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IC Piazza Sauli Scuola Secondaria di I grado CLASSE III A DIPARTIMENTO DI MATEMATICA E FISICA

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  • IC Piazza Sauli

    Scuola Secondaria di I grado

    CLASSE III A

    DIPARTIMENTO DI MATEMATICA E

    FISICA

  • …alunne della classe terza A della scuola secondaria «via MacinghiStrozzi»

  • A cura di Lavinia Rossi

  • In epoche antiche, la gente osservava LE STELLE e inventava ogni tipo di storie su creature MITOLOGICHE e personaggi, che associava ai disegni che formavano nel cielo.

    Quando in seguito gli ASTRONOMI cominciarono a fare mappe delle stelle, i gruppi che avevano un nome già assegnato dalle tradizioni popolari vennero inclusi nelle mappe e chiamati "costellazioni".

    Con il passare del tempo, il cielo si riempì di costellazioni, molte delle quali includevano le stesse stelle. L'Unione Astronomica Internazionale riuscì a fare ordine nelle mappe nel 1925. Adottò una lista di 88 COSTELLAZIONI UFFICIALI e assegnò le varie aree del cielo ai vari nomi delle costellazioni.

    Bisogna notare, tuttavia, che non venne posto alcun requisito, per esempio che la costellazione fosse facilmente visibile o che la leggenda ad essa associata avesse un senso. Per questo molte costellazioni non somigliano veramente alle creature o ai personaggi dai quali prendono il nome, quindi non bisogna preoccuparsi se ci sembra di non riconoscerli!

  • Nell’astrologia occidentale lo Zodiaco è una fascia che si estende per alcuni gradi sopra e sotto l’Eclittica ( la circonferenza descritta dal movimento apparente del Sole intorno alla Terra)

    Lo zodiaco viene diviso arbitrariamente in 12 parti uguali: questi sono i segni zodiacali.I loro nomi sono: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci.I segni dello zodiaco sono quindi una divisione arbitraria in parti uguali (30 gradi) di questa cintura zodiacale, contati dal punto d'Ariete (o punto gamma).

    Le costellazioni che attraversano lo zodiaco invece sono 13, perchè alle 12 che danno il nome ai segni si deve aggiungere quella di Ofiuco, che viene attraversata come le altre da Sole, Luna e pianeti, e si trova fra Scorpione e Sagittario.

  • Ma la più bella è quella del…

  • Secondo il calendario astrologico il sole sorge al solstizio d'inverno in questo segno. La figura rappresenta un essere metà capra e metà pesce.

    Il mito per i GreciSecondo la mitologia greca, con questa costellazione Zeus voleva ricordare in dio Pan, che fisicamente era metà capra e metà umano, in uno dei suoi travestimenti. Pan aiutò gli dei contro i Titani, e contro il mostro Tifone, figlio di Gea.

    Quando la Madre Terra Gea, per vendicarsi della morte dei suoi figli, i Giganti, scagliò il mostro Tifone contro gli dei dell’Olimpo, gli dei terrorizzati fuggirono in Egitto dove si trasformarono in animali. Pan cercò di tramutarsi in pesce, riuscendoci solo in parte. Aiutò poi Zeus a fuggire dal mostro che lo aveva imprigionato e il dio, dopo aver ucciso Tifone, trasformò Pan in costellazione, per ringraziarlo.

  • Il mito greco trae origine da credenze molto più antiche risalenti ai popoli

    mesopotamici, tra i quali era comune il simbolo del capro con la coda di

    pesce.

    Era l'immagine del dio Ea, il dio principale della più antica religione

    sumerica. Era considerato il protettore degli uomini in quanto aveva

    insegnato ad uno di loro, il Grande Saggio, a costruire una robusta

    nave per sottrarsi alla furia del diluvio universale.

    La sua stella più luminosa, alpha Capricorni, è chiamata Giedi o Algedi parole che significano "il capro",

    la beta Capricorni è detta Dabih, "la fortuna dei sacrificanti". Anticamente "Sad al dhabih" era il nome

    che indicava entrambe le stelle perché quando la Luna si proiettava su quella regione nei giorni molto

    prossimi alla data della nostra festività del Natale, nelle famiglie musulmane si celebrava, e si celebra

    ancora, la festa di Id-al-Adha, durante la quale vengono sacrificate delle capre per propiziare la

    guarigione dalle malattie e la liberazione di schiavi e prigionieri.

