in occasionedei fatti di Omaha del 1909, scoppiati semplicemente perch unimmigrato ellenico aveva avuto un rapporto sessuale con una don-na bianca.

    La paura dellimmigrato sovversivo, che in parte spiega la suc-cessiva drammatica vicenda di Sacco e Vanzetti, fu poi alimentata ediffusa, ad uso dei ceti medi, dalla variante nordamericana del ro-manzo catastrofico e apocalittico in voga in Europa in questi anni.Nel 1889, John Ames Mitchell, con la consolidata tecnica del flash-back dal futuro, predisse la fine degli Stati Uniti bianchi, anglosas-soni e protestanti per mano delle moltitudini di immigrati cattoliciirlandesi che, dopo essere insorti ed aver fatto tabula rasa dellordi-ne costituito, finivano per dare vita ad una sorta di dittatuta iber-niana34 . Lalleanza antiamericana tra plutocrazia ebraica e il sotto-proletariato costituito dagli immigrati italiani erano invece al cen-tro di Cesars Column, scritto sotto pseudonimo dal politico populi-sta Ignatius Donnelly. La storia si concludeva con lo sterminio dimassa degli americani, attuato con luso di gas venefici o per manodelle orde di delinquenti italiani (i Demoni) comandate dal bru-tale Caesar Lomellini, che alla fine celebra il suo trionfo sui cumulidei corpi delle sue vittime. Lepitaffio che compare su questo terri-bile monumento alla distruzione della civilt rappresenta un duro

    fu commentato entusiasticamente dai principali organi di stampa e numero-se decorazioni furono attribuite ai militari che presero parte alloperazione.

    33 King Wallace, The Next War: A Prediction, Washington, Martyn Pu-blishing, 1892.

    34 John Ames Mitchell, The Last American: A Fragment from the Journal ofKhan-Li, Prince of Dimph-Yoo-Chur and Admiral in the Persian Navy, New York,Frederick A. Stokes & Brother 1889.

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    atto di accusa che Donnelly rivolge ai suoi compatrioti benpensan-ti, che non solo si sono dimostrati incapaci di evitare la rivoluzionema che anzi lhanno addirittura inconsapevolmente provocata, dan-do fiducia ad una classe dirigente egoista e incapace, che ha colti-vato e favorito corruzione e vizio, consentendo il diffondersi delladelinquenza e del disordine:

    Questo Grande Monumento stato eretto daCaesar Lomellini

    Comandante Generale della Compagnia della DistruzioneA memoria imperitura della fine della moderna civilt

    composto dai corpi di un quarto di milione di esseri umani, cheun tempo erano i governanti o i cittadini di questa un tempo potentema, ahim, adesso distrutta citt.

    Sono stati guidati da capi assolutamente incapaci.Hanno corrotto i giudici, le giurie, i giornali, le assemblee e i parla-

    menti, le urne elettorali, i cuori e le anime del popolo.Hanno formato giganteschi cartelli per rapinare i poveri, per ren-

    dere ancor pi miseri i miserabili, per sottrarre a quelli che hanno dimeno per dare a quello che hanno di pi.

    Hanno usato le libere istituzioni come strumento di oppressione.Si sono fatti beffe della libert e zimbello delle tradizioni. Hanno cac-ciato la giustizia dal paese e al suo posto hanno messo crudelt, igno-ranza, ingiustizia e vizio.

    I loro cuori sono stati pi duri delle pietre dei mulini. Hanno de-gradato lumanit e offeso Dio []

    Essi sono periti per mezzo degli stessi strumenti che aveva creatola loro malvagit e adesso giacciono qui, sepolti sotto queste pietre edispersi in mille pezzi dallo scoppio delle granate. Esecriamo i loro vizie piangiamo per la loro sorte. Hanno vissuto al culmine di secoli dimalgoverno e hanno pagato a durissimo prezzo le colpe di generazionidi antenati imprevidenti ed egoisti e le loro crudelt e vizi.

    Questo monumento, o Uomo, posto a perenne ricordo35 .

    Donnelly dava in qualche modo voce allanima populista e xe-nofoba dellAmerica bianca che guardava timorosa ai crescenti flussimigratori e tremava allidea di una contaminazione razziale e cultu-

    35 Edmund Boisgilbert [Ignatius Loyola Donnelly], Caesars Column. AStory of the Twentieth Century, Chicago, Schulte & Co. 1890.

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    rale con i nuovi venuti. Ma neppure lEuropa fu immune da questisentimenti. Escludendo i pogrm, di cui venivano fatti periodicamen-te oggetto gli ebrei nellEuropa centro-orientale, disordini xenofobiscoppiarono periodicamente nelle zone dove maggiore era il flussodi immigrati stranieri.

    Nel corso dellestate del 1893, in Francia, ad esempio, proprio lapaura irrazionale generata dal terrore anarchico, sommata ai pregiu-dizi e alle diffidenze xenofobe, fu alla base di violenti disordini. Inquel frangente, limmagine stereotipata dellanarchico italiano, senon addirittura quella del criminale si sald a quella, altrettantoconsolidata, dello strimpellatore di mandolino, e culmin in unastrage di operai italiani immigrati. La caccia allitaliano scatenatasinella localit di Aigues-Mortes, nelle vicinanze di Marsiglia, si con-cluse con un bilancio tragico36 . Quel che paradossale, ma sintoma-tico del fatto che lepisodio non era frutto soltanto di una paura ciecaed irrazionale, che queste violenze furono compiute anche da ope-rai francesi che sventolavano la bandiera rossa cantando orgogliosa-mente la Marsigliese.

    La foba per gli immigrati, in particolare quelli provenienti dal-lItalia, fu richiamata pochi anni dopo, sempre in Francia, nel ro-manzo mediterraneo di Louis Bertrand che si intitolava significa-tivamente Linvasione. Il libro conteneva una durissima requisitorianei confronti della politica sullimmigrazione del governo francesema soprattutto una raccolta di stereotipi sugli italiani appartenentialle classi pericolose di Marsiglia. Collusi con gli anarchici e i sov-versivi, violenti, incuranti delle tradizioni del paese in cui trovava-no asilo, stipati allinverosimile sui piroscafi, gli italiani erano as-sunti a simbolo della minaccia alla civilt francese e pi in generalealla cultura continentale37 .

    Una viariante dei disordini contro gli immigrati appartenenti anazionalit o etne ritenute pericolose fu rappresentata dagli scon-tri provocati dal nazionalismo, come quelli di Belfast del 1886 o quelliantiamericani di Valparaiso del 1891. Alcuni di questi furono persi-

    36 Alla fine, si contarono 20 morti e 50 feriti secondo fonti francesi, 50moti e 150 feriti secondo il Times di Londra. Sui fatti di Aigues-Mortes, sullereazioni della stampa dellepoca e sulla identificazione tra forza-lavoro ita-liana e sovversione si veda Robert Paris, LItalia fuori dItalia, in Storia dItalia.DallUnit a oggi, vol. IV, tomo I, pp. 535-541 e pp. 541-559.

