10
martedi 27 gennaio 2015 Anno 5 n. 7 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO QUESTO MILAN LAZIO QUANTO VALE MILAN ? Coppa Italia, l’accesso all’Europa

N 7 2015 milan lazio

  • Upload
    stadio5

  • View
    215

  • Download
    0

Embed Size (px)

DESCRIPTION

http://www.stadio5.it/images/n_7_2015_Milan_Lazio.pdf

Citation preview

Page 1: N 7 2015 milan lazio

martedi 27 gennaio 2015 Anno 5 n. 7 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO

QUESTO

MILAN

LAZIO

QUANTO VALE

MILAN ?Coppa Italia, l’accesso all’Europa

Page 2: N 7 2015 milan lazio

martedi 27 gennaio 20152

MILAN (4-3-3)

Arbitro: Axxx Dxxx di XXX

Lazio (4-4-2)

Diego LopezAbate, Rami, Mexes, Armero;

Montolivo, De Jong, Bonaventura;Cerci, Menez, El Shaarawy

xxx

STADIO MEAZZA ORE 20.45Milan

SandroMazzola

LazioAllenatore

Filippo InzaghiAllenatore Stefano

Pioli

Il buio a qualcuno fa pau-ra, ma al Milan questo

non è concesso. Ancora la Lazio, ma questa volta al “Meazza”, palcoscenico, iro-nia della sorte, dei quarti di Coppa Italia. Non so se cam-bierà qualcosa, ma in questi tre giorni Inzaghi e staff do-vrebbe aver capito che cosa ha sbagliato nella partita di sabato scorso. A parte i primi minuti, nulla è funzionato. Diego Lopez ha dimostrato di essere un ottimo portie-re, peccato il gol di Klose, nel quale l’ex guardiano del Real Madrid si è fatto infila-re sul suo palo, ma è un in-significante dettaglio, poiché l’attaccante tedesco era stato innescato da un errore di Montolivo, una delle grandi delusioni. Ma il centrocam-pista è ancora alle prese con un recupero frettoloso, che sta danneggiando oltremo-do la squadra. L’infortunio da cui arriva (ricordate l’a-michevole prima dei Mon-diali dello scorso anno?) non è poca cosa: ci vuole ancora tanto tempo e il Milan non lo può aspettare, soprattutto nel ruolo di regista. Contro i biancocelesti, i rossoneri hanno effettuato solo 2 tiri verso la porta di Marchetti, contro i 18 degli avversari. Come se al gol di vantaggio fosse calato il sipario sulla partita. L’epilogo, poi, non ha aiutato, se non a riempire giornali di morali o fesserie di vario genere. Sono sempre stato dell’idea che all’inter-no dello stadio è più giusto che si menino i giocatori e non i tifosi. Poi guardiamo più in là. C’entra qualcosa Inzaghi se in squadra non ci sono più Maldini, Kakà, Schevchenko, Weah, Savice-vic, Van Basten o Rijkaard? E’ colpa di Inzaghi se i pa-rametri zero non sono tutti Diego Lopez o Menez, op-pure se De Sciglio e El Shaa-rawy continuano sempre a essere promesse senza mai sbocciare definitivamente? E se poi uno perde la testa come Mexes, Pippo che può fare? E’ facile prendersela con l’allenatore, ma la real-tà è un’altra. I giocatori del Milan non sono asini, ma il materiale umano e tecnico non è dei bei tempi. E’ qui l’equivoco. E’ facile pun-tare il dito contro Inzaghi, ma il bersaglio da colpire è un po’ più in alto. Pensieri personali. Che poi Super-pippo non sia un predesti-nato o non abbia le stim-mate di un guru è possibile. Ma questa è un’altra storia.

