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N N E E W WS S L L E E T T T T E E R R 2 2 1 1 - - 2 2 0 0 1 1 5 5 Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! ..ora siamo anche in Facebook !! NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO Cari abitanti, apicoltori e apicoltrici, agricoltori e agricoltrici del Salento, quello che state vivendo ci appare uno scenario molto fosco. Noi gruppi ambientalisti, cooperative agricole biologiche e iniziative civiche sparse dal mar Baltico al Veneto abbiamo letto con sorpresa e costernazione dell’ordine targato UE che vi impone trattamenti estensivi con agenti antiparassitari. Ci sembra che ci siano troppi interessi in gioco che complicano la situazione e hanno risvolti nocivi per la salute generale. Questo quadro difficile può provocare la nascita o l’inasprimento delle contrapposizioni tra agricoltori e apicoltori biologici e i loro colleghi che impiegano tecniche tradizionali. Noi siamo convinti che le soluzioni siano da ricercare esclusivamente in un approccio di tipo biologico. Un trattamento con prodotti agrochimici non solo minerebbe la sopravvivenza dei produttori biologici, ma minaccerebbe sul breve, medio e lungo periodo la salute collettiva: da quella delle persone a quella di tutti gli esseri viventi, passando per terreno, acqua, aria e naturalmente cibo. Solo i grandi gruppi agrochimici beneficiano di questa situazione; agendo a grande distanza dalla vostra regione, la stanno trasformando in un loro nuovo campo di gioco destinato a essere danneggiato in modo estensivo e permanente. Dopo anni di studi e impegno, oggi ci è chiaro che i pericoli correlati all’uso dei pesticidi sono di gran lunga superiori ai vantaggi immediati. Cancro, alzheimer, parkinson e botulismo sono solo alcune delle malattie ricollegabili alla diffusione dei trattamenti agrochimici; l’impoverimento della biodiversità è giudicato da numerosi scienziati una minaccia peggiore persino dei cambiamenti climatici. Vi auguriamo che si imponga presto un approccio di tipo biologico per affrontare la vostra situazione. E vi auguriamo che voi tutti insieme, apicoltori e agricoltori sia biologici sia convenzionali, sappiate trovare una soluzione al vostro problema che sia sostenibile per gli uomini, gli animali e l’ambiente. Sappiamo che per raggiungere questo risultato serve una forte convinzione, spesso contrastata dagli interessi forti dell’industria agrochimica e della politica. Per questo è fondamentale che la popolazione venga sensibilizzata ed è fondamentale che pretendiate di avere il tempo per condurre una adeguata ricerca sulle cause della malattia e per avviare una fase di test delle misure biologiche più adatte. La politica delle monocolture estensive che prevedono l’impiego di pesticidi è vicina alla sua fine, benché l’Unione europea sembri non rendersene conto né, tanto meno, ne disincentivi l’uso.

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Cari abitanti, apicoltori e apicoltrici, agricoltori e agricoltrici del Salento,

quello che state vivendo ci appare uno scenario molto fosco. Noi gruppi ambientalisti, cooperative agricole biologiche e iniziative civiche sparse dal mar Baltico al Veneto abbiamo letto con sorpresa e costernazione dell’ordine targato UE che vi impone trattamenti estensivi con agenti antiparassitari. Ci sembra che ci siano troppi interessi in gioco che complicano la situazione e hanno risvolti nocivi per la salute generale. Questo quadro difficile può provocare la nascita o l’inasprimento delle contrapposizioni tra agricoltori e apicoltori biologici e i loro colleghi che impiegano tecniche tradizionali. Noi siamo convinti che le soluzioni siano da ricercare esclusivamente in un approccio di tipo biologico. Un trattamento con prodotti agrochimici non solo minerebbe la sopravvivenza dei produttori biologici, ma minaccerebbe sul breve, medio e lungo periodo la salute collettiva: da quella delle persone a quella di tutti gli esseri viventi, passando per terreno, acqua, aria e naturalmente cibo. Solo i grandi gruppi agrochimici beneficiano di questa situazione; agendo a grande distanza dalla vostra regione, la stanno trasformando in un loro nuovo campo di gioco destinato a essere danneggiato in modo estensivo e permanente. Dopo anni di studi e impegno, oggi ci è chiaro che i pericoli correlati all’uso dei pesticidi sono di gran lunga superiori ai vantaggi immediati. Cancro, alzheimer, parkinson e botulismo sono solo alcune delle malattie ricollegabili alla diffusione dei trattamenti agrochimici; l’impoverimento della biodiversità è giudicato da numerosi scienziati una minaccia peggiore persino dei cambiamenti climatici. Vi auguriamo che si imponga presto un approccio di tipo biologico per affrontare la vostra situazione. E vi auguriamo che voi tutti insieme, apicoltori e agricoltori sia biologici sia convenzionali, sappiate trovare una soluzione al vostro problema che sia sostenibile per gli uomini, gli animali e l’ambiente. Sappiamo che per raggiungere questo risultato serve una forte convinzione, spesso contrastata dagli interessi forti dell’industria agrochimica e della politica. Per questo è fondamentale che la popolazione venga sensibilizzata ed è fondamentale che pretendiate di avere il tempo per condurre una adeguata ricerca sulle cause della malattia e per avviare una fase di test delle misure biologiche più adatte. La politica delle monocolture estensive che prevedono l’impiego di pesticidi è vicina alla sua fine, benché l’Unione europea sembri non rendersene conto né, tanto meno, ne disincentivi l’uso.

