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Mammella Ghiandola sudorifera modificata comprendente venti sistemi duttali ramificati Prima della pubertà i dotti ramificati terminano a fondo cieco. Dopo la pubertà, nel sesso femminile, si formano i lobuli costituiti da un dotto terminale ramificato nei dotti lobulari, circondati da connettivo specializzato: unità dotto terminale-lobulo TDLU. I dotti segmentali sono rivestiti da cellule epiteliali cilindriche, da uno strato basale di cellule mioepiteliali disposte sopra una membrana basale e sono circondati da fibre elastiche. I dotti terminali e lobulari sono rivestiti da cellule epiteliali cubiche e cellule

Mammella Ghiandola sudorifera modificata comprendente venti sistemi duttali ramificati Prima della pubertà i dotti ramificati terminano a fondo cieco

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Mammella

Ghiandola sudorifera modificata comprendente venti sistemi duttali ramificati

Prima della pubertà i dotti ramificati terminano a fondo cieco.

Dopo la pubertà, nel sesso femminile, si formano i lobuli costituiti da un dotto

terminale ramificato nei dotti lobulari, circondati da connettivo specializzato:

unità dotto terminale-lobulo TDLU.

I dotti segmentali sono rivestiti da cellule epiteliali cilindriche, da uno strato basale

di cellule mioepiteliali disposte sopra una membrana basale e sono circondati da

fibre elastiche.

I dotti terminali e lobulari sono rivestiti da cellule epiteliali cubiche e cellule

mioepiteliali disposte sopra la membrana basale, sono privi di fibre elastiche.

Lo stroma connettivale interlobulare è costituito da collagene denso ipocellulare

e da tessuto adiposo; lo stroma lobulare specializzato è costituito da fibroblasti,

collagene lasso e mucopolisaccaridi, risponde agli stimoli ormonali.

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Mammella

Modificazioni nel ciclo: fase estrogenica proliferazione dell’epitelio dei lobuli;

fase progestinica accentuazione della proliferazione epiteliale, comparsa di gocce

di secrezione citoplasmatica, edema dello stroma ed aumento di volume dei lobuli;

fase mestruale apoptosi, desquamazione epiteliale, scompare l’edema dello stroma.

Modificazioni in gravidanza: dal fondo dei dotti lobulari si sviluppano ghiandole

secretorie disposte a grappolo con aumento di volume dei lobuli ed inversione del

rapporto stroma / ghiandole; dal terzo trimestre compare attività secretoria con

vacuoli citoplasmatici di grasso; nell’allattamento l’attività secretoria aumenta

con distensione delle ghiandole rivestite da cellule con citoplasma vacuolizzato;

alla cessazione dell’allattamento regressione con scomparsa delle ghiandole.

Involuzione postmenopausa: addensamento del connettivo lobulare, diminuzione

dei lobuli sino a residuare solo strutture duttali con diffusa sostituzione adiposa.

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Mastopatia Fibrocistica

Denominazione suggerita: Alterazioni Fibrocistiche, cassata Malattia Fibrocistica

40% delle visite senologiche, 50% degli interventi chirurgici, 60% delle autopsie Età: 25 – 45 anni, rara dopo menopausa, multifocale, bilaterale

•Cisti: microscopiche o macroscopiche, cisti blu, originano da TDLU, rivestite da epitelio appiattito, se rottura flogosi con istiociti e cristalli di colesterolo

•Metaplasia Apocrina: cisti rivestite da cellule con abbondante citoplasma granulare eosinofilo,all’apice del citoplasma tipici snout, nuclei rotondi, medie dimensioni, nucleoli prominenti, immuno: GCDFP-15, metaplasia apocrina incompleta

•Fibrosi: frequente, diffusa o localizzata fibrosi stromale, secondaria a flogosi?

