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Bollettino quadrimestrale della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica - Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB VERONA Notiziario Notiziario FONDAZIONE PER LA RICERCA SULLA FIBROSI CISTICA - ONLUS Italian Cystic Fibrosis Research Foundation Presso Ospedale Maggiore, Piazzale Stefani, 1 - 37126 Verona N. 12 - APRILE 2005 IN QUESTO NUMERO - Riflessioni sulla ricerca scientifica Pag. 2 - Trenta nuovi progetti di ricerca CF al vaglio degli esperti internazionali Pag. 4 - Continua la campagna per l’adozione di progetti CF Pag. 4 - Il III Seminario di Primavera Pag. 5 - In ottobre la III Settimana della Ricerca Italiana CF Pag. 6 - L’incontro delle Delegazioni e dei Gruppi di Sostegno della Fondazione Pag. 6 - Una grande iniziativa 2005: “10 Amici per la Ricerca” Pag. 7 - Bilancio economico provvisorio dell’annata 2004 Pag. 8 - Il concorso “Musica e Solidarietà” Pag. 9 - Il “Format” televisivo de “Il Sole 24 Ore” dedicato ai progetti di ricerca CF Pag. 10 - Oggi donare per la ricerca è più facile. Pag. 11 - Alcune iniziative ed eventi di Primavera 2005 Pag. 12 - Reports dal meeting di Caserta della Società Italiana Fibrosi Cistica Pag. 14 - Dalla letteratura scientifica: . La terapia cellulare con cellule staminali Pag. 18 . Il futuro della diagnosi prenatale Pag. 22 . Lo screening del portatore sano di mutazioni CFTR Pag. 23 - Le domande e risposte sul sito della ricerca italiana CF www.fibrosicisticaricerca.it Pag. 25 13-14 maggio, Verona III° Seminario di Primavera: aggiornamento su aspetti emergenti della ricerca CF, con sessione divulgativa il 14 maggio ([email protected]) 22-25 giugno, Creta Congresso europeo Fibrosi Cistica ([email protected] - www.europeancfconference.org) 9-10 settembre, Trieste Le molte facce della fibrosi cistica: confronto tra specialisti ([email protected]) 15-16 ottobre, Gualdo Tadino Attualità in tema di fibrosi cistica ([email protected]) 20-23 ottobre, Baltimora (USA) Conferenza nordamericana sulla fibrosi cistica ([email protected]) 24-30 ottobre Settimana della ricerca italiana per la fibrosi cistica 18-19 novembre, Verona III Convention d’Autunno dei ricercatori italiani CF [email protected]) dicembre, sede e data da destinarsi Congresso nazionale della Società Italiana Fibrosi Cistica ([email protected]) Appuntamenti 2005 Il di seminario primavera Verona 13-14 maggio 2005, Centro Marani PROGRESSI RECENTI E SVILUPPI FUTURI NELLA RICERCA SULLA FIBROSI CISTICA Sabato 14 maggio sessione divulgativa aperta a tutti Programma a pag 5 IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO DI VERONA CMP – DETENTORE DEL CONTO, PER LA RESTI- TUZIONE AL MITTENTE, PREVIO PAGAMENTO RESI Visitate il sito della Fondazione FC www.fibrosicisticaricerca.it

Notiziario - fibrosicisticaricerca

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A NotiziarioNotiziarioFONDAZIONE PER LA RICERCASULLA FIBROSI CISTICA - ONLUSItalian Cystic Fibrosis Research FoundationPresso Ospedale Maggiore, Piazzale Stefani, 1 - 37126 Verona

N. 12 - APRILE 2005

IN QUESTO NUMERO- Riflessioni sulla ricerca scientifica Pag. 2- Trenta nuovi progetti di ricerca CF al vaglio degli esperti internazionali Pag. 4- Continua la campagna per l’adozione di progetti CF Pag. 4- Il III Seminario di Primavera Pag. 5- In ottobre la III Settimana della Ricerca Italiana CF Pag. 6- L’incontro delle Delegazioni e dei Gruppi di Sostegno della Fondazione Pag. 6- Una grande iniziativa 2005: “10 Amici per la Ricerca” Pag. 7- Bilancio economico provvisorio dell’annata 2004 Pag. 8- Il concorso “Musica e Solidarietà” Pag. 9- Il “Format” televisivo de “Il Sole 24 Ore” dedicato ai progetti di ricerca CF Pag. 10- Oggi donare per la ricerca è più facile. Pag. 11- Alcune iniziative ed eventi di Primavera 2005 Pag. 12- Reports dal meeting di Caserta della Società Italiana Fibrosi Cistica Pag. 14- Dalla letteratura scientifica:

. La terapia cellulare con cellule staminali Pag. 18

. Il futuro della diagnosi prenatale Pag. 22

. Lo screening del portatore sano di mutazioni CFTR Pag. 23- Le domande e risposte sul sito della ricerca italiana CF

www.fibrosicisticaricerca.it Pag. 25

13-14 maggio, VeronaIII° Seminario di Primavera: aggiornamentosu aspetti emergenti della ricerca CF, consessione divulgativa il 14 maggio([email protected]) 22-25 giugno, CretaCongresso europeo Fibrosi Cistica([email protected] -www.europeancfconference.org)9-10 settembre, TriesteLe molte facce della fibrosi cistica:confronto tra specialisti([email protected]) 15-16 ottobre, Gualdo TadinoAttualità in tema di fibrosi cistica([email protected])20-23 ottobre, Baltimora (USA)Conferenza nordamericana sulla fibrosicistica ([email protected])24-30 ottobreSettimana della ricerca italiana per lafibrosi cistica18-19 novembre, VeronaIII Convention d’Autunno dei ricercatoriitaliani CF [email protected])dicembre, sede e data da destinarsiCongresso nazionale della Società ItalianaFibrosi Cistica ([email protected])

Appuntamenti 2005

3°Il diseminarioprimavera

Verona 13-14 maggio 2005,Centro Marani

PROGRESSI RECENTIE SVILUPPI FUTURINELLA RICERCASULLA FIBROSI CISTICASabato 14 maggio sessionedivulgativa aperta a tuttiProgramma a pag 5

IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIODI VERONA CMP – DETENTORE DEL CONTO, PER LA RESTI-TUZIONE AL MITTENTE, PREVIO PAGAMENTO RESI

Visitate il sito della Fondazione FCwww.fibrosicisticaricerca.it

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Un esempio palese di tutto ciò lo siincontra soprattutto in medicina:l'industria farmaceutica finanzia ab-bastanza facilmente gli studi cheprobabilmente porteranno alla "in-venzione" di nuovi farmaci utili inmalattie diffuse, oppure le speri-mentazioni che possono ampliare ilmercato dei farmaci che sta già ven-dendo, mentre trovano con moltamaggiore difficoltà finanziamenti in-dustriali le ricerche su terapie che ri-guardano popolazioni ristrette o co-munque non promettenti ritorni eco-nomici adeguati; e così si parla di"farmaci orfani" quando la loro pro-duzione industriale non risulta rimu-nerativa, e di "malattie orfane" perquelle che non suscitano l'interesse –anche economico - dei ricercatori.

La ricerca è una scuoladi grande umiltàPurtroppo oramai costa moltoanche la ricerca scientifica "pura",quella che tende primariamente adaumentare le conoscenze, perchérichiede il lavoro sinergico di moltepersone, di laboratori attrezzati edi materiali costosi. Il guaio di questo tipo di ricerca è chenon può minimente garantire a prio-ri un risultato utile: spesso somigliaalla ricerca di "un ago nel pagliaio", oalla scoperta di un astutissimo assas-sino, e all'inizio dell'impresa non sipuò sapere se essa riuscirà; cercare èsempre un rischio! Per fortuna tal-volta è successo che cercando un agosi sia trovata una pietra preziosa (èl'esempio della penicillina, trovatada Fleming che stava cercando al-

risolvere il problema energetico in ca-renza di petrolio, ma possono ancheprovocare disastri come quello diCernobil...; senza telefoni cellulariprobabilmente non riusciremmo più avivere, ma ci sono dubbi fondati che illoro abuso possa danneggiare la salu-te, soprattutto nei bambini).L'uso buono o cattivo delle scoper-te scientifiche e tecnologiche nondipende dal tipo di scoperta, nédalla responsabilità diretta delricercatore, ma dalle scelte etichedi chi ne utilizza i risultati.

La ricerca costa moltoTutti i tipi di ricerca costano moltodenaro; un'altra differenza molto im-portante tra la ricerca scientifica equella tecnologica sta nel fattoche la prima ha – come suo fine pri-mario – l'aumento delle conoscenze equindi di per sé non produce ricchez-za economica (anche se produce unaricchezza di gran lunga più apprezza-bile, per esempio se aiuta la salu-te...); invece la ricerca tecnologicaproduce beni destinati per lo più a es-sere venduti, vuoi per recuperare ildenaro precedentemente investito,vuoi per aumentare la ricchezza deiproduttori e dei venditori di soluzionitecnologiche; non a caso la ricercatecnologica è soprattutto nelle manidell'industria; questa peraltro effet-tua, o almeno sponsorizza anche al-cune ricerche scientifiche, ma quasisempre sceglie quelle più remunera-tive sul piano economico; di per sénulla di male in tutto ciò, e tuttavianon possiamo nasconderci il fatto cheper questa ragione alcuni problemitrovano facilmente una soluzione, ealtri con risultati altrettanto significa-tivi, ma potenzialmente non "vendibi-li", non vengono risolti perché nontrovano chi ne paghi i costi di ricerca.

Oggi in tutto il mondo si parlamolto di ricerca scientifica,se ne decantano i meriti e i

vantaggi, si chiede ai cittadini di so-stenerla anche economicamente. Maproprio il cittadino legittimamente sichiede: che cos'è con precisione laricerca scientifica, a che cosa serve,quali vantaggi ne posso trarre? Equeste domande riguardano soprat-tutto la ricerca in medicina, perchédi questa trattano più diffusamente igiornali e le televisioni.

Ricerca scientificae ricerca tecnologicaPer rispondere a tali quesiti innanzitutto è opportuno distinguere tra ri-cerca scientifica e ricerca tecnologi-ca: anche se un po' grossolanamente,potremmo dire che la ricerca scienti-fica ha come principale obiettivoquello di accrescere le conoscenzesull'uomo, la natura e l'universo (peres., in che modo le infezioni danneg-giano il nostro organismo; ma anche,se c'è acqua su Saturno); la ricercatecnologica, che quasi sempre prendele mosse dalle scoperte scientifiche,cerca di applicarne utilmente i risul-tati (per es., sintetizzando un nuovoantibiotico, oppure perfezionandoun'apparecchiatura che consenta di"vedere" meglio dentro i nostri polmo-ni; ma anche costruendo nuovi pro-cessori per la sonda spaziale da man-dare su Saturno). Entrambi i tipi di ri-cerca producono frutti potenzialmen-te utili al genere umano; dico poten-zialmente, perché ogni risultato dellaricerca – come ogni azione dell'uomo –può essere usato per fini buoni o cat-tivi: per es., la radioattività può servi-re a curare alcune malattie, ma puòanche provocarle e può essere usataaddirittura per costruire armi atomi-che; le centrali nucleari potrebbero

La ricercaperchè?come e scientifica:

A cura del prof. Luciano Vettore

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tro), e tal’altra si è scoperto che ilpresunto assassino era... innocente.Quindi non si può scegliere di faresoltanto le ricerche con risultati po-sitivi garantiti, semplicemente per-ché queste ricerche non esitono; almassimo si può scegliere di studiare iproblemi più gravi o più urgenti, cioèquelli la cui soluzione sarebbe piùutile al maggior numero di persone,ponendosi comunque obiettivi reali-stici, cioè non troppo ambiziosi. Laricerca è allora una scuola di grandeumiltà perché ogni ricercatore deveaccettare il rischio del fallimento, senon altro per i limiti naturali nellecapacità umane di comprendere.

Senza cercarenon si trovaTuttavia, senza cercare non si trova,e se l'uomo non avesse "cercato" findalla notte dei tempi, forse non sa-rebbe... l'uomo, ma solo una scim-mia umanoide e non vivrebbe comeoggi vive. Il lavoro del ricercatorescientifico, di quello che ricerca conil solo fine di scoprire qualcosa an-cora ignoto, è un lavoro nobile e af-fascinante; si potrebbe dire che ilsuo modello è l'Ulisse dantesco,quello che dice: "Fatti non foste perviver come bruti, ma per seguir vir-tute e conoscenza". Sicuramente le scoperte richiedonotalento e anche un po' di fortuna; inrealtà, ogni scoperta – dopo che èstata fatta – sembra scontata, quasibanale; molti altri prima dello sco-pritore si erano probabilmente im-battuti nello stesso fenomeno, manon lo avevano riconosciuto o cor-rettamente interpretato: il meritodello scienziato di talento è quellodi vedere ciò che altri non hanno vi-sto; ma perché ciò accada è neces-sario che concorrano più circostan-ze favorevoli, alcune delle qualisono casuali, ma molte – comunqueindispensabili - possono (e debbono)essere preordinate.