    37 Louis Bertrand, Linvasion, roman contemporain, Paris, Fasquelle 1907.

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    no causati da eventi sportivi, come quelli di Sydney del 1879, scop-piati a margine della partita di cricket tra la rappresentativa inglesee quella del Nuovo Galles del Sud38 . Il test match fu interrotto perinvasione di campo provocata da una controversa decisione arbi-trale: ne segu una durissima polemica sulla stampa che lasci alungo pesanti strascichi nei rapporti tra inglesi ed australiani.

    Nel 1891, Scipio Sighele, allievo di Enrico Ferri, con La folladelinquente, inaugur una serie di studi pionieristici sulla psicolo-gia collettiva39 . Le complesse dinamiche dellanima collettivache emergeva prepotentemente in manifestazioni politiche e sin-dacali, disordini e moti di piazza ma anche in molte altre, e menocruente, situazioni rappresentarono anche il fulcro delle riflessio-ni che Gustave Le Bon fiss nel suo celebre studio sulla Psicologiadelle folle. Il libro divenne immediatamente uno dei pi letti e cita-ti, al punto che, nel 1906, era gi giunto alla dodicesima edizione.Il lavoro di Le Bon traeva spunto dalle idee di Bergson e, pi ingenerale, dalle dottrine che, proprio sul finire del secolo, critica-vano la cieca fiducia nel razionalismo. Con la Psicologia delle folledi Le Bon, ancor pi che con gli scritti di altri pionieri dello studiodei comportamenti collettivi come Gabriel Tarde o Pasquale Ros-si40 , lirrazionale e linconscio entravano nella storia. Ma soprat-tutto vi entravano le masse:

    Lepoca attuale costituisce uno dei momenti di quei momenti criti-ci, durante il quale il pensiero umano si trasforma.

    Due fattori fondamentali stanno alla base di tale trasformazione.Il primo la fine delle credenze religiose, politiche e sociali da cui

    derivano tutti gli elementi della nostra civilt.

    38 I disordini a margine di manifestazioni sportive non erano certo unararit. In Italia, ad esempio, il popolare gioco del pallone degenerava spessoin scontri, obbligando le autorit a disciplinare con estrema severit lo svol-gimento delle partire. Cfr. Stefano Pivato, I terzini della borghesia. Il gioco delpallone nellItalia dellOttocento, Milano, Leonardo 1991.

    39 Scipio Sighele, La folla delinquente. Studio di psicologia collettiva, Torino,Bocca 1891. Si veda inoltre Id., Lintelligenza della folla [1a ed. 1903], a cura diMirella Pasini, Genova, Name 1999, che contiene una introduzione e unanota bio-bibiografica con ulteriori richiami alla nascita di una scienza sullostudio dei fenomeni collettivi.

    40 Gabriel Tarde, Les Crimes des Foules, Lyon, Storck 1894; Pasquale Ros-si, Lanimo della folla, Cosenza, Riccio 1898 e Id., Psicologia collettiva, Milano,Battistelli 1900.

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    Il secondo la nascita di condizioni di vita e di pensiero intera-mente nuove, che risultano prodotte dalle moderne scoperte delle scien-ze e dellindustria.

    Dato che le idee del passato, sebbene meno salde, sono ancoramolto forti, mentre quelle che devono sostituirle sono ancora in via diformazione, let moderna rappresenta un periodo di transizione e dianarchia.

    Al momento non facile dire che cosa potr nascere un giorno daquestepoca piuttosto caotica. Su quali idee saranno fondate le societche si succederanno alla nostra? Ancora lo ignoriamo, e tuttavia findora possiamo prevedere che, nella loro organizzazione, queste socie-t dovranno fare i conti con una potenza nuova, la pi recente sovranamoderna: la potenza delle folle. Sulle rovine di tante idee, ritenute untempo ed oggi defunte, e di tanti poteri successivamente infranti dallerivoluzioni, tale potenza la sola che continui a crescere e che paiadestinata ad assorbire le altre. Mentre le antiche credenze barcollano espariscono, e le vetuste colonne delle societ si schiantano ad una aduna, la potenza delle folle la sola che non subisca minacce e che vedacrescere di continuo il suo prestigio. Let che inizia sar veramentelera delle folle41 .

    Le formulazioni di Le Bon, anche se probabilmente non aggiun-gevano come sostenne Freud qualche anno dopo elementi dinovit rispetto a quanto espresso da altri suoi contemporanei42 ,ebbero comunque una notevole influenza in una societ che, demo-cratizzandosi, si stava aprendo proprio alle masse. Il rapporto trasentimenti quali paura e panico e il comportamento delle folle inparticolari situazioni, messo in evidenza da Le Bon, fu infatti og-

    41 Gustave Le Bon, La psicologia delle folle, Milano, Longanesi 1980 [1a ed.1895], pp. 32-33.

    42 Il disprezzo con cui egli parla delle manifestazioni dellanima dellafolla avrebbe scritto Freud nel 1921 gi stato espresso, con altrettantaforza ed ostilit ed in termini quasi identici, da pensatori, uomini politici epoeti di tutti i tempi e di tutti i paesi. Le due proposizioni che contengono lepi importanti concezioni di Le Bon, quelle relative allinibizione collettivadella funzione intellettuale ed allesasperazione dellaffettivit delle folle, sonostate formulate poco prima di lui da Sighele. Le cose pi originali in Le Bon,sebbene anche per queste abbia dei precursori, sono la sua concezione del-linconscio ed il confronto con la vita psichica dei primitivi (Sigmund Freud,Psicologia collettiva e analisi dellIo, pubblicato per la prima volta in Interna-tionale Psychoanalytischer Verlag, Leipzig, Wien, Zurich 1921, adesso inSigmund Freud, Opere. 1905-1921, Roma, Newton Compton 2004, p. 1147).

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    getto dellattenzione, oltre che dello stesso Freud, di numerosi altristudiosi43 .

