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Le Voci di Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro via Piave Numero 1 - Ottobre 2007 IN QUESTO NUMERO: LA NOVITÀ Arredo urbano e iniziative per cambiare la città a pagina 2 PRIMO PIANO Italiani e stranieri Opinioni a confronto a pagina 4 SICUREZZA Non bastano le telecamere a pagina 6 Stazione FS Piazzale Bainsizza Via Sernaglia Via Cavallotti Via Piave Via Felisati Via Dante Piazzetta S. Francesco Piazzetta XI Febbraio Via Trento Via Silvio Trentin IL GRUPPO DI LAVORO UN ANNO DOPO I l “Gruppo di lavoro Piave” trae le sue origini dall’as- semblea che il “Comitato Piave” ha tenuto il 19 maggio 2006 in via Sernaglia, alla presenza del Presidente della Municipalità Massimo Venturini. In quell’incontro i molti cittadini presenti avevano espresso preoccupazioni e proteste per la situazione di degrado e i problemi di ordine pubblico che interessavano via Piave e le zone circostanti. Con l’aiuto del Servizio ETAM - Animazione di Comunità e Territorio, della Direzione Politiche Sociali, Partecipative e dell’Accoglienza - Assessorato alle Politiche Sociali e Rapporti con il Volontariato del Comune di Venezia, si è pertanto costituito un gruppo di cittadini aperto al contributo di tutti, finalizzato al miglioramento della vivibilità della zona e al superamento dei problemi esistenti. Anche questo notiziario è stato realizzato per permettere a tutti di esprimere la propria opinione, liberamente e in modo costruttivo, fornendo una puntuale informazione e contribuendo al dialogo nella nostra comunità. Segue a pagina 7

Notiziario 01_2007

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Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro di via Piave - Mestre (VE).

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Page 1: Notiziario 01_2007

Le Voci di

Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro via Piave

Numero 1 - Ottobre 2007

IN QUESTO NUMERO:

LA NOVITÀ Arredo urbano e iniziative per cambiare la città

a pagina 2

PRIMO PIANO Italiani e stranieri Opinioni a confronto

a pagina 4 SICUREZZA Non bastano le telecamere

a pagina 6

Stazione FS

Piazzale Bainsizza

Via Sernaglia

Via Cavallotti

Via Piave

Via Felisati

Via Dante

Piazzetta S. Francesco

Piazzetta XI Febbraio

Via Trento

Via Silvio Trentin

IL GRUPPO DI LAVORO UN ANNO DOPO

I l “Gruppo di lavoro Piave” trae le sue origini dall’as-semblea che il “Comitato

Piave” ha tenuto il 19 maggio 2006 in via Sernaglia, alla presenza del Presidente della Municipalità Massimo Venturini. In quell’incontro i molti cittadini presenti avevano espresso preoccupazioni e proteste per la situazione di degrado e i problemi di ordine pubblico che interessavano via Piave e le zone circostanti. Con l’aiuto del Servizio ETAM - Animazione di Comunità e Territorio, della Direzione Politiche Sociali, Partecipative e dell’ Accoglienza - Assessorato alle Politiche Sociali e Rapporti con il Volontariato del Comune di Venezia, si è pertanto costituito un gruppo di cittadini aperto al contributo di tutti, finalizzato al miglioramento della vivibilità della zona e al superamento dei problemi esistenti. Anche questo notiziario è stato realizzato per permettere a tutti di esprimere la propria opinione, liberamente e in modo costruttivo, fornendo una puntuale informazione e contribuendo al dialogo nella nostra comunità.

