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ma Natale c’è ancora? – Raccolta completa. evelyn williams-madre y niño descasando Nella razzia quotidiana e nell’assenza ormai pesante, di chi non mette il cuore e la mente dentro i propri gesti, abbiamo voluto, con questa iniziativa, piantare il seme di un albero, anzi di molte specie di alberi, perchè la vita è un radicare molteplice e perché molte sono le voci che si sono aperte mostrando il proprio germoglio. Le parole, qui, non sono cose con cui ci balocchiamo ma semi di memoria e di presenza. Dicono il mondo quale lo si vive e tocca, ciascuno individualmente e insieme come collettività, superando ogni barriera, anche quella di un nome. Insieme abbiamo davvero seminato e cresciuto un bosco dove tutti possono trovare un fiato, il respiro e un pezzetto di cielo radicato dentro un frutto che può essere raccolto e mangiato, perché questo capita a chi legge una poesia.Dicendola e facendola propria mangia il suo frutto e ne resta nutrito. A tutti l’AUGURIO DI UN NATALE CHE GERMOGLI OGNI GIORNO E SIA VERDISSIMO OGNI ATTIMO, RICCO DI FRUTTI CHE NUTRONO. cartesensibili Un ringraziamento particolare per tutti gli autori che con noi si sono prodigati in questa raccolta di semi fruttuosi perché senza di loro non sarebbe stato possibile avere germogli. . Tutte le autrici e gli autori presenti nella raccolta “ …ma Natale c’è ancora?” Nadia Agustoni Antonella Albano Anna Avallone Cristina Bove Paolo Breviario Simonetta Bumbi Gisella Catuogno Pino Chisari

ma Natale c’è ancora? – Raccolta completa. · si spreca ovunque l’iconografia ma dentro non lo sento Solo una settimana manca

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…ma Natale c’è ancora? – Raccolta completa.

evelyn williams-madre y niño descasando

Nella razzia quotidiana e nell’assenza ormai pesante, di chi non mette il cuore e la mente dentro i propri

gesti, abbiamo voluto, con questa iniziativa, piantare il seme di un albero, anzi di molte specie di alberi,

perchè la vita è un radicare molteplice e perché molte sono le voci che si sono aperte mostrando il

proprio germoglio. Le parole, qui, non sono cose con cui ci balocchiamo ma semi di memoria e di

presenza. Dicono il mondo quale lo si vive e tocca, ciascuno individualmente e insieme come

collettività, superando ogni barriera, anche quella di un nome. Insieme abbiamo davvero seminato e

cresciuto un bosco dove tutti possono trovare un fiato, il respiro e un pezzetto di cielo radicato dentro

un frutto che può essere raccolto e mangiato, perché questo capita a chi legge una poesia.Dicendola e

facendola propria mangia il suo frutto e ne resta nutrito.

A tutti l’AUGURIO DI UN NATALE CHE GERMOGLI OGNI GIORNO E SIA VERDISSIMO OGNI ATTIMO, RICCO DI FRUTTI CHE NUTRONO.

cartesensibili

Un ringraziamento particolare per tutti gli autori che con noi si sono prodigati in questa raccolta di

semi fruttuosi perché senza di loro non sarebbe stato possibile avere germogli.

.Tutte le autrici e gli autori presenti nella raccolta “ …ma Natale c’è ancora?”

Nadia Agustoni

Antonella Albano

Anna Avallone

Cristina Bove

Paolo Breviario

Simonetta Bumbi

Gisella Catuogno

Pino Chisari

Page 2: ma Natale c’è ancora? – Raccolta completa. · si spreca ovunque l’iconografia ma dentro non lo sento Solo una settimana manca

Anna Maria Curci

Antonio Devicienti

Maria Grazia Di Biagio

Enrico Dignani

Sara Ferraglia

Fernanda Ferraresso

Federica Galetto

Serenella Gatti Linares

Agnese Gatto

Giovanna Gentilini

Fabia Ghenzovich

Fiammetta Giugni

Lucia Guidorizzi

Eleonora Imazio

Beatrice Impronta

Luca Ispani

Sonia Lambertini

Marisa Madonini

Milena Nicolini

Daniela Raimondi

Romeo Raja

Vittoria Ravagli

Valentina Rinaldin

Mariangela Ruggiu

Mauro Sambi

Meth Sambiase

Mary Saracino

Raffaella Terribile

Salvatore Testa

Iole Toini

Liliana Zinetti

.

evelyn williams- esperando el día

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.

I volti intermittenti

Non ti vedo qui tra

madri assassine e indiavolate,

padri stanchi di guardare in faccia

mani bruciate da terre inesistenti.

Luci che abbagliano ovunque.

Case, finestre, balconi,

negozi, vetrine.

Si accendono, si spengono

si riaccendono, si rispengono

come le anime

di momenti migliori.

E’ solo lì che è Natale?

No…no…

Passeranno anche anni,

secoli e dolori,

sofferenze e rassegnazioni

ma ti riscopro sempre

sui visi

naturalmente accesi

dei bambini,

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dove il fascino della vita

fa ancora un certo effetto,

dove vivere è un Natale

giornaliero.

Noi, per i restanti tempi,

facciamo economia di luci.

Anna Avallone

.

evelyn williams- el espejo

.

.Il Natale in ritardo

Non è ancora arrivato il Natale.

