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Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Lo scenario economico attuale
e la prospettiva lunga di Industria 4.0
Luca Paolazzi
Centro Studi Confindustria
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Lo scenario economico.
Le previsioni del CSC.
L’importanza dei luoghi e Industria 4.0.
I temi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Lo scenario economico.
I temi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Nel corso dell’estate lo scenario è ulteriormente peggiorato.
Le tensioni geopolitiche non si sono mitigate. Al contrario, sono state intensificate
dal fallito golpe in Turchia, dal risultato shock delle elezioni in un Land tedesco e dai nuovi attentati terroristici.
Sullo sfondo proseguono le ondate migratorie. La crescita economica globale
rimane stentata. In Italia si è fermata.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Il PIL e gli scambi mondiali
crescono lentamente.
Non si può puntare sul traino degli altri.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Si sta materializzando la stagnazione secolare. Quali fattori la determinano?
Demografia meno favorevole, minori vantaggi dalle innovazioni,
alta disoccupazione, rallentamento della Cina, crescente protezionismo.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
PIL e scambi mondiali avanti molto adagio (Mondo, dati a cambi di mercato e prezzi costanti, variazioni %)
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati CPB e FMI.
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PIL
Media PIL 1984-2007
Commercio di beni
Media Commercio di beni 1984-2007 (scala destra)
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
La popolazione frena… (Mondo, popolazione, variazioni % annue)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite.
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1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030
Mondo
USA
Eurozona
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
…e invecchia (Mondo, popolazione per classi di età, milioni)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite.
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2030
Maschi Femmine
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Spreco di capitale umano (Tasso di disoccupazione)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
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Italia Eurozona USA
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
La marcia cinese segue orme coreane (PIL e PIL pro-capite a PPA, variazioni % e livelli)
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati FMI.
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PIL pro-capite (1980-2017, dollari a PPA)
Cina Corea
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Nella produttività ora anche gli USA faticano (USA, produttività oraria dell’industria, variazioni % medie annue)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
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Anni 50 Anni 60 Anni 70 Anni 80 Anni 90 Anni 2000 2010-16
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Il Global Trade Alert ha calcolato che nei primi 8 mesi del 2016 quasi 350
misure protezionistiche sono state varate dai paesi del G-20, 4 volte quelle adottate
dagli stessi paesi nello stesso periodo nel 2009. Dal 2009 le misure protezionistiche
che hanno visto la luce sono oltre 6mila. Le misure più gettonate sono i sussidi, il settore più colpito i metalli di base,
non solo l’acciaio cinese.
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L’Eurozona avanza adagio e con forti squilibri.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
I fattori esterni favorevoli (cambio, tassi e materie prime) si esauriscono o vengono meno.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
E in Italia?
La crescita si è fermata. Il divario nel PIL rispetto ai livelli pre-crisi
è ancora dell’8,6%. Livelli che ai ritmi di crescita previsti dall’FMI non rivedremo
prima del 2027.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
PIL italiano: sentieri di ritorno al 2007 (Italia, miliardi di euro, prezzi costanti)
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT, FMI.
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Livello del PIL nel 2007
Previsioni FMI dal 2018 (0,7% crescita media annua)
Trend (1995-2007)
PIL in crescita al 2,5% medio annuo dal 2018
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La questione della lenta crescita italiana è di antica data e si è accentuata con la crisi:
tra 2000 e 2015 il PIL italiano è sceso dello 0,5%, quelli tedesco e francese
sono aumentati del 18% e lo spagnolo del 24%.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
All’origine della lenta crescita italiana c’è la stagnazione della produttività.
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Produttività piatta in Italia (Italia, produttività oraria del lavoro, totale economia, indici 2000=100)
2016: 1o semestre. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Eurostat.
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Germania Spagna Francia Italia
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
La crescita del PIL potenziale italiano era già molto bassa prima della crisi.
La doppia recessione l’ha ulteriormente e notevolmente intaccata. La sua dinamica
è così passata dall’1,2% allo 0,7% (stime FMI).
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Nel breve periodo è possibile crescere più del potenziale sfruttando
la capacità produttiva inutilizzata, stimata equivalente al 3% del PIL.
Perché ciò non avviene?
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La fiducia dei consumatori è calante.
Risale la propensione al risparmio.
Cresce la povertà tranne che per i +65.
L’offerta dei prestiti al consumo è stretta.
La disoccupazione resta elevata…
Cosa frena i consumi?
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…nonostante i progressi nell’occupazione. Le persone con un lavoro sono aumentate
di 770mila dal punto di minimo dell’estate 2013, con un’accelerazione
e un miglioramento qualitativo grazie a Jobs Act e incentivi: quasi l’80%
dei 426mila posti creati da fine 2014 a oggi sono con contratti a tempo indeterminato. Il tasso di occupazione è tornato ai livelli
di metà 2009; è salita la quota del part-time involontario.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Quali le cause dei lenti investimenti?