Segue a pagina 7

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Pagina 2 Numero 1 - Ottobre 2007

S icuramente via Piave e la zona che va dal Parco Pi-raghetto a via Cappuccina

è notevolmente cambiata negli ultimi anni. Da zona della “vecchia” Mestre, negli anni è andata modificandosi: molti nego-zi sono stati chiusi con l’arrivo dei grandi centri commerciali; la zona pedonale del centro ha influenzato il modo di fare acquisti e, in via Piave, si sono concentrati negozi gestiti soprattutto da cinesi, ben-galesi e nigeriani; tante case sono state vendute a cittadini stranieri e molti di loro si sono integrati nel tessuto urbano con i loro bambini che frequentano le scuole locali. È una zona dove ci sono servizi, ma dove da anni si sentiva la mancan-za di un nuovo arredo urbano. Il Gruppo di lavoro per via Piave ha quindi collaborato con l’ ammini-strazione in vari incontri per far partire i lavori e determinare al-cune scelte di arredo del verde urbano - come quello di via Serna-glia e via Piave -, avviando così un percorso di “programmazione partecipata” che ha visto impe-gnati il Comune e la Municipalità di Mestre centro.

Il verde pubblico Il verde di fronte alle “case dei ferrovieri” è stato illuminato e sono state installate delle teleca-mere con un nuovo arredo che migliora tutta la zona.

Via Sernaglia Il Teatro finalmente è stato com-pletato e consegnato alla città! Un progetto che risaliva alla fine degli anni Ottanta quando, finito il Centro civico, i lavori si sono in-terrotti. Dopo vari progetti si è tornati all’idea iniziale ed ora il teatro è stato completato ed è ve-ramente bello! Ed è bella anche la zona intorno con la nuova sistema-zione del verde. Da settembre la nuova struttura ospita la program-mazione del Teatro del Parco Bis-

suola (chiuso per restauri) e, con il cinema Dante, via Sernaglia di-venterà una zona d’ interesse e punto d’incontro per tutta la città.

Strade e marciapiedi In via Piraghetto sono stati com-pletati i marciapiedi e rifatti gli incroci per rallentare il traffico, con un impegno finanziario di 500

mila euro. Nel corso di questo au-tunno i lavori si spostano in via Silvio Trentin con la costruzione di marciapiedi richiesti da tanto tempo, con un investimento di 615 mila euro, e si rifaranno gli incro-ci di via Montenero, via Monte Grappa e via Fiume con altri 500 mila euro. E se in via Cappuccina proseguono i lavori del tram con

TRAFFICO

Sul fronte del traffico e della sicurezza di residenti, pedoni e automobilisti, partiranno i sensi unici attesi da anni tra la Miranese, via Piave e la Stazione, con la mes-sa in sicurezza di tutti gli incroci. La nuova viabilità riguarderà le vie Piraghetto, Podgora, Fiume, Cavallotti, Monte Nero e Trentin.

ARRIVA

IL TEATRO

Via Sernaglia diventa un centro culturale con il cinema e il nuovo teatro

Partono i nuovi sensi unici

ARREDO URBANO Tante opere, molte già completate, puntano a migliorare

I lavori per CAMBIARE Con il teatro via Sernaglia diventa un polo culturale - Più sicuri

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Pagina 3 Le Voci di via Piave

In piazzetta S. Francesco e piazzale Bainsizza

Così è… Se vi PIAVE Scendendo in strada possiamo conoscerci

I n piazzetta S. Francesco il “Mercatino del Baratto” per bambini e ragazzi sotto i 13 anni, in piazzale Bainsizza un pomeriggio di musica e di circo. Con questi due even-

ti, organizzati nel giugno scorso, è stato dato il via ad una serie di manifestazioni nella zona che, nel caso del Mercatino del ba-ratto, dovrebbe via via caratterizzare piazzetta s. Francesco e il quartiere Piave quale luogo di appuntamento mensile come per altri lo è per l’antiquariato. E, per far crescere eventi come questi, è indispensabile l’aiuto e la partecipazione di tutti. Le manifestazioni sono state organizzate dal “Gruppo di lavoro di via Piave”, dal servizio Etam dell'assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Venezia, dalla Municipalità di Mestre-Carpenedo con l'associazione Mandragola. Hanno collaborato anche il "Socio-cultural-imigrant journalist fo-rum" (associazione di cittadini Bengalesi, con sede in via Felisa-ti), l’“Associazione Ucraina più” (associazione ucraina con sede in via Sernaglia), con la “Pasticceria Fiume” e la panetteria “L’arte di Valerio” che hanno assicurato la merenda per i bam-bini. Il battesimo del mercatino è stato preceduto dagli “Sbandieratori e Musici di Mestre” che, partendo dal parco Pi-

