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"Lo Spirito Santo Lo Spirito Santo Lo Spirito Santo Lo Spirito Santo va là dove è atteso, va là dove è atteso, va là dove è atteso, va là dove è atteso, de de de desiderato siderato siderato siderato e amato" e amato" e amato" e amato" San Bonaventura Sussidio Avvento 2013 Sussidio Avvento 2013 Sussidio Avvento 2013 Sussidio Avvento 2013 Giovanissimi e Giovanissimi e Giovanissimi e Giovanissimi e Giovani Giovani Giovani Giovani

Lo Spirito Santo va là dove è atteso, va là dove è atteso ... · Chiesa, nella storia, presente Cristo è Lui, è lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo venne su Maria e lo Spirito

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"Lo Spirito Santo Lo Spirito Santo Lo Spirito Santo Lo Spirito Santo

va là dove è atteso, va là dove è atteso, va là dove è atteso, va là dove è atteso,

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Giovanissimi eGiovanissimi eGiovanissimi eGiovanissimi e

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Introduzione

L’Avvento è il cammino liturgico che conduce al Natale, è un periodo che invita a meditare l’incarnazione di Dio, che in Gesù si rivela all’uomo ed entra nella storia per mostrargli la via della Salvezza. Nell’Avvento riviviamo l’attesa, la venuta di Cristo: ma chi rende nella Chiesa, nella storia, presente Cristo è Lui, è lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo venne su Maria e lo Spirito Santo in questo tempo di Avvento dovrebbe venire su tutti i cristiani. E lui viene. L’importante è che lo si desideri, lo si attenda, perché come dice San Bonaventura: "Lo Spirito

Santo va là dove è atteso, desiderato e amato". La liturgia ci accompagna in questo cammino verso il Natale soprattut-to con i testi di Isaia – che annunciano l’Avvento della salvezza da lon-tano. Poi, la seconda e terza settimana, la figura centrale è Giovanni Battista, che è già il precursore, e quindi ci si avvicina un po' più. L’ultima domenica di Avvento è dominata dalla figura di Maria e direi che il miglior compagno di viaggio durante l’Avvento sia proprio Lei, perché ha vissuto questo tempo come ogni madre nell’imminenza del parto: con un’interiorità, un’intensità, una tenerezza particolari. Quindi, Maria ci può aiutare certamente ad andare incontro a Cristo, non così spensierati, disamorati, ma andare incontro a Cristo con il cuore, prima ancora che con il tempo.

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In Maria, lo Spirito Santo realizza il disegno misericordioso del Padre.

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

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E la giustizia si è affacciata dal cielo (cfr. Sal 84, 12). L’uomo che crede nel Cristo, nato per noi, non riceve la salvezza da se stesso, ma da Dio. La verità è germoglia-ta dalla terra, perché «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14). E la giustizia si è affaccia-ta dal cielo, perché «ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto» (Gc 1, 17). La verità è germogliata dalla terra: la carne da Maria. E la giustizia si è affac-ciata dal cielo perché l’uomo non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo (cfr. Gv 3, 27). Dal cielo, infatti, per la nascita del Signore dalla Vergine... si fece udire l’inno degli angeli: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini di buona volontà (cfr. Lc 2, 14). Come poté venire la pace sulla terra, se non perché la verità è germogliata dalla terra, cioè Cristo è nato dalla carne? Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo (cfr. Ef 2, 14) perché fossimo uomini di buona volontà, legati dolcemente dal vincolo dell’unità. Ralle-griamoci dunque di questa grazia, perché nostra gloria sia la testimonianza della buona coscienza. Non ci gloriamo in noi stessi, ma nel Signore. È stato detto: «Sei mia gloria e sollevi il mio capo» (Sal 3, 4): e quale grazia di Dio più grande ha po-tuto brillare a noi? Avendo un Figlio unigenito, Dio l’ha fatto figlio dell’uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell’uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia.

Preghiamo

In Maria, lo Spirito Santo realizza il disegno misericordioso del Padre.

RESPIRA IN ME

Respira in me, tu, Santo Spirito, perché santi siano i miei pensieri.

Spingimi, tu, Santo Spirito,

perché sante siano le mie azioni.

Attirami, tu, Santo Spirito, perché io ami le cose sante.

Fammi forte, tu, Santo Spirito, perché difenda le cose sante.

Difendi me, tu, Santo Spirito,

perché non perda mai la tua santa grazia che è in me.

(Sant’Agostino)

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Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, “per mezzo dei profeti”

disegna i tratti del volto dell’Emmanuele

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Una gioia ci è donata

Dal libro del profeta Isaia 2,1-5 Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalem-me. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno mol-ti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. Dal "Commento al Vangelo di Giovanni" di Sant’Agostino Vescovo La duplice venuta del Figlio di Dio La prima volta Cristo è venuto umile ed occulto; e tanto più occulto quanto più umile. Ma i popoli, disprezzando nella loro superbia l'umiltà di Dio, misero in croce il loro Salvatore e ne fecero il loro giudice. Ma colui che è venuto in modo occulto e nell'umiltà, non dovrà forse venire poi in modo manifesto, nella sua gloria? Avete ascoltato poco fa il salmo: Dio, il nostro Dio, verrà in modo manifesto e non tacerà (Sal 49, 3). Ha taciuto per consentire che lo giudicassero, ma non tacerà quando comincerà a giudicare. Non avrebbe detto il salmista: verrà in modo manifesto, se prima non fosse venuto in modo occulto; né avrebbe detto: non tacerà, se prima non avesse taciuto. In che senso ha taciuto? Ascolta Isaia: Come pecora fu condotto al macello e come agnello muto davanti a chi lo tosa, non ha aperto bocca (Is 53, 7). Ma verrà in modo manifesto e non tacerà. Quale sarà questo modo manifesto? Lo precederà il fuoco e sarà accompagnato da una potente tempesta (Sal 49, 3). Quella tempesta dovrà spazzare via dall’aia la paglia, che adesso viene battuta, e il fuoco consumerà quanto la tempesta avrà portato via. Egli ora tace; tace quan-to al giudicare, ma non tace quanto al dar precetti. Se infatti Cristo tacesse del tutto, che senso avrebbero questi Vangeli, la voce degli Apostoli, il canto dei Sal-mi, gli oracoli dei Profeti? Tutte queste cose, infatti, dimostrano che Cristo non

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Luca 1, 67-79 In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo ser-vo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad A-bramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Si-gnore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo La verità è germogliata dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo

Svegliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. «Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo. Saresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del peccato. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita questa mi-sericordia. Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito, se non fosse venuto. Prepariamoci a celebrare in letizia la venuta della nostra salvezza, della nostra redenzione; a celebrare il giorno di festa in cui il grande ed eterno giorno venne dal suo grande ed eterno giorno in questo nostro giorno tempora-neo così breve. Egli è diventato per noi giustizia, santificazione e redenzione per-ché, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore (cfr. 1 Cor 1, 30-31). La veri-tà è germogliata dalla terra (cfr. Sal 84, 12): nasce dalla Vergine Cristo, che ha det-to: Io sono la verità (cfr. Gv 14, 6).

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preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

In Maria, lo Spirito Santo realizza il disegno misericordioso del Padre.

TU LA VITA D’OGNI VITA

Vieni, o Spirito del cielo, manda un raggio di tua luce,

manda il fuoco creatore.

Misterioso cuor del mondo, o bellezza salvatrice, vieni dono della vita.

Tu sei il vento sugli abissi, tu il respiro al primo Adamo,

ornamento a tutto il cielo.

