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Lo stato etico corporativo Sintesi dell’ideologia fascista

Lo stato etico corporativo Sintesi dell’ideologia fascista · ricostruire l’ideologia del fascismo storico. ... to epocale, l’alba di una nuova civiltà moderna. La seconda

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Lo stato etico corporativo

Sintesi dell’ideologia fascista

Antonio Messina

LO STATO ETICO CORPORATIVO

Sintesi dell’ideologia fascista

www.booksprintedizioni.it

Copyright © 2013 Antonio Messina

Tutti i diritti riservati

Oltre il 2000,si parlerà della mia rivoluzione, degli uomini di cultura che mi furono maestri, o che decisero di farsi miei discepoli. Noi siamo stati fondatori di una religione, della religione della socialità, ben diversa e ben totale, di quella della libertà. Noi abbiamo eretto templi di gloria dei nostri nomi, un altare soltanto riservando per la verità che abbiamo umilmente servito. Abbiamo violato la legge del libero arbitrio, e non ci dogliamo di aver fatto. Non fu un crimine. Fu il solo mezzo per dotare il paese di una esperienza di controriforma. Non la troppa libertà guasta popolo e ne devasta la storia, ma il farlo destinatario di una qualsiasi ipotesi di libertà, dietro il cui fragile diaframma la decadenza si ripari, e la dissennatezza antisociale si organizzi. Forse, taluni nostri avversari volevano, lo ripeterò sempre, la medesima cosa ma volevano per vie traverse che sempre più Separono dalla logica e fanno il vuoto intorno alla speranza di cui si vive. Benito Mussolini

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Prefazione Antonio Messina ha scelto di assumersi il compito di ricostruire l’ideologia del fascismo storico. Una gran-de sfida per uno studioso responsabile. Dalla sconfitta del fascismo di Mussolini, l’intera esperienza è stata sepolta sotto una valanga di errate rappresentazioni fornite sia dai suoi nemici che dagli “amici”. Nono-stante possa risultare perfettamente comprensibile – data la violenza e la tragedia che accompagnarono lungo tutto il suo percorso il fascismo storico – la re-sponsabilità dello studioso è di trascendere la passio-ne e rappresentare le sequenze storiche nel modo più accurato e più obiettivo possibile.

Per decenni, dopo la seconda guerra mondiale, la storia dell’esperimento fascista è stato ridotto ad una caricatura. Entrambi, vincitori e vinti, poterono solo riflettere sulla propria esperienza con tutte le passioni dolorose della perdita del conflitto appena terminato.

Il risultato è stato l’immagine di un quarto di secolo di storia italiana distorta al di là di ogni possibile ac-cettazione. I nemici del fascismo lo vedevano solo come una povera imitazione del nazionalsocialismo di Adolf Hitler – i suoi amici, alla disperata ricerca di un qualsiasi sostegno disponibile, scelsero di schierarsi al servizio degli occultisti, dei delinquenti, degli insoddi-

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sfatti, dei nichilisti e dei razzisti. Il risultato fu una di-storsione irriconoscibile di una realtà passata.

Solo dopo che le passioni iniziarono a scemare con la morte biologica dei principali protagonisti del con-flitto, gli studiosi poterono cominciare la ricostruzio-ne di un’intera epoca storica. Renzo De Felice imper-sona quegli studiosi indipendenti – che tentarono una ricostruzione responsabile e ragionevolmente obietti-va del passato storico. Ha dimostrato la sua abilità con le sue tesi storiche – oggi riconosciute come la rappresentazione definitiva di un periodo significativo della storia di vita del popolo italiano.

Con il presente lavoro, Antonio Messina ha tentato qualcosa di simile nei confronti della vita intellettuale di quegli italiani che scelsero di fornire un fondamen-to logico al regime storico. Messina ha abilmente in-trecciato i temi presenti nell’opera contemporanea di sindacalisti, nazionalisti e attualisti in un arazzo che cattura la logica offerta dai seguaci di Benito Musso-lini. È un lavoro molto più accurato rispetto gran par-te della letteratura che, nel corso degli anni del dopo-guerra, si è riunita intorno all’argomento.

Nella breve esposizione di Messina è possibile risen-tire la voce di Sergio Panunzio, di Alfredo Rocco e di Giovanni Gentile. È possibile ascoltare ancora una volta la lezione sugli argomenti resi familiari dai sin-dacalisti nazionali e i nazionalisti di sviluppo – soste-nuti dalle ingiunzioni morali di persone come Gentile e Ugo Spirito – che anticiparono la nascita di una nuova civiltà, popolata da una nuova generazione di italiani.

In qualunque modo si scelga di giudicare l’intera epoca, il giusto passo da cui partire richiede un accu-rato ritratto delle intenzioni fasciste così come conce-

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pite dai fascisti stessi. Questa è la vera base da cui partire per un giudizio responsabile. Ed è quello che, con il presente lavoro, Messina cerca di fornire. È una falsa pretesa, quella di basare ogni valutazione storica del pensiero fascista su quello che oggi è generalmen-te riconosciuto essere una caricatura. Messina forni-sce gli studiosi di una rappresentazione accurata di ciò che gli intellettuali del fascismo effettivamente avanzarono come fondamento logico giustificabile per il sistema che scelsero di difendere.

