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IL MODULO DI GIOCO 4-4-2 PRINCIPI TEORICI L’organizzazione del reparto difensivo deve avere alla base degli aspetti legati al movimento individuale in quelle che sono determinate situazioni. A prescindere dal modulo di gioco che viene ad essere sviluppato successivamente è fondamentale che i difensori seguano e conoscano i seguenti: – Principi di tattica individuale: a) Presa di posizione: Essere tra avversario e porte, cercare di avere nel proprio campo visivo la palla, i compagni, l´avversario, rimanendo utili il più a lungo possibile. b) Marcamento: cercare di assumere la posizione più efficace per intervenire. Si è responsabili della propria zona di campo, e delle zone limitrofe (scalare) la posizione da assumere è determinata dalla palla. Si aggredisce chiunque entri nella propria zona in possesso palla, eccetto quando ci si trova in inferiorità numerica. L´avversario senza palla si accompagna. c) Intercettamento: creare finte zone libere per poi intervenire sul passaggio, permettendo la riconquista della palla. Non presuppone la presenza dell’avversario, ed è più frequente nella marcatura a zona. d) Tackle - Contrasto: diretto (frontale, laterale, da tergo o scivolato) quando si cerca di togliere la palla all´avversario direttamente con contrasto fisico. Indiretto: quando l´avversario non è in possesso palla e il difensore con una anticipata presa di posizione mette in zona d ´ombra il diretto avversario. e) Difesa della porta: significa frapporsi fisicamente, al momento del tiro, tra la palla e la porta, limitando lo specchio di porta. E´ importante non dare mai le spalle al tiratore (si rischiano deviazioni pericolose) e cercare se l´avversario riesce a tirare di correre verso il proprio portiere per “coprirlo” in caso di respinte corta. Il reparto difensivo dovrà fare riferimento anche ad aspetti legati al gruppo che comunemente sono definiti:

Movimenti e sviluppo del 4 4-2

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IL MODULO DI GIOCO 4-4-2

PRINCIPI TEORICI

L’organizzazione del reparto difensivo deve avere alla base degli aspetti legati al movimento individuale in quelle che sono determinate situazioni. A prescindere dal modulo di gioco che viene ad essere

sviluppato successivamente è fondamentale che i difensori seguano e conoscano i seguenti:

– Principi di tattica individuale:

a) Presa di posizione: Essere tra avversario e porte, cercare di avere nel proprio campo visivo la palla, i compagni, l´avversario, rimanendo utili il più a lungo possibile.

b) Marcamento: cercare di assumere la posizione più efficace per intervenire. Si è responsabili della propria zona di campo, e delle zone limitrofe (scalare) la posizione da assumere è determinata dalla palla. Si aggredisce chiunque entri nella propria zona in possesso palla, eccetto quando ci si trova in inferiorità numerica. L´avversario senza palla si accompagna.

c) Intercettamento: creare finte zone libere per poi intervenire sul passaggio, permettendo la riconquista della palla. Non presuppone la presenza dell’avversario, ed è più frequente nella marcatura a zona.

d) Tackle - Contrasto: diretto (frontale, laterale, da tergo o scivolato) quando si cerca di togliere la palla all´avversario direttamente con contrasto fisico. Indiretto: quando l´avversario non è in possesso palla e il difensore con una anticipata presa di posizione mette in zona d´ombra il diretto avversario.

e) Difesa della porta: significa frapporsi fisicamente, al momento del tiro, tra la palla e la porta, limitando lo specchio di porta. E´ importante non dare mai le spalle al tiratore (si rischiano deviazioni pericolose) e cercare se l´avversario riesce a tirare di correre verso il proprio portiere per “coprirlo” in caso di respinte corta.

Il reparto difensivo dovrà fare riferimento anche ad aspetti legati al gruppo che comunemente sono definiti:

-Principi di tattica collettivi (fase di non possesso) che sono i punti fondamentali, i cardini su cui si basa l´organizzazione di gioco.

-SCAGLIONAMENTO: il reparto non deve farsi trovare su una linea piatta, in modo da permettere la reciproca copertura. I difensori non solo devono marcare il propri avversario, ma debbono cercare di coprire anche gli spazi dei quali è responsabile l´intera difesa.

- AZIONE RITARDATRICE: si può effettuare tramite due atteggiamenti diversi che vanno a modificare i tempi di gioco:

a) Temporeggiamento: cioè arretrando, dando campo all’avversario ricordandoci del concetto “imbuto difensivo” uguale concentrazione difensiva; faccio anche giocare, ma esternamente guadagnando un tempo di gioco

b) Pressing e Fuorigioco: invece di scivolare all’indietro, avanzo con tutto il reparto per limitare tempo e spazio al possessore di palla avversario ed impedirgli giocate facili.

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-CONCENTRAZIONE: non significa atteggiamento mentale, ma dislocazione sul terreno di gioco. L´obiettivo è quello di portare più giocatori possibili dietro la linea della palla. La difesa deve cercare di presentarsi sempre in superiorità numerica per permettere le reciproche coperture. La disposizione ad imbuto consente di mantenere e ridurre lo spazio della zona pericolosa del tiro in porta.

-EQUILIBRIO: coprire tutti gli spazi, non farsi allargare o allontanare mantenendo la possibilità di copertura reciproca in ogni circostanza. Sfruttare la visione periferica in funzione della palla e dei compagni coprendo le zone pericolose.

-CONTROLLO e CAUTELA: non farsi attrarre solo dalla palla, cercando di tenere sotto controllo tutti gli elementi del gioco: palla,compagni, avversari, spazio, porta.

Se dal generale passiamo allo specifico non possiamo tralasciare i:

Principi di marcamento della zona.

1) Ogni giocatore è responsabile della zona di campo assegnata e degli avversari che sono in quella zona;

2) Deve inoltre guardare e sorvegliare le zone limitrofe;

3) Si muove nella zona in funzione ed in dipendenza della posizione della palla;

4) Deve sempre andare in pressione sull’avversario con palla che entra nella propria zona, eccetto quando è in inferiorità numerica, cercando di far giocare l´avversario sempre in condizione di palla coperta;

5) Nella marcatura a zona i difensori devono continuamente adattarsi ad avversari che possono cambiare spesso e con velocità, si richiede perciò la massima concentrazione.

Nonostante i suddetti principi non possiamo dimenticare che quando lo spazio tra il difensore e l´avversario sarà minimo, in vicinanza della zona pericolosa (16 metri), anche nella zona a 4 difensori varranno tutti i principi e le regole della marcatura a uomo:

1) Posizionarsi sempre tra avversario e porta

2) Controllare palla e avversario.