Fuori sì, da più di un mese

nei negozi e nelle strade,

nelle vetrine ammiccanti

di ogni borgo e paese

si spreca ovunque l’iconografia

ma dentro non lo sento

Solo una settimana manca…

E’ giusta anche la scenografìa,

una spruzzata di neve bianca

accompagnata da un gelido vento

Pensavo che forse è riservato

al cattolico osservante

a chi è capace di pregare,

al fedele praticante

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che non sono, per questo non lo sento

Forse lo vive intensamente

chi ha scritto la lista dei regali

per l’amico o il parente,

per ingraziarsi il capo,

per un favore ricevuto da un potente.

Non ho in tasca la lista,

per questo non lo sento?

D’improvviso un pensiero:

una mancanza

una sedia svuotata,

o l’ improvvisa assenza

di una persona cara o ammalata.

Poi le piccole mani e lo sguardo

e la tenera bocca affamata

ed il morbido corpo indifeso,

l’innocente sorriso

che sa accenderti il cuore

come il gioco di luci

all’albero appeso

Credo ancora all’amore

se negli occhi ti guardo

e quest’anno il Natale

era solo in ritardo.

Sara Ferraglia

.

evelyn williams-o estuve en el jardín del amor

.

Fiamma silenziosa.

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Ascolto questo silenzio

lo accolgo, lo faccio mio

lo abito

Ora non è più il momento

di dire parole

ma di accumulare

forza oscura

Più avanti sarà contrazione

e spinta

germinazione del seme

miccia ardente di vita

Non manifesto il mio disagio

alimento la fiamma

sto in disparte

Troppe parole sono state dette

e nessuna salvifica

Se attendiamo un Logos

che questo ci attraversi

ci bruci dentro

con la sua lingua di fuoco

Che parli dunque

e dica finalmente

quanto intimamente

ci riguarda

Troppi disegni, troppe pretese

troppe rivendicazioni

troppo rancore

Mi trovo qui

in questo spazio nitido

vuoto, bianco

spazzato dal gelo

Se un Cristo nascerà

oggi

sarà muto

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e il suo fuoco silenzioso

riscalderà la buia grotta

del cuore.

Lucia Guidorizzi

.

evelyn williams -sea of faces

.

.Se si è perso o no Dio

non è accaduto mentre si incartavano i regali nell’ Ipermercato.

\

Chi risponde all’appello dei nomi di Dio?

In principio fu la Terra

e il contadino oggi ha il frutteto contaminato

acido nella (sua) terra, morte nei semi

in continuo fu il ventre

e la moglie ha il ventre pesto

condannata a calci, a sbarre, ad incesto di figlia.

Chi ha visto ancora il Natale di Dio?

L’immigrato ha la vista degenerata

calcinacci di lavoro nero negli occhi

Il povero cristo in Trentino ha fatto pietà

ma non si deforma il panorama per nessuno

e tu sei ancora salva

se questo dubbio ritorna ad essere d’origine umana.

Rispondiamo all’appello dei trentatré nomi di Dio

e guardiamo le mani alzarsi nell’assenza

fuori, è il giorno della sua nascita

per chi crede che sia ancora acerbo il mondo

il pudore dell’intermittenza della fede

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e l’anima un vaso

da riempire e tracimare.

.

\

Qualcuno guarda la Fede socchiusa alla luce.

Si tirano le tende ogni notte

forse ci si ritrova soli ed atei negli autunni

fino all’inverno e a Natale,

ma a voler riavere Dio

nei giorni dei calendari

le date nere, le date rosse

nella fornitura delle sedie

i tarli che attaccano il legno, i dubbi

il recuperabile dell’animo si

recondito, diffuso come la polvere

mentre i figli passano accanto ai gatti

i giri antiorari di pensieri

si disegnano come un’eucarestia inaspettata.

Meth Sambiase

.

evelyn williams-madre y bebé II

.

Natale è una gioia semplice

Natale era il profumo delle arance

perduto in una curva imprevista dei giorni

il sonno tra i fratelli in una piccola stanza

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e la cucina umida

il grembiule di mia madre.

Natale perso nella bufera, Natale che ritorna

inaspettato

con una luce che non taglia, ma splende

negli occhi blu di due bambine

in una manina sulla spalla.

Nel bacio soffiato dalla punta delle dita.

Natale è semplice, natale che muore ogni giorno

nella morchia e nel guano umano, e ritorna

solo bambino, infanzia.

Natale è lo stupore dorato di chi non conosce

le parole del dolore e dice le lacrime

acqua degli occhi.

Liliana Zinetti

evelyn williams-rockabye

.

Ma c’è ancora Natale?

Su bambini venite

aprite tutte le porte

al suono antico delle ciaramelle

alle fiammelle dei vostri cuori

ridenti che d’ogni effetto speciale

brillano più forte su questo Nulla

su questa anestetica morte

svenduta al Moloch del non natale

su bambini venite

aprite tutte le porte

a queste impronte di cielo

alla santità di un sorriso

che scavalca il confine d’ogni guerra

all’abbrivio di sorgiva che buca

la terra e a questa poesia

che dice è Natale e così sia!

Fabia Ghenzovich

.

evelyn williams-mujer en una ventana

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.

dicembre appena giunto

si stende sulle vie gelate

dove sembra sia già la neve

scorre fino a fine mese

contiene membra ghiacciate

vapore del fiato

buio troppo presto

auguri per un natale che

mai più sarà quello d’un tempo

dove è finito mio padre che

nella notte dei regali

seduto sul divano del salotto

reclamava i suoi

non gli bastavano mai

rideva come un bambino

vicino all’albero adornato con cura

dove finiti i nostri abiti in velluto

dove perse le cartoline

con polverina argentata

dove le nostre ore liete e noiose?

non faccio più l’albero

in una casa senza bambini

sono attirata dalla frequenza incessante

delle piccole luci nei balconi di fronte

nel buio della notte .

