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Notiziario 2 2015

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Frati Minori

A cura della Segreteria ProvincialeProvincia Toscana di San Francesco StimmatizzatoVia A. Giacomini, 3 FIRENZEwww.ofmtoscana.org

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Anno XLVIII n. 2 Maggio 2015
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INDICE DALLA CHIESA - Anno del Giubileo della Misericordia pag. 3 - Messaggio del Santo padre Francesco per la 52° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni “ 5 DALL’ORDINE - Primo anniversario della morte di Fr. Giacomo Bini 8 - Comunicati del Tempo Forte 9 - Speciale Capitolo generale 2015 13 DALLA COMPI - Incontro Delegati Provinciali Settore Santuari 18 FAMIGLIA FRANCESCANA - Lettera aperta dei Ministri Provinciali

Francescani ai Frati d’Italia sui percorsi di collaborazione interprovinciale e i cammini

di unione tra province 20 DALLA CURIA PROVINCIALE - Sintesi del Congresso del Definitorio 22 - Notizie 24 - L'arte di San Francesco in mostra all'Accademia dalla provincia 26 DALLAPROVINCIA - Momenti di fraternità 28 - Attività nella stanza delle laudi 31 - Il Vescovo Rodolfo Cetoloni festeggia 15 anni di Ordinazione Episcopale 32 - Giubileo del Seminario di Gizah 1940-2015 34 - San Romano: scampagnata parrocchiale del 25 aprile 38 FRATERNITAS - Aprile 41 - Maggio 45

Provincia Toscana di San Francesco Stimmatizzato

dei Frati Minori

Notiziario 2/2015

Anno XLVIII n. 2 - Maggio 2015

Curia provinciale Via A. Giacomini, 3 - 50132 Firenze Tel. 055 572713 - Fax 055 572714 e-mail [email protected]

www.ofmtoscana.org

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24 ore per il Signore, celebrazione peni-tenziale, venerdì 13 marzo 2015 ore 17:00 Basilica di San Pietro

A nche quest’anno, alla vi-gilia della Quarta Domenica di Quaresima, ci siamo radunati per celebrare la liturgia penitenziale. Siamo uniti a tanti cristiani che, oggi, in ogni parte del mondo, hanno accolto l’invito a vivere questo momento come segno della bontà del Signore. Il Sa-cramento della Riconciliazione, infatti, permette di accostarci con fiducia al Padre per avere la certezza del suo perdono. Egli è veramente “ricco di misericordia” e la estende con abbondanza su quanti ricorro-no a Lui con cuore sincero.

Essere qui per fare esperienza del suo amore, comunque, è anzitutto frutto della sua grazia. Come ci ha ricordato l’apostolo Paolo, Dio non cessa mai di mostrare la ricchezza della sua misericordia nel corso dei secoli. La trasformazione del cuore che ci porta a confessare i nostri peccati è “dono di Dio”. Da noi soli non possiamo. Il poter confessare i nostri peccati è un do-no di Dio, è un regalo, è “opera sua” (cfr Ef 2,8-10). Essere toccati con tenerezza dalla sua mano e plasmati dalla sua grazia ci consente, pertanto, di avvicinarci al sa-cerdote senza timore per le nostre colpe, ma con la certezza di essere da lui accolti nel nome di Dio, e compresi nonostante le nostre miserie; e anche di accostarci senza un avvocato difensore: ne abbiamo uno solo, che ha dato la sua vita per i nostri peccati! E’ Lui che, con il Padre, ci difende sempre. Uscendo dal confessionale, senti-remo la sua forza che ridona la vita e resti-tuisce l’entusiasmo della fede. Dopo la confessione saremo rinati.

Il Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr Lc 7,36-50) ci apre un cammino di speran-za e di conforto. E’ bene sentire su di noi lo stesso sguardo compassionevole di Ge-sù, così come lo ha percepito la donna pec-catrice nella casa del fariseo. In questo bra-no ritornano con insistenza due parole: amore e giudizio.

C’è l’amore della donna peccatrice che si umilia davanti al Signore; ma prima ancora c’è l’amore misericordioso di Gesù per lei, che la spinge ad avvicinarsi. Il suo pianto di pentimento e di gioia lava i piedi del Maestro, e i suoi capelli li asciugano con gratitudine; i baci sono espressione del suo affetto puro; e l’unguento profumato versato in abbondanza attesta quanto Egli sia prezioso ai suoi occhi. Ogni gesto di questa donna parla di amore ed esprime il suo desiderio di avere una certezza incrol-labile nella sua vita: quella di essere stata perdonata. E questa certezza è bellissima! E Gesù le dà questa certezza: accogliendo-la le dimostra l’amore di Dio per lei, pro-prio per lei, una peccatrice pubblica! L’a-more e il perdono sono simultanei: Dio le perdona molto, le perdona tutto, perché «ha molto amato» (Lc 7,47); e lei adora Gesù perché sente che in Lui c’è miseri-cordia e non condanna. Sente che Gesù la capisce con amore, lei, che è una peccatri-ce. Grazie a Gesù, i suoi molti peccati Dio se li butta alle spalle, non li ricorda più (cfr Is 43,25). Perché anche questo è vero: quando Dio perdona, dimentica. E’ grande il perdono di Dio! Per lei ora inizia una nuova stagione; è rinata nell’amore a una vita nuova.

Questa donna ha veramente incontrato il Signore. Nel silenzio, gli ha aperto il suo cuore; nel dolore, gli ha mostrato il penti-mento per i suoi peccati; con il suo pianto, ha fatto appello alla bontà divina per rice-vere il perdono. Per lei non ci sarà nessun

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giudizio se non quello che viene da Dio, e questo è il giudizio della misericordia. Il protagonista di questo incontro è certamen-te l’amore, la misericordia che va oltre la giustizia. Simone, il padrone di casa, il fariseo, al contrario, non riesce a trovare la strada dell’amore. Tutto è calcolato, tutto pensa-to… Egli rimane fermo alla soglia della formalità. E’ una cosa brutta, l’amore for-male, non si capisce. Non è capace di com-piere il passo successivo per andare incon-tro a Gesù che gli porta la salvezza. Simo-ne si è limitato ad invitare Gesù a pranzo, ma non lo ha veramente accolto. Nei suoi pensieri invoca solo la giustizia e facendo così sbaglia. Il suo giudizio sulla donna lo allontana dalla verità e non gli permette neppure di comprendere chi è il suo ospite. Si è fermato alla superficie – alla formalità – non è stato capace di guardare al cuore. Dinanzi alla parabola di Gesù e alla do-manda su quale servo abbia amato di più, il fariseo risponde correttamente: «Colui al quale ha condonato di più». E Gesù non manca di farlo osservare: «Hai giudicato bene» (Lc 7,43). Solo quando il giudizio di Simone è rivolto all’amore, allora egli è nel giusto. Il richiamo di Gesù spinge ognuno di noi a non fermarsi mai alla superficie delle cose, soprattutto quando siamo dinanzi a una persona. Siamo chiamati a guardare oltre, a puntare sul cuore per vedere di quanta ge-nerosità ognuno è capace. Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio. Tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessu-no rifiuta. Le sue porte permangono spa-lancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del per-dono. Più è grande il peccato e maggiore dev’essere l’amore che la Chiesa esprime verso coloro che si convertono. Con quanto amore ci guarda Gesù! Con quanto amore guarisce il nostro cuore peccatore! Mai si spaventa dei nostri peccati. Pensiamo al figlio prodigo che, quando decide di torna-re dal padre, pensa di fargli un discorso, ma il padre non lo lascia parlare, lo abbrac-cia (cfr Lc 15,17-24). Così Gesù con noi.

“Padre, ho tanti peccati…” – “Ma Lui sarà contento se tu vai: ti abbraccerà con tanto amore! Non avere paura”. Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. E’ un cammino che inizia con una conversione spirituale; e dobbiamo fa-re questo cammino. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vo-gliamo vivere alla luce della parola del Si-gnore: “Siate misericordiosi come il Pa-dre” (cfr Lc 6,36). E questo specialmente per i confessori! Tanta misericordia! Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, Do-menica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericor-dia del Padre. Affido l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizza-zione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nel-la sua missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia. Sono convinto che tutta la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, per-ché siamo peccatori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la qua-le tutti siamo chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e ad ogni donna del nostro tempo. Non dimentichiamo che Dio perdo-na tutto, e Dio perdona sempre. Non ci stanchiamo di chiedere perdono. Affidiamo fin d’ora questo Anno alla Madre della Mi-sericordia, perché rivolga a noi il suo sguardo e vegli sul nostro cammino: il no-stro cammino penitenziale, il nostro cam-mino con il cuore aperto, durante un anno, per ricevere l’indulgenza di Dio, per rice-vere la misericordia di Dio.

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Messaggio del Santo padre Francesco per

la 52° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

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Papa Francesco ha scritto un messaggio

per la 52ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, 26 aprile 2015, IV Dome-nica di Pasqua, intitolata: “L’esodo, espe-rienza fondamentale della vocazione”.

C ari fratelli e sorelle! La quarta Domenica di Pasqua ci pre-

senta l’icona del Buon Pastore che conosce le sue pecore, le chiama, le nutre e le con-duce. In questa Domenica, da oltre 50 anni, viviamo la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Ogni volta essa ci richia-ma l’importanza di pregare perché, come disse Gesù ai suoi discepoli, «il Signore della messe… mandi operai nella sua mes-se» (Lc 10,2). Gesù esprime questo coman-do nel contesto di un invio missionario: ha chiamato, oltre ai dodici apostoli, altri set-tantadue discepoli e li invia a due a due per la missione (Lc 10,1-16). In effetti, se la Chiesa «è per sua natura missiona-ria» (Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Ad gentes, 2), la vocazione cristiana non può che na-scere all’interno di un’esperienza di mis-sione. Così, ascoltare e seguire la voce di Cristo Buon Pastore, lasciandosi attrarre e condurre da Lui e consacrando a Lui la propria vita, significa permettere che lo Spirito Santo ci introduca in questo dina-mismo missionario, suscitando in noi il desiderio e il coraggio gioioso di offrire la

nostra vita e di spenderla per la causa del Regno di Dio.

