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1 di 23 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITAIANA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ASSESSORATO DELLA PROGRAMMAZIONE, BILANCIO, CREDITO E ASSETTO DEL TERRITORIO CENTRO REGIONALE DI PROGRAMMAZIONE LEGGE REGIONALE 7 AGOSTO 2007, N. 7: “PROMOZIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA E DELLINNOVAZIONE TECNOLOGICA IN SARDEGNAFORMULARIO PER PROGETTI DI RICERCA FONDAMENTALE O DI BASE 1 - Titolo del Progetto di Ricerca Metodologie e strumenti innovativi per le valutazioni di biomassa e biodiversità dei boschi in Sardegna (Max 500 caratteri) 2 – Area Scientifico - disciplinare b) scienze della terra e dell’ambiente 3 - Settori scientifico-disciplinari interessati dal Progetto di Ricerca : AGR05 Selvicoltura ed assestamento forestale 3a - Parole chiave (max 3 parole chiave): dendrometria, inventario forestale, complessità strutturale 4 - Coordinatore Scientifico: _Scotti___________________________ (Cognome) __Roberto________________________________________ (Nome) __prof. associato Università di Sassari (incardinato a Nuoro)__________________ (Qualifica) __05/11/1957_____________________________________________________________ (Data di nascita) __SCTRRT57S05F205K_______________________________________________________ (Codice fiscale) ____Università_____________________________________________________________ (Università, Enti di Ricerca, Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Sardegna) ____DESA_____________ (Dipartimento)

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UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITAIANA

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

ASSESSORATO DELLA PROGRAMMAZIONE, BILANCIO, CREDITO E ASSETTO DEL

TERRITORIO

CENTRO REGIONALE DI PROGRAMMAZIONE

LEGGE REGIONALE 7 AGOSTO 2007, N. 7: “PROMOZIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA E DELL’INNOVAZIONE

TECNOLOGICA IN SARDEGNA”

FORMULARIO PER

PROGETTI DI RICERCA FONDAMENTALE O DI BASE

1 - Titolo del Progetto di Ricerca

Metodologie e strumenti innovativi per le

valutazioni di biomassa e biodiversità dei boschi in Sardegna(Max 500 caratteri)

2 – Area Scientifico - disciplinare

b) scienze della terra e dell’ambiente

3 - Settori scientifico-disciplinari interessati dal Progetto di Ricerca :

AGR05 Selvicoltura ed assestamento forestale

3a - Parole chiave (max 3 parole chiave):

dendrometria, inventario forestale, complessità strutturale

4 - Coordinatore Scientifico:

_Scotti___________________________(Cognome)

__Roberto________________________________________(Nome)

__prof. associato Università di Sassari (incardinato a Nuoro)__________________(Qualifica)

__05/11/1957_____________________________________________________________(Data di nascita)

__SCTRRT57S05F205K_______________________________________________________(Codice fiscale)

____Università_____________________________________________________________(Università, Enti di Ricerca, Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Sardegna)

____DESA_____________(Dipartimento)

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_ 0784 2149-43 (segreteria -01) / 328 4921759 __________________(Prefisso e telefono)

_____0784 205292________________________________________________________(Numero fax)

[email protected]______________________________________________________(Indirizzo posta elettronica)

5- Curriculum scientifico del Coordinatore

(Max 10.000 caratteri) Nasce a Milano il 5 novembre 1957

Posizione attuale:

- Professore associato (Settore Scientifico Disciplinare AGR05 "Selvicoltura e assestamento forestale"),Università degli studi di Sassari, "Forestry school of Nuoro"

Formazione1984 - Laurea in Scienze Forestali (110/110 lode), l'Università di Firenze. Tesi di laurea: "TELERILEVAMENTO E

CARTOGRAFIA DIGITALE - introduzione di strumenti informatici nelle scienze forestali". Relatore G. Maracchi,

correlatore G. Bernetti. AA 1984/851989 - Dottore di Ricerca in 'Economia e Pianificazione Forestale' - curriculum 'Pianificazione forestale'. Titolo

della dissertazione finale: "Modello alsometrico per le pinete di domestico".Posizione precedente

1992/2000 – ricercatore (gruppo G02 Produzione vegetale) – Istituto di Assestamento Forestale – Università deglistudi di Firenze

Attività scientifica

- L'attività scientifica complessiva ha riguardato diversi aspetti delle problematiche connesse all'assestamentoforestale, inquadrabili in tre principali indirizzi di ricerca: 1. sviluppo di metodologie di inventario, monitoraggio,

pianificazione ed assestamento forestale, connesse all'applicazione di strumenti informatici: telerilevamentodigitale e GIS (Sistemi Informativi Geografici); 2. ricerche sperimentali e metodologiche di dendrometria e

modellistica alsometrica; 3. analisi e valutazione quantitativa delle dinamiche di deforestazione tropicale.

- Ultimi 10 anni2005/06 – "Foreste, Energia e Carbonio": progetto pilota della Regione Sardegna/Servizio sviluppo sostenibile per

la Pianificazione forestale partecipata – Seneghe (OR)2003/04 - Estensione alla Sardegna del progetto di ricerca nazionale RiSelvItalia, finanziato dal Ministero delle

politiche Agricole e Forestali. Realizzazione del Piano di Assestamento Forestale per "su Monte" di Seneghe (OR) 2002 - Realizzazione, per conto di NRD-Università di Sassari, del contributo italiano al progetto europeo

"REACTION: Restoration actions to combat desertification". Valorizzazione dell'azione di rimboschimento attuata

dai forestali nel corso del XX secolo rispetto ai criteri formalizzati nella disciplina del "restauro ecologico"(www.ser.org)

2001 - Collaborazione, per conto di NRD-Università di Sassari, alla ripresa e valorizzazione della sperimentazionesul "Pascolamento in bosco" iniziata, con l'istituzione di ampie parcelle di pascolamento presso Iscuvudè (Goceano)

nel 1978, dall'Istituto Zootecnico-Caseario della Sardegna e dalla Stazione Sperimentale del Sughero di Tempio

Pausania.2000 - Incarico da parte dell'Accademia Italiana di Scienze Forestali di responsabile per la Sardegna nel progetto

LIFE 99 NAT/IT/006279 "Verifica della rete Natura 2000 in Italia e modelli di gestione"1999 - Collaborazione nel gruppo di ricerca italiano del progetto europeo (FAIR PL98-4045 "MNTFR") "Scale

Dependent Monitoring of Non-Timber Forest Resources Based on Indicators Assessed in Various Data Sources"

6 - Pubblicazioni scientifiche più significative del Coordinatore Scientifico

(Massimo 20, le più recenti e pertinenti al progetto) Pubblicazioni selezionate

1. Scotti R., Cadoni M., 2007. A historical analysis of traditional common forest planning and management inSeneghe, Sardinia—Lessons for sustainable development. Forest Ecol. Manage. (2007),

doi:10.1016/j.foreco.2007.05.0272. Deplano G., Dettori S., Filigheddu M.R., Scotti R., Sedda L., 2006. Uso del suolo e struttura nelle foreste

di quercia da sughero della Sardegna centrale. In: Luciano P., Franceschini A., 2006. Ricerca e

sughericoltura - Risultati di un triennio d'indagini nelle sugherete della Provincia di Nuoro (ISBN 88-901746-4-1)

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3. Scotti R. , 2006. L'assestamento forestale e il “valore civico” attuale degli “usi civici”: il progettoForEnCarb a Seneghe (OR). In: Atti del convegno “La foresta mediterranea: una risorsa strategica”.

Nuoro, 1 dic 2006 (A cura di Luciano P., Franceschini A., DPP-UniSS.it, finito di stampare dic. 2007)4. Corona P., Dettori S., Filigheddu M.R., Maetzke F., Scotti R., 2005. Site quality evaluation by

classification tree: an application to cork quality in Sardinia. European Journal of Forest Research, Feb

20055. Scotti R., Ruiu P. A., Sitzia M., 2005. Grazing cows in a forest restoration area in Sardinia: 25 years of

experimental data. In: "ANIMAL PRODUCTION AND NATURAL RESOURCES UTILIZATION IN THEMEDITERRANEAN MOUNTAIN AREAS" EDs A. Georgoudis, A. Rosati and C. Mosconi, EAAP publication

n°115 , pp.73-81.

6. Agnoletti M., Scotti R., 2004. Pianificazione e risorse paesaggistiche in area mediterranea: verso unacritica degli attuali modelli sostenibilità.. Italus Hortus, Vol.11, n.3 lug-ago 2004 [Numero speciale: Atti

del Convegno Nazionale "Piante della macchia mediterranea: dagli usi tradizionali alle nuove opportunitàagro-industriali" Sassari, 2-3 ottobre 2003]

7. Corona P., Marchetti M., Ricotta C., Scotti R., 2002. Complementary methods to assess forest landscapestructure: Shannon's entropy and fractal dimension of remotely sensed imagery. In: "Spatial technologies

for forest inventories: contributions to the XXI Iufro world congress 7-12 August 2000, Kuala Lampur"

Koch B. (ed.), Berichte freiburger forstlicher Forschung, Heft 37, Forstliche Fak. Freiburg Uni. undVersuchsanstalt Baden-W.

