8
Il Pietrafesano Numero 2 (12) Anno 2 /Aprile 2016

Numero 12-Il Pietrafesano

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Anno II Numero 2 (12) /I 3 anni di Papa Francesco /Don Vittorio-L'intervista /Referendum Trivellazioni in mare-Intervista

Citation preview

Page 1: Numero 12-Il Pietrafesano

Il Pietrafesano Numero 2 (12) Anno 2 /Aprile 2016

Page 2: Numero 12-Il Pietrafesano

2| Il Pietrafesano

Numero 2 Anno 2 (12)

ilpietrafesano.altervista.org

Con Aurelio Zuroli, Antonio Santopietro, Lorenzo Bla-si, Simone Pettenon, Antonio Pascale, Michele Lavia-no.

Grafica di Antonio Santopietro

Stampato presso Tipografia Fravingraf (Satriano)

Grazie a chi ci supporta con piccoli contributi che rie-scono a farci stampare questa pubblicazione.

@pietrafesano

[email protected]

Il 13 Marzo del 2013, alle 20:10, la fumata bianca annuncia la nomina del 266esimo Papa della storia. Si tratta di Jorge Mario Bergoglio, il quale viene “dalla fine del mondo”, affermazione che lui stesso fa la sera del suo primo discorso. Viene detto “rivoluzionario ed imprevedibile”, con il suo “Fratelli e sorelle, buonase-ra” enunciato sempre la prima volta che si è mostrato al popolo. Papa Francesco è il primo Pontefice pro-veniente dal continente americano ed appartiene alla Compagnia di Gesù, i gesuiti. Originario di un paese del Piemonte, Bergoglio è il primo di cinque figli. Suo padre partì dal porto di Genova nel 1928 per cercare for-tuna a Buenos Aires. A 20 anni circa Jorge si ammalò di polmonite e gli fu esportata la parte superiore del pol-mone destro. Nel 1969 fu consacrato sacerdote mentre nel 1992 l’allora pontefice Giovanni Paolo II lo ordinò vescovo di Buenos Aires. Nel 2001 sempre il

Papa lo elesse cardinale. Nel suo ministero episcopale il pontefice ha dovuto af-frontare numerosi ostacoli ed ha attuato numerose ri-forme nel Vaticano. Ad esempio la questione sulle unioni omosessuali dove per alcuni l’approvazione della legge si deve proprio a lui

anche se nell’enciclica Lumen Fidei Bergoglio ribadisce che la famiglia è composta da un uomo e da una don-na. Poi sulla manipolazione dei bam-bini dice: <<Occorre ribadire il dirit-to dei bambini a crescere in una fa-miglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva>>. Un altro tema molto toccante è la povertà. Una sua frase molto celebre è: “Ah, come vorrei una Chiesa povera per i poveri”; è un’espressione che identifica il Santo di cui porta il nome, Francesco d’As-sisi. Bergoglio riconosce in San Fran-cesco quell’uomo di povertà che ci da lo spirito di pace. Con la povertà si associano la disuguaglianza economi-ca e il discorso migranti e profughi dove Francesco ha sempre avuto una parola di misericordia. Poi ci sono l’impegno per la pace in Siria, la tute-la dell’ambiente e la lotta alla pedofi-lia e ai comportamenti sessuali inap-propriati nel clero. Durante una con-

ferenza stampa tenutasi nel Luglio del 2013 rispondendo a una doman-da sulla lobby gay in Vaticano ha af-fermato: <<Si scrive tanto della lob-by gay. Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d’identità in Vaticano con “gay”.>> Oltre a questo ci sono i viaggi apo-stolici dove si deve ricordare in parti-colare il viaggio nel Settembre del 2015 a Cuba. Seguono le canonizza-zioni e le beatificazioni. Il 27 Aprile 2014 furono canonizzati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Alla con-celebrazione partecipò il Papa emeri-to Benedetto XVI con il quale Bergo-glio è riuscito a mantenere un buon rapporto. Non si può dimenticare il giubileo straordinario della Misericor-dia. Tale evento ha avuto inizio l'8 dicembre 2015 e terminerà il 20 no-vembre 2016. Sono varie anche le riforme che il Papa ha deciso di divulgare. Ci sono la riforma della Curia, dello IOR, del Codice Penale vaticano e quella eco-nomica della Santa Sede. Chiunque ha visto questo Papa non può che parlarne bene per la sua bontà verso i bambini e gli ammalati e per quello che sta facendo, rivolu-zionare la Chiesa.

