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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE e AMBIENTALE Sezione Geotecnica Liquefazione dei terreni in condizioni sismiche Prof. Ing. Claudia Madiai INTRODUZIONE prof. ing. Claudia Madiai Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica Definizioni In senso stretto ‘liquefazione’ è lo stato fisico in cui può venire a trovarsi un terreno sabbioso saturo quando la sua resistenza al taglio si riduce drasticamente per effetto dell’incremento e dell’accumulo delle pressioni interstiziali In senso ampio con il termine ‘liquefazione’ si indicano differenti fenomeni fisici (liquefazione ciclica, mobilità ciclica, fluidificazione) molto diversi tra loro, osservati nei materiali granulari saturi durante l’applicazione di carichi dinamici e ciclici in condizioni non drenate 2

Liquefazione dei terreni in condizioni sismichepeople.dicea.unifi.it/clau/13a Liquefazione AA-2012_13.pdf · 1. Che cos’è la liquefazione e perché accade ’m = tensione efficace

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE e AMBIENTALE Sezione Geotecnica

Liquefazione dei terreni in condizioni sismiche

Prof. Ing. Claudia Madiai

INTRODUZIONE

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Definizioni

In senso stretto ‘liquefazione’ è lo stato fisico in cui può venire a trovarsi un terreno sabbioso saturo quando la sua resistenza al taglio si riduce drasticamente per effetto dell’incremento e dell’accumulo delle pressioni interstiziali

In senso ampio con il termine ‘liquefazione’ si indicano differenti fenomeni fisici (liquefazione ciclica, mobilità ciclica, fluidificazione) molto diversi tra loro, osservati nei materiali granulari saturi durante l’applicazione di carichi dinamici e cicliciin condizioni non drenate

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2

La liquefazione dei depositi e dei pendii durante i terremoti è una delle principali cause di danno ed è perciò uno dei fenomeni più studiati dal punto di vista geotecnico

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

INTRODUZIONE

punto di vista geotecnico

Lo studio è affrontato a diverse scale e con diversi approcci: Osservazione e analisi di ‘casi reali’ hanno evidenziato: manifestazioni diverse nei depositi e nei pendii siti più predisposti di altri verificarsi del fenomeno in relazione alla severità del terremoto

Indagini in sito e di laboratorio hanno consentito di:

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Indagini in sito e di laboratorio hanno consentito di: caratterizzare i depositi interessati o meno da fenomeni di liquefazione riprodurre il fenomeno in laboratorio mediante prove cicliche

Analisi teoriche e numeriche hanno permesso: la modellazione teorica del fenomeno la simulazione numerica con verifica dei modelli

Le conoscenze acquisite mediante lo studio alle diverse scale e con i diversi approcci hanno evidenziato che:

è

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INTRODUZIONE

l’occorrenza di fenomeni di liquefazione è legata alla combinazione di fattori ‘predisponenti’ (natura dei terreni) e fattori ‘scatenanti’ (sisma); in mancanza di uno di tali fattori i terreni non arrivano a liquefazione

è possibile effettuare affidabili previsioni del rischio di liquefazione e proteggersi dagli effetti distruttivi legati a questo fenomeno con una opportuna scelta dei siti di costruzione e/o con interventi sui terreni e sulle opere di fondazione

e hanno consentito di approfondire i seguenti aspetti:1. che cos’è la liquefazione e perché accade2. quando e dove può verificarsi3. evidenze ed effetti alla scala del manufatto e del territorio 4. come si può valutare il rischio di liquefazione5. come è possibile mitigarne gli effetti

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1. Che cos’è la liquefazione e perché accade

Per capire cos’è la liquefazione occorre esaminare lo stato di sforzoprima e durante lo scuotimento sismico

i l t di l di t

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in un elemento di volume di terreno all’interno del deposito

