25
Il sole 24 ore on line Impresa & Territori Reti & Utility Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante che supera il Pil della Turchia di Natascia Ronchetti 19 febbraio 2015 Il Veneto porta in dote la sua capacità di intercettare risorse. La Lombardia un profilo sempre più internazionale. A sua volta l’Emilia Romagna mette sul piatto, oltre alla forte vocazione all’export, la ricerca e il monitoraggio puntuale dello stato dell’economia. Con l’intesa tra le Unioni regionali delle Camere di commercio, il sistema camerale delle tre aree posiziona i primi tasselli di un piano strategico di collaborazione e integrazione che potrebbe portare anche a una fusione dei tre enti e che già da ora mostra tutta la forza economica di questa macro area. Un gigante con un Pil di oltre 625 miliardi pari a più del 40% di quello nazionale e che con la sola industria manifatturiera arriva a superare il 54% del valore aggiunto del Paese. Un Pil superiore a quello della Turchia, dei Paesi Bassi, della Svizzera. «Il nostro obiettivo dice Maurizio Torreggiani, presidente di Unioncamere Emilia Romagna è quello di essere utile al sistema delle imprese rafforzando i flussi di collaborazione. Di fronte al cambiamento dei sistemi economici, una riorganizzazione sulla base di un unico criterio: l’efficacia per le imprese in territori che si caratterizzano per forte omogeneità per filiere produttive e legami infrastrutturali». La macro area si presenta con numeri da prima della classe in Europa, con sistemi e specializzazioni che già travalicano i confini. Come nel caso di quel sistema moda che da Belluno arriva a Modena e di una agroindustria che si apre spazi da Forlì a Lodi. È un matrimonio che coinvolge 28 enti camerali che, come spiega Giandomenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia, «si collocano nella fascia alta dell’efficienza. Parte una collaborazione strutturata che mette a fattore comune elementi di

Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

Il sole 24 ore on line

Impresa & Territori Reti & Utility

Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze:

un gigante che supera il Pil della Turchia

di Natascia Ronchetti 19 febbraio 2015

Il Veneto porta in dote la sua capacità di intercettare risorse. La Lombardia un profilo

sempre più internazionale. A sua volta l’Emilia Romagna mette sul piatto, oltre alla forte

vocazione all’export, la ricerca e il monitoraggio puntuale dello stato dell’economia.

Con l’intesa tra le Unioni regionali delle Camere di commercio, il sistema camerale delle

tre aree posiziona i primi tasselli di un piano strategico di collaborazione e integrazione che

potrebbe portare anche a una fusione dei tre enti e che già da ora mostra tutta la forza

economica di questa macro area. Un gigante con un Pil di oltre 625 miliardi pari a più del

40% di quello nazionale e che con la sola industria manifatturiera arriva a superare il 54%

del valore aggiunto del Paese. Un Pil superiore a quello della Turchia, dei Paesi Bassi, della

Svizzera.

«Il nostro obiettivo – dice Maurizio Torreggiani, presidente di Unioncamere Emilia

Romagna – è quello di essere utile al sistema delle imprese rafforzando i flussi di

collaborazione. Di fronte al cambiamento dei sistemi economici, una riorganizzazione sulla

base di un unico criterio: l’efficacia per le imprese in territori che si caratterizzano per forte

omogeneità per filiere produttive e legami infrastrutturali». La macro area si presenta con

numeri da prima della classe in Europa, con sistemi e specializzazioni che già travalicano i

confini. Come nel caso di quel sistema moda che da Belluno arriva a Modena e di una

agroindustria che si apre spazi da Forlì a Lodi.

È un matrimonio che coinvolge 28 enti camerali che, come spiega Giandomenico

Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia, «si collocano nella fascia alta

dell’efficienza. Parte una collaborazione strutturata che mette a fattore comune elementi di

Page 2: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

eccellenza come l’internazionalizzazione, il centro studi, la progettazione europea, per dare

risposte sempre più efficaci alle imprese». Partendo, dunque, dai numeri l’intesa,

sottoscritta a Bologna, indica le prime priorità. Si parte dal monitoraggio dell’economia, si

arriva a servizi e progetti per rafforzare la dimensione internazionale delle imprese per poi

proseguire con la condivisione degli strumenti necessari ad agganciare tutte le opportunità

offerte da Bruxelles per lo sviluppo.

Se c’è un handicap per queste tre regioni capaci da sole di intercettare il 60% delle

multinazionali straniere che investono in Italia, questa è la zavorra della tassazione – quasi

il doppio rispetto alle altre regioni europee – e della capacità di attrarre capitali esteri

fortemente condizionata prima di tutto dalla burocrazia, cosa che fa della semplificazione

amministrativa un altro traguardo. «L’accordo – osserva Fernando Zillio, presidente di

Unioncamere Veneto - riconosce a ogni unione regionale di essere depositaria di eccellenze

in qualche modo esclusive e le mette assieme nella convinzione che sia massimamente

produttivo evitare di disperdere energie migliorando le proprie performance a beneficio di

un numero molto vasto di imprese».

Page 3: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

Venerdì 20 Febbraio 2015 IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE www.ilsole24ore.com

t @ 24ImpresaTerr

UN DORSO ESTRAIBILEFACILITA LA LETTURA

Impresa e Territoriè nel primo sfoglio del giornalecompleto delle pagine tematichequotidiane e settimanali

AMBIENTE

Dal ministero 135 milioniper bonificare l’amiantoFilomena Greco upagina 12

Industria

OSSERVATORIO BOCCONI

La lean productionmigliora le imprese

Mezzogiorno

Turismo

Mondo&mercati

ATTIVITÀ ESTRATTIVA

In Sicilia l’Italkaliinveste 250 milioniNino Amadoreupagina 15

SHARM-EL-SHEIKH

L’Egitto rilanciasul Mar RossoVincenzo Chierchiaupagina 16

LIBERO SCAMBIO

Trattativa Usa-Uepiena di ostacoliBeda Romanoupagina 17

Sinergie

CAMERE DI COMMERCIOLombardia, Emiliae Veneto superanoil Pil della Turchia

ALL’INTERNO

Luca Orlandoupagina 12

DELOCALIZZAZIONE

Pmi del Nord Est, fondi per chi restaBarbara Ganzupagina 13

SU INTERNET

La crisi di Taranto. Il Governo pone la questione di fiducia: ora il provvedimento passa alla Camera per il via libera definitivo

Il Senato approva il decreto IlvaPreviste misure a favore dei creditori ma i trasportatori non tolgono i blocchi al sito

Fonte: Federacciai

+0,6%-2,6%

174ImportProdotti 2°trasformazione

Export

Saldo370196

1.231ImportProdotti 1°trasformazione

Export

Saldo4.620

+10,6%+8,8%

3.389

9.354ImportProdottipiani

Export

Saldo6.403

+9,3%-0,3%

-2.951

1.842ImportProdottilunghi

Export

Saldo3.996

+7,5%+3,6%

2.154

15.966Export

TOTALEGENERALE 472

Saldo

15.494Import

+7,0% +2,8%

2.893ImportLingotti esemilavorati

Export

Saldo577

-0,8%-7,7%

-2.316

VAR. %

L’interscambio del settore italiano

Importazioni ed esportazioni delle varie tipologie di prodotto, in migliaiadi tonnellate. Periodo gennaio-novembre 2014 e variazione % sul 2013

Domenico PalmiottiTARANTO

pNel giorno in cui il decre-to legge sull’Ilva incassa il vo-to di fiducia del Senato (151 sì e114 no) e si accinge ad affron-tare l’ultimo passaggio allaCamera, rischia di saltare latregua che i trasportatori chelavorano con l’azienda side-rurgica avevano promessomercoledì sera dopo l’incon-tro a Roma col ministro deiTrasporti, Maurizio Lupi.

Tra il pomeriggio e la sera-ta di ieri, si è svolta sul piazza-le della portineria C dello sta-bilimento di Taranto, un’in-fuocata assemblea dei tra-sportatori che adessominacciano il blocco totale inentrata e in uscita. In sostan-za, un inasprimento dellaprotesta cominciata un mesefa. A portare la categoria suuna posizione di possibile ri-lancio del conflitto, il fattoche il maxi emendamento sulquale il governo ha posto la fi-ducia, non contiene le garan-zie e le risposte che i traspor-tatori pensavano di poter tro-

vare. Il punto contestato èquello relativo alla prededu-zione dei crediti precedentil’amministrazione straordi-naria cominciata il 21 gennaioscorso. «Il maxi emendamen-to – dicono i trasportatori –parla solo dei crediti vantatidalle pmi e relativi alle pre-stazioni ambientali, alla sicu-rezza e alla continuità degliimpianti produttivi essenzia-li. Noi, però, siamo altro. Noitrasportiamo i prodotti finitidell’Ilva e cosa garantisce inostri crediti? Nulla».

Il mondo del trasporto con-testa poi il fatto che Lupi, l’al-tro ieri, si era impegnato a farcorrispondere dall’Ilva unacconto del 90 per cento suinuovi affidamenti. Questoper ridare liquidità a una ca-tegoria in grave difficoltà do-po mesi di mancati pagamen-ti. «Non è arrivato nessun do-cumento che dia riscontro aquanto Lupi si è impegnato afare» dicono i trasportatori. Eaggiungono: «Nel maxiemendamento c’è solo la mo-ratoria fiscale sino a fine annoed è l’unico punto in cui si par-la chiaramente delle impresedi autotrasporto. Troppo po-co. Non ci basta».

Il Mise, però, rassicura: nel-

la categoria dei crediti prede-ducibili rientrano anche «leimprese di autotrasporto checonsentono la manutenzionedi materie prime, merci e pro-dotti finiti e la funzionalitàdegli impianti». Così il Misechiarisce i «dubbi interpreta-tivi circolati in queste ore aproposito del maxi emenda-mento». Una spiegazione chedovrebbe placare le protesteperché se i trasportatori non

dovessero recedere dal bloc-co, per l’Ilva si creerebbe unasituazione pesantissima con-siderato che l’azienda ha giàstoccate, pronte per partire,500mila tonnellate di merci per un valore di 250 milioni, eche la regolarità delle spedi-zioni e degli approvvigiona-menti è uno snodo vitale perl’impresa. Specie in un mo-mento in cui si stanno facen-do una serie di sforzi per farla

ripartire. In questo senso sicolloca il decreto.

«Un provvedimento ne-cessario» lo definisce Massi-mo Mucchetti, del Pd, presi-dente della commissione In-dustria del Senato. «L’alter-nativa all’amministrazionestraordinaria – aggiunge – sa-rebbe stata il fallimento, madobbiamo sapere che a Ta-ranto si gioca la credibilità diParlamento e Governo senzapiù schermi protettivi».

Per il relatore SalvatoreTomaselli, del Pd, «si intra-vede ora la possibilità di su-perare l’emergenza del com-missariamento con normeche definiscono con certezzarisorse finanziarie e stru-menti per coniugare la conti-nuità produttiva e il risana-mento ambientale». Sparanoinvece a zero le opposizioni,da Forza Italia a Sel ai CinqueStelle, critico anche il gover-natore della Puglia, NichiVendola, per il mancato in-cremento di assunzioni al-l’Arpa Puglia, mentre la Uilm,col segretario generale Roc-co Palombella, definisce «im-portante il segnale politicoche arriva dall’aula di PalazzoMadama».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Acciaio. La barese M2I, controllata da Morex Spa, ha acquisito lo stabilimento umbro di Narni della multinazionale SGL Carbon - Saranno rioccupati i 50 addetti

Italiano un pezzo di siderurgia tedesca

Vincenzo Rutigliano

pPassa in mani italiane lo stabilimento umbro di Narni della multinazionale tedesca SGL Carbon. A rilevare gli as-set di questo stabilimento che produce, unico in Italia, elet-trodi di grafite di alta qualità per la fusione dell'acciaio al forno elettrico industriale, ne-cessari dunque per gli impian-ti siderurgici, è la M2I di Bari, società interamente control-

lata dalla Morex spa, che si oc-cupa di logistica, soprattutto nel centro-nord (fatturato2014 a 15 milioni). Con la ces-sione viene evitata la chiusura e la liquidazione volontaria che i tedeschi avevano deciso afebbraio 2014. Una decisionedifficile da digerire per il terri-torio che avrebbe visto lascomparsa di una fabbrica sto-rica, nata nel 1900, rilevata dai tedeschi della Siemens AG nel1929, trasformata in spa nel 1949 con il nome di Elettrocar-bonium e diventata SGL Car-bon nel 1992, quando nellamultinazionale sono arrivati

capitali americani. La cessione- che sarà ufficializzata a finefebbraio nella cittadina umbraposta a 13 chilometri dalla Ac-ciai Speciali Terni, cui ha for-nito gli elettrodi fino al 2014 -conclude in meno di un anno una vertenza approdata allo Sviluppo Economico.

Secondo il piano industrialedella M2I la produzione di elet-trodi di grafite riprenderà dal prossimo luglio e saranno rioc-cupati 50 addetti, e così a segui-re fino al riassorbimento, entromaggio, massimo agosto, del 2016, di tutti gli operai occupatia febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il2015 ed il 2018, saranno effet-tuati investimenti per oltre 15 milioni di euro per la produzio-ne in house anche dei nippli (i cappucci, la parte terminale degli elettrodi) che la SGL pri-ma acquistava all'estero, per l'incremento dei livelli di auto-

mazione dello stabilimento, per l'ampliamento della gam-ma dei prodotti, per la realizza-zione di un impianto fotovol-taico da 1 MW e di una centralecogenerativa a biomassa soli-da tra 2 e 5 MW (in quest'ultimocaso i 15 milioni diverrebbero 27). Tra gli investimenti previ-sti anche gli interventi di boni-fica del sito produttivo, dacompletare entro dicembre del 2018, per 2 milioni di euro.

«Questo stabilimento anda-va salvato dalla chiusura, èuno dei due più qualificati al mondo con un indice di difet-tosità degli elettrodi bassissi-mo - dice Michele Monachino,ad di Morex spa e di M2I srl -. La continuità di temperatura nei forni infatti è garantita e

per le industrie siderurgiche èdecisiva».Insieme alla bonifi-ca del sito, che farà carico ai te-deschi per i due terzi del totale,la M2I vuole creare in tuttal’area produttiva, come previ-sto in un accordo di program-ma, anche attività artigianali,industriali, del terziario e dellalogistica. Oltre alla localizza-zione di incubatori di impresa e di start up, da riportare all'in-terno della rete nazionale di incubatori. Ripresa la produ-zione, Monachino prevedeche l'azienda di Narni, che ri-prenderà la vecchia denomi-nazione di Elettrocarbonium, chiuderà il 2015 con un fattura-to di circa 18 milioni ed il 2016 aquota 30 milioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

UMBRIA

LA CARATTERISTICAIl sito, unico in Italia, produce elettrodi di grafite di alta qualità per la fusione dell’acciaio al forno elettronico industriale

PUGLIA

Il processo

La Procurachiede52 rinviia giudiziopLa Procura della Repubblica di Taranto ha chiesto nuovamen-te il rinvio a giudizio dei 52 imputa-ti coinvolti nel processo «Am-biente Svenduto» per il reato di disastro ambientale dell’Ilva di cui ieri si è tenuta una nuova udienza davanti al gup Wilma Gilli. Per il procuratore capo, Franco Sebastio, tutto quanto prodotto nei mesi scorsi, dall’in-cidente probatorio di marzo 2012 agli arresti e sequestri di luglio 2012, non può non essere vagliato in un processo. Eppoi, aggiunge il procuratore, ci sono le denunce dei cittadini, le documentazioni mediche e scientifiche, le perizie tecniche, i danni subiti da agricol-tori, militicoltori, lavoratori del si-derurgico, residenti nel rione Tamburi di Taranto; riscontri e prove che, secondo l’accusa, de-vono passare attraverso la lente del giudizio. Per il pm Mariano Buccoliero, l’Ilva continua a in-quinare e non ha adempiuto alle prescrizioni dell’Aia. E se oggi si decidesse di eseguire un sopral-luogo nell’area delle cokerie per controllare se si è intervenuti o meno per ridurre l’inquinamen-to, potrebbe emergere che nulla oquasi è cambiato da luglio 2012, quando scattò il sequestro senza facoltà dell’area a caldo del side-rurgico. Accuse anche per il sin-daco di Taranto, Ezio Stefàno, ve-nuto meno, per il pm Pietro Ar-gentino, al suo ruolo di vigilanza in materia di salute pubblica, e le lettere all’azienda e al Governo, così come le ordinanze comunali,sarebbero perlomeno «tardive» per l’accusa.

Sulla base di questi elementi,quindi, la Procura chiede il rinvio a giudizio per tutti, sia pure con ca-pi di imputazione diversi. Si tratta di 49 persone fisiche e di 3 società, Riva Fire, Riva Forni Elettrici e Il-va. Mentre tra le persone fisiche cisono gli ex amministratori Ilva, Nicola e Fabio Riva, l’ex presiden-te Bruno Ferrante, gli ex direttori dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso e Adolfo Buffo. Il processo è stato infine chiesto anche per il governatore della Pu-glia, Nichi Vendola, e il sindaco di Taranto.

D. Pa.© RIPRODUZIONE RISERVATA

I COMMENTICritici Sel, Forza Italiae Movimento Cinque StelleIl relatore Tomaselli:si intravede la possibilitàdi superare l’emergenza

Page 4: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

PRIMO PIANO Le Cdc di Lombardia, Veneto e Emilia escono dal loro recinto e uniscono le forze

Le regioni nane sono impotenti È la globalizzazione che impone accorpamenti decisi

di Carlo Valentini

Non solo la politica. Le macroregioni incominciano a interessare anche l'economia. A piccoli passi prendono forma e potrebbero concretizzarsi prima che le lungaggini parlamentari trovino una conclusione. Confindustria sta marciando a grandi passi verso l'unificazione delle proprie associazioni territoriali, per esempio sta accorpando tutte le sedi provinciali per dar vita a due sole strutture, una in Emilia e una in Romagna, primo passo verso un'ulteriore integrazione sul piano regionale e poi con le regioni vicine che sono già impegnate nello stesso mutamento organizzativo.