Vieni luce della luce,

delle cose tu rivela la segreta loro essenza.

Concezione germinale della terra e d’ogni uomo, gloria intatta della Vergine.

O tu Dio in Dio amore, tu la luce del mistero, tu la vita d’ogni vita.

(David Maria Turoldo)

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tace. Egli ora tace, in quanto non castiga; non tace, in quanto ammonisce. Verrà un giorno nella sua terribile potenza e si mostrerà a tutti, anche a quelli che non credono in lui. Allora invece era necessario che, pur presente, rimanesse occulto tanto da poter essere disprezzato. Se non fosse stato disprezzato, non sarebbe stato crocifisso; se non fosse stato crocifisso, non avrebbe versato il suo sangue, che fu il prezzo della nostra redenzione. Per pagare il prezzo della nostra reden-zione egli fu crocifisso; e fu disprezzato per poter essere crocifisso; e apparve nell’umiltà affinché lo disprezzassero.

preghiamo

Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, “per mezzo dei profeti”

disegna i tratti del volto dell’Emmanuele

VENI CREATOR

Vieni, o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato.

Dolce consolatore, dono del Padre altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima.

Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto, fiamma ardente nel cuore; sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.

Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore. AMEN.

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Una gioia ci è donata

Dal libro del profeta Isaia 7,10-14 In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emma-nuele». Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareran-no più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. Dalle «Lettere pastorali» di san Carlo Borromeo, vescovo. Il tempo d'Avvento «Eccovi, amatissimi figliuoli, quel tempo così celebre e solenne. "Tempo", come dice lo Spirito Santo, "favorevole". Tempo di salute, di pace e di riconciliazione. Perciò la Chiesa, come madre pia e zelante della nostra salute, in occasione di que-sto sacro tempo, con inni, cantici e altre voci dello Spirito Santo, e misteriosi riti, ci istruisce perché riconosciamo il beneficio con animo grato e lo riceviamo con frutto e procuriamo di fare alla venuta del Signore nei cuori nostri non minor pre-parazione di quella che faremmo s`egli avesse a venire di presente al mondo; né minore di quella che perciò fecero già i santi Padri del Vecchio Testamento, e che con parole e esempi loro insegnarono a noi ancora di fare».

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Luca 1, 57-66 In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua ma-dre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodi-vano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Dai "Discorsi" di Sant’Agostino Vescovo(Serm. 66, 1-4) La testimonianza di Cristo su Giovanni Giovanni precedette il Cristo sia nel nascere che nell’annunciarlo, ma lo precedet-te come un umile servo obbediente senza mettersi al di sopra di lui. Quanto gran-de fu dunque la testimonianza resa a Cristo da Giovanni? Tanto grande, da fargli dire che non era degno di sciogliere i lacci dei suoi sandali. Egli confessò d’essere solo una lampada accesa da lui e perciò si rifugiò ai suoi piedi per paura che, innal-zandosi, venisse spenta dal vento della superbia. Era tanto grande, ch’era creduto il Cristo, e se egli stesso non avesse confessato di non esserlo, sarebbe rimasto l’errore e si sarebbe continuato a credere ch’era lui il Cristo. Il popolo gli tributava onore ed egli lo rifiutava. Qui sta la sua umiltà! La gente sbagliava nel reputarlo più grande di quello ch’era ed egli si umiliava. Egli non voleva la grandezza attri-buitagli dalle parole degli uomini, perché aveva compreso che cosa era "la Parola" di Dio.

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cioè umano, era il corpo del Signore; vero, perché del tutto identico al nostro; infatti Maria è nostra sorella poiché tutti abbiamo origine in Adamo. Ciò che leggiamo in Giovanni "il Verbo si fece carne" (Gv 1,14), ha dunque que-sto significato, poiché si interpreta come altre parole simili. Sta scritto infatti in Paolo: Cristo per noi divenne lui stesso maledizione (cfr. Gal 3,13). L'uomo in questa intima unione del Verbo ricevette una ricchezza enorme: dalla condizione di mortalità divenne immortale; mentre era legato alla vita fisica, divenne partecipe dello Spirito; anche se fatto di terra, è entrato nel regno del cie-lo. Benché il Verbo abbia preso un corpo mortale da Maria, la Trinità è rimasta in se stessa qual era, senza sorta di aggiunte o sottrazioni. È rimasta assoluta perfe-zione: Trinità e unica divinità. E così nella Chiesa si proclama un solo Dio nel Padre e nel Verbo. preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

In Maria, lo Spirito Santo realizza il disegno misericordioso del Padre.

Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in noi quello stesso fuoco che ardeva nel cuore di Gesù, mentre egli parlava del regno di Dio. Fa che questo fuoco si comunichi a noi, così come si comunicò ai discepoli di Emmaus. Tu solo, Spirito Santo, puoi accenderlo e a te rivolgiamo la nostra debolezza, la nostra povertà, il nostro cuore spen-to,

perché tu lo riaccenda del calore della santità della vita. Donaci, Spirito santo, di comprendere il mistero della vita di Gesù. Te lo chiediamo per intercessione di Maria, madre di Gesù, che conosce Gesù con la perfezione e la pienezza della madre e con la perfezione e la pienezza di colei che é piena di grazia. (Card. Carlo Maria Martini)

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preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

Lo Spirito di Dio va preparando il tempo

del Messia, “per mezzo dei profeti” disegna i tratti del volto dell’Emmanuele

VIENI, SPIRITO SANTO

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza nulla è nell'uomo, nulla è senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch'è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. AMEN.

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Una gioia ci è donata

Dal libro del profeta Isaia 11,1-10 In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le ap-parenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li gui-derà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vi-pera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la cono-scenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel gior-no avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli. Le nazioni la cerche-ranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa. Cesario di Arles, Serm 187, 3.5 Essere degni di ricevere Cristo come ospite Se un re di questo mondo o un padre di famiglia ti invitasse alla festa del suo nata-lizio, quali abiti indosseresti se non quelli nuovi, eleganti, splendidi, di cui né la vecchiezza, né lo scarso valore, né altra cosa brutta potesse offendere la vista di colui che ti invita? Perciò con tale cura, per quanto ti è possibile, con l`aiuto di Cristo fa` in modo che la tua anima, composta dei diversi ornamenti delle virtù, adornata dalle gemme della semplicità e dai fiori della temperanza, alla solennità dell`eterno Re, cioè al natale del Signore Salvatore, si prepari con coscienza sicura, bella per castità, splendida per carità, candida per elemosine. Infatti Cristo Signo-re, se vedrà che tu cosí ben preparato celebri il suo natale, si degnerà di venire non

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Matteo 1, 18-24 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giu-seppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spiri-to Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un ange-lo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito San-to; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo po-polo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Dalle "Lettere" di sant'Atanasio, vescovo Il Verbo ha assunto da Maria la natura umana Il Verbo di Dio, come dice l'Apostolo, "della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli" (Eb 2,16.17) e prendere un corpo simile al nostro. Per questo Maria ebbe la sua esistenza nel mondo, perché da lei Cristo prendesse questo corpo e lo offrisse, in quanto suo, per noi. Perciò la Scrittura quando parla della nascita del Cristo dice: "Lo avvolse in fa-sce" (Lc 2,7). Per questo fu detto beato il seno da cui prese il latte. Quando la ma-dre diede alla luce il Salvatore egli fu offerto in sacrificio. Gabriele aveva dato l'annunzio a Maria con cautela e delicatezza. Però non le dis-se semplicemente colui che nascerà in te, perché non si pensasse a un corpo estra-neo a lei, ma: da te (cfr. Lc 1,35), perché si sapesse che colui che ella dava al mon-do aveva origine proprio da lei. Il nostro Salvatore fu veramente uomo e da ciò venne la salvezza di tutta l'umani-tà. In nessuna maniera la nostra salvezza si può dire fittizia. Egli salvò tutto l'uo-mo, corpo e anima. La salvezza si è realizzata nello stesso Verbo. Veramente umana era la natura che nacque da Maria, secondo le Scritture, e reale,

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In Maria, lo Spirito Santo realizza

il disegno misericordioso del Padre.