L’offerta della propria vita in questo atteggiamento missionario è possibile solo se siamo capaci di uscire da noi stessi. Per-ciò, in questa 52ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, vorrei riflettere proprio su quel particolare “esodo” che è la vocazione, o, meglio, la nostra risposta alla vocazione che Dio ci dona. Quando sentia-mo la parola “esodo”, il nostro pensiero va subito agli inizi della meravigliosa storia d’amore tra Dio e il popolo dei suoi figli, una storia che passa attraverso i giorni drammatici della schiavitù in Egitto, la chiamata di Mosè, la liberazione e il cam-mino verso la terra promessa. Il libro dell’Esodo – il secondo libro della Bibbia – che narra questa storia, rappresenta una parabola di tutta la storia della salvezza, e anche della dinamica fondamentale della fede cristiana. Infatti, passare dalla schiavi-tù dell’uomo vecchio alla vita nuova in Cristo è l’opera redentrice che avviene in noi per mezzo della fede (Ef 4,22-24). Questo passaggio è un vero e proprio “esodo”, è il cammino dell’anima cristiana e della Chiesa intera, l’orientamento deci-sivo dell’esistenza rivolta al Padre.

Alla radice di ogni vocazione cristiana c’è questo movimento fondamentale dell’esperienza di fede: credere vuol dire lasciare sé stessi, uscire dalla comodità e rigidità del proprio io per centrare la nostra vita in Gesù Cristo; abbandonare come Abramo la propria terra mettendosi in cam-mino con fiducia, sapendo che Dio indi-cherà la strada verso la nuova terra. Questa

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“uscita” non è da intendersi come un di-sprezzo della propria vita, del proprio sen-tire, della propria umanità; al contrario, chi si mette in cammino alla sequela del Cristo trova la vita in abbondanza, mettendo tutto sé stesso a disposizione di Dio e del suo Regno. Dice Gesù: «Chiunque avrà lascia-to case, o fratelli, o sorelle, o padre, o ma-dre, o figli, o campi per il mio nome, rice-verà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19,29). Tutto ciò ha la sua radice profonda nell’amore. Infatti, la vo-cazione cristiana è anzitutto una chiamata d’amore che attrae e rimanda oltre sé stes-si, decentra la persona, innesca «un esodo permanente dall’io chiuso in sé stesso ver-so la sua liberazione nel dono di sé, e pro-prio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio» (Benedetto XVI, Lett. Enc. Deus Caritas est, 6).

L’esperienza dell’esodo è paradigma della vita cristiana, in particolare di chi ab-

braccia una vocazione di speciale dedizio-ne al servizio del Vangelo. Consiste in un atteggiamento sempre rinnovato di conver-sione e trasformazione, in un restare sem-pre in cammino, in un passare dalla morte alla vita così come celebriamo in tutta la liturgia: è il dinamismo pasquale. In fondo, dalla chiamata di Abramo a quella di Mo-sè, dal cammino peregrinante di Israele nel deserto alla conversione predicata dai pro-feti, fino al viaggio missionario di Gesù che culmina nella sua morte e risurrezione, la vocazione è sempre quell’azione di Dio che ci fa uscire dalla nostra situazione ini-ziale, ci libera da ogni forma di schiavitù, ci strappa dall’abitudine e dall’indifferenza e ci proietta verso la gioia della comunione con Dio e con i fratelli. Rispondere alla chiamata di Dio, dunque, è lasciare che Egli ci faccia uscire dalla nostra falsa stabi-lità per metterci in cammino verso Gesù Cristo, termine primo e ultimo della nostra

vita e della nostra felicità. Questa dinamica dell’esodo non riguarda solo il singolo chiamato, ma l’azione mis-sionaria ed evangelizzatrice di tutta la Chiesa. La Chie-sa è davvero fedele al suo Maestro nella misura in cui è una Chiesa “in uscita”, non preoccupata di sé stes-sa, delle proprie strutture e delle proprie conquiste, quanto piuttosto capace di andare, di muoversi, di in-contrare i figli di Dio nella loro situazione reale e di com-patire per le loro feri-te. Dio esce da sé stesso in una dinamica trinitaria di amore, ascolta la miseria del suo popolo e interviene per liberarlo (Es 3,7). A questo modo di essere e di agire è chiamata anche la Chiesa: la Chiesa che evan-gelizza esce incontro all’uomo, annuncia la paro-la liberante del Vangelo, cura con la grazia di Dio le D

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ferite delle anime e dei corpi, solleva i po-veri e i bisognosi.

Cari fratelli e sorelle, questo esodo libe-rante verso Cristo e verso i fratelli rappre-senta anche la via per la piena comprensio-ne dell’uomo e per la crescita umana e so-ciale nella storia. Ascoltare e accogliere la chiamata del Signore non è una questione privata e intimista che possa confondersi con l’emozione del momento; è un impe-gno concreto, reale e totale che abbraccia la nostra esistenza e la pone al servizio del-la costruzione del Regno di Dio sulla terra. Perciò la vocazione cristiana, radicata nella contemplazione del cuore del Padre, spinge al tempo stesso all’impegno solidale a fa-vore della liberazione dei fratelli, soprattut-to dei più poveri. Il discepolo di Gesù ha il cuore aperto al suo orizzonte sconfinato, e la sua intimità con il Signore non è mai una fuga dalla vita e dal mondo ma, al contra-rio, «si configura essenzialmente come co-munione missionaria» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 23).

Questa dinamica esodale, verso Dio e verso l’uomo, riempie la vita di gioia e di significato. Vorrei dirlo soprattutto ai più giovani che, anche per la loro età e per la visione del futuro che si spalanca davanti ai loro occhi, sanno essere disponibili e generosi. A volte le incognite e le preoccu-pazioni per il futuro e l’incertezza che in-tacca la quotidianità rischiano di paralizza-re questi loro slanci, di frenare i loro sogni, fino al punto di pensare che non valga la pena impegnarsi e che il Dio della fede cri-stiana limiti la loro libertà. Invece, cari gio-vani, non ci sia in voi la paura di uscire da

voi stessi e di mettervi in cammino! Il Vangelo è la Parola che libera, trasforma e rende più bella la nostra vita. Quanto è bel-lo lasciarsi sorprendere dalla chiamata di Dio, accogliere la sua Parola, mettere i pas-si della vostra esistenza sulle orme di Ge-sù, nell’adorazione del mistero divino e nella dedizione generosa agli altri! La vo-stra vita diventerà ogni giorno più ricca e più gioiosa!

La Vergine Maria, modello di ogni vo-cazione, non ha temuto di pronunciare il proprio “fiat” alla chiamata del Signore. Lei ci accompagna e ci guida. Con il co-raggio generoso della fede, Maria ha canta-to la gioia di uscire da sé stessa e affidare a Dio i suoi progetti di vita. A lei ci rivolgia-mo per essere pienamente disponibili al disegno che Dio ha su ciascuno di noi; per-ché cresca in noi il desiderio di uscire e di andare, con sollecitudine, verso gli altri (cfr Lc 1,39). La Vergine Madre ci proteg-ga e interceda per tutti noi.

Dal Vaticano, 29 marzo 2015 Domenica delle Palme

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L a comunità francescana ed ecclesiale di Palestrina, la sera del 9 mag-gio, ha celebrato il I° anniversario della scomparsa di fra Giacomo Bini. La chiesa del convento S. Francesco era gremita di gente che ha voluto partecipare alla com-memorazione. Durante la santa Messa è stata ricordata la figura spirituale di fra Giacomo, prendendo spunto dal suo Diario recentemente pubblicato.

Poi è seguita una breve proiezione di una delle ultime riflessioni di fra Giacomo e di vare foto che rappresentavano vari momenti della sua vita. Al termine, la fra-ternità di Palestrina ha offerto ai presenti un ricordo di fra Giacomo, con impresso lo schema della sua ultima Omelia pronuncia-ta a Palestrina sul tema “Il Signore ci parla lungo il cammino”, prendendo spunto dall’episodio dei discepoli di Emmaus.

La breve commemorazione ha rinno-vato tanti sentimenti di gratitudine verso

fra Giacomo ed ha espresso ancora una volta il legame stretto e familiare che uni-sce la gente con la fraternità francescana.

Primo anniversario della morte

di Fr. Giacomo Bini

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dobbiamo creare l'unità e vivere l'alleanza [...]

La vita, in una comunità, può diventare una vera scuola in cui si cresce nell'amore; è la rivelazione della diversità, anche di quella che ci dà fastidio e ci fa male; è la rivelazione delle ferite e delle tenebre che ci sono dentro di noi, della trave che c'è nei nostri occhi, della nostra capacità di giudicare e di rifiutare gli altri, delle diffi-coltà che abbiamo ad ascoltarli e ad accet-tarli. Queste difficoltà possono condurre a tenersi alla larga dalla comunità, a prende-re le distanze da quelli che danno fastidio, a chiudersi in se stessi rifiutando la comu-nicazione ad accusare e a condannare gli altri; ma possono anche condurre a lavora-re su se stessi per combattere i propri egoi-smi e il proprio bisogno di essere al centro di tutto, per imparare a meglio accogliere, comprendere e servire gli altri. Così la vita in comune diventa una scuola di amore e una fonte di guarigione. L'unione di una vera comunità viene dall'interno, dalla vita comune e dalla fiducia reciproca; non è

imposta dall'esterno, dalla paura. Deriva dal fatto che ciascuno è rispettato e trova il suo posto: non c'è più rivalità. Unita da una forza spirituale, questa comunità è un punto di riferimento ed è aperta agli altri; non è elitista o gelosa del proprio potere. Desidera semplicemente svolgere la pro-

pria missione insie-me ad altre comu-nità, per essere un fattore di pace in un mondo diviso". E in questo mondo così diviso, c'è davvero bisogno di riscoprirsi insieme.

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Nota del Segretario generale Alcuni problemi tecnici mi hanno impedito di far tradurre e pubblicare con tempesti-vità le comunicazioni degli incontri di di-cembre 2014 e gennaio 2015 del Definito-rio generale. Per questo chiedo scusa, cer-to della vostra benevola comprensione. Di seguito troverete tre comunicati. Dicembre 2014 Il Definitorio generale si è incontrato dal 15 al 19 Dicembre 2014. Dopo aver rice-vuto informazioni aggiornate circa la situa-zione economica dell’Ordine, il Definitorio ha approvato il testo della Lettera del Mi-nistro generale a tutte le Entità dell’Ordine, pubblicata sul sito web dell’Ordine. Con l’avvicinarsi del Capitolo generale, il Segretario e il Vice-Segretario hanno in-formato il Definitorio sugli ultimi sviluppi riguardanti il materiale da distribuire ai Frati capitolari e su possibili cambiamenti al programma già approvato. Nel suo consueto lavoro amministrativo, il Definitorio ha preso in esame 46 pratiche (plichi) da tutto l’Ordine. Inoltre, poiché rappresentano una fonte di preoccupazio-ne, le situazioni di alcune Entità sono state analizzate; alcune di esse saranno affronta-te prima del Capitolo generale, altre, inve-ce, saranno affidate, con alcune raccoman-dazioni, al prossimo Governo generale. Sono stati eletti due Visitatori generali du-rante quest’ultimo Tempo Forte del 2014: - Fr. Sandro Overend, della Provincia di

S. Paolo Apostolo, in Malta, sarà Visita-tore della Provincia di S. Casimiro, in Lituania.

- Fr. Wanderley Gomes De Figueiredo, della Custodia delle Sette Allegrezze, in Brasile, sarà Visitatore della Provincia della Santa Croce, anch’essa in Brasile.