Page 11: ma Natale c’è ancora? – Raccolta completa. · si spreca ovunque l’iconografia ma dentro non lo sento Solo una settimana manca

Serenella Gatti Linares

.

evelyn williams-todos los días de mi vida

.

se mi raggiungi

sarà per strada dove nasco

e rimuoio ogni volta

dove attraverso spazi che mi crescono in rivolta

dove si ammucchiano farfalle che cadono di volta in volta

appena vissuto un giorno

mentre il mattino riprende

tra le bucce vuote di troppi corpi

come erbe in secche di tempeste

mi affollano voci

come trifoglio dell’ombra

il desiderio senza scampo che ancora apre i nomi

e ne sigilla il silenzio

eppure ho voragini che mi piombano addosso mi scavano il petto

lasciando trasparire il sangue come un fiato di vapore

che affilato incide l’aria nei polmoni

e cancella il ronzio inquieto di un mondo che non riconosco

dove tutto è sfarzo e sforzo

di ogni cosa senza spazio

e per un vuoto ricalco senza natali più non nasco

Fernanda Ferraresso

.

evelyn williams-reflejos

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poesia del natale

nasce e muore anche un dio

e tutte le foglie passano tutta la neve

passa questo istante e il passato

la stalla il regno se ne vanno

rimane il gregge col suo eterno sì.

Nadia Agustoni.evelyn williams- la noche en el bosque

.

Il Natale è alle porte

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il crepuscolo scende dietro la finestra.

Abbraccia le colline profilate di nebbia

azzurre le case velate dalla distanza e le macchie

scure dei sempreverdi.

Lo sguardo del santuario distratto,

rivolto altrove alle intenzioni rimaste

attaccate alla cera disseccata di una fiamma

che ha annerito le pareti di un antro

di speranze che risuonano mute, ma è impossibile

non sentirne la presenza

ogni volta che l’attenzione si spinge sull’orlo

nel vuoto del balcone il vuoto verde lo risucchia

spingendolo indietro verso percorsi già fatti

più volte. Con lei.

Da solo. Nel piccolo ripostiglio ha nascosto

una scatola di cose da dimenticare, tra oggetti

gettati alla rinfusa, vecchi giornali, e gli addobbi

di un albero antico che non torneranno alla vita.

Le voci della casa sono le voci

degli altri, quelle che per caso passano

attraverso i muri arrivano

da vite estranee. Lui è ripiegato su se stesso, imbozzolato

nel dolore e nel silenzio.

La sua finestra sul mondo è uno schermo

che balugina azzurro nella stanza, unica luce

che restituisce i contorni alle librerie, al tavolino, al divano.

In quella luce opalescente cerca

quello che ha perso

altrove, tra parole che sanno di niente, dubbie identità

virtuali schermaglie

che solo in apparenza hanno

la leggerezza del gioco. Dialoghi

su nessuno

e con nessuno. E un telefono muto,

dove una voce di tanto in tanto lo raggiunge.

Un clic e si cancella una vita.

Un possibile ritorno. Chiude gli occhi e sprofonda

nel rosso annullarsi di abbracci

che non vuole ricordare. Non ci sono luci.

Non c’è vita. Solo il felpato fruscio di un gatto

e il ronzio attutito dell’ascensore. Una casa

senza Natale, e un Natale senza di loro, ancora.

Lui nella sua trincea di silenzio, lei smarrita

in uno stato di dolore trasognato che erode

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i contorni del reale, nell’inutile ripetersi

di giorni senza senso, di azioni senza senso,

perché la vita è altrove ma quella vita è

negata dal suo silenzio. Cancellata.

Le dita hanno sciolto il nodo delle promesse e la caduta è avvenuta

inesorabile in un silenzio fragoroso

ha annullato tutto il resto.

Il Natale precipita

su di loro e sulle loro disperazioni.

Promesse disattese, parole

che si sono detti ferendosi nella carne viva, infierendo sulla vita

che si erano donata.

La loro vita. Svuotata, strappata, mutilata, cancellata.

Restano un foglio spiegazzato, un libro incondiviso,

una dedica stracciata, un anello dimenticato, un letto di tracce

si perdono nella pervicace corrosione

che quotidianamente lui opera sull’ordito della memoria, ostinata

opera di bisturi che sfilaccia la realtà

del loro vissuto, anatomia impietosa e inutile delle intenzioni,

del non detto, delle ossessioni che uccidono la vita.

Le luci della festa colorano la notte.

Il Natale degli altri.

Raffaella Terribile

.

evelyn williams -acuérdate de mí

.

Ti cerco

Ti cerco lungo le strade

tra le risaie bianche di brina

sul bordo slabbrato delle colline

.

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Ti cerco dentro lo sguardo ferito dei ragazzi,

nella curvatura rigida delle spalle

nel passo incerto di molti

nella profondità delle vite che sfioro. A volte incontro.

.

Ti cerco nel paradosso degli artifici che saturano il mondo,

nella bestemmia degli sguardi che di-vertono

nel dolore innocente che nessuna ragione spiega.

.

Ti cerco.

.