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Alta la propensione all’investimento (% investimenti su valore aggiunto manifatturiero, prezzi correnti)
2015: stime IHS-Markit. Fonte: elaborazioni CSC su dati IHS-Markit.
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Francia Germania Italia Regno Unito USA
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Basso l’utilizzo della capacità produttiva (Grado di utilizzo degli impianti, dati trimestrali destagionalizzati)
Linea tratteggiata: serie ribasata. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
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Credito: cresce la forbice tra domanda e offerta (Italia, imprese, indici cumulati 4o trimestre 2006=0,
calcolati sulle % nette di risposte delle banche*)
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Banca d’Italia.
*Indicatori ricavati dai dati quantitativi della Bank lending survey; offerta=variazione dei credit standard con segno invertito.
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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Domanda di prestiti
Propensione a erogare prestiti
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Si erode la fiducia delle imprese (Italia, indicatore composito di fiducia delle imprese*, dati mensili)
* Formato dagli indici di fiducia tra le imprese manifatturiere, edilizie, del commercio al dettaglio, degli altri servizi e dei consumatori.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea.
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2011 2012 2013 2014 2015 2016
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Redditività poco sopra i minimi… (Italia, manifatturiero, MOL in % del VA al costo dei fattori)
2016: 1o semestre. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
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Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau Van Dijk.
…ma con grandi differenze (Italia, industria manifatturiera, top 5% e quintili del ROE in %, 2014)
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Top 5% Leader Follower Standard Ritardatari A rischio
Media ROE: 7,2%
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1 Macchinari e apparecchiature, 2 Farmaceutica, 3 Bevande, 4 Chimica, 5 Carta, 6 Alimentari, 7 Prodotti in metallo, 8 Altro manifatturiero, 9 Pelle, 10 Gomma-plastica, 11 Totale Manifatturiero, 12 PC, elettronica, ottica, 13 Altri mezzi trasporto, 14 Riparazione, 15 Apparecchiature elettriche,
16 Autoveicoli, 17 Tessile, 18 Metallurgia, 19 Abbigliamento, 20 Coke e raffinazione, 21 Mobili, 22 Stampa, 23 Legno, 24 Altri prodotti non metalliferi
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1° Quartile Mediana 3° Quartile 90° Percentile
Manifatturiero
Imparare dalle imprese leader? Si può fare! (Imprese con almeno 20 addetti, posti di lavoro dip., var. % 2013-2015 gen-set)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
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Alti ostacoli al fare impresa: nell’indagine Doing Business della Banca Mondiale
l’Italia è, su 189 paesi, 137a per gli adempimenti fiscali,
111a per esigibilità degli obblighi contrattuali, 97a per accesso al credito,
86a per autorizzazioni e permessi.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
il commercio mondiale avanza a rilento,
il cambio è meno favorevole,
il CLUP fa perdere competitività.
Cosa rallenta l’export?
Le imprese italiane puntano sui mercati
più dinamici, aumentano la qualità dei prodotti e guadagnano quote, ma…
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Le previsioni del CSC.
I temi
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2014 2015 2016 2017
Prodotto interno lordo -0,3 0,8 0,7 0,5
Consumi delle famiglie residenti 0,6 0,9 1,2 0,7
Investimenti fissi lordi -3,4 0,8 1,8 1,3
di cui: macchinari e mezzi di trasporto -1,7 2,1 2,9 2,0
di cui: in costruzioni -5,0 -0,5 0,7 0,6
Esportazioni di beni e servizi 3,1 4,3 1,4 2,5
Importazioni di beni e servizi 3,2 6,0 2,4 2,9
Saldo commerciale1 3,0 3,2 3,5 3,3
Occupazione totale (ULA) 0,3 0,8 1,0 0,5
Tasso di disoccupazione2 12,7 11,9 11,5 11,2
Prezzi al consumo 0,2 0,1 0,0 0,6
Retribuzioni totale economia3 0,2 0,6 0,8 0,7
Le nuove previsioni del CSC per l’Italia… (Variazioni %)
1 Fob-fob, valori in % del PIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
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1 Fob-fob, valori in % del PIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
…e a confronto
2016 2017 2017
ISTAT (17 maggio 2016) 1,1 1,4
Commissione europea (3 maggio 2016) 1,1 1,3 2,4 1,9
Banca d'Italia (6 giugno 2016) 1,1 1,2
Intesa SanPaolo (luglio 2016) 0,8 1,0 2,5 1,9
FMI (4 ottobre 2016) 0,8 0,9 2,5 2,2
OCSE (21 settembre 2016) 0,8 0,8 2,6 2,3
Prometeia (23 settembre 2016) 0,7 0,8 2,4 2,5
REF (12 ottobre 2016) 0,7 0,7 2,4 2,6
UniCredit (30 settembre 2016) 0,8 0,6 2,5 2,2
Governo (27 settembre 2016) 0,8 0,6 2,4 1,6
p. m.: Governo (8 aprile 2016) 1,2 1,4 2,3 1,8
CSC (15 settembre 2016) 0,7 0,5 2,5 2,3
Citigroup (28 settembre 2016) 0,7 0,5 2,5 2,3
Deutsche Bank (30 settembre 2016) 0,7 0,4 2,5 2,7
IHS Global Insight (15 agosto 2016) 0,7 0,4 2,6 3,2
PIL (var. %) Deficit/PIL (%)
2016
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L’importanza dei luoghi e Industria 4.0.
