Lo spirito del deserto

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  • 7/30/2019 Lo spirito del deserto

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    Ordo Templi Orientis

    di

    Aleister Crowley(Frater Superior Baphomet, XI, O.H.O.)

    Traduzione Italiana

    di

    Fra.'. AL AVR TzCh SOR

    (Capo Italiano dellOTO)

    Fai ci che vuoi sar tutta la Legge.

    LO SPIRITO DEL

    DESERTO

    . IL VIAGGIO.

    Lo spirito , per sua stessa natura, perfetta purezza, perfetta calma, perfetto

    ilenzio; e come un pozzo sgorga dalle intime falde della terra, allo stesso

    modo l'anima si nutre del sangue di dio, l'estasi delle cose.

    Quest'anima non pu in alcun modo venir ingiuriata, guastata o rovinata. Ma

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    ogni cosa che di volta in volta vi si aggiunge la contrista; e ci dolore. Di ci

    ne testimonianza il linguaggio stesso: ogni parola che indichi infelicit prima

    di tutto significa disturbo, inquietudine, preoccupazione. La radice dell'idea del

    dolore l'agitazione. Per tanto tempo l'uomo nella sua ricerca della felicit ha

    percorso la strada errata. Per saziare la sua sete egli ha aggiunto, in quantit

    empre crescenti, sale all'acqua della vita; per coprire i piccoli salti della suammaginazione ha fatto sorgere montagne dove fiere selvagge e pericolose

    dimoravano.

    Per curare la scabbia egli ha scorticato il paziente; per esorcizzare il fantasma

    ha evocato il demonio. Come tutto questo ebbe inizio, il principale dei

    problemi filosofici. I Rishmi, i sette che erano assisi sul monte Kailasha a

    meditare, risposero che l'anima diviene autocosciente; ed urlando: "Io sonoQuella!" divennero doppi nel momento in cui asserivano che essa era una.

    Una simile teoria pu essere considerata non troppo differente dalla verit da

    chiunque ritorni alla torre sui bastioni dell'animo e scorga la citt. Ma lasciamo

    ai dottori il discutere le cause della malattia; per colui che ne soffre

    ufficiente conoscerne la cura e porla in pratica.

    Abana e Pharpar, i fiumi di Damasco, non valgono la semplicita del Giordano.

    l Profeta ha parlato; non nostro dovere obbedire: e tanto dolci e virtuose sono

    queste acque che al primo contatto raggelano lo spirito con la sicura

    anticipazione della cura.

    Non dubitare, Fratello! La ragione infatti pu elaborare ridde di ipotesi; non

    ono forse questi i veri sintomi del male? Non ti serve altro che il pi ortodosso

    buon senso, eredit dei pi semplici e felici antenati, che ti stata trasmessa

    con la verga. La cura del male semplice; per l'inquietudine, la pace; per il

    ogorio, la quiete. Per apprendere l'equitazione inutile lo studio del manuale,

    ma necessario montare; come il miglior modo di nuotare entrare nell'acqua

    e muovere le braccia; in tal modo il senso freddo, e non la febbricitante

    agione, che dice: per avere quiete, si pratichi la quiete. Vi sono uomini divolont cos forte, cos capaci di concentrare la mente, da rifiutare le influenze

    che non desiderano ricevere, da isolarsi da ogni rumore, anche quelli fastidiosi

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    ed insistenti di una grande citt. Ma per la maggior parte degli uomini,

    preferibile cominciare in condizioni pi favorevoli, scalare montagne col bel

    empo, anzich nella tormenta. E l'aspirante meticoloso risponder: "Provvedi

    che la cura sia completa, provvedi che il male non ritorni non appena si smette

    di somministrare la medicina."

    Ah! Questo s che arduo: cos profondamente insediata la malattia che

    perfino dopo anni di completa assenza di sintomi, essa approfitta di un attimo

    di debolezza per ristabilire nuovamente il proprio dominio.

    E' febbre malarica che si cela nel profondo, che si nasconde nell'essenza del

    angue, che ha fatto s che la reale sorgente di vita partecipasse con essa al

    acramento di morte.

    "E' stato trovato un ragno nella coppa eucaristica?"

    "E' stato trovato un rospo nel fonte battesimale?"

