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2Il Sentiero del Viandante

Un itinerario escursionistico interessante che attraversala nostra zona è quello del “Sentiero del Viandante” l’antica via di collegamento fra Lecco e la Valtellina, recentemente recuperata, che era indicata un tempo come “Via Ducale” oppure “Via Regia” e in tempi più vicini anche come “Strada dei Viandanti” oppure “Napoleona”. La vecchia via fu trascurata quando il governo austriaco decise di aprire una nuova Strada Militare per lo Stelvio,fondandola sui nodi di Colico e di Lecco, completata nel 1832 seguendo il percorso dell’attuale provinciale 72.Il sentiero, che attraversa il territorio di Dervio, parte daAbbadia e termina a Colico, seguendo a mezza costa la sponda orientale del Lario ed è indicato con cartelli segnaletici. Gli itine-rari proposti che hanno come base di partenza Dervio, raccolgono

nello spazio di poche ore, il meglio dei caratteri paesag-gistici di questo territorio, con panorami affascinanti, singolarità geologiche, testi-monianze storichee della fede, edifici rurali, vigneti e terrazzamenti,ma anche essenze arboree e fauna selvatica;per assaporare momenti di evasione, immersi in un ambiente che unisceil lago con il cielo.

Panorama del Sentiero da Dorio a Dervio

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Dervio - Lezzeno - BellanoLunghezza: 4,5 KmDurata: 1 ora e ½ - 2 ore

L’itinerario parte dalla stazione FS di Dervio (vedi stradario di Dervio pag. 14), imboccando la scalinata e proseguendo diritti, si incontra sulla sinistra la piazzetta Cavour con il Palazzo De Magni XIV sec. che fu la casa del vescovo Mons. Francesco Ma-gni, morto martire in Cina. All’ incrocio si prende a destra lungo la via Diaz percorrendola sino a raggiungere, in corrispondenza del fiume Varrone, il percorso del “Sentiero del viandante” . Qui si può ammirare la chiesa di S. Quirico e Giulitta con il bel campanile romanico (XI-XII sec).

Chiesa di San Quirico e Giulitta

Cartina al 40.000 di Raffaella Mastalli

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4Il Sentiero del Viandante

L’itinerario prosegue lungo la carrabile via Duca D’Aosta per raggiungere la località Balma, dove s’incontra un lavatoio alimentato dalla sovrastante valle Sedeia. Questo è il punto di partenza della falesia attrezzata di arrampi-cata che utilizza le rocce

del massiccio promontorio che sovrasta Dervio. Procedendo lungo la strada, si giunge al “Crotto del Cech” da dove prima del sottopasso della ferrovia, parte la bella mulattiera in acciottolato che sale verso le cascine del Chignolo, qui già si ammira il panorama del nuovo porto turistico, i centri velici e della penisola derviese. Attraversata la valle del Chignolo si sale verso i Ronchi un nucleo di cascine posto sulle propaggini del monte Muggio, incontrando lungo la mulattiera: incisioni, coppelle e gradini scavati nella roccia segnati dal se-colare passaggio delle slitte. Al bivio con la via ai Ronchi si prende a destra in direzione sud lungo il percorso dove si aprono belle viste panoramiche su Bellano e Dervio, con il lago spesso solcato da barche a vela.