Purtroppo questo è ancora l’anno delle

sofferenze fato di delu-sioni e di occasioni get-tate al vento. Perdere col Torino ci sta, però non in questo modo a dieci secondi dalla fine con la difesa ferma ed impallata a guardare gli avversari che incornano la palla battendo Handanovic. Siamo a centro classifica e non vedo come si pos-sa risalire la corrente, anche vincendo magari in casa del Sassuolo, una squadra che sicuramente come mentalità ed impo-stazione non è quella del 7-0 dell’andata. Quella goleada sembrava l’ini-zio di una stagione di-versa dalla precedente ma poi è tornato il buio come era già accaduto l’anno prima. Stasera c’è la Coppa Italia ed in tutta sincerità non vedo molto bene il Milan. Fra noi e i nostri cugini è difficile

AL TAPPETO ANCHE CON IL TORO

dire chi sta peggio. I tre gol incassati all’Olimpico dalla Lazio son un cam-panello d’allarme non indifferente e sul piano psicologico possono co-stare parecchio al Milan in prospettiva dell’Im-pegno di oggi. Inzaghi avrà il suo bel da fare per allestire una formazione che possa competere per

lo meno alla pari contro l’undici di Pioli. Si trat-ta di una partita secca e non sarà facile per i ros-soneri centrare il bersa-glio. Si potrebbe andare ai supplementari ma in questo caso, guardando quanto è successo all’O-limpico, i biancocelesti dovrebbero avere molte più possibilità, rispetto al

Milan, per guadagnarsi il passaggio del turno e significherebbe vedersela contro il Napoli o para-dossalmente con l’Inter nel derby di Coppa Italia. Dando uno sguardo al campionato penso ci sia poco da dire sulla lotta per lo scudetto fra Juven-tus e Roma. I bianconeri si sono agevolmente sba-

razzati del Chievo allun-gando il passo rispetto ai giallorossi che non sono andati oltre il pareggio con la Fiorentina. La Ju-ventus ha soffiato alla Roma ben sei punti in tre giornate e non vedo come la squadra di Gar-cia possa fare altrettan-to nei prossimi impegni. Lotta aperta invece per il terzo posto dove al mo-mento ci sono tre squa-dre pronte a darsi batta-glia, cioè Lazio, Napoli e Sampdoria. A Genoa è arrivato Eto’o, un bel col-po per la tifoseria blucer-chiata e sono molto cu-rioso di vedere all’opera l’ex centravanti dell’Inter domenica a Torino con-tro i granata di Ventura gasatissimi per il succes-so di San Siro con l’Inter.

Page 3: N 7 2015 milan lazio

3martedi 27 gennaio 2015

Severa Bisceglia

partita

Difficile analizzare una squadra arrivata allo

stremo delle sue forze e al limite della credibilità. Uno scempio che farà pagare al tecnico Filippo Inzaghi un colto altissimo e neppure tutto di sua competenza. Che Inzaghi avesse preso il posto di Seedorf nel ruolo di traghettatore, e neppure particolarmente oneroso, lo si sapeva e il buon Pip-po si è prestato al ruolo di

DIAVOLO SEMPRE PIÙ COTTOSi spera non mangiato

giocate individuali di Me-nez e alle miracolose parate di Diego Lopez. Tutto qua. La responsabilità di un si-mile scempio va ricercata unicamente nella pessima gestione da parte della stes-sa società di un gruppo che da anni non beneficia di in-nesti degni di indossare la gloriosa maglia rossonera. Una società che negli ultimi anni ha investito meno del Sassuolo, massimo rispetto

sgomenti coloro che inizia-no a pensare sempre di più che guardare un bel film, tutto sommato, è preferibile allo spettacolo di qualcosa che somiglia vagamente ad una partita di calcio. Oggi è di scena ancora la Lazio ospitata a San Siro. Poche le previsioni positive salvo una prova d’orgoglio da parte dell’intero gruppo rosso-

Martedì prossimo, l’Inter si giocherà al S. Paolo contro

il Napoli l’accesso ai quarti di finale di Coppa Italia. L’ultima gara dei nerazzurri all’ombra del Vesuvio, nel torneo tricolo-re, risale ad appena due anni fa quando il matador Cavani con

LuigiRubino

cuginiCOPPA ITALIA, L’INTER È DI SCENA ANCORA AL SAN PAOLOQuesta volta cambierà la musica?

