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Vent'anni di sindacato studentesco mille sguardi, una storia 1

Mille sguardi, una storia

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L'opuscolo commemorativo dei vent'anni del sindacato studentesco

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INDICE

Il viaggio continua... 4

I contributi delle compagne e dei compagni dell'organizzazione6

I contributi esterni43Don Luigi Ciotti..................................44Sergio Cofferati.....................................45Vittorio Cogliati Dezza.......................46

Ringraziamenti50

Raccolta dei materialiRoberto Campanelli

Martina CarpaniCarmen Guarino

Danilo Lampis

GraficaNicolò Ceci

Riccardo Laterza

ImpaginazioneRiccardo Laterza

alcune foto sono tratte dagli album flickr dimarc90ts

* RICCIO

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ono mesi intensi quelli che si concen-trano attorno al ventennale dell'Unio-ne degli Studenti, in un continuum

che ci porta direttamente al X congresso na-zionale. Mesi ricchi di ricordi, passioni ed emo-zioni, parole che spesso negli schemi classici della politica assumono un senso melenso ed alieno, ma che per il nostro Sindacato sono elementi necessari ai valori e all'identità che rappresentiamo.

S

Provare a ricostruire i ricordi e quindi la me-moria degli avvenimenti che si sono succedu-ti in questi vent'anni è una necessità impre-scindibile. Un'organizzazione come la nostra, costantemente sottoposta ad un ricambio in-calzante, ad una vitalità impressionante, ma anche ad una memoria breve degli avveni-menti politici del Paese, ha grande bisogno di

conoscere il passato, il percorso e le motiva-zioni delle scelte fatte, per proseguire per la propria strada in piena coscienza di se. Fatti importanti come il perché della fondazione di un sindacato studentesco indipendente dai partiti, le ragioni di quegli anni ed i loro pro-tagonisti, le battaglie per rimarcare l'autono-mia politica dalle giovanili di partito ed evi-tare loro ingerenze nella nostra linea, ma an-che fatti più recenti come la rottura unilate-rale da parte della CGIL del patto di lavoro che ci legava ed il progressivo raggiungimen-to della piena autonomia politica ed organiz-zativa dell'UdS, tanto come la battaglia stori-ca per la fondazione della Rete della Cono-scenza, un grande sindacato per tutti i sog-getti in formazione, rischiano di essere rapi-damente rimossi se non si ha cura della no-stra organizzazione e della sua storia. Per questa ragione abbiamo deciso nell'anno del ventennale di organizzare una serie di inizia-tive che mirassero a tutelare, salvaguardare e valorizzare l'archivio storico di cui siamo in possesso, provando anche a ritracciare la sto-ria della partecipazione studentesca e dei movimenti giovanili negli ultimi vent'anni attraverso l'osservatorio privilegiato che è il sindacato studentesco.Le passioni, ovvero i sentimenti ed i bisogni ad essi collegati, che smuovono gli individui alla partecipazione politica, sono un altro im-portante fattore che vogliamo tenere in con-siderazione per questi vent'anni. Abbiamo sempre analizzato i bisogni, dividendoli nelle condizioni materiali ed immateriali degli stu-denti che rappresentiamo. La crisi economica e sociale, ma anche della politica e della par-tecipazione, che sempre più peggiora le con-dizioni di milioni di persone, riporta il ruolo del sindacato studentesco e l'analisi dei biso-gni ad una necessità primordiale e prepoliti-ca. Nell'epoca dell'antipolitica, dell'indivi-

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Il viaggio continua...Roberto Campanelli Coordinatore Nazionale UdS

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dualismo e del rifiuto della partecipazione da un lato, e dell'impoverimento, dell'espulsio-ne di massa dai luoghi della formazione e dell'austerity dall'altro, il ruolo del sindacato studentesco deve vivere del riconnettere queste condizioni alla partecipazione e dun-que alla possibilità per gli individui di risol-vere collettivamente i propri problemi e ria-prire una fase di mobilitazione e cambiamen-to.Le emozioni infine, ovvero ciò che emerge dal portato singolare di ognuno nella nostra Sto-ria collettiva, quel singolo sguardo tra mille che attribuisce un senso ed un punto di vista in più, quell'essere una singola goccia in un mare grande, senza mai sentirsi soli è la di-mostrazione che c'è un qualcosa nel DNA del-la nostra organizzazione che va oltre la poli-tica ed è allo stesso tempo profondamente politico. E' l'orgoglio dell'essere parte o di es-sere stato parte di un qualcosa di più grande, di un progetto che ha alfabetizzato ed educa-to alla partecipazione politica decine di mi-gliaia di cittadini, ormai una generazione in-tera che non può più attendere di bussare alle porte, ma ha il bisogno di irrompere, sol-cando il proprio tempo per conquistare quel futuro che viene negato a noi giovani.Partendo da queste considerazioni abbiamo raccolto alcuni interventi di importanti in-terlocutori che negli anni hanno accompa-gnato la nostra organizzazione, ma soprat-tutto abbiamo pensato di valorizzare quel-l'immenso patrimonio di ricordi, passioni e memoria che autonomamente ed in maniera del tutto incalcolata si è espressa sui social network il 12 marzo 2014, perché in questo momento è anche necessario sperimentare qualcosa di diverso ed innovativo, semplice e leggero, ma allo stesso tempo forte ed effica-ce. Un'espessione spontanea di quei Mille Sguardi che costituiscono la nostra grande Storia collettiva.È grazie a tutto questo che l'UdS è rimasta e rimarrà per sempre un'esperienza unica ed irriproducibile, portatrice di una radicalità maggioritaria indispensabile al cambiamento

delle vite degli studenti e delle studentesse, come al cambiamento del Paese. Viaggiare vent'anni in direzione ostinata e contraria non è stato facile e probabilmente ci conterà ancora tante difficoltà, ma nonostante tutto siamo ancora qui, nonostante chi pensava che saremmo scomparsi restiamo saldamente il punto di riferimento degli studenti e delle studentesse di tutt'Italia, perno indispensabi-le dei movimenti studenteschi e sociali.

al Lavoro,alla Lotta,ai vent'anni del Sindacato Studentesco!

Roberto Campanelli,Coordinatore Nazionale UdS

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Irina AguiariUdS Ferrara

0 anni di Unione degli Studenti, 20 anni di sindacato studentesco. auguri a noi Unione Degli Studenti Ferrara e

alla strada che abbiamo appena iniziato a fare insieme.

2Maria Laura AmendolaUdS Avellino, Coord. Reg. UdS Campania

on cercherò strade da calcare.Ogni sentiero è il tuo.N

Non cercherò confini da varcare.Ogni terra è la tua.

Non cercherò bandiere da levare.Ogni popolo è il tuo.

Non cercherò una lingua da parlare.Ogni parola è la tua.

Non cercherò qualcuno da amare.Ogni amore sarà tuo.

Auguri a noi.

Riccardo ArestaUdS Bari

ggi il mio sindacato studentesco (l'UdS) compie vent'anni e io vorrei fargli gli auguri, a lui e a tutti i com-

pagni e le compagne chr ci sono dentro. Mi auguro che ci siano altri vent'anni colmi di manifestazioni, contestazioni, vertenze, ini-ziative e SOPRATTUTTO VITTORIE.

OAUGURI UNIONE DEGLI STUDENTI.

Flavio ArzarelloUdS Torino, Coordinatore Nazionale FGCI

uguri all'Unione degli Studenti per i loro (primi) 20 anni. Non c'è nessuno che abbia fatto politica a sinistra tra

i giovani negli ultimi due decenni e non li ab-A

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bia incontrati. Ci puoi litigare o andare d'ac-cordo ma sicuramente hanno contribuito a tenere acceso il cervello di più generazioni.

Carlo BettiniUdS Novara

oco più di vent'anni fa nascevo io e qualche mese dopo veniva creata l'UdS. Coincidenze? Io non credo pro-

prio. Tanti auguri Unione degli Studenti! Avere vent'anni e avere ancora sogni grandi.

PAngelo BuonomoUdS Salerno, Coord. Reg. UdS Campania 2009-2010

uando compi gli anni il giorno succes-sivo al compleanno è sempre quello più strano. C'è il sapore della festa an-

cora in bocca e la felicità del giorno prima scema lentamente. La nostra Unione ha com-piuto 20 anni! Le faccio i miei auguri ribaden-dole il mio Grazie.

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Non faccio riferimento alle compagne e ai compagni che ho incontrato, che ho cono-sciuto e con cui ho condiviso tanto. Ognuno di voi mi ha lasciato un patrimonio straordi-nario fatto di passioni e impegno, di militan-za, di sguardi, sorrisi e abbracci, di voglia di volare costruendo una felicità pubblica. Non basterebbe una vita a restituirvi tutto questo!

Quando penso alla nostra Unione penso an-che alla mia compagna di vita, penso a Mi-chela. Penso al fatto che probabilmente, sen-za quella Freccia non ci saremmo mai incon-

trati. Anche per questo devo ringraziare la nostra Organizzazione. Il mio sogno persona-le è quello di vedere Carlo militare nel più grande Sindacato Studentesco del Paese. Cara Unione degli Studenti, tanti Auguri e ancora buon cammino!

Viva l'Unione degli Studenti!

Stefano BusiUdS Genova, Esecutivo Nazionale 2007-2009

crivo oggi queste righe, perché dopo-domani non ne avrò il tempo. Dopo-domani, 12 marzo 2014, non sarà un

giorno come gli altri. Dopodomani saranno vent'anni di Unione degli Studenti, vent'anni di un sogno collettivo che, a volte, ha rasen-tato la follia. Cinque anni fa (sembra ieri, ma è passata un'eternità) salutavo, per l'ultima volta da udiessino, i compagni e le compagne durante il congresso di Napoli. Salutavo ri-cordando le parole di Albert Camus a propo-sito di Sisifo, personaggio della mitologia greca eternamente condannato a risalire una montagna facendo rotolare il medesimo far-dello.

s

Oggi, e sono passati cinque anni da quel mo-mento, non riuscirei a trovare parole miglio-ri: Sisifo insegna la fedeltà superiore, che nega gli Dei e solleva i macigni… Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella monta-gna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riem-pire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Si-sifo felice.Voi eravate, siete e sarete il mio Sisifo felice: al lavoro e alla lotta!

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Alberto CampaillaPortavoce Nazionale Link

eri notte, dopo aver trascorso una gior-nata in giro, ho passato due ore al pc a leggermi tutti gli stati e i commenti di

tanti e tante, curiosissimo, colpito, esterre-fatto ma allo stesso tempo amareggiato e ad un certo punto ho pure pianto.

ISi, io l'UdS non l'ho fatto e per quanto mi sforzi non so cosa può significare averlo fat-to, sarebbe solo un esercizio ipocrita.Io di quella organizzazione non sono innamo-rato perché non ci ho mai militato, non ci ho sofferto e non ci ho vinto.

Però anche io mi sono innamorato: di tutti voi mi sono innamorato.Di questo certo modo che avete di leggere la società, di interpretare una funzione sociale, di stare sempre da una parte senza reduci-smo ma con l'intelligenza di chi c'è per lotta-re e non solo per esistere.

Questa non era la mia storia, lo è diventata e lo sarà per sempre!

Tanti auguri a tutte e tutti, tanti auguri all'U-nione degli Studenti.

Giuseppe CampanelliUdS Bari, Portavoce Regionale Rete della Conoscenza Puglia 2011-2013

on sono in grado di descrivere in po-chi righi la mia percezione dei ven-t'anni di storia dell'UdS. So solo che

se non fosse esistita non sarei quello che N

sono ora, non avrei conosciuto compagni e compagne di viaggio, con cui spero di conti-nuare a camminare per decenni. Perché sia-mo stati in grado di fare cose incredibili, con l'umanità e l'ingenuità dei ragazzini e l'idea-lismo dei più grandi rivoluzionari.

Siamo partiti tutti insieme, abbiamo perso al-cuni, altri sono andati via, altri ancora li ab-biamo trovati camminando.

Oggi proseguiamo con l'ennesima acrobazia, in questo immenso folle volo.

Viva l'Unione degli Studenti!

Rita CantalinoUdS Napoli

o aspettato tutta la giornata il mo-mento in cui mi sarei seduta con le gambe incrociate su questo letto e il

pc sulle ginocchia per prendermi il tempo e la tranquillità sufficiente a scrivere questo post. Mentre tornavo a casa pensavo a cosa avrei potuto scrivere, a tutti i pezzi che non avrei dovuto perdere, alle cose che mi anda-va e quelle che non mi andava di ricordare. E distrattamente, dal pullman, ho posato gli occhi sulla mia scuola media.

