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pagina 1 di 13 N. R.G. 2781/2012 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE ORDINARIO di CUNEO Sezione CIVILE Il Tribunale, nella persona del Giudice dott. Natalia Fiorello ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile di I Grado iscritta al n. r.g. 2781/2012 promossa da: FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO (C.F. 96031120049), con il patrocinio dell’avv. MASSA CLAUDIO e dell’avv. MISERERE PAOLO (MSRPLA65S18L219X) CORSO VITTORIO EMANUELE II N.68 10121 TORINO; VERCELLONE SARAH (VRCSRH76L63L219N) VIA C/O AVV. C. MASSA CUNEO; , elettivamente domiciliato in CORSO NIZZA N. 11 12100 CUNEOpresso il difensore avv. MASSA CLAUDIO EZIO FALCO (C.F. FLCZEI55B24B719K), con il patrocinio dell’avv. MASSA CLAUDIO e dell’avv. MISERERE PAOLO (MSRPLA65S18L219X) CORSO VITTORIO EMANUELE II N.68 10121 TORINO; VERCELLONE SARAH (VRCSRH76L63L219N) VIA C/O AVV. C. MASSA CUNEO; , elettivamente domiciliato in CORSO NIZZA N. 11 12100 CUNEOpresso il difensore avv. MASSA CLAUDIO FULVIO MOLINENGO (C.F. MLNFLV50C14B033P), con il patrocinio dell’avv. MASSA CLAUDIO e dell’avv. MISERERE PAOLO (MSRPLA65S18L219X) CORSO VITTORIO EMANUELE II N.68 10121 TORINO; VERCELLONE SARAH (VRCSRH76L63L219N) VIA C/O AVV. C. MASSA CUNEO; , elettivamente domiciliato in CORSO NIZZA N. 11 12100 CUNEOpresso il difensore avv. MASSA CLAUDIO ATTORI contro CARLO BENIGNI (C.F. BNGCRL47E08D205K), con il patrocinio dell’avv. CAPELLO ALBERTO e dell’avv. GROSSO Firmato Da: FIORELLO NATALIA Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 9972

N. R.G. 2781/2012 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL … crc.pdf · per l’illecita lesione ex art 2043 cc dell’onore, reputazione, immagine dei soggetti attori in relazione alla

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N. R.G. 2781/2012

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

TRIBUNALE ORDINARIO di CUNEO

Sezione CIVILE

Il Tribunale, nella persona del Giudice dott. Natalia Fiorello ha

pronunciato la seguente

SENTENZA

nella causa civile di I Grado iscritta al n. r.g. 2781/2012 promossa

da:

FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO (C.F.

96031120049), con il patrocinio dell’avv. MASSA CLAUDIO e

dell’avv. MISERERE PAOLO (MSRPLA65S18L219X) CORSO

VITTORIO EMANUELE II N.68 10121 TORINO;

VERCELLONE SARAH (VRCSRH76L63L219N) VIA C/O

AVV. C. MASSA CUNEO; , elettivamente domiciliato in

CORSO NIZZA N. 11 12100 CUNEOpresso il difensore avv.

MASSA CLAUDIO

EZIO FALCO (C.F. FLCZEI55B24B719K), con il patrocinio

dell’avv. MASSA CLAUDIO e dell’avv. MISERERE PAOLO

(MSRPLA65S18L219X) CORSO VITTORIO EMANUELE II

N.68 10121 TORINO; VERCELLONE SARAH

(VRCSRH76L63L219N) VIA C/O AVV. C. MASSA CUNEO; ,

elettivamente domiciliato in CORSO NIZZA N. 11 12100

CUNEOpresso il difensore avv. MASSA CLAUDIO

FULVIO MOLINENGO (C.F. MLNFLV50C14B033P), con il

patrocinio dell’avv. MASSA CLAUDIO e dell’avv. MISERERE

PAOLO (MSRPLA65S18L219X) CORSO VITTORIO

EMANUELE II N.68 10121 TORINO; VERCELLONE SARAH

(VRCSRH76L63L219N) VIA C/O AVV. C. MASSA CUNEO; ,

elettivamente domiciliato in CORSO NIZZA N. 11 12100

CUNEOpresso il difensore avv. MASSA CLAUDIO

ATTORI

contro

CARLO BENIGNI (C.F. BNGCRL47E08D205K), con il

patrocinio dell’avv. CAPELLO ALBERTO e dell’avv. GROSSO

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SIMONA (GRSSMN71E43D742E) VIALE ANGELI 9 CUNEO;

, elettivamente domiciliato in VIALE ANGELI N.9 12100

CUNEOpresso il difensore avv. CAPELLO ALBERTO

ASSOCIAZIONE NON RICONOSCIUTA IL CORSO (C.F.