Ti cerco nelle parole che non fanno rumore,

nei fili di bene che intessono i giorni

nella bellezza della Natura. Nella sue ineluttabili dissonanze.

Ti intuisco nelle ferite che aprono passaggi,

nei modelli che si rompono e si trasformano

nel punto in cui i regni si incontrano.

Ti scorgo all’alba

nella luce rosa della montagna che custodisce la mia casa.

Nel calore di uno sguardo

nei corpi che si amano

nel bene sempre risorgente. Nonostante tutto.

Ti sento nel respiro vivo che mi fa presente.

Qui. Ora.

Natale.

Valentina Rinaldin

.

evelyn williams -escritos

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.

Dicembre

Metti le sfere colorate nella scatola.

E i campanelli, le luci di Natale

in fogli di carta velina.

Ora guarda la luce sul lago:

i cigni tagliare il silenzio,

lasciare sull’acqua il segno della sera.

C’è un posto nascosto nel buio della carne.

Uno spazio senza nervi che preme sulle ossa.

Ma è tempo di bruciare i vestiti vecchi,

chiamare la notte ferma sulla tua porta

e poi dirti – è là, guarda.

(I tuoi occhi come monete nel buio).

Sceglierò un cielo fortunato:

la curva di stelle tra l’Orsa Maggiore

e la collina delle lepri.

Sarà un gesto semplice come lo snodare i capelli,

l’atto leggero di slacciarsi una scarpa.

Ricorda: la pazienza delle donne ha il profumo del bianco.

Raccoglie il dolore e lo conserva nel buio,

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in grandi vasi d’acqua.

Daniela Raimondi

evelyn williams-la naturaleza del amor

.

da qui vedo

Ecco le dune e l’assolato

dattero che ruba deserto

linci tra fiori selvatici e orici

comete o non comete le stelle

c’è un controverso muro

che anticamente non c’era

e nel campo non vedo i pastori

i devoti che accorrevano

dove sono ?

stavano così bene nei presepi

Temevano la guerra

o la fame

e si sono messi in viaggio

i più fortunati sono aggrumati

su scialuppe di salvataggio

o fuori dai supermercati

insieme ad altri uomini

detti disoccupati

e la donna che dietro a un manto

ha magnificato l’annuncio

è in un angolo su flutti

di mare globale

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stesse spinte

stesse doglie

fiotto di bimbo nel sangue

è nato proprio oggi!

Marisa Madonini

.

evelyn williams- the ritual

.

Natale e’ una lenza di sole

Impigliata nel mio cielo interiore

Natale infonde calore

In fondo al cuore

luci a intermittenza

voci attorno alla stanza

filtrano ricordi in lontananza

Natale e’ una tela di sogni

avvolgente ragnatela

di tulle e rugiada

una pioggia di stelle

Natale qualunque cosa accada

e cadono gli sguardi per

sollevarsi in cielo

lanciati come petardi

alla ricerca di momenti

sorrisi e visi lontani

nascosti dalle mani

tra-monti e mari

amori e amare consapevolezze

si sciolgono dentro al fiato

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soffia sul vetro

un disegno con il dito

accerchiato dolore

mentre dietro la finestra

in speculare appare un cuore

trafitto dalla malinconia

strappata come un

biglietto della lotteria.

RagNa-tale infiniti volti

e vuoti incolmabili.

Beatrice Impronta

evelyn williams-lamento

un luccicor di stelle

Lucidano le stelle i container

i cui anfratti ospitano

visi affranti

notti insonni, sogni infranti.

Senzatetto avvolti nei cartoni creano con la vodka

gemme nel deserto di sabbia dei calcinacci.

Ecco un presepe illuminato

luce fioca tra le macerie

crea illusione natalizia

lenendo la sindrome abbandonica, solitudine forzata, gelida.

Non si vede il natale

dei negozi e dei consumi oltre misura

Il natale che ara il campo

seme collerico dell’io avido.

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Solo lacrime, preghiere e lacrime.

La terra scuote le speranze:

Abbiamo paura.

Luca Ispani

.

evelyn williams-madre y bebé

.

Natale 2013

Da Assente nasce Essente, Natale è la sua festa,

del trionfo sul Nulla.

Nell’abisso delle cose

ci sono i Faraoni,

le parrucche del 700 e i treni a vapore,

babbo Natale e la befana ancora no.

E’ Natale, è improbabile che la patria

le pensioni d’oro di dicembre le devolva

a quei brutti delle minime,

che gli omofobi invitino a cena i gay,

e che l’assistenza sociale distribuisca alimenti di lusso.

Gesu Cristo come Berlusconi e il Comunismo

sono bnone intenzioni, se poi se ne fa un uso improprio, non è colpa loro.

Innocente, modesta, l’italica festa

del volersi bene, il Natale,

da salvare dai baci e dai poeti che non sono io.

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(Non sanno scrivere le poesie di natale, sono pericolosi!)

Qualche filastrocca, canzone, capace di fare la bella,

alberi accesi , vestiti di eleganti stravaganze umane

e probabili panettoni scadenti per gli incapienti.

Il compleanno sociale brinda alla vita, buona o cattiva .

Mille altre delizie dice il digiuno ci sorridono senza danno,

accendono il disciplinato desiderio

e cancellano l’anarcoide appetito : Spirito senza pistole.

La miserabile grazia della mia arte

non sa essere micidiale come uno sparo,

perdonatela.

Si può essere felici

nonostante l’infelicità degli altri.