H

Chi mi conosce anche molto poco sa bene che il mio quartiere è una cosa che mi porto ad-dosso in tutto quello che faccio, che amo e che odio come un amante che si fa odiare perché ti tradisce sempre ma al quale non puoi non credere quando ti dice che non lo rifarà. Una prigione con accanto una prigio-ne, dalla quale però non evaderei se non per ragioni logistiche.Riesco sempre a divagare, dovrei stare qui a parlare dei vent’anni dell’amore della mia

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vita e poi mi ritrovo a parlare del quartiere da cui vengo, che forse a modo suo è un altro amore della mia vita.Il punto era la Carlo Levi.La Carlo Levi è un edificio giallo, con i cancel-li verdi. Quando ci andavo io però era grigia. Era un enorme edificio rettangolare grigio con le barre alle finestre dei piani bassi.Un edificio grigio come le giornate che ci passavo, asettico, disarmante. Ci sono entrata dopo cinque anni di scuola elementare priva-ta in cui dire parolacce era peccato e disob-bedire significava minacciate (credo mai ve-rificate) bacchettate sulle mani. Ero destinata a perire.Ricordo distintamente il giorno in cui ho det-to il mio primo vaffanculo, alla fine dell’anno scolastico della prima media. Me lo ricordo perché mi applaudirono.Da lì tutto cambiò in maniera vertiginosa e mi adattai pure troppo bene in quell’ambien-te. Non ero solo riuscita a sopravvivere. Ci vi-vevo tranquillamente. Tutto quello che era rimasto di quella ragazzina di dieci anni che ci era entrata alla fine della terza media era solo la passione per lo studio e per la lettera-tura.E così fu il Garibaldi. E il collettivo. E le di-scussioni. E imparare tante di quelle cose che non mi stavano tutte dentro. E nomi mai sen-titi, posti mai sentiti, storie mai sentite. Tutti a portata di mano. E il fatto che qualcuno mi chiedesse che pensavo delle cose.Che responsabilità, pensare qualcosa delle cose!Il primo corteo. Metterei la mano sul fuoco che fosse il 29 ottobre 2002 ma non trovo prove ovunque le cerchi. Il sole su Corso Um-berto. I volantini. La mia copia di Lotta Co-munista (tanto ci siam cascati tutti, non ba-rate). Tutto l’impegno che ci misi nello spie-gare a casa perché non potevo assolutamente andare a scuola ma dovevo andare a quel cor-teo, era troppo importante non mancare, la Riforma Moratti avrebbe demolito la scuola

pubblica se io non andavo. La prof del ginna-sio incazzata nera per l’assenza di massa che quasi ci interrogò sulle ragioni del corteo sgamando le defezioni di più di metà della classe.L’Unione degli Studenti entrò nella mia vita solo due anni più tardi, ma in quei due anni fu una presenza costante e invisibile, di vo-lantini conservati e collettivi in cui mi guar-davo intorno affascinata.Poi la mia prima occupazione vera. Il fatto che dipendesse anche da me, dalla mia pre-senza costante, dal mio impegno, dalla mia militanza. Roberto Saviano nella palestra di scuola non era ancora nessuno e lui ci parla-va di camorra e con Boccione, Pardone e An-tonio lo guardavamo sconvolti per ben altro. I turni. I seminari. I materassini. Un freddo cane. Le sigarette. Festeggiare sedici anni a scuola. Uscire da quella scuola fu un trauma.La prima volta in sede. La scrivania a dar le spalle alla grande finestra assolata della 508.E poi le prime riunioni in sede e una comuni-tà immensa, un mondo di cui non avevo mai avuto idea, molto più grande del mio amato collettivo e così tante altre cose da imparare che c’era da avvilirsi. Sono stata una presen-za muta in assemblea per più di un anno. Tutto mi sembrava troppo grande, tutti mi sembravano troppo bravi, e non riuscivo nemmeno ad articolare frasi perché automa-ticamente mi sentivo una ragazzina incom-petente.Poi qualcuno scoprì che scrivevo, e che vole-vo parlare di camorra. E allora Tizio, e l’R5, e i volantini, e le farfalle, e i documenti, e le piattaforme, e studiare studiare studiare an-cora. Poi la proposta di entrare in esecutivo, “Cantalino siamo tutti strumenti della rivolu-zione, non ribellarti al tuo compito e al tuo destino”, e poi la scissione, la rottura col sin-dacato, gli scatoloni reali e quelli attesi, “Rita io ti devo dire una cosa però tu stai calma...”. E il mio esecutivo. Discussioni fiume interrot-te da giochi di parole su manifesti appesi per rompere la tensione. E tutti in piedi sulle se-

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die se la discussione si fa seria. E portare una pila di manifesti come un giglio in giro per il quinto piano la sera del sedici novembre. Urla, risate, crisi isteriche, sedie lanciate, borse lanciate, agende lanciate, abbracci e riappacificazioni, telefonate fiume, telefona-te di rabbia, telefoni chiusi in faccia, e poi al-l’improvviso ero coordinatrice. Io che nem-meno intervenivo dal camioncino ai cortei (ve l’ho fatta per dieci anni!). E la mia bellis-sima resporg. E i miei responsabili delle aree. E il coordinatore regionale. E il suo resporg. E i verbali degli esecutivi – due, poi ci siamo ca-cati il cazzo.E il primo corteo da coordinatrice, e un pian-to a dirotto all’arrivo del Garibaldi, e il mio mascara sulla camicia di Riccardo.E il nostro enorme 17 novembre. E poi tutti quelli con la pioggia.I figli del sindacato, e la grande differenza tra autonomia politica e organizzativa. E tra con-fronto politico e sudditanza. E l’interlocuzio-ne tra pari.Sono fotogrammi pure confusi, è difficile mettere un ordine. I volantinaggi in giro per le scuole, quelli in pullman fino a Fuorigrotta e quelli in motorino in giro per il centro, le balle a bidelli e sorveglianti vari, e se non rie-sci lasciali in un bagno. E i coordinamenti, le assemblee, in giro per la regione e per l’Italia.Frappy.I progetti, le follie urlate e i piani seri sussur-rati, i campeggi, “sono triste perché penso che domani sarà il mio ultimo primo corteo da coordinatrice” “ma l’anno prossimo lo sarà da coordinatrice regionale, e io sarò la tua resporg”. E una promessa tradita. Che ha generato una lunga serie di promesse tradite. Che hanno generato una ferita della quale non voglio qui parlare.È troppo difficile, non lo avrei mai detto, spiegare quello che ha rappresentato per me l’organizzazione che oggi compie vent’anni. Passeggiando dalla fermata dell’autobus a casa ho pensato che forse è stato veramente

il grande amore, l’unico incondizionato, l’u-nico che non è finito, l’unico cui non abbia nulla da recriminare. Non lo so, non riesco a dirmelo. So che l’Unione degli Studenti oggi compie vent’anni e che è più vecchia di ognu-no dei partiti che compongono il panorama politico di questo paese. So che nel corso de-gli ultimi dieci anni io ho fatto parte più o meno della sua storia. E mi sono nutrita e ho bevuto lo sguardo dei compagni, le parole, i discorsi, i confronti, le idee, i litigi, le ubria-cate, le risate, tutto un mondo che non avrei potuto trovare da nessun’altra parte. So che l’UdS mi sta dentro esattamente come il mio quartiere, che ha disegnato il mio modo di essere, di parlare, di pensare. Che ha disegna-to la persona che sono, lo sguardo che ho sul mondo, la rabbia e a’rraggia che mi muove ogni giorno. Non sono stata sempre costante e ho tradito promesse molto importanti ma ho amato questa organizzazione come un amore e come un amore la guardo da lontano sentendola nonostante tutto ancora mia.L’ho amata proprio nel senso dell’esserne in-namorata, e nel senso che al mio congresso di saluti ho voluto leggerle una poesia di Neru-da, che mi viene sempre in mente quando penso alla mia organizzazione, l’unica poesia che io conosca a memoria nella vita. E gliela voglio dedicare stasera, in questi arrabattati e confusi auguri.

Amore mio, se muoio e tu non muori,amore mio, se muori e io non muoio,non concediamo ulteriore spazio al dolore:non c’è immensità che valga quanto abbiamo vis-sutoPolvere nel frumento, sabbia tra le sabbie,il tempo, l’acqua errante, il vento vago,ci ha trasportato come grano navigante.

Avremmo potuto non incontrarci nel tempo.Questa prateria in cui ci siamo trovati,

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oh piccolo infinito! la rendiamo.Ma questo amore, amore, non è finito,e così come non ebbe nascita,non ha morte, è come un lungo fiume,cambia solo di terra e labbra.

Francesco CaporaliUdS Roma

uon compleanno, Unione degli Stu-denti!B

Martina CarpaniUdS Ostuni, Esecutivo Nazionale

ono le 08.30 del mattino, io sono in una metro strapiena. Eppure nono-stante l'orario mattutino sono già

molti i ricordi dentro questo social network, note, foto, stati, c'è persino chi ha deciso di usare la formula più antica dell'sms. Questo sta a significare che i compagni vanno a letto ad un orario indecente, perché che si alzino presto non ci credo neppure se lo vedo. Di questi 20 anni di organizzazione io ne ho vis-suti solo 6. Non so quindi immaginarmi quan-ti realmente siamo a ricordare oggi, già non riesco a dare una idea numerica ai mille sguardi che ho incrociato nella mia breve esperienza. Chissà quante e quanti hanno battuto la nostra strada, quante e quanti han-no costruito la nostra storia, quante e quanti hanno fatto le nostre stesse scelte, i nostri stessi sbagli. Le caratteristiche che accomu-nano le compagne e i compagni infinitamen-te diversi che ho conosciuto io sono sicura-mente l'orgoglio, la voglia di fare, la prolissi-tà e il sentimentalismo - con qualche eccezio-ne piemontese che finge ancora di resistergli - (insieme all'attitudine a dormire sempre troppo poco che già citavo prima). Per questo motivo evito di elencare i ricordi delle nostre lotte, delle nostre terre. Convinta che oggi la

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memoria collettiva si sbizzarrirà spontanea-mente trovando parole migliori e meno ri-dondanti di quelle che vengono in mente a ma ora. Fermare per il tempo di questa me-tropolitana la riflessione sulle cose da fare, per pensare invece alla nostra storia, a cosa siamo ed a cosa vogliamo e possiamo ancora diventare, mi blocca. È come quando da pic-coli ti portano per la prima volta a visitare un grande monumento. Per quanto le cose si possano studiare e conoscere, quando le vedi non puoi che provare un grande senso di pic-colezza e inadeguatezza di fronte alla loro maestosità. Ecco perché limito il mio flusso di coscienza qui. 20 anni di storia in questo pae-se non sono affatto pochi. Sarebbe irrealisti-co dire di essere paradigmatici in questo Pae-se. Purtroppo non lo siamo. Ma siamo riusciti a crescere e resistere contro ogni previsione, a diventare alternativa che si annida, resiste e combatte. C'è. E non solo. Non si accontenta di stare nell'ombra. È alternativa rumorosa, vitale, che sceglie la difficoltà del collettivo come forma pratica della resistenza. Da 20 anni noi siamo forza aggregante di questo paese. Perciò penso a cosa ci sarà domani, alle nuove sfide, alla nostra responsabilità storica.Nell'augurare buon compleanno all'Unione Studenti, penso al futuro. Ai tanti che incro-ceranno e percorreranno la nostra storia, ad altri 20 di questi anni, di questi autunni, che porteranno ad una nuova primavera. Auguri compagne e compagni! Ci vediamo il 22 per festeggiare insieme!

Giada CecchinUdS Genova

uguri a tutti, vecchi e nuovi.Chi vi scorda più. A

Diego CiarafoniUdS Roma

anti Auguri all'Unione Degli Studenti per i suoi 20 anni di Sindacato Stu-dentesco. Tanti auguri a tutti compa-

gni con cui in questi 7 anni ho condiviso un viaggio e che hanno contribuito a una parte importante della mia vita.

TFederica CiarlarielloUdS Campobasso

ggi facciamo vent'anni e non li sen-tiamo neanche un po': sentiamo l'o-nore e la gioia per un'organizzazione

che attraversa l'Italia e la sconvolge e la cam-bia da vent'anni, costruendo dal basso un Paese diverso, credendo in un sogno più grande di noi, più grande di tutt*; ma non ne sentiamo mai il peso perché non c'è nulla a cui rimanere fedeli, non c'è partito e non c'è padrone, non c'è posizione a cui dover rende-re conto. A partire dai nostri valori, dalla vo-lontà di una rivoluzione che parta dalla Co-noscenza (e dalla Rete della Conoscenza), sia-mo stati l'unico soggetto sociale pronto a co-struirsi e decostruirsi per stare al servizio de-gli studenti e delle studentesse, per fare con-trocultura e mutualismo, per lottare ogni giorno a denti stretti a difesa della scuola

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pubblica e della giustizia sociale... perché la rivoluzione si fa un passo alla volta e noi camminiamo da vent'anni senza distogliere lo sguardo dall'orizzonte, avvicinandoci sem-pre un po' di più.L'Unione degli Studenti è stata in questi anni in più di cento città d'Italia, in migliaia di scuole, è stata casa e lavoro di milioni di stu-denti, che hanno trovato un laboratorio aperto e uno spazio accogliente, in cui cam-biare la propria vita provando a cambiare quella di tutti e tutte.L'Unione degli Studenti ha attraversato le mobilitazioni di questi anni ed è stata in tutte le piazze per lottare per un mondo più giu-sto, com'è possibile e com'è necessario.Resto convinta, perciò, dopo vent'anni di sto-ria, che in questo Paese dell'UdS ce ne sia estremo bisogno.Non perché sia stato utile per la mia vita fare politica, non perché i tanti Riot Village sono tra i momenti più belli e indimenticabili che abbia vissuto, non perché ho incontrato com-pagni divenuti fratelli e sorelle spero per la vita, non perché credo di aver impiegato nel migliore dei modi i miei giorni, non perché non sarei ciò che sono senza questa fantasti-ca folle organizzazione, ma perché l'UdS è stata ed è mezzo per la costruzione di una ri-voluzione consapevole e definitiva; e non è e non è stata mai fine di nessuno e di niente.Auguri mia dolce cara compagna, auguri a tutti gli udiessini di ieri e di oggi e soprattut-to a tutti quelli di domani: al lavoro e alla lot-ta!