•Calcificazioni: grossolane irregolari, meno frequenti che in carcinoma e MDE

•Infiammazione cronica: da rottura di cisti, linfociti, plasmac, istiociti schiumosi

•Iperplasia Epiteliale: duttale e lobulare

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Iperplasia Duttale - Epiteliosi

Nuclei: ovoidali, normocromatici, scarsi overlap, nucleoli piccoli, singoli

Citoplasma: eosinofilo, finemente granulare, non pallido e omogeneo

Bordi citoplasmatici: indistinti aspetto sinciziale

Effetto streaming: cellule con nuclei ovoidali disposte in file parallele

Tufts e Mounds: proiettati nel lume

Clefts: fessure periferiche, rotonde o allungate, irregolari, non cribriformi

Ponti: tra lati opposti della parete, nuclei ovoidali paralleli all’asse dd. trabecular bars e roman bridges del carcinoma

Metaplasia apocrina completa o incompleta: blebbing citoplasmatici

Cellule mioepiteliali: sparse o in strato continuo

Macrofagi schiumosi: nel lume dei dotti o tra le cellule

Calcificazioni: intraluminali o stromali

Necrosi: assente

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Proliferazioni Epiteliali Benigne - Adenosi

• Adenosi Sclerosante

forma rotondeggiante, centralmente più cellulare, perifericamente dotti ectasici, due strati cellulari: epitelio, mioepitelio, stroma fibroso denso, distorsione dei dotti dd. Carcinoma: a piccolo ingrandimento aspetto organoide

• Blunt Duct Adenosi

dotti ciechi, lievemente dilatati, terminano bruscamente senza formare acini, rivestimento: epitelio, mioepitelio, stroma fibroso

•Adenosi nodulare

più cellulare della blunt duct adenosi, meglio circoscritta della adenosi sclerosante, senza fibrosi e distorsione

• Adenosi Microghiandolare

proliferazione di piccoli lumi ghiandolari rivestiti da un unico strato di cellule epiteliali nello stroma fibroso e in tessuto adiposo, mancano le cellule mioepiteliali

• Adenosi Apocrina Adenosi Adenomioepiteliale Adenosi Florida

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Proliferazioni Epiteliali Benigne

Cicatrice radiale / Lesione sclerosante Complessa

Macro: piccole dimensioni, contorno irregolare stellariforme, centro biancastro

Micro: centro fibroso elastotico, formazioni duttulari distorte composte da

cellule epiteliali e mioepiteliali, dilatate in periferia

dd. carcinoma: mancano atipie cellulari, immuno per mioepitelio.

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Iperplasia Duttale e Lobulare Atipica

Esiste un largo spettro nel grado di proliferazione epiteliale nella mastopatia.

E’ stato postulato che ci sia una correlazione tra il grado di proliferazione e la probabiltà di sviluppo di carcinoma infiltrante; vari tentativi sono stati fatti per quantificare il grado dei cambiamenti ed il rischio di neoplasia.

Iperplasia duttale e lobulare atipica: lesioni proliferative nelle quali sono presenti alcune, ma non tutti i caratteri del carcinoma duttale o lobulare in situ

Classificazione di Page:

I iperplasia lieve – nessun rischio

II iperplasia moderata o florida – rischio 2 volte

III iperplasia duttale o lobulare atipica – richio 5 volte

IV carcinoma duttale o lobulare in situ – rischio 10 volte

Classificazione di Tavassoli:

Neoplasia Intraepiteliale Duttale - DIN

Neoplasia Intraepiteliale Lobulare - LIN

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Relazione tra Mastopatia e Carcinoma

Nei campioni chirurgici coesiste cancro e mastopatia

In biopsie precedenti l’insorgenza di cancro lesioni proliferative floride o atipiche

Incidenza parallela di mastopatia e cancro in varie popolazioni

Alterazioni molecolari del cariotipo parallele nella mastopatia e cancro

Pazienti con mastopatia, trattati conservativamente e seguiti nel tempo,

presentano maggiore incidenza di cancro

Non è la mastopatia di per sé a determinare il rischio di insorgenza di carcinoma,

ma il tipo di lesione proliferativa

La valutazione del tipo di iperplasia epiteliale è fondamentale per la terapia

Terapia:generalmente l’escissione locale ed il follow-up sono il migliore approccio