Solo l’agricoltura biologica può garantire un ciclo sostenibile, nel quale convivano e traggano il giusto profitto tutti gli attori coinvolti: agricoltori, abitanti, turisti, economia e ambiente. Dobbiamo prenderci la responsabilità dell’ambiente in cui viviamo! Con sincera vicinanza

• Iniziativa civica Landwende e campagna “Ackergifte? Nein, Danke!“ (Germania) – Nota: **la pagina è traducibile in italiano con Google** L’iniziativa civica “Landwende” (La svolta) è nata nel 2001 nel Nord della Germania come reazione a un esteso avvelenamento da erbicidi. La campagna “Ackergifte? Nein Danke!“ (Pesticidi? No, grazie!) si concentra sulla sensibilizzazione dell’opinione pubblica in merito ai pericoli dei prodotti agrochimici.

• PAN-Germany PAN-Germany è la ramificazione tedesca, attiva dalla prima ora, di Pesticide Action Network (PAN), un network di oltre 600 istituzioni, organizzazioni non governative e individui che opera dal 1982 per minimizzare gli effetti negativi dei pesticidi pericolosi e promuoverne la sostituzione con alternative più ecologiche. Organizza manifestazioni, pubblica ricerche studi e segue attività di lobbying e sensibilizzazione. PAN-Europa è attiva dal 1987.

• Agrar Koordination (Germania) Agrar Koordinazion (Coordinamento agrario) è una iniziativa che opera nell’ambito della formazione agraria, politico-ambientale e di sviluppo. L’intento è di promuovere una agricoltura che assicuri nutrimento sia al Nord sia al Sud del mondo e rispetti l’ambiente. La campagna attualmente in corso promuove il divieto dei gli solfati e una riforma profonda nell’uso di pesticidi e diserbanti.

• Associazione tutela ambientale Val Venosta (Val Venosta, Alto Adige) L’associazione tutela ambientale Val Venosta è attiva dal 1981 per il mantenimento della qualità della vita e la tutela dell’ambiente. In reazione alla minaccia di estensione in Alta Val Venosta della coltivazione intensiva di mele, dal 2010 l’associazione si è mobilitata per un referendum contro i pesticidi. Numerose le iniziative di sensibilizzazione pubblica al suo attivo.

• Iniziativa civica Adam & Epfl (Val Venosta, Alto Adige) L’iniziativa civica Adam & Epfl (Adamo e la mela) è nata nel 2010 con l’intento di ripensare il futuro dell’Alta Val Venosta senza la frutticoltura intensiva. Grazie a varie attività, tra le quali l’evento annuale “Paradiso Alta Val Venosta. Un giorno nel segno della seduzione”, l’iniziativa attira l’attenzione sui prodotti locali, sui cicli di produzione regionali e sulle peculiarità del paesaggio culturale.

• Comitato promotore del referendum “Malles comune libero da pesticidi“ (Comune di Malles in Venosta, Alto Adige, I) Il comitato si è costituito nel 2013 per promuovere un referendum popolare contro i pesticidi unico nel suo genere in Europa perché riguardava non solo i terreni del Comune, ma tutto il territorio comunale destinato a uso agricolo. Il referendum si è svolto nel settembre del 2014: ha votato circa il 70 per cento degli aventi diritto e di questi il 75 per cento si è espresso contro l’uso dei pesticidi.

• Iniziativa civica Hollawint (Alta Val Venosta, Alto Adige) Nata nel 2013 in concomitanza con il referendum “Malles comune libero da pesticidi“, l’iniziativa Hollawint ha animato numerose azioni rivolte al grande pubblico.

• PAN-Italia Sede italiana, fondata nel 2013, di Pesticide Action Network (PAN), un network di oltre 600 istituzioni, organizzazioni non governative e individui che opera dal 1982 per minimizzare gli effetti negativi dei pesticidi pericolosi e promuoverne la sostituzione con alternative più ecologiche. Organizza manifestazioni, pubblica studi e segue attività di lobbying e sensibilizzazione. PAN-Europa è attiva dal 1987.

• Unione Coltivatori Alternativi (Val Venosta, Alto Adige) L’Unione Coltivatori Alternativi è nata nel 1987 e raccoglie agricoltori di tutto l’Alto Adige. La più piccola associazione di agricoltori biologici si è impegnata per il referendum “Malles comune libero da pesticidi“ con iniziative proprie e sostegno agli altri gruppi.

• Gruppo Alce Nero – Prodotti biologici (Bologna, Emilia-Romagna) Alce Nero è il marchio di oltre mille agricoltori e apicoltori biologici, impegnati, dagli anni '70, in Italia e nel mondo, nel produrre cibi buoni, sani e che nutrono bene. I prodotti biologici Alce Nero nascono da un’agricoltura che si fa custode della terra, rispettandone ogni componente, che sia vegetale, animale o umana. Nessun utilizzo di sostanze chimiche di sintesi come pesticidi ed erbicidi, scelta di terreni vocati, lavorazioni che esaltano le caratteristiche organolettiche e nutrizionali delle materie prime: questi i criteri che contraddistinguono il marchio Alce Nero. Al centro il sapere degli agricoltori, un patrimonio prezioso che si riflette in ogni ingrediente, dal pomodoro naturalmente ricco di licopene, al grano Senatore Cappelli con il suo stelo lungo, fino all’olio extravergine di oliva.