Ogni scoperta è fruttodi un lavoro di equipeE perché ciò accada molti altri oltreal ricercatore debbono farsene cari-co: serve una organizzazione effi-ciente, con risorse adeguate; oggi

non può esistere più il ricercatoresolitario e i grandi progressi dellatecnologia informatica consentonola comunicazione pressoché istan-tanea in ogni parte del mondo deirisultati; anche se ancora e semprele idee geniali sono appannaggio dipochi, ogni scoperta è frutto di unlavoro in équipe – spesso oramaisenza barriere spaziali - cioè dellacapacità di mettere in comune vo-lontà, intelligenze e impegno.Tutto ciò è particolarmente evidenteper le ricerche che si occupano diproblemi medici, le quali sono anchequelle che maggiormente colpisconol'immaginario collettivo, perché sonopercepite come importanti per la sa-lute delle persone. Ciò vale per tuttii tipi di ricerca che riguardano la me-dicina: alcune sperimentazioni sonoeffettuate esclusivamente nei labo-ratori e spesso si servono di animali;ma soprattutto negli ultimi trent'an-ni si sono sviluppate fortemente an-che le ricerche dirette sull'uomosano e malato. La valenza etica diqueste sperimentazioni è molto criti-ca perché – del resto come tutte leimprese umane – esse presentano ri-schi; si tratta di rischi calcolati, inqualche modo prevedibili su basestatistica, ma proprio per questo maiassolutamente certi e definiti; tutta-via la medicina non può farne assolu-tamente a meno, perché l'uomo èsotto molti aspetti diverso dagli altrianimali e perché gli esperimenti "invitro" chiariscono fenomeni relativa-mente semplici e ripetibili, ma sonoinsufficienti a far comprendere finoin fondo i fenomeni complessi che sisvolgono e interagiscono nell'organi-smo umano vivente.

In medicinanecessarie ricerchesui grandi numeri

In particolare oggi sono molto diffu-se e si dimostrano utili ricerche checoinvolgono numeri relativamenteelevati di persone, sane o malate aseconda di ciò che si vuole studiare;nella preparazione di questi proget-ti, nelle previsioni e nell'elaborazio-ne dei loro risultati è indispensabi-le anche qui la statistica, che peral-tro - come si sa - stima le probabi-lità, mai le certezze.

E allora, affinché i rischi - semprepresenti - siano comunque previsti econtenuti è necessario un estremorigore intellettuale ed etico, unagrande attenzione e una capacità divalutazione critica di ciò che si vuo-le studiare e di ciò che si crede discoprire: ancora una volta bisognariconoscere che la ricerca scientifi-ca oltre a intelligenza richiede umil-tà, onestà intellettuale, impegnoed entusiasmo. Ma richiede anche ilsostegno affettivo ed economicodella comunità sociale che gode ifrutti dei risultati ottenuti.

Ogni cittadinodovrebbe sentirsipartecipe delleimprese scientificheProprio queste sono le ragioni chedovrebbero indurre ogni cittadino asentirsi partecipe delle impresescientifiche che si svolgono nel pro-prio Paese e nel mondo; nessunaricerca può produrre risultati positi-vi se non è vissuta come un'impresacollettiva, nella quale ciascunomette qualcosa di proprio: il ricer-catore mette la propria intelligenzae il proprio impegno, le Istituzionidebbono metterci l'organizzazionee le risorse umane ed economiche,che tuttavia sono sempre insuffi-cienti; è quindi indispensabile chealtri enti, pubblici e privati, con-corrano all'adeguatezza di questerisorse; e anche i singoli cittadinipossono fare la loro parte, non solosostenendo economicamente neilimiti del possibile i progetti diricerca (molte gocce fanno unmare...), ma anche rendendosi dis-ponibili quando necessario a parte-cipare essi stessi alle ricerche comesoggetti attivi; e soprattutto ren-dendosi conto che le sorti di unPaese sono strettamente legate allavoro delle sue migliori energieintellettuali, che richiedono solida-rietà e amicizia.Luciano Vettore è stato professoredi clinica medica e stimato ricerca-tore presso l’Università di Verona, èstato fondatore e presidente dellaSocietà Italiana di Pedagogia Medicaed è membro del Consiglio diAmministrazione della FondazioneRicerca Fibrosi Cistica

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Dei 36 progetti sinora selezionati e finanziati dalla Fondazione, 18sono già stati adottati, totalmente o parzialmente, da scuole, azien-de, delegazioni della Fondazione FFC, associazioni della Lega italia-

na FC, fondazioni bancarie. Sono stati adottati: 1 dei 4 progetti 2002, 3 dei13 progetti 2003, 14 dei 19 progetti 2004. I nuovi progetti selezionati peril 2005 saranno resi noti, per la possibile adozione, a fine giugno 2005. Adottare un progetto significa rendersi partecipi direttamente dell’impre-sa di ricerca che quel progetto intende realizzare: gli adottanti saranno te-nuti informati dello sviluppo della ricerca e dei suoi risultati e potranno uti-lizzare nelle loro iniziative di comunicazione il marchio ABBIAMO ADOTTA-TO UN PROGETTO FC.

Per informazioni, consultare le brochures “SCONFIGGERE LA FIBROSI CISTI-CA” e “ADOTTA UN PROGETTO” sul sito www.fibrosicisticaricerca.it o con-tattare direttamente la Fondazione (tel 045 8073599, e-mail: [email protected]).

Continuacampagnala

per l’adozione

CFdi progetti

S i è chiusa il 15 febbraio scorsola presentazione di progetti diricerca CF da parte di nume-

rosi gruppi di ricerca italiani, a se-guito del bando di concorso pubbli-cato il 15 dicembre 2004. Si trattadi 30 progetti, in cui sono coinvolti77 gruppi di ricerca distribuiti in la-boratori, istituti e centri clinici di14 regioni (Abruzzo 2 gruppi,Campania 6, Calabria 1, Emilia-Romagna 2, Friuli VG 4, Lazio 14,Liguria 8, Lombardia 12, Marche 3,Piemonte 5, Puglie 3, Sicilia 2,Toscana 6, Veneto 9). 17 dei 30 pro-getti sono a carattere multicentri-

co. Vi sono interessati complessiva-mente 292 ricercatori, tra leadersdi progetto, partners e collabora-tori di ricerca interni ed esterni.I progetti possono essere suddivisiin 7 aree: Fisiopatologia dellaproteina CFTR (4 progetti); Tera-pia genica e cellule staminali (3progetti); Microbiologia e infezio-ne (6 progetti); Infiammazione (6progetti); Immunità (5 progetti);Ricerca clinica (4 progetti); Gene-tica molecolare (2 progetti).È già stato avviato il complessoiter di valutazione: prima valuta-zione da parte del comitato scien-

tifico della Fondazione, revisionedi esperti internazionali (almenodue per ciascun progetto), valuta-zione conclusiva del comitatoscientifico, selezione finale e as-segnazione di finanziamenti aiprogetti di maggior qualità, versola fine di giugno 2005.

La possibilità di dar vigore ai pro-getti più avanzati dipenderà dallerisorse che riusciremo a mettereinsieme nel 2005 con l’aiuto diquanti hanno capito che è su que-sto fronte che si gioca il futuro disalute di tante persone.

Trentanuovi progetti

di ricerca CFal vaglio degli esperti internazionali

Cresce il numero di progetti adottati

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Screening dei portatori,terapie del difetto di base,

cellule staminali, controllo dell’infezione

Progressi recenti e sviluppifuturi nella ricerca sulla

Fibrosi Cistica

Progressi recenti e sviluppifuturi nella ricerca sulla

Fibrosi Cistica

3°Seminariodi primaveraVERONA - 13-14 Maggio 2005Centro Culturale “G. Marani”(Ospedale di Borgo Trento)Sabato 14 maggio ore 10-14sessione divulgativaaperta a tutti

ProgrammaSessione scientifica: Venerdi 13 maggio(per medici, ricercatori, personale sanitario)

Ore 10,30 – 11,30 Nuove strategie ed opinioni sullo screening dei portatoriLidewijg Henneman (Dip.Genetica Clinica e Genetica Umana, Centro Medico dell’Università, Amsterdam)Moderatore/discussant: Faustina Lalatta (Fondazione ICP, Milano)

11,30 – 12,30 Discussione 12,30 – 13,30 Pausa buffet

13,30 - 14,40 Acquisizioni sulla macchina secretiva epiteliale e prospettive di terapia molecolare CFWilliam Guggino (Dip.Fisiologia, Univ. J. Hopkins, Baltimora)Moderatore/discussant: Luis Galietta (Ist. G. Gaslini, Genova)

14,40 – 15,40 Discussione15,40 – 16,00 Pausa caffè

16,00 – 17,00 Terapia della fibrosi cistica basata su cellule staminali?Guoshun Wang (Dip.Medicina e Genetica, Università N. Orleans)Moderatore/discussant: Giuseppe Novelli (Univ. Tor Vergata, Roma)

17,00 – 18,00 Discussione

18,00 – 18,30 Prevenzione e controllo dell’infezione in fibrosi cisticaRoberto Buzzetti (Coordinatore Gruppo di Lavoro FFC)Moderatore/discussant: Giuseppe Magazzù (Università Messina)

18,30 – 19,00 Discussione

Funzionerà traduzione simultanea È richiesta scheda adesione entro 30 aprile Info: [email protected] (scaricabile anche su sito www.fibrosicisticaricerca.it)

tel. 045 8073438

Sessione divulgativa: Sabato 14 maggio(per pazienti, familiari, sostenitori, popolazione)

Ore 10,00 – 11,00 Screening dei portatori (L. Henneman)30’ per domande e risposte

11,00 – 12,00 Strategie di terapia molecolare CF (W. Guggino)30’ per domande e risposte

12,00 – 13,00 Terapia CF con cellule staminali? (G. Wang)30’ per domande e risposte

13,00 – 13,40 Prevenzione e controllo infezione CF (C. Braggion)20’ discussioneModeratori/discussants: G. Magazzù (Univ. Messina) e G. Borgo (FFC, Verona)

Funzionerà servizio di traduzione simultanea. Ingresso liberoNB. Le persone colonizzate da batteri multiresistenti trasmissibili sono pregate di non partecipare

Oltre ai tre grandi temi dello screening dei portatori, delle nuove terapie molecolari e della terapia con cellulestaminali, che saranno trattati, con largo spazio per la discussione, da tre illustri ricercatori stranieri, è stata in-serita in questo Seminario anche una relazione conclusiva sui lavori condotti da più di un anno da parte di ungruppo costituitosi nell’ambito della Fondazione FFC, a seguito di un precedente percorso formativo che avevavisto coinvolti quasi trenta operatori sanitari. Il lavoro si è svolto, attraverso una vasta analisi della letteraturascientifica, sulla tematica emergente del controllo delle infezioni e sulla prevenzione della loro diffusione tra imalati di fibrosi cistica. L’intento è stato quello di verificare su quali basi scientifiche siano maturate eventua-li evidenze che consentano di mettere in atto ragionevoli misure igieniche per la sicurezza dei malati.

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IIILa settimana

24-30 ottobre 2005

dellaFibrosi CisticaItaliana

ricerca

La III Settimana della RicercaItaliana per la Fibrosi Cistica sisvolgerà quest’anno dal 24 al

30 ottobre, con manifestazioni invarie parti d’Italia. È in corso la pre-parazione del programma di comu-nicazione e di eventi per la raccoltafondi per la ricerca FC, di cui dare-mo prossimamente dettagliata in-formazione. Le delegazioni ed igruppi di sostegno della Fondazionesi stanno già organizzando con ini-ziative molteplici: spettacoli, lotte-rie, chioschi di distribuzione mate-

riale informativo e gadgets, gare econcorsi, mostre, iniziative scolasti-che etc. Anche quest’anno l’eventosarà organizzato in collaborazionecon la Lega Italiana Fibrosi Cistica esi spera fortemente che tutte leAssociazioni Regionali CF aderentialla Lega partecipino con entusia-smo e creatività a questo grandeevento. Tutte le persone di buonavolontà, Gruppi e Associazioni cheintendessero rendersi disponibili acollaborare alle iniziative dellaSettimana sono incoraggiati a pren-

dere contatto con la sede dellaFondazione FFC ([email protected], tel 045 807 3599/3438) o con quella della Lega FC([email protected], tel 02 48011219 o 0774 533 777).

delleIncontro

delegazioni

Verona, sede della fondazione. 10 aprile 2005

e dei diFondazionedella

gruppi sostegno

Quasi tutte le Delegazioni era-no presenti ed anche alcuniGruppi di sostegno. È stato

presentato un bilancio delle attivitàdella Fondazione svolte nel 2004. Èstato comunicato anche il bilancioeconomico provvisorio dell’annata,di cui viene data notizia anche suquesto Notiziario a pag 8. È statofatto anche un panorama dell’azio-ne di sostegno alla ricerca CF, conpresentazione dei primi più interes-santi risultati. Larga parte è statadata ai programmi del 2005, cheavranno il loro culmine nella Setti-mana della Ricerca Italiana per la Fi-brosi Cistica: alcuni eventi centrali aVerona, in particolare una cena digala per le aziende e i gruppi chehanno adottato un progetto, promo-zione dei progetti di ricerca pressole aziende, chioschi di sensibilizza-zione e distribuzione gadgets in va-rie piazze italiane, lotterie provin-ciali, iniziative per e con le scuole. Èstata illustrata la grande iniziativa2005 “10 Amici per la Ricerca FC”.Tutte le delegazioni hanno quindiesposto le iniziative programmateper l’annata: creazione di oggettiper la vendita nei mercatini, spet-tacoli, gare sportive, competizionimusicali, mostre, lotterie locali, co-involgimento delle scuole in varieattività di informazione e di raccol-ta fondi.

Un gruppo di lavoro nell’incontro delle Delegazioni e Gruppi di Sostegno del 10 aprile(in primo piano il presidente Vittoriano Faganelli).

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Page 7: Notiziario - fibrosicisticaricerca

➷leggi nella pagina successiva cosa fare per aderire ➷

Una grande iniziativa 2005

“10”

amiciper

Fibrosi Cisticaricercala

Caro amico,da oggi parte l’iniziativa “10 AMICIPER LA RICERCA FC”.È un progetto semplice ma che fon-da la sua efficacia su un valore vero:l’amicizia. Noi tutti, quando desi-deriamo condividere qualcosa di ve-ramente bello, lo vogliamo fare conle persone alle quali vogliamo bene,e allo stesso modo, nei momentidifficili, abbiamo bisogno degli ami-ci che ci aiutino a superarli e a guar-dare avanti con fiducia.