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Tumori della Mammella

Origine Tipo Istologico

• Stroma: lobulare Fibroadenoma

Tumore Filloide

interlobulare Tumori Connettivali

• Epitelio: duttale Tumori Papillari

TDLU Adenoma Tubulare

Carcinomi

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Tumori fibroepiteliali - Fibroadenoma

Tumore benigno più comune, insorgenza tra 20 e 35 anni, singolo, multiplo 20%,

bilaterale, risponde a stimoli ormonali, ingrandisce nella gravidanza..

Macro: ben delimitato, consistenza duro elastica, tondeggiante, diametro < cm.3,

bianco lucente, esuberante sulla superficie di taglio, aspetto fascicolato

Micro: origina da TDLU, 1) proliferazione stromale monoclonale, derivante dallo

stroma specializzato del lobulo: di tipo lasso, fibroso, ialino 2) proliferazione

epiteliale policlonale: epitelio cubico e cellule mioepiteliali. Aspetto, dipende dal

rapporto stroma-epitelio: tipo intracanalicolare, tipo pericanalicolare

• Iperplasia fibroadenomatoide: caratteri del fibroadenoma, a margini mal definiti

• Fibroadenoma giovanile: in adolescenti, grandi dimensioni > cm.10,

ricca cellularità stromale ed epiteliale dd. Tumore filloide

Trasformazione neoplastica: 0.1% Carcinoma, Sarcoma 0.00

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Tumori fibroepiteliali – Tumore Filloide

Età media 45 anni, anche giovanile dd. Fibroadenoma. 0.5% dei tumori mammari, 2.5% dei tumori fibroepiteliali

Macro: rotondo, ben circoscritto, duro, grandi dimensioni, superficie di taglio

bianco, aspetto lobulato con fissurazioni: filloide= simile a foglia, cistico

Micro: proliferazione stromale monoclonale, derivante dallo stroma

specializzato del lobulo ed epiteliale policlonale, aspetto intracanalicolare

dd. Fibroadenoma: ipercellularità stromale periduttale

• Tumore filloide benigno 80%

• Tumore filloide maligno 20%

componente stromale con atipie nucleari, frequenti mitosi, stroma di aspetto

sarcomatoide prevale sulla componente epiteliale che appare oscurata

Evoluzione: frequenti recidive locali, metastasi ematogene 10%: polmoni, ossa,

non linfonodi. Terapia larga escissione

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Neoplasie Papillari Intraduttali

• Papilloma Intraduttale <10% dei tumori benigni

Macro: insorge in: 1) grandi dotti dilatati, 50 anni, solitario, molle, fragile,

2) in piccoli dotti, età giovanile, rilievo microscopico, asintomatico, multiplo 25%

Micro: arborescenze ramificate, evidenti assi stromali rivestiti da cellule epiteliali e mioepiteliali, dd. carcinoma: duplice strato, non atipie cellulari, scarse mitosi, metaplasia apocrina,assenza di necrosi, di aspetto cribriforme o trabecolare; pseudo infiltrazione alla base del papilloma risultato di fibrosi, emorragia con intrappolamento di tubuli isolati. Evoluzione: lesione benigna, trattamento escissione, papillomi multipli periferici aumentato rischio

•Adenoma del Capezzolo

Macro: interessa la porzione terminale dei dotti galattofori, rara, 40-50 anni, unilaterale, secrezione, dd. Malattia di Paget

Micro: aspetto di adenosi o epiteliosi e papillomatosi con arborescenze ramificate come papilloma, distorte da denso stroma fibroso, dd. carcinoma

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Neoplasie Papillari Intraduttali