    In questi anni, in una sorta di frenetica alternanza, la paura dellarivoluzione continu ad essere incarnata ora dagli scioperi e dallemanifestazioni di massa, ora dallazione isolata, ma frutto di mac-chinazioni compiute nellombra, di singoli attentatori. Nel 1894, los-servatorio di Greenwich, il simbolo della potenza imperiale britan-nica, fu fatto oggetto di un clamoroso attentato dinamitardo. Il ge-sto dellennesimo attentatore anarchico, successivamente roman-zato da Joseph Conrad nellAgente segreto e da qui poi trasposto peril grande schermo44 , riaccese la sottile inquietudine del cittadinodella grande citt che temeva per la propria incolumit e soprattut-to si sentiva indifeso nei confronti di una forma di lotta politica checolpiva alla cieca, senza curarsi delle eventuali vittime innocentiche poteva mietere. Proprio per il modo con il quale agivano tipicome Verloc, il protagonista della storia di Conrad, non potevanoessere considerati alla stregua di coloro che in passato avevano com-battuto per un ideale. I terroristi erano dei criminali. Del resto, sipensi al concetto di delinquenza elaborato dalla scuola del sociali-smo giuridico, la figura del criminale non era soltanto quella deldelinquente nato, ma anche quella chi, proprio come lattentato-re isolato o il dimostrante violento, compiva i propri delitti vigliac-camente, mescolandosi alla folla e facendosene scudo, per poi scom-parire in mezzo ad essa45 .

    Le violenze e i disordini che aprirono la strada alla Rivoluzionerussa del 1905, originata dalla sconfitta militare patita dallImpero

    43 Wilfred Trotter, Instincts of the Herd in Peace and War, London 1910;William McDougall, Psychology. The Study of Behaviour, London 1912 e Id.,The Group Mind. A Sketch of the Principles of Collective Psychology with SomeAttempt to Apply them to the Interpretation of National Life Character, Cambrid-ge 1920 cit. in Joanna Bourke, Fear, cit., pp. 65-67. Un quadro sul dibattito nelprimo Novecento attorno al tema della psicologia della folla anche in Fran-cesca A.M. Caruso, Panico collettivo. Mito popolare, teoria sociale, indagine empi-rica, Milano, F. Angeli 2007, pp. 26-29.

    44 Joseph Conrad, LAgente segreto, Milano, Mursia 1990 [1a ed. 1907]. Ilpersonaggio di Verloc sarebbe stato riportato da un giovane Alfred Hitchcocknel film di produzione inglese LAgente segreto (Sabotage), del 1936.

    45 Cfr. Mario Proto, La parabola del socialismo giuridico, in Filippo Turati,Lo Stato delinquente. Delitto, questione sociale, corruzione politica. Scritti di socio-logia radicale (1882-1884), a cura di Mario Proto, Manduria-Bari-Roma, Lacai-ta 1999, pp. 39-40.

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    zarista in Corea, rappresent, agli occhi dellopinione pubblicamoderata di tutta Europa, una sorta di campanello dallarme e ladefinitiva conferma della necessit di affrontare e risolvere la que-stione operaia prima che avvenisse lirreparabile, ovvero un gene-rale stravolgimento dellordine costituito. Sulla scia degli eventi russidel 1905 e dietro linfluenza delle riflessioni sulla crisi del marxi-smo e della dirigenza moderata socialista che Georges Sorel avevainizialmente affidato al Mouvement Socialiste e poi raccolto nelleRflexions su la violence (1908), questi anni videro le componenti del-lala rivoluzionaria e radicale riprendere vigore in tutta Europa.Dietro linfluenza di Sorel, questa sinistra sostitu nel proprio lessi-co le parole dordine blanquiste: barricate, fucili, attacchi, assalticon una parola dordine che per molti non suonava meno inquie-tante: lo sciopero generale insurrezionale. Dietro questo romanti-cismo rivoluzionario, vi era la fede nellapprossimarsi della rivo-luzione, una catastrofe che si diceva pu scoppiare domani eper la quale bisogna prepararsi oggi46 . E proprio la catastrofeprovocata dai continui attentati, il clima di paura, nemico invisibi-le divenuto padrone della citt costituiscono il tema dominantedellottava ed ultima parte della caustica storia degli abitanti diPinguinia che Anatole France pubblic nel 1907. Il futuro dellIsoladei Pinguini, metafora neppure troppo velata dellOccidente e dellaFrancia, caratterizzato da instabilit e disordini. I capitalisti sonodivenuti il bersaglio di una guerra sociale combattuta attraversocontinui attentati compiuti da dinamitardi anarchici47 che mieto-no tuttavia vittime innocenti anche tra i ceti pi umili. Violenza emorte dilagano:

    La citt era immersa per tutta la notte nelloscurit, per cui vi sicommettevano violenze inaudite. Solo i quartieri popolari, meno colpi-ti, si difendevano ancora. Volontari dellordine pattugliavano le stradefucilando i ladri: a ogni angolo ci si imbatteva in un cadavere immersoin una pozza di sangue, le ginocchia piegate, le mani legate dietro ildorso, il fazzoletto sul viso e un cartello sul petto.

    46 douard Dollans, Storia del movimento operaio. II. 1871-1920, Firenze,Sansoni 1977, p. 33.

    47 Si chiamavano cos puntualizza ad un certo punto Anatole France con una vecchia parola che male si adattava loro, giacch per quei chimicifamosi, la dinamite era una materia innocente, buona soltanto per distrug-gere formicai (Anatole France, Lisola dei Pinguini. Storia fantastica e funestadelle miserie dOccidente, Milano, Isbn edizioni 2006 [1a ed. 1907], p. 302.

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    Era diventato impossibile sgombrare le vie e seppellire i morti. Benpresto il fetore che emanava dai cadaveri divenne insopportabile. Scop-piarono epidemie che provocarono uninfinit di decessi e lasciarono isopravvissuti deboli e inebetiti. La carestia uccise quasi tutti quelli cheerano rimasti48 .

    Uno scenario analogo, provocato da uno sciopero generale pro-tratto per giorni su tutto il territorio degli Stati Uniti, popola inveceil Sogno di Debs, un racconto di Jack London pubblicato nel gennaiodel 1909 sulla International Socialist Review:

    Duecentomila persone erano fuggite da San Francisco e avevanodistrutto ogni cosa sul loro passaggio, peggio di una invasione di ca-vallette, portando via tutto ci che poteva servire, rubando e aggreden-do senza ritegno49 .

    Anche se in realt si trattava principalmente di una allegoria sulcristianesimo, Luomo che fu Gioved di Chesterton, pubblicato in quel-lo stesso anno, esasperava volutamente le conseguenze della fobadel complotto e dellossessione per la sicurezza, mostrando gli esitiparadossali a cui poteva giungere il clima di sospetto e di paura. Ilprotagonista del romanzo, infatti, il poeta Gabriel Syme, viene in-gaggiato da Scotland Yard (con il nome in codice Gioved) allo scopodi infiltrarsi in una cellula di terroristi anarchici e spiarne le mosse. Inun crescendo di situazioni surreali, Syme riesce a scalare i gradi dellarete terroristica, scoprendo tuttavia, prima della resa dei conti finalecon il capo supremo dellorganizzazione (nome in codice: Sunday,Domenica), che il tanto temuto Consiglio Anarchico Supremo inrealt tutto composto da poliziotti sotto copertura:

    Signor Syme, credo che non capisca quale sia la sua situazione: ladichiaro in arresto in nome della legge

    Della legge? disse Syme lasciando andare il suo bastone.Certo! disse il Segretario. Sono un detective di Scotland Yard,

    e tir fuori dalla tasca un tesserino blu.E le chi crede che siamo? chiese il Professore alzando le mani.Voi? rispose freddamente voi siete, come so per certo, membri

    del Consiglio Anarchico. Fingendomi uno di voi, io

    48 Ibidem, p. 306.49 Jack London, Il grande sogno di Debs, in Id., Il Morbo Scarlatto, Milano,

    Editrice Nord 1996, pp. 161-190.