• Cooperativa agricola biologica El Tamiso (Padova, Veneto) Cooperativa di produttori agricoli che praticano solo agricoltura biologica dal 1984, ricercando sempre una chiara identità di interessi con il cittadino consumatore finale. E‘ molto conosciuta a Padova, a Venezia e dintorni dove vende al pubblico , o all’ingrosso in tante parti d’Italia. Collabora anche con molti GAS (Gruppi di Acquisto Solidale)

(da Bioland Verband Südtirol/Associazione Bioland Sud Tirolo - maggio 2015)

SOLO IL BIO PUÒ SALVARE EXPO DALLA BANALITÀ Giuseppe Sala, commissario straordinario per Expo 2015, ha avuto il buon gusto e l’accortezza di essere presente all’inaugurazione del Parco della Biodiversità a Expo 2015. Si è seduto al fianco di Vandana Shiva, la leader più popolare oggi del movimento ecologista mondiale, che con lui aveva avuto una polemica aspra per la presenza in Expo della Coca Cola, della MacDonalds e di altre multinazionali dell’alimentazione. Ha rivolto ai vertici del biologico non solo italiano, lì intervenuti, un saluto non di circostanza ma pragmatico, con un messaggio del tipo: qui c’è il cibo, vinca il migliore. Sotto sotto, Sala sa bene che oggi vincono loro, i colossi del convenzionale e della chimica, non si sa ancora per quanto: nel breve vincono loro, nel lungo termine però, se vincessero ancora loro vorrebbe dire che ce li troveremo completamente cambiati o che ci avranno portato alla più completa rovina. Nel lungo termine, il percorso più nobile, più bello e - soprattutto - più necessario è quello del biologico, del rispetto dell’ambiente e della salute umana. Non ci dovrà essere più posto per polpette di qualcosa che contengono solo il 20% di quel qualcosa e l’80% di non si sa che cosa. Tutto dice, tutto a partire dalle scelte dei consumatori, che un nuovo cammino è cominciato per il cibo: un cammino verso la trasparenza e un maggiore rispetto di tutti e di tutto. E sono anche questi gli obiettivi di Expo oppure no? Idealmente sì, sono questi. Praticamente, Expo però è un grande baraccone, con cose belle e buone, altre meno, con banalità che non giustificano tutto il grande sforzo, il can-can che è stato fatto. C’è di tutto. Ma per fortuna di Expo c’è anche il biologico, c’è questo Parco della Biodiversità, c’è il Forum internazionale del bio: ci sono queste buone intenzioni di costruire in sei mesi una prospettiva migliore.

Antonio Felice - Direttore di GreenPlanet (Clicca QUI per vedere il video realizzato da GreenPlanet all’inaugurazione del

Biodiversity Park di Expo2015)

(dal Bollettino Bio di Greenplanet - maggio 2015)

SAI DAVVERO COSA MANGI?

Vogliamo sfidare l'agricoltura industriale, che con pesticidi, OGM e monocolture sta minacciando il cibo. E TU?

ACCETTA LA SFIDA

ami il tuo cibo? Noi sì, e vogliamo proteggerlo! SCOPRI COME SU SOCOSAMANGIO.GREENPEACE.IT E UNISCITI A NOI.

Siamo consumatori consapevoli, genitori, amanti del cibo ed agricoltori. Siamo convinti che insieme possiamo davvero cambiare le cose. Vogliamo sfidare l'agricoltura industriale, che con pesticidi, OGM e monocolture sta minacciando il cibo, il pianeta e gli stessi agricoltori. Vuoi essere dei nostri? I pesticidi, di cui l'Italia è uno dei maggiori utilizzatori in Europa, sono solo la punta dell'iceberg di questo sistema malato che è l'agricoltura industriale, e i danni che producono sono sotto gli occhi di tutti noi: non solo sugli insetti

impollinatori come le api, sulle risorse idriche, sul suolo e sul nostro cibo, ma anche sulle stesse persone che quel cibo lo coltivano. Questo sistema malato deve cambiare! COME? Partendo dalle piccole azioni positive che ognuno di noi può fare ogni giorno: ad esempio, comprare prodotti biologici locali e di stagione, mangiare meno carne o seguire una dieta vegetariana, ridurre gli sprechi riutilizzando gli avanzi, chiedere alla scuola dei propri figli o alla mensa aziendale di inserire nel menu cibi bio. Sono solo alcune delle sfide che ti proponiamo di accettare per costruire un futuro di sostenibilità - mettiti alla prova anche TU! I grandi cambiamenti iniziano dai piccoli passi, LE TUE SCELTE personali possono fare la differenza: INIZIA SUBITO CON LA TUA PRIMA AZIONE POSITIVA.

Federica Ferrario - Campagna Agricoltura Sostenibile (da Greenpeace Italia - maggio 2015)

SE(MI)NATRICE A VITA DI OGM – RELOADED

di Luca Colombo - FIRAB La prismatica vicenda OGM non smette di offrire spunti e angoli di visuale. Il protagonismo in materia sulle pagine di Repubblica e del Giorno della Senatrice Cattaneo ne è fertile esempio, analogo a quello dell'ex Senatore Umberto Veronesi, da tempo lanciato nella promozione taumaturgica di OGM al di là da venire (semmai arriveranno). Sarà l'Expo 2015 di Milano dedicato al tema del cibo, sarà l'effervescenza del dibattito sulle colture transgeniche, sarà la fame di polarizzazione di cui si saziano i media, sarà l'autorevolezza della firma a doppia qualifica di scienziati e legislatori, ma la numerosità, periodicità e tempestività dei commenti a tema OGM è degna dei più attivi blogger. Non vi è dubbio alcuno che ogni materia di rilevanza sociale debba aprirsi a un confronto cui ognuno è abilitato a contribuire, sulla base delle proprie convinzioni, esperienze, ragionamenti, informazioni, timori. Se ha competenze specifiche, meglio, pur non essendo prerogativa di legittimità. Vale per gli OGM come per le staminali. Gli articoli della Senatrice Cattaneo rientrano di diritto tra i contributi pieni di liceità, incluso il fatto che rivendichi di esercitare la propria convinzione scientifica in un ambito assai diverso da quello di sua pertinenza disciplinare.

