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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA Domenica 5 febbraio 2012 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Anno LVI n° 4 • euro 1.20 “Una sola famiglia” Si cercano volontari per la raccolta alimentare del 18 febbraio A PAGINA 11 Solidarietà San Geminiano: i riti e la festa Sarebbe cosa gradita N el momento in cui chiudiamo il giornale (è la sera di mercoledì 1 febbraio) non risultano disagi partico- larmente seri per la copiosa nevicata che dalla tarda mattina del 31 gennaio ha coperto la città e l’intera provincia sotto una spessa coltre bianca: un bel regalo che San Geminiano ha portato alle campagne modenesi da troppo tempo a secco e bisognose ora di riposare sotto la neve. Se per gli agri- coltori e gli operatori turistici dell’Appennino questa neve è dav- vero una benedizione che arriva dal cielo, per il popolo che invece “abita” gli uffici, le scuole, le aziende e i negozi della città e degli altri centri della provincia la nevicata è stata una sorta di danna- zione (a parte, ovviamente, la gioia degli studenti “di ogni ordine e grado”, ben lieti per la chiusura scuole del 2 e del 3 febbraio). La giornata del 1 febbraio è apparsa quella più difficoltosa, so- prattutto per gli spostamenti. Occorre dire che hanno funzionato la salatura preventiva di strade e pedonali, così come sicuramente ha avuto effetti positivi la comunicazione dei giorni precedenti con le allerte della Protezione civile sul pericolo neve e le comu- nicazioni da parte degli enti locali su cosa fare in caso di preci- pitazioni nevose. Tutto bene dunque fino a mercoledì mattina, quando le famiglie, a partire circa dalle 6.30 e di fronte alla neve che non voleva smettere di scendere, hanno iniziato a chiedersi come comportarsi con l’andata a scuola o all’asilo dei componenti più piccoli il nucleo familiare. E qui è partito l’assoluto “fai da te”: “Porto i bimbi a scuola comunque, poi vediamo…”, ”No, li teniamo a casa…”, “Sentiamo cosa fanno gli altri…”, “Telefono alla segreteria della scuola…”, “Guarda sul sito del Comune…”. Ricerche senza speranza di successo... Per i ragazzi più grandicelli “il fai da te” si è risolto con una consultazione su Facebook per sa- pere come si sarebbero comportati i compagni…: mica male per decidere, collettivamente o quasi, di allungare di un giorno (alme- no per i modenesi di città) il già lungo ponte di S.Geminiano. Ri- sultato: anarchia gestionale quasi assoluta, con papà che portano a scuola le figlie e si sentono dire all’ingresso: “Chi può riporti a casa i bambini…”. E, quindi, “dietrofront”. Altre mamme, stoiche, hanno caricato i figlioli in macchina e via, sfidando neve e tenuta in strada dell’auto, hanno faticosamente raggiunto scuole e asili. Solo a metà mattina, ecco arrivare quello che se fosse comparso verso le 7 sui monitor dei computer casalinghi collegati ai vari siti di scuole e comuni, avrebbe risolto molte cose: “scuole chiu- se il giovedì e il venerdì”, ordina il prefetto. Meno male: e dire, però, che la neve, prevista, era già ben presente sulle strade fin dalle prime ore della giornata. Ora, nel momento in cui anche da Roma promettono che a breve tutto avverrà sempre più (ed esclusivamente, pare…) tramite Internet, la domanda è più che legittima: “che ci voleva a mettere per tempo una comunicazione on line chiara e ben evidente in modo che le persone potessero sapere come comportarsi con queste scuole aperte/chiuse/forse/ vediamo/non si sa? Alla fine, tutto si risolve e i veri problemi sono altri, ma se si riuscisse a facilitare la vita alle persone anche in queste situazioni, sarebbe cosa davvero gradita. • Stefano Malagoli Giovani aperti alla vita Domenica 5 febbraio in Duomo la celebrazione diocesana A PAGINA 9 Giornata nazionale La piaga dell’azzardo A Vignola riflessioni e proposte in un convegno su questa patologia A PAGINA 6 I luoghi del gioco nella contemporaneità Come da tradizione si è svolta la solennità del Patrono di Modena e dell’arcidiocesi Una gran folla di fedeli ha invaso il Duomo e come sempre la fiera ha riscosso un grande successo Il santo, come ha detto mons. Lanfranchi, continua ad essere elemento unificante della nostra comunità ecclesiale e civile Pagine 2, 3 e 4 GIORNALE LOCALE Il Punto

Nostro Tempo 4 febbraio 2012

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settimanale della Diocesi di Modena

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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESEPOSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA

Domenica 5 febbraio 2012 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Anno LVI n° 4 • euro 1.20

“Una solafamiglia”Si cercano volontari per laraccolta alimentare del 18 febbraio A PAGINA 11

Solidarietà

San Geminiano: i riti e la festaSarebbe cosa gradita

Nel momento in cui chiudiamo il giornale (è la sera di mercoledì 1 febbraio) non risultano disagi partico-larmente seri per la copiosa nevicata che dalla tarda mattina del 31 gennaio ha coperto la città e l’intera

provincia sotto una spessa coltre bianca: un bel regalo che San Geminiano ha portato alle campagne modenesi da troppo tempo a secco e bisognose ora di riposare sotto la neve. Se per gli agri-coltori e gli operatori turistici dell’Appennino questa neve è dav-vero una benedizione che arriva dal cielo, per il popolo che invece “abita” gli uffici, le scuole, le aziende e i negozi della città e degli altri centri della provincia la nevicata è stata una sorta di danna-zione (a parte, ovviamente, la gioia degli studenti “di ogni ordine e grado”, ben lieti per la chiusura scuole del 2 e del 3 febbraio). La giornata del 1 febbraio è apparsa quella più difficoltosa, so-prattutto per gli spostamenti. Occorre dire che hanno funzionato la salatura preventiva di strade e pedonali, così come sicuramente ha avuto effetti positivi la comunicazione dei giorni precedenti con le allerte della Protezione civile sul pericolo neve e le comu-nicazioni da parte degli enti locali su cosa fare in caso di preci-pitazioni nevose. Tutto bene dunque fino a mercoledì mattina, quando le famiglie, a partire circa dalle 6.30 e di fronte alla neve che non voleva smettere di scendere, hanno iniziato a chiedersi come comportarsi con l’andata a scuola o all’asilo dei componenti più piccoli il nucleo familiare. E qui è partito l’assoluto “fai da te”: “Porto i bimbi a scuola comunque, poi vediamo…”, ”No, li teniamo a casa…”, “Sentiamo cosa fanno gli altri…”, “Telefono alla segreteria della scuola…”, “Guarda sul sito del Comune…”. Ricerche senza speranza di successo... Per i ragazzi più grandicelli “il fai da te” si è risolto con una consultazione su Facebook per sa-pere come si sarebbero comportati i compagni…: mica male per decidere, collettivamente o quasi, di allungare di un giorno (alme-no per i modenesi di città) il già lungo ponte di S.Geminiano. Ri-sultato: anarchia gestionale quasi assoluta, con papà che portano a scuola le figlie e si sentono dire all’ingresso: “Chi può riporti a casa i bambini…”. E, quindi, “dietrofront”. Altre mamme, stoiche, hanno caricato i figlioli in macchina e via, sfidando neve e tenuta in strada dell’auto, hanno faticosamente raggiunto scuole e asili. Solo a metà mattina, ecco arrivare quello che se fosse comparso verso le 7 sui monitor dei computer casalinghi collegati ai vari siti di scuole e comuni, avrebbe risolto molte cose: “scuole chiu-se il giovedì e il venerdì”, ordina il prefetto. Meno male: e dire, però, che la neve, prevista, era già ben presente sulle strade fin dalle prime ore della giornata. Ora, nel momento in cui anche da Roma promettono che a breve tutto avverrà sempre più (ed esclusivamente, pare…) tramite Internet, la domanda è più che legittima: “che ci voleva a mettere per tempo una comunicazione on line chiara e ben evidente in modo che le persone potessero sapere come comportarsi con queste scuole aperte/chiuse/forse/vediamo/non si sa? Alla fine, tutto si risolve e i veri problemi sono altri, ma se si riuscisse a facilitare la vita alle persone anche in queste situazioni, sarebbe cosa davvero gradita.

• Stefano Malagoli

Giovani apertialla vitaDomenica 5 febbraio in Duomola celebrazione diocesana A PAGINA 9

Giornata nazionaleLa piaga dell’azzardo

A Vignola riflessioni e proposte inun convegno su questa patologia A PAGINA 6

I luoghi del gioconella contemporaneità

Come da tradizione si è svolta la solennità del Patrono di Modena e dell’arcidiocesiUna gran folla di fedeli ha invaso il Duomo e come sempre la fiera ha riscosso un grande successoIl santo, come ha detto mons. Lanfranchi, continua ad essere elemento unificante della nostra comunità ecclesiale e civile

Pagine 2, 3 e 4

GIOR

NALE

LOCA

LE

Il Punto

2 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

Pellegrini da Geminiano, contro l’indifferenza

Carissimi, è bello e consolante esse-re riuniti anche quest’anno per la

solennità del Santo patrono Geminiano nella nostra stu-penda Cattedrale, la Domus clari Geminiani, la Casa di Geminiano, dove riposano le sue reliquie, per invocare la sua protezione sulle nostre fami-glie, sulla nostra città.La festa di S. Geminiano è festa religiosa e civile. E’ fe-sta popolare. E’ celebrazione dell’identità modenese, che nel Santo Patrono ritrova l’imma-gine ideale di se stessa, ravviva le sue radici, la sua origine, per trarre ispirazione per vivere il suo presente e sognare il suo futuro.La coscienza di questa comu-ne appartenenza genera in noi quella profonda amicizia civile che è il legame forte di ogni città, la forza originaria che la costituisce.Nella consapevolezza e come espressione di questa amicizia anche quest’anno ho indirizza-to alla città un Messaggio dal titolo “Comportatevi da saggi, perché i tempi sono cattivi. Dalla crisi la provocazione per una vita buona”.Ora vorrei pormi in continuità ideale con il Messaggio pren-dendo spunto dalla Parola di Dio proclamata ascoltata alla luce della vita di S. Geminiano.Dalla prima lettera ai Corin-ti abbiamo ascoltato le parole dell’Apostolo Paolo: “Annun-ciare il Vangelo è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo” (1 Cor. 9,16).Il Vangelo esercita una presa così potente su Paolo che si sente come sequestrato, non può sottrarvisi. Egli è affer-rato dal Vangelo al punto dal dedicarsi senza misura al suo annuncio, consapevole che esso è fattore determinante per la salvezza della città.

San Geminiano 2012

L’omelia di mons. Antonio Lanfranchi al Pontificale della festa del Patrono

La necessità che si impone a Paolo proviene anche dalla si-tuazione della città. E’ come se Paolo dicesse: guai a me se per la mia indifferenza o pigrizia o altro l’annuncio del Salvatore e della salvezza non risuonasse nella città.Il motivo Paolo lo esplicita nella lettera ai Romani: “Non mi vergogno del Vangelo, per-ché è potenza di salvezza per chiunque crede” (Rm 1, 16).Paolo è convinto che dal Van-gelo possono nascere donne e uomini nuovi, capaci di costru-ire una società nuova. Perché mai dovrebbe portare il Van-gelo in una società con i segni evidenti della decadenza, come a Roma, se non fosse convin-to che il suo annuncio corri-sponde all’anelito profondo del cuore umano ed ha la forza di dare passione alla vita?Quello che diciamo di Paolo, lo possiamo dire del nostro Pa-trono S.Geminiano.Anche per Geminiano il Van-gelo di Gesù Cristo, il Vangelo che è Gesù Cristo, è stato una “necessità”, lo è stato per quel-lo che ha generato in lui e che non può trattenere per sé, lo è per quello che può generare per gli abitanti di Modena, ridot-ta, come attesta S. Ambrogio, a città in declino, addirittura “città cadavere”.Nella città romana in disfaci-mento, Geminiano ha saputo immettere la forza rinnovatrice del Vangelo, attingendovi con-creti e forti ideali di vita e pro-ponendoli ai suoi fedeli perché li assimilassero e facessero emergere, a servizio di tutti, autentici valori umani e sociali.Egli ha saputo immettere una forza più forte delle inonda-zioni e delle devastazioni, che si susseguivano mettendo ogni volta a dura prova la volontà di ricostruire, di ripartire.Di fronte alla provocazio-ne della testimonianza di S.Geminiano, non possiamo non chiederci: crediamo oggi alla potenza rinnovatrice del Vangelo, plasmatrice di sempre nuovi stili di vita, portatrice di speranza?Quali sono i mali da sconfig-gere, i blocchi da superare, con questa potenza evangelica, per ridare vigore e speranza alla società?

Ci sono persone e gruppi che oggi vorrebbero rinchiudere la fede nell’intimo delle coscien-ze, senza offrirle la possibilità di manifestarsi, di plasmare la vita concreta, di diventare cultura; ma sono molti, anche non credenti, che ritengono es-senziale l’apporto del Vangelo per costruire positivamente la

storia.La fede in Gesù, testimoniata dai suoi discepoli, è un bene anche per la città.Nel Messaggio alla città invi-to a porsi davanti alla crisi che stiamo attraversando coglien-dola come un’opportunità per intraprendere la strada di una vita buona, superando la tenta-zione di subirla cadendo in una sterile lamentazione o peggio nella rassegnazione o rimanen-do indifferenti come se la crisi non ci riguardasse.Cari fratelli e sorelle, permet-tete che mi soffermi breve-mente sull’indifferenza, come uno dei grandi mali oscuri che affliggono la società di oggi e che hanno a che fare con la crisi.L’indifferenza è l’atteggiamen-to che si manifesta in disinte-resse, insensibilità, noncuranza,

mancanza di partecipazione.Si può essere indifferenti alla sorte di una persona, come al bene comune, ai valori . Si può diventare indifferenti , insen-sibili, quando il cammino del-la propria vita è lastricato da troppe difficoltà e negatività, come si può essere indifferenti perché prigionieri del proprio

io.L’indifferenza sul piano della spiritualità assume facilmente il volto dell’accidia, che si ma-nifesta come apatia, pigrizia spirituale, noia, mancanza di passione evangelica.Vivere di indifferenza impedi-sce di dare un senso pieno alla propria vita, ma ostacola anche la realizzazione di un progetto comune, del bene comune, di quella condivisione di intenti e di impegno necessari per la vitalità della società.L’indifferenza si manifesta anche nella vita concreta delle nostre comunità cristiane sotto tanti volti, espressione di una debole coscienza cristiana che attutisce la significatività del-la fede nella costruzione della città.Che cosa ci dice la festa di oggi in ordine a questo contesto?

Carissimi fratelli e sorelle, non lasciamo evaporare la stupenda testimonianza di pietà popola-re di questo giorno.E’ commovente vedere il po-polo modenese farsi pellegrino per onorare il Santo Patrono.E’ il segno tangibile che in San Geminiano si riconoscono le proprie radici ed è il segno che

si vuole rimanere attaccati alle radici, non solo perché sono le “nostre”, ma perché sono vali-de e vere. Non possono essere che così, se hanno alimentato per secoli la convivenza e il progresso, arricchendosi e rin-novandosi nei secoli e facendo superare difficoltà di ogni ge-nere.Non si può rifarsi alle radici di S. Geminiano a prescindere dal Vangelo, dalla fede in Gesù Cristo.Questo deve poter signifi-care che Gesù Cristo, anche oggi e domani, come ieri, è fondamentale non solo per-ché ci rivela il mistero di Dio, ma anche per comprendere quell’altro mistero che siamo noi stessi, che è l’uomo; in Lui infatti ci è offerta l’immagine autentica, la piena verità del nostro essere e ci è indicata la strada del futuro.Dicevo che la fede in Gesù Cristo è un bene anche per la città, per superare l’indiffe-renza, per uscire insieme dalle difficoltà.Permettete che accenni sem-plicemente a tre realtà, che ri-vestono il carattere di urgenza.La prima è l’immigrazione.Modena, credo di poter dire, che si è caratterizzata per la capacità di attrarre flussi mi-gratori notevoli, ma anche per una buona accoglienza e soli-darietà.La situazione attuale ci fa pren-dere coscienza che l’accoglien-za, la solidarietà e la coesione sociale non bastano a integrare

nuove visioni del mondo. La sfida va oltre e investe l’offerta di un patrimonio di spirituali-tà. Non dobbiamo avere dubbi sulla validità perenne e sull’at-tualità del Vangelo.La seconda realtà è l’incontro tra le confessioni religiose. In-sieme sono chiamate ad essere una risorsa per una società so-

lidale e pacifica.La terza realtà è costituita dai giovani. Per dare loro la possi-bilità di futuro occorre offrire ragioni di vita che alimentino il desiderio e la passione di vivere pienamente il presente, nonostante le difficoltà che si incontrano.Potrei ricordare altre realtà, come la famiglia, ugualmente pressanti, che richiedono forza e ideazione per uscire dall’in-differenza. Tutte affidiamo all’intercessione del Santo Pa-trono. Concludo con le parole poste a conclusione del Mes-saggio alla città. “Sulla som-mità della nostra meravigliosa Ghirlandina ci sono una sfera e una croce che ci ricordano come la fede aiuta i credenti a vivere ancorati al mondo, pie-namente partecipi delle gioie e dei dolori di ogni uomo, dispo-nibili a condividere il cammino di rinnovamento con tutti co-loro che, animati da un deside-rio sincero di verità, di giustizia e carità, intendono riaprire il proprio cuore alla speranza ed essere a loro volta portatori di speranza. La nostra torre, con il suo peculiare intreccio di funzioni religiose e civili, invita tutti a guardare in alto perché in una comunione e fraternità ritrovate e vissute si costruisca insieme la civiltà della verità e dell’amore”.San Geminiano protegga il nostro cammino.