96072380049),- contumace

MARIO MENARDI (C.F. MNRMRA52L11B719P), con il

patrocinio dell’avv. CAPELLO ALBERTO e dell’avv. GROSSO

SIMONA (GRSSMN71E43D742E) VIALE ANGELI 9 CUNEO;

, elettivamente domiciliato in VIALE ANGELI N.9 12100

CUNEOpresso il difensore avv. CAPELLO ALBERTO

ASSOCIAZIONE NON RICONOSCIUTA “ GRUPPO 19

MARZO “ (C.F. ), con il patrocinio dell’avv. CAPELLO

ALBERTO e dell’avv. GROSSO SIMONA

(GRSSMN71E43D742E) VIALE ANGELI 9 CUNEO; ,

elettivamente domiciliato in VIALE ANGELI N.9 12100

CUNEOpresso il difensore avv. CAPELLO ALBERTO

CONVENUTI

CONCLUSIONI

Le parti hanno concluso come da verbale d’udienza di precisazione

delle conclusioni 13.5.2014 con foglio di precisazione delle

conclusioni allegato al verbale.

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Concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della

decisione

Oggetto: azione di risarcimento del danno da fatto illecito

Motivazione in fatto ed in diritto

Si da atto che la sentenza viene redatta secondo le

disposizioni degli artt 132 cpc, 118 disp. Att. cpc come

riformati dalla l. 69\2009, omettendo la trattazione dello

svolgimento del giudizio e circoscrivendo la motivazione

alla concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto

poste a fondamento della decisione.

Si osserva.

Con citazione regolarmente notificata parte attrice come

in epigrafe identificata conveniva in giudizio le

associazioni non riconosciute: “Gruppo 19 marzo 2012”

e “Il Corso”, Benigni Carlo in proprio, Menardi Mario in

proprio instando per l’accertamento di diffamazione

aggravata ai sensi dell’art 595 3° comma cp e, comunque,

per l’illecita lesione ex art 2043 cc dell’onore,

reputazione, immagine dei soggetti attori in relazione alla

pubblicazione su “Il Corso”“- periodico- ed alla pubblica

affissione del manifesto titolato “Una brutta storia”

,nonché alla pubblicazione su “Il Corso”“- periodico-

dell’articolo titolato “Sfogliando la Margherita”, con

conseguente condanna al risarcimento del danno subito,

al pagamento di ulteriore somma a tiolo di riparazione

pecuniaria ex art 12 L. 47/48. Deducevano infatti che le

su indicate pubblicazioni ed affissioni, sia del

“manifesto” che dell’”articolo” erano di tipo diffamatorio

perché era stato espresso, manifestato e divulgato il

messaggio secondo il quale l’aggiudicazione della gara di

appalto indetto dalla Fondazione per ristrutturare la c.d.

“Ex Sala Contrattazioni sarebbe stato aggiudicato proprio

all’impresa Ferrero Fratelli di Giuseppe Ferrero e c snc

da cui il Presidente della Fondazione (Ezio Falco)

avrebbe ricevuto denaro per il tramite di sospetti passaggi

societari, grazie alla connivenza di Molinengo Fulvio,

Segretario Generale della Fondazione.

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I convenuti si costituivano in giudizio. ad eccezione di