Le persone vicine al “mondo“ dellafibrosi cistica sanno quanto sia im-portante “sentire” che non sonosole, capire che al loro fianco cisono degli “amici” sui quali contaree che permetteranno loro di guar-dare con fiducia al futuro: futuroche per queste persone si chiamaricerca.Chi, ciascuno a modo suo, è coin-volto nella sfida per sconfiggere lafibrosi cistica, è senza dubbio unapersona in grado di avere o trovarealmeno 10 amici che credono nellesue idee e nelle sue battaglie.

L’obiettivo dell’iniziativa è quellodi poter acquisire per l’anno 2005almeno 5.000 nuovi Amici, cheportino nuova linfa sia per accre-scere la conoscenza della FibrosiCistica fra la popolazione ma so-prattutto per finanziare gli innova-tivi progetti di ricerca selezionatidalla Fondazione per la Ricerca sul-la Fibrosi cistica.

Da oggi fino al 6 gennaio 2006rendi partecipi 10 persone-amichedel tuo impegno e della tua vogliadi sconfiggere la Fibrosi Cistica:consegna a ciascuna uno dei 10 bol-lettini di conto corrente postaleallegati a questo Notiziario e conun versamento minimo di 15 euro,diventerà “AMICO PER LA RICERCA

FC 2005”. Se pensi di poter coin-volgere più di 10 Amici, chiedicibollettini supplementari (tel 045897 3599 – 3438, e-mail: [email protected])

Ogni Amico riceverà dalla Fonda-zione, assieme al ringraziamentodell’avvenuta donazione, anche unsimpatico adesivo da esporre, ma-gari nell’auto, per “far circolare”la conoscenza della malattia e degliintenti della Fondazione; riceveràinoltre, gratuitamente a domicilio,le Newsletters (per chi ha postaelettronica) ed il Notiziario FFC.Il 6 gennaio 2006 verranno premia-ti i sostenitori che con i loro sforziavranno coinvolto il maggior nume-ro di amici.

Queste e altre informazioni Le po-trai trovare nel sito internet dellaFondazione (www.fibrosiscisti-caricerca.it) nel link dedicato al-l’iniziativa.

Se anche tu, come noi, pensi chel’Amicizia e la Ricerca siano coseimportanti, questa è l’occasioneda non perdere per dimostrarlo.

CONTIAMO SU DI TE !!

PaoloComitato marketing socialeFondazione per la Ricerca FC

PS: Leggere attentamente le istru-zioni allegate al blocco dei 10 bol-lettini postali e qui di seguitoriportate

Notiziario N12 20-04-2005 18:19 Pagina 7

Page 8: Notiziario - fibrosicisticaricerca

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COSA SI DEVE FARE?Allegati al presente notiziario tro-verete 10 bollettini postali (se neoccorressero in più, richiedeteliall’indirizzo [email protected] o telefonate al045 807 3599 o 807 3438)

I bollettini andranno consegnatiad altrettante persone, vostreamiche, disposte ad effettuareuna donazione di almeno 15 euroe, soprattutto, disposte a capire ecredere nel nostro messaggio.

Nella causale del bollettino apparela casella: “amico di …..…..………”:prima di distribuirli, inserite il vo-stro nome e cognome in questa ca-sella, così noi sapremo quali e quan-ti nuovi amici avrete reclutato.

Partite subito: la campagnacomincia ora e si concluderà il 6gennaio 2006. A quel tempo potre-mo sapere quanti nuovi amiciabbiamo trovato ed individuareanche chi fra di noi sarà stato il“miglior reclutatore”. I più braviriceveranno un premio speciale.

Ad ogni nuovo “Amico della ricercaFC” la Fondazione spedirà un ade-sivo (applicabile ad esempio sulvetro dell’auto), che attesta il suopersonale impegno, e tutte lenews (Newsletter e Notiziario FFC)che pubblicherà; per questo moti-vo, invitate l’amico a scrivere ilsuo indirizzo e-mail nella causaledel bollettino sotto il vostro nome.

NON MANCATE ALL’APPUNTAMENTO:è un gioco divertente e utile e, sia-

mo certi, sarà una bella occasioneanche per i nostri nuovi amici perentrare a far parte di un gruppoche lavora affinché il sogno disconfiggere la fibrosi cistica diven-ti realtà.

Dall’amministrazione della Fondazione FFC riceviamo i primi dati sul bilancio economico 2004 (chiuso al31 dicembre 2004). Sono dati suscettibili di modifiche e comunque non ancora approvati dal Consiglio diAmministrazione. Tuttavia essi ci consentono di effettuare una stima ragionevole di come sono andate leentrate e le uscite della Fondazione lo scorso anno.

Entrate

- Proventi da donazioni di privati, gruppi, aziende: euro 485.675,76- Proventi da eventi organizzati dalla Fondazione,

da sue delegazioni, da associazioni FC e da gruppi di sostegno: euro 393.856,90- Altri proventi (soprattutto interessi bancari): euro 12.965,79

Totale entrate: euro 892.498,45

2004

Bilancio

annataeconomicoprovvisoriodell’

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Page 9: Notiziario - fibrosicisticaricerca

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“Concorso

musicaUn CD di creazioni originali per la Ricerca CF

e solidarietà”

Si ripete anche nel 2005 la l’im-portante impresa chiamata“Musica e Solidarietà”, pro-

mossa dalla Delegazione di Vicenzadella Fondazione Ricerca FibrosiCistica e organizzata dall’infatica-bile responsabile della DelegazioneDario Antoniazzi, con la collabora-zione di vari enti pubblici e privatidell’area vicentina. Si tratta di unconcorso cui possono parteciparetutti i gruppi musicali interessati(bands e cori) di qualunque prove-nienza. A fine estate un’appositagiuria di esperti eleggerà i vincitoriche avranno presentato pezzi musi-cali originali e che si saranno esibi-ti in manifestazioni pubbliche orga-nizzate dalla Delegazione FFC diVicenza. Le composizioni sarannoregistrate su CD e questo sarà ven-duto per raccogliere fondi per la ri-cerca sulla Fibrosi Cistica.I moduli di iscrizione al concorso,già aperta, sono disponibili sui sitiwww.fibrosicisticavicenza.it ewww.comune.chiampo.vi.it Uno dei gruppi (Gruppo Ventordici) premiati nella passata edizione di “Musica e Solidarietà”

Uscite

- Progetti di ricerca euro 439.288,74- Formazione euro 39.910,79- Informazione e sensibilizzazione euro 108.381,62- Organizzazione eventi euro 59.977,69- Spese di gestione euro 37.607,66- Spese di personale euro 76.318,74

Totale uscite: euro 761.485,24

Residuo attivo: euro 131.013,21

Percentuale delle spese destinate nel 2004 a Ricerca-Formazione-Informazione (Mission dellaFondazione): 77,2%Percentuale delle spese dovute a gestione e ad organizzazione eventi: 22,8%

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“Format”Iltelevisivo de

dedicato ai progetti italiani di ricerca CF

RICERCA & AZIENDE

“il soleore”

24Adotta un progetto, sostieni la ricerca, dai un valore aggiunto alla tua azienda

L’idea – RICERCA & AZIENDE sipropone come format tv per darevisibilità alle attività dellaFondazione per la ricerca sullafibrosi cistica, in una prospettivastrettamente connessa al mondodell’imprenditoria. Il ponte tra ledue realtà è rappresentato dall’i-niziativa “adotta un progetto”: leaziende, individualmente o unitein gruppi, hanno l’opportunità discegliere un progetto di ricerca dafinanziare secondo le possibilità,seguendone l’evoluzione e lepotenziali applicazioni. La storia dell’adozione di un pro-getto da parte di un’azienda,inframezzata da alcuni servizi diinformazione/attualità sul temadella ricerca, viene a rappresenta-re la struttura base del format.

La struttura base - Il filoconduttore di ogni puntata è rap-presentato dalla storia di un’ado-zione: volta per volta, un’aziendanarra perché ha deciso di aderireall’iniziativa, che progetto ha scel-to e perché, come si è sviluppato,che esiti ha avuto.Al racconto si alternano alcuni ser-vizi informativi sull’attività dellaFondazione e sui progressi dellericerche, oltre che da “pillole”raccolte on the road: micro-inter-viste realizzate tra la gente persondare il grado di conoscenza sultema della ricerca. Tali serviziesterni sono affidati ad inviati ecollaboratori.

La conduzione – Per confe-rire un taglio dinamico ed accatti-vante, la conduzione viene affida-ta in corso d’opera a volti diversi,

noti al pubblico, individuati incoerenza con i contenuti.Ad aprire le prime due puntate èMatteo Marzotto, consigliere nellaFondazione per la ricerca sullafibrosi cistica; a seguire – terza equarta puntata - Guido Bagatta e,via via, altri nomi.

La platea – Il format si rivol-ge in primo luogo al mondo del-l’imprenditoria italiana, senza li-mitazioni di dimensioni e risorse:l’adozione di un progetto può esse-re a carico di una sola grossa azien-da, come di un pool di piccole.In seconda battuta, va segnalatoche anche realtà diverse possonoaderire: l’iniziativa è stata adesempio realizzata anche da scuo-le e rimane disponibile per chiun-

que desideri offrire un propriocontributo.

Dove e quando - RICERCA &AZIENDE va in onda a cadenza quin-dicinale il venerdì, ore 22.30, ed ilsabato, ore 8.00, 18.00, 23.40, suVentiquattrore tv, l’emittente sa-tellitare del Sole 24 Ore, canale802 della piattaforma Sky; è inoltrevisibile su internet, all’indirizzowww.ventiquattrore.tv e sul bou-quet digitale terrestre di Mediaset(ad eccezione del programma delsabato, ore 18).

Produzione – L’ideazione delformat, la redazione, la produzio-ne e post-produzione sono dellaagenzia tagliani,grigoletti s.n.c. –immagine e comunicazione.

Guido Bagatta e Matteo Marzotto, conduttori del Format Televisivo RICERCA & AZIENDE

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F inalmente lo Stato si è deci-so a colmare una grave lacu-na, già da molto superata in

altri paesi occidentali: donare perla ricerca comporta ridurre l’one-re fiscale per chi dona, in quantochi dona si fa carico sociale dellaricerca, che rappresenta un bene-ficio e un’occasione di crescitaper tutta la comunità. Su questoprincipio si basa il decreto leggerecentemente approvato dal go-verno italiano, con il contributotrasversale di tutte le forze politi-che in sede di proposta parlamen-tare, e pubblicato sulla GazzettaUfficiale n. 62 del 16.03.05: è ildecreto legislativo n. 35 del14.03.05, già entrato in vigore echiamato “decreto sulla competi-tività”. Il decreto dovrà essereconvertito in legge tra poco.

All’articolo 15 (ONLUS e terzo set-tore), comma 1, il decreto stabili-sce quanto segue: “Le liberalitàin denaro o in natura erogate dapersone fisiche o da enti soggettiall’imposta sul reddito dellesocietà in favore di organizzazio-ni non lucrative di utilità sociale(ONLUS) di cui all’articolo 10,commi 1,8 e 9, del decreto legis-lativo 4 dicembre 1997, n.460,nonché quelle erogate in favoredi associazioni di promozionesociale iscritte nel registro nazio-nale previsto dall’articolo 7,commi 1 e 2, della legge 7 dicem-bre 2000, n. 383, sono deducibilidal reddito complessivo del sog-

getto erogatore nel limite deldieci per cento del reddito com-plessivo dichiarato, e comunquenella misura massima di 70.000euro annui.”

Dunque la Fondazione per laRicerca sulla Fibrosi Cistica –ONLUS rientra in pieno tra leorganizzazioni non lucrative pre-viste dal decreto n.35/2005 edefinite nel precedente decretolegislativo n. 460/1997. Il comma1 dell’articolo 10 di quest’ultimoindica al punto 11 dell’elenco diattività che devono essereespressamente previste nello sta-tuto delle ONLUS, alle quali ledonazioni possono essere indiriz-zate con diritto all’esenzionefiscale: “11) ricerca scientifica diparticolare interesse socialesvolta direttamente da fondazio-

ni ovvero da esse affidata ad uni-versità, enti di ricerca ed altrefondazioni che la svolgono diret-tamente, in ambiti e secondomodalità da definire con apposi-to regolamento governativo ema-nato ai sensi dell’articolo 17della legge 23 agosto 1988, n.400;”. Lo stesso comma 1 indicaal punto 5 dell’elenco la “forma-zione”che è attività e finalitàprevista nello statuto dellaFondazione FFC.

Riteniamo che questo sia un gran-de passo in avanti per favorirenuovi sviluppi alla ricerca ingenerale e a quella sulla fibrosicistica in particolare. Siamo certiche i sostenitori della Fondazionetroveranno in questa nuova leggeuna ragione in più per rinforzarel’alleanza di sostegno.

La nuova legge sull’esenzione fiscale (10%, 70.000 euro)

perDonarela è

facilepiùricerca oggi

Come sintonizzarsi- Su satellite anche senza abbonamento a SKY. È ne-

cessario avere un'antenna parabolica che riceva il se-gnale digitale e un decoder digitale. Per gli abbonatia SKY l'accesso è previsto al canale 802. Il canale trasmette su Hot Bird 6 - 13° est frequenza12.558 Mhz polarizzazione verticale.

- Digitale terrestre (DTT): Ventiquattrore.tv è inseritoall'interno del bouquet digitale terrestre di Mediaset.