8. Scotti R., 2000. Demographic and Ecological Factors in FAO Tropical Deforestation Modelling.. In PALOM., VANHANEN H., (EDITED BY). World Forests from deforestation to transition? World Forests book

series. (vol. 2, pp. 125-142). ISBN: 0-7923-6683-2. DORDRECHT: Kluwer Academic Publishers

(NETHERLANDS).9. Barbati A., Ciancio O., Corona P., Marchetti M., Scotti R., 1999. BEAR: indicatori per il monitoraggio e la

valutazione della biodiversità forestale . Linea Ecologica, n.1, 1999 - PP:11-1610. Scotti R., 1999. Modelling the influence of sylviculture on branching and taper functions in Italian

Douglas-fir plantations . PROCEEDINGS of the third Workshop "Connection between Silviculture andWood Quality trough Modelling Approaches and Simulation Software", La Londe-Lès-Maues, 5-12

Septembre 1999. IUFRO WP S5.01-04 - E.R.Q.B.-INRA Nancy - France

11. Marziliano P.A., Scotti R., Tomaiuolo M., 1997. Simulazioni dendroauxometriche in impianti calabresi dipino insigne . L'Italia Forestale e Montana, Anno LII, Fasc.n. 5, 1997. PP: 329-346.

12. Corona P., Marziliano P.A., Tarchiani N., Scotti R., 1996. Studi morfometrici su chiome di douglasia . Annalidell'Accademia Italiana di Scienze Forestali, Vol. XLIV:275-277

13. Scotti R., Corona P., la Marca O., Marziliano P., Tarchiani N., Tomaiuolo M., 1995. Growth model for Italian

Douglas fir plantations . In "Recent advances in forest mensuration and growth and yield research.Procedings from 3 sessions of Subject Group S4.01 'Mensuration, Growth and Yield' at the 20th World

Congress of IUFRO, held in Tampere, Finland, 6-12 August 1995" Skovsgaard J.P. &

14. la Marca O., Scotti R., Tomaiuolo M., 1995. "Ricerche dendroauxometriche su piantagioni di

douglasia in alcune regioni dell'Italia meridionale". IFM Anno L n.6 (583:604)

15. Gherardi L., Hermanin L., Scotti R., 1992. Metodologia per una concreta applicazione di immagini

da satellite nella pianificazione forestale: localizzazione cartografica dei popolamenti di pino

nero in Italia centrale . Monti e Boschi, N.1, 1992. PP:25-28.16. Scotti R., 1990. Estimating and projecting forest area at global and local level: a step forward . FAO-

Forest Resources Assessment 1990 Project, Technical paper. Rome, 1990. 22 pp.

17. Cantiani M.G., Scotti R., 1988. Le fustaie di pino domestico del litorale tirrenico: studi sulla dinamica diaccrescimento in funzione di alcune ipotesi selvicolturali alternative . Annali dell'Istituto Sperimentale

per l'Assestamento Forestale e per l'Alpicoltura, Vol. XI, Trento, 1988. PP:1-54.18. Scotti R., 1988. Modello alsometrico per le pinete litoranee di Pinus pinea . Annali dell'Istituto

Sperimentale per l'Assestamento Forestale e per l'Alpicoltura, Vol. XI, Trento, Anno 1988. PP: 55-142.

19. Scotti R., 1988. Valutazione sperimentale del contenuto informativo delle immagini LANDSAT-TM .Elaborazioni ed interpretazioni di immagini della scena TM 192/30 del 18.03.86 per la provincia di Livorno

- Pubblicato in proprio 1988. 40 pp.20. Scotti R., 1986. On the influence of orographic conditions on the spectral response of beech (Fagus

sylvatica L.) and fir (Abies alba Mill.) forest canopies of the northern Apennines (Italy) . In "Inventorying

and monitoring forest - 18th IUFRO World Congress, Ljubliana, Septembre 7-21, 1986" - Pubblicato da:"Association silva arbres, forets et societes - 21 rue Paul Bert - 94130 Nogent s/Marne", France, 1988.

10 pp.

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7 - Elenco delle Unità operative

(Massimo 5 Unità- Unita’ Iº corrisponde alla sede del Coordinatore Scientifico del Progetto. Alla

lettera A di ogni elenco inserire il responsabile delle Unità Operative)

nº I Cognome Nome Qualifica Università/Ente Dipartimento

Disponibilità

temporale

indicativa prevista

A Scotti Roberto prof. assoc.

UNISS-

Forestry school

of Nuoro

5

B Campus Sergio dott.ric. 6

C <consulente> <DataBase>specialista

PostgreSQL4

D <collaboratore>

dottore di

ricerca

pianificazione

forestale

18

E <assistente> <rilievi>laurea

sc.forestali2*4

nº II Cognome Nome Qualifica Università/Ente Dipartimento Disponibilità

A Ruiu PinoDirettore

Servizio

AGRIS/selvicolt

ura2

B Sorighe Pietro assistente 7

C Mulas Giovanni impiegato 7

nº III Cognome Nome Qualifica Università/Ente Dipartimento Disponibilità

A Casula Antonio EFS 1

B <referente> <operativo> 2

C <squadra> <operativa>3 unità per 3-5

mesi

nº IV Cognome Nome Qualifica Università/Ente Dipartimento Disponibilità

A Delogu Giuseppe CFVA 1

B <referente> <operativo> 2

C <squadra> <operativa>3 unità per 3-5

mesi

nº V Cognome Nome Qualifica Università/Ente Dipartimento Disponibilità

A Puddu Simonelaurea,

iscrizione albo5

B <squadra> <operativa> 3 unità per 5 mesi

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7.a Unita’ II°-V°: Curriculum scientifico dei responsabili delle unità operative

(max 5000 caratteri e max 10 pubblicazioni per ciascun responsabile)UO II - AGRIS - Pino Angelo Ruiu

Data di nascita: 15.10.1961

*Posizione attuale: Direttore Servizio Tecnologia del Sughero e delle Materie Prime Forestali

*Titolo di studio:- Laurea in Scienze Naturali all’Università degli Studi di Sassari il 13/03/1986 con punteggio di 110/110;

tesi di laurea dal titolo “Indagine floristica sulle coste Nord-Occidentali della Sardegna:Settore Argentiera”, relatore Dott.ssa Franca Valsecchi.

*Attività di servizio- 1988, Istruttore direttivo in materie fitopatologiche presso la Stazione Sperimentale del Sughero di

Tempio Pausania: ha lavorato nel Settore Forestale occupandosi di ricerca

- 1990-1992 - Responsabile per la Stazione Sperimentale del Progetto Forest, realizzato in ambitoEuropeo in collaborazione con l’Università di Perpignan (Francia) e Girona (Spagna)

- 1996, Coordinatore del Settore Biologico, ha coordinato e partecipato alle attività di ricerca,collaborato al Progetto di ricerca Europeo EUFAIR 5

- 2000, Responsabile del progetto di ricerca su: “Micorrizazione della Quercus suber L. con funghi eduli

della Sardegna e Analisi della situazione biologico forestale delle sugherete del Comune diBuddusò (SS)”, svolto in collaborazione con il Comune di Buddusò

- 2002, Responsabile del Settore Forestale della Stazione Sperimentale del Sughero, coordina esovraintende alle varie attività di ricerca, consulenza e assistenza a favore dei proprietari

privati e pubblici in merito alla conduzione delle sugherete, Responsabile della SugheretaSperimentale di Cusseddu-Miali-Parapinta (prima sughereta al mondo certificata FSC)

*Pubblicazioni

1. Pintus A., Ruiu P. A., 2008. Une valeur ajoutée pour le bouchon de liège : la certification de labonne gestion forestière. Actes du colloque international « La guerre des bouchons », Vives

(Francia). 18-20 giugno 2008. Vivexpò 2008 (www.vivexpo.org)2. Agostino Pintus, Pino Angelo Ruiu , 2008. La Certificazione Forestale, un valore aggiunto per la

materia prima sughero. Atti del convegno internazionale “Alla ricerca della qualità nella filiera

sughero –vino”, Oristano, 12 maggio 2006: pp. 33-43.3. P.A. Ruiu,, C Sechi, A. Franceschini, 2007.Osservazioni sull’evoluzione del deperimento delle

sugherete in Sardegna. Atti del Convegno:”Emergenze fitosanitarie in ambito forestale -Aspetti legislativi e nuovi orientamenti di difesa in bosco e in vivaio”. Nuoro 18/ 19 maggio

2007. Notiziario sulla protezione delle piante: 245-249.4. Ruiu P. A., Pintus A., 2007. Analyse sur l’utilisation des abris serres dans les reboisements de

Quercus suber L. Atti 5éme Meeting du Groupe du travail d’OILB “Protection Intégrée des

forêt du Quercus sp.”, Tlemcen, Algérie, Octobre 22-25 2007. IOBC wprs Bulletin (In Press).5. Franceschini A., Nieddu S., Deriu L., Linaldeddu B.T., Ruiu P.A., 2006. Incidenza del deperimento

della quercia da sughero e comunità fungine endofitiche in sugherete della Sardegna centrale.In: Ricerca e Sughericoltura - Risultati di un triennio d’indagini nelle sugherete della Provincia

di Nuoro. (Luciano P. e Franceschini A., coord.), 67-76.