Lorenzo Blasi

Page 3: Numero 12-Il Pietrafesano

Il Pietrafesano| 3

Antonio Razzi dichiara guerra ai topi: "Libererò 500mila gatti" Il senatore di Forza Italia (e candidato sindaco di Roma) dice di aver già preso i contatti per far arrivare i "killer".

Francia, trova un Caravaggio in soffitta: secondo l'esperto è au-tentico Ma non tutti gli studiosi sono d'accordo: la sco-perta un anno fa nella soffitta di una casa di To-losa. Il quadro raffigura Giuditta nell'atto di ta-gliare la testa di Oloferne. Mamma spara ai cellulari dei figli: "Sempre attaccati agli schermi".

La lezione esemplare di una donna Americana: per "l'esecuzione" a colpi di fucile ha voluto che qualcuno girasse un video.

Roma, la chiudono (per sbaglio) dentro al negozio: donna salvata dai passanti La signora, probabilmente una cliente, è rima-

sta 'intrappolata' in un negozio di casalinghi gestito da cittadini cinesi.

Russia, il ristorante dedicato a Pu-tin: sulla carta igienica c'è Obama

Ad aprire il "President Cafè" è stata Svetlana, una giovane che ha studiato negli Usa. Il menù, ovviamente, è tipico. Il prezzo assolutamente popolare.

Pugni e sberle per la briscola sba-gliata

L'episodio nel pomeriggio di giovedì in bar di via Cristini, a Marone (Brescia). Un uomo di 79 anni è stato portato in ambulanza all'ospedale di Iseo.

Partorisce una bambina di colore: il marito distrugge l'ospedale

E' successo a Casagiove, in provincia di Caser-ta.

(di Antonio Pascale)

La moneta da 5€ Si, ma solo in Germania.

#inFoto La vignetta di Vauro che ha fatto infero-

cire il web. Tu cosa ne

Pensi?

Page 4: Numero 12-Il Pietrafesano

4| Il Pietrafesano

colloquio con

DON VITTORIO

LAMATTINA

E così abbiamo raggiunto

l’ex parroco don Vittorio,

importante protagonista della sto-

ria di Satriano.

Senza saperlo, ma dopo aver ov-

viamente prenotato la visita alla

sua dimora, lo abbiamo raggiunto

il giorno del suo compleanno, che

ci ha colti impreparati. Ma ne sia-

mo stati felici. Così, dopo una

lunga digressione di conoscenza

siamo passati a quelle che sono le

questioni. E senza dire bugie.

A proposito della vecchia Chiesa

Madre di Satriano cosa può dirci?

La vecchia chiesa di San Pietro Apo-

stolo del 600’ era sorta in un luogo

dove c’era un rigagnolo di acqua sor-

giva e credettero di poterla deviare

con il tempo, ma in realtà non è sta-

to così. Si crearono grandi lesioni

strutturali e fummo costretti a chiu-

dere la chiesa nel 53’. Mi interessai

subito alla costruzione del nuovo

edificio sacro. Dovemmo contattare

il genio civile, ma potevamo ricevere

una somma di denaro per la ricostru-

zione solo se avessimo indicato i

danni della chiesa come bellici.