    No: il rimedio sicuramente efficace; ma spesso non guarisce una volta per

    utte, al di l di ogni ricaduta.

    Eppure semplice; una volta che i sintomi abbiano debitamente cessato di

    manifestarsi, non torneranno mai con eguale intensit; e se il malato avr

    'intelligenza di continuare a curarsi, la febbre scomparir del tutto.

    Cos' perci determinante? Curare il paziente una volta; far s che abbia

    iducia nell'efficacia della cura cos che, se per caso, gli accadesse di ammalarsi

    di nuovo, senza un dottore a disposizione, sarebbe in grado di provvedere da

    olo.

    Se, perci, il pensiero a disturbare l'anima, non vi che un solo modo di

    procedere: smettere di pensare.

    Questo il compito pi arduo da intraprendere per un uomo. "Datemi un fulcro

    per la leva", diceva Archimede, "e vi sollever il mondo".

    Ma cosa si pu fare, quando si parte integrante dell'intero meccanismo di

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    moto che si desidera fermare? La Prima Legge di Newton si abbatte come la

    ama del boia sul nostro tentativo. Buon per noi che ci non sia tanto vero

    quanto ovvio! Poich l'unica cosa che ci salva, l'unica soluzione di tutto questo

    il riposo. Il movimento solo possibile in una coppia reciproca; la somma dei

    uoi vettori zero. Il nodo dell'universo solo apparente; pur se appare di

    Gordio, lo si tiri fermamente ed esso si scioglier.

    E' questa apparenza che provoca il danno; le tenebre sono scese sul golfo, le

    nuvole si addensano minacciosamente in forme mostruose; una falsa luna si

    llumina dietro di esse; abisso nell'abisso da ogni parte, oscurit e pericolo; il

    uono diabolico di ostili entit! Un riflesso di stelle ed ecco il Ponte d'Oro!

    Stretto e lungo, tagliente, quasi il filo del rasoio, sfavillante come la lama di

    una spada; un vero ponte purch non ci si appoggi a destra o a sinistra.

    Varcatelo - bene! Ma tutto ci un sogno. Svegliatevi! Dovete sapere che tutto

    questo, il golfo, la luna, il ponte, il drago ed ogni altra cosa, non sono che

    antasmi del sonno; ricordatevi che varcare il ponte in sogno l'unico modo per

    vegliarsi.

    Non so quanti altri uomini abbiano la mia stessa esperienza nell'autoindurre ilogno, o piuttosto nel contesto tra il perseguito e il non perseguito, nel sogno.

    Ad esempio sono su una vetta ghiacciata con Oscar Eckstein. Egli scivola da un

    ato, io mi getto dall'altro. Iniziamo ad scavare gradini fino al picco; l'ascia mi

    cappa di mano, o forse mi viene strappata. Iniziamo a tirarci su fino alla cima

    con la corda; la corda comincia a sfilacciarsi. Fortunatamente essa poggia su

    uno sperone di roccia. Un avvoltoio si avventa si di noi; invento una pistola egli faccio saltare le cervella.

    E cos via, attraverso migliaia di avventure, rendendomi padrone di ogni

    evento, non appena esso si concretizzi. Ma sono cresciuto ora, e sono sazio di

    brivido.

    Ora, al primo accenno di pericolo, metto le ali e plano maestosamente sul

    ghiacciaio. Questa digressione utile allo scopo di sovrapporre tale triangolo

    u quello del "compito": fermare il pensiero. Appare semplice, ed semplice,

    quando lo si padroneggiato. Fino a quel momento atto solo a portarvi

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    ontano dalla semplicit.

    o stesso ho scritto qualche milione di parole per smettere di pensare! Ho

    coperto chilometri di tela con quintali di vernice per fermare il pensiero. Perci

    pu darsi ch'io sia da considerare un'autorit dei metodi errati; e forse, per

    esclusione, del modo giusto!