Ma mentre l'associazione degli imprenditori ha imboccato la strategia di concentrarsi sulle macroregioni, la politica sta ferma al palo, con buona pace dei proclami innovativi di Matteo Renzi. In questo tentennare della politica va sottolineato quanto è successo ieri a Bologna, dove si sono incontrati i presidenti delle Unioncamere di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna per decidere una stretta collaborazione e gettare le basi di una macroregione economica con provvedimenti che d'ora in poi saranno coordinati poiché vi è omogeneità dei sistemi economici delle tre regioni e quindi è necessario attuare investimenti e iniziative che abbraccino territori più vasti di quelli degli attuali confini regionali. Un mutamento radicale da parte delle Camere di commercio, finora chiuse nei propri orticelli. Ora invece si mettono alla testa di un movimento che reclama dimensioni territoriali in grado di competere con le macroregioni (incominciando dai lander tedeschi) dei grandi Paesi europei.

Il protocollo d'intesa firmato dai tre presidenti di Unioncamere prevede «un patto operativo – è scritto nel documento conclusivo- per realizzare una macro-area funzionale, un ambiente favorevole alle imprese per aiutarle a cogliere le opportunità del mondo che continua a crescere. È un primo passo verso una prospettiva di medio lungo periodo indirizzata a una organizzazione camerale strutturata sulla dimensione di una macro-area». l territorio di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna concentra più del 40% del Pil nazionale, esprime il 54% di quanto prodotto dall'industria manifatturiera italiana e il 55% del valore delle esportazioni di beni verso l'estero. In particolare il Pil vale 625 miliardi e pone l'area davanti a Paesi quali Turchia, Paesi Bassi e Svizzera, con una ricchezza pari al 5% di quanto realizzato dall'intera Ue.

«È il nuovo contesto competitivo a spingere verso il cambiamento. Il territorio è sempre meno quello definito dai confini amministrativi, ma bensì quello dove insistono le relazioni delle imprese, aree vaste a geometria variabile i cui confini sono in perenne riconfigurazione. I settori tradizionali si sono ricomposti in filiere che tengono insieme la componente manifatturiera e quella terziaria, rendendo sempre più complesso scindere le attività che compongono la catena del valore».

Si parte unificando i centri-studi, i servizi alle imprese, gli interventi sul territorio. Una rivoluzione epocale provocata dai nuovi scenari economici ma anche da un colpo di frusta scagliato dal governo, che però poi si è fermato lì. Ammette Fernando Zillio, presidente Unioncamere Veneto: «Si dice che non tutto il male venga per nuocere. L'accordo è anche figlio di quell'attacco al sistema camerale che se, da un lato, ha causato sicuramente danni perché ha tolto risorse da destinare al sostegno delle imprese dall'altro ha convinto le realtà più lungimiranti ad abbandonare le logiche di campanile per abbracciare quelle di sistema». Aggiunge Maurizio Torreggiani, presidente Unioncamere Emilia-Romagna: «Occorre considerare che fatto 100 il Pil dell'Italia nel 2000, ora esso è sceso al 96,8%, mentre in questa area lover è salito al 103%. È naturale che possa partire da qui un percorso che risponde all'esigenza di riforma del sistema». Conferma Giandomenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia: «Si tratta di 28 Camere che si collocano nella fascia alta dell'efficienza del sistema e danno vita a una collaborazione strutturata e sovradimensionale».

La palla passa alla politica. Tutti o quasi sostengono la necessità delle macroregioni ma tante sono le ricette sul come strutturarle e il rischio è che il tira e molla si spinga fino alle calende greche. Forza Italia propone l'abrogazione dell'articolo 131 della Costituzione, contenente l'elenco delle attuali regioni, e una modifica dell'articolo 132 per portare la popolazione minima di ogni regione a 10 milioni di abitanti. In pratica si prevedono 5 macroregioni: Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia; Trentino Alto Adige, Friuli-Venezia-Giulia, Veneto, Emilia Romagna; Toscana, Umbria, Marche e Lazio; Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, e Calabria; Sicilia e Sardegna.

Page 5: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

Gran parte del Pd appare schierata a favore della proposta Morassut-Ranucci, che ridisegna l'Italia istituendo le regioni Alpina (Valle d'Aosta, Piemonte e Liguria), Lombardia, Emilia-Romagna (Emilia-Romagna e la provincia di Pesaro), Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige;), Appenninica (Toscana, Umbria e la provincia di Viterbo), Adriatica (Abruzzo e le province di Macerata, Ancona, Ascoli, Rieti e Isernia), Roma capitale, Tirrenica, (Campania e le province di Latina e Frosinone), Levante (Puglia e le province di Matera e Campobasso), Ponente (Calabria e la provincia di Potenza), Sicilia, Sardegna.

Chi vincerà? Ma soprattutto si arriverà a una conclusione sotto le picconate di Confindustria e Unioncamere? La parlamentare Nunzia De Girolamo (Ncd-Udc) che aveva presentato un emendamento (bocciato) per accelerare i tempi è scettica: «Si è verificato un cambio di rotta del governo davvero incomprensibile: il percorso per arrivare alle macroregioni poteva essere più snello, ma l'esecutivo non ha fatto sua un'esigenza di alleggerimento delle procedure, rendono impossibile modificare i confini regionali».

Page 6: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

10 L’ECO DI BERGAMOVENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015

Il segretario Fim Luca Nieri

La Fim-Cisl di Bergamo replica

alle affermazioni del presidente dei mec-

canici di Confindustria Bergamo Roberto

Zappa riportate ieri dal nostro giornale.

«La Fim di Bergamo - scrive il se-gretario provinciale Luca Nieri- respinge con forza la fotografia delsindacato fatta da Zappa. Non è néopportuno né intellettualmenteonesto fare di tutta l’erba un fascioscaricando le colpe dell’ingessatu-ra delle relazioni industriali su tutto il sindacato».Per Nieri la Fim ha sempre evitato «l’abbrac-cio alle ideologie politiche, standosempre sul merito delle questioniper ricercare le migliori soluzioniin grado di coniugare il benessereaziendale, la continuità occupa-zionale, le tutele dei lavoratori».«Se Zappa auspica un sindacato “alla tedesca” noi siamo pronti, apatto che anche le aziende si apra-no a relazioni partecipative, pro-prio come si fa nella Germania in-dustriale tanto invocata. La Fimè pronta da tempo a lanciare l’azio-nariato aziendale che porti i lavo-ratori a stare nei cda e nei cds».

Sulle questioni che ingessanol’industria nazionale «vorremmoricordare a Zappa che la Fim, uni-co sindacato, ha manifestato in settembre davanti al Parlamentoper spronare il governo» in questosenso. Per Nieri, poi, i dati della risalita della produzione «non hanno ancora dato la scossa ne-cessaria alla ripresa occupaziona-le». E la Fim lancia infine la sfidasui contratti aziendali «da rinno-vare e da implementare». �

La Fim replica a Zappa: «Anche l’industria è poco tedesca»

Agevolazioni alle imprese delibera ok in Commissione

Voto favorevole e unanime

quello della Commissione congiunta (1°

e 3°) sulla delibera «Città semplice e low

tax per attrarre imprese innovative» a

Bergamo.

Dai banchi della minoranza arrivainfatti il placet sull’iniziativa chemira «a creare posti di lavoro in-centivando settori trainanti» ri-corda Giorgio Gori, nella presen-tazione del progetto ai commissa-ri. Il sindaco parla della deliberain termini di «novità, soprattutto

per la combinazione delle cose checontiene». Soddisfatto di come lastampa ha accolto il progetto, Goricita i titoli su alcune testate nazio-nali. Ma le minoranze ridimensio-nano la portata dell’iniziativa. El’ex sindaco Franco Tentorio ne approfitta per fare qualche sotto-lineatura: «Non è bello né istitu-zionale, che le associazioni di ca-tegoria sappiano le cose prima deiconsiglieri comunali, gradirei chequesta cosa venisse limitata. È una

ma parecchie di queste agevola-zioni erano già state deliberate dalla precedente amministrazio-ne e non si tratta di un primato inItalia – aggiunge Alberto Ribolla,Lega Nord -. Il Comune di Zognoè dal 2010 che applica agevolazio-ni sull’Imu per le aziende».

Alessandra Gallone (Fi) la-menta il mancato coinvolgimentodelle opposizioni, «che possono invece avere un ruolo positivo e dimiglioramento ulteriore su deli-bere di questo tipo». La deliberapassa ora in Consiglio comunalelunedì e Marcello Zenoni (5 Stel-le) polemizza «sui tempi stretti: sarebbe stato bello instaurare untavolo di riflessione con le forze diminoranza su tematiche che ci stanno a cuore». � Diana Noris

delibera che raggruppa tanti elogiper la nostra comunità: capisco che si debbano raccontare le cosenel modo più roseo, visto che è rivolta a chi viene da fuori. Da unlato siamo orgogliosi dall’altro im-barazzati. Invito alla prudenza: èun percorso che potrebbe avere successo oppure no, per adesso c’èstato quello mediatico, ci auguria-mo che ne abbia anche uno con-creto». «Mediaticamente la que-stione è stata venduta molto bene, Il recupero di aree dismesse, come la Reggiani, nel piano voluto da Gori

E dire che nel quartotrimestre del 2014 i ricavi diTenaris avevano segnato un più11% rispetto allo stesso periododel 2013 grazie in particolareall’aumento dei ricavi in NordAmerica, lievitati del 27%. Perquanto riguarda, poi, le venditedi tubi senza saldatura, gli ulti-mi tre mesi dell’anno si sonodistinti per aver raggiunto i li-velli più alti dal 2008.

Ma gli entusiasmi si esauri-scono qui, perché mettendo aconfronto i risultati anno suanno, i ricavi risultano in legge-ro calo - meno 2% a 10,338 mi-liardi di dollari contro i 10,597del 2013 - e l’utile netto subisceuna flessione del 13%, passandoda 1,574 miliardi di dollari a1,366. Dato, quest’ultimo, cherisente anche di un onere ag-giuntivo di 49 milioni di dollariper l’investimento in Usiminas,colosso argentino dell’acciaio.

L’Ebitda è in contrazione del3% a 2,720 miliardi contro i2,795 del 2013. Il cash flow ge-nerato da attività continuative,invece, si attesta a 2 miliardi,anch’esso in calo rispetto ai 2,4miliardi dell’anno precedente.Il cash flow operativo del grup-po, comunque, secondo l’ammi-nistratore delegato di Tenaris,Paolo Rocca, «sarà sufficientea mantenere il livello di pay out(distribuzione degli utili, ndr)nel 2015», nonostante uno sce-nario sfavorevole dovuto alcrollo del prezzo del greggio ealle pesanti riduzioni degli in-vestimenti nel settore petroli-

fero decisi dalle grandi compa-gnie.

In particolare nel confrontotra 2014 e 2013 si evidenzia unacontrazione dei ricavi sia perquanto riguarda i mercati delFar East e dell’Oceania (meno20%), sia per quanto riguardail Sudamerica (meno 19%). Nelprimo caso ad incidere è statoil calo di vendite dei prodottiOctg (tubi utilizzati nelle perfo-razioni) in Indonesia e Cina edei tubi destinati alle piattafor-me per l’estrazione del petrolio.

Nel caso, invece, del mercatosudamericano gioca la contra-zione dei mercati di Brasile eArgentina per uno stop virtualedelle spedizioni delle pipeline(condotte). Il Nordamerica, in-vece, è un mercato in cui si regi-

Tenaris, meno utileIl calo del greggiotaglia il mercato tubiL’a.d. Rocca: «Siamo usciti più forti da ogni crisi» Dividendo in crescita a 0,45 dollari per azioneIeri peggior titolo a Piazza Affari: arretra del 4%

stra una crescita del 13%, anchegrazie ad una maggiore attivitàdi estrazione petrolifera e diprogetti nel Golfo del Messico.

Nonostante il calo dell’utilenetto, Tenaris all’assemblea deisoci in programma il 6 maggioproporrà un dividendo di 0,45dollari per azione, che includeanche il dividendo di 0,15 dollariper azione già pagato a novem-bre.

Sarà il prezzo del petrolio,comunque, a «decidere» l’anda-mento di Tenaris, gruppo a cuifa capo anche la Dalmine con glistabilimenti di Dalmine, Sab-bio, Costa Volpino, Arcore ePiombino, che complessiva-mente occupano 2.300 dipen-denti. Tenaris prevede infattiun periodo prolungato di bassiprezzi del greggio. In particola-re nel 2015 le richieste di tubiOctg registreranno un calo del30%, con il minimo che si do-vrebbe toccare nella secondaparte dell’anno per poi risalirela china.

Il gruppo anticipa che que-st’anno le vendite in Stati Unitie Canada dovranno fare i conticon una ridotta attività di perfo-razione e con l’incertezza rela-tiva all’ancora elevato livello diimportazioni soggetto alla re-cente regolamentazione.

Guardando a Oriente il grup-po stima che le vendite risenti-ranno dello smaltimento di tubiOctg in Arabia Saudita e di unariduzione dell’attività di trivel-lazione nell’Africa subsaharia-na, nel Mare del Nord e in Estre-

[email protected]/economia/section/

Una squadra, 3 regioni: intesalombardo-veneto-emilianaDistretti manifatturieri uniti nel progetto «Lover»,macro area composta da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, le cui imprese hanno deciso difar squadra per sfidare le altre locomotive d’Europa.

RICAVI NETTI

Costo del venduto

MARGINE IND. LORDO

Spese generali

Altri ricavi operativi netti

RISULTATO OPERATIVO

Interessi attivi

Interessi passivi

Altri ris.fin.netti

Risultato da partecipazioni

UTILE LORDO

Imposte sul reddito

UTILE DI PERIODO

Di competenza di terzi

UTILE DI GRUPPO

10.337.962

-6.287.460

4.050.502

-1.963.952

-187.734

1.898.816

38.211

-44.388

39.214

20.141

1.951.994

-586.061

1.365.933

22.659

1.343.274

10.596.781

-6.456.786

4.139.995

-1.941.213

-13.952

2.184.830

34.767

-70.450

7.004

46.098

2.202.249

-627.877

1.574.372

22.978

1.551.394

-110,2

I numeri del gruppo TenarisCONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO

-2,4

-2,6

-13,1

-2,2

-37,0

-56,3

-11,4

-6,7

1,2

n.s.

n.s.

9,9

-13,2

-1,4

-13,4

Nord America

Sud America

Europa

Medio Oriente e Africa

Estremo Oriente e Oceania

TOTALE

Altri prodotti e servizi

TOTALE

Settore tubi

DIVISIONE RICAVI PER ATTIVITÀ

4.609

1.823

924

1.817

408

9.582

756

10.338

4.077

2.237

890

2.094

513

9.812

784

10.596

13,0

-18,5

3,8

-13,2

-20,5

-2,3

-3,6

-2,4

Tubi senza saldatura

Tubi saldati

TOTALE TUBI ACCIAIO

VOLUMI DI VENDITA

2.790

885

3.675

2.612

1.049

3.661

6,8

-15,6

0,4

Variaz. % su base annua2014 2013

Dati in migliaia di tonnellate

Dati in migliaia di dollari Usa

Dati in milioni di dollari Usa

mo Oriente. Ma confida nei pro-getti in Argentina e Brasile.

In ogni caso, Rocca, com-mentando i dati con gli analisti,ha detto: «Abbiamo attraversa-to molte situazioni di crisi, alcu-ne più forti e più profonde diquesta. Siamo usciti da ogni cri-si con un’azienda più forte, conuna proiezione globale maggio-re. Entriamo in questa crisi conlo stesso spirito».

Gli analisti di Equita parlanodi «risultati solidi», ma temonoche «l’outlook molto cauto pos-sa penalizzare il titolo nel breveperiodo». Anche se ieri in Piaz-za Affari Tenaris è stato il peg-gior titolo in Borsa, registrandoun meno 4,16 a 12,91 euro. �

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiuso l’annocon un fatturatodi 10,3 miliardi

di dollari (meno 2%)

Negli ultimi tre mesi del 2014 i ricavi

hanno registrato una crescita dell’11%

Nel 2015 giù del 30% le richieste di

tubi Octg, il minimo nel secondo semestre

In Stati Unitie Canada vendite

condizionate da trivellazione ridotta

Page 7: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

ECONOMIA&FINANZATelefono 030.2294.251 Fax 030.2294.229 | E-mail: [email protected]

TRASPORTOAEREOAIRFRANCE-KLM CHIUDEIL2014CON UN ROSSODI198MILIONI DIEUROAir France-Klm non riescenel 2014 a riportare i contiin pareggio, anche per col-padel lungoscioperodeipi-loti dello scorso autunno, ein un contesto incerto ridu-ce gli investimenti e accele-ra i tagli ai costi. Il gruppofranco-olandese ha chiusolo scorso esercizio con unaperditadi 198 milioni di eu-ro, nettamente inferiore aquella del 2014, che supera-va gli 1,8 miliardi di euro.

IMPRESEMONDIALIBALLOFFRE6 MILIARDIPERREXAM:NASCECOLOSSODELLELATTINEMaxi fusione nel mercatodei produttori di lattine. Ilgruppo Ball (Usa) ha messosul piatto 5,9 miliardi di eu-ro (4,4 miliardi di sterline),in parte cash e in parte inazioni,peracquistare ilriva-le britannico Rexam: un’o-perazione, quella tra i duebig fornitori tra gli altri diCoca-ColaePepsi, chedàvi-ta al più grande produttoreal mondo di lattine per ali-menti e bevande.