REQUISITI E CARATTERISTICHE TECNICHE E FISICHE DEIGIOCATORI NELLA ZONA A 4

Andiamo ora ad analizzare nel dettaglio i requisiti dei difensori che compongono la linea di difesa:

IL DIFENSORE CENTRALE ideale dovrebbe essere il leader del reparto, grazie al carisma di cui necessita per poter guidare la difesa, deve avere una buona tecnica di base ed essere dotato di un calcio lungo e preciso per poter ribaltare l´azione (passare velocemente da una azione difensiva ad una offensiva). Deve essere rapido e veloce (recuperatore), buono nei contrasti diretti e nella marcatura, dotato di una grande capacità attentiva per la migliore lettura della situazione e soprattutto molto abile nel gioco aereo. Ritengo questo ultimo punto di fondamentale importanza; infatti la fisicità diventa una condizione necessaria per un buon esito della fase difensiva. Deve avere un ottimo senso tattico, sapendo scegliere sempre la posizione più consona alla situazione di gioco, conoscere bene i principi della tattica difensiva individuale e collettiva. Deve conoscere i tempi di attacco o temporeggiamento, deve sapere controllare l´aggressività e l´emotività, riuscire a trasmettere fiducia ai compagni guidando la difesa nelle varie situazioni tattiche. Siccome è raro riuscire a trovare due centrali con queste caratteristiche, normalmente i due difensori hanno requisiti

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diversi, sia sul piano strutturale che sul piano tecnico tattico; uno è più portato alla marcatura l´altro all´organizzazione del reparto, in modo da miscelarsi in maniera ottimale.

IL DIFENSORE ESTERNO pur rimanendo un ruolo prevalentemente difensivo, nel calcio attuale ha compiti sempre più offensivi. Con la zona di centrocampo sempre più intasata, si può dedurre che l´unico reparto sempre in superiorità numerica è proprio quello difensivo ed è per questo motivo che spetterà ai difensori iniziare la manovra, oppure di proporsi come passaggio di scarico ad un compagno pressato. Oltre ad occuparsi dei giocatori esterni avversari, coprire la fascia sia laterale che a volte centrale (diagonale difensiva) dovrà avere una buona lettura del tempo di inserimento per arrivare al cross o al tiro in porta. Deve avere buone capacità condizionali, essere dotato di buona struttura fisica (sul cambio gioco la statura garantisce metri di copertura). Le doti tecniche del difensore esterno sono:

-Buon calcio per gestire il gioco sia corto che lungo.

-Riuscire a stoppare la palla in modo orientato, lo stop in funzione del gesto e dello scopo.

-Capacità di correre velocemente e con la palla sotto controllo.

-Riuscire ad eseguire cross sia dal fondo campo sia dalla trequarti campo.

-Capacità di marcare e contrastare.

-Riuscire a leggere le traiettorie aeree.

Dal punto di vista tattico il difensore esterno deve:

-Saper marcare d´anticipo l´avversario ponendosi internamente.

-Saper stringere gli spazi verso il centro su un attacco sulla fascia opposta, per dare copertura accorciando le distanze e nello stesso tempo poter intervenire nel lato debole su un eventuale cambio gioco.

- Saper temporeggiare.

-Saper attaccare l´avversario in possesso palla nel momento più opportuno, cercando l´intervento al momento dello stop.

-Accompagnare la squadra in fase offensiva.

-Attaccare gli spazi con il giusto tempo d´inserimento.

LA DIDATTICA

Ritengo che questa sia la fase che contraddistingue e dà grande credibilità all’allenatore, penso che la progressione didattica debba procedere dal semplice al complesso e dal generale al particolare.

Proprio per questo motivo è opportuno inserire nel programma di allenamento precampionato esercitazioni di 1>1 2>2 3>3, che diventano la pietra miliare per l´apprendimento dei movimenti

e dei tempi di marcamento e copertura. Nell’introdurre la squadra alla Didattica è bene tenere presente alcuni punti:

-Far sì che il giocatore memorizzi concetti tattici e tecnici e disponga situazionalmente di essi facendo uso in ordine delle seguenti capacità: vedere, capire, scegliere, ed eseguire.

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-L´organizzazione difensiva penso vada lavorata, per reparto, proponendo sedute specifiche di 20´- 25´ ripetute più volte nella settimana tipo, per raggiungere automatismi consolidati.

-Convincere il giocatore che solo con la massima applicazione in allenamento potrà migliorare.

-Ottenere la massima concentrazione e la massima carica agonistica.

-Cercare di preparare ed allenare tutte le situazioni possibili ponendosi come obiettivo un continuo e graduale miglioramento.

-Proporre inizialmente esercitazioni senza avversari allo scopo di rendere chiari i concetti che diventeranno un caposaldo dei movimenti difensivi.

-Avere anche il supporto di materiale audio-visivo, perché se è vera la sequenza:

ASCOLTO = DIMENTICO

VEDO = RICORDO

ESEGUO = IMPARO

sicuramente posso ottenere un vantaggio nel rivedere situazioni positive e negative.

-Porsi come risultato anche il fatto che tutti i difensori abbiano le stesse conoscenze e di conseguenza le stesse soluzioni senza aver bisogno di un comando verbale (ci può essere) così da poter anticipare anche di una frazione di secondo l´eventuale decisione tattica.

LE ESERCITAZIONI

Al fine di poter organizzare la difesa in modo ottimale, la sequenza delle esercitazioni che analizzeremo viene ad essere sviluppata toccando 5 punti fondamentali:

1. Esercitazioni per l’ampiezza;

2. Esercitazioni per la diagonale e per la piramide difensiva;

3. Esercitazioni per il marcamento e la copertura;

4. Esercitazioni per i movimenti orizzontali della linea;

5. Esercitazioni per i movimenti verticali della linea (elastico difensivo) (fuorigioco).

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1. Esercitazioni per l’ampiezza

I quattro difensori, con palla in possesso agli avversari, si devono stringere (max 40 Metri) riducendo gli spazi all’interno del reparto. In seguito, più la palla si avvicina alla zona pericolosa, più si devono ridurre le distanze. Elementi fondamentali per valutare la disposizione in ampiezza della linea a 4 saranno poi la posizione della palla, la posizione ed il numero degli attaccanti avversari. Per questo motivo quando si affronta una squadra che schiera 2 punte centrali la linea si mantiene più stretta (copertura reciproca evitando il 2>2 centrale) rispetto a quando dovrà fronteggiare un attacco a 3 punte (punta centrale + 2 punte esterne) dove si può guadagnare qualche metro in ampiezza.

Esercitazioni: dispongo la linea difensiva a 3/4 campo con 2 avversari posti esternamente davanti circa 10 metri ai difensori esterni. A turno l’attaccante porta palla, puntando il difensore. L’esterno di competenza attacca la palla accompagnando l’avversario senza intervenire; l’intero reparto difensivo scivola all’indietro, restringendo gli spazi via via che la palla si avvicina in zona pericolosa. Far notare alla linea di copertura l’importanza di non farsi trovare piatta su un eventuale cross, in modo tale di mantenere il più a lungo possibile la linea di copertura. (fig. 1+ fig. 1 bis).

2.

2. Esercitazioni per la diagonale e per la piramide difensiva Diagonale e piramide difensiva: con questi due termini si racchiudono i concetti più importanti del gioco a zona. Su palla esterna, abbiamo già visto che la difesa accorcia in zona palla e si dispone in diagonale formando 1 linea di copertura, (che mi permette di togliere profondità agli attacchi avversari essendo inoltre più adatta alla tattica del fuorigioco). Su palla centrale si formerà piramide difensiva dove è evidenziata la posizione del difensore centrale rispetto alla palla, e le posizioni di copertura a 1 linea degli altri difensori. Inoltre, vista la copertura di palla sono evidenziate le zone dei lati deboli da lasciare libere.