+ Antonio LanfranchiArcivescovo

3Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

Un San Geminiano se-condo la tradizione, con una gran folla che già dalla prima mattina

si è riversata per le vie del centro e il Duomo, per visitare la ‘domus clari Geminiani’ ovvero la casa di Geminiano il santo dei modenesi. Le celebrazioni eucaristiche sono state tutte molto partecipate e non è mai mancato l’afflusso di fedeli in cripta, alla tomba di San Geminia-no che come da tradizione è stata aperta per mostrare il santo, rive-stito della veste episcopale. Anche il tradizionale ‘bacio’ del braccio con la reliquia di San Geminiano è stato affollato, a dimostrazione dell’affetto che i modenesi, quelli di

La barba bianca di GeminianoFolla in centro e in Duomo per la celebrazione del Patrono: il rinnovato esempio dell’amore dei modenesi per il ‘loro’ santo

•Paolo Seghedoni

Anche in questa domenica siamo condotti ad acco-stare al brano del Vangelo secondo Marco ciò che è scritto nel libro di Giobbe. Sono parole accorate che descrivono con efficacia la pesantezza della condi-

zione umana.L’uomo è condannato ad un impegno faticoso, nel deserto del-la esistenza cerca un po’ di ombra ristoratrice. Mesi di illusioni e notti di affanno provocano una situazione di ansia senza fine, senza una prospettiva di speranza. Quella che si presenta, in-somma, è una condizione cupa e non rimediabile.Può non piacere quanto descritto da Giobbe, ma si pone la necessità di un sano realismo. Rimane solo l’invocazione e l’af-fidamento a Dio.E’ qui che si colloca la richiesta fatta a Gesù per essere guariti, per superare la “febbre” e essere riabilitati ai rapporti umani. Le cose che ci vengono narrate nella giornata vissuta da Gesù ci indicano la strada da percorrere.Opera la guarigione della suocera di Simone e lo fa con un gesto (“la fece alzare prendendola per mano”) che richiama il suo potere di riportare ad una vita piena. Guarisce quanti erano afflitti da diverse malattie e lo assedia-vano con la richiesta di essere guariti.Impedisce ai demoni di rivelare la sua identità. Cerca spazi per il suo rapporto personale con il Padre, per la preghiera, nel silenzio e nella oscurità dell’alba.Vuole stare in solitudine, vuole isolarsi dalla folla che lo assedia.E nello stesso tempo, avverte l’urgenza insopprimibile di an-nunciare la buona novella del Regno, non isolandosi a Cafar-nao, nella casa di Pietro.Rivela così un senso spiccato della missione: le sue pur legit-time esigenze vengono superate da un dovere che lo spinge ulteriormente: “per questo sono venuto”.La Chiesa ha, così, una strada ben tracciata: non può non te-stimoniare l’incontro con il Cristo Risorto; non può non vivere nella profondità del cuore questo incontro; non può non sen-tirsi spinta a percorrere tutte le strade del mondo per annun-ciare la salvezza portata da Gesù.

G.G.

“Egli la fece alzare” (Mc 1,31)

Riflessionisulla Parola

San Geminiano 2012

sempre e anche molti ‘nuovi mode-nesi’, ovvero i cittadini immigrati, hanno per il Patrono. Mons. Lan-franchi, non a caso, ha parlato nella sua omelia per il Pontificale proprio dell’accoglienza degli immigrati e della coesione sociale, indicando in Geminiano e nella sua festa un fattore unificante di tutti i modene-si. Ha anche ricordato mons. Rino Annovi, arciprete della Cattedrale scomparso lo scorso anno, e quel-

lo che ha definito “il mio venerato predecessore” mons. Benito Coc-chi, impossibilitato a presenziare a causa delle condizioni di salute. ‘Zemian’ è l’appellativo classico che veniva dato agli abitanti del-la nostra città, e proprio i ‘zemian’ di Modena e di buona parte della provincia non hanno mancato l’ap-puntamento con la visita al santo e con la Fiera, nonostante la neve che è iniziata a cadere nella tarda matti-nata e che ha proseguito senza sosta per tutto il giorno di martedì e di mercoledì. Una nevicata che con-ferma l’appellativo di ‘santo con la barba bianca’ di Geminiano: in tut-to l’inverno non era ancora caduto un solo fiocco di neve in città e in pianura. Anche la Corrida, che due anni fa si era inchinata proprio alla neve, si è svolta regolarmente, a co-ronamento di una giornata di festa a cui sono seguiti i disagi (e le inevi-tabili polemiche) per la neve.

4 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

“Grazie al nostro pastore”

Pubblichiamo su questo numero una prima risonanza alla Lette-ra alla città di mons.

Lanfranchi, in occasione di San Geminiano. Sul prossimo numero di Nostro Tempo altri interventi sulla Lettera e sull ’o-melia nel giorno della festa.

“La lettera alla città di mons. Antonio Lanfranchi è un vero atto d’amore per i modene-

Risonanze alla Lettera alla città: ‘Comportatevi da saggi perché i tempi sono cattivi’

San Geminiano 2012

Domenica 5 febbraio alle 18.30 su Tv2000 (Canale 28 del digitale terrestre e in streaming su www.tv2000.it) – durante il programma “Un vescovo, una città” Daniele Soragni intervista mons. Antonio Lanfranchi, arcivescovo abate di Modena- Nonantola. “Un vescovo e una città”

è una trasmissione storica di TV2000: complessivamente oltre centocinquanta vescovi italiani hanno raccontato se stessi e le loro diocesi a illustri personaggi. Noti giornalisti, uomini di spettacolo, poeti, scrittori, presentatori televisivi, campioni olimpionici… Ognuno rivolgendosi al vescovo della propria terra d’origine, permettendo così di tracciare un ritratto sia personale (la storia della propria vocazione, come un vescovo trascorre la giornata, il rapporto con la comunità), sia quello della propria diocesi (dal punto di vista storico, religioso, economico e sociale) e rivelando il pensiero il vescovo su tanti fatti di attualità. L’insieme di queste interviste ci restituisce nel tempo una preziosa mappa dell’Italia, vista e commentata dai pastori della nostra Chiesa. Ogni puntata, poi, è ricca d’immagini che illustrano la città, il territorio e la vita del vescovo.

TV2000, intervistacol vescovoMons. Lanfranchi in onda domenica 5 febbraio alle 18.30

si, il tema della crisi, trattato come Pastore della Chiesa a partire dagli aspetti etici per scendere anche nel concre-to, è non solo opportuno ma necessario. Dobbiamo dav-vero ringraziarlo per le sue parole e per l’attenzione che ha nei confronti della comu-nità ecclesiale e civile”. Carlo Alberto Rossi, Segretario La-pam, commenta così la lettera ‘Comportatevi da saggi perchè i tempi sono cattivi’ che l’arci-vescovo di Modena ha scritto in occasione del Patrono, San Geminiano: “La sensibilità di mons. Lanfranchi a proposi-to delle tematiche del lavoro era nota ed è stata amplificata

da questa lettera. Ha ragione quando dice che i modenesi sono rimasti un po’ spiazzati da questa crisi, perchè abitua-ti a essere nel gruppo di testa, così come quando auspica una risposta nuova, sapendo che Modena ha le energie per ri-partire. Gli aspetti della con-divisione, della sobrietà e della creatività, che il vescovo pro-pone come risposte alla crisi (che giustamente definisce

etica prima che economica) sono un richiamo forte per tutti, anche e soprattutto per chi fa impresa che è abituato a cercare risposte creative a problemi nuovi. Molto sugge-stivo anche l’invito a guardare il alto che ci viene dalla Ghir-landina restaurata”.Rossi, poi, conclude il ragio-namento commentando le parole di mons. Lanfranchi sulle liberalizzazioni nel com-

mercio: “Il vescovo dimostra di essere un Pastore vero, che sa affrontare i temi a partire da una logica ‘alta’, ma che al tempo stesso ha una visione d’insieme delle cose. Siamo con lui quando dice che una liberalizzazione selvaggia ri-schia seriamente di minare il valore inestimabile della fa-miglia, ma anche che occorre misura a partire da valori con-divisi”.

Emergenza neve

Nevicata record, fioccano i disagiScuole chiuse fino alla fine della settimana, ma mercoledì 1, nonostante le avvisaglie, sono rimaste aperte in quasi tutta la provincia. In arrivo il gelo

Scuole chiuse fino a venerdì 3 in tutta la provincia (e in alcuni comuni anche sabato

4), stesso discorso per i centri diurni per anziani e disabili. Viabilità impazzita, numero-si piccoli incidenti o auto che finiscono nei fossati. Non si è giocata, la sera di San Ge-miniano, nemmeno la partita del Modena al Braglia. La ne-ve ha fatto la sua prepotente comparsa in provincia, dopo

un inverno eccezionalmente mite, e ora fioccano i disagi. Sotto la lente d’ingrandimen-to soprattutto i pochi spazza-neve presenti (o, perlomeno, la percezione che questi si siano mossi con grave ritardo rispetto alle esigenze) e, so-prattutto a Modena ma anche in altri centri della provincia, la decisione di non chiudere le scuole mercoledì 1 febbra-io. Si è arrivati al paradosso

di genitori ‘invitati’ a riportare a casa i pro-pri figli o di messaggi inviati per chiedere di riprendere i bambini prima della fine delle lezioni. In questo caso la domanda è sempli-cissima: non bastava valutare con attenzione le previsioni del tempo e decidere di conse-guenza? Salvo poi, di

fronte all’emer-genza, arrivare a chiudere le scuole per due giorni conse-cutivi. Ma se la neve dovrebbe comunque al-lentare la presa, è il gelo il vero spauracchio: da

venerdì 3 si attendono valori glaciali nella nostra provincia, anche se naturalmente i mete-orologi restano prudenti sulla valutazione delle temperature. Il problema potrebbe crearsi con le strade: praticamente tutte imbiancate, in caso di ghiaccio diventerebbero qua-si impraticabili. Le associa-zioni imprenditoriali sono

naturalmente preoccupate (in particolare le piccole imprese rischiano di avere seri proble-mi a causa dei ritardi o delle assenze dal lavoro a causa del-le difficoltà negli spostamen-ti) ma più in generale sono le immancabili polemiche a farla da padrone. Polemiche che, a ben vedere, hanno comunque basi su cui poggiarsi.

5Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

Il sesto convegno cattolico-islamico si svolge domenica 19 febbraio al centro Famiglia di Nazareth

La festa nelle tradizionicristiana e musulmana

VescovoAgenda del

Domenica 5 febbraioore 11 Sorbara Celebrazione eucaristicaore 16 a CarpiIngressodi Mons. CavinaVenerdì 10 febbraioore 9.45 al TempioMessa per i caduti delle Foibe

Sabato 11 febbraioore 19 in cattedraleMessa nell’anniversario della morte don Giussaniore 21 in CattedraleVeglia di San Valentino

Domenica 12 febbraioore 11 al PoliclinicoCelebrazione eucaristicaore 15.30 a FioranoMessa nella Giornata del malato

Domenica 19 feb-braio, dalle ore 17.15 alle 19.30, al centro Famiglia

di Nazareth si terrà il sesto convegno cattolico-islamico, promosso dalla nostra diocesi e attuato in virtù della collabo-razione di un numero crescente di esponenti musulmani della multiforme presenza islamica nella nostra città.Si tratta ormai di un appunta-mento consueto, che da tempo caratterizza e arricchisce la vita

DiocesiAgenda della

Domenica 5 febbraioore 18 in CattedraleMessa nella Giornata della Vita

Lunedì 6 febbraioore 16.45 in SeminarioDisegni di Vangeloore 21 al CFNCommissionedi catechesi con l’arte

Martedì 7 febbraioore 9 al CFNCorso aggiornamento clero

Mercoledì 8 febbraioore 9 al CFNCorso aggiornamento clero

Sabato 11 febbraioore 16 presso le Suore Francescanedella madonninaIncontro sull’estate in missioneore 17 in SeminarioRitiro per i Ragazzi in Cammino(anche domenica 12)ore 21 in cattedraleVeglia di San Valentino

Domenica 12 febbraioore 15.30 a FioranoS. Messa nella Giornata del malato

“Grazie al nostro pastore”Diocesi

La Giornata del MalatoLa Chiesa celebra l’11 febbraio la Giornata mondiale del malato:

“Alzati e va’, la tua fede ti ha salvato”. La Chiesa modenese si raccoglie domenica 12 febbraio intorno all’Arcivescovo per

unha celebrazione eucaristica. L’appuntamento è alle 15 presso il San-tuario di Fiorano per l’accoglienza e la migliore collocazione dei ma-lati. La celebrazione inizierà alle 15.30 e sarà seguita da un rinfresco organizzato come di consueto dall’Unitalsi. Chi avesse bisogno di esser accompagnato, può rivolgersi alla segrete-ria dell’Unitalsi, Tel 059/219718, nelle mattinate di lunedì, mercoledì e venerdì.Domenica 19 febbraio si svolgerà inoltre il Convegno diocesano di Pastorale della salute, in collaborazione con l’associazione Scienza e vita, alle ore 15 al Centro Famiglia di Nazareth: “Bioetica, biogiuridi-ca, biopolitica” il tema dell’incontro, tenuto dal prof. Francesco D’A-gostino, presidente onorario del Comitato Nazionale per la Bioetica.

Pastorale della salute

• luigi Cattani

La veglia di San Valentino

Sabato 11 febbraio, alle ore 21 in cattedrale, si svolgerà la tra-dizionale Veglia di San Valentino. “Ed ecco, era cosa molto buona” - Il senso del nostro amore tra lavoro e festa: questo il

tema della serata, che sarà presieduta da mons. Antonio Lanfranchi. Dopo la celebrazione le coppie presenti sono invitate ad un momen-to di festa in Arcivescovado.

Giovani e Famiglia

I diritti delle persone migrantiFamiglie e presone mi-

granti: dalla promozione umana al riconoscimen-

to dei diritti: questo il tema dell’incontro con mons. Gian-carlo Perego di lunedì 6 feb-braio, alle ore 18 al Centro Famiglia di Nazareth. La Chie-sa Italiana, in particolare la Caritas attraverso i Centri di Ascolto e i servizi di accoglien-za, si è distinta nel portare aiuto e sostegno a persone e famiglie che hanno scelto o sono state costrette ad emigrare nel nostro Paese. Il messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, ci

Una riflessione con mons. Giancarlo Perego

I fumetti per narrare il Vangelo

È possibile valorizzare le potenzialità del fu-metto per raccontare

il vangelo oggi? Il laboratorio di fumetto “Di-segni di van-gelo”, proposto dall’Ufficio Catechistico Diocesano in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e guidato dal fumettista Chri-stian Cornia, intende aprire uno spazio al linguaggio gra-

Una proposta dell’Ufficio catechistico diocesano

diocesana e, ne siamo convin-ti, l’intera realtà cittadina. So-no trascorsi parecchi anni da quando mons. Cocchi ebbe la felice intuizione di promuovere il primo convegno annuale tra i cristiani e musulmani di Mo-dena, con l’intento dichiarato di favorire la conoscenza e il dialogo tra i credenti delle due religioni, come atto, potremmo dire, di fedeltà creativa a quanto è stato autorevolmente inse-gnato dal Vaticano II.Pareva allora che questa inizia-tiva costituisse un azzardo, o un atto di coraggio forse eccessivo: e invece il Signore ha voluto be-

nedire un progetto di pace per la nostra città e la nostra chiesa, che mons. Lanfranchi ha fatto proprio con la sua paternità di vescovo e pastore.Il tema di quest’anno sarà dun-que la festa. E’ evidente il de-siderio, condiviso dagli amici musulmani del nostro tavolo di lavoro, di inserire il convegno nell’ambito più ampio della riflessione diocesana dell’anno, riflessione che potrà certo esse-re arricchita dal confronto con la tradizione islamica, nei suoi aspetti più propri e significativi.Lo schema del convegno se-guirà l’ordine ormai consueto.

Si succederanno due relazioni, tenute da una cristiana e da un musulmano della città. Si ter-minerà con la preghiera delle due comunità, l’una alla presen-za dell’altra, come espressione del desiderio condiviso di ser-vire il Signore, consacrando a Lui il tempo che è dono suo e gli appartiene.Vorrei davvero invitare a dare massima diffusione all’iniziati-va, tanto nelle parrocchie che in ogni altra realtà ecclesiale. Da parte islamica, mi pare molto rilevante la crescente parteci-pazione della comunità turca, che si aggiunge a quella già

consolidata di molte persone provenienti dal mondo arabo (in particolare dal Maghreb). Speriamo davvero che cre-sca anche da parte cristiana la consapevolezza di quanto sia importante parlare di Gesù a fedeli di un’altra religione che desiderano sinceramente cono-scere il cristianesimo. E speria-mo che anche in noi cresca un desiderio analogo di conoscen-za: perché è anche nell’incontro con l’altro, nella sua irriducibi-le diversità, che si alimenta la nostra consapevolezza di fede, e, superato ogni pregiudizio e ogni chiusura del cuore, cresce

invita a riflettere sul significato dei fenomeni migratori per una nuova evangelizzazione, consi-derando le persone e le famiglie migranti non solo destinatarie di aiuto, ma soggetti titolari di diritti e di doveri. Mons. Giancarlo Pe-rego è direttore generale della Fo n d a z i o n e M i g r a n t e s , l ’o r g a n i s m o pastorale dele-gato alle pro-b l e m a t i c h e delle migrazio-

ni. Sono invitati tutti gli opera-tori pastorali, coordinatori dei catechisti, catechisti, responsa-bili della Pastorale Giovanile, responsabili di Caritas parroc-chiali e Centri di Ascolto.

fico per narrare il Vangelo. Si tratta di otto lezioni, negli ot-to lunedì di febbraio e marzo, aperte ai giovani tra i 15 e i 25 anni fino al raggiungimento di 25 iscritti. Eventuali posti rimanenti saranno disponibili anche a coloro che non rien-trano nella fascia di età sopra prevista. Le date sono i lunedì 6, 13, 20 e 27 febbraio, 5, 12, 19 e 26 marzo, dalle 16.45 alle Torna “Educatori in cammino”

Giovedì 9 febbraio, alle ore 21 al Centro Famiglia di Na-zareth, torna il cammino formativo per gli educatori della città. Guida della serata sarà don Riccardo Tonelli, della

Pontificia Università Salesiana, con un intervento sul tema: “Mentre parlava con loro...” Percorsi di pastorale giovanile.

Pastorale Giovanile

Il ritiro con suor Elena

Sarà suor Elena Bosetti la guida del ritiro per i partecipanti al percorso “Credo la vita eterna”, per chi ha perso un figlio o una persona cara. L’appuntamento è per sabato 4 febbraio, dalle

9.30 alle 17, al Centro Famiglia di Nazareth.

Pastorale Familiare

18.45 nei locali dell’Istituto Superiore di Scienze Religio-se, corso Canalchiaro, a cui è necessario rivolgersi anche per le iscrizioni, Tel 059/211733, dalle 17 alle 19 da lunedì a venerdì.Torna anche l’appuntamento con la commissione di cate-chesi con l’arte, lunedì 6 feb-braio alle ore 21 al Centro Famiglia di Nazareth.

la nostra intima comunione d’amore con Il Cristo Signore, Lui che è la nostra gioia e la no-stra stessa festa.