Il sentiero scavato nella roccia

Panorama di Dervio dai Ronchi

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Attraversata, su un ponte di legno, la “Val Granda” si entra nel territorio di Bellano in-contrando poco dopo la località di Verginate con cascine ristrutturate ed una cappelletta di fattura barocca. Procedendo fra i terrazzamenti con tracce delle colture della vite e dell’olivo si supera una valle da cui parte la strada asfaltata che porta alla parte alta della frazione Oro, questa si sviluppa con con le sue case rustiche ristrutturate sino alla riva del lago fra le quali svetta il campanile della chiesa di S. Gottardo. Procedendo si imbocca sulla sinistra una gradinata di recente realizzazione che sale verso Pendaglio, al bivio si prende a destra con un sentiero che, superata una fontanella, attraversa i prati in posizione soprelevatarispetto alla supert-strada. Si attraversa l’ombrosa valle dei mulini con i ruderi degli edifici e si procede poi fra prati con stalle e ca-stagneti superando una valle con ponte in pietra. Si raggiungono così le prime cascine e case di Lezzeno ed attraversando la provinciale per Ven-drogno si passa vicino ad un vecchio lavatoio ed in mezzo al nucleo storico. Il percorso raggiunge così il Santuario di Lezzeno (m. 370) eretto fra il 1690 ed il 1704 dedicato alla Vergine Maria dal cui piazzale si ammira un bellissimo panorama sul lago. Dopo una sosta per la visita, si passa sul retro da dove si imbocca un sentiero in direzio-ne sud che attraversa una strada asfaltata e poi raggiunge la provinciale.

Cascinale a Lezzeno

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6Il Sentiero del Viandante

Prendendo a sinistra si entra nella località di Ombriaco incon-trando la chiesa di S. Bernardino, prima di raggiungere la scala che sale alla chiesa si prende a destra una mulattiera in ripida discesa verso Bellano, si costeggia il cimitero e si raggiunge la chie-setta di S. Rocco. Il “Sentiero del viandante” prosegue a sinistra in direzione di Biosio attraversando il ponte sul fiume Pioverna, ma il nostro itinerario si conclude scendendo la scalinata che porta all’Orrido, monumento naturale che merita una visita, con una serie di salti d’acqua e cascate all’interno di forre. Si passa poi di fianco alla parrocchiale dedicata ai santi Nazaro e Celso ed all’edificio di archeologia industriale dell’ex Cotonificio Cantoni, infine attraversando il Pioverna sulla provinciale 72 si raggiunge la stazione FS di Bella-no da dove con tutti i treni locali o gli autobus per la Valvarrone si può rientrare a Dervio.

Il Santuario di LezzenoLa Chiesa Parrocchiale di Bellano

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Dervio - Corenno Plinio - DorioLunghezza: 4 KmDurata: 1 ora e ½ - 2 ore

Cartina al 40.000 di Raffaella Mastalli

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Anche questo itinerario parte dalla stazione FS di Dervio, e seguendo le precedenti indicazioni si raggiunge all’altezza del fiume Varrone, il percorso del “Sentiero del viandante” . Qui si può ammirare la chiesa di S. Quirico e Giulitta con il bel campanile romanico (XI-XII sec).Partendo dalla chiesa si riattraversa il ponte che era un punto strategico dell’itinera-rio e dove nel medioevo i mercanti pagavano un dazio; s’imbocca sulla destra la via Giglio con i fabbricati delle vecchie cartiere in disuso, seguendola sino ad incontrare la carrozzabile per la Valvarrone presso la “Fonte delle Lavine” dove sgorga acqua sorgente raccolta dalla montagna. Dopo una trentina di metri sulla strada, la freccia indica una bella mulattiera a gradoni sostenuta da muraglioni in pietra che sale rapidamente fra prati, alte mura e rocce affioranti fino all’abitato di Castello. Raggiunto l’abitato si gusta il sapore arcaico di un villaggio fortificato, ricco di episodi che ciascuno può agevolmente immaginare, fino a una caratteristica porta ad arco d’uscita verso nord: a lato, sul vertice del colle si erge un’alta torre dei secoli XI-XII, dal pianoro verde dove si trova anche la vecchia chiesa di S. Leonardo, attualmente con caratteristiche barocche, ma esistente nel Duecento e con un affresco del 1567. Il castello, a m. 282, guardava

dall’alto sperone roccioso l’accesso alle località della Valvarrone, sopra la forra in cui rumoreggia il fiume: era il “Castrum de Orezia”, dei Capitanei della pieve di Dervio.