6. Mello A., Ghignone S., Vizzini A., Sechi C., Ruiu P.A., 2006. ITS Primers For the identification ofmarketable Boletus. Journal of Biotechnology 121: 318-329

7. Agostino Pintus, Pino Angelo Ruiu, 2006. L’utilisation du liège dans la civilisation agropastorale etl’aube de l’industrie du liège en Sardaigne Actes du colloque international « L’Homme et le

liège », Vives (Francia). 15, 16, 17 giugno 2006. Vivexpò 2006 (www.vivexpo.org)8. Ruiu P. A., Pintus A., 2006 La situation des subéraies en Italie. Actes du colloque international

« "La vitalité des subéraies et des peuplements de chênes verts : situation actuelle, état des

connaissances et moyens à mettre en œuvre". Evora, 25-26 octobre 2006 (www.dgrf.min-agricultura.pt)

9. Agostino Pintus, Pino Angelo Ruiu, 2006. Les incendies et l’exploitation des subéraies en Sardaigne.Actes du colloque international « L’Homme et le liège », Vives (Francia). 15, 16, 17 giugno 2006.

Vivexpò 2006 (www.vivexpo.org)

10. Ruiu, P.A., Sechi, C., Linaldeddu B.T., Franceschini, A., 2005. Variabilité de l’incidence dudépérissement des espèces de chênes présentes dans les subéraies de la Sardaigne. IOBC

Wprs Bull., 28(8): 53-58

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UO III - EFS - Antonio Casula

Nasce a Milis (OR) 8 marzo 1966.

*Posizione attaule: Dirigente dell’Ente Foreste della Sardegna

*Formazione- Laureato presso l’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria, corso di Laurea in Scienze

Forestali con votazione 110/110 e lode nel 1991;- Abilitazione professionale di Dottore forestale conseguita nel 1992;

- Iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di OR;*Attività libero professionale

- Progettazione e direzione lavori, collaudi, redazione carte tematiche, esperto in materia paesistica ai

sensi della LR 28/98.*Attività di servizio

- 1994, Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Tempio Pausania (SS)- 1994 al 1999, Azienda Foreste Demaniali della Regione Sarda di Oristano

- 1999, Ufficiale CFVA presso l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Oristano;

- 2002 è responsabile del Servizio Tecnico e della Prevenzione presso la Direzione Generale dell’EnteForeste della Sardegna

- 2007 è nominato dirigente dell’Ente Foreste della Sardegna con l’incarico di Direttore del ServizioTecnico.

*PubblicazioniA. Cutini – M. Hajny – A. Casula – S. Pallanza – U. Tanchis “Studio dell’allocazione della biomassa e modelli

di previsione di accumulo di carbonio nella pineta di pino domestico di Is Arenas” (in corso di

pubblicazione)

UO IV - CFVA

Il Dr. Giuseppe Mariano Delogu è nato a Nuoro il 31-05-1953

*Posizione attuale:Direttore Generale del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale della Regione Sardegna

*FormazioneDopo aver seguito gli studi superiori presso il Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro, ha proseguito gli

studi universitari frequentando la facoltà di Scienze Forestali dell’Università di Firenze, dal 1972,conseguendo il 22/07/1977 la laurea con la tesi dal titolo “Le sugherete del Comunale di Orune, NU”,

con la votazione di 108/110.

*Attività di servizio e di ricerca tecnico-scientificaHa svolto servizio in qualità di insegnante dall’ottobre 1977 al giugno 1978 presso l’Istituto Tecnico

Agrario di Nuoro; successivamente ha prestato servizio militare di leva dal giugno 1978 al giugno 1979,data alla quale riprendeva servizio come insegnante presso l’Istituto Professionale per l’Agricoltura di

Tortolì , Nuoro, fino al 31 agosto 1979.

Successivamente, in qualità di vincitore di borsa di perfezionamento agrario bandita dall’Amm.neRegionale, Assessorato Agricoltura e Riforma Agropastorale, iniziava la sua collaborazione nel periodo

5-11-1979/ 1-04-1980 con l’Istituto di Geopedologia dell’Università di Sassari, svolgendo ricerca incampo, e partecipando da quel momento alla redazione di diverse pubblicazioni, su riviste nazionali e

internazionali in materia di pedologia e difesa del suolo, nonché in Land Evaluation, negli anni 80/90.Nel maggio 1980 partecipava attivamente alla organizazione del “Seminario di Studi su Land Capability e

Land Evaluation” tenutosi a Sassari presso l’Università, condotto dal Prof. Lindo J. Bartelli

dell’Università del Michigan.In data 9-04-1980 veniva assunto in servizio presso l’Amministrazione Regionale.

Il rapporto di lavoro veniva definitivamente trasformato in contratto a tempo indeterminato nel 1983,con riconoscimento del servizio svolto, previo accertamento dei requisiti e concorso.

Nel 1983 veniva dichiarato vincitore di pubblico concorso per l’assunzione in ruolo presso la Comunità

Montana del Marghine-Planargia per la qualifica di Coordinatore dei Servizi Agro-Silvo-Pastorali, previosuperamento di n° 2 prove scritte e n° 1 prova orale.

Dal 1983 al 24 gennaio 1994 ha svolto servizio presso l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sarda.in qualità di Direttore dei lavori forestali nelle FF.DD. di Cagliari e successivamente in qualità di

Coordinatore del Settore Tecnico dello stesso Ufficio.Dal 24 gennaio 1994 ha svolto le funzioni di Direttore dell’ Ispettorato Ripartimentale del CFVA di

Oristano.

Dal maggio 2000 è stato Direttore Territoriale del Corpo Forestale e di V.A. di Oristano e ad interim

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del Servizio Territoriale di Cagliari.Con Decreto AA.GG. e Personale della Regione Sarda in data 10 agosto 2001, ha svolto dal 5 settembre

2001 al 30 novembre 2004 l’incarico di Direttore del Servizio Territoriale CFVA di Nuoro.

Dal 1 dicembre 2004 al 31 gennaio 2007 è stato Direttore del Servizio Coordinamento e Controllo degliInterventi e dell’Antincednio della D.G. del CFVA

Dal 1 febbraio 2007 ad oggi svolge le funzioni di Direttore Generale del Corpo forestale e di Vigilanzaambientale della Regione Sardegna.

E’ Team Leader per il CFVA nel Progetto “Fire Paradox” della UE.Ha recentemente presentato un lavoro relativo a “Esperienze di Prescribed Burning in Sardegna “ al III

Congresso Nazionale di Selvicoltura (Taormina, ottobre 2008)

Nel corso dell’attività professionale ha curato frequenti aggiornamenti in materia di Valutazione diattitudini del territorio con l’Università di Cagliari, curando diverse relazioni non pubblicate in materia

di lavori di Sistemazioni idraulico-forestali, Land Suitability, Land Capability; ha inoltre in particolarecurato le problematiche relative alla difesa del territorio contro gli incendi boschivi, partecipando alla

direzione della lotta AIB in varie sedi.

A tale proposito ha in particolare partecipato alla sperimentazione sul campo di nuove tecnologie di lottaantincendio, quali in particolare l’elicotteri Sikorsky S-64 A, utilizzato nel 1999 per la prima volta in

Europa con 2 mezzi, uno dei quali in Sardegna presso la Base elicotteri AIB di Fenosu diretta dalsottoscritto.