• Carcinoma Papillare in situ

Macro: di maggiori dimensioni rispetto al papilloma, in età più avanzata

Micro: uniformità di dimensioni e forma delle cellule, ipercromasia, elevato

rapporto nucleo citoplasmatico, frequenti mitosi, assenza di metaplasia apocrina,

aspetti cribriformi e trabecolari, assenza delle cellule mioepiteliali, stroma scarso

o assente, presenza alla base di grandi cellule chiare o globoidi

• Carcinoma Papillare Infiltrante

Entità rara, 1% dei carcinomi, postmenopausa, prevale la forma in situ,

prognosi favorevole, non metastasi linfonodali. Terapia: ampia escissione

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Proliferazioni Epiteliali Benigne

Adenoma Tubulare

Macro: solitario, ben circoscritto, duro, giallo bruno, in giovani adulte,

1% dei tumori benigni

Micro: piccoli dotti uniformi, srettamente stipati, rivestiti da un singolo strato di

cellule epiteliali e da uno strato attenuato di cellule mioepiteliali, scarso stroma.

Adenoma Lattante Adenoma Apocrino Adenoma Pleomorfo Adenoma Duttale

Prognosi: favorevole, non recidivano, non predispongono al carcinoma.

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Carcinoma della Mammella

Duttale Lobulare

In situ DCIS LCIS

Infiltrante IDC ILC

Il termine duttale o lobulare sembrerebbe implicare l’origine del carcinoma dai dotti o dai lobuli, così non è !

Ambedue i tipi di tumore si originano dallo stesso segmento della ghiandola mammaria: terminal duct - lobular unit TDLU.

Il tipo duttale o lobulare è definito dai caratteri citoarchitetturali della neoplasia, piuttosto che dalla origine o localizzazione nelle specifiche strutture della ghiandola mammaria.

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Carcinoma della MammellaCarcinoma duttale in situ – DCIS

Tipo: Comedonico Grado nucleare: G3

Solido G1-2

Cribriforme G1

Micropapillare G1

Clinging G1-2

Cancerizzazione dei lobuli G2-3

DCIS: 20-30% delle diagnosi di ca. duttale, multicentricità 30%, bilateralità 10%

Comedonico: struttura solida, necrosi centrale, microcalcificazioni (diagnosi ecografica, mammografica), grandi cellule pleomorfe, elevata attività mitotica, cellule mioepiteliali assenti, fibrosi periferica, infiltrato linfoplasmacellulare. Immuno: Er-, Pgr-, Ki67alto, c-erb B-2 +++, E-caderina +, HMW -

Evoluzione: la trasformazione di DCIS nel fenotipo invasivo non avviene in tutti i casi, la trasformazione avviene in anni o decadi, il rischio di trasformazione è proporzionale al grado citologico, maggiore per comedonico, la sequenza in situ- invasivo avviene in parte dei casi, prevale insorgenza come carcinoma infiltrante.

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Carcinoma della Mammella Carcinoma lobulare in situ – LCIS

Macro: non riconoscibile, reperto incidentale microscopico,

multicentrico 80% bilaterale 35% 2% dei carcinomi

Micro: architettura lobulare conservata, espansione degli acini e dei lobuli per

proliferazione solida di piccole cellule monomorfe, non coesive, nuclei rotondi,

nucleoli indistinti, mitosi infrequenti, necrosi assente, mioepitelio presente.

Immuno: E-caderina – , HMW +, recettori ormonali + , ERBB2 -

Evoluzione: probabilità di sviluppare un carcinoma invasivo dopo la diagnosi

di LCIS: 10 volte la normale popolazione, incidenza di carcinoma 15- 25%

il tipo può essere lobulare o duttale, rischio maggiore nello stesso lato,

ma aumento anche controlaterale. LCIS costituisce un fattore di rischio,

ma non un precursore obbligatorio di un successivo carcinoma.

