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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEDipartimento di Ingegneria Civile e AmbientaleSezione geotecnica (www.dicea.unifi.it/geotecnica)
“ORIGINE E STRUTTURA DEI TERRENI”
Johann [email protected]
http://www.dicea.unifi.it/~johannf/
Corso di Fondamenti di GeotecnicaScienze dell’Ingegneria Edile, A.A. 2009\2010
Introduzione al corsoUNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILESezione geotecnica
Introduzione al corso Introduzione al corso –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 2/572/57
A.A.2009‐10
FondamentiFondamenti didi GeotecnicaGeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile (SIE)
1° Periodo didattico (21/09/09 – 18/12/09):5 CFU
ORARIO:Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
08:1509:1509:1510:1510:1511:1511:1512:1512:1513:15
Aula 101
Aula 101*
Aula 005*
Aula 005
(Lab.)**
LezioneEsercitazione
(Lab.)
Laboratorio
* Morgagni ** Santa Marta
Introduzione al corsoUNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILESezione geotecnica
Introduzione al corso Introduzione al corso –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 3/573/57
Programma del corso
1. ORIGINE E STRUTTURA DEI TERRENI: proprietà indici, relazioni peso‐volume, granulometria e limiti, sistemi di classificazione USCS e HRB.
2. STATI DI TENSIONE NEL TERRENO: principio delle pressioni efficaci, tensioni geostatiche, storia dello stato tensionale.
3. IDRAULICA DEI TERRENI: l’acqua nel terreno, livello piezometrico, falda freatica e falda artesiana, equazione di Bernoulli, legge di Darcy. Pressione di filtrazione e gradiente idraulico critico. Verifiche di stabilità al sifonamento e per il sollevamento del fondo di uno scavo. Applicazione della Normativa (D.M. 14.01.08).
4. MODELLI REOLOGICI E DIFFUSIONE DELLE TENSIONI: Tensioni e deformazioni nei terreni. Concetti base: elasticità, plasticità, viscosità. Diffusione delle tensioni in un semispazio continuo, omogeneo, isotropo, elastico lineare. Pressioni di contatto Il problema di Boussinesq e i suoi derivati.
Introduzione al corsoUNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILESezione geotecnica
Introduzione al corso Introduzione al corso –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 4/574/57
5. COMPRESSIBILITÀ DEI TERRENI: parametri di compressibilità edometrica. Descrizione della prova edometrica e rappresentazione dei risultati. Determinazione della pressione di consolidazione e del rapporto di sovraconsolidazione. Calcolo del cedimento edometrico. Teoria della consolidazione monodimensionale di Terzaghi. Determinazione sperimentale del coefficiente di consolidazione con i metodi di Casagrande e di Taylor. Consolidazione secondaria.
7. INDAGINI GEOTECNICHE IN SITO: programmazione ed esecuzione di indagini in sito. Perforazioni di sondaggio. Prove SPT. Prove CPT, CPTU e DMT.
6. RESISTENZA AL TAGLIO DEI TERRENI: stati di tensione nel piano di Mohr, criterio di rottura di Mohr Coulomb, coefficienti delle pressioni interstiziali di Skempton. Prova di taglio diretto. Prova di compressione ad espansione laterale libera (ELL), apparecchio triassiale standard, prove TxCID, TxCIU e TxUU.
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Introduzione al corso Introduzione al corso –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 5/575/57
9. SPINTA DELLE TERRE: stati di equilibrio limite, teoria di Rankine per il calcolo della spinta delle terre. Il metodo di Coulomb edi Caquot – Kerisél. Spinta dell’acqua. Spinta dovuta ai sovraccarichi. Verifica di stabilità sui muri di sostegno e applicazione della normativa (D.M. 14.01.08).
10. FONDAZIONI SUPERFICIALI: capacità portante di fondazioni superficiali, meccanismi di rottura. Soluzione di Terzaghi e di Brinch‐Hansen. Analisi in condizioni drenate e non drenate e applicazione della normativa (D.M. 14.01.08).