Un terreno granulare saturo è costituitoda un insieme di grani a contatto tra loroe da acqua interstizialeLa resistenza è di tipo frizionale, dipendesolo dalla tensione media di contatto (’)solo dalla tensione media di contatto ( ) e può essere espressa ad es. dallarelazione di Mohr-Coulomb:= ’ tg’ = (-u) tg’

(: tensione totale; u: pressione interstiziale)

55

Durante lo scuotimento sismico (carico dinamico e ciclico) si realizzano

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1. Che cos’è la liquefazione e perché accade

condizioni non drenate l’acqua rimane intrappolata nei vuoti e la pressione interstiziale varia di ucon conseguente variazione della resistenza al taglio: = ’ tg’ = (-u-u) tg’

Se la deformazione di taglio indottaSe la deformazione di taglio indotta dalla sollecitazione è maggiore di v, la u media è progressivamente crescente la resistenza al taglio può ridursi drasticamente fino ad annullarsi (per u= ’iniziale) e il terreno tende a comportarsi come un fluido viscoso

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Prima dello scuotimento sismicoun generico elemento di volume

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1. Che cos’è la liquefazione e perché accade

un generico elemento di volume all’interno di un deposito è soggetto, rispettivamente sui piani orizzontale e verticale, agli sforzi normali efficaci 'v e ’h nonché ad eventuali sforzi di taglio D(driving stresses)(parte della resistenza disponibile in

vD (parte della resistenza disponibile in

direzione orizzontale e verticale è mobilitata per contrastare gli sforzi di taglio D)

h

77

Durante il terremoto l’elemento di volume è soggetto a sforzi

i ti i di t li lt ti

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1. Che cos’è la liquefazione e perché accade

aggiuntivi di taglio alternati cyc

Tali sforzi inducono nei terreni sciolti la tendenza ad una diminuzione di volume che, essendo impedita (condizioni non drenate), genera un incremento della pressione interstiziale d d i d ll i id

’v

D

’h

cyc

’v

cyc

D

’h

degradazione della rigidezza deformazioni sempre più elevate

Sforzi efficaci (e resistenza) si riducono e possono giungere ad annullarsi il terreno si comporta come un fluido viscoso

maxu

t

cyc

t

88

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Effetti della perdita di resistenza del terreno per liquefazione

'

'n

o,ff)u(

inizialeefficacesforzo

inizialetaglioalresistenza

'n

o,f

Nell’ipotesi che valga il criterio di rottura di Mohr-Coulomb:

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Ribaltamento di edifici

nrotturadigiacituraallanormale

Ribaltamento e spostamento laterale di opere di sostegno

Movimenti franosi

99

Fenomeni inclusi nel termine’ liquefazione’D= sforzo di taglio statico prima del terremotor= resistenza al taglio non drenata residua

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1. Che cos’è la liquefazione e perché accade

r g’m = tensione efficace media

rD

Fluidificazione

r

D

sforzo statico prima

sforzo statico prima del terremoto

Mobilità ciclica’m 0

rD

rD

sforzo statico prima del terremoto

r

D0

rD0

Liquefazione ciclica’m 0

1010

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Fenomeni e severità del danno

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1. Che cos’è la liquefazione e perché accade

Liquefazione ciclica (cyclic liquefaction)Assenza di sforzi di taglio necessari per l’equilibrio statico (p.c. orizzontale e assenza di carichi in superficie) Non produce danni

Mobilità ciclica (cyclic mobility)Sforzi di taglio necessari per l’equilibrio statico inferiori alla resistenza al taglio dopo il terremoto Deformazioni permanenti limitate,

t ti l t li di ti tt ti

1111

spostamenti laterali, cedimenti, smottamenti

Fluidificazione (flow liquefaction)Sforzi di taglio necessari per l’equilibrio statico superiori alla resistenza al taglio dopo il terremoto Deformazioni permanenti elevate,

collassi di fondazioni e opere di sostegno, frane

La liquefazione ciclica è un caso particolare di mobilità ciclica

E’ importante soprattutto perché i metodi di previsione della l f f f

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1. Che cos’è la liquefazione e perché accade

liquefazione fanno riferimento a questo caso

Superficie libera

cyc

’h

’v

’h

’v

cyc

t

cyc

cyc

1212

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prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