- Via computer: il sistema digitale adottato da venti-quattrore.tv è compatibile con lo standard DVB(Digital Video Broadcasting), stabilito come standardeuropeo. Con una scheda DVB e parabola è possibilevederlo attraverso il PC.

- Via Internet: in streaming video nell’home page diquesto sito.

- A Siena: ventiquattrore.tv è presente nella rete ci-vica.

- In Albergo: ventiquattrore.tv è visibile anche nei mi-gliori alberghi italiani ed europei.

I relatori della tavola rotonda tenutasi alla Gran Guardia diVerona il 23 ottobre 2004

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iniziativeAlcune ed

Per finanziare progetti di ricerca FC

eventiprimaveradi 2005

Bardolino (VR)

Stand informativo e venditaoggetti fatti a mano

Presso:la Gran Fondo Internazionale “Città di Bardolino”

Per informazioni:Delegazione FFC del Lago di Garda cell. 348 7632784

Latina

Rappresentazione teatrale “L’ottobrata”di Ettore Petrolini con la compagnia“Gli adolescenti” e la regia di Paola Tulli.

Presso l’Istituto Salvemini

Per informazioni:Delegazione FFC di Latina cell. 328 8042186

24 aprile 2005 27 aprile 2005, ore 10,30

Verona

Festa della MammaDistribuzione di roselline in Via Mazzini

Per informazioni: Tel. 045 8073604 - Marina

7 maggio 2005

Bussolengo (VR)

Festa della MammaParrocchia Santa Maria MaggioreDistruibuzione roselline

Per informazioni: Tel. 045 7154733 - Pasquina Pachera

7- 8 maggio 2005Valle dell’Adige

Festa della mammaParrocchia di Dolcé e Duomo di Brentino

Per informazioni: Tel. 045 727013 - Roberta cell. 340 6750646

7-8 maggio 2005

Bologna

Mercatino dei fiori

Presso: Per informazioni: Via Indipendenza, di fianco alla Basilica di San Pietro Delegazione FFC di Bologna cell. 348 1565099

7-8 maggio 2005, “festa della mamma” tutto il giorno

Creazioni di Eleonora (Delegazione Lago di Garda)

1-2 maggio 2005

Castellaro Lagusello (MN)

Stand informativo e vendita oggetti fatti a manosul tema dei fiori.Festa dei Fiori nella piazza principale

Per informazioni:Delegazione FFC del Lago di Gardacell. 348 7632784

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Barcondi Vedelago (TV)

Grande pranzoalla Barchessa di Villa Pola

Per prenotazioni ed informazioni:Delegazione FFC“La bottega delle donne”cell. 335 8413296

5 giugno 2005

Torino e Moncalieri (TO)

- Donazioni nei negozi di Torino e Moncalieri, per il progetto “Avanti con laricerca per la Fibrosi Cistica”

- Estrazione grande lotteria a premi per la ricerca in Fibrosi Cistica1 euro a biglietto

Per informazioni o vendita biglietti: Delegazione FFC cell. 333 6740357 e-mail: [email protected]

Da aprile ad ottobre

19 luglio 2005

L’edizione 2004del pic-nic di primavera

della Bottega delle Donnea Montebelluna

Alcuni negozi a Torino e Moncalieri allestiti per le donazioni per il progetto “Avanti con la ricerca FC”.

Pescantina (VR)

Distrubuzione Roselline - Duomo di S. Lorenzo

Per informazioni: Tel. 045 7154733 - Pasquina Pachera

4-5 giugno 2005, “festa dell’Adige”

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Si è tenuto a Caserta il primoincontro di lavoro della nuovaSocietà Italiana Fibrosi Cistica

(SIFC), la società scientifica che siè di recente costituita (al posto del“vecchio” Gruppo di Lavoro FC) e siè data un nuovo Direttivo, il cuipresidente è il Dr. C. Braggion. Lospirito dell’incontro era un lavoro“a tu per tu” dei partecipanti, cheerano raggruppati in varieCommissioni e Gruppi di lavoromultidisciplinari, ciascuno dei qua-li formato da persone con ruoli ecompetenze diverse, sedute intor-no ad un tavolo per esaminare untema FC.

Lo Statuto della neo-nata Societàprevede, infatti, la costituzione digruppi di lavoro multidisciplinariaventi, fra l’altro, lo scopo di favo-rire lo sviluppo e la standardizza-zione di metodologie innovative didiagnosi, cura e ricerca; favorirel’elaborazione e l’applicazione dilinee guida, condivise tra Centri diRiferimento Regionale e Servizi di

supporto per la FC e tutte le figureprofessionali che svolgono la loroattività nel campo della FC e dellemalattie affini.

Abbiamo chiesto ai coordinatoridei Gruppi di dirci, in breve, valu-tazioni e progetti emersi dall’in-contro.

1. Gruppo “A tu pertu con il diabete” Il Gruppo è coordinato da RosariaCasciaro e Laura Minicucci. Intenderealizzare uno studio che metta in-sieme malati di più Centri FC, cheabbiano un quadro d’intolleranzaglucidica (la situazione che puòprecedere il diabete), per valutarein questi l’efficacia di un nuovotipo d’insulina.

Studio multicentricosull’uso d’insulina alento rilascio inpazienti affetti daFibrosi Cistica conintolleranza glucidica.

Il presupposto razionale di questostudio poggia sui seguenti punti:il Diabete Mellito (DM) è la piùfrequente complicanza tardivadella Fibrosi Cistica (FC) ed èpresente nel circa 10% dei malatiFC d’età superiore a 10 anni. Glistudi indicano una correlazionetra la comparsa del diabete e latendenza al peggioramento dellamalattia, dovuta presumibilmen-te al deficit dell’azione anaboliz-zante dell’insulina e, forse,all’aumentato rischio d’infezioniper l’iperglicemia.

Il diabete in FC può essere prece-duto da un periodo, di durata varia-bile, in cui è presente l’IntolleranzaGlucidica (IG), una condizione cheperò non sempre evolve in diabeteperché può rimanere stabile, o es-sere seguita da altri periodi di nor-male tolleranza agli zuccheri. Si è visto che già nella condizioned’intolleranza glucidica ci può es-sere un peggioramento della ma-lattia, sia sul piano respiratorio siasu quello nutrizionale: è ipotizzabi-le, pertanto, che la condizioned’intolleranza glucidica, qualsiasisia la sua evoluzione futura, sia unperiodo a rischio per l’andamentodella malattia FC .Per questo si ritiene utile una tera-pia che compensi il deficit di insu-lina che è presente non solo neldiabete ma già nella situazione diintolleranza glucidica. La soluzioneterapeutica ottimale in questacondizione dovrebbe prevedere lamisurazione della glicemia primad’ogni pasto e l’uso d’insulina, sul-la base dei valori della glicemiae/o della previsione degli alimentiche verranno assunti. In questomodo però ci sarebbe un altro ag-gravio del già pesante programmaterapeutico quotidiano richiestodalla malattia di base.

L’alternativa potrebbe essere l’usodi questa nuova insulina “glargine”(attualmente commercializzata inItalia con il nome di Lantus).Glargine, infatti, è un’insulina disintesi a lento rilascio che ha unadurata di 24 ore e richiederebbeun’unica somministrazione, senzaaltri controlli della glicemiain rap-porto ai pasti della giornata. Ci sipropone, quindi, di valutare sel’insulina glargine sia efficace nelmigliorare il metabolismo deglizuccheri e di riflesso le condizioni

Reportssocietà

italiana

1°cisticafibrosidella

dal meeting

Caserta 11-12 marzo 2005

Caserta: la reggia dei Borboni(Vanvitelli)

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generali del paziente, in particola-re lo stato nutrizionale e la funzio-nalità respiratoria.

Si tratta di uno studio clinico mul-ticentrico. Si valuteranno duegruppi di malati FC e ogni malatopotrà essere inserito a caso in unodi due gruppi. Un gruppo useràGlargine, l’altro non la userà. Entreranno nello studio, volontaria-mente, tutti i malati che presenti-no una condizione di intolleranzaglucidica accertata e indici di sta-to nutrizionale e/o funzionalitàrespiratoria inferiori alla norma osignificativamente peggiorati nel-l’ultimo anno. Saranno inseriti nel-lo studio tutti quelli che vorrannoentrarvi nel giro di un anno, per es-sere seguiti almeno un anno dopol’inserimento nello studio.

Dott.Laura Minicucci (Genova)

2. Commissione“A tu per tu conil Registro ItalianoFibrosi Cistica”La commissione coordinata da AnnaBossi e Laura Viviani si occupa delRegistro Italiano Fibrosi Cistica, lostrumento che raccoglie i dati deimalati FC italiani. Dall’1.1.1988 al31.12.2001 sono stati censiti 4034malati. I dati raccolti riguardanovari aspetti della malattia FC. Perquanto concerne gli aspetti geneti-ci, il registro indica che 3641 di lorosono stati sottoposti ad analisi delDNA, in modo da identificare le mu-tazioni del gene CFTR.L’obbiettivo è costruire una mappaitaliana delle mutazioni, in modo dacapire quali mutazioni sono più fre-quenti in certe regioni rispetto adaltre, quali sono le mutazioni rare,risultati che possono avere ricaduteimportanti sotto vari aspetti.

3. Gruppo “A tu pertu con il controllodell’infezione”

Due Gruppi affrontano il tema del-l’infezione respiratoria in FC. Unoè coordinato da Filippo Festini e in-

tende esaminare il problema sottol’aspetto del “controllo” dell’infe-zione (prevenzione del contagiotra malati, misure igieniche daadottare). Ci sono già su questiaspetti delle linee-guida interna-zionali, l’obbiettivo è di produrrelinee-guida italiane. L’altro è coor-dinato da Angelo Miano e si occupain particolare delle infezioni viralie di un particolare virus chiamatoVirus Respiratorio Sinciziale (VRS).

4. Gruppo “A tu pertu con la prevenzionedell’infezione daVirus RespiratorioSinciziale” Il ruolo degli agenti batterici nel-l’evoluzione della malattia polmo-nare cronica nella Fibrosi Cisticasembra essere in gran parte defini-to, meno chiaro risulta, invece, ilruolo delle infezioni virali. Si saperò che l’infezione virale delle vierespiratorie può avere conseguen-ze sfavorevoli: può aprire la stradaad un’infezione batterica o rende-re aggressivo e pericoloso un bat-terio normalmente innocuo. Tuttoquesto avviene anche in bambinidel tutto sani; rispetto a questi imalati di FC e di altre MalattiePolmonari Croniche hanno un ri-schio più alto di andare incontro adun aggravamento della propria ma-lattia polmonare.

I virus che più comunemente colpi-scono l’apparato respiratorio sem-

brano essere in ordine di frequen-za: Virus Respiratorio Sinciziale(VRS), Parainfluenza 3, InfluenzaA, Parainfluenza 1, Metapneumovi-rus H, Parainfluenza 2, Influenza B.

La dannosità dell’infezione da virusrespiratori nei pazienti affetti daFC è sottolineata da numerosi ri-cerche che indicano come in segui-to ad un’infezione virale nei malatiFC ci sia rischio di complicanze pol-monari e anche rischio di acquisi-zione di Pseudomonas aeruginosa.Potrebbe essere dunque razionaleutilizzare un farmaco antiviraleoggi esistente, molto costoso, mira-to al trattamento dell’infezione daVRS, che causa da solo il 50% delleinfezioni virali nei bambini più pic-coli. Alcuni Centri hanno deciso diintraprendere, su questa base, lastrada della profilassi farmacolo-gia, dare cioè il farmaco preventi-vamente, in assenza di sintomi, percercare di impedire il verificarsidell’infezione. Non ci sono ricerchenei malati FC che dimostrino l’utili-tà di questa misura, ma nemmenola non utilità. Attualmente la profi-lassi con il farmaco antivirale è ri-servata solo a bambini prematuri,broncodisplasici e cardiopatici. Il progetto è una ricerca in cui ven-gono messi a confronto i bambini FCnati nel 2005, dividendoli in duegruppi, quelli che fanno profilassifarmacologia e quelli che non lafanno, raccogliendo e paragonandoi dati clinici degli uni con gli altri, inmodo da capire quali stanno meglio.

Dott. Angelo Miano (Cesena)

Seduta plenaria al meeting di Caserta

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Il principale obiettivo del tratta-mento nella Fibrosi Cistica è quellodi raggiungere e mantenere la mi-gliore funzione polmonare e il mi-gliore compenso nutrizionale-dige-stivo per il malato. Spesso taliobiettivi sono compromessi da unabassa adesione ai trattamenti. Inetà pediatrica, particolarmente neiprimi anni di vita, l’aderenza delbambino alle prescrizioni è funzionedi numerose variabili riguardantinon solo la sua diretta esperienza dimalattia, ma anche il funzionamen-to della famiglia, l’atteggiamentodei genitori nei confronti della ma-lattia e del trattamento e, ancoraoltre, il contesto sociale in cui la fa-miglia si colloca, le difficoltà di co-noscenza e di comportamento deigenitori nel farsi tramite tra le figu-re sanitarie ed il bambino. Quindi,diversi fattori (demografici, asso-ciati al processo di malattia, fami-liari, rapporto medico/paziente)possono interferire sul grado di ade-renza al trattamento, possono esse-re variabili nel tempo e condiziona-ti dal tipo di prescrizioni.

Recenti ricerche hanno propostonuove strategie, rivolte sia alla fa-miglia sia direttamente al malato,per aumentare l’adesione al trat-tamento. Fanno parte di questestrategie anche dei questionari,alle cui domande i malati FC ri-spondono e che servono allo scopodi valutare l’adesione alle cure.