Voci allegre nella nebbia

la serena fatica di vivere sta seduta nel mio cervello

con il suo rosario di natali.

Una buona dentiera affronta impavida il più duro dei torroni.

Oh !!! Stella stellina che brilli lassù

ravviva il tuo lume che nasce Gesù

Enrico Dignani

.

evelyn williams – escuchar

.

Senza aspettare. Dicembre.

E’ strano il natale per chi lo scrive in minuscolo

sospeso fra un ricordo di catechismo

e le pulizie della mamma che annunciavano un giorno speciale

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e poi i regali i cori qualche volta la neve

il pigiamino nuovo e le lenzuola pulite.

Non lo so nemmeno ora che cos’è il natale

e sono passati cent’anni

lo scrivo ancora in minuscolo

perchè l’ho visto anche a giugno

negli occhi di un marocchino che finito un lavoro

stringeva fra le mani il suo compenso

negli occhi di chi tornava e di chi lo aspettava

e certe volte anche qui, torna senza aspettare dicembre.

Ecco, forse è così che c’è ancora

scritto in minuscolo

dentro un Gesto.

Romeo Raja

.

evelyn williams-encuentro

.

alla dimenticanza del natale

Non si può dire che siamo asserviti

alle modalità più convenienti

che sulle grotte arcangeli di latta

_nottole cibernetiche senza però ultrasuoni_

reggono gli striscioni e le comete

e i distici che annunciano

la morte dei bambini

squillano trombe alle capanne

chiamano a presenziare

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pecore in fila nei supermercati

gente che ha barattato la coscienza

per festoni di fole e di lustrini

ed ha pensieri sparsi nel cervello

come l’uvetta dentro i panettoni

ci siamo arresi tutti al malaffare

le stalle diventate cattedrali

le mangiatoie caveaux di finanziarie

e il senso della nascita, la vita

un pacchetto di doni da scartare.

Cristina Bove

.

evelyn williams- yo dormida

.

no, oggi non sarà Natale

non sarà Natale neppure il giorno di Natale

ieri non era Natale

una settimana fa non era Natale

un mese fa non era Natale

neppure il 25 Dicembre del 2012 è stato Natale

forse che è stato Natale 2013 anni fa?

non è Natale per il Cristo

nero che allunga la mano

davanti al mercato

né per il Cristo nero poco più in là

né per il Cristo nero che sussurra – auguri mama!-

nè per il Cristo che sta prigioniero e muore dentro ai CIE

Cristo è stato bambino, lo ricordi?

per molti bambini non è Natale

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né sarà mai Natale

Cristo è anche femmina, lo sapevi?

e per molte femmine non è mai stato

né sarà mai Natale

ma che cos’è Natale?

un nome comune o

tanti nomi di persona?

Giovanna Gentilini

.

evelyn williams-niño durmiendo

.

Dimane

Dimane, chissà

E’ scuro ‘o vico

dint’’a ‘sta notte

Sunnacchiosa!

Friddo è ‘o viento

e pure ‘e stelle

s’annasconnono.

Luntano, ‘nu viecchio se lamenta

E vulesse fermà ‘o tiempo.

‘Na bestia muggisce

dint’’a capanna,

risponne ‘nu canto ‘e raglio stunato!

Dint’’a stu vico stuorto

è nnato nu piccirillo.

Nun è figlio e Maria

né ‘o Rre dei cieli,

ma ‘na criature ‘e Ddio!

Sunate campane,

Page 25: ma Natale c’è ancora? – Raccolta completa. · si spreca ovunque l’iconografia ma dentro non lo sento Solo una settimana manca

chiammate zampogne e ciaramelle,

allummateve feneste,

scennite angiulille d’’o cielo,

currite ggente, currite!

Dint’’a ‘na machina scassata

è nnato!

È nnato ‘o bammeniello!

Salvatore Testa

.

evelyn williams- en el camino

.

Canti di natale

L’aria è proprio quella da presepe.

Le case abbracciate dal gelo

e vagiti che paion sfuggire

dalle poche pallide luci

che fioche s’affacciano

su immote strade lunari.

La sera sparge brividi

al ritmo di abbaglianti faville

in fuga dai secolari camini

dove ceppi contorti crepitano

fumi profumati che graffiano

il bianco senza fondo del cielo.

Immagini d’un tempo ch’è stato,

chissà quando, sepolto d’oblio

ma dietro ai vetri appannati

Page 26: ma Natale c’è ancora? – Raccolta completa. · si spreca ovunque l’iconografia ma dentro non lo sento Solo una settimana manca

ogni cosa è mutata: restano i canti

imprigionati negli intonaci e mescolati

alla malta che serra le pietre

e basta che arrivi un soffio di vento

per snidarli dal loro torpore.

Pino Chisari

.

evelyn williams- la niña en un bosque

.

Bambini palestinesi

Bambini palestinesi giocano al funerale

Danzando intorno alle spoglie dell’eroe martire

Festoni di luci appesi sul Natale occidentale

Nell’incubo di un economia che stenta a ripartire

Una fetta di deserto e mille vergini in paradiso

Presepi Babbi e bambini senza l’ombra di un sorriso

.

Accorda il palpito

Tam tam delle feste ritma. Senti il battito?

Tran tran rituannuale orchestra il palpito

Clacson nervosi sulla coda dell’incrocio

Chattano assatanati tenendosi il broncio

Tram dinosauri di gasolio in file indiane

Traverse luccicanti di Natale le sottane

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Passanti frettolosi infreddoliti formicolano

Zigzagano fra liriche di cofani che belano

Tam tam delle feste pulsa. Conta le battute!