raghetto, sono arrivati in piazzetta San Francesco dove, a conclusione, è stata applauditissima la “Banda Berimbau” di Trieste con la sua batteria di samba. A fine gugno, invece, piazzale Bainsiz-za ha ospitato singoli e gruppi di musicisti che hanno avuto a disposizione 15 minuti ciascuno per esibirsi in musica ed improvvisazioni, seguiti dal coro polifonico “Le Cime”, da un gruppo di bambini e ragazzi in danze Bengalesi, dal coro femminile ucraino “Dolya” e dal Crop Circo con

numeri di teatro, giocoleria, magia comica e acrobazie. “Lo slogan di questi eventi è stato “Così è... Se vi Piave” - sotto-lineano gli organizzatori - in quanto in questa espressione ci sembra rappresentata la realtà sociale di via Piave e dintorni: con la sua storia, la sua pregevole urbanistica degli anni ‘30, i suoi angoli di incontro e la sua capacità di accoglienza, ma an-che con i suoi problemi che tutti conoscono. “Se vi Piave…”, quindi, perché non vogliamo arrenderci e vogliamo continuare a vivere nel quartiere in cui abitiamo: in armonia, in sicurezza e nella pluralità, rischiando “la contaminazione” con gli altri cit-tadini”. E proseguono i promotori di questi eventi: “Organizzare iniziative ricreative e culturali in questi luoghi significa creare occasioni non episodiche di riappropriazione della città. Per questo, con la ripresa di settembre, il Mercatino del baratto avrà cadenza mensile (ogni terzo sabato pomeriggio del mese) puntando a diventare un momento di gioco e di edu-cazione per i piccoli, ma anche per gli adulti che li accompa-gnano, attraverso lo scambio o la vendita dei giocattoli non più usati, di materiale da collezione, di libri, ecc. altrimenti desti-nati a finire tra i rifiuti”.

Fabrizio Preo

IL MERCATINO

E LA FESTA

Le immagini del mercatino di piazzetta S. Francesco e della festa di giugno in piazzale Bainsizza

lla vita nell’intero rione la città

incroci e marciapiedi

Il Mercatino del baratto

tornerà ogni terzo sabato

del mese

la realizzazione del sottopassag-gio per Marghera, in via Cavallot-ti si sperimenterà un senso unico con pista ciclabile che si colle-gherà fino a via Dante.

Possiamo dunque dire che la zona di via Piave sta proprio cambian-do. Sta ora a tutti noi mantenerla per viverci meglio.

Palma Gasparrini

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Pagina 4 Numero 1 - Ottobre 2007

cibo per tutti con un solo fornello? Come fate senza uno spazio intimo e privato?”. Ho risposto con un proverbio francese: “Una donna vera deve saper portare le cose necessarie in tasca e fare il bagno con un bicchiere d’acqua”. In que-sto proverbio basta cambiare il soggetto: uno straniero non deve dimenticare le proprie radici per avere futuro, e si può sognare il futuro restando realisti.

U ltimamente girano tante voci sulla città che va in

degrado per colpa degli stranieri, che sta diventando più sporca, più pericolosa e dove non si può più vivere tranquilli. È possibile che sia vero, ma sappiate che ci sentia-mo parte integrante di questa città che consideriamo anche nostra. Ancora nessuno ha potuto girare indietro la ruota della storia: ormai siamo qui e viviamo qui, lavoriamo e respiriamo, costruiamo la nostra realtà e quello che è, ormai, il no-stro e vostro destino, cioè essere tessuto vivo di Mestre. Solo che assieme, dobbiamo imparare tante cose. Ma sappiate che anche noi stranieri abbiamo un sogno in co-mune, cioè… tornare a casa.