Il Gruppo ha elaborato un nuovomodello di questionario, che inda-ga nel malato gli indicatori dello

stato fisico, dello stato psicologi-co, dello stato emozionale e del-l’attività di relazione sociale. Permezzo di questo questionario sivuole realizzare uno studio pilota,a cui parteciperanno più CentriRegionali, per arrivare ad identifi-care le più frequenti cause di nonaderenza, o aderenza solo parzia-le, al trattamento da parte del ma-lato; i dati del questionario posso-no contribuire a migliorare l’al-leanza terapeutica con il malato econ la famiglia e a sostenere even-tuali interventi psicologici che con-sentano di rispettare le terapiepreviste, secondo nuovi modelli dipianificazione degli interventi d’e-ducazione sanitaria e di capacitàdella comunicazione.

Dott.Valeria Raia (Napoli)

6. Gruppo “A tu pertu con la gestionedel malatoin pericolo di vita”Il Gruppo, coordinato da FrancescaAlatri, riguarda un tema complessoe drammatico, difficile da affron-tare, ma su cui è importante riflet-tere avvalendosi del contributo dispecialisti diversi e tenendo contodel fatto che oggi la possibilità deltrapianto polmonare vi introduceimportanti novità. Il Gruppo ha cercato di recuperarequanto altri hanno scritto e pubbli-cato su questo tema (ricerca bi-

5. Gruppo “A tu pertu con la compliance”Il Gruppo è coordinato da ValeriaRaia, Elisabetta Bignamini, AliceMonti, Ugo Pradal. Si occupa di untema fondamentale nella vita quo-tidiana del malato FC, ma pocostudiato: l’aderenza del malatoalle cure.

L’utilità della misuradella complianceterapeutica (aderenzaal trattamento)in fibrosi cistica La gestione delle cure della malat-tia FC è coordinata dai Centri di ri-ferimento specializzati, ma affida-ta nella pratica quotidiana preva-lentemente alla famiglia e al pa-ziente stesso: questo comporta no-tevoli implicazioni psicologicheche possono influenzare la collabo-razione alle terapie prescritte. In inglese la parola “compliance”indica la concordanza tra la con-dotta del paziente e la prescrizionedel medico (il malato accetta difare quel che il medico gli dice sen-za discutere); il termine “aderen-za” descrive invece un atteggia-mento diverso, più attivo e parte-cipe, del malato, che aderisce adun piano di cure che gli viene pro-posto, non accettandole passiva-mente, ma coinvolgendosi nel pro-gramma, perchè è consapevole cheesso è un mezzo per salvaguardareil proprio stato di salute.L’aderenza al trattamento rappre-senta un fattore chiave per la curadi patologie croniche sia in età pe-diatrica sia in età adulta; non-ostante l’attiva sorveglianza daparte degli operatori sanitari, sistima che mediamente, per laFibrosi Cistica, solo il 50% dei pa-zienti aderisce alle terapie pre-scritte. D’altra parte, i medici de-vono accettare che una aderenzasolo parziale alla terapia è unarealtà e che la disponibilità al com-promesso rispetto ad un tratta-mento ideale, compromesso chetenga conto delle diverse situazio-ni individuali ed ambientali, puòavere un impatto significativo sul-l’aderenza alla terapia.

Un gruppo di partecipanti al meeting di Caserta

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Le varie realtà dei Centri rispetto aquesto tema (approccio, compor-tamenti, decisioni) possono esserediverse: il Gruppo intende conti-nuare i lavori intanto attraversoun’indagine per conoscerle. In unsecondo momento ha in progettoun evento formativo rivolto a tuttigli operatori sanitari.

Fisioterapista Francesca Alatri(Roma)

7. Gruppo “A tu pertu con la telemetria” Questo Gruppo, coordinato da Ro-lando Gagliardini, si occupa di un’in-novazione tecnologica importante:la telemetria. Della sua applicazionein FC ci sono pochissimi studi.

La Telemetria inFibrosi Cistica Questa ricerca nasce su iniziativadella Lega Italiana Fibrosi Cistica(LIFC) e col supporto finanziariodella Fondazione Vodafone Italianae della BNL. Sono stati coinvolti laSocietà Italiana per lo studio dellaFibrosi Cistica (SIFC), il RegistroItaliano Fibrosi Cistica (RIFC) ed iresponsabili dei vari Centri di rife-rimento, che alla fine del 2004 sisono incontrati a Roma per una mi-gliore definizione del progetto.

Il progetto prevede di collegare at-traverso Internet la casa del pa-ziente FC con il suo centro medico

di riferimento. Ad ogni pazientesarà data una piccola apparecchia-tura elettromedicale di facile uti-lizzo per l’esecuzione a domiciliodella spirometria e dell’ossimetriatranscutanea. Tali registrazioni sa-ranno inviate dal paziente per viatelematica ad un Data Center, a cuii medici del Centro potranno acce-dere per visionare tutte le rileva-zioni effettuate dai propri pazienti.

Il progetto si articolerà in una primabreve fase della durata di un mese,presso 4 centri, che dovrà valutarela fattibilità dello studio su un cam-pione di 30 pazienti. In seguito lostudio sarà esteso a 200 pazienti,d’età superiore a 18 anni, seguitiper la durata di una anno e suddivi-si in quattro gruppi: quelli in ossige-noterapia e quelli con FEV1 sopra70%, tra 40% e 70% e sotto 40%.Lo studio si propone di valutarel’efficacia dell’associazione tele-monitoraggio-assistenza-terapia ri-spetto alla terapia e assistenza abi-tuali. Saranno presi in considera-zione la percezione della qualitàdell’assistenza e del miglioramen-to dello stato di salute da parte delpaziente, che verranno valutatitramite questionari specifici, ed al-tri parametri quali la spirometria,l’ossimetria, il numero di visite ur-genti, il numero dei cicli endove-nosi di terapia antibiotica ed il nu-mero dei giorni di ricovero. Alla fine del progetto pilota, se i ri-sultati saranno positivi, esso potràessere esteso al gran numero disoggetti adulti affetti da FC che af-feriscono ai vari centri in Italia. La telemetria ha lo scopo di facili-tare l’interazione tra paziente emedici del Centro. Infatti, per ilmedico curante avere elementiobiettivi (indici spirometrici ed os-simetrici) più attendibili delle sem-plici notizie telefoniche può rap-presentare un elemento aggiuntivoimportante per valutare in modopiù appropriato le condizioni di sa-lute del malato; per il malato lapossibilità del controllo a domiciliopuò migliorare la qualità di vita inquanto favorisce la convivenza conla malattia e una più facile inte-grazione di questa con progetti distudio, lavoro, famiglia.

Dott. Rolando Gagliardini (Ancona)

bliografica), cosa non facile perchéla tentazione per tutti è quella dinon pensarci e quindi di ritenerloun tema su cui non vale la penastudiare e aggiornarsi. Ha esaminato e confrontato i codi-ci deontologici, cioè l’insieme del-le norme che costituiscono i doveridelle figure professionali implicatenella gestione di questa fase dellamalattia, in modo da delineare eadottare delle linee di comporta-mento comuni.

È difficile di fronte a qualsiasi mala-to ed è particolarmente difficile difronte al malato FC, decidere fino aquando e con quale intensità vannoportati avanti le risorse che la me-dicina mette a disposizione, qualesia il confine tra le cure intensive el’accanimento terapeutico.

Se l’evoluzione è verso un peggio-ramento fatale, bisogna che glioperatori siano preparati.Devono saper usare i farmaci dellaterapia del dolore. Bisogna chesappiano “comunicare” con il ma-lato e con la sua famiglia sulla gra-vità della situazione, sappianoquali parole usare e che tipo di so-stegno stabilire. È necessaria una rigorosa prepara-zione tecnico-scientifica e bioetica,che rappresenta la base per un per-corso di maturazione ed elaborazio-ne del significato del loro compitoin questa fase della malattia, che lipuò mettere al riparo dalla condi-zione di sentirsi inutili e frustrati(una condizione conosciuta con ilnome di “sindrome da burn out” ).

La piscina Vanvitelli presso la sede del meeting di Caserta.

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Professore di Medicinadi laboratorio all’Universitàdi California e ScienziatoSenior al California PacificMedical Center, San Francisco

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Potenzialitàdelle cellule staminaliper il trattamentodella fibrosi cistica Commento di D.Gruenertallo studio di G. Wang e Coll.

I recenti sviluppi nella ricerca sullecellule staminali hanno aperto unanuova arena per potenziali terapiee rigenerazione di organi. I dati cheindicano la capacità pluripotentenon solo delle cellule staminali em-brionali (derivate da embrioni), maanche di quelle derivate dal midol-lo osseo sono un passo significativonella nostra comprensione dellanatura di queste cellule e della loroorigine (1 – 5). Il dato che le cellu-

In preparazione al III Seminario di Primavera riportiamo di seguito un commento del Dr Dieter Gruenert al preziosolavoro di Guoshun Wang e coll. e alcune considerazioni della dr.ssa Emanuela Bruscia sullo stesso studio e sulla suaesperienza in tema di cellule staminali, che sta conducendo negli Stati Uniti. Includiamo anche una sintesi del recen-te studio del gruppo di Edith Puchelle di Reims, che avvalora la possibilità di generazione di cellule respiratorie dastaminali midollari. Aggiungiamo infine due messe a punto di Graziella Borgo sulla diagnosi prenatale non invasivae sullo screening del portatore FC.

le staminali midollari, in particola-re quelle dello stroma o mesenchi-ma midollare (stroma o mesenchi-ma è il tessuto connettivo entro cuistanno le cellule progenitrici diglobuli rossi, globuli bianchi e pia-strine del sangue, ndr), siano ingrado di trapiantarsi in vari organie di differenziarsi in cellule checompongono l’organo che riceve iltrapianto ha chiare implicazioniper la riparazione del danno diquell’organo incluso il polmone (6 –8). Non è difficile immaginare chequeste cellule possano essere effi-caci anche per la riparazione di or-gani danneggiati a causa di una ma-lattia ereditaria.

In un lavoro recente, pubblicato daWang e collaboratori nella rivistaProceedings of the NationalAcademy of Sciences USA (9), gliautori dimostrano elegantementela natura pluripotente delle cellu-le staminali midollari, evidenzian-do che una porzione di esse assu-mono le caratteristiche delle cel-lule epiteliali delle vie aeree concui esse vengono assieme coltiva-te. Poiché queste cellule epitelialisono direttamente rilevanti per lafibrosi cistica e sono il sito prima-rio della patologia associata conl’elevata morbilità e mortalitàdella malattia, la riparazione deldanno delle vie aeree per mezzo dicellule staminali potrebbe avereun valore terapeutico.

Per prima cosa gli autori hannodimostrato che le cellule stamina-

li midollari prelevate da soggettiumani si differenziavano in celluleche mostravano le stesse caratte-ristiche morfologiche e antigeni-che delle cellule epiteliali dellevie aeree quando essi le metteva-no insieme con cellule epitelialidelle vie aeree CF rese immortalie le facevano crescere in unambiente di liquido ed aria perstimolare la differenziazione dellecellule staminali. Una quota dicellule staminali mostravano unamorfologia cuboidale, simil-epite-liale, ed esprimevano un partico-lare gene (GFP) che essi avevanointrodotto nelle cellule staminaliper riconoscerle e distinguerle daquelle delle vie aeree coltivate.Le cellule epiteliali derivate cosìdalle cellule staminali mostravanoanche la presenza di una proteina,detta citocheratina -18, specificadell’epitelio respiratorio. Quandole cellule staminali erano fattecrescere assieme a cellule epite-liali respiratorie in un ambiente diaria e liquido, esse mostravanoanche la presenza di un’altra pro-teina, chiamata “occludina”, cheè la proteina che costituisce iponti che legano tra loro le cellu-le dell’epitelio respiratorio: alme-no il 10% delle cellule staminalierano positive per la presenza dioccludina. Inoltre, le cellule sta-minali coltivate assieme alle cel-lule epiteliali delle vie aeree ecaratterizzate dalla presenza dioccludina aerano anche positiveper la presenza di proteina CFTR(la proteina mancante o difettosa

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Gli studi iniziali verso la terapia cellulare con cellule staminali

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nella fibrosi cistica, ndr). Le cellu-le staminali fatte crescere in con-dizioni normali di cultura, cioèimmerse nel liquido di cultura,mostravano solamente la tipicamorfologia dei fibroblasti (cioèdelle cellule del tessuto connetti-vo di cui le cellule staminalimesenchimali sono abitualmentele progenitrici, ndr), senza la pre-senza di cheratina, occludina eCFTR.Si è poi valutata la potenzialità dicorreggere il difetto di trasportodi cloro, caratteristico della fibro-si cistica, da parte di cellule sta-minali differenziate provenientida pazienti CF nelle quali si eraindotta la sintesi di proteina CFTRnormale: effettivamente in que-ste cellule si è riuscito ad ottene-re un incremento di flusso di cloroin seguito ad opportuna stimola-zione. In questi esperimenti lecellule staminali CF che portava-no la proteina CFTR normaleerano coltivate insieme a cellulerespiratorie CF immortalizzate.Per ottenere le cellule staminaliCF “complementate” da una CFTRnormale sono state prese cellulestaminali isolate da un pazienteCF ed in queste si è indotta la pro-duzione di CFTR normale con untrattamento di terapia genica permezzo di un vettore virale (unvirus della leucemia dei topi)recante nel suo contesto il geneCFTR normale. Un certo incre-mento di flusso di cloro è statoottenuto anche in esperimenticon cellule staminali differenzia-te ma non trattate per la CFTRnormale, ma questo può esseredovuto a stimolazione di canalidel cloro diversi dal CFTR. Ma cer-tamente il flusso di cloro era assaipiù elevato nelle cellule “norma-lizzate” per la CFTR rispetto allealtre. È anche interessante osser-vare che nelle condizioni di espe-rimento attuate la fusione tra cel-lule, che potrebbe minare l’effi-cacia terapeutica potenziale dellecellule staminali, era ridotta alminimo.