Tra le pubblicazioni si citano:1. Aru A., Delogu G., 1982. “Quelques considerations sur l’état de la conservation des sols sur les

surfaces calcaires dolomitiques de la Sardaigne, avec référence particuliére au Mt. Albo - XI

Colloque Internationalde Phytosociologie « Les Pelouses calcaires », Strasbourg, 1982 ;2. Delogu G., 1984. « Contributo alla conoscenza dei suoli del MontAlbo (Sardegna Centro orientale),

Boll. Soc. Sarda di Sc. Nat., vol. XXIII, 1984;3. Delogu G., Passino A.M., Pulina M.A., 1980. “I suoli del versante Nord-Ovest del Massiccio del

Limbara”, da “I suoli su substrati acidi in Sardegnas, nota II”, in Studi Sassaresi, (Annali della

Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari) Sez. III, Vol XXVIII, 1980-81; 4. Delogu G., Passino A.M., 1983. “I suoli del Massiccio dei Settefratelli” – in Studi Sassaresi (Annali

della Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari), Sez. III, Volume XXX, 1983;5. Delogu G. (in collaborazione con:) Camarda I., “Ambiente e Flora del Montalbo” ed. Il Portico;

6. Delogu G., Saba F., 1983. “Problemi di valutazione delle terre degradate in Sardegna” in LandEvaluation, Problemi e tecniche per la valutazione delle potenzialità del territorio ai fini della

pianificazione agricola ed extraagricola. Firenze, 25-27 maggio 1983 – Centro Interregionale di

coordinamento e documentazione per le informazioni territoriali;7. Delogu G., 1991. “Proposte di linee guida per la valutazione di attitudine ai rimboschimenti in

Sardegna” in Atti del Convegno “La Difesa del suolo in ambiente mediterraneo” ERSAT. Dorgali,12-14 giugno 1991

8. Delogu G., 1991. “La valutazione di attitudine all’uso di territori forestali: alcuni esempi in Sardegna e

proposte per Direttive in materia di rimboschimenti” in “Monitorare l’ambiente agrario eforestale”, atti del Convegno, Accademia dei Georgofili, Ce.S.I.A., C,N.R., Porto Conte (SS), 4.5.6

giugno 19919. Delogu G., 1988. “Problemi e prospettive della sughericoltura in Sardegna” , Atti del Secondo

Congresso Nazionale di Selvicoltura, per il miglioramento e la conservazione dei boschi italiani,Venezia 24-27 giugno 1988.

10. Delogu G., 2008. “Esperienze di Prescribed Burning in Sardegna “ al III Congresso Nazionale di

Selvicoltura (Taormina, ottobre 2008)

UO V - Libero professionista - Simone Puddu

Nasce 18 giugno 1973

Posizione attaule: dottore forestale libero professionistaFormazione

- Laureato presso l’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria, corso di Laurea in ScienzeForestali nel 2002; "Evoluzione della vegetazione sotto copertura in popolamenti di Pinus

radiata D.Don. della Sardegna centrale"- Abilitazione professionale di Dottore forestale conseguita nel 2003;

- Iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di OR (n. 147);

Attività libero professionale

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- 2008, per AGEA, Sistema integrato di gestione e controllo, responsabile Regione Sardegna,coordinamento delle attività di rilievo in campo e di convocazione.

- 2008, per AGECONTROL s.p.a., controlli di qualità sui prodotti ortofrutticoli freschi, servizi di

controllo tecnico-amministrativo-fisico-informatico e contabile- 2008, Istituto Professionale per l’agricoltura e l’ambiente “Don Deodato Meloni” Oristano, docente di

Gestione aree forestali in Sardegna- 2007, per AGEA, Sistema integrato di gestione e controllo, responsabile Regione Sardegna,

Costruzione Chiavi di Fotointerpretazione nelle Provincie di Nuoro e Oristano.- 2007, per AGEA, Sistema integrato di gestione e controllo, responsabile Regione Sardegna,

coordinamento delle attività di rilievo in campo e di convocazione.

- 2007, per Appoc, qualità dei prodotti, elaborazione di buone pratiche agricole, lotta contro la moscadell'olivo

- 2006, per Prof. Roberto Scotti (UNISS), progetto esecutivo di ForEnCarb nel Comune di Seneghe,responsabile e coordinatore della macro azione.. Piano di assestamento

Pubblicazioni

Puddu. S. et al. "Indagine preliminare sulla dinamica vegetazionale nei rimboschimenti di Pinus radiata D.Don della Sardegna centrale", L’ITALIA FORESTALE E MONTANA

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8 - Abstract del Progetto di Ricerca (Max 5.000 caratteri) Biomasse e biodiversità sono temi con cui la gestione dei boschi deve fare impellentemente i conti. Attualmente, ladisponibilità di metodologie e strumenti per fare fronte alle diverse e complesse richieste di informazioni che

scaturiscono da queste necessità è notoriamente insufficiente, particolarmente in Sardegna. Il progetto che qui sidelinea si prefigge di avviare il processo necessario a colmare queste carenze.

Effettuare rilievi in bosco è impegnativo: richiede competenze diverse, capacità critica, coordinazione di squadra

e un certo grado di abnegazione. Con tutto ciò, la massa principale dei dati che è possibile rilevare non fornisce cheindicatori indiretti delle grandezze e delle caratteristiche di interesse ai fini della pianificazione e gestione. La

misurazione cardine tra i diversi rilievi che si effettuano è data dall'apprezzamento del diametro della sezione deifusti, idealmente condotta a 1.3 m da terra: questa grandezza è detta "diametro a petto d'uomo". Per produrre

stime relative alla biomassa è necessario disporre di strumenti (come le tradizionali "tavole di cubatura") che

'traducono' i valori degli indicatori rilevati in valori di biomassa. Per i boschi della Sardegna non sono statesviluppate che poche tavole di validità molto locale. Ovviamente, dati gli sviluppi tecnologici occorsi negli ultimi

decenni, è necessario oggi dotarsi di strumenti di base con prestazioni superiori a quelle delle tradizionali tavole.E' necessario ad esempio affinare le capacità di stimare la ripartizione delle biomasse tra le diverse componenti

del sistema (tronco, radici, rami, rametti, foglie, legno morto, ....) o di differenziare condizioni selvicolturalmentediverse (due fusti di pari altezza e diametro a petto d'uomo, uno sviluppatosi in condizioni di marcata concorrenza

e l'altro a concorrenza molto ridotta, presenteranno biomasse totali e ripartizioni equivalenti?). E' inoltre

necessario attrezzarsi rispetto alle ulteriori innnovazioni ormai operativamente presenti. La disponibilità ditecniche di telerilevamento capaci di fornire misure quantitative delle caratteristiche delle chiome (LIDAR) sono

destinate a modificare profondamente il quadro riducendo notevolmente la centralità del diametro a petto d'uomoquale grandezza di riferimento. Comunque, anche in questa prospettiva, sarà necessario disporre di strumenti di

base che 'traducono' gli indicatori rilevati in 'grandezze di interesse': la biomassa non si rileva direttamente.

Nell'impostare oggi le ricerche tese a sviluppare tali strumenti è necessario tenere conto anche di questeevoluzioni tecnologiche.

Con il lavoro svolto nel quadro di un progetto di pianificazione forestale locale (www.ForEnCarb.uniss.it), in partedocumentato in una tesi di dottorato appena conclusa (Laconi M., 2009), si è cominciato a studiare come affrontare

questi problemi . Quell'esperienza viene messa a disposizione in questo contesto come indagine preliminare daanalizzare e sfruttare per impostare, in cooperazione tra i diversi soggetti che operano in questo campo

(Università, AGRIS, EFS, CFVA e professionisti), lo sviluppo della ricerca che si propone.

Il progetto ricerca la convergenza dei diversi soggetti nella messa a punto di protocolli di rilievo delleinformazioni di base, necessarie allo sviluppo degli strumenti che 'traducono' gli indicatori rilevati estensivamente

in valori che rispondono, con efficacia ed efficienza, alle pressanti richieste di informazione che la società pone.Queste richieste comportano, particolarmente in ambienti mediterranei, valutazioni estese anche a quella frazione

della vegetazione del bosco che sfuggiva al rilievo tradizionale perchè non si presta ad essere rappresentata dal

diametro a petto d'uomo (fusti piccoli o contorti, specie cespitose, arbusti), pur costituendo una frazione noninsignificante della massa legnosa complessiva e rivestendo ruoli chiave in termini di biodiversità, nel senso lato di

complessità strutturale del sistema ambientale (nicchie ecologiche, potenziale pirologico, etc.). Sfruttando, ancoracome indagine preliminare, altri rilievi condotti nel quadro di ForEnCarb (Cadoni M., 2009), la ricerca che si sta

proponendo prevede di analizzare quell'ipotesi metodologica ed i risultati conseguiti, sviluppare il protocollo esperimentarlo in condizioni diversificate.

In conclusione, si sottolinea la necessità di procedere urgentemente a questa ricerca, essendo noto quanto tutti i

soggetti in campo forestale sono costretti e saranno sempre più confrontati con la necessità di fornire risposte subiomasse e biodiversità. Si osserva infatti che, essendo questi temi molto sfaccettati e mancando una decisa

azione di concertazione, ciascuno procede adottando soluzioni proprie, non necessariamente peggiori di altre ma,alla fine, deboli proprio perché diverse tra di loro, poco confrontabili, inefficaci ai fini del monitoraggio. Solo un

progetto di ricerca di base può fornire l'occasione di sintonizzare il modo di operare dei diversi tecnici.

