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Il 31 ottobre, secondo l’usanza americana, si festeggia la notte di Halloween che, con- venzionalmente, corri- sponde in Italia alla festa di Ognissanti, che si celebra il 1° no- vembre. Gli americani festeggiano la notte di Halloween basandosi sulla leggenda di Jack O’lantern che racconta la storia di un uomo molto malvagio che riuscì a beffare la morte. La sua cattive- ria era così nota che né Dio, né il Diavolo lo vollero e la sua anima fu condannata a vaga- re sulla Terra per l’e- ternità con una zucca in mano; zucca che gli era stata posta in te- sta per spaventare chiunque incontrasse e fosse, anche, un segno riconoscibile della sua malvagità. In America, in occasione della fe- sta di Halloween, i bambini (ed ora anche gli adulti) si travesto- no con svariati tipi di costumi e vanno di porta in porta chie- dendo dolcetti, reci- tando il motto che or- mai è entrato nella storia “Treacks or treats (dolcetto o scherzetto)?”. In Ita- lia la festa di Ognis- santi è un giorno com- memorativo stretta- mente legato alle tra- dizioni religiose. Ma, negli ultimi anni, anche noi italiani usiamo fe- steggiare la notte di Halloween, segno que- sto, che è sempre più viva in noi la voglia di importare usi e costu- mi dai Paesi stranieri ed in particolare dagli States; insomma, ci stiamo americanizzan- do sempre di più. Hal- loween resta, comun- que, una festività a carattere profano; infatti, la Chiesa con- tinua a contestarla e a condannarla, perché legata ad una sorta di esaltazione di forze demoniache. Treaks or Treats? Classe III A IL NOSTRO BLOG http://liceolinguisticovirgofidelis.blogspot.com/ REDAZIONE Supervisione Proff. Corrado A. e Parise F. Personaggi Bianchi A. e E., Classe V A Musica Torchio F., Classe V A Moda Ramundo C., Classe V A Sport Di Bella C., Classe V A Halloween 2010 Treaks or Treats? Treaks or Treats? Treaks or Treats? Treaks or Treats? 1 Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare Io vengo dalla Luna 2 Cinema Bellamy Bellamy Bellamy Bellamy e Missing Missing Missing Missing—Scomparso Scomparso Scomparso Scomparso 3 Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare La musica nei secoli 4/5 4/5 4/5 4/5 Un in(f)verno di moda di moda di moda di moda 6/7 6/7 6/7 6/7 L’angolo L’angolo L’angolo L’angolo del buonumore 8 Sommario: BLACK & WHITE PERIODICO PERIODICO PERIODICO PERIODICO GRATUITO GRATUITO GRATUITO GRATUITO DI DI DI DI INFORMAZIONE INFORMAZIONE INFORMAZIONE INFORMAZIONE , , , , CULTURA CULTURA CULTURA CULTURA E E E E SPORT SPORT SPORT SPORT DEI DEI DEI DEI LICEI PARITARI LICEI PARITARI LICEI PARITARI LICEI PARITARI LINGUISTICO LINGUISTICO LINGUISTICO LINGUISTICO E E E E PSICO PSICO PSICO PSICO - - - - SOCIO SOCIO SOCIO SOCIO - - - - PEDAGOGICO VIRGO FIDELIS PEDAGOGICO VIRGO FIDELIS PEDAGOGICO VIRGO FIDELIS PEDAGOGICO VIRGO FIDELIS DI DI DI DI TRE TRE TRE TRE BISACCE BISACCE BISACCE BISACCE ( C S ) ( C S ) ( C S ) ( C S ) Anno III Numero Due Novembre 2010 Si è festeggiato, nei giorni scorsi, la festa di Halloween, che, dagli USA, ha “invaso” anche l’Italia... La celebre “zucca” di Halloween (in basso a sinistra) e la locandina dell’insu- perabile primo film di John Carpenter Halloween Halloween Halloween Halloween— —La notte delle streghe La notte delle streghe La notte delle streghe La notte delle streghe (in basso)