Nel corso del Tempo Forte è stato eletto il primo Governo della nuova Provincia dell’Immacolata Concezione in Spagna, da proclamare il 1 gennaio 2015 nel corso dello svolgimento del Capitolo inaugurale della Provincia. Il Ministro provinciale del-la Provincia è Fr. Juan Carlos Moya Oveje-ro, fino ad allora Ministro provinciale della Provincia di S. Giuseppe (Valencia). La nuova Provincia è composta dalle prece-denti Province Betica (Seviglia), di Carta-gena (Murcia), di S. Gregorio Magno (Madrid), di S. Salvatore da Horta (Barcellona), di Nostra Signora della Re-gola (Granada), di S. Giuseppe (Valencia) e dalla precedente Custodia di S. France-sco Solano, dipendente dalla Provincia di S. Francesco Solano, in Perù. Il Tempo Forte si è concluso con uno scambio di auguri tra tutti i presenti, in vi-sta delle celebrazioni natalizie e dell’inizio del nuovo anno. ÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷

Gennaio 2015 Il primo incontro del Definitorio generale nel 2015 ha avuto luogo in Curia generale dal 12 al 30 gennaio. Le ultime due setti-mane di questo incontro sono coincise, co-me ogni anno, con l’incontro dei nuovi Mi-nistri provinciali e Custodi, al quale que-st’anno hanno partecipato 28 Ministri e Custodi. Nell’agenda di questo incontro c’era l’ere-zione della nuova Provincia di S. Maria degli Angeli, nella Repubblica Democrati-ca del Congo. Essa è stata il frutto di un processo durato diversi anni. Il Definitorio generale ha eletto come primo Ministro provinciale della nuova Provincia Fr. Kate-ta Grégoire Bowa. La nuova Provincia è stata inaugurata dal Ministro generale in

Comunicati del Tempo Forte

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febbraio durante una speciale Assemblea dei Frati della Repubblica Democratica del Congo. Ha avuto luogo la consueta condivisione di varie attività ed esperienze vissute dal Ministro e dai Definitori a partire dal Tempo Forte di novembre. Sono state esa-minate altre 46 pratiche (plichi) e sono state prese le decisioni appropriate. Per quanto riguarda il Capitolo generale, si sono dovuti fare dei lievi cambiamenti al programma, a causa di informazioni rice-vute da parte di relatori esterni. Il Segreta-rio e il Vice-Segretario hanno aggiornato, nuovamente, il Definitorio sul procedere dell’organizzazione pratica e logistica. Sono stati esposti ulteriori aggiornamenti sulla situazione economica della Curia ge-nerale e sono stati presentati e approvati i preventivi per il 2015 della Curia generale e delle Case dipendenti dal Ministro gene-rale. A motivo della crisi attuale, tali pre-ventivi prevedevano una considerevole riduzione rispetto a quelli degli anni prece-denti. Sono stati eletti molti Visitatori generali. Tra questi: - Fr. Michael Woo, della Provincia di

Nostra Signora Regina della Cina, a Taiwan, sarà Visitatore per un’Entità dipendente dal Ministro generale.

- Fr. Paul Oh, della Provincia dei Santi Martiri Coreani, in Corea, sarà Visitato-re della Provincia di Nostra Signora Regina della Cina, a Taiwan.

- Fr. Pierre Charland, della Provincia di S. Giuseppe, in Canada, sarà Visitatore della Provincia del Beato Giovanni Duns Scoto, in Francia e Belgio.

- Fr. Alexis Trần Đúc Hải, della Provin-cia di S. Francesco d’Assisi, in Viet-nam, sarà Visitatore della Provincia di S. Tommaso Apostolo, in India.

- Fr. Iko Skoko, della Provincia dell’As-sunzione della BVM, in Bosnia (Mostar), sarà Visitatore della Provin-cia della Santa Croce, in Bosnia (Sarajevo).

- Fr. Giacinto D’Angelo, della Provincia dell’Immacolata Concezione, in Italia, sarà Visitatore del Collegio S. Isidoro, a Roma, dipendente dal Ministro genera-le.

- Fr. Saul Zamorano, della Provincia del-la Santissima Trinità, in Cile, sarà Visi-tatore della Fraternità del Beato Gabrie-le Allegra, a Roma, dipendente dal Mi-nistro generale.

- Fr. Gilles Bourdeau, della Provincia di S. Giuseppe, in Canada, sarà Visitatore della Fraternità della Curia generale, a Roma.

Durante il corso del Tempo Forte sono state considerate e indirizzate alla Com-missione Giuridica dell’Ordine una serie di questioni canoniche. Queste includeva-no emendamenti e interpretazioni degli Statuti Particolari di alcune Entità. Sono state considerate anche le relazioni di alcuni Visitatori generali: - La relazione di Fr. Piet Bots sulla visita

alla Custodia di S. Francesco, Araldo della Pace, in Indonesia.

- La relazione di Fr. Edward Tlucek sulla visita alla Provincia, ora Custodia dell’Immacolata Concezione della BVM, in Gran Bretagna.

- La relazione di Fr. Estêvão Ottenbreit

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do della “Gerusalemme di Toscana”. I frati scelsero il luogo con estrema ac-

curatezza, adottando l'orientamento astro-nomico di Gerusalemme e non quello loca-le: venne individuata ad est del Convento una valle boscosa che rassomigliava alla valle di Giosafat, più a Sud un rilievo era ideale a rappresentare il Monte degli Ulivi, a Nord, un ripiano naturale poteva rappre-sentare la spianata del tempio, mentre poco più in là, una collinetta, veniva a formare il Monte del Calvario.

Le Cappelle del Sacro Monte di San Vivaldo risalgono agli inizi del 1500 e al loro interno troviamo dei gruppi statuari di terracotta, realizzati dalle botteghe di vari artigiani, che rappresentano gli episodi della vita oltre che della Passione di Gesù Cristo.

Visitando le varie cappelle e' realmente come fare un piccolo viaggio nella terra del Signore e rivivere i momenti piu importan-ti della Sua vita, nei quali Egli ha realizza-to la nostra salvezza.

Al termine della “visita” e al termine poi della giornata abbiamo celebrato tutti insieme la Santa Messa nella Chiesa del Convento: la liturgia era quella prefestiva e nel Vangelo Gesù si presentava come il Buon Pastore, quello che dona la vita per le proprie pecore, che gli sono state affidate e che Egli ama.

Nella omelia padre Valentino ci ha det-to che Gesù rivolge a tutti noi la domanda: chi vogliamo seguire? Lui, il Buon Pastore che attraverso il suo Sacrificio ci ha donato

la vera vita oppure tutti quei “mercenari”, quei falsi idoli (anche quelli che abbiamo dentro di noi) che invece ci porteranno irri-mediabilmente alla “morte”?

Anche per noi, Comunità parrocchiale è importante conoscere ed amare per prima cosa il Signore per poi conoscersi ed amar-si gli uni con gli altri. Dio non ci ha salvati per noi stessi, ma per vivere in comunione gli uni gli altri. Perciò momenti come la giornata vissuta insieme sono sempre tem-pi importanti per crescere nella conoscenza e nell'amore reciproco. Nel tempo di oggi dove viene propagandata l'autosufficienza, il valore della Comunità Parrocchiale è più che mai importante. "La parrocchia - scrive in un documento S. Giovanni Paolo II - non è principalmente una struttura, un territo-rio, un edificio, è piuttosto “la famiglia di Dio, come una fraternità animata dallo spirito d'unità è una casa di famiglia, fraterna ed ac-cogliente, è la casa aperta a tutti e al servizio di tutti, o, come amava dire il papa Giovanni XXIII, la fontana del villaggio, alla quale tutti ricorrono per la loro sete".

Non è dunque un paese o la chiesa in muratura, ma una vita che trabocca, una convivenza spirituale da costruire giorno per giorno.

Di sicuro non è cosa facile, ma Jean Vanier, filosofo canadese dice:

“Nelle comunità cristiane Dio sembra compiacersi di chiamare insieme delle per-sone umanamente molto diverse. Non era-no forse profondamente diversi tra loro i

discepoli di Gesù? Non avrebbero mai cammi-nato insieme se il Mae-stro non li avesse chia-mati! Non bisogna cercare la comunità ideale. Si tratta di amare quelli che Dio ci ha messo accanto oggi. Avremmo voluto forse delle perso-ne diverse, più allegre o magari più intelligenti. Ma sono loro che Dio ci ha dato, che ha scelto per noi. E' con loro che

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San Romano: scampagnata parrocchiale del 25 aprile

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I l 25 aprile, si sa, al di là della festa civile, è anche uno di quei giorni uti-lizzati da tutti per le “scampagnate”: quan-do il tempo lo permette (come è successo quest'anno!), dopo giorni e giorni di lavoro, è bello uscire a godersi il sole e l'aria pulita lontani dal solito “tran-tran” quotidiano e dal traffico.

Anche per la nostra comunità parroc-chiale è stato così: approfittando dell'occa-sione, abbiamo deciso di organizzare una "scampagnata parrocchiale" in quel di San Vivaldo per vivere una giornata fraterna, per stare insieme bimbi e adulti, per condi-videre il pranzo e le nostre storie, per cono-scerci tutti un pochino meglio.

Inoltre una ottantina di persone siamo saliti sul "Sacro Monte" dove i frati del luogo ci hanno messo a disposizione un grande refettorio, una cucina ed alcune stanze.

Ad accompagnarci, il Parroco padre Valentino, il Guardiano della Comunità Francescana di San Romano padre France-sco, padre Federico e la giovanissima Suor Emanuela, della Congregazione delle Suo-re Francescane dell'Immacolata presenti in parrocchia.