RIFORMA.Audizioneieri degliesponenti dell’associazione cherappresenta gli istituticoinvolti daldecreto legge

Lebanchepopolari:«Macosìcicompranoifondistranieri»

BCCESSENZIALI.«Lebanchecooperative sonoessenzialiperpreservarelabiodiversità delsistemafinanziarioe lacoesioneterritoriale».Lo sostiene ilComitatoeconomico esocialeeuropeo(Cese,organoconsultivo dell’Ue)inunparere diiniziativa su«Ilruolo dellebanchecooperative e dellecassedirisparmio nellacoesioneterritoriale»,discussoeapprovato l’altroieri aBruxelles. SoddisfattaFedercasse(FederazioneItalianadelle BanchediCreditoCooperativoeCasseRurali)che, si leggeinunanota,«condivide leanalisiele conclusionidelparerepresentato dalCeseinlineaconquantodaannisostenuto nellesedidi produzionenormativa europea».

TELECOMUNICAZIONITIMEDIA ABBANDONALABORSA ESIFONDECONTELECOMTi Media, ridotta a una sca-tola, non aveva più ragionedi restare quotata in Borsae Telecomha scelto la fusio-ne per incorporazione. Il2014 si è chiuso per Ti Me-dia conun rosso a 5,3 milio-ni e un indebitamento net-tosalitoa269,4milioni.L’o-perazioneè stata approvataieri dal cda di Telecom cheaveva all’esame anche i ri-sultati preliminari 2014 e ilpiano industriale 2015-17.

Ilministro dell’economia Pier CarloPadoan

CRISI. Il governoincassaunafiducia risicatasulmaxi-emendamento

Ildecretosalva-Ilvaèleggemascoppialapolemica

Leprincipalicassedirisparmiodiventatespasonoindifficoltà:riflettetebeneCARLOFRATTA PASINIPRESIDENTEDELBANCO POPOLARE

ROMA

Toni duri, allarmi sull’arrivodispeculatoristranieri interes-sati a mettere le mani sul ri-sparmio degli italiani e di unastretta sul credito alle pmi maperlebanchepopolarisi intra-vedeunasoluzionedicompro-messo che introduca una mi-sura anti scalata. Un limite aldirittodivoto, fra il3e il 5%dainserire negli statuti delle po-polari trasformate in spa, mi-suraapprovataconriservadal-laBanca d’Italia.Il governo infatti va avanti

nell’impianto del decreto:«continuo a pensare di avereragione», rivendica il mini-stro dell’economia Pier CarloPadoan che ricorda vent’annidi riforma non fatta. Alle Bccinvece concede più tempo perun’autoriforma con un moni-to:«cisonotroppebanchepic-cole», riecheggiando lo spro-ne di Via Nazionale a trovareuna nuova forma di aggrega-zione fra le miriade di istituti.L’Assopopolari non risparmia

lecriticheelerisposteallerile-vanze dell’autorità di vigilan-za nella sua relazione presen-tata all’audizione alla Camerasul dl banche e investimentima alla fine attraverso DinoPiero Giarda, ora presidenteconsiglio sorveglianza Bpmma con un passato parlamen-tareeministeriale, lanciaquel-lo che appare un segnale diconcretezza raccolto subitodal relatoreMarco Causi (Pd).

GIARDA: IMPRESE A RISCHIO.Giardanonrinunciaalsuohu-mor e invita i parlamentari aponderare bene le scelte, ma-gari dopo un seminario allaMadonna di Loreto che «liispiri». Ponderino bene quelche fanno perché in gioco nonsono le popolari ma il pezzopiù dinamico del sistema pro-duttivo italiano fatto da Pminelleregionidell’Emilia,Lom-bardia e Veneto (dove si trova-no le grandi popolari) cheesportano e che dalle popolariricevono il credito. Con il dl lebanche straniere si compre-rannoquesti istitutie il rispar-

mio degli italiani: perché «so-no interessate alla raccolta,non agli impieghi». Un moni-to che trova comprensione frai parlamentari come spiega ilrelatoreCausicheconfermalapresentazione dell’emenda-mento sul limite del diritto divoto. Un correttivo che Bancad’Italia aveva, nella sua audi-zione,ammessopurchérimuo-vibile in caso di necessità diraccogliere capitali in frettaper gestire la transizione boc-ciandoaltremisurechesnatu-rinolariforma,primafratutteil voto capitario.

UN TETTO AZIONARIO. Con untetto, si ragiona, le banche po-polari potrebbero consolidar-si fra loro raggiungendo unamassacriticadifficiledascala-re. Prima di tutto però servo-no appunto norme che man-tengano,almenonellafase ini-ziale, la public company evi-tando il passaggio del control-loperdecreto. IverticidiAsso-popolari:arriveranno«sogget-tidaiconnotatispeculativi»af-ferma il presidente Ettore Ca-selli che alla forma cooperati-va come handicap per la rac-coltadicapitali denunciatodaBankitaliacontrappone idati:9 miliardi di euro in aumentinegli ultimi 3 anni.

FRATTA: PREDA DI STRANIERI. EilpresidentedelBancoPopola-re Carlo Fratta Pasini ha riba-dito che «le principali casse di

risparmio diventate spa sonoin difficoltà», e «se guardia-moaSiena,GenovaealleMar-che,noncisonoragioniperat-taccare questo modello», Manon solo. «È vero che il siste-ma(ndr.dellePopolari)hadel-le ferite», ha sottolineato,«ma siamo stati otto anni sulfronte di questo Paese a darecredito alle famiglie e impresee abbiamo coperto tutte le dif-ficoltàgrazie ai nostri soci, ab-biamo passato gli esami dellaBce e proprio ora nasce l’inte-resse per le Popolari. Vi invitoa pensare quindi alle conse-guenze di questo provvedi-mento: con la fine delle popo-lari e delle banca localistica, lebanchefarannoquellochefan-no tutte le bancheeuropee e legrandi banche italiane: un la-voro di gestione del risparmioche non assorbe capitale, chenon impone requisiti di liqui-dità e che dà dei margini».La scadenza della presenta-

zione degli emendamenti è il26 febbraio, per essere votatifra il2e il6marzoeapprodareinaula fra il 9 e il 13. •

Ilpareredella Ue

ROMA

Il governo incassa la fiduciasulmaxiemendamentoaldise-gno di legge di conversionedel decreto Salva-Ilva. Il via li-bera è arrivato con 151 voti fa-vorevoli e 114 contrari,numerisufficientiperaverelamaggio-ranza,malontanidaquota161cherappresentalamaggioran-za assoluta del Senato, inclusii senatori a vita. Tanto è basta-toperaprire l’ultimoscherma-glia colpi di tweet fra Renato

Brunetta («Il Governo ha an-cora la maggioranza? o è soloscarso senso di responsabili-tà?»)e ilPd, rappresentatodalvicepresidente dei senatori eSegretario d’Aula del gruppo,Giorgio Tonini («Brunettapuò stare tranquillo: il gover-no ha la maggioranza e conti-nuerà ad averla»).InAula ildibattitosi èacceso

invece sulle «promesse man-cate» del Governo a partire daquei30milioniperlalottacon-tro i tumori infantili promessida Renzi e che alla fine si sono

ridotti a 5 di cui solo 500.000per il 2015.PerlapentastellataPaolaNu-

gnes:«altrocheSalva-Ilvaque-sto è un decreto salva-banche,i primi ad essere salvaguarda-ti sonogli istitutibancari con iloro crediti».Le banche, infatti in questi

anni hanno sostenuto con di-verse linee di credito l’IlvaSpa. Finora l’esposizione dellebanche(IntesaSanpaolo,Uni-credit e Banco Popolare) do-vrebbe aggirarsi intorno ai 2miliardi. L’ultimo prestito, di

260 milioni, è stato deciso neigiorni scorsi. I crediti dellebanche godono però dellaprededucibilità.Per tutte le opposizioni poi

questofilmsull’IlvaesuTaran-to «Continua a non vedere ildramma ambientale e sanita-rio della comunità tarantina -èStefanodiSelcheparla-Nonè stato spezzato il gioco dellatorrefrasalutee lavoro.Nonsipuòaccettare che i tarantini siammalino e muoiano per in-quinamento».«Non si può accettare - gli fa

eco dall’altra parte dell’emici-clo il forzista Zizza - che l’ariadi Taranto sia per il 77,5% deicasi considerata »pericolosa«comerespirarefumopassivoeper il 22,5% è simile all’aria diun tubo di scarico di una vec-chiaauto». •

brevi

Eibanchieripuntanoauncompromesso:limitealdirittodivototrail3e5%perlenuovespaPadoan:«EleBcc?Cisonotropperealtàpiccole»

BOLOGNA

Distrettimanifatturiericheat-traversano i confini regionalie che sfidano le aree più com-petitive d’Europa, unbenesse-re diffuso, un’economia che ècresciuta (seppur di poco)mentre quella del resto d’Ita-lia calava. Si chiama «Lover»,ovvero la macro area compo-sta da Lombardia, Veneto edEmilia-Romagna,lecuiimpre-se hanno deciso di fare frontecomunepersfidareavisoaper-to le altre locomotive d’Euro-pa come il Baden-Wurttem-berg, il Nord Reno-Westfalia,laCatalognaelaregionediLio-ne. A partire da un acronimosuggestivo, Lover appunto,chehal’ambizioneditenerein-sieme e rappresentare settoriche vanno dalla meccanica(forseilprincipalecomunede-nominatorediquestetreregio-ni) al sistema moda (che dal-l’hub di Milano si irradia neisistemi produttivi veneto, bo-logneseedelVaresotto),dall’a-groindustria (con le eccellen-ze emiliane che aspettano conansial’ExpodiMilano)all’eco-nomia sociale, senza dimenti-care il turismo dove le puntedi diamante sono Venezia e laRiviera adriatica.I tre presidenti di Unionca-

mere Maurizio Torreggiani(Emilia-Romagna), Domeni-co Auricchio (Lombardia) eFernando Zilio (Veneto) han-no firmato un protocollo d’in-tesa, per un’azione sinergica afavore delle circa due milionidi imprese che rappresenta-no. Per lavorare insieme suiservizi, l’internazionalizzazio-ne, la promozione dei sistemie delle filiere edell’attrattività. •

UNIONCAMERE

Milano,VeneziaeBologna:super-alleanzadelleimprese

L’Ordine e l’Associazione dei Consulenti del Lavoro di Brescia

organizzano il convegnodi aggiornamento professionale dal titolo,

in collaborazione con

Con il contributo di SAEF

LE NOVITA’ DI INIZIO ANNO PER I DATORI DI LAVOROTRA LEGGE DI STABILITA’ E JOBS ACT

Associazione NazionaleConsulenti del Lavoro

Unione di Brescia

Ordine ProvincialeConsulenti del Lavoro

di Brescia

Relazionerà,

Dott.ssa Emiliana Dal BonConsulente del Lavoro - Esperta della Fondazione Studi del Consiglio Nazionale dell’Ordine

L’evento si svolgerà il giorno,

Venerdì 20 febbraio 2015 ore 14.15presso il Centro Pastorale Paolo VI - Via G. Calini 30 – Brescia (parcheggio interno)

L’incontro è valido ai � ni della Formazione Continua Obbligatoria nella misura di 4 crediti; i crediti non sono frazionabili e vengono riconosciuti solo dopo la completa trattazione degli argomenti in programma. E’ gradita la prenotazione dal sito web: www.teleconsul.it/convegni.

IL PRESIDENTE ORDINEAlberto Pelizzari

IL PRESIDENTE ANCLPietro Campo

Ordine ProvincialeConsulenti del Lavoro di Brescia

Associazione NazionaleConsulenti del Lavoro

Unione di Brescia

BRESCIAOGGIVenerdì 20 Febbraio 2015 33

Page 8: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015 ECONOMIA 11

BOLOGNA - Distretti manifattu-rieri che attraversano i confini regio-nali e sfidano le aree più competiti-ve d'Europa: un benessere diffuso,un'economia che è cresciuta (sep-pur di poco) mentre quella del restod'Italia calava. Si chiama "Lover",ovvero la macro area composta daLombardia, Veneto ed Emilia-Ro-magna, le cui imprese hanno decisodi far fronte comune per sfidare a vi-so aperto le altre locomotive d'Euro-pa come il Baden-Wurttemberg, ilNord Reno-Westfalia, la Catalognae la regione di Lione.A partire da un acronimo suggesti-vo, Lover appunto, che ha l'ambizio-ne di tenere insieme e rappresentaresettori che vanno dalla meccanica(forse il principale comune denomi-natore di queste tre regioni) al siste-ma moda (che dall'hub di Milano siirradia nei sistemi produttivi vene-to, bolognese e del Varesotto), dal-l’agroindustria (con le eccellenzeemiliane che aspettano con ansial'Expo di Milano) all'economia so-ciale, senza dimenticare il turismodove le punte di diamante sono Ve-nezia e la Riviera adriatica.I tre presidenti di UnioncamereMaurizio Torreggiani (Emilia-Ro-magna), Domenico Auricchio(Lombardia) e Fernando Zilio (Ve-neto) hanno firmato un protocollod'intesa per un'azione sinergica a fa-vore delle circa due milioni di im-

prese che rappresentano. Per lavora-re insieme sui servizi, l'internazio-nalizzazione, la promozione dei si-stemi e delle filiere edell’attrattività.«Presentare insieme un'area più am-

pia - hanno spiegato i tre presidenti- può offrire vantaggi innanzituttoper le aziende, ma anche per l'arri-vo di capitali stranieri. Una collabo-razione che parte dal presuppostoche le tre regioni, per filiere, infra-strutture e rapporti di collaborazio-

ne fra le singole aziende è già unarealtà. Ed è una dimensione più ade-guata nella competizione globale».Oltre a dichiarare un intento colla-borativo, Unioncamere ha analizza-to anche punti di forza e criticità, so-prattutto in relazione alle altre areepiù forti d'Europa. E se da un puntodi vista dell'innovazione, dellacompetitività, dell'apertura versomercati esteri e (un po’ a sorpresa)anche del costo del lavoro e della te-nuta delle imprese, il paragone è lu-singhiero, le criticità stanno nellatassazione elevata e nella burocra-zia che rischiano di frenare la Lover-economy.E' per questo che, dai tre presidentidi Unioncamere, arriva un messag-gio cifrato anche ai tre presidenti diRegione affinchè le divisioni politi-che non ostacolino un percorso didialogo che coinvolga anche le isti-tuzioni. «In realtà - ha detto Torreg-giani - le tre Regioni collaboranogià molto più di quanto appare: cisono numerosi accordi operativi esono fiducioso che questo rapportosi rafforzi».Il segnale, comunque, è chiaro.«Noi - ha detto Zilio - stiamo dandoun segnale molto forte. Le buonepratiche partono dal passo: mentrein parlamento si prendono a pugni,le imprese di queste tre regioni deci-dono di rafforzare la loro collabora-zione per il bene di tutti».

MENDRISIO - Rispetto a quanto accade in Italia,lo sciopero in Canton Ticino (e in Svizzera in gene-rale) è quasi un tabù. Non accade quasi mai. Inve-ce dalle 5 di ieri mattina hanno incrociato le brac-cia la maggior parte dei cento dipendenti della Ex-ten SA di Mendrisio, fra cui decine di varesini e co-maschi. Sostenuti dal sindacato Unia, hanno bloc-cato la produzione dello stabilimento a pochi chi-lometri da Gaggiolo, rifiutandosi di lavorare per-ché da marzo i vertici dell'azienda, come ricorda-no i sindacalisti ticinesi «hanno imposto dei taglisalariali del 26% per i frontalieri e del 16% per i resi-denti». Il che per gli italiani significa oltre un quartodel salario.Il maxi-decurtamento delle buste paghe non èuna novità in Ticino. Da un mese, infatti, il franco siè rafforzato del 15% sull'euro, causando problemiper le aziende elvetiche che esportano nella zona

della moneta europea. Di conseguenza alcuni im-prenditori hanno deciso di tagliare gli stipendi. Dal-la sera alla mattina si straccia il contratto vecchioe se ne sottoscrive uno nuovo. Altrimenti «Stai acasa». Mai però si era raggiunto un taglio comequello preannunciato alla Exten. Oltretutto, comespiegano da Unia «ai lavoratori non è stata dataalcuna alternativa: se non firmi il nuovo contratto,chiudiamo la fabbrica. Il ricatto è stato impostosenza neppure presentare la benché minima cifraeconomica, anche solo inventata ad arte. Si trattadi tagli profondi per difendere i profitti della pro-prietà». Il sospetto dei sindacalisti è che con lascusa dell'aumento del Franco e sulla pelle dei la-voratori, si migliorino i conti dell'azienda (e degliazionisti). In soldoni secondo Unia, oggi un ope-raio turnista alla Exten SA guadagna un salario ba-se pari a 3.200 franchi lordi (per 13 mensilità), cir-

ca 3.100 euro. Da marzo, se questi proviene dal-l’Italia, il suo salario base lordo passerà a 2.368franchi mensili, una perdita lorda mensile di 832franchi, ovvero di 10.816 franchi lordi su base an-nua: 3,4 mensilità.«I dipendenti - denunciano ancora il sindacato -sono stati chiamati uno ad uno, davanti a tre rap-presentanti della proprietà, per firmare i nuovi con-tratti di lavoro. Operai con 20 o più anni dianzianità in fabbrica si sono trovati fra le mani ilnuovo contratto di lavoro, senza nessuna possibili-tà di riflettere. La direzione ha preso tempo, nono-stante la gravità della sua decisione e la sua rapi-da entrata in vigore. Nonostante la firma dei nuovicontratti, una parte importante dei lavoratori nonaccetta questa nuova situazione e ha deciso di in-crociare le braccia. E una questione di dignità».