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    Il dottor Bull butt la sua arma in mare.Non esiste alcun Consiglio Anarchico Supremo. disse Siamo

    solo un branco di stupidi poliziotti che si controllano a vicenda50 .

    Al di l delle fobe immaginarie verso il sovversivismo, gli av-venimenti rivoluzionari in Russia del 1905 avevano ribadito comeil contagio rivoluzionario stesse concretamente diffondendosi. La let-teratura stava quindi dando corpo e rilanciando le pi pessimisti-che visioni del confronto tra movimento operaio e ordine costitui-to. Anche se colpiva nel profondo i sentimenti e richiamavano si-tuazioni ed immagini ben radicate nellimmaginario collettivo, sitrattava pur sempre di finzione romanzesca, pensata il pi dellevolte semplicemente per avvincere ed impressionare il lettore me-dio. Ma un evento rivoluzionario reale, si chiedevano sgomenti al-cuni lettori moderati, sarebbe davvero stato molto diverso?

    50 Gilbert Keith Chesterton, The Man Who Was Thursday. A Nightmare,Whitefish MT, Kessinger Publishing 2004 [1a ed. 1908].

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    IL COMPLOTTO EBRAICO

    Gli Ebrei hanno gi raggiunto la posizione di Su-per-governo mondiale ed ora si tolgono la maschera[] La fine delle libert nazionali prossima, e quin-di anche la libert individuale cesser []Coloro che hanno orecchie ascoltino!

    Sergej NilusEpilogo ai Protocolli

    dei Savi anziani di Sion (1905)

    La paura dellimmigrato o del diverso, per religione, culturao razza, capace di segnare i limiti della domus e lidentit di ungruppo51 , fu il motivo scatenante di periodiche ondate di violen-za. Il gioco e i meccanismi dellalterit, che i totalitarismi novecen-teschi avrebbero utilizzato e portato alle estreme conseguenze52 siindirizzarono in modo particolare nei confronti di un idealtipoampiamente radicato nellimmaginario collettivo occidentale: quellodellebreo.

    Per tutto lOttocento, una causa ricorrente di ondate di isteriacollettiva e di violenze contro gli ebrei fu la cosiddetta accusa delsangue. A partire dal I secolo, nel mondo cristiano si and diffon-dendo la voce dellesistenza di un oscuro rituale ebraico che, intalune circostanze o in prossimit di certe ricorrenze, imponevadi versare il sangue innocente di bambini cristiani. Questa mo-struosa cerimonia si concludeva con la morte della vittima per dis-sanguamento, al termine di atroci sevizie. Laccusa trov partico-lare diffusione in quelle regioni dove maggiore era la presenza diuna comunit ebraica, ripresentandosi ogni qual volta si verifica-

    51 Roberto Escobar, Metamorfosi della paura, cit., p. 144.52 Cfr. Lucian Boia, Pour une histoire de limaginaire, cit., p. 133.

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    vano eventi delittuosi che avevano per vittime bambini o giovanidonne53 .

    A met Ottocento, dopo quasi un secolo di oblo, laccusa diomicidio rituale riemerse in pi di una circostanza, nel Vicino Orien-te e in Russia54 . Essa si radic progressivamente in molti strati so-ciali, anche in quelli della nascente piccola e media borghesia conti-nentale, e, per i suoi risvolti raccapriccianti, dette certamente forzaalle argomentazioni alle nascenti dottrine razziste. Di pi: laccusadel sangue contribu a far s che lantigiudaismo, originato damotivazioni religiose e tradizionalmente presente nel mondo cri-stiano, si trasformasse in antisemitismo, assumendo connotazionipi spiccatamente laiche e politiche.

    Lomicidio rituale fu del resto una delle motivazioni pi utiliz-zate per scatenare o giustificare i pogrm, le ricorrenti ondate di vio-lenze contro gli ebrei che si susseguirono in Russia e in molti paesidellEuropa orientale che, convogliando odi, infondendo diffiden-ze, rancori e paure verso gli ebrei, servivano anche come valvole disfogo attraverso le quali convogliare il crescente malcontento dellemasse contadine.

    Sempre dalla Russia sarebbe giunta una versione moderna esecolarizzata dellantigiudaismo destinata a radicarsi con tale pro-

    53 Il tema stato oggetto, nel corso del 2007, di una dura polemica, se-guita allannuncio della pubblicazione del volume di Ariel Toaff, Pasque disangue. Ebrei dEuropa e omicidi rituali, Bologna, Il Mulino 2007, poi ritirato.Questo tema, proprio per la sua rilevanza, vanta una letteratura considere-vole. Tra questa, si veda: Ruggero Taradel, Laccusa del sangue: storia politica diun mito antisemita, Roma, Editori Riuniti 2002; Catherine Brice, GiovanniMiccoli (sous la direction de), Les racines chrtiennes de lantisemitisme politique(fin de XIXe-XXe sicle), Rome, cole Franaise de Rome 2003; Massimo Intro-vigne, Cattolici, antisemitismo e sangue. Il mito dellomicidio rituale. In appendiceil voto del cardinale Lorenzo Ganganelli O.F.M. (poi papa Clemente XIV) approvatoil 24 dicembre 1759, Milano, SugarCo 2004; Furio Jesi, Laccusa del sangue. Lamacchina mitologica, Torino, Bollati Boringhieri 2007.

    54 I casi furono quelli di Veli (1823) e di San Pietroburgo (1831), in Rus-sia, di Rodi e Damasco (entrambi del 1840), e, di nuovo in Russia, di Saratov(1852 e 1853). Il Damascus Affair, lepisodio che ebbe maggiore eco di tutti glialtri, fu originato dalla misteriosa scomparsa di un frate francescano e delsuo servitore attribuita ad un omicidio rituale compiuto dagli ebrei. Cfr. Jo-nathan Frankel, The Damascus Affair. Ritual Murder, Politics, and the Jews in1840, Cambridge, Cambridge University Press 1997 e Ronald Florence, BloodLibel. The Damascus Affair of 1840, Madison Wis., University of Wisconsin Press2004.