Luca CioffiUdS Avellino

0 anni fa nasceva l' Unione Studenti. 20 anni di battaglie, di vittorie, di sconfitte, di lotte. Per 20 anni migliaia

di studenti si sono sentiti rappresentati da un freccia che indica verso sinistra, si sono in-contrati, hanno partecipato, si sono mobilita-ti, e tutti hanno realizzato un pezzo di quel cambiamento che ogni giorno l'UdS costrui-sce nelle nostre scuole e nelle nostre città. Sono orgoglioso di essere parte di questo progetto: in questi 5 anni ho avuto l'opportu-nità di crescere, di conoscere una moltitudi-ne di compagni che sono stati capaci di se-gnarmi, ho partecipato a numerose battaglie, ho avuto l'opportunità di mettere a disposi-zione il mio tempo e il mio impegno per una grande comunità, con il senso di responsabi-lità nei confronti di tutti i compagni che ne-gli anni sono stati capaci di costruire l'orga-nizzazione che ho vissuto. Sperando di poter continuare a dare il mio contributo, ringrazio tutti i compagni che hanno attraversato le nostre sedi e le nostre piazze lasciando un pezzo di loro, e auguro all'UdS e a tutti i com-pagni che vivono o che vivranno questa real-tà ancora tanti anni di vittorie e di battaglie.

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Al lavoro e alla lotta

Lì, anche chi era nato per tenere la testa bassa, poteva indovinare il brillio delle stelle.

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Federico Del GiudiceUdS Siena, Portavoce Nazionale della Rete della Conoscenza

uando esci da quella tana che sono le scuole medie e ti affacci alle superiori, tra il professore e te c'è una distanza

che sembra immensa, sei un alpinista che guarda una montagna dalla pianura, e vengo-no le vertigini. Prendere la parola in classe e contraddire il prof appare qualcosa di impos-sibile, figurarsi farlo con un preside, un as-sessore, un sindaco...

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E invece migliaia di persone imparano a far-lo, prendono coscienza di avere diritti, biso-gni, sogni. Migliaia di studenti hanno impa-rato a prendere parola, hanno imparato a farlo guardando dritto negli occhi il prof, il sindaco, il preside. Lo hanno imparato a fare insieme, in una grande scuola di vita prima che di politica, una scuola diversa dalle altre, senza muri e senza professori ma fatta da una comunità di eguali.

Io ho imparato ad alzare la mano e dire la mia in questa scuola, l' Unione degli Studen-ti, e da quel momento non ho più abbassato lo sguardo.Vent'anni non sono pochi e, ogni giorno che passa, in questo mondo c'è sempre più biso-gno di imparare ad alzare lo sguardo e pren-dere parola per rendere realtà i mille sogni che abbiamo nella mente.

Daniele Di MitriUdS Bari, Board Member Obessu xxxx

ggi 12 Marzo 2014 sono 20 anni dalla nascita dell’Unione degli Studenti, la prima e la unica associazione naziona-O

le studentesca di ispirazione sindacale in Ita-lia.Il pensiero non può che andare a tutte le compagne e i compagni che per 20 anni han-no fatto la storia della mia Organizzazione. Che quotidianamente hanno fatto i salti mor-tali per mandarla avanti avendo sempre po-chissimi mezzi, lo stralcio di quattrino ma moltissimi sogni.E non si tratta solamente di retorica spicciola dire che l’Unione degli Studenti è mossa da un foltissimo gruppo di sognatrici e sognato-ri se si vede alla complessità del fare politica oggi. Università a cui è impossibile accedere, tasse universitarie, precarietà, la crisi che vi-vono tutte le nostre famiglie. Permettersi di fare il Sindacato studentesco è una scelta complicata, sconsigliata per molti. Dedicarsi notte e giorno a far quadrare le cose, a con-tattare le persone, a girare i territori e fare riunioni, a svolantinare per l’iniziativa o la manifestazione, non è solo sconsigliato da molti, ma è anche un po’ da folli.Solamente con il singolo impegno di ogni sin-gola compagna e compagno dell’UdS si è riu-sciti a fare di quest’Organizzazione un presi-dio costante per la difesa di diritti e per la lotta per la giustizia sociale e una società mi-gliore. Solamente con l’impegno di tutt* sia-mo arrivati al livello di radicamento, di ela-borazione politica, di emancipazione dalla politica vecchia e fallimentare della sinistra italianaL’UdS in 20 anni ha significato molto per il nostro Paese, ma ha significato tantissimo so-prattutto per chi l’ha vissuta. Ha significato molto per me, che dal 2006 contribuisco a mio modo per questa organizzazione e quello che riesco a dare è sicuramente e infinita-mente inferiore a quello che ho ricevuto.Da sempre la cosa che mi auguro vedendo i miei ex-coetanei impegnati ad essere distrat-ti da Iphone, scarpe, calcio, xfactor e cazzate simili è di avere la possibilità di poter fare l’UdS, mettere anche loro alla prova le loro capacità e le loro emozioni e i loro sogni. Ca-

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pire che tutti possiamo essere utili a cambia-re le cose e non solo a spendere soldi. Per questo e per molto altro ancoraLunga vita all’ Unione degli Studenti ma so-prattuttoIn direzione ostinata e contraria sempre!

Mariano Di PalmaUdS Area Vesuviana, Coordinatore Naziona-le 2011-2012

utte le parole da utilizzare sarebbero insufficienti a raccontare la felicità di questa giornata. Venti anni e non

sentirli affatto, venti anni di lotte, di indi-pendenza; quella vera e difesa a denti stretti. Venti anni di giovani folli, di piccole indivi-dualità che hanno costruito una grande espe-rienza collettiva. Senza partiti veri e taciti, ognuno di noi da venti anni ha deciso uno sforzo individuale piccolo e grande che si è moltiplicato per generare cambiamento. Un fatto straordinario. Se ci penso soltanto mi vengono i brividi: aggregare non su un'iden-tità, ma su un'idea, su una condizione sociale, non solo sull'appartenenza ad un'area politi-ca, ma ad un insieme di storie mischiate e ibridate. Un'idea generale, plurale capace di invadere il campo.

T

L'UdS, questa grande scelta di libertà senza dogmatismo compie 20 anni e io rido dei tan-ti iettatori che hanno gridato alla nostra fine, che ci hanno attaccato in tutti i modi. Voi avete cambiato volto, vi siete trasformati, avete perfino tradito le vostre idee. L' UdS in-vece è ancora qui, forte come non mai. Il per-ché è semplice: l'UdS non è un soggetto di autoconservazione, che cerca padri e padrini, non è un'identità statica, un posizionamento dentro l'universo della politica. È uno stru-mento, una piattaforma avanzata al servizio

del movimento e nel movimento. Dal '94 ad oggi abbiamo fatto una strada lunga, nei mo-vimenti, per costruire la nostra indipenden-za, per realizzare quel sogno che oggi si chia-ma Rete della Conoscenza. Nessuno ci crede-va che potessimo mettere assieme i soggetti in formazione. Invece l'abbiamo fatto, il cam-mino prosegue dritto e splendido.

Enzo del Re diceva che la rivoluzione non è un evento. È proprio così. Non è un fatto che scende dal cielo, calato dall'alto, perfetto, compiuto. La rivoluzione non accade per caso, non è il 25 Dicembre o il 6 Gennaio. È un fatto complesso, difficile, ma straordinaria-mente bello e dolce, che mischia la lotta con la vita. Nei piccoli e grandi impegni di ogni giorno mi porto adesso gli sguardi degli stu-denti incontrati in tutta Italia, delle parole forti dei miei compagni, della forza tremen-damente dolce delle mie compagne. La forza di cambiare, di trasformarci, di innovarci, di stare assieme nelle diversità è la più grande lezione da imparare e il più grande esercizio da fare ogni giorno, con umiltà. Sento ancora la mattina l'odore delle piazze d'autunno, la loro densità stretta e lunga, avverto ancora il sapore della colla dei manifesti il giorno dopo, riconosco ancora quel brivido lungo la schiena che permette ancora di riconoscerci, di dire il nostro eccomi.

Ma come ho detto prima, tutte queste parole, non valgono un solo degli sguardi incontrati, non valgono neanche uno solo dei cortei, o rendono giustizia a uno solo dei miei compa-gni. Certo non si è sufficienti e non bisogna mai sentire il traguardo vicino; bisogna stu-diare e formarsi e poi studiare ancora e prati-care, praticare finché non si trova la strada giusta, quella di coniugare obiettivi e parteci-pazione, democrazia e risultato, vittoria e protagonismo collettivo. Ai tempi della crisi bisogna tenere l'occhio dritto verso l'obietti-vo, all'orizzonte della trasformazione reale... Però fermarsi almeno un giorno a ricordare è

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un atto di giustizia per una grande storia col-lettiva. Un rivoluzionario è mosso da grandi sentimenti d'amore e noi non abbiamo mai smesso di es-sere questo, di essere degli amanti e degli amati.Ogni giorno. Ogni ora. Ogni attimo. Il viaggio continua. Il cammino è nell'andare.

Alle compagne e ai compagni di sempre.

Martina Di SimplicioUdS Siena

uon compleanno a tutti... Eh sì grandi ricordi, perché per citare il discorso di saluto di un altro coordinatore 'il

personale è politico e il politico è personale' (vero Federico Bozzanca?) e quindi ricordi di formazione politica e personale si intreccia-no... E migliore scuola di politica non c'è sta-ta…

B

Federico EspositoUdS Pagani

ent'anni. E ripensare alle lotte e alla scoperta del significato vero della parola

"compagni".VVent'anni di Unione degli Studenti, di sguar-di e volti colorati. Di lacrime agli occhi e pu-gni alzati. Alle piazze che si riempiono, a chi c'è stato prima e a chi c'è stato dopo. A chi ci sarà.

Auguri!

Marco FinardiLaPS – UdS Milano

anti auguri UdS! Che possano tra-scorrere altri 20 anni come questi, rialzandoti da ogni caduta più forte

di prima.TE un grazie di cuore a tutti quelli che hanno condiviso con me il proprio percorso :)

Paola FracellaUdS Lecce

uguri a te, che senza di te non sarei io. Per altri mille anni di impegno, di viaggi, di riunioni, di rabbia, di liti,

di lacrime e di sudore, di voti di merda a scuola, di treni presi all'ultimo secondo, di lotte, di compagni, di idee, di manifestazioni, di alternative, di cambiamento,di speranza,di bellezza, di poesia, di amore. L'UdS che com-pie vent'anni, nell'anno in cui io formalmen-te la lascerò e lei non lascerà mai me.

A

Giulio FranchiniLaPS – UdS Milano

on sono solito fare post di questi tipo ma vedere la bacheca intasata di au-guri di compagni vecchi e giovani,

che magari non hanno mai nemmeno milita-to con me e sentirli miei, mi ha dato la spinta giusta.

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Auguri all'Unione degli Studenti, la più gran-de organizzazione studentesca di questo Pae-se. Vorrei cogliere quest'occasione per rin-graziare.

I primi ringraziamenti vanno all'organizza-zione: grazie per avermi insegnato cosa vuol dire essere una comunità umana e politica.Grazie per avermi insegnato il metodo e la pratica dell'obiettivo.Grazie per avermi insegnato a resistere ai dubbi e alla fatica. La lista dei ringraziamenti all'organizzazione è potenzialmente infinita, visto che mi ha reso la persona che sono. Nonostante io sia un freddo compagno del nord vorrei ringraziare anche delle persone.Il primo ringraziamento va a Mariano, un compagno straordinario, che ha creduto in me come mai nessuno ha fatto, che mi ha in-segnato e caricato tantissimo, senza il quale forse non avrei mai conosciuto l'organizza-zione. Con lui ringrazio i compagni dei miei esecutivi nazionali, che hanno sacrificato tantissimo in quegli anni e che non si sono arresi davanti al grigiore di questa città, la storia sta dando loro ragione.Ringrazio Andrea e Jacopo: i miei compagni di sempre che non hanno mai fatto un passo indietro, non hanno mai ceduto, hanno sem-pre dato anima e corpo e hanno sempre sop-portato il mio carattere ed i miei errori (e an-che il mio stalking).Anche se magari ci vediamo una volta a setti-mana vi sento sempre al mio fianco. Ringrazio tutti i compagni di Milano, sia i vi-cini che i lontani, la comunità umana che dal-la fine del 2009 stiamo ricreando, special-mente Marco e Federico, che vengono dal mio liceo e che sono i giovani più prometten-ti che io abbia mai conosciuto. Invito tutti i compagni di Milano a guardarsi indietro e vedere quanto è impervia la salita fatta fin'ora per trovare la fiducia e la forza

per continuare a salirla; invito tutti a tenersi stretti e a sentirsi vicini e a chiedere aiuto se necessario: è l'unico modo per sopravvivere a quest'alienante metropoli. Non molliamo.Gli stessi inviti li faccio anche a tutti i compa-gni lombardi che oltretutto devono sopporta-re i milanesi ed il loro egocentrismo.Ringrazio infine tutti i compagni, i militanti, di questa splendida organizzazione, i vecchi ed i giovani. Ho un bagaglio di ricordi straor-dinario. Ho la speranza che in fondo ogni soggetto che ha attraversato quest'organiz-zazione stia continuando a resistere e a non essere indifferente.