Associazione non riconosciuta “Il Corso”, resistendo alle

domande; invero sostenevano che la procedura di

aggiudicazione dell’appalto indetto dalla Fondazione

C.R. Cuneo per ristrutturare la ex Sala Contrattazioni non

era stato né regolare né trasparente in quanto il soggetto

aggiudicatario (F.lli Ferrero) era stato in realtà

“prescelto” quale socio in affari del dr Gola, in allora

Presidente del Collegio sindacale della Fondazione; il

prezzo di aggiudicazione non sarebbe stato congruo; il

Falco quale Presidente della Fondazione aveva ricevuto

“denari dall’appaltatore”-così testualmente- “dietro

schermi e attraverso intrecci ed incroci societari" in

quanto il Ferrero Giuseppe, per aggiudicarsi l’appalto,

sarebbe intervenuto in favore di una azienda del Falco

stesso, in crisi, (la Lineacomputer srl) con una

“operazione sul capitale priva di credibilità economica,

sostenendo un sovrapprezzo ingiustificabile e cioè il

Ferrero con denaro proveniente da due sue società

(Immobiliare Cristallo srl e Ferrero F.lli) avrebbe

costituito nella società P.A.B. srl ( di cui Ferrero e Gola

sarebbero soci) la provvista per l’aumento del capitale di

Lineacomputer srl, con acquisto della quota del 33,33%

da parte di PAB srl, di talchè Gola sarebbe divenuto

socio di Falco nella predetta società e ciò ad appalto già

avviato, fatto questo taciuto dolosamente dal Molinengo

al Ministero Economia e Finanze; tale situazione era

stata dunque esposta nel manifesto titolato “Una brutta

storia” e poi ripresa e riportata nell’articolo titolato

“Sfogliando la Margherita”; chiedevano quindi di essere

assolti da ogni domanda oltre alla condanna degli attori

ai sensi dell’art 96 cpc .

Su istanza venivano concessi i termini di legge, il giudice

ordinava l’esibizione in giudizio di documentazione

contabile e bancaria sia a Immobiliare Cristallo srl che a

F,.lli Ferrero srl come da ordinanza 9.8.13, riservando

all’esito ogni decisione sulle altre istanze istruttorie; con

successiva ordinanza 15.1.14 venivano respinte le istanze

di prove orali e di ctu ed all’udienza del 13.5.14 le parti

precisavano come da verbale di udienze e nota di

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precisazione dichiarando di non accettare il

contraddittorio su fatti nuovi.

Si osserva.

In primo luogo occorre sgomberare il campo da questioni

estranee al giudizio ed al thema decidendum e cioè: nel

manifesto “Una brutta storia” non si coglie alcun

riferimento a violazioni della L. 201/2008 ( “

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-

legge 23 ottobre 2008, n. 162, recante interventi urgenti

in materia di adeguamento dei prezzi di materiali da

costruzione, di sostegno ai settori dell’autotrasporto,

dell’agricoltura e della pesca professionale, nonché di

finanziamento delle opere per il G8 e definizione degli

adempimenti tributari per le regioni Marche ed Umbria,

colpite dagli eventi sismici del 1997") , né alla congruità

o meno del prezzo di aggiudicazione della gara di appalto

per la ristrutturazione della ex sala Contrattazioni.

Tanto premesso, giova ricordare l’orientamento della

giurisprudenza della Corte di Cassazione che con

consolidato orientamento, in tema di azione di

risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo della

stampa, deve essere tenuta ben ferma e presente la

distinzione tra l'esercizio del diritto di critica (con cui si

manifesta la propria opinione, la quale non può pertanto

pretendersi assolutamente obiettiva e può essere esternata

anche con l'uso di un linguaggio colorito e pungente,

purché non leda la integrità morale del soggetto) e di

quello di cronaca (che può essere esercitato purché

sussista la continenza dei fatti narrati, intesa in senso

sostanziale - per cui i fatti debbono corrispondere alla

verità, sia pure non assoluta, ma soggettiva - e formale,

con l'esposizione dei fatti in modo misurato, ovvero

contenuta negli spazi strettamente necessari (cfr Cass. N.

17172/07, conformi Cass. n. 28411/08, n. 25/09).

Ora, nel caso in esame, il fatto che il manifesto “UNA

BRUTTA STORIA” oltre che essere stato affisso per 15

gg presso gli spazi adibiti a pubbliche affissioni dei

Comuni di Cuneo, Mondovì, Alba sia stato pubblicato

anche sul periodico “Il Corso” avente diffusione

provinciale, oltre che sito web, consente di ritenere che

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affermare che sono in gioco non già e non solo il diritto

di critica, ma proprio per la massiccia rilevanza e

diffusività data al Manifesto oltre che per la sua

pubblicazione su un giornale, anche e precipuamente il

diritto di cronaca, essendo evidente la volontà degli

autori del manifesto di informare la popolazione e riferire

notizie sulla conduzione della gara per l’aggiudicazione

dell’appalto per la ristrutturazione della Sala

Contrattazioni.

