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IL DIFFICILE MOMENTO DEI TIFOSI TRA INCERTEZZE E REFERENDUM

Lo Stendardo nr. 10

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Periodico della Gradinata Sud Bellinzona (Ticino, Svizzera).

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ANNO PRIMO

NUMERO 7LUNEDÌ,13 MAGGIO 2013

Èun periodo di incertezza per il popolo

Granata, che aspetta con trepidazione notiziein merito ai problemi finanziari della società.

Purtroppo però coloro i quali sanno come davverostanno le cose, pare che non abbiamo moltaintenzione di dirlo, e attraverso dichiarazioni esmentite, hanno creato un'aurea di rabbia, delusionee attaccamento nel cuore dei tifosi.Lo Stendardo non è stato immune a questasituazione, e difatti le pubblicazioni hanno subitouno stop: non avere notizie certe sulle partite chel'AC Bellinzona avrebbe dovuto disputare, haimpedito alla Redazione di mettere in cantiere lastesura del giornalino.Questo numero è proprio il risultato di quanto dettosopra: gli articoli sono stati redatti all'ultimo,l'impaginazione è avvenuta la notte tra domenica elunedì, e la stampa lunedì prima della partita. Unamaratona stancante e snervante, che ha peròportato alla nascita del decimo numero delloStendardo!Quello che sta succedendo a livello finanziario aBellinzona, purtroppo, non è un caso isolato. Ilpresidente Giulini ha pian piano assunto tutti i ruolipiù importanti all’ interno dell’amministrazione, conla motivazione che “in fondo i soldi ce li mettevalui”. Adesso però di soldi non ce ne sono più e disperanze, purtroppo, ne sono rimaste poche. Giuliniha preso in giro tutti i tifosi granata, dapprima conuna gestione scellerata della società e poi condichiarazioni di presunti salvataggi che non sonomai stati confermati. Adesso i 109 anni di storiadella nostra squadra sono a rischio.Ma non è questo l’unico fronte che sta tenendoimpegnati i tifosi. Ecco infatti perché abbiamodeciso di dare spazio in queste pagine ad un fattoche tocca da vicino tutti i tifosi: il Referendum

contro l'Inasprimento del Concordatointercantonale. Questo nuovo Concordato mira arendere ancora più repressive le norme contro ilcosiddetto “tifo violento”, ma non solo. Infatti questenorme verranno applicate anche a tutte lemanifestazioni pubbliche non sportive, dando, fra lealtre cose, il potere ad agenti di sicurezza privati dipoter arrestare una persona (sì, come se fosseropoliziotti! ) e lasciarla in centrale per una notte infermo preventivo. Oppure sarà impossibile recarsi intrasferta a seguire la propria squadra se non contreni o bus pre-organizzati e che partiranno da uncerto luogo a una data ora, senza curarsi sequalcuno (per motivi di studio, lavoro, o altro) sitrovi già vicino al luogo della trasferta.Evidentemente gli esempi sopracitati sono soloalcune delle parti poco convincenti, o addiritturaassurde, di questo Concordato. Ecco perché iBellinzona Boys 2005, assieme ad altri gruppi ditifosi e a forze sociali, si sono attivati per raccoglierele firme necessarie al lancio di un referendumcontro l’applicazione questo inasprimento.Invitiamo tutti i tifosi granata ad informarsi suquesto tema presso le persone che raccolgono lefirme e, se vorrete, a firmare questo referendum.Ci troviamo in un periodo di grandi incertezze, supiù fronti. Nei prossimi giorni potrebbe esseredecretato in modo definitivo il fallimento del nostroACB. Come se non bastasse si continua buttare lecolpe dei mali del calcio sui tifosi e sulla passione.Noi che ci siamo sempre stati, nel bene e nel male, eche sempre ci saremo. Noi che di parole ne abbiamosempre dette poche, preferendo ad esse i fatti. Noiche siamo gli unici che davvero amano e soffronoper il nostro Bellinzona. E allora stringiamoci euniamo le forze ancora una volta, per sostenere lanostra magica squadra.