Mi sembra che l' UdS Milano sia la dimostra-zione del fatto che vola solo chi osa farlo.

Viva il sindacato studentesco, viva la Rete della Conoscenza.

Al lavoro alla lotta e all'organizzazione

Viviana GalliSegretaria Generale Obessu 2011-2013

anti auguri all'Unione degli Studenti! 20 anni di lotta per i diritti senza scendere a compromessi!T

Giulio GazzaneoUdS Brindisi

i emoziona pensare di essere par-te di qualcosa che oggi compie 20 anni. Mi emoziona pensare a M

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quanto, migliaia di studenti in questi 20 anni, si siano battuti spinti da uno stesso sogno, da una stessa speranza. E mi emoziona sopratut-to pensare a quanto, in questi 20 anni, sia stato fatto e quanto si possa ancora fare. Ri-fletto spesso sul senso della nostra associa-zione all'interno del contesto sociale in cui viviamo, e oggi più che mai mi convinco di quanto negli ultimi 20 anni siamo stati capaci di connettere lotte studentesche e sociali, ge-nerando un interesse e una partecipazione che altrimenti sarebbero rimaste probabil-mente inespresse, dando voce alle esigenze, alle idee e ai sogni di intere generazioni. E più che a guardare al passato mi vien da pen-sare al futuro, a ciò che ci aspetta. Le mille difficoltà che si vivono in un territorio dove l'indifferenza è totale e le mille ambizioni di poter lasciare qualcosa a questa comunità, la-sciare qualcosa a questa città e soprattutto trasmettere il sentimento a chi verrà dopo di noi. Quel sentimento che mobilita i nostri animi e che ci ha portato a compiere oggi 20 anni. Quel sentimento che ci ha portato a tut-te le nostre conquiste, che ci ha fatto cresce-re e che ci sprona ad andare avanti. Quel sen-timento che oggi più che mai va acceso in ognuno di noi e coltivato senza fine. Quel sentimento che, tramutato in fatti, rappre-senta l'unica speranza per questo paese di un futuro migliore. Noi continueremo a espri-mere e rappresentare questo sentimento per molti altri anni ancora, nonostante tutto e tutti, sempre in direzione ostinata e contra-ria! Tanti auguri a tutti noi, ai nostri mille sguar-di e alla nostra unica speranza.

Alessandro GerosaUdS Monza

omunque due parole oggi per i 20 anni dell'Unione degli Studenti sento di volerli spendere anch'io.C

Perché dalla piccola Brianza pure io ho avuto la fortuna di fare una parte molto importante del mio cammino politico con l'UdS. Perché quello che sono oggi lo devo anche alla for-mazione politica che ho acquisito con l'UdS nelle lotte, nei cortei, nei congressi e nei Riot Village. Ma sopratutto perché quell'esperien-za mi ha lasciato in eredità amicizie con tan-tissim* compagn*, fratelli e sorelle, sparsi ovunque per la penisola.Auguri a tutt* le/i ragazz* che oggi stanno continuando a costruire e animare l'UdS nel-le città e nei conflitti.Al lavoro e alla lotta ogni giorno.

Alessio GiorgianniUdS Vittoria

icordo come fosse ieri, quando assie-me a dei compagni, assieme a dei fra-telli, decisi di intraprendere l'espe-

rienza dell'Unione degli Studenti. Quell'espe-rienza che mi avrebbe segnato come poche, che mi avrebbe accompagnato negli anni di liceo.

RPensammo che solo assieme, mettendo a va-lore le nostre idee, le nostre avventure, pote-vamo diventare soggetti attivi nelle nostre scuole, come nella nostra città, a tratti spen-ta, noiosa e grigia.Iniziammo quindi creando uno spazio di di-scussione, in cui esprimersi, in cui sognare un modello di città, di scuola e di studente, diverso, a misura di ognuno di noi. Prose-

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guimmo così, colorando la nostra scuola come le nostre giornate, con i primi volantini davanti ai cancelli dei luoghi della formazio-ne, con le prime assemblee, con i primi cor-tei, per poi continuare con i cineforum, l' in-formazione e l' occupazione.Capimmo infine che quell'esperienza che aveva fatto crescere ognuno di noi, con quel-la freccia a sinistra che aveva segnato il no-stro cammino, non poteva terminare con noi.Eravamo soprattutto consapevoli che le no-stre idee e i nostri spazi di discussione si le-gavano e si intrecciavano a quelli dell'UdS di tutta Italia, uno piattaforma ampia quasi in-terminabile che comprende ogni singola idea, di ogni singolo individuo, di ogni singo-lo paese dove è presente il sindacato studen-tesco. Ed era questo che ci dava forza e conti-nua a dare forza ad ogni singolo territorio udiessino che continua instancabilmente rin-novando le avventure alle nuove generazioni.Auguri al sindacato che compie venti anni, auguri a noi tutti/e.

Alessio GrancagnoloUdS Catania

ggi il Sindacato Studentesco compie venti anni. Al Lavoro, alla Lotta!O

Fabrizio GrecoUdS Napoli

dS in Chiapas 2003. Per i tuoi 20 anni e per aver buttato il sangue con tutti voi. Felice di averlo fatto. U

Carmen GuarinoUdS Avellino, Esecutivo Nazionale

vere 20 anni avere sogni grandi! Oggi l'Unione degli studenti compie 20 anni e sono anni che puoi provare

a descrivere solo facendo i collage dei volti, tutti, delle parole, dei gesti, delle agende sca-rabocchiate a riunione, delle bandiere appese in camera, delle mani sporche di bomboletta prima dei cortei, dei pugni chiusi in alto di migliaia di compagne e compagni.

A

Una storia intera che dobbiamo festeggiare perché l'allegria va difesa, e la lotta non può essere sacrificio ma dobbiamo riuscire a ren-derla liberazione personale e collettiva, oggi più che mai; una storia straordinaria di indi-pendenza che chi c'ha provato non è riuscito a stravolgerla né a distruggerla e oggi ha solo più forza con Link Coordinamento Universi-tario e la Rete della Conoscenza, una storia che dobbiamo analizzare perché il passato è un peso e il futuro una minaccia se non ca-piamo come rivoluzionare il presente! Tanti

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auguri a tutte e tutti!

Michela IaciofanoUdS Campobasso

a lotta per me è una sola; per tutti i li-bri di questo mondo. 20 anni di rab-bia, sogni, allegria. Auguri a noi.L

Ilaria IapadreUdS L'Aquila

uguri per questi vent'anni così inten-si. Auguri alle mie dolcissime e grin-tosissime compagne e ai miei adorati

compagni. Auguri all'Unione degli Studenti L'Aquila, che, pur riunendosi nei bar più ru-morosi tra le macerie della mia città, ha an-cora la forza di immaginarsi un mondo più bello. Auguri alle compagne e ai compagni degli altri territori che come me ritrovano nella lotta un motivo d'essere. Auguri anche a voi, compagne e compagni che incontrere-mo nel corso del nostro viaggio.

A

Auguri Unione degli studenti, il sindacato studentesco.

Ludovica IoppoloUdS Capo d'Orlando

anti auguri a tutte e tutti noi per i meravigliosi e folli primi 20 anni dell' Unione Degli Studenti!T

Avevo più o meno 15 anni quando Claudio Reale mi ha portato alle prime riunioni della gloriosa UdS Capo d'Orlando e 17 quando ho partecipato al primo campeggio a Otranto (teatro di estati passate tra cicale, sogni, amori e autunni da progettare) dove ho co-nosciuto Fernando D'Aniello, Fabrizio Sioux e Tiziano Ubbiali.Claudia Pratelli mi ha raccontato dei suoi studi in sociologia e ho deciso di venire a Roma a studiare alla Sapienza. Jacopo Rosa-telli mi ha proposto di dare una mano sulla campagna antimafia e sono entrata nel mon-do di Libera (che 20 anni li compie tra un anno e la storia di un sociale che è immedia-tamente politico è in gran parte la stessa).E poi i social forum, le manifestazioni contro la guerra in Iraq, la "seconda potenza mon-diale" che sognava l'altro mondo possibile.Le campagne di cooperazione internazionale in Kosovo, Senegal e Chapas e l'idea di far na-scere centri servizi gestiti dagli studenti per gli studenti, fondati sui principi di mutuali-smo e solidarietà (con Corrado Cristiano e Giorgio Zecca), perché bisogna aggregare partendo dai bisogni per costruire percorsi politici forti e radicali.E l'UdU Roma (oggi Link Roma) e il movimen-to contro la Moratti, le mobilitazioni per il diritto allo studio e quel meraviglioso 25 ot-tobre 2005: "Il nostro tempo è qui e comincia adesso!" dicevamo accerchiando il Parlamen-to. Per noi la storia era ancora la stessa.E ancora la giornata mondiale degli studenti ogni 17 novembre e quel sogno pazzo (ricor-do ancora le riunioni della commissione con Giuseppe Beccia, Mauro Casola, Martina Scheggi, Federica Consales e Stefano Busi:

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non so se eravate tutti lì, ma io vi ricordo lì) di unire le lotte di studenti medi e universita-ri in un soggetto generale di rappresentanza dei soggetti in formazione capace di rivendi-care il libero accesso ai saperi e la centralità della conoscenza per una società realmente inclusiva. Oggi quel sogno si chiama Rete del-la Conoscenza e ci fa sentire tutte e tutti pro-fondamente orgogliosi.Incontrare dopo tanti anni chi quella storia l'ha vista nascere come Maurizio Zammataro e riconoscersi nello stesso identico modo di approcciarsi alla politica, all'organizzazione, al partito, con la stesso identica determina-zione a non accontentarsi di gestire sempli-cemente l'emergenza e la stessa ostinazione a cercare di cambiare lo stato di cose esisten-ti.Infine, oggi decidere di metterci la faccia per l'Altra Europa con Tsipras, attraverso lo stru-mento della campagna ACT con Claudio Ric-cio candidato nel collegio Sud: care compagni e cari compagni, ancora una volta, cambiamo assieme la storia!

Roberto IovinoUdS Scafati – Agronocerinosarnese, Coordi-natore Nazionale 2007-2009

uesta la mia immagine per celebrare il ventesimo compleanno del più grande sindacato studentesco italiano. Q

Auguri a tutti/e quelli/e che l'hanno fondata, a chi l'ha fatta crescere, a chi l'ha rafforzata, a chi c'ha investito anni della propria vita e chi c'è passato anche per una sola riunione. Auguri anche a tutti quelli che hanno prova-to a distruggerla e che adesso non possono fare altro che ereditare il loro fallimento.

Auguri alla fantastica freccia rossa su sfondo bianco, che va a sinistra per indicarci l'unica strada per l'affermazione dei diritti e della giustizia sociale.

Auguri soprattutto a chi c'è adesso e a chi ci sarà, perché sono e saranno loro i veri custo-di di questa straordinaria storia collettiva.

Auguri di buon 20esimo compleanno all'U-nione degli Studenti, uno dei più grandi amo-ri della mia vita.

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Jamil KadduraUdS Napoli

Stefano KenjiUdS Avellino, Coordinatore Regionale UdS Campania 2010-2011

enti anni fa nasceva l’Unione degli Studenti. Per 6 anni sono stato una goccia in questo oceano, e non mi

sono mai sentito solo.VLa prima manifestazione a cui partecipai la vidi dal marciapiede. Era un giorno di “festa a scuola” , proprio quell'idea che con gli anni incominciai ad odiare. La prima volta che mi parlarono dell’UdS è stato invece a GrottaKa-

povolta concerto della Banda Bassotti, da al-lora la mia vita prese un’altra direzione.

Ricordo il primo corteo da militante, 200 per-sone contro Fioroni e tanta voglia di costrui-re qualcosa di più grande. Chi si sarebbe mai aspettato che di lì a un anno sarebbe comin-ciata l’Onda? E sentire l’Onda ad Avellino è stato un sogno. Manifestazioni enormi , gen-te per strada a parlare di difesa della scuola pubblica e della necessità del protagonismo studentesco, e il tutto assumeva un significa-to particolare nella provincia più provinciale della Regione.Ma al di là dei cortei quello che ricordo bene sono i compagni, le riunioni affollate, i mer-catini del libro usato con le librerie di carto-ne, l’autostop chiesto ai pompieri, le uscite di gruppo, i sogni costruiti insieme.

Ricordo Frappy e il suo sorriso, un ricordo che fa male.