Quindi ci informammo con la caser-

ma ed il sindaco che fecero ottenere

il finanziamento statale indicando i

danni come bellici. Certo non erano

solo danni procurati dalla guerra, che

forse avranno influito in minima

parte, ma soprattutto cedenze strut-

turali che si procurarono con il pas-

sare degli anni. La vecchia chiesa fu

abbattuta e in circa 3 anni venne edi-

ficata la nuova e la canonica. L’inge-

gnere che diresse i lavori, titolare

della cattedra all’Università di Napo-

li, fu scelto dal provveditorato che si

occupò di tutto. Volle ripetere il sof-

fitto a ventaglio della casa dello stu-

dente a Napoli, un capolavoro. Non

solo, volle della pietra bucciardata sia

all’interno che all’esterno, nell’inten-

zione di avvicinarsi alla grotta di Bet-

lemme.

All’inaugurazione invitammo mons.

Palatucci, vescovo di Campagna, che

mi ordinò sacerdote. Era un grande

uomo devoto alla Madonna. Quando

lo andavo a prendere con l’auto di

Felice, durante il viaggio recitavamo

almeno sette Rosari, e fu anche gra-

ziato. Era paralizzato, lo andammo a

trovare e recitammo il Rosario per

poi passare con un po’ di ovatta le

lacrime della Madonna sul suo cor-

po. Dopo qualche ora si è alzato dal-

la sedia a rotelle.

Cosa a proposito della cappella di

Santa Sofia?

Era dedicata al Bambino. Ma quando

arrivai a Satriano, discorrendo con il

sindaco Nicola Vita venni a sapere

che non c’era un asilo. Così una do-

menica, durante l’omelia dissi “A

Satriano c’è un bambino che vuole

donare la sua casa ai vostri figli. E’ il

bambino di Santa Sofia. Pregando

me lo ha fatto capire”. Così realiz-

zammo l’asilo. Tra l’altro ero presi-

dente dell’ente comunale di assisten-

za ai bisognosi e mi recavo dal pre-

fetto abitualmente per richiedere

sussidi per piccoli lavori. Così la gen-

te senza lavoro poteva occuparsi e al

contempo offrire un asilo ai bambi-

ni.

Quali erano le devozioni del tem-

po?

A Satriano c’è stata sempre una

grande devozione verso San Rocco.

Il 16 di ogni mese, istituii un ritiro

mensile dedicato al patrono con due

messe ed il giorno prima le confes-

sioni ed un triduo di preghiera con

l’aiuto di un frate cappuccino di Sa-

lerno. Ovviamente il 16 dicembre

celebravamo San Rocco di penitenza

in ricordo del terremoto, il 16 mag-

Page 5: Numero 12-Il Pietrafesano

Il Pietrafesano| 5

gio il patrocinio ed il 16 Agosto la

festa.

Poi ricordo che andavo a piedi con i

satrianesi al Santuario della Madonna

delle Grazie per celebrare la nove-

na… Poi la processione del Cuore di

Gesù che facevamo la prima dome-

nica di giugno.

Perché le feste patronali di agosto

sono concentrate in quei quattro

giorni?

Noi abbiamo sempre avuto grandi

flussi migratori e la gente poteva tor-

nare in terra natia e festeggiare i santi

in un periodo unico. Sfruttavamo

anche il momento di riunione con la

Settimana Satrianese, un insieme di

competizioni sportive e non. Con i

due comitati, quello civile e religioso,

organizzammo queste giornate. Ri-

cordo anche il tiro al piattello che

funzionava grazie ad una speciale

macchina che ci fu donata. Era mol-

to attratto Felice, che suo malgrado

su 4 piattelli non riuscì a colpirne

neanche uno, nonostante la sua dedi-

zione.

I missionari

Al mio tempo furono ordinati tre

sacerdoti satrianesi del PIME. Padre

Antonio, padre Vincenzo e don Mi-

chele. Siccome c’era padre Raffaele

Langone, al mio arrivo padre Anto-

nio era già missionario da un anno.

Invece accompagnai personalmente

Vincenzo in seminario. E di 5 suore

quattro andarono a Pompei ed una a

Roma.

Del rapporto con i satrianesi do-

po la vostra partenza, cosa ne è

stato?

Sono venuto spesso a Satriano, una

o due volte l’anno. L’ultima volta ho

avuto la cittadinanza onoraria ed an-

cora prima sono stato alla presenta-

zione della raccolta della voce di San

Rocco. Ho avuto anche molto piace-

re del mio rapporto con i giovani.