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    fondit nellimmaginario collettivo: quella del complotto ebraico.Delineatasi nel corso dellOttocento, lidea dellesistenza di una reteocculta dellebraismo internazionale avrebbe infatti costituito unadelle idee-guida dellantisemitismo moderno diventando il nu-cleo fondante delle argomentazioni dei grandi partiti totalitari edautoritari di massa del Novecento.

    Questo sentimento si and manifestando intorno alla met delXIX secolo, traendo spunto dalla ricerca di un nuovo Adamo,avviata in seguito alla diffusione delle idee di Darwin, e dalle varieteorie sulla superiorit razziale che proprio dalla teoria dellevolu-zione trassero le loro argomentazioni55 . Al centro degli strali dellapubblicistica antisemita furono posti tutti quegli aspetti dellebrai-smo che si prestavano ad interpretazioni esoteriche o complottisti-che: il Talmud, la Kabbalah e il Kahal, una sorta di autorit supremadellintera comunit ebraica. Fu proprio la Kniga Kagala, il Libro delKahal, pubblicato in russo nel 1869 e poi tradotto nelle principalilingue europee ad individuare in questo organismo lelemento fon-dante del governo mondiale segreto degli ebrei56 .

    Tra la met degli anni Settanta ed i primi anni Ottanta dellOt-tocento, le teorie del complotto mondiale ebraico furono alimentateda innumerevoli contributi, come quelli del musulmano convertitoOsman Bey, Gli ebrei alla conquista del mondo (1873) e La sottomissionedel mondo da parte degli ebrei (1874). La tesi di un complotto giudai-co-massonico, contro la Russia cristiana, fu poi ribadita in un libel-lo anonimo del 1883, lo Smascheramento del gran segreto dei framasso-ni. A queste pubblicazioni a carattere politico si affianc poi la nu-trita produzione letteraria dei romanzi antinichilisti e antisemiti57 .

    Nel frattempo, nel 1882, nella localit ungherese di Tiszaeszlr,la scomparsa di una contadina quattordicenne, Eszter Solymosi,aveva riacceso lincubo dellomicidio rituale. Basandosi sulle falseconfessioni estorte ai figli, si giunse allarresto di un ebreo, JzsefScharf, di sua moglie e di altre tredici persone58 . Gli esponenti delmovimento antisemita approfittarono del clamore per fomentare la

    55 Cfr. Lon Poliakov, Il mito ariano. Storia di unantropologia negativa,Milano, Rizzoli 1976, pp. 199 e ss.

    56 Sulle origini e gli sviluppi della subcultura antisemita in Russia cfr.Cesare G. De Michelis, La giudeofobia in Russia. Dal libro del kahal ai Protocol-li dei savi di Sion, Torino, Bollati Boringhieri 2001.

    57 Cesare G. De Michelis, La giudeofobia in Russia, cit., pp. 27-28.58 Uno dei figli di Scharf, la cui testimonianza fu usata per incolpare i

    genitori, allepoca aveva cinque anni.

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    rabbia della popolazione, trovando dei validi alleati in molte delleautorit locali, tra cui lo stesso giudice istruttore incaricato di svol-gere le indagini. Sullaltro versante, si mobilitarono importanti espo-nenti della cultura e della politica, tra cui Lajos Kossuth. Nonostan-te il clima intimidatorio nel quale si tenne il dibattimento, il verdet-to finale decret il proscioglimento degli imputati da ogni accusa.Per gli ambienti antisemiti, la sentenza di assoluzione venne pergiudicata come lultimo atto, anzi la riprova, di una macchinazioneorganizzata dagli ambienti dellebraismo per scagionare un correli-gionario59 .

    Neppure dieci anni dopo, un altro episodio di cronaca fece nuo-vamente gridare allomicidio rituale. Il 29 giugno 1891, nella locali-t tedesca di Xanten, Johann Hegemann, un bambino di cinque anni,venne ritrovato morto con la gola tagliata. I sospetti, formulati coninsistenza sulla stampa locale, si indirizzarono su Adolf (Wolff)Buschoff, il macellaio della locale comunit israelita, la cui stallaera vicina al luogo del ritrovamento del corpo. A met ottobre, alculmine di una violenta campagna antisemita, Buschoff venne ar-restato, salvo poi essere scarcerato per mancanza di prove. La noti-zia del rilascio di Buschoff scaten una nuova ondata di proteste: leautorit locali furono accusate di aver ceduto alle pressioni degliebrei, di essere state corrotte per liberare lautore di un odioso delit-to. Il fatto assunse presto una valenza politica, arrivando fino aibanchi della Dieta Prussiana. Gli ultraconservatori chiesero la ria-pertura delle indagini, con il risultato che Buschoff venne nuova-mente arrestato. Il processo ebbe una vasta eco anche fuori dai con-fini della Germania, mobilitando autorevoli testate come il New YorkHerald e il Corriere della Sera. Anche in questo caso, il verdetto fu diassoluzione60 .

    59 Anche a distanza di anni, questa convinzione era talmente salda daessere rilanciata da Arnold Leese, esponente del movimento fascista e razzi-sta inglese, in un suo libello pubblicato nel 1938. La sintesi del caso Scharfche Leese forn in quella occasione, riprende infatti tutte la argomentazionisollevate dai colpevolisti, allindomani del proscioglimento. Al di l dei rife-rimenti al caso specifico, il senso delle accuse era chiaro: la potente Interna-zionale ebraica aveva comprato il processo. Arnold Spencer Leese, MyIrrelevant Defence. Being Meditations Inside Gaol and Out in Jewish Ritual Mur-der, London, I.F.L. Printing and Publishing Co. 1938.

    60 Lomicida non fu mai individuato, anche se nel corso del dibattimen-to non venne neppure esclusa la possibilit che il piccolo fosse rimasto vitti-ma di un tragico incidente.

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    Secondo meccanismi analoghi a quelli psicologici individuali,in determinate circostanze, frutto di condizioni (e condizionamen-ti) ambientali, stati prolungati di ansia ed insicurezza provocati daminacce reali o solo presunte, alcuni settori sociali si abbandonanoallisteria collettiva61 . Per quanto riguarda lantisemitismo, in unpamphlet dedicato alla Francia, Gabriel Terrail, individu in dueeventi sconvolgenti i motivi della rinascita di questo sentimento:un evento finanziario, la catastrofe dellUnion gnrale e uno po-litico, la catastrofe del boulangismo62 .

    Nel gennaio 1882 i titoli dell istituto di credito cattolico UnionGnrale, collocati perlopi tra laristocrazia, lalto clero e la borghesiaconservatrice, subirono un clamoroso tracollo. Quello che ne segu fulennesimo scandalo della giovane Terza Repubblica francese che coin-volse il mondo del credito e della finanza e gli ambienti politici e digoverno che, a diverso titolo, erano intervenuti per salvaguardare iloro interessi. Nel clima di incertezza seguito al crac, gli investitori an-darono alla ricerca di un responsabile della loro rovina. La Banca, sidisse, era stata fatta fallire intenzionalmente dalla finanza ebraica pereliminare una pericolosa rivale.