Nicola Antonello

Salario decurtato del 26%. A Mendrisio si sciopera

Macroarea "Lover"le imprese di 3 regionifanno fronte comuneIniziativa Unioncamere di Lombardia, Veneto e Emilia Romagna

In 3 fanno il 40,2% del Pil nazionale

Aziende locali a un passo dai mercati esteriAccordo UniCredit e Provex Consorzio. L’obiettivo è l’internazionalizzazione

PRIMATO IN EUROPA

FRONTALIERI IN RIVOLTA

BOLOGNA - Lover, la macro areaLombardia, Veneto ed Emilia-Roma-gna, le cui Camere di Commerciohanno deciso di fare fronte comunenella competizione europea, sarebbela prima regione d'Europa, con un Pilsuperiore a quello di Turchia, PaesiBassi e Svizzera. Le tre regioni, insie-me, producono il 40,2% del Pil nazio-nale, il 54,4% del valore industrialemanifatturiero ed esportano il 55,2%dei prodotti che escono dall'Italia. Nu-meri importanti se rapportati al fattoche in quest'area ci sono il 31,9% deiresidenti e il 37,4% degli occupatid'Italia. Ma il dato forse più interessan-te è quello della crescita negli ultimianni. Fatto 100 il Pil nazionale e quel-lo dell'area Lover del 2010, il primo,nel 2014, è diminuito al 96,8%, l'altro

è salito al 103,5%.Unioncamere ha analizzato anche ilcosiddetto "capitale territoriale", ovve-ro la combinazione di coesione socia-le, capacità tecniche e ambiente chefavoriscono la crescita e l'attrattività diun determinato territorio: anche inquesto caso l'area Lover è ai verticieuropei.Un altro dato che spicca è quello del-la vocazione internazionale delle im-prese che insistono nella macro areatra Bormio e Cattolica: due terzi dellecosiddette "multinazionali tascabili"hanno infatti sede in queste tre regio-ni: il 62% delle imprese italiane chehanno partecipate all'estero hanno se-de qui e alta è anche l'incidenza delleimprese il cui azionista di riferimentoè straniero.

Dalla meccanica alla moda,il Varesotto ha un ruolo

di rilievo. Vantagginell’attrarre capitali stranieri

A sinistra Domenico Auricchio presidente di Unioncamere Lombardia

BUSTO ARSIZIO - (r.e.) - UniCredit e Pro-vex Consorzio per l'Internazionalizzazione,punto di riferimento per le imprese varesine,hanno siglato un accordo a favore delle azien-de che intendono affrontare i mercati esteri.Quest'intesa porterà alla realizzazione di unprogetto che si concretizza in diverse macroaree tra cui la consulenza finanziaria e strate-gica, attraverso incontri one to one con le im-prese, con il supporto dei responsabili di Uni-Credit (sia specialisti in ambito export e dell'internazionalizzazione, sia in ambito specia-lizzazione settoriale per il made in Italy).«Con questa iniziativa - afferma RiccardoComerio, Presidente di Provex - il Consor-zio vuole mettere a disposizione delle impre-se varesine che guardano con interesse aimercati internazionali non solo la propria

professionalità ma una gamma ampia di ser-vizi ed agevolazioni che un grande playermondiale come UniCredit può garantire».Sono previsti momenti di formazione (adesempio Go International, Forum Paese,Schede Settori) rivolti ad imprenditori e ma-nager delle imprese. Verranno studiati pro-dotti e servizi innovativi per l'export, l'inter-nazionalizzazione e la crescita, in particolareil prodotto di finanziamento realizzato per ilcredito all’esportazione (factoring di filiera).«L'accordo con Provex Consorzio - spiegaMonica Cellerino, Regional Manager Lom-bardia UniCredit - prosegue nel percorso cheda diversi anni stiamo seguendo per favorirela crescita delle imprese lombarde in altriPaesi. Nell'ultimo biennio abbiamo speri-mentato diverse modalità ed approcci per for-

nire percorsi informativi e formativi adegua-ti ai cambiamenti di scenario. Oggi non sitratta di individuare solo mercati di sbocco,ma anche di approfondirne le caratteristichein contesti fortemente volatili. Ciò consenteinfatti alle imprese di strutturare progetti diinvestimento coerenti e realizzabili ed allabanca di sostenerle con consulenza e prodot-ti finanziari adeguati. Negli ultimi 3 anni,nella sola regione Lombardia, sono state cir-ca 4.500 le imprese lombarde accompagnateall'estero».«La nostra banca - precisa Antonella Ghior-so, Area Manager Varese di Unicredit - hauna rete in 17 Paesi del mondo . Negli ultimi3 anni, nella provincia di Varese, sono statecirca 250 le imprese varesine accompagnateall'estero».

Page 9: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

TV16 Venerdì 20 Febbraio 2015 Corriere del Veneto

Economia

Private equity per le PmiIn arrivo 48 milioni di euroFondo con Solidarietà Veneto e le finanziarie Veneto Sviluppo e Friulia

VENEZIA Quarantotto milioni dieuro da investire nel capitaledelle Pmi del Nordest. Da ieri èoperativa Fvs Sgr, gestore delfondo d’investimento «FondoSviluppo Pmi», partecipato - ri-spettivamente - per 21 e 20 mi-lioni dalle finanziarie regionaliFriulia e Veneto Sviluppo e per7 dal fondo pensione integrati-vo territoriale «Solidarietà Ve-neto».

L’obiettivo è entrare nel capi-tale delle aziende venete e friu-lane con un fatturato compresotra i 10 e i 180 milioni di euro,un bacino potenziale di 3.800imprese (556 in Friuli e 3.230in Veneto) e renderle più solidee competitive. La strategia d’in-vestimento prevede una sele-zione basata sull’attuale posi-zionamento di mercato, le pro-spettive di crescita, soprattuttoverso l’estero, miglioramentodella governance e capacità difar rete.

L’investimento medio si ag-girerà tra i 3 e 5 milioni di euro,con esclusione dei settori im-mobiliari, assicurativo, banca-rio, armi, gioco d’azzardo epornografia. La permanenzanel capitale avrà un limite dicinque anni, l’uscita dovrebbeconcludersi con l’ingresso inBorsa. Il fondo, infine, avrà unarappresentanza negli organi di

gestione societaria (consigliodi amministrazione e collegiosindacale). Con uno sguardopiù selettivo, basato su indica-tori finanziari, il target si re-stringe: le società di capitali ve-nete il cui Ebidta (utili ante tas-se e ammortamenti) sulle ven-dite supera il 10% sono solo927; 167 quelle friulane. Menoancora quelle col rapporto otti-male tra debito e Ebidta: 738 leimprese venete il cui debito èsolo tre volte la loro capacità digenerare cassa, 132 in Friuli.

«Sono le aziende miglioridel territorio - dice il presiden-te di Fvs Sgr e di Veneto Svilup-

po Giorgio Grosso - già nel mi-rino d’investitori stranieri. Ma-gari hanno bisogno di capita-lizzazione, di strutturarsi nelpassaggio generazionale. So-prattutto dobbiamo evitare didilapidare il patrimonio azien-dale del Nordest, questo il no-stro motivo di intervento, per ilquale mettiamo a disposizionele migliori professionalità sulcampo».

Aggiunge Andrea Tomat,presidente del Fondo pensioneSolidarietà Veneto: «In unacongiuntura difficile diamo unsegnale positivo alle Pmi leadernei loro settori». L’operazionedi Solidarietà Veneto, annun-ciata a fine gennaio, è operati-va.

«Puntiamo a ridurre le quoted’investimento dei nostri com-parti Reddito e Dinamico (chedanno rendimenti medi nettidel 7,05 e del 6,92%, Ndr) di al-meno il 3-5% e sostituirle colprivate equity» aggiunge To-mat. L’obiettivo finale per Soli-darietà Veneto è un investi-mento totale di 25 milioni dieuro.

E in «Fondo Sviluppo Pmi»ad aprile entreranno le territo-riali di Confindustria e le Bccfriulane con piccole quote.

Enrico Bellinelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

La società

Fvs Sgr (Friulia Veneto Sviluppo Sgr) è un progetto delle due finanziarie regionali per gestire un fondo di investimento chiamato «Fondo Sviluppo Pmi» per capitalizzare le aziende non quotate con parametri finanziari interessanti su debito, redditività e sviluppo sui mercati esteri.

Friulia ha una quota da 21 milioni, Veneto Sviluppo da 20, il fondo pensione Solidarietà Veneto 7.

Il pattoDa sinistra: Stefano Milanese dgdi Fvs Sgr; Giorgio Grosso, presidentedi Veneto Sviluppo e della Sgr; PietroDel Fabbro, presidentedi Friuliae Andrea Tomat, presidentedi Solidarietà Veneto

Confindustria

Presidenzadi PadovaUn plebiscitoper Finco

PADOVA Elezione «bulgara» per Massimo Finco che succede alla presidenza di Confindustria Padova dopo Massimo Pavin col 96,1% dei voti favorevoli (675 quelli espressi nell’assemblea generale).L’assise, su proposta del presidente, ha eletto suoi vice Mario Ravagnan, 51 anni, e Luca Iazzolino, 43 anni. Completa la vicepresidenza, come componente di diritto, il presidente dei Giovani Imprenditori Rodolfo Cetera. Infine l’assemblea ha eletto (novità statutaria) i nove componenti del Consiglio generale: Sara Bellini (Mik Italia Srl), Isabella Chiodi (Ibm Italia Spa), Graziano Debellini (Hotelturist Spa), Francesca Facco (Elle Emme Srl), Luca Giuman (Infonet Solutions Srl), Stefano Griggio (SapiselcoSrl), Annalisa Marchetti (MCM Marchetti Srl), Roberto Reffo (La Meccanica Srl), Sandro Vecchiato (Interbrau Spa).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Unioncamere

Leader in EuropaVeneto alleatocon Lombardiaed Emilia Romagna

VENEZIA Insieme, rappresentano il 40% del Pil nazionale, il 54% del manifatturiero e il 55% dell’export. E un’area che cresceva, seppur di poco, mentre il resto d’Italia si arrestava o calava. Ora le Unioncamere di Emilia-romagna, Veneto e Lombardia fanno fronte comune: sfideranno le locomotive d’Europa cioè il Baden-Wurttemberg, il Nord Reno-Westfalia, Lione e la Catalogna. Il protocollo d’intesa è stato firmato a Bologna dai tre presidenti: rispettivamente Maurizio Torreggiani, Fernando Zilio e Domenico Auricchio. Un’azione sinergica a favore di due milioni di imprese, su internazionalizzazione, innovazione, servizi, promozione di filiere, attrattività. L’area considerata, acronimo delle tre regioni, è detta «Lover». «Presentare insieme un’area più ampia - hanno spiegato i presidenti - può offrire vantaggi per le aziende, ma anche per l’arrivo di capitali stranieri. La collaborazione tra imprese è già una realtà ed è una dimensione più adeguata nella competizione globale».

Marco de’ Francesco© RIPRODUZIONE RISERVATA

Quota 96,1%La percentualedi consensi per Massimo Finco all’assemblea generaledi ConfindustriaPadova

Polo del turismo slow alla Fornace Bertoli Casale sul Sile, progetto di recupero da 10 milioni dell’imprenditore Malenotti

TREVISO «Nel 2000 volevo re-staurare l’immobile della exazienda agricola Callegari, aBonisiolo, dove ha sede la miaattività e mi occorrevano i mat-toni di dimensione particolarecon cui era stata realizzata. Lifacevano solo alla Fornace Ber-toli, a Lughignano. Un luogomeraviglioso, tanto che chiesiall’anziano proprietario, quan-do avesse voluto venderla, dicontattarmi. Così 12 anni dopol’ho comprata».

È il racconto di Franco Male-notti, imprenditore toscanotrapiantato in Veneto, ex pa-tron di Belstaff (Clothing Com-

pany) e ora impegnato nel ri-lancio delle motociclette Ma-tchless con linea di abbiglia-mento collegata.

L’idea che Malenotti aveva intesta sulla fornace sorta un se-colo fa in riva al Sile è diventataun progetto che potrebbe tra-sformare uno dei luoghi piùsuggestivi della campagna fraTreviso e Venezia in un polo delturismo «slow», del cibo etni-co e dei vini, attraversato dauna pista ciclabile che raggiun-ge il mare e a un’ora di naviga-zione via fiume dalla laguna.

«È un disegno ancora preli-minare – spiega Malenotti – ma

le idee sono chiare. Un’espe-rienza del genere l’ho già avvia-ta e funziona molto bene a Bol-gheri, a Livorno, col recuperodel Casone di Ugolino nella te-nuta dei dalla Gherardesca. Ilturismo del vino è una tenden-za in forte crescita a livellomondiale. Mando un appello aisoggetti che mi possano aiuta-re come le istituzioni, Regionee Comune di Casale sul Sile,Fondazioni bancarie, banche econsorzi di promozione dei vi-ni della nostra zona».

Ora che i 7 ettari tra fiume e«Jesolana», con 6.600 metriquadri coperti, sono di un pro-

prietario non speculativo e cheha già pagato il costo del pro-getto, operativamente bisognacostituire una società di gestio-ne e affrontare un mutuo.

Per avviare la struttura servi-rà una decina di milioni di euroe Malenotti immagina un fi-nanziamento trentennale chesi paghi con l’affitto dei moltispazi espositivi a disposizionedei produttori di vini, ortaggi,verdure, frutta, formaggi, car-ni, tutto «a km zero». Poi sonopreviste piccole strutture ricet-tive, alberghi e appartamenti,show room, una piazza copertae tre ristoranti, di cui uno etni-

Sito storico La Fornace Bertoli a Casale sul Sile nel Trevigiano (foto Balanza)

co a rotazione annuale. In piùservizi come un’officina per ri-parare le bici dei turisti e per ilnoleggio, oltre all’imbarcaderoper la navetta da e per le isoleveneziane, un asset esistenteda anni con un’impresa locale,da potenziare. Poi ci sarà un«Museo della fornace», omag-

gio a Casale per i molti abitantiche, per tutto ‘900, fra quellemura hanno lavorato. I tempidi realizzazione? «Potessi co-mincerei domani – concludeMalenotti - Penso che in dueanni potremmo farcela».

Gianni Favero© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 10: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

Corriere di Bologna Venerdì 20 Febbraio 2015 PRIMO PIANO BO3

Taddei: «Questa è la terra del Jobs Act,qui si investe perché c’è il capitale umano» Oggi il governo vara i decreti attuativi, il responsabile economico del Pd: «Galletti? Uomo di valore»

Il consiglio dei ministri do-mani (oggi per chi legge, ndr)approva i primi due decretiattuativi del Jobs Act, la nuovalegislazione del lavoro a cuilei si è dedicato. Pensa che siauna giornata storica o è soloil primo passaggio di unalungo processo? Che cosacambia nel concreto?

«Non è una giornata storica— spiega il responsabile eco-nomia del Pd nazionale, Filip-po Taddei — ma è una giornatamolto importante. Domanivengono approvati il nuovocontratto a tutele crescenti el’estensione e l’allungamentodell’Aspi (la nuova Naspi), l’in-dennità di disoccupazione. Cisarà bisogno invece di un pas-saggio in commissione per ilriordino dei contratti esistenti(co.co.co e co.co.pro, ndr)».

Partiamo da qui. Sarannopreviste delle deroghe e i con-tratti di collaborazione ri-marranno per alcune tipolo-gie di lavoro oppure scompa-riranno del tutto?

«Questo è proprio quelloche dovrà decidere la commis-sione che ha un mese di lavorodavanti. Quella di concedere al-cune deroghe è un’ipotesi chestiamo valutando ma dev’esse-re chiaro il principio: vogliamodistinguere i dipendenti veridagli autonomi veri».

Che cosa vi aspettate al-l’inizio?

«Ci aspettiamo di aumenta-re la stabilità del lavoro, subi-to: i contratti non andrannocontati ma pesati».

Nei mesi scorsi nel dibatti-to pubblico si è fatta moltaconfusione. Può spiegare aun giovane che dal primomarzo sarà assunto con uncontratto a tutele crescenticome funziona?

«Questo nuovo contrattounisce una garanzia e unascommessa. La garanzia è cheappena ti fanno il contrattohai tutte le garanzie che hannogli altri e che prima non avevidalla malattia, alla maternità,all’attività sindacale. La scom-messa è che visto che questi contratti alle aziende costanomolto meno, all’inizio sianoincentivate a farli e a stabiliz-zare nel tempo i neoassunti».

A Bologna e in Emilia-Ro-magna si vedono i primi ti-midi segnali di ripresa. Qualè la vostra sensazione?

«La crescita economica ri-parte sempre da segnali lievi,molti dei germogli della cre-scita nel Paese si trovano pro-prio in Emilia-Romagna».

Quale ruolo può giocarequesta terra nel tentativo diriagganciare la crescita e co-me test di applicazione delJobs Act?

«Può giocare un ruolo rile-vantissimo per il semplice fat-to che qui la filosofia del Jobs

Act è stata anticipata da un si-stema produttivo che è piùavanzato che altrove. Gli inve-stimenti arrivano in Emilia-Romagna non perché qui simangia bene ma perché qui cisono le condizioni di capitaleumano come dimostrano gliesempi della Philip Morris edella Ducati. Ma ci sono altrigrandi gruppi che sono prontia investire in Emilia-Roma-gna, penso ad esempio all’Au-di o alla Toyota e anche ad al-tri».

Portare avanti il Jobs Actha prodotto una frattura conla sinistra del Pd e soprattut-to con la Cgil. Ritiene che cipossa essere una ricucitura?

«Sta cambiando il paradig-

ma, perché si passa dalla tute-la del lavoro alla tutela del la-voratore e il cambiamento è ri-levante. Ma io credo che se igermogli della crescita conti-nueranno a spuntare allora sa-rà più facile ricucire. I risultatipositivi ci diranno che aveva-mo ragione e serviranno acomprendere meglio i nostriprovvedimenti».

Come vede la situazionenel Pd a Bologna dopo l’ele-zione del nuovo segretario?

«Continuo a pensare che siastato un errore non eleggere ilsegretario con il congresso maa questo punto chi è stato elet-to è pienamente legittimato. IlPd di Bologna può dare uncontributo a livello nazionale,deve dare una mano a spiegareall’Italia come sta cambiandola struttura profonda della so-cietà e come in questo modopossiamo incidere sull’Euro-pa».

Ha letto dell’ipotesi di unacandidatura di Gian LucaGalletti a Bologna, che nepensa? Potrebbe correre conil Partito democratico?