Numero due

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Il 31 ottobre, secondo

l’usanza americana, si

festeggia la notte di

Halloween che, con-

venzionalmente, corri-

sponde in Italia alla

festa di Ognissanti,

che si celebra il 1° no-

vembre. Gli americani

festeggiano la notte di

Halloween basandosi

sulla leggenda di Jack

O’lantern che racconta

la storia di un uomo

molto malvagio che

riuscì a beffare la

morte. La sua cattive-

ria era così nota che

né Dio, né il Diavolo lo

vollero e la sua anima

fu condannata a vaga-

re sulla Terra per l’e-

ternità con una zucca

in mano; zucca che gli

era stata posta in te-

sta per spaventare

chiunque incontrasse e

fosse, anche, un segno

riconoscibile della sua

malvagità. In America,

in occasione della fe-

sta di Halloween, i

bambini (ed ora anche

gli adulti) si travesto-

no con svariati tipi di

costumi e vanno di

porta in porta chie-

dendo dolcetti, reci-

tando il motto che or-

mai è entrato nella

storia “Treacks or

treats (dolcetto o

scherzetto)?”. In Ita-

lia la festa di Ognis-

santi è un giorno com-

memorativo stretta-

mente legato alle tra-

dizioni religiose. Ma,

negli ultimi anni, anche

noi italiani usiamo fe-

steggiare la notte di

Halloween, segno que-

sto, che è sempre più

viva in noi la voglia di

importare usi e costu-

mi dai Paesi stranieri

ed in particolare dagli

States; insomma, ci

stiamo americanizzan-do sempre di più. Hal-

loween resta, comun-

que, una festività a

carattere profano;

infatti, la Chiesa con-

tinua a contestarla e a

condannarla, perché

legata ad una sorta di

esaltazione di forze

demoniache.

Treaks or Treats? Classe III A

IL NOSTRO BLOG

http://liceolinguisticovirgofidelis.blogspot.com/

REDAZIONE

Supervisione Proff. Corrado A. e Parise F.

Personaggi Bianchi A. e E., Classe V A

Musica Torchio F., Classe V A

Moda Ramundo C., Classe V A

Sport Di Bella C., Classe V A

Halloween 2010 Treaks or Treats?Treaks or Treats?Treaks or Treats?Treaks or Treats? 1111

Il piacere di raccontareIl piacere di raccontareIl piacere di raccontareIl piacere di raccontare Io vengo dalla Luna 2222

Cinema Bellamy Bellamy Bellamy Bellamy e MissingMissingMissingMissing————ScomparsoScomparsoScomparsoScomparso 3333

Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare Il piacere di raccontare La musica nei secoli 4/54/54/54/5

Un in(f)verno di modadi modadi modadi moda 6/76/76/76/7

L’angoloL’angoloL’angoloL’angolo del buonumore 8888

Sommario:

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Anno III Numero Due

Novembre 2010

Si è festeggiato, nei giorni scorsi, la festa di Halloween, che, dagli USA, ha “invaso” anche l’Italia...

La celebre “zucca” di Halloween (in basso a sinistra) e la locandina dell’insu-perabile primo film di John Carpenter HalloweenHalloweenHalloweenHalloween————La notte delle streghe La notte delle streghe La notte delle streghe La notte delle streghe (in basso)

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ANNO I II NUMERO DUE

Il primo allunaggio fu di Neil Armstrong il 20 luglio 1969, il comandante della mis-sione Apollo 11, con Buzz Aldrin e Micha-el Collins. I tre giovani lasciarono sulla luna una targa con scritto «Here Men F r o m P l a n e t E a r t h First Set Foot Upon the Moon July 1969 A. D. We Came in Peace For All Man-kind», e lasciarono la bandiera america-na. Questo evento mi ha colpito molto perché ho un forte interesse verso que-sto pianeta. Fin da piccola sognavo la luna, la disegnavo sui primi fogli che ti danno tra le mani all’asilo, ed anche ora che sono cresciuta la disegno, la penso e faccio mille progetti su di essa. In molti mi dicono che è da stupidi sognare una cosa quasi impossibile per noi esseri umani, ma se Amstrong e i suoi compa-gni ci sono riusciti, perché io non posso? Prendere la cosiddetta “navicella”, parti-re per anni o forse anche secoli ed allu-nare è il mio sogno. Nicholas Sparks scrisse un libro intitolato Ricordati di