E pertanto può essere richiamata la massima affermata

nella sentenza n. Sez 3° n. 20608

del 07/10/2011 (Rv. 619990) :” In tema di azione

di risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo della

stampa, il diritto di cronaca soggiace al limite della

continenza, che comporta moderazione, misura,

proporzione nelle modalità espressive, le quali non

devono trascendere in attacchi personali diretti a colpire

l'altrui dignità morale e professionale, con riferimento

non solo al contenuto dell'articolo, ma all'intero contesto

espressivo in cui l'articolo è inserito, compresi titoli,

sottotitoli, presentazione grafica, fotografie, trattandosi

di elementi tutti che rendono esplicito, nell'immediatezza

della rappresentazione e della percezione visiva, il

significato di un articolo, e quindi idonei, di per sé, a

fuorviare e suggestionare i lettori più frettolosi. (Nella

specie, la S.C. ha confermato la sentenza impugnata, la

quale aveva escluso il requisito della continenza per il

tono sprezzantemente sdegnato e scandalizzato del

sottotitolo, da leggere necessariamente come collegato

con il titolo, nonché per l'uso insinuante delle parole, che

mirava ad attirare negativamente l'attenzione dei lettori

e ad accreditare come verità accertata i documenti e le

circostanze oggetto di notizia, malgrado la veridicità ed

attendibilità degli stessi fossero ancora da accertare).

Tanto premesso in linea generale si reputa necessario

riprodurre in sentenza il manifesto “Una brutta storia”,

come detto “ ripreso “nel suo contenuto nell’articolo

giornalistico propriamente detto.

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.

Si può quindi subito evidenziare che la rappresentazione

grafica è costruita ed articolata con l’evidente scopo di

indurre il lettore all’immediato e negativo abbinamento

di : “Brutta storia” –“Ezio Falco” – “Deve dimettersi”,

scritti in caratteri più grandi di quelli utilizzati nel resto

del testo;

Vi è un uso delle parole insinuante, in quanto in realtà

nessuna notizia oggettiva, specifica e chiara viene fornita,

ma attraverso il gioco delle parole, il loro abbinamento,

una sapiente articolazione per punti, si mira a destare

sospetto sulla persona del Falco, in quanto presidente

della Fondazione CRC , in ordine alla gestione della gara

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ed aggiudicazione dei lavori di appalto della ex Sala

Contrattazioni.

E così si legge: “attraverso incroci societari ha ricevuto

denari dall’appaltatore”, con terminologia veramente

atecnica quanto agli “incroci societari”; si ripete ai punti

1, 2,3 che il Presidente della Fondazione, il Presidente

del Collegio sindacale (Gola) e l’appaltatore erano “soci

in affari”…, “contrariamente a quanto riferito al

Ministero della Economia dal Segretario della

Fondazione Molinengo”, con evidente connotazione

negativa.

Orbene, quando il racconto dei fatti, riferiti in maniera

incompleta viene poi correlato da modalità espositive

volte ad ingenerare false e suggestive rappresentazioni

della realtà, la cronaca così fatta ben può essere capace di

incidere in maniera anche rilevante sulla valutazione

degli avvenimenti, da parte dei lettori, e di orientarne

l'interpretazione in un senso piuttosto che in un altro.

A tal fine si pensi alla scelta di titoli e sottotitoli, idonei

di per sè, a ragione della loro icastica perentorietà, a

fuorviare e suggestionare i lettori più frettolosi, che

magari si soffermano alla lettura dei soli titoli o si

limitano ad una lettura superficiale del contenuto del

manifesto; alla spettacolarizzazione degli avvenimenti

mediante, secondo quanto già rimarcato, l'uso di caratteri

grafici di differenti grandezze; oppure alla scelta di

termini con connotazioni, per il contesto in cui sono

utilizzate” più spregiative di altre (nel caso “intrecci

societari”- “socio in affari”) che invece ben potevano

essere egualmente utilizzabili, per riferire le ipotesi

accusatorie riguardanti i protagonisti del fatto descritto.

Indubbiamente, quindi, in tali ipotesi l'effetto che ne

deriva può ingenerare non solo sollecitazioni emotive fini

a se stesse, ma determinare altresì la formazione di

giudizi, frettolosi e superficiali, idonei però a ledere

anche gravemente l'onore o quanto meno la reputazione

dei protagonisti dei fatti descritti.