IL DIFFICILE MOMENTO DEI TIFOSIT R A I N C E R T E Z Z E E R E F E R E N D U M

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CONCORDATO: È REFERENDUM!U LT R A S U N I T I C O N T R O L A R E P R E S S I O N E

Bellinzona Boys 2005Scritto da

Èil 2007 quando la stampa confederata iniziauna dura campagna di demonizzazione deltifoso in vista degli imminenti campionati

europei di calcio. Una campagna stampa effettuatasu tutto il territorio svizzero è riuscita a creare ilmostro dal debellare, il male dello sport e del calcio:il tifoso violento. Compiuto questo importantissimopasso -senza l'appoggio dell'opinione pubblica èdifficile lavorare- il Consiglio Federale ha approvato

delle norme volte al mantenimento dell'ordinepubblico durante le manifestazioni sportive: labanca dati HOOGAN, il divieto di entrata ad unadeterminata area, l'obbligo di presentarsi in Poliziae il fermo preventivo. Tali modifiche, tranne labanca dati HOOGAN, avrebbero dovuto avere unalimitazione temporale (fine 2009) proprio perpermettere lo svolgimento di Euro 2008 e deimondiali di hockey del 2009.Il disastro era però stato fatto e i Cantoni non

hanno perso la ghiotta occasione: sul finire delperiodo di validità delle norme, la Conferenza delledirettrici e dei direttori dei dipartimenti di Giustiziae Polizia (CDDGP) elaborò un Concordatointercantonale sulle misure contro la violenza inoccasione di manifestazioni sportive. A partire dal 1gennaio 2010 tale Concordato è entrato in vigore intutti i Cantoni svizzeri. Attraverso la modifica dellaLegge della Polizia (LPOL) del 1989, il Gran

Consiglio ticinese ha deciso di allargare tali normeanche a tutte le manifestazioni extrasportive: festepopolari, carnevali, manifestazioni politiche. Questadecisione però si scontra contro quando detto dalConsiglio Federale (messaggio 05.065, 17 agosto2005) il quale sostenne che esistevano già strumentinecessari a schedare le "persone che partecipano amanifestazioni violente o che commettono atti diviolenza in occasione di manifestazioni pubbliche".Malgrado ciò, oggi la situazione è ancora la stessa.Nel febbraio del 2012 la i direttori dei dipartimenti

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di Polizia dei Cantoni svizzeri ha approvato dellemodifiche del Concordato, inasprendolo erendendolo maggiormente repressivo. L'adesione aquesto inasprimento è a discrezione dei differentilegislativi cantonali, i quali devono esprimersi afavore della sua attuazione.In Ticino questa adesione è avvenuta tramite lavotazione del 15 aprile 2013, quando il GranConsiglio ticinese ha approvato con 62 votifavorevoli l'"Adesione del Cantone Ticino allemodifiche del 2 febbraio 2012 del Concordato del 15novembre 2007 sulle misure contro la violenza inoccasione di manifestazioni sportive".Contro questa decisione è stato lanciato un

Referendum da parte di alcune curve ticinesi(hockey e calcio) con il sostegno di alcuni organisociali, con il chiaro intento di far capire che cosìnon si può andare avanti! I tifosi di tutto il Cantonehanno deciso di fare fronte comune e di opporsi adun accanimento sempre più ingiustificato e violentoverso chi ama la propria squadra e la sostiene intutti i modi. I Bellinzona Boys invitano quindi tuttia sostenere questo Referendum, firmando e facendofirmare parenti ed amici. Creare un dialogo,informare e sensibilizzare è il modo migliore perevitare fenomeni di violenza. La repressione no.