Esercitazioni: colloco la difesa a 4 un paio di metri oltre la lunetta dell’area di rigore. Sulla 3/4 dispongo quattro sagome con casacche di colore diverso, che occupano il campo in ampiezza a circa 10 metri una dall’altra. A questo punto chiamo liberamente il colore delle sagome; la linea è chiamata ad attaccare velocemente il colore chiamato, ponendosi secondo i casi in diagonale o formando la piramide difensiva.

Spunti d’osservazione sono: evidenziare lato forte e lato debole, cura della copertura, delle distanze e delle posture da assumere

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Come sopra, ma al posto delle sagome colorate dispongo 4 giocatori con l’obbligo di fare un giro palla a 2 tocchi. Si vanno ad osservare gli stessi concetti precedenti, e di volta in volta si richiede più intensità nell’attaccare palla (fig. 3).

3. Esercitazioni per il marcamento e la copertura I movimenti visti fino ad ora non includevano giocatori d’attacco; ritengo importante porre l’accento sul fatto che la presenza di questi ultimi può determinare adattamenti nella disposizione dei difensori che devono rispettare i principi del marcamento. Infatti, il difensore deve essere capace di marcare e coprire allo stesso tempo; per questo non potrà limitarsi a controllare l’avversario diretto ma dovrà posizionarsi in modo da dare copertura ai compagni più vicini in modo di poter intervenire tempestivamente sulla palla nel caso in cui un compagno venga superato dall’avversario (reciproca copertura). Esercitazioni: stessi concetti delle precedenti esercitazioni; si inseriscono 3 attaccanti che possono andare a concludere in porta, sia in maniera individuale che collettiva. L’allenatore deve essere in grado di correggere le distanze e le varie interpretazioni secondo i movimenti degli attaccanti.

4. Esercitazioni per i movimenti orizzontali della linea

I 4 difensori devono muoversi in orizzontale con i tempi giusti, andando in accorciamento nei pressi della palla e mantenendo le stesse distanze nel reparto. Importante è che i 4 difensori sappiano scalare. Lo spostamento a scalare si concretizza con lo scorrimento del reparto che adegua la disposizione ad una sopraggiunta situazione d’inferiorità numerica. Proprio nel caso in cui un difensore venga saltato o sia fuori posizione gli altri compagni di reparto dovranno rapportarsi alla nuova situazione scalando, applicando il concetto che lo spazio lasciato libero dal compagno viene coperto dallo spostamento del giocatore vicino. I 4 difensori fanno un giro palla sulla 3/4 campo. Al segnale il difensore che ha la palla si trasforma in attaccante, gli altri devono immediatamente adeguarsi alla situazione ricompattando il reparto (fig. 4).

Un attaccante in possesso palla punta il difensore esterno. Il terzino accompagna l’attaccante senza intervenire e al segnale si fa superare. La difesa dovrà quindi scalare in funzione della palla e il terzino superato dovrà leggere la situazione (portarsi in raddoppio di marcatura o ricompattando il reparto difensivo in zona centrale e diagonalmente rispetto alla palla (fig. 5). Un giocatore sempre esternamente punta il terzino, che ha una punta larga nella sua zona. In questo caso, è il difensore centrale che si va ad occupare del portatore di palla con la conseguente scalata del reparto (fig. 6). Come sopra, ma il portatore palla consegna alla punta larga e si propone in sovrapposizione. Il terzino non interviene sul portatore (compito del centrale di competenza) ma si interessa del giocatore che si propone senza palla (fig. 7).

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5. Esercitazioni per i movimenti verticali della linea:

• Elastico difensivo

• Fuorigioco

La difesa, oltre a muoversi e scalare per vie orizzontali, deve anche sapersi muovere in verticale.

La morte della difesa è la staticità, ed è proprio per questo che il reparto non dovrà mai farsi trovare immobile, ma sempre in movimento a onda muovendo la linea in continuazione non necessariamente per lunghi tragitti, ma mai ferma, applicando l’elastico difensivo.

È proprio quest’ultimo atteggiamento, analizzato nel dettaglio e nelle sfumature, che possono essere il valore aggiunto della squadra. Per elastico difensivo s’intende il movimento coordinato in avanzamento o in arretramento che la linea compie secondo la situazione di gioco ed ha una duplice finalità:

-Togliere profondità all’attacco avversario.

-Mantenere la squadra corta.

Per ottimizzare al meglio questo atteggiamento è indispensabile la corretta interpretazione generale di palla coperta (c’è pressione sulla palla, l’avversario non è nelle condizioni di fare una giocata verticale precisa) e palla scoperta (il possessore vede il gioco frontale ed ha tutta la libertà di verticalizzare). Nell’ipotesi di palla scoperta è necessario che i difensori scivolino all’indietro; nel caso la palla sia coperta

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dovrà mantenere un atteggiamento aggressivo, accorciando verso la palla per consentire alla squadra di rimanere corta e compatta. In tutte le varie esercitazioni proposte ritengo indispensabile l’utilizzo del portiere, che così imparerà anche lui a leggere le varie situazioni e di conseguenza ad alzarsi o ad abbassarsi all’unisono con i compagni di reparto.

Analizziamo ora in quali momenti la linea difensiva, nella nostra metà campo, ha il tempo di avanzare e tenere la squadra corta in situazione di palla coperta:

-l’avversario sotto pressione non ha la giocata verticale;

-su rinvio del portiere;

-su calcio liberatorio o su una respinta del difensore (far osservare

alla difesa che il tragitto della palla in avanti dà tempo di avanzare e di guadagnare campo in avanti);

-quando l’avversario conduce o si libera della palla con spalle alla porta nella nostra metà campo;

-su un cambio gioco lungo;

-tutte le volte che l’avversario guida palla ed il piede d’appoggio è distante dalla palla stessa.

La difesa in generale scivola all’indietro quando:

- c’è inferiorità numerica sull’attacco avversario, l’obiettivo è guadagnare un tempo di gioco per permettere ai compagni di rientrare;

-si subisce un break e si è costretti a difendere partendo da una posizione sbilanciata degli uomini in campo.

Situazioni tattiche che meritano una particolare attenzione sono il taglio in profondità dell’attaccante ed il movimento incontro a ricevere. Nel primo caso il difensore che vede e “prende“ il taglio dovrà compiere il movimento “prendo e mollo”, dovrà quindi in un primo momento accompagnare il marcamento della punta per poi salire ad integrarsi con il reparto non appena l’avversario avrà superato la linea ed il passaggio non sarà stato ancora eseguito, lasciando l’attaccante in fuorigioco. Quando invece la punta si muove incontro alla palla, il difensore dovrà eseguire il movimento di “seguo e lascio”; si segue l’attaccante

per poi lasciarlo, ricompattando il reparto, nel caso questo non riceva palla. È molto importante seguire l’attaccante che si propone incontro alla palla, perché altrimenti la punta potrebbe ricevere tra le linee e poi puntare la difesa frontalmente.