Ricordo la mia scuola e di come l’ho vissuta così intensamente proprio grazie all’UdS. Ri-cordo che devo al sindacato studentesco, e a chi me lo ha insegnato,il mio desiderio di co-noscere , di studiare, di interpretare la mia vita non accontentandomi delle miserie del presente ma impegnandomi a costruire le ricchezze del possibile.

Ricordo le battaglie per i comitati studente-schi e quella rabbia che per primi ci portò a dire no al Racket dei Mak-p e a farne una no-stra campagna. Ricordo la rappresentanza studentesca, i comitati, la consulta, ricordo Don Ciotti e il “cosa pensa della legalizzazio-ne”, le figure di merda e gli applausi.

Ricordo una chiacchierata in una piazza a Pontecagnano, in un Bar di Salerno, sul bal-cone di casa con le migliori persone che ab-bia mai conosciuto e che mi hanno cambiato

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la vita.

Ricordo l’arrivo a Napoli, ricordo via Torino, ricordo le giornate in sede, gli esecutivi sulle scale, il regionale Napoli-Salerno con quella vista sul golfo che spezza il fiato, i viaggi a Benevento, la sede del Vivace ad Arzano e le sue pareti arancioni, la riunione nella stazio-ne di Caserta.

Ricordo le assemblee a Nocera come i cortei a Pomigliano. Ricordo veterinari che diventa-vano improbabili operai della Fiat, ricordo i sorrisi e le lacrime.

Ricordo la mia seconda casa Salerno e la mia prima Serino. Ricordo i banchetti, i volanti-naggi al primo maggio e quelli nelle feste di paese, le creatività provinciali e quelle scola-stiche, lo statuto degli studenti e il dpr 567, gli autunni che dal 2008 al 2013 hanno scosso il paese a partire dalle fondamenta della scuola.

La provincia in piazza, gli attacchinaggi nel-l’Agro. Gli incontri improbabili.

Ricordo Roma e tutti gli appuntamenti nazio-nali, ricordo le città che ho visitato unica-mente per manifestare la nostra idea di mon-do, per praticarla attraverso la nostra collet-tività. Ricordo l’ex manicomio e i coordina-menti nazionali, le prime Direzioni in cui avevo paura ad esprimermi e le commissioni costituenti di Rete in cui avevo difficoltà a se-guire tutti i ragionamenti. Così come i con-gressi e le direzioni che invece ho vissuto con impegno e intensità.

Ricordo Riot Village, Bubù, le tende, Ettore, il Pilotti e il coro “UdS CAMPANIA” con le tante persone che lo urlavano con una voce sola.

Guardo un bracciale rosso, ricordo tutto e lo conservo con me. Perché se non avessi incon-trato l’Unione degli Studenti la mia vita sa-rebbe stata diversa. Perché ho capito che questo mondo fa schifo e siamo noi a doverlo cambiare. Perché se non vivessi in questa splendida comunità umana mi sentirei solo.

Siamo un esercito di sognatori è per questo che siamo invincibili.

Nora KleibelBoard Member Obessu

anti auguri, Alles Gute & Happy bir-thday Unione degli Studenti! May 20 and many more years of strong acti-

vism for school students follow!TDaša KoribaničováBoard Member Obessu

he happiest birthday to Unione degli Studenti!!! At least 100 more succes-sful years of school student activism!

And see you at Riot Village – Il Campeggio Studentesco :) May 20 and many mo

TGabriele LambiaseUdS Napoli

uguri Unione degli Studenti, grazie per quello che mi hai dato, per chi mi hai fatto incontrare, per avermi A

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permesso di aiutare a creare un mondo mi-gliore.

Danilo LampisUdS Barbagia Mandrolisai, Esecutivo Nazio-nale

ilitavo perché la vicinanza di altri giovani sognatori moltiplicava i miei sogni [...] I miei sogni sono irrinun-

ciabili, sono ostinati, testardi, resistenti.MVent'anni fa nasceva l'Unione degli Studenti, la più grande esperienza collettiva giovanile di questo Paese. L'UdS continua ad essere un laboratorio uni-co di partecipazione e di organizzazione per migliaia di studentesse e studenti, continua a rappresentare uno strumento unico di eman-cipazione individuale e collettiva. Questo perché ha saputo continuamente innovarsi e contaminarsi, coniugando rappresentanza e conflitto, senza mai essere autoreferenziale, senza mai perdere il contatto con la realtà.

L’UdS è lo spazio in cui tante e tanti hanno capito che le differenze sono una ricchezza, che ci si può prendere cura l’uno dell’altro, che si può far giustizia solo se si sta assieme, se ci si unisce. L’UdS è lo spazio in cui si impara a cammina-re, a “camminare domandando”, a mettersi in discussione per comprendere e prendere posizione. L’UdS, lo spazio in cui si impara ad alzare la voce, a non rassegnarsi, a non cadere nell’in-differenza, a essere protagonisti del proprio presente.

Oggi, a 6 anni da quell’ottobre del 2008, da

quei primi cortei e autogestioni, ho desidera-to, gioito e sofferto con migliaia di compagni e compagne. Compagn*: la parola più bella che esista, la parola che riempie e da una di-rezione alle nostre vite.

Quella direzione a sinistra, ostinata e contra-ria, che è tensione al cambiamento, al riscat-to, alla libertà, alla rivoluzione.

Jacopo LanzaLaPS – UdS Milano, Esecutivo Nazionale 2011-2012

'ho conosciuta tardi. Mi poi mi ci sono sentito come se ne avessi sempre fatto parte. Coi suoi vent'anni Unione degli

Studenti ha maturato esperienze e lacerazio-ni, ma soprattutto ha prodotto tante lotte, partecipazione e diritti. Parlo di storie collet-tive. E di risultati concreti che sono entrati nella vita quotidiana di tutti gli studenti. Come lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, giusto per citarne uno.

L

Oggi l'UdS rappresenta anche un modello di organizzazione sociale, che è capace di stare nei movimenti, di saper unire vertenze e con-flitti, partecipazione e rappresentanza, supe-rando dicotomie fatte per dividere. Nella sua indipendenza ha costruito un'identità fatta di sintesi e molteplicità, dove trova posto la storia del sindacalismo studentesco che con-tamina e si lascia contaminare dalla storia collettivi. I percorsi che si intrecciano gene-rano poi nuove forze e così assieme a Link Coordinamento Universitario abbiamo dato vita a quello che per tante generazioni di compagni prima di noi era stato un sogno inafferrabile, che ti sfuggiva dalle mani men-tre cercavi di acchiapparlo: ma la Rete della Conoscenza è oggi un'intuizione politica che ha già dato prova di capacità ed efficacia nel saper affrontare le sfide di una fase nuova. La

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nostra sfida oggi non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi (Marcel Proust)

A chi l'ha costruita,A chi ne fa, ne ha fatto o ne farà parte,A chi l'ha criticata

Al lavoro e alla lotta!

Riccardo LaterzaUdS Trieste, Esecutivo Nazionale Rete della Conoscenza

l 25 ottobre 2008 per la prima volta ho partecipato a un corteo studentesco. Quel giorno mi trovai in piazza con altri dieci-

mila miei coetanei per le vie di Trieste, e quel mondo mi sembrò subito molto affascinante. È assurdo per me pensare ora a un corteo come una cosa nuova, eppure quella volta il mio sguardo, credo, era abbastanza trasogna-to. Quando sentii che “non era che l'inizio” non pensavo significasse tutto quello che sa-rebbe poi venuto.

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Sei anni fa l'UdS era ancora minorenne ma era già da tempo l'unico riscatto per chi – un po' come me, un po' come noi studentesse e

studenti a Trieste e in Friuli Venezia Giulia – viveva alla periferia dell'impero, lontano dai pensieri della politica, quella “istituzionale”, quella dei telegiornali e delle sedi di partito.

Il mio primo Congresso Regionale è stato il 22 febbraio 2009. Il mio ricordo principale è che ero molto incazzato perché – ancora parec-chio ingenuo – fui praticamente l'unico ad arrivare puntuale e sobrio: tutti gli altri sta-vano ancora smaltendo i postumi della sera prima (era la domenica dopo il sabato di Car-nevale, scelta infausta).Una delle prime regole assimilate fu dunque che la puntualità non era assolutamente di sinistra, concetto che si rafforzava scenden-do di latitudine, come ebbi modo di speri-mentare il 21-22-23 marzo 2009 al mio primo appuntamento nazionale, il VII Congresso Nazionale.Credo che il sentimento più grande legato al primo appuntamento nazionale sia, un po' per tutti, la complicità. La scoperta di una co-munità umana e politica molto più ampia del territorio di provenienza, la comprensione del significato primo del sindacato: stare in-sieme per avere giustizia.

La Commissione Notturna è un mondo paral-lelo, composto da stanze poco illuminate e molto affumicate, popolate di strani perso-naggi che conducono dibattiti sempre più si-mili a flussi di coscienza man mano che ci si inoltra nella notte e ci si avvicina all'alba: della mia prima Commissione Notturna ricor-do principalmente lo sforzo di un ascolto at-tento, la volontà di assorbire il più possibile da quelle discussioni serratissime.Solo più tardi avrei scoperto un altro mondo parallelo, Villa Merda (quella vecchia, però, mica il lusso di adesso).Il primo Riot Village è innanzitutto il Pilotti Party che non sai cos'è finché non lo fai – e chi concede anteprime rompe una tradizione importantissima! – e poi sono i rustici che

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ustionano la lingua e l'egemonia culturale di 'Brigante se more' (gli inutili tentativi di con-trastarla con 'Viva l'A e po' bon') e le cicale che cantano così forte da non sentirle più. E poi Ettore! Il Riot è la prova – per chi ci arri-va non avendolo ancora capito – che fare po-litica è dichiarare guerra all'apatia, è essere l'incubo degli annoiati.

L'autunno, il primo autunno, è il banco di prova. Succede anche prima, ma è l'autunno, il primo autunno che devi organizzare con la tua mente e le tue mani a costringerti a misu-rarti con cose più grandi di te, a gestire fre-nesie e fallimenti, a comprendere e agire in situazioni mai banali, sempre in trasforma-zione. Se fare politica è anche occuparsi della propria vita, fare l'UdS significa vivere re-sponsabilità e tensioni, almeno per me a quell'età, inedite. Il primo autunno è partico-larmente duro se sei un territorio di stretta dottrina gaberiana, se sai fin dall'inizio che capire la crisi non vuol dire che la crisi è risolta, e altre cose del genere. L'approccio gaberiano alla critica (e all'autocritica) credo sia stato uno dei nostri tratti identificativi.Coordinare l'occupazione di tutte le scuole triestine era un'impresa che non avveniva, ci dicevano, dal 1968. Riuscirci nel 2010, riuscir-ci con la dovuta dose di scetticismo ovvia-mente, fu un ottimo modo per scongiurare la deriva ipercritica e autodistruttiva nella qua-le avremmo potuto presto scivolare. E invece fu un periodo straordinario, il migliore delle scuole superiori.

Essere uno dei padri fondatori della Rete del-la Conoscenza, la più grande organizzazione di rappresentanza sociale dei soggetti in for-mazione in Italia, è per me un onore. E qui c'è poco da aggiungere. Oltre al fatto che alla prima riunione romana della Commissione Costituente mi presentai con la Gazzetta del-lo Sport, scelta bizzarra. E che il sistema di attribuzione dei delegati che dubito verrà mai applicato si chiama Laterzellum, grosso

motivo d'orgoglio per un grigio burocrate come me.Un altro tratto identificativo del territorio era la schiacciante maggioranza femminile: un bene? Un male? Boh, intanto le cose da noi funzionavano (anche se “il 17 novembre piove!” (cit.)).

Sicuramente funzionavano più dei rapporti con il nazionale. Lì la critica gaberiana rag-giungeva l'apice. Lì il dibattito diventò ben presto contrapposizione sterile, difensiva, a tratti reciprocamente lacerante e dolorosa.Quando il politico e l'umano si intrecciano e si confondono le emozioni che si innescano sono sempre forti. Da quella contrapposizio-ne uscimmo tutti più maturi, chi in un modo chi in un altro.Noi titolammo il Congresso Regionale “Con tutta la rabbia, con tutto l'amore” non a caso, almeno per quanto mi riguarda. La freddezza della politica senza una stretta complicità umana era la cosa più lontana da quello che avevamo costruito in quegli anni.

Questo è solo parte del frammento di storia che porto con me. Vent'anni sono tanti. Ven-t'anni sono una storia, sono mille storie. Nes-suno può dire di conoscerle veramente tutte: eppure tutti possiamo dire di conoscere quel-lo sguardo sulla vita e sul mondo che è rima-sto lo stesso. Uno sguardo solo apparente-mente sfuggente, più semplicemente in con-tinua ricerca.

Lo sguardo curioso di chi si affaccia al mondo con la pazza idea di cambiarlo, e di trovare qualche altro sguardo simile per farlo assie-me.Una pazza idea, come quella di mangiarsi le nuvole.Migliaia di occhi che si accendono della luce di chi "può indovinare il brillio delle stelle", migliaia di volti che si riconoscono senza es-

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sersi mai visti prima, migliaia di gambe che continuano il cammino.