6 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

I luoghi del gioconella contemporaneità

I luoghi del gioco nella contemporaneità’. Que-sto il nome e il filo con-duttore del convegno

nazionale sul gioco d’azzardo che si è tenuto in chiu-sura di 2011 a Vignola. A organizzare e a coor-dinare l’incontro è stata la cooperativa vignolese Lag che con il progetto Rien ne va plus, rappre-senta da diversi anni un punto di riferimento nella nostra provincia per quanto riguarda la prevenzione e la cura della dipendenza dal gioco. L’appuntamento si è tenuto in occasione del XII Convegno del Co.Na.G.G.A, ossia il Coordinamento Nazio-nale Gruppi per Gio-catori d’Azzardo e vi hanno preso parte enti e realtà provenienti da tutto il territorio che si occupano di cura, pre-venzione, informazione e trattamento di questa patologia. “Per ‘luoghi del gioco’ – ha spiegato Giusep-pe Pugliese, sociologo di Lag che segue il progetto Rien ne va plus – non si inten-de, chiaramente, solo il luogo fisico in cui viene praticato il gioco d’azzardo, ma anche e soprattutto gli spazi culturali, mediatici, sociologici e di cura del gioco”. L’esperienza della Lag nel campo della dipendenza da gioco, che è stata presenta-ta da Pugliese nel corso del convegno, è cominciata ope-rativamente nel 2008 con l’at-tivazione del progetto Rien ne va plus che, nel corso degli anni, ha ampliato il servizio e il numero di utenti raggiunti. Utenti che non smettono di aumentare: un incremento che negli ultimi anni si è impen-nato per cause che facilmente possiamo ricondurre all’attuale momento di precarietà econo-mica e sociale. “La crisi – ha puntualizzato Pugliese - ha sicuramente impennato la per-centuale di persone che pra-ticano il gioco d’azzardo. In questo periodo di recessione diffusa, uno dei pochi com-parti che non ha mai smesso di crescere ma al contrario, ne risulta favorito, è quello relati-vo al gioco legalizzato che fa capo all’Amministrazione Au-tonoma dei Monopoli di Stato (Aams)”. Lo stesso Matteo Iori, presi-dente del Co.Na.G.G.A, ha

Dati, riflessioni, analisi e proposte concrete in seguito al Convegno nazionale sul gioco d’azzardo che si è tenuto a Vignola

La piaga dell’azzardo

• MarCella Caluzzi messo in luce nel corso del convegno come: “Dal 2003 in poi il comparto del gioco lega-lizzato ha registrato raccolte di ammontare sempre maggiore. Il mercato italiano del settore è diventato ricchissimo, pas-

sando dai circa 42 miliardi di euro del 2007 ai 60 miliardi del 2010 e ai circa 75 miliardi per l’anno appena trascorso”. Una indagine effettuata pro-prio dal Co.Na.G.G.A, che ha coinvolto poco meno di mille intervistati, ha dimo-strato come: “Da un punto di vista della situazione lavorativa si notano differenze importan-ti rispetto all’approccio con il gioco d’azzardo. Se il 70,8% di chi ha un lavoro a tempo inde-terminato dichiara di giocare d’azzardo, la percentuale dei giocatori sale al 73% nel caso dei disoccupati, poi aumenta ulteriormente con l’80,2% dei lavoratori saltuari o precari che dichiarano di giocare e infine tocca l’apice con l’86,7% dei cassintegrati che dichiarano di giocare d’azzardo”. Rispet-to ai risultati emersi da questa ricerca è stato possibile fare un’ipotesi sul numero della popolazione patologica in Italia: in considerazione del fatto che ci sono 47.5 milioni di italiani maggiorenni e che il 71% di questi si stima avere giocato e che fra i giocatori ve ne siano il 5,1% a rischio e il 2.1% patologico… è possibile stimare che in Italia vi siano 1 milione e 720 mila giocatori a rischio e ben 708.225 gioca-tori adulti patologici, ai quali occorre sommare l’11% dei

giocatori patologici minorenni e quelli a rischio. Il che signifi-ca che vi sono più di 800 mila dipendenti da gioco d’azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio.“Anche noi di Lag – ha pro-

seguito Pugliese -, nel nostro piccolo, abbiamo potuto no-tare un forte incremento di richieste di aiuto: dal 2008, quando è stato avviato il ser-vizio Rien ne va plus, abbiamo intrapreso il percorso terapeu-tico con il primo gruppo for-mato da 12-13 utenti. Da quel momento avevamo aperto una lista d’attesa che poi è sfociata nel secondo gruppo terapeuti-co che ha preso il via a marzo 2010. Da fine 2010 il servizio è saturo e abbiamo creato una nuova lista d’attesa. E’ indi-cativo che la lista d’attesa sia sempre piena e che purtroppo ci siano richieste a cui non riu-sciamo a far fronte”.Daniela Capitanucci, presi-dente dell’associazione Az-zardo e Nuove Dipendenze di Varese è, invece, intervenuta mettendo in luce come: “La gestione del mercato italiano dell’azzardo è ancora total-mente al di fuori del contesto di salute pubblica, governa-ta dai dirigenti della vorace Aams a fianco di concessio-nari e politici, gravati talvol-ta da insostenibili conflitti di interesse. Varie manipolazioni semantiche, tra cui il termine “ludopatia” ed il concetto di “gioco responsabile” trasfor-mato all’italiana, in barba alle classificazioni diagnostiche internazionali, si sono infiltra-

te profondamente nel tessuto sociale italiano, anche grazie al certosino lavoro dei media guidati dai maggiori investi-tori pubblicitari. Altro non fanno che addossare l’onta del-la perdita di controllo al solo

giocatore, orientando in questa direzione l’immaginario col-

lettivo al fine di costruire una meta realtà strumentale utile ai signori dell’azzardo”. Nella stessa direzione sono andate anche le parole di Serena Ber-gamini, consigliera della Pro-vincia di Modena e membro della Lag, che ha sottolineato come il gioco d’azzardo non vada considerato un proble-

ma individuale bensì sociale, etico, sanitario ed economico: “Il gioco d’azzardo, guardato da questo punto di vista, ruba risorse umane e genera soldi morti, frutto di un cambia-mento culturale sbagliato che

si è andato sempre più diffondendo: in ogni luogo si è an-data pubblicizzando la falsa percezione che vincere e diven-tare milionari sia facile e a portata di mano e soprattutto che oggi occorra af-fidare un migliora-mento delle proprie condizioni di vita alla ‘fortuna’ invece che alla capacità e all’impegno perso-nale”. Più volte, nel corso della serata, è stato inoltre rimar-cato lo stretto lega-me tra il mondo del gioco e quello della criminalità orga-nizzata. A parlarne ampiamente è sta-to l’avvocato Enza Randa, responsabile dell’ufficio legale di Libera: “La mafia anche nel gioco ha

un ruolo molto importante per diversi aspetti, che vanno

dall’usura all’estorsione. La presenza di personaggi che prestano denaro per iniziare a giocare è uno dei meccani-smi più evidenti. Il prestito di denaro, ovviamente, comporta una sua restituzione a interessi altissimi e a tempi molto bre-vi. In molti casi la restituzione del denaro deve avvenire entro

un anno con un interesse al 3000%, riducendo il debitore a una condizione di schiavitù data dall’impossibilità di re-cuperare il debito contratto. Altro elemento importante che lega criminalità e gioco è quindi l’estorsione. La crimi-nalità organizzata oggigiorno colpisce direttamente i gesto-ri di esercizi pubblici come i bar, costringendoli a dividere gli incassi delle slot machines legali o arrivando poi a fare chiudere l’esercizio per inserire il loro denaro sporco”.Molte sono state, infine, le proposte operative di azioni specifiche che possano vera-mente intervenire in maniera seria ed efficace in un campo che fino ad ora è stato am-piamente trascurato. “Occorre – ha sottolineato la Bergami-ni - operare affinché sia con-cesso effettivo riconoscimento, a tutti i livelli, della patologia derivante dal gioco d’azzardo problematico, riconoscere e sostenere, anche a livello isti-tuzionale, tutte quelle strut-ture che, ascoltando i bisogni del nostro territorio, già da tempo operano e formula-no programmi finalizzati alla prevenzione e soprattutto alla cura, pretendere con forza e decisione provvedimenti che impediscano concretamente

ai minorenni l’accesso al gioco d’azzardo, chiedere al Gover-no/Parlamento che, una per-centuale dei vari montepremi sia destinata obbligatoriamen-te alla promozione del gioco responsabile ed alle attività di tutte quelle strutture accredi-tate che si occupano di preven-zione/cura della dipendenza”.

7Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

La seconda parte del percorso sui fondamenti spirituali della vocazione laicale Cittadini delle due cittàSempre più, da parte del

magistero pontificio e dei vescovi, si insiste sui fondamenti spirituali

dell’impegno nelle realtà terrene. Solo queste possono dare fon-damento ed inaugurare quella “nuova stagione di cattolici in politica” più volte auspicata dal-lo stesso Benedetto XVI. Da questa necessità prende corpo la proposta “Cittadini delle due città” che fin dal titolo richiama la prospettiva spirituale che as-sume questo corso.La seconda parte del percorso, proposto dal Centro per la Pa-storale sociale e il lavoro, dopo aver presentato i fondamenti spirituali della vocazione laicale, intende ora affrontare la lettura spirituale di alcuni ambiti di vita quotidiana e le conseguenze in termini di stili di vita. In parti-colare saranno approfondite le sfide principali poste dalla cultu-ra prevalente in merito al lavoro, alla politica, all’educazione e alla famiglia. Il corso si propone di valorizzare il punto di vista di ciascun partecipante nell’ambito di un’esperienza relazionale di ti-po «comunitario» centrata sulla

Cittadinanza attiva

E’ morto nei giorni scorsi, poco prima di tagliare il traguardo dei 100 anni (li avrebbe compiuti il prossimo 9 marzo) don Clodoveo Renato Tassinari, missionario salesiano che viveva da oltre 80 anni in Giappone. Don Tassinari, originario di San Felice della borgata di Dogaro, viveva a

Beppu, in un pensionato dei salesiani. Nato il 9 marzo del 1912 don Clodoveo Renato aveva sei fratelli tra cui don Vasco, altro sacerdote scom-parso alcuni anni fa. Dopo gli studi a San Felice e Finale Emilia e il seminario salesiano di Chiari, presso Brescia, il 27 gennaio del 1930 è sbarcato in Giappone a Nagasaki e lì ha concluso gli studi filosofici prima di spostarsi a Hong Kong dove ha studiato teologia. Nel 1933 è tornato in Giappone, a Miyazaki, dove ha completato gli studi di teologia sotto la direzione del Venerabile don Cimatti, e dove è stato ordinato sacerdote l’8 novembre del 1936. Dopo la guerra viene nominato direttore dell’orfanotrofio per i tanti orfani di guerra della capitale giapponese. In questo periodo don Tassinari ha conosciuto Abe Tetsuo, un giornalista nipponico che scriverà il libro tradotto in italiano col titolo di ‘Prima e dopo Hiroshima’, ma che nel titolo originale giapponese si chiama ‘Don Tassinari, che vive in Giappone’. Nel 1970 è in Italia a causa di una malattia, una sorta di invec-chiamento precoce. Don Tassinari non si abbatte: prima è a Castel de Britti nel bolognese a dirigere un ginnasio salesiano, poi, nel 1977, a Modena dove insegna religione al ginnasio salesiano e cura una rubrica televisiva per Antenna 1 ‘L’evan-gelizzazione nel mondo’. Il richiamo del Sol Levante è, però, troppo forte e rimessosi in buone condizioni don Renato tor-nò in Giappone il 28 settembre del 1980. I ritorni si fanno più radi e il sacerdote si ritira a Beppu nell’isola meridionale del Giappone, in una casa di riposo salesiana, dove è morto qualche giorno fa. Qualche mese fa la nipote ci disse: “La sua frase riguardo al luogo dove vuole morire è sempre stata chia-ra ‘Voglio diventare terra giapponese’ ha sempre detto”.

E’ diventato ‘terra giapponese’E’ scomparso a 99 anni don Clodoveo Renato Tassinari

scoperta della “via” dell’amicizia e dell’incontro con l’A(a)ltro. Si tratta di un’occasione importan-te per ritrovare quelle risposte che nascono da un confronto con le pagine della scrittura, del magistero sociale e della tradi-zione della Chiesa. Il percorso è indirizzato a coloro che si dedi-cano o che intendono dedicarsi all’impegno sociale o politico. Per favorire la partecipazione attiva agli incontri si prevede un numero massimo di 25 iscrit-ti. Per avere informazioni o per iscriversi occorre contattare l’Ufficio della Pastorale sociale allo 059.2133867, oppure tra-mite e-mail: [email protected]. I pri-mi quattro incontri della durata di due ore ciascuno si svolgono presso il Centro Famiglia di Na-zareth, dalle ore 20.30 alle 22.30. Il quinto e ultimo incontro si svolge dalle 15 alle 19 in un luo-go da definire. Le lezioni sono svolte da don Giuliano Gazzetti (docente di dottrina sociale della Chiesa) in collaborazione con Gianpietro Cavazza (presiden-te del Centro culturale Ferrari) in qualità di tutor. Durante gli incontri si intende proporre un metodo di lavoro finalizzato a

riscoprire la vocazione all’im-pegno laicale nei quattro ambi-ti individuati: nel lavoro, nella politica, nell’educazione, nella famiglia. Ciascun incontro della durata di 2 ore prevede i seguen-ti punti: presentazione del tema, momento di approfondimento individuale, lavoro di gruppo di comprensione del tema e di individuazione delle sfide che pone, discernimento di gruppo per individuare uno o più ap-pelli spirituali che impattano direttamente sul proprio stile di vita personale o collettivo e preghiera di invocazione Questo il programma. “Saper lavorare a partire dalla fine (giovedì 9 febbraio); il ricordo del futuro diventa la forza per vivere oggi”. “Saper fare politica da minoran-za (giovedì 16 febbraio); mag-gioranza e verità un binomio incompatibile”. “Nei giovani è condensata l’aria respirata dagli adulti (giovedì 23 febbraio); i problemi non possono essere risolti dalla stessa mentalità che li ha creati”. “Benedire l’altro” (giovedì 1 marzo); scoprire il significato della liturgia quoti-diana della vita familiare. “Come purificare il cuore” (domenica 11 marzo).

Contrasto alle mafie: accordi con comuni e province per prevenire le infiltrazioni Contro ogni illegalitàDopo le minacce

della criminali-tà organizzata al giornalista della

“Gazzetta di Modena” Gio-vanni Tizian, ora sotto scor-ta, arriva in Emilia Ro-magna la firma de-gli accordi quadro con i Comuni e le Province per dare il via a proget-ti, stabiliti dalle leggi regionali, per la preven-zione delle infiltrazioni mafiose e la sicurezza. Dal 16 gennaio sono operati-vi 68 progetti finanziati con quasi 2 milioni di euro, men-tre all’inizio di marzo saranno approvati altri 8 progetti per un totale di ulteriori 148.088 euro. Tutti gli accordi di pro-gramma e i protocolli d’intesa con gli enti locali prevedono la realizzazione di attività cui la Regione partecipa diretta-mente, non solo con il con-tributo finanziario, ma anche

• luCia truzzi con competenze tecniche e di progettazione. Si tratta, quindi, di attività co-gestite in tutte le fasi della realizzazione.Segnale positivo. “Un segnale sicuramente positivo” lo ritiene Daniele Borghi, dell’associa-zione Libera Emilia Romagna. “La nostra regione ha mante-

nuto sempre alta l’attenzio-ne sul fenomeno, in crescita, della criminalità organizzata al Nord, ma è vero che ultima-mente questo sembra esploso, come pure la consapevolezza fra i cittadini e le istituzioni”, dichiara l’esperto. “Tra i pro-getti finanziati dall’accordo regionale su mafia e sicurez-za – continua Borghi – ce ne

sono diversi a cui partecipa Libera, anche indirettamente, e ne siamo molto soddisfatti. Due puntano sulla formazio-ne interprovinciale: il primo è dedicato alla partecipazione degli studenti di diverse età (dalle scuole medie all’uni-versità) ad alcune iniziative

nazionali legate alle Giornata della memoria; l’altro, dedicato a studenti, insegnanti e giovani animatori di Libera, punta in-vece sulla formazione e infor-mazione in ambito scolastico ed extrascolastico per diffon-dere la cultura della legalità e del contrasto al crimine or-ganizzato e mafioso. Un altro progetto che si sta portando

avanti da tempo, con grande successo, è quello dei campi di lavoro nei terreni confiscati alla mafia”. La ristrutturazione di due immobili confiscati alle mafie, a Lido Adriano (Raven-na) e Berceto (Parma), “è un altro grande segnale: in regio-ne sono oltre 100 gli immobili

confiscati, di cui solo una pic-cola parte assegnata per finali-tà sociali. Uno dei problemi più gran-di è che la m a g g i o r parte di essi abbi-sogna di lavori di ristruttu-r a z i o n e importanti e onerosi che le as-sociazioni

non sono in grado di affron-tare. Ecco perché è importante che con una legge (per la prima volta) la Regione conceda ri-sorse a questo tipo d’interven-ti”. “La lotta alla criminalità organizzata – evidenzia Bor-ghi – non la si fa ognuno da solo con i propri mezzi, ma bisogna che si ragioni e si la-vori insieme, ciascuno con le

proprie competenze e capacità messe a disposizione di tutti”.Il legame fra mafia e gioco d’azzardo. Tra i progetti fi-nanziati c’è uno studio sulle caratteristiche e la diffusione del fenomeno del gioco d’az-zardo in Emilia-Romagna, che sarà realizzato dalla Regione e dal Dipartimento di socio-logia “Achille Ardigò” dell’U-niversità di Bologna. Ma sul legame tra gioco d’azzardo e mafia, non molto conosciuto fra i cittadini, ha già iniziato a lavorarci un gruppo di stu-denti delle facoltà di Scienze politiche e Giurisprudenza di Bologna, che nel 2011 ha re-alizzato il dossier “Le mafie in Emilia-Romagna”, a conclu-sione del primo Laboratorio di giornalismo antimafia guidato da Stefania Pellegrini, docente di sociologia del diritto (corso su “Mafie e antimafia”) all’U-niversità di Bologna, con la collaborazione di Rete NoNa-me – antimafia in movimento, AdEst e Articolo21.info. Un dossier che, a partire dalle ana-lisi degli atti giudiziari delle indagini condotte dalle procu-re territoriali e dalle relazioni istituzionali di organi come la Dia (Direzione investigativa antimafia), fa emergere chia-ramente quanto sia rilevante il collegamento tra criminalità organizzata, gioco d’azzardo e bische clandestine in Emilia Romagna.

Più consapevolezza. “La fir-ma degli accordi quadro è un segnale molto importante – commenta Stefania Pellegrini – non soltanto per l’approva-zione della legge in sé, come altre Regioni hanno fatto, ma per lo stanziamento dei fondi per i 68 progetti in Emilia Ro-magna, cosa che in altre regioni non è stata fatta”. “Il fenomeno della criminalità organizzata – precisa, raccontando ciò che emerge dal dossier – è presente in regione dagli anni Sessanta, a partire dal ‘soggiorno ob-bligato’ di alcuni ‘uomini d’o-nore’ provenienti dal Sud, ed è proseguito fino a oggi con infiltrazioni criminali sul ter-ritorio che vanno dalle bische clandestine all’edilizia”. “Il gio-co d’azzardo in regione detiene un forte rapporto con la mafia locale, poiché è uno strumento per riciclare denaro sporco: as-sieme alle bische clandestine ci sono sempre ‘uomini d’onore’ che propongono prestiti (rive-landosi poi veri e propri usurai) a chi ha perso molti soldi, che in periodo di crisi sono sempre di più”. “Oggi, se non altro, è aumentata la consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni, che procede di pari passo con gli sviluppi delle indagini e i giudizi processuali. Ecco per-ché – conclude – è importante puntare sulla formazione-in-formazione attraverso una cul-tura della legalità”.