Riferimenti bibliografici [vedi Stato dell'arte]

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9.- Obiettivi generali, specifici e operativi che il progetto si propone di raggiungere

( Max 1 pagina = presentazione schematica. L’inserimento degli obiettivi operativi è facoltativa) Obiettivi generali - La necessità della ricerca della sostenibilità è riconosciuta e ampiamente condivisa. La gestionesostenibile del territorio pone richieste importanti anche alla selvicoltura ed ai forestali: vuoi, ad esempio, per la

produzione di biomasse o per la salvaguardia della biodiversità. Gli strumenti correntemente disponibili, inSardegna, per rispondere a tali richieste non sono adeguati o mancano proprio. La ricerca si propone di produrre

risposte all'altezza delle sfide poste.

Obiettivi specifici - Ideare ed elaborare metodologie e strumenti per la stima della biomassa legnosa (tavole dicubatura e oltre) e della complessità strutturale e diversità biologica dei boschi della Sardegna.

Obiettivi operativi - Condividere, verificare ed eventualmente rimodulare le ipotesi metodologiche sperimentatenell'ambito del progetto di ricerca nazionale RiSelvItalia-ProgettoBosco e del progetto pilota regionale

ForEnCarb-Seneghe(OR). Estendere a diverse realtà forestali della Sardegna le esperienze di rilevamento e la

base dati iniziale raccolta da ForEnCarb. Produrre i primi esempi di protocolli e strumenti per la stima dellabiomassa legnosa e la valutazione della complessità strutturale (diversità biologica) dei boschi della Sardegna,

dimostrarne vantaggi e modalità di impiego ai diretti interessati: settori tecnici di CFVA ed EFS e liberiprofessionisti forestali.

10 - Coerenza con gli obiettivi strategici della pianificazione regionale per lo sviluppo e

l’occupazione nel quadro delle raccomandazioni europeeLe raccomandazioni europee in tema di biomasse e biodiversità, in coerenza agli impegni assunti a livello

internazionale, fanno necessariamente riferimento al quadro dello sviluppo sostenibile ed al rilievo che le questioni

ambientali assumono in quel quadro.La pianificazione regionale, avendo fatto proprie tali raccomandazioni, ed avendo riconosciuto lo specifico

preminente rilievo che le questioni ambientali assumono in Sardegna anche sotto i profili sia economico (relazioneambiente-turismo) sia socioculturale (valenze identitarie dell'ambiente), si è fattivamente impegnata a metterele

in pratica, ad esempio, varando il Piano Paesaggistico Regionale ed il Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR).

Anche nell'ambito del Piano Energetico Regionale trova uno spazio non irrilevante il tema biomasse.La coerenza del progetto di ricerca proposto, rispetto agli "obiettivi strategici della pianificazione regionale per lo

sviluppo e l’occupazione" è quindi evidenziabile fin dalla sua qualificazione più generale di progetto che sviluppametodologie e strumenti atti alla reale salvaguardia delle risosre ambientali della Sardegna ed al loro utilizzo per

l'effettiva implementazione della gestione forestale sostenibile: il prelievo antropico delle biomasse è, infatti, unfattore necessario alla preservazione delle specificità dell'ambiente in Sardegna ma deve essere, oggi,

reindirizzato e commisurato alla conoscenza dettagliata della consistenza della risorsa, delle sue capacità di

accrescimento e degli impatti che il prelievo comporta.In particolare tale coerenza è rappresentata dalla connotazione del progetto quale iniziativa tesa a rispondere ad

esigenze informative esplicitamente indicate anche negli strumenti di pianificazione regionale citati.Segnatamente, per quanto riguarda il PFAR, si evidenzia in Tabella 1 (che riprende la Tab. 29.1 della Relazione

generale), che il progetto risponde (se non in tempi immediati, certamente in una prospettiva di breve termine) ad

esigenze di supporto di tutte le misure previste nella "linea produttiva (PR)": mancano infatti (o non sono adeguati)gli strumenti di quantificazione delle masse legnose.

Infine, naturalmente, le esigenze cui il progetto risponde sono esplicitamente indicate anche nella "Linea ricercaapplicata e sperimentazione (R)". La "Misura R1" argomenta le necessità di ricerca per la "Predisposizione di

inventari e cartografia forestale" e la "Misura R3 - Altre ricerche e sperimentazioni" specifica al primo punto:• Avvio di attività di ricerca dendroauxometrica, mediante la definizione di protocolli di rilevamento

particolarmente adattati all’ambiente mediterraneo.L’attività è funzionale allo sviluppo dei POS 06 Inventario e carta dei tipi forestali e POS 05 Progetto dirimboschimento dedicato per l’assorbimento del carbonio atmosferico (art.3.3 prot. Kyoto).

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Tab. 29.1 Quadro sintetico delle misure, azioni e sottoazioni della linea produttiva (PR)

MISURA AZIONE SOTTOAZIONE

PR1 Programmazione diretta eindirizzi di coordinamento conaltri piani e programmi

PR1.1 Progetto di potenziamento delcomparto sughericolo (POS01)

PR1.2 Programma di certificazionedella gestione forestale nelpatrimonio pubblicoamministrato da EFS (POS07)

PR1.3 Azioni di interesse forestaleinerenti le politiche europeesullo sviluppo rurale (Reg.1698/05). Coordinamento conil PSR 2007-2013

PR1.3.1 Formazione professionaledelle maestranze forestali

PR1.3.2 Sostegni finalizzati allapredisposizione dei piani diassestamento forestale

PR1.3.3 Azioni per la valorizzazioneeconomica ed ilmiglioramento infrastrutturaledelle proprietà forestali

PR1.3.4 Sostegno alla cooperazionedi produttori primari forestaliper lo sviluppo di prodotti adalta redditività

PR1.3.5 Trasformazione di sistemiagricoli in sistemi forestali oagroforestali

PR1.3.6 Imboschimenti di terreni nonagricoli

PR1.3.7 Indennità gestione forestaleper le aree Natura 2000

PR1.3.8 Sostegno alla ricostituzioneboschiva di aree forestalidanneggiate da incendio oavversità biotiche

PR1.3.9 Sostegno alla creazione esviluppo della impresaforestale

PR1.4 Istituzione dell’albo regionaledelle imprese forestali

PR2 Valorizzazione economica direttae indiretta dei contestiforestali esistenti

PR2.1 Valorizzazione produttiva delceduo mediterraneo

PR2.2 Valorizzazione produttiva dellesugherete

PR2.3 Valorizzazione economica deicontesti forestali a scopoturistico-ricreativo

PR2.4 Valorizzazione economicaattraverso azioni dicertificazione forestale

PR3 Nuovi impianti per la produzionedi biomassa fuori foresta ascopo energetico

Tabella 1: Elementi della "linea produttiva" (PR) del PFAR a cui il progetto fonisce supporto

diretto

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11 - Stato dell'arte

(Max 1 pagina = 8.000 caratteri)Lo stato dell'arte in merito alla valutazione delle biomasse e della biodiversità dei boschi presenta aspetti moltodiversificati, inoltre, nell'accezzione estesa della biodiversità che in questo contesto interessa, i due termini si

intersecano in modo sostanziale: la complessità strutturale è infatti espressa dalla distribuzione delle biomassetra le specie e le componenti del sistema ecologico.

Anche il termine biomasse è estensivo in relazione a quanto effettivamente si misura e si rileva che, più

propriamente, è la fitomassa epigea. Tuttavia, come è noto, in sistemi ecologici forestali, il contributo dellafitomassa alla quantificazione e caratterizzazione delle biomasse presenti è talmente prevalente che, anche se si

trascura la biomassa animale, è accettabile, in prima approssimazione ed ai fini dell'immediatezza dellacomunicazione, riferirsi alla fitomassa del bosco chiamandola biomassa. Anche sotto il profilo operativo si adotta

tale approssimazione: le procedure di fatto adottate per la stima del carbonio nei boschi, in riferimento

all'applicazione del protocollo di Kyoto, utilizzano infatti la quantificazione della massa legnosa (commerciabile)quale informazione base e derivano da questa le informazioni ricercate applicando coefficienti di espansione (ad

altre componenti) e di conversione (da volume, a peso secco, a C) (Laconi M., 2009)Il procedimento classico della dendrometria per la stima della massa legnosa degli alberi (commerciabile, del fusto,

o di altro assortimento) assegna allo strumento "tavola di cubatura a doppia entrata" un ruolo chiave. Lo sviluppo distrumenti di questo tipo si è drasticamente ridotto nel corso dell'ultimo decennio e, in particolare in Sardegna, non

ha mai raggiunto livelli sufficienti. La situazione è molto dettagliatamente inquadrata nel Capitolo 9 del "Rapporto

ambientale per la VAS del PFAR (Tabella 2 - fonte: vedi Allegato). Si dispone solo di poche tavole molto locali, una sola "a doppia entrata", cinque semplici, "ad una entrata", a cui si

aggiunge quella specificamente rivolta alle biomasse, di Susmel, di validità veramente circoscritta. Le tavoledisponibili sono state inoltre prese in considerazione (Laconi M., 2009), evidenziandone l'inadeguatezza quale

opzione operativa per la cubatura (i.e., stima del volume della massa legnosa) del bosco di Seneghe, il caso di studio

considerato. Anche lo stesso "Rapporto ambientale" chiude evidenziando, quali elementi di particolare criticità perl'implementazione del Piano Forestale Ambientale, la mancanza di strumenti di base "efficacemente utili per il

livello di dettaglio necessario alla pianificazione forestale su scala territoriale" e "per i livelli di affidabilità propridell'assestamento".