    La diffidenza e lostilit verso gli ebrei si accrebbe ulteriormen-te durante la convulsa fase politica del boulangismo. Nel 1889, ilgenerale Boulanger, in previsione della imminente campagna elet-torale, avvi dei contatti con il barone de Billing, diplomatico diorigini alsaziane legato alla famiglia Rotschild. Attraverso Billing,Boulanger intendeva finanziare e sostenere i propri candidati inAlgeria, dove operava una comunit ebraica forte ed influente. Glistessi ambienti boulangisti, contrari a questo accordo, decisero perdi decretarne il fallimento. La notizia venne passata alla stampa e ilprogetto Billing fall63 . Sulla scia di queste rivelazioni, londata diantisemitismo mont ulteriormente. Gli ebrei francesi furono accu-sati di complottare contro le istituzioni e di aver creato un partitoocculto64 .

    61 Su questi meccanismi del comportamento collettivo in chiave storicacfr. Istvn Bib, Isteria tedesca, paura francese, insicurezza italiana, cit.

    62 Gabriel Mermeix [Gabriel Terrail], Les antismites en France. Notice surun fait contemporain, Paris, Dentu 1892.

    63 Alla fine, gli ebrei di Algeria votarono contro il candidato boulangista.64 Nel 1890 douard Drumont decise di sfruttare questo sentimento

    dando vita alla Lega Nazionale Antisemita di Francia. Alla fine, gli interessidella destra conservatrice e antisemita, in parte rappresentati dal movimen-to di Drumont, si saldarono con il populismo dei boulangisti, dando vita ad

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    Negli anni Ottanta in Francia, lostilit nei confronti degli ebreiaveva cos assunto la connotazione di un diffuso antisemitismopopolare65 . Come scrisse Bernard Lazare, lantisemitismo non soloera di nuovo fortemente presente, ma si avvaleva di nuove argo-mentazioni rispetto a quelle utilizzate in passato66 . La Grande pa-ura dei benpensanti, per parafrasare il titolo di uno scritto di Ge-orges Bernanos incentrato, tra laltro, sul leader dellantisemitismoDrumont67 , e questo antisemitismo popolare si saldarono in oc-casione del caso di spionaggio che coinvolse il capitano AlfredDreyfus.

    LAffaire Dreyfus scoppi nel settembre 1894, quando il contro-spionaggio francese entr in possesso di un documento contenenteun elenco dettagliato (bordereau) di materiale segreto consegnatonelle mani delladdetto militare presso lambasciata tedesca di Pa-rigi, il colonnello Max von Schwartzkoppen. Il bordereau, contenen-te specifiche su armamenti in dotazione allartiglieria francese co-perti da segreto militare e conservati presso lo Stato maggiore, erastato scritto da un agente al soldo del nemico. Ulteriori indaginirivelarono alcuni possibili indizi sullidentit della spia. Emerse cheun certo uomo dei forti della Mosa o sua madre avevano rice-vuto 300 franchi come ricompensa per il tradimento. Venne quindiintercettata una comunicazione riservata tra Schwartzkoppen e ilcolonnello Panizzardi (attach militare presso lambasciata dItalia,allepoca alleata della Germania), nella quale si parlava di docu-menti forniti dal furfante D.. Riassumendo: il traditore lavoravanello Stato maggiore; aveva accesso a documentazioni riguardantilarma dellartiglieria; aveva qualche legame con la regione dellaMosa o comunque con lAlsazia. Di lui si conosceva la calligrafia e,soprattutto, liniziale del nome o del cognome: la lettera D.

    In un primo momento, i sospetti ricaddero su un impiegatodellIstituto di cartografia che per venne presto scagionato. La spia,infatti, era con tutta probabilit un ufficiale che doveva aver acces-

    una alleanza politica che dette i suoi maggiori frutti soprattutto in provincia.65 Cfr. Michael Robert Marrus, Antisemitismo popolare, in LAffare Dreyfus.

    La storia, lopinione, limmagine, a cura di Norman L. Kleeblatt, Torino, BollatiBoringhieri 1990, pp. 95-107.

    66 Cfr. Bernard Lazare, LAntismitisme. Son histoire et ses causes, Paris,Lon Challey 1894. Per un quadro dellantisemitismo in Francia in questianni cfr. Michael Robert Marrus, Les Juifs de France lpoque de lAffaire Dreyfus,Paris, Calmann-Levy 1972.

    67 Georges Bernanos, La grande peur des bien-pensants, Paris. Grasset 1931.

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    so alle varie sezioni comprese quelle riservate del ministero.Secondo le regole organizzative interne dello Stato maggiore cisignificava che doveva trattarsi di un ufficiale ancora in attesa diassegnazione. Il colonnello Jean Sandherr, incaricato di investigare,si fece consegnare la lista degli ufficiali in servizio provvisorio tra lecui iniziali vi fosse la lettera D: immediatamente venne fuori ilnome di Alfred Dreyfus. Furono predisposte delle perizie calligra-fiche: le scritture si somigliavano. Per Sandherr era pi che suffi-ciente: avevano trovato la spia. Il 15 ottobre 1894, il capitano Dreyfusricevette la notifica dellordine di arresto per alto tradimento e futrasferito nel carcere militare di Cherche-Midi.

    La notizia che era stato compiuto un arresto usc sui giornali il29 ottobre. In un clima di germanofobia e di paranoia spionistica, il31 ottobre, grazie alle indiscrezioni del maggiore Hubert-JosephHenry, zelante accusatore di Dreyfus, i giornali resero finalmentedi pubblico dominio il nome dellarrestato. Per laccusa tutto com-baciava: Dreyfus aveva accesso al tipo di documentazione trafuga-ta, era capitano di artiglieria, era alsaziano (dunque parlava fluen-temente il tedesco) e la sua calligrafia somigliava a quella del tradi-tore. Aveva un carattere spigoloso (che contribuiva a renderlo invi-so a molti colleghi) e, soprattutto, era ebreo, il che lo rendeva auto-maticamente sospetto di scarso patriottismo.