8 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

“La malattia dell’individualismo”

Una delle malattie di cui soffrono oggi le nostre società con-siste nell’eccesso di

individualismo: pensare sempre in termini di bene individuale determina l’impossibilità di af-frontare insieme problemi che individualmente non possono essere risolti, ma che colletti-vamente potrebbero esserlo. Il legame sociale, un aspetto cen-trale delle religioni, è necessario proprio in un’epoca di crisi e per questo l’idea di bene comune è il cardine della nostra riflessio-ne attuale”. Con queste parole Carlo Altini, direttore scienti-fico della Fondazione Collegio S.Carlo, presenta la XII Edi-zione del seminario di cultura europea che, con il titolo “Le frontiere dell’Europa” il centro studi religiosi della Fondazione dedica, da febbraio ad aprile, al tema del bene comune.Realizzato con il patrocinio della Presidenza del Consi-glio dei Ministri, il seminario si propone di proseguire e ap-profondire la riflessione sulle concezioni religiose del bene comune avviata negli incontri che si sono tenuti tra ottobre 2011 e gennaio 2012. L’obiet-tivo delle cinque lezioni in ca-

Il centro studi religiosi della Fondazione Collegio S.Carlo propone un ciclo di incontri sul bene comune

Formazione

lendario è infatti comprendere in che modo l’influenza delle diverse tradizioni religiose può contribuire a modificare le lo-giche della razionalità econo-mica che domina il panorama politico, sociale e culturale del mondo contemporaneo, giun-gendo a elaborare, in una realtà multiculturale, un’idea di bene comune fondata su un senso di appartenenza e di comunità in

nome di una rinnovata conce-zione di uguaglianza e giustizia sociale. Gli incontri in calendario sa-ranno tenuti da docenti e intel-lettuali di fama internazionale e avranno inizio il 21 febbraio alle ore 17.30 con la lezione di Leonardo Becchetti, professore di Economia politica all’Uni-versità di Roma Tor Vergata dal titolo “Oltre la razionalità

Immaginando il futuroAl via, venerdì 10 febbraio, il ciclo di cinque conferenze pubbliche dedicate alla rifles-

sione su “Utopia” proposto dal centro culturale della fondazione Collegio San Carlo di Modena nell’ambito della XII Edizione del Seminario di Cultura europea. Il tema,

nel corso del seminario, verrà analizzato dando particolare rilievo alle problematiche aperte nella vita delle società contemporanee in una prospettiva europea. Protagonista della prima conferenza, il 10 febbraio alle ore 17.30, sarà di Pier Paolo Portinaro, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Trento,che parlerà di ”Utopia tra geopolitica e biopolitica”. L’incontro successivo, fissato per il 17 febbraio e intitolato “Verso una democrazia partecipativa. Crisi della rappresentanza e nuove forme di autogoverno”, sarà con Yves Sintomer, professore di Sociologia all’Università di Parigi. In calendario il 24 febbraio è previsto l’intervento di Gia-como Marramao, docente di Filosofia teoretica all’Università di Roma Tre, che parlerà sul tema “Realismo e utopia. Dilemmi del mondo globalizzato”; seguiranno le conferenze di Eugenio Somaini, professore di Politica economica all’Università di Parma su “Utopia democratica. Il processo di democratizzazione nell’età globale” e di Luciano Canfora, professore di Filologia classica all’Università di Bari, su “Profilo del rivoluzionario” ; rispettivamente il 2 e il 16 marzo sempre alle ore 17.30 nel Teatro della Fondazione. La nuova edizione del Seminario di Cultura Europea, realizzato con il patrocinio dell’Unesco e il contributo della Banca Popolare dell’Emilia Romagna vede collaborazione della Provincia di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio. Tutti gli incontri del ciclo in programma nella sede della Fondazione San Carlo, grazie al pro-getto Livestream, sono in diretta web in dieci biblioteche della provincia (Campogalliano, Carpi, Castelfranco Emilia, Finale Emilia, Formigine, Mirandola, Nonantola, Pavullo, Sassuolo e Vignola).

economica. Bene comune e felicità”. Il ciclo continuerà il 6 marzo con la lezione di Helen Alford, Decano della Facoltà di Scienze sociali all’Università pontificia San Tommaso d’A-quino di Roma, intitolata “Non solo per profitto. Solidarietà e responsabilità sociale d’impre-sa”; il 13 marzo ci sarà Adriano Fabris, professore di Filosofia morale, con “Il primato della relazione. Teoria ed etica del-la responsabilità”; il 20 marzo la riflessione sarà condotta da Markus Krienke, professore di Etica sociale cristiana e Dot-trina sociale della Chiesa alla Facoltà Teologica di Lugano, e

avrà per titolo “Persona e bene comune nell’etica sociale cri-stiana”. L’incontro conclusivo del 3 aprile è affidato a Rober-to Cartocci, professore di Me-todologia della scienza politica all’Università di Bologna, su “Natura e geografia del capitale sociale in Italia”.Alla luce dei risultati registra-ti nella prima parte dell’Anno Accademico in corso, continua l’iniziativa di trasmettere in diretta web sul sito della Fon-dazione San Carlo (www.fon-dazionesancarlo.it) le lezioni del seminario di cultura euro-pea proposte dal Centro Studi Religiosi.

Carlo Altini

9Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

Giornata per la Vita

Giovani aperti alla vitaLa S. Messa diocesana per la 34a Giornata Nazionale per la Vita sarà celebrata in Duomo, domenica 5 febbraio alle ore 18

Di chi posso fidarmi?

Il tema degli scandali nella Chiesa, il tema della pedo-filia - soprattutto quando

tocca il clero - viene spesso la-sciato al di fuori dei nostri am-bienti associativi o parrocchiali, rischiando di ridurlo dav-vero ad una chiacchiera da bar. Spes-so infatti, per paura di non sapere affrontare il tema, si tende a semplificare la questione e di dimentica-re che vittime e responsabili sono perso-ne! Questo è stato il punto di partenza della rifles-sione di don Fabrizio Rinaldi, assistente giovani dell’Azione Cattolica diocesana: una analisi oggettiva e precisa di cosa sia la pedofilia, quali gli effetti psicologici sul-le vittime, quali le motivazioni dei colpevoli. È stato davvero interessante scoprire come la

Giovani aperti alla vita’ è il titolo del messaggio della Cei per la Gior-

nata della Vita. “La vera gio-vinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita” e si dispone ad esserne servito-re, come Cristo stesso, che si è presentato come “servo” (Lc, 22,27). Chi invece vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo.La Giornata per la Vita sarà celebrata in diocesi con una santa messa domenica 5 feb-braio alle ore 18, la celebrazio-ne eucaristica sarà presieduta dal vicario generale della dio-cesi, mons. Giacomo Morandi.Il messaggio dei vescovi quest’anno è rivolto ai giovani e alla loro educazione alla vi-ta. Affronta i contenuti di una

educazione alla vita che incida nella realtà quotidiana e ne suggerisce alcuni. Innanzitutto, educare al ri-spetto della vita, bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso. L’aborto e l’eutanasia sono le conseguen-ze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore. In secondo luogo, educare poi alla valorizzazione della vita. Dare valore alla vita compren-de educare alla convivenza sociale, per non emarginare chi fa più fatica. Non è suffi-ciente parlare di valori non ne-goziabili: occorre affrontare le molte situazioni e i problemi sociali a causa dei quali il do-no della vita è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli spesso duri da sopportare.Ancora, offrire ai giovani esempi, testimonianze e cul-tura, che diano sostegno al loro desiderio di impegno. Il messaggio dei vescovi a questo

Settore giovani di Azione Cattolica: il quarto appuntamento con Incontrocorrente. Prossima tappa giovedì 9 febbraio

• roberto CaviCChioli

punto interpella gli adulti: per educare i giovani alla vita oc-corrono adulti contenti del do-no dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della car-riera o del divertimento fine a se stesso; adulti con un carico di simpatia per la vita, senza facili moralismi e senza ipo-crisie.La Chiesa interpella anche istituzioni e corpi sociali e ri-conosce le iniziative in difesa della vita, promosse da singo-li, associazioni e movimenti: un servizio spesso silenzioso e discreto, che però può ottenere risultati prodigiosi. È un esem-pio dell’Italia migliore, pronta ad aiutare chiunque versa in difficoltà.Per concludere, i vescovi entra-no ancor più nella concretezza dei nostri tempi, segnati dalla crisi economica. Questi anni hanno evidenziato come sia il-lusoria e fragile l’idea di un pro-gresso illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui entra più in gioco il valore della persona; essi incutono in tutti,

Associazioni

ma soprat-tutto nei più giovani, un senso di in-quietudine e di smarri-mento. Quali in-d i c a z i o n i allora? Chi ama la vita non nega le d i f f i c o l t à : si impegna, p i u t t o s t o , a educare a scoprire che cosa rende più aperti al manifestarsi del suo senso, a quella tra-scendenza a cui tutti ane-lano, magari a tentoni, ad un atteg-giamento di servizio e di dedizione al-la vita degli altri.

pedofilia sia essenzialmente l’incapacità di persone anche socialmente ben inserite di vi-vere dei rapporti adulti e la loro ricerca compulsiva di ‘amicizie’ con minori: per loro natura più semplici, ma anche esclusive e spesso segrete. Rapporti in cui

è facile carpire la fiducia del minore e ottenere attenzioni, affetto, che sfociano a volte in gesti di eccessiva intimità - se-gnando profondamente il mi-nore e pregiudicandone il suo sano sviluppo psicologico.Meno facile è stato addentrar-

Ischia terra termaleCTA – Acli. La scelta è ampia, l’obiettivo è sempre il benessere

Sorgenti, fumarole e fan-ghi distribuiti sull’intero territorio fanno di Ischia

uno dei maggiori centri termali d’Europa. Una natura gene-rosa supportata da una ricer-ca scientifica all’avanguardia, da centri attrezzati altamente qualificati, da stabilimenti di cura che utilizzano tecnologie sofisticate per ogni tipo di te-rapia. Su questa isola splendida, naturalmente votata al be-nessere, vi con-duce il Centro Turistico Acli. Qui le acque benefiche con-tengono zol-fo, iodio, cloro, ferro, elementi potassici e mi-croelementi di sostanze attive e, a seconda della loro compo-sizione, sono un rimedio cu-rativo per numerose patologie o efficaci elisir estetici. Le due proposte di questa settimana si concentrano presso Lacco Ameno e sono due hotel situa-ti in posizione ottimale per il centro cittadino e a pochi pas-si dal mare. L’hotel Terme San Lorenzo sorge in posizione pa-

noramica sull’incantevole baia di San Montano, circondato dai giardini e dal parco termale. Punto forte della struttura sono le piscine esterne panoramiche: d’acqua marina o acqua dol-ce riscaldate. Lo stabilimento termale interno, convenzionato con Asl offre Delphina, piscina interna termale a 32°/33° e la

possibilità di praticare fanghi, bagni, inalazioni, aerosol, irri-gazioni e cure estetiche. L’hotel Terme Villa Svizzera, situato in posizione centrale a pochi passi dal mare dispone di 81 camere tutte confortevolmente arreda-te dislocate in tre corpi immersi in un ampio giardino. Il com-plesso architettonico è molto gradevole con parco molto cu-

rato, è un ambiente ideale per vacanze informali all’insegna del relax. L’hotel è dotato di piscina d’acqua di mare ester-na a temperatura ambiente. Lo stabilimento termale interno, recentemente rinnovato, è con-venzionato Asl ed offre una pi-scina termale coperta a 32°/34° dotata di idromassaggio e la

possibilità di praticare fanghi, bagni, inalazioni, aerosol, irri-gazioni e cure estetiche. In en-trambi gli hotel non mancano poi occasioni di svago con sera-te musicali. I soggiorni partono dal primo aprile e arrivano fino al 14 ottobre per periodi quin-dicinali con viaggio previsto in bus o in treno Freccia Rossa al-ta velocità.

si nella gestione di tali scandali nella Chiesa, ma è stato comun-que interessante scoprire che fi-no a qualche anno fa nemmeno la psichiatria pensava che un pedofilo trattato (e quindi giu-dicato ‘guarito’) avrebbe potuto ricadere nel suo errore. Ancora

una volta Incontro-c o r r e n t e ha per-messo ai presenti di parlare di temi spes-so tabù e di acqui-sire infor-m a z i o n i utili per farsi una p r o p r i a idea. La prossima o c c a s i o -ne è il 9 f e b b r a i o alle ore

21, presso il Centro Famiglia di Nazareth, quando si parlerà di ‘Relazioni e scelte personali nel-la Chiesa’ nell’incontro dal tito-lo ‘Ma tu da quale prete vai?’. Ci aiuterà a riflettere sul tema don Luca Balugani, assistente dio-cesano Acr. Vi aspettiamo!

• dante zini

10 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

Libri

S ’intitola “Storia della letteratura di Modena e provincia dal Me-dioevo ai giorni nostri

” ed è una summa della vasta produzione letteraria (opere e scrittori) modenese attraverso i secoli. Autore e Carlo Pre-vidi, classe 1965, appassionato di tutto quello che è cultural-mente collegabile a Modena, oggetto di altre sue pubblica-zioni già dal 1999.Previdi, cosa l’ha portata ad indagare la storia della lette-ratura modenese dal medio-evo fino ai nostri giorni? La consapevolezza della sua grandezza, spesso poco ce-lebrata. Cerco di farmi com-prendere con un esempio. Non di rado, i modenesi, anche quelli della provincia, ignorano che i nomi intitolati a numerose vie della loro cit-tà e dei loro paesi: Giovanni Pico, Francesco Maria Molza, Ludovico Castelvetro, Gian Maria Barbieri, Carlo Sigo-nio, Fulvio Testi, Raimondo Montecuccoli, Ludovico An-

Le tue radici e il tuo futuro sotto un buon segno.

Le tue radici, il tuo futuro.

www.bsgsp.it

1884_Nostro Tempo Modena_102x132 12-11-2008 16:49 Pagina 1

Una recente pubblicazione presenta gli scrittori “geminiani” dal Medioevo ai giorni nostri: intervista con l’autore

Antologia tutta modenesetonio Muratori, Girolamo Ti-raboschi, Celestino Cavedoni, Paolo Monelli e tantissimi altri, sono quelli di notevoli letterati di ambito modenese, considerati, nelle loro epoche, tra i più importanti al mondo. Modena è stata sem-pre ed è tuttora, all’a-pice della eccellenza in questo settore. Anche oggigiorno, pur costa-tando che la figura del letterato “classico” si è modificata, non penso esistano altre provin-cie d’Italia in grado di vantare tanti scrittori di fama nazionale ed internazionale quali i nostri Alberto Bertoni, Francesco Guccini, Ar-rigo Levi, Valerio Mas-simo Manfredi, Vittorio Messori, Giuseppe Pe-deriali, Emilio Rentoc-chini, Camillo Ruini, Leo Turrini e tutti gli altri che, assieme a que-sti, ho messo nel mio libro. Inoltre, la mia ricerca è stata motivata dalla passione che avverto per la storia locale e dalla personale volontà di riempire uno spa-zio vuoto presente nel conte-sto culturale “geminiano”.Nel libro ci sono i nomi più conosciuti della produzione letteraria modenese accanto

a quelli di scrittori meno no-ti: soprattutto per questi ul-timi, su quali fonti si è basato il suo lavoro?Per gli scrittori meno noti, il mio lavoro si è svolto su pub-blicazioni realizzate da eccelsi

studiosi e ricercatori locali, sovente a loro volta poco co-nosciuti; su documenti del passato (dei quali Modena, assieme alla sua importan-te storia di capitale di Stato, è ricca) riportanti informa-zioni riguardanti i letterati considerati e su antologie na-

zionali, solitamente esaustive nei confronti dei nostri autori più conosciuti, ma non di rado anche nei confronti di quelli che lo sono meno. Ha trovato tratti comuni che possano in un qualche mo-

do fare emergere “uno stile modenese” negli autori presenti nel suo libro?Un aspetto ricorrente in numerosi letterati mo-denesi di primo piano è la ricerca nel passato. In tal senso, Carlo Sigonio (secolo XVI), Ludovi-co Antonio Muratori e Girolamo Tiraboschi (entrambi del secolo XVIII), ma anche Cele-stino Cavedoni o Giulio Bertoni (ripettivamente del secolo XIX e XX), assieme a tanti altri, sono degli storici che costituiscono delle au-tentiche personalità:vi sono studiosi che consi-derano il Sigonio come il fondatore della Storia

moderna italiana ed il Mura-tori il padre. Va poi considera-to come molti di questi storici abbiano uno stile basato sulla razionalità, tesa a mostrare in modo incontestabile la scien-tificità del loro metodo e la chiarezza. Uno stile che al lettore risulta scorrevole, non eccessivamente pesante o pro-lisso, ma di pressochè imme-diata comprensione.Che immagine di Modena e del suo territorio esce dalla penna degli scrittori locali, ovviamente quando parlano della loro terra?Quando è trattata da quei let-terati che prediligono la storia e che per semplificare definia-mo “storici”, quella di Mo-dena è spesso un’immagine, volutamente resa tale, di una città e di una provincia dal passato importante, come in-fatti era quello della “Mutina” romana o della Modena capi-tale di Stato durante il lungo periodo estense. Quando in-vece è considerata da coloro che prediligono la poesia o la narrazione od altro è comun-que di frequente un’immagine di una città e di un territorio dal notevole valore, la cui ap-partenenza desta sentimenti di orgoglio, nostalgia, affetto, ecc. Il grande scrittore - gior-nalista Paolo Monelli (1891 - 1984), ad esempio, che ha trascorso gran parte della pro-pria vita in giro per l’Italia ed il mondo per lavoro, raccon-tando di sé allo scrittore Ce-sare Marchi, tiene ben presto a dire: “io sono modenese”.Può anticiparci qualche cu-riosità o aneddoto?Gli aneddoti sono molteplici e quello appena raccontato di Monelli è uno di essi. Ne segnalo altri tre. Il primo ri-guarda Giovanni Pico della Mirandola del quale si diceva

che, diciottenne, parlasse cor-rettamente ventidue lingue e che dopo appena tre letture sapesse perfettamente ripete-re due intere pagine, sia nella loro naturale posizione, sia in senso retrogrado, dall’ultima alla prima parola. Il secondo riguarda Alessandro Tassoni, il più famoso dei nostri lette-rati, che col suo noto spirito, comune a parecchi “Geminia-ni”, sia polemico che umori-stico, scrive, in un contesto di grandi dissertazioni sul Pe-trarca, non contro di lui come fa intendere, imitato e seguito all’eccesso da tanti letterati, ma “contro una mano di zuc-che secche che non vogliono sia lecito dir cosa non detta da lui”. Infine, tengo a sot-tolineare con quale passione per la nostra città e la nostra terra, un altro grande scrit-

“Cristo è qualcosa che mi sta accadendo ora”

Introduzione, 4 punti e conclusioni: l’inizio di un lavoro o meglio di un cammino per la vita. I punti che poi sareb-bero proposte e rilancio di un lavoro personale li ha offerti

don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, in occasione della presentazione del libro di Luigi Giussani, “All’origine della pretesa cristiana”. Anche Modena, infatti, era tra le 180 città italiane collegate in diret-ta da Milano; oltre 500 modenesi erano tra le cinquantamila persone che hanno ascoltato, lo scorso 25 gennaio, la “lezione” di Carron che ha parlato dal teatro degli Arcimboldi.Con il libro “All’origine della pretesa cristiana” che rappresen-ta il secondo dei tre volumi del “PerCorso” (che comprende Il senso religioso e Perché la Chiesa), l’intento di don Giussani è quello di mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita. L’approfondimento parte dalla domanda dei Demoni di Dostoevskij: “Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni, può credere, credere proprio alla divinità del figlio di Dio, Ge-sù Cristo?”.“E’ solo rifacendo il percorso umano dei discepoli che si può verificare la credibilità del cristianesimo per l’uomo contem-poraneo” ha spiegato Carron riprendendo l’introduzione del libro. “Solo incontrandolo come una Presenza eccezionale il cristianesimo è capace di rispondere alle evidenze ed esigen-ze proprie del cuore dell’uomo”. L’avvenimento cristiano non richiede condizioni o precondizioni è “qualcosa che irrompe, un fatto che accade. E’ un incontro umano in grado di cala-mitare tutta la mia persona, tutta la mia umanità”. Proprio per questo ha spiegato Carron “capovolge il metodo religioso tradizionale”. Dunque non è più uno sforzo ma “la semplicità nel riconoscere Cristo presente”. La verifica che questo acca-de è una “nuova umanità, la fioritura dell’umano” ha indicato Julian Carron. In questo secondo volume del suo PerCorso, don Giussani mostra il passaggio dal senso religioso all’avvenimento di Ge-sù Cristo, cioè all’esperienza religiosa cristiana: «In esso ho voluto esprimere la ragione per cui un uomo può credere a Cristo: la profonda corrispondenza umana e ragionevole del-le sue esigenze con l’avvenimento dell’uomo Gesù di Naza-reth». Per tutto il 2012 All’origine della pretesa cristiana sarà il testo della «Scuola di comunità», la catechesi settimanale degli aderenti al movimento, giovani e adulti. Il prossimo ap-puntamento del movimento di Comunione e Liberazione a Modena è il 10 febbraio alle ore 21.15 presso l’Auditorium del Centro Famiglia di Nazaret, in strada Formigina, 319. Il collegamento audio video con Julian Carron è il 29 febbraio c/o la facoltà di fisica in via Araldi a Modena. Per informazio-ni basta scrivere a [email protected].