Lo studio ha anche dimostrato checi sono interazioni tra le celluleche possono influenzare lo stato didifferenziazione di cellule conti-gue. Mentre non tutte le cellule

staminali si differenziano in cellu-le respiratorie, appare tuttaviaesservi un numero significativo didi cellule staminali che diventanocellule del tipo di quelle che lecircondano. Questo può essere inparte dovuto alla pluripotenzialitàdella singola cellula staminale e algrado raggiunto di un suo partico-lare percorso di differenziazione.In questo studio gli Autori forni-scono anche alcuni approfondi-menti sulla potenzialità delle cel-lule staminali che esprimono laCFTR normale nel correggere ildifetto di trasporto ionico associa-to con la fibrosi cistica, ma questorichiede ulteriori studi condottianche con tecniche alternative.

Ci sono ancora numerose questio-ni cui necessita rispondere primache una tale terapia possa diven-tare praticabile. Soprattuttoimportante è conoscere la poten-zialità delle cellule staminali ditrapiantarsi nelle vie aeree dei

Bibliografia1. Hadjantonakis, A., and V. Papaioannou. 2001. The stem cells of early

embryos. Differentiation 68(4-5):159-66.

2. Wagers, A. J., J. L. Christensen, and I. L. Weissman. 2002. Cell fatedetermination from stem cells. Gene Ther 9(10):606-12.

3. Prockop, D. J. 2003. Further proof of the plasticity of adult stem cellsand their role in tissue repair. J Cell Biol 160(6):807-9.

4. Grove, J. E., E. Bruscia, and D. S. Krause. 2004. Plasticity of bone mar-row-derived stem cells. Stem Cells 22(4):487-500.

5. Krause, D. S. 2002. BM-derived stem cells for the treatment of nonhe-matopoietic diseases. Cytotherapy 4(6):503-6.

6. Kotton, D. N., B. Y. Ma, W. V. Cardoso, E. A. Sanderson, R. S. Summer,M. C. Williams, and A. Fine. 2001. Bone marrow-derived cells as proge-nitors of lung alveolar epithelium. Development 128(24):5181-8.

7. Krause, D. S., N. D. Theise, M. I. Collector, O. Henegariu, S. Hwang, R.Gardner, S. Neutzel, and S. J. Sharkis. 2001. Multi-organ, multi-lineageengraftment by a single bone marrow-derived stem cell. Cell105(3):369-77.

8. Pereira, R. F., K. W. Halford, M. D. O'Hara, D. B. Leeper, B. P. Sokolov,M. D. Pollard, O. Bagasra, and D. J. Prockop. 1995. Cultured adherentcells from marrow can serve as long-lasting precursor cells for bone,cartilage, and lung in irradiated mice. Proc Natl Acad Sci U S A92(11):4857-61.

9. Wang, G., B. A. Bunnell, R. G. Painter, B. C. Quiniones, S. Tom, N. A.Lanson, Jr., J. L. Spees, D. Bertucci, A. Peister, D. J. Weiss, V. G.Valentine, D. J. Prockop, and J. K. Kolls. 2005. Adult stem cells frombone marrow stroma differentiate into airway epithelial cells: potentialtherapy for cystic fibrosis. Proc Natl Acad Sci U S A 102(1):186-91.

pazienti CF. Inoltre, l’annidamen-to delle cellule staminali secondodestinazioni di specifici organinecessita di eessere chiarito. Nelcaso della fibrosi cistica saràimportante determinare se saràsufficiente correggere l’epiteliodelle vie aeree, dal momento cheappare esservi anche un coinvolgi-mento importante di cellule del-l’immunità nella progressionedella malattia. Se da un lato que-sto studio rappresenta solo unprimo gradino nella valutazionedella potenzialità terapeuticadelle cellule staminali midollariper la fibrosi cistica, d’altro cantogli autori dello studio fornisconodati che indicano sicuramente unpossibile ruolo di queste cellulenel trattamento della malattia eprovvedono conoscenze sui fatto-ri che possono essere importantinel potenziare la loro differenzia-zione in cellule respiratorie.

Dieter Gruenert

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Cellule staminaliderivate dal midolloosseo comefonte di celluleepiteliali cheesprimono CFTR

Le cellule staminali dell’adultosono ritenute capaci di mantenereil rinnovamento del tessuto in cuirisiedono durante l’intera esisten-za dell’individuo. Queste cellulesono considerate “lineage restric-ted”, cioè in grado di differenziaresolo nel tipo cellulare del tessutodi appartenenza. A sfidare questoconcetto, eccitanti nuovi studihanno dimostrato che nel midolloosseo, oltre alla presenza di cellu-le staminali ematopoietiche (ne-cessarie al ripopolamento dellecellule del sengue) e di cellule me-senchimali (convenzionalmente ri-tenute le cellule capaci di diffe-renziare in osteociti, condrociti eadipociti), risiede una popolazionecellulare in grado di dare origine a

cellule di tessuti non-ematopoieti-ci quali epatociti, cellule del tessu-to muscolare, astrociti, neuroni,cheranociti e cellule epiteliali cherivestono il tratto gastro intestina-le e respiartorio. Questo fenomenoviene descritto in latteratura come“plasticita” delle cellule staminalidell’adulto.

Ad oggi, tuttavia, non è chiara l’o-rigine di queste cellule. In partico-lare, non è ancora stato stabilito senel midollo osseo risiede, in effetti,una popolazione cellulare multipo-tente con ampia potenzialità di dif-fenziamento che, sotto appropiatisegnali induttivi, è in grado di dareorigine sia a cellule staminali ema-topoietiche che a non-ematopoieti-che. Un’ulteriore possibilità è chele cellule staminali ematopoetichee/o mesenchimali, già predestinatea differenziare in un particolaretipo cellulare, sono in realtà piu’“plastiche” e, in un particolarecontesto fisiologico (o patologico),possono contribuire al ripopola-mento di cellule di altri tessuti.

In condizione inperturbate, il con-tributo delle cellule derivate dalmidollo osseo al rinnovamento cel-lulare di vari tessuti è raro.Tuttavia, il danneggiamento deltessuto (e in particolare danneg-giamenti che precludono l’attivitàdi cellule staminali tessuto-specifi-che), appare indurre la mobilizza-zione di cellule “plastiche” dal mi-dollo osseo e incrementare la loropartecipazione alla rigenerazionedel tessuto danneggiato. In alcunicasi sembra che il meccanismo conil quale questa ricostituzione av-venga sia tramite fusione delle cel-lule derivate dal midollo osseo conquelle del tessuto target.

Nel Maggio 2001, sul giornale scien-tifico Cell, la dottoressa DianeKrause pubblicava il risultato di unelegante studio dove una singolacellula isolata dal midollo osseo ditopi di sesso maschile è stata tra-

piantate in topi donatori di sessofemminile precedentemente sotto-posti ad irradiazione, al termine diabolire il sistema ematopoietico en-dogeno e favorire il ripopolamentodel midollo osseo da parte della cel-lula donatrice. A distanza di diversimesi, i topi trapiantati sono stati sa-crificati e I vari tessuti sono statisottoposti ad analisi focalizzate al-l’identificazione di cellule epiteliali(qualificate in base all’espressionedella citocheratina, una proteinadel citoscheletro espressa esclusi-vamente in cellule dell’epitelio) de-rivate dal midollo osseo dei topi do-natori (identificate tramite ibriza-zione fluorescente in situ per il cro-mosoma Y). Di rilevante importanzaè che Krause et al. hanno dimostra-to che le cellule derivate dal midol-lo osseo sono in grado di ripopolarel’epitelio respiratorio, l’epitelio cheriveste il tratto gastro intestinale edepatociti.Questo studio pioneristico è statodi grande inspirazione per ricerca-tori focalizzati allo studio di ap-procci terapeutici per la FibrosiCistica. Infatti, proprio le celluleepiteliali che rivestono il trattorespiratorio e gastrointestinalemaggiormente manifestano il di-fetto fisiologico associato al mal-funzionamento/mancanza dellaproteina CFTR.

Un recente lavoro pubblicato nelgiornale scientifico PNAS proponel’utilizzo di cellule staminali isola-te dal midollo osseo come poten-ziale terapia per la Fibrosi Cistica.L’approccio terapeutico consiste-rebbe nella combinazione di unaterapia cellure con una terapia ge-nica in cui il gene CFTR verrebberipristinato in vitro in cellule me-senchimali. Eventualmente questecellule potrebbero essere trapian-tate in pazienti FC ed essere ingrado di ripopolare l’epitelio re-spiratorio. In questo studio, gli au-tori dimostrano che cellule mesen-chimali derivate dal midollo osseopossono essere indotte in vitro ad

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La dr.ssa Emanuela BrusciaDip. Medicina di LaboratorioUniversità di Yale, NewHaven, USA

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esprimere CFTR dopo essere statetransdotte e che, anche dopo ma-nipolazione genetica, queste cel-lule mantengono la loro multipo-tenzialità come dimostrato dalfatto di poter dare origine ad adi-pociti, condrociti e osteociti. Perdimostratre che queste cellulesono per di piu’ in grado di diffe-renziare in cellule dell’epitelio re-spiratorio, gli investigatori hannoco-coltivato le cellule mesenchi-mali con cellule dell’epitelio re-spiratorio isolate da pazienti FC.Appare chiaro che, in co-coltura,le cellule mesenchimali acquista-no morfologia tipica di cellule epi-teliali e sono in grado di esprime-re geni unicamente espressi inepiteli (citocheratina, occludina).Inoltre, tali cellule esprimonoCFTR funzionale, come dimostratodall’analisi dell’mRNA e da saggielettrofisiologici. Questi dati sug-geriscono che, sotto lo stimolo dicellule epiteliali, le cellule me-senchimali possono essere ripro-grammate nel loro fenotipo.La linea di ricerca che personal-mente sto svolgendo nell’Universitàdi Yale in Connecticut (USA), conl’aiuto e il sostegno della dottores-sa Diane Krause, È focalizzata achiarire se le cellule staminali delmidollo osseo sono in grado in vivodi dare luogo a cellule epiteliali cheesprimono CFTR funzionale e, diconseguenza, in grado di migliorareil difetto fisiopatologico associatoalla FC. Stiamo lavorando con mo-delli murini per la FC in cui la pato-logia del tratto gastrointestinale edel tutto comparabile a quella os-servata in pazienti FC (purtroppoquesto modello animale non mani-festa la patologia del tratto respira-torio). Come per l’uomo, il traspor-to per lo ione cloro mediato dallaproteina canale CFTR può esseremonitorata tramite diversi saggi dielettrofisiologia. I topi FC vengonotrapiantati con cellule isolate dalmidollo osseo di topi wild-type al lo-cus CFTR. A diversi mesi dopo il tra-pianto, questi topi vengono sotto-

posti ad analisi elettrofisiologiche invivo, in grado di stimare la presenzadi CFTR funzionale nel tratto ga-strointestinale. I dati funzionalivengono quindi convalidati tramiteanalisi dell’espressione del geneCFTR e tramite saggi di immunoisto-chimica finalizzati ad individuare,in questi stessi tessuti, cellule epi-teliali derivate da midollo osseo ditopi donatori. I nostri dati prelimi-nari dimostrano chiaramente che lecellule del midollo osseo sono, in ef-fetti, in grado di ripopolare le cellu-le dell’epitelio gastrointestinale ditopi FC e che queste ultime espri-mono CFTR funzionale. Dai nostri dati appare, purtroppo,altrettanto chiaro che tale contri-

La prof.ssa Edith Puchelle,direttrice del gruppo di ricercaINSERM UMR S514 di Reims

buto È estremamente raro e che ilripristino dell’attività del canaleCFTR È al di sotto di quello che po-trebbe avere un reale affetto tera-peutico. Per tale ragione stiamoora finalizzando la nostra linea diricerca nel cercare di capire qual’Èil meccanismo/i che induce al re-clutamento di cellule del midolloosseo in altri tessuti e alla loro ac-quisizione del fenotipo epiteliale. Solo raggiungendo questo obietti-vo, si potrebbe trovare il modo diincrementare questo fenomeno alivelli che potrebbero eventual-mente avere un’applicazione te-rapeutica.

Emanuela Bruscia

Le cellule staminaliembrionali possonogenerare tessutorespiratorio

Un nuovo forte contributo allericerche sulle potenzialità tera-peutiche delle cellule staminaliper la malattia polmonare in fibro-si cistica. Questa volta sono in

causa cellule staminali derivate daembrione di topo ad uno stadio disviluppo molto precoce. Questecellule sono “multipotenti” (pos-sono cioè differenziarsi in celluledi molti tessuti diversi) e hanno lacapacità di riprodursi velocementee indefinitamente. Il gruppo diricerca di Reims-Francia, direttodalla dr.ssa E. Puchelle (che abbia-mo conosciuto a Verona nelSeminario di Primavera del 2004),è riuscito ad ottenere che questecellule embrionali generassero cel-lule dell’epitelio respiratorio.Inoltre, e ancor più interessante,in determinate condizioni di coltu-ra in vitro, è stato possibile otte-nere da queste cellule la formazio-ne di tessuto epiteliale respirato-rio completo, assai simile a quelloche tappezza la superficie deibronchi. Questi risultati, accantoad altri di cui abbiamo parlato piùsopra aprono nuove prospettiveper la “terapia cellulare” di malat-tie che comportano danno bronco-polmonare, come la fibrosi cistica.