Nella mattinata bel momento di relax con i bimbi a giocare sull'erba e i grandi a

"fraternizzare" tra loro. Bisogna dire che alcune persone che

solitamente offrono il loro servizio in par-rocchia, hanno "sacrificato" il giorno di festa per preparare il pranzo per tutti: era-vamo davvero tanti e cucinare per tutti è stata un’impresa! E' stato veramente un bell'esempio di servizio e dire semplice-mente “grazie” è davvero riduttivo! Ottimo pranzo, preparato proprio con il cuore!

Dopo pranzo poi i nostri padri ci hanno accompagnato per una visita guidata.

San Vivaldo, situato tra le verdi colline nel comune di Montaione, ha delle origini molto antiche che risalgono al 1300, allor-quando il luogo fu scelto dal Beato Vival-do, un terziario Francescano originario di San Gimignano, per trascorrervi una vita di penitenza e digiuno.

Il "Sacro Monte" di San Vivaldo è uno dei "sacri monti" diffusi nel nord Italia che vennero costruiti tra il 1500 e il 1600 il cui scopo era quello di offrire alla gente la possibilità di fare un pellegrinaggio senza andare in Terra Santa che in quel periodo era caduta sotto il dominio dei turchi.

L'ideazione del Sacro Monte è dovuta ai frati Francescani, che in quel tempo era-no soliti fare molti pellegrinaggi in Terra Santa, i quali costruirono prima il convento e poi circa 25 cappelle che riproducevano la topografia e i luoghi santi di Gerusalem-me. Da qui il nome attribuito a San Vival-

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sulla visita alla Provincia di S. Antonio, in Brasile.

- La relazione di Fr. Guido Zegarra sulla visita alla Provincia di Nostra Signora di Guadalupe, in America Centrale, Pa-nama e Haiti.

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Marzo 2015 Il Defiitorio generale si è incontrato dal 9 al 19 marzo 2015 per il suo ultimo Tempo Forte prima del Capitolo generale. Dopo l’usuale condivisione sulle proprie attività dall’ultimo incontro, i Definitori hanno ascoltato la relazione annuale da parte del-la Procura generale riguardante tutti gli affari dell’Ordine con la Santa Sede. Con l’aiuto di Fr. William Short e Fr. Ser-giusz Bałdyga, il Definitorio ha analizzato l’avanzare della preparazione del Capitolo generale. Sono state aggiornate alcune mi-nori disposizioni tecniche e logistiche e sono state condivise le informazioni sulla partecipazione di alcuni ospiti invitati. È stata rivista la situazione economica del-la Curia generale con l’assistenza di Fr. Pasquale del Pezzo, Delegato generale per gli Affari Economici, di Fr. Augusto Mi-cangeli, Legale Rappresentante, e di Fr. Silvio De La Fuente, Vice-Economo gene-rale. Sono stati discussi e decisi la forma e il contenuto della Relazione economica che verrà presentata al Capitolo generale. Durante le due settimane di incontro, il Definitorio generale ha esaminato e di-scusso un totale di 49 pratiche (plichi), provenienti da tutto l’Ordine. Il contenuto di queste pratiche spazia della ratifica di elezioni extra-capitolari alla richiesta di dispensa dai voti, e dalla richiesta di riam-missione all’Ordine alla costituzione di un noviziato. Dal momento che molte Province, in ac-cordo col Mandato 49 del Capitolo gene-rale 2009, hanno posticipato i propri Capi-toli provinciali, che avrebbero dovuto es-sere celebrati nel corso del 2015, sono sta-ti eletti numerosi Visitatori generali duran-te questo Tempo Forte. Sono: - Fr. Samuel Cegłowski, della Provincia

di S. Edvige, in Polonia, è stato eletto Visitatore della Provincia di S. Michele Arcangelo, in Ucraina.

- Fr. Dominik Daniel Valer, della Provin-cia di S. Venceslao, nella Repubblica Ceca, è stato eletto Visitatore della Pro-vincia del Santissimo Salvatore, in Slo-vacchia.

- Fr. Witosław Sztyk, della Provincia dell’Assunzione della BVM, in Polo-nia, è stato eletto Visitatore della Pro-vincia di S. Francesco d’Assisi, in Po-lonia.

- Fr. Marko Mrše, della Provincia del Santissimo Redentore, in Croazia, è stato eletto Visitatore della Provincia della Santa Croce, in Slovenia.

- Fr. Joxé María Arregi, della Provincia di Arantzazu, in Spagna, è stato eletto Visitatore della Provincia di Santiago de Compostela, sempre in Spagna.

- Fr. German Faustino Tax Bulux, della Provincia di Nostra Signora di Guada-lupe, in America Centrale, Panama e Haiti, è stato eletto Visitatore della Pro-vincia di S. Felipe de Jesus, in Messico.

- Fr. Gergely Magyar, della Provinciae Magna Domina Hungarorum, in Un-gheria, è stato eletto Visitatore della Provincia di S. Stefano Re, in Transil-vania, Romania.

- Fr. Rafael Colomer Barber, della Pro-vincia dell’Immacolata Concezione della BVM, in Spagna, è stato eletto Visitatore della Provincia dell’assun-zione della BVM, in Argentina.

Il Definitorio generale ha anche esaminato e approvato diverse questioni di legisla-zione particolare. Queste includono: 1. Gli Statuti Particolari della Provincia di

Nostra Signora di Guadalupe, in Ame-rica Centrale, Panama, e Haiti.

2. Gli Statuti Particolari della Provincia dei Santi Francesco e Giacomo, in Messico.

3. Gli Statuti Particolari della Provincia di S. Giovanni Battista, negli Stati Uniti d’America.

4. Gli Statuti Particolari della Provincia dei Santi Martiri Coreani, in Corea. D

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5. Le Norme Transitorie per il Capitolo di Unione delle 6 Province nel Nord Ita-lia.

Le Norme Transitorie per la neo-eretta Provincia di Santa Maria degli Angeli, nella Repubblica Democratica del Congo. Sono state presentate e discusse le seguen-ti relazioni, riguardanti visite canoniche già concluse: La relazione di Fr Grégoire Kateta Bo-wa sulla visita alla Fondazione “Notre Da-me d’Afrique” nella Repubblica del Con-go (Brazzaville), dipendente dal Ministro generale. La relazione di Fr. João Muniz Alves sulla visita alla Custodia di S. Chiara in Mozambico. La relazione di Fr. Andrew Brophy sulla visita alla Provincia dei S. Martiri Coreani, in Corea. La relazione di Fr. Kajetan Kowalski sulla visita alla Provincia dell’Assunzione della BVM, in Polonia. Durante il Tempo Forte, il Definitorio ge-nerale ha incontrato Fr. John O’Connor e Fr. Mario Di Cicco, entrambi nominati Assistenti del Ministro generale con re-sponsabilità per il fund-raising in favore dell’Ordine. Essi hanno condiviso un po’ della loro esperienza e dei loro progetti per il futuro. Il Definitorio generale ha dedicato del tempo anche all’ascolto di Fr Gilles Bourdeau, Visitatore generale della Curia generalizia. Tutti i presenti hanno avuto l’opportunità di condividere con il Visitatore le proprie opinioni sulla Frater-nità e sulle strutture ufficiali della Curia generalizia. Sono pervenute diverse brevi relazioni da parte di Commissioni che lavorano all’in-terno e all’esterno dell’Ordine. Esse ri-guardano diversi temi, dal funzionamento della Pontificia Università Antonianum alla presenza dei Frati in Turchia. Infine, ma non per questo meno importante, il Definitorio generale ha avuto il piacere e il privilegio di votare per l’ammissione di un Frate alla professione solenne e di altri due al rinnovo dei voti temporanei nella Fondazione di Myanmar, e per l’ammis-

sione di un Frate della Fondazione di S. Francesco in Russia e Kazakhstan all’ordi-nazione presbiterale. Essendo stato questo l’ultimo Tempo For-te prima del Capitolo generale, il Definito-rio generale ha programmato di incontrarsi il 5 maggio p.v. per affrontare e risolvere questioni di carattere urgente o ecceziona-le che dovessero eventualmente presentar-si. A tutti coloro che hanno letto questi brevi comunicati nel corso degli ultimi sei anni, auguro ogni benedizione del Cristo Risor-to per questa Pasqua e per sempre. 24 marzo 2015

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confratelli egiziani e di Terra Santa, Suore di vari Istituti Francescani, Terziari France-scani, amici…

La Provincia Francescana Toscana era rappresentata dal Definitore, P. Simone di Gesù Frosali accompagnato da Fr. Matteo Brena.

Il programma comprendeva, oltre ai sa-luti e ai discorsi ufficiali, una Liturgia della Parola presieduta da Mons. Adel Zaky ofm, ex alunno del Seminario ed ora Vicario Apostolico di Alessandria per i fedeli (di tutto l’Egitto) di Rito Latino, ed una breve testimonianza del sottoscritto, ex alunno pure lui, che vi svolse poi in soli sette anni numerosi incarichi dalla docenza alla for-mazione dei giovani frati a vari compiti amministrativi, ed ora Nunzio Apostolico.

Altri Vescovi

Da Gizah sono usciti altri due Vescovi, ambedue defunti, Egidio Sampieri e Mar-qos Hakim:

Egidio Sampieri, nato in Alessandria nel 1928, fu ordinato presbitero nel 1952.

Dopo un breve servizio ad Assiut, passò a Kafr El Dawar, a pochi chilometri a sud-est di Alessandria, in territorio allora affi-dato alla Custodia di Terra Santa, e che è oggi una cittadina industriale.

Sessant’anni fa non era che un villaggio, ma le industrie tessili attirarono dall’Alto Egitto una forte immigrazione anche da villaggi dove numerose erano e sono le fa-miglie copte, e P. Egidio vi creò un grande centro francescano con chiesa, scuola ma-schile, residenza per i frati, residenza per le Religiose, orfanotrofio maschile ed orfano-trofio femminile, circondato da un certo numero di abitazioni cedute a riscatto ai suoi parrocchiani.

Nel 1978 fu nominato Vicario Apostoli-co di Alessandria per i fedeli di Rito Latino e qui si fece promotore di varie opere so-ciali; mori all’improvviso nel 2000.

Marqos Hakim, nato a Minya nel 1930, fu ordinato presbitero nel 1955 e fu per molti anni a Maghagha, al nord di Minya, come zelante parroco e direttore della scuo-la maschile, oltre che confessore e ricercato punto di riferimento per il clero locale.