Tamara Pozdnyakova Presidente associazione culturale

“Ucraina più”

P urtroppo l’età per sognare di avere la bacchetta ma-

gica ormai è passata. Non sogno più di essere Cenerentola, ma oggi la mia nuova categoria di straniera mi fa ritornare giovane, almeno per sognare di avere una bacchetta magica per esaudire un sogno co-mune a tanti italiani: svegliarsi alla mattina e trovare l’Italia senza stranieri e clandestini. Siamo però sicuri che è proprio questo il sogno che si vuole realiz-zare? Proviamo ad immaginare come sarebbe una società moderna senza gli stranieri. Questi nuovi cittadini lavorano e garantiscono molti servizi svolgendo attività che gli italiani si rifiutano di fare da molti anni. Assicurano il supporto alla nostra struttura sociale e man-tengono vive alcune professioni che, altrimenti, scomparirebbero. Come si presenterebbero i cantie-ri, i campi coltivati delle campa-gne, le imprese di pulizia, gli ospe-dali, gli alberghi e i bagni pubblici senza il contributo attivo degli stranieri? Pur di lavorare, molto spesso sono costretti a piegarsi al ricatto ed allo sfruttamento, pur essendo qualificati. Come tutti i lavoratori, invece, avrebbero il diritto di ricevere in cambio il mi-nimo per poter vivere dignitosa-mente: quei semplici diritti di cit-tadinanza che do-vrebbero essere ga-rantiti a chiunque contribuisce al be-nessere di una so-cietà, come le infor-mazioni agli sportel-li, l’ assistenza sani-taria e scolastica, la sicurezza sul lavoro e la regolarizzazione del lavoro nero. Personalmente non credo a chi vorrebbe un’Italia senza stranieri. Ogni tanto, soprattutto dopo il rice-vimento delle persone allo “Sportello informativo per stranie-ri” dove lavoro volontariamente, mi viene voglia di gridare: “Noi non siamo degli elettrodomestici

che potete usare quando ne avete bisogno e, quando non servono più, staccare la spina per metterli da parte!”. Prima di tutto siamo uma-ni: siamo persone, madri e padri come voi. Conosco centinaia di im-migrati che lavorano in nero, ma questo fenomeno non fa bene agli stranieri, sfruttati, sottopagati, pri-vi di garanzie e che possono tro-varsi sotto un ponte in qualsiasi momento. Se un datore di lavoro accetta un clandestino e sfrutta la sua manodopera senza chiedersi dove dorme, cosa fa nel tempo li-bero, come apprende la lingua ita-

liana, come fa a cu-rarsi, come può pre-tendere di vivere tranquillo? Tutti noi non dobbiamo di-menticare una legge semplice: per ogni richiesta c’è sem-pre una risposta, ma la risposta di-pende sempre dalla domanda. E se la

domanda è manodopera, la rispo-sta deve essere legalità! Ho avuto una conversazione con un dirigente aziendale che mi ha chiesto: “Come potete vivere in tanti in un appartamento con un solo bagno? Sicuramente fate la coda! Come potete preparare il

“La società necessita della manodopera

fornita da immigrati che vogliono sentirsi

parte della città in cui vivono”

A CONFRONTO Le opinioni di una straniera e di un residente nel quartiere

LEGALITÀ non a senso unico «Si può davvero immaginare un’Italia senza stranieri? Bisogna lavorare insieme»

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Pagina 5 Le Voci di via Piave

L a zona “Piave” in questi ultimi anni ha visto cresce-

re il degrado e il disagio per situa-zioni tollerate per troppo tempo. Si dovevano sistemare strade, mar-ciapiedi, l’illuminazione, le aree verdi come quella di via Sernaglia, piazzale Bainsizza e via Piave. Lo stesso parco Piraghetto ha la re-cinzione piena di buchi attraverso i quali, la notte, passano spacciatori, tossicodipendenti e delinquenti che girano dalle parti di via Piave. Il continuo proliferare di Phone Center e di negozi gestiti da stra-nieri, con i relativi assembramenti davanti ai vari ingressi di immi-grati costantemente con le botti-glie di birra ed altro in mano, poco avvezzi a mantenere pulite le stra-de, si sommano ai molti episodi di inciviltà costantemente notati a tutte le ore. Le continue promesse delle Autorità mai mantenute o attuate in tempi biblici, hanno poi contribuito a far nascere e cresce-re nelle coscienze degli abitanti della zona un sentimento di grande disagio, insicurezza e di abbando-no. Le assemblee cittadine indette negli ultimi tempi dagli ammini-stratori per capire e individuare soluzioni ai problemi, si sono tra-sformate in sfogo anche rabbioso, in momenti di aggressioni verbali e in richieste più svariate, a volte