il Castello di Dervio

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I prati a monte del castello sono in parte ancora coltivati a viti, il paesaggio del lago e della sponda opposta è affascinante; proseguendo in discesa e passando di fianco al lavatoio e sotto il cavalcavia si imbocca la provinciale asfaltata per circa 200 metri, fino alla rotonda dello svincolo S.S.36, qui si prosegue diritto costeggiando la centrale elettrica e poi i muri di sostegno della Superstrada; a Chiari, gruppo di cascine ora per lo più trasformate si incontra una fontanella. Seguendo l’itinerario, a sinistra si trova il complesso rustico con muri in pietra che costituiva il Monastero di San Clemente degli Umiliati, noto dal 1295 e alienato nel 1571. Poco più avanti si supera la condotta che alimenta la centrale idroelettrica di Dervio, e quindi riappare nella sua antica conformazione la mulattiera dalla pavimentazione a ciottoli e in certi punti in roccia incisa a gradini: prati, valletti, viti, olivi e castagni restituiscono, con qualche cascina in pietra, un respiro d’altri tempi. Fra muretti in sasso, la strada scende con una ampia veduta su Corenno Plinio e il suo castello, uno dei borghi più caratteristici del Lago di Como che merita certamente una visita.

Corenno PlinioL’itinerario, che scende verso la provinciale 72, offre la possibilità di osservare man mano il dispiegarsi dei caratteristici caseggiati di Corenno Plinio, che rappresenta uno dei borghi più genuini del lago. L’impronta medievale è subito sottolineata nella rustica piazzetta in acciottolato, con la fontana, la statua dei Caduti attorniata da platani, dalle alte mura del castello recinto che sovrasta il paese. È una delle più importanti fortifica-zioni della Lombardia e delle meglio conservate; alla solida torre quadrata radicata sulla roccia (XI sec), si è aggiunto a opera dei conti Andreani dopo due secoli, nel Trecento, un recinto merlato molto compatto, provvisto di due torri a vela. Si accede all’abitato del paese, attraverso strette e ripide “scalotte”, a volte scavate nella viva roccia, fino a rag-giungere il piccolo molo, addossato a casette con balconi in fiore e con un’affascinante gradinata di accesso intagliata nella roccia. Accanto al castello, la chiesa di S. Tommaso

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10Il Sentiero del Viandante

di Canterbury contiene affreschi dal Trecento al Cinquecento. Sul sagrato della chiesa vi sono rari esempi di scultura gotica rappresentati da tre arche funerarie in marmo degli Andreani, con decori a giorno, emblemi, rilievi e simboli evangelici.

Corenno Plinio - DorioL’itinerario riprende verso Dorio sulla provinciale, che occupa l’antico fossato che recingeva il castello; dopo circa 200 metri, riprende sulla destra la mulattiera, che lambisce il cimitero costruito nel 1819 e preceduto dalla cappella neoclassica della famiglia Andreani - Sormani, illustrata nel 1837 da una bella Crocefissio-ne affrescata da Giovambattista Sertorio. Il sentiero segue per un tratto l’andamento della provinciale, in mezzo a casette e orti, segnalato da cappellette e passa sotto le cascine del Guasto, per entrare poi nel territorio di Dorio, staccatosi da Dervio nel 1452.Con una breve salita si raggiunge Torchiedo, nome originato probabilmente da un torchio e quindi Panico percorrendo un tratto di strada carrozzabile. Siamo a m 300

e in pieno paesaggio agreste, malgrado qualche recente costruzione, incontriamo cascine in sasso, orti, olivi, brevi ruscelli ed il sentiero si immette nel bosco. Rimangono resti di molini alla Valletta che precipita a lago con l’edificio detto Filatoio eretto nel 1840: quindi si sale alla chiesa di S. Giorgio, dal 1506 prima parrocchiale di Dorio e già