Nel 1982 il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Copta Cattolica lo elesse Vescovo di Sohag in Alto Egitto; ritiratosi nel 2003, ritornò a Gizah e qui sorella morte lo colse nel 2014.

Auspichiamo al Seminario ulteriori pro-gressi specialmente sul piano spirituale, e attendiamo la celebrazione del Centenario.

+ Fr. Marco Dino Brogi ofm 

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APERTURA DEL CAPITOLO GENERALE 2015

Il Capitolo generale 2015 si è aperto

con la celebrazione eucaristica nella Basili-ca della Porziuncola. La celebrazione è iniziata nel piazzale davanti alla Basilica, dove i Frati capitolari si sono radunati. Ascoltato un brano dalla vita prima di Tommaso da Celano (FF 381), sono poi entrati processionalmente in Basilica e, davanti alla piccola chiesa della Porziunco-la, hanno venerato il libro del Vangelo. Il Ministro generale, Fr. Michael Perry, ha quindi presieduto la celebrazione insieme a S.Em.R. Francisco Javier Errázuriz Ossa, il Cardinale delegato dal Santo Padre per ac-compagnare i Frati durante questo Capito-lo, a Fr. Julio César Bunader, Vicario ge-nerale e a Fr. Aidan Mc Grath, Segretario generale dell’Ordine. Durante la prima ses-sione della mattina il Ministro generale ha ufficialmente dato inizio ai lavori capitola-ri e ha invitato tutti a ringraziare per il do-no dei Fratelli. Anche il Cardinale Delega-to ha rivolto un saluto ai Frati, trasmetten-do i sentimenti di vicinanza del Papa e il suo invito a riprendere con slancio il cam-mino, per continuare il rinnovamento della vita e missione alla luce del Concilio Vati-cano II. Il resto della giornata, seguendo le indicazioni del Defini-torio gene-rale, è stato dedicato alla rifles-sione e all’orazione.

Durante il primo mo-mento di riflessione ci si è messi in ascolto

del Ministro generale OFMCap, Fr. Mauro Jöhri, che ha parlato di cosa significhi es-sere “Frati e Minori oggi”, offrendo nume-rosi spunti di meditazione su cosa si debba intendere per identità francescana, ponen-do l’accento sull’importanza della vita fra-terna e del vivere questa realtà con quell’atteggiamento di misericordia fonda-mentale anche nell’affrontare le sfide capi-tolari.

La sessione pomeridiana si è aperta con il saluto del Ministro della Provincia Serafica che, anche a nome di tutti i Frati della Provincia, ha dato il benvenuto ai membri del Capitolo. Si è quindi continua-to con un momento di Lectio Divina, gui-data da Fr. Jeremiáš Kvaka, Ministro della Provincia del Santissimo Salvatore in Slo-vacchia, sul brano evangelico della “tempesta sedata” (Mc 4,35-41). Alla Lec-tio è seguito un tempo di adorazione euca-ristica, che si è concluso con la celebrazio-ne dei Vespri nei diversi gruppi linguistici.

La prima giornata del Capitolo genera-le 2015 si è conclusa con un tempo di con-divisione e gioia fraterna, vissuta nella ri-creazione comune, durante la quale si sono potuti apprezzare i diversi doni che i Frati delle diverse parti del mondo hanno voluto condividere.

Speciale Capitolo generale 2015

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AL CAPITOLO DEI FRATI MINORI I NODI DEL FRANCESCANESIMO

NEL TERZO MILLENNIO

Il Ministro evidenzia la necessità di recuperare l'identità dell'esser frate

soprattutto con la missione

E' nel vivo il Capitolo generale 2015 dei Frati Minori che si è aperto il 10 mag-gio con la celebrazione eucaristica nella Basilica della Porziuncola ad Assisi. La celebrazione è iniziata nel piazzale davanti alla Basilica, dove i Frati capitolari si sono radunati. Ascoltato un brano dalla vita pri-ma di Tommaso da Celano (FF 381), sono poi entrati processionalmente in Basilica e, davanti alla piccola chiesa della Por-ziuncola, hanno venerato il libro del Van-gelo.

L’INIZIO DEI LAVORI Il Ministro generale, Fr. Michael Perry,

ha quindi presieduto la celebrazione insie-me a S.Em.R. Francisco Javier Errázuriz Ossa, il Cardinale delegato dal Santo Pa-dre per accompagnare i Frati durante que-sto Capitolo, a Fr. Julio César Bunader, Vicario generale e a Fr. Aidan Mc Grath, Segretario generale dell’Ordine.

LE CONFERENZE Il Capitolo si sta svolgendo nell'arco

un mese e terminerà il 7 giugno. In questi primi giorni è stato intenso il lavoro dei

frati, divisi per Conferenza nel corso della seconda giornata dei lavori, impegnati a recepire i messaggi lanciati dal Ministro generale Fra' Michael Perry. Quest'anno i Frati Minori hanno voluto dar voce ancora maggiormente al loro confronto dedicando anche un portale internet sul quale seguire i lavori dell'assemblea.

I NODI EVIDENZIATI DAL MINISTRO E sicuramente uno dei punti focali, co-

me accennavamo poc'anzi, è rivolto pro-prio agli interventi del Ministro, che du-rante la lettura della sua Relazione, ha af-frontato i temi del calo numerico dei Frati e dell’invecchiamento che si sta vivendo nell’Ordine, ma ha anche indicato segni di speranza, che si incominciano a intravve-dere per uno sviluppo futuro.

MOTIVAZIONI E VOCAZIONI

Ha, poi, parlato della mancanza di mo-tivazione che molti frati stanno sperimen-tando nel vivere la vita francescana e, da ultimo, ha invitato ad approfondire la di-mensione spirituale della nostra vita, per poter “sognare in grande” e mantenere viva l’energia e la passione per la vita evangelica, sollecitando in questo la colla-borazione tra le diverse Entità dell’Ordine.

L’IDENTITÀ DEI FRATI Tutti nodi spinosi, esposti ai frati per

avviare una riflessione anche su ciò che non funziona nel francescanesimo del ter-

zo millennio. Un concetto ribadito anche negli inter-venti successivi come quel-lo di giovedì 14 maggio, in cui Fr. Michael ha sottoli-neato la necessità di recu-perare la nostra identità di Frati Minori attraverso un impegno continuo ed effi-cace, teso al rinnovamento della nostra vita di fratelli in missione.

Gelsomino Del Guercio

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di Maestro dei novizi, Maestro dei frati professi di voti temporanei, Confessore di varie comunità religiose femminili, ecc.

Infine, ricordo P. Andrea Americi, che arrivò in Egitto ancor prima della Ordina-zione presbiterale, che ricevette in piena guerra, nel 1941, e come insegnante di ma-terie scientifiche accompagnò gli studenti del corso filosofico liceale nei vari sposta-menti dovuti alla guerra fino al loro ritorno a Gizah, dove visse vari anni e lasciò una collezione di reperti del deserto e del Mar Rosso, che catalogò ed espose come mode-sto ma interessante ed originale museo.

Il seminario

Quanto ai locali, P. Ambrogio richiamò i candidati che si trovavano in Toscana ed aprì una prima casa di formazione e studio nel quartiere cairota di Qubbeh, ma anche individuò un luogo adatto alla periferia del Cairo, per l’appunto a Gizah, ed ottenne che l’ANMI (l’Associazione Nazionale) per soccorrere i Missionari Italiani) acqui-stasse quel vasto appezzamento di terreno e vi avviasse la costruzione del Seminario.

Sebbene la costruzione consistesse di due soli livelli dell’ala settentrionale del progetto, l’anno 1939-40 vide nascere il Seminario di Gizah.

L’entrata in guerra dell’Italia portò alla sospensione dei lavori e alla requisizione dell’edificio, che divenne casa d’interna-mento per alcuni religiosi italiani.

Terminata la guerra, la Missione poté recuperare l’edificio, e P. Ridolfi poté co-struire, in due tempi, il secondo piano.

Altri Formatori Ricordo, fra i Confratelli che giunsero

dall’Italia dopo la guerra, P. Gaudenzio Manfredi, che svolse vari incarichi, oltre a quello di insegnante, e morì sulla breccia inaspettatamente nel 1984 a 59 anni, e P. Antonio Di Noto, suo coetaneo, che invece trascorse in Egitto, sempre a Gizah, soltan-to una quindicina d’anni e morì a Figline, in Provincia di Firenze, a soli 53 anni (nel 1977).

P. Di Noto, oltre che insegnante, fu a lungo superiore della comunità, ed ottenne con l’aiuto dall’ANMI e di altri Benefattori di poter procedere a numerosi lavori di ma-nutenzione ordinaria e straordinaria, ma purtroppo non riuscì nell’intento di portare a termine il progetto iniziale, o almeno di poter costruire una chiesetta, per cui il Se-minario è tuttora privo della facciata, che doveva guardare ad Oriente, e della chiesa, che ne doveva costituire l’ala meridionale. Il Giubileo

La Provincia della S. Famiglia ha ora commemorato solennemente questi primi Settantacinque anni di vita del Seminario, da quell’inizio pionieristico del 1939-40.

Semplice la celebrazione organizzata dal Guardiano, P. Murad Megalla’, presen-ti il nostro Ministro Generale, P. Michael A. Perry, quello Provinciale, P. Kamal La-bib Amir, il Patriarca dei Copti Cattolici, S. B. Ibrahim Sidrak, il Vescovo Copto Cattolico di Gizah, Mons. Antonios Aziz Mina, quello Siro Cattolico, Mons. Han-noush, Mons. Kurian M. Vayalunkal, Inca-ricato d’Affari a.i. della Nunziatura Apo-stolica al Cairo, e centinaia di altri invitati:

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L a Provincia Egiziana della S. Famiglia affonda le sue radici nella Vice Prefettura dell’Alto Egitto (1666-1692), affidata alla Custodia di Terra Santa, e di-scende senza soluzione di continuità, sep-pure attraversando vari momenti critici, dalla successiva Prefettura Apostolica di Akhmim (in Alto Egitto) Fungi (nella Nu-bia – oggi in Sudan) ed Etiopia, eretta dal-la S. Sede nel 1697.

Alla fine del sec. XIX, al ripristino della Gerarchia Copta Cattolica, essa divenne una “Missio sui iuris in auxilium Copto-rum”, il cui territorio si estendeva per l’Al-to Egitto, risalendo il corso del Nilo dal sud del Cairo alle porte di Assuan, che al-lora era ecclesiasticamente collegata al Su-dan.

