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OGGETTI E SOGGETTI

OGGETTI E SOGGETTI 50 - Aracne editrice · OGGETTI E SOGGETTI L’oggetto e il soggetto sono i due poli che strutturano la relazione critica secondo Starobinski. Il critico individua

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OGGETTI E SOGGETTI

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Direttore

Bartolo AUniversità degli Studi di Bari

Comitato scientifico

Ferdinando PUniversità degli Studi di Bari

Mario SUniversità degli Studi di Bari

Bruno BUniversità degli Studi di Bari

Maddalena Alessandra SUniversità degli Studi di Bari

Ida PUniversità degli Studi di Bari

Rudolf BRuhr Universität–Bochum

Stefania BUniversity of Wisconsin–Madison

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OGGETTI E SOGGETTI

L’oggetto e il soggetto sono i due poli che strutturano larelazione critica secondo Starobinski. Il critico individual’oggetto da interpretare e in qualche modo lo costrui-sce, ma lo rispetta nella sua storicità e non può farne unpretesto per creare un altro discorso in cui la voce dell’in-terprete copre la voce dell’opera. Ma d’altro canto egli nonsi limita a parafrasare l’opera né ad identificarsi con essa,ma tiene l’oggetto alla distanza giusta perché la letturacritica produca una conoscenza nuova. In questa collana sipubblicheranno contributi articolati sulla distinzione e sul-la relazione tra gli « oggetti » e i « soggetti », ossia fra il testodell’opera o delle opere e la soggettività degli studiosi.

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Il volume è stato pubblicato con il contributo del Centro Nazionale delleScienze della Polonia attraverso il Grant n. - ////

Il volume è stato sottoposto a referaggio

Impaginazione di Michał KucharskiRevisione linguistica di Dario Prola

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La scienza nella letteratura italiana

a cura di

Stefano Redaelli

contributi diNunzio Allocca, Massimo Arcangeli

Michele Bordoni, Valentino Della CasaIvan Dimitrijevic, Anna Gallewicz

Andrea Gialloreto, Joanna JanuszEwa Nicewicz-Staszowska, Paulina Orlowska

Michele Ortore, Gianluca RedaelliStefano Redaelli, Ilaria Salonna

Hanna Serkowska, Anna Tylusinska-Kowalska

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Aracne editrice

[email protected]

Copyright © MMXVIGioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale

[email protected]

via Sotto le mura, Canterano (RM)

()

----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: novembre

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Indice

Stefano Redaelli

Introduzione .........................................................................................9

anna Gallewicz

La querelle des femmes e la scienza: Moderata Fonte e il suo Merito delle donne .................................................................19

Ivan DImItrIjevIć

La meccanica sentimentale. La nuova scienza della natura nella Saffo neoclassica di Alessandro Verri ......................................31

anna tylusIńska-kowalska

Dalla scienza alla politica e letteratura: Ricordi ‘risorgimentali’ di Maurizio Bufalini, uno dei più importanti clinici italiani del XIX secolo .................................................................................................45

ilaRia Salonna

Contro il meccanicismo: la relazione arte – scienza nell’estetica di Luigi Pirandello .............................................................................59

ewa nIcewIcz-staszowska

Viaggi nel microcosmo. Ciondolino di Vamba e Micròbo di Erasmo Crottolina ...........................................................................................71 Joanna JanuSz

Le bizze dell’ingegnere. Opera di Carlo Emilio Gadda fra filosofia, scienza e narrativa .............................................................................83

Michele BoRdoni

Sinisgalli allo specchio: la scienza nella poesia. ...............................95

nunzio allocca

Le «due culture». Italo Calvino, Galileo e la scienza moderna ......107

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Valentino della caSa

Echi di letteratura combinatoria nelle Storie Naturali di Primo Levi .................................................................................... 123

andRea GialloReto

Gli atomi, il logos e la memoria. Bonaviri e le «mitografie del futuro» ........................................................................................133