    Sfortunatamente, non tanto facile come questo ... vi sono sessantanove modi

    di comporre canti tribali, e ciascuno di questi giusto. E quello giusto per uno

    spesso sbagliato per l'altro. Ma fortunatamente, pi reso essenziale

    'obbiettivo, pi scarni e semplici saranno i metodi. Ovunque, nei miei scritti, si

    rova un resoconto dettagliato ed accurato del processo. Questo saggio solo

    un'apologia ad un possente motore catalizzante. Servono le spalle di Ercole peruota del carro del principiante, la cui diffidenza suggerisce la sua incapacit a

    eguire quelle istruzioni nelle difficoltose circostanze della quotidianeit, o per

    'entusiasmo di chi saggiamente determina come Kirk Patrick di 'Mak Siccar'!

    nfatti, le preoccupazioni mondane, la falsit del denaro, la lussuria della carne

    e dell'estetica, l'orgoglio della vita, e tutti gli altri nemici dei santi, soffocano la

    parola e la rendono sterile.

    2. Il Deserto.

    Se la pace di un monastero falsa per la lenta, insana ed artificiale monotonia,a vera cura per ogni disturbo del pensiero la natura, l'essenza del deserto.

    Qui l'anima si sottopone ad una triplice trama: primo, la novit del "paesaggio",

    a sua strana e saliente semplicit dal potere lenitivo. Ci propedeutico alla

    cura; si respira infatti l'atmosfera di casa;

    i sicuri della vocazione dell'anima. Secondo, la frivolezza della mente, unavolta saziata dalla novit, si annoia, diviene insofferente anche ad una

    passionale ribellione.

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    l Novizio si avventa contro le sbarre; lo straniero del deserto vola verso

    Londra o Parigi con il diavolo alle calcagna. Un vero saggio non frena

    'accolito che non capace di trattenere se stesso; ma nel deserto, l'esule, se

    dubita dei propri poteri - ancora di pi, forse, se non li disconosce! - potrebbe

    endere impossibile il ritorno.

    Ma come dovrebbe agire in tal caso? Credete me, che ho provato, il viaggio pi

    ungo, le difficolt pi aspre, sono come nulla, una freccia luminosa di gioia,

    quando il grande orrore stato lasciato alle spalle e si ha davanti il santuario di

    Parigi!

    Perch in verit, il grande orrore - solitudine - nel momento in cui lo spirito

    non pu immergersi, per molto, in una mente in continuo mutamento, riderementre le sue piccole onde solari lambiscono la pelle, ma, fare silenzio nel

    castello di pochi pensieri, passeggiare nella sua stretta prigione, scaricando la

    pietra del tempo, nutrendosi dei suoi stessi escrementi.

    Non splendono stelle nell'oscurit di tale notte, n si agita schiuma sul mare,

    putrido e stagnante.

    Anche la forma vibrante che il deserto conferisce al corpo, come una lancia

    nella gola dell'anima.

    l passionale bisogno di agire, pensare, scava lo spirito sin nel profondo come

    un cancro. E' lo scorpione che punge se stesso nella sua agonia, e nessun'altro

    veleno pu aggiungersi alla tortura del cerchio di fuoco; nessuna angoscia

    ulteriore lo strappa al suo annichilimento. Ma contro questi parossismi vi unottuplice sedativo. Il delirio di follia si perde in uno spazio senza suoni; gli

    appelli di colui che affoga, non sono raccolti dal mare. Questi sono gli otto

    genii del deserto. Sono gli otto elementi del fohi:

    Maschile Femminile

    l Lingam (vita) La Yoni (spazio. Le stelle)

    l Sole La Luna

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    l Fuoco L'Acqua

    L'Aria (legno) La Terra

    Nel deserto essi sono scissi: ciascuno di essi nudo. Sono puri ed

    mperturbati;bati non si spezzano o si dissolvono per mezzo di incontri o

    comunioni; ciascuno se stesso ed isolato, in armonia con gli altri, ma in alcun

    modo interferendo.

    Le linee di demarcazione sono nette e secche; ma inspiegabilmente da esse

    nasce morbidezza. Sono immitigabili, gli otto elementi, eppure insieme, essi

    mitigano incommensurabilmente.