Presentazione del libro di don Giussani “All’origine della pretesa cristiana”

tore - giornalista, Guglielmo Zucconi (1919 - 1998), ad un certo punto della pro-pria attivissima vita, vissuta in molteplici luoghi, affermi: “Continuo a pensare in mo-denese...Le mie cose miglio-ri le ho scritte in modenese”, come il bellissimo monologo della “Sgnòra Isota”, autentico capolavoro del nostro dialetto. Dialetto che, inoltre, assieme a numerosi dei suoi ragguar-devoli autori (Enrico Stuffler, Luigi Zanfi, Ugo Preti, ecc…) ho trattato con ampiezza, in quanto ha rappresentato e rappresenta una delle migliori forme espressive della storia della nostra letteratura.Il libro “Storia della lettera-tura di Modena e Provincia - dal Medioevo ai giorni no-stri”, edizioni Tel, è in vendita a Modena e provincia.

11Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

La raccoltain 22 supermercatiLa raccolta alimentare 2012 è realizzata in collabo-

razione con le Caritas diocesane di Modena-No-nantola e di Carpi e con il coinvolgimento di Coop

Estense e Nordiconad. La raccolta di alimenti a lunga con-servazione quali pasta, riso, scatolame, olio e latte verrà ef-fettuata dall’apertura alla chiusura nei supermercati Coop “Grandemilia”, “i Portali”, “I gelsi” e “Specialcoop” di Mo-dena, “Borgogioioso” di Carpi e nei centri commerciali di Castelfranco, Formigine, Sassuolo (Mezzavia), Vignola, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Nonantola, Ravarino, San Cesario sul Panaro, Soliera e Spilamberto. I centri Co-nad interessati all’iniziativa sono “La Rotonda” e il “Leo-nardo” di Modena, il “Center” di Baggiovara, i “4 passi” e “Fontana” di Formigine e il “Pile” di Carpi.

“Una sola famiglia”Porta Aperta e Rock No War propongono sabato 18 febbraio la raccolta alimentare in 22 supermercati della provincia

Dopo l’esperienza positiva dello scor-so anno Rock No War e Porta Aper-

ta ripropongono sabato 18 febbraio presso i supermercati della provincia di Modena la raccolta alimentare e cercano volontari disposti a collaborare a questa iniziativa di solidarie-tà e condivisione. La raccolta alimentare si propone il du-plice obiettivo di raccogliere alimenti di prima necessità per il popolo degli indigenti, pur-troppo sempre più numeroso, della provincia di Modena e,

quest’anno, per le popolazio-ni profughe Saharawi colpite dalla carestia e dalla fame. Per dare l’idea dell’importanza della raccolta alimentare, basti pensare che con gli alimentari raccolti lo scorso anno in una sola giornata, oltre 430 ql di alimenti, Porta Aperta ha po-

Con lo slogan “Camminare sempre: più autonomi, più uniti” si svolge giovedì 9 febbraio a Modena “Scarpitalia”, l’incontro nazionale delle realtà che aderiscono al progetto “Scarp de tenis”, tra le quali anche Porta Aperta, la Caritas diocesana modenese e Nostro Tempo.

Presso il centro Famiglia di Nazareth i responsabili nazionali del progetto che prevede la vendita del mensile nazionale Scarp de tenis da parte di persone che necessitano di una integrazione al proprio reddito, parleranno delle nuove prospettive e della sostenibilità del progetto. Dalle 10, dopo la preghiera e i saluti iniziali, coordinati da Paolo Brivio, direttore di Scarp, Marcello Pietrobon dell’ ufficio promozione di Caritas Italiana parlerà delle prospettive di un lavoro comune prima del bilancio triennale del progetto (Modena vi rientra dal maggio 2011) con la presentazione di tutte le varie redazioni, storiche e recenti, coinvolte. Nel pomeriggio la redazione milanese presenterà alcune indicazioni per il futuro della rete nazionale di Scarp de’ tenis prima del dibattito sulle prospettive future del progetto.

Camminare sempreA Modena l’incontro nazionale del progetto “Scarp de tenis”

Solidarietà

tuto rispondere alle esigenze della mensa (circa 20.000 pa-sti) e delle famiglie (oltre 700 inviate dal Centro di Ascolto della Caritas per la distribu-zione degli alimenti) per quasi 10 mesi. E, sul versante inter-nazionale, Rock No War ha potuto inviare nello Zimbab-

we (il paese che l’hanno scorso ha beneficiato della raccolta), più di 20 ql di derrate. Come lo scorso anno, l’iniziativa ha lo scopo di raccogliere alimen-tari, preferibilmente a lunga scadenza e non deperibili. I volontari che intendono colla-borare con la raccolta alimen-

tare saranno impegnati per l’intera giornata in gruppi di 4/5 persone nei supermercati, fino a circa 10 persone negli ipermercati. Ogni gruppo avrà un turno di servizio o al mat-tino o nel primo pomeriggio oppure nel tardo pomeriggio, in orari da definire. Presso ogni supermerca-to sarà presente per tutta la giornata un referente con il compito di coordinare le at-tività di raccolta. I volontari dovranno distribuire all’entrata del supermercato il materiale informativo e spiegare la fina-lità della raccolta ed all’uscita raccogliere e sistemare nei contenitori gli alimentari che vengono donati dalle persone. Per aderire e offrire la propria disponibilità per la raccolta alimentare è possibile contat-tare Rock No War (cell 328 8166775; mail: [email protected] ) oppure Porta Aperta (tel.059 827870; cell. 334 1643068 ; mail [email protected]

Riparte con attenzione al sociale l’accordo tra Hera, CNH Italia e Comune di Modena. L’intesa, avviata nel 2009 e rinnovata oggi, prevede numerosi progetti innovativi

rispetto alla collaborazione in corso per una gestione sostenibi-le dei rifiuti nelle sedi modenesi dell’azienda. Tra questi “Cibo Amico”, esperienza unica nel modenese, grazie alla quale CNH Italia e Hera sosterranno le iniziative benefiche della Onlus Porta Aperta. A sottoscrivere l’intesa e spiegarne i dettagli, nel-la sede Hera di via Razzaboni, erano presenti il direttore Hera SOT Modena, Roberto Gasparetto, l’Amministratore Delegato di CNH Italia, Giuseppe Gavioli, e l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena, Simona Arletti. “Cibo Amico” consiste nella donazione a chi è in difficoltà dei pasti non utilizzati nel-le mense. Applicato già dal 2009 in tutte le mense aziendali del Gruppo Hera, “Cibo Amico” arriva per la prima volta nel modenese all’interno di CNH Italia. Questo progetto si con-cretizza oggi, nell’ambito dell’accordo rinnovato, con la firma di uno specifico protocollo d’intesa tra CNH Italia, il gestore delle mense, Compass, e Porta Aperta Onlus, un’associazione di volontariato locale che si occupa di promozione sociale, servizi alla persona e prevenzione del disagio. Con questa iniziativa si stima di trasformare ogni giorno circa 100 pasti sprecati in un contributo solidale.

Accordo Hera, CNH eComune di Modena:da spreco a solidarietà

Nelle mense il cibo ora diventa “amico”

12 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

Il lavoro di domaniSe ne è parlato nell’incontro del Vicariato Centro Storico

I problemi attuali del lavoro sono stati af-frontati nell’incontro del 19 gennaio orga-

nizzato dal Vicariato Cen-tro Storico. Nella sede della Circoscrizione 1 si sono con-frontati William Ballotta, segretario provinciale della Cisl, ed Alessandro Monzani, responsabile dell’Area Lavoro di Confcoo-perative. Da anni il V i c a r i a t o ha intitolato gli appro-fondimenti “ C r e d e r e n e l l ’ u om o, Sperare nel futuro” ed oggi più che mai è neces-sario questo genere di r i f l e s s i o -ne perché d o b b i a m o d i v e n t a r e pro tagoni-sti del no-stro futuro p rendendo decisioni co-raggiose che coinvolgano la respon-sabilità di ciascuno. Il vicario don Gianni Vignocchi, introdu-cendo i relatori, ha ricordato che Gesù ha lavorato per an-ni prima di dedicarsi alla vita pubblica, perciò il cristiano deve ritenere importante il lavoro.Nella realtà modenese, ha sot-tolineato Ballotta, c’era una grande positività nel campo del lavoro, con preponderan-za dell’ambito manifatturie-ro e da qui occorre ripartire. Anche per le esportazioni Modena è l’ottava provincia italiana ed esporta sia cera-mica che prodotti tessili ed alimentari. Una nota dolente è però rappresentata dal tasso di disoccupazione, a Modena più alto della media regiona-le: soprattutto è aumentata la disoccupazione femminile. Per trovare soluzioni occorre

La nascita di un bambino determina un importante cam-biamento nella vita di coppia. Il Centro per le Famiglie di Modena offre ai genitori un’opportunità di riflessione

e di scambio, per condividere pensieri ed emozioni e sentirsi più tranquilli nelle scelte di ogni giorno. Gli incontri si tengono il sabato mattina dalle 9.30 alle 11.30 presso il Nido Pellico in via Pellico, 45. La partecipazione è gratuita. Per info e iscrizioni: tel. 059 2033614.

Noi e nostro figlioConversazioni fra neo genitori

Città

• roSSana arletti

riconoscere i punti deboli ed usare modalità di assunzione “non standard”. Nel tentare di creare posti di lavoro biso-gna tener presente che ogni individuo dovrebbe sentirsi realizzato nel proprio lavoro, ma per questo non si fa abba-stanza: si fa poca formazione! Tanti giovani accetterebbe-ro meglio il precariato se ciò consentisse loro di aumentare la propria istruzione. Le fasi di difficoltà possono però co-stituire una opportunità per

attivare meccanismi nuovi di maggiore solidarietà.Monzani ha proposto una ri-lettura della lettera pastorale dell’arcivescovo su lavoro e festa col pensiero al lavoro di domani. Il mondo del lavoro non è più compatto e soli-do come un tempo e ciò può avere effetti destabilizzanti, specie per i lavoratori meno giovani. La flessibilità può anche essere scelta; il lavoro “part-time” può essere consi-derato una forma di flessibi-lità, ma in certe categorie di lavoro e nelle piccole-medie imprese, che sono la mag-gioranza nella nostra realtà modenese, è difficile da ap-plicare. Nel lavoro la persona cerca la sua realizzazione, e ciò vale in modo particolare per il cristiano, ma non sem-

pre c’è questa consapevolez-za; inoltre, è difficile trovare l’equilibrio tra il lavoro “che realizza” e l’eccesso di lavoro: l’arcivescovo esorta a non esa-gerare e a pensare anche alla solidarietà verso i colleghi di lavoro.Nelle nostre terre ci sono sempre stati forti esempi di solidarietà tra lavoratori, an-che tra generazioni e catego-rie diverse: oggi la solidarietà è rara, mentre la crisi attuale potrebbe costituire il mo-

Quale festa e quale lavoro in tempo di crisi

Dopo la partecipa-ta serie di incontri sulla liturgia, l’ulti-

mo incontro proposto agli adulti dal vicariato Crocetta - S. Lazzaro per quest’anno pastorale si tiene martedì 7 febbraio alle 21 presso le scuole Marconi (sala delle Giunchiglie) e non più pres-so Palazzina Pucci in virtù della nutrita partecipazione agli incontri precedenti. Saranno presenti due re-latori d’eccezione: Stefano Zamagni, docente di Eco-nomia Politica all’Università di Bologna e Marco Cattini, docente di Storia Economi-ca all’Università Bocconi di

Ultimo appuntamento per adulti del vicariato Crocetta - S. Lazzaro• enriCo artioli

Milano, i quali, a partire dalla lettera del vescovo, si confron-teranno su temi cruciali per la nostra vita: come ripensare i nostri tempi di lavoro e di fe-sta, ovvero la nostra vita, in un tempo di profonda crisi, non solo economica. Purtroppo veniamo da anni di illusione in cui si è puntato sulla finanza e non sulla pro-duzione qualificata additando ai giovani pericolose scorcia-toie: oggi occorre riscoprire impegno, sacrificio e merito. La formazione seria deve es-sere sentita come un diritto/dovere sia per il lavoratore sia per l’azienda e i giovani vanno spronati ad utilizzare al meglio gli anni della scuola.Oggi più che mai è necessario

cogliere l’opportunità della crisi per ripensare e comin-ciare a costruire un mondo nuovo, prendendo decisioni coraggiose che coinvolgano la responsabilità di ciascuno. Come realizzare questo am-bizioso obiettivo? Come sviluppare l’economia, ma anche distribuirne equamen-te i frutti? Come animare il mondo del lavoro con la spe-ranza cristiana? Come colla-borare con chi non crede o ha idee diverse? Ma soprat-tutto quali pre-condizioni sono necessarie e quali basi per impostare e realizzare quest’opera? Ecco, questi saranno alcuni degli interro-gativi ai quali si cercherà di dare una risposta.

Un nuovo patto con la città e con i modene-si per una manovra

efficace subito e nel tempo. Il prossimo bilancio si presenta come una svolta decisiva nel rapporto tra Stato e Comu-ne e tra Comune e cittadini”. Con queste parole il sinda-co Giorgio Pighi ha aperto il consiglio comunale di lunedì 23 gennaio che ha introdotto la discussione sulla formazione del bilancio 2012 del Comune di Modena. Le linee di indi-rizzo per la manovra di bilan-cio tengono conto del difficile momento che stanno vivendo le imprese e le famiglie mode-nesi, già chiamate e contribu-ire al risanamento finanziario nazionale e, in sintesi, pre-vedono “Rigore complessivo, strutturalità e innovazione nei tagli, massima equità possibile, equilibrio nella manovra sulle entrate e riorganizzazione ge-nerale del Comune – dichiara il sindaco Pighi – per costruire un bilancio che risponda agli obblighi e ai bisogni di oggi e

Il nuovo patto con la cittàIn Comune si discute del bilancio 2012

“ che costruisca le basi per af-frontare le sfide dei prossimi anni”. Per chiudere il bilancio mancano ancora 43 milio-ni che rappresentano il tetto massimo raggiungibile agendo sulla leva fiscale e dagli 8 ai 10 milioni di tagli alla spesa effet-tuabili: tra queste cifre l’Am-ministrazione comunale deve trovare un punto di equilibrio. Per farlo pensa a una manovra bilanciata tra i tagli alla spesa e le maggiori entrate. “Il ricorso a nuovi tributi - ha affermato Pighi - utilizzerà gli strumen-ti a maggiore tasso di equità: più Imu che Irpef e, quando possibile, l’introduzione di un’ulteriore forma di progres-sività nell’applicazione”. E, dall’altra parte, una macchina comunale che “dimagrisce” con una riduzione del perso-nale dagli attuali 1.850 a 1.650 dipendenti nel 2014, settori destinati ad accorparsi e ulte-riore riduzione dei dirigenti. Ma anche il ricorso a “nuovi modelli gestionali, gestendo e governando le necessarie

esternalizzazioni di servizi”, solo dopo un serio confronto con le parti sociali, a partire dalle organizzazioni sindacali. Infine, tra i punti programma-tici: la lotta all’evasione fiscale e alla morosità di rette e con-tributi, la necessità di innovare i servizi di e-government oltre che attraverso il wi-fi gratuito, anche con un nuovo progetto per la semplificazione dei rap-porti tra imprese e Ammini-strazione, e ancora la necessità di arrivare alla modifica del patto di stabilità per consen-tire al Comune di Modena di impiegare almeno una parte dei 100 milioni bloccati al fine di pagare le imprese. Il sindaco ha insistito in particolare sulla necessità di sperimentare nuo-ve forme di innovazione, intro-ducendo modelli più leggeri e flessibili in grado di rispondere ai bisogni delle famiglie e di contenere i costi, poiché “l’in-novazione rappresenta l’unica ancora di salvataggio: innova-zione gestionale e istituziona-le”. In conclusione di dibattito,

Pighi ha affermato che “quan-do si interviene per cambiare le cose è pericoloso introdurre del nuovo senza capire quanto del vecchio deve essere portato a unità. Ma oggi il problema non è di sprechi, è decidere co-sa è meno doloroso tagliare in termini di pezzi di servizi”. Nel giro di una settimana si atten-dono le proposte di azione, re-golazione e controllo da parte dell’amministrazione.

mento giusto per lanciare una nuova intesa tra imprendito-ri e dipendenti. E’ necessario aumentare la produttività ma anche distribuirne equamente i frutti. Purtroppo per anni si è pun-tato sulla finanza e non sulla produttività additando ai gio-vani pericolose scorciatoie: i genitori devono aiutare i figli senza dimenticare impegno, sacrificio e merito. Occorrono azioni concrete per dimostra-

re che il bene ripaga, il ma-le no. La formazione seria, senza scorciatoie, deve essere sentita come un diritto/do-vere sia per il lavoratore sia per l’azienda. I giovani vanno pure spronati ad utilizzare al meglio gli anni della scuola. Nella sua lettera l’arcivescovo ci invita anche a realizzarci nella festa, nel riposo. Pun-tando alla festa come al gior-no della famiglia, degli affetti e delle relazioni sociali. Oggi

sono scomparse tante regole e la concorrenza, eterno pro-blema del mondo economico, si fa sempre più agguerrita perciò sembra restare po-co spazio per la festa, ma la Dottrina sociale della Chiesa poggia sul principio secondo cui “ il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro”. La speranza cristiana deve ani-mare il mondo del lavoro che di speranza oggi ha davvero un gran bisogno.

13Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

Chi è Rita CoruzziUna storia intensa ed esemplare quella di Rita Coruzzi, la

scrittrice che domenica 5 febbraio sarà ospite della par-rocchia di Soliera per raccontare la sua esperienza di vita.

Nata a Reggio Emilia il 2 giugno 1986, Rita ha avuto fin da piccola problemi fisici causati dalla nascita prematura e da una lussazione all’anca dovuta a mancanza di acetabolo. Nonostante i tanti esercizi, i sacrifici e le sessioni di fisioterapia la piccola Rita non riesce a camminare come gli altri bambini, e non sono nem-meno serviti gli interventi chirurgici all’anca, che anzi le causano una tetra paresi all’età di 10 anni. Il carattere forte di Rita, reso ancora più forte dalle prove e dalle delusioni in questi primi anni di vita, le hanno fatto accettare la sedia a rotelle e la sua condizio-ne fisica. Oltre al carattere, anche la fede di Rita è diventata con gli anni sempre più salda e dal 2006 ha deciso di raccontare la sua esperienza di vita attraverso pubblicazioni, l’ultima delle quali è datata 2010, dal titolo “Un volo di farfalla – Come la fede mi ha ridato il sorriso”. “E in questa nuova vita – scrive Rita nel suo sito web – ciò che desidero maggiormente è vivere ogni momento totalmente, in modo assoluto e profondo, come fosse l’ultimo. Adesso mi piace la mia vita, e sono soddisfatta di quello che ho raggiunto, e spero di poter arrivare alle mete che mi sono prefissata. Il mi sogno è diventare giornalista e scrittrice. Vorrei comunicare a tutte le per-sone che la vita può essere bella in qualsiasi situazione ci si trovi, basta solo trovare la forza di accettarla così com’è”.

Testimoniare la vita con speranzaLa scrittrice Rita Coruzzi sarà ospite della parrocchia di Soliera in occasione della Giornata della Vita

Una testimonianza commovente e ca-rica di speranza, un’occasione per

tutti per riflettere sul dono più grande: la vita. Domenica 5 febbraio, in occasione della Giornata della Vita, la scrit-trice Rita Coruzzi sarà ospite della parrocchia S. Giovanni

Pianura

A lla scuola elemen-tare di Sorbara, a seguito degli ultimi

eventi sismici, si è optato, a scopo precauzionale, per la chiusura di quattro aule adi-bite a laboratorio, presenti nell’ala storica del complesso scolastico. Questa è stata la decisione presa dal sindaco Alberto Borghi e dalla dire-zione didattica di Bompor-to dopo i riscontri effettuati dall’ingegnere incaricato

Alle scuole elementari chiusi i laboratori per il terremoto

Sorbara

Battista di Soliera. A partire dalle ore 15.30 nella chiesa parrocchiale Rita porterà una testimonianza e una lezione di vita per tutti dal titolo “Grazie alla vita, storie di chi non si ar-rende e insegna a sperare”. Rita Coruzzi ha 25 anni e fin da piccola è costretta sulla sedia a rotelle a causa di una lussazione all’anca, ma questo non le ha impedito di scrivere alcuni libri di larga divulga-zione tra i giovani. Scrittrice coinvolgente e ricca di spunti, nei suoi testi emerge la gran-de voglia di vivere, che la porta ad affermare col sorriso: “Se il

Signore bussas-se alla mia porta e mi offrisse di camminare, ma dovessi in cam-bio rinunciare a quanto ho im-parato stando in carrozzina, al-lora rifiuterei lo scambio, senten-domi grata che Lui abbia scelto me”. È proprio que-sto lo spirito che anima le pagine scritte da Rita.

e dai tecnici comunali, dai quali è emerso che la parte storica della struttura è so-lida e stabile, ma permane tuttavia la possibilità, vista la conformazione del soffitto ad arelle e gesso, che precipiti qualche piccolo frammento di calcinaccio. Da qui la deci-sione di mettere in sicurezza le aule a rischio, trasferendo momentaneamente le attività laboratoriali al piano terra, a spese dell’amministrazione. “La sicurezza nei plessi sco-lastici – ha commentato Bor-ghi – va sempre e comunque

preservata, anche in un caso come questo, dove non sussi-stono in alcun modo pericoli di crollo o di cedimento del-la struttura. Tuttavia, visto il disagio contenuto, abbiamo preferito evitare qualunque rischio, in attesa di esegui-re i lavori, come da relazio-ne sismica depositata presso l’ufficio tecnico comunale, già da tempo programmati per la prossima estate, e che serviranno per le opportune migliorie previste dall’ultima normativa in materia sismica per gli edifici pubblici”.

• laura Solieri

L’ultimo saluto a Sergio Ruscelli, 70 anni, ope-raio alla Fiat, volontario

attivo nelle Quattro Ville e “ma-estro campanaro” fin da ragazzo, è avvenuto di fronte ad una folla eccezionalmente ampia e com-punta nonostante il freddo pun-gente di Lesignana. Assistito da

L’addio a Sergio Ruscelli, maestro campanaroLesignana

• franCo Mantovi don Geraldo Gomes, parroco di Ganaceto e Lesignana, don Ma-rio Zaras ha celebrato il rito fu-nebre nella chiesa ottocentesca dell’Assunta, tracciandone un articolato profilo umano con pa-role che hanno commosso, oltre alla moglie Wilma e i figli Clau-dio e Barbara, tutti i presenti, a cominciare dai dirigenti e soci dell’unione campanari mode-

nesi “Corni”, accorsi da tutta la provincia di Modena. Una grave malattia aveva costretto Sergio Ruscelli a ricorrenti rico-veri ospedalieri nell’arco di po-chi mesi, obbligandolo a mettere fine al suo impegno molteplice di “volontario” sempre dispo-nibile presso le polisportive del quartiere ed i circoli attivi presso i campanili delle Quattro Ville.

L’insegnamento che la giova-ne grida nei suoi scritti è un pugno allo stomaco, è la forza di chi ha ritrovato la fede du-rante un viaggio a Lourdes e di chi ha fatto della sua esistenza una battaglia quotidiana per dimostrare che non ci si deve mai arrendere, che è possibile trovare in sé la forza interiore per affrontare qualsiasi prova.

Con il suo entusiasmo e con energia, con la sua intelligenza e l’esemplare capacità comuni-cativa, Rita aiuterà i presenti a capire ancora di più il dono

meraviglioso della vita, por-tando un esempio di dignità, espressa tramite il significato vero della vita, scoperta grazie alla fede e all’amore per Gesù.

14 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

• franCeSCo gherardi

Pedemontana

Perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa?Rappresentazione dei Cori da “La Rocca” di T.S. Eliot a Formigine

Venerdì 10 febbraio alle ore 20.30, presso la chiesa della Ma-donna del Ponte in

Formigine, la compagnia “Gli

Nostro Tempo - Settimanale cattolico modeneseRedazione via Formigina, 319 Modenatel. e fax. 059/344885 - [email protected]: tel. 059/2133866 - fax. 059/347326 - 059/2133805

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Hanno collaborato: Rossana Arletti, Enrico Artioli, Luigi Cattani, Roberto Cavicchioli, Marco Costanzini, Francesco Gherardi, padre Agostino Manfredini, Franco Mantovi, don Gabriele Semprebon, Laura Solieri, Lucia Truzzi, Dante Zini Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Dante Farricella

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Aggregati” presenterà i Cori da “La Rocca” di Thomas Stearns Eliot. L’iniziativa, organizzata dalle confraternite di San Pietro martire e del Santissimo Sacra-mento e dall’Azione cattolica parrocchiale, vuole costituire una sacra rappresentazione di un testo di grande attualità, che indaga in chiave poetica la na-tura della Chiesa ed il suo rap-porto con il mondo. T. S. Eliot (1888-1965), nato negli Stati Uniti ma presto trasferitosi in Inghilterra, è uno dei prota-

gonisti della letteratura anglo-sassone del Novecento: vissuto in uno dei periodi più tragici per la storia d’Europa, ne de-scrisse la deriva spirituale nelle opere “La terra desolata” e “Gli uomini vuoti”. Convertitosi al cristianesimo di confessione anglicana, scrisse “Il mercoledì delle ceneri”, “I quattro quartet-ti” ed il celebre “Assassinio nella cattedrale” sul martirio di San Thomas Becket, figura centrale della storia inglese. Nel 1934 Eliot accetta di comporre parte di una sacra rappresentazione – The Rock – da rappresentarsi in favore della diocesi anglicana di Londra: scrive i Cori ed una delle scene. Nasce così questa risposta del poeta, ora cristiano, alla crisi esistenziale dell’uomo moderno, che, allontanatosi da Dio, si è parimenti allontanato dalla Chiesa. “Perché gli uomi-ni dovrebbero amare la Chiesa? (...) - si interroga Eliot - Essa ricorda loro la Vita e la Mor-te, e tutto ciò che vorrebbero scordare”. Così, gli uomini si affannano ad inseguire falsi ideali, nell’illusione di costruirsi

Immagini per la pace 2012’ questo il nome del ciclo di appuntamenti

che prenderà il via martedì 7 febbraio alle 21 presso il circolo ‘La Grama’ di Marano sul Panaro (via 1° maggio) e che proseguirà, a cadenza set-timanale, fino a martedì 13 marzo. Protagonisti di questi appuntamenti serali gratuiti, organizzati dall’associazione Tavola della Pace di Mara-no, sono gli scatti di pace e di viaggi in tutto il mondo com-piuti da alcuni dei migliori fotografi del nostro territorio. Nel corso delle serate saranno gli autori stessi a raccontare le loro immagini, i loro viaggi, le loro avventure e a risponde-re alle curiosità dei presenti. La proiezione delle foto sarà accompagnata da musica e al termine sarà offerto un buffet. Ad inaugurare la rassegna, martedì 7 febbraio alle 21, gli scatti di Luigi Ottani che presenterà le rassegne ‘Beslan’, ‘Tutto il mondo e il paese’ , ‘Nuoto e simpatia’ , ‘L’ora d’a-ria’ e ‘The Wall’. Luigi Ottani, fotografo e giornalista mo-denese, ha pubblicato i suoi scatti sulle maggiori testate nazionali. Alterna ricerche sui microcosmi italiani a raccon-

Marano

• MarCella Caluzzi ti di reportage internazionale. Con numerose pubblicazioni e mostre ha raccontato alcune fra le realtà più drammatiche del mondo contemporaneo: la povertà del Sahel in Eritrea, la vita nei campi profughi Saha-rawi, il dopoguerra in Bosnia, la piaga della prostituzione minorile in Cambogia, lo Sri Lanka colpito dallo Tsunami, il dramma della convivenza israeliano-palestinese, la vita nella “zona morta” a Cher-nobyl, lo Hunan, regione natale di Mao, l’Ossezia del Nord nel ricordo di Beslan. Con il volume “Niet Pro-blema!” ha vinto il premio “Marco Bastianelli”, rico-noscimento al miglior libro fotografico italiano edito nel 2006. Nel 2011 ha ricevuto il premio giornalistico “Bruno Cucconi” per la fotografia del progetto “Tracce di sport” di Andrea Zorzi. Gli incontri proseguiranno il 14 febbraio con Emanele Costetti e i suoi viaggi in Ar-gentina, Bolivia e Cile, il 28 febbraio con Ivano Venturelli e il suo Marocco, il 6 marzo con Paolo Ansaloni (Srinagar - Lamayuru: andata e ritorno, Mo’dna, Oceano Indiano – Mar Ligure e Gaia) e infine il 13 marzo con la proiezione del filmato della pedalata per la Pace 2011.

Evviva il carnevale!Maranello

La biblioteca comunale MaBiC di Maranello, in colla-borazione con l’associazione di volontariato Librarsi, promuove due appuntamenti con al centro letture ani-

mate per bambini dai 3 ai 6 anni dal tema ‘Evviva il carneva-le! Racconti divertenti’. Il primo incontro si terrà martedì 14 febbraio alle 17.30 mentre il secondo e ultimo è in program-ma per sabato 25 febbraio alle 10.30. Entrambi gli appunta-menti avranno luogo presso la Biblioteca MaBic. Le letture sono rivolte ai bambini dai tre ai sei anni accompagnati da un adulto fino ad un massimo di 16 bambini iscritti. Per iscrizio-ne (obbligatoria): Biblioteca di Maranello MaBiC, Via Vitto-rio Veneto 5, 0536-240028 - [email protected].

un mondo su misura, cozzando tragicamente con la realtà. Alla sterilità di una civiltà moderna che aveva concepito nelle doglie della modernizzazione positivi-sta e nel bagno di sangue della Grande Guerra una società ste-rile e permeata di morte, Eliot contrappone la speranza in una luce che può diradare le tenebre e svelare all’uomo un significato che esiste in quanto creazione. La strada della salvezza, secondo il poeta, passa necessariamente attraverso la comunità, fonda-ta sulla comunione con Dio in modo eminentemente sacra-mentale: “E il Figlio dell’uomo non fu crocefisso una volta per tutte, il sangue dei martiri non fu versato una volta per tutte, le vite dei Santi non vennero donate una volta per tutte. Ma il Figlio dell’uomo è sempre crocefisso e vi saranno sempre Martiri e Santi”. La cronaca di questi tempi, funestati dalle persecuzioni contro i cristiani in Africa e altrove, sembra rendere ancora più attuale un’opera che ha più di settant’anni, ma non li dimostra.

Scatti di pace

15Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

Attenzione:pericolo ghiaccio

L’obiettivo prioritario, dopo l’abbondan-te nevicata, è quel-

lo di cercare di prevenire, per quanto possibile, la formazione del ghiaccio a causa dell’abbassamen-to delle temperature che in montagna crea particolari condizioni di difficoltà. In montagna, infatti, è possibi-le che durante le nottate si formino lastre di ghiaccio in alcuni punti critici e i tecnici della viabilità ricordano per-tanto che con temperature particolarmente rigide l’ef-fetto del sale si attenua fino a diventare nullo. Occorre quindi guidare con molta prudenza e ovviamente do-tarsi di gomme da neve o catene. In Appennino erano scesi fino alla serata di mer-coledì dai 40 ai 70 centime-tri a seconda delle zone, dai 25 ai 40 centimetri in colli-na. Sul crinale appenninico, al passo delle Radici, dove sono caduti finora oltre 80 centimetri di neve, sono in funzione anche due turbine. Nella montagna modenese sono complessivamente una sessantina i mezzi spartineve in funzione.

Turismo, -50%: Lapam incontra la ProvinciaUna delegazione Lapam Confartigianato del Frignano, costi-

tuita dai responsabili delle sedi territoriali, dai responsabili provinciali del settore turismo commercio e pubblici eser-

cizi, unitamente ad alcuni operatori associati del comparto turistico dell’Appennino modenese, ha incontrato presso la sede provinciale dell’associazione, gli assessori Daniela Sirotti Mattioli e Mario Galli, con delega rispettivamente agli interventi economici la prima ed al turismo il secondo. Motivo dell’incontro è stato quello di sottopor-re all’attenzione della Provincia la grave situazione economica in cui versano le attività legate al turismo invernale, a seguito dell’andamen-to fortemente negativo registrato nel periodo di alta stagione sotto le festività natalizie. Lapam aveva già avuto modo di evidenziare i pro-blemi che si trovano ad affrontare le imprese di servizi, gli albergatori, gli operatori del Comprensorio sciistico del Cimone, così come l’e-conomia montana nel suo complesso. Dalla discussione sono emersi dati di una stagione invernale che segna un calo del 50% , in media, di presenze ed un crollo del volume d’affari complessivo, con il rischio di gravi ripercussioni sull’occupazione stagionale. Sono emerse alcune nostre proposte, così come dagli operatori e dai rappresentanti del-la provincia, che sarà interessante valutare nelle prossime settimane per consentire alle imprese del territorio di mitigare il pesante im-patto economico ed occupazionale che si troveranno ad affrontare. Innanzitutto la revisione degli studi di settore, richiesta già avanzata e riconfermata da portare avanti possibilmente in forma unitaria. Sul piano dell’imposizione locale sarà fatta molta attenzione, in fase di approvazione dei bilanci comunali, a proporre agli enti locali forme di agevolazione della nuova imposta Imu sostitutiva dell’Ici. L’assessore Sirotti Mattioli ha manifestato grande attenzione al pro-blema, informando i presenti dell’impegno profuso dalla provincia verso gli istituti bancari del territorio, per ottenere tassi più favore-voli e risorse da dedicare al finanziamento delle imprese. L’assessore Mario Galli ha sottolineato come vi siano molti canali da attivare, ad esempio i circuiti del turismo culturale, per coinvolgere nicchie di visitatori che meno di altri vivono la crisi dei consumi.

Ora si scia sul serioNeve in Appennino: nuove aperture di piste e snowpark

Per gli operatori turisti-ci dell’Appennino, le abbondanti nevicate delle ultime ore sono

una vera e propria “manna dal

cielo”. Da questo primo fine set-timana di febbraio sono infatti agibili nuove piste e potenziati i servizi degli snowpark: Oltre

Appennino

L’opera umana più bella è “essere utile al prossimo”

Magari con un servizio di trasporto sociale gratuito

Se il sistema economico e politico mette a nudo i suoi limiti, perché la crisi taglia risorse e impedisce di trarre profitto da qualsiasi attività che possa avere un ritorno economico,

allora sono le categorie più deboli ed esposte a pagare il prezzo più alto in termini di sofferenza e disagio; ma è anche il momento in cui il volontariato ha modo di dimostrare che l’umanità può trovare in se stessa la forza di rispondere ai bisogni senza pretendere alcunché.Anteas Modena, sezione di Vignola, si presenta e vuole radicarsi sul territorio Unione Terre di Castelli per offrire una nuova proposta di trasporto sociale gratuito per i propri iscritti Cisl e per tutti i cittadini in condizione di difficoltà.Anteas (Associazione nazionale terza età attiva e solidale), associazione di volontariato cresciuta all’interno dell’Fnp-Cisl, si è attivata nel nostro distretto con la promozione di diversi progetti volti ad assicurare alle persone più deboli e anziane occasioni di partecipazione alla vita della collettività; ora propone, con i suoi volontari, nuove occasioni di mobilità sociale.Anteas di Vignola dispone da pochi giorni di un automezzo, un Fiat modello Ducato, attrezzato per il trasporto disabili (n.3 carrozzine, omologato per

A cura di

Federazione Nazionale Pensionati Sindacato Territoriale di Modena41124 Modena - via Emilia Ovest, 101Tel 059/890846 - Fax 059/828456

4) e idoneo, per caratteristiche tecniche, al trasporto di 8 passeggeri; è sponsorizzato da oltre 100 aziende del territorio attraverso il marchio pubblicizzato sulla carrozzeria del veicolo.Il mezzo è stato messo a disposizione da Unione Terre di Castelli a favore del volontariato e anteas ha presentato un progetto per il trasporto sociale (non solo sanitario) da effettuare su tutto il territorio dell’unione (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca).Gli anziani pensionati, ma anche i cittadini disabili in genere, in condizioni di fragilità o con problemi di mobilità, privi di autonomia o di rete familiare di riferimento, disporranno di trasporto gratuito per le seguenti necessità:1. Accompagnamento a visite sanitarie ed esami medici presso centri di cura ed ospedali.2. Accompagnamento per fare la spesa o piccole commissioni.3. Ritiro ricette e consegna farmaci su segnalazione del Mmg.4. Accompagnamento in uffici e sedi di pubblici servizi (es. posta, banca, ecc...) o verso altre destinazioni.5. Occasioni socio-aggregative.6. Trasporti da e verso zone periferiche prive di

collegamento al centro.7. Visite in strutture residenziali per anziani e disabili.Il servizio verrà svolto il martedì, il giovedì ed il venerdì di ogni settimana.I nostri volontari, previa adeguata formazione, assicurata da Avap (Associazione di volontariato di esperienza trentennale alla guida di automezzi di soccorso), si impegneranno nella guida dell’automezzo ed al servizio dei cittadini in difficoltà.