Ricordo…

Ricordo che una volta Aurelio, per

me un fratello, venne a casa quando

ancora non era sposato. Mi chiese

qualcosa (che non ricordo, forse si

trattava di tenere il muso a qualcuno)

alla quale dovetti dire di no. “Io se-

guo il Vangelo e il Signore è stato

buono anche verso i nemici”. A que-

ste parole se ne andò. Dopo dieci

minuti andai a casa sua e quando mi

vide si commosse, scese e ci abbrac-

ciammo.

Il segretario del PCI era tremendo,

non veniva mai in chiesa. Quando lo

incontravo cercavo sempre di con-

vincerlo a convertirsi, ma lui era ne-

gato. Si ammalò e la figlia mi venne a

chiamare. Ogni settimana lo andavo

a trovare. Negli ultimi giorni mi dis-

se: “Don Vittò, facit u mstier vuo-

str” (=fate il vostro mestiere) ed io

capii subito. Lo confessai e si comu-

nicò per poi morire qualche giorno

dopo. Ebbi una grande soddisfazio-

ne per la sua conversione. La figlia

venne a Caggiano e mi regalò un

oleandro per ringraziarmi delle mie

preghiere.

(e quanti altri ricordi…)

Poi, voglio dirvi che a Caggiano c’era

un lago che con un terremoto perse

tutta l’acqua. Il vescovo di Satriano

raggiunse il luogo e trovò la salma di

San Feliciano diacono di Caggiano.

La portò dunque nella cattedrale

(sulla Torre di Satriano, ndr) ma con

il tempo cadde il muro di sostegno

ed i calcinacci ricoprirono il tutto. Io

credo ancora che ci sia ancora il cor-

po di San Feliciano lassù.

Il vostro saluto alla comunità sa-

trianese...

Porto sempre con affetto e stima nel

cuore la comunità satrianese, e la

raccomando al Signore e alla Madon-

na (oltre che i fedeli di Caggiano).

Con grande piacere ricordo i ragazzi

dell’oratorio, dell’Azione Cattolica,

delle campagne… Un popolo che ha

seguito in modo stupendo il cammi-

no nella fede della Chiesa. Satriano è

stato un piccolo Paradiso Terrestre.

Di Antonio Santopietro, Aurelio

Zuroli, Antonio Pascale e con Don

Gianluigi

->| L’antica chiesa Madre

Page 6: Numero 12-Il Pietrafesano

6| Il Pietrafesano

Intervista a

Miko Somma MOVIMENTO NO OIL

Su cosa siamo chiamati ad espri-merci il diciassette?

Siamo chiamati ad esprimerci per un referendum abrogativo su una nor-ma specifica della Legge di Stabilità 2016 che riguarda le estrazioni di idrocarburi nel mare fino al limite delle 12 miglia marine (le acque terri-toriali), segnatamente per permessi già concessi ed operanti che consen-tono alle compagnie di continuare le loro attività non più fino alla fine della concessione, ma senza limiti di tempo fino all’esaurimento del giaci-mento, con ciò operandosi non solo una palese violazione della direttiva europea 94/22 CE che vieta di riser-vare ad un solo ente economico atti-vità che potrebbero essere più profi-cuamente svolte dalla concorrenza di più enti, ma la logica stessa delle concessioni perchè nessuna conces-sione di un bene dello stato, può e dovrebbe essere affidata a un privato senza limiti di tempo, ovvero fino a che convenga economicamente a quest’ultimo. Il referendum del 17 aprile è stato infatti ritenuto neces-sario sia dalla Corti di Cassazione che dalla Corte Costituzionale pro-prio per entrare nel merito della du-rata delle concessioni entro le dodici miglia.

È un referendum di fondamentale

importanza? Perché?