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solo a visitare la tua anima, ma anche a riposare e ad abitarvi per sempre, cosí co-me sta scritto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò (2Cor 6,16); e anco-ra: Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me (Ap 3,20). Felice quell`anima che con l`aiuto di Dio desidera guidare la propria vita.

preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, “per mezzo dei profeti”

disegna i tratti del volto dell’Emmanuele

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perché non mi attacchi alle cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali.

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito dell'amore: riversa sempre più la carità nel mio cuore.

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di verità:

Concedimi di pervenire alla conoscenza della verità in tutta la sua pienezza. Vieni in me, Spirito Santo, acqua viva che zampilla per la vita eterna: fammi la grazia di giungere a contemplare il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. AMEN. (S.Agostino)

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Una gioia ci è donata

Dal libro del profeta Isaia 25,-10a In quel giorno, preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo mon-te, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succu-lenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio in lui abbiamo sperato per-ché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».

Dai discorsi di san Bernardo abate (disc. 5 sull’Avvento) Il Verbo di Dio verrà in noi Se uno mi ama, dice conserverà la mia parola: e il Padre mio lo amerà e noi ver-remo a lui (cfr. Gv 14,23). Ma che cosa significa: Se uno mi ama, conserverà la mia parola? Dove si deve conservare? Senza dubbio nel cuore, come dice il Pro-feta: «Conservo nel cuore le tue parole per non offenderti con il peccato» (Sal 118, 11).Poiché sono beati coloro che custodiscono la parola di Dio, tu custodi-scila in modo che scenda nel profondo della tua anima e si trasfonda nei tuoi affetti e nei tuoi costumi. Nutriti di questo bene e ne trarrà delizia e forza la tua anima. Non dimenticare di cibarti del tuo pane, perché il tuo cuore non diventi arido e la tua anima sia ben nutrita del cibo sostanzioso. Se conserverai così la parola di Dio, non c'è dubbio che tu pure sarai conservato da essa. Verrà a te il Figlio con il Padre, verrà il grande Profeta che rinnoverà Gerusalemme e farà nuove tutte le cose. Questa sua venuta intermedia farà in modo che «come ab-biamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uo-mo celeste» (1 Cor 15, 49).

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Esultò Giovanni, esultò anche lo spirito di Maria. Ma mentre di Elisabetta si dice che fu ricolma di Spirito Santo allorché Giovanni esultò, di Maria, che già era ri-colma di Spirito Santo, si dice che allora il suo spirito esultò. Colui che è incom-prensibile operava in modo incomprensibile nella madre. L’una, Elisabetta, fu ri-piena di Spirito Santo dopo la concezione, Maria invece prima della concezione. Beata - disse - tu che hai creduto (cfr. Lc 1, 45). Ma beati anche voi che avete udi-to e creduto: ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio e ricono-sce le sue opere. Sia in ciascuno l’anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c’è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio, purché, immacolata e immune da vizi, custodisca la castità con intemerato pudore. Ogni anima che potrà mantenersi così, magnifica il Signore, come magnificò il Signore l’anima di Maria, e il suo spirito esultò in Dio salvatore. Come avete potuto leggere anche altrove: Magnificate il Signore con me (cfr. Sal 33, 4), il Signore è magnificato non perché la parola umana possa aggiun-gere qualcosa alla grandezza del Signore, ma perché egli viene magnificato in noi. Cristo è l’immagine di Dio: perciò l’anima che compie opere giuste e pie magnifi-ca l’immagine di Dio a somiglianza della quale è stata creata, e mentre la magnifi-ca, partecipa in certo modo alla sua grandezza e si eleva.

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una gioia da donare Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo

termina di « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc 1,17).

Donami il dono della Fortezza, Spirito Santo, perché io possa sce-gliere e camminare nella forza di Dio per piccoli o lunghi tratti, ed essere fedele, sempre, a ciò che Dio mi chiede. Vieni Spirito Creatore, Vieni Spirito Santo, illumina la mia mente, scalda il mio cuore, guida, proteggi e rinnova la tua Chiesa.

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Luca 1, 39-45 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bam-bino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Dal «Commento su san Luca» di sant’Ambrogio, vescovo La visitazione di Maria L’angelo, che annunziava il mistero, volle garantirne la veridicità con una prova e annunziò alla vergine Maria la maternità di una donna vecchia e sterile, per dimo-strare così che a Dio è possibile tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe udito ciò, si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell’annunzio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia. Dove ormai, ricolma di Dio, poteva affrettarsi ad andare se non verso l’alto? La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze. Subito si fanno sentire i benefici della venuta di Maria e della presenza del Signore. Infatti appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel seno di lei, ed ella fu ricolma di Spirito Santo (cfr. Lc 1, 41). Si deve fare attenzione alla scelta delle sin-gole parole e al loro significato. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni percepì per primo la grazia; essa udì secondo l’ordine della natura, egli esultò in virtù del mistero; essa sentì l’arrivo di Maria, egli del Signore; la donna l’arrivo della donna, il bambino l’arrivo del bambino. Esse parlano delle grazie ricevute, essi nel seno delle loro madri realizzano la grazia e il mistero della misericordia a profitto delle madri stesse: e queste per un duplice miracolo profetizzano sotto l’ispirazione dei figli che portano. Del figlio si dice che esultò, della madre che fu ricolma di Spirito Santo. Non fu prima la madre a essere ricolma dello Spirito, ma fu il figlio, ripieno di Spirito Santo, a ricolmare anche la madre.

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Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, “per mezzo dei profeti”

disegna i tratti del volto dell’Emmanuele

O Spirito Santo, anima dell'anima mia, in te solo posso esclamare: Abbà, Padre.

Sei tu, o Spirito di Dio, che mi rendi capace di chiedere e mi suggerisci che cosa chiedere.

O Spirito d'amore, suscita in me il desiderio di camminare con Dio: solo tu lo puoi suscitare.

O Spirito di santità,

tu scruti le profondità dell'anima nella quale abiti, e non sopporti in lei neppure le minime imperfezioni: bruciale in me, tutte, con il fuoco del tuo amore.