Carla Montanari (responsabile Anteas presso l ’Fnp-Cisl di Vignola)

mezzo metro a quota 1.500: il livello della neve caduta che ha permesso di aprire nuove piste. Ad entrare in funzione sono ora gli impianti di Montecreto, ma anche la Baggiolara 27 alle

Polle di Riolunato insieme alla Catinaccio e alla Stadio Slalom Pelloni a Passo del Lupo. “L’ar-rivo della neve – commenta il

Frignanodirettore della Stazione scii-stica del Cimone Luigi Quat-trini – permetterà inoltre di migliorare il servizio offerto dagli snowpark, con il posi-zionamento di tutte le strut-

ture, ad oggi utilizzabili solo par-z ia lmente . Per sfruttare a pieno la neve fresca nelle giorna-te di sabato e domenica a Lago della Ninfa ci sa-ranno invece maestri di sci dispo-nibili per lezioni gra-tuite di te-lemark, una particolare tecnica sci-istica a tal-lone libero”. Infine, nella serata di ve-nerdì 3 feb-braio, alle 20.30, si ter-rà la secon-da edizione

della Croce Arcana Ski Crono, una scialpinistica in notturna che partendo dal Cimoncino arriverà alla Buca del Cimone.

16 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

Sono aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2012-2013 dell’istituto Sacro Cuore, unica scuola superiore cattolica in città

Il valore aggiuntoNel lontano 1899

san Leonardo Mu-rialdo in collabo-razione con mons.

Luigi Della Valle fondava il Sacro Cuore questi erano i suoi valori costitutivi e i suoi prin-cipi pedagogici: “Testimoniare l’amore gratuito, infinito, mi-sericordioso di Dio… da amico, fratello, padre… facendo ben il bene… in un clima di fami-glia… al cuore dei giovani... per farne buoni cristiani e bravi cit-tadini”. Tanti anni sono passati; questo rimane il “carisma”, l’ideale che noi del Sacro Cuore continuia-mo a seguire nella nostra azio-ne educativa. Ad ogni alunno chiediamo il massimo: ai più fragili quello che possono, ai più dotati l’eccellenza. Abbia-mo voluto aggiungere il Liceo classico come punto impor-tante di riferimento di valori culturali e cristiani vissuti nella attuale realtà multimediale. Ci siamo dati come regola quella di “esserci” in mezzo ai ragaz-zi in contatto continuo con le famiglie. A questo punto possiamo ag-giungere anche tutte le novità formative, didattiche, tecniche ed organizzative che fanno del Sacro Cuore una scuola unica e all’avanguardia.Ogni giornata di scuola inizia con un momento formativo con proposte di celebrazioni reli-giose nei periodi forti dell’anno liturgico e nelle feste principali. All’inizio di ogni anno scola-stico si realizza un progetto di

• P. agoStino Manfredini

Scuola

accoglienza per le prime clas-si che continua tutto l’anno con attività di socializzazione, informazione e prevenzione. Poniamo molto attenzione ed impegno per il sostegno agli studenti in difficoltà con do-centi dedicati e metodi di stu-dio adeguati. Viene assicu-rata una piena continuità di-dattica con do-centi esperti e qualificati che sanno valoriz-zare le doti e le abilità dei singoli alunni. C’è sicurezza e vigilanza: la vita a scuola si svolge in un clima familia-re di libertà e rispetto, la sor-veglianza costante e discreta dei formatori è un impegno importante. Il dialogo con le famiglie è continuo: frequen-ti comunicazioni anche con l’ausilio dei mezzi informatici, ricevimenti bimestrali dei ge-nitori con pagellina, colloqui personali con i docenti, presidi sempre a disposizione. Acco-glienza assistita fin dalle 7.30 e controllo delle uscite fino alle 17 e oltre. Inglese come lingua veicolare potenziato con ma-drelingua, intere lezioni curri-colari si fanno in inglese, c’è il teatro in inglese. Lo spagnolo come seconda lingua è per tut-ti; la nostra scuola è sede dello spagnolo certificato (Cervan-tes) per l’Emilia Romagna. Ci sono corsi di approfondimento di latino e greco: è importante riuscire a collegare passato e

presente, vecchio e nuovo. Mo-duli di diritto e cittadinanza: discipline storiche e giuridiche (diritto romano, nascita della democrazia, costituzione) per i futuri cittadini consapevoli e responsabili. I programmi cur-

ricolari sono ampi e completi e prevedono anche i test per l’ingresso all’università. L’in-tera scuola è collegata in rete: ci sono lavagne interattive, sa-le per proiezioni multimediali, laboratori di informatica e lin-guistici, laboratori di scienze e chimica. Una ultima novità è il registro di classe on line e cioè assenze, ritardi, voti e compiti a casa su piattaforma didattica internet. La biblio-teca e la cineteca sono tenute costantemente aggiornate. In aiuto alle famiglie sono molte le attività parallele alla scuola: mensa, doposcuola, sport, tea-tro, musical, danza, pianoforte, chitarra, stage di volontariato, soggiorni all’estero. E infine il sabato è libero per il benesse-re dei ragazzi e delle famiglie, nella vita di un giovane non c’è solo la scuola.

Una ultima importante nota: l’intera scuola e totalmente adeguata alle norme di sicurez-za da tutti i punti di vista.Tutto questo va bene e ci vuole ma il vero valore aggiunto del Sacro Cuore rimane il clima

di famiglia che si respira ovunque. Padri, insegnanti, alunni, famiglie, tutti insieme ri-usciamo a creare que l l ’ ambiente impegnato e se-reno che è fonda-mentale per la formazione cul-turale, umana e religiosa dei gio-vani. Non credete a chi dice: “Tanto al Sacro Cuore vengono promossi tutti!” o “Al Sacro

Cuore vanno i meno dotati!”. Non è vero. Al Sacro Cuore vanno quelli che credono nei valori umani e cristiani, quelli che accettano un piano forma-tivo serio e ad alto livello, quelli che sono disposti a dare tutto quello che possono. Più di 650 alunni con oltre 60 insegnanti ed educatori.Ci rendiamo conto che man-dare un figlio al Sacro Cuore è un investimento. Piange il cuore dover chiedere una retta perché lo Stato ignora la legge sulla parità che dovrebbe as-sicurare il diritto dei genitori a scegliere la scuola che desi-derano per i loro figli. Niente praticamente viene riconosciu-to alle scuole paritarie medie e superiori. E dire che le famiglie in questo modo fanno rispar-miare allo stato oltre 6 miliardi di euro l’anno se è vero che al-

Nello spirito del fondatore

I principi pedagogici di san Leonardo del MurialdoTestimoniare l’amore, gratuito, infinito, misericor-dioso di Dio. Unico fine dell’azione educativa è la per-

sona del giovane, amato da Dio in modo radicale e senza limiti, sempre pronti a ripartire ogni giorno con fiducia e pazienza. Da amico, fratello, padre. L’amicizia fa nascere un rapporto di reciprocità e di libertà, valori da vivere anche nel mondo della scuola. Essere fratelli è la dimensione costitutiva dei cristiani; le differenze di ruolo (genitore/figlio, insegnante /studente) sono il punto di partenza di ogni relazione per arrivare a essere tutti fratelli.Facendo bene il bene. Si può fare il bene, anche oggi si può criticamente distinguere ciò che è bene ciò che non lo è. Ma il bene va fatto bene; ciò richiede competenza, formazione permanente, rispetto dei contesti in cui si opera, linguaggio serio e trasparente.In un clima di famiglia. L’educazione non è l’atto di pro-tagonismo di un adulto nei confronti di un ragazzo. E’ ser-vizio alla sua crescita svolto da un gruppo ben coordinato ad affiatato di educatori; se c’è clima di famiglia anche il ragazzo diventa protagonista dell’educazione di sé, degli al-tri ragazzi, degli adulti stessi.Al cuore dei giovani. “L’educatore ha in cura e di mira ciò che è più prezioso nella società: cioè i fanciulli; ciò che è più prezioso nei fanciulli: il cuore” (S. Leonardo Murialdo).Per farne buoni cristiani e bravi cittadini. L’obiettivo dell’educazione è la formazione integrale della persona. E’ pur vero che la scuola è un ambito educativo importante, ma non totalizzante. Per questo è importante che essa man-tenga i rapporti con la famiglia, con la parrocchia, con il territorio. La misura del “buon cristiano” è data dal Vangelo. La qualità del “bravo cittadino” si verifica, già nel ragazzo, dalla sua capacità di attenzione e di responsabilità per il be-ne comune.

Etica della vita

Il falso calo degli abortiE’ stato recentissima-

mente pubblicato un breve articolo di Mario Palmaro sulla

falsa e ingenua notizia che gli aborti in Italia diminuiscono numericamente. In realtà non è così e Palmaro cerca le ragioni di tali fandonie in poche ma efficaci considerazioni che vo-lentieri riporto. In primo luogo, l’aborto da alcuni anni si può fare in molti modi: la diffusio-ne dell’aborto chimico toglie “lavoro” all’aborto chirugico, riducendo inevitabilmente il numero di donne che ricorro-no alla 194 e che quindi devo-no andare in ospedale. C’è un

• don gabriele SeMPrebon*travaso invisibile, insomma, che va dall’aborto chirurgico a quello chimico, fatto di pil-lole falsamente definite con-traccettive, di spirali o IUD, di usi impropri di farmaci che sciaguratamente miscelati pro-ducono effetti abortivi. Nessu-no è in grado di misurare con precisione questa galassia, ma una cosa è certa: è consistente, e comporta decine di migliaia di aborti invisibili all’anno. Ba-sti un dato su tutti: 1000 con-fezioni di Norlevo – la pillola del giorno dopo - vendute in farmacia in Italia ogni gior-no fanno 360.000 confezioni all’anno. Che non significano altrettanti aborti, ma certo ne implicano un numero molto ri-

levante, che nessuno, nemme-no le donne che hanno preso la pillola, potranno mai stimare con precisione.In secondo luogo, c’è un fatto-re determinante che concorre a spiegare la diminuzione del numero assoluto degli aborti: e mi riferisco al drammatico inverno demografico che av-volge il nostro Paese. L’aborto è infatti una causa di questo inverno, perché è ovvio che gli oltre 5 milioni di aborti prati-cati in Italia dal 1978 a norma di 194 corrispondono a 5 mi-lioni di italiani in meno. Ma è altrettanto ovvio che se si con-cepiscono meno figli, anche gli aborti subiscono una flessione. Terza considerazione: che l’a-

borto sia in proporzione alle gravidanze stabile o addirittura in aumento lo conferma il fat-to che il numero di aborti per ogni 1000 nati vivi è ormai da anni arroccato intorno ai 250-270 casi, un rapporto propor-zionale impressionante, che rende il grembo di una donna italiana un luogo pericolossis-simo per il nascituro, che in un caso su 4 non verrà fatto nasce-re deliberatamente.Quarto: in questi anni ci sono stati anche molti “salvataggi” di bambini destinati all’aborto grazie al lavoro encomiabile dei Centri di Aiuto alla Vita, di Telefono Sos Vita e di molti altri anonimi difensori della vi-ta. Verità, quest’ultima, che per

altro non va sopravvalutata nei sui risultati quantitativi, che restano pur sempre assai mo-desti sotto il profilo statistico.La quinta e ultima osserva-zione è di carattere logico, ma proprio per questo è forse la più importante: quand’anche l’aborto volontario diminuisse veramente, e non potremmo che rallegrarcene, questo non dipenderebbe certamente da una legge libertaria e permissi-va come la 194. Sarebbe come dire che il fumo delle sigaret-te si combatte permettendo a tutti di fumare ovunque; o che la droga si sconfigge venden-dola nelle tabaccherie; o che gli evasori fiscali si debellano promettendo che lo Stato non

li punirà mai più. Non si può combattere l’aborto legalizzan-dolo, né “applicando bene” una legge che è stata votata, appro-vata e applicata per introdurre il principio di autodetermina-zione della donna e per consa-crare il “diritto alla scelta”. Queste considerazioni mi sembrano estremamente effi-caci per capire che il problema dell’I.V.G. rimane e che biso-gna essere estremamente anali-tici e rigorosi nell’analizzare le notizie riportate per scoprire la verità e per non cadere nei tra-nelli di lobby che hanno tutto l’interesse per far apparire ciò che non è.

* In collaborazione conil Centro di Bioetica Moscati

lo stato un alunno costa circa 7.000 euro l’anno mentre alle stesse condizioni un alunno nella scuola paritari costa dai 3 ai 4000 euro.Ma noi ai valori della scuola paritaria cattolica ci credia-mo e facciamo di tutto perché chiunque voglia frequentare il Sacro Cuore possa farlo senza

nessuna discriminazione. Ab-biamo creato un fondo borse di studio a questo scopo e spe-riamo di incrementarlo sempre di più con l’apporto di chi de-sidera sostenere una scuola co-me la nostra. Le iscrizioni sono aperte. Mandateci pure qual-che buon ragazzo. Sarà accolto come tutti gli altri.

17Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

Iniziative

Sui binari della memoriaA pochi giorni dal rientro, il racconto dell’esperienza di “Un treno per Auschwitz” da parte di due ragazzi modenesi

Sei giorni ricchi di esperienze in un viag-gio nella storia più drammatica del se-

colo breve. Dopo il rientro a Modena dello scorso lunedì 30 gennaio, abbiamo raccol-to le impressioni di Gabriele Cambi e Fulvio Schedoni, due studenti del liceo scien-tifico-tecnologico “Corni” che hanno preso parte a “Un tre-no per Auschwitz”, iniziativa promossa anche quest’anno in occasione della Giornata della Memoria. In questa settimana avete potuto osservare da vicino luoghi che hanno segnato in modo drammatico la storia. Qual è l’aspetto che più vi ha colpito?Gabriele: Sono rimasto im-

• luCa beltraMi

pressionato dalla sconfina-tezza del campo di Birkenau. È impressionante osservare l’estensione di questa che è

stata una vera e propria città della morte. E poi le baracche e le altre strutture naziste, tut-ti elementi che riportano alla

memoria un passato terribile. Fulvio: Anche per me la vi-sita al campo di sterminio di Birkeau è stata un’esperienza

molto forte. Per quanto ri-guarda Auschwitz, al museo mi hanno colpito i reperti trovati dopo la liberazione. Le foto sono crude ed estre-mamente vere, non si tratta di storia riportata nei libri. E poi il numero mostruoso di vali-gie, scarpe, occhiali e altri og-getti che venivano sequestrate alle persone.Come vi ha cambiato questa esperienza e cosa avete por-tato a casa da un punto di vi-sta emotivo?Gabriele: La paura che possa capitare ancora. Ci siamo tro-vati di fronte a una crudeltà senza limiti e quando ti trovi in quei campi la consapevo-lezza di ciò è forte. Personal-mente farò quanto potrò per evitare il ripetersi di una tra-gedia simile. Fulvio: La presa di coscienza che è capitato davvero. Fino a quando non ti trovi all’in-terno dei campi non capi-sci pienamente l’orrore dello sterminio di massa. Essere lì e vedere quei luoghi ti dà una visione più corretta di ciò che è stato proprio perché non è

mediata da libri o altre fonti. L’esperienza potrebbe aver cambiato anche l’atteggia-mento nei confronti dello studio della Shoah. Ora co-me vi ponete di fronte a que-sto periodo storico: provate repulsione o volete saperne ancora di più?Gabriele: Appena rientrato ho riguardato il film “Schindler’s List” tanta era la mia voglia di non dimenticare. L’orrore e il disgusto provati durante questo viaggio sono strumen-ti per aumentare la voglia di conoscenza. Penso sia im-portante, quasi obbligatorio, approfondire questi temi, per continuare ad alimentare il ricordo. Fulvio: Io invece rientrando ho pensato che nel campo non ci volevo tornare almeno per una decina d’anni. Come ho già detto questa è un’e-sperienza molto forte, che devi far maturare dentro di te. Vorrei capire come è stato possibile tutto ciò, cosa può aver portato a sviluppi così estremi e questo è ancora più interessante visto che non è capitato dall’oggi al domani.