Tran tran delle anime che si erano perdute!

Presepe in piazza con la musica a gettone

Zingare statuette sulla neve d’ignifugo cotone

Pargoli globallergici dentro passeggini lunari

Xfilano alla capanna come vagoni sui binari

Permane l’incantesimo meteoritico di Natale

Xilofonosolfeggia il sound del soul che sale!

Tam tam delle feste ritma. Senti il battito?

Tran tran rituannuale accorda il palpito

.

Soprapensiero di Natale

Risalire la china della propria indolenza

Con severità ed accondiscendenza

Carpire il presente surfando i pensieri

In equilibrio precario oggi come ieri

Immergersi nelle emozioni con le bombole

Anemoni e polipi e ippocampi e vongole

Chiusi nell’abisso di un fondale di pepite

Pressioni dell’anima al manometro sfuggite

Forzieri sommersi di globuli dobloni

Rastrellati nei campi ammucchiati forconi

Pirati smidollati senza nave senza prati

Inseguiamo greggi d’auto lungo viali illuminati.

Paolo Breviario

.

evelyn williams- toda la noche

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.

…emigrato

Anche il mio Natale è emigrato

in quest’ennesimo amaro anno

è andato laggiù

e con la mente, con la

passione della mente

sarò laggiù in Grecia

accanto ai bambini di Atene

che dormono sul marciapiede

e agli anziani che si tengono

in una busta di plastica

la disperazione.

Che cosa me ne faccio

del canto di Alceo

e del canto di Kavafis

che pure amo, amo fino alla disperazione

ma non pane né calore

sa diventare.

Europa, Europa

ti voglio invece

pane per gli ultimi

calore per i senzatetto

e quest’anno, nella notte di Natale,

un dolce di cannella e miele

condiviso

mentre il vento dal Pireo ha

una voce meridionale

e noi l’ascoltiamo, l’accogliamo, l’amiamo.

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Antonio Devicienti

.

evelyn williams- después viene la duda

.

Luce dai mondi antichi

Fiammelle infinite vibrano nella brezza serale

e si rispecchiano nel fiume che scorre senza tempo.

Fruscio di tessuti colorati nella notte.

Ombre di passaggio quasi estinguono

il brillio della cera che si consuma

per vincere ancora una volta l’oscurità.

Eleonora Imazio

.

evelyn williams-en la noche

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.

Silent Night

‘Tis the season of deep silence

Of dying leaves

And waning light

Of death, or what seems like death to unseeing eyes

Of long nights and even longer longings

Of quiet dreams and restless hopes

Of sitting silently by the fire, resting our cold bones

As the Earth offers her stark beauty as a gift

Mary Saracino

.

Notte silenziosa

Questa è la stagione del profondo silenzio

Di foglie morenti

E luce calante

Di morte, o quello che sembra morte per occhi che non vedono

Di lunghe notti e desideri ancora più lunghi

Di sogni tranquilli e speranze inquiete

Di silenziose attese accanto al fuoco, appoggiando le nostre ossa fredde

Mentre la Terra offre la sua bellezza austera come un dono

traduzione fernanda ferraresso

.

evelyn williams -conexiones

.

Dio Figlio

Il disordine perfetto delle stelle

non è poi così distante dal pensarti

composto da galassie cellulari –

materia opaca – fragile me stesso

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Attento a dove metti i piedi

ci sono biglie rotte sul selciato

e trottole caracollanti – incognite

di oceano – Hai freddo?

Non è tuo il disegno dei carri

di chiocciole filanti cromosomi errati

se l’innocenza piange non hai colpa

figlio spaurito sotto le mie pieghe

Che se mi perdi tremi – e dubiti

di me – della mia tacita esistenza –

lo faccio anch’io – quando ho paura

e il mondo non mi riconosce – vorrei

che un qualche amore mi prendesse in braccio.

Maria Grazia Di Biagio

.

evelyn williams – la madre y el niño en reposo

.

Natale dimmelo…

Dimmelo ti prego,

al tocco della mia mano la tua carne è tenera,

pianto di lattante, sguardo di Dio.

Fragile come il petalo che illanguidisce

è la tua vita. Come farai? come potrai

vincere il marcio del nostro cuore?

Non era meglio tuonare dall’alto

e scuotere dalle fondamenta il trono

falso delle nostre vittorie?

La gloria della fragilità,

il belato del vitello sacrificato,

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lo squarcio delle ferite:

sono queste le tue armi?

Se si potesse desiderare di non abbracciarti

avresti torto.

Si divincola dall’impudicizia che la stringe

l’anima menzognera e viene lì, dove tu sei,

nascosto fra le forme infinite di uno stesso

ripetuto presepe.

Se ti tocco ancora mi darai il tuo calore?

o perderò le maschere che mi proteggono?

Rifammi bambina, restituiscimi la gloria

della tua confidenza, baciami la fronte:

sarò nuova e potrò chiamarti Amore.

Antonella Albano

.

evelyn williams – familia

.

Aspettando Natale

Eppure l’aspettiamo

tutti gli anni

come l’approdo

di una promessa antica;

di una luce fioca

che si fa strada

flebile e costante

dai meandri spiegazzati

dell’animo diviso.

Ritorna per attimi l’infanzia

e quella gioia innocente

che si smarrisce poi

col tempo e le sconfitte.