O Spirito dolce e soave, orienta sempre più la mia volontà verso la tua, perché la possa conoscere chiaramente, amare ardentemente e compiere efficacemente. AMEN. (S.Bernardo)

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Una gioia ci è donata

Dal libro del profeta Isaia 26,1-6 In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: «Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza. Aprite le porte: entri una nazione giusta, che si mantiene fedele. La sua volontà è salda; tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida. Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna, perché egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa, l’ha rovesciata fino a terra, l’ha rasa al suolo. I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri». Dai "Discorsi" di Sant'Atanasio, vescovo L'incarnazione del Verbo

Il Verbo di Dio, si stabilì tra noi, anche se prima non ne era lontano. Venne dunque per amore verso di noi e si mostrò a noi in modo sensibile. Preso da compassione per il genere umano e la nostra infermità e mosso dalla nostra miseria, non volle rimanessimo vittime della morte. Non volle che quanto era sta-to creato andasse perduto e che l'opera creatrice del Padre nei confronti dell'uma-nità fosse vanificata. Per questo prese egli stesso un corpo, e un corpo uguale al nostro perché egli non volle semplicemente abitare un corpo o soltanto sembrare un uomo. Se infatti avesse voluto soltanto apparire uomo, avrebbe potuto sceglie-re un corpo migliore. Invece scelse proprio il nostro. Egli stesso si costruì nella Vergine un tempio, cioè il corpo e, abitando in esso, ne fece un elemento per po-tersi rendere manifesto. Prese un corpo soggetto, come quello nostro, alla caduci-tà e, nel suo immenso amore, lo offri al Padre accettando la morte. Così annullò la legge della morte in tutti coloro che sarebbero morti in comunione con lui. Av-venne che la morte, colpendo lui; nel suo sforzo si esaurì completamente, perden-do ogni possibilità di nuocere ad altri. Il Verbo di Dio a tutti superiore offrì e con-sacrò per tutti il tempio del suo corpo e versò alla morte il prezzo che le era dovu-to. In tal modo l'immortale Figlio di Dio con tutti solidale per il comune corpo di morte con la promessa della risurrezione rese immortali tutti a titolo di giustizia. La morte ormai non ha più nessuna efficacia sugli uomini per merito del Verbo, che ha posto in essi la sua dimora mediante un corpo identico al loro.

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salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano. O Vergine, da’ presto la risposta. Rispondi sollecitamente all’angelo, anzi, attraverso l’angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola: di’ la tua parola umana e concepisci la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna. Perché tardi? Perché temi? Credi all’opera del Signore, da’ il tuo assenso ad essa, accoglila. Nella tua umiltà prendi audacia, nella tua verecondia prendi coraggio. In nessun modo devi ora, nella tua semplicità verginale, dimenticare la prudenza; ma in questa sola cosa, o Vergine prudente, non devi temere la presunzione. Perché, se nel silenzio è gradita la modestia, ora è piuttosto necessaria la pietà nella parola. Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all’assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Non sia che, mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Lèvati su, corri, apri! Lèvati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso. «Eccomi», dice, «sono la serva del Signore, avvenga di me quel-lo che hai detto» (Lc 1, 38).

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In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo

termina di « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc 1,17).

Donami il dono del Consiglio, Spirito Santo, perché io possa sapere ciò che è gradito a Dio e non indugiare nelle scelte che la vita mi pone innanzi. Sappia io cogliere ogni "sfida" quotidiana nella chiarezza di questo dono e piacere sempre a Lui in ogni passo da me compiuto. Qualunque esso sia, piccolo o grande. Vieni Spirito Creatore, Vieni Spirito Santo, illumina la mia mente, scalda il mio cuore, guida, proteggi e rinnova la tua Chiesa.

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Luca 1, 26-38 Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chia-mata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la po-tenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà san-to e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vec-chiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era det-ta sterile: nulla è impossibile a Dio».Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Dalle «Omelie sulla Madonna» di san Bernardo, abate Tutto il mondo attende la risposta di Maria Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo av-verrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito Santo. L’angelo aspet-ta la risposta: deve fare ritorno a Dio che l’ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi. Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Ver-bo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dob-biamo essere rinnovati e richiamati in vita. Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo, esule dal paradiso con la sua misera discendenza; te ne supplicano Abra-mo e Davide; te ne supplicano insistentemente i santi patriarchi che sono i tuoi antenati, i quali abitano anch’essi nella regione tenebrosa della morte. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consola-zione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la

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Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, “per mezzo dei profeti”

disegna i tratti del volto dell’Emmanuele

Dio onnipotente, eterno, giusto e misericordioso, concedi a me misero di fare sempre, per grazia tua, quello che tu vuoi, e di volere sempre quel che a te piace.

Purifica l'anima mia perché, illuminato dalla luce dello Spirito Santo e acceso dal suo fuoco, possa seguire

l'esempio del Figlio tuo e nostro Signore Gesù Cristo.

Donami di giungere, per tua sola grazia, a te, altissimo e onnipotente Dio che vivi e regni nella gloria, in perfetta trinità e in semplice unità, per i secoli eterni. AMEN. (S.Francesco d’Assisi)

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Una gioia ci è donata

Dal libro del profeta Isaia 29,17-24 Così dice il Signore Dio: «Certo, ancora un po’ e il Libano si cambierà in un frut-teto e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le pa-role del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla. Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore, che riscattò Abramo: “D’ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire, il suo viso non impallidirà più, poiché vedendo i suoi figli l’opera delle mie mani tra loro, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio d’Israele. Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza, quelli che mormorano impareranno la lezione”». Dai "Discorsi" di sant'Andrea di Creta, vescovo Ecco viene a te il tuo re, giusto e salvatore

Viene colui che è presente in ogni luogo e riempie ogni cosa. Viene per compiere in te la salvezza di tutti. Viene colui il quale non è venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a penitenza (cfr. Mt 9,13) per richiamarli dalle vie del peccato. Non te-mere dunque. Vi è un Dio in mezzo a te, non sarai scossa (cfr. Dt 7,21). Accoglilo con le braccia aperte. Accogli colui che in se stesso accolse tutto ciò che è proprio della natura umana, eccetto il peccato. "Rivestiti di luce", dice Isaia, ma quale luce? Quella che illumina ogni uomo che viene nel mondo (cfr. Gv 1,9). Dico la luce eterna, la luce senza tempo che è apparsa nel tempo. La luce che si è manifestata nella carne, luce che per sua natura è occulta. La luce che avvolse i pastori e fu guida ai magi nel loro cammino. La luce che era nel mondo fin dal principio, e per mezzo della quale è stato fatto il mondo, quel mondo che non la conobbe. La luce che venne fra la sua gente e che i suoi non hanno accolto.

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la volontà del Padre. Per questo Dio stesso ci ha dato come «segno» della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l’Emmanuele: poiché lo stesso Signore era colui che salvava coloro che di per se stessi non avevano nessuna possibilità di salvezza. Isaia stesso aveva predetto questo: Irrobustitevi, mani fiacche e ginocchia vacillanti, coraggio, smarriti di cuore, confortate-vi, non temete; ecco il nostro Dio, opera la giustizia, darà la ricompensa. Egli stesso verrà e sarà la nostra salvezza (cfr. Is 35, 4). Questo indica che non da noi, ma da Dio che ci aiuta, abbiamo la salvezza.

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In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo

termina di « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc 1,17).

Donami la Sapienza, Spirito Santo, donami di gustare Dio e ogni cosa che viene da Lui, anche nell'aridità delle prove e delle difficoltà. Donami di avere desiderio di Dio sopra ogni desiderio e donami di operare ogni scelta, piccola o grande, feriale o straordinaria, in base a questo desiderio. Vieni Spirito Creatore, Vieni Spirito Santo, illumina la mia mente, scalda il mio cuore, guida, proteggi e rinnova la tua Chiesa.