PaulIna orłowska

Di questo mondo. Scienza e letteratura secondo Sergio Quinzio ....145

Hanna serkowska

Ça suffit? Le narrazioni della dolce morte: l’etica (medica) e la letteratura .......................................................157

Michele oRtoRe

La linea lucreziana nella poesia contemporanea: il caso di Bruno Galluccio ...............................................................171

Gianluca Redaelli

Bruno Arpaia “migrante climatico”: la necessità della letteratura, l’obbligo della scienza .....................................................................183

MaSSiMo aRcanGeli

Scienza e tecnologia nella letteratura italiana del XX secolo .........195 Bibliografia ......................................................................................203

8 Indice

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Introduzione

di Stefano Redaelli

Il presente volume è frutto del Convegno: “Letteratura e Scienza nella lingua e cultura italiana: da Dante ai nostri giorni”, tenutosi nei giorni 6–7 giugno 2016, presso la Facoltà Artes Liberales dell’Università di Varsavia. Gli studiosi di letteratura, linguistica, filosofia, storia della scienza, fisica, intervenuti, hanno affrontato con tagli, prospettive, metodologie diverse alcune domande cen-trali nello storico e ancora attuale dibattito sulle “due culture”: quale influsso e riflesso hanno la formazione scientifica dell’au-tore e le correnti scientifiche a lui coeve nell’opera letteraria? in che misura le opere letterarie sono un esempio di dialogo tra cultura assiologica e cultura teoretica? quale rapporto si instaura tra linguaggio scientifico e linguaggio letterario?

I saggi raccolti nel volume abbracciano un arco temporale di sei secoli, dal Rinascimento ai giorni nostri, tracciando alcuni punti salienti della parabola di intersezioni, scambi, reciproche contaminazioni tra le due culture, che ha caratterizzato la lettera-tura italiana fin dalla sua nascita, come sosteneva Italo Calvino: “è una vocazione profonda della letteratura italiana che passa da Dante a Galileo: l’opera letteraria come mappa del mondo e dello scibile, lo scrivere mosso da una spinta conoscitiva”1.

Seppur dettata dalla prospettiva diacronica adottata nella raccolta, la precedenza data ad un’autrice appare in piena sin-tonia con il contenuto del primo saggio. Anna Gallewicz apre il volume, affrontando la querelle des femmes nell’ottica della scienza e più in generale della conoscenza, attraverso l’opera di

1 italo calVino, Due interviste su scienza e letteratura, Saggi. 1945–1985, Milano, Mondadori, 1995, pp. 232–233.

La scienza nella letteratura italianaISBN 978-88-548-9862-2DOI 10.4399/97888548986221pag. 9–18 (novembre 2016)

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Moderata Fonte, Il merito delle donne, scritta intorno al 1592 e pubblicata postuma nel 1600. L’originalità e importanza del testo stanno nella centralità del discorso e dei temi scientifici più vari (cosmologia, geologia, zoologia, medicina, botanica), così come di quelli umanistici (retorica, legge, grammatica, politica, poesia, musica, pittura, scultura). In risposta al Libro del Cortegiano di Baldassarre Castiglione, in cui si dichiara che dalla donna ci si aspetta “un saper ascoltare e rispondere, più che essere soggetto dell’enunciazione”2, Moderata Fonte (Modesta Pozzo) affida alle veneziane protagoniste di un dialogo di due giornate – il cui tema è la condizione della donna – l’enunciazione di un vero e proprio compendio del sapere dell’epoca, dando vita ad un discorso al contempo sociale e scientifico. La “somma felicità” della libertà, ci fa notare la Gallewicz, viene a coincidere con la libertà di sa-pere, con l’accesso alla conoscenza. L’emancipazione della don-na dal ruolo di intrattenitrice – in cui le conoscenze artistiche e letterarie sono puramente funzionali – si realizza principalmente attraverso la conoscenza, in particolare delle scienze naturali, che consente di riaffermare la dignità della donna, liberandola da una posizione subalterna.