P. Ambrogio Ridolfi

Nel 1935 la Santa Sede inviò in Alto Egitto in Visita Canonica il P. Ambrogio Ridolfi, già Ministro della Provincia Fran-cescana Toscana delle SS. Stimmate, da cui proveniva la maggioranza dei missio-

nari, i quali avevano incominciato a colti-vare le vocazioni locali ed avevano aperto ad Assiut, qualche anno prima, un semina-rio minore.

I frutti erano tuttavia deludenti poiché i giovani candidati, inviati in Toscana per l’anno di noviziato e la formazione alla vita religiosa francescana e gli studi eccle-siastici, dovevano affrontare troppe diffi-coltà: fra cui la distanza eccessiva dalle proprie famiglie ed i problemi ambientali, specialmente i rigori dell’inverno a Fiesole ed alla Verna, inimmaginabili per un gio-vane proveniente dalle zone così calde dell’Alto Egitto.

P. Ambrogio apprezzò ed incoraggiò la formazione di candidati locali, ma eviden-ziò la necessità che il ciclo formativo fosse svolto in Egitto; nominato l’anno seguente Superiore Regolare, egli si impegnò nella realizzazione di questo progetto, provve-dendo al personale ed ai locali.

I primi Formatori

Quanto ai formatori e agli insegnanti, ricordo P. Giulio Basetti-Sani, orientalista, che si era specializzato negli studi sulla Chiesa Copta e poi consumò la sua lunga vita dedicandosi all’Islamologia, e P. Giu-

seppe Giustelli, che ven-ne in Egitto da sacerdote novello, vi terminò il corso teologico e fu du-rante la guerra missiona-rio in Alto Egitto, in una delle nostre parrocchie più povere, quella di Ar-mante El Heit, e poi tra-scorse numerosi anni a Gizah svolgendo vari incarichi, di Superiore,

Giubileo del Seminario di Gizah 1940-2015

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LETTERA DEL SEGRETARIO PROVINCIALE

A FR. MICHAEL PERRY PER LA RICONFERMA ALL’ELEZIONE

DI MINISTRO GENERALE

M.R.P. Ministro Generale Fr. Michael Anthony Perry OFM Roma M. Rev. Padre Generale.

La prossimità della Santa Pentecoste e la lieta ricorrenza della Sua rielezione a Ministro Generale dell’Ordine, mi presen-tano gradita occasione per porgerLe a no-me di tutta la Provincia Toscana, gli auguri più affettuosi e filiali.

Noi tutti qui in Toscana La sentiamo particolarmente vicino: le Sue frequenti visite a La Verna e in Toscana, hanno sem-pre lasciato nell’animo di tutti i frati il più caro ricordo e insieme a questo, per il Suo modo sinceramente fraterno e autentica-mente francescano, i sentimenti di stima e devozione, quale si deve al successore di San Francesco che, con la Sua stessa pre-

senza, testimonia la presenza in mezzo a noi del serafico Padre.

La modestia e la letizia, insieme a quell’amabilità e alla paternità così conna-turali alla Sua persona, Le saranno indub-biamente di aiuto in un momento non facile per la storia dell’Ordine, tuttavia bellissimo perché tanto ricco di sfide e della grazia di Dio che attende di essere raccolta a piene mani. Il Suo stimolo suscita in noi entusia-smo e slancio per una vita francescana rin-novata e ardente di desiderio di seguire l’Agnello ovunque Egli vada, come già ha fatto il serafico Padre con i suoi frati, tanti secoli fa.

E’ con gioia e gratitudine, che sento di augurarLe ogni bene e conforto nel Signore nel Suo impegnativo ministero a servizio di tutto l’Ordine.

Il Padre San Francesco porga sul Suo capo la Sua mano ferita e stimmatizzata e La benedica! Ed Ella voglia benedire tutti noi!

Fr. David Gagrčić ofm

Firenze, 21 maggio 2015

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JULIO CÉSAR BUNADER OFM RIELETTO VICARIO GENERALE

Il giorno 22 maggio 215, presso la Do-mus Pacis in Santa Maria degli Angeli-Assisi (Perugia, Italia), il Capitolo genera-le ordinario ha eletto Fr. Julio César Bu-nader a Vicario generale dell’Ordine Fra-ti Minori, confermandolo nell’incarico che gli era già stato affidato nel luglio 2013 ad complendum sexennium.

Fr. Julio César è nato a Mendoza (Argentina), diocesi di Mendoza, il 9 gen-naio 1961, da Miguel César e Luisa Jalil. È entrato nell’Ordine dei Frati Minori, nella Provincia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, in Argentina, nel 1983 e, dopo il cammino di Postulato, ha vestito l’abito francescano il 5 marzo 1984. A conclusione del Noviziato ha emesso la Professione temporanea dei voti il 27 feb-braio 1985 e quella solenne il 12 marzo 1988. È stato ordinato sacerdote il 1 mag-gio 1992.

È professore in filosofia e ha ottenuto il bacellierato in teologia. Inoltre ha com-piuto gli studi di teologia morale presso la Pontifica Accademia Alfonsiana in Roma, conseguendo la Licenza.

La sua vita francescana è costellata dal “servizio”: oltre ad aver lavorato nella pa-

storale parrocchiale, ha prestato servizi in alcuni centri educativi. È stato formatore nella Provincia e Rettore dell’Istituto Teo-logico Francescano di Buenos Aires, oltre che Decano della Facoltà Francescana affi-liata all’Università Cattolica Argentina (UCA) di Mendoza. Professore di Teologia Morale. Ha svolto anche il servizio di Visi-tatore generale, Definitore provinciale e dal 2004 al 2009 ha ricoperto la responsa-bilità di Ministro provinciale. Nel frattem-po è stato anche presidente della Conferen-za dei Ministri provinciali del Cono Sur come pure dell’UCLAF. Nel Capitolo ge-nerale 2009 è stato eletto Definitore gene-rale dell’Ordine, servizio che ha svolto fi-no alla sua nomina, il 9 luglio 2013, a Vi-cario generale ad complendum sexennium.

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città e della diocesi stessa. Frate Minore Francescano, ha emes-

so i voti solenni nel 1971, mentre il 26 giugno 1973 è stato ordinato presbitero a Gerusalemme, per imposizione delle ma-ni e la preghiera di consacrazione di Mons. Ferdinando Pasini.

In occasione del quindicesimo anni-versario di ordinazione episcopale, il ve-scovo Rodolfo ha rilasciato un’intervista al settimanale diocesano “Toscanaoggi-Rinnovamento”; eccone alcuni stralci.

Della sua nomina episcopale dice: “Fu una tegola in testa! Non ci credevo, non volevo credere che fosse vero. Pro-vai paura, ma non potei mettere un no nel mio appartenere alla Chiesa”.

Del giorno della sua ordinazione ri-corda il “…gran senso di festa di Chiesa, in cui si percepiva la differenza di tante vocazioni, l’unità del cammino di fede e una tappa di storia che ci riguardava tut-ti, me in prima persona, ma era gioia, gratitudine e chiamata per tutti”.

Del suo servizio di Vescovo com-menta: “Ogni giorno ti scontri con i tuoi limiti e quelli della tua scarsa testimo-nianza…La povertà e il limite fanno tre-mare, ma mi consola il Vangelo di Gio-vanni, nel quale Gesù dice: “Non vi chia-mo più servi, ma amici…Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho co-stituito”. Mi conforta questa sua Parola, che mi dà la mia “costituzione!”.

Infine un messaggio alla diocesi: “Pregate per me, amate il Signore e ab-biate pazienza con me, ma anche statemi vicino, propositivi, coinvolti e…donati al Signore, alla Chiesa…e a questa nostra storia. Essa ha bisogno di uomini e don-ne cristiani davvero. E ha bisogno di un nuovo spirito di fraternità e di comunità, che l’essere cristiani porta in sè come un dna divino! E’ bello esser cristiani”.

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I l 20 maggio 2000 la consa-crazione episcopale nella cattedrale di Fiesole; dal 2013 nostro vescovo.

Il 20 maggio 2000 padre Rodolfo Cetoloni, nella cattedrale di Fiesole, rice-veva la consacrazione episcopale dal car-dinal Silvano Piovanelli, dal Vescovo di Fiesole Luciano Giovannetti e dal vesco-vo emerito di Montepulciano-Chiusi-Pienza Alberto Giglioli.

Sono trascorsi quindici anni da quel giorno, che il Vescovo Rodolfo descrive

come “il mio “oggi” definitivo della vi-ta…”.

La nomina episcopale giunse il 25 marzo 2000, solennità dell’Annunciazio-ne, da Papa Giovanni Paolo II, mentre Mons. Cetoloni iniziò il suo ministero pastorale il 4 giugno di quell’anno, nella Solennità dell’Ascensione, facendo in-gresso nella diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, che ha guidato per tredici anni.

Dal 28 maggio 2013 è vescovo della diocesi di Grosseto, nella quale ha fatto ingresso solenne il 10 agosto successivo, nella festa di San Lorenzo, patrono della

Il Vescovo Rodolfo Cetoloni festeggia 15 anni di Ordinazione Episcopale

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ELEZIONE DEI DEFINITORI GENERALI

La tredicesima giornata del Capitolo generale, nella vigilia di Pentecoste, è stata dedicata principalmente all’elezione dei Frati che, insieme al Ministro e al Vicario generale, costituiranno il nuovo Definito-rio, che avrà il compito di animare la Fra-ternità universale dell’Ordine per il prossi-mo sessennio.

Espletate le procedure di rito, è inizia-ta la votazione che, per l’alto numero dei voti da scrutinare, ha occupato quasi tutta la mattinata.

Dopo mezzogiorno sono stati comuni-cati i risultati e sono stati eletti come Defi-nitori generali: - per la zona europea: Fr. Antonio Sca-

bio (Italia), Fr. Ivan Sesar (Croazia) e Fr. Lóránt Orosz (Ungheria)

- per la zona dell’America Latina: Fr. Valmir Ramos (Brasile) e Fr. Ignacio Ceja Jiménez (Messico);

- per la zona anglofona: Fr. Caoimhín Kevin Ó Laoide (Irlanda);

- per la zona africana: Fr. Nicodème Ki-buzehose (Kenya);

- per la zona asiatica e dell’Oceania: Fr. Lino Gregorio Redoblado (Filippine). I nuovi Definitori già presenti in Capi-

tolo, interpellati dal Ministro generale in Aula, hanno subito generosamente accetta-

to il servizio che i Fratelli gli hanno richie-sto. Lo stesso Ministro ha comunicato, poi, di aver consultato telefonicamente i Defi-nitori eletti al di fuori del Capitolo – Fr. Valmir Ramos, Fr. Ivan Sesar e Fr. Lóránt Orosz – e di aver avuto la loro piena di-sponibilità. Anche questi Fratelli raggiun-geranno, quindi, quanto prima i Capitolari. Tutta l’Assemblea ha, infine, salutato i De-finitori con un fraterno abbraccio, felici-tandosi con loro.