Auguri a tutte e a tutti, al lavoro, alla lotta.

<---<<< 2014 <---<<< 1994In direzione ostinata e contraria.

Fabio Lositoex CSMA Bari, Assessore alla Pubblica Istru-zione del Comune di Bari

uguri all'Unione degli Studenti! 20 anni fa decisi di non aderire a questa organizzazione, scegliendo di lavora-

re nel CSOA Fucine Meridionali con il Coordi-namento Studenti Medi Antifascisti. All'epo-ca consideravo l'organizzazione subalterna alle giovanili degli allora DS. Non mi sbaglia-vo. Oggi l'UdS rappresenta una voce autore-vole nel panorama nazionale e l'organizza-zione è riuscita a conquistare quel livello di autonomia indispensabile per tenere alto il conflitto con governi a geometria variabile, ma invariabilmente nemici della scuola pub-blica. Grazie alle ragazze ed ai ragazzi che si impegnano giorno dopo giorno nella difesa del diritto allo studio!

A

Eleonora MagnaghiCollettivo Mammuth – Arona

0 anni di sindacato che ci ha accolto come una famiglia! Tanti auguri UdS, ora camminiamo insieme.2

Pierfrancesco MajorinoUdS Milano, Coordinatore Nazionale 1994-1996

'Unione degli Studenti compie venti anni. È davvero impressionante pen-sare che quella scommessa sia arriva-

ta sin qui. E soprattutto credere che prose-guirà. Eravamo da tutta Italia in un Centro Congressi che ci appariva un posto bizzarro, preferivamo decisamente le scuole e le piaz-ze. Aver partecipato a quella fondazione ed aver avuto l'onore di fare il presidente nazio-nale di quell'organizzazione maldestra, crea-tiva e appassionata è semplicemente qualco-sa che non riesco mai fino in fondo a descri-vere. Per e con l'associazione di ispirazione sindacale nata nel '94 ho cambiato vita. Tra due settimane conoscerò i ragazzi dell'UdS del 2014. Sono curioso e felice.

L

Enrico MascilliUdS Avellino

lla fermata dell'autobus, non aspet-tavo il 4... Direzione NA. Ero il classi-co ragazzo che agisce senza pensare,

trasportato dagli eventi; più per convenienza che per passione... Se si può poi parlare di passione e piacere. Ormai era l'abitudine, e ci stavo, mi ci crogiolavo nell'idea che altra so-luzione non c'era, che la mia limitatezza sa-rebbe rimasta tale. Una boattona mi ferma, mi saluta. Mi parla di un mercatino del libro usato e mi porta, invece, sul ''solito'' 4. Viale Italia, pizzeria Mimì, sede S.P.I. Avellino. En-tro, coi miei boccoli lunghi ed il dito rotto. ''Ci sono delle librerie da montare, che fai?'' Era un'occasione che non potevo sprecare... Era una porta che emanava luce, era final-

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mente il blues che aspettavo in mezzo alla te-kno, l'abbraccio tra le strette di mano, il ''ti amo'' che nessuno mi aveva mai detto. Grazie, grazie di tutto. Non sapete quanto mi avete dato, non potete immaginarlo.

AUGURI UNIONE DEGLI STUDENTI

Roberto MastroianniUdS Torino

'Unione degli Studenti compie 20 anni! Io c'ero 20 anni fa e Pierfrance-sco Majorino era il nostro Coordinato-

re Nazionale... Sono passati 20 anni e abbia-mo tutti preso strade diverse... Quella, co-munque, è stata una grande esperienza...

LArpad MattossiUdS Trieste

Alla fine del 2003, navigando su in-ternet, grazie a studenti.it ho scoper-to l’esistenza dell’Unione degli Stu-

denti, realtà che purtroppo ancora non esi-steva a Trieste. La fortuna volle che dopo

A

qualche mese, all’assemblea di istituto di marzo della mia scuola si presentò un ragaz-zo pugliese in cerca di studenti volenterosi per creare l’Unione degli Studenti a Trieste. Da quel giorno sono entrato a far parte di quella splendida realtà che è l’UdS e ci sono rimasto fino alla fine della mia carriera scola-stica. Da quel giorno mi sono avvicinato alla politica e non sono più riuscito ad abbando-narla, da quel giorno mi sono dimenticato quello che vedevo ed ho iniziato a sognare.Durante questo lungo percorso ho vissuto esperienze uniche, ma soprattutto ho cono-sciuto persone uniche e fantastiche, studenti sparsi per l’Italia ma che lottavano per gli stessi obbiettivi.Ricordo il primo incontro nazionale, nel giu-gno del 2004, una scuola quadri del Centro-Nord vicino a Bologna. Poi sono iniziati i viaggio verso i congressi, le assemblee nazio-nali, i campeggi, le direzioni nazionali, viaggi che avevano sempre qualcosa di nuovo da proporre, nuovi compagni da conoscere, nuo-vi obbiettivi e nuove idee da realizzare.Grazie UdS, grazie Giu Seppe, grazie a tutti i compagni che mi hanno accompagnato du-rante questo lungo viaggio, iniziato 10 anni fa e che ancora non è terminato.

Buon ventesimo compleanno all'Unione Degli Studenti!

Elena MonticelliUdS Brindisi

0 anni per l'Unione degli Studenti, una storia lunghissima di un'associa-zione nella qualche centinaia di noi si

sono sentiti protagonisti, liberi di crescere dal liceo in poi e di scoprire la passione nel fare politica, quella vera, genuina, forse inge-nua, ma che proprio per questo nessun padre

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padrone o padrino è riuscita a comprare o corrompere in questi anni. In bocca al lupo ragazz*!

Buon compleanno!

Niccolò MorelliUdS Piacenza

0 anni fa nasceva l'Unione degli Stu-denti. Auguri al sindacato studente-sco, auguri a noi.2

Francesco PagliaruloUdS Putignano, Coordinatore Regionale UdS Puglia 2011-2013

eri non ho avuto modo di ricordare il fatto che Unione Degli Studenti compie vent'anni; ma oggi, con un giorno di ri-

tardo, voglio fare gli auguri a tutti i compa-gni e le compagne che in questi anni hanno lottato, sognato, imparato a stare al mondo grazie a questo grandissimo strumento di cambiamento, partecipazione e democrazia che è l'UdS.

I

Voglio accompagnare questi auguri di ven-t'anni con una poesia di Pablo Neruda, che secondo me ben rappresenta il senso di fare il sindacato studentesco:

I miei doveri camminano col mio canto:sono e non sono: questo è il mio destino.Non sono se non accompagno i doloridi coloro che soffrono: sono i dolori miei.

Perché non posso essere senza essere di tutti,di tutti gli ammutoliti e gli oppressi,vengo dal paese e canto per il paese,la mia poesia è cantico e castigo.Mi dicono: appartieni all'ombra.Forse, forse, però cammino verso la luce.Sono l'uomo del pescato e del pescee non mi troverete fra i libri,bensì con le donne e gli uomini:loro mi hanno insegnato l'infinito.

Chiara PencoUdS Milano

posto dei libri su una mensola e mi cade una scatola...la apro e vedo che ci sono dentro biglietti del treno per

congressi/assemblee/manifestazioni fuori porta dal 2005 al2009 e realizzo che oggi l'UdS compie 20 anni.

SChe coincidenze!

Arianna PetrosinoUdS Bari

0 anni, che sono più di quelli dei mili-tanti attuali. E secondo me basta questo a dare il

senso del tempo, del fatto che l'Unione degli Studenti è un'organizzazione grande ma per-ché ti fa crescere, ti rivoluziona la vita, ti cambia profondamente.

2Basta per capire che non è il capriccio di un autunno, che siamo quelli che non si accon-tentano del minimo ma che sognano anche

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l'impossibile.

Da 20 anni, con una freccia che punta in alto e a sinistra, sempre in direzione ostinata e contraria.

Francesca PicciUdS Bari, Coordinatrice Regionale UdS Pu-glia

i miei compagni e alle mie compagne che caddero ma poi si rialzarono, cu-rarono ferite e difesero risate salvan-

do l'allegria ripresero la strada... Mille volti, una storia.

AClaudia PratelliUdS Siena, Coordinatrce Nazionale 2002-2004

uguri, un po' di nostalgia, tanto or-goglio. Ecco, questi vent'anni di UdS oggi me li sento addosso così. E mi

viene da pensare alle cose che lì per lì sem-bravano forse le meno importanti, tipo quan-ta polvere c'era al mercatino del libro usato di Siena, la prima riunione con Martina Di Simplicio, le giornate dell'arte con Margheri-ta Rutherford, i Pilotti Party, la compilation fatta da Elisa Pannini al nostro primo cam-peggio. Mi meraviglia ogni giorno vedere come da quelle cose lì, piccole piccole, sia ve-nuta una storia che ha orientato il dibattito, le scelte, le vite di un pezzo del nostro Paese. Auguri compagne e compagni.

A

Ottavio RagozzinoUdS Area Vesuviana

ono passati 10 anni...SClaudio RiccioUdS Bari, Esecutivo Nazionale 2004-2005

vevo 15 anni, una giacca militare di almeno tre taglie più grande, leggevo Enrico Brizzi, ascoltavo audiocasset-

te e disegnavo ricci stilizzati sui banchi di scuola e sui vestiti. Senza sapere a cosa stessi andando incontro, finendo per caso e curiosi-tà nelle prime riunioni del Coordinamento Studenti Medi Antifascisti nel Collettivo di Lettere e Filosofia prima, e del CSMA - UdS nell'auletta di ingegneria poi, diedi un senso alla frase di Brizzi scritta in quegli anni: "tut-ti, gioventù che eravamo, si sussurrava che il futuro dovevi aggredirlo appena affacciato il muso preoccupato fuori dalla tana.” E lo ini-ziavamo ad aggredire il futuro, senza sapere bene da che parte prenderlo, come afferrarlo come organizzarci, noi che ci sentivamo un'i-narrestabile armata brancaleone, una folla

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poco seria, ma invincibile. Per i 12 anni suc-cessivi tra Bari, Roma, e quasi tutti i capoluo-ghi d'Italia, quel mondo è stato in forme di-verse la mia casa, la mia comunità, il mondo nostro con cui cambiare il mondo di tutti. Nell'Unione degli Studenti ho imparato che la politica è pensiero collettivo che si fa azio-ne, che la lotta è prima corpo, poi testa e ani-ma, che se non sudi vuol dire che sei dalla parte sbagliata, e ho capito che la politica è sintesi delle idee, confronto con i rapporti di forza, mediazione con la realtà, ma non è mai compromesso con la merda. Ho imparato che piegare la testa non solo è umiliante, ma anche poco fruttuoso, che chi accetta l'esistente sopravvive, ma vivere è un'altra cosa. E, infatti, l'UdS vive, e compie 20 anni, una storia complessa, non lineare, fatta di scelte, e passi più lunghi della gamba. Dall'UdS e da questi suoi venti lunghissimi anni ho imparato che "vola solo chi osa farlo" e che per cambiare il mondo attorno a noi stessi serve la presunzione che ciò sia possi-bile, l'umiltà di chi si sente inadeguato all'e-normità delle sfide della storia, e la spavalde-ria incosciente di chi non ha nulla da perde-re. Auguri ai tantissimi nati dopo il 1994 che oggi fanno parte dell'Unione degli Studenti e che da quando – anni fa – ho lasciato i per-corsi studenteschi, non ho mai avuto la for-tuna di conoscere e soprattutto auguri a tutti coloro che l'UdS non hanno ancora incontra-to questa splendida comunità e non sanno quanto potrà cambiare le loro singole vite e spero quelle di tutti noi, collettivamente.

Alessandra RicuperoEsecutivo Nazionale Rete della Conoscenza

erò non v'illudete,non passiamo mai la mano,nella luce del tramontoP

più ne partano e più siamo.Compañeri si è dentroe non abbiamo vie d'uscita:

Abbiamo gli occhi strettia furia di guardare il sole,e questoè solo un modo di guardare,abbiamo mani grandia furia di abbracciare il mondo,e questo è il solo modo diabbracciare:e siamo in ogni stradain ogni angolo del tempo, vivi,e ci riconosciamo da un sorrisoche non è mai spento:Compañeros!

Auguri all'Unione degli Studenti, auguri al Sindacato studentesco.

Filippo RinioloUdS Milano

uguri al Sindacato studentesco. Un irruzione, vent'anni fa, nella storia politica del Paese. Come concetto,

come pratica politica nuova. Come innova-A

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zione. 100 di questi giorni!