«Galletti è un ministro dellaRepubblica e una persona divalore ma mi sembrerebbe ab-bastanza sorprendente veder-lo candidato con il Partito de-mocratico».

Olivio Romanini@olivioromanini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il patto Lombardia-Veneto-Emilia per l’internazionalizzazione

«Lover», il matrimonio tra le regioni-trainoInsieme producono il 40% del Pil nazionale, il 54% del manifatturiero ed il 55% delle esportazioni. E negli ultimi cinque sono cresciute, sia pur leggermente, contro la recessione dell’Italia. Unioncamere di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia si sono messe insieme con un obiettivo: portare l’area «Lover» (l’acronimo delle tre regioni) a sfidare le aree più competitive d’Europa. I tre presidenti di Unioncamere Maurizio Torreggiani (Emilia-Romagna), Domenico

Auricchio (Lombardia) e Fernando Zilio (Veneto) hanno firmato un protocollo d’intesa, per un’azione sinergica a favore delle circa due milioni di imprese che rappresentano. Per lavorare insieme sui servizi, l’internazionalizzazione, la promozione dei sistemi e delle filiere e dell’attrattività. Presentare insieme un’area più ampia — hanno spiegato i tre presidenti — può offrire vantaggi innanzitutto per le aziende, ma anche per l’arrivo di capitali stranieri.

Il vertice E Bonaccini apre le danze del Patto per il lavoroConvocato il mondo economico. In regione nel 2014 quasi 65 mila cococo e cocopro

«Vogliamo creare a brevenuova occupazione, nuovi po-sti di lavoro: questa è la nostraossessione». Con queste paroleverso la fine dell’anno, appenainsediato, il presidente dellaRegione Stefano Bonaccini ave-va annunciato il nuovo «Pattoper il lavoro» in Emilia Roma-gna.

Oggi, proprio nel giorno incui in cui il Consiglio dei mini-stri del governo Renzi è chia-mato ad approvare due decretiattuativi del Jobs Act, Bonacci-

ni darà il via al primo incontroverso questo atteso nuovo ac-cordo, il primo vero atto delnuovo corso di viale Aldo Mo-ro. Il presidente dell’Emilia Ro-magna ha convocato per oggipomeriggio nella sede dellaRegione sindacati, associazionid’impresa, banche, università,rappresentanti istituzionali e associazioni, per un lungo fac-cia a faccia assieme all’assesso-re al Lavoro Patrizio Bianchi e quello alle Attività ProduttivePalma Costi.

In vista di questo accordo, esoprattutto in attesa della rivo-luzione in arrivo dalla piena at-tuazione del Jobs Act, che pro-mette di mettere la parola fineai contratti parasubordinati, èutile sapere quanti sono inEmilia Romagna i co.co.co. eco.co.pro.

I dati della Regione diconoche tra l’ottobre del 2013 e ilsettembre del 2014 sono statisiglati 64.990 contratti di lavo-ro parasubordinato e 47.907 dilavoro intermittente (o a chia-

mata). Gli studi sull’occupazio-ne precaria riguardo al terzotrimestre del 2014 segnano pe-rò un calo di questi rapporti dilavoro: -3,7% per le collabora-zioni a progetto e -6,4% per icontratti a chiamata. La mediadi co.co.co. e co.co.pro. duran-te questo ultimo anno si è asse-stata attorno ai 4-5mila con-tratti al mese, a parte i picchi digennaio (8.054) e settembre(7.359). Il 53% di questi con-tratti sono stati fatti a uomini,il 47% a donne.

Osservando invece i contri-buti versati all’Inps, risulta chenel 2013 sono stati 116 mila iprecari in Emilia Romagna. Gliuffici di viale Aldo Moro nonsono in grado di definire iltempo medio dei loro contrat-ti, della durata di qualche gior-no o di un anno. Tanto che,spiega sempre la Regione, ognigiorno vengono sottoscrittiben 60 mila contratti di colla-borazione.

B. P.© RIPRODUZIONE RISERVATA

4-5.000È la media mensile dei contratti di lavoro parasubordinato stipulati in Emilia-Romagna nel corso dell’anno scorso

Alla Caccia

Stasera al alle 20 al Circolo della Caccia terrà una conferenza ill professor Alberto Bagnai, autore nel 2012 del libro «Il tramonto dell'euro» e collaboratore del «Fatto Quotidiano».

Bagnai ha aperto il blog di dibattito economico Goofynomics, salito nel suo settore al secondo posto per numero di lettori dietro soltanto al «Sole 24 Ore».

Economista Filippo Taddei, collaboratore di Renzi

Page 11: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

VENERDÌ12 l 20 FEBBRAIO 2015

Importante sinergia di un’area che da sola esporta il 55% dei beni e ha il 40% del pil nazionale

Unioncamere, nasce LoverL’acronimo indica l’accordo tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna

Economiae lavoro

Nasce Lover, acroni-mo dalle iniziali diLombardia, Veneto

ed Emilia Romagna, le cuiunioni camerali hannostretto un accordo che sipropone di diventare in fu-turo una vera e propria fu-sione.

Un patto operativo perrealizzare una macro-areafunzionale, un ambiente fa-vorevole alle imprese peraiutarle a cogliere le oppor-tunità del mondo che conti-nua a crescere.

A raccogliere e condivi-dere una sfida comune pro-ponendo una nuova strate-gia di sostegno alla competi-tività del sistema produttivoitaliano sono le Unioni re-gionali delle Camere dicommercio di Lombardia,Veneto ed Emilia-Romagnache hanno siglato ieri a Bo-logna un protocollo di intesacon l’obiettivo di aiutare l’e-conomia dei territori a co-gliere le opportunità offerteda una dimensione territo-riale più ampia e da una inte-grazione di forze e strategie.

A firmare il documento itre presidenti Unioncame-re: Giandomenico Auric-chio ( Lombardia), Fernan-do Zillio (Veneto) e Mauri-zio Torreggiani (EmiliaRomagna).

Si avvia un percorso dicollaborazione per accre-scere le relazioni di coopera-zione e la concertazione diattività e politiche per unamaggiore integrazione in

grado di valorizzare le eccel-lenze attraverso un’azionecondivisa. E’ un primo passoverso una prospettiva di me-dio lungo periodo indirizza-ta a una organizzazione ca-merale strutturata sulla di-mensione di una macro-area.

Le aree vaste rappresenta-no un nuovo ambito in cuiorganizzare la rete di rela-zioni delle imprese e tra leimprese, pur mantenendoattenzione, nelle linee di in-tervento, alle differenti pe-culiarità e diversi valori diidentità dei territori. Lagrande area costituita daLombardia, Veneto ed Emi-lia-Romagna concentra piùdel 40 per cento del PIL na-zionale, esprime il 54 percento di quanto prodottodall’industria manifatturie-ra, e il 55 per cento del valoredelle esportazioni di beniverso l’estero.

Il Prodotto interno lordocomplessivo vale 625 miliar-di e pone l’area davanti aPaesi quali Turchia, PaesiBassi e Svizzera, con una ric-chezza creata pari al 5 percento di quanto realizzatodall’intera Unione Europea.Si comprende quindi la rile-vanza della macro-areacomposta da Lombardia,Veneto ed Emilia Roma-gna.

Sono numeri che la collo-cherebbero ai vertici euro-pei, tuttavia le motivazioniche portano le tre Unioni re-gionali delle Camere di

commercio a muoversi inuna logica di area vasta van-no oltre i primati statistici. Èil nuovo contesto competiti-vo a spingere verso il cam-biamento le Unioni regio-nali e le Camere di commer-cio delle tre regioni.

Il territorio è sempre me-no quello definito dai confi-ni amministrativi, ma doveinsistono le relazioni delleimprese, aree vaste a geome-tria variabile i cui confini so-no in perenne riconfigura-zione. I settori tradizionali sisono ricomposti in filiereche tengono insieme com-ponente manifatturiera eterziaria, rendendo semprepiù complesso scindere leattività che compongono lacatena del valore. La dimen-

sione d’impresa, tradizio-nalmente identificata dalnumero degli addetti, è statasostituita dalla dimensionestrategica, dall’intensità del-le relazioni che l’impresa hain essere con altri attori eco-nomici, privati o pubblici.

Su queste basi nasce ilprotocollo di intesa finaliz-zato all’integrazione opera-tiva di attività e progetti diogni singolo sistema came-rale regionale, valorizzandoeccellenze, esperienze ecompetenze che hanno ga-rantito sino a oggi servizi ri-conosciuti di alta qualitàdalle imprese.

Tra gli specifici ambiti diintervento, come prioritari,sono individuati: studi emonitoraggio economia,

servizi e progetti di interna-zionalizzazione (e l’occasio-ne di Expo 2015 sarà un im-mediato banco di prova),progetti e opportunità euro-pee.

Un secondo punto è lacollaborazione sempre piùstrutturata e consolidata trale realtà camerali delle tre re-gioni, anche nel contestodella riallocazione delle fun-zioni già delle Province, conl’obiettivo di una progressi-va omogeneizzazione dellepolitiche a sostegno dellacompetitività delle impresein ambito di area vasta inter-regionale.

A questo scopo, le Giuntedelle tre Unioni regionali siincontreranno almeno duevolte all’anno per definire lelinee di indirizzo politico-strategiche. Sarà definito unprogramma di attività co-mune che sarà verificato conun monitoraggio specificoper valutare criticità e risul-tati.

Un portavoce, nominatotra i tre presidenti, secondoun principio di rotazione se-mestrale, rappresenterà opi-nioni, proposte e volontàdella nuova “squadra di ma-croarea”, aperta in futuroagli apporti e alle collabora-zioni di altri Sistemi Came-rali regionali che ne condivi-deranno gli obiettivi.

Inizierà Maurizio Tor-reggiani (Emilia Romagna),quindi Fernando Zilio (Ve-neto) e infine Giandomeni-co Auricchio (Lombardia).

Zillio, Torreggiani e Auricchio stringono il patto Lover

Dopo la firma

Le primedichiarazionidei presidentiQueste le prime dichiara-zioni a caldo dei tre presi-denti “neo-alleati”.

Torreggiani: «L’accordoparte dalla dimensione eco-nomica dei territori con l’o-biettivo di essere utile al si-stema delle imprese. Difronte al cambiamento deisistemi economici, questoaccordo persegue l’obietti -vo concreto di una riorga-nizzazione sulla base di ununico criterio: l’efficacia perle imprese in territori che sicaratterizzano per forteomogeneità, filiere produt-tive e legami infrastruttura-li. Con una metafora pos-siamo dire che vengono ab-battuti muri e messe siepi».

Auricchio: «Colpisconoi numeri di grande rilievoche questi territori mettonoassieme. Il valore dell’e-xport, ma soprattutto dellamanifattura, significativodi come da queste regioni sipossa partire per agganciarela ripresa. Sono 28 Camereche si collocano nella fasciaalta dell’efficienza del siste-ma».

Zillio: «Credo che l’ac -cordo sia anche figlio diquell’attacco al sistema ca-merale che se da un lato hacausato sicuramente danniperché ha tolto risorse dadestinare al sostegno delleimprese, dall’altro ha con-vinto le realtà più lungimi-ranti ad abbandonare le lo-giche di campanile per ab-bracciare quelle di siste-ma».

Questa mattina

Fiom Cgil,si elegge

il segretarioE' stato convocato per og-gi il Direttivo Provincialedella Fiom Cgil di Piacen-za, al quale parteciperan-no il segretario generaleCgil Piacenza GianlucaZilocchi e il segretario ge-nerale Fiom Cgil Emilia-Romagna Bruno Papi-gnani. Tra i punti all'or-dine del giorno vi è l'ele-zione del nuovo Segreta-rio Generale della FiomCgil Piacenza: attualmen-te segretario generale me-talmeccanici è Ivo Bus-sacchini. La riunione, aporte chiuse, si svolgeràpresso il salone NelsonMandela (via XXIV Mag-gio, 18).

Agenzia Unica per le ispezioni del Lavoro, rischio per la Direzione di Piacenza

Stato di agitazionePer i dipendenti Inps, Inail e Ministero del Lavoro“Tre enti diversi (Inps, Inail eMinistero del Lavoro) i cui ope-ratori – ispettori e personale am-ministrativo - verrebbero accor-pati sotto una struttura nellaquale regnerebbe il caos orga-nizzativo”. Sono in stato di agi-tazione i sindacati confederalidella Funzione Pubblica. In unanota Fp Cgil, Cisl Fp e UilPahanno proclamato lo stato diagitazione dei lavoratori di Inps,Inail e Ministero del Lavoro,coinvolti nel processo di riordi-no delle attività di vigilanza.Previsti per oggi, venerdì 20 feb-braio in tutta Italia, assemblee,volantinaggi e presidi control'approvazione del decreto cheistituisce l'Agenzia unica delleattività ispettive. Una folta rap-presentanza di lavoratrici e lavo-

ratori di Inps, Inail e Ministerodel Lavoro parteciperà domani aun sit-in di fronte ala sede dellaPrefettura di Bologna. «Il Consi-glio dei Ministri – spiega Melis-sa Toscani, segretaria della FpCgil di Piacenza - ha inseritonell'ordine del giorno della se-duta di venerdì 20l'approvazio-ne del decreto che istituisce l'A-genzia Unica Ispettiva a normadelle previsioni contenute neljobs act,unificando i serviziispettivi di Inps, Inail e Ministe-ro del Lavoro. Si tratta di unprovvedimento raffazzonato infretta e furia, senza il minimoconfronto con le parti sindacaliche da tempo chiedono una ri-forma delle attività ispettive checonsenta di semplificare i con-trolli sulle aziende, rendendoli al

contempo più snelli e più effica-ci, evitando inutili duplicazioni,dando certezzesui controlli cheservono a garantire sicurezza sullavoro, salute e tutela ambienta-lee valorizzando le professiona-lità degli operatori».

Questo era l'obiettivo, ma «ilprovvedimento non solo nongarantisce tutto questo, masmantella il Ministero del Lavo-ro, chiudendo le Direzioni Ter-ritoriali e Interregionali del La-voro, peraltro a soli 30 giorni didistanza dall'entrata in vigoredel decreto di riordino del Mini-stero del Lavoro stesso», spiegaToscani. Come sarà la strutturacapillare della nuova Agenzia -che prevede 18 sedi territorialisu tutto il territorio nazionale –non è per nulla chiaro.

Messe a disposizione dall’Inps

14 borse di studioda 7500 euro per

l’Executive Master14 borse di studio del valore di 7.500 euro cia-scuna sono messe a disposizione dall’Inps a to-tale copertura della partecipazione all'Executi-ve Master in Management e Innovazione dellePubbliche Amministrazioni - Mipa dell’Uni -versità Cattolica. Il Mipa è rivolto a giovanilaureati che vogliano investire il loro futuroprofessionale nel settore pubblico, oltre che afunzionari e dirigenti pubblici che intendonoampliare o consolidare il proprio portafogliodi competenze. Il Master universitario di se-condo livello è attivato da Altis, l’Alta ScuolaImpresa e Società dell'Università Cattolica delSacro Cuore, in partnership con Fondazioneper la Sussidiarietà e Andigel. Per concorrere ènecessario essere figlio o orfano di dipendenteiscritto alla Gestione Unitaria delle prestazionicreditizie e sociali (c.d. “Fondo Credito”) o dipensionato utente della Gestione DipendentiPubblici. La scadenza per l'iscrizione è il 27febbraio. Lelezioni iniziano giovedì 16 aprile.

Page 12: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

12 Venerdì 20 Febbraio 2015 P R I M O P I A N OLe Cdc di Lombardia, Veneto e Emilia escono dal loro recinto e uniscono le forze

Le regioni nane sono impotentiÈ la globalizzazione che impone accorpamenti decisi

DI CARLO VALENTINI

Non solo la politica. Le macroregioni incomin-ciano a interessare anche l’economia. A

piccoli passi prendono forma e potrebbero concretizzarsi prima che le lungaggini parlamentari trovino una conclusione. Confin-dustria sta marciando a grandi passi verso l’unificazione delle proprie associazioni territoria-li, per esempio sta accorpando tutte le sedi provinciali per dar vita a due sole strutture, una in Emilia e una in Romagna, primo passo verso un’ulteriore integrazione sul piano regionale e poi con le regioni vicine che sono già impegnate nello stesso mutamento organizzativo.

Ma mentre l’associazione degli imprenditori ha imboc-cato la strategia di concentrarsi sulle macroregioni, la politica sta ferma al palo, con buona pace dei proclami innovativi di Matteo Renzi. In questo ten-tennare della politica va sotto-lineato quanto è successo ieri a Bologna, dove si sono incontrati i presidenti delle Unioncamere di Lombardia, Veneto ed Emi-lia-Romagna per decidere una stretta collaborazione e gettare le basi di una macroregione eco-nomica con provvedimenti che d’ora in poi saranno coordinati poiché vi è omogeneità dei siste-mi economici delle tre regioni e quindi è necessario attuare investimenti e iniziative che abbraccino territori più vasti di quelli degli attuali confi ni re-gionali. Un mutamento radicale da parte delle Camere di com-mercio, fi nora chiuse nei propri orticelli. Ora invece si mettono alla testa di un movimento che

reclama dimensioni territoria-li in grado di competere con le macroregioni (incominciando dai lander tedeschi) dei grandi Paesi europei.

Il protocollo d’intesa fi r-mato dai tre presidenti di Unioncamere prevede «un patto operativo – è scritto nel docu-mento conclusivo- per realizza-

re una macro-area funzionale, un ambiente favorevole alle imprese per aiutarle a cogliere le opportunità del mondo che continua a crescere. È un primo passo verso una prospettiva di medio lungo periodo indirizzata a una organizzazione camerale strutturata sulla dimensione di una macro-area». l territorio di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna concentra più del 40% del Pil nazionale, espri-me il 54% di quanto prodotto dall’industria manifatturiera italiana e il 55% del valore delle esportazioni di beni verso l’este-ro. In particolare il Pil vale 625 miliardi e pone l’area davanti a Paesi quali Turchia, Paesi Bas-si e Svizzera, con una ricchezza pari al 5% di quanto realizzato

dall’intera Ue.«È il nuovo contesto com-

petitivo a spingere verso il cam-biamento. Il territorio è sempre meno quello defi nito dai confi ni amministrativi, ma bensì quello dove insistono le relazioni delle imprese, aree vaste a geometria variabile i cui confi ni sono in pe-renne riconfi gurazione. I settori tradizionali si sono ricomposti in fi liere che tengono insieme la componente manifatturiera e quella terziaria, rendendo sempre più complesso scindere le attività che compongono la catena del valore».