assurde e inapplicabili. Ma è mon-tata nel tempo soprattutto l’ostilità verso gli immigrati, perché sono diventati il capro espiatorio di tutti i malcontenti. Volantini ed esposti contenenti denunce e segnalazioni, a volte vere e legittime, si sono però rivelate spesso il frutto di pregiudizi o di pericolose genera-lizzazioni. E cosi gli “immigrati” - tutti o quasi - sono diventati i re-sponsabili del “disagio”. Ma non è sempre così. Molti stra-nieri abitano e lavo-rano onestamente, adoperandosi con iniziative di vario genere per favorire l’integrazione. Tut-tavia spesso subi-scono ispezioni da parte di vigili, fi-nanza e polizia nei loro negozi, uscen-done prevalente-mente indenni. Sono accomunati ai molti che non rispettano nulla e che se la cavano con qualche mul-ta, brevi chiusure, brevi fermi o, al massimo, con espulsioni che gene-ralmente non sono rispettate. Si parla tanto di “garantismo”, ma chi sono davvero i “garantiti”? E il vero disagio da che parte sta?

Dalla parte di chi giudica troppo frettolosamente e con forti pregiu-dizi, e dalla parte delle Autorità che sono “costrette” a gestire si-tuazioni complesse peraltro spes-sissimo figlie della loro incapacità di intervenire presto e bene sul territorio, oppure dalla parte dei cittadini, italiani e stranieri, che oggettivamente subiscono il degra-do, ma soprattutto le inerzie e i ritardi di chi dovrebbe interveni-re?

E’ evidente che il disagio lo sentono gli italiani e gli

immigrati che pensavano di poter contare su autorità capaci di crea-re condizioni di rispetto della con-vivenza, ma che oggi sono tutti “incazzati” e, ahimè, paradossal-mente spesso contrapposti fra loro con sentimenti di rifiuto reciproco a volte anche razzisti… Loro che subiscono assieme il vero disagio! Nella convinzione che la qualità dell’arredo urbano possa contri-buire ad una migliore vivibilità della zona, il "Gruppo di lavoro via Piave" si è dato da fare nei mesi scorsi per “costringere” il Comune ad avviare progetti di riqualifica-zione del quartiere, ed ha pure promosso momenti di aggregazio-ne sociale. Parallelamente il grup-po, composto da italiani ed immi-grati, ha chiesto con forza alle au-torità una particolare e più effica-

ce azione per rico-struire, nelle co-scienze dei cittadi-ni, il "senso" della sicurezza personale e sociale. Rapida-mente la situazione è molto migliorata, perché la nostra tradizione di acco-glienza non può es-

sere vanificata dalle inefficienze di chi è preposto al governo delle cose pubbliche. E, soprattutto, non si deve trasformare in una con-trapposizione ottusa e impregnata di pregiudizio.

Alberto Montalto

Zona Piave, ma il DISAGIO da quale parte sta?

Molti immigrati vivono e lavorano onestamente, ma finiscono per essere colpevolizzati anche loro del degrado che ha colpito questa parte del quartiere. Sull’altro fronte, gli italiani che protestano vengono scambiati per razzisti… Ma ora la situazione sta migliorando

“La nostra tradizione di accoglienza non si trasformi in una contrapposizione impregnata di pregiudizio”

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Pagina 6 Numero 1 - Ottobre 2007