Presentano però una protervia carica di scientismo e tendono a giocare il ruolo di ariete di sfondamento sull'opinione pubblica in virtù del suo alone di scienziata, tanto più nobilitata dall'insigne riconoscimento a Senatrice a vita, che conferisce al suo parere una presupposta oggettività e terzietà, quindi rispettosità nella società della chiacchiera in cui viviamo. Da operatore del mondo della ricerca, mi interessa proprio confrontarmi sulla base delle evidenze e delle valutazioni di opportunità con le molte affermazioni che la Senatrice Cattaneo presenta nel suo ultimo contributo in un'intervista sul "Giorno", nella convinzione che contenga considerazioni erronee, approssimative o fuorvianti, oltre a latitare di fatti, dati e statistiche sulla base dei quali dichiara si debbano assumere le decisioni di sviluppo e le scelte produttive. La prima considerazione, in ordine di apparizione e di importanza, è che a fronte di una prolungata crisi economica non si possa non aprire agli OGM, un assioma non spiegato e certo non suffragato dal citato deficit del nostro agroalimentare che resterebbe immutato per caratteristiche e dimensioni aprendo o meno al transgenico. Elefantiasi dell'apparato zootecnico industriale, eccesso di produzione e consumo di prodotti animali, mortificazione della dieta animale sostanzialmente ridotta a 'bifagia' di mais e soia, abbandono di una strategia sulla coltivazione di proteine vegetali in Italia e in Europa a fini di alimentazione umana e zootecnica, non sembrano meritare attenzione e approfondimento. Gli OGM vengono poi qualificati come un fatto nuovo, pur sottolineando che da circa 15 anni abbiamo evidenza della loro innocuità. Questo 'fatto nuovo' è presente in commercio da 20 anni nella stessa identifica forma dei suoi esordi ed è frutto di una ricerca & sviluppo che data anni '80. Gli OGM con cui oggi ci confrontiamo altro non sono che la novità di 30 anni fa. La Spagna e gli Usa sono inoltre presentati come la vetrina che espone la mercanzia di successo, ma forse è utile adottare un altro angolo visuale che il settore biologico può offrire. In Spagna l'introduzione del mais transgenico ha determinato una coesistenza tutt'altro che pacifica (secondo l'auspicio che, in piena guerra fredda, formulava Krusciov) nel conflitto tra mais GM e biologico. La perdita di mercato per le coltivazioni biologiche che si è registrata nel Paese iberico con l'espansione della coltivazione di mais MON810 e con le contaminazioni da questo determinato nei fatti, ha comportato un evidente danno economico relativo alla perdita di certificazione da parte del coltivatore, la conseguente commercializzazione a prezzo inferiore delle partite vendute come convenzionali e l'abbandono di ampie superfici a mais biologico… (continua qui la lettura dell’articolo) (da Bio@gricoltura Notizie di AIAB - maggio 2015)

Marcia per la Pace

a Padova 24 maggio 2015

“Dalle Caserme ai

Parchi”

24 maggio 2015 alle ore 9.30 Concentramento davanti al Municipio di Padova - Partenza ore 10 - Sosta alla Caserma Piave - Conclusioni al Parco dell’ex

Caserma Prandina. Per una città vivibile, accogliente e solidale, vogliamo avviare percorsi di Pace per uscire dall’indifferenza e dal silenzio. Chiediamo:

• SPAZI: - Destinare le ex caserme a parchi - Basta cementificare e sottrarre aree verdi alla nostra città - Alloggi popolari per tutti, senza discriminazione - Pari opportunità per tutti senza distinzione di sesso, religione, età o provenienza etnica;

• DIRITTI: - Accesso alle scuole dell'infanzia a tutti i bimbi; • CULTURA DI PACE: - Smilitarizzazione del territorio, sicurezza disarmata.

ASSOCIAZIONI PROMOTRICI:

Associazione per la Pace – A.C.S. – Agronomi e Forestali senza Frontiere – CGIL – ANPI – Donne in Nero – Legambiente – M.I.R. – Rete degli Studenti Medi – Mani Tese - Arci – Arci Solidarietà Veneto – Associazione Incontrarci – Studenti Per UDU Padova - ASU.

ADERISCONO: Centro Diritti Umani dell’Università di Padova – Acli di Padova - Missionari Comboniani - Beati i Costruttori di Pace – Giuristi Democratici di Padova “Giorgio Ambrosoli” – AUSER -CGIL del Veneto – SPI/CGIL di Padova - Perilmondo onlus – Fondazione Fontana onlus - Fare il Mappamondo - Gruppo Soci della Banca Popolare Etica di Padova – Biorekk – Al Quds – Comunità Palestinese nella Regione del Veneto – Rete Radie’ Resch – RIDIM – Associazione per la Decrescita – Circolo Wigwam II Presidio – Osteria di Fuori Porta – Associazione Xena - Amnesty gruppo 186 di Padova - CIA-Confederazione Italiana Agricoltori.