Non solo quindi vi è nel caso evidente violazione della

continenza, ma risulta anche propinata al lettore una

“situazione” non vera, se sol si considera che le decisioni

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delle Fondazioni sono frutto di decisioni collegiali, come

fu quella di aggiudicare l’appalto alla Ferrero F.lli srl,

che vi è in atti la prova documentale della regolarità della

procedura di aggiudicazione dell’appalto peri lavori alla

sala contrattazione, sottoposta ai controlli e verifiche

degli organismi a ciò preposti per legge, anche sotto il

profilo degli oneri informativi. (cfr ampia

documentazione prodotta)

Vi è poi documentazione in ordine all’aumento del

capitale sociale della Lineacomputer srl, che, tra l’altro,

in quanto società di capitali è soggetto giuridico ben

distinto dal Falco, che dimostra inoltre come essa sia

avvenuta successivamente alla assegnazione dell’appalto,

risalente al 26.2.2009, ad opera di una società anch’essa

di capitali (PAB SRL) di cui Giuseppe Ferrero era

azionista di minoranza.

Quanto al Molinengo poi, non vi è prova che abbia

riferito al Ministero cose contrarie al vero sulla vicenda,

risultando anzi dalla documentazione prodotta il diligente

e compiuto adempimento di doveri informativi.

Quanto poi all’articolo “Sfogliando la Margherita” non

solo le, a questo punto, anche inveritiere accuse espresse

nel manifesto sono state riprese ed inserite all’interno di

un editoriale, ma vien altresì formulata ed espressa una

esplicita associazione tra la vicenda che all’epoca

coinvolse l’onorevole Lusi, tesoriere del partito della

“Margherita” cui sottrasse ingenti somme ed il Falco,

che- testualmente- “attraverso intrecci societari prendeva

soldi da una fornitore della Cassa di Risparmio di

Cuneo”, con maliziosa e capziosa ripresa del tema degli

“intrecci societari”, con evidente tecnica denigratoria

basata sull’accostamento di taluni soggetti, le cui vicende

giudiziarie erano all’epoca note e diffuse dalla stampa,

per favorire sottintesi ed insinuazioni.

Conclusivamente, ritenuto sia il manifesto che l’articolo

diffamatori nei confronti degli attori, ritenuto che i

convenuti non hanno provato alcuna delle scriminanti

dedotte, ed anzi risultando in positivo accertato che le

“notizie”- sempre che così siano definibili- non erano

vere, né oggettivamente né soggettivamente, ritenuto che

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nel caso, per le motivazioni anzidette, non fosse

configurabile ed invocabile il diritto di cronaca, deve

essere riconosciuto il diritto degli attori al risarcimento

del danno non patrimoniale sussistente per il fatto stesso

della manifestazione ed ampia diffusione di accuse

infamanti ed in veritiere, lesive dell’onore,

dell’immagine e reputazione degli attori.

I convenuti, nelle rispettive vesti (“Gruppo 19 marzo “

quale autore e firmatario del manifesto; associazione n.r.

“Il Corso” su cui pure venne effettuata la pubblicazione,

Menardi Mario quale vice direttore responsabile ai sensi

della legge sulla stampa ( L. 47/1948) ad eccezione di

Benigni Carlo in proprio, in quanto appare evidente che

l’attività svolta di promozione dell’affissione del

manifesto è stata posta in essere quale legale

rappresentate di Gruppo 19 marzo, , devono quindi essere

condannati al risarcimento del danno da liquidarsi in via

equitativa, in considerazione della notorietà dei soggetti

offesi, della gravità dell’addebito e della diffusività da un

lato della lesione e dall’altro della estesa notorietà in

provincia di Cuneo della Fondazione della Cassa di

Risparmio di Cuneo.

Sotto il profilo meramente quantitativo si reputa

fondamentale, essendovi espressa domanda di parte

attrice, partire dal disposto dell’art 120 cpc che afferma

che “nei casi in cui la pubblicità della decisione di merito

può contribuire a riparare il danno “; ecco, nel caso in

esame si ritiene che la pubblicità della sentenza

costituisca lo strumento migliore per la riparazione del

danno, che è stato arrecato proprio attraverso la

diffusione di un manifesto, affisso e diffuso con un

periodico, e di un articolo giornalistico.

All’uopo sono individuati La Stampa, sia pagina

nazionale che edizione di Cuneo che il settimanale La

Guida quali testate sulle quali, per una sola volta, ed

entro il mese di dicembre 2014, sarà pubblicato un

estratto della sentenza (intestazione e dispositivo) a cura

e spese del soccombente; nel caos in cui l’inserzione

dell’estratto non sia effettuata nel termine, il giudice

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autorizza fin da adesso gli attori a procedervi con diritto a

ripetere le somme dai coobbligati.