Luciana RisolaUdS Bari

iù di dieci anni fa quasi, varcai la so-glia di Zona Franka ero stata invitata a partecipare agli incontri settimanali

dell' Unione degli Studenti. Ricordo ancora la prima persona che incontrai: era un cerbero Corrado Cristiano che nel pieno delle sue cor-de vocali usciva sbraitando dalla storica stan-zetta; mi guardò, mi disse: dimmi, lo guardai un pò impaurita, gli dissi l'UdS? lui indican-domi il piano inferiore "giù" e riprese a urla-re. Scesi le scale. Ad accogliermi un Claudio Riccio dal naso rosso e la maglia con il suo logo made in casa riccio e un Davide Viola dai capelli biondo platino talmente quasi bianchi che qualche tempo dopo mio padre lo avreb-be scambiato per il padre di Claudio e mia madre gli avrebbe chiuso la porta in faccia... Uscii da quella riunione pensando "Ma questi non hanno niente da fare?"... La settimana dopo ci tornai, la settimana dopo ancora ci tornai e quella dopo ancora... Infinite volte ho varcato quella soglia, infinite volte ho as-sistito alla scena di Corrado che usciva dalla stanzetta urlando qualcosa contro qualcuno, a volte quel qualcuno ero io, infinite volte ho fatto su e giù per quelle scale. Se non ci fosse stata l'UdS non so cosa e chi sarei oggi, non so chi e cosa sarei diventata. Per questo devo molto a questa grande famiglia, per questo da questa grande famiglia non riesco a stac-carmi, per questo la freccia a sinistra conti-nuerà ad essere la mia bussola. L'augurio che faccio all'UdS di ieri e di oggi è quello di non perdere mai la bussola, di non smettere mai di viaggiare in direzione ostinata e contraria, di non smettere mai di essere convinti che vola solo chi osa farlo, di non smettere mai di essere folli... E quando vi chiederanno ma non avete altro da fare, quando vi domande-

P

rete (perché ve lo domanderete prima o poi) ma chi me lo fa fare, giratevi e guardate i vo-stri compagni e le vostre compagne: la rispo-sta è in ognuno/a di loro.

Riccardo RussoUdS Nardò

0 anni. Lo stress, la fatica, il sudore, la rabbia, le lacrime, i pugni stretti, le mille ore di discussione, le tredici ore

di assemblea, i comunicati, le interviste, le manifestazioni con il sole cocente o la piog-gia scrosciante, ma sempre e rigorosamente a maniche corte, il riot, il primo maggio, il mercatino del libro usato, i flash-mob, le as-semblee pubbliche, gli striscioni, i litigi con sindaci e assessori, le vittorie, le lacrime di gioia, le autorizzazioni in Questura, Nardò e la provincia di Lecce da cambiare ed in cui portare speranza, la rappresentanza, i coor-dinamenti, i video, gli slogan, gli abbracci, i sit-in invernali, la bandiera, le critiche, i liti-gi, i pullman, le riunioni in qualsiasi paesino della provincia, Zona Franka, la Casa del Po-polo, i treni locali puzzolenti e sempre in ri-tardo.

2

20 anni. Un ragazzino, un ragazzo, un uomo. La direzione ostinata e contraria, sempre dal-la parte del torto. 12 marzo 1994 - 12 marzo 2014. 20 anni di lotte e di vittorie. Un'orga-nizzazione che mi ha cambiato, che fa parte indelebile della mia vita, che continua ad in-segnarmi la bellezza e la speranza nel cam-biamento, un'organizzazione di cui sono fie-ro di far parte da qualche anno provando a portare il mio contributo. Una realtà colletti-va senza la quale oggi non sarei quel che sono, testardo, probabilmente un po' tanto coglione, ma sicuro che dobbiamo essere noi a mobilitarci se vogliamo che le cose cambino e se vogliamo che non sia il mondo a cambia-

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re noi. Sapere da che parte stare. Credere nell'utopia, che è solo l'orizzonte verso cui camminare.

20 anni. Percorsi costruiti insieme a centina-ia di migliaia di studenti, di volti, di occhi, di storie. Ma un unico sogno, un unico slancio collettivo: costruire binari per tutti e non preoccuparsi solo del proprio treno. Perché sognare non è da tutti, è per le persone co-raggiose. E noi abbiamo deciso di sognare, contestando e creando, come facciamo da 20 anni e come continueremo a fare...

Tanti auguri all'Unione degli Studenti, sinda-cato studentesco, ed a tutti i compagni e le compagne che ne hanno fatto e che ne fanno e che ne faranno parte, consapevoli che ci ri-troveremo qui, dalla stessa parte!

Al lavoro e alla lotta, ad maiora.

Tito RussoUdS Reggio Calabria, Coordinatore Nazio-nale 2009-2011

on bastano poche parole. E nemme-no tante. M Infinite parole. Per cui auguri per i tuoi vent'anni beddha

vita mia. Auguri perché i miei di vent'anni, me li hai piacevolmente sconvolti. #UnioneDegliStudenti

N

Giulia SacchettiUdS Piacenza

rima di una manifestazione è sempre im-portante chiederci cosa ci spinga a lavo-rare nella sua organizzazione, nella sua

difesa, nel coinvolgimento di più studenti possibili in essa e infine nella sua realizzazione stessa.

PCercate quel qualcosa nei luoghi della razionalità e non lo troverete, esso è innestato tra le vostre fi-bre cardiache.

È ciò che vi toglie il sonno la notte prima, ciò che vi regala l'adrenalina per non crollare dalla fati-ca, quello che vi fa sorridere davanti al vostro striscione, ciò che vi fa tentare l'impossibile pur di rendere tutto perfetto, ciò che vi rende bollente la rabbia nelle arterie davanti alle ingiustizie, ciò che vi farà emozionare nel vedere gli studenti ra-dunati davanti alle scuole, ciò che vi farà correre i brividi e vertigini lungo la schiena mentre urlere-te gli slogan.

Ecco un ricordo per non dimenticare quel momento, e con esso gli anni trascorsi insie-me, l’impegno, l’entusiasmo, le emozioni che hanno regalato tutte le persone che hanno portato un po’ di sé agli altri, le assemblee a Spazio 2 e quelle al Daturi in pieno inverno o sui gradini delle scuole con un pacchetto di patatine, la determinazione di andare avanti e di credere in qualcosa di più grande, in una

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realtà migliore e nella possibilità di poter es-sere davvero protagonisti alla sua costruzio-ne, le cadute e gli scleri, l’affetto dei compa-gni, i legami, le feste e le canzoni (ma vi ren-dete conto che non abbiamo più cantato Nel boschetto della mia fantasia??? Camilo pren-di provvedimenti!), la bellezza della condivi-sione e della crescita insieme, la gioia di par-tecipare a qualcosa che mi ha regalato e mi ha fatto crescere tantissimo in questi anni.

Auguri all'Unione degli Studenti, auguri a noi e a tutti i Compagni, a chi ne ha fatto parte e a chi arriverà #20annidiUdS

Martina ScheggiUdS Firenze

anti auguri all'Unione degli Studenti che oggi compie 20 anni e a tutte le compagne e i compagni incontrati in

questo cammino, nonostante tutto percorso sempre cantando!

TGiovanni SchenaUdS Monopoli

ì, qualcuno era (ed è) "udiessino" per-ché, con accanto questo slancio, ognu-no era come più di sé stesso.S

Era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di appartenenza a una raz-za che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.

Grazie e auguri Unione degli Studenti.

Luca SantolamazzaUdS Roma

l 12 Marzo 1994 nasceva l' Unione degli Studenti, la più grande organizzazione studentesca italiana, che oggi compie 20

anni.ILe sue idee (le nostre idee) hanno fatto scuola in questi due decenni di vita, cui anche io, nel mio piccolo, durante i miei ultimi due anni di liceo, ho contribuito. Un contributo immen-samente piccolo rispetto a quello che lei, l'UdS, ha avuto nella mia formazione come persona, come studente e soprattutto come mente libera e critica, mostrandomi che non a tutti i nostri problemi si può trovare una soluzione personale, perché quando i proble-mi sono collettivi la risposta non può che es-sere collettiva.Le sue idee (le nostre idee) fanno scuola ogni giorno, quando in una classe c'è uno studente che alza la mano per dire che non è d'accor-do, quando tantissimi studenti riempiono le piazze per mostrare al mondo che sono in tanti a non essere d'accordo e rendendosi conto allo stesso tempo che, insieme, posso-no trovare quella risposta ai problemi che da soli non trovano.Le sue idee (le nostre idee) faranno scuola finché ci sarà qualcuno che dubiterà delle ''verità'' della televisione e che si rifiuterà di obbedire alla logica suicida della competizio-ne tra studenti, dove solo il più ''meritevole'' riesce a portare a termine gli studi e, forse, a realizzarsi come persona.Quelle idee hanno fatto, fanno e faranno scuola perché le persone non sono fatte per essere bestie al servizio del mercato, utili solo come manodopera per il profitto di po-chi. Le persone sono prima di tutto fatte di pensieri, di sogni, di aspirazioni, realizzabili tramite l'istruzione e quindi tramite il libero accesso ai saperi, oggi più che mai sotto at-

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tacco.

Ha più valore, un milione di volte, la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà dell'uomo più ricco della terra Ernesto Che Guevara

Luca ScarpielloUdS Bari

ome raccontare una storia come quella dell'Unione degli Studenti quando essa si lega in maniera indis-

solubilmente al tuo percorso di vita, a quello in cui credi e a quello che provi a fare giorno per giorno...

cDa una parte ti senti vecchio pensando che tu c'eri già al decennale, dall'altra ti senti orgo-glioso perché tu di quella storia ne hai fatto parte e capisci di essere intimamente legato non solo ai compagni che hanno fatto quella esperienza con te... Ma anche con quelli che c'erano da prima e con coloro che hanno il compito di far progredire il sindacato oggi, anche se magari li hai visti una sola volta e hanno la metà dei tuoi anni...

L'UdS è stato e sarà sempre un meraviglioso strumento per esprimere il nostro Eccoci, per esserci e contribuire ad una lotta che riempie di orgoglio sapere che continua, forse in ma-niera diversa da come si faceva 10 anni fa, ma continua... Auguri e sopratutto al lavoro e alla lotta compagni!

Claudio SicilianoEsecutivo Nazionale Rete della Conoscenza 2012-2013

0 anni. 20 anni di organizzazione di rabbia, allegria e sogni. Auguri all'U-nione Degli Studenti, auguri a tutti

noi.2Nicola TannoUdS Campobasso

0 anni fa è nata l'Unione degli Studen-ti, tra i pochi soggetti sociali ancora in salute. Un'associazione che mi ha

cambiato la vita. Auguri, compagne/i! C'è an-cora bisogno di voi!

2Giuseppina TucciUdS Campobasso, Responsabile dell'Orga-nizzazione Nazionale

n augurio speciale per questo Ven-tennale di UdS va a voi, compagne e compagni. Grazie a Manuel per esse-

re stato la mia spalla e la mia guida, a Giada per aver rincorso Manuel -fisicamente- e per aver portato sempre il sorriso allo sclero, a Federica per avermi dato quelle orecchie di cartone l'11ottobre e avermi fatto capire che quello non era che l'inizio, a Alessio per i suoi silenzi e la sua infinita pazienza, a Martina, Eliana e Irene per essere state sempre amiche e compagne fantastiche. A Alessandra e Nor-berto per non aver smesso di lottare e di pro-vare anche quando sembrava che non si po-tesse arrivare da nessuna parte. A tutte le

U

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compagne e i compagni dell'UdS Campobasso perché quella città senza di noi morirebbe.

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oday Unione degli Studenti turns 20 and when it comes to saying thank you, we must thank all the students

activists gathering together in Obessu for bringing differen views and perspectives to our Organisation. When an amazing organi-sation meets another amazing organisation nothing bad can happen!

T

UdS Nardò

uguri UdS. Questa grande Organizza-zione di “ispirazione sindacale” que-sto 12 marzo compie il ventesimo an-

niversario dalla sua prima assemblea fondati-va. L'Unione degli Studenti è una comunità che rappresenta la voglia di costruire insie-me il cambiamento, nell'UdS si sogna e si co-struisce un mondo migliore battendosi ogni giorno.

AAndiamo indietro nel tempo e ripercorriamo un po’ di tappe:l’Onda, ad esempio, riuscì a riunire le menti di migliaia di studenti per far fronte ad un comune nemico rappresentato da una serie di politiche (legge Aprea per prima) che han-no ridotto la scuola ad un misero salvadanaio da cui prelevare soldi con i tagli del caso. Mi-gliaia di studenti andarono a manifestare dal-le piazze più grandi del Paese fino a quelle dei più piccoli comuni.Ognuno con le proprie lotte e con il proprio bisogno di urlare il proprio dissenso verso un provvedimento che avrebbe smantellato la scuola pubblica.In questo clima anche a Nardò gli studenti

decisero di organizzarsi e prendere parte a questo cambiamento. Dopo tanti problemi, tra cui una sede che andava e veniva, persone che inizialmente non avevano un’adeguata formazione venne fondata l’Unione degli Stu-denti che riuscì ad andare avanti e prospera-re nel migliore dei modi.Centinaia di volti son passati dalle mura della sede della Casa del Popolo, dove tutto ebbe inizio, tanti studenti sono passati dalla no-stra riunione settimanale e chi più e chi meno ha lasciato una macchia indelebile nel-la nostra storia perché quando parliamo di Nostra ci riferiamo proprio a tutti loro, e co-gliamo l’occasione per ringraziarli tutti indi-stintamente: è grazie ad essi se ogni giorno continuiamo a portare avanti il lavoro inizia-to circa cinque anni fa, il percorso è ancora lungo ma siamo convinti di potercela fare, con la determinazione e la forza che ci con-traddistingue e si acquisisce solo con il tem-po e la Lotta, condividendo qualsiasi cosa coi compagni. Quei compagni che ti aiutano a crescere in qualsiasi situazione.E se alla fine di tutto non si sono portate a casa delle vittorie eclatanti si è sicuramente dato il meglio di sé, capendo pienamente cosa significa essere compagni.