    La mente che si rivolta contro di loro inchiodata a terra dalla loro persistente

    pressione: come quando si getta un microscopico cristallo di sale nell'acqua,

    esso viene eroso silenziosamente e rapidamente, e non pi. L'acqua non si

    ncrespata; la sua azione quella del destino, infinitamente ineluttabile quanto

    nfinitamente calma.

    n tal modo la mente si adegua a questo o a quel pensiero; e poi viene

    icondotta indietro al silenzio dagli otto grandi fatti. Il vento del deserto non

    ollera alcun ostacolo nella sua corsa; il sole risplende bruciante sulla terra cotta

    del villaggio; la sabbia sotterraneamente e inesorabilmente corrode l'oasi,

    eccezion fatta per il breve momento in cui l'uomo pone la sua opera contro di

    essa.

    Eppure nonstante questo, la sorgente sgorga magicamente dalla sabbia, e

    neanche il simun pu costringerla o evaporarla; tantomeno l'immane sterilit

    del deserto riesce a sconfiggere la vita. Guardate in ogni dove, ogni duna di

    abbia ha i propri abitanti - non coloni, ma indigeni dell'apparentemente

    nospitale distesa. La luna stessa che placidamente compie la sua rivoluzione

    ntorno alla terra, cambia apparentemente, quasi a dire: "Anche in questo modo

    i avvicinerai al sole. Sono nuova o sono piena? Non fermare su questo il tuo

    pensiero; poich il mio modo d'essere non che il punto di vista da cui tu mi

    guardi. Io sono solo lo specchio della Luce Solare, buio o luminoso secondo

    'angolazione del tuo sguardo. Lo specchio muta? Non sempre di levigato

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    argento? Non ho forse invece una faccia sempre rivolta verso il sole? Prenderai

    gioco di te stesso se mi chiami 'Colei che Cambia'." Con riflessioni di questo

    ipo, pu darsi che porrete fine alla ribellione della mente contro il deserto.

    Poich la vita stessa, qui nell'oasi qualcosa di ordinato da questi elementi.

    La notte fatta per dormire, non vi nulla per cui vegliare, non vi luce

    artificiale, n nutrimento letterario artificiale. Non vi scelta di carne: si

    empre affamati. Il condimento del deserto fame, fame unica come le salse

    per gli inglesi. Dopo aver mangiato, bisogna mettersi in cammino; e vi un

    olo luogo dove andare. Vi una sola lezione da imparare: la pace; un solo

    commento sulla lezione: il ringraziamento. L'amore stesso diviene semplice ed

    essenziale come il resto della vita.

    Uno sguardo nel Caf Maure, un patto silenzioso con la delizia, una dolce fuga

    verso lo spazio aperto tra le dune sotto le stelle dove il villaggio stato gettato,

    come non fosse mai esistito, come sono in quel momento felice tutte le

    rasgressioni del peccatore, ed ogni urlo di vita, eccetto la virt del Santo Uno;

    oppure verso l'ombroso angolo di un giardino dell'oasi, accanto al ruscello,

    dove, attraverso le palme che vibrano dolcemente, giungono i primi raggiunari da oriente, e la vita rabbrividisce e vibra in un intorpidito unisono; tutto,

    utto in silenzio, n nomi, n lamenti vengono scambiati, ma un atto si conduce

    al termine con chiara volont. Mai pi. Nessun rumore, o confusione, o

    disperazione, o autotortura, nemmeno nel ricordo, e ci all'inizio orribile; ci si

    aspetta cos tanto dall'amore, tre volumi di falsit, un labirinto invece di un

    giardino. Da principio difficile capire che ci amore non pi di quanto un

    brufolo sia parte del collo di un uomo.

    Tutte le spezie con cui siamo abituati a condire la pietanza per i nostri palati

    depravati, da Maxim, da S. Margaret, corse in automobile, la Corte dei Divorzi,

    questi insani piaceri. Non sono l'amore. Tantomeno l'amore l'esaltazione delle

    emozioni, sentimenti, follie. La porta di servizio non l'amore (o il ponte in via

    degli innamorati); amore la corporea estasi di dissoluzione, la tortura della

    morte della carne, in cui l'Ego per un momento simile ad un Eone che hamarrito l'ineluttabile coscienza di s; e diviene un unico con la coscienza di un

    altro, presagendosi quel pi alto sacramento di morte, quando "lo Spirito

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    itorna a Dio che lo origin". E questo segreto ha pure la sua funzione

    nell'economia della vita. Mediante la strada del silenzio si arriva al cancello

    della Citt di Dio. Come la mente il possente guerriero (cio Pace

    mperturbabile) di questi elementi del deserto, cos infine l'Ego si ritrova da

    olo, senza armatura, conscio di s e di null'altro.