PER INFO Associazione per la Pace: [email protected]

Legambiente: [email protected] - tel 049-8561212 M.I.R.: [email protected]

ACS - Associazione di Cooperazione e Solidarietà: [email protected]

13 TONNELLATE DI ACQUA PER

UNO SMARTPHONE. ECCO L'IMPRONTA IDRICA DEI

PRODOTTI DI USO COMUNE Oggetti di uso comune e impronta idrica. Scarpe, smartphone, t-shirt: sono gli oggetti di uso comune, quelli che strausiamo ogni giorno e con i quali non riusciremmo più a vivere. Ma quanto ci costano? E non solo in

termini di soldoni che ci escono dal portafogli. Tutto ciò che circonda e di cui non possiamo fare più a meno ha un'impronta ambientale di non poco conto. E ad andarci di sotto, saranno, come al solito, le generazioni future. 13 tonnellate di acqua per produrre un telefono di ultima generazione, 14 e mezzo per un paio di stivali: un nuovo rapporto di Friends of the Earth, una rete di organizzazioni ambientali di 74 Paesi, ci svela quante risorse naturali servono per creare capi d'abbigliamento, telefonini e oggetti vari che vediamo tutti i giorni. Il problema è, secondo l'indagine basata su dati Trucost, non soltanto l'impronta di carbonio dei diversi prodotti, ma anche il consumo di risorse idriche e di suolo. E allora, se per una t-shirt servono circa 4 tonnellate d'acqua e poco più di 4 metri quadrati di suolo, per una barretta di cioccolato serve quasi una tonnellata e mezzo d'acqua e più di 2,5 metri quadrati di suolo. Una tazza di tè ha un'impronta minore di una tazza di caffè: per il tè sono necessari 28 litri d'acqua e una superficie di 0,02 metri quadrati, mentre per il caffè sono impiegati 136 litri d'acqua e 0,1 metri quadrati di suolo. L'impronta idrica deriva per lo più dall'acqua piovana che viene utilizzata per allevare il bestiame e dall'acqua per smaltire gli inquinanti prodotti nei processi di concia.

Se un paio di stivali di pelle viene realizzato in impianti con un trattamento idoneo degli scarti servono 14,5 tonnellate d'acqua, altrimenti ne servono ben 25 almeno. Per quanto riguarda le t-shirt, poi, sono le piantagioni di cotone ad assorbire circa i due terzi del consumo di suolo (65%) e il 68% dell'acqua complessivamente utilizzata. "Le stime fornite nel rapporto ci ricorda quanto pesantemente stiamo calpestando il mondo - dichiara l'ex commissario europeo per l'ambiente Janez Potocnik -. La soluzione potrebbe essere procedere con più leggerezza, pur continuando a far crescere le nostre economie e migliorando il benessere dei cittadini". Gli imballaggi Secondo l'analisi di Friends of the Earth, infine, spesso a fare la differenza sono gli imballaggi e le materie prime. Per esempio, nel settore dell'abbigliamento, circa il 20% del consumo di acqua e di suolo è dovuto all'uso dei materiali usati negli imballaggi. Una percentuale che sale all'84% (riferito solo al suolo) per il settore dei giocattoli. Tra i diversi prodotti di tutti i giorni, gli stivali in pelle hanno l'impatto maggiore: la maggior parte dell'utilizzo di suolo (86%) è assorbita dal bestiame da cui si ricava il materiale di fabbricazione. (da Greenme.it - maggio 2015)

VANDANA SHIVA A EXPO: “PECCATO CI SIA LA COCA COLA"

'La scelta dell’agricoltura biologica è il primo indispensabile passo per restituire fertilità al suolo. E il suo sviluppo, su scala mondiale, è necessario dare avvio concretamente a una nuova economia circolare'. È quanto ha affermato Vandana Shiva, ecologista indiana e presidente di Navdanya International, inaugurando sabato 16 maggio il Padiglione della Biodiversità e presentando al Forum del Biologico il Manifesto 'Terra Viva', elaborato da venti esperti di tutto il mondo. 'Dal Manifesto emergono almeno nove assi strategici che rafforzano l’appello verso il biologico. Un appello che deve partire anche da Expo'. 'In questa fase - ha proseguito l’attivista della difesa della biodiversità - l’agricoltura biologica può fornire risposte assolutamente necessarie al cambiamento climatico in atto, restituendo fertilità ai suoli, immagazzinando i gas serra che stanno distruggendo non il Pianeta ma la sopravvivenza delle nostre culture e forse della stessa umanità. Biologico significa inoltre biodiversità delle colture e dei semi, un forziere di opportunità per fare fronte al cambiamento climatico globale. Biologico significa lavoro nelle campagne, e lavoro creativo per i giovani, in antitesi all’agricoltura industriale. E significa agricoltura familiare, valorizzazione dei territori, riconoscimento del ruolo delle donne nella produzione e nella preparazione del cibo'. L’intervento di Vandana Shiva è stato quello più lungamente applaudito dal fitto pubblico che ha seguito l’inaugurazione del Biodiversity Park. Applaudito soprattutto nei due momenti in cui è uscita con espressioni forti: Il primo: “Tante cose vanno così storte, per fortuna qui le cose vanno diversamente. Peccato ci sia Coca Cola, che ha tra i suoi fornitori Monsanto. Non abbiamo bisogno della Coca Cola. Non abbiamo bisogno dell’agricoltura tossica, dobbiamo confinarla al passato, perché distrugge il pianeta. E’ sviluppo creare cibi tossici? I soldi vanno messi nell’agricoltura biologica. Svoltiamo al biologico”. Il secondo: "Andate a Lampedusa quando Expo sarà finita, e parlate alla gente che arriva dalla povertà e fugge dalla guerra per convincerla a tornare a casa per costruire un Paese libero dove far crescere i semi dell’agricoltura vera”. (dal Bollettino Bio di Greenplanet - maggio 2015)