Da diversi anni, oramai, negli stadi è andataformandosi quell'esperienza diaggregazione autogestionale ai più nota

come curva. Ebbene si: partecipare all'ambiente diuna curva, essere ultras, insomma, non significasolamente essere un tifoso della propria squadra delcuore ma va oltre, indirizzandosi ad un'esperienzaautoregolamentata, dettata dalla volontà di creareuna forza capace di opporsi con decisione a quanto icosiddetti “poteri forti” vogliono propinarci comemomenti di svago e aggregazione.Se valutiamo infatti lo stadio, tramite una visionepiù ampia, come un laboratorio sociale ci rendiamoimmediatamente conto che esso presenta unacaratteristica unica rispetto ad altre esperienzeextrasportive: all'interno delle curve non è possibileeffettuare una categorizzazione rifacendosi aglistrumenti utilizzati normalmente per classificare lealtre realtà aggregative. Le individualità del tifoorganizzato non hanno infatti una componente diclasse, una similitudine anagrafica o una coscienzaideologia omogenea: sono presenti studenti,lavoratori, disoccupati, adolescenti, adulti,immigrati, nativi, apolitici, comunisti, libertari e chipiù ne ha più ne metta. Volendo trovare un comundenominatore nel mondo ultras si potrebbe notare,nemmeno troppo sorprendentemente, come essiosia legato ad un determinato tipo di comunicazione.

Sciarpe, cori, striscioni, stendardi, fanzine sono soloalcuni degli strumenti comunicativi utilizzatitutt'oggi dalle curve, legati ad una volontà diesprimere nel modo più creativo e appetibile agliocchi e alle orecchie un pensiero e un sentimentocondiviso.Tramite la considerazione del paragrafo precedenteè facile capire come il mondo delle curve sia diconseguenza un momento aggregativo capace diesprimere i propri ideali in modo molto visibile eottenendo, in determinati casi, anche una risonanzamediatica non da poco. Questa forte capacitàcomunicativa va quindi a scontrarsiirrimediabilmente con la realtà di determinati poterispesso e volentieri portatori di imposizionisimmetricamente opposte all'ideale di libertàproprio delle curve: pure alle nostre latitudini sipossono spesso sentire cori innegianti alla libertà ditifosi ingiustamente repressi e diffidati dagli stadi,striscioni irriverenti e coloriti nei confronti deipoteri coercitivi, stendardi che esprimono un chiarodissenso nei confronti di uno sport dominato dalcosiddetto Dio Denaro.Conseguenza naturale di questa estroversionepropria del mondo delle curve è la repressione,termine forse inflazionato utile a definire tuttaquella serie di misure che i poteri borghesi attuano,colti impreparati da critiche simili, come mezzo per

OLTRE ALLA FACCIATAL ' A LT R A V E R I T À S U L M O N D O D E L L E C U R V E

BumbatScritto da

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PROPOSTA DI LETTURAI N F O R M A R S I È F O N D A M E N T A L E P E R G I U D I C A R E

RedazioneScritto da

La Redazione, dopo aver ricevuto gli articoliriguardanti il Referendum, ha deciso dipresentare attraverso un estratto, il libro di

Andrea Ferreri, convinti che per poter giudicare

fino in fondo qualcuno e qualcosa, sia necessarioconoscere di cosa si parla. L'ultras è solo un teppistamascherato che si ciba di violenza, o dietro di esso cicela qualcosa d'altro?

Oggi in Italia si sta portando avanti unabattaglia di criminalizzazione contro unodegli ultimi movimenti

di aggregazione sociale dimassa esistenti. La classepolitica e l'intero mondo delcalcio, fatta eccezione per gliultras, vanno idealizzandointorno al pallone una realtàarida, senza emozioni népassioni. Sostenuti dai mass-media, pronti a trasformarequalunque persona in unmostro da sbattare in primapagina, danno corpo aquell'idea ambigua che fa dellostadio un postonecessariamente pericoloso edell'ultras un soggettoesclusivamente violento.Nonostance ciò, di fatto le curve rimangono ancora

uno degli ultimi territori di antagonismo giovanile,dove le regola dell'agire sociale non si mostrano

conformi alla cultura dominantee ne determinanon più ingenerale una critica. Vere eproprie terre autonome, in cui ivalori e le regole sono prodotteesclusivamente dal soggettosociale che le anima. In altreparole territori ricchi diconfronto e socialità, in cuiemergono contraddizioni eparadossi che si articolano finoa traboccare nell'intera societàalimentandone conflitto sociale.Di fronte a tale fenomeno ilmondo politico e la società tutta,si presentano impreparate,intervenendo in manieraipocrita attraverso l'istituzione