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Luca 1, 5-25 Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore du-rante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Eli-sabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giu-sti e preparare al Signore un popolo ben disposto».Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli ri-spose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servi-zio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è de-gnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Dal trattato «Contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo (Lib. 3, 20, 2-3; SC 34, 342-344) - L’incarnazione che ci ha redenti Il Figlio stesso di Dio infatti scese «in una carne simile a quella del peccato» (Rm 8, 3) per condannare il peccato ed escluderlo completamente dal genere umano. Chiamò l’uomo alla somiglianza con se stesso, lo fece imitatore di Dio, lo avviò sulla strada indicata dal Padre perché potesse vedere Dio, e gli diede in dono il Padre. Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece Figlio dell’uomo, per abituare l’uomo a comprendere

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Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, “per mezzo dei profeti”

disegna i tratti del volto dell’Emmanuele

Vieni, o Spirito Santo, e da' a noi un cuore nuovo, che ravvivi in noi tutti i doni da Te ricevuti con la gioia di esse-re Cristiani, un cuore nuovo sempre giovane e lieto. Vieni, o Spirito Santo, e da' a noi un cuore puro, allenato ad amare Dio, un cuore puro, che non conosca il male se non per definirlo, per combatterlo e per fuggirlo; un cuore puro, come quello di un fanciullo,

capace di entusiasmarsi e di trepidare. Vieni, o Spirito Santo, e da' a noi un cuore grande, aperto alla Tua silenziosa e potente parola ispiratrice, e chiuso ad ogni meschina ambizione, un cuore grande e forte ad amare tutti, a tutti servire, con tutti soffrire; un cuore grande, forte, solo beato di palpitare col cuore di Dio. (Paolo VI)

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Una gioia ci è donata

Dal libro del profeta Isaia 40,1-11 «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Geru-salemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, per-ché la bocca del Signore ha parlato». Una voce dice: «Grida», e io rispondo: «Che cosa dovrò gridare?». Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce quando soffia su di essi il vento del Signore. Veramente il popolo è come l’erba. Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre. Sali su un alto monte, tu che annun-ci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il do-minio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». Dalle «Lettere» di sant'Ambrogio, vescovo La grazia delle tue parole conquista il popolo Tieni saldo il timone della fede in modo che le violente tempeste di questo mondo non possano turbare il suo corso. Il mare è davvero grande, sconfinato; ma non aver paura, perché «E' lui che l'ha fondata sui mari, e sui fiumi l'ha stabilita «(Sal 23, 2). Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce. Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l'evan-gelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo

7 dicembre7 dicembre7 dicembre7 dicembre Prima settimana Prima settimana Prima settimana Prima settimana

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Diede spontaneamente il suo Figlio come prezzo del nostro riscatto. O dolce scambio, o ineffabile creazione, o imprevedibile ricchezza di benefici: l’ingiustizia di molti veniva perdonata per un solo giusto e la giustizia di uno solo toglieva l’empietà di molti!

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In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo

termina di « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc 1,17).

Donami il dono dell'intelletto, Spirito Santo, donami di entra-re nel cuore del cuore della Parola di Dio, nella Tradizione, nel Magistero della Chiesa. Fammi rendere ragione della Spe-ranza che mi hai messo nel cuore. Sciogli la mia mente e sciogli la mia lingua. Vieni Spirito Creatore, Vieni Spirito Santo, illumina la mia mente, scalda il mio cuore, guida, proteggi e rinnova la tua Chiesa.

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Matteo 1, 18-24 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giu-seppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spiri-to Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Dalla «Lettera a Diognèto» Dio rivelò il suo amore per mezzo del Figlio Nessun uomo in verità ha mai visto Dio, né lo ha fatto conoscere, ma egli stesso si è rivelato. E si è rivelato nella fede, alla quale soltanto è concesso di vedere Dio. Infatti Dio, Signore e Creatore dell’universo, colui che ha dato origine ad ogni cosa e tutto ha disposto secondo un ordine, non solo ama gli uomini, ma è anche longanime. E avendo egli concepito nel cuore un disegno grande e ineffabile, lo comunica al solo suo Figlio. Per tutto il tempo dunque in cui conservava e custo-diva nel mistero il suo piano sapiente, sembrava che ci trascurasse e non si desse pensiero di noi; ma quando per mezzo del suo Figlio prediletto rivelò e rese noto ciò che era stato preparato dall’inizio, tutto insieme egli ci offrì: godere dei suoi benefici e contemplarli e capirli. Chi di noi si sarebbe aspettato tutti questi favori? Arrivato il tempo prestabilito da Dio per rivelare il suo amore e la sua potenza (o immensa bontà e amore di Dio!), egli non ci prese in odio, né ci respinse, né si vendicò. Anzi ci sopportò con pazienza. Nella sua misericordia prese sopra di sé i nostri peccati.

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dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire. Raccogli l'acqua di Cristo, quell'acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l'acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri. La Scrittura dice: «Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra» (Qo 11, 3).

Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, “per mezzo dei profeti”

disegna i tratti del volto dell’Emmanuele

Accordami la tua sapienza

Vieni, o Spirito Santo, dentro di me, nel mio cuore e nella mia intelligenza.

Accordami la Tua intelligenza, perché io possa conoscere il Padre nel meditare la parola del Vangelo.

Accordami il Tuo amore, perché anche quest'oggi, esortato dalla Tua parola,

Ti cerchi nei fatti e nelle persone che ho incontrato.

Accordami la Tua sapienza, perché io sappia rivivere e giudicare, alla luce della tua parola, quello che oggi ho vissuto.

Accordami la perseveranza, perché io con pazienza penetri il messaggio di Dio nel Vangelo. (S. Tommaso d’Aquino)

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Giovanni è quell'Elia che deve venire: il fuoco

dello Spirito abita in lui e lo fa correre avanti

come precursore al Signore che viene.

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Nessuna figura poteva realizzare il sacramento della nostra riconciliazione, prepa-rato da tutta l'eternità, perché lo Spirito santo non era ancora disceso sulla Vergi-ne, né la potenza dell'Altissimo l'aveva ancora ricoperta della sua ombra. La Sa-pienza non si era ancora edificata la sua casa nel seno immacolato di Maria. Il Ver-bo non si era ancora fatto carne. Il Creatore dei tempi non era ancora nato nel tempo, unendo in sé in una sola persona la natura di Dio e la natura del servo. Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, doveva egli stesso essere generato fra tutte le altre creature. Se infatti questo uomo nuovo, fatto «a somi-glianza della carne del peccato» (cfr. Rm 8, 3), non avesse assunto il nostro uomo vecchio, ed egli, non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la na-tura umana sarebbe rimasta prigioniera sotto il giogo del diavolo. Noi non avrem-mo potuto aver parte alla vittoria gloriosa di lui, se la vittoria fosse stata riportata fuori della nostra natura. In seguito a questa mirabile partecipazione alla nostra natura rifulse per noi, il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello stes-so Spirito da cui fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati dalla con-cupiscenza della carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale. Per questo l'e-vangelista dice dei credenti: «Non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1, 13).

preghiamo

una gioia da donare Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo

termina di « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc 1,17).

Donami il dono di Scienza, Spirito Santo, illumina e scalda la mia vita. Fam-mi conoscere le tue vie e dona al mio cuore di rimanere fisso in esse. Mo-strami la Signoria di Cristo nella mia storia e nella storia del mondo intero. Dona Luce ad ogni tenebra. Vieni Spirito Creatore, Vieni Spirito Santo, illumina la mia mente, scalda il mio cuore, guida, proteggi e rinnova la tua Chiesa.

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Una gioia ci è donata Dal vangelo secondo Matteo 1, 1-17 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Sal-mon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa ge-nerò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manas-se, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilo-nia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mat-tan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davi-de sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa (Lett. 31, 2-3; Pl 54, 791-793) Sacramento della nostra riconciliazione Non giova nulla affermare che il nostro Signore è figlio della beata Vergine Maria, uomo vero e perfetto, se non lo si crede uomo di quella stirpe di cui si parla nel Vangelo. Scrive Matteo: «Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di A-bramo» (Mt 1, 1). Segue l'ordine della discendenza umana con tutte le generazioni fino a Giuseppe, al quale era sposata la Madre del Signore. Certo l'onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e giustificare gli uomini, avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi e ai profeti, sotto l'aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o dialogò o accettò l'accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che, come preannunziavano i mistici segni, avrebbe assunto vera natura dalla stirpe dei patriarchi che lo avevano preceduto.