Si parte unificando i centri-studi, i servizi alle imprese, gli interventi sul ter-ritorio. Una rivoluzione epoca-le provocata dai nuovi scenari economici ma anche da un colpo di frusta scagliato dal governo, che però poi si è fermato lì. Am-mette Fernando Zillio, presi-dente Unioncamere Veneto: «Si dice che non tutto il male venga per nuocere. L’accordo è anche fi glio di quell’attacco al siste-ma camerale che se, da un lato, ha causato sicuramente danni perché ha tolto risorse da desti-nare al sostegno delle imprese dall’altro ha convinto le realtà più lungimiranti ad abbandona-re le logiche di campanile per abbracciare quelle di sistema». Aggiunge Maurizio Torreg-giani, presidente Unioncame-re Emilia-Romagna: «Occorre considerare che fatto 100 il Pil dell’Italia nel 2000, ora esso è sceso al 96,8%, mentre in questa area lover è salito al 103%. È na-turale che possa partire da qui un percorso che risponde all’esi-genza di riforma del sistema». Conferma Giandomenico Auricchio, presidente Union-

camere Lombardia: «Si tratta di 28 Camere che si collocano nella fascia alta dell’effi cienza del sistema e danno vita a una collaborazione strutturata e so-vradimensionale».

La palla passa alla poli-tica. Tutti o quasi sostengono la necessità delle macroregioni ma tante sono le ricette sul come strutturarle e il rischio è che il tiraemolla si spinga fi no alle ca-lende greche. Forza Italia propo-ne l’abrogazione dell’articolo 131 della Costituzione, contenente l’elenco delle attuali regioni, e una modifi ca dell’articolo 132 per portare la popolazione mini-ma di ogni regione a 10 milioni di abitanti. In pratica si preve-dono 5 macroregioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombar-dia; Trentino Alto Adige, Friuli-Venezia-Giulia, Veneto, Emilia Romagna; Toscana, Umbria, Marche e Lazio; Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, e Calabria; Sicilia e Sardegna.

Gran parte del Pd appare schierata a favore della pro-posta Morassut-Ranucci, che ridisegna l’Italia istituendo le regioni Alpina (Valle d’Aosta,

Piemonte e Liguria), Lombar-dia, Emilia-Romagna (Emilia-Romagna e la provincia di Pe-saro), Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige;), Appenninica (Toscana, Umbria e la provincia di Vi-terbo), Adriatica (Abruzzo e le province di Macerata, Ancona, Ascoli, Rieti e Isernia), Roma ca-pitale, Tirrenica, (Campania e le province di Latina e Frosinone), Levante (Puglia e le province di Matera e Campobasso), Ponente (Calabria e la provincia di Po-tenza), Sicilia, Sardegna.

Chi vincerà? Ma soprattut-to si arriverà a una conclusione sotto le picconate di Confi ndu-stria e Unioncamere? La parla-mentare Nunzia De Girolamo (Ncd-Udc) che aveva presentato un emendamento (bocciato) per accelerare i tempi è scettica: «Si è verifi cato un cambio di rotta del governo davvero incom-prensibile: il percorso per arri-vare alle macroregioni poteva essere più snello, ma l’esecutivo non ha fatto sua un’esigenza di alleggerimento delle procedure, rendondo impossibile modifi care i confi ni regionali».

DI ANDREA GIACOBINO

Più coordinamento con la controllante e sviluppo mag-giormente strutturato del corporate e private banking. Intesa Sanpaolo ridisegna il modello delle due control-late estere, la Société Europeénne de Banque (Seb),

basata in Lussemburgo e Intesa Sanpaolo (Isp) Benelux. Seb, in particolare, è stata protagonista tre anni quando è stato indagato per concorso in riciclaggio il suo ex amministratore de-legato Marco Bus a proposito di una truffa fiscale che avrebbe consentito alla famiglia piemontese Giacomini, operante nella rubinetteria, di nascondere all’erario italiano via Granducato oltre 200 milioni di euro. Qualche settimana dopo il presidente dimissionario della banca Angelo Caloia è stato sostituito da Paul Helminger, già sindaco della città di Lussemburgo.

La riorganizzazione è spiegata in una nota interna intitolata «Rafforzamento ed evoluzione presidio Seb e Isp Benelux» redatta poche settimane fa da Gaetano Miccichè, direttore generale della Divisione Corporate e investment ban-king (Cib). «Con il progetto - dice Miccichè - viene rivista la mission di Seb che assume il ruolo di banca responsabile delle attività e della clientela corporate e private banking in Lus-semburgo e nell’area Benelux, con possibili futuri sviluppi nei paesi scandinavi». Più nel dettaglio «il progetto ha l’obiettivo di rafforzare il modello di business corporate banking & wealth management sulla piazza lussemburghese e in area Benelux attraverso: lo sviluppo della relazione con la clientela, attuale e prospettica, incrementando il livello di servizio e l’offerta di prodotti e un maggior coordinamento e sinergie con le altre unità di business di direzione, divisione e del gruppo».

La prima fase del progetto prevede che il modello orga-nizzativo e operativo del dipartimento di corporate relationship coverage di Seb si uniformi a quello del network internazionale della divisione guidata da Miccichè. «Sulla base del modello defi nito si è proceduto all’aggiornamento del funzionigramma di Seb al suo allineamento agli standard previsti per le società del gruppo prevedendo, tra le varie cose, l’identifi cazione del ruolo del relationship manager». Si sta poi operando «per l’alli-neamento dei sistemi e dei processi al fi ne di consentire la piena integrazione commerciale di Seb all’interno della Divisione Cib» . Insomma l’istituto di Intesa in Lussemburgo non sarà più «una banca nella banca», come in passato.

CARTA CANTA

Intesa Sanpaolo: bastacon una banca nella banca

Bisogna abbandonare le logiche di campanile per adottare quelle di

sistema. Nelle tre regio-ni si produce il 40% del

pil nazionale ed esse contribuiscono al 55% delle esportazioni ita-liane. Al processo sono interessate 28 camere di Commercio dell’area più sviluppata del paese

D. Edward Luttwak, che intervistai tempo addietro, diceva che la Germania ha protetto il proprio super-export gra-zie alla moneta unica: il marco avrebbe fi nito per rivalutarsi troppo e le espor-tazioni sarebbero cadute.

R. È vero. Ma la moneta è un po’ come il pallone di calcio, uno la tira dove vuole. I te-deschi oggi si sono convinti che senza stabi-lità non si vada da nessuna parte. Era una vecchia massima del cancelliere Helmut Schmidt, che mi fa ve-nire un’altra differenza fra noi e loro.

D. Cioè?R. Cioè che la Fiat, un tempo,

per vendere, giocava sui prezzi e anche sulla svalutazione della lira, per vendere. Bene quando Schmidt era cancelliere, la Volk-wagen, che era a partecipazione pubblica, andò a chiedere aiuto al governo.

D. E il cancelliere cosa rispose?

R. Fate modelli migliori. Op-pure chiudete.

D. Cos’hanno i Tedeschi che noi non abbiamo. Quale lo spread vero?

R. Il patto sociale viene rispettato, ossia i cittadini pagano le tasse, perché sanno di rice-

vere servizi. Sono certi che nessuno cambierà loro le regole del gioco. L’aumento dell’età pen-sionabile, in Germania, l’hanno fatto così: da 65 a 67 anni, salendo di un mese all’anno per 20 anni. Vai prima? Perdi il 2% all’anno.

D. La gente paga davvero le tasse?R. Sì, anche perché c’è controllo sociale: se

un giorno io arrivassi a bordo di una Ferrari fi ammante, due minuti dopo qualche vicino telefonerebbe all’agenzia delle entrate.

D. Qual è il personag-gio tedesco più europeo di questo libro?

R. Egon Bahr, segre-tario e consigliere di Willy Brandt.

D. Che cosa fece?R. Erano gli anni della

Ostpolitik, e Bahr volò a Washington per informare Henry Kissinger.

D. E il segretario di Stato?

R. Gli disse che non era affatto contento di quello che sentiva. Sa che cosa

rispose Bahr?D. Me lo dica...R. Segretario, sono venuto a informarla non

a chiedere il suo parere. twitter @pistelligoffr

SEGUE DA PAG. 11

Chi contesta la durezza dei tedeschi dimentica che nella riunifi cazio-ne del Paese chiusero

tutte le fabbriche ineffi cienti. Ne rimase-ro in piedi solo il 10%.

Milioni di persone all’Est si trovarono

disoccupate ma da lì è cominciato il decollo

Page 13: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

20-FEB-2015da pag. 7

Page 14: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

20-FEB-2015da pag. 7

Page 15: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

26 VENERDÌ20 FEBBRAIO 2015

IL GIORNOil Resto del CarlinoLA NAZIONE

CONFRONTO I protagonisti della prima delle cinque tavole rotonde dedicate all’economia localeorganizzate daQn - il Resto del Carlino e Banca popolare dell’Emilia Romagna

· RAVENNA

LE BANCHE chiedono alle impre-se di presentare progetti chiaricon obiettivi concreti nel medioperiodo. Agli istituti di credito ilmondo imprenditoriale chiede so-prattutto decisioni rapide nell’ero-gazione di finanziamenti. QN IlResto del Carlino e Banca popola-re dell’Emilia Romagna hannomesso a confronto ieri nella sedeBper di Ravenna alcuni dei piùrappresentativi imprenditori ra-vennati col vertice bancario grazieal convegno ‘L’economia locale:

come creare valore per il territo-rio. Banca e impresa: rapporto daconsolidare’. Il risultato del con-fronto, condotto dal responsabiledella redazione ravennate del Car-lino Andrea Degidi, è che i due‘mondi’ hanno serie intenzioni didialogare perché i segnali di ripre-sa si fanno sempre più convincen-ti. Le iniziative per i 130 anni delCarlino (come ricordato dal vicedi-rettore del Carlino, Beppe Boni) siapronoquindi nelmigliore deimo-di. Il direttore generale di Bper,Fabrizio Togni, ha ricordato l’ele-vata presenza di liquidità nel siste-ma bancario, pronto a erogarla atassi contenuti. A condizione peròche vengano rispettati i parametriimposti dalla Bce. PerGiorgioBer-tozzi,membro del comitato di pre-sidenza di Confindustria, è neces-sario sostenere «il vasto tessuto diPmi che caratterizza il nostro terri-torio.Aziende che operano con au-tofinanziamento o con linee di cre-dito a breve termine. Noi dobbia-mo rendere i bilanci aziendali dichiara lettura, ma agli istituti dicredito chiediamo altrettanta tra-sparenza nei contratti e nelle con-

dizioni bancarie». Il vice presiden-te della Camera di commercio diRavenna,GiorgioGuberti, aggiun-ge che «la vera palla al piede è il pe-so del fisco che influisce negativa-mente sul prodotto interno lor-do».Anche quest’anno, pur in pre-senza di un taglio dei fondi, la Ca-mera di commercio erogherà 1,2milioni di euro al Confidi.

GIANLUIGIBambini, ad diBambi-ni srl, auspica un sistema bancariopiù rapido nelle decisioni. «Siamoin unmercato, quello offshore, do-ve occorre fare in fretta – spiega –e quindi da un istituto di credito èmeglio avere una risposta rapidaanche se negativa che una positivain tempi lunghi, perché nell’attesaandiamo fuori mercato». «Se a

un’aziendanonè permesso investi-re – commenta il responsabile fi-nanziario del Gruppo Villa Maria,Fabio Pezzani – esce dal mercato.Oggi c’è un vento nuovo: i solditornano a circolare a tassi bassi.Ora si può tornare a investire. Ilcredito selettivo è giusto,ma occor-re più velocità nell’erogazione».Per Giovanni Tampieri, ad diTampieri Financial Group, «ban-che e imprese devono stare sedutedalla stessa parte. Noi dobbiamospiegare gli obbiettivi che voglia-mo raggiungere e gli istituti di cre-dito devono risponderci veloce-mente. Anche gli imprenditori de-vono fare un esame di coscienza epuntare maggiormente sulla capi-talizzazione e l’autofinanziamen-to». SilvioBartolotti, ad diMicope-ri, delinea la possibilità che le ban-che «entrino in azienda, siedanoin cda senza ruoli di responsabili-tà ma per capire come si muovel’impresa. Molto meglio di un bu-siness plan... L’ho scritto anche alpresidente del Consiglio, Renzi:‘Mettiamo in condizione le azien-de chehannodelocalizzato all’este-ro di rientrare in Italia. Così potre-mo rifare grande il nostro Paese».

L. Tazz.

· BOLOGNAC’ÈQUALCHE segnale di ripresa della domanda di partena-riato pubblico-privato inEmilia-Romagna. Emergedall’Osser-vatorio Regionale del project financing e del PPP, promossodaUnioncamere Emilia-Romagna e realizzato daCresmeEu-ropa Servizi. Nel 2014 l’Osservatorio ha censito 229 gare diPPP e un volume d’affari, relativo a 97 gare di importo cono-sciuto, di 123milioni.Rispetto al 2013, si registra unbilancio adoppia velocità caratterizzato da un aumento del numero del-le gare (+44%) a cui fa da contraltare una riduzionedell’impor-to complessivo (-13%).Nell’ultimo anno inoltre risultano asse-gnati 60 contratti dell’importo di 1 miliardo, quantità in caloper numero, ma in crescita per valore rispetto a quanto asse-gnato un anno prima (105 contratti del valore di 207 milioni).

LARICERCA:AUMENTANOLEGARE

Sale il project financing

BOLOGNA – Unipol Bancaha stanziato un plafond di 10milioni di euro a sostegnodelle famiglie e persupportare una rapida ripresadegli operatori economici edelle imprese di tutti i settoricon residenza o sede neiterritori danneggiati dalmaltempo. Lo riferisce unanota dell’istituto bancario.Le richieste dovrannopervenire alla banca entro il30 giugno.

L’INDAGINE: I DATI DI CONFARTIGIANATO

Imprese artigiane in calo· BOLOGNA

L’ABBONAMENTO per le bi-ci sui treni torna a prezzo di-mezzato: 60 euro invece che122. E la Regione Emilia Ro-magna finanzia chi si comprauna bici pieghevole, meno in-gombrante e più facile da cari-care sui convogli. «Daremoun contributo di 100 euro permille biciclette pieghevoli», di-ce l’assessore Raffaele Donini.

· BOLOGNALEUNIONCAMEREdiEmiliaRo-magna, Veneto e Lombardia siuniscono per portare l’area Lover(l’acronimo delle regioni) a sfida-re le aree più competitive d’Euro-pa. I presidenti di UnioncamereMaurizioTorreggiani (foto)(Emi-lia-Romagna), Domenico Auric-chio (Lombardia) e Fernando Zi-lio (Veneto) hanno firmato unprotocollo d’intesa per un’azionesinergica su internazionalizzazio-ne, ricerche e fondi europei.

BOTTA E RISPOSTA«Presentateci progetti chiarie con obiettivi concreti». «Ok,maservono risposte rapide»

INBREVE

REGGIO – Punta a ricavi pari a530 milioni di euro, in rialzodel 4% sul 2014, e un utile di13,1 milioni di euro, nel 2015,Cir Food, attiva nellaristorazione collettiva,commerciale, banqueting ebuoni pasto. Per il 2014 gliinvestimenti, spiega una nota,sono stimati in 23 milionimentre a livello occupazionalesaranno 300 i nuovi ingressi inazienda, che potrà così contarenel 2015 su 12.000 persone.

REGGIOCirFoodpuntaa 530milioni di ricavi

CREDITOINIZIATIVA A RAVENNA

DANNIMALTEMPODaUnipolBancaecco10milioni

BOLOGNA – ConfcooperativeEmilia Romagna condividela filosofia del nuovo Pattoper il lavoro e la crescita cheil presidente della Regione,Stefano Bonaccini, intenderealizzare coi rappresentantidel mondo produttivo. E’emerso in un incontro tra ivertici di Confcooperative el’assessore Patrizio Bianchi,dove è stato esaminatol’attuale scenario economico.

REGIONEConfcooperativeincontraBianchi

Banche e imprese cercano un’intesa«Ora dobbiamo collaborare di più»Confronto tra i due ‘mondi’ organizzato daQn-Carlino eBper

· BOLOGNA

PER le imprese artigiane, il 2014è stato un annodifficile. Lodimo-stra il saldo tra attivazioni e cessa-zioni in negativo, -1,4%,ma inmi-glioramento rispetto al -1,9% del2013. I dati arrivano da Movim-prese e Ufficio studi Confartigia-nato, e rilevano che l’Emilia Ro-magna è in linea col dato naziona-le. Le imprese nate sono state9.298, quelle cessate 11.156 conuna perdita di 1.858 imprese ed

un tasso tendenziale di -1,4%, inmiglioramento sul 2013 quandola flessione era stata del -2,1%. Perquanto riguarda le province, lami-gliore performance è di Bologna,con 191 imprese in meno rispettoal 2013 ed un tasso del -0,7% (nate1896, cessate 2.087); seguonoReg-gio, con 112 imprese in meno edun tassodel -1,1% (nate 478, cessa-te 590), e Modena -315 impreseed un tasso del -1,4% (nate 1.573,cessate 1.888).