di norme repressive, spesso sperimentate negli stadi

Andrea Ferreri, Ultras i ribelli del calcio: quarant'anni di antagonismo e passione, Bepress, Lecce, 2008, pag. 11

imporre la preservazione di uno stato di coseautoreferenziale ed utile soprattutto agli stessipoteri che creano queste norme a propria difesa.Paradossalmente, però, questi metodi repressivi nonfanno altro che accentuare una conflittualità insitastrutturalmente nella società neoliberale fatta didisuguaglianze, di sopra e sotto, di giusto e sbagliatosecondo dettami morali ed etici arbitrari utili allacongiuntura sociale del momento: la società, sevolessimo vederla con altri occhi, degli scontenti,degli insoddifatti. Come cantava infatti uno storicogruppo italiano, peraltro spesso apprezzato nellecurve, “Lo stadio è in piccolo la società”, a volertestimoniare come le curve, in definitiva incredibiliesperimenti sociali capaci di autoregolamentarsi,

siano un prodotto della società odierna.Concludendo, non c'è da stupirsi se l'ultras vienecriminalizzato e represso: come ciò accade nellemanifestazioni pubbliche, il corrispettivo socialeextrasportivo della vita in curva, allo stesso modoaccade negli stadi. Il potere liberal borghese, in oltredue secoli di vita, ha infatti imparato a farsi temeresottilmente, tramite l'attuazione di leggi falso-moraliste che vanno a toccare lo spauracchio socialedel momento.Ma la domanda che dobbiamo porci è: se oggi sonogli ultras, domani chi sarà il capro espiatorio? Larisposta andrebbe tenuta a mente ogni qual volta silasciano correre gli atti di violenza, gli abusi diautorità e le leggi repressive.

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RJScritto da

CURIOSITÀ GRANATAG I O V A N I T A L E N T I A L L ' O M B R A D E I C A S T E L L I

Care lettrici e cari lettori, continua anche seun po' a singhiozzi la rubrica "CuriositàGranata". Oggi la curiosità di cui voglio

parlarvi riguarda uno dei tanti talenti passatiall'ombra dei castelli. Quegli stessi talenti che, perun motivo o per l'altro non sono rimasti a lungo inmaglia Granata o che, paradossalmente, non hannonemmeno trovato spazio in formazione.Nello specifico caso sto parlando di un calciatorecon un breve passato all’ombra dei castelli: AmauriCarvalho de Oliveira semplicemente noto comeAmauri, nato a Carapicuiba (Brasile) il 3 giugno1980.Il giocatore brasiliano naturalizzato italianotrascorse infatti la prima parte della stagione2000/01 (da marzo a luglio) in maglia granatacollezionando la miseria di 5 presenze e segnandouna sola rete a causa di un infortunio ad unginocchio che lo tenne fermo per diversi mesi e checostrinse idirigenti acederlo a fineanno. Il ragazzòdestò in ognicaso una granbellaimpressione, eciò lo feceapprodare alParma, doveperò non trovòspazio.La sua carrierainiziò in mododel tutto casuale:da ragazzosvolgeva lavori quali muratore, dipendente in unsupermercato ed operaio in fabbrica, econtemporaneamente si allenava per contro proprioe sporadicamente si presenteva ad alcuni provinipresso alcune squadre dello stato di San Paolo, suaregione natale, ma in condizioni fisiche precariepoiché stanco dalla giornata lavorativa. Un giorno,

casualmente, fu notato dal Clube Santa Catarina,militante in serie B paulista, con sede a 10 ore diviaggio da casa sua. Nonostante ciò accettò e siaggregò alle giovanili.La svolta avvenne quando il suo nuovo club fuinvitato al Torneo di Viareggio, un’importantemanifestazione giovanile che si svolge ogni gennaio,durante il quale segnò 5 reti suscitando l’interessedi diverse squadre italiane le quali non potevanoperò più tesserarlo in quanto straniero. Fu così chearrivò nella capitale ticinese, sua prima veraavventura europea.Dopo l'avventura bellinzonese, ha vestito le magliedi diverse squadre italiane tra cui Parma, Chievo.Ed è proprio in questo periodo della sua vita cheAmauri riesce a sfondare nel campionato italianograzie all'avventura veneta. Giunge poi a Palermo,in Sicilia, nel 2006 e quella è la sua grande stagione:52 presenze con la maglia rosanero condite da 23