guardare la luna; lo lessi tempo fa, la descriveva come la sua ragazza, come una cosa che amava da morire. Nei miei sogni così è; a volte col mio pensiero ho cercato di arrivare fin sulla luna e ci sono arrivata, camminando sulle stelle, le sue figlie. Le stelle e la luna sono come ma-dre e figlie per me, ogni figlia ha la stes-sa luce del viso e del corpo di sua ma-dre, ed è così che le stelle illuminano il cielo, come la luce splendente della luna. Capita a tutti, a volte, di fissare la luna, anche solo così facendo scorrere lo sguardo nel cielo, ed io, se mi soffermo ad osservarla e noto che non è piena, è come se mi sorridesse, e se ci penso, forse mi ruba anche un sorriso leggero. Quando è piena, invece, mi dà un senso di tristezza come se si immedesimasse nel mio stato d’animo. Ma oltre a tutto questo io sono stata colpita anche da un cantante, Caparezza, che ha scritto una canzone intitolata Io vengo dalla luna, e c’è un pezzo che fa così:

Io vengo dalla Luna che il cielo vi attra-versa, e trovo inopportuna la paura per una cultura diversa. Chi su di me riversa la sua follia perversa arriva al punto che quando mi vede sterza. "Torna al tuo paese, sei diverso!" - Impossibile, vengo dall'universo.

Per me è la pura verità, la terra per me è un pianeta diverso sbagliato a volte e scapperei sulla luna. Fa riferimento all’a-spetto fisico della luna, dei suoi enormi crateri che a me a vederli su giornali o riviste danno una sensazione di delusio-ne, come se anche la luna nella sua soli-tudine avesse mille delusioni. Io ammiro moltissimo i tre uomini che hanno avuto il coraggio di lasciare la terra, e voglio poter essere sicura che un giorno potrò anch’io volare e andare sul mio pianeta.

GIROLAMO ROBERTA, CLASSE IV A

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Il piacere di raccontare IO VENGO DALLA LUNA

A lato L’uomo conquista la Luna ed appone il suo sigillo! Al centro ed in basso a sinistra Due immagini sugge-stive del pianeta Luna In basso a destra Il logo del quaranten-nale dell’Apollo 11, occorso nel 2009

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ANNO I II NUMERO DUE

L’estate è ormai alle spalle, e con essa sono assurti all’Olimpo cinematografico due grandi registi francesi, Alain Corne-au e Claude Chabrol.

Il primo era considerato il nuovo Mel-ville (maestro indiscusso del polar, os-sia del crime francese), ma Corneau, nonostante una carriera comunque note-vole, non ha mai raggiunto le vette stili-stiche del Maestro. È stato l’autore di pregevoli polar e di immensi blockbu-ster, riuscendo a lavorare con (quasi tutti) i grandi interpreti francesi, da Yves Montand (uno dei massimi attori/cantanti d’Oltralpe) a Gérard Depardieu.

Quest’ultimo è il protagonista anche dell’ultimo film di Claude Chabrol, improvvisamente scomparso ad una settimana di distanza da Corneau, e considerato uno dei più prolifici ed im-portanti registi, non solo francesi.

Essendo il film recentissimo, non parle-rò della trama, lasciando il gusto di sco-prirla agli interessati, ma una cosa è certa: è un addio al cinema da parte di

Chabrol degno della migliore tradizione francese, un thriller d’alta classe.

Da regista, Chabrol ha prodotto in cin-quant’anni di carriera circa cinquanta film: forse solo Woody Allen ha fatto di meglio, ma entrambi hanno inanellato una serie incredibile di successi, inter-vallati qua e là da qualche insuccesso (ma a chi non è capitato?).

Il campo d’indagine del regista transal-pino è stato, fin dagli esordi, il milieu borghese, indagato con l’occhio attento e chirurgico del grande antropologo: della famiglia borghese Chabrol è riu-scito a parlare come nessun altro, con storie (spesso criminali) diversissime tra loro, ma con un denominatore comune, l’ipocrisia ed il compromesso che hanno sempre contraddistinto questa classe sociale.

PROF. CORRADO ANTONELLO

Il figlio scomparso ritorna finalmente a casa, sulle note della struggente co-lonna sonora di Vangelis, ma ormai morto: tutto il film, prodotto migliore di Costa-Gavras, sembra tendere ver-so questo finale, secco e senza speran-za.