una doppietta portò gli azzur-ri in semifinale. La squadra di Mancini spera questa volta di invertire la tradizione e sbanca-re Napoli. Non sarà facile. Usci-re dal S. Paolo con una vittoria e la qualificazione alle semifinali

sarebbe una soddisfazione im-mensa per i tifosi della benea-mata anche perché, di fronte, ci sarà la squadra detentrice della Coppa ed un ex allenatore come Benitez, che quest’anno sta fa-

cendo bene sulla panchina az-zurra , dal momento che è anco-ra in lotta in Europa League e in campionato per la conquista del terzo posto Champions. In Cop-pa Italia, Inter e Napoli, nella loro storia, si sono affrontate al S. Paolo cinque volte. La prima

sfida a gara unica fu giocata nel lontano 1938. I nerazzurri pas-sarono il turno 2 a 0 con reti realizzate dal bomber Meazza e da Frossi nel primo tempo. La seconda gara fu disputata sem-pre nello stesso anno nei sedice-

simi di finale. Il match terminò sull’ 1 a 1 con gol di Cardiani per i nerazzurri e Fabbro per i parte-nopei. Le sfide tra le due squadre al S. Paolo, nel torneo tricolore, sono poi riprese nel 1997 di feb-

braio, nella semifinale di ritor-no. Ad accedere in finale furono gli azzurri allenati allora da Gigi Simone ai rigori per 6 a 4. La sfi-da dopo i supplementari fini 1 a 1 con reti di Zanetti e pareggio napoletano con Beto. Determi-nante furono quindi i rigori. A

decretare l’eliminazione dei ne-razzurri fu l’errore dal dischetto di Paganin, dopo che l’Inter, con Hodgson in panchina, dovette giocare per 86 minuti in dieci per l’espulsione di Ganz. Ben al-tra musica invece per l’Inter nei

quarti di finale in gara unica nel gennaio 2011, con Leonardo al-lenatore. I nerazzurri passarono alle semifinali per 5 a 4 dopo i calci di rigore e in seguito ad un errore dal dischetto di Lavezzi.

parafulmine, se poi ti pa-gano anche, meglio. Trop-po giovane, quindi poca esperienza, per gestire una squadra come il Milan e poco polso per mettere la parola fine alla diatriba tra Barbara Berlusconi e l’a.d. Adriano Galliani. Questo Milan è finito, era finito già la passata stagione e la precedente pure. Il Milan è clinicamente morto, inat-tivo, senza idee e gioco che si affida unicamente alle

per i neroverdi, e si vede. Una barca alla deriva che mette in scena, dopo ver-gognose prestazioni come quella dell’Olimpico contro la Lazio, solo atti isterici da parte di chi, pensando erroneamente di mostrare attaccamento alla maglia, come Mexes mette le mani al collo e spinge un giocatore avversario. Mexes evidente-mente non riesce a resistere alle provocazioni di Mauri e si fa espellere lasciando

nero. Il campo emetterà la sentenza e la speranza di tutti noi è quella di evitare l’umiliazione della sconfitta e soprattutto auguranti che quella di Pippo Inzaghi non sia l’ultima partita al Me-azza alla guida del Diavo-lo. La sentenza più facile è quella di far “saltare” la te-sta del tecnico, ma sarebbe la più ingiusta e soprattutto non risolutiva. Se tornas-se Seedorf, con questo Mi-lan, farebbe anche peggio.

Page 4: N 7 2015 milan lazio

martedi 27 gennaio 20154

Il programma dei quarti di finale

Page 5: N 7 2015 milan lazio

5martedi 27 gennaio 2015

Secondo la stampa sviz-zera, Federico Marchet-

ti doveva essere rossonero. La Lazio sembra abbia già trovato un accordo con il Milan sulla base di 13 mi-lioni di euro. Il Diavolo, era sì alla ricerca di un portie-re ma ha pescato bene in Spagna. Diego Lopez non fa rimpiangere nulla ed è l’unico tra i rossoneri che non deve fare ammenda. Un’ascesa costante, quella di Marchetti, nato nel Vi-centino. Ha iniziato con gli allievi del Bessica, nel Trevigiano. Poi è passato alle giovanili del Torino. È transitato della Pro Vercel-li, dal Crotone, dal Treviso