LANOVITÀ

Aiuti a chi portala bici sul treno

EMILIAROMAGNA: INTESAATRE

Unioncamere sfida l’Europa

Page 16: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

Imprese: Emilia-Lombardia-Veneto, intesa per nascita macro area 17:08 19 FEB 2015

(AGI) - Bologna, 18 feb. - Un patto operativo per realizzare una macro area funzionale, un

ambiente favorevole alle imprese per aumentarne la competitivita' sul mercato globale: e' l'obiettivo

del protocollo d'intesa siglato oggi dalle Unioni regionali delle Camere di commercio di Lombardia,

Veneto ed Emilia Romagna. Si e' cosi' avviato un percorso di collaborazione per accrescere le

relazioni di cooperazione e la concertazione di attivita' e politiche per una maggiore integrazione in

grado di valorizzare le eccellenze attraverso un'azione condivisa. "E' un primo passo - spiega

Unioncamere Emilia Romagna - verso una prospettiva di medio lungo periodo indirizzata ad una

organizzazione camerale strutturata sulla dimensione di una macro area". La grande area

costituita da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, si osserva in una nota, concentra piu' del 40

per cento del pil nazionale, esprime il 54 per cento di quanto prodotto dall'industria manifatturiera,

e il 55 per cento del valore delle esportazioni di beni verso l'estero. Tra gli specifici ambiti di

intervento, come prioritari, sono stati individuati:studi e monitoraggio dell'economia, servizi e

progetti di internazionalizzazione (e l'occasione di Expo 2015 sara' un immediato banco di prova),

progetti e opportunita' europee. Un secondo punto dell'accordo e' la collaborazione sempre piu'

strutturata tra le realta' camerali delle tre regioni, anche nel contesto della riallocazione delle

funzioni gia' delle Province, con l'obiettivo di una progressiva omogeneizzazione delle politiche a

sostegno della competitivita' delle imprese in ambito di area vasta interregionale. A questo scopo,

le giunte delle tre Unioni regionali si incontreranno almeno due volte all'anno per definire le linee di

indirizzo politico-strategiche. Un 'portavoce', nominato tra i tre presidenti, secondo un principio di

rotazione semestrale, rappresentera' opinioni, proposte e volonta' della nuova 'squadra di macro

area', aperta in futuro agli apporti e alle collaborazioni di altri sistemi camerali regionali che ne

condivideranno gli obiettivi. (AGI) Bo1/Sep

http://www.agi.it/bologna/notizie/imprese_emilia_lombardia_veneto_intesa_per_nascita_macro_area-

201502191708-cro-rbo1005

Page 17: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

TRASPORTOAEREOAIRFRANCE-KLM CHIUDEIL2014CON UN ROSSODI198MILIONI DIEUROAir France-Klm non riescenel 2014 a riportare i contiin pareggio, anche per col-padel lungoscioperodeipi-loti dello scorso autunno, ein un contesto incerto ridu-ce gli investimenti e accele-ra i tagli ai costi. Il gruppofranco-olandese ha chiusolo scorso esercizio con unaperditadi 198 milioni di eu-ro, nettamente inferiore aquella del 2014, che supera-va gli 1,8 miliardi di euro.

IMPRESEMONDIALIBALLOFFRE6 MILIARDIPERREXAM:NASCECOLOSSODELLELATTINEMaxi fusione nel mercatodei produttori di lattine. Ilgruppo Ball (Usa) ha messosul piatto 5,9 miliardi di eu-ro (4,4 miliardi di sterline),in parte cash e in parte inazioni,peracquistare ilriva-le britannico Rexam: un’o-perazione, quella tra i duebig fornitori tra gli altri diCoca-ColaePepsi, chedàvi-ta al più grande produttoreal mondo di lattine per ali-menti e bevande.

RIFORMA.Audizioneieri degliesponenti dell’associazione cherappresenta gli istituticoinvolti daldecreto legge

Lebanchepopolari:«Macosìcicompranoifondistranieri»

BCCESSENZIALI.«Lebanchecooperative sonoessenzialiperpreservarelabiodiversità delsistemafinanziarioe lacoesioneterritoriale».Lo sostiene ilComitatoeconomico esocialeeuropeo(Cese,organoconsultivo dell’Ue)inunparere diiniziativa su«Ilruolo dellebanchecooperative e dellecassedirisparmio nellacoesioneterritoriale»,discussoeapprovato l’altroieri aBruxelles. SoddisfattaFedercasse(FederazioneItalianadelle BanchediCreditoCooperativoeCasseRurali)che, si leggeinunanota,«condivide leanalisiele conclusionidelparerepresentato dalCeseinlineaconquantodaannisostenuto nellesedidi produzionenormativa europea».

TELECOMUNICAZIONITIMEDIA ABBANDONALABORSA ESIFONDECONTELECOMTi Media, ridotta a una sca-tola, non aveva più ragionedi restare quotata in Borsae Telecomha scelto la fusio-ne per incorporazione. Il2014 si è chiuso per Ti Me-dia conun rosso a 5,3 milio-ni e un indebitamento net-tosalitoa269,4milioni.L’o-perazioneè stata approvataieri dal cda di Telecom cheaveva all’esame anche i ri-sultati preliminari 2014 e ilpiano industriale 2015-17.

Ilministro dell’economia Pier CarloPadoan

CRISI. Il governoincassaunafiducia risicatasulmaxi-emendamento

Ildecretosalva-Ilvaèleggemascoppialapolemica

Leprincipalicassedirisparmiodiventatespasonoindifficoltà:riflettetebeneCARLOFRATTA PASINIPRESIDENTEDELBANCO POPOLARE

ROMA

Toni duri, allarmi sull’arrivodispeculatoristranieri interes-sati a mettere le mani sul ri-sparmio degli italiani e di unastretta sul credito alle pmi maperlebanchepopolarisi intra-vedeunasoluzionedicompro-messo che introduca una mi-sura anti scalata. Un limite aldirittodivoto, fra il3e il 5%dainserire negli statuti delle po-polari trasformate in spa, mi-suraapprovataconriservadal-laBanca d’Italia.Il governo infatti va avanti

nell’impianto del decreto:«continuo a pensare di avereragione», rivendica il mini-stro dell’economia Pier CarloPadoan che ricorda vent’annidi riforma non fatta. Alle Bccinvece concede più tempo perun’autoriforma con un moni-to:«cisonotroppebanchepic-cole», riecheggiando lo spro-ne di Via Nazionale a trovareuna nuova forma di aggrega-zione fra le miriade di istituti.L’Assopopolari non risparmia

lecriticheelerisposteallerile-vanze dell’autorità di vigilan-za nella sua relazione presen-tata all’audizione alla Camerasul dl banche e investimentima alla fine attraverso DinoPiero Giarda, ora presidenteconsiglio sorveglianza Bpmma con un passato parlamen-tareeministeriale, lanciaquel-lo che appare un segnale diconcretezza raccolto subitodal relatoreMarco Causi (Pd).

GIARDA: IMPRESE A RISCHIO.Giardanonrinunciaalsuohu-mor e invita i parlamentari aponderare bene le scelte, ma-gari dopo un seminario allaMadonna di Loreto che «liispiri». Ponderino bene quelche fanno perché in gioco nonsono le popolari ma il pezzopiù dinamico del sistema pro-duttivo italiano fatto da Pminelleregionidell’Emilia,Lom-bardia e Veneto (dove si trova-no le grandi popolari) cheesportano e che dalle popolariricevono il credito. Con il dl lebanche straniere si compre-rannoquesti istitutie il rispar-

mio degli italiani: perché «so-no interessate alla raccolta,non agli impieghi». Un moni-to che trova comprensione frai parlamentari come spiega ilrelatoreCausicheconfermalapresentazione dell’emenda-mento sul limite del diritto divoto. Un correttivo che Bancad’Italia aveva, nella sua audi-zione,ammessopurchérimuo-vibile in caso di necessità diraccogliere capitali in frettaper gestire la transizione boc-ciandoaltremisurechesnatu-rinolariforma,primafratutteil voto capitario.

UN TETTO AZIONARIO. Con untetto, si ragiona, le banche po-polari potrebbero consolidar-si fra loro raggiungendo unamassacriticadifficiledascala-re. Prima di tutto però servo-no appunto norme che man-tengano,almenonellafase ini-ziale, la public company evi-tando il passaggio del control-loperdecreto. IverticidiAsso-popolari:arriveranno«sogget-tidaiconnotatispeculativi»af-ferma il presidente Ettore Ca-selli che alla forma cooperati-va come handicap per la rac-coltadicapitali denunciatodaBankitaliacontrappone idati:9 miliardi di euro in aumentinegli ultimi 3 anni.

FRATTA: PREDA DI STRANIERI. EilpresidentedelBancoPopola-re Carlo Fratta Pasini ha riba-dito che «le principali casse di

risparmio diventate spa sonoin difficoltà», e «se guardia-moaSiena,GenovaealleMar-che,noncisonoragioniperat-taccare questo modello», Manon solo. «È vero che il siste-ma(ndr.dellePopolari)hadel-le ferite», ha sottolineato,«ma siamo stati otto anni sulfronte di questo Paese a darecredito alle famiglie e impresee abbiamo coperto tutte le dif-ficoltàgrazie ai nostri soci, ab-biamo passato gli esami dellaBce e proprio ora nasce l’inte-resse per le Popolari. Vi invitoa pensare quindi alle conse-guenze di questo provvedi-mento: con la fine delle popo-lari e delle banca localistica, lebanchefarannoquellochefan-no tutte le bancheeuropee e legrandi banche italiane: un la-voro di gestione del risparmioche non assorbe capitale, chenon impone requisiti di liqui-dità e che dà dei margini».La scadenza della presenta-

zione degli emendamenti è il26 febbraio, per essere votatifra il2e il6marzoeapprodareinaula fra il 9 e il 13. •

Ilpareredella Ue

ROMA

Il governo incassa la fiduciasulmaxiemendamentoaldise-gno di legge di conversionedel decreto Salva-Ilva. Il via li-bera è arrivato con 151 voti fa-vorevoli e 114 contrari,numerisufficientiperaverelamaggio-ranza,malontanidaquota161cherappresentalamaggioran-za assoluta del Senato, inclusii senatori a vita. Tanto è basta-toperaprire l’ultimoscherma-glia colpi di tweet fra Renato

Brunetta («Il Governo ha an-cora la maggioranza? o è soloscarso senso di responsabili-tà?»)e ilPd, rappresentatodalvicepresidente dei senatori eSegretario d’Aula del gruppo,Giorgio Tonini («Brunettapuò stare tranquillo: il gover-no ha la maggioranza e conti-nuerà ad averla»).InAula ildibattitosi èacceso

invece sulle «promesse man-cate» del Governo a partire daquei30milioniperlalottacon-tro i tumori infantili promessida Renzi e che alla fine si sono

ridotti a 5 di cui solo 500.000per il 2015.PerlapentastellataPaolaNu-

gnes:«altrocheSalva-Ilvaque-sto è un decreto salva-banche,i primi ad essere salvaguarda-ti sonogli istitutibancari con iloro crediti».Le banche, infatti in questi

anni hanno sostenuto con di-verse linee di credito l’IlvaSpa. Finora l’esposizione dellebanche(IntesaSanpaolo,Uni-credit e Banco Popolare) do-vrebbe aggirarsi intorno ai 2miliardi. L’ultimo prestito, di

260 milioni, è stato deciso neigiorni scorsi. I crediti dellebanche godono però dellaprededucibilità.Per tutte le opposizioni poi

questofilmsull’IlvaesuTaran-to «Continua a non vedere ildramma ambientale e sanita-rio della comunità tarantina -èStefanodiSelcheparla-Nonè stato spezzato il gioco dellatorrefrasalutee lavoro.Nonsipuòaccettare che i tarantini siammalino e muoiano per in-quinamento».«Non si può accettare - gli fa

eco dall’altra parte dell’emici-clo il forzista Zizza - che l’ariadi Taranto sia per il 77,5% deicasi considerata »pericolosa«comerespirarefumopassivoeper il 22,5% è simile all’aria diun tubo di scarico di una vec-chiaauto». •

brevi

Eibanchieripuntanoauncompromesso:limitealdirittodivototrail3e5%perlenuovespaPadoan:«EleBcc?Cisonotropperealtàpiccole»

BOLOGNA

Distrettimanifatturiericheat-traversano i confini regionalie che sfidano le aree più com-petitive d’Europa, unbenesse-re diffuso, un’economia che ècresciuta (seppur di poco)mentre quella del resto d’Ita-lia calava. Si chiama «Lover»,ovvero la macro area compo-sta da Lombardia, Veneto edEmilia-Romagna,lecuiimpre-se hanno deciso di fare frontecomunepersfidareavisoaper-to le altre locomotive d’Euro-pa come il Baden-Wurttem-berg, il Nord Reno-Westfalia,laCatalognaelaregionediLio-ne. A partire da un acronimosuggestivo, Lover appunto,chehal’ambizioneditenerein-sieme e rappresentare settoriche vanno dalla meccanica(forseilprincipalecomunede-nominatorediquestetreregio-ni) al sistema moda (che dal-l’hub di Milano si irradia neisistemi produttivi veneto, bo-logneseedelVaresotto),dall’a-groindustria (con le eccellen-ze emiliane che aspettano conansial’ExpodiMilano)all’eco-nomia sociale, senza dimenti-care il turismo dove le puntedi diamante sono Venezia e laRiviera adriatica.I tre presidenti di Unionca-

mere Maurizio Torreggiani(Emilia-Romagna), Domeni-co Auricchio (Lombardia) eFernando Zilio (Veneto) han-no firmato un protocollo d’in-tesa, per un’azione sinergica afavore delle circa due milionidi imprese che rappresenta-no. Per lavorare insieme suiservizi, l’internazionalizzazio-ne, la promozione dei sistemie delle filiere edell’attrattività. •

UNIONCAMERE

Milano,VeneziaeBologna:super-alleanzadelleimprese

ECONOMIA&FINANZATelefono 045.9600.111 Fax 045.9600.837 | E-mail: [email protected]

ELEZIONI R.S.U.Pubblico Impiego:dai luce al tuo futuro

VOTAVIA A.SCIESA 24, VRT. 045.8036814

ID03711

L'ARENAVenerdì 20 Febbraio 2015 7

Page 18: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

(ER) CCIAA. LOVER, PATTO TRA UNIONI EMILIA-R, LOMBARDIA E VENETO

LE TRE REGIONI INSIEME VALGONO IL 40% DEL PIL ITALIANO (DIRE) Bologna, 19 feb. – L'acronimo, Lover, e' piu' che mai azzeccato. Perche' allude al ''fidanzamento'' tra le

Unioni regionali delle Camere di commercio di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna celebrato oggi a Bologna. Un''unione (non ancora un matrimonio) d''interessi, nel senso migliore del termine, perche' le tre Unioncamere metteranno in rete le rispettive

specializzazioni per offrire alle imprese una gamma piu' ampia e piu' efficace di servizi: la Lombardia si occupera' di sostegno all''internazionalizzazione e all''export, il Veneto curera' i rapporti con l''Unione europea e i progetti comunitari, mentre l''Emilia-Romagna

mettera' a frutto l''esperienza maturata nell''elaborazione dei dati, per offrire alle imprese delle tre regioni analisi puntuali a supporto delle loro strategiche commerciali. "Abbiamo sottoscritto un protocollo di collaborazione operativa con l''obiettivo di essere d''aiuto al

sistema produttivo. Abbiamo tolto i muri che dividevano e li abbiamo sostituiti con siepi, che delimitano, si', i territori, ma lasciano passare le idee", spiega Mauruzio Torreggiani, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, portavoce di Lover per i primi sei mesi di

lavoro di questa macro-area funzionale, che rappresenta il cuore economico del Paese. Lo dicono i numeri: in queste tre regioni si produce il 40% del Pil italiano, il 55% dell''export e il 54% del valore aggiunto del settore manifatturiero. Ed e'' l''unica area del Paese,

ricorda Torreggiani, che dal 2000 al 2014 ha visto crescere il proprio Pil (fatto 100 il prodotto interno lordo del 2000, siamo al 103,5% contro il 96,8% della media italiana).(SEGUE) (Vor/ Dire) 15:49 19-02-15 NNNN

(DIRE) Bologna, 19 feb. - "E' nostro compito assecondare questa dinamicita' ", afferma il numero uno di Unioncamere Emilia-Romagna, certo che le tre regioni di Lover, che

condividono la stessa dinamicita' dei settori prioduttivi, possano vedersela su tanti fronti ad armi pari con le piu' avanzate regioni europee: "Il carico fiscale ci porta ad essere fuori mercato, ma sul resto non abbiamo niente da invidiare". Anche in questo caso i numeri

confermano: le tasse incidono sull''utile delle aziende per il 16,7% nel Baden-Wuerttemberg contro il 35,4% di Emilia-Romagna, il 37,4% di Lombardia e il 38% del Veneto, mentre il costo del lavoro e' piu' alto nella regione tedesca (17,1% del fatturato,

contro il 14,5% delle tre aree italiane). "Se si aggancera' la ripresa, lo si deve al settore manifatturiero, spina dorsale del Paese", osserva Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia. "Oggi mettiamo un sigillo alle buone partiche, perche' questa e'

una buona pratica. L'interesse primario e' fare il bene delle imprese, aggiunge Fernardo Zilio, numero uno dell'Unione delle Camere di commercio del Veneto. Il protocollo di collaborazione operativo, peraltro, va nella direzione della riforma delle Camere di

commercio, che potrebbe portare a vere e proprie fusioni tra enti territoriali. "Questo protocollo avra' comunque vita, al di la' della riforma", assicura Auricchio. Le giunte delle tre unioni regionali si incontreranno almeno due volte all'anno per definire le linee di

indirizzo politico-strategiche. (Vor/ Dire)

Page 19: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

UNIONCAMERE, TRE AMBITI PRIORITARI: MONITORAGGIO, INTERNAZIONALIZZAZIONE E OPPORTUNITA' Nuove strategie di collaborazione tra sistemi camerali lombardo, veneto ed emiliano-romagnolo. Un patto operativo per realizzare una macro-area funzionale, un ambiente favorevole alle imprese per aiutarle a cogliere le opportunità del mondo che continua a crescere. A raccogliere e condividere una sfida comune proponendo una nuova strategia di sostegno alla competitività del sistema produttivo italiano sono le Unioni regionali delle Camere di commercio di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna che hanno firmato oggi a Bologna un protocollo di intesa con l’obiettivo di aiutare l’economia dei territori a cogliere le opportunità offerte da una dimensione territoriale più ampia e da una integrazione di forze e strategie. Si avvia un percorso di collaborazione per accrescere le relazioni di cooperazione e la concertazione di attività e politiche per una maggiore integrazione operativa in grado di valorizzare le eccellenze attraverso un’azione condivisa. E’ un primo passo verso una prospettiva di medio lungo periodo indirizzata a una organizzazione camerale strutturata sulla dimensione di una macro-area. "Si dice che non tutto il male venga per nuocere - ha dichiarato Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto -. Parto da questo assunto per dire che credo che l'accordo tra Unioncamere Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sia anche figlio di quell'attacco al sistema camerale che se da un lato ha causato sicuramente danni perché ha tolto risorse da destinare al sostegno delle imprese, dall'altro ha convinto le realtà più lungimiranti ad abbandonare le logiche di campanile per abbracciare quelle di sistema. L'accordo sottoscritto dalle Unioni delle Camere di Commercio di tre fra le regioni che esprimono i maggiori Pil del Paese, nel riconoscere ad ognuna di essere depositaria di eccellenze in qualche modo esclusive, mette assieme tali eccellenze nella convinzione che sia massimamente produttivo evitare di disperdere energie migliorando le proprie performance a beneficio di un numero molto vasto di imprese. Imprese che in questo modo possono godere del sostegno e dell'incentivo derivante da competenze e professionalità che sono sì l'espressione del territorio dove si sono sviluppate, ma che diventano, per il fatto di dare spessore alla parola "collaborazione", strumento di crescita e vantaggio competitivo per tutte"....

http://www.industriaefinanza.com/index.php?id_news=22989

Page 20: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

IL NUOVO GIORNALE DI MODENA

Nuove strategie di collaborazione tra sistemi camerali lombardo, veneto ed emiliano-

romagnolo

Martedì 24 Febbraio 2015 08:36

Accordo tra le Camere delle tre regioni che esprimono più del 40 per cento del PIL del Paese, il

54% del valore aggiunto dell’industria ed il 55 per cento dell’export

Un patto operativo per realizzare una macro-area funzionale, un ambiente favorevole alle imprese

per aiutarle a cogliere le opportunità del mondo che continua a crescere.