È il 1982 quando viene realizzato uno dei film politici più importanti e com-moventi: un cast superbo, un regista in stato di grazia, una solidissima sce-neggiatura ed una colonna sonora indimenticabile costituiscono gli in-gredienti necessari per un must del cinema americano.

La trama è molto semplice: un padre parte per il Sud America, alla ricerca del figlio desaparecido, ossia arresta-to ed ucciso per motivi politici.

Ovviamente, la ricerca non è facile ed il protagonista spera fino alla fine di poter riabbracciare il figlio, aiutato da una smarrita ed attonita Sissy Spacek nei panni della nuora.

Ad interpretare il ruolo del padre, un

grande attore americano, Jack Lem-mon, capace di far ridere—come in A qualcuno piace caldo, considerata da molti la migliore commedia di sem-pre—e capace di perfonmaces di alto livello drammatico, come appunto in Missing.

Il regista Costa-Gavras ha cominciato la carriera con il genere giallo, per poi evolversi e dedicarsi a temi politici e sociali scottanti.

Sembra incredibile, ma è stato proprio lui a dirigere alcuni anni fa Riccardo Scamarcio in un altro film di impronta politica, Verso l’Eden, dedicato al problema dell’immigrazione.

Improponibile il paragone con questo film, anche perché Scamarcio, galletto nostrano, si scioglie come neve al sole se messo al confronto con attori di respiro internazionale.

PROF. CORRADO ANTONELLO

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CINEMA BELLAMY CLAUDE CHABROL

COSTA-GAVRAS MISSING—SCOMPARSO CINEMA

Un intenso Gérard Depardieu, uno dei mostri sacri del cinema francese, campeggia sulla raffinata locandina (spagnola) dell’ultimo film dell’ultimo grande regista francese

Locandina del film di cui l’articolo parla, con un suggestivo primo piano di Jack Lemmon e Sissy Spacek, straordinari protagonisti del capolavoro del regista Costa-Gavras

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ANNO I II NUMERO DUE

La parola musica deriva dalla parola greca moysa, "musa". L'idea occidentale di musi-ca è quindi generalmente collegata alle muse, e in questo senso alludeva ad ogni scienza ed arte che risveglia l'idea di cosa perfetta, gradevole e ben ordinata. Si può presumere che le primissime forme di musi-ca siano nate soprattutto dal ritmo: magari per imitare battendo le mani o i piedi il cuore che batte, il ritmo cadenzato dei piedi in corsa, o del galoppo; o magari alterando, per gioco e per noia, le fonazioni spontanee durante un lavoro faticoso e monotono, come per esempio il pestare il grano raccol-to per farne farina, o il chinarsi per racco-gliere piante e semi, ecc. Per questi motivi, e per la relativa facilità di costruzione, è molto probabile che i primi strumenti musi-cali siano stati strumenti a percussione, e presumibilmente qualche variante di tambu-ro. Tra gli strumenti più antichi ritrovati, le versioni più antiche e primitive consistono in un tronco cavo, privo di fessura ma ap-poggiato trasversalmente sopra una buca nel terreno, che forse veniva suonato dai suona-tori percuotendolo con i piedi mentre stava-no in piedi su di esso. Gli scavi del cimitero reale di Ur e l'iconografia musicale con cui è riccamente decorata l'architettura della prima Mesopotamia storica lasciano inten-dere che la musica era probabilmente molto importante nelle forme rituali tipiche della civiltà sumera. Tra le prime civiltà di cui si hanno testimonianze musicali c'è quella egizia, dove la musica aveva un ruolo molto importante. Nell'antica Grecia la musica occupava un ruolo di grande rilievo nella vita sociale e religiosa. Per i greci la musica era un'arte che comprendeva, oltre alla mu-sica stessa, anche la poesia, la danza, la medicina e le pratiche magiche. L'importan-za della musica nel mondo greco è testimo-niata da numerosi miti che la riguardano. Uno è quello di Orfeo, l'inventore della musica, che riuscì a convincere gli dei del-l'Ade a restituire alla luce la scomparsa sposa Euridice. Nella poesia greca la metri-ca scaturiva dalla durata delle sillabe: brevi o lunghe, e lo stesso valeva in musica. Alla musica i greci attribuirono una funzione educativa perché la ritenevano in grado di arricchire l'animo delle persone. L'intero sistema culturale romano sarà condizionato da quello greco, anche dal punto di vista musicale. La musica romana ereditò dal mondo greco il sistema musicale, gli usi, le forme e la teoria. Rispetto alla semplice raffinatezza della musica greca, eseguita con pochi strumenti per accompagnare il canto, la musica dei romani fu indubbia-mente più vivace e coloristica, mescolata con elementi di origine italica, ed eseguita con grandi complessi in cui doveva essere massiccia la presenza degli strumenti a fiato: la tibia, la buccina, il lituus, la tuba. Si può fare un parallelo tra la funzione della musica nei riti delle prime comunità cristia-