Cittadini? Sì grazieUn incontro con l’onorevole Sarubbi per parlare della proposta bipartisan sul cosiddetto ‘ius soli’ , o comunque sulla cittadinanza per i figli di immigrati presenti in Italia

Dalla Caritas alle Acli, passando per il cardinale Bagna-sco ed il Presidente

Napolitano: le voci che invita-no a risolvere il problema della cittadinanza per i bambini nati e cresciuti nel nostro paese or-mai sono molteplici e corali. La soluzione – come afferma l’ono-revole Andrea Sarubbi, a Mo-dena per un incontro su questo tema – forse non sarà la pro-posta bipartisan, firmata da lui insieme a Fabio Granata e altri 100 parlamentari di centrode-stra e centrosinistra, che giace da oltre un anno in Parlamento. E nemmeno la proposta “L’I-talia sono anch’io” per la quale è in corso la raccolta di firme. “Si tratterà di una mediazione, ma ben venga – afferma Sarub-bi – perché non si tratta di una battaglia di parte, ma di buon senso, che deve dare origine ad una norma condivisa, destinata a durare nel tempo”. L’incon-tro, guidato da Antonio Farnè, giornalista Rai e presidente re-gionale Ucsi, ha visto anche la

• MariaPia Cavani

presenza di Beppe Pagani, con-sigliere regionale, e si è aperto con la visione del cortometrag-gio “L’identità italiana”, realiz-zato dagli studenti dell’istituto Meucci di Carpi. La proposta dell’on. Sarubbi nasce dopo il confronto con gli esperti della comunità di Sant’Egidio, per dare risposta ad un problema concreto, che porta anche a 20 anni i tempi per ottenere la cit-tadinanza. L’obiezione che vie-ne dal centrodestra è che non basta il tempo per definire l’ap-partenenza ad una comunità. “Una volta individuata una cor-sia preferenziale per i bambini, serve la semplificazione delle pratiche per gli adulti, insieme a percorsi di conoscenza della lingua e della cultura. La legge è stata bloccata finora per ragio-ni di convenienza, ma questo governo dall’ampia maggioran-za può ora raccogliere que-sta sfida”. La Regione Emilia – Romagna, rappresentata dal consigliere Beppe Pagani, ha aderito alla campagna. “Si trat-ta – ha detto Pagani – di cono-scere governare processi in atto, di una campagna di civiltà. E’ necessario ricostruire legami di comunità tra chi vive sul terri-torio”. “La società – ha precisato Sarubbi – cambia senza chie-dere il permesso alla politica, le cose accadono e a volte la politi-ca è in ritardo. Ci sono persone che vivono l’immigrazione co-me una protesi e non si rendono

invece conto che è un trapianto. I modelli di riferimento sono lo ius soli e lo ius sanguinis. Il primo è stato adottato dai paesi di grande immigrazione, come gli Usa, che avevano bisogno di grandi quantità di persone. Credo nell’introduzione di uno ius soli tempe-rato: sono italiani i bambini nati qui, i cui genitori non sono qui per caso, ma pre-senti stabilmente da almeno 5 anni. Se alla nascita manca questo requisito, il bambino sarà italiano alla fine del percorso di studi intrapreso”. Rachida Dati, già ministro di Sarkozy, francese di seconda generazione, donna di centrodestra, anche sulla base della propria esperienza, si è chiesta dove sta il bene del suo Paese: se nel lasciare le per-sone sole o nell’ac-compagnarle verso la cittadinanza piena. E la risposta è scontata. “E’ giusto – prosegue Sarubbi – anche te-nere alta l’asticella dei requisiti richiesti, ma lo Stato deve poi accompagnarti ed investire sulla tua formazione di nuovo citta-dino, visto che il futuro passa poi necessariamente da qui”. “Davvero - dice ancora il par-

lamentare – non si tratta di un problema di destra o sinistra: mi chiedo se è più di destra la-sciare che ogni immigrato sia lasciato a se stesso o chiedergli di riconoscesi nei valori che fondano il paese dove ha scel-to di far crescere i propri figli.

Dobbiamo individuare una via italiana all’integrazione, diversa dai ghetti della Gran Bretagna, in cui non esiste quasi l’inclu-sione, ma anche dall’assimila-zione imposta della Francia, che ha per risultato la riappro-

priazione, da parte dei giovani, di tutti i simboli identitari. Noi non temiamo la nostra identità, possiamo accogliere le persone, abbiamo una forza gentile che ci permette di fare integrazione in modo diverso, e tanti sono i casi, anche dove governa la Le-

ga, che lo testimoniano”. “Ha senso – si domanda ancora Sa-rubbi – pagare la formazione, magari per 20 anni, a persone che poi, per legge, non possono accedere a nessun posto pub-blico ed esercitare numerose

professioni?Ha senso tagliare fuori le per-sone nel momento in cui pro-ducono? Preferisco che chi vive qui si senta in una casa, di cui condivide la responsabilità, e non in un albergo, delle cui con-dizioni si preoccupa il giusto.

Anche dal punto di vista cultu-rale infatti le responsabilità di un immigrato regolare e quelle di un cittadino sono diverse”.La speranza è quella di ritrovar-ci, tra un anno, a commentare la legge già in vigore.

18 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

Stati generali e Formazione:le linee guida per i prossimi anni

Un weekend importante per il Csi, Modena era presente

Dalla tre giorni te-nutasi a Rimini lo scorso fine setti-mana è scaturita

una definizione che, in estre-ma sintesi, descrive a pieno i lavori svolti nel corso degli Stati Generali dell’attività sportiva e della Convention nazionale dalla Formazione: “un ponte sul futuro”. Dal 27 al 29 gennaio a Rimini si so-no infatti tracciate le basi per orientare il decennio dell’atti-vità sportiva del Csi e le linee strategiche della formazione dei prossimi anni. Rimini ha significato una delle più

Csi sport e sociale

Serate in famiglia all’Oplà

Continuano a febbraio gli appuntamenti del dopocena all’Oplà. Il prossimo è da segnare in agenda per saba-to 4 febbraio dalle 20.15 alle 23.30 con lo spettacolo

“Danzando insieme” della scuola di danza Coreutica. Per info: tel. 059 285215, [email protected].

• elena CriStoni

Lo sport è di tutti e per tutti nelle scuole di Modena

grandi iniziative di ascolto della base associati-va nella storia del Csi: 460 dirigenti erano presenti, 183 gli interventi orali nelle dieci sessioni di la-voro, per 60 ore complessive di audizioni e 75, in tutta Italia, i Comitati che hanno portato idee per favorire il rinnovamen-to. I temi trattati

Più vicini alla normalità

Continua l’esperienza a stretto contatto con le scuole del-la provincia, con

gli insegnanti che vi lavorano e con i ragazzi disabili che le frequentano. Tutto con l’im-mancabile supporto del Csi Modena e del suo fondamen-tale progetto “Lo sport è di tutti e per tutti”. Ne abbiamo parlato con Laura Fregni, inse-gnante presso l’Istituto Calvi di Finale Emilia. Laura ci racconti la sua espe-rienza e il suo percorso for-mativo: come è arrivata al suo attuale ruolo? Sono insegnante di educazione fisica e come formazione spor-tiva mia personale provengo dalla pallavolo; prima di co-minciare ad insegnare a scuola ho avuto una lunga esperienza di lavoro in palestra con grup-pi di tutte le età, dai bambini dell’asilo ad adulti e anziani; ho allenato per lungo tempo squadre femminili di pallavolo, ho insegnato aerobica e step e

• MarCo CoStanzini

anche balli latini...successiva-mente ho conseguito il titolo di specializzazione in attività di supporto all’handicap nella scuola. Quale la sua attuale esperien-za presso l’istituto: con quanti ragazzi lavora? Quale l’età e il sesso dei ragazzi? Lavoro come insegnante di sostegno all’Istituto “Calvi” di Finale Emilia, dove rivesto an-che il ruolo di coordinatrice di docenti ed educatori che lavo-rano con ragazzi in situazione di handicap; mi occupo di due alunni e dell’organizzazione degli orari e di tutte le attivi-tà ed i progetti del gruppo di sostegno. Inoltre, svolgo con i ragazzi un bellissimo progetto di attività motoria “Lo sport è di tutti e per tutti” promosso dal Centro Sportivo Italiano di Modena. Quali attività svolgete e in che modo? Come vengono coinvolti e integrati i ragazzi? Al progetto sportivo attual-mente partecipano 16 ragazzi, di età e classi differenti, per lo più maschi. Le attività sono strutturate in questo modo:

abbiamo svolto in autunno le lezioni in piscina di educazione all’acqua e attraverso l’acqua, attualmente sto facendo qual-che lezione di balli di gruppo e successivamente svolgeremo attività di esercizi psicomotori, giochi di squadra e prepara-zione alle gare di atletica che si svolgeranno in primavera, a cui i nostri ragazzi partecipano sempre con grande entusiasmo insieme ai loro compagni di classe. Alcuni dei nostri ragazzi inoltre, insieme ad altri studen-ti della scuola, partecipano al gruppo sportivo pomeridiano.I ragazzi apprezzano il suo lavoro? Quale rapporto riesce ad instaurare con loro?I ragazzi ogni anno aspettano con ansia l’inizio del progetto e vi partecipano con entusiasmo. Il rapporto con i “miei atleti” è ottimo: l’impegno che mettono nelle attività richieste è davvero tanto e la loro partecipazione, ad esempio alle gare di atletica o alle manifestazioni sportive in genere, è veramente note-vole. Quale lo scopo e quali i risul-tati della sua attività?

La mia formazione polivalente in fatto di esperienze lavorative in ambito sportivo precedenti all’insegnamento, mi ha per-messo di acquisire molte ri-sorse da spendere nella scuola, anche a livello di offerta for-mativa con i ragazzi. Lo scopo principale della mia attività è quello di far sentire ogni utente del mio progetto più vicino al-la “normalità”, intesa in questo caso come possibilità di fare sport in modo costante e pro-ficuo, ed acquisirla come abitu-dine di vita.Le sue impressioni personali? A livello relazionale ed emo-tivo quali le difficoltà e quali le soddisfazioni?Nessuna difficoltà a livel-lo emotivo, solo grandissime soddisfazioni a livello umano, relazionale e sportivo, perché i ragazzi si applicano, apprendo-no ed arricchiscono con le loro fragilità noi ‘normodotati’. Il progetto “Disabili e sport” del Centro Sportivo Italiano di Modena è realizzato grazie al contributo determinante della Fondazione Cassa di Rispar-mio di Modena.

Tempo di formazione

Ha preso il via il 2 febbraio sul tema “Il profilo mo-tivazionale e spirituale del coordinatore” il corso per coordinatori di centri estivi e attività ricreative. Il se-

condo incontro sarà il 9 febbraio, presso il Centro Famiglia di Nazareth, sul Progetto di Pastorale Giovanile. A seguire il 16 febbraio su “Struttura organizzativa e tecnica del centro esti-vo: tempi, attività di gestione del personale”, il 23 febbraio su “Le relazioni: staff con genitori e bambini”, l’1 marzo “Aspetti amministrativi, assicurative gestionali del centro estivo. Norme di primo soccorso”, l’8 marzo “Organizzazione e gestione di eventi speciali: gita, giornata diocesana ecc…”, il 15 marzo “La comunicazione: aspetti strategici sulla promozione pre-centro e comunicazione interna (coordinatore/animatori e coordina-tore/famiglie)”.Tutti gli incontri, salvo diversa indicazione, si tengono presso la sede del Csi di Modena dalle 20 alle 22.30. Per info e iscrizioni: tel. 059 395357, [email protected].

Marzo sulla neveDal 7 all’11 marzo torna il grande appuntamento con lo

SportBianco a firma Csi. Cinque giorni sulla neve del nostro Appennino tra ciaspolate, slalom, snow contest

e tornei di calcio. Le iscrizioni sono già aperte. Per info: tel. 059 395357, [email protected], www.csimode-na.it.

Cinque parole chiave che identificano cinque temi princi-pali: Fame, Sete, Nudo, Malato, In Carcere. Sono questi il fulcro della convention interregionale del Centro Sportivo

Italiano che si terrà a Salsomaggiore Terme sabato 11 e domenica 12 febbraio. Si tratta di un’iniziativa che vuole mettere le basi per il futuro e rilanciare la “scuola quadro-dirigenti”, una convention incentrata sulla figura del dirigente Csi nelle sue varie tipologie, ambiti, competenze e aspettative. Lo scopo è analizzare gli inter-venti formativi necessari in prospettiva futura. I relatori della due giorni saranno don Alessio Albertini, Davide Iacchetti e Giacomo Abate. I lavori inizieranno il sabato mattina alle 10 presso l’albergo Elite di Viale Cavour 5.Per info e prenotazioni: tel. 0522 511482, [email protected].

I nuovi dirigenti CsiCorso interregionale di formazione

hanno spaziato dalla politica sportiva, all’attività per l’in-fanzia sino ai diversamente abili e alla terza età. Tutta questa ricchezza associativa sarà sintetizzata in un docu-mento che verrà sottoposto al prossimo Consiglio naziona-le, programmato per l’11 feb-braio a Roma. Quest’anno gli Stati Generali hanno inoltre coinciso con la Convention nazionale della Formazione. Stesso luogo e stessa data per questo importante appunta-mento di approfondimento e di proposta, un incrocio meditato e voluto, per dare modo a destinatari diversi di condividere momenti co-muni, nel riferimento a un obiettivo unico: trovare mo-

di sempre più convincenti ed efficaci di fare promozione umana ed educazione giova-nile attraverso lo sport. Dal racconto di Paolo Zarzana, responsabile della formazione del Csi di Modena, presente a Rimini insieme al direttore dell’attività sportiva del Csi di Modena, Raffaele della Casa, e al presidente, Stefano Gobbi: “Il direttore della For-mazione, Michele Marchetti, ha elencato con estrema cura i progetti, in particolare ri-ferimento a quelli educativi. Ha posto molta attenzione ai

progetti scuola, sottolinean-do che il Csi desidera ripor-tare negli istituti la voglia e l’entusiasmo dello sport, con i valori dell’impegno e dello spirito di gruppo. Inoltre il Csi assume prioritaria la re-sponsabilità educativa e sente il dovere di agire con propo-ste coraggiose, significative e importanti.Anche il comitato di Modena è stato protago-nista della convention con il Centro Studi per allenatori di calcio, ormai una realtà con-creta nell’ambito formativo nazionale”.

19Domenica 5 febbraio 2012NostroTempo

Cos’è il Museo diocesano?Un nuovo allestimento visitabile già a partire dallo scorso 30 gennaio

Dopo il successo della mostra “Ma-ter Dei”, il Mu-seo Benedettino e

Diocesano d’Arte Sacra presenta un nuovo allestimen-to per spiegare ai visitatori il signi-ficato, gli scopi e le funzioni di un museo diocesano. Dalla prossima stagione autunna-le, infatti, l’équi-pe scientifica del Museo, ottenute le necessarie au-torizzazioni dalla Soprintendenza di competenza, ha intenzione di allestire la sezione diocesana perma-nente con alcune tra le più signifi-cative testimonianze storiche ed artistiche della millenaria storia dell’Arcidiocesi. L’esposizione “Cos’è il Museo diocesano?” risponde ad alcu-

Cultura

Edi Brancolini, Luigi Imbriale, Gian Lui-gi Rinaldi e Giuseppe

Schenetti, quattro rappresen-tanti dell’arte modenese rag-gruppati in un’esposizione d’eccezione allestita dal 4 al 29 febbraio presso il centro studi Lodovico Antonio Muratori. Quattro artisti completamente differenti, ma uniti dal talento: di Brancolini si dice che ogni suo dipinto sia “un sogno ad occhi aperti o meglio una se-quenza riflessa nel cristallino e bloccata dal fermo immagine”, di Imbriale si usa sottoline-are l’introspezione e la scelta della pittura “per raccontare il suo essere interiore” laddove le parole non sono più sufficien-ti per esprimere le emozioni. Dolmen, forme primarie, ci-lindri, cerchi e semicerchi in bronzo sono invece gli elementi alla base della ricerca forma-le misteriosa ed intrigante di Giuseppe Schenetti. Dagli spaccati delle superfici metal-liche si intravedono costru-zioni e congegni interni come fossero testimonianze di altre civiltà, di altri mondi, o forse semplici tentativi di racconta-re, di esternare le più recondite tribolazioni del proprio animo di artista e di imprimerle nella materia. E di materialità ogget-tuale si tratta anche nelle opere di Gian Luigi Rinaldi, ceppaie di castagni, tagliati o caduti, marciti lentamente sotto terra che, prima di trasformarsi defi-nitivamente in polvere, offrono

Incontri d’arte Centro studi Muratori

ne domande ponendosi come un’anteprima, in cui il messag-gio di cui il Museo è portatore viene spiegato attraverso l’ana-lisi dei compiti stabiliti nel suo

statuto, firmato dall’arcivesco-vo-abate mons. Benito Coc-chi nel 2009. Ogni obiettivo è illustrato concretamente da opere provenienti dal territorio

diocesano e da tempo conser-vate nel deposito del Museo, quali le suggestive tele con gli Evangelisti (bellissime copie seicentesche dal Guercino) o

la pianeta più antica conserva-ta in diocesi, risalente al XVI secolo. Si può così scoprire che il Museo diocesano è al servi-zio della comunità cristiana e

stupefacenti immagini di tralci contorti, spuntoni compene-trati, figure deformi o assurdi paesaggi che l’artista riesce a far riemergere con pochi ritocchi. Le sue opere sorprendono e incuriosiscono perchè riconse-

gnano vita e linguaggio a cose morte da decenni. Per la serie Artisti da Ricordare la mostra ospiterà anche un omaggio a Vanni Viviani (1937-2001).Per info: tel. 059 214161, www.circolodegliartistimodena.it.

Andrà in scena il 5,6,7 febbraio alle ore 21 al Teatro dei Segni “Le fondamenta dell’im-pero”, monologo inservibile a un attimo dal crollo, il fortunato spettacolo della com-pagnia Quinta Parete che nel 2012 diventa anche un libro in vendita di tutte le librerie

dal 23 febbraio. Le fondamenta dell’impero è uno spettacolo immaginario che mette lo spet-tatore di fronte alla sua verità, che mette in discussione la realtà fondendola con la fantasia, con il desiderio e con l’impossibile. Per promuovere libro e spettacolo, la Compagnia Quinta Parete ha previsto una serie di iniziative e proposte nei negozi e istallazioni artistiche. Per info e prenotazioni: tel. 327.7376184, www.quintaparete.org.

Le fondamenta dell’imperoTeatro dei Segni

C’è tempo fino al 15 febbraio per iscriversi a Suoni Paralleli, il concorso gratuito nato per consentire ai nuovi artisti emergenti italiani di disporre di un’efficace promozione e distri-buzione attraverso i nuovi canali digitali. Sul sito www.suoniparalleli.com è possibile segui-

re giorno dopo giorno tutte le band già iscritte al concorso. Partecipare è semplice, basta collegarsi al sito, compilare il modulo di partecipazione e inviare il materiale richiesto online entro e non oltre il 15 febbraio.Per info:[email protected], www.suoniparalleli.com.

Suoni paralleliConcorso musicale per gruppi emergenti

civile, compie ricerche circa le testimonianze della secolare fede dell’Arcidiocesi, le racco-glie, le conserva e soprattutto le espone a fini educativi e di promozione catechetica. Inol-tre, il Museo diocesano assicu-ra l’esposizione del patrimonio posseduto: a tal fine sono pre-sentate alcune opere inedite donate da privati cittadini. An-cora, il Museo assicura la con-servazione del patrimonio a lui affidato: la proposizione è illu-strata dal caso di alcuni dipinti della chiesa di San Bartolomeo di Modena, portati a Nonan-

tola dopo il ritiro dei gesuiti dalla città. Infine, il Museo promuove la conservazione e lo studio dei beni custoditi: come si restaura un’opera d’ar-te? Quali strumenti e materiali utilizza il restauratore per ri-portare un’opera che sembra irrimediabilmente perduta al suo antico splendore? A queste domande risponde la presenza di un antichissimo crocifisso (XV secolo) e una tavola di-pinta (XVI) esposti pur nel loro precario stato di conserva-zione: il Museo si è impegnato a ricavare i fondi necessari a

restaurarle perché possano es-sere di nuovo ammirate nella loro originaria bellezza. Ac-canto a queste due opere, una vetrina allestita a cura della ditta “Ripresa restauri” ospi-ta alcuni tra i principali stru-menti e materiali utilizzati dai restauratori nel loro difficile e delicato lavoro. L’esposizione è visitabile da martedì 30 genna-io: dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12, sabato dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, domenica dalle 15 alle 18. Per info: tel. 059 549025, [email protected].

20 Domenica 5 febbraio 2012 NostroTempo

SETTIMANALE CATTOLICO MODENESEFONDATO NEL 1957