    Questa la suprema angoscia dello spirito: comprende se stesso come se

    tesso, una cosa separata da ci che non se stesso, da Dio. In quest'impulso vi

    ono due vie: se paura ed orgoglio permangono nell'anima e, essa si richiude in

    , come uno stregone nella torre, che batte i denti in agonia. "Io sono io", urla,

    Non perder me stesso". Ed in tale stato di dannazione, viene lentamente

    acerato dagli artigli delle circostanze che si disintegrano amaramente, per ogni

    uo struggimento, attraverso i secoli dei secoli, i suoi stracci sono destinati adessere lacerati nel letamaio oltre le mura della citt.

    Ma se lo spirito comprende la benedizione di quella sublimazione che abbranca

    'universo e lo divora, che senza speranza o paura, senza fede o dubbio, senza

    amore o odio, dissolve s stesso e quindi vive ineffabile la sua essenza nella

    generosa beatitudine di Dio. Esso urla come Shelley, che "le catene di piombo

    ul volo di fuoco" lanciano metallo fuso dalle sue membra: "mi affanno,affondo, tremo, spiro" e nell'ultima esalazione diviene uno con il primitivo e

    inale respiro, il Santo Spirito di Dio. Tale deve essere l'acme di ogni ritiro nel

    deserto da parte di ogni Aspirante ai Misteri, il quale possieda la scintilla di

    uoco in lui; egli viene in armonia con la quiescenza fisica (alla regolarit,

    emplicit, unit di movimento) dal costante esempio e compulsione degli

    elementi. Egli viene obbligato all'introspezione dalla essenzialit del paesaggio

    esteriore, la percezione oltre le sensazioni, la legge che posta sotto lapercezione, ed infine quella coscienza che fonte di legge. Prima o poi,

    econdo la sua energia o la sublimazione della sua volont, egli deve strappare

    l velo e ammaliarsi dei muri lucenti dello spazio, deve proferire nell'estasi

    aggiunta: "Questo l'Io!". Ora fatelo scegliere! Da questo momento

    dell'annichilimento del S in Pan, egli guarito dalla malattia,

    autoconoscenza". Egli pu ritornare tra i suoi amici, e muoversi tra loro come

    un re, brillare tra loro come una stella. A lui giungeranno ineluttabilmente pera luce, a lui giungeranno per risanare le ferite. Egli alzer la sacra lancia, e

    occher il fianco del re, che non venne ferito da arma minore; ed il re sar

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    anato. Infiler la punta della lancia nel Santo Graal, e di nuovo risplender di

    vita ed estasi, spandendo il dono di refrigerio misterioso ad ogni compagnia di

    cavalieri. Poi, avranno le rocce della vita lacerato il suo corpo, e la neve

    affreddatolo, e non vi sar direzione verso cui volgersi? Avr egli raggiunto il

    egreto? Non sar egli entrato nel Santuario del Pi Sommo? Sar prescelto ed

    armato contro tutte le cose? Non egli padrone del destino e degli eventi? Cosapu toccarlo, essendo divenuto intangibile, perduto in Dio? O conquistarlo,

    essendo divenuto inconquistabile per aver conquistato se stesso essendosi

    donato infine a Dio?

    Tanto si pu scrivere sulla sabbia, quanto il dolore pu incidere sulla sua

    anima. Tanto possibile oscurare il sole, quanto soffocare la luce che in lui.

    Questo scrissi nei giardini di palme di Tozeur, vicino alle acque della sorgente;

    cos scrissi mentre il sole maestosamente calava nel cielo, ed il vento

    ussurrava di non provenire da alcun luogo ed in nessun luogo essere diretto,

    come scivolasse da eternit ad eternit.

    Amen.

    Amore la legge, amore sotto la volont

    Aleister Crowley,

    Tozeur, 17 marzo 1914 e.v.

    ndice

    http://space.tin.it/associazioni/oto.khem/idx.htmlhttp://space.tin.it/associazioni/oto.khem/idx.html