Oltre alla pubblicità ex art 120 cpc si ritiene equo

condannare i convenuti in solido tra di loro al

risarcimento del danno in favore degli attori in ragione di

€ 15.000,00 per ciascun soggetto, in valori monetari

correnti oltre interessi di legge dalla data della sentenza

al saldo, somma che si reputa possa assorbire anche la

riparazione pecuniaria chiesta ex art 12 L. 47/1948 .

Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come

da dispositivo, in applicazione dei valori medi per cause

di valore indeterminato, considerando da un lato che non

si sono tenute udienze istruttorie, ma dall’altro

l’importanza delle questioni dibattutte.

Appaiono invece sussistere gravi ragioni per compensare

le spese tra Benigni convenuto in proprio e gli attori,

considerando da un lato la peculiare veste di legale

rappresentante di associazione non riconosciuta, e quindi

l’assenza di un vero e proprio “filtro” tra posizione

personale e posizione associativa, dall’altro che la difesa

del Benigni in proprio è stata svolta dallo stesso legale

che ha difeso il Gruppo 19 marzo, con i medesimi atti

processuali, apparendo pressochè impossibile scorporare

le difese.

PQM

DICHIARA che

“Gruppo 19 marzo”- associazione non riconosciuta in

persona del legale rappresentante Carlo Benigni-;,

“Il Corso” – associazione non riconosciuta in persona del

legale rappresentante pro tempore,

Menardi Mario, quale vice-direttore responsabile de “Il

Corso”

sono responsabili, in solido tra di loro, di aver leso

l’onore, la reputazione, l’immagine di Fondazione Cassa

di Risparmio di Cuneo, di Ezio Falco, di Fulvio

Molinengo sia attraverso la affissione presso i Comuni di

Cuneo, Alba, Mondovì sia attraverso la pubblicazione sul

n° 2 del mese di aprile 2012 de “Il Corso”, di un

manifesto intitolato “UNA BRUTTA STORIA”, nonché

attraverso la pubblicazione sul n° 2 del mese di aprile

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2012 de “Il Corso” di un articolo intitolato

“SFOGLIANDO LA MARGHERITA”

DICHIARA tenuti e condanna

“Gruppo 19 marzo”- associazione non riconosciuta in

persona del legale rappresentante Carlo Benigni-;,

“Il Corso” – associazione non riconosciuta in persona del

legale rappresentante pro tempore,

Menardi Mario, quale vice-direttore responsabile de “Il

Corso”

in solido tra di loro, al risarcimento del danno non

patrimoniale subito che si quantifica, in valori monetari

correnti, in

€ 15.000,00 in favore di Fondazione Cassa di Risparmio

di Cuneo,

€ 15.000,00 in favore di Ezio Falco,

€ 15.000,00 in favore di Fulvio Molinengo

Oltre interessi di legge dalla data della sentenza al saldo.

Dispone inoltre che ai sensi dell’art 120 cpc, per

contribuire alla riparazione del danno sofferto, su “La

Stampa”, sia pagina nazionale che edizione di Cuneo e su

“La Guida”, per una sola volta ed entro il mese di

dicembre 2014, sia pubblicato un estratto della sentenza

(intestazione e dispositivo) a cura e spese del

soccombente; nel caso in cui l’inserzione dell’estratto

non avvenga nel termine, gli attori sono fin da ora

autorizzati a procedervi con diritto a ripetere le somme

dai coobbligati.

RESPINGE le domande nei confronti di Benigni Carlo in

proprio.

DICHIARA tenuti e condanna i convenuti

“Gruppo 19 marzo”- associazione non riconosciuta in

persona del legale rappresentante Carlo Benigni-;,

“Il Corso” – associazione non riconosciuta in persona del

legale rappresentante pro tempore,

Menardi Mario, quale vice-direttore responsabile de “Il

Corso”

In solido tra di loro al pagamento delle spese processuali

sostenute dagli attori e che si liquidano in € 6.774,00

oltre rimborso spese generali 15%, cpa 4%, iva 22%.

Compensa le spese tra Benigni Carlo e gli attori tutti.

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esso

Da:

PO

ST

EC

OM

CA

3 S

eria

l#: 9

972

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Cuneo 21.10.14

Il giudice

Dr.ssa Natalia Fiorello

Firm

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