2. Quando e dove può verificarsi la liquefazione

La liquefazione è influenzata da:

CARATTERISTICHE comportamento contraente o dilatante, funzione dello stato di

addensamento (Dr , e) e della pressione media efficace di confinamento (0)

distribuzione granulometrica (D50, Uc, CF) storia tensionale (OCR) grado di saturazione (Sr) condizioni di drenaggio (impedito o semimpedito, ad es. dalla

CARATTERISTICHE DEL TERRENO

1313

condizioni di drenaggio (impedito o semimpedito, ad es. dallapresenza di stati drenanti intercalati ai terreni liquefacibili)

sforzi di taglio statici preesistenti e resistenza residua (D , r)

CARATTERISTICHE DELLA AZIONE SISMICA ampiezza dello sforzo di taglio ed inversione degli sforzi

La liquefazione generalmente avviene quando sono verificate simultaneamente le seguenti condizioni:

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2. Quando e dove può verificarsi la liquefazione

Condizioni del terreno :(fattori predisponenti, influiscono su ’iniziale) Profondità dello strato < 15÷20 m dal p.c.

Profondità della falda < 5 mDensità relativa Dr < 60 %)Diametro medio 0.02 mm < D50< 2 mm

Condizioni sismiche : (fattori scatenanti, influiscono su u) Magnitudo > 5.5

PGA > 0.15 gdurata > 15-20 sec

Frazione di fini (< 0.005 mm) < 15%

1414

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8

CASOM Dr

(%)amax

(g)durata

(s)Periodo

(s)Lique-fazione

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

2. Quando e dove può verificarsi la liquefazione

Niigata(1964)

7.5 53 0.16 40 0.80 Sì

Niigata(1964)

7.5 64 0.16 40 0.80 Sì

Alaska(1964)

9.2 50 0.15 180 1 Sì

Alaska(1964)

9.2 99 0.12 180 1 No(1964)

Tokachioki(1968)

7.8 80 0.21 45 1 No

Tokachioki(1968)

7.8 55 0.18 45 1 Sì

S.Fernando(1971)

6.6 30 0.40 15 0.40 Sì

1515

Caso M ’0(kPa) NSPT N’

Lique-fazione

Niigata 7.564 12 14 No

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2. Quando e dove può verificarsi la liquefazione

(1964)64 12 14 No

Niigata(1964)

7.564 6 6.9 Sì

Alaska(1964)

9.258 5 5.5 Sì

Alaska(1964)

9.276 5 5.5 Sì

TokachiokiTokachioki(1968)

7.8 41 14 18 No

Tokachioki(1968)

7.8 41 6 7.8 Sì

Tokachioki(1968)

7.8 26 4 5.8 Sì

’0 : tensione efficace media di confinamentoN’ : valore di NSPT corretto e normalizzato 1616

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osservazione di ‘casi reali’ di liquefazione

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2. Quando e dove può verificarsi la liquefazione

CSR

liquefazione

0.2

0.3

qe non liquefazione

CSR = sforzo di taglio indotto dall’azione sismica (normalizzato rispetto alla pressione litostatica efficace)

(N1) 6010 20

non liquefazione0.1

30

(N1)60 = numero di colpi della STP (corretto e normalizzato)

1717

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2. Quando e dove può verificarsi la liquefazione

terreni suscettibili di liquefazione

1818

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La liquefazione si può verificare nei seguenti siti:

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2. Quando e dove può verificarsi la liquefazione

q p g

in prossimità di mari, fiumi, laghi, baie, oceani, spiagge, depositi fluviali, estuari, pianure

aree portuali

depositi sabbiosi olocenici e pleistocenici sciolti con falda molto superficiale (H < 5m)

prima durante

1919

Le manifestazioni associate alla liquefazione sono numerose e molto varie:

3. Evidenze ed effetti in sito

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crateri, vulcanelli, fuoriuscite di acqua e sabbia

grandi oscillazioni e rotture del terreno

abbassamenti e sollevamenti del terreno

movimenti orizzontali del terreno (lateral spreading)

movimento di masse fluide / collasso in pendii naturali e artificialiartificiali

perdita di capacità portante delle fondazioni

galleggiamento di opere sotterranee

collasso di opere di sostegno e banchine portuali

2020

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Liquefazione ciclica - deposito sabbioso omogeneoGetti d’acqua e sabbia

(dissipazione delle pressioni

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3. Evidenze ed effetti in sito

crateri

cedimenti

interstiziali in eccesso)

prima durante dopo

particelle di sabbia sciolta a contatto tra loro

(> 0)

perdita dei contatti per accumulo di u

fino a che 0

dissipazione di u, recupero dei contatti, addensamento

delle particelle2121

Getti d’acqua e sabbia

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Liquefazione ciclica - deposito sabbioso con copertura di terreno non liquefacibile

3. Evidenze ed effetti in sito

Getti d acqua e sabbia(dissipazione delle pressioni

interstiziali in eccesso)

Vulcanelli di sabbia

Terreno sabbioso

Terreno non liquefacibile

cedimenti

prima durante dopo

2222

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Schemi di manifestazioni di liquefazione ciclicaCratere (vent)

Sabbia NS

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3. Evidenze ed effetti in sito

Strato NL

Avvallamenti

Cratere con acqua

Sabbia NS

Sabbia NS

Cratere con riempimento

Sabbia SL

manifestazioni associate a grandi oscillazioni

Rotture

Sabbia SL

Strato NL

Sabbia SL

Strato NL

GrabenandBoil_110104.mo

Vulcanelli di sabbia (sand boils)

Strato NL

Sabbia SL

Strato NL

Sabbia SLVulcanelli di sabbia convessi

NL= non liquefacibileNS = non satura SL = satura liquefacibile

2323

Fessure di sabbia

Sabbia SL

Strato NL

Sabbia SL

Crateri e vulcanelli

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Loma Prieta, California, 1989 - M=7.1

2424

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13

Crateri e vulcanelli

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Emilia Romagna, 2012 - M=5.9

2525

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Testimonianza storica del terremoto di Rimini, 1875 - M=5.7 ,

2626

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14

Rotture del terreno/fuoriuscite di acqua e sabbia

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Taiwan, 1999 - M=7.6

2727

Rotture del terreno/fuoriuscite di acqua e sabbia

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Taiwan, 1999 - M=7.6

2828

Emilia Romagna, 2012 - M=5.9

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15

Fuoriuscite di acqua e sabbia / formazione di laghi

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Kokaeli, Turkey, 1999 - M=7.6

2929

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Fuoriuscite di acqua e sabbia

3030Niigata, Japan, 2004 - M=6.8

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16

Fuoriuscite di acqua e sabbia

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

3131

Emilia Romagna, 2012 - M=5.9

Rotture del terreno/fuoriuscite di acqua e sabbia

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Emilia Romagna, 2012 - M=5.9

3232

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17

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Schemi di manifestazioni di mobilità ciclica3. Evidenze ed effetti in sito

grandi oscillazioni e rotture del terreno

abbassamenti e sollevamenti del terreno3333

Abbassamenti e sollevamenti del terreno

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Loma Prieta, California, 1989 - M=7.1

3434

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18

Abbassamenti e sollevamenti del terreno

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3535

Emilia Romagna, 2012- M=5.9

Abbassamenti del terreno

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Niigata, Japan, 2004 - M=6.8