A San Siro per parare tutto!AlessandraCaronni

l’ospite

Nato a Bassano del Grappa il 7 febbra-io dell’83, Federico Marchetti è non solo portiere della Lazio ma anche della Nazionale italiana. Marchetti ha iniziato come attaccante grazie al suo potente tiro. Successivamente, ha ini-ziato a ricoprire il ruolo di portiere.

per poi fare ritorno al To-rino. Dopo una fugace ap-parizione alla Pro Vercelli, si è trasferito alla Bielle-se, poi all’Albino Leffe e al Cagliari, sino ad arrivare il 22 ottobre del 2009 a esse-re premiato come miglior portiere dell’annata 2008-09. Ha sperato più volte di andare alla Sampdoria. Ma non ce l’ha fatta. Il 5 luglio del 2011 è stato acquistato dalla Lazio per 5 milioni. Il 16 ottobre ha vinto il suo primo derby della Capi-tale (2-1). Il 15 dicembre del 2012, contro l’Inter, raggiunge un primato di imbattibilità: 360 minuti senza subire un gol. Il 26 maggio dello scorso anno

Federico MarchettiChi è

ha vinto la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0 ma il successivo 18 agosto ha perso la Super-coppa italiana 2013 contro la Juventus subendo 4 gol. Il 19 settembre, durante la gara di Europa League, Lazio-Legia Varsavia, ha indossato per la prima vol-ta la fascia di capitano. Ul-timamente, Marchetti ha ripetuto di non essere stato mai distratto dalle insisten-ti voci di mercato. “Ho un contratto con la Lazio e ho sempre pensato a fare bene qui. Non mi sono comun-que mai fatto condiziona-re da certe voci di corri-doio”, ha detto più volte.

Page 6: N 7 2015 milan lazio

martedi 27 gennaio 20156

E’ tutta colpa sua?NO!!!

Facile sentenziare e far salire sul banco degli

imputati Inzaghi. I grandi esperti condannano il tec-nico per incapacità a tenere sulla corda il gruppo. Inca-pace di dare un gioco alla sua squadra, senza idee né carattere. Certo, i limiti di Pippo Inzaghi sono eviden-ti a tutti, come evidente è stata da subito la scelta di ripiegare su di lui nel dopo Seedorf. Ma del Milan ma-lato ed incapace di gestire i palloni perché non si sa a chi passarla, uno o l’altro cambia poco, il risultato è lo stesso… palla sprecata. Ad andare sotto precesso deve essere prima di tutti la dirigenza. La società non ha investito in una squadra che ha il dovere di tenere alto il calcio italiano in Eu-ropa. Filippo Inzaghi non è l’untore della malattia che sta conducendo alla morta il Milan. Il mister si limita a contenere i danni finito l’entusiasmo iniziale che lo vedeva quale moderno tec-nico del futuro capace di coniare buona tecnica ad idee innovative. No, per noi non è Inzaghi da mandare al patibolo, troppo facile e soprattutto non risolutiva.

Page 7: N 7 2015 milan lazio

7martedi 27 gennaio 2015amarcordMarjlja Bisceglia

Tutti ricordiamo l’icona rossone-ra Mauro Tassotti che ha giocato con il Milan per ben 17 anni, ma le sue prime corse dietro al pal-lone le ha fatte con i colori della Lazio (vincendo la Coppa Italia Primavera), giocando anche per due stagioni da professionista esordendo, all’età di diciotto anni, contro l’Ascoli il 5 novem-bre 1978 divenendo titolare già l’anno successivo. Nel 1980, vi resterà fino al 1997, viene acqui-stato dal Milan in Serie B e, gra-zie al condottiero Nils Liedholm, perfezionò le sue doti tecniche divenendo un punto fermo per la squadra e vice capitano. Con il Milan, 428 partite giocate e 10 gol all’attivo, ha vinto tutto: 2 campionati di Serie B, 5 scudetti, 4 Supercoppa italiana, 1 Coppa Mitropa, 3 Coppa dei Campioni/Champions League (quella del