Coraux C, et al. Embryonic stemcells generate airway epithelialtissue. Am J Respir Cell Mol Biol2005;32:87-92

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un aborto successivo. Secondoricerche condotte su larga scala,questo si verifica in circa il 2%delle villocentesi.

Si stanno cercando metodi menoinvasivi di diagnosi prenatale.Tutto è cominciato nel 1997 quan-do è stata scoperta nel sanguematerno la presenza di celluleappartenenti al feto, a partire daun’epoca molto precoce di gravi-danza, addirittura dalla settima-ottava settimana. Si è così formu-lata l’ipotesi di poter fare accer-tamenti prenatali per anomaliecromosomiche o genetiche analiz-zando le cellule fetali ottenuteattraverso un semplice prelievo disangue materno. Poichè la circo-lazione del sangue materno efetale sono comunicanti, si pensache queste cellule siano immessenel sangue materno in quantitàcrescente a seconda dell’epoca digravidanza. Sono cellule del san-gue fetale (linfociti, cellule eri-troidi) o cellule della placenta(chiamate trofoblasti). Volendorealizzare una diagnosi prenatalemeno invasiva della villocentesi,ma altrettanto o ancora più pre-coce, il problema si pone agli inizidella gravidanza, quando questecellule sono molto poche ed èanche difficile distinguerle daquelle materne. Quindi gli studi sisono rivolti alle modalità di rico-noscimento e “arricchimento”delle cellule fetali, con tecnichedi coltivazione “in provetta”, inmodo da ottenere quantità suffi-cienti di materiale genetico daanalizzare.

La ricerca ha prodotto risultati nonsoddisfacenti fino agli inizi del2000, al punto che l’autorevolerivista inglese “The Lancet” pub-blicava nel 2003 un editoriale daltitolo provocatorio “Cellule fetaliintatte nel sangue materno: cisono veramente?” (1) Quello che siera visto fino ad allora era che sipotevano distinguere con buona

Il futuro delladiagnosi prenatale

Forse si potrà saperesemplicemente con un prelievodi sangue materno se il fetoè sano o affetto da FC.

Attualmente le coppie che hannoun figlio con malattia FC possono,nell’eventualità di un’altra gravi-danza, ricorrere alla diagnosi pre-natale attraverso villocentesi.Viene cioè prelevato, alla decimasettimana di gravidanza, un fram-mento di placenta e, poiché nellaplacenta le cellule hanno lo stessoDNA del feto, su queste si eseguela ricerca delle mutazioni del geneCFTR. Il prelievo viene fatto attra-verso un breve intervento, per ilquale non occorre ricovero ospe-daliero, con un ago attraverso l’u-tero, sotto controllo ecografico. Sidice in termini medici che è un’in-dagine “invasiva”, intendendo conquesto che essa ha un certo grado,seppure molto contenuto, di peri-colosità per il feto: c’è il rischioinfatti che, seppure eseguito damani esperte, il prelievo provochil’interruzione della gravidanza e

certezza le cellule del feto daquelle della madre se il feto eramaschio (la presenza del cromoso-ma Y maschile costituiva un mar-catore fondamentale), ma nonaltrettanto bene se era femmina,perchè si confondevano con quelledella madre. Già di per sé il fattodi poter riconoscere precocemen-te il sesso del feto costituiscecomunque un progresso, perchéper esempio alcune malattie gene-tiche (distrofia muscolare, emofi-lia) possono essere trasmesse damadri portatrici sane solo ai figlimaschi e non alle figlie.Le cose sembrano essere notevol-mente cambiate da quando si èscoperto che nel sangue maternosono presenti non solo cellulefetali ma anche materiale geneti-co fetale “libero”, probabilmentesotto forma di “vescicole” di DNAderivante da cellule fetali andateincontro ad invecchiamento e dis-facimento (2). Questo DNA liberosembra essere più facile daestrarre dal sangue materno peressere analizzato. Proprio su que-sto DNA libero sono state svolteanalisi genetiche per alcunemalattie, fra cui la fibrosi cistica(3,4). Il limite della tecnica èancora quello di poter riconoscerenel DNA fetale presente nel san-gue materno solo la mutazionegenetica di origine paterna (neicasi pubblicati sono state identifi-cate, rispettivamente alla 13a e11a settimana di gravidanza, lamutazione paterna Q890X e lamutazione paterna D1152H), per-chè quella materna non è distin-guibile da quella fetale.

Si tratta quindi di una tecnica daperfezionare ampiamente, ma levarie pubblicazioni scientifiche direcente comparse stanno ad indi-care che i ricercatori se ne stannooccupando intensamente e l’im-pressione è che si possa essere sul-la buona strada. Ricordiamo cheuna ricerca proprio in questo cam-po, in corso di attuazione presso il

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scientifica

La dr.ssa Graziella Borgodella Fondazione FFC

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Dipartimento di Biochimica e Biolo-gia Molecolare dell’Università diFerrara (“Strategie innovative perla diagnosi di fibrosi cistica”) è unodei progetti “adottabili” seleziona-ti nel 2004 dalla Fondazione Ricer-ca Fibrosi Cistica.

Graziella Borgo

1) Lancet 2003, 36, 1392) Human Reproduction Update

2005, 11, 593) Prenatal Diagnosis 2002, 22, 9464) Clinical Chemistry 2004,

50, 694

Screening delportatore fc:a che punto siamo?

Fin da quando nel 1989 il gene CFè stato scoperto, si è cominciatoa pensare alla possibilità di iden-tificare i portatori, in modo chesappiano di essere a rischio diavere figli malati di fibrosi cisti-ca. A mano a mano che le cono-scenze sono progredite, ci si èresi conto che il gran numero dimutazioni che il gene contiene(fino ad oggi ne sono state identi-ficate più di 1300) rende moltodifficile la realizzazione di unprogetto di questo genere. Perpoter dare a chi fa il test unarisposta semplice e chiara (porta-tore o non portatore ) bisogne-rebbe avere una tecnica che inuna sola volta identificasse unnumero elevato di mutazioni.Questa tecnica oggi non è ancoradisponibile, perciò la persona chesenza avere casi di FC in famigliavuole fare il test genetico persapere se è portatore, in basealla tecnica corrente può averedue tipi di risposte: che è porta-tore, e in questo caso la rispostaè certa; oppure che ha molto

meno probabilità di prima diesserlo, ma non è escluso al 100%che possa esserlo.La situazione è diversa per chivuole sapere se è portatore aven-do in famiglia un malato FC; inquesto caso il test genetico va acercare proprio la mutazione chesi è manifestata in quella fami-glia, mutazione che nella maggiorparte dei casi è conosciuta attra-verso l’analisi del DNA del malato:in questo modo la risposta che vie-ne data al parente del malato è si-cura, anche nel caso in cui il risul-tato è “non portatore”.

Stando così le cose, ma dovendofare delle scelte e dare indicazio-ni in campo sanitario, nel mondoscientifico italiano è prevalsa l’o-pinione di raccomandare il testper il portatore fra i parenti deimalati FC( che hanno anche più ri-schio d’essere portatori), ma nonnella popolazione generale. Tra iparenti dei malati, la scelta di sot-toporsi al test genetico si può con-siderare oggi discretamente diffu-sa. Si è visto che dipende anchelargamente da quanto viene solle-citata dalle informazioni che sia lafamiglia del malato che le struttu-re sanitarie diffondono: un pro-gramma pilota condotto tra il1995 e il 1997 presso il Centro FCdi Verona aveva visto passare, inbase ad una modalità attiva dipromozione del test, il numero deiparenti che lo richiedevano dal 5%al 25% (1).

Rimane in ogni caso il fatto cheanche fra la popolazione generalela frequenza del portatore è tale(una persona su 25 circa) da far ri-flettere e dibattere sull’opportu-nità di offrire oggi quello che latecnica mette a disposizione, an-che se imperfetto. Negli Stati Uniti per esempio han-no scelto di fare così e già nel1997 una commissione delNational Institute of Health avevaindicato accordo sull’opportunità

di offrire il test alle coppie chepensano di avere figli e alle donneanche a gravidanza avviata. Poinel 2001 le società scientifiche cuifanno riferimento i genetisti e i gi-necologi (ACMG e ACOG) hannorinforzato in termini pratici que-sta strategia (2), fissando anche ilnumero di mutazioni che il test“standard” deve contenere peressere offerto; tale numero nel2004 è stato aumentato in modotale da arrivare a diagnosticarecirca il 70% dei portatori FC dellapopolazione americana.Nella realizzazione di questa stra-tegia molta importanza è data aquali e quante informazioni i gine-cologi e i medici di base devonofornire quando parlano del test,perché l’obbiettivo è che la deci-sione di farlo o non farlo sia unascelta della coppia o dalla donna,e non una “prescrizione” del me-dico. Infatti, il depliant informati-vo che l’ACOG diffonde è formula-to proprio così: elenca in dettagliole ragioni a favore dell’esecuzionedel test e le ragioni contro, e con-clude: “la decisione è vostra”. Non sono pochi quanti hanno scel-to di fare il test: ricerche svoltenel 2004 riportano il dato (noncomplessivo della realtà america-na) di oltre 335.000 test per il por-tatore eseguiti e di oltre 3000 dia-gnosi prenatali.

Passando all’Europa, bisogna direche non ci sono strategie comuni:alcuni paesi, per esempio l’Inghil-terra e l’Olanda, sembrano esserepiù sensibili e attivi di altri nel-l’affrontare il problema, favoritiforse anche dal fatto che l’omoge-neità della popolazione localepermetterebbe ad un test stan-dard di identificare circa il 90% deiportatori. In ogni caso il problemaè dibattuto e oggetto di numerosericerche che mettono in luce qua-li barriere si oppongono alla rea-lizzazione di strategie sanitarieper uno screening di massa: il pro-blema di raggiungere le coppie

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FC, o nei casi selezionati in cui siesegue per completare la proce-dura dello screening per la diagno-si della FC in epoca neonatale, èragionevole pensare, in mancanzad’altre informazioni che il censi-mento non fornisce, che ci sia unacerta quota di soggetti della popo-lazione generale che fanno il test.Chi sono? Come? Quando?

La realtà delle cose è questa: è inatto una diffusione del test su sca-la più allargata rispetto a quellaprevista in teoria e questo avvienein maniera incontrollata e disor-ganizzata, soprattutto per quantoriguarda la necessità di creare unaconoscenza diffusa della malattiaFC e del test per il portatore. Insostanza il test viene fatto, ma ègrave che chi vi si sottopone spes-so non sappia neanche quale ma-lattia riguardi e che risultati possadare. Per dare degli esempi: iltest viene largamente offerto neicentri privati di diagnosi prenata-le e viene prescritto abitualmentenei centri pubblici e privati che sioccupano d’infertilità. E questeiniziative non sono né monitoriz-zate né inquadrate in una strate-gia condivisa. Sicuramente gliaspetti della questione sono com-plessi, ma andrebbero affrontati,se non altro per chiedere alla tec-nologia di accelerare le ricerche

che avrebbero maggiori vantaggidal test (quelle che hanno in pro-gramma di avere figli), il carico dilavoro aggiuntivo dei medici dibase o dei ginecologi per proporreil test, la limitata conoscenza del-la FC in generale, l’assenza deiservizi di consulenza genetica osemplicemente della consuetudi-ne a pensare a quali indagini è op-portuno fare in vista di una gravi-danza (3). Sono ricerche impor-tanti perché, se anche non risolvo-no il problema, in ogni caso inqualche modo lo affrontano e nerendono più vicina la soluzione.

E in Italia che cosa sta succeden-do? La Società Italiana di GeneticaUmana ha organizzato un censi-mento, su base volontaria, dei la-boratori che fanno test genetici(con tecniche di genetica “mole-colare”, qual è appunto quella perla ricerca delle mutazioni del geneFC) ) sul territorio nazionale. Diqui emerge un dato sul quale biso-gna riflettere: nell’anno 2002sono stati eseguiti in Italia circa160.000 test genetici e il più ri-chiesto è quello per FC, che è alprimo posto nelle attività dei la-boratori, con oltre 32.000 testeseguiti. Poiché è impossibile chequesto numero così elevato sia do-vuto solo all’esecuzione del testnelle famiglie in cui c’è un malato

per la realizzazione di un test piùsicuro e meno costoso dell’attua-le. Si stanno allestendo per altriproblemi di salute che hanno ache fare con la genetica (ad esem-pio la sensibilità individuale aifarmaci) i “microchip” diagnosti-ci: dispositivi miniaturizzati cheuniscono la tecnica di laboratorioall’ingegneria. Il microchip per iltest per il portatore FC dovrebbeessere un importante obbiettivoda raggiungere.

Graziella Borgo

1) Borgo G, Castellani C, et al“Carrier testing program in ahigh-risk cystic fibrosispopulation from NortheasternItaly.” Community Genet1999; 2:82-90

2) Grody WW, Cutting GR, et al“Laboratory standards andguidelines for population-based cystic fibrosis carrierscreening” Genet Med 2001;3: 149-154

3) Henneman L, Bramsen I, et al“Offering preconceptionalcystic fibrosis carrier acouplescreening in the absence ofestablished preconceptionalcare services” CommunityGenet 2003; 6: 5-13

Dallaletteratura

scientifica

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Questo sito è suddiviso in trearee: 1) Fibrosi cistica, pre-sente e futuro, area a ca-

rattere scientifico-divulgativo. 2)la Fondazione: attività e progetti,per avere un panorama aggiornatoin tempo reale di come si muove laFondazione, con le sue delegazionied i numerosi gruppi di sostegno. 3)Ricerca e Formazione, rivolta inparticolare a medici e ricercatori.