Terapia: esami periodici

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Carcinoma Duttale Infiltrante - IDC

Varianti: Carcinoma Duttale Infiltrante NOS > 70%

Carcinoma Tubulare 2%

Carcinoma Mucinoso 2%

Carcinoma Midollare 5%

Carcinoma Apocrino 3%

Carcinoma Micropapillare 2%

Carcinoma Neuroendocrino 4%

Carcinoma Metaplastico 1%

Carcinoma Squamocellulare

Carcinoma Infiammatorio 5%

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Carcinoma Duttale Infiltrante - NOS

Macro: duro per reazione desmoplastica, stridente al taglio, depresso

sulla superficie di taglio, colore bianco grigiastro, contorni mal definiti,

punti e trabecole giallastre da necrosi, forma: stellare o nodulare.

Micro: struttura a nidi, trabecole, differenziazione ghiandolare

evidente o assente, cellule grandi, pleomorfe, nuclei grandi

ipercromatici, nucleoli evidenti, frequenti mitosi, aree di necrosi 60%,

reazione desmoplastica 90%, calcificazioni 60%, infiltrato

linfoplasmacellulare peritumorale, invasione perineurale, dei vasi

linfatici ed ematici. Immuno: CK basso peso, EMA, HMW

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Carcinoma Duttale Infiltrante – NOSGrading Istologico secondo Bloom e Richardson

Formazione di tubuli Grado I ben differenziato da 3 a 5

1 tubuli in > 75% del tumore Grado II moderatamente diff. da 6 a 7

2 tubuli in > 10% < 75% del tumore Grado III scarsamente diff. da 8 a 9

3 tubuli in < 10% del tumore

Pleomorfismo nucleare

1 minima variazione di dimensioni e forma

2 moderata variazione di dimensioni e forma

3 marcata variazione di dimensioni e forma

Conta mitotica

1 <10 mitosi x 10 HPF

2 >10 <19 mitosi x 10 HPF

3 > 20 mitosi x HPF

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Carcinoma Tubulare

2% dei ca. infiltranti, rispetto al tipo NOS: pazienti più anziane,

minori dimensioni, meno metastasi linfonodali

Macro: duro, contorni mal definiti, piccolo < cm.1

Micro: ghiandole ben differenziate, assenza di necrosi e mitosi, scarso

pleomorfismo, ghiandole disposte irregolarmente, contorni angolati,

unico strato di piccole cellule, assenza di cellule mioepiteliali, stroma

desmoplastico. dd. adenosi sclerosante: aspetto organoide lobulare,

distorsione delle ghiandole, cellule mioepiteliali, adenosi microghiandolare:

tubuli più regolari e rotondi, cicatrice radiale: sclerosi centrale, elastosi,

cellule mioepiteliali

Prognosi favorevole: rare recidive, infrequenti metastasi linfonodali

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Carcinoma Mucinoso

2% dei ca. infiltranti, rispetto al tipo NOS età più avanzata

Macro: ben circoscritto, molle

Micro: gruppi di cellule galleggianti in laghi di muco, gruppi solidi

o differenziazione ghiandolare, scarse atipie e mitosi, la mucina è

extracellulare, forme pure > 75% e forme miste.

Nel 25% differenziazione neuroendocrina: tipo A sec. Capella

Prognosi favorevole, sopravvivenza a 10 anni 90%, metastasi

linfoghiandolari 5%, recidive tardive

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Carcinoma Midollare

1-7% dei ca. infiltranti, 8% in pazienti BRCA 1

Macro: ben circoscritto, molle, solido grigio

Micro - criteri diagnostici: aspetto sinciziale, assenza di strutture

ghiandolari diffuso infiltrato linfoplasmacellulare, peomorfismo

nucleare, crescita espansiva, grandi cellule pleomorfe, grandi nuclei,

nucleoli prominenti, bordi citoplasmatici indistinti, cellule giganti,

estesa necrosi, scarso stroma, marcato

Immuno: frequente S-100 +, Er -, Pgr -, Ki 67+++

Forme non pure: 7Carcinoma duttale infiltrante con aspetti midollari

Prognosi più favorevole rispetto a NOS, sopravvivenza a 10 anni 85%

metastasi ascellari nel 10%, frequentemente solo I livello

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Malattia di Paget

Lesione crostosa del capezzolo causata da cancro della mammella,

descritta da J. Paget nel 1874

Non è un tipo di tumore mammario.