1994 la alza da capitano per l’as-senza in finale di Franco Baresi), 3 Supercoppa UEFA e 2 Coppa Intercontinentale. Niente male, 20 trofei in diciassette anni. La-scia il calcio giocato all’età di 37 anni, ma non il Milan. Dal 2001 è vice allenatore dei rossoneri. Anche Alessandro Nesta, con-

Mauro Tassotti

Mauro Tassotti

Alessandro Nesta

Ale

ssan

dro

Nes

ta

allenatore laziale, lo inserisce in prima squadra ed esordisce, in sostituzione di Pierluigi Casira-ghi, il 13 marzo 1994 in Udinese-Lazio. Nella stagione 97-98 vince la Coppa Italia battendo in fina-le proprio il Milan grazie al suo gol vincente. Nelle stagioni suc-cessive vincerà anche la Coppa delle Coppe contro il Maiorca, la Supercoppa europea vinta con-tro il Manchester United e nella stagione successiva vincerà sia lo scudetto che la Coppa Italia. Con la Lazio vincerà anche la se-conda Supercoppa Italia a danni dell’Inter. Nel 2002 Nesta arriva al Milan per 2 milioni di euro e già alla prima stagione vincerà la Champions League. Il cam-pione del mondo nei Mondiali 2006, nelle dieci stagioni passate a Milano vincerà una Coppa Ita-lia, due Supercoppa italiana, due scudetti, due Supercoppa UEFA, due Champions League e una Coppa del mondo per club. Il centrocampista laziale Cristian Brocchi ha, invece, fatto andata e ritorno Milano-Roma. Cresciuto nelle giovanili del Milan, passan-

do da Verona e Inter, arriva al Milan per le stagioni 2001-2005 (vincerà 1 Coppa Italia, uno scu-detto e una Supercoppa italiana), tornerà in rossonero ancora dal 2006 al 2007. L’anno successivo passa alla Lazio dove vince anco-ra una Coppa Italia e una Super-coppa italiana. L’elenco degli ex è lunghissimo da Demetrio Al-

Cristian Brocchi

Cri

stia

n Br

occh

i

Demetrio Albertini

Dem

etri

o A

lber

tini

Alberto Bigon

Giu

sepp

e Fa

valli

lega fino a giugno del 2007, ma dopo solo 1 gol in campionato ed uno in Coppa Italia lascia i ros-soneri dopo solo mezza stagione. Nel gennaio del 2006 parte per la Germania destinazione Monaco.

Bobo Vieri

giovanili dei biancocelesti con cui esordisce anche in Serie A in Cesena-Lazio. Resta a Roma per tre stagioni e, dopo le espe-rienze con la Juventus ed il Na-poli, approda al Milan per 6,38 miliardi di lire, fermandosi due stagioni contando 37 presenze, 6 gol e vincendo uno scudetto e una Supercoppa Intertoto. Il di-

14 reti. Il numero 32 biancocele-ste vincerà la Coppa delle Coppe contro il Maiorca nella finalis-sima di Birmingham. Passando dall’Inter arriva al Milan il 5 lu-glio 2005 con un contratto che lo

siderato un difensore tra i più forti al mondo, arriva al Milan lasciando i colori biancocelesti. Il giovanissimo Alessandro è stato scoperto per primo da uno scout della Roma, ma suo padre, tifosissimo laziale rifiutò l’of-ferta, così inizia nelle giovanili della Lazio. Nel 1993 Dino Zoff,

bertini a Alberto Bigon, Cesare Brunetti e Gianni Bui, solo per citarne alcuni. Anche il roma-no Paolo Di Canio cresce nelle

fensore Giuseppe Favalli, dopo le prime esperienze alla Cremo-nese, giocherà per la Lazio dal 1992 al 2004, segnando 4 gol in 298 gare disputate. Con i bianco-celesti vincerà: 3 Coppe Italia, 2 Supercoppa italiana, uno scudet-to, una Coppa delle Coppe e una Coppa UEFA. Passando dall’In-ter arriva al Milan, all’età di 34 anni e a parametro zero, dove vincerà ancora una Supercoppa UEFA, una Champions League e una Coppa del mondo per club. Anche l’itinerante Bobo Vieri, non poteva essere diversamen-te dal momento che ha passato la sua vita calcistica con la vali-gia sempre pronta, ha indossato entrambe le maglie. La Lazio lo acquista nel 1998 per 55 miliardi di lire e in 28 presenze realizzerà