  • Per noi che viviamo in città non è facile vedere il Capricorno, sia per la mancanza di stelle brillanti che per la luce diffusa dell’illuminazione pubblica. Riusciamo a vedere un triangolo di stelle non troppo luminose, sempre che si sappia dove guardare.

    Alle nostre latitudini non appare mai molto alto sull’orizzonte.

    Intorno alle 21, il Capricorno si trova basso sull’orizzonte orientale verso gli ultimi giorni di luglio, mentre culmina a Sud, non molto alto in cielo, intorno all’inizio di ottobre. Infine si troverà basso sull’orizzonte occidentale più o meno verso l’inzio del dicembre successivo.

  • Le costellazioni sono una convenzione: bisogna sempre tenere a mente che le costellazioni non sono oggetti reali, ma solo disegni visti dal nostro punto di vista sulla Terra. I disegni che vediamo sono per la maggior parte casuali: le stelle che compongono una costellazione in realtà sono molto lontane fra loro, anche se appaiono vicine ai nostri occhi per un effetto prospettico.

    Possono essere un modo utile per aiutarci a identificare la posizione di una stella in cielo.

    Possiedono confini immaginari formati "unendo i puntini", cioè le stelle che le compongono.

    Le stelle di una costellazione vengono indicate con il suo nome e un altro "codice".

  • LE COSTELLAZIONI

    CHIARA FAVALLI

  • • Le stelle di una costellazione ci sembrano vicine tra loro a causa della prospettiva. In realtà, per lo più esse sono lontanissime fra loro, anche migliaia di anni luce!

    • Molti nomi delle costellazioni derivano dalla mitologia greca, poiché loro furono tra i primi ad osservarle.

    • Le stelle di ogni costellazione sono indicate con le lettere dell’alfabeto greco in ordine decrescente di luminosità.

  • Due costellazioni sempre visibili sono Piccolo Carro e Grande Carro. L’ultima stella del manubrio del Piccolo Carro è la Stella Polare, essa indica il Nord!

    Essa è stata per secoli l’unico punto di riferimento per viaggiatori e naviganti.

  • I SEGNI DELLO ZODIACO HANNO DATO IL NOME AD ALCUNE DELLE COSTELLAZIONI VISIBILI DAL NOSTRO

    PIANETA.

  • • L'Acquario è una grande costellazione zodiacale (la più grande dello Zodiaco dopo la Vergine), visibile in estate avanzata e in autunno.

    • La stella più luminosa è Sadalsuud (Beta Aquarii), una stella gigante di colore giallo e di magnitudine 2,90, il cui nome vuol dire "la più fortunata delle fortunate".

    • Alfa Aquarii, o Sadalmelik (che vuol dire "la stella fortunata del re") assomiglia a Beta: è appena meno luminosa (la magnitudine apparente è 2,95), è ugualmente una stella gigante di colore giallo, e dista 760 anni luce. Si trova praticamente sull'Equatore celeste.

    • Delta Aquarii, o Skat, è una stella bianca di magnitudine 3,27. Dista da noi 159 anni luce.

    • Zeta Aquarii o Sadaltager, è una stella doppia: infatti alla componente principale (Zeta1, di colore bianco e magnitudine 3,65), si accompagna una stella meno luminosa (Zeta2, di magnitudine 4,42), sempre di colore bianco. Le due stelle distano da noi circa 103 anni luce, e orbitano l'una attorno all'altra in 856 anni.

  • • La costellazione dell'Acquario è una costellazione zodiacale e rappresenta un giovane che versa l'acqua nella bocca del vicino Pesce Australe.