Esercitazioni per l’elastico difensivo

Schiero la difesa sulla 3/4 campo. Posso utilizzare i giocatori in eccedenza del reparto difensivo, e li colloco sia centralmente che lateralmente con un pallone, a simulare gli attaccanti. Il giocatore chiamato parte palla al piede puntando la difesa che deve indietreggiare (palla scoperta). Dopo circa 10 metri il portatore palla si arresta e torna sui suoi passi per rientrare in posizione e consegnare palla ad un altro compagno. La difesa accompagna la salita dell’avversario per scivolare ancora all’indietro quando questi passa palla ad un compagno fronte porta. (fig. 8) Ora l’attaccante guida palla (come sopra) ma dopo essersi fermato esegue un passaggio all’indietro, la difesa arretra quando è puntata frontalmente per poi salire nel tragitto del passaggio, e successivamente riscivolare quando l’avversario rientra in possesso della palla (fig. 9). Nella esercitazione successiva inseriamo 2 attaccanti che hanno come obiettivo quello di cercare la profondità. La

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situazione è come quella precedente ma quando l’esterno dà palla all’indietro chi riceve mette in mezzo di prima. La difesa scivola, quando è puntata risale ad accompagnare il tragitto della palla, infine riscivola al momento del cross. Questa esercitazione prevede sempre un attaccante esterno in possesso palla che va a puntare il terzino di zona. Due punte seguono lo sviluppo dell’azione durante l’attesa del cross. Quando l’attaccante esterno all’altezza dell’area di rigore trovandosi chiuso rientra per crossare con il piede opposto, la difesa accompagna la salita della palla in diagonale; considerando che con gran probabilità le punte attratte dalla situazione favorevole si troveranno in area di rigore l’elastico difensivo mi permetterà di sfruttare un eventuale fuorigioco (fig. 10). La difesa resta schierata all’altezza della lunetta dell’area di rigore. Quattro bersagli stanno all’altezza della linea mediana del campo coprendolo in ampiezza per circa 50 metri. Tre allenatori si dispongono con i palloni: 1 centralmente a metà campo, 2 lateralmente ai 30 metri. A turno gli allenatori calciano la palla in direzione dei difensori che respingono cercando i bersagli, e accompagnano la salita palla fino a quando il bersaglio non è in condizione di giocare palla. A questo punto i quattro scivolano all’indietro, o salgono a seconda se l’avversario li punta o se si volta e guida palla all’indietro (fig. 11).

Il fuorigioco

Nella strategia generale della squadra la tattica del fuorigioco potrebbe essere definita come l’insieme di comportamenti che si pongono come obiettivo la riconquista della palla, riconquista che può avvenire in due modi specifici:

-usufruendo di un calcio di punizione indiretto;

-sottraendola agli avversari in virtù dell’applicazione del pressing.

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Qualora si decida di ricorrere alla tattica del fuorigioco, è assolutamente indispensabile l’applicazione sincrona del pressing, salvo che lo si voglia attuare su palla inattiva. Per mezzo del fuorigioco individuale e della lettura spazio temporale della palla (libera - coperta), la squadra potrà più facilmente muoversi in sincronia nella fase di non possesso, essendo imprevedibile e “fastidiosa“ agli attaccanti avversari, perché non sempre riescono a comprendere e interpretare il momento in cui la squadra sale oppure arretra. Si capisce che per far ragionare nello stesso modo ed in tempo brevissimo più calciatori, si presuppone gran didattica semplificativa da parte dell’allenatore unita ad una grande partecipazione ad attenzione da parte dei calciatori. Un’ultima considerazione da fare è che con il modificare delle norme che regolamentano il fuorigioco rimane una tattica da sfruttare nelle seguenti situazioni:

- parità o inferiorità numerica difensiva;

-respinta in zona centrale dopo lancio o cross;

-respinta in zona centrale dopo esecuzione di calcio d’angolo;

-quando la punta, spalle alla porta, esegue un passaggio all’indietro.

Nell’attuazione del fuorigioco è indispensabile che uno dei due centrali detti i tempi di uscita con comando verbale. In considerazione di quest’analisi, possiamo dedurre che, la tattica del fuorigioco prevede tutte le situazioni in precedenza analizzate trattando l’elastico difensivo, ma la differenza sostanziale è che nel fuorigioco non è previsto l’arretramento, poiché la difesa continua a salire, mentre l’elastico mi sembra più sicuro perché è in grado di sopportare anche inserimenti del 3° uomo.

Esercitazioni per l’applicazione della tattica del fuorigioco

Il “taglio” si può definire come “azione di smarcamento eseguita con corsa in diagonale davanti al compagno in possesso palla“. L’applicazione della tattica del fuorigioco sul taglio può essere attuata con buona certezza di riuscita se il reparto difensivo adotta una sola linea di copertura sia nell’esecuzione della diagonale (palla sull’esterno) che della piramide (palla in zona centrale). Nelle fig. 12-13-14 è rappresentata una situazione “tipica“ con palla sull’esterno, nella quale si evidenzia il comportamento dei difensori per mettere in fuorigioco l’attaccante avversario che esegue il taglio.

La situazione che andiamo a ricreare inizia in fig. 12 con “l’avversario “A” in possesso palla; al comando dell’allenatore lo stesso “A” trasmette palla a “B“, il quale controlla e serve il compagno “C“, che stava eseguendo il taglio. Il comportamento dei difensori è il seguente: il n° 3, nel momento in cui “A” trasmette palla a “B”, attacca quest’ultimo (essendo una esercitazione, lascerà spazio a “B”, affinché lo stesso possa calciare); il n° 5, sullo scatto in profondità (taglio) di “C”, non fa altro che seguirlo tenendo sempre sotto controllo la linea dell’attaccante proteso in profondità (C), allo scopo di interrompere la corsa nel “momento” giusto; idealmente, l’interruzione della corsa del

n°5 per mettere in fuorigioco “C”, sempre che quest’ultimo, nel momento in cui parte la palla dai piedi di “B”, si trovi oltre la linea difensiva. Gli altri due difensori, n°6 e n°2, debbono cercare di rimanere in linea con il n°5 (scivolando all’indietro insieme a lui) per poi risalire tutti insieme nel momento in cui il n°5 “lascia” l’avversario “C” per farlo “cadere” nella trappola del fuorigioco. In fig. 13 è “fotografato “l’istante in

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cui il portatore di palla avversario “B” sta per servire in profondità “C”. In fig. 14 è “fotografato” l’istante in cui il pallone si stacca dai piedi di “B”. Si evidenzia che, nella esercitazione proposta, ”B” prima controlla il pallone e poi lo mette in profondità per “C”; in tal caso la scelta del tempo per lasciare andare oltre la linea difensiva, è abbastanza comprensibile.