DETENUTI, VOLONTARI E SCOUT INSIEME PER I BAMBINI Proseguono le attività legate al progetto "Affetto oltre le sbarre" rivolto ai detenuti del carcere Due Palazzi, alle loro famiglie e alla comunità, organizzato da Legambiente grazie al sostegno dei fondi dell’8×1000 della Tavola Valdese e in collaborazione con il gruppo scout Neruda, la Casa di Reclusione e l’assessorato all’Ambiente del Comune di Padova. Recentemente, grazie a questo progetto, i reclusi del Due Palazzi hanno offerto un piccolo, prezioso contributo per la giornata dedicata all’“Impegno civico” promossa dall’équipe che riunisce varie associazioni scout del territorio (AGESCI, AVSC, CNGEI e Scout d’Europa-FSE). Difatti, domenica scorsa 17 maggio gli Scout hanno invaso le piazze del centro storico padovano in una mattinata piena di incontri con diverse realtà di volontariato. Tra queste c’era Legambiente che ha proposto il Laboratorio di riciclo, cui hanno partecipato oltre 100 ragazzi affiancandosi nel lavoro svolto in questi mesi da detenuti e volontari dell’associazione. Prodotti di scarto come vecchi bancali, pannelli di faesite, poster e barattoli di yogurt sono stati così trasformati in nuovi giochi per i bambini: atleti, scale magiche, girandole e trombette.

I materiali pre-lavorati da volontari e detenuti, sono stati colorati e assemblati dagli scout, e ora verranno donati ad associazioni che si occupano della tutela dei diritti dei bambini, ossia all’Unicef per l’iniziativa Agorà dei bambini e degli adolescenti che punta a creare momenti di aggregazione per i più giovani a Padova, in piazzetta Forzatè – il terzo sabato del mese, da maggio a settembre – nonché al Telefono Azzurro per la ludoteca del carcere Due Palazzi, un servizio di accoglienza per i bimbi che vengono a trovare i loro genitori detenuti nell’istituto di pena. L’unione delle forze ci ha permesso di creare nuovi giochi e soprattutto nuova speranza anchea partire da ciò che abitualmente è considerato solo un rifiuto. Per Legambiente aver cura dell’ambiente significa infatti prendersi anche cura delle persone e della comunità che ci vivono. Per questo, con nostro progetto, vogliamo dare un piccolo contributo per affrontare un tema sociale particolarmente attuale e delicato, come le condizioni di vita in carcere, facendo leva sul mantenimento dei legami affettivi tra detenuti e familiari. La continuità e la qualità delle relazioni con la famiglia sono un fattore cruciale per il buon esito del periodo di svolgimento della pena e della successiva fase di reinserimento nella società. Grazie alla disponibilità della Casa di Reclusione di Padova, il laboratorio di Riciclo proposto da Legambiente durante i colloqui prolungati in carcere offre ai detenuti e ai loro figli momenti di svago e di “normalità”. Inoltre il Laboratorio di riciclo si attiva anche all’esterno del carcere, creando occasioni – come quella descritta sopra – che permettano ai detenuti di mettersi al servizio della comunità.

Giulia Morrone – Laboratorio di Riciclo di Legambiente (da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova - maggio 2015)

“SEMINA!”

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 alle 9.30 a ROSÀ (VI) in VIA BORGO LUNARDON

La Terra ci chiama. Se siamo disposti a riavvicinarla possiamo sperimentare la sua GENEROSITA’, nonostante tutti i mali che le riversiamo addosso. Abbiamo urgente bisogno di seminare un futuro di FIDUCIA. Quale altro può essere il nostro punto di partenza e di riferimento se non la Terra che riceve un seme e ne restituisce mille? Qualcuno conosce

governanti, scienziati, economisti o multinazionali in grado di mantenere simili promesse? Di calcoli e di statistiche ne abbiamo fin sopra i capelli; ne abbiamo abbastanza di manipolazioni genetiche, di vivisezioni dei nostri corpi e nelle nostre anime; di brevetti sugli esseri viventi, circondati da un delirio di onnipotenza! C’è bisogno di UMILTA’. Umile è colui che si china fino all’humus, al suolo appunto. Che lo sappiamo o no è da questo che dipendiamo, tutti. I comfort della società dei consumi ci hanno fatto dimenticare le basi dell’esistenza: la vita sulla Terra dipende da circa venticinque centimetri di strato fertile di suolo in grado di sostenere la vita vegetale, che sostiene quella animale e umana. Abbiamo cercato e ricevuto in prestito due ettari di terreno con il desiderio di seminare. Questo campo attende chiunque desideri contribuire a realizzare una grande opera d’arte per raccontare di una terra e di una umanità che stanno cambiando; per riconsegnare alla comunità un lembo di terra vivente dove poter compiere un atto di ASCOLTO. E’ tempo di resuscitare il nostro potere più grande sepolto sotto cumuli di protesi tecnologiche: l’IMMAGINAZIONE. Sì! Possiamo immaginare e coltivare un mondo diverso da quello che ci sta spingendo dentro recinti sempre più stretti e opprimenti. C’è ancora tempo, c’è ancora spazio; c’è ancora Terra… E c’è ancora chi ama!

PROGRAMMA

• 9.30 – RITROVO a Rosà (VI) – Via Borgo Lunardon (dietro alla Concessionaria Renault)

• 10.00 – PRESENTAZIONE e CONFERENZA STAMPA10.30 – SEMINA • 12.00 – PIC NIC e SCAMBIO DI ALIMENTI e IDEE • per il II° ATTO – IMMAGINA!