UdS Vimercate

2 marzo 199412 marzo 2014Mille sguardi, una storia: vent'anni di

Sindacato Studentesco!1Buon compleanno Unione degli Studenti!

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Vent'anni di sindacato studentesco mille sguardi, una storia

Matteo ZagariaUdS Salerno

redo in molte, ma semplici cose. Nelle persone e nelle idee, ad esempio.Nei sogni che diventano progetti, per

essere realizzati.CNei percorsi, nelle parole, negli sguardi e nel-le strette di mano. Negli abbracci, nella compagnia sincera.Nella conoscenza, nella concretezza e nella sana cooperazione. Credo nelle frecce, perché indicano sempre un punto preciso; la nostra freccia oggi ha 20 anni e non accenna ad abbassare il tiro. Probabilmente, a parte telefoni rotti, indu-menti bagnati e stanchezza, dopo la manife-stazione durante la quale è stata scattata questa foto non è cambiato nulla e i risultati sono stati certo minimi. Chi però non la guarderà con occhio miope, saprà certo riconoscere i tratti di una comu-nità che cresce, i tratti di un passaggio fonda-mentale per la crescita e la sollevazione di un popolo, di una collettività. Perché quello della freccia è un percorso len-to ed ognuno deve essere consapevole di scri-vere piccole, ma grandi storie che valgono quanto la prima pietra che si poggia nella co-struzione di una struttura.

E non è neanche un fatto d'attaccamento ad

una bandiera o un colore, a un ideale o ad un'abitudine o uno stile di vita. No, quello lo lascio allo stadio.E' una questione d'appartenenza ad un senti-mento e ad un'idea comune che ha radici profonde. Festeggiamo questo traguardo temporale la-vorando.

Sempre e per sempre dalla stessa parte mi trove-rai.

Giacomo ZolezziUdS Genova

ent’anni di Unione degli Studenti: Quanti volti, quante storie, quante vittorie e quante delusioni, Vent’an-

ni sono tanti e farne un bilancio per me che ne ho vissuto solo una parte è difficile, salgo-no alla mente, quasi dallo stomaco, alcuni flash, schizzi di una storia lunga e complessa: il primo congresso, le bandiere NoTav a Ge-nova, le facce dei compagni e delle compagne dopo un corteo. Ma questo anniversario deve servirci a interrogare il passato per aprire un futuro di sfide e di crescita, perché l’organiz-zazione deve continuare a crescere e ad adat-tarsi alle nuove sfide che le vengono poste davanti senza mai arretrare ma avanzando con un umiltà che solo noi sappiamo avere. E voglio concludere l’ennesimo post strappala-crime, che apparirà in questa giornata su fa-cebook con una frase di Michael Foucault: Non immaginate che si debba essere tristi per es-sere militanti, anche se quello che si combatte è abominevole. È il legame del desiderio con la real-tà (e non la sua fuga nelle forme di rappresenta-zione) a possedere una forza rivoluzionaria.

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Roberto CampanelliUdS Bari, Coordinatore Nazionale

eri non ho scritto niente pubblicamente per questo meraviglioso ventennale del-l'UdS, un po perché avevo scritto un ar-

ticolo intero qualche giorno prima, un po perché ero curioso di leggere come avrebbe-ro commentato i tantissimi compagni e com-pagne che hanno scritto parole di senso pro-fondo, dal più generale alla più piccola sfac-cettatura di mondo, a quell'unico sguardo tra mille, indispensabile ascrivere la nostra sto-ria.

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E sono orgoglioso, tanto orgoglioso, di chi ama, lotta, piange, si commuove ancora, e ri-conosce nonostante tutto, che l'Unione degli Studenti ha resistito a questi anni turbolenti, e intanto non era scontato, ma ha anche vin-to con la forza delle proprie battaglie, della legittimazione degli studenti che ha portato nelle piazze, nelle sedi, nelle assemblee. Una quantità e qualità incalcolabile di studenti e studentesse che hanno preso coscienza di es-sere cittadini a 360°, portatori di diritti, membri attivi di una società dilaniata.

Ce l'abbiamo fatta grazie alle nostre forze, grazie ai sacrifici individuali e collettivi, alla militanza e alla passione, ce ne siamo andati da quell'amata e odiata villa merda, abbiamo appianato i vecchi debiti e ne abbiamo fatti di nuovi, abbiamo abbracciato i nostri com-pagni di strada di Link Coordinamento Uni-versitario e abbiamo realizzato il sogno della Rete della Conoscenza, del grande sindacato dei soggetti in formazione, abbiamo tenuto la barra dritta senza cedere ne al moderatismo ne al minoritarismo, ed è questo il senso del sindacato studentesco, che ci consegna una radicalità unica e necessaria per cambiare le sorti del nostro futuro.

Ma attenzione compagni e compagne a non cedere mai alla tentazione di pensare d'esse-re arrivati, perché il nostro esercito di sogna-tori è sempre in marcia e la sfida democrati-ca che dobbiamo affrontare oggi vive di due temi imprescindibili: sostenibilità e parteci-pazione, linguaggi inclusivi e capacità orga-nizzativa.

Spero sia con questo spirito che affrontere-mo la celebrazione e la festa del 22 marzo, e soprattutto il X congresso nazionale dell'U-nione degli Studenti a fine aprile: Mille Sguardi, una Storia! Perché ogni punto di vi-sta sia parte di un mosaico più grande, di un insieme incompleto perché si ispira ad una costante inclusività, perché la Storia siamo noi e che nessuno ne sia escluso, al Lavoro, alla Lotta!

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ent'anni di cammino insie-me per la legali-

tà democratica e la giu-stizia sociale. Vent'anni insieme per il diritto allo studio e per affermare

che è la cultura a liberare le coscienze. Ogni anno insieme a fianco dei familiari delle vitti-me innocenti delle mafie nella Giornata della Memoria e dell'Impegno. Insieme, Libera e Unione degli studenti, per dare carne e so-stanza ai valori della nostra Costituzione, con il nostra fare quotidiano nel segno della con-tinuità, della condivisione, della corresponsa-bilità.

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C’è troppo sapere di seconda mano e per sen-tito dire. Abbiamo il dovere di dare una mano, di darci una mano a scendere in pro-fondità. E unire le forze per continuare a dire dei No. No alle ingiustizie, innanzitutto, ai privilegi, alle varie forme di illegalità. E tra-sformare ogni giorno questi no in Noi. C’è bi-sogno dell’impegno di tutti perché noi siamo il cambiamento. Non solo "contro" le mafie,

la corruzione, la povertà, la dispersione sco-lastica, ma profondamente "per": per la giu-stizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparen-te, per una legalità fondata sull'uguaglianza, per una cittadinanza all'altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione. Speranza, che significa innanzitutto diritto al lavoro, oggi negato per tanti, troppi giovani.Vent'anni insieme, nella consapevolezza che il migliore modo di celebrarli è di continuare con maggior forza nel nostro cammino co-mune, che ha avuto sempre la "sana follia" di anteporre al "realismo del meno" il desiderio del più.

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Continueremo a costruire insiemeDon Luigi Ciotti Libera Associazioni Nomi Numeri contro le mafie

Milano, 20 marzo 2010: corteo nazionale della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime di mafia

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uando nel marzo del 1994 nacque l'Unione degli

Studenti ero componen-te della segreteria nazio-nale della CGIL e dopo pochi mesi ne sarei di-

ventato segretario generale.

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Non ho dimenticato lo scetticismo che circo-lava in una parte della confederazione sulla nascita di una organizzazione studentesca con caratteri vagamente "sindacali". Non ero tra gli scettici, anzi. In parte per il valore che, nella mia formazione politica, aveva avuto la mia lontana militanza nel movimento stu-dentesco milanese alla fine degli anni ´60 e in particolare per il valore che ha la lotta per la qualità della scuola, in particolare di quella pubblica. Il diritto all'istruzione è un diritto fondamen-tale della persona e della cittadinanza, dun-que che gli studenti si organizzino per garan-tire a tutti i componenti della loro comunità quel diritto era per me del tutto condivisibi-le. Non solo. Pensavo e penso tutt'ora che l´Eu-ropa dovesse e debba sostenere un modello

di competizione nel mercato globale basato sulla conoscenza. Dunque incardinato sulla ricerca, l'innovazione e il sapere, cioè la scuola e lo studio. La difesa e la valorizzazione della scuola nelle moderne comunità non è soltanto realizza-zione della persona ma anche un'importante leva competitiva. Per questo l'UdS rappre-sentò una bella ed importante innovazione. Insieme, CGIL e UdS, combattemmo la lunga battaglia dei diritti nel lavoro nella seconda stagione berlusconiana, contro il volgare ten-tativo della destra di togliere dignità alle per-sone che lavorano sostenendo che questo avrebbe creato vantaggi ai giovani. La straor-dinaria unità tra le diverse generazioni fer-mò il tentativo di manomettere l´art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Aldilà di questi personali ricordi, molte sono state le iniziative e i risultati ottenuti dal-l'UdS che verranno ricordati in questa occa-sione. Spero che non venga dimenticato o sottovalutato il contributo che l'UdS ha dato al rinnovamento generazionale di vari livelli della rappresentanza istituzionale, politica e sociale. Di questi tempi non è poco.

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Più forti dello scetticismoSergio Cofferati Segretario Generale CGIL 1994-2002

Circo Massimo, 23 marzo 2002: manifestazione nazionale contro l'abrogazione dell'art. 18

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0 anni, questi ul-timi 20 anni so-migliano molto

all’attraversamento nel deserto. Tranne i primi anni, gli anni Novanta, quando ancora c’erano

in campo idee e movimenti che si misurava-no con il cambiamento della scuola, dopo è stato un cercare di resistere, con una scuola pubblica delegittimata e boicottata da una politica fatta di tagli, risorse alle private, im-poverimento culturale, assenza di ogni inter-vento sulla sicurezza degli edifici. In quegli anni personalmente mi sono trovato a lavo-rare fianco a fianco, prima per capire l’onda positiva dell’autonomia, poi nel comitato Fermiamo la Moratti.

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Oggi improvvisamente, per merito del nuovo premier, la scuola torna ad attirare l'atten-zione della politica. Lo scetticismo è d'obbli-go ed è anche necessario. Si parla di riqualifi-cazione degli edifici ma anche di rilancio del-la parità scolastica, grande è la confusione! E intanto le condizioni di studio, di partecipa-

zione, di coinvolgimento degli studenti peg-giorano! Oggi si ripropone la domanda pressante come reagire? per quale scuola? Ma è possibi-le pensare alla scuola e all’apprendimento senza confrontarsi con l’idea di paese che si vuole costruire? Su quali coordinate si fanno le scelte?In questi 20 anni Legambiente ed UdS si sono spesso trovati insieme nelle lotte, nelle pro-poste, nelle analisi. Oggi mi piacerebbe che questo rapporto si rafforzasse. Lancio sul ta-volo due idee. La prima l’ho già accennata: costruiamo un luogo in cui ci si confronti innanzitutto sul futuro del nostro Paese, sull’identità che do-vrà via via assumere stando in Europa. Un confronto difficile, per il quale c’è bisogno di coraggio, per superare i limiti che ci vengono dalla cultura del '900 senza perderne i valori migliori.Mi sarebbe poi piaciuto negli anni scorsi e ancora continua ad affascinarmi l'idea di co-struire insieme gruppi di volontariato civile,

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Le nuove coordinate di un'altra scuola per un altro PaeseVittorio Cogliati Dezza Presidente nazionale Legambiente

Siena, 8 settembre 2013: marcia contro la svendita della tenuta di Suvignano, bene confiscato alla mafia

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capaci di intervenire nelle emergenze am-bientali, prima fra tutte quella idrogeologica, per aiutare i propri compagni e le comunità in cui viviamo ad assumere i compartimenti più adatti nelle emergenze, che con impres-sionante puntualità investono il nostro Pae-se. Potrebbe essere un buon augurio per i prossimi vent'anni, ma speriamo di realizzar-lo prima!

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Ringraziamenti

tutti quelli che hanno contribuito, che hanno scritto con il cuore queste righe e che hanno fatto o continuano a fare sa-

crifici per portare avanti il nostro sogno e la nostra lotta. Se esistiamo ancora da 20anni è grazie ai tanti chilometri percorsi, alle ore di assemblea giorno e notte, ai treni presi (e persi), agli striscio-ni scritti (a volte sbagliati), ai documenti elaborati (ed emendati), ai pomeriggi persi e alle interroga-zioni saltate, alle notti passate sui libri, alla voce perduta e ai megafoni scaricati. Siamo il cammino, continuiamo a camminare.

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Roberto Campanelli, che ci ricorda ogni giorno quanto sia importante la storia dell'organizzazione per guardare meglio

all'orizzonte, senza il contributo del quale questo lavoro di raccolta e recupero della nostra storia – che non si limita a questo opuscolo – non sarebbe stato possibile.

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