Facendo riferimento sempre alla situazione proposta, l’applicazione della tattica del fuorigioco sarebbe più complessa se “B” giocasse palla in profondità senza prima controllarla, vale a dire con un solo tocco. In tal caso, il n°5 e gli altri difensori n°6 e n° 2 non hanno alcun riferimento nella scelta del tempo per far “cadere” in fuorigioco “C”, pertanto il n°5 accompagnerà e seguirà l’attaccante “C”, mentre il n°6 e il n°2 si allineeranno con lui. Un’altra esercitazione utile che permette di analizzare il comportamento dei difensori nell’attuazione della tattica del fuorigioco sul taglio è quella riportata in sequenza nelle fig. 15 - 16 - 17. Nell’esercitazione che andiamo a proporre la palla è in zona centrale, quindi la difesa si dispone formando la piramide ad una linea di copertura. L’esercitazione inizia in fig. 15 con l’avversario “C” in possesso di palla ed i 4 difensori già schierati. Al comando dell’allenatore, ”C” trasmette palla a “B”, il quale controlla e serve in profondità il compagno “A” che sta eseguendo il taglio.Il comportamento dei difensori sarà il seguente: il n° 5, nel momento in cui “C” trasmette palla a “B”, attacca quest’ultimo (essendo una simulazione, lascerà spazio a “B” affinché possa calciare), il n° 3, sul taglio di”A”, non farà altro che seguirlo, tenendo sempre sotto controllo la linea dell’attaccante “A” proteso in profondità, alloscopo di interrompere la corsa un istante prima rispetto al passaggio in profondità di “B” per “A”, sempre che quest’ultimo, nel momento in cui parte la palla dai piedi di “B”, si trovi oltre la linea difensiva, quindi, per quanto detto precedentemente, oltre se stesso. Gli altri due difensori, il n° 6 e n° 2 devono farsi trovare allineati con il n° 3 arretrando insieme con lui per poi risalire al momento opportuno quando si capisce che l’avversario è caduto in fuorigioco. In fig. 16 è “fotografato“ l’istante in cui il portatore di palla avversario “B” sta per servire in profondità “C”; mentre in fig. 17 è “fotografato” l’istante in cui il pallone si stacca dai piedi di “B”.

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Esercitazione per l’applicazione del fuorigioco su calcio di punizione In fig. 18 semplifico un’idea per l’applicazione del fuorigioco su calcio di punizione, con palla indirizzata verticalmente verso l’area di rigore. Se si intuisce che l’avversario che sta per battere la punizione calcerà la palla lunga in avanti, i difensori, e più in generale i difendenti (ci possono essere anche centrocampisti o attaccanti) si disporranno in linea con gli avversari di turno e, dopo essersi preventivamente accordati, nel momento in cui il giocatore avversario che batte la punizione fa il gesto di

calciare la palla (oscillazione della gamba), salgono verticalmente. Facendo riferimento alla fig. 18, nel momento in cui l’avversario “A” fa il gesto di calciare la palla, i difensori n° 2-6-5 e 3 salgono verticalmente per mettere in fuorigioco gli attaccanti avversari. La situazione che si determina applicando il fuorigioco nella situazione descritta, è riportata in fig. 19.

Esercitazioni varie di verifica del reparto difensivo

Dopo aver lavorato su tutti i concetti difensivi che si vogliono vedere attuati, passiamo ora a addestrare la linea difensiva in situazioni di gioco, cercando di osservare e di pretendere l’aiuto verbale del reparto in tutte le situazioni di gioco:

Situazione di 4>4 nella metà campo

I difensori applicano i principi di restringimento dello spazio, pressione, copertura e diagonale, elastico difensivo, fuorigioco ecc. L’allenatore dà inizio al gioco consegnando palla agli attaccanti. Se i difensori conquistano palla devono fare meta nella linea di metà campo (fig. 20).

Situazione di 4 >6 nella metà campo

I difensori applicano i principi appresi, cercando di mantenere il reparto il più compatto possibile, temporeggiando, stando vicini e allenandosi in condizioni di inferiorità numerica. Cambiando la disposizione degli avversari possiamo abituare i nostri difensori ad allenarsi contro diversi moduli di gioco d’attacco. Uno degli

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obiettivi di quest’esercitazione è cercare di aumentare l’autostima dei difensori, che a seconda del buon esito dell’esercitazione matureranno grande consapevolezza (fig. 21 - 21 bis).

Partita a settori 4>6 / 6>4

Si gioca una partita quattro contro sei in una metà campo e sei contro quattro nell’altra metà. Quindi non abbiamo fatto altro che divedere le squadre in due tronconi, ciascuno in una metà campo (in una metà campo si difende in inferiorità numerica, nell’altra si attacca in superiorità numerica).

Quando una linea difensiva riconquista palla la gioca nell’altra metà campo ai suoi centrocampisti che a loro volta danno inizio all’azione offensiva. Rispetto alla precedente esercitazione abbiamo una maggior continuità d’azione inserendo anche la fase di transizione (passaggio da una fase di gioco ad un’altra), e avendo a disposizione un numero maggiore di giocatori posso verificare velocemente il grado d’apprendimento delle varie letture del gioco. (fig. 22).

Partita 6>8 calcio rugby per i difensori

Partita dove i 4 difensori, che sono aiutati dai due centrocampisti centrali, devono difendere la porta contro otto avversari; se i difendenti conquistano palla possono andare a segnare gol oltrepassando la linea di centrocampo. (fig. 23).

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I MOVIMENTI OFFENSIVI

POSIZIONI DI BASE DEGLI ATTACCANTI CONTRO DIFESE A 4 O 3

Il 4-4-2 è un modulo che è stato adottato in Italia dalla seconda metà degli anni ottanta, a seguito dei grandi successi conseguiti dal Milan allenato da Arrigo Sacchi che diede alla sua squadra una mentalità e un modo di stare in campo innovativi che ha fatto scuola sia in Italia che in Europa. Con il passare degli anni questo sistema ha subito varie evoluzioni passando ad un:

1) 4-3-1-2: centrocampo disposto a rombo con un 3/4 impiegato dietro le due punte

2) 4-2-3-1: composto da due centrocampisti centrali abbastanza bloccati per dare equilibrio alla squadra, tre giocatori schierati in orizzontale con caratteristiche prettamente offensive dietro ad una punta centrale di riferimento

3) 4-2-4: Due centrocampisti centrali, due esterni alti, due punte posizionate in orizzontale.

In considerazione di queste evoluzioni del 4-4-2 si sono modificati di conseguenza i movimenti degli attaccanti, sia nella fase di non possesso palla (fase difensiva) che di possesso palla (fase offensiva). Nonostante le diverse interpretazioni un sistema di gioco funziona quando è composto da bravi calciatori che sanno integrarsi tra loro compensando pregi e difetti e quando i giocatori occupano in campo posizioni a loro congeniali che ne esaltano le qualità e ne limitano le lacune. È altresì importante che la squadra sia sorretta dallo stesso spirito di collaborazione e dalle stesse motivazioni nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Occorre infine ricordare che uno schema di gioco per essere efficace deve essere:

-equilibrato: deve garantire equilibrio nelle due fasi di possesso palla, e non possesso palla;

-elastico: deve adattarsi con piccole modifiche alle esigenze della gara e alla diverse disposizioni tattiche degli avversari;

-razionale: deve essere scelto in relazione alle caratteristiche tecnico-tattiche dei giocatori che lo compongono.