I temi
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Coniugare le eccellenze produttive racchiuse in saperi taciti diffusi nei territori
con la necessità di dialogare con mercati e fornitori sempre più distanti,
trasmettendo informazioni codificate. In un territorio distrettuale ci sono
competenze e stili di vita che rigenerano imprenditorialità e saper fare.
La transizione digitale del sistema produttivo…
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…è ancora largamente incompiuta… (Italia; indice composito di digitalizzazione, 2015)
Fonte: ISTAT.
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servizi di ristorazionecostruzioni
metallurgia, prodotti in metallo esclusi macchinari e attrezzatureindustrie tessili, dell'abbigliamento, articoli in pelle e similitrasporto e magazzinaggio, esclusi servizi postali e corrieri
industria dei prodotti in legno e carta, stampaindustrie alimentari, delle bevande e del tabacco
noleggio, servizi di supporto alle impresecoke, chimica, farmaceutica, lavorazione minerali non metalliferi
mobili, altre industrie, rip. e inst. macchine e apparecchiatureutilities, gestione rifiuti e risanamento
TOTALE ECONOMIAservizi postali e attività di corriere
apparecchiature elettriche, per uso domestico, macchinari ncaattività professionali, scientifiche e tecniche
attività immobiliaricommercio, riparazione di autoveicoli e motocicli
attività audio-visivefabbricazione di mezzi di trasporto
elettronica, ottica, apparecchiature medicali e di precisioneinformatica ed altri servizi d'informazione
alloggioservizi delle agenzie di viaggio, tour operatore attività connesse
telecomunicazioniattività editoriali
digitalizzazione "molto bassa" e "bassa"(%) digitalizzazione "alta" e "molto alta"(%)
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…al Nord come al Sud (Italia, indice composito di digitalizzazione, 2015)
Fonte: ISTAT.
88,5% 86,60% 85,50% 91,30%
11,50% 13,40% 14,50% 8,70%
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60%
80%
100%
Centro Nord Est Nord Ovest Sud e Isole
Imprese con indice di digitalizzazione "alto" e "molto alto"(%)
Imprese con indice di digitalizzazione "molto basso" e "basso"(%)
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Trasformare le fabbriche in luoghi cyber-fisici in cui mondo reale e mondo digitale sono integrati.
Le nuove tecnologie digitali consentiranno ai macchinari di trasmettere informazioni in tempo reale sul loro stato e di innescare risposte automatiche anche sulla base di processi autonomi di apprendimento.
Mettere l’impresa in connessione stabile con fornitori e clienti.
Le sfide di Industria 4.0 per le imprese
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L’uomo rimarrà essenziale per: • definire l’architettura complessiva degli impianti, • supervisionare i processi, • risolvere problemi complessi che richiedono ingegno e creatività non codificabili.
La fabbrica reale avrà un doppione virtuale che l’uomo utilizzerà: • per monitorare • per simulare
L’uomo nella fabbrica 4.0
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Più efficienza, grazie al monitoraggio continuo del processo produttivo e delle fluttuazioni della domanda.
Più flessibilità, grazie a linee di produzione “intelligenti” che abbattano i costi per personalizzare i prodotti.
Più servizi al cliente, grazie all’elaborazione delle informazioni trasmesse in tempo reale dai prodotti.
Più delega all’interno dell’impresa, perché si ridurrà il time-to-market e perché i problemi richiederanno figure professionali sempre più specializzate.
Gli impatti attesi sul business model
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Molte imprese italiane stanno inserendo soluzioni 4.0 all’interno delle proprie fabbriche.
Alcune puntano soprattutto ai vantaggi di efficienza, altre colgono invece anche l’opportunità di ripensare la propria offerta.
Ciò dipende sia dalla volontà degli imprenditori sia dalla natura tecnologica del processo produttivo e dei prodotti.
Una evoluzione tecnologica che è rivoluzione culturale per le imprese
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
È la nuova frontiera che va coltivata senza creare un’ulteriore divaricazione tra le imprese
che hanno successo e quelle in difficoltà. Occorre una implementazione graduale, usando
le politiche e gli incentivi del Governo, in caso contrario le piccole imprese ne risentirebbero.
Al sistema associativo il compito di accompagnare gli imprenditori in questo
cammino informandoli su cosa sia Industria 4.0.