RACCOMANDAZIONI E’ preferibile arrivare a Terrachiama con mezzi a trazione muscolare; Portatevi cibo e bevande: potremo anche scambiarli nel pic-nic; Mettete indumenti comodi, calzature adeguate al terreno smosso, un cappello per il sole (speriamo…) (da TerrachiAma - maggio 2015)

BIODIVERSI

Slow Food, fin dalle sue origini, difende la biodiversità agro-alimentare. Scopri come aiutarci in questo viaggio!

Oggi, 22 maggio 2015, è la giornata della biodiversità, un termine che può sembrare astruso, ma vi assicuriamo che non c’è niente di più semplice da comprendere: la biodiversità è la natura, la vita stessa in tutte le sue forme. Vi vogliamo fare un esempio di che cosa voglia dire perdere la biodiversità, con un estratto di un articolo di Carlo Petrini: «Nel mondo esistono tante varietà di banane – lunghe e sottili, corte e tozze, gialle, rosse, arancioni, verdi, perfino blu – ma nessuno le conosce, perché il mercato globale ha bisogno di un prodotto standard, in enormi quantità e capace di sopportare lunghissimi viaggi, per essere disponibile ovunque, in qualsiasi stagione, a prezzi contenuti. E l’agricoltura si adatta a queste esigenze: la coltivazione delle banane destinate all’esportazione si concentra su un’unica tipologia, coltivata in America Latina (principalmente Ecuador) in immensi latifondi (anche di 5000 ettari), con dosi massicce di pesticidi, fungicidi e fertilizzanti chimici di sintesi (i fungicidi sono spruzzati anche 40-50 volte l’anno). Nei campi lavorano coltivatori molto poveri, spesso sottopagati e sottoposti a condizioni di lavoro durissime. I caschi di banane – raccolti ancora acerbi – sono caricati su navi frigorifero (bananiere) e, quando arrivano nei porti di destinazione, sono stoccati in celle di maturazione, dove la buccia (grazie all’uso di etilene) passa dal verde al tipico colore giallo acceso. In questo modo viene programmata artificialmente la maturazione e la distribuzione dei frutti. Questo caso è emblematico di come il mercato globale abbia influenzato l’agricoltura e di come l’agricoltura – trasformata in un’industria sempre più efficiente – abbia dimenticato il delicato equilibrio fra terra, piante, animali e uomini, e abbia relegato ai margini la biodiversità. In settant’anni (ovvero nell’epoca dell’agricoltura industriale, nata negli anni Cinquanta), abbiamo perso in questo modo il 75% delle varietà vegetali che erano state domesticate e selezionate dai contadini nei precedenti diecimila anni. Quando si estingue una varietà vegetale o una razza animale, è perduta per sempre. E con lei abbiamo perso genetiche importanti (che potrebbero essere utili in futuro per difendere animali e colture da attacchi imprevisti, ad esempio), ma anche un patrimonio culturale, economico e sociale inestimabile. Le razze e le varietà locali sono strettamente legate al territorio e alle comunità, stanno all’interno di particolari paesaggi rurali, sono il frutto di specifiche tecniche di allevamento, coltivazione, trasformazione: una razza bovina, ad esempio, significa cura dei pascoli di montagna, significa latte, burro e formaggi, significa artigianato e a volte perfino architettura (come quella degli antichi calecc, i ricoveri in

pietra dove si produce il Bitto storico, in Valtellina). E significa economia: tutela del territorio, turismo, mercato locale…» Per questo Slow Food, fin dalla sua nascita, ha posto la difesa della biodiversità alimentare al centro delle sue strategie. Perché non rischiano di scomparire solo il panda o la foca monaca, ma anche il pollo guascone (Francia) e la pecora di Alpago (Italia). Non si estinguono solo le stelle alpine, ma anche i capperi di Ballobar (Spagna) e la fragola bianca di Purén (Cile). Il primo progetto creato da Slow Food per salvare la biodiversità alimentare è l’Arca del Gusto: un lavoro di mappatura per conoscere e catalogare i prodotti a rischio di estinzione (frutta, ortaggi, razze, ma anche pani, formaggi, salumi). Poco dopo è emersa con forza la necessità di fare qualcosa di più, per aiutare con i fatti i custodi di questa biodiversità: gli artigiani, i pastori, pescatori… Sono dunque nati i Presìdi (progetti a sostegno di comunità di piccoli produttori) e poi, via via, i Mercati della Terra, l’Alleanza Slow Food dei cuochi e i 10.000 orti in Africa. Ma c’è ancora tanta strada da percorrere e tanto lavoro da fare. Anche tu ci puoi aiutare! Come? È semplice. Scopri il tuo territorio: ascolta, osserva, assaggia, riconosci gusti e odori. E poi parti alla scoperta di territori di altre regioni e di altri Paesi. Scopri i prodotti buoni, puliti e giusti, parla con i più anziani e appropriati senza ritegno dei loro saperi. Cerca i giovani imprenditori che hanno scommesso sul ritorno alla terra. Alla fine, con loro, potrai fare molte cose: i prodotti tradizionali possono salire sull’Arca del Gusto; con alcuni produttori si possono avviare Presìdi; si possono organizzare eventi, iniziative editoriali e progetti come i Mercati della Terra, attività di educazione del gusto… La battaglia per salvare la biodiversità non è una battaglia qualsiasi. È la battaglia per il futuro del pianeta. Tutti possiamo fare qualcosa, nei nostri territori, ogni giorno. Non concentriamoci su ciò che abbiamo perso, ma su ciò che possiamo ancora salvare. Vuoi sostenere i nostri progetti? Aiutaci a salvare la biodiversità, associati a Slow Food, riceverai in segno di benvenuto due Presìdi Slow Food! (da Fondazione Slow Food - maggio 2015)

DOMENICA 24 MAGGIO: INAUGURAZIONE!