3636

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19

Abbassamenti del terreno

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Kocaeli , Turkey, 1999 - M=7.63737

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Schemi di manifestazioni di mobilità ciclica3. Evidenze ed effetti in sito

movimenti orizzontali del terreno (lateral spreading)

3838

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20

Lateral spreading

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Loma Prieta, California, 1989 - M=7.13939

Movimento di grandi masse dovuto a lateral spreading

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Kocaeli , Turkey, 1999 - M=7.6Tipico profilo dei terreniad Adapazari, Turkey

4040

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21

Lateral spreading

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

4141

Emilia Romagna, 2012- M=5.9

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Schemi di manifestazioni di fluidificazione3. Evidenze ed effetti in sito

4242movimento di masse fluide/collasso in pendii naturali e artificiali

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22

Movimento di masse fluide e collasso di

pendii naturali

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A h Al k 1964Anchorage, Alaska, 1964 -M=9.2

4343

Movimento di masse fluide e collasso di pendii artificiali

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

S. Fernando, California, 1971- M=6.6

4444

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23

Movimento di masse fluide e collasso di pendii artificiali

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Meccanismo relativo al crollo della diga di S. Fernando

4545

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Schemi di manifestazioni di fluidificazione3. Evidenze ed effetti in sito

perdita di capacità portante delle fondazioni

collasso di opere di sostegno e banchine

4646

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24

Perdita di capacità portante delle fondazioni

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Loma Prieta, California, 1989 - M=7.14747

Perdita di capacità portante delle fondazioni

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Kocaeli , Turkey, 1999 - M=7.6

4848

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25

Perdita di capacità portante

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4949

Galleggiamento di manufatti

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Kobe, Japan, 1995 - M=6.9

S. Francisco, California, 1906 - M=7.9

5050

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26

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5151

Strutture fuori terra sprofondamento

Manufatti interrati galleggiamento

Spostamento orizzontale e collasso di una banchina portuale

prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Kobe, Japan, 1995 - M=6.9

5252

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Casi in cui si può escludere la liquefazione

In base al D.M. 14.01.2008 la liquefazione si può escludere qualora sia verificata almeno una delle seguenti condizioni:

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4. Come si valuta il rischio di liquefazione

sia verificata almeno una delle seguenti condizioni:1. Eventi sismici di magnitudo inferiore a 5

2. Accelerazioni massime al piano campagna in condizioni free-field minori di 0,1 g

3. Profondità media stagionale della falda superiore ai 15 m dal piano campagna (per p.c. suborizzontale e strutture con fondazioni superficiali)

4. Sabbie pulite caratterizzate da (N1)60 >30 oppure qc1N >180, essendo (N ) i tti t il l d l di l i d SPT d ll(N1)60 e qc1N rispettivamente il valore del numero di colpi da SPT e della resistenza di punta da CPT, normalizzati e corretti

5. Distribuzione granulometrica esterna a determinate fasce critiche

Altri criteri di esclusione possono essere stabiliti sulla base del contenuto di fine FC(frazione passante al setaccio 200 ASTM - 0.0074 mm) e delle sue caratteristiche, ad es: FC > 20% con indice di plasticità IP > 10%; oppure: FC >35% e resistenza (N1)60 > 20 oppure FC > 5% e resistenza (N1)60 > 25

5353

Fasce critiche (coefficiente di uniformità Uc < 3.5)

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Casi in cui si può escludere la liquefazione

4. Come si valuta il rischio di liquefazione

40

50

60

70

80

90

100

san

te, p

(%

)

Limo Sabbia Ghiaia

Elevata possibilità di liquefazione

0

10

20

30

40

0.001 0.01 0.1 1 10 100

diametro, d (mm)

pas

s

Possibilità di liquefazione(curve D.M. 14.01.2008)

Uc < 3.5

5454

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28

Fasce critiche (coefficiente di uniformità Uc > 3.5)