Perché per la prima volta si ascolta il

parere dei cittadini su una materia

finora rimasta confinata ad attività

legislative influenzate palesemente

dal lobbysmo delle compagnie che,

nel caso specifico del quesito, non

solo riceverebbero il “regalo” di una

estensione senza tempo delle con-

cessioni, ma avrebbero la possibilità

concreta di realizzare anche nuove

piattaforme che se la legge non con-

sente per nuove concessioni, non

impedisce invece nell’ambito delle

concessioni già rilasciate e dove i il

programma di sfruttamento le preve-

da, che siano installate nuove piatta-

forme e perforati nuovi pozzi, come

nel caso della piattaforma VegaB

(canale di Sicilia con titolo a scaden-

za naturale 2022) e come per la con-

cessione Rospo Mare (Abruzzo con

titolo a scadenza 2018 di fronte le

coste abruzzesi) dove nel program-

ma di sfruttamento sono previsti

nuovi pozzi. Inoltre occorre ricorda-

re che con l’attuale formulazione

della norma sono fatti salvi anche

alcuni titoli di ricerca che un domani

potrebbero trasformarsi in nuove

attività. Inutile ricordare che questa

espressione della volontà popolare,

prevista dalla nostra Costituzione

come strumento della volontà popo-

lare, che credo non occorra ignorare

con poco democratici appelli all’a-

stensione, sarebbe anche un primo,

significativo passo per una valutazio-

ne da parte dei cittadini rispetto alla

materia, nel quesito non trattata, del-

le estrazioni in terraferma, di cui nel-

la nostra regione ben conosciamo la

portata ed i disagi che ha creato e sta

creando allo sviluppo sereno di una

terra in accordo con le sue vocazioni

originarie

Quali sarebbero i vantaggi se vin-

cesse il sì?

I vantaggi sarebbero molteplici, pri-

ma di tutto perché giuridicamente si

eviterebbe un regalo che consente

alle compagnie petrolifere che opera-

no nei nostri mari non solo la conti-

nuazione delle concessioni senza

limiti di tempo, ma anche il rilevante

vantaggio economico di non dover

smontare subito gli impianti esistenti

per il ripristino ambientale a fine

concessione. In secondo luogo, per-

ché il vantaggio economico per lo

Stato ed i cittadini è praticamente

nullo (la normativa prevede l’esen-

zione dal pagamento di aliquote per

l’estrazione delle prime 50mila ton-

nellate di petrolio estratte in mare,

così come per i primi 80milioni di

Smc di gas estratti in mare, mentre

sono gratis le produzioni in regime

di permesso di ricerca. Ricordo che

di 26 concessioni oggetto del refe-

Domenica 17 Aprile, dalle 7 alle 23 si vota per le concessioni relative alle estrazioni in mare nelle 12 miglia. E ci riguarda, sia come regione, sia come individui.

Page 7: Numero 12-Il Pietrafesano

Il Pietrafesano| 7

rendum produttive nel 2015, solo 5

concessioni a gas e 4 a petrolio han-

no prodotto royalties per lo Stato,

unico beneficiario per le estrazioni in

mare, mentre tutte le altre hanno

estratto quantitativi minori della

franchigia prevista dalla legge, non

versando nulla). In terzo luogo, nelle

piattaforme oggetto del referendum

viene estratto gas e petrolio rispetti-

vamente pari al 3% e all’1% del no-

stro fabbisogno nazionale, una quan-

tità irrisoria, considerando il calo dei

consumi di gas del 21,6% e di petro-

lio del 33% negli ultimi anni, mentre

già oggi si produce elettricità con

impianti a biogas per il 7% dei con-

sumi, e il potenziale per il biometano

(upgrading del biogas) che può esse-

re immesso nella rete Snam, è di ol-

tre 8miliardi di metri cubi, il 13% del

fabbisogno nazionale, con investi-

menti in questo settore però bloccati

da vincoli assurde come il fatto che il

biometano non può essere immesso

nella rete Snam. Ancora, è insensato

puntare sull’estrazione di gas e pe-

trolio in giacimenti marini per garan-

tire una presunta indipendenza ener-

getica, visto che i dati forniti da Un-

mig, ufficio minerario per gli idro-

carburi e le georisorse del MISE, e

Assomineraria, stimano riserve certe

sotto i fondali italiani sufficienti, in

caso far leva solo su di esse, a soddi-

sfare il fabbisogno di petrolio per

sole 7 settimane e quello di gas per

appena 6 mesi.