    La campagna di stampa colpevolista fu capeggiata da giornalicome la Libre Parole, da fogli clericali come la Croix e il Peuple Franais,dallIntransigeant di Henri Rochefort e dal giornale realista La Ga-zette de France. Questa corrente dopinione trov il sostegno degliambienti aristocratici, clericali e conservatori e soprattutto della pic-cola borghesia, stanca dei continui scandali, delusa ed insoddisfat-ta della classe politica. Gli stessi ambienti militari, desiderosi di chiu-dere al pi presto lo scandalo, favorirono ulteriori fughe di notizieche confermavano e anzi aggravavano le accuse68 . Addirittura, ilministro della Guerra, il generale Auguste Mercier, si affrett a di-chiarare a giornali autorevoli quali Le Figaro e Le Matin che Dreyfusera stato per lungo tempo in contatto con una potenza nemica dellaquale non poteva rivelare il nome, ma che non era n lAustria-Unghe-ria, n lItalia. Alcuni giornali scrissero che Dreyfus si era vendutoalla Germania per pagare i debiti di gioco; altri perch si era inva-ghito di una femme fatale di origini italiane che in realt era un agen-

    68 Su questi aspetti e pi in generale sulle posizioni dellesercito duran-te il caso cfr. Andr Bach, Larme de Dreyfus. Une histoire politique de larmefranaise de Charles X lAffaire, Paris, Tallander 2004.

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    te nemico; altri ancora che aveva rapporti con circoli ebraici deditiallo spionaggio. Ad un certo punto circol addirittura la notizia poi smentita che il il miserabile indegno ufficiale avesse confes-sato.

    Quando si riun la corte marziale, Dreyfus, oggetto di un vero eproprio linciaggio mediatico, era di fatto gi stato giudicato dal-lopinione pubblica. Nonostante non esistessero prove concrete, fucondannato alla degradazione, al congedo con infamia e allerga-stolo, da scontare nel penitenziario della terribile Isola del Diavolo,al largo della Guyana francese. Le immagini di Dreyfus privo dellemostrine e dei gradi circolarono ovunque e la cerimonia della de-gradazione, immortalata dagli illustratori nel momento in cui la suaspada da ufficiale veniva spezzata in due davanti ai suoi occhi,mentre era fisso sugli attenti, fin su tutti i giornali popolari. Nonsi trattato della degradazione di un singolo uomo, macchiatosi diun crimine individuale, scrisse La Libre Parole stata messa anudo linfamia di unintera razza69 .

    Il caso pareva chiuso. Il processo e la condanna ebbero dellepesanti ripercussioni. Negli ambienti dellesercito francese, innan-zitutto, il clima di diffidenza ed ostilit nei confronti dei pochi uffi-ciali ebrei divenne insostenibile. Considerati traditori, molti furonoindotti ad abbandonare il servizio. Le teorie del complotto ebraicosi alimentarono di nuove argomentazioni e proliferarono non sol-tanto in Francia ma anche oltre i suoi confini, soprattutto in queipaesi dove pi forti erano i sentimenti antisemiti. In Russia, tra ivari libelli che riprendevano il tema della cospirazione ebraica, ebbead esempio una discreta diffusione uno intitolato Il segreto degli ebrei(1895). Secondo lanonimo estensore, era la formula rivoluzione-ebraismo-massoneria a costituire il pericolo mortale per i fautoridel partito dellordine in Russia e, pi in generale, per lintera cri-stianit europea:

    Nella politica rivoluzionaria di base nella massoneria ebraica inRussia si cela una curiosa doppiezza, e precisamente una solidarietorganica, contemporaneamente, con i due antipodi del movimento an-tigovernativo, in linea teorica inconciliabili tra loro, e solo con essi: a.quello moderato, liberal borghese; b. quello dei socialisti estremisti.

    Linvisibile mano massonica guida con uguale sollecitudine entram-bi i gruppi summenzionatim malgrado la piena inconciliabilit, par-

    69 Cit. in William L. Shirer, La caduta della Francia. Da Sedan alloccupazio-ne nazista, Torino, Einaudi 1971, p. 44.

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    rebbe, dei loro fini ultimi: mentre i progetti del primo tendono solo auna modesta Costituzione, il secondo sogna la catastrofe da incubo dellademolizione completa di tutto lordine sociale esistente70 .

    Nel marzo 1896, proprio quando le polemiche sulla condannaa Dreyfus sembravano sul punto di sopirsi, il nuovo capo della se-zione statistica del ministero della Guerra, il maggiore Georges Pi-cquart, giunse in possesso di una lettera spedita per posta pneuma-tica (comunemente chiamata petit bleu). Il documento provava sen-za ombra di dubbio che il maggiore Esterhazy, assegnato allo Statomaggiore, passava regolarmente informazioni al colonnello Schwar-tzkoppen. Unanalisi pi attenta del petit bleu mise in evidenza unelemento sconcertante: la calligrafia di Esterhazy era la stessa di quelladel bordereau. Il traditore era quindi sempre stato Esterhazy, il qua-le, da accanito giocatore dazzardo e tombeur de femme, era ricorsoallo spionaggio per ripianare i propri debiti.

    Picquart inform immediatamente il vicecapo di Stato maggio-re, il generale Gonse, ma ricevette lordine esplicito di non renderepubblica la cosa, per evitare di coinvolgere lesercito in un nuovoscandalo. Picquart non gli dette ascolto: nel novembre 1897, il casofu riaperto con lavvio di una indagine nei confronti di Esterhazy.La pubblicazione su Le Figaro di un articolo di Zola a difesa diDreyfus riaccese anche lo scontro tra innocentisti e colpevolisti. Inun clima di isteria collettiva che non aveva conosciuto eguali inpassato, lintera societ francese partecip a questo dibattito. Vi fu-rono sottoscrizioni e raccolte di finanziamenti per sostenere luna elaltra causa, dimostrazioni, disordini di piazza, perfino duelli. Scrit-tori, artisti, intellettuali, politici e gente comune: tutti presero posi-zione e si scontrarono duramente. La battaglia si gioc anche sulterreno della caricatura e della satira, impegnando le matite e lepenne pi famose di Francia e dEuropa71 . Ad un certo punto, i col-pevolisti parvero prevalere: Zola, in prima fila tra coloro che chie-devano la riabilitazione di Dreyfus, fu condannato ed esiliato peravere scritto articoli giudicati diffamatori (come il celebre Jaccuse,

    70 Il segreto degli ebrei, cit. in Cesare D. De Michelis, La giudeofobia in Rus-sia, cit., p. 74.

    71 Cfr. John Grand-Carteret, LAffaire Deryfus et lImage. 266 caricaturesfranaises et trangres, Paris, Flammarion 1898; Dreyfus-Bilderbuch. Karikatu-ren aller Vlker uber die Dreyfus-Affre, Berlin, Eysler 1899. Un quadro com-plessivo in Norman L. Kleeblatt, LAffaire Dreyfus: una testimonianza visiva, inLAffare Dreyfus. La storia, lopinione, limmagine, cit., pp. 3-61.

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    pubblicato sullAurore nel gennaio 1898). Esterhazy, ritenuto dagliantisemiti oggetto di una vergognosa campagna diffamatoria or-chestrata dalla cospirazione ebraica, venne scagionato dalle accuse.