Ebbene si, è arrivato il momento, dopo due anni di lavori, di inaugurare il progetto della Masseria di Polverara. Finalmente siamo arrivati al punto di mostrare con orgoglio i lavori che sono stati fatti con tanto sacrificio (non solo economico).

Siamo impazienti di farvi conoscere tutte le sfaccettature che animano il progetto della Masseria di Polverara, sperando di potervi regalare una domenica rilassante per il fisico e stimolante per la mente! Vi aspettiamo numerosi!!!!

"...e quei di Polverara, dov'è il regno de' galli" - da "La secchia rapita", A. Tassoni, 1622.

** scarica QUI il volantino illustrativo **

(da La Masseria di Polverara - maggio 2015)

SCELTE CHE FANNO LA DIFFERENZA SPINTI DAL DESIDERIO DI GIUSTIZIA ED EQUITÀ

Fiducia nei giovani e speranza nel futuro: sono i temi al centro del libro di Mario Calabresi “Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa”, che parla anche

di Medici con l’Africa Cuamm.

“Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa” è l’ultimo libro di Mario Calabresi, direttore del quotidiano “La Stampa” e nostro amico caro. Con Mario stiamo girando vari centri e città italiane per presentare questo suo ultimo lavoro editoriale che incrocia storie antiche e nuove di «ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi». Fra queste anche quella degli zii, Gigi Rho chirurgo e Mirella Capra pediatra, una coppia Cuamm partita la prima volta per l’Uganda nel 1970, appena sposati. L’ospedale di Matany, il più grande e attrezzato della Karamoja (nord est del paese), è iniziato grazie alla loro lista di nozze che comprendeva letti, culle, lenzuola, microscopio, lettino e lampada operatoria e altro ancora. Sono pagine semplici e potenti, senza fronzoli e cariche di energia. Oggi non abbiamo più «strade sicure, già percorse, di cui si conoscono le curve e gli ostacoli. Abbiamo davanti nuove frontiere, territori inesplorati». I nostri giovani «vivono in una terra sconosciuta ai loro genitori e ai loro nonni. Sono nati più privilegiati, non hanno sofferto la fame, hanno avuto comodità che tutti quelli che li hanno preceduti si sognavano, ma ora sono soli di fronte a praterie di incertezza». E queste non si affrontano con la paura, rinchiusi nel lamento quotidiano: musoni arrabbiati in un mondo che non ci accoglie e che non ha più posto per noi. Man mano che entri nelle storie del libro riscopri le cose essenziali, quelle che contano davvero e che fanno la differenza. «Quel giorno, sul letto, Gigi mi fa il film della sua vita, si mette a ragionare sulle motivazioni: “ci spinsero il desiderio di equità, di giustizia sociale. A me sembrava di riequilibrare un po’ il mondo andando in un posto dove i medici non esistevano… Forse abbiamo sbagliato non dando importanza al profilo economico, la mia pensione è bassa e avrei potuto comprare una casa ai miei figli, sistemarli meglio. Ma gli ho dato altro e, alla fine, rifarei ogni scelta… No, nessun rimpianto, è stata una vita meravigliosa”». Il pensiero corre per automatismi inconsci alla Sierra Leone con i suoi 11.974 casi e 3.799 morti (per citare solo quelli ufficiali), a poco più di un anno dall’inizio dell’epidemia di Ebola. La scelta di rimanere e mantenere aperto, a ogni costo, l’ospedale di Pujehun, e quella recente di sostenere la riapertura dell’ospedale di Lunsar chiuso da agosto, ha la sua radice in quell’“altro” di cui parla Gigi. Ed è sempre quell’“altro” che ha motivato moltissimi di voi a sostenerci nelle fasi acute dell’epidemia, quando le Istituzioni internazionali tardavano ad arrivare e il bisogno era grave e urgente. E continuate a farlo. L’Ebola si riduce, il nostro impegno cresce, in Sierra Leone. Specie adesso. In mezzo a tante fatiche non mancano consolazioni e gioie autentiche. Un grazie affettuoso a Mario e a ciascuno di voi. (Don Dante Carraro in éAfrica di Medici con l’Africa CUAMM - maggio 2015)

… terminiamo la settimana con le solite… pillole per la mente… • Fermarsi. Ogni tanto. Un po’... da Low Living High Thinking – maggio 2015 • Olio di palma: ecco come la lobby delle aziende alimentari tenta di confondere i consumatori da Greenme.it – maggio 2015

Un Quartetto… d’archi: • Perché i vigneti beneficiano della presenza delle farfalle; • Esposizione a pesticidi causa malattie neurodegenerative; • La guerra alla droga con il glifosato uccide contadini innocenti; • Intervista a Latouche: Solo l'agricoltura biologica può nutrire il Pianeta. da Bio@gricoltura Notizie di AIAB – maggio 2015 • Sì, una prosperità senza crescita è possibile • Via libera alla legge sugli ecoreati da Italia che Cambia – maggio 2015 • Idrovia subito: si può, si deve • Ex Romagnoli: dalla città diffusa all’agricoltura urbana • In bici lungo il Bacchiglione. E’ sicuro? Scopriamolo insieme da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – maggio 2015 • Disuguaglianze, basta: io sto con l’uno percento da IlFattoQuotidiano.it– maggio 2015 • Nino Di Matteo: Il mio atto d’accusa ai collusi da MicroMega di Repubblica.it – maggio 2015 • Il fisco non cambia verso da Altreconomia – maggio 2015

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