Page 8: N 7 2015 milan lazio

martedi 27 gennaio 20158

giù al nord

Fiore MarroL’Inter val bene una Coppa ma vuoi mettere il Calais?

Certo che battere l’Inter non sarebbe una cattiva cosa

ma sinceramente questa coppa Italia non riesce proprio ad affa-scinarmi, sarà perché la finale si terrà a Roma, il peggiore dei siti sportivi, come logistica, ubica-zione e tifosi , noi e soprattutto la famiglia Esposito ne abbia-

in carica. Dopo lo 0-0 matura-to nei 90’, si andò ai tempi sup-plementari. Nel primo tempo supplementare il Calais si portò in vantaggio, ma nel secondo tempo i girondini pareggiaro-no. Fu a questo punto che ac-cadde l’insospettabile: con due reti gli uomini del Calais scon-fissero per 3-1 il Bordeaux. Al termine fu una festa grande, sia per i tifosi, ma soprattutto per

Il mister iberico tanto amato dai partenopei

Mickaël Landreau e Reginald Becque

mo nostro malgrado, subito per intero il loro modus operandi. Sarà perché la formula studia-ta negli ultimi tempi è davvero ridicola, gessata, senza parteci-pazione, ma la Coppa Italia ap-passiona davvero poco . Manca quella poesia che il calcio a vol-te trasforma in favola momenti come quelli accaduti nel 2000 al Calais. Il Calais fu protagoni-sta di un’avventura incredibile. La Coppa di Francia è aperta a tutte le squadre, professioniste e dilettanti di ogni livello che dopo la normale iscrizione al torneo devo superare  delle gare di qualificazioni. Il Calais era formato da atleti che giocavano a calcio per hobby, mentre nella vita di tutti i giorni svolgevano altri mestieri (operai, impiega-ti, ingegneri, pescatori). Dopo aver superato i primi scontri, la squadra arrivò a disputare gli ottavi di finale contro il Cannes, compagine della Ligue 2 (la Se-rie B francese). Incredibilmente, il Calais vinse ai calci di rigore dopo aver pareggiato 1-1 e riuscì a raggiungere i quarti di finale, dove incontrò una formazione della massima serie, lo Strasbur-go. Questi ultimi furono battuti per 2-1, ed ai giallorossi furono spalancate le porte della semi-finale che li vedeva opposti al Bordeaux, campione di Francia

la squadra. La festa fu in par-te guastata dal malore (dovuto all’emozione) che colpì il tecni-co dei giallorossi, Ladislas Loza-no. Per fortuna non si trattò di qualcosa di grave e l’allenatore si rimise in sesto in poco tem-po. Per il Calais si apriva così il grandioso palcoscenico dello Stade de France di Parigi, teatro della finale di Coppa di Francia, lo stesso stadio dove due anni prima si era giocata la finale dei mondiali del 1998. L’avversario era il Nantes, in lotta per non retrocedere in seconda divisio-ne, ma autore dell’eliminazione dalla competizione dei Cam-pioni di Francia del Monaco. Si arrivò così al giorno della fina-lissima, il 7 maggio 2000. Il Ca-lais, pur non abituato a giocare di fronte ai quasi 80.000 spetta-tori, erano abituati al massimo meno di 300, e a giocarsi una simile posta in palio, i ragaz-zi sciorinarono   un buon gioco ordinato e passando addirittu-ra in vantaggio al 34’ del primo tempo con Dutitre e chiudendo il primo tempo sul punteggio di 1-0. L’impresa era sempre più fattibile, ed era distante solo 45 minuti; anche Lozano ne era convinto, tanto da affermare “se riusciamo a non prendere gol nei primi 15 minuti potremmo an-che farcela”. Ma poco dopo l’i-