La chiesa di Corenno con i sepolcri

Castagneto

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esistente nel 1412. Il candido intonaco del rimaneggiamento settecentesco contrasta con i colori del paesaggio circostan-te; la parete sinistra dell’interno ha un grande affresco del 1492 che raffigura Madonne e Santi e S. Giorgio vittorioso sul drago. Proseguendo, si sale al caratteristico nucleo di Mandonìco, una agglomerato di vecchie case, stalle e fienili in pietra locale, complesse e regolari geometrie che si compongono utilizzando i lievi movimenti delle balze; qui troviamo prati e orti con terrazzamenti sostenuti da muri a secco ed un bel panorama sul lago. Da Mandonìco o dalla chiesa di S. Giorgio si può scendere a Dorio, nel vecchio centro storico a scalinate e vicoli, dalle alte case addossate fra loro con la nuova parrocchiale di S. Giorgio ricostruita nel 1859 e decorata dal Tagliaferri. Qui vi è una stazione ferroviaria per chi volesse terminare la passeggiata e rientrare a Dervio.

chiesa di S. Giorgio

Mandonico

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Dorio - PosalloLunghezza: 5 KmDurata: 2 ore e ½ - 3 ore

Proseguendo sul sentiero in mezzo al bosco da Mandonìco, dopo una bella cappelletta con un recente affresco della Madonna col Bambino si raggiungono le cascine e l’ombrosa val di Asen. La ripida mulattiera attraver-sa la costa, retta da robuste muraglie di pietra, e così contornati dalla vegetazione mediterranea con erica e ginestre si raggiunge la chiesetta di S. Rocco, ricostruita a voto del colera nel 1856 (m 484). Dal piazzaletto sistemato a belvedere si ammirano il panorama di Dorio, della penisola di Dervio ed i sottostanti ronchi di Vesgallo; l’antica presenza umana in questi luoghi è testimoniata da una bella scure preistorica in bronzo conservata al museo di Como. Più sotto l’abitato di Olgiasca posto su una penisola, ricca di formazioni fossilifere, di granati e tormaline, di cave esaurite, ma che servirono per le colonne romane di S. Lorenzo e per l’Arco della Pace di Milano. La penisola si

protende nel Lario formando l’insenatura del laghetto di Piona. Sul vertice si distingue il complesso dell’abbazia clu-niacense di S. Nicolò, dove la chiesa romanica è affiancata dallo splendido chiostro eretto fra 1252 e 1257.

chiesa di S. Rocco

Penisola dell’abbazia di Piona

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La strada da S. Rocco sale in direzione nord est con mulattiere ripide in acciotto-lato, costeggiando in posizione panora-mica il laghetto di Piona ed aggirando i contrafforti del Legnoncino (m 1714). E’ questo un territorio abbastanza popolato di animali selvatici, come i caprioli, il tasso e la volpe ed mentre dalle montagne sovrastanti scendono i falchi. Circondati dai boschi si raggiunge il Monte Perdona-

sco (m 600) in verticale sopra la Fontana, che dal Medioevo segna il confine con Colico sul lago. Perdonasco è il più basso fra i vari vecchi alpeggi, Vercin, Vezzèe, Sommafiume, che risalgono le pendici del monte e sono oggi mete frequentate dei fine settimana.Rimanendo in quota e superando la val di Noh con una caratteristica fontana, attraver-siamo il Monte Sparesèe, dove dal 1969 sorge la Chiesetta della Madonna dei Monti; subito dopo s’incontra una cava di mica un minerale a strati lucenti con forte proprietà isolanti. Attraversando boschi, con qualche presenza di conifere, un tratto sterrato raggiunge la strada carrabile che scende dal Monte Piazzo; seguendola per un bel tratto, dapprima rettilineo e poi con rapidi tornanti, in un terreno cosparso di massi erratici si raggiunge infine Posallo a fianco del torrente Perlino. Da Posallo, per raggiungere la stazione ferroviaria di Piona o la provinciale 72, si può continuare sulla carrabile, che lambisce

Fumiarga e passa a fianco della Parrocchiale della frazione Laghetto di Colico.

Capriolo

Panorama sul laghettodi Piona

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