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Introduzione al corso Introduzione al corso –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 6/576/57
ModalitModalitàà di esamedi esameL’esame consiste in una prova scritta da superare per accedere
alla prova orale, che deve essere sostenuto nell’ambito della stessa sessione (1,2,3 oppure 4, 5,6,7):
Appelli di esameAppelli di esame
1. 1. lunedlunedìì 21 dicembre 2009, ore 9:30, aula 111 Santa Marta21 dicembre 2009, ore 9:30, aula 111 Santa Marta2. venerd2. venerdìì 22 gennaio 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta22 gennaio 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta3. luned3. lunedìì 8 febbraio 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta8 febbraio 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta
4. venerd4. venerdìì 11 giugno 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta11 giugno 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta5. mercoled5. mercoledìì 23 giugno 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta23 giugno 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta6. venerd6. venerdìì 16 luglio 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta16 luglio 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta7. venerd7. venerdìì 10 settembre 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta10 settembre 2010, ore 9:30, aula 111 Santa Marta
I SESSIONE
I SESSIONE
II SESSIONE
II SESSIONE
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Introduzione al corso Introduzione al corso –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 7/577/57
Testi consigliatiTesti consigliati
Colombo P., Colleselli F. (1996) “Elementi di Geotecnica”Zanichelli, Bologna
Lancellotta R. (1993) “Geotecnica” Zanichelli, Bologna (Nuova Edizione)
Le dispense del Corso (Capitoli, esercizi e compiti svolti, testi delle esercitazioni svolte in classe, le presentazioni delle lezioni disponibili presso il sito:
www.dicea.unifi.it/geotecnica
Sintesi del testo “Soil Mechanics & Foundations” di MuniBudhu, comprendente esercizi, animazioni, laboratorio geotecnico virtuale, quiz, etc.. accessibile dai computers del laboratorio L.D.D.T.
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DispenseDispenseArgomento Dispense
INTRODUZIONE Introduzione
ORIGINE E STRUTTURA DEI TERRENI Capitolo1 (tutto)
STATI DI TENSIONE NEL TERRENO Capitolo 3 (tutto)
IDRAULICA DEI TERRENI Capitolo 4 (escluso § 4.4,2, § 4.4,3, §4.4,4, § 4.4,5, § 4.5, § 4.6 e § 4.7)
MODELLI REOLOGICI DIFFUSIONE DELLE TENSIONI
Capitoli 5 e 6 (tutti)
COMPRESSIBILITÀ DEI TERRENI E CONSOLIDAZIONE EDOMETRICA
Capitolo7 (tutto)
RESISTENZA AL TAGLIO DEI TERRENI Capitolo 9 (tutto)
INDAGINI GEOTECNICHE IN SITO Capitolo 12 (tutto)
SPINTA DELLE TERRE E VERIFICHE DI STABILITÀ SUI MURI DI SOSTEGNO
Capitolo 13(escluso §13.1.4 e §13.6) eCapitolo 14 (solo §14.1 e §14.2
CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI
Capitolo 15 (escluso §15.4)
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Introduzione al corso Introduzione al corso –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 9/579/57
Orario di ricevimentoOrario di ricevimento
Giovedì mattina (10.00‐12.30)
Previo appuntamentovia telefono (055.4796354)via e‐mail ([email protected])
GeotecnicaUNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILESezione geotecnica
Origine e struttura dei terreni Origine e struttura dei terreni –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 10/5710/57
La Geotecnica è una disciplina che tratta la meccanica dei terreni e delle rocce, e le sue applicazioni nell’ambito dei problemi di ingegneria civile e ambientale (fondazioni, opere di sostegno, stabilità dei pendii, miglioramento e rinforzo dei terreni, etc..)
I terreni (o rocce sciolte) sono aggregati di particelle, o granuli, di minerali e materiali organici, generalmente sciolti o con deboli legami di cementazione o di adesione che possono essere distrutti con semplice agitazione meccanica o in acqua.
Le rocce (lapidee) sono aggregati naturali di minerali tra i quali si esercitano forze attrattive e di adesione di notevole entità che conferiscono all’insieme valori elevati della resistenza meccanica.
GEOTECNICA
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Origine e struttura dei terreni Origine e struttura dei terreni –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 11/5711/57
GEOTECNICAGeotecnicaambientale
Geotecnicaclassica
Geotecnicasismica
Geotecnica stradale
Meccanica delle rocce
Geotecnica per i centri storici
Geotecnica
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GEOTECNICAL’ Ingegneria Geotecnica è coinvolta nella risoluzione di una serie di problematiche relative a:1. Analisi e progettazione di fondazioni
Sears Tower, ChicagoPetronas Towers, Kuala Lampur
Geotecnica
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Origine e struttura dei terreni Origine e struttura dei terreni –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 13/5713/57
GEOTECNICA2. Progettazione ed analisi di stabilità di dighe e discariche
Norman Landfill, U.S.Hoover dam, Colorado
Geotecnica
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GEOTECNICA
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3. Analisi di stabilità di opere in terra (muri di sostegno, pendii, etc.)
Geotecnica
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GEOTECNICA
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4. Conservazione di monumenti, etc.
Geotecnica
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GEOTECNICA5. Verifiche di stabilità e progettazione in zona sismica (Dinamica dei Terreni e Ingegneria Geotecnica Sismica)
Terremoto di Niigata, 2004
Anchorage, 1964 (“frana”)
Geotecnica
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Origine e struttura dei terreni Origine e struttura dei terreni –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 17/5717/57
ORIGINE DEI TERRENII terreni derivano dalle rocce, da processi di alterazione:fisica o meccanica legati a fenomeni di erosione delle acque, all’azione di agenti
atmosferici (gelo, variazioni termiche), all’azione delle piante, degli animali, dell’uomo;
alterazione chimica o organica legati a fenomeni di ossidazione, riduzione ed altre reazioni chimiche generate dagli acidi presenti nell’acqua o prodotti dai batteri.
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Il terreno può essere schematizzato come mezzo particellare polifase, costituito da:
TERRENO: MEZZO “POLIFASE”
scheletro solido (insieme di tutti i granuli, o meglio, di tutte le particelle)fase liquida (generalmente acqua)fase gassosa (generalmente aria e/o vapor d’acqua)
PARTICELLESOLIDE
ACQUA INTERSTIZIALE
ARIA +VAPOR D’ACQUA
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STRUTTURA DEI TERRENI
Il comportamento del terreno dipende dalle sue caratteristiche strutturali:
MICROSTRUTTURA (forma, dimensione dei grani, disposizione geometrica, legami fra le particelle, rapporti e interazione tra fase solida e fase liquida) ;
MACROSTRUTTURA (fessure, intercalazioni, inclusioni rilevabili alla scala del campione da laboratorio);
MEGASTRUTTURA (giunti, discontinuità, faglie etc.. osservabili in sito a grande scala)
A livello di microstruttura, nella miscela particelle solide‐acqua esistono due tipi di interazione:
un’interazione di tipo meccanico, dovuta alle forze di massa o di volume;un’interazione di tipo chimico, dovuta alle forze di superficie (ovvero alla
presenza di cariche elettriche sulla superficie esterna delle particelle);
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STRUTTURA DEI TERRENILa prevalenza delle forze di volume o delle forze di superficie dipende dalla geometria (dimensioni e forma) dei granuli, in particolare dalla superficie riferita all’unità di massa, che si definisce superficie specifica:
dove S è la superficie del granulo, M la massa, V il volume e ρ la densità
VS
MSSsp ⋅
==ρ
Dimensione media [mm]
Superficie specifica [m
2/g]
SABBIE (forma sub-sferica) 2 mm 2⋅10-4
MINERALI ARGILLOSI (forma lamellare): MONTMORILLONITE 10-6 fino a 840 ILLITE (0.03 ÷ 0.1)x 10-3 65 ÷ 200 CAOLINITE (0.1 ÷ 4) x 10-3 10 ÷ 20
Valori elevati prevalenza di forze di superficie (granuli attivi) Valori bassi prevalenza di forze di volume (granuli inerti)
Ssp aumenta al diminuire delle dimensioni e all’aumentare dell’appiattimento
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STRUTTURA DEI TERRENI
Una prima distinzione tra i vari tipi di terreno, che ne differenzia notevolmente il comportamento, può essere fatta in base alle dimensioni e alla forma delle particelle (che dipendono dai minerali costituenti) :
TERRENI A GRANA GROSSA (ghiaie e sabbie) e forma sub‐sferica, o comunque compatta
TERRENI A GRANA FINE (limi e argille) e forma appiattita o lamellare;
N.B. I terreni naturali consistono generalmente in una miscela di più tipi di terreno appartenenti alle due categorie suddette, a cui può aggiungersi talvolta del materiale organico.
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TERRENI A GRANA GROSSA
I TERRENI A GRANA GROSSA (ghiaie e sabbie) sono caratterizzati da:
i. STRUTTURA A GRANI SEPARATI(riconoscibili a occhio nudo e costituiti frammenti di roccia o da singoli minerali o da frammenti di minerali sufficientemente resistenti e stabili dal punto di vista chimico, come ad esempio quarzo, feldspati, mica, granati, ecc..);
ii. FORMA DELLE PARTICELLE TOZZA (arrotondata o irregolare)
iii. VALORI BASSI DELLA SUPERFICIE SPECIFICA (< 10‐2 m2/g)
iv. INTERAZIONE TRA I GRANI DI TIPO MECCANICO(prevalgono le forze di massa)
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TERRENI A GRANA GROSSAIl comportamento dei terreni a grana grossa dipende soprattutto :
dalle DIMENSIONI;
dalla FORMA (angolare, sub‐angolare, sub‐
arrotondata, arrotondata) ;
dalla DISTRIBUZIONE GRANULOMETRICA ;
dallo STATO DI ADDENSAMENTO dei granuli
ANGOLARE
ARROTONDATA SUBARROTONDATA
SUBANGOLARE
SABBIA BENE ASSORTITA SABBIA POCO ASSORTITA
SABBIA SCIOLTA SABBIA DENSA
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TERRENI A GRANA FINEI TERRENI A GRANA FINE (limi e argille) sono caratterizzati da:
i. PARTICELLE COLLOIDALI DI FORMA LAMELLARE(non visibili a occhio nudo);
ii. FORMA DELLE PARTICELLE APPIATTITA
iii. VALORI ELEVATI DELLA SUPERFICIE SPECIFICA (> 10 m2/g)
iv. INTERAZIONE CHIMICA TRA PARTICELLE E ACQUA(prevalgono le forze di superficie)
v. STRUTTURA AGGREGATA
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TERRENI A GRANA FINE
tetraedri (atomo di silicio al centro e ossigeno ai vertici) o ottaedri (atomo di alluminio o magnesio al centro e ossidrili ai vertici)
e e
a) b)= sil icio
e = ossidrili = alluminio, magnesio
I terreni a grana fine sono aggregati di particelle colloidali di forma lamellare, che risultano dalla combinazione di molecole (o unità elementari). :
si combinano per formare reticoli piani (pacchetti elementari)
Successive combinazioni di pacchetti elementari danno origine alle particelle di argilla
++‐‐
‐‐
‐‐
= ossigeno
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ACQUA LIBERA E INTERSTIZIALEIl comportamento dei terreni a grana fine dipende soprattutto :
dalle COMPOSIZIONE MINERALOGICA;
dall’interazione col FLUIDO INTERSTIZIALE.
H + H+Acqua adsorb ita
Cristallo di m ontmorillonite (100x1nm)Cristallo di caolinite (1000x100nm)
O-
L’acqua che si trova immediatamente a contatto con le particelle è parte integrante della loro struttura ed è definita “acqua adsorbita”
+
+
2-H
H
O
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Origine e struttura dei terreni Origine e struttura dei terreni –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 27/5727/57
ACQUA LIBERA E INTERSTIZIALE
Allontanandosi dalla superficie delle particelle i legami diventano via via più deboli, finché l’acqua assume le caratteristiche di “acqua libera” o “acqua interstiziale”.
0 5 10 15 20 25 30 35 Distanza dalla superficie della particella (in micron)
PARTICELLA
molecole d’acqua
acqua adsorbita
acqua pellicolare
acqua gravifica
acqua di ritenzione
ANDAMENTO DELLA FORZA DI ATTRAZIONE
TRA PARTICELLA E MOLECOLE D’ACQUA
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Origine e struttura dei terreni Origine e struttura dei terreni –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 28/5728/57
STRUTTURA
a) STRUTTURA DISPERSA(prevalenza di azioni repulsive)
b) STRUTTURA FLOCCULATA(prevalenza di azioni attrattive)
La risultante di tali azioni dipende dalla distanza tra le particelle e dall’ambiente chimico di deposizione
c) DEPOSIZIONE IN ACQUA SALMASTRA(si riducono le azioni repulsive)
d) DEPOSIZIONE IN ACQUA DOLCE(struttura orientata)
Le particelle di argilla risultano cariche negativamente in superficie e tendono a manifestare forze di repulsione, alle quali si sommano forze di tipo attrattivo (Van der Walls), legate alla struttura atomica del materiale.
Proprià indici e relazioni tra le fasiUNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILESezione geotecnica
Origine e struttura dei terreni Origine e struttura dei terreni –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 29/5729/57
RELAZIONI TRA LE FASI
P
Gas
Acqua
Particellesolide
PW
PS
VG
VW
VS
VV
V
Un terreno è un sistema multifase, costituito da uno scheletro formato da particelle solide e da una serie di vuoti, che possono essere a loro volta riempiti di liquido (generalmente acqua) e/o gas (generalmente aria e vapor d’acqua):
Vs = volume del solido (inclusa l’H2O adsorbita)VW = volume dell’acqua (libera)VG = volume del gasVV = volume dei vuoti (VW+VG)V = volume totale (VS+VW+VG)
PW = peso dell’acquaPS = peso del solidoP = peso totale (PW +PS)
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RELAZIONI TRA LE FASI
1. POROSITÀ 100(%) ⋅=VvV
nn = 0 solido continuo,n = 100% non vi è materia solida)
2. INDICE DEI VUOTIs
v
VV
e =
3. VOLUME SPECIFICOsV
Vv = v = 1+ e;
)100/(1)100/(
nne−
=
4. GRADO DI SATURAZIONE Sr=0 terreno asciutto,Sr=100% terreno saturo
100VVw(%) S
vr ⋅=
5. CONTENUTO D’ACQUA 100(%) ⋅=s
w
PP
w
Proprià indici e relazioni tra le fasi
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RELAZIONI TRA LE FASI
6. PESO SPECIFICO DEI COSTITUENTI SOLIDI
7. PESO DI VOLUME
8. PESO DI VOLUME DEL TERRENO SECCO
9. PESO DI VOLUME SATURO
10. PESO DI VOLUME IMMERSO
γs ss
PV
=
VP
=γ
VPs
d =γ )0S per VP ovvero( r =
VP
sat =γ
wsat' γγγ −=
(per Sr=100% )
(γw = peso specifico dell’acqua = 9.81 kN/m3)
N.B. Mentre 0 < Sr < 100%, 0 < n < 100%, w può essere maggiore di 100%γd (Sr = 0) <γ < γsat (Sr = 100%)
[kN/m3]
[kN/m3]
[kN/m3]
[kN/m3]
Proprià indici e relazioni tra le fasi
γs (kN/m3) SABBIA QUARZOSA 26
LIMI 26.3-26.7 ARGILLE 23.9-28.6 BENTONITE 23
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RELAZIONI TRA LE FASI
11. DENSITÀ RELATIVA 100(%) minmax
max ⋅−−
=ee
eeDr
emax , emin = indici dei vuoti corrispondenti al minimo e al massimo stato di addensamento
RETICOLO CUBICO
RETICOLOTETRAEDRICO
n (%) e γd (kN/m3) γ (kN/m3) GHIAIA 25-40 0.3-0.7 14-21 18-23 SABBIA 25-50 0.3-1.0 13-18 16-21 LIMO 35-50 0.5-1.0 13-19 16-21 ARGILLA 30-70 0.4-2.3 7-18 14-21 TORBA 75-95 3.0-19.0 1-5 10-13
Proprià indici e relazioni tra le fasi
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Le proprietà che risultano indipendenti dalla storia tensionale e dalle condizioni ambientali che caratterizzano il terreno allo stato naturale, vengono dette proprietà indici.
Tra le proprietà indici possono essere annoverate anche:
‐ la granulometria
PROPRIETÀ INDICI
‐ i limiti di Atterberg
Proprià indici e relazioni tra le fasi
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COMPOSIZIONE GRANULOMETRICA
Il comportamento dei terreni a grana grossa è marcatamente influenzato dalle dimensioni dei grani e dalla distribuzione percentuale di tali dimensioni, ovvero dalla granulometria.
Analisi granulometrica : determinazione della distribuzione percentuale del diametro dei granuli presenti nel terreno. Viene eseguita mediante due tecniche:
1. setacciatura per la frazione grossolana (diametro dei grani maggiore di 0.074 mm = setaccio n. 200 ASTM)
2. sedimentazione per la frazione fine (diametro dei grani minore di 0.074 mm) quando supera il 10% del peso totale
I risultati dell’analisi granulometrica vengono riportati in un diagramma semilogaritmico, con il diametro (equivalente), D, delle particelle (setacci) in ascissa e la percentuale di materiale passante in ordinata (curva granulometrica) .
Proprià indici e relazioni tra le fasi
VAGLIO SERIE DIAMETRO PERCENTUALEU.S. STANDARD (mm) PASSANTE
1 1" 25.4 1002 1/2" 12.7 1003 1/4" 6.35 96.824 4 4.76 96.315 10 2.00 94.926 20 0.84 92.557 40 0.42 90.478 60 0.25 89.919 80 0.177 89.4610 140 0.105 86.1911 200 0.074 81.23
aerometria12 0.0578 72.6813 0.0302 59.8414 0.0118 39.0415 0.0054 21.6816 0.0034 16.8217 0.0013 11.13
010
20304050
607080
90100
0.00.00.11.010.0100.0Diametro [mm]
% p
assa
nte
1 2
17
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CURVA GRANULOMETRICA
0.01 0.001
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SETACCIATURA1. La setacciatura viene eseguita utilizzando una serie di setacci (a maglia quadrata) e/o crivelli (con fori circolari) con aperture di diverse dimensioni , disposti uno sull’altro, con apertura delle maglie decrescente verso il basso.
N . A STM A pertura delle m aglie , D[m m ]
4 4 .76 6 3 .36 8 2 .38
10 2 .00 12 1 .68 16 1 .19 20 0 .840 30 0 .590 40 0 .420 50 0 .297 60 0 .250 70 0 .210
100 0 .149 140 0 .105 200 0 .074
1001 ⋅−
=∑=
T
i
kkT
di P
PPP
dove:Pdi = passante al setaccio i‐esimoPk = trattenuto al setaccio k‐esimoPT = peso totale campione
Dimensione dei setacci crescente
1
2
i
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2. L’analisi granulometrica per sedimentazione si effettua partendo da misure di densità nel tempo di una sospensione contenente un certo peso di terreno e applicando la legge di Stokes:
v g Ds w=−⋅
⋅ ⋅ρ ρ
η182
dove:v (mm/s) è la velocità di precipitazione di una particella sferica in un liquido viscoso,
rs e rw (Mg/m3) le densità rispettivamente dei grani e dell’acqua,
h (Pascal s) è la viscosità dell’acqua, D (mm) il diametro della particella
SEDIMENTAZIONE
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L’andamento della curva granulometrica è descritto sinteticamente da:
10
60
DD
U =1060
230
DDD
C⋅
=COEFFICIENTE DIUNIFORMITÀ
COEFFICIENTE DICURVATURA
ANALISI DELLA CURVA GRANULOMETRICA
Proprià indici e relazioni tra le fasi
D60
60%
D10
10%
Terreno 1(ben gradato)
Terreno 3(uniforme)
Terreno 2(granulometria estesa con mancanza di certi diametri)
D30
30%
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ANALISI DELLA CURVA GRANULOMETRICA
D60
60%
D10
10%
Terreno 1(ben gradato)
Terreno 3(uniforme)
Terreno 2(granulometria estesa con mancanza di certi diametri)
D30
30%
10
60
DD
U= COEFFICIENTE DICURVATURA
D10Terreno 1: D60= 3 mm, D30= 0.25 mm, D10= 0.008 mm U = 358.0; C =2.6
Terreno 2: D60= 0.93 mm, D30= 0.038 mm, D10= 0.023 mm U = 40.4; C =0.07
Terreno 3: D60= 0.42 mm, D30= 0.24 mm, D10= 0.2 mm U = 2.1; C = 0.69
U basso terreno uniforme
C <1 o C >3 mancanza di diametri di certe dimensioni
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LIMITI DI ATTERBERG (LLAA)
Il comportamento dei terreni a grana fine è marcatamente influenzato dall’interazione delle particelle di argilla con il fluido interstiziale (acqua), ed èstrettamente legato alla loro composizione mineralogica.
CONTENUTO D’ACQUA LIQUIDO
PLASTICO
SEMISOLIDO
SOLIDO AUMENTO DEL
miscela fluida terra‐acqua
terreno secco
LIMITE LIQUIDO, wL
LIMITE PLASTICO, wP
LIMITE DI RITIRO, wS
wE’ importante:conoscere la quantità di acqua contenuta allo stato naturale (wn)confrontare wn con i valori di w che corrispondono ai limiti di separazione tra stati fisici particolari (limiti di Atterberg).
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DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DEI LLAA
1. Una certa quantità di terreno, prelevato dal passante al setaccio n. 40 (0.42 mm), viene mescolato con acqua distillata fino ad ottenere una pastella omogenea.
LIMITE LIQUIDO, wL
2. L’impasto viene disposto nel cucchiaio, praticando nella zona centrale un solco di 2 mm di larghezza e 8 mm di altezza. Vengono contati i colpi necessari a far richiudere il solco per una lunghezza di 13 mm. 3. Viene prelevato un po’ di materiale dal cucchiaio e determinato su questo il valore del contenuto d’acqua.
4. I passi da 1 a 3 vengono ripetuti variando la quantità di acqua nell’impasto, in modo da ottenere una serie (4 o 5) di coppie di valori, numero di colpi‐contenuto d’acqua.
5. Si assume convenzionalmente come limite liquido, wL il contenuto d’acqua corrispondente a 25 colpi (sulla retta interpolante i dati sperimentali)
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DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DEI LLAA
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DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DEI LLAA
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1. Si impasta una certa quantità di terreno passante al setaccio n. 40 (0.42 mm) con acqua distillata in modo da formare dei bastoncini di 3.2 mm (1/8 in.) di diametro
LIMITE PLASTICO, wP
2. Si fanno rotolare i cilindretti su una lastra di materiale poroso (in modo da ridurne progressivamente il contenuto d’acqua)
3. Quando iniziano a fessurarsi, si determina il contenuto d’acqua corrispondente e questo rappresenta il limite plastico, wP
4. La procedura viene ripetuta almeno tre volte; si assume come wP il valor medio
≅ 3.2 mm
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DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DEI LLAA
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DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DEI LLAA
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1. Si determina in laboratorio su un provino indisturbato che viene essiccato per passi successivi, misurando ad ogni passo il volume e il contenuto d’acqua
LIMITE DI RITIRO, wS
2. I valori del volume vengono riportati in un grafico in funzione del contenuto d’acqua
3. wS è definito come il contenuto d’acqua corrispondente al punto di intersezione tra le tangenti alla parte iniziale e finale della curva ottenuta interpolando i punti sperimentaliN.B. wS ha un interesse molto limitato per le applicazioni in ingegneria civile e
non viene di norma determinato; non è un valore convenzionale, legato alla procedura di determinazione, ma ha un preciso significato fisico.
Volume
Contenuto d’acqua, wwS
1
2
10
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DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DEI LLAA
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1. Si determina in laboratorio su un provino indisturbato che viene essiccato per passi successivi, misurando ad ogni passo il volume e il contenuto d’acqua
LIMITE DI RITIRO, wS
2. I valori del volume vengono riportati in un grafico in funzione del contenuto d’acqua
3. wS è definito come il contenuto d’acqua corrispondente al punto di intersezione tra le tangenti alla parte iniziale e finale della curva ottenuta interpolando i punti sperimentaliN.B. wS ha un interesse molto limitato per le applicazioni in ingegneria civile e
non viene di norma determinato; non è un valore convenzionale, legato alla procedura di determinazione, ma ha un preciso significato fisico.
Volume
Contenuto d’acqua, wwS
1
2
10
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INDICI DI CONSISTENZA
INDICE DI PLASTICITÀ, IP
CF
IP
I a= 0.7
5
I a= 1.25
Inattivi
Normalmenteattivi
Attivi
IP (%) = wL ‐wP
CFII P
a = (Indice di attività)
dove CF = % in peso con diametro d < 0.002 mm
INDICE DI LIQUIDITÀ, IL
P
PL I
wwI −=
INDICE DI CONSISTENZA, IC
LP
LC I
Iww
I −=−
= 1
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INDICI DI CONSISTENZA
L’indice di consistenza, Ic, oltre ad indicare lo stato fisico in cui si trova il terreno, fornisce informazioni qualitative sulle sue caratteristiche meccaniche; all’aumentare di IC aumenta la resistenza al taglio del terreno e si riduce la sua compressibilità.
Da notare l’analogia tra IC per terreni a grana fine e Dr per i terreni a grana grossa.
TERRENO IPNon Plastico 0 ‐ 5
Poco Plastico 5 ‐ 15
Plastico 15 ‐ 40
Molto Plastico > 40
CONSISTENZAFluida
Fluido‐PlasticaMolle‐PlasticaPlastica
Solido‐PlasticaSemisolida (w > wS)o Solida (w < wS)
IC< 0
0 – 0.250.25 – 0.500.50 – 0.750.75 – 1
> 1
IP (%)
200‐650
50‐65
10‐25
wP (%)
55‐100
45‐60
30‐40
Minerale argilloso
Montmorillonite
Illite
Caolinite
wL (%)
300‐700
95‐120
40‐60
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Sistemi di classificazioneUNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILESezione geotecnica
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Sistemi di classificazione: sorta di linguaggio convenzionale che identifica (attraverso alcuni parametri significativi) il tipo di materiale e fornisce indicazioni (qualitative) sul suo comportamento.
SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE
I parametri utilizzati:devono essere significativi e facilmente misurabili mediante procedure standardizzate;non devono essere riferiti ad uno stato particolare, ossia devono essere indipendenti dalla storia del materiale, dalle condizioni di sollecitazione o da altre condizioni al contorno.
PROPRIETÀ INDICI (granulometria per terreni a grana grossa e limiti di Atterberg per i terreni a grana fine)
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SISTEMI DI CLASSIFICAZIONESistemi di classificazione basati unicamente sulla granulometria, significativi per materiali a grana grossa (ghiaie e sabbie):I termine: nome della frazione granulometrica prevalente
II termine: nomi delle eventuali frazioni maggiori del 25%, precedute dal prefisso con
III termine: nomi delle eventuali frazioni comprese tra il 15% e il 25%, con il suffisso oso
IV termine: nomi delle eventuali frazioni minori del 15%, con il suffisso oso, precedute dal prefisso debolmente.Es.: sabbia (55%), limo (35%), argilla (10%) = sabbia con limo debolmente argillosa
Sistemi di classificazione
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SISTEMI DI CLASSIFICAZIONESistema di classificazione di Casagrande, valido solo per i materiali a grana fine(limi e argille):
Indi
ce d
i pla
stic
ità, P
I (%
)
w =
30
%L
w =
50
%L
Limite di liquidità, w (%)L
PI = 0.73 (w
- 20)
L
LINEA A
02020
20
401
23
6
5440
60
60
80 100
1
2
3
4
5
6
Limi inorganici di media compressibilitàe limi organiciLimi inorganici di alta compressibilitàe argille organicheArgille inorganiche di bassa plasticità
Argille inorganiche di media plasticità
Argille inorganiche di alta plasticità
Limi inorganici di bassa compressibilità
(N.B. La presenza di materiale organico può essere rilevata attraverso la determinazione del limite liquido prima, wL, e dopo l’essiccamento, wL’; se wL’/wL > 0.75, il materiale è ritenuto organico)
Sistemi di classificazione
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SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE
Sistemi di classificazione basati sulla granulometria e sulla
composizione mineralogica (LLAA) validi per tutti i terreni
SISTEMA USCS (Unified Soil Classification System) Terreni di fondazione
SISTEMA HRB (Highway Research Board) Manufatti in terra
Sistemi di classificazione
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SISTEMA USCS
1) Si analizza il passante al setaccio N.200, P200:
1a lettera: G, S
1a lettera: M, C,O
P200 < 50%
P200 > 50%
(terreno a grana grossa, punti 2a e 2b)
(terreno a grana fine, punto 3a e 3b)
2a) Si analizza il passante al setaccio N.4, P4:
1a lettera: G (ghiaia)
1a lettera: S (sabbia)
100 ‐ P4 > P4 – P200
100 ‐ P4 < P4 – P200
Sistemi di classificazione
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILESezione geotecnica
Origine e struttura dei terreni Origine e struttura dei terreni –– Fondamenti di GeotecnicaFondamenti di GeotecnicaCorso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010Corso di Laurea in Scienze dell’Ingegneria Edile A.A. 2009/2010 54/5754/57
SISTEMA USCS2b) Si analizza il passante al setaccio N.200, P200:
Componente fine trascurabile:si determina dalla curva granuolmetrica U, C
P200 < 5%
U > 4 (G) o U > 6 (S)1 < C < 3
2a lettera: W (ben gradato)
altrimenti
2a lettera: P (poco gradato)
P200 > 12% Componente fine significativa:si determinano i limiti di Atterberg sul passante al setaccio N.40 e si segue il punto 3.
2a lettera: M (limoso) 2a lettera: C (argilloso)
5% < P200 < 12% si determinano i limiti di Atterberg sul passante al setaccio N.40 e U, C dalla curva granulometrica
DOPPIO SIMBOLO CON 2a lettera: M o C, W o P
Sistemi di classificazione
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SISTEMA USCS
3a) Si determinano i limiti di Atterberg sul passante al setaccio N.40 e si consulta la Carta di Plasticità di Casagrande (modificata) :
1a lettera: C (argilla)Sopra la retta IP = 0.73 (wL‐20)
3b) Si analizza il il limite liquido, wL:
2a lettera: L (bassa plasticità)
wL < 50%
1a lettera: M (limo) o O (organico)Sotto la retta IP = 0.73 (wL‐20)
2a lettera: H(alta plasticità)
wL > 50%
wL > 10%4% < Ip < 8%IP > 0.73 (wL‐20)
Doppio Simbolo:CL‐ML
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SISTEMA HRB (Highway Research Board)
(N.B. Quando un terreno rientra