Ci conquista la tenerezza

di un mistero lontano;

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del vischio trasparente

che soffonde di candore

il bosco addormentato;

degli abeti carichi

di neve e di promesse;

del fuoco profumato

di resina e di attese.

.

Dicembre

Dicembre ha l’impalpabile

sussurro della neve

quando si posa leggera

sui tetti, i campi

i colli e le riviere

e li profuma di nostalgia

d’infanzia e di passato,

quando la sera s’andava

alla novena, dopo cena,

piccini già assonnati,

per mano ai fratelli

e alle donne di casa più devote

e il predicatore venuto di lontano

incuteva più soggezione

del parroco bonario, consueto

e s’intonava il “Regem venturum dominum”

aspettando, commossi e fiduciosi,

il mistero d’un dio fatto bambino.

Dicembre ha l’odore del muschio

che si raccoglieva sulle zolle bagnate

per posarvi il presepe ridestato

dal sonno lungo un anno

e della schiaccia briaca*

che riempiva la casa dell’aroma

dell’olio e del vino riscaldati

per intriderci zucchero, farina e frutta secca

mescolati alla buccia d’arancia grattugiata

con l’ansia che il calore del forno

mirabilmente fondesse gli elementi

a presagio di un Natale felice

nell’intimità ritrovata di famiglia.

Dicembre ha il suono delle campane

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a festa e del freddo pungente,

quando s’usciva di messa

a mezzanotte e le stelle

brillavano sopra protettive

e mi pareva quasi di toccarle

dalla spalla del babbo

dove chiudevo gli occhi

stanchi ed incantati

sul mistero di quella notte santa

Gisella Catuogno

.

evelyn williams -recién nacida

.

.Natale saturnino

Nasco a dicembre

il giorno di Natale è uno strano giorno

per venire alla luce complice la quadratura

di Saturno dove mi muovo tra le ombre e

senza santi inizia la mia storia

che tento di scrivere senza avere scritture

tento di dubbio in dubbio nelle parole affondo

incespico nel fatale il fatidico giorno

che Natale mi ha impresso sulla pelle

mentre mi partoriva mi buttava nel mondo

la mangiatoia erano le braccia di mia madre e

tutta l’ho mangiata per riconoscere di quale sostanza ero fatta

per non perdermi gettata come tanti altri

tra liquidi organici occhi affettuosi e profumo di mare

una linea orizzontale di nostalgia

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profonda in cui m’intingo assieme alle parole

un inchiostro

per scrivere la rotta il sentiero verso la bellezza verso la veglia

di uno sguardo che si posi anche su di me da quell’immenso

di cui sono parte ma distante e

lontana sento solo la parte finale di quel

mare

amare stelle improprie

luci della notte di una umanità perduta

scomparsa in mezzo a troppe parole

senza intenzioni senza bene né male

vuoto in cui nuoto

perché ancora a Natale io nasco.

Sonia Lambertini

.

evelyn williams- mirando atrás

.

da me?

da me il Natale

è (anche) un animale che immola le sue viscere

per la beatitudine del gusto

è un ritrovarsi nella cucinaccia

(vecchi adulti e bambini)

intenti e contenti a disossare

tritare impastare speziare

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la carne del “povero maiale”

e c’è vino e gazzosa per il riso

e per dimenticare

Fiammetta Giugni

.

evelyn williams – un lugar secreto

.

Vorrei

Vorrei decidere quando far scendere la neve

Appesantirmi il cappotto di sogni da regalare

Vorrei andare per le strade e chiamare Gesù

Che venga una volta ancora ad accendere i cuori

Lavare le ferite

Asciugare i piagnistei

Rompere le braccia agli infingardi e ai potenti

Vorrei camminare su un sentiero di rose che sollevano

di leggerezza chi non l’ha più

Cantare a gran voce nel coro della chiesa

che credo ancora

A quell’ostia di carne esposta lassù

Vorrei correre con la volpe su per i pendii

Acciuffare un tordo con le mani

Riappacificare vecchi rancori

Estrarre dalla terra la benedizione del sacrificio

Per non dovermi dannare a dimenticare

(Che poi non si può dimenticare senza arrendersi)

Vorrei un corso d’acqua pulito e pini ombrosi

Le città aperte alla Poesia e all’Arte dei più soli

Le tasche piene di marzapane da regalare ai bambini

Che non sanno masticare

Un rombo feroce di motore per poter viaggiare

E trovare nei posti più sconosciuti l’amore

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Vorrei un Natale interiore

Un pane di pasta che lieviti e assorba

La vita e la speranza di quest’ultima ragione

Federica Galetto

.

evelyn williams-mundo ardiendo

.

in rosso

ho tolto la chiave, e socchiuso l’uscio dove lascio i lacci ed il bianchetto per colorare la neve che

s’intravvede appena sugli occhi di chi ancora t’aspetta.

porto la porta da giuseppe e gli chiedo cos’ha di errato questo rettangolo che fa quadrato e dove

c’impegna a creare odio e avanzi di sogni.

e poi ci sono quei bimbi che non conoscono ancora le chiavi e chiedo a maria dove sia la capanna per

portarli a riscaldare la clemenza e bruciare l’incoerenza che s’imbuca come quella lettera con la data

riscritta.

e provo a copiare gli errori per vedere dove sono andati quelli degli adulti senza colori.

bussa nell’aria la stravaganza e pure il sesso fa manbassa come fosse salciccia che bolle tra le chiacchiere

delle lenticchie, e tutto sa d’avariato come quel pesce che piange il suo mare insalato.

copio la serratura su d’un foglio a quadretti e mi dico che l’asino s’è fatto meschino, se per pagare la

cartella mi pigia la maglia all’indietro e insiste se non esiste tasca per il suo fottuto piacere e continua a

tagliare e la mucca s’è messa a ragliare e la paglia non piglia e.

e sento l’eco del freddo, mentre aspetto la stella.

e piango l’avvento e il tuo sacco, ché restano secchi dentro un rosso capello…

Simonetta Bumbi

.