Ed inoltre perché il segnale che si

lancerebbe nel paese, ma soprattutto

in Basilicata, è che i cittadini sono

stanchi della devastazione del pro-

prio territorio per insensate scelte di

interessi preminenti che non siano i

loro.

E ci sarebbero eventuali svantag-

gi in termini ad esempio occupa-

zionali?

E’ materia di propaganda usata dal

governo e dal fronte dell’astensioni-

smo più che un rischio concreto,

perché nessun posto di lavoro è a

rischio per colpa del referendum,

quanto per la crisi del settore (prezzi

in caduta sui mercati internazionali)

e la vistosa riduzione dei consumi

nazionali di gas (-21,6%) e petrolio

( -33%), oltre che della mancanza di

una vera e propria politica energetica

nazionale. Se vincesse il Sì, le piatta-

forme non chiuderanno, ma saranno

ripristinate le scadenze delle conces-

sioni originarie già rilasciate, come

previsto prima della Legge di Stabili-

tà 2016. L’equivoco, fortemente ali-

mentato da Assomineraria e dal Go-

verno, racconta di migliaia di posti a

rischio, proiettando un esito positivo

del referendum sull’intero comparto

estrattivo, mentre lo specifico in og-

getto è molto limitato in termini oc-

cupazionali, trattandosi di piattafor-

me quasi completamente automatiz-

zate e per le quali le specifiche occu-

pazionali ad alta specializzazione so-

no tali da consentire un rapido rein-

gresso sia nel mercato del lavoro,

che nelle stesse attività delle compa-

gnie.

In caso contrario alla vittoria del

sì, cosa succederebbe ?Sarebbe

non soltanto una vittoria delle com-

pagnie che ne ricaverebbero vantaggi

descritti in precedenza, ma anche un

incoraggiamento a proseguire le atti-

vità lobbystiche sui governi e sulla

politica per ridefinire assetti produt-

tivi a favore dei combustibili fossili

che invece è la logica stessa che spin-

ge altrove, sia nel senso di un mag-

giore impegno sul risparmio energe-

tico, che ha ancora margini enormi

di sviluppo, anche con grandi impli-

cazioni occupazionali, sia di uno svi-

luppo delle energie rinnovabili che

già oggi forniscono un contributo

alla bilancia energetica del paese

maggiore dell’interezza della produ-

zione di idrocarburi sul territorio

nazionale.

Dove si troverebbero le risorse se

non venissero più sfruttati quei

giacimenti? Dovremmo acqui-

starle dall'estero? E le fonti di

energia alternative sono in grado

di sostituire quei giacimenti?

Chiudendo queste attività, che co-

munque arriverebbero al termine

previsto dalla concessione come pre-

vedeva la normativa a cui si ritorne-

rebbe con la vittoria del SI, l’impatto

sarebbe così poco significativo e così

diluito nel tempo che il solo sviluppo

previsto per le rinnovabili compen-

serebbe ampiamente la perdita di

questi apporti energetici.

Quindi perché andare a votare sì?

Occorre prima di tutto andare a vo-

tare per non sabotare uno strumento

di democrazia diretta che consente ai

cittadini l’espressione della propria

volontà su temi specifici, poi occorre

andare a votare SI per affermare che

le scelte di politica energetica non

riguardano solo i salotti buoni in cui

si concertano le strategie e gli inte-

ressi (le prime purtroppo sempre

figlie dei secondi), ma riguardano la

vita ed i diritti dei cittadini.

Di Aurelio Zuroli

Page 8: Numero 12-Il Pietrafesano

Torre di Satriano Scatto del mese

San Rocco

16 maggio 2016

Concerto della prestigiosa Banda Città di Lizzano presso la piazza Abbamonte o in caso di pioggia nel Teatro Anzani.