La lesione del capezzolo è accompagnata da un sottostante carcinoma duttale,

infiltrante o in situ.

Micro: grandi cellule con nuclei atipici, abbondante citoplasma, singole o in

gruppi, migrate dai dotti del capezzolo nell’epitelio Malpighiano

dd. Melanlma Immuno: CK basso peso +, EMA +, S-100 -, c-erb B-2 +

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Carcinoma Micropapillare Infiltrante

2% dei ca. infiltranti, stessa età del NOS, metastasi ascellari nel 75%

Macro: massa solida ben circoscritta, crescita espansiva

Micro: aggregati di cellule neoplastiche, talora con lume centrale

contenente detriti nucleari, delimitati da uno spazio atefattuale

determinato da restringimento dello stroma circostante, moderato

pleomorfismo nucleare, scarsa attività mitotica, necrosi ed infiltrato

linfoplasmacellulare assenti

Prognosi: non ha significato indipendente sulla sopravvivenza

nonostante la frequente invasione dei vasi ematici e metastasi linfonodali

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Carcinoma Lobulare Infiltrante - ILC

10% dei carcinomi infiltranti, età media 3 anni dopo IDC riportato come multifocale e multicentrico, bilaterale nel 15%

Macro: mal definito, biancastro, consistenza elastica o dura

Micro: piccole cellule uniformi, non coesive, infiltranti in fila indiana uno stroma fibroso, concentricamente attorno ai dotti con immagini a bersaglio, non differenziazione ghiandolare, associato a iperplasia lobulare e LCIS. Immuno: E caderina – rispetto a IDC più ER+ PGR+ meno ERBB2+

Varianti: Carcinoma Lobulare Pleomorfo, Carcinoma Istiocitoide,

Carcinoma a cellule ad anello con castone, Carcinoma Tubulo

Lobulare, Carcinomi Misti Duttali e Lobulari

Prognosi: minor frequenza metastasi linfonodali rispetto a IDC?

metastasi: IDC predilige polmone, ILC osso, tratto gastroenterico,

utero, meningi, ovaio, sierose..

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Ginecomastia

Ingrandimento della mammella maschile per ipertrofia ed iperplasia delle

componenti epiteliali e stromali, dovute ad aumento degli ormoni estrogeni

ed alla diminuzione degli androgeni.

Unilaterale o bilaterale, sottoareolare, ovoidale, elastica, ben circoscritta,

iperplasia epiteliale dei dotti, edema e fibrosi dello stroma.

Carcinoma

1% delle neoplasie mammarie, soggetti anziani, relazione con ginecomastia:

concomitante nel 40%, macro e micro: analogo a carcinoma femminile,

più frequenti alti gradi, prognosi peggiore.

Malattie della Mammella nel Maschio

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La procedura è basata sul concetto che se il linfonodo sentinella è negativo,

gli altri linfonodi di quel gruppo saranno quasi sicuramente negativi,

mentre se il linfonodo sentinella è positivo, la possibilità che altri linfonodi

siano positivi è del 33%.

Il linfonodo sentinella – sn - per essere considerato negativo deve essere

valutato su tre sezioni seriate al criostato colorate con H. E. e su una sezione

di immunoistochimica per CK.

Il termine micrometastasi – mi - deve essere applicato a gruppi di cellule

neoplastiche di dimensioni inferiori a 2 mm.

Il termine cellule tumorali isolate – ITC - deve essere usato per indicare

singole cellule interpretate come maligne.

Il significato prognostico deve essere ancora stabilito.