17 dicembre 17 dicembre 17 dicembre 17 dicembre Terza settimanaTerza settimanaTerza settimanaTerza settimana

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Luca 1,26-38 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto tur-bata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Dai «Discorsi» di sant'Anselmo, vescovo O Vergine, per la tua benedizione è benedetta ogni creatura A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l'unico e medesimo figlio comu-ne di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio, che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria. Dio dunque è il padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mon-do, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito colui per opera del quale tutte le cose sono state salvate. Dio ha generato colui senza del quale niente è, e Maria ha partorito colui senza del quale niente è bene. Davvero con te è il Signore che volle

8 dicembre 8 dicembre 8 dicembre 8 dicembre Seconda domenica Seconda domenica Seconda domenica Seconda domenica

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che tutte le creature, e lui stesso insieme, dovessero tanto a te.

preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

Giovanni è quell'Elia che deve venire: il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa

correre avanti come precursore al Signore che viene.

Passi il tuo soffio Vieni, Signore, passi il tuo soffio come la brezza primaverile che fa fiorire la vita e schiude l'amore, o come l'uragano che scatena una forza sconosciuta e solleva energie addormentate

Passi il tuo soffio nel nostro sguardo per portarlo verso orizzonti più lontani e più vasti.

Passi il tuo soffio sui nostri volti

rattristati per farvi riapparire il sorriso sulle nostre mani stanche per rianimarle e rimetterle gioiosamente all'opera.

Passi il tuo soffio fin dall'aurora per portare con sé tutta la nostra giornata in uno slancio generoso.

Passi il tuo soffio all'avvicinarsi della notte per conservarci nella tua luce e nel tuo fervore. Passi e rimanga in tutta la nostra vita per rinnovarla e donarle le dimensioni più vere e più profonde. (P. Maior)

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Veramente, Signore, come dice l'Apostolo del tuo amore e noi stessi abbiamo già detto, tu per primo ci hai amati e per primo tu ami tutti coloro che ti amano. Ma noi ti amiamo con l'affetto d'amore che tu ci hai infuso. Il tuo amore invece è la tua stessa bontà, o sommamente buono e sommo bene; è lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio; quegli che dall'inizio della creazione aleggia sulle acque, ossia sulle menti fluttuanti dei figli degli uomini, donandosi a tutti, tutto a sé attirando, ispirando, favorendo, allontanando ciò che è nocivo, provvedendo ciò che è utile, unendo Dio a noi e noi a Dio.

preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo

termina di « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc 1,17).

Donami il dono della Pietà, Spirito Santo, guarisci la mia vita e tutte le mie relazioni malate e le ferite che da esse sono derivate. Donami di sperimentare sempre più fortemente che sono figlio di Dio e che lo sono realmente. Donami di far ruotare la mia vita attorno alla preghiera, intimo rapporto con te. Vieni Spirito Creatore, Vieni Spirito Santo, illumina la mia mente, scalda il mio cuore, guida, proteggi e rinnova la tua Chiesa.

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Matteo 21, 23-27 In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo pau-ra della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Dal trattato «La contemplazione di Dio» di Guglielmo, abate di Saint-Thierry - Per primo il Signore ci ha amati Tu solo sei veramente il Signore: il tuo dominio su di noi è la nostra salvezza e il servire a te significa per noi essere da te salvati. E qual è la tua salvezza, o Signore, al quale appartiene la salvezza e la benedizione sul tuo popolo, se non ottenere da te di amarti ed essere da te amati? Perciò, Signore, hai voluto che il figlio della tua destra e l'uomo che per te hai reso forte, fosse chiamato Gesù, cioè salvatore, in-fatti è lui che «salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 21) e «in nessun altro c'è salvezza» (cfr. At 4, 12). Egli ci ha insegnato ad amarlo, quando per primo ci ha amati fino alla morte di croce, incitandoci con l'amore e la predilezione ad a-mare lui, che per primo ci ha amati sino alla fine. Proprio così: ci hai amati per primo, perché noi ti amassimo; non che tu avessi bisogno del nostro amore, ma perché noi non potevamo essere ciò per cui ci hai creati se non amandoti. Tu sapevi infatti, o Dio creatore delle anime, che quest'amore non poteva essere imposto alle anime dei figli degli uomini, ma bisognava semplicemente stimolarlo. E sapevi pure che dove c'è costrizione, non c'è più libertà; e dove non c'è libertà, non c'è nemmeno giustizia. Hai voluto dunque che ti amassimo noi che non pote-vamo nemmeno essere salvati con giustizia, se non ti avessimo amato, né poteva-mo amarti, se non ne avessimo avuto il dono da te.

16 dicembre 16 dicembre 16 dicembre 16 dicembre Terza settimanaTerza settimanaTerza settimanaTerza settimana

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Luca 5, 17-26 Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cerca-vano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a di-scutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paraliti-co –: alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Dal trattato «Salita al monte Carmelo» di san Giovanni della Croce, sacer-dote - Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio Chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità. Dio infatti po-trebbe rispondergli: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compia-ciuto. Ascoltatelo» (Mt 17,5). Se ti ho già detto tutto nella mia Parola ch'è il mio Figlio e non ho altro da rivelare, come posso risponderti o rivelarti qualche altra cosa? Fissa lo sguardo in lui solo e vi troverai anche più di quanto chiedi e deside-ri: in lui ti ho detto e rivelato tutto. Dal giorno in cui sul Tabor sono disceso con il mio Spirito su di lui e ho proclamato: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5), ho posto fine ai miei antichi modi di insegnare e rispondere e ho affidato tutto a lui. Ascoltatelo, perché ormai non

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ho più argomenti di fede da rivelare, né verità da manifestare. Se prima ho parlato, era unicamente per promettere il Cristo e se gli uomini mi hanno interrogato, era solo nella ricerca e nell'attesa di lui, nel quale avrebbero trovato ogni bene, come ora attesta tutto l'insegnamento degli evangelisti e degli apostoli.

Preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

Giovanni è quell'Elia che deve venire: il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa

correre avanti come precursore al Signore che viene.

Chi sei, dolce Luce che mi inondi e rischiari la notte del mio cuore? Tu mi guidi come la mano di una madre; ma se mi lasci non avanzerei più di un passo. Tu sei lo spazio che circonda il mio essere e in cui si nasconde. Se mi abbandoni cado nell'abisso del nulla, da dove mi hai chiamato ad esistere. Tu, vicino a me più di me stessa, più intimo del mio intimo. Eppure nessuno può toccarti o comprenderti e infrangi le catene di ogni nome: Spirito Santo - Eterno Amore!... (Santa Teresa Benedetta della Croce)

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in Cristo: questo volle significare la voce. «Preparate la strada» significa: Io risuo-no al fine di introdurre lui nel cuore, ma lui non si degna di venire dove voglio introdurlo, se non gli preparate la via. Che significa: Preparate la via, se non: chie-dete come si deve? Che significa: Preparate la via, se non: siate umili di cuore? Prendete esempio dal Battista che, scambiato per il Cristo, dice di non essere colui che gli altri credono sia. Si guarda bene dallo sfruttare l'errore degli altri ai fini di una sua affermazione personale. Eppure se avesse detto di essere il Cristo, sareb-be stato facilmente creduto, poiché lo si credeva tale prima ancora che parlasse. Non lo disse, riconoscendo semplicemente quello che era. Precisò le debite diffe-renze. Si mantenne nell'umiltà. Vide giusto dove trovare la salvezza. Comprese di non essere che una lucerna e temette di venire spenta dal vento della superbia.

preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo

termina di « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc 1,17).