N ella zona di via Piave e nelle strade adiacenti, specialmente nelle vici-

nanze della stazione ferroviaria, i cittadini provano una sensazione di degrado della qualità della vita. Ciò è dovuto, principalmente, a situazioni in assoluto minori, ma che creano forte disagio ed ap-prensione tra gli abitanti della zo-na, come il sostare di ubriachi nei marciapiedi, le porte trasformate in orinatoi e tracce di vomito. Per aumentare i controlli in via Piave sono state installate delle telecamere, anche se non riuscia-mo ad avere un incontro con la Polizia per conoscere quale sarà il loro utilizzo reale. Queste apparec-chiature potranno senz’altro esse-re utili per evitare o comunque dissuadere dal compiere crimini da Codice Penale, ma sono del tut-to inutili per risolvere i problemi causati da sbandati ed ubriachi, che creano l’attuale senso di insi-curezza. La soluzione a questo problema non sono né le telecamere né i ve-loci passaggi delle macchine della Polizia o Carabinieri, ma un co-stante pattugliamento del territo-rio a piedi che dovrebbe essere fatto non soltanto al mattino, ma soprattutto alla sera e nelle ore notturne. Noi comprendiamo la cronica ca-renza di uomini e mezzi delle For-ze dell’ordine, ma questo servizio potrebbe essere fatto efficacemen-te anche dalla Polizia Municipale, ammesso che sia una categoria ancora esistente per le strade di Mestre. Inoltre, una soluzione intelligente da adottare sarebbe l’ interdizione dal bere alcolici per le pubbliche vie, come già fatto in altre città italiane.

I.T.

I commercianti della zona, così come chi abita la via, chi la fre-quenta, chi la percorre andando e tornando dalla stazione, chi ne rappresenta le istituzioni nelle varie propaggini, sono sog-

getti altamente interessati al miglioramento della situazione di via Piave. Chi investe tempo e denaro per esercitare la propria attività lavorati-va, vede le proprie sorti economiche molto collegate ai flussi della clientela che, ovviamente, sono condizionati dalla considerazione che la città ha dei luoghi dove sono presenti gli esercizi commerciali. È chiaro perciò che l’attività commerciale risenta negativamente del clima di allarme che spesso è presente negli articoli dei giornali. Per questi motivi, nel tentativo di coinvolgere le persone interessate a migliorare la convivenza nel territorio, il Servizio ETAM e il Servizio Immigrazione e promozione dei diritti di cittadinanza del Comune di Venezia hanno contattato i commercianti della zona. “In un primo mo-mento ci siamo rivolti ai commercianti stranieri di via Piave e questi esercenti, riuniti in gruppo, hanno voluto evidenziare da subito come le sorti del commercio in questa zona stiano a cuore e dipendano allo stesso modo sia dai negozianti italiani che da quelli immigrati -spiegano gli operatori del Comune -. Dopo una lunga serie di incontri con loro si è deciso, avvalendosi della collaborazione dell’associazione di categoria dei commercianti che si è resa più interessata e disponi-bile, cioè la Confesercenti, di ricercare un percorso di avvicinamento e confronto tra negozianti stranieri e italiani per rendere maggior-mente di qualità la cosiddetta rete commerciale della zona”. Il percorso è appena avviato e si prevede complesso. Ma il fatto di a-verlo potuto iniziare è già un segnale positivo che evidenzia le buone intenzioni iniziali e la maturità dei soggetti coinvolti.

UN PERCORSO DI COLLABORAZIONE

Via Piave e i suoi commercianti

VIGILANZA

Alcune telecamere installate in piazzale Bainsizza

Per aumentare la sicurezza non bastano le TELECAMERE

Contro sbandati e ubriachi che sostano lungo la strada serve il pattugliamento del territorio. Un compito che spetta anche agli agenti della polizia municipale

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L’IDEA La proposta del Servizio ETAM per raccogliere le testimonianze delle donne straniere

Mestre nelle STORIE di chi arriva

Pagina 7 Le Voci di via Piave

(…) Il Gruppo di lavoro per via Piave ha subito attivato una colla-borazione con la Polizia per elimi-nare il reale pericolo della piccola delinquenza che cercava di impa-dronirsi della zona e, anche grazie ai molti cittadini che hanno colla-borato con le loro segnalazioni, ora si può dire che la situazione é certamente cambiata in meglio. Successivamente sono stati spro-nati (oppure incitati, incoraggiati, esortati, sollecitati) gli assessorati del Comune e la Municipalità di Mestre centro affinché contribuis-sero al risanamento della zona, rendendola più sicura. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: le tele-camere sono state installate in tut-ta via Piave, l’illuminazione pub-blica è stata rinforzata nelle zone più a rischio e portata anche nel parco davanti alle “case dei ferro-vieri”, dove prima non c’era. Inol-tre, sono state sistemate zone co-me il giardino del Centro civico di via Sernaglia, piazzale Bainsizza ed il verde di via Piave. Naturalmente, affinché queste zo-