Linfonodo Sentinella

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• T4a estensione alla parete toracica escluso il piccolo pettorale

• T4b edema (incluso il tipo a “buccia d’arancia”)

• T4c entrambi i casi precedenti (T4a e T4b)

• T4d carcinoma infiammatorio

• Tis Carcinoma in situ (duttale, lobulare e malattia di Paget)

• T1

• T2 dimensioni comprese tra cm 2 e 5

• T3 dimensioni superiori a cm 5

• T4

• T1mic microinvasione sino a 0,1 cm

• T1a componente invasiva tra 0,1 e 0,5 cm

• T1b componente invasiva tra 0,5 e 1 cm

• T1c componente invasiva tra 1 e 2 cm

TNM: UICC 2002

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• Nx Linfonodi regionali non valutabili

• N0 Assenza di metastasi ai linfonodi regionali

• N1

• N2

•N3 • N3a metastasi in 10 o più linfonodi ascellari o infraclavicolari

• N3b metastasi clinicamente evidenti ai linfonodi mammari interni e linfonodi ascellari o, metastasi in più di 3 linfonodi ascellari e linfonodi mammari interni

• N3c metastasi ai linfonodi sovraclavicolari

• N2a metastasi in 4-9 linfonodi ascellari

• N2b metastasi clinicamente evidente ai linfonodi mammari interni in assenza di metastasi ai linfonodi ascellari

• N1mi micrometastasi grandezza > 0,2 mm < 2 mm

• N1a metastasi in 1-3 linfonodi ascellari

• N1b metastasi microscopiche ai linfonodi mammari interni

• N1c metastasi in 1-3 linfonodi ascellari e mammari interni

TNM : UICC 2002

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TNM : UICC 2002Stadio 0 T is N0 M0

Stadio I T1 N0 M0

Stadio II A T0 N1 M0

T1 N1 M0

T2 N0 M0

Stadio II B T2 N1 M0

T3 N0 M0

Stadio III A T0 N2 M0

T1 N2 M0

T2 N2 M0

T3 N1, N2 M0

Stadio III B T4 N0,N1,N2 M0

Stadio III C Ogni T N3 M0

Stadio IV Ogni T ogni N M1

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TNM UICC 2002

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TNM UICC 2002

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LINFONODI ASCELLARI

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HER2/ neu ( c-erbB-2 ) è un oncogene che codifica una glicoproteina

transmembrana ad attività tirosin-chinasica p185 della famiglia di

epidermal growth factor receptors EGFR.

Una percentuale di pazienti con carcinoma mammario presenta iperespressione

della proteina HER 2 come parte del processo di trasformazione neoplastica e

di avanzamento della neoplasia; l’iperespressione della proteina HER2

rappresenta un possibile bersaglio per la terapia del carcinoma mammario.

Herceptin (Trastuzumab ) è un anticorpo monoclonale utilizzato per la terapia

che si lega alla proteina HER 2 inibendo la proliferazione delle cellule tumorali.

L’iperespressione di HER2/ neu predice la risposta a Eerceptin, ma non la risposta alla chemioterapia e la sopravvivenza.

HER2/ neu

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• c-erbB-2: la determinazione immunoistochimica con anticorpo policlonale

anti c-erb B-2 permette di valutare l’iperespressione dell’ oncoproteina

con colorazione della membrana citoplasmatica delle cellule neoplastiche

• Hercept Test: determinazione immunoistochimica con anticorpo anti

proteina HER2 che permette di valutare l’iperespressione della proteina HER 2

con una colorazione della membrana citoplasmatica delle cellule neoplastiche

Negativo score 0 nessuna colorazione o in meno del 10%

Negativo score 1+ debole e parziale colorazione in più del 10%

Debolmente Positivo score 2+ moderata colorazione continua in più del 10%

Positivo score 3+ intensa colorazione continua in più del 10%

• FISH: metodo di evidenziazione in fluorescenza dell’amplificazione genica

HER2/ neu