nizio del secondo tempo, al 49’, Sibierski pareggiò per il Nantes. I giallorossi (stanchi anche per il lavoro svolto abitualmente nella vita privata, non essendo profes-sionisti) bloccarono a fatica gli attacchi degli avversari, finché all’89’ l’arbitro Colombo asse-gnò un rigore dubbio al Nantes, per un sospetto fallo su Cavéglia trasformato da Sibierski. La partita si chiuse sul punteggio di 2-1 per il Nantes, e al Calais non restava che l’onore di essere arrivati al secondo posto in una competizione così importan-te. Per premiare comunque, in qualche modo, l’impresa di que-sti giocatori, il capitano e portie-re avversario Mickaël Landreau alzò al cielo la Coppa di Francia insieme al capitano del Calais, Reginald Becque. Al loro ritor-no a Calais, i giocatori e l’allena-tore, artefici di questo miracolo calcistico, furono accolti nel Palazzo del Comune, e salutati

calorosamente da una enorme folla di tifosi accorsa per vede-re i propri paladini affacciarsi sulla piazza principale. Certo

battere l’Inter sarebbe una bella cosa,proseguire il cammino di coppa pure   ma la magia del-le storie come quelle del Calais

sarebbero adesso per il calcio italiano un eccellente spot nel caso la FIGC cambiasse la regola assolutamente gessata di adesso.

Prima e dopo la partita... Vino, birra e il gusto di un panino espresso

Page 9: N 7 2015 milan lazio

9martedi 27 gennaio 2015

Luigi Sada

esteroLaura Tangari

campionatoLa Juve ha messo il turbo. Col Chievo sono stati sufficienti

soltanto due gol ma il messag-gio lanciato alla Roma dice i più forti siamo noi. I bianco-neri scudettati, salvo terremoti, sono praticamente una realtà per i propri tifosi, tutti ad ap-plaudire la Fiorentina per aver bloccato al Franchi la Roma. I giallorossi stanno pagando l’as-

LA JUVE SCHIACCIA ANCHE IL CHIEVO ALLUNGANDO IL PASSO

senza di Gervinho impegnato in Coppa d’Africa con la Costa D’Avorio e anche con la Viola ha non dimostrato di non poter fare a meno di questo giocato-re. Adesso i punti di vantaggio della Vecchia Signora sui gial-lorossi di Garcia sono 7, sei dei quali recuperati nell’anno nuo-vo. Per quanto concerne la terza

piazza risposta alla grande da parte della Lazio che distrugge il Milan nella seconda parte di gara grazie alla doppietta di Pa-rolo e al gol di Klose. Tre reti in rimonta in risposta al vantaggio messo a segno da Menez all’ini-zio di partita. Lazio e Milan si ritrovano stasera al Meazza in Coppa Italia in una partita da match secco che segnerà pro-

babilmente il futuro di Inzaghi. Alle spalle della Lazio, in clas-sifica, piccola ammucchiata ca-peggiata dal Napoli con a fian-co una Sampdoria che pur col pareggio di Marassi col Paler-mo, festeggia l’arrivo di Samuel Eto’o in maglia blucerchiata. Il funambolico presidente Ferre-ro sta plasmando la Samp del

futuro, anche se ovviamente non è “l’anzianotto” cameru-nese a ringiovanire la squadra di Mihajlovic. Chi pensava che l’Inter, con l’arrivo di Podolki