    • Il suo connotato mitologico è abbastanza incerto tuttavia l’Acquario è una delle costellazioni più antiche, originaria della cultura mesopotamica. E' legata al dio sumero En-ki (signore della terra), poi divenuto Ea, dio delle acque e della sapienza nella cultura degli accadi e babilonesi. Inizialmente rappresentato come un uomo col corpo di pesce o il cui corpo è ricoperto da una pelle di pesce, Ea compare in alcune raffigurazioni in cima ad un’ altura e dalle sue spalle o da otri che sorregge, escono due fiotti d’acqua che si riversano nella bocca di un pesce, spesso identificato come il Pesce Australe. Nei due getti talvolta vengono identificati i due fiumi della regione mesopotamica, il Tigri e l’Eufrate, i quali, in differenti raffigurazioni, non si riversano nella bocca di un pesce, ma appaiono colmi di pesci.

  • Il mito legato all’Acquario più conosciuto, citato non solo dagli autori greci ma anche dai latini, ha come protagonista Ganimede,

    , adolescente appartenente alla stirpe reale di Troia, figlio del re Troo fondatore di Troia e della Dardania e di Calliroe, una delle naiadi.

    Affascinato dalla sua bellezza, Zeus se ne invaghì perdutamente, assunse la forma dell’Aquila e lo sorprese mentre pascolava il gregge sulle pendici del monte Ida, e lo rapì.

    Portato sull’Olimpo ne fece il suo amante.

    Zeus lo elesse coppiere degli dèi. Secondo Ovidio Ganimede versava acque limpide e nettare nelle coppe degli dèi e in quella di Zeus

  • A cura di Chiara Favalli e

    Lavinia Rossi

  • Le donne scienziate nella storia

    Le donne, fino alla fine dell'Ottocento e in gran parte ancora fino alla metà del Novecento, sono state escluse da ogni tipo di studio scientifico almeno nei paesi industrializzati.Malgrado le resistenze di una cultura che vede predominare gli uomini nei ruoli chiave del sapere, non sono poche le scienziate che hanno portato importanti contributi allo sviluppo della scienza.Ci furono moltissime donne che si occuparono di scienza, una ventina nell'antichità, fra cui la matematica Ipazia di Alessandria. Oggi, solo nel campo dell'astronomia sono più di 2000.In questo campo i dati dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU) dicono che le donne astronome italiane sono al terzo posto nel mondo per rapporto rispetto ai colleghi maschi, dietro ad Argentina e Ucraina. Una delle più importanti è stata Margherita Hack, grande astronoma, fortemente impegnata nella società e nella divulgazione.Il sud Italia vanta due astronome eccellenti: Sandra Savaglio e Manuela Zoccali.Abbiamo fatto passi avanti, ma bisogna percorrere ancora molta strada, per dare la fiducia alle nuove generazioni di donne.

  • I nomI storIcI dell’astronomIa

    Se chiedete a qualcuno un nome celebre nella storia dell’astronomia, molto probabilmente vi risponderà Keplero, Galileo, Copernico e così via, vi dirà cioè il nome di un uomo. Sarà molto difficile che ricordi un nome femminile, come Ipazia di Alessandria, Gabrielle du Châtelet, Caterina Scarpellini, anche se le donne astronome sono esistite e il loro contributo scientifico è stato tutt’altro che trascurabile. Nel corso della storia, fino alla seconda metà del Novecento, le donne protagoniste dell'evoluzione dell'astronomia sono state poche e, quelle poche, sono rimaste per lo più sconosciute e in posizioni marginali o subalterne. Una giovane astronoma, Gabriella Bernardi, ha dedicato loro il libro «Il cielo dimenticato in un baule»

  • Ipazia di Alessandria

    Gabrielle du Châtelet

    Caterina Scarpellini

  • Un pò di storia

    Le prime donne che si dedicarono alla disciplina astronomica furono essenzialmente delle osservatrici, si occuparono della catalogazione degli astri e redassero tavole astronomiche. La maggior parte delle astronome che sono riuscite ad affermarsi erano spesso affiancate da una figura maschile molto importante: un marito, un tutore, un fratello, un padre che ha fornito loro l’istruzione negata dalle istituzioni e venivano considerate come assistenti di chi ufficialmente aveva un incarico astronomico. Purtroppo nei libri di storia i loro nomi non vengono menzionati anche se hanno contribuito più di quanto non si creda, infatti, i loro apporti non furono per nulla trascurabili. Per vari motivi questi vennero spesso inglobati nei lavori effettuati dai mariti o dai padri o dai fratelli per cui ora risulta difficile scindere il reale aiuto.