segnature.Ritorna poi alnord,approdando incasa Juventus edisputando 71partitemettendo asegno 17 gol.Ritorna poi inprestito alParma; seguepoi unastagione allaFiorentina, einfine il ritornoa 'casa': disputanel 2012 28

partite con la maglia del parma, andando 10 volte ingol.Arrivato a 30 anni riesce anche a vestire la magliadella nazionale italiana, il 10 agosto 2010, in quellache finora resta la sua unica presenza in azzurro.

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Da qualche tempo aleggia tra giornalisti,tifosi accaniti e simpatizzanti la stessa,identica e logorante domanda: dove sono

finiti i 18'000 spettatori del Comunale negli anni diPaolo Cesar e compagni? Perché non vengono piùallo stadio? Perché in questo difficile momento dellasocietà Granata si raggiungo al massimo le 2000presenze allo stadio? Probabilmente la stessadomanda se la pongono i tifosi delle altre squadreticinesi: basti pensare alla bassissima quanto penosapresenza di tifosi durante il derby Locarno -Bellinzona. Preferisco però concentrarmi sullanostra di realtà.Ci possono essere svariate risposte a questedomande, io ho deciso di prenderne inconsiderazione un paio, quelle che per me sono lepiù significative. I tifosi negli ultimi anni si sonostufati di vedere un calcio malato, dove l'obbiettivonon è più il campo da gioco bensì quello che ruotaintorno al mondo del calcio. Al giorno d’oggi non sivedono più molti giovani nostrani in campo, e queipochi che ci sono non riescono a trovare spazio purtenendo duro; si vede peraltro gente viziata che lamaglia che porta la domenica (ah, adesso si giocaanche di mercoledì, giovedì, sabato e lunedì) puòessere quella usata in settimana per andare a far laspesa con la moglie o portare i figli all'asilo. In tuttoquesto però i giocatori ricoprono solo una piccoladel cambiamento avvenuto negli ultimi decenni: ilgrosso è avvenuto in alto, lontano dal campo, dalsudore e dalla terra. Le società di calcio, ma nonsolo, sono più spesso gestite e diretta da dirigentiche vedono i giocatori solo come pedine da sfruttarefinché rendono, per poi scaricarli senza troppiproblemi, con l'unico obbiettivo di ricavarne tantebelle banconote da mille. Gli stessi dirigenti checondannano duramente i comportamenti dei propritifosi, gli stessi dirigenti che sorridenti rassicuranoin televisione coloro i quali hanno realmente a cuorela propria squadra. Queste stesse persone sono perme il vero male del calcio. E qui a Bellinzonapurtroppo, abbiamo parecchio da imparare.E su questa giostra del calcio, fatta di poca passione

e tanti soldi, hanno ormai trovato posto anche itifosi. Sono anch'essi divenuti complici di talesistema. Per pochi soldi ognuno si può guardare lepartite sul divano di casa, al caldo, senza lo stress, lafolla, il freddo. I biglietti dello stadio sembranodiventati d'oro, fa freddo e rischio di essereaggredito dai teppisti. Meglio stare a casa a caldo eal sicuro. Personalmente fra il caldo, la calma, lalontananza dalla mia squadra, il non avere contattodiretto con ciò che si vive allo stadio, preferiscoprendermi il raffreddore, stringere i denti esostenere la maglia dal vivo.Un'ultima responsabilità che ho individuato e chemi sento in dovere di esporre, riguarda i media.Trovo che la fetta più grande del marciume delcalcio sia causata da loro. Loro allontanano la gentecon gli eclatanti -quanto talvolta falsi ed esagerati-titoloni da prima pagina; loro che un falso edipocrita scoop cercato tanto per vendere; loro chenon -paradossalmente- spesso non sono informatisu ciò che scrivono; loro che paragonano l'andareallo stadio come scendere in guerra.Rivolgo in chiusura a quei fedeli tifosi eappassionati, che nonostante tutti i punti elencatisopra ci sono ancora, partita dopo partita, uncomplimento: tanto di cappello che non mollate,anzi: che non molliamo; questa è la dimostrazioneche per quanto nero possa essere il futuro, in fondouna luce di speranza c'è.Ricollegandomi con le domande iniziali mi sentocomunque di affermare che allo stadio non vogliocoloro i quali si presentano solamente quando sivince e convince. Se siamo in duemila ben venga,meglio pochi ma buoni che tanti ma falsi.Continuate a stare a casa, nel vostro limbo diipocrisia buonista, non abbiamo bisogno di voi. IlBellinzona vive grazie all'affetto di quei fedelissimi,che danno il tutto per essa, e non di chi invece sisente costretto a dare appoggio sporadicamente.Concludo con una celebre frase coniata dagliinglesi, coloro che il calcio l'hanno creato e vistocrescere:“Football without fans is nothing!”, il calcioè niente senza i tifosi.

