19
Obbiettivo Comprendere i concetti di: Relazione di aiuto Empowerment pedagogico Colloquio relazionale

Obbiettivo Comprendere i concetti di - saperepiu.it · IL COLLOQUIO RELAZIONALE R. Mucchielli, Apprendere il counseling. Manuale di aiuto formazione al colloquio di aiuto. Erickson,

Embed Size (px)

Citation preview

ObbiettivoComprendere i concetti di:

Relazione di aiuto

Empowerment pedagogico

Colloquio relazionale

LA RELAZIONE D'AIUTOSecondo Rogers* la RELAZIONE D'AIUTO si esprime

attraverso alcune abilità relazionali fondamentali:

L'EMPATIA

LA CONSIDERAZIONE POSITIVA INCONDIZIONATA

LA CONGRUENZA / GENUINITA'

*Rogers C.R. , Kinget G.M. Psicoterapia e relazioni umane. Boringhieri, Torino 1970

L'EMPATIA

E' la capacità di “mettersi nei panni degli altri”, interpretandone correttamente gli schemi di pensiero e azione.

Vuol dire essere in grado di far riecheggiare in sé i sentimenti dell'altro, senza però, MAI CONFONDERLI CON I PROPRI SENTIMENTI.

Implica l'autoesplorazione e la volontà di attivare di punto di vista diverso

LA CONSIDERAZIONE POSITIVA INCONDIZIONATA

Capacità di rispetto e di valorizzazione, interesse per la persona che chiede aiuto, accettazione senza giudizio dei sentimenti manifestati dalle persone, siano essi positivi o negativi.

DALL'UTENTE (colui che usufruisce di un servizio)

AL CLIENTE (colui che chiede “protezione” in una condizione di LIBERTA' – soggetto ATTIVO)

LA CONGRUENZA / GENUINITA'

Fa riferimento a strategie di comunicazione CHIARE e NATURALI

E’ condizione necessaria per un atteggiamento di DISPONIBILITA' RELAZIONALE.

Questo atteggiamento facilita il rapporto tra il counselor e il cliente.

Il COUNSELOR da COUNSELING in Inglese = CONSOLARE.

LA RELAZIONE D'AIUTORIASSUMENDO:

Rogers nel 1951 ha definito la RELAZIONE DI AIUTO come “una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato”

La specificità che la distingue quindi dalle altre è l'aspetto

METACOGNITIVO:

Per competenza di aiuto si intende infatti la capacità di dare vita ad una relazione umana in modo

CONSAPEVOLE ed INTENZIONALE.

L'EMPOWERMENT RELAZIONALE E PEDAGOGICO

L'EMPOWERMENT è un PROCESSO COLLABORATIVO nel quale ilCOUNSELOR e il CLIENTE (AGENTE ATTIVO) LAVORANOINSIEME.

Nell'empowerment l'UTENTE NON C'E' essendo egli

concepito come AGENTE capace di COMPRENDERE e

INTRAPRENDERE azioni che lo AUTO-AIUTINO a

RISOLVERE I PROBLEMI.

L'esperto cede quindi il potere e INCENTIVA IL FARE

dell'AGENTE predisponendo le condizioni favorevoli e

assicurando la supervisione.

IL COUNSELING DI EMPOWERMENT SI MUOVE A LIVELLO “META”“Spingere e sostenere la persona cliente al proprio

empowerment SIGNIFICA innanzitutto SPINGERLO A LAVORARE SUI SUOI RAPPORTI DI SECONDO LIVELLO, cioè i rapporti che essa ha con i propri rapporti (…) Fare empowerment significa considerare tali rapporti come rapporti di partenza e LAVORARE PER AMPLIARE LA POSSIBILITA' DELLA PERSONA NEL SUO RAPPORTO CON TALI DATI DI PARTENZA” (Buscaglioni-Gheno).

IL COUNSELING DI EMPOWERMENT SI MUOVE A LIVELLO “META”

“Nell'approccio dell'empowerment la finalità ultima e, di conseguenza, il valore chiave da perseguire è quella dell'APERTURA DI NUOVE POSSIBILITA' ALL'INTERNO DEL SOGGETTO.”

“POSSIBILITA' , NON NECESSARIAMENTE CAMBIAMENTO”

(Gheno).

L'approccio dell'empowerment valorizza l'AFFETTIVITA' come risorsa educativa in grado di PROMUOVERE l'apertura di POSSIBILITA' COMUNICATIVA tra i SOGGETTI.

IL COLLOQUIO RELAZIONALER. Mucchielli, Apprendere il counseling. Manuale di aiuto formazione al colloquio di aiuto. Erickson, Trento 1987

IL COLLOQUIO E' IL FONDAMENTO DEL PROCESSO DI CONSULENZA.

La caratteristica principale del colloquio è educativa e formativa, con lo scopo di favorire nella persona che chiede aiuto un processo di autorientamento o di soluzione del problema.

Le STRATEGIE COMUNICATIVE attivate sono simili a quelle utilizzate nelle comuni relazioni sociali con la differenza che DEVONO ESSERE STRUTTURATE ponendo l'accento da parte del counselor di SAPER ASCOLTARE e OSSERVARE.

IL COLLOQUIO RELAZIONALER. Mucchielli, Apprendere il counseling. Manuale di aiuto formazione al colloquio di aiuto. Erickson, Trento 1987

CONDURRE IL DIALOGO:

Evitare forme di induzione o condizionamento(valutazione, giudizi morali...)

Capacità di RIFORMULAZIONE o di RISPECCHIAMENTOattraverso :

- la COMPRENSIONE ACCURATA di quanto espresso dal cliente

- SELEZIONE accurata degli elementi e TEMI-CHIAVE

-espressione verbale di tali temi-chiave in modo CHIARO ed EMPATICO

IL COLLOQUIO RELAZIONALER. Mucchielli, Apprendere il counseling. Manuale di aiuto formazione al colloquio di aiuto. Erickson, Trento 1987

SAPER DARE “RISPOSTE” ATTRAVERSO DOMANDE:

E' quindi importante saper formulare domande utili affinchè il cliente raggiunga maggiori gradi di consapevolezza sulla situazione/problematica.

Le domande possono essere suddivise tra:

-DOMANDE DI APERTURA che incoraggiano il pensiero critico

-DOMANDE “PESCANTI” che si riferiscono al passato e alle aspettative future.

IL COLLOQUIO RELAZIONALE

CO-COSTRUIRE SCENARI:

E' importante insieme al cliente prospettare scenari raggiungibili e flessibili che prevedono obiettivi a BREVE, MEDIO e LUNGO TERMINE.

Il progetto educativo/pedagogico/didattico trova la sua piena realizzazione ed efficacia solo attraverso un motivato LAVORO DI RETE che ha nel suo nodo centrale LA PERSONA.

Conoscere l’alunno con DSA

• Non basta sapere che l’alunno è DSA

• Non basta aver letto la Diagnosi

Per conoscere l’alunno e poter lavorare con lui, è necessario conoscere la sua storia

Chi sono i genitori per me

• Non sono utenti

• Non sono pazienti

• Sono clienti che mi danno fiducia per la gestione dei compiti e di una parte del lavoro di

rete

La forma del primo colloquio con i genitori

Il colloquio dovrebbe svolgersi in assenza del figlio per lasciare spazio anche al libero sfogo dei genitori

La forma è quella del colloquio relazionale di ascolto: ho una scaletta di domande in mente, ma non ho un questionario da far compilare. Dall’ascolto del genitore discendono nuove domande, che farò in base al mio obiettivo conoscitivo generale

Gli obiettivi ed i contenuti del colloquio con i genitori

Obiettivo 1: Conoscere l’anamnesi.

Contenuti delle domande:

1.La nascita, l’eventuale adozione

2. La prima infanzia, il primo approccio con le parole orali e scritte, il rapporto con e tra i genitori, fratelli, sorelle, organizzazione familiare, eventuali separazioni, malattie, lutti, trasferimenti di abitazione.

• Obiettivo 2: Conoscere la storia scolastica

• Contenuti delle domande:

1.Le scuole frequentate. Le classi eventualmente ripetute

2. Quando hanno cominciato a notare i problemi, chi ha parlato loro di Dislessia et al., come ha reagito il figlio, cosa hanno compreso ella Diagnosi, quali tipi di interventi e trattamenti ci sono già stati e sono in atto tutt’ora

Le informazioni su di meLa mia formazione

La mia esperienza

Il mio modo di lavorare

Le mie idee sulla vita e sull’educazione

Possono essere informazioni date trasversalmente o come risposte a

domande esplicite

Le informazioni sul lavoro che svolgeremo

La fiducia si basa sulla chiarezza.

Si devono informare i genitori che l’obiettivo non è “curare” il Disturbo, ma introdurre una didattica utile.

Si spiega ai genitori la NECESSITA’ del PDP a scuola

Si spiega ai genitori l’importanza del lavoro di rete, ma che esso avverrà con la loro autorizzazione ed almeno dopo un mese di lavoro con il figlio.

Si spiega che si imposterà un aiuto compiti ADERENTE alle necessità scolastiche del figlio.