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evelyn williams – rostros perdidos en la multitud

.

(…)

Donna che stendi lenzuola

all’aria vuota ascolta

i presepi degli ospizi

i presepi dei barconi

della notte i presepi spaventati dei bambini

i presepi dei gesù della contrada ascolta

la grazia della povertà

della parola, la grazia della solitudine

e dell’angoscia.

Iole Toini

.

evelyn williams – la luna en mi cara

.

Natale nella testa

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Un anno mi misi in testa

di aspettarlo di notte, la veglia

del grande misterioso.

Dove sarebbe entrato

tra due stanze e cucina

e letti di bambini lungo via Tuscolana?

Quegli occhi spalancati

le palpebre sbattute

se lo chiedono ancora

in altra casa, altro freddo.

Si domanda la mano:

è nell’attesa il senso?

Anna Maria Curci

.

evelyn williams – io soy el otro

.

no no e poi ancora no

Non scriverò un verso di questo Natale,

vorrei cancellarlo dai giorni dal calendario

togliere tutti i colori della pubblicità,

quella gioia finta, i regali inutili,

i sorrisi che uccidono chi non ne ha.

Ho poesie vecchie, un po’ polverose

basta un soffio e ritornano nuove,

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ho lacrime stanche da mescolare alla pioggia

nevicherà di sicuro sul gelo del cuore.

Ho pensieri avvizziti che direbbero amore

se si potesse lasciarne una briciola

sulle tavole vuote, sulle mani stanche

che si stringono sole.

Non scriverò un verso di questo Natale,

ho lo sguardo corto, non riesco a vedere

oltre questo silenzio il futuro migliore,

in questo cielo senza risposte, in questo tempo

di grandi addii ed eredità pesanti

tacciono voci, tace la mia che non sa spiegare

ho perso il senso di tante parole,

in questo silenzio amore è ascoltare.

Mariangela Ruggiu

.

evelyn williams- te mira

.

Weihnachtshistorie (Mt, 2, 7-16)

«Senti! Senti

come Schütz nella Storia di Natale

regge la voce di Erode che mente

ai Magi venuti dall’Oriente

con un oriente di trombe dorato.

Facci caso:

è regale, è autorevole, è solenne

– è una voce virile seducente –

com’è sempre la voce del potente

di turno alla mossa penultima.

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Ricorda

che l’ultima mossa alle strette è sempre

una rivelazione, è una maschera infranta

una strage degli innocenti.

Considera

che di tanti se ne salva uno solo

che poi dirà il mio regno non è di questo mondo –

beato te se puoi capirlo fino in fondo. »

Beato chi sa trarne tutte le conseguenze.

Mauro Sambi

.

evelyn williams – retrato

.

.forse, dico

forse perché ho le radici

dei piccoli piedi scalze

piantate nei tempi immobili

contadini

quando la sibilla batteva il lardo

di fianco a casa e con la falce a mano

era mietuto il grano e

le stanze erano grandi vuote, piene

dell’essenziale e

magia la luce della lampadina

di sera quando uscivano i fantasmi

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a uggiolare i cani

sembra un film ascoltare qualcuno

con l’auricolare guardare l’Africa

quasi da toccare

ricordare coi colori delle foto

e di colpo per caso

i piedi freddi sulle mattonelle

il senso che viene su da terra alle gambe

al cuore

e sei corpo dentro l’aria, il mondo

Milena Nicolini

.

evelyn williams – niños (particular)

.

AL BAMBINO, AI BAMIBINI CHE NASCERANNO

25 DICEMBRE 2013

Inutile e costoso lo sfavillio

Alberi finti, finte farfalle

Ho un’angoscia sottile

che mi tiene sospesa

Un mondo che precipita

che aspetta una cometa

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per poter sognare

che tutto cambierà

che saremo diversi

che ci sarà giustizia

Se tu nasci, bambino,

se tua madre e tuo padre

ti saranno vicini

ed avrai caldo, e mangerai

io spererò di nuovo

potrò dormire e ritornare

nella terra

contenta.

Vittoria Ravagli

.

evelyn williams -dos mujeres

.

La mia tessitura

.

Davanti ai morti ho il dovere di credere alla nascita e qualificare ogni minuto della mia giornata in un

significato natale. Metto alla luce il mio fare il mio dire il mio corpo tutto e rendo conto a loro delle mie

scelte, del mio respiro.

Soprattutto ho un comandamento da conquistare come pratica difficilissima: vivere la gioia malgrado

tutto. E la congiunzione.

Ormai mi annoiano le liste a lutto, lamenti e disperazioni, anche se motivati. O si ricomincia dalla luce o

niente. Al di là delle retoriche dei pessimismi degli ottimismi: qui, scorticata e barcollante, pratico

follemente ostinata e tenace, il filo della luce!

Anna Maria Farabbi

.