    Tutto cambi nel corso dellestate del 1898, quando il ministrodella Guerra, Cavaignaic, colpevolista, per un eccesso di zelo com-mise lerrore di rendere per la prima volta di pubblico dominio idocumenti sulla base dei quali si era giunti allincriminazione e allacondanna di Dreyfus. Picquart, che nel frattempo aveva lasciatolesercito, ebbe cos modo di dimostrare pubblicamente che queidocumenti in parte non si riferivano a Dreyfus e in parte erano unfalso marchiano. Una macchinazione cera effettivamente stata,dunque, ma non ad opera della Internazionale nera del sionismo,come sostenevano molti antidreyfusards, ma, semmai, per mano deimilitari. A costruire il falso era tra laltro stato proprio Henry, coluiche in aula aveva teatralmente indicato Dreyfus, dandogli del tra-ditore. Esterhazy, definitivamente messo alle strette, fugg alleste-ro allinizio di settembre. Vi furono nuove tensioni, con scontri edisordini che addirittura culminarono in un tentativo di colpo diStato ad opera del poeta Paul Deroulde, colpevolista e fondatoredella Ligue des Patriotes. La riapertura del processo fu decisa nellaprimavera del 1899.

    Un primo processo, a Rennes, si concluse con una nuova con-danna di Dreyfus a dieci anni, anche se con il riconoscimento dellecircostanze attenuanti. Il 19 settembre 1899, pochi giorni dopo lasentenza, giunse comunque la grazia presidenziale. Dreyfus la ac-cett ma chiese comunque una piena riabilitazione che sarebbe giun-ta soltanto nel luglio del 190672 . Il caso era comunque ormai chiusoe uno dei maestri del cinematografo doltralpe, Georges Mlis neripercorse le fasi pi salienti, secondo la consuetudine dellepoca,in un film-documentario, primo di numerosi altri adattamenti73

    72 Dreyfus fu reintegrato nellesercito con lantico grado di capitano ericevette la Legion donore. Picquart, fu anchegli reintegrato nellesercitocol grado di generale e divenne pochi mesi dopo ministro della Guerra. Zola,uno dei pi accaniti sostenitori dellinnocenza di Dreyfus, non visse tanto daassistere a questa piena riabilitazione. Mor infatti nel 1902.

    73 LAffaire Dreyfus di Georges Mlis, cortometraggio, naturalmente muto,di 10 minuti del 1899 fu poi ripercorso nel 1908 da unaltra pellicola, dallostesso titolo, di Lucien Nonguet. La storia di Dreyfus fu poi rievocata neglianni Trenta da tre pellicole, una tedesca, Dreyfus (1930) di Richard Oswald,una inglese di F.W. Kraemer e Milton Rosmer, Dreyfus the Case (1931) e, indiret-tamente, in una statunitense di William Dieterle, The Life of Emile Zola (1937).

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    Lo spettro del complotto ebraico e, pi in generale, lantisemi-tismo emersi durante laffaire avevano rappresentato, come conclu-deva Henri Dagan in un libro-inchiesta del 1899, il supremo sfor-zo tentato dalla coalizione fatta di rimasugli di partiti politici dimantenere unite le sue mille anime74 . Il caso, insomma, era statovolutamente gonfiato per finalit che nulla avevano a che vederecon la vicenda spionistica in s. E Dreyfus, colpevole o innocenteche fosse, rappresentava il capro espiatorio ideale per una simileoperazione. Lanno successivo alla sua definitiva riabilitazione,Anatole France chios causticamente su quanto era avvenuto in al-cuni passi del romanzo Lisola dei Pinguini. Il malcapitato Pyrot (al-ter ego di Dreyfus), accusato di aver trafugato ottantamila balle difieno finisce al centro di un intrigo pi grande di lui, che cela in-credibili trame e giochi di potere e che costituisce un impietoso attodi accusa contro lopinione pubblica ed i benpensanti di Pinguinia(la Terza Repubblica francese):

    Che Pyrot avesse rubato le ottantamila balle di fieno, nessuno esi-t un attimo a crederlo. Non vi furono dubbi, perch il mistero checircondava lo scandalo non permetteva al dubbio, che ha bisogno dimotivi, di sorgere: non si dubita senza ragione come si crede senza ra-gione. Non nacquero dubbi, anche perch il fatto era sulle bocche ditutti e per il popolo tanto bastava per stabilire la verit. Inoltre nonsorsero dubbi perch si desiderava che Pyrot fosse colpevole, e facil-mente si crede ci che si desidera, e infine, perch la facolt di dubitare rara fra gli uomini: solo un numero molto limitato di intelletti ne por-ta in s i germi, che non si sviluppano senza cultura. una facolt rara,raffinata, filosofica, immorale, trascendente, mostruosa, piena di mali-zia, pericolosa per le persone e le propriet, ostile alla polizia degli statie alla prosperit degli imperi, funesta per lumanit, negatrice dei prin-cpi divini, disprezzata dal cielo e dalla Terra. La massa dei pinguiniignorava il dubbio; credeva nella colpevolezza di Pyrot e quella fededivenne subito uno dei capisaldi dellopinione pubblica nazionale euna delle verit essenziali del suo credo patriottico75 .

    74 Henri Dagan, Enqute sur lAntismitisme, Paris, P.V. Stock 1899, p. 95.Nella prima parte, il libro di Dagan si avveleva dei contributi sul tema del-lantisemitismo, raccolti in forma di intervista o di intervento scritto, di per-sonaggi quali mile Zola, Georges Renard, Cesare Lombroso, mile Durkhe-im, Achille Loria.

    75 Anatole France, Lisola dei Pinguini, cit., pp. 190-191.

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    Proprio mentre il caso Dreyfus stava per giungere al suo epilo-go, nellEuropa dellEst gli antisemiti aprivano un altro fronte. Il 29marzo 1899, la diciannovenne Anezka Hruzov, che lavorava comerammendatrice nella cittadina boema di Poln, scomparve in circo-stanze misteriose. Tre giorni dopo, il suo corpo fu rinvenuto in unbosco vicino con la gola tagliata e le vesti lacerate. Questi particola-ri e il fatto che quel giorno coincidesse con la Pasqua ebraica feceimmediatamente gridare allomicidio rituale. Le voci crebbero quan-do si diffuse la notizia che sul luogo del delitto era stata rinvenutauna corda che, si disse, era servita a strangolare la giovane se nonaddirittura, come asserirono poi i colpevolisti, a sollevarne il corpoin modo tale da poter meglio compiere le sevizie che la cerimoniaimponeva. Le autorit fermarono tutti i possibili sospetti. Tra que-sti, cera un ebreo: Leopold Hilsner.

    Hilsner, che allepoca aveva ventidue anni, era un vagabondocon disordini mentali che afferm un testimone il giorno dellascomparsa di Anezka si aggirava in compagnia di altri due ebreiproprio nei pressi del bosco in cui sarebbe poi stato tro