A raccogliere e condividere una sfida comune proponendo una nuova strategia di sostegno alla

competitività del sistema produttivo italiano sono le Unioni regionali delle Camere di commercio di

Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna che hanno siglato oggi a Bologna un protocollo di intesa

con l’obiettivo di aiutare l’economia dei territori a cogliere le opportunità offerte da una dimensione

territoriale più ampia e da una integrazione di forze e strategie.

A firmare il documento i tre presidenti: Giandomenico Auricchio - Unioncamere Lombardia,

Fernando Zillio - Unioncamere Veneto e Maurizio Torreggiani - Unioncamere Emilia-Romagna.

Si avvia un percorso di collaborazione per accrescere le relazioni di cooperazione e la concertazione

di attività e politiche per una maggiore integrazione in grado di valorizzare le eccellenze attraverso

un’azione condivisa. E’ un primo passo verso una prospettiva di medio lungo periodo indirizzata a

una organizzazione camerale strutturata sulla dimensione di una macro-area.

La grande area costituita da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna concentra più del 40 per cento

del PIL nazionale, esprime il 54 per cento di quanto prodotto dall’industria manifatturiera, e il 55

per cento del valore delle esportazioni di beni verso l’estero. Il Prodotto interno lordo complessivo

vale 625 miliardi e pone l’area davanti a Paesi quali Turchia, Paesi Bassi e Svizzera, con una

ricchezza creata pari al 5 per cento di quanto realizzato dall’intera Unione Europea. Si comprende

quindi la rilevanza della macro-area composta da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Sono numeri che la collocherebbero ai vertici europei, tuttavia le motivazioni che portano le tre

Unioni regionali delle Camere di commercio a muoversi in una logica di area vasta vanno oltre i

primati statistici. È il nuovo contesto competitivo a spingere verso il cambiamento le Unioni

regionali e le Camere di commercio delle tre regioni.

Il territorio è sempre meno quello definito dai confini amministrativi, ma dove insistono le relazioni

delle imprese, aree vaste a geometria variabile i cui confini sono in perenne riconfigurazione. I

settori tradizionali si sono ricomposti in filiere che tengono insieme componente manifatturiera e

terziaria, rendendo sempre più complesso scindere le attività che compongono la catena del

valore. La dimensione d’impresa, tradizionalmente identificata dal numero degli addetti, è stata

sostituita dalla dimensione strategica, dall’intensità delle relazioni che l’impresa ha in essere con

altri attori economici, privati o pubblici.

Su queste basi nasce il protocollo di intesa finalizzato all’integrazione operativa di attività e progetti

di ogni singolo sistema camerale regionale, valorizzando eccellenze, esperienze e competenze che

hanno garantito sino a oggi servizi riconosciuti di alta qualità dalle imprese.

Tra gli specifici ambiti di intervento, come prioritari, sono individuati:

Page 21: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

studi e monitoraggio economia, servizi e progetti di internazionalizzazione (e l’occasione di Expo

2015 sarà un immediato banco di prova), progetti e opportunità europee.

Un secondo punto è la collaborazione sempre più strutturata e consolidata tra le realtà camerali

delle tre regioni, anche nel contesto della riallocazione delle funzioni già delle Province, con

l’obiettivo di una progressiva omogeneizzazione delle politiche a sostegno della competitività delle

imprese in ambito di area vasta interregionale.

A questo scopo, le Giunte delle tre Unioni regionali si incontreranno almeno due volte all’anno per

definire le linee di indirizzo politico-strategiche. Sarà definito un programma di attività comune che

sarà verificato con un monitoraggio specifico per valutare criticità e risultati.

Un portavoce, nominato tra i tre presidenti, secondo un principio di rotazione semestrale,

rappresenterà opinioni, proposte e volontà della nuova “squadra di macroarea”, aperta in futuro agli

apporti e alle collaborazioni di altri Sistemi Camerali regionali che ne condivideranno gli obiettivi.

Inizierà Maurizio Torreggiani (Emilia-Romagna), quindi Fernando Zilio (Veneto) e infine

Giandomenico Auricchio (Lombardia).

I COMMENTI

Maurizio Torreggiani, presidente Unioncamere Emilia-Romagna

“L’accordo parte dalla dimensione economica dei territori con l’obiettivo di essere utile al sistema

delle imprese e rafforzare i flussi di collaborazione relazionale. Di fronte al cambiamento dei

sistemi economici, questo accordo persegue l’obiettivo concreto di una riorganizzazione sulla base

di un unico criterio: l’efficacia per le imprese in territori che si caratterizzano per forte omogeneità

per filiere produttive e legami infrastrutturali. Con una metafora possiamo dire che vengono

abbattuti i muri e messe siepi che permettono di identificare i territori ma al tempo stesso sempre

più significative sinergie. Occorre considerare che nel 2000 fatto 100 il PIL dell’Italia, ora nel 2014

è sceso al 96,8 per cento, mentre in questa area “Lover” è salito al 103 per cento. E’ naturale che

possa partire da qui un percorso che risponde all’esigenza di riforma del sistema”.

Giandomenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia

“Colpiscono i numeri di grande rilievo che questi territori mettono assieme. Il valore dell’export,

ma soprattutto della manifattura, significativo di come da queste regioni si possa partire per

agganciare la ripresa.

L’accordo sottolinea l’importanza di mettersi assieme e come le Camere riescano a lavorare in rete

in un momento difficile di mutamento epocale dello scenario economico. Sono 28 Camere che si

collocano nella fascia alta dell’efficienza del sistema. Si dà vita a una collaborazione strutturata che

mette a fattor comune e disposizione elementi di eccellenza come l’internazionalizzazione, l’ufficio

studi, la progettazione europea, per dare risposte sempre più efficaci alle imprese”.

Fernando Zillio, presidente Unioncamere Veneto

“Si dice che non tutto il male venga per nuocere. Parto da questo assunto per dire che credo che

l’accordo tra Unioncamere Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sia anche figlio di quell’attacco

al sistema camerale che se da un lato ha causato sicuramente danni perché ha tolto risorse da

destinare al sostegno delle imprese, dall’altro ha convinto le realtà più lungimiranti ad abbandonare

le logiche di campanile per abbracciare quelle di sistema. L’accordo è un esempio di buona pratica.

Page 22: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

Riconosce a ogni Unione regionale di essere depositaria di eccellenze in qualche modo esclusive, le

mette assieme nella convinzione che sia massimamente produttivo evitare di disperdere energie

migliorando le proprie performance a beneficio di un numero molto vasto di imprese. Imprese che

in questo modo possono godere del sostegno e dell’incentivo derivante da competenze e

professionalità che sono sì l’espressione del territorio dove si sono sviluppate, ma che diventano,

per il fatto di dare spessore alla parola “collaborazione”, strumento di crescita e vantaggio

competitivo per tutte”.

Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere Italiana

“In un momento cruciale per il sistema camerale, questo accordo costituisce una novità, un

messaggio di innovazione che parte dalla concretezza e da una piattaforma consolidata e apprezzata

di servizi. Non si crea una sovrastruttura, ma uno strumento per innervare il Paese, che ben si

inserisce nella grammatica della riforma del sistema camerale”.

http://ilnuovo.redaweb.it/economia/3043-nuove-strategie-di-collaborazione-tra-sistemi-camerali-lombardo-veneto-ed-emiliano-romagnolo.html

Page 23: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

IM – ImpresaMia

19 febbraio 2015

UNIONCAMERE-Accordo: macro area funzionale

Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna

L’accordo parte dalla dimensione economica dei territori con l’obiettivo di essere utile al sistema delle imprese e rafforzare i flussi di collaborazione relazionale. E’ questo il commento di Maurizio Torreggiani, presidente Unioncamere Emilia-Romagna all’accordo delle Unioni regionali delle Camere di commercio di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna che hanno siglato oggi, giovedì 19 febbraio, a Bologna un protocollo di intesa con l’obiettivo di aiutare l’economia dei territori a cogliere le opportunità offerte da una dimensione territoriale più ampia e da una integrazione di forze e strategie.

“Si dice che non tutto il male venga per nuocere – afferma Fernando Zillio, presidente Unioncamere Veneto – Parto da questo assunto per dire che credo che l’accordo tra Unioncamere Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sia anche figlio di quell’attacco al sistema camerale che se da un lato ha causato sicuramente danni perché ha tolto risorse da destinare al sostegno delle imprese, dall’altro ha convinto le realtà più lungimiranti ad abbandonare le logiche di campanile per abbracciare quelle di sistema. L’accordo è un esempio di buona pratica. Riconosce a ogni Unione regionale di essere depositaria di eccellenze in qualche modo esclusive, le mette assieme nella convinzione che sia massimamente produttivo evitare di disperdere energie migliorando le proprie performance a beneficio di un numero molto vasto di imprese. Imprese che in questo modo possono godere del sostegno e dell’incentivo derivante da competenze e professionalità che sono sì l’espressione del territorio dove si sono sviluppate, ma che diventano, per il fatto di dare spessore alla parola “collaborazione”, strumento di crescita e vantaggio competitivo per tutte”.

Firma del Protocollo operativo tra le Unioni regionali delle Camere di commercio di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Fernando Zilio, presidente Unioncamere Veneto, Maurizio Torreggiani, presidente Unioncamere Emilia-Romagna, Gian Domenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia.

Foto Paolo Righi – Meridiana Immagini

Un accordo tra le Camere delle tre regioni che esprimono più del 40% del PIL del Paese, il 54% del valore aggiunto dell’industria ed il 55% dell’export. Un patto operativo per realizzare una macro-area funzionale, un ambiente favorevole alle imprese per aiutarle a cogliere le opportunità del mondo che continua a crescere.

“Colpiscono i numeri di grande rilievo che questi territori mettono assieme – sottolinea Giandomenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia -Il valore dell’export, ma soprattutto della manifattura, significativo di come da queste regioni si possa partire per agganciare la ripresa. L’accordo sottolinea l’importanza di mettersi assieme e come le Camere riescano a lavorare in rete in

Page 24: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

un momento difficile di mutamento epocale dello scenario economico. Sono 28 Camere che si collocano nella fascia alta dell’efficienza del sistema. Si dà vita a una collaborazione strutturata che mette a fattor comune e disposizione elementi di eccellenza come l’internazionalizzazione, l’ufficio studi, la progettazione europea, per dare risposte sempre più efficaci alle imprese”.

“Di fronte al cambiamento dei sistemi economici, questo accordo – spiega Torreggiani – persegue l’obiettivo concreto di una riorganizzazione sulla base di un unico criterio: l’efficacia per le imprese in territori che si caratterizzano per forte omogeneità per filiere produttive e legami infrastrutturali. Con una metafora possiamo dire che vengono abbattuti i muri e messe siepi che permettono di identificare i territori ma al tempo stesso sempre più significative sinergie. Occorre considerare che nel 2000 fatto 100 il PIL dell’Italia, ora nel 2014 è sceso al 96,8 per cento, mentre in questa area “Lover” è salito al 103 per cento. E’ naturale che possa partire da qui un percorso che risponde all’esigenza di riforma del sistema”.

Sede Unioncamere Emilia-Romagna. Firma del Protocollo operativo tra le Unioni regionali delle Camere di commercio

di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Foto Paolo Righi – Meridiana Immagini

A firmare il documento i tre presidenti: Giandomenico Auricchio – Unioncamere Lombardia, Fernando Zillio – Unioncamere Veneto e Maurizio Torreggiani – Unioncamere Emilia-Romagna.

Si avvia un percorso di collaborazione per accrescere le relazioni di cooperazione e la concertazione di attività e politiche per una maggiore integrazione in grado di valorizzare le eccellenze attraverso un’azione condivisa. E’ un primo passo verso una prospettiva di medio lungo periodo indirizzata a una organizzazione camerale strutturata sulla dimensione di una macro-area. “In un momento cruciale per il sistema camerale – precisa Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere Italiana -questo accordo costituisce una novità, un messaggio di innovazione che parte dalla concretezza e da una piattaforma consolidata e apprezzata di servizi. Non si crea una sovrastruttura, ma uno strumento per innervare il Paese, che ben si inserisce nella grammatica della riforma del sistema camerale”.

Le aree vaste rappresentano un nuovo ambito in cui organizzare la rete di relazioni delle imprese e tra le imprese, pur mantenendo attenzione, nelle linee di intervento, alle differenti peculiarità e diversi valori di identità dei territori.

La grande area costituita da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna concentra più del 40% del PIL nazionale, esprime il 54 per cento di quanto prodotto dall’industria manifatturiera, e il 55 per cento del valore delle esportazioni di beni verso l’estero.

Il Prodotto interno lordo complessivo vale 625 miliardi e pone l’area davanti a Paesi quali Turchia, Paesi Bassi e Svizzera, con una ricchezza creata pari al 5 per cento di quanto realizzato dall’intera Unione Europea. Si comprende quindi la rilevanza della macro-area composta da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Sono numeri che la collocherebbero ai vertici europei, tuttavia le motivazioni che portano le tre Unioni regionali delle Camere di commercio a muoversi in una logica di area vasta vanno oltre i primati statistici.

Page 25: Lombardia, Veneto ed Emilia uniscono le forze: un gigante ......2016, di tutti gli operai occupati a febbraio 2014. Sempre secon-do le previsioni del piano, tra il 2015 ed il 2018,

È il nuovo contesto competitivo a spingere verso il cambiamento le Unioni regionali e le Camere di commercio delle tre regioni. Il territorio è sempre meno quello definito dai confini amministrativi, ma dove insistono le relazioni delle imprese, aree vaste a geometria variabile i cui confini sono in perenne riconfigurazione.

I settori tradizionali si sono ricomposti in filiere che tengono insieme componente manifatturiera e terziaria, rendendo sempre più complesso scindere le attività che compongono la catena del valore. La dimensione d’impresa, tradizionalmente identificata dal numero degli addetti, è stata sostituita dalla dimensione strategica, dall’intensità delle relazioni che l’impresa ha in essere con altri attori economici, privati o pubblici.

Su queste basi nasce il protocollo di intesa finalizzato all’integrazione operativa di attività e progetti di ogni singolo sistema camerale regionale, valorizzando eccellenze, esperienze e competenze che hanno garantito sino a oggi servizi riconosciuti di alta qualità dalle imprese.

Tra gli specifici ambiti di intervento, come prioritari, sono individuati:

studi e monitoraggio economia, servizi e progetti di internazionalizzazione (e l’occasione di Expo 2015 sarà un immediato banco di prova), progetti e opportunità europee.

Un secondo punto è la collaborazione sempre più strutturata e consolidata tra le realtà camerali delle tre regioni, anche nel contesto della riallocazione delle funzioni già delle Province, con l’obiettivo di una progressiva omogeneizzazione delle politiche a sostegno della competitività delle imprese in ambito di area vasta interregionale.

A questo scopo, le Giunte delle tre Unioni regionali si incontreranno almeno due volte all’anno per definire le linee di indirizzo politico-strategiche. Sarà definito un programma di attività comune che sarà verificato con un monitoraggio specifico per valutare criticità e risultati.

Un portavoce, nominato tra i tre presidenti, secondo un principio di rotazione semestrale, rappresenterà opinioni, proposte e volontà della nuova “squadra di macroarea”, aperta in futuro agli apporti e alle collaborazioni di altri Sistemi Camerali regionali che ne condivideranno gli obiettivi.

Inizierà Maurizio Torreggiani (Emilia-Romagna), quindi Fernando Zilio (Veneto) e infine Giandomenico Auricchio (Lombardia).

http://www.impresamia.com/unioncamere-accordo/