In riferimento alle caratteristiche tecnico-tattiche e fisiche degli attaccanti a disposizione, si sceglierà il sistema di gioco più adatto alle loro qualità (attuare pressing offensivo o difensivo, scegliere di attaccare con palla alta o palla bassa). Sono proprio gli attaccanti attraverso la loro capacità e disponibilità a collaborare con il resto della squadra a rendere più o meno efficace (fase difensiva-offensiva) e produttivo il gioco della squadra.

IL MOVIMENTO SENZA PALLA

Ritengo di primaria importanza, prima di esporre i movimenti specifici delle punte nel modulo 4-4-2, parlare dello “smarcamento”, elemento fondamentale di tecnica applicata(o tattica individuale) e determinante ai fini della riuscita di una efficace manovra offensiva.

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Smarcamento: è la capacità di sottrarsi al controllo dell’avversario per agire con una certa libertà d’azione ma è anche la capacità di sapersi proporre al compagno che ha la palla, per partecipare alla fase di possesso e alla progressione della stessa verso la porta avversaria.

Perchè uno smarcamento possa considerarsi ottimale è necessario conoscere alcuni aspetti basilari: quando, come e dove. Quando: un calciatore si smarca quando il compagno che ha il controllo della palla è in grado di vederlo. Per velocizzare l’azione e creare maggiori difficoltà al difensore avversario è necessario che colui che si smarca cominci a muoversi mentre la palla viene trasmessa da un compagno ad un altro, oppure nel tempo che passa tra il controllo della palla e il passaggio.

Come: un giocatore si smarca con corse diagonali che consentono di vedere la palla e il compagno che ti passa la stessa, contemporaneamente la porta avversaria e di conseguenza il marcatore diretto. È fondamentale vedere il compagno che ha la palla per due motivi :

1) Per i tempi dello smarcamento

2) Per intuire dove si potrà ricevere la palla, incontro o in profondità, a seconda della posizione dell’avversario (vicino o lontano) dalla stessa

Dove: prendendo in riferimento la distanza dell’avversario ci si smarca dove il compagno può passarci la palla, valutando le caratteristiche tecniche dello stesso(calcio lungo-calcio corto). Considerando che nel calcio si creano gli spazi muovendosi e facendo muovere gli avversari, diventa di fondamentale importanza il concetto di spazio e di tempo.

Esempi di esercitazioni per lo smarcamento:

quadrati 3 > 1 e 4 > 2 (Fig. 1-2)

I MOVIMENTI SPECIFICI DELLE 2 PUNTE

Perché il nostro sistema di gioco risulti equilibrato e bene organizzato, è necessario che le punte, così come tutte le altre coppie (difensori centrali centrocampisti centrali ed esterni) abbiano caratteristiche diverse per integrarsi bene tra loro. In genere le qualità di una prima punta dovrebbero essere: potente fisicamente, di statura elevata, abile nel gioco aereo e capace di proteggere la palla sia per lo sviluppo della manovra offensiva, sia per far risalire la squadra quando gli avversari stanno attuando un pressing alto e, naturalmente, avere anche delle buone qualità realizzative.

Fig.1 - Esercitazione smarcamento 3 VS 1

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Fig.2 - Esercitazione smarcamento 4 VS 2

Al contrario la seconda punta deve avere caratteristiche di movimento. Deve risultare veloce, abile nel 1 > 1 , capace di fornire assist per i compagni e dettare il passaggio negli spazi liberi. Inoltre dovrà essere bravo a smarcarsi tra le linee di difesa e centrocampo avversario quando la propria squadra potrà verticalizzare

il gioco con palla a terra e altresì, andare a sostegno della prima punta o attaccare la profondità dietro la stessa nel caso in cui su pressing avversario la squadra sia indotta a giocare una palla lunga.

In fase di non possesso palla le punte dovranno assumere la giusta posizione per ritardare la manovra di uscita della difesa avversaria per consentire alla propria squadra di organizzarsi ed eventualmente di poter effettuare un’ azione di pressing. Per caratteristiche dovrà essere la seconda punta ad accorciare la squadra ed aiutare la chiusura del gioco degli avversari verso un lato del campo

Fig. 3 - Movimento delle punte: uno viene - uno va

Movimenti classici delle due punte: uno viene e uno va, incrocio, uno-due, esca, velo, blocco e deviazione (movimento passante).

-Incrocio: s’intende un cambio di posizione delle punte che permetta una occupazione razionale degli spazi in profondità dando al portatore di palla due soluzioni di passaggio. Perchè questo avvenga occorrono questi requisiti:

-Tempo del movimento di incrocio. Si effettua se il compagno può calciare e quando stà per calciare.

-Distanza. In questa situazione le due punte non devono essere nè troppo distanti tra di loro nè troppo lontane dalla palla. Questo è un movimento che in genere si effettua oltre la 3 / 4 avversaria. (Fig. 4) Si attua in particolare contro difese schierate ad uomo.

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-Uno viene e uno và: è un movimento che dà la possibilità al portatore di palla di avere due soluzioni di passaggio, una in appoggio e una in profondità. È importante in questo movimento che sia la punta più vicina alla palla a determinare il movimento dell’altra. (Fig. 3) Questo movimento si attua in particolare come contromisura al fuorigioco, in questo caso il primo movimento spetta prevalentemente all’uomo più distante.

-Uno – due: è uno dei movimenti più produttivi e frequenti nel gioco del calcio. Perchè sia eseguito correttamente occorre che il calciatore che è in possesso di palla attacchi puntando l’avversario, eseguendo un passaggio teso in diagonale sul compagno venuto in appoggio, cercando di indirizzare la pal la sul piede più lontano dall’avversario e compiendo un cambio di direzione e di velocità finalizzato alla chiusura dello scambio

Fig. 4 - Movimento delle punte: incrocio

Nell’uno-due la trasmissione di palla viene effettuata utilizzando l’ interno piede che permette un passaggio più preciso ma che ha lo svantaggio di essere più leggibile dall’avversario. Per questo motivo, per rendere più pericolosa e veloce un’azione d’attacco, sarebbe opportuno servirsi anche dell’esterno piede che è un tipo di calcio più difficile ma meno prevedibile. (Fig. 5)

-Esca: le punte effettuano questo movimento quando la palla è posizionata sulla parte centrale-esterna e quando gli avversari accorciano molto la marcatura. È determinante che le due punte si posizionino bene fra loro e la palla e precisamente uno dietro l’altro e sulla diagonale di colui che effettua il passaggio. La trasmissione della palla deve essere veloce e tesa, l’attaccante che và incontro alla palla finge il controllo, la lascia passare per l’altra punta che gli ritorna la palla sulla direzione della sua corsa. Questo è un movimento contro cui i difensori hanno difficoltà a difendere data la velocità e l’imprevedibilità della giocata. (Fig. 6)

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Fig. 5 - Movimento delle punte: uno due

Fig. 6 - Movimento delle punte: esca

-Velo: è un’azione che si effettua quando il giocatore che ha la palla non ha alternative di gioco. Esegue una guida della palla verso il compagno che gli lascia la stessa, incrociandosi e proteggendo la palla da un possibile intervento di un avversario. È un movimento efficace contro una difesa ad uomo ed è presupposto per la verticalizzazione (conclusione in porta o passaggio). (Fig. 7)

-Blocco: è una tattica ripresa dal basket e si utilizza soprattutto nelle palle inattive (calci d’angolo, punizioni laterali ecc.). Si deve prestare attenzione a non commettere fallo perchè è un movimento che si attua in spazi ristretti e contro la marcatura a uomo. Il blocco può avvenire in due modi:

1) In movimento:quando si corre sulla traiettoria di corsa del marcatore dell’altro attaccante per fargli deviare il senso della corsa.