STADI SEMPRE PIÙ VUOTI : PERCHÉ?Q U A L I S O N O I V E R I M A L I D E L C A L C I O

RinoScritto da

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RICORDIAMO, COME SEMPRE, CHE 'LO STENDARDO' É UN GIORNALINO REALIZZATO AUTONOMAMENTE DAALCUNI TIFOSI GRANATA. CI TENIAMO PERÒ A SPECIFICARE CHE PER DARE UN VALORE AGGIUNTO A TUTTOCIÒ, É NECESSARIA LA COLLABORAZIONE DI TUTTI I TIFOSI GRANATA CHE POSSONO AIUTARCI CON LASTESURA DI ARTICOLI O CON SEMPLICI CRITICHE (NELLA SPERANZA CHE ESSE SIANO COSTRUTTIVE).

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FC BIENNE ­ AC BELLINZONA

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14.07.2012 Bienne 1 - 2 Bellinzona23.07.2012 Bellinzona 3 - 1 Lugano28.07.2012 Bellinzona 2 - 3 Wil04.08.2012 Wohlen 0 - 0 Bellinzona13.08.2012 Winterthur 1 - 0 Bellinzona18.08.2012 Bellinzona 2 - 1 Locarno27.08.2012 Chiasso 3 - 2 Bellinzona03.09.2012 Bellinzona 1 - 2 Aarau23.09.2012 Vaduz 0 - 0 Bellinzona27.09.2012 Wil 0 - 1 Bellinzona30.09.2012 Bellinzona 3 - 2 Bienne08.10.2012 Lugano 0 - 1 Bellinzona21 .10.2012 Bellinzona 1 - 0 Vaduz28.10.2012 Locarno 0 - 2 Bellinzona04.11 .2012 Bellinzona 1 - 5 Winterthur18.11 .2012 Aarau 0 - 1 Bellinzona25.11 .2012 Bellinzona 1 - 0 Chiasso03.12.2012 Bellinzona 1 - 0 Wohlen

10.02.2013 Chiasso 1 - 1 Bellinzona17.02.2013 Bellinzona 2 - 0 Bienne23.02.2013 Wohlen 0 - 1 Bellinzona03.03.2013 Bellinzona 0 - 0 Locarno10.03.2013 Aarau 0 - 1 Bellinzona31 .03.2013 Vaduz 1 - 2 Bellinzona07.04.2013 Bellinzona 0 - 0 Lugano14.04.2013 Winterthur 0 - 2 Bellinzona18.04.2013 Bellinzona 8 - 0 Wil21 .04.2013 Wil 2 - 3 Bellinzona28.04.2013 Bellinzona 0 - 0 Vaduz05.05.2013 Bellinzona 1 - 3 Chiasso09.05.2013 Locarno 2 - 6 Bellinzona13.05.2013 Bellinzona - Winterthur18.05.2013 Bienne - Bellinzona26.05.2013 Bellinzona - Wohlen29.05.2013 Bellinzona - Aarau01 .06.2013 Lugano - Bellinzona

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