Nel pomeriggio i Capitolari hanno avuto una ampio tempo per godere, nono-stante l’insistente pioggia che ci accompa-gna da ieri, della città di Assisi, per comu-nicare tutte le novità ai Frati delle rispetti-ve Province di provenienza o, semplice-mente, per riposarsi.

Al termine della giornata l’invocazio-ne dello Spirito, ripetuta molte volte in questi giorni, si è rinnovata nella solenne veglia di Pentecoste, che è stata celebrata insieme nella Basilica della Porziuncola.

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D ietro convocazione di Fr Luigi Bettin attualmente Coordinatore Na-zionale, erano presenti: Il Consiglio Na-zionale per il Settore Santuari – COMPI al completo: Fr Luigi Bettin, Fr Federico Cornacchini, Fr. Stefano Tamburo, Fr. Gregorio Di Lauro; inoltre il Segretario Compi in rappresentanza della COMPI Fr Donato Sardella e alcuni Nuovi Delegati Provinciali, ci siamo incontrati presso la Casa Leonori (Assisi), per i seguenti moti-vi: 1. E’ stato presentato il Libro: Guida ai

Santuari affidati ai Frati Minori (d’Italia).

Questo Libro presenta la Prima Mappa-

tura di tutti i Santuari d’Italia (mariani o francescani) affidati e gestiti dai Frati Minori. Si tratta di ben 110 “luoghi alti dello spirito”, in cui molte volte i pelle-grini o i turisti fanno l’esperienza dell’incontro con Dio. Sono quindi i luo-ghi privilegiati, spesso, della prima Evangelizzazione, o della ripartenza, specialmente attraverso il Sacramento della Riconciliazione.

2. Sotto la guida e dietro suggerimento del

Segretario COMPI fr. Donato, è stata apportata qualche piccola modifica allo Statuto elaborato e steso in questi anni, e poi approvato dalla COMPI. Questo Statuto, rispettando le esigenze e le tra-dizioni di ogni Santuario, tuttavia servi-rà a regolare sia gli aspetti giuridici in-terni, sia a favorire (con confronti e veri-

Incontro Delegati Provinciali Settore

Santuari - Compi

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SAN ROMANO P. SANDRO CELLI FESTEGGIA

L’ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE SACERDOTALE

GIOVANNI CACCAMO IN CONCERTO

PER LA TERRA SANTA

Qui di seguito l'invito a partecipare al con-certo del giovane cantautore siciliano allie-vo di Battiato, Giovanni Caccamo, vincito-re della scorsa edizione di Sanremo- sezio-ne giovani proposte-, nel teatro francesca-no Le Laudi, di Firenze. Il concerto è organizzato dal Commissaria-to toscano di Terra Santa e Giovanni de-volverà tutto a favore delle opere della Cu-stodia. V'invitiamo a partecipare numerosi e a pre-notare il biglietto presso il box office.

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fiche) un orientamento più omogeneo nell’apostolato nei nostri Santuari d’Ita-lia.

3. Infine è stato eletto il Nuovo Consiglio

Nazionale per il Settore Santuari O.F.M. -COMPI, così composto:

Fr. Stefano Tamburo Coordinatore Na-zionale

Fr. Francesco Mauro Del Grosso, Vice Coordinatore (Zona Sud)

Fr. Alfonso Cracco , Consigliere Nazio-nale (Zona Nord)

Fr. Rosario Gugliotta, Consigliere Na-zionale (Zona Centro)

4. Conclusioni Il Coordinatore uscente Fr. Luigi Bettin, con un quadro sintetico, ma esau-riente, ha ricordato: - Il lavoro svolto in questi 6 anni: Incontri

del Consiglio in varie località d’Italia, i Convegni effettuati e Relatori, varie ste-sure dello Statuto, fatica e pazienza per contattare tutti i Santuari ed effettuare la Mappatura, ancora manca il Delegato in una Provincia.

- Le difficoltà incontrate in un Settore che non aveva precedenti, nasceva allo-ra e quindi ha richiesto fin da principio molti incontri del Consiglio e sollecita-zioni e collaborazione richiesta anche ai Ministri Provinciali per-ché diverse province ancora non avevano il Delegato Provinciale per i Santuari, per cui noi non ave-vamo nessun referente per quelle Province.

- Le iniziative e gli obiettivi rag-giunti.

- La situazione attuale dopo questo primo sessennio (2009-2015)

- Proposte e suggerimenti per il fu-turo prossimo immediato.

- I Ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato e hanno per-messo di realizzare quanto sopra sottolineato.

- Con gli Auguri sinceri e fraterni al Nuovo Consiglio e ai Nuovi Dele-gati Provinciali, per un lavoro an-

cora più fruttuoso, e con il pranzo fra-terno alla Porziuncola, si è conclusa questa “Due Giorni” che ha chiuso il primo sessennio sicuramente il più fati-coso e impegnativo, e spalanca le porte ad un futuro, ci auguriamo, ancora più fruttuoso.

P. Federico Cornacchini

Ex-Delegato Provinciale Santuari OFM

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C ari fratelli, il Signore vi dia pace!

Come Ministri della Famiglia France-scana d’Italia, dal 2 al 6 marzo u.s. ci sia-mo ritrovati a Camposampiero (PD), nel luogo in cui Antonio trovò riposo dalle sue fatiche apostoliche e di servizio ai frati.

Questi sono stati per noi giorni intensi di vita fraterna, di condivisione e di pre-ghiera che ci hanno ricordato quanto sia importante “fare memoria grata del nostro passato, vivere il presente con passione e guardare al futuro con speranza”, così da poter assumere la chiamata ad essere pro-feti nell’oggi in cui Dio ci ha posti, porta-tori della gioia del Vangelo, capaci di rag-giungere le periferie esistenziali del nostro tempo.

Tra i temi affrontati, uno ci ha visti particolarmente coinvolti, per i timori e le speranze che suscita, per gli slanci e le re-sistenze che incontra, per il suo toccare direttamente e inevitabilmente la nostra vita: è il tema della ristrutturazione delle nostre presenze sul territorio italiano.

In un clima di condivisione e di con-fronto, con franchezza e libertà, ci siamo raccontati le nostre esperienze in questo campo. Abbiamo notato che tutte le nostre realtà si sentono interpellate dalla necessità di trovare vie e forme adatte a riqualificare

la nostra presenza e le nostre presenze sul territorio nazionale, in modo tale da poter esserci in modo significativo, oggi, nei contesti territoriali in cui ci troviamo a vi-vere, in obbedienza al Vangelo, fedeli alla Regola che abbiamo professato, attenti ai segni dei tempi e dei luoghi.

Alcune delle nostre Province hanno intrapreso vie lunghe, complesse e faticose come sono i processi di unione tra Provin-ce. Altre hanno percorso vie diverse, quali la trasformazione di Province in Custodie dipendenti da Province più floride. Altre hanno cercato una via di riqualificazione interna senza avviare processi di questo genere. Quasi tutte le nostre realtà hanno intrapreso cammini significativi di collabo-razione interprovinciale.

Ci siamo detti che le fatiche non man-cano, ma non manca nemmeno la speranza. Anzi, accogliendo l’invito di papa France-sco non vogliamo certamente lasciarci ru-bare la speranza, né la gioia del Vangelo, né la nostra chiamata ad essere una realtà profetica nella Chiesa e per il mondo attua-le.

Abbiamo naturalmente colto luci e om-bre e sfide nuove che si presentano a noi nel momento in cui intraprendiamo questi percorsi. Sono luci e ombre e sfide nelle quali ci troviamo uniti, come Ministri, a ciascuno di voi e alle fraternità per le quali siamo stati chiamati a svolgere il nostro servizio di governo e di animazione.

LE LUCI che si intravedono in questi per-

Lettera aperta dei Ministri Provinciali

Francescani ai Frati d’Italia sui percorsi di collaborazione interprovinciale e i cammini

di unione tra province

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Momen  di fraternità Momenti di Fraternità ...

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corsi di riqualificazione che vanno dalla collaborazione all’unione tra Province so-no principalmente le seguenti: • il dinamismo partecipativo che questi cammini hanno messo in atto nei nostri fratelli e nelle nostre fraternità; • il sorgere di molte idee e proposte da par-te dei frati che in questi anni si sono lascia-ti coinvolgere; • un senso di speranza e di apertura portato in realtà che si sentivano ormai alla fine; • l’avvio del ripensamento e della riqualifi-cazione su tutti gli ambiti della vita, della missione e della formazione; • l’apertura di nuove fraternità; • l‘aver messo in moto un processo di con-versione che punta in alto e tocca tutti gli aspetti della vita (rapporto con Dio, frater-nità, minorità, evangelizzazione, formazio-ne, economia…); • crescita del senso di appartenenza ad un Ordine e non solo ad una Provincia. Come in ogni cammino non ci sono solo luci ma anche OMBRE. Tra queste segna-liamo: • la fatica nel coinvolgere coloro che, all’interno delle nostre Province, hanno manifestato forti resistenze e un pregiudi-zio negativo verso qualsiasi forma di cam-biamento; • il logoramento provocato dal discerni-mento sulle chiusure da operare e sulla lo-ro realizzazione, un logoramento che tocca spesso i nostri rapporti interni, con la gente e con la Chiesa locale; • la difficoltà a operare un reale e significa-tivo scambio di frati sui nostri territori; • le «tradizioni» delle varie Province (e la nostra «forma mentis») in ambiti decisivi come formazione, minorità, evangelizza-zione, economia; • le fatiche date dal trovare soluzioni valide alle questioni con risvolti giuridici sul pia-no canonico e civile. Vediamo infine alcune SFIDE che ci inter-pellano per gli anni a venire: • continuare a costruire processi di collabo-razione e, dove è necessario, di unione se-condo una mentalità di unità e di comunio-ne, tra Province della stessa obbedienza certamente, ma con attenzione a tutta la