La presentazione sinottica di Messina, riguardo ciò che gli intellettuali del fascismo effettivamente so-stennero, merita di essere letta. Si tratta di una pre-sentazione competente del meglio del pensiero nor-mativo fascista. È un primo passo per iniziare il giu-dizio di un periodo complesso della vita europea. Esso fornisce un pezzo importante del mosaico intricato che è il nostro passato storico.

A. James Gregor Berkeley, California Giugno 2013

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Premessa Tra il 1922 e il 1943 l’Italia fu retta da un partito rivo-luzionario intenzionato a distruggere il regime libera-le preesistente e sostituirlo con uno Stato nuovo, con l’obiettivo dichiarato di voler mobilitare le masse all’insegna di una ideologia che concepiva il primato assoluto della politica su ogni altro aspetto della vita umana. L’intento era quello di rigenerare gli esseri umani e dare vita ad una nuova civiltà, fondata su va-lori morali diversi da quella che i fascisti definivano spregiativamente come “civiltà borghese”, frutto del pensiero demo-liberale.

Durante questo periodo e nei decenni che seguiro-no, i contemporanei e gli storici hanno cercato di comprendere e di spiegare il fascismo, negando il più delle volte che questo avesse una ideologia coerente in grado di orientare l’agire umano.

La scuola liberale di Piero Gobetti e Benedetto Croce, definiva il fascismo come una «malattia mora-le», una parentesi negativa nella storia della nazione, una sorta di sintesi delle tare storiche del popolo ita-liano. La scuola marxista di Antonio Gramsci e Palmi-ro Togliatti, definiva il fascismo come un regime rea-zionario, una espressione della «borghesia» al soldo del «capitale finanziario», in grado tutt’al più di affa-bulare le masse con miti e false promesse. Nel dopo-

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guerra la scuola marxista non mutò di una virgola il suo pensiero e influenzò pesantemente gran parte del-la storiografia successiva che continuò a vedere il fa-scismo come un regime contro-rivoluzionario, privo di una ideologia organica e coerente che non fosse una mera difesa degli interessi particolaristici della borghesia italiana. Gli studiosi liberali come Karl Popper e Norberto Bobbio, al pari degli studiosi mar-xisti, negarono qualsiasi autonoma consistenza ideo-logica al Fascismo e negarono persino che potesse esi-stere una “cultura fascista”. Proprio questa miopia storiografica e politologica ha impedito per molti de-cenni uno studio obiettivo e scevro da pregiudizi sul fenomeno in questione, definitivamente relegato al rango di un «male assoluto» privo di radici intellettua-li credibili.

Solo di recente una vasta gamma di storici e di studiosi come Renzo De Felice, Emilio Gentile, Do-menico Settembrini, Augusto Del Noce, A. James Gre-gor, Zeev Sternhell, Roger Griffin e Alessandra Tar-quini, hanno aperto una nuova ricca stagione di studi sul fascismo, finalmente studiato e analizzato alla lu-ce dell’ideologia da esso prodotta. Questo libro non ha grandi pretese e non intende ap-portare nulla di nuovo alla vasta produzione analitica sull’argomento. Il suo scopo è quello di fornire una trattazione sintetica, lineare e obiettiva dell’ideologia fascista, attingendo alle fonti primarie (in primis la Dottrina del fascismo) prodotte dai fascisti stessi. Una analisi descrittiva dei principi che hanno dato vita alla storia del fascismo e che ne hanno animato il suo mo-dus operandi, non può prescindere dallo studio della sua dottrina, delle sue basi culturali e dei documenti ideologici da esso prodotti per mezzo dei suoi prota-

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gonisti principali (Benito Mussolini, Giovanni Gentile, Alfredo Rocco, Carlo Costamagna, Sergio Panunzio etc.).

Nei capitoli del libro il fascismo viene analizzato come la concretizzazione di una ideologia coerente e solida. Se definiamo infatti l’ideologia come un insie-me di idee e valori sufficientemente coerente al suo in-terno e finalizzato a orientare i comportamenti sociali, economici o politici degli individui, è chiaro che il fa-scismo rientra all’interno di questa specifica defini-zione.

Nei capitoli del libro viene infatti dimostrato che il fascismo vanta la presenza di un retroterra culturale e teorico organico ed elaborato, caratterizzato da una concezione olistico-totalitaria della comunità nazio-nale, e culminato nella teorizzazione dello Stato Etico come fine definitivo dei processi storici e sociali. At-traverso l’ausilio di un partito totalitario dotato di una capillare organizzazione, il fascismo ha tentato di tra-sformare totalmente la società e l’uomo, secondo un preciso modello di una nuova morale, con lo scopo di dare vita ad un diverso tipo di democrazia alternativa alla democrazia liberale e parlamentare, considerata un retaggio negativo della rivoluzione francese. Nel perseguire i suoi scopi, il fascismo ha riscosso l’intensa partecipazione emotiva dei suoi militanti, spesso simile ad una “fede religiosa”, convinti che es-so avrebbe costituito la palingenesi di un cambiamen-to epocale, l’alba di una nuova civiltà moderna.

La seconda guerra mondiale e la sconfitta militare dell’Italia hanno brutalmente interrotto l’esperimento totalitario in corso e fatto piombare il paese in una di-sastrosa guerra civile sanguinosa, i cui strascichi si perpetuano ancor oggi, in tutte le loro drammatiche