    Ipazia

  • Le astrofisiche

    Fra le astronome e astrofisiche va ricordata Caroline Herschel (1750-1848) che insieme al fratello William studiò le nubi interstellari.Tre astronome americane hanno legato il loro nome a scoperte e ricerche fondamentali per la moderna astrofisica: Henrietta Swan Leavitt (1868-1921), Annie Cannon (1863-1941) e Antonia Maury (1866-1952).La prima studiò le stelle variabili Cefeidi, alla seconda si deve la classificazione degli spettri di più di 225.000 stelle, la terza scoprì come determinare la distanza di una stella dallo studio del suo spettro.

    Una grande astrofisica, iniziatrice dei metodi di studio delle atmosfere stellari e della determinazione della loro composizione chimica è stata Cecilia Payne Gaposchkin(1890-1979). Iniziatrice dello studio dell'evoluzione chimica della Galassia è stata una giovane astrofisica, scomparsa prematuramente, Beatrice Tinsley (1941-1981). Oggi sono numerosissime le astrofisiche di fama internazionale che guidano gruppi di ricerca nei più svariati campi, dalla fisica stellare alla cosmologia, e delle più svariate nazionalità. Si può stimare che in tutto il mondo rappresentino dal 25 al 30% di tutti gli astronomi e astrofisici. Cecilia Payne

    Annie Cannon

  • Margherita Hack

    La scienza non è una cosa da donne? Anche se impercettibili ci sono delle discriminazioni, esplicite e implicite. La presenza delle donne nel mondo accademico è stata intralciata per secoli da fattori culturali. Troppo sensibili e deboli sono state considerate le donne, soprattutto in passato, per avvicinarsi al mondo della matematica, della fisica, della medicina e dell’astrofisica. Da sempre osteggiate in ambito accademico, qualche donna però si è “fatta valere”. Pensiamo al caso italiano, che ha una lunga, radicata e importante tradizione scientifica riconosciuta a livello internazionale. Bettisa Gozzadini (1209-1261) e Novella D’Andrea (1333-?) sono state le prime insegnanti donne all’Università di Bologna.

    Ma per vedere una professoressa sedersi a una cattedra universitaria di astronomia abbiamo aspettato secoli, fino a quando Margherita Hack, scomparsa nel 2013, non è arrivata all’Università di Trieste nel 1964, dirigendo anche l’Osservatorio Astronomico. Solo dalla metà degli anni Sessanta la presenza delle donne nel mondo accademico italiano è cominciata a diventare consistente. Margherita Hack ha “rotto il ghiaccio” ma non è bastato. Oggi ci sono solo 10 donne tra gli 89 professori di astronomia del nostro Paese e su 72 ricercatori solo 17 sono donne. In generale in Europa solo il 18% delle donne sono professoresse di cattedre di astrofisica nelle università.

  • Donne nello spazio

    L’era spaziale è iniziata il 12 aprile 1961 con il lancio, effettuato in Unione Sovietica, della prima navicella spaziale con a bordo un uomo, Jurij Gagarin. La prima donna a volare nello spazio fu invece nel 1963 l’astronauta russa Valentina Vladimirovna Tereškova (nella foto).Da allora la partecipazione alle attività spaziali si è allargata a numerose altre nazioni e si è aperta ad interessi di tipo commerciale e rappresenta uno dei progetti chiave per riconvertire l'industria bellica in industria spaziale. Un passo importante in questa direzione è stato la messa in orbita della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove abitano e lavorano, a turni, gruppi di astronauti di tutto il mondo. Nata dalla collaborazione delle agenzie spaziali canadese (CSA), europea (ESA), giapponese(JAXA - già NASDA), russa (RKA) e statunitense (NASA), la Stazione Sperimentale Internazionale è grande come un campo di calcio e gira attorno alla Terra ad un'altezza di circa 400 km.Samantha Cristoforetti, aviatrice, ingegnere, astronauta militare italiana, è stata la prima donna italiana negli equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea (nel 2014).

  • NON FINIREMO MAI DI SCOPRIRLO!

    LAVINIA CHIARA