ne e la funzione dell'arte decorativa, sinteti-ca e stilizzata, degli inizi della vita ufficiale del Cristianesimo (dopo il 313 d.C.). In entrambi i casi gli argomenti di fede sono l'argomento di espressioni artistiche non verbali che potevano essere facilmente ricordate anche da una congregazione non letterata e di umili origini. Bisogna infine ricordare che in Inghilterra nacque un tipo di polifonia molto diversa da quella del continente europeo, che ammetteva, enfatiz-zandoli, gli intervalli di terza e sesta, consi-derati dissonanti sul continente. Questa tendenza, espressa in composizioni a due (gymel) e tre voci (falso bordone) avrebbe in seguito influenzato la musica fiamminga e si sarebbe poi diffusa in tutta l'Europa, diventando la base della musica occidentale (che si basa sulle triadi e gli intervalli di terza). Un'altra importante testimonianza (profana anche se non propriamente popola-re) viene dalle composizioni dei trovatori, dei trovieri e dei Minnesanger, cantori e poeti vaganti, le cui prime testimonianze datano attorno all'XI secolo. Di provenienza linguistica diversa (lingua d'oc o occitano per i trovatori, lingua d'oïl per i trovieri, tedesco per i Minnesanger o menestrelli), essi erano accomunati dall'argomento delle loro canzoni, l'amor cortese, e dalla loro frequentazione, appunto delle corti, dove era stata elaborata questa forma ritualizzata d'amore. Nel 1150 si sviluppa a Parigi attor-no alla Cattedrale di Notre Dame una gran-de scuola contrappuntistica europea, di ispirazione pitagorica, che fu detta appunto scuola di Notre Dame. Dal punto di vista della notazione musicale, la Scuola di Notre Dame introdusse la tecnica di indicare pre-cisamente l'altezza delle note (che nell'opera di Guido d'Arezzo era ancora intesa in ma-niera relativa) in modo simile a quello che avviene nella scrittura musicale moderna.

(Segue a pagina 5)

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Il piacere di raccontare LA MUSICA NEI SECOLI

La musica esiste da tempi

molto antichi, sicuramente

da prima ancora che ne ri-

manesse traccia storica...

NELLE FOTO Le nove Muse danzano attorno al dio Apollo (a sinistra) Raffigurazione egizia a tema musicale (al centro) Interpretazione su marmo del mito di Orfeo ed Euridice da parte dello scultore Antonio Canova (in basso)

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ANNO I II NUMERO DUE

(Continua dalla pagina precedente)