Donami il dono del Timore, Spirito Santo, ordina nel mio cuore, nella mia mente e nella mia vita ciò che mi impedisce di riconoscere Dio come Dio della mia storia e della storia del mondo intero. Vieni Spirito Creatore, Vieni Spirito Santo, illumina la mia mente, scalda il mio cuore, guida, proteggi e rinnova la tua Chiesa.

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Matteo 11, 2-11 In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i leb-brosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete an-dati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un pro-feta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Gio-vanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo Giovanni è la voce, Cristo il Verbo Giovanni è la voce. Del Signore invece si dice: «In principio era il Verbo» (Gv 1, 1). Giovanni è la voce che passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio. Se alla voce togli la parola, che cosa resta? Ciò che rimane è semplicemente un vago suono. La voce senza parola colpisce bensì l'udito, ma non edifica il cuore. Volen-do parlare a te, cerco in qual modo posso fare entrare in te quella parola, che si trova dentro di me. Le do suono e così, mediante la voce, parlo a te. Il suono della voce ti reca il contenuto intellettuale della parola e dopo averti rivelato il suo si-gnificato svanisce. Ma la parola recata a te dal suono è ormai nel tuo cuore, senza peraltro essersi allontanata dal mio. Il suono della voce si è fatto sentire a servizio dell'intelligenza, e poi se n'è andato quasi dicendo: «Questa mia gioia si è compiu-ta» (Gv 3, 29). Teniamo ben salda la parola, non perdiamo la parola concepita nel cuore. Vuoi constatare come la voce passa e la divinità del Verbo resta? Dov'è ora il battesimo di Giovanni? Lo impartì e poi se ne andò. Ma il battesimo di Gesù continua ad essere amministrato. Tutti crediamo in Cristo, speriamo la salvezza

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Matteo 18, 12-14 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In ve-rità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantano-ve che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda» Dai "Discorsi" di san Sofronio, vescovo Accogliamo la luce viva ed eterna Come infatti la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce. La luce venne nel mondo (cfr. Gv 1,9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall'alto (cfr. Lc 1,78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il signifi-cato del mistero odierno. La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr. Gv 1,9) è venuta. Tutti dunque, o fratelli, siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso di lui. Ricevia-mo esultanti nell'animo, col vecchio Simeone, la luce sfolgorante ed eterna. La salvezza di Dio, infatti, preparata dinanzi a tutti i popoli e manifestata a gloria di noi, nuovo Israele, grazie a lui, la vedemmo anche noi e subito fummo liberati dall'antica e tenebrosa colpa, appunto come Simeone, veduto il Cristo, fu sciolto dai legami della vita presente. Anche noi, abbracciando con la fede il Cristo che viene da Betlemme, divenimmo da pagani popolo di Dio. Egli, infatti, è la salvez-za di Dio Padre. Vedemmo con gli occhi il Dio fatto carne. E proprio per aver visto il Dio presente fra noi ed averlo accolto con le braccia dello spirito, ci chia-miamo nuovo Israele.

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preghiamo

una gioia da donare

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Giovanni è quell'Elia che deve venire: il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa

correre avanti come precursore al Signore che viene.

Amore del Padre e del Figlio

O Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio, ispirami sempre ciò che devo pensare, ciò che devo dire e come devo dirlo. Ciò che devo tacere, ciò che devo scrivere, come devo agire e ciò che devo fare, per cercare la tua gloria, il bene delle anime e la mia santificazione. O Gesù è in te tutta la mia fiducia.

(Card. Mercier)

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In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo

termina di « preparare al Signore

un popolo ben disposto » (Lc 1,17).

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Giovanni è quell'Elia che deve venire: il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa

correre avanti come precursore al Signore che viene.

DONACI I SUOI FRUTTI Donaci, o Signore, in una parola il tuo Spirito, i suoi frutti, che secondo l'apostolo sono: l'amore, la gioia, la pace,la pazienza, la mitezza, la bontà, la fiducia, la dolcezza, la modestia, la confidenza (Gal 5, 22).

Se possederemo questo Spirito e i suoi frutti, allora non saremo più servi della legge, ma liberi figli di Dio. Allora lo Spirito esclamerà in noi: Abba, Padre amato. Allora Egli intercederà per noi con gemiti inenarrabili. Allora Egli sarà unzione, sigillo e caparra della vita eterna. Allora sarà la sorgente dell'acqua indefettibile che pullula nel cuore e zampilla nella vita eterna e sussurra:Su, torna al Padre! (Karl Rahner/H. Rahner)

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Matteo 11, 28-30 In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e trove-rete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo Le promesse di Dio sono compiute per mezzo del Cristo suo Figlio Dio stabilì un tempo per le sue promesse e un tempo per il compimento di esse. Dai profeti fino a Giovanni Battista fu il tempo delle promesse; da Giovanni Bat-tista fino alla fine dei tempi è il tempo del loro compimento. Dio promise la sal-vezza eterna e la vita beata senza fine. Ma nel promettere e nel preannunciare Dio volle anche indicare per quale via si giungerà alle realtà ultime. Promise agli uomi-ni la divinità, ai mortali l'immortalità, ai peccatori la giustificazione, ai disprezzati la glorificazione. Sembrava però incredibile agli uomini ciò che Dio prometteva: che essi dalla loro condizione di mortalità, di corruzione, di miseria, di debolezza, da polvere e cenere che erano, sarebbero diventati uguali agli angeli di Dio. E per-ché gli uomini credessero, oltre al patto scritto, Dio volle anche un mediatore del-la sua fedeltà. E volle che fosse non un principe qualunque o un qualunque angelo o arcangelo, ma il suo unico Figlio, per mostrare, per mezzo di lui, per quale stra-da ci avrebbe condotti a quel fine che aveva promesso. Ma era poco per Dio fare del suo Figlio colui che indica la strada: rese lui stesso via perché tu camminassi guidato da lui sul suo stesso cammino. Si doveva dunque preannunciare con pro-fezie che l'unico Figlio di Dio sarebbe venuto tra gli uomini, avrebbe assunto la natura umana e sarebbe così diventato uomo e sarebbe morto, risorto, asceso al cielo, si sarebbe assiso alla destra del Padre; egli avrebbe dato compimento tra i popoli alle promesse e, dopo questo, avrebbe anche compiuto la promessa di tor-nare a riscuotere i frutti di ciò che aveva dispensato, a distinguere i vasi dell'ira dai vasi della misericordia, rendendo agli empi ciò che aveva minacciato, ai giusti ciò che aveva promesso. Tutto ciò doveva essere preannunziato, perché altrimenti egli avrebbe destato spavento. E così fu atteso con speranza perché già contem-plato nella fede.

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Giovanni è quell'Elia che deve venire: il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa

correre avanti come precursore al Signore che viene.