Nell’area a carattere scientifico-divulgativo è contenuta, fra l’al-tro, la sezione “Domande eRisposte.” Avviata nel settembre2003, con lo scopo di dare rispostaa domande poste da tutti e ineren-ti i vari aspetti della fibrosi cistica,a questo punto è ricca di informa-zioni per genitori di bambini affet-ti da FC, persone affette da FC equanti, con ruoli e competenze di-verse, sono coinvolti nella curadella FC o sono interessati alle sueproblematiche.La caratteristica originale e qualifi-cante delle risposte è che sono, perquanto possibile, basate su eviden-ze e pubblicazioni scientifiche, dicui si cerca di dare spiegazione intermini diffusamente comprensibi-li e non strettamente tecnici.

Il servizio è coordinato dal Prof.Gianni Mastella e vi collabora laDott. Graziella Borgo.Quando indicato, le domande sonogirate ad esperti con particolarecompetenza nella tematica in que-stione. Le risposte hanno affronta-to argomenti assai vari, ne diamoalcuni esempi: la durata della vitadelle persone con FC, il trapiantopolmonare, lo screening neonata-le, la diagnosi genetica preimpian-to, la compromissione epatica, glialimenti da preferire, il vaccinoanti-Pseudomonas ...Abbiamo pensato che possa essereutile, per quanti non hanno con-suetudine con Internet e comun-que per favorire la frequentazionedel sito e in particolare di quest’a-rea, riportare sul Notiziario alcunedomande con le relative risposte.

Quando non si trovano le mutazioni

Mia sorella si è sottoposta a test di ricerca delle mutazioni FCprima di concepire, giacchè suo marito risulta essere portatore sano.I test sono risultati negativi. Lo scorso dicembre è nata una bimba FC.A questo punto sono stati completati per mia sorella tutti i testper tutte le mutazioni con esito ancora negativo.Ci possono essere mutazioni non rilevabili? Essendo la bimba malata,come si può comprendere se a funzionare (erroneamente)è l’informazioni genetica paterna o quella materna?

Rispondiamo alla prima parte della domanda, che è se ci possano esse-re mutazioni del gene CFTR non rilevabili: prima di dire che non sonorilevabili bisognerebbe sapere con quali test si è cercato di rilevarle. Itest oggi a disposizione, conosciuti da biologi e genetisti attraverso lesigle che sintetizzano il metodo con cui vengono eseguiti, possono esse-re sempre più complessi e lunghi da eseguire, però con crescente capa-

eInvitiamo i lettori del Notiziario a visitareil sito Internet della Fondazione:

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cità di identificare le mutazioni;sono distinti proprio in base aquesto in test di primo livello(RDB, ARMS, ASO, OLA), test disecondo livello (DGGE, DHPLC,sequenziamento diretto del DNA)e di terzo livello (1). I test diprimo livello sono di uso corrente,quelli di secondo e terzo sonoriservati a situazioni particolari enon tutti i laboratori sono ingrado di eseguirli. Comunque sap-piamo oggi che può succedere (inuna percentuale variabile dal 5 al15% dei casi dei casi) che anchedopo l’applicazione di test appro-fonditi, come ad esempio è quel-lo chiamato sequenziamentodiretto del DNA, non si riesca adidentificare una o entrambe lemutazioni responsabili dellamalattia. Di recente per questicasi è stata segnalata la possibili-tà di utilizzare una nuovo meto-do, che pochissimi laboratori ita-liani eseguono ma che è destinatoad avere maggiore diffusione,detto QMPSF (QuantitativeMultiplex PCR Short FluoreshentFragments): esso potrebbe identi-ficare una quota ulteriore dellemutazioni non identificate con lealtre tecniche (2).

Il problema di base resta il fattoche le mutazioni del gene CFTRscoperte fino ad oggi sono più diun migliaio e non abbiamo ancoraa disposizione il test ideale, sem-plice da eseguire, rapido ed eco-nomico, che in una sola battutasia in grado di identificarle tutte.Sicuramente anche in questo cam-po la ricerca scientifica è destina-ta a fare progressi e speriamo pos-sa raggiungere l’obbiettivo dimettere a disposizione lo stru-mento tecnico che le viene richie-sto per tutta una serie di scopi le-gati alla malattia FC (fra i qualianche quello dello screening delportatore del gene FC nella popo-lazione generale).

È bene però ricordare che nellefamiglie in cui c’è un malato FC, ilfatto di non poter identificare unao entrambe le mutazioni (maternae paterna) non impedisce la rea-lizzazione di una eventuale dia-gnosi prenatale che fosse richiestadalla coppia dei genitori del mala-

to, o la ricerca dello stato di por-tatore nei parenti più stretti (adesempio fratelli o zii ). In questicasi è fondamentale avere a dis-posizione oltre che un campionedi sangue del malato, quello deisuoi genitori, e di altri membridella famiglia (come ad esempio inonni ). La presenza del geneCFTR viene identificata in questepersone attraverso altri “marcato-ri” genetici, la tecnica è detta“diagnosi indiretta attraversoRFLP” ed è spesso (anche se nonsempre) in grado di fornire un ri-sultato. Per quanto riguarda la secondaparte della domanda, se sia possi-bile riconoscere in un malato FCse il gene malfunzionante sia diorigine paterna o materna, ricor-diamo che la malattia FC si mani-festa nel soggetto che ha eredita-to da entrambi, sia dal padre chedalla madre, il gene alterato.

1) Castellani C, Lalatta F e altri“Modelli di analisi geneticaper fibrosi cistica”. http://sigu.univr.it.

2) Audrezet MP,Chen JM e altri“Genomic rearrangements inthe CFTR gene: extensiveallelic heterogeneity anddiverse mutationalmechanisms”. Hum Mutat.2004; 23: 343

Mutazione N1303K:influenza sullo statoclinico

Vorrei sapere quale influenzaha la mutazione N1303Ksull’aspetto pancreaticoe sulla funzionalità polmonaredi un paziente FC e se vi sonoesperienze già analizzatein merito.

È difficile in generale prevedereo stabilire in base al tipo dimutazioni del gene CFTR qualepossa essere l’entità dell’inte-ressamento di polmoni e pan-creas o di altri organi nel malatodi fibrosi cistica.Sappiamo che a seconda del tipodi mutazione viene prodotta una

proteina CFTR più o meno difetto-sa (se non addirittura assente) eche il difetto proteico dà inizioalla cascata di eventi che portanoai sintomi tipici della malattia. Manon conosciamo ancora bene imeccanismi di questo processo ele ragioni per cui nello stesso ma-lato un organo o un apparato siacolpito più di un altro. Quello chesi va sempre più chiarendo è chespesso non è la singola mutazionead essere in causa, ma anche altrifattori genetici che intervengonoaccentuando o limitando gli effet-ti della mutazione. Questi fattorisono frammenti di DNA contenutinello stesso gene (polimorfismi) oaltri geni, detti geni regolatori ogeni modificatori. Questi altri fat-tori genetici possono essere diver-si da individuo ad individuo, peresempio anche fra fratelli: è perquesto che due fratelli malati diFC, pur avendo le stesse mutazio-ni, possono avere quadri diversi dimalattia.

Gli studi eseguiti finora su questotema hanno permesso di dividerele mutazioni in due gruppi: ungruppo è quello delle mutazioniche si accompagnano a insufficen-za pancreatica, diagnosi di malat-tia molto precoce (in genere al disotto dell’anno), alti livelli di clo-ro nel test del sudore. Queste mu-tazioni sono dette “severe”.L’altro gruppo è quello delle mu-tazioni dette “lievi (mild)”, che siaccompagnano prevalentemente(dal 70 all’80% dei casi) a normali-tà pancreatica, diagnosi più tardi-va, più basso cloro nel test del su-dore. Quando si dice che una mu-tazione è severa o, al contrario,lieve, il termine va inteso comeriferito prevalentemente allo sta-to del pancreas (non funzionanteo funzionante). Si è visto che soloin base a questo parametro è pos-sibile fare delle distinzioni, per-ché la gravità dell’interessamen-to polmonare varia considerevol-mente sia con le mutazioni defini-te lievi che con le severe.

La mutazione N1303K è definitasevera in quanto nella grandemaggioranza dei casi si accompa-gna ad insufficienza pancreaticaquando si accompagna nello stes-

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Il test del sudore fornisce i risul-tati di concentrazione di Cloro edi Sodio nel sudore. Questi sono ingenere alti o molto alti in fibrosicistica. Sarebbe bene disporresempre del risultato di entrambele sostanze, e su almeno due testcontemporanei. Alcuni laboratoriforniscono solo il risultato relati-vo al Cloro. Nel caso particolareimmaginiamo che il valore di 32(si tratta di cosiddetti milliequi-valenti per litro di sudore, chesono una misura della concentra-zione di queste sostanze, chiama-te elettroliti) si riferisca alla con-centrazione del Cloro (non sap-piamo se il risultato è stato otte-nuto da un doppio test). Questovalore all’età di 6 mesi, ma anchenelle età successive, è da consi-derarsi del tutto normale. Dopo lafase neonatale sono consideratinormali i valori inferiori a 40 e pa-tologici quelli superiori a 60. I va-lori compresi tra 40 e 60 millie-quivalenti per litro sono conside-rati “borderline”, cioè possonoappartenere sia a soggetti saniche a soggetti malati e richiedonoripetizione del test del sudore ecomunque il ricorso ad altri esa-mi, primo fra tutti l’analisi di mu-tazioni. Nel caso descritto nella domanda,una tripsina elevata allo scree-ning neonatale, che diventa nor-male ad un mese di vita, con untest del sudore normale a 6 mesi ela presenza di una mutazioneCFTR sono in favore di una condi-zione di portatore sano. Il perché sia stato consigliato diripetere il test, nel caso sia statocondotto correttamente e in dop-pio, si dovrebbe chiederlo a chi hadato il suggerimento. Nel caso sidovesse ripetere il test suggeria-mo comunque di richiedere unadoppia prova e la determinazionesia di Cloro che di Sodio.

Endod. 2002; 93: 560-563), con-dotto su 42 pazienti CF in con-fronto a 62 soggetti sani, avevamostrato che la carie e il sangui-namento gengivale sono menofrequenti nei CF rispetto agli altried inoltre che i pazienti CF hannomeno denti mancanti rispetto aisoggetti sani. La questione dei di-fetti dello smalto dentario in CFtrova interpretazione in uno stu-dio statunitense condotto su topiCF (Arquitt CK et al. Cystic fibro-sis transmembrane regulator gene(CFTR) is associated with abnor-mal enamel formation. J DentRes.2002;81:492-496). In questitopi, che mancano della proteinaCFTR, si è visto che vi sono difet-ti importanti nello sviluppo dellosmalto dentario, lasciando inten-dere che i difetti dello smalto ri-scontrati nei pazienti CF siano le-gati direttamente al difetto diproteina CFTR.

Il gruppo inglese raccomanda pre-coci e regolari visite odontoiatri-che al fine di prevenire i difettidello smalto e rimuovere eventua-li depositi di calcoli dentari.L’impiego del fluoro per prevenirela carie è buona prassi come pertutti i bambini (specie dove le ac-que sono povere in fluoro) : nonabbiamo elementi per pensare adun difettoso assorbimento intesti-nale del fluoro in CF e pertanto ildosaggio è quello impiegato abi-tualmente in tutti i bambini.

Interpretazionedel test del sudore

Mia figlia ha 6 mesi.Allo screening neonatalele è stata riscontrata unatripsina alterata, poi tornatanella norma. Ad un mese di vitatuttavia, essendosi trovatauna mutazione CF, ci è statoconsigliato il test del sudore,che la scorsa settimanaci ha dato come risultatoun valore di 32. Il tecnicodi laboratorio ci ha consigliatodi ripeterlo tra 6 mesi.Perché? La bambina sta benee cresce. Il test èda considerarsi negativo?

so soggetto ad un’altra mutazionesevera. Sarebbe però importantesapere qual’è l’altra mutazionepresente nel malato e se questaseconda è una mutazione severa olieve, perché l’effetto sul pan-creas dipende dalla combinazionedi entrambe: basta la presenza diuna mutazione lieve perché si ab-bia in genere un pancreas funzio-nante. Per quanto riguarda inveceil quadro polmonare della malat-tia, esso può essere ampiamentevariabile, e sostanzialmente pocoprevedibile, sia che la N1303K siaccompagni a una mutazione se-vera sia che si accompagni ad unamutazione lieve.

Denti in fibrosicistica

Mi sto chiedendo se i bambini CFsviluppano più facilmentepatologie dentarie (carie,etc.)rispetto ad altri bambini.L’integratore di fluoro èparticolarmente indicato e comeviene assorbito? Servono dosimaggiori che di norma?

Del problema sollevato si sono oc-cupati alcuni studi. In quello di ungruppo inglese pubblicato lo scor-so anno (Narang A et al. Oralhealth and related factors incystic fibrosis and other chronicrespiratory disorders. Arch DisChild. 2003; 88:702-707), vengo-no esaminati 74 pazienti con fi-brosi cistica di età media 10 anniin comparazione con 106 pazientiaffetti da altre malattie croniche,di età media 9 anni. Nei pazientiCF vi erano più difetti dello smal-to (soprattutto opacità) nei dentipermanenti rispetto agli altri.Non vi erano invece differenze trai due gruppi per quanto riguarda-va carie, depositi di calcoli, san-guinamento ed altri problemigengivali. La protezione contro lacarie nei CF viene attribuita all’u-so prolungato di estratti pancrea-tici e di antibiotici. Un preceden-te studio belga (Aps JK et al.Caries experience and oral cleali-ness in cystic fibrosis homozygo-tes and heterozygotes. Oral SurgOral Med Oral Pathol Oral Radiol

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