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Fig.8 - Movimento delle punte: blocco

Fig. 7 - Movimento delle punte: velo

2) Statico: quando ci si pone d’avanti o dietro al marcatore di un compagno mentre arriva il passaggio o il cross. (Fig. 8)

-Corsa di deviazione o movimento passante: è un movimento che prevede lo spostamento(ad aprire) di uno o di entrambi gli attaccanti. Questo movimento si effettua per cercare di aprire le difese avversarie e per favorire gli inserimenti da dietro degli esterni e dei centrocampisti centrali. (Fig. 9)

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Fig. 9 - Movimento delle punte: deviazione o movimento passante

Fig. 9 bis - Movimento delle punte: deviazione o movimento passante con inserimento dell’esterno in taglio.

DISPOSIZIONE E MOVIMENTI DEI DUE ATTACCANTI DEL 4-4-2 CONTRO LA DIFESA A 4 A ZONA E CONTRO UNA DIFESA DISPOSTA A 3 A ZONA O A UOMO

Due attaccanti > 4 difensori a zona: Fase offensiva

Premettendo che le caratteristiche tecniche, tattiche e fisiche dei due attaccanti siano quelle sopra citate, contro una difesa a 4 schierata a zona in genere le due punte possono essere posizionate:

1) Due punte centrali. Questo per creare una situazione di 2 > 2 centralmente e rendere più difficoltosa la copertura reciproca dei difensori. In questo caso i movimenti delle due punte più idonei sono l’uno –due(anche con gli attaccanti pronti a ricevere palla di spalle usando l’esterno piede), uno viene uno và (punta incontro e l’altra punta che taglia) e l’ esca se incontriamo una difesa molto aggressiva.

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2) La prima punta si posiziona centralmente mentre la seconda punta si colloca esternamente dalla parte del difensore esterno meno abile nella fase difensiva ma più portato ad attaccare, in modo che quest’ultimo possa limitare la sua spinta e di contro subire l’ 1 > 1 o il 2 > 1 con il supporto dell’ esterno. Nel caso in cui sia la punta ad effettuare il cross, è fondamentale che il centrocampista centrale più abile nel gioco aereo s’inserisca da dietro per affiancare la prima punta alla conclusione.

3) Posizione delle punte in verticale. Si ricerca questa disposizione quando troviamo nella squadra avversaria un centrocampo molto piatto e poco disposto alle coperture reciproche e alla marcatura dell’avversario la punta di movimento si posiziona tra le linee di centrocampo e di difesa, in verticale con la prima punta, per creare delle difficoltà nelle scalate ai due difensori centrali e favorire di conseguenza gli inserimenti con i tagli degli esterni di centrocampo. Inoltre una difesa a 4 schierata a zona potrebbe effettuare il fuorigioco. In questo caso i movimenti dei due attaccanti saranno diversi a seconda della loro posizione (orizzontale o verticale).

A: se le nostre punte sono posizionate in orizzontale sulle respinte dovranno correre verso la linea di centrocampo, per favorire l’inserimento da dietro di un esterno o di un centrocampista centrale. Con le punte in posizione verticale sarà efficace il movimento punta incontro e punta lunga. B: contro il fuorigioco su palla scaricata all’indietro, i movimenti dei nostri due attaccanti saranno uguali a quelli appena citati. Considerando la possibilità che anche gli esterni siano alti, questi dovranno correre all’indietro per favorire l’eventuale inserimento del terzino sul conseguente cambio di gioco, con le punte che successivamente riprenderanno la corsa verso la porta. Sono efficaci inoltre per evitare il fuorigioco i movimenti di mezza luna, corse in diagonale e in orizzontale / verticale (ad L )

Fig. 10 - 2 punte vs 4-4-2

Fase difensiva

La posizione e i movimenti dei due attaccanti nella fase di non possesso palla sarà determinata dallo schieramento tattico del centrocampo avversario. Se schierato a 4, una punta andrà in chiusura sul centrale di parte impedendogli di poter girare il gioco, in questo caso sarà determinante la posizione corretta del corpo. L’ altro attaccante si abbasserà nella zona del centrocampo per impedire la giocata dei centrocampisti centrali in posizione diagonale rispetto all’altro attaccante. Nel caso in cui gli avversari riuscissero a cambiare gioco la posizione delle due punte s’invertirebbe. Se la palla è in possesso di uno dei due centrali le punte assumeranno la posizione di uno marca ed uno copre. Importante sarà che le due

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punte non vadano a chiudere sulle fasce laterali (terzini), zona di competenza degli esterni di centrocampo. (Fig. 10) Se il centrocampo fosse schierato a 3, la prima punta si posizionerà su uno dei due centrali di difesa come già spiegato, la seconda punta si abbasserà sul metodista avversario per impedirgli di giocare. (Fig. 11)

Fig. 11 - 2 punte vs 4-3-3

Nello sviluppo di questi movimenti sarà importante individuare il giocatore/i avversario meno abile tecnicamente in maniera tale da indirizzare il gioco nella sua zona di competenza e di effettuare con il resto della squadra un’azione di pressing.

2 Attaccanti > 3 difensori a zona

Fase offensiva

In questo caso le due punte possono disporsi larghe centralmente (circa sui vertici dell’area di rigore) creando così maggiori difficoltà ai difensori nel marcare e nel coprirsi. Se una punta riceve palla e non viene raddoppiata tenterà un’azione di 1 > 1, al contrario invece, eseguirà un appoggio all’indietro con successiva verticalizzazione per l’altra punta. Questa potrà scegliere di effettuare un movimento d’incontro, un taglio centrale correndo verso la porta o un movimento di deviazione (movimento passante) nel tentativo di aprire ulteriormente la difesa, cercando la conclusione diretta in porta o di favorire gli inserimenti da dietro degli esterni o centrocampisti centrali. Il movimento di deviazione contro questo tipo di schieramento potrà essere particolarmente efficace, in quanto non sempre gli esterni di centrocampo avversari riescono con i tempi giusti ad eseguire le diagonali difensive. Un’ altra soluzione sarà quella di schierare le due punte in posizione verticale, rendendo più difficoltosa la scalata dei difensori sulla seconda punta di movimento e favorendo così l’inserimento dell’esterno di centrocampo o di un centrocampista centrale nella zona lasciata libera dal difensore. Scegliendo di “forzare” il gioco con una palla lunga e tesa sulla difesa avversaria, posizioneremo la nostra prima punta (abile nel gioco aereo) nella zona del difensore meno bravo di testa, affinchè si favorisca gli inserimenti da dietro della seconda punta o dei centrocampisti. Questo tipo di soluzione è valida anche contro una difesa schierata a 4 a zona.