ne rimangano “vive”, dovranno essere utilizzate dai cittadini. E la cosa più importante fatta dal “Gruppo di lavoro per via Piave” consiste nell’aver iniziato un dia-logo con le comunità straniere che convivono nella zona, pur consci delle difficoltà che ciò comporta. Del resto, l’ immigrazione è un fenomeno irreversibile, ed è asso-lutamente necessario trovare un modo comune di coesistere nel reciproco rispetto, favorendo an-che negli stranieri residenti la vo-lontà di collaborare al bene comu-ne, pur riconoscendo le inevitabili diversità. Non è certo con lo scon-tro continuo o col muro contro muro, che si migliora la situazio-ne, ma con la faticosa ricerca di una convivenza civile. In un anno la situazione della zona

L’impegno del Gruppo di lavoro “Lo scontro continuo è inutile. Solo con il dialogo si può arrivare ad una convivenza civile”

SEGUE DA PAGINA 1

Piave è dunque decisamente mi-gliorata, ma bisogna continuare a lavorare per ottenere risultati sempre più soddisfacenti e rima-nere sempre vigili. La vita negli spazi verdi e la partecipazione alle manifestazioni ludiche e cul-turali per bambini e adulti devono servire, ai residenti, a riappro-priarsi del territorio rendendolo vivo e pertanto sgradito a chi vuo-le usarlo per fini illeciti o degra-danti, tenendo anche conto che questa partecipazione ci aiuta a conoscerci meglio. Fin dall’inizio il nostro gruppo ha cercato di non limitarsi alla prote-sta più o meno sterile, tentando invece di individuare i problemi per risolverli con il dialogo, dove possibile, mantenendo la massima fermezza nei confronti della delin-quenza. Forse ancor di più si po-trebbe ottenere se un sempre maggior numero di cittadini, ita-liani e stranieri, si impegnasse nel concreto per migliorare l’ ambien-te in cui vive.

Italo Trentin

Fermezza nei confronti della delinquenza e

investimenti del Comune sul fronte della sicurezza

C reare un luogo nei quali ci si racconta, si raccon-

ta, si parla della propria città dove si è nati, o della città che, lentamente, è diventata la pro-pria. Questa è la proposta che il Servizio ETAM - Animazione di Comunità e Territorio vuole fare alle donne straniere che vivono in via Piave. L’idea è quella di creare un luogo dove le donne raccontino il loro arrivo a Me-stre e le impressioni che ha su-scitato questa città al loro arrivo. Perché questo percorso? Spesso si parla di stranieri, stranieri che arrivano, che lavorano, che “occupano” spazi, ecc., ma il più delle volte è sempre qualcun altro a parlare di loro. L’intento è quello di provare a restituire agli abitanti di Mestre uno sguardo “straniero” della propria città, chiedendo a questi

cittadini le loro impressioni sulla città, partendo dai racconti. Crediamo che una restituzione del loro sguardo sulla nostra cit-tà attraverso un evento (una mo-stra, una lettura, dei racconti o quant’altro si desideri) sia un modo per aprire un confronto e per sentire anche altre vicende diverse dalle proprie. Questi luo-ghi narrativi dovrebbero diven-tare un’ opportunità anche per le donne di Mestre, poiché dall’ a-scolto di storie potrebbe nascere

l’ occasione per aprire un confronto e una conoscenza reciproca, raccontare altre storie, mescolarle all’in-terno di una città da vivere e condividere. Chi fosse interessato può telefonare al numero 041. 936018 del Servizio ETAM.