Vieni, luce vera, vieni, vita eterna, vieni, mistero nascosto, vieni, tesoro senza nome, vieni, realtà ineffabile, vieni, felicità senza fine, vieni, luce senza tramonto, vieni, risveglio di coloro che sono addormentati, vieni, resurrezione dei morti, vieni, Onnipotente, che sempre crei, ricrei e trasformi col tuo solo volere. Vieni, tu che sempre stai immobile ed in ogni istante tutto interamente ti muo-vi e vieni a noi distesi nelle tenebre, o tu che sei sopra tutti i cieli. Vieni, gioia eterna, vieni, Tu che hai desiderato e che desideri la mia anima

miserabile. Vieni, Tu il solo dal solo, perché tu lo vedi, io sono solo. Vieni, Tu che mi hai separato dal tutto e mi hai fatto solitario in questo mondo. Vieni, Tu che sei divenuto tu stesso il mio desiderio, che mi hai fatto desidera-re te, che sei l'assolutamente inaccessi-bile. Vieni, mio respiro e mia vita, vieni, consolazione della mia povera anima. Vieni, mia gioia, mia gloria, mia delizia senza fine. (Simone il Nuovo Teologo, 949-1022)

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Una gioia ci è donata Dal vangelo secondo Matteo 17, 10-13

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista Dai "Discorsi" di san Pietro Crisologo, vescovo Il mistero dell'incarnazione La nascita di Cristo non fu dettata dalla necessità, ma da una libera scelta. La ma-no si era degnata di prendere del fango per plasmare il nostro corpo, si degnò di prendere anche la carne per la nostra restaurazione. Ora che il Creatore dimori nella sua creatura e che Dio si trovi nella nostra carne, è un onore per l'uomo, non una sconvenienza per Dio. O uomo, perché hai di te un concetto così basso quan-do sei stato tanto prezioso per Dio? Perché mai, tu che sei così onorato da Dio, ti spogli irragionevolmente del tuo onore? Perché indaghi da che cosa sei stato trat-to e non ricerchi per qual fine sei stato creato? Tuttavia il tuo creatore trovò ancora qualcosa da aggiungere per onorarti. Ha stampato in te la sua immagine, perché l'immagine visibile rendesse presente al mondo il creatore invisibile, e ti ha posto in terra a fare le sue veci, perché un pos-sedimento così vasto, qual è, il mondo, non fosse privo di un vicario del signore. Dio, nella sua infinita bontà prese in sé ciò che aveva fatto in te per sé. Volle esse-re visto nell'uomo direttamente e in se stesso. Egli, che nell'uomo aveva prima voluto essere visto per riflesso, fece sì che diventasse sua proprietà l'uomo che prima aveva ottenuto di essere solo sua immagine riflessa. Nasce dunque Cristo, per reintegrare con la sua nascita la natura decaduta. Accet-ta di essere bambino, vuole essere nutrito, passa attraverso i vari stadi dell'età per restaurare l'unica perfetta duratura età, quella che egli stesso aveva creato. Regge l'uomo, perché l'uomo non possa più cadere. Fa diventare celeste colui che aveva creato terreno. Fa vivere dello spirito divino chi aveva soltanto un'anima umana.

14 dicembre 14 dicembre 14 dicembre 14 dicembre Seconda settimana Seconda settimana Seconda settimana Seconda settimana

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preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

Giovanni è quell'Elia che deve venire: il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa

correre avanti come precursore al Signore che viene.

O Spirito Santo, contemplarti vuol dire Immergere Il nostro sguardo nell'invisibile, nella profondità del mistero di Dio. Tu non hai un volto umano come il Cristo del Vangelo, nelle sembianze del Padre; ma rinunciando a raffigurarti in qualche modo, noi vogliamo aderire a Te con tutte le nostre forze. O Spirito di Dio, tu non hai volto perché sei il fuoco dell'amore, poiché unisci il volto del Padre e del Figlio, per formarne uno solo in una fusione sublime. O Spirito Santo, Tu che sei il soffio che emana dal Padre e dal Figlio porta il giusto respiro alla nostra vita, la luce al nostro intelletto, il vero slancio al nostro cuore in modo da poter amare i nostri fratelli. (Beata Elena Guerra)

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Matteo 11,11-15 In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». Dai «Discorsi» di san Pietro Crisologo, vescovo L'amore, desiderio di vedere Dio Dio, vedendo il mondo sconvolto dalla paura, interviene sollecitamente per richia-marlo con l'amore, invitarlo con la grazia, trattenerlo con la carità, stringerlo a sé con l'affetto. L'amore non si arresta davanti all'impossibile, non si attenua di fron-te alle difficoltà. L'amore, se non raggiunge quel che brama, uccide l'amante; e perciò va dove è attratto, non dove dovrebbe. L'amore genera il desiderio, aumenta d'ardore e l'ar-dore tende al vietato. E che più? L'amore non può trattenersi dal vedere ciò che ama; per questo tutti i santi stimarono ben poco ciò che avevano ottenuto, se non arrivavano a vedere Dio. Perciò l'amore che brama vedere Dio, benché non abbia discrezione, ha tuttavia ardore di pietà. Perciò Mosè arriva a dire: Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, fammi vedere il tuo volto (cfr. Es 33, 13). Per questo anche il salmista dice: Mostrami il tuo volto (cfr. Sal 79, 4). Gli stessi pagani infatti hanno plasmato gli idoli, per poter vedere con gli occhi, nelle loro stesse aberrazioni, quel che adoravano.

12 dicembre 12 dicembre 12 dicembre 12 dicembre Seconda settimana Seconda settimana Seconda settimana Seconda settimana

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preghiamo

una gioia da donare

Sottolinea nelle letture di oggi la frase che più ti ha colpito. Che atteggiamento da assumere, cambiare, migliorare ti suggerisce nella tua vita? Pensa come metterlo in pratica e comincia a donare la gioia di quella “Parola”.

Giovanni è quell'Elia che deve venire: il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa

correre avanti come precursore al Signore che viene.

Spirito Santo, dammi la capacità di andare fino in fondo. Quando vedo che c’è bisogno di me. Quando sento che posso essere utile. Quando mi prendo un impegno. Quando c’è bisogno della mia parola. Quando c’è bisogno del mio silenzio. Quando posso regalare gioia. Quando c’è da condividere una pena. Quando c’è da sollevare l’umore. Quando so che è un bene. Quando supero la pigrizia. Anche se sono l’unico che si impegna. Anche se ho paura. Anche se è difficile. Anche se non capisco tutto. Spirito Santo, dammi la capacità di andare fino in fondo. Amen.

(Madre Teresa di Calcutta)

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Una gioia ci è donata

Dal vangelo secondo Matteo 11, 16-19 In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dico-no: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Dal libro «Sulla verginità» di sant'Ambrogio, vescovo Lo splendore dell'anima illumina la grazia del corpo Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartiene alla schiera delle vergini. A te dico: chiusa nella tua stanza non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visita. Egli entrerà se troverà aperta la tua porta. Sta' sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà, colui che hai cercato, abbraccialo, familiarizza con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre, non prova stanchezza, non è preso da negligenza. L'anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s'intrattenga poi sull'impronta lasciata dal suo divino parlare: egli pas-sa via presto. Ma anche se ti sembra che se ne sia andato, và a cercarlo ancora. E' dalla santa Chiesa che devi imparare a trattenere Cristo. Quali dunque i mezzi con cui trattenere Cristo? Non la violenza delle catene, non le strette delle funi, ma i vincoli della carità, i legami dello spirito. Lo trattiene l'amore dell'anima. Colei che così cerca Cristo, che ha trovato Cristo, può dire: «L'ho stretto forte e non lo la-scerò finché non lo abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice» (cfr. Ct 3, 4). Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo.

13 dicembre 13 dicembre 13 dicembre 13 dicembre Seconda settimana Seconda settimana Seconda settimana Seconda settimana

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