Il secondo saggio, di Ivan Dimitrijevic, intitolato La meccani-ca sentimentale. La nuova scienza della natura nella letteratura illuminista, è incentrato sulla celebre opera di Alessandro Verri, Le avventure di Saffo. Nella sua analisi Dimitrijevic mette acuta-mente in luce la genealogia scientifica dei “delicati sentimenti” al centro della narrazione del Verri, una delle figure chiave dell’il-luminismo milanese. Nonostante l’impianto neoclassico dell’o-pera, con chiare suggestione goethiane e roussoviane, è possibile identificare, alla base dei meccanismi amorosi e passionali, gli assiomi del meccanicismo, da Cartesio, Hobbes, fino al sensismo di Lametrie, d’Holbach e Condilliac. La meccanica delle forze newtoniane dei corpi viene estesa alle relazione umane, in quanto l’uomo è anch’esso un corpo in movimento in un sistema di altri corpi, sottoposto ad attrazione e capace a sua volta di attrarre. La

2 aMadeo QuondaM, Introduzione a BaldaSSaRe caStiGlione, Il libro del Cortegiano, note di Nicola Longo, Milano, Garzanti, 19903, p. XXI.

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11Introduzione

sintesi tra scienza e letteratura – conclude Dimitrijevic – si realiz-za nell’opera neoclassica del Verri attraverso una cannibalizza-zione dell’orizzonte di senso da parte della scienza meccanicista e illuminista.

Il saggio successivo, di Anna Tylusińska-Kowalska, è dedi-cato a Maurizio Bufalini, uno dei clinici italiani più noti dell’Ot-tocento. I Ricordi di Bufalini costituiscono un’autobiografia risorgimentale, il cui scopo è contribuire alla ricostruzione dell’i-dentità italiana in uno spirito di corresponsabilità per il progresso culturale del paese. La posizione scientifica di Bufalini è rivo-luzionaria rispetto ai concetti del Vitalismo, con i quali lui stes-so era stato formato. Secondo il medico cesenate la conoscenza medica deve fondarsi unicamente sull’osservazione scientifica e sull’esperimento, per cui le lezioni vanno tenute in parte presso il letto del malato. Le sue tesi, esposte nei Fondamenti di pato-logia analitica prima e poi in Intorno alla medicina analitica, oggetto di forti polemiche, vengono riprese nel testo memoriali-stico Ricordi di Maurizio Bufalini sulla vita e sulle opere proprie pubblicati dall’avvocato Filippo Mariotti deputato al parlamen-to. Come mostra la studiosa, l’autore dà ampio spazio nelle sue memorie a teorie scientifiche, mosso dall’obbligo intellettuale di lasciare in eredità un metodo scientifico e sperimentale tanto alla medicina quanto alla prassi stessa dell’umano ragionare.

Il contributo di Ilaria Salonna ci introduce nel Novecento at-traverso la storica polemica tra Pirandello e Croce. Nel saggio Arte e Scienza, Pirandello riconosce l’esistenza di “una scienza implicita nell’arte”3 e di un’attività razionale nell’opera dell’arti-sta (sebbene questa logica non sia quella matematica delle scien-ze positive), ponendosi nettamente contro la visione idealistica di Croce, per il quale l’intuizione pura è alla base dell’opera d’arte concepita in una perfetta fissità. Come sottolinea Salonna, Arte e Scienza definiscono due poli distinti, ma in stretta dipendenza, in quanto anche l’artista opera secondo un’attività razionale defini-ta Fantasia: “Come l’azione sintetica del genio spontanea si trova nella scienza, opera del pensiero riflesso, così nell’opera d’arte,

3 claudio Vicentini, L’estetica di Pirandello, Milano, Mursia, 1970, p. 110.

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libera creazione, si trova inclusa una scienza che ignora se stessa. La logica che qui è istintiva, là è riflessa; la fantasia che qua è cosciente è là incosciente”4. L’autrice del saggio fa giustamente notare l’assenza di una chiara definizione di Arte e di Scienza nel saggio di Pirandello, il che inficia una chiara collocazione della sua teoria nel più ampio dibattito tra le due culture.