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Casi in cui si può escludere la liquefazione

4. Come si valuta il rischio di liquefazione

40

50

60

70

80

90

100

san

te, p

(%

)

Limo Sabbia Ghiaia

Elevata possibilità di liquefazione

0

10

20

30

40

0.001 0.01 0.1 1 10 100

diametro, d (mm)

pas

s

Uc > 3.5

Possibilità di liquefazione(curve D.M. 14.01.2008)

5555

Come si può determinare la magnitudo attesaper le verifiche di liquefazione

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4. Come si valuta il rischio di liquefazione

Si può fare riferimento al seguente testo guida per la MZS:Gruppo di lavoro MS, 2008. Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica. Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - Dipartimento della Protezione Civile

Reperibile al sito:http://www.protezionecivile.it/all'interno della sezione "Rischio sismico“

Le indicazioni sono contenute nel § 2.8.2: Valutazione della magnitudo

5656

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29

Come si può determinare la magnitudo attesaper le verifiche di liquefazione

METODO DELLE ZONE SISMOGENETICHE Zonazione ZS91. Se il sito in esame appartiene a una delle 36 zone

sismogenetiche (v. ZS9) si assume come M il

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g ( )valore Mwmax della zona di appartenenza

2. Se il sito non ricade in alcuna zona sismogeneticasi determinano le minime distanze del sito dalle zone circostanti (Ri) e si calcola Ms(i) = 1+3log(Ri). Se Ms(i) < Mwmax(i) si assume per la verifica il valore Mwmax(i) più alto fra quelli che soddisfano la relazione precedenteSe Ms(i) > Mwmax(i) si determina M con il metodo di disaggregazione gg g

5757

Come si può determinare la magnitudo attesaper le verifiche di liquefazione

METODO DI DISAGGREGAZIONE

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Figura 2.8-3 - Valori medi di M per comune,ottenuti a seguito della disaggregazione dellapericolosità con periodi di ritorno di 475 anni(elaborazione su dati da Spallarossa e Barani,2007).

5858

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30

905

R (A) 45 k

METODO DELLE ZONE SISMOGENETICHE

ESEMPIO - Si può escludere la verifica a liquefazione?

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R917(A)

R912(A)

R905(B)

R912(B)

B

A

R912(A) 45 kmR917(A) 130 kmMs(912) = 5.96 < 6.14=Mwmax(912)

Ms(917) = 7.34 > 6.14=Mwmax(917)

R912(B) 155 km

(quindi M=6.14 non si può escludere la verifica nel sito A in base al punto 1 del § 7.11.3.4.2)

R905(B) 170 kmMs(912) = 7.57 > 6.14=Mwmax(912)

Ms(905,906) = 7.69 > 6.60=Mwmax(905)

Per determinare M attesa al sito B si ricorre al METODO DI DISAGGREGAZIONE

5959

DETERMINAZIONE DELLA MAGNITUDO ATTESA AL SITO B

CON IL

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ESEMPIO - Si può escludere la verifica a liquefazione?

CON IL METODO DI

DISAGGREGAZIONE

6060

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DETERMINAZIONE DELLA MAGNITUDO ATTESA AL SITO B CON IL METODO DI DISAGGREGAZIONE

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ESEMPIO - Si può escludere la verifica a liquefazione?

M=5.61 (non si può escludere la verifica nel sito B in base al punto 1 del § 7.11.3.4.2 ) 6161

DETERMINAZIONE DELLA ACCELERAZIONE MASSIMA ATTESA AL

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ESEMPIO - Si può escludere la verifica a liquefazione?

MASSIMA ATTESA AL SITO B

ag= 0.057g

in base al punto 2 del § 7.11.3.4.2 si può escludere la verifica a liquefazione per le categorie di sottosuolo B, C, E (SS,max=1.21.6).

Per la categoria di sottosuolo D si haamax =0.1g (SS,max=1.8) 6262