Tra il XVI e il XVII secolo la produzione musicale italiana non è ben documentata. Di questo periodo si ricordano i canti carna-scialeschi (canti di Carnevale), nati a Firen-ze nell'epoca di Lorenzo il Magnifico. Si tratta di canti popolareschi a più voci: una vera e propria polifonia in cui tutte le voci cioè hanno lo stesso ritmo. Fu una forma dal carattere fortemente popolare, caratte-rizzata dalla presenza di quinte parallele, quasi a sottolineare la distanza dalla tradi-zione colta dello stesso periodo. Il XVI secolo vide il verificarsi di uno degli eventi più significativi per la diffusione della mu-sica: la nascita dell'editoria musicale. Nel-l'ambito della musica popolare, gli anni Trenta e Quaranta videro la diffusione di un nuovo genere musicale, la chanson parigi-na. Questa subì molti mutamenti ed evolu-zioni; nella seconda metà del secolo una forma, puramente strumentale, derivata da questa, detta canzone da sonar, divenne l'antenata delle forme strumentali che saran-no successivamente sviluppate nel periodo barocco. L'avvento della Riforma Luterana e la reazione cattolica controriformista, culminata nel Concilio di Trento (1545-1563) ebbero un profondo influsso sulla musica sacra. Nel mondo tedesco, la tradu-zione in tedesco dei canti liturgici e la loro messa in musica spesso su melodie profane creò la tradizione del corale protestante. Nel mondo cattolico, si creò un movimento di ritorno alle origini del gregoriano, che si distanziava dall'eccessiva complessità intro-dotta dalla scuola fiamminga nel secolo precedente, e proibiva ogni messa di deriva-zione musicale profana, richiamando i com-positori al rispetto dell'intelligibilità del testo. Alla fine del secolo il trattato "De Institutioni Harmonicae" (1589) di Gioseffo Zarlino, uno dei conservatori e difensori della polifonia nella polemica, definisce finalmente in modo completo ed esauriente le leggi dell'armonia. La musica occidentale si sviluppò con straordinaria rapidità attra-verso i secoli successivi, anche perfezionan-do il suo sistema tonale. Vi è inoltre la gran-de presenza di Mozart. Senza dubbio è uno, tra i grandi, e sono tanti; e grazie a lui l'evo-luzione della musica può poggiare su un grande pilastro creato, che si estende in tutti i campi, sinfonia, opera, musica da camera, serenate, e che è il legame, possiamo dire, tra la musica del settecento (le sinfonie calme e serene, che rispecchiano alla perfe-zione gli schemi musicali di Haydn) e quel-la romantica del XIX secolo. All'inizio del secolo giganteggia la figura di Ludwig van Beethoven (1770-1827), che prese le mosse

dall'eredità di Mozart e dei compositori classici, le nove sinfonie di Beethoven eb-bero tale risonanza da promuovere la forma sinfonica alla regina tra le forme musicali, al punto che molti dei musicisti che vennero dopo di lui temevano di misurarsi con essa. L'Ottocento è anche il secolo della grande stagione operistica italiana, che ha come protagonisti Gioachino Rossini e, a cavallo del secolo seguente, Giacomo Puccini (1858-1924). La tradizione operistica italia-na continua ad esaltare il ruolo del canto che, sciolto dall'eloquenza dell'opera sette-centesca, diviene momento lirico, pura espressione dell'anima. Nel corso del secolo tuttavia essa assorbe progressivamente aspetti dell'opera francese, da sempre atten-ta all'aspetto visivo, e a partire dalla secon-da metà del secolo legata all'estetica del naturalismo. Quanto all'orchestra, da sem-plice accompagnamento del canto, si evolve fino a diventare, nelle opere di Puccini, un'orchestra sinfonica. All'inizio del XX secolo la musica occidentale è dunque or-mai profondamente cambiata, e scossa fin dalle fondamenta. Non solo, ma cambiano anche, grazie alle invenzioni relativamente recenti della radio e del fonografo, i modi e i tempi di ascolto della musica stessa, prima limitati a concerti in locali appositamente adibiti, come teatri, locali, club o case pri-vate. Da una parte inizia a crearsi un pubbli-co potenziale più vasto e meno acculturato, che apprezza strutture melodiche e armoni-che più semplici, dall'altra mai come in questo periodo storico è stato facile, per chi volesse suonare, procurarsi uno strumento e imparare a usarlo. Gli stessi fattori, assieme alle mutate condizioni sociali ed economi-che del mondo occidentale, fanno assumere estrema rilevanza agli aspetti commerciali del fenomeno musicale (aspetti che avevano iniziato ad emergere già nel secolo prece-dente): nel XX secolo la richiesta popolare di musica fa nascere, in occidente e nel resto del mondo, una vera e propria indu-stria musicale di dimensioni e risorse gigan-tesche. All'inizio del 1900, negli Stati Uniti d'America, iniziano a diffondersi tra la po-polazione urbana diversi generi musicali, come il jazz e il blues, derivati dalle tradi-zioni popolari degli africani portati come schiavi sul continente, e dalle loro contami-nazioni con le tradizioni musicali bianche.

TORCHIO FEDERICA, CLASSE V A

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NELLE FOTO Wolfgang Amadeus Mozart (in alto) Louis Armstrong, grande jazzman (al centro) Ludwig van Beethoven (in basso)

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ANNO I II NUMERO DUE

La moda vuole ciò che la moda vuole ed essendo l’estate ormai un lontano ricordo via gonne floreali e parei, bikini e tacchi da mare: l’inverno è tornato in tutto il suo splendore e porta con sé le nuove col-lezioni degli stilisti. Sono tornati gli abiti da sera eleganti, con fantasie nere intrecciate, sono tornati i classici colori pastello e si punta su uno stile un po’ più trasandato quest’an-no. Da Milano a Parigi gli stilisti hanno presentato almeno una modella che vestisse con jeans, felpa e scarpe da tennis. Viene presentata una linea e-sclusiva che punta tutto proprio su questo: sull’e-sclusività e la bellezza di potersi vestire con non-chalance come una diva del cinema paparazzata in giro mentre fa shopping con un caffè in mano e il cellulare nell’altra. Atten-zione però, questo non vuol dire che siano scom-parsi i tacchi alti o le bor-se eleganti, il tutto viene semplicemente abbinato alla classica tuta e agli occhialoni da star del ci-nema. Maglie di dieci ta-glie più grandi, leggins, giubbotti e camicie di je-ans. Sebbene sia un nuo-vo anno, un nuovo inver-no, alcune cose all’interno del mondo della moda non cambiano mai. La pa-rola chiave come sempre è: accessori, accessori, accessori.

(Continua a pagina 7)

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Un in(f)verno di moda di Ramundo Carlo, CLASSE V A

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ANNO I II NUMERO DUE

(Continua dalla pagina precedente)

MUST HAVE DELLA STAGIONE

Un bel giorno Katie Holmes, moglie di Tom Cruise, dirigendosi agli Studios di Los Ange-les, esce di casa con un paio di jeans sfor-mati dal marito; un mese dopo i jeans sfor-mati dall’uomo sono su tutte le passerelle del mondo, presenti in ogni collezione fem-minile. Vengono presentati jeans anche così stretti da sembrare leggins. Che sia con un cappello, una semplice ma-glietta e delle ballerine (come fa la Holmes) il capo che promette di far parlare più di sé questa stagione è proprio lui che ha più di 100 anni e, nonostante tutto, non passa mai di moda: il jeans.

LA RAGAZZA DALL'ARMADIO PERFETTO

Bella, giovane e super glamour. In due pa-role: Olivia Palermo, la nuova fashion cele-brity dello star system.

Un nome ed un cognome: Olivia Palermo. A molti di voi questa ragazza di origini ne-wyorkesi sarà sconosciuta; infatti il suo no-me non è da affiancarsi a nomi quali Paris Hilton, Nicole Richie o Lindsay Lohan. Quel-la di cui stiamo parlando è una brava ra-gazza di ventuno anni, cresciuta tra l’Upper East Side (New York) e Greenwich (Connecticut) da papà Douglas e mamma Lynn Hutchings. E’ una delle tante ragazze che sono famose per non aver fatto nulla di effettivo, a parte molteplici esperienze da modella e niente più. Ora che è entrata a far parte del cast di The City, sequel del seguitissimo The Hills, in onda su MTV, promette di far parlare m o l t o p i ù d i s é . La Palermo di certo non passa inosservata per il suo stile, un misto di classe ed ele-ganza. L’attrice/modella può essere da e-sempio per molte ragazze del XXI secolo che, non potendo tutte permettersi firme come Hermès, Prada o Miu Miu (marche le quali la ragazza è solita vestire), possono prendere spunto da lei che riesce a mi-schiare capi di alta moda a capi facilmente reperibili nei grandi magazzini. Più e più volte Olivia è stata fotografata con la sua inseparabile borsa di Hermès, trench di Dolce & Gabbana e tacchi e gonna di H&M, uno dei più grandi magazzini che ad oggi ha raggiunto ogni angolo del globo.

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L’ANGOLO DEL BUONUMORE a cura della redazione

Professori Teachers Profs Lehrer Profesores Doctores

Studenti Students Etudiants Studenten Estudiantes Alumni

LICEO VIRGO FIDELIS DIRIGENTE SCOLASTICO: ING. LEONARDO MICELLI TEL. PRESIDENZA: +39 098151480

LINGUISTICO E PSICO-SOCIO-PEDAGOGICO VIA GIACOMO LEOPARDI, SNC SEGRETERIA: +39 0981235177

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