Rimanendo nel solco (ristretto ma fondamentale) della stima della ripartizione della massa legnosa in assortimentidi diverso valore commerciale, lo stato dell'arte ha visto affacciarsi e consolidarsi nel mondo approcci diversi, più

efficaci rispetto a quanto è conseguibile tramite le classiche tavole di cubatura. In particolare, per

l'assortimentazione del fusto una soluzione flessibile, che è possibile adattare alle specificità delle diversesituazioni operative, si basa sulla stima di funzioni che descrivono il "profilo del fusto medio" (Sani L., 1989;

Tomaiuolo M., 1995). Con questo approccio, dato il diametro minimo e la lunghezza del pezzo richiesto si ricava (perintegrazione del profilo) il volume commerciale corrispondente (la Marca et al., 1995 - pubb.Scotti-n.14). L'analisi

dei profili dei fusti consente inoltre di studiare l'influenza del popolamento circostante (della complessità

strutturale) sulla forma e sulla qualità dei fusti, fornendo indispensabili elementi di riferimento alla selvicoltura(Scotti R., 1999 - pubb.Scotti-n.10)

Selezionando (Testo 1) nella tradizionale base di dati bibliografici CAB, i 200 più recenti atricoli, con riferimentialla chiave "taper function" ("funzione di profilo" o meglio, letteralmente, "funzione di rastremazione", ovvero

funzione che stima di quanto si riduce la sezione del fusto scendendo dalla cima a terra), evidenzia il livello diconsolidamento di questo approccio: rispetto al 2000, già nel 2005, il numero di articoli che esplicitamente usano il

termine "taper" è praticamente triplicato. Più recentemente il numero totale non sembra aumentare ma il termine

non compare necessariamente nel titolo. In modo paragonabile è necessario adottare approcci innovativi ai finidella stima della ripartizione della biomassa tra fusto e chioma (Corona P. et al., 1995 - pubb.Scotti-n.12) e quindi

tra foglie, rametti, fascine e rami (e radici). Infine, la distribuzione delle masse e delle specie e i rapporti spaziali (e funzionali) che intercorrono tra le piante

legnose e non legnose, caratterizzando lo stato del sistema bosco, la sua biodiversità in senso lato, sta sempre più

attirando l'attenzione della ricerca in termini di "complessita strutturale" dell'ecosistema foresta come sievidenzia con una semplice interrogazione (Testo 2:) nella citata base di dati bibliografici. Il numero di riferimenti

è cresciuto molto rapidamente dal 2005 e scorrendo i titoli più pertinenti si può constatare quanto sia ormainecessario considerare congiuntamente le stime di biomassa e le valutazioni sulla biodiversità dei boschi. Le ipotesi

metodologiche sviluppate, provate ed in parte documentate in una recente tesi di dottorato, peraltrotematicamente focalizzata su una questione più specifica (Cadoni M., 2009), concorrono a costituire la base di

esperienze da analizzare in seno al gruppo di lavoro che il progetto forma.

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Rifermenti bibliograficiTomaiuolo M., 1995. "Modelli dendroauxometrici per piantagioni di Pseudotsuga douglasii Mirb. Franco" Tesi di

dottorato in Arboricoltura da legno, UniBAS.it. AA 1994/95Sani L., 1989. "Analisi delle procedure applicate nell'approntamento dei sistemi di previsione delle

assortimentazioni arboree" Tesi di laurea, Scienze forestali, UniFI.it. AA 1989/90

Laconi M., 2009. "Strumenti dendrometrico-inventariali per la stima della fitomassa epigea nella leccetamediterranea" Tesi di Dottorato di ricerca in "Agrometeorologia ed ecofisiologia dei sistemi agrari e

forestali", XX Ciclo. UniSS.it. AA 2008/09Cadoni M., 2009. "nuove metodologie d’indagine per 'boschi nuovi': proposte e valutazioni applicative" Tesi di

Dottorato in "Monitoraggio e Controllo degli Ecosistemi Forestali in Ambiente Mediterraneo", XX

Ciclo. UniSS.it. AA 2008/09

tavola num. tipo specie autore anno1 dendro 2 e, locale leccio Falchi M. 1946

2 dendro 1 e, locale sughera Beccu E. et al. 1967

3 sup. plancia sughera Beccu E. et al. 1967

4 alsometrica sughera Paltrinieri E. 1968

5 dendro 1 e, locale sughera Paltrinieri E. 1968

6 alsometrica leccio e roverella Paltrinieri E. 1968

7 dendro 1 e, locale leccio e roverella Paltrinieri E. 1968

8 dendro 1 e, locale roverella Paltrinieri E. 1968

9 biomasse leccio Susmel et al. 1969

10 dendro 1 e, locale castagno Siotto V. 1978

11 alsometrica castagno Baragliu A. 1979

Tabella 2: Tavole di cubatura e tav. alsometriche per la Sardegna (Rapp.amb. VAS PFAR)

Testo 1: Risultati della ricerca bibliografica su "profilo del fusto (taper function)" in CAB

Database: CAB Abstracts <1990 to 2009 Week 06>Search Strategy:-------------------------------------------------------------------1 "taper function" {No Related Terms} (466)2 limit 11 to yr="2000 - 2009" (238)3 from 12 keep 1-200 (200)

anno numero di articoli

termine "taper" nel titolo

presente assente

2000 10 10

2001 12 12

2002 13 11 2

2003 22 12 10

2004 22 12 10

2005 28 12 16

2006 33 7 26

2007 35 12 23

2008 25 8 17

Totale Risultato 200 96 104

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Testo 2: Risultati della ricerca bibliografica su "complessità strutturale" in CAB

Database: CAB Abstracts <1990 to 2009 Week 06>

Search Strategy:

--------------------------------------------------------------------------------

1 "forest structure complexity" {Including Limited Related Terms} (700)

2 "forest structure".ab,ti,sh. (1647)

3 from 3 keep 1-100 (100)

anno numero di articoli

2000 1

2001 0

2002 2

2003 2

2004 0

2005 4

2006 6 classificazione

2007 8 specifici generici meno attinenti

2008 77 9 46 22

Totale 100 \|/

Titoli di articoli del 2008 selezionati ad esemplificare come l'attenzione dei ricercatori stia focalizzando laquestione "strutturale" quale chiave di interpretazione ecositemica e quindi (genericamente) di

biodiversità.

Burrascano, S. Lombardi, F. Marchetti, M. Old-growth forest structure and deadwood: are theyindicators of plant species composition? A case study from central Italy. [Journalarticle] Plant Biosystems. 2008. 142: 2, 313-323. 49 ref.

Calster, H. van Baeten, L. Verheyen, K. Keersmaeker, L. de Dekeyser, S. Rogister, J. E. Hermy, M.Diverging effects of overstorey conversion scenarios on the understorey vegetation ina former coppice-with-standards forest. [Journal article] Forest Ecology and Management.2008. 256: 4, 519-528. 50 ref.

Chediack, S. E. The effect of forest exploitation on structure, diversity, and floristic composition ofpalmito-dominated Atlantic forests at Misiones, Argentina. [Journal article] Revista de BiologiaTropical. 2008. 56: 2, 721-738. 36 ref.

Gould, W. A. Gonzalez, G. Hudak, A. T. Hollingsworth, T. N. Hollingsworth, J. Forest structure anddowned woody debris in boreal, temperate, and tropical forest fragments. (Special issue: Fireecology and management.) [Journal article] Ambio. 2008. 37: 7/8, 577-587. 41 ref.

Hartman, K. M. McCarthy, B. C. Changes in forest structure and species composition following invasionby a non-indigenous shrub, Amur honeysuckle (Lonicera maackii). [Journal Article] Journal ofthe Torrey Botanical Society. 2008. 135: 2, 245-259. many ref.