Ewa Nicewicz investiga la presenza della scienza nella lette-ratura per ragazzi a partire da due opere di inizio secolo: Ciondo-lino di Vamba (Luigi Bertelli) e Micròbo di Erasmo Crottolina. Entrambi i testi hanno un forte intento pedagogico. Ciondolino è considerato il primo esempio di divulgazione scientifica per ra-gazzi. L’autore cerca di appassionare i giovani alle scienze natu-rali attraverso il viaggio del protagonista, trasformato in formica, nel mondo degli insetti. Similmente, rivisitando l’archetipo del viaggio verso il basso di Ulisse, Enea, Dante, il protagonista di Micròbo compie un viaggio nel mondo dei microorganismi pa-togeni. Qui la principale premura dell’autore medico è fornire al giovane lettore ammaestramenti igienico-sanitari ed etico-mora-li. Nicewicz fa notare il parallelismo tra micro e macro presente in entrambe le opere: i protagonisti scoprono l’universalità di va-lori e sentimenti presenti tanto nel mondo degli insetti quanto in quello umano. Tra le due opere, la prima gode di una popolarità molto maggiore, forse anche per la cifra ludica che controbilan-cia la dimensione puramente pedagogica. Solo da metà secolo in poi i binomi arte-scienza e riso-sapere vedranno la loro massima espressione attraverso l’opera di Rodari, che ribalta il viaggio dall’alto verso il basso in un viaggio dalla terra verso il cosmo, rivolgendosi ai “bambini di oggi, astronauti di domani”5.

Non possono mancare in una raccolta di saggi sul rapporto tra letteratura e scienza gli ingegneri scrittori Gadda e Sinisgalli, due tra le figure più eclettiche del Novecento italiano.

Di Gadda si occupa Joanna Janusz, focalizzando il suo sag-gio sull’interazione tra linguaggio scientifico e linguaggio lette-

4 luiGi PiRandello, Arte e scienza, in Id., Saggi, poesie scritti varii, a cura di Manlio Lo Vecchio – Musti, Milano, Mondadori, 1960, p. 179.

5 Gianni RodaRi, Spiegazione a Il pianeta degli alberi di Natale, Torino, Einaudi Ra-gazzi, 2011, p. 9.

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rario. L’autrice sottolinea tre funzioni del linguaggio scientifico all’interno dell’opera letteraria: 1) la produzione di un discorso polifonico in cui coesistono registri diversi, al fine di tentare una rappresentazione della complessità (baroccagine) del mondo; 2) la funzione digressiva che spezza lo scorrimento lineare della narrazione e corrisponde alla tendenza di Gadda ad estendere a macchia d’olio la conoscenza, servendosi anche di lunghe e tec-nicissime note referenziali di natura matematica, ingegneristica, medica…; 3) la funzione referenziale autonoma, come nella car-tella medica descritta in La Meccanica o in Anastomosi, che de-scrive la resezione del duodeno, quasi l’autore voglia rivendicare un’alterità ed autonomia irriducibile del linguaggio scientifico da quello letterario. La risultante di queste funzioni, come Janusz mostra, oscilla tra i due poli opposti di Gadda: afferrare la totalità e deformarla, tanto nel linguaggio quanto nella struttura narrati-va, poiché “conoscere è inserire alcunché nel reale, è, quindi, deformare il reale”6.

Come ci fa notare Michele Bordoni, anche l’ingegnere Sini-sgalli appare mosso da vettori opposti, a conferma della natura bicefala confessata dallo stesso autore: “Mi pareva di avere due teste, due cervelli, come certi granchi che si nascondono sotto le pietre”7. Da una parte riconosciamo nell’opera dell’ingegnere la tendenza a leggere il fatto artistico attraverso il prisma della ma-tematica, la continua ricerca di una poetica matematica. Dall’al-tra Sinisgalli constata l’irriducibilità del fare poetico ad un pro-cedimento scientifico, poiché “La poesia non è natura. La natura può ingannarci ma i suoi fenomeni sono sempre gli stessi”8. Met-tendo in luce le differenze tra la prima produzione poetica degli anni cinquanta e quella successiva degli anni sessanta, Bordoni mostra diverse modalità di simbiosi tra cultura tecnico-scientifi-ca e cultura umanistico-artistica nell’opera di Sinisgalli.