Antonella, Nunzia, Roberta

La festa del 30 giugno in piazzale Bainsizza

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Pagina 8 Numero 1 - Ottobre 2007

Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro via Piave

In redazione: Italo Trentin, Tamara Pozdnyakova, Alberto Montalto, Palma Gasparrini, Lidia Lopez, Fabrizio Preo, Roberta Zanovello, Loris Trevisiol, Gabriele Vesco, Cristiana Catapano e Fulvio Fenzo.

Le Voci di

Notiziario realizzato in collaborazione con le Unità operative ETAM - Animazione di Comunità e territorio (Servizio Adulti) e Attivazione Risorse (OPW), della Direzione Politiche Sociali, Partecipative e dell’Accoglienza. Stampato dalla Stamperia Comunale.

Il Gruppo di lavoro via Piave è APERTO

alla partecipazione di tutti coloro che vorranno

darci una mano

PER CONTATTARE il Gruppo di lavoro

via Piave: TEL. 328.8623273

E-MAIL levocidiviapiave@

yahoo.it

APPUNTAMENTI Tutte le iniziative in programma

Musica, mercati & C. Un ottobre di eventi

D alla musica ai mercatini per grandi e pic-coli, passando per gli sbandieratori ed arrivando fino all’attesa inaugurazione

dei giardini di via Piave sistemati durante l’estate. Il programma del Settembre Mestrino è partico-larmente ricco anche per la zona di via Piave, con un calendario di eventi che proseguirà per tutto ottobre. E se alcune date, al momento di andare in stampa, restano ancora da confermare, altre ini-ziative potrebbero perfino aggiungersi.

27 SETTEMBRE Ensemble Mehr - Suoni e canti d’amore della Per-sia mistica, ore 21 nuovo Teatro di via Sernaglia

6 OTTOBRE Mercato e bancarelle - nel pomeriggio di sabato 6 ottobre, promosso da Confesercenti (da confermare)

14 OTTOBRE Gli sbandieratori in via Piave - Quest’anno passerà per via Piave il corteo in costume d’epoca del Settembre Mestrino, in occasione dell’assalto al castello di Mestre

19 OTTOBRE Damian Draghici and brothers - Concerto gipsy jazz dalla Romania al nuovo Teatro di via Sernaglia, ore 21

20 OTTOBRE Mercatino del baratto - Torna alle ore 15 il “Mercatino del baratto” per i bambini ed i ragazzi under 13, in piazzetta S. Francesco

“Ad Alta voce” - alle ore 15.30 nella zona dei giardini di via Piave. Partecipano: Duska Covace-vic, Jarmila Ockayova, Reza Raschidy, Franco Mo-retti, Gabriella Ghermandi

21 OTTOBRE Mercato e bancarelle (da confermare)

L’Orchestra di Venezia in via Piave

Festa per l’inaugurazione dei nuovi giardini

Cultura e solidarietà

“Ad alta voce. Libri da condividere”, la settima edizione della festa della lettura, toccherà il 20 ottobre anche via Piave. “Ad alta voce” è la festa di chi legge e di chi scrive, di chi racconta storie e di chi ama starle ad ascoltare. L’ edizio-ne 2007 avrà per tema la migrazione e la multiculturalità, con scrittori, giornalisti e autori che leggeranno in pub-blico i loro libri preferiti. Scrittori e lettori si incontre-ranno quindi in una “staffetta” dove il libro diviene il te-stimone di quanto di meglio le persone possano scam-biarsi, nei luoghi delle città come la zona di via Piave. A Mestre “Ad alta voce” si avvale della collaborazione della Biblioteca Civica e dell’Assessorato per la Cultura del Comune di Venezia , ed è promossa da “Ausilio per la cultura”. “Ausilio per la Cultura” è un’attività, svolta da volontari, di consegna a domicilio su richiesta di libri provenienti dal prestito bibliotecario. È attiva a Bologna dal 2001, mentre a Venezia è stata costituita nel 2002, ed è promossa da Coop Adriatica, che ha sviluppato l’idea da cui nel 1992 era nata “Ausilio”, l’attività di consegna a domicilio della spesa a chi ha difficoltà ad uscire di casa.

AD ALTA VOCE

Ultimi ritocchi ai giardini di via Piave. A sinistra, la locandina del “Mercatino del baratto”