famiglia francescana, in modo tale da ga-rantire, nel ridisegno delle nostre presenze, il più possibile, una presenza francescana, dell’una o dell’altra obbedienza, sul terri-torio italiano; • aiutare i frati a vivere positivamente una serie di «scollocamenti» o di «esodi», prin-cipalmente da un “io” ripiegato su se stes-so a un “io” aperto a Dio e ai fratelli, e poi a un “io” aperto alla missione evangelizza-trice, che non ha paura di muoversi verso territori diversi da quelli in cui siamo nati e verso le periferie del nostro tempo; • aiutare i frati, attraverso la formazione permanente e la formazione iniziale ad as-sumere una «prospettiva qualificante» che riguardi la qualità evangelico francescana di tutta la nostra vita e il ripensamento di tutta la nostra attività nell’ottica dell’evan-gelizzazione. Noi che ci troviamo a governare e animare questi processi, ci rendiamo conto che non possiamo farlo senza il vostro aiuto, senza la vostra fiducia e senza quella profonda comunione che nasce dalla condivisione della stessa vocazione. Per questo vi chie-diamo di pregare per noi e di pregare gli uni per gli altri, perché cresca in tutti noi l’apertura e la disponibilità a ciò che lo Spirito ci suggerisce in quest’ora particola-re della storia in cui siamo stati chiamati a vivere la grazia della vocazione francesca-na. Mettiamo questo nostro desiderio sotto lo sguardo della Vergine Immacolata, patrona del nostro Ordine, sotto lo sguardo di Fran-cesco d’Assisi vero amante e imitatore del Cristo che si è fatto nostra via, sotto lo sguardo di Antonio capace di coniugare il servizio ai frati e l’annuncio del Vangelo e l’insegnamento della teologia con la testi-monianza della carità, il tutto a partire da un’esperienza costante di contemplazione del mistero di Cristo.

Fraternamente, i vostri fratelli e Ministri.

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Sintesi del Congresso del Definitorio

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5° Comunicato del Definitorio Marzo - Aprile - Maggio 2015

Sono approvate le relazioni dei candida-ti al presbiterato: Fr. Gabriele Maria Mon-nanni, Fr. Alessandro Martelli e Fr. Mario Panconi. L’ordinazione presbiterale avrà luogo il Sabato 27 giugno alle 17.00, presso la Chiesa di santa Caterina d’A-lessandria a Pisa, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Giovanni Paolo Benotto, Arcive-scovo Metropolita di Pisa.

La Commissione per le comunicazioni

sociali ha organizzato un incontro formati-vo il 22 maggio alle ore 15.00, presso il Convento di Santa Croce a Pisa, aperto a tutti coloro che vogliono capire di più sul web e i social network. Sono invitati sia frati che laici interessati che collaborano con noi per le varie attività di evangelizza-zione e formazione. Ci aiuterà in questo percorso Anna Tartaglia, web designer.

E’ stata approvata dal Definitorio la so-

stituzione della caldaia del Romitorio del-la Verna, dato il malfunzionamento e il deterioramento di quella precedente.

In seguito alla richiesta ufficiale del suo

Ministro Provinciale, è stato concesso a Fr. Victor Pupiales, della Provincia OFM dell’Ecuador, di restare per un altro anno presso il Convento di San Francesco in Piazza Savonarola, per terminare il percor-so di studi nell’ambito della pittura.

Il Definitorio, in seguito alla richiesta

ufficiale del M.R.P. Custode di Terra Santa Fr. Pierbattista Pizzaballa di poter accoglie-re per i prossimi due anni presso il Conven-

to Santuario de La Verna Fr. Bernard La-wand, alunno della Custodia di Terra San-ta, dopo aver sentito il parere del Guardia-no, ha espresso parere favorevole. Fr. Ber-nard è quindi da considerarsi membro ef-fettivo della comunità, con tutti i diritti e i doveri connessi.

Dopo un anno di sperimentazione e pro-

va, si chiede a tutti i Guardiani di mandare, al prossimo Congresso del Definitorio, l’o-rario definitivo della propria Fraternità per l’approvazione da parte del Definitorio.

Si ricordano gli altri appuntamenti for-

mativi delle prossime settimane: Giovedì 4 giugno, a Firenze, presso la

Curia provinciale, alle ore 9,30, incontro di formazione per Economi e aperto a tutti gli interessati, guidato dalla Prof.ssa Barbara Sibilio Parri sul tema della gestione della contabilità.

Giovedì 11 giugno, incontro del Coor-

dinamento dei parroci. Si terrà presso la Curia provinciale a partire dalle ore 10.00 fino a pranzo compreso. L’invito è da estendersi anche ai vice Parroci.

Lunedì 29 giugno, dalle ore 9,30 in

poi, a Fiesole San Francesco, terzo incontro formativo per i Guardiani.

Con lettera ufficiale del Ministro pro-

vinciale datata 15 marzo 2015, Fr. Daniele Feligioni è stato autorizzato a procedere con l’inventario fotografico dei beni mobili dei vari conventi della Toscana.

E’ stato concesso, in seguito alla richie-

sta del Ministro Regionale dell’OFS, l’u-tilizzo di una stanza del Convento di Monte alle Croci quale sede del centro regionale

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più antiche immagini devozionali del santo di Assisi, che tramandano gli episodi più famosi della sua agiografia. Oltre alle cele-bri tavole cuspidate di Pisa (Museo Nazio-nale di San Matteo) - oggi riferita dai più a Giunta - e di Firenze (sull'altare della Cap-pella Bardi in Santa Croce), attribuita a Coppo di Marcovaldo, sarà presente in mostra quella analoga del Museo Civico di Pistoia e il San Francesco con due storie della sua vita e due miracoli post mortem attribuito a Gilio di Pietro (Orte, Museo Diocesano).

Tra gli artisti presenti in mostra figura-no anche il Maestro di San Francesco e il Maestro dei Crocifissi francescani, due pro-tagonisti di primo piano della pittura su tavo-la e in affresco nel corso del XIII secolo.

Un grande affresco staccato dalla chie-sa di San Francesco a Udine di cultura tar-dogotica introdurrà il visitatore alla straor-dinaria vicenda umana del Beato Odorico da Pordenone (1286-1331), che intraprese intorno al 1314 un viaggio incredibile, so-stenuto dal fervore missionario che lo por-terà prima in Asia Minore, per incontrare poi i Mongoli della dinastia Yuan (1279-1368) negli anni 1323-28, e in India.

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Dal 30 marzo, l'obiettivo è non solo documentare la produzione artistica di diretta matrice france-

scana ma anche l'attività evangelizzatrice dei frati seguaci del poverello d'Assisi in Asia

I l corno ritenuto tradizional-mente quello donato da San Francesco al sultano d'Egitto Malik-al-Kamil nel 1219-20, in occasione del loro incontro e conser-vato in Assisi nella Cappella delle reliquie della basilica della città umbra, sarà uno dei pezzi forti della mostra "L'arte di Fran-cesco. Capolavori d'arte e terre d'Asia dal XIII al XV secolo" che sarà ospitata dalla Galleria dell'Accademia a Firenze da do-mani, lunedì 30 marzo, all'11 ottobre.

Organizzata dalla Galleria dell'Accade-mia, in collaborazione con l'Ordine dei

Frati Minori, e ideata scientificamente con la Commissio Sinica (Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, Pontificia Università Antonianum di Roma), la mo-stra si propone di documentare ai massimi livelli qualitativi la produzione artistica di diretta matrice francescana (pittura, scultu-ra, arti suntuarie) dal Duecento al Quattro-cento. Nello stesso tempo la mostra vuole porre in evidenza la straordinaria attività evangelizzatrice dei francescani in Asia, dalla Terra Santa alla Cina, rievocandola anche con oggetti di eccezionale importan-za storica e incomparabile suggestione.

Per la pittura riveste un'importanza fon-damentale l'opera di Giunta di Capitino, il primo pittore ufficiale dell'Ordine france-scano, la cui influenza si estese nella prima metà del Duecento in vaste aree dell'Italia centrale e fino in Emilia. Il grandissimo artista, il primo pittore 'nazionale' della sto-

ria dell'arte italiana, ri-coprì il ruo-lo d'inter-prete della spiritualità francescana che poi sarà assolto da altre due altissime personalità, Cimabue e Giotto. Di partico-lare interes-se si rivela la sezione che ospita alcune fra le

L'arte di San Francesco in mostra

all'Accademia

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dell’OFS. Tale concessione è temporanea, motivata dall’esigenza di offrire migliore organizzazione, visibilità e capacità di azione alle fraternità francescane secolari della Toscana.

Il 10 maggio c.m., inizia ufficialmente

il Capitolo Generale dell’Ordine: si rac-comanda di pregare intensamente e a pre-pararsi responsabilmente per questo even-to fondamentale della nostra vita e missio-ne. In particolare giovedì 21 maggio, giorno previsto per l’elezione del nuovo Ministro Generale, in ogni fraternità si celebri l’Eucarestia comunitaria adottando il formulario della Messa dello Spirito Santo.

Fr. Gaetano Renato Ghilardi è stato

riconfermato per un altro quinquennio nell'incarico di Direttore dell'Ufficio Dio-cesano di Firenze per la Pastorale della Salute. Inoltre, su iniziativa dell'Azienda U.S.L.10 di Firenze, il 10 aprile 2015, è stata costituita la "FONDAZIONE SAN-TA MARIA NUOVA - ONLUS". Di detta Fondazione, previo accordo tra il Direttore Generale dell'Azienda U.S.L. 10 di Firen-ze e il Cardinale Arcivescovo, il Padre Ghilardi è stato nominato membro del

Consiglio Direttivo in qualità di Consiglie-re insieme al Presidente e ad altri due Consiglieri. Istituendo la suddetta Fonda-zione, l'Azienda U.S.L. 10 di Firenze, che è la seconda d'Italia per numero di dipen-denti (oltre 6.500), per estensione geogra-fica e per popolazione, intende valorizzare le radici storiche e promuovere le finalità sociali dell'Ospedale di Santa Maria Nuo-va, di cui quest'anno ricorre il 727° Anni-versario di Fondazione.

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Notizie

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Nei giorni 14-16 aprile u.s. si è svolta nel nostro Convento di Fiesole la “Tre giorni di Formazione Permanente”.

In quell’occasione abbiamo anche vo-luto ricordare e festeggiare gli anniversari di professione e ordinazione di alcuni no-stri confratelli.

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