e Shaqiri, potesse voltare pa-gina è stato completamente smentito dal momento che i nerazzurri, oltre a continuare l’astinenza di gol, sono crollati clamorosamente col Torino in pieno recupero. Per Mancini si fa dura. Anzi durissima, an-che se lui come ha affermato l’altra sera a fine partita, giura che l’Inter riuscirà a centrare il terzo posto che regala i prelimi-nari di Chempion League. Ma a questo punto bisogna essere proprio dei grandi ottimisti a pensare di poter centrare que-sto traguardo in campionato. I tifosi della beneamata si ac-contenterebbero certamente di aggiudicarsi la Coppa Italia, anche se quest’ultimo obietti-vo passerà dal San Paolo dove i nerazzurri affronteranno il Napoli campione in carica. Per il campionato cammino dif-ficile per l’Inter dal momento che domenica a mezzo giorno a Reggio Emilia dovranno af-frontare il Sassuolo, battuto sì per 7-0 nell’andata a San Siro, però col dente avvelenato per la sconfitta rimediata al Sant’Elia col Cagliari sabato scorso. In coda fa un piccolo passo avan-ti il Verona mentre il Cesena, altra squadra di coda, manda definitivamente al tappeto il Parma di Donadoni al Tardini.

Gioca a tennis il Barcellona con l’Elche col punteggio

di 0-6 firmato per due volte da Messi e Neymar, Pique e Pedro. Ma gli risponde, sia pur con fati-ca, il Real Madrid, che in rimon-ta, vince a Cordoba con gol di Benzema e Bale, in rete all’89’ su calcio di rigore. Il Barca insegue a 1 punto le merengues mentre l’Atletico di Simeone incalza terzo sotto di quattro punti dal-la capolista grazie al 3-1 rifilato al Rayo Vallecano nel derby di Madrid. Alle immediate spalle del terzetto vip si colloca il Va-lencia vittorioso sul Siviglia che sente il fiato al collo del Vilar-real che ha liquidato il Levan-te per 1-0. Nei bassifondi della classifica annaspa il Granada, bravo a strappare un pareggio a La Coruna, al Deportivo, altro candidato in lotta per la salvez-za. Niente da fare per l’armeria, altra pericolante, che ne incassa tre a Barcellona dall’Espanyol. In Lgue1 altro tonfo del Mar-siglia che perde il derby della Costa Azzurra col Nizza ridotto in dieci uomini per buona parte della gara. Del Ko dell’OM ne approfitta subito il capolista Lio-ne che battendo il Mets per 2-0 grazie ad un rigore di Lacazette e gol di Tolisso porta a quattro punti il vantaggio sulla squadra di Bielsa e sul PSG tornato alla vittoria a Saint Etienne aiutato da una rete di Ibrahimovic su

BRACCIO DI FERRO FRA REAL MADRID E BARCApenalty realizzato nella ripre-sa. Il PSG, con questo successo, sorpassa il Saint Etienne che al momento alle sue spalle al re-divivo Monaco corsaro a Lilla per 1-0 grazie alla prodezza di Berbatov. Torna al successo an-che il Montpelier con un poker al Nantes mentre il Bordeaux è bloccato sullo 0-0 in Corsi-ca col Bastia. Ammucchiata in bassa classifica fra sei squadre con l’Ens, fanalino di coda, che strappa un pareggio a Reins ma col Caen che risponde alla gran-de espugnando Rennes con un clamoroso 1-4. Piccolo passo avanti, infine, dell’Evian vinci-

tore sul Tolosa per 1-0. Ecatom-be nella FA Cup d’Inghilterra con il Chelsea clamorosamente battuto fra le mure amiche ed eliminato dal Bradford. Al tap-peto anche il City in casa per opera del Middlesbrough se-guito a ruota dal Southampton sconfitto in casa dal Crystal Palace. Idem dicasi per il Tot-tenham battuto difronte al pro-prio pubblico dal Leicester.

Page 10: N 7 2015 milan lazio

EditoreEdizioni SBMVia Domodossola, 21 MilanoTel/fax 02.36563906Sito internetwww.stadio5.it

Amministrazione mail: [email protected] pubblicitàEdizioni SBM Tel. 329 3847157mail: [email protected]

Direttore responsabile GraficaBeppe Vigani - mail: [email protected] Team grafico Edizioni SBM mail: [email protected]

Collaboratori: Andrea Anelli, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Lara Comi, Bianca Ara, , Giovanni Labanca, Marby, Fiore Marro, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Enzo Occhiuto, Marco Papetti, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo, Luigi Rubino, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011