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Fig. 12 - 2 punte vs 3-4-3

Fase difensiva

La posizione delle due punte contro questo tipo di schieramento potrà essere eseguito in due maniere (in relazione allo schieramento del centrocampo avversario):

1) In orizzontale con una punta in chiusura su un difensore esterno e l’altra posizionata sul difensore centrale indirizzando il gioco verso il giocatore avversario meno abile tecnicamente. (Fig. 12)

2) Posizione delle punte in verticale (contro un centrocampo schierato a 3-5) con la prima punta che chiude il gioco sul difensore centrale e l’altra che si abbassa sul metodista avversario. In tal modo sarà importante la scalata in avanti dei nostri esterni di centrocampo. (Fig. 13)

2 Attaccanti > 3 difensori ad uomo:

Fase offensiva

Contro una difesa schierata ad uomo (2 marcatori e un libero) sono efficaci tutti i movimenti: velo, uno và uno viene, esca e in particolare gli incroci e i movimenti ad aprire. Quest’ultimi consentono alle punte di sfruttare le azioni individuali e creano spazi a favore dell’inserimento da dietro dei centrocampisti. Sono importanti, vista la posizione del libero più orientata nella zona della palla, i cambi di gioco veloci. In questo caso le punte taglieranno il campo verso la zona del libero, con movimento punta incontro e punta che taglia favorendo l’inserimento dalla parte opposta dell’ esterno di centrocampo o di un centrocampista centrale.

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Fig. 13 - 2 punte vs 3-5-2

Fase difensiva

I movimenti in fase difensiva saranno uguali a quelli sopra citati contro una difesa a 3 a zona e, alla stessa maniera, si dovranno considerare due elementi:

1) Lo schieramento del centrocampo avversario (a 3 – 5 o a 4 in linea)

2) Indirizzare il gioco sul giocatore meno abile tecnicamente e su questo iniziare l’azione di pressing (pressing a invito)

Fig. 14 - 2 punte contro la difesa a 4 (zona) - gioco a tre tocchi - gioco libero.

SITUAZIONE DI 2+2 VS 2 : le punte ricevono palla in verticale dai due centrocampisti posti nei pressi della linea mediana. Inizialmente, ricevuta palla dopo alcuni scambi liberi tra i mediani, si gioca un 2vs2 libero per andare alla conclusione (movimenti d'incrocio, uno viene uno va, partenza semifrontale e di spalle con giocata d'esterno piede). Successivamente si prova la combinazione: passaggio diagonale avanti, sponda a muro taglio e verticalizzazione. l'esecuzione deve avvenire curando i tempi d'esecuzione, lo smarcamento , il contromovimento.

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Fig. 15 - 2 punte contro la difesa a 4 (zona) - gioco a tre tocchi - gioco libero.

SITUAZIONE DI 4+2 VS 2+2 : l'esercitazione riprende i temi di quella precedente con l'aggiunta di una coppia di esterni per squadra, con i difensori laterali in atteggiamento semi attivo. Il mediano cede all'esterno dopo il contromovimento; inizialmente l'ala si porterà al cross con l'incrocio delle punte ed il taglio dell'ala opposta poi si proveranno combinazioni più articolate (es. uno-due con la punta lontana nello spazio creato dalla prima punta - vedi figura -, oppure esca della prima punta e triangolo interno o esterno con il compagno di reparto).

Fig. 16 - 2 punte contro la difesa a 4 (zona).

SITUAZIONE DI 2VS2 + 2VS2 + 2 ALI OFFENSIVE PER SQUADRA: si gioca a zone fisse. Con palla in possesso dei difensori, questi sono liberi di trasmetterla sia alle punte che lateralmente alle ali. Il portiere deve servire obbligatoriamente le punte, che però possono appoggiarsi all'esterno. Quando l'ala va al cross le punte incrociano, l'esterno opposto taglia dentro, mentre uno dei difensori accorcia al limite per il tiro sulla respinta o l'eventuale sponda di uno degli attaccanti.

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Fig. 18 - 2 punte contro la difesa a 3 (zona) - a 3 (uomo).

SITUAZIONE DI 3VS2 + 2VS3 + 2 ESTERNI PER SQUADRA IN ZONA OFFENSIVA :

lo svolgimento ricalca quello dell'esercitazione contro la difesa a 4 con la differenza che i 3 difensori devono smarcarne 1 in zona franca prima di servire le punte;questo stesso giocatore può poi seguire l'azione in zona d'attacco. Si gioca a 2tocchi in fase difensiva, a tocchi liberi in attacco.

Fig. 20 - 2 punte contro la difesa a 3 (uomo).

SITUAZIONE DI 4+2 VS 3+2 : come sopra, con l'inserimento delle coppie degli esterni. Si ha in questo caso però una corsa di deviazione di una delle due punte che si porta in fascia per il 2vs1. In questo frangente, oltre al taglio dell'ala opposta abbiamo l'inserimento in area di rigore di quello tra i due cc che dispone di migliori qualità nel gioco aereo o comunque maggiori attitudini realizzative.

Fig. 17 - 2 punte contro la difesa a 3 (zona) - gioco a tre tocchi - gioco libero.

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SITUAZIONE DI 4+2 VS 3+2 : l'esercitazione riprende i temi di quelle svolte contro la difesa a 4. Si giocherà inizialmente nella sola fascia centrale, aggiungendo poi le coppie degli esterni. Le punte servite dai mediani centrali cercheranno di andare alla conclusione con movimenti di incrocio, uno-due, velo etc... Successivamente si inseriranno le coppie degli esterni che ricevuta palla andranno al cross per l'incrocio delle punte e l'inserimento in taglio dell'esterno opposto per ristabilire la parità numerica (vedi figura).

Fig. 19 - 2 punte contro la difesa a 3 (uomo) - a 2-3 tocchi - a tocco libero.

SITUAZIONE DI 4(+2) VS 3(+2) : l'esercitazione ricorda quella analoga esposta in figura 17. con i 3 difensori disposti però con 2 marcature ed il libero. Gli attaccanti proveranno dunque quelle soluzione che enfatizzano la difficoltà nelle scalature difensive proprie di questo modulo: incrocio,punta viene punta va sul libero, uno-due, corse di deviazione (nella figura esempio di velo).In un secondo momento verranno introdotte le coppie degli esterni, con i difensori semiattivi. sul cross si avrà il movimento d'incrocio delle punte più il taglio dell'esterno opposto a ristabilire la parità numerica.

Fig. 21 - 2 punte contro la difesa a 3 (uomo) - a 3 tocchi - a tocco libero.

SITUAZIONE DI 4+2 VS 3+2 : lo svolgimento è identico a quello sopra descritto ma in questo caso l'esercitazione sviluppa un movimento per liberare al tiro un esterno sul lato cieco, sfruttando la difficoltà dei difensori in marcatura a uomo a coprire razionalmente il fronte di attacco se attirati in certe zone del campo. Dopo uno scambio tra i mediani , l'ala riceve in seguito ad un contromovimento e cede a muro sul secondo mediano centrale che ha accorciato. Le punte si propongono entrambe sul lato forte (una incontro + una in taglio), aprendo un varco che può essere sfruttato dal centrocampista esterno opposto se riuscirà a sorprendere il quinto difensivo sul lato debole.