Hoeppner, S. S. Shaffer, G. P. Perkins, T. E. Through droughts and hurricanes: tree mortality, foreststructure, and biomass production in a coastal swamp targeted for restoration in theMississippi River Deltaic Plain. [Journal article] Forest Ecology and Management. 2008. 256:5, 937-948. many ref.

Ikonen, V. P. Peltola, H. Wilhelmsson, L. Kilpelainen, A. Vaisanen, H. Nuutinen, T. Kellomaki, S.Modelling the distribution of wood properties along the stems of Scots pine (Pinus sylvestrisL.) and Norway spruce (Picea abies (L.) Karst.) as affected by silvicultural management.[Journal article] Forest Ecology and Management. 2008. 256: 6, 1356-1371. 41 ref.

Nadkarni, N. M. McIntosh, A. C. S. Cushing, J. B. A framework to categorize forest structure concepts.[Journal article] Forest Ecology and Management. 2008. 256: 5, 872-882. 45 ref.

Pascual, C. Garcia-Abril, A. Garcia-Montero, L. G. Martin-Fernandez, S. Cohen, W. B. Object-basedsemi-automatic approach for forest structure characterization using lidar data inheterogeneous Pinus sylvestris stands. [Journal article] Forest Ecology and Management.2008. 255: 11, 3677-3685. 35 ref.

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12 - Articolazione del progetto e tempi di realizzazione

(Max 2 pagine = 16.000 caratteri) Il progetto si compone di 5 attività principali articolate intorno a quella centrale, dedicata all'esecuzione dei rilievidi base. Essendo questa attività centrale fortemente condizionata dall'andamento stagionale, per una ragionevole

distribuzione dei tempi di realizzazione del progetto è necessario ipotizzare una data di avvio. Esaminando leprocedure che il bando prevede di espletare si è valutato possibile iniziare ad operare nel mese di ottobre 2009.

Le attività principali sono di seguito delineate, chiude il paragrafo una schematica rappresentazione della

distribuzione dei tempi di realizzazione tra le attività considerate.1) Coordinazione operativa (coinvolge tutte le UO e si protrae, ad intensità ovviamente variabile, per tutta la

durata del progetto)Obiettivi iniziali:

- verifica nel dettaglio delle possibilità di condivisione tra le UO di altre basi di dati oltre a quelle messe a

disposizione dall'Università (progetto ForEnCarb)- condivisione di obiettivi e contenuti delle basi dati messe in comune

- predisposizione dei protocolli di rilevamento da adottare, completi di eventuali varianti da valutareoperativamente

- dimensionamento del campione atteso (funzione del costo unitario di implementazione del protocollo e dellespecifiche disponibilità di ciascuna UO) e definizione del piano di campionamento.

2) Progettazione e realizzazione DB - (UO 1 - 4/5 mesi di attività)

Il sistema informativo costituisce la spina dorsale del progetto. Questa attività, si presuppone, proseguirà anchedopo la conclusione della ricerca iniziale, alimentata dal processo che i progetto intende avviare. Le modalità di

implementazione possibili sono molteplici ed andranno valutate caso per caso contemperando i vantaggi dellaconcentrazione delle informazioni con le opportunità/necessità/flessibilità offerte dalla distribuzione dei dati.

3) Rilievi base (tutte le UO contribuiranno a questa attività indirizzando, nel caso delle istituzioni che prevedono

questo lavoro come attività istituzionale, l'impiego di risorse proprie al fine della ricerca)- esecuzione rilevo fusti campione, prove di rilevamento 'biodiversità'

- processamento campioni per la sostanza secca,- acquisizione dei dati nel sistema informativo,

- analisi statistica, a fini inferenziali, dell'informazione raccolta- a) Biomasse (idealmente circa 100 fusti per UO istituzionale),

* (obiettivo) produzione esempi di protocolli e strumenti operativi

per la determinazione, nelle diverse condizioni esplorate, della biomassa media per fusto e della sua ripartizione

- b) Biodiversità* complessità strutturale: (obiettivo)

individuazione di una rosa di alternative tra gli indicatori possibili

valutazione e convergenza del progetto su un set limitato* composizione specifica: (obiettivo) individuare procedure di approssimazione

4) Verifica e consolidamento dei protocolli (UO libero professionista)valutazione costi (messi in opera da parte di professionisti privati)

e contributo addizionale che i primi strumenti prodotti sono in grado di fornire alla pianificazione(cubatura degli impianti di conifere, confronto tra le biomasse di cedui in invecchiamento naturale e cedui in

avviamento, rilevamento diversità/complessità della frazione legosa con d<3 cm, ad esempio in sughereta, con

attenzione allo stato fitosanitario del bosco) 5) Conclusione (questa attività vedrà specificamente impegnate le UO Università e AGRIS, nella prospettiva che

l'Istituto sperimentale assuma il suo ruolo proprio di supporto a lungo termine delle attività di ricerca edelaborazione degli strumenti di base per la pianificazione e gestione forestale in Sardegna)

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Att

.n.

ott

09

nov

09

dic

09

gen

10

feb

10

mar

10

apr

10

mag

10

giu

10

lug

10

ago

10

set

10

ott

10

nov

10

dic

10

gen

11

feb

11

mar

11

1 * * * ° * ° * ° * ° * ° * ° * *

2 * * * ° * °

3a * * * *

3b ° ° ° ° ° °

4 * * ° ° *

5 * * *

attività: * intensiva, ° parziale

13 - Ruolo di ciascuna unità operativa in funzione degli obiettivi previsti e relative modalità di

integrazione e collaborazione

(Max 2 pagine = 16.000 caratteri) Il progetto si propone di avviare un processo che consenta di affinare sempre più la soluzione dei problemi chevengono affrontati, riducendo progressivamente i costi che il lavoro comporta. Non è infatti ipotizzabile di

risolvere definitivamente tutte le carenze di base considerate: 18 mesi non sono sufficienti e, d'altra parte, ilproblema non offre una soluzione definitiva, richiederà sempre nuovi aggiornamenti.

Per attivare questo processo è necessario che tutti gli attori in campo, svolgendo il proprio compito istituzionale,

cooperino e quindi condividano strategie e metodi. L'Università (che offre l'esperienza di ForEnCarb per avviare la concertazione tra le Unità) stimola la ricerca e la

sviluppa, esegue qualche rilievo, ma non può e non deve gestire il processo sul medio lungo periodo. AGRIS può proseguire il lavoro avviato e provvedere alla conservazione, all'aggiornamento ed allo sfruttamento

(non in esclusiva) della base dati da costituire ed accrescere nel tempo.

EFS (oltre a partecipare al lavoro per una quota come ente che fa ricerca) ha le risorse necessarie persperimentare efficacia/efficienza operativa di eventuali protocolli alternativi e comunque per procedere ad

effettuare masse consistenti di rilievi (eventualmente di dettaglio) ad elevata congruenza. CFVA è l'anello di raccordo essenziale per disseminare i rilievi sul territorio fino a raggiungere (almeno in

prospettiva) le proprietà comunali e anche le proprietà private. Coinvolgere anche una figura di libero professionista forestale completa il quadro con specifico riferimento alla

valutazione dei costi che il rilievo comporta.

Modalità di integrazione e collaborazione - Il progetto è teso a raccogliere e mettere, come si usa dire ora, 'asistema' le diverse esperienze che ciascuna UO ha acquisito (e spesso sepolto) nella sua attività istituzionale. Il

coordinamento del lavoro comporterà quindi il progressivo bilanciamento tra le esigenze di carattere scientifico equelle di carattere tecnico-operativo. L'avvio del progetto comporterà una fase di intensa cooperazione finalizzata

alla individuazione di specifiche di dettaglio per i rilievi da effettuare, efficaci, comprese ed effettivamente

implementabili. La predisposizione del sistema informativo comporterà la valutazione delle disponibilità edintenzioni delle UO istituzionali coinvolte alla ricerca si soluzioni tecniche di soddisfazione per ciascuno. I rilievi

verranno effettuati inquadrandoli nelle rispettive attività istituzionali e quindi, indipendentemente dalla diverseUO coinvolte. Tuttavia, al fine di matenere collegamenti attivi e sostenere lo sviluppo del lavoro, il progeto prevede

di mettere a disposizione delle squadre di EFS e CFVA una figura di 'assistente ai rilievi' opportunamente formataquale componente dell'UO Università. Questa UO, non disponendo di personale proprio, effettuerà i rilevi e le

attività di verifica (A4) tramite l'UO <libero professionista>. In conclusione del lavoro è prevista una fase di

condivisione dei risultati conseguiti e di impostazione delle prospettive di prosecuzione del processo attivato.Il valore della cooperazione che il progetto configura può essere stimato anche, in prima approssimazione, in base

alle seguenti considerazioni. Prendendo a riferimento l'esperienza in ForEnCarb, si ipotizza che il costo medio peril rilevo di un fusto campione si attesti tra 250 e 350 euro (incluso: operai, responsabile e trasporto). Valutando

che ciascuna Unità, per raccogliere un numero minimo significativo di dati, dovrebbe rilevare circa 100 fusti, il

costo teorico complessivo di questi rilevi ammonterebbe a (4*100*300) circa 120.000 euro. La collaborazione dienti ed istituzioni come AGRIS, EFS e CFVA consiste però proprio nel formare e fornire personale e mezzi

affinché il processo avviato con il progetto di ricerca diventi pratica operativa consuetudinaria e la produzione el'affinamento degli strumenti di base prosegua senza fine nel futuro. Quindi solo la quota di rilievi effettuati

autonomamente dall'Università avrebbe quel costo unitario (ammesso che non si attivino collaborazioni piùstrette!). In definitiva, spendendo cento sull'Università, in un progetto con questa conformazione, si genera un

valore di rilevi pari a circa 4 volte cento!

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14 - Risultati attesi dalla ricerca, il loro interesse per l'avanzamento della conoscenza e le eventuali

potenzialità applicative

(Max 1 pagina = 8.000 caratteri) La ricerca proposta è tesa a colmare la mancanza, particolarmente rilevante in Sardegna, degli strumenti di base

necessari per procedere, tramite la valutazione delle risorse forestali e l'apprezzamento delle connesse 'riserve dinatura', ad una concreta ed efficace pianificazione sostenibile.

I risultati attesi includono la produzione di protocolli di rilevamento verificati, condivisi e consolidati ed esempi di

strumenti per la stima delle biomasse e la valutazione della biodiversità dei boschi.In una prospettiva di più lungo periodo, la ricerca si propone di avviare un processo capace di incrementare ed

aggiornare con continuità la dotazione regionale (ma non solo) di questi strumenti di base. L'affinamento e lacondivisione tra i diversi attori dei protocolli di rilevamento in bosco, costituisce infatti il presupposto

fondamentale per rendere possibile la cooperazione delle forze in campo e, ad esempio, la convergenza dei dati in

una comune struttura informativa ad elevata coerenza. Su questa base, sarà possibile valorizzare ed ottimizzare idiversi ruoli e le sinergie

15 - Elementi e criteri proposti per la verifica dei risultati raggiunti

(Max 1 pagina = 8.000 caratteri- Facoltativa) La verifica dei risultati raggiunti può fare riferimento anche ai seguenti elementi.

- Incremento dell'affidabilità e del dettaglio nella capacità di stimare le biomasse. Il PFAR fornisce il quadro dellasituazione attuale e ne evidenzia le carenze. A conclusione del progetto si dovrà poter evidenziare che i risultati

conseguiti consentono di colmare tali deficit.

- Disponibilità di strumenti per il monitoraggio della biodiversità a costi operativamente sostenibili anche su grandescala. Le procedure sviluppate potranno essere integrate nelle ordinarie operazioni di misurazione in bosco e quindi

consentiranno di fare evolvere il rilievo dendrometrico tradizionale in rilievi dendrometrico-vegetazionali.

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16 - Mesi persona complessivi indicativi previsti per il Progetto di Ricerca e Imputazione dei costi

del personale a carico del progetto

(Dovrà essere compilata una tabella per ciascuna unità operativa impiegata nel progetto.)

Unità Operativa n. I

(include l'Unità logica 5)Numero

Disponibilità

temporale

Indicativa prevista

Costi a carico del

progetto: Mesi

persona

Costi

imputabili

nella misura

del 20% del

costo totale

del Progetto

Componenti della sede dell'Unità Operativa 1

5

Professori

associati: 5000

euro 1 mese *5 =

25000

Presenza di partner di altri Dipartimenti o

Enti di Ricerca

Titolari di borse Dottorato 1 6Post-dottorato

Scuola di

Specializzazione

Personale

attivato per

questo

progetto

Personale di ricerca

attivato per questo

specifico progetto

Assegnisti

Borsisti

Altre tipologie *

1 <consul. DB> 4 12000

1 <collab.> 18 36000

2 <assist.ril.> 2*4 12000

Altro Personale esterno attivato per questo

specifico progetto di ricerca

1+3 <lib.prof.

+squadra>

=UOlogica n.5

5 77000

Totale 162000

* Non è ammessa l’attivazione di Dottorati a carico di questo specifico progetto.

Unità Operativa n. II Numero

Disponibilità

temporale

Indicativa prevista

Costi a carico del

progetto: Mesi

persona

Costi

imputabili

nella

misura del

20% del

costo

totale del

Progetto

Componenti della sede dell'Unità Operativa

1+2

mesi/u=

( 1 * 2

+2 * 7 )

costi=

( 1 * 2 *5000

+2 * 7 *2300)

16 42.200

Presenza di partner di altri Dipartimenti o

Enti di Ricerca

Titolari di borse Dottorato

Post-dottorato

Scuola di

Specializzazione

Personale

attivato per

questo

Personale di ricerca

attivato per questo

specifico progetto

Assegnisti

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progetto

Borsisti

Altre tipologie *

Altro Personale esterno attivato per questo

specifico progetto di ricerca

Totale 42.200

Unità Operativa n. III Numero

Disponibilità

temporale

Indicativa prevista

Costi a carico del

progetto: Mesi

persona

Costi

imputabili

nella

misura del

20% del

costo

totale del

Progetto

Componenti della sede dell'Unità Operativa 6 1+2+3*5=18

Presenza di partner di altri Dipartimenti o

Enti di Ricerca

Titolari di borse Dottorato

Post-dottorato

Scuola di

Specializzazione

Personale

attivato per

questo

progetto

Personale di ricerca

attivato per questo

specifico progetto

Assegnisti

Borsisti

Altre tipologie *

Altro Personale esterno attivato per questo

specifico progetto di ricerca

Totale

Unità Operativa n. IV

NumeroDisponibilità

temporale

Indicativa prevista

Costi a carico del

progetto: Mesi

persona

Costi

imputabili

nella

misura del

20% del

costo

totale del

Progetto

Componenti della sede dell'Unità Operativa 6 1+2+3*5=18

Presenza di partner di altri Dipartimenti o

Enti di Ricerca

Titolari di borse Dottorato

Post-dottorato

Scuola di

Specializzazione

Personale Personale di ricercaAssegnisti

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attivato per

questo

progetto

attivato per questo

specifico progetto

Borsisti

Altre tipologie *

Altro Personale esterno attivato per questo

specifico progetto di ricerca

Totale

Unità Operativa n. V (incorporata in UO-I) Numero

Disponibilità

temporale

Indicativa prevista

Costi a carico del

progetto: Mesi

persona

Costi

imputabili

nella

misura del

20% del

costo

totale del

Progetto

Componenti della sede dell'Unità Operativa

Presenza di partner di altri Dipartimenti o

Enti di Ricerca

Titolari di borse Dottorato

Post-dottorato

Scuola di

Specializzazione

Personale

attivato per

questo

progetto

Personale di ricerca

attivato per questo

specifico progetto

Assegnisti

Borsisti

Altre tipologie *

Altro Personale esterno attivato per questo

specifico progetto di ricerca

Totale

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17 – Costo complessivo del progetto articolato per voci

Voce di spesa Unità I Unità II Unità III Unità IV Unità V

Materiale inventariabile 30.000 10.000

Grandi Attrezzature

Materiale di consumo 10.000 10.000 10.000 10.000

Spese per calcolo ed elaborazione dati 5.000

Spese di personale (max.20% del costo totale

del progetto)25.000 42.200

Personale attivato per questo progetto 60.000

Servizi esterni 77.000

Missioni 10.000 10.000 5.000 5.000

Pubblicazioni 5.000

Partecipazione / Organizzazione convegni 5.000 5.000 2.500 2.500

Altro (voce da utilizzare solo in caso di spese

non riconducibili alle voci sopraindicate)

Spese Generali (60% delle spese di personale,

ad esclusione del personale attivato per il

progetto)*

15.000 25.320

Totale 242.000 102.520 17.500 17.500TOTALE GENERALE € 379.520 tot.spese.p. 67200 17,7% MAX 20%

spese generali, 60% di spese personale € 40.320

* L’importo della voce sarà calcolato forfettariamente nella misura del 60% (sessanta per cento)

dell’ammontare dei costi per il personale, costo che in ogni caso non deve eccedere il 20% (venti

per cento) del costo totale ammissibile del progetto.

18 – Prospetto finanziario suddiviso per Unità Operative

Voce di spesa Unità I Unità II Unità III Unità IV Unità V

Costo complessivo 242.000 102.520 17.500 17.500

Firma ......................................................... Data.......................

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Allegato - Estratto dal Rapporto ambientale per la VAS del Piano Forestale Ambientale Regionale

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