6 caRlo eMilio Gadda, Meditazione milanese, in Scritti vari e postumi a cura di Andrea Silvestri, Claudio Vela, Dante Isella, Paola Italia, Giorgio Pinotti, Milano, Garzanti, 1993, p. 862–863.

7 leonaRdo SiniSGalli, Un disegno di Scipione e altri racconti, Mondadori, Milano, 1975, p. 30.

8 leonaRdo SiniSGalli, Furor Mathematicus, prefazione di Oretta Bongarzoni, Ponte alle Grazie, Firenze, 1992, p. 378.

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Attraverso il saggio di Nunzio Allocca su Italo Calvino, Ga-lileo e la scienza moderna possiamo ripercorrere alcune fasi sa-lienti del ‘dibattito italiano tra le due culture’, che ebbe luogo tra gli anni sessanta e settanta. Ai due poli opposti troviamo, da una parte Anna Maria Ortese e Carlo Cassola, rappresentanti di una cultura umanistica che guarda con scetticismo all’era spaziale e difende la tradizione letteraria da ogni contaminazione tecni-co-scientifica, dall’altra Italo Calvino e il filosofo della scienza Giulio Preti, sostenitori della fecondità per l’immaginario lette-rario della conoscenza e del linguaggio scientifico. Per Italo Cal-vino – ci fa notare Nunzio Allocca – la prosa di Galileo Galilei non è affatto uno strumento neutro di cui il padre della scienza moderna si serve per comunicare le sue teorie, al contrario è un modello letterario di leggerezza, rapidità, esattezza, in cui spin-ta conoscitiva e ricchezza letteraria si fondono perfettamente, in uno spirito di piena alleanza tra le due culture.

Il successivo saggio di Valentino della Casa su Primo Levi – autore che, come Sinisgalli e Gadda, può rivendicare a tutti gli effetti una duplice cultura (di chimico e letterato) – tenta l’ori-ginale ricerca di echi combinatori nelle Storie Naturali. Della Casa sottolinea il legame tra i sei racconti appartenenti al “ci-clo-Simpson”, che costituirebbero un piccolo “romanzo a corni-ce” all’interno della raccolta. Se non si può negare “una curiosità sperimentale e combinatoria”9 nei racconti di Levi, non appa-re, tuttavia, evidente l’intento programmatico, quel gioco con la struttura e la lingua tipico della letteratura combinatoria oulipia-na e calviniana. Senza dubbio le combinazioni degli elementi del Sistema Periodico proiettano una lunga ombra simbolica sulla prosa di Levi, ma piuttosto a un livello meta-combinatorio che combinatorio in senso stretto.

Andrea Gialloreto studia un altro scrittore del Novecento, il medico Giuseppe Bonaviri, forse meno citato nell’ambito del di-scorso sulle due culture dei suoi coevi Calvino, Levi, Gaddda, Sinisgalli, ma non meno significativo. Il saggio di Gialloreto si

9 eRneSto feRReRo, La fortuna critica, in Primo Levi: un’antologia della critica, Einau-di, Torino, 1997, p. 323.

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15Introduzione

concentra su alcune opere scelte (Martedina, La divina foresta, O corpo sospiroso), evidenziando una linea di indagine all’insegna del sincretismo epistemologico, di un paesaggio linguistico ricco di contaminazioni tra sapere tecno-scientifico e sapere filosofi-co-letterario, tra tradizioni sapienziali occidentali ed orientali, tra immaginario della scienza primordiale e “mitografie del futuro”, tra perturbante scientifico e perturbante fantastico.

Del tutto diversa è la prospettiva di Sergio Quinzio, di cui si fa interprete Paulina Orłowska. Il punto di vista sulle due culture di questo pensatore italiano – “profeta impaziente” che non si lascia etichettare né come teologo, né come filosofo, né come esegeta – appare radicale. Scienza e letteratura sono prodotti umani tanto utili quanto tragici, poiché frutto del disatteso avvento del Regno di Dio. L’uomo moderno ha cancellato dal suo orizzonte la paru-sia, liquidandola con i miti primitivi, ed ha cancellato dal voca-bolario la parola “sacro”. Se un tempo la scienza e la letteratura erano sacre, quali ambiti di un sapere indiviso e divino, ora – ci fa notare Orłowska – esse non sono altro che surrogati, assoluti mondani di un regno contraffatto. Da una parte il progresso tec-no-scientifico mira a produrre un nuovo mondo – una pseudo-re-surrezione –, riducendo, anestetizzando il dolore nell’esperienza umana. Dall’altra la letteratura, oscillando tra racconto salvifico e racconto della salvezza perduta, non fa altro che scimmiottare il testo sacro. Tra le due, secondo Quinzio, la letteratura può av-vicinarsi maggiormente alla verità, lambirla, nel momento in cui abbandona l’esteticità e assume la condizione disperata dell’uo-mo, il suo dolore.

Con il saggio di Hanna Serkowska entriamo nel XXI seco-lo, passando dall’orizzonte escatologico dell’avvento del Regno a quello contingente della malattia e della morte. La delicata questione della morte assistita è affrontata attraverso il prisma di alcune narrazioni letterarie (Mauro Covacich: A nome tuo, Laura Pugno: Antartide, Michela Murgia: Accabadora) e filmi-che (Marco Bellocchio: La bella addormentata, Valeria Golino: Miele). In un contesto di etica medica si ripropone qui la tensio-ne irriducibile tra phýsis e téchne. Se la natura diventa prodot-to della tecnica (che può allungare, salvare la vita), il concetto

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di ciclo naturale risulta compromesso. I testi presi in esame da

Serkowska mostrano con accenti diversi una comune critica al

potere (tecnico) del medico, postulando l’estensione al paziente e

ai famigliari del diritto di decidere quale morte sia più “naturale”,

più “dolce”.

Michele Ortore indaga l’esistenza di una linea lucreziana nel-

la poesia contemporanea. Come osserva l’autore, gli studi sulle

contaminazione tra linguaggio poetico e linguaggio scientifico, e più in generale sulla presenza dell’immaginario scientifico nella poesia, sono molto meno di quelli relativi alla prosa. Fatta ec-

cezione per il caso Sinisgalli, maggiormente studiato, figurano unicamente i nomi di Pagliarani, Sanguineti, Zanzotto, per i quali

si è parlato di “poesia scientifica” 10; risulta, in definitiva, difficile tracciare una chiara linea lucreziana. Ortore porta l’esempio at-

tualissimo della poesia del fisico Bruno Galluccio, soffermandosi sull’analisi del suo secondo libro La misura dello zero (2015), ricco di voci cosmiche, lessico e concetti provenienti dalla fisica (astrofisica in particolare). I lessemi scientifici presenti nelle po-

esie di Galluccio sono caratterizzati da un duplice piano seman-

tico: quello specifico della fisica e quello del linguaggio comune nel quale sono entrati, perdendo – come spesso accade – di refe-

renzialità a favore dell’allusività (rumore di fondo, curvarsi dello spazio tempo, forze deboli e forti, nana bianca, zero singolare).

L’autore del saggio mostra la perfetta consistenza dei piani e il

dialogo tra i diversi codici che si disinnescano e amplificano al-ternativamente, in un moto complessivo ondulatorio di significati e significanti.

L’ultimo contributo di questo volume riguarda un fenomeno

letterario di assoluta contemporaneità. Il fisico dell’atmosfera Gianluca Redaelli analizza Qualcosa, là fuori, l’ultimo romanzo

di Bruno Arpaia, uscito nel maggio del 2016, e primo esempio italiano di Cli-Fi, ovvero narrativa dei cambiamenti climatici.

“Se la bomba atomica è stata la grande paura globale del No-

vecento, il cambiamento climatico è quella del XXI secolo”11,

10 AndreA ZAnZotto, Tutte le poesie, Milano, Mondadori, 2011, p. VIII.

11 Bruno ArpAiA, Il clima tra le pagine, intervista di Elisa Cozzarini, La nuova ecologia,

27 aprile 2016, rep. su http://lanuovaecologia.it/clima-le-pagine/.

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17Introduzione

dichiara Arpaia in un’intervista. Mentre la Sci-Fi classica rac-conta, generalmente, futuri lontani più o meno distopici e scena-ri apocalittici, la Cli-Fi – osserva Redaelli – si occupa di futuri molto vicini e matematicamente prevedibili. La narrazione im-plica un solido fondamento scientifico senza le concessioni del fantascientifico. La letteratura che ne deriva ha un chiaro intento sociale: punta a informare e sensibilizzare il lettore su questioni di primaria importanza per il pianeta, coinvolgendolo emotiva-mente con un racconto letterario di finzione. Sembra che il filone della Cli-Fi si ponga a metà tra le esigenze e i doveri della cultura scientifica e quelli di una cultura umanistica. È troppo presto, tuttavia, per trarre conclusioni generali prima che abbiano visto la luce altri romanzi in cui il discorso sui cambiamenti climatici sia dichiaratamente centrale.

Massimo Arcangeli – che aveva aperto il Convegno a Varsa-via con un intervento su Dante – dedica la Postfazione al nove-cento. Focalizzandosi sia sugli apparati scientifici sia su quelli tecnologici, Arcangeli riconosce un contributo decisivo alla nar-rativa “giovane” e “giovanile”, all’avanguardia futurista, alla ne-ofantascienza, al cyberpunk, riconducendo la fusione tra uomo e macchina, la “nuova generazione di hard-uomini”, la “genera-zione accelerata”, alla velocità, ibridazione, fusione del Manife-sto della danza futurista di Marinetti.

Dal Rinascimento con la querelle des femmes, declinata nella prospettiva dell’emancipazione attraverso la conoscenza scien-tifica (Gallewicz), passando per il Seicento con la nascita della scienza galileiana e la sua impronta sul Novecento (Allocca), l’il-luminismo (Dimitrijevic), il Risorgimento (Tylusińska-Kowals-ka), il Novecento (Salonna, Nicewicz, Janusz, Bordoni, Della Casa, Gialloreto, Orłowska, Arcangeli) senza dubbio più ricco di casi letterari, fino alla letteratura italiana contemporanea (Ser-kowska, Ortore, Redaelli) con i suoi ultimissimi esperimenti, tanto nell’ambito della prosa come in quello della poesia, i saggi raccolti in questo volume mostrano la presenza di un varco – se non vogliamo parlare di “vocazione profonda” – tra cultura let-teraria e cultura scientifica, nel quale numerosi autori si sono ri-trovati – per duplice formazione professionale (Levi, Sinisgalli,

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Stefano Redaelli18

Gadda, Galluccio, Bufalini, Crottolina, Bonaviri) o per specifico interesse culturale – a creare le loro opere.

Il presente volume vuole contribuire a colmare una lacuna ancora presente nell’ambito degli studi sul rapporto tra le due culture12 – in particolare dagli anni novanta in poi – mettendo in luce, in una prospettiva diacronica e interdisciplinare, la rilevan-za storico-culturale e l’attualità del fenomeno.

12 Per una analisi dei saggi sulle due culture dagli anni sessanta ad oggi, vedi: Stefano Redaelli, Le due cultura in Italia, in, ideM, Nel varco tra le due culture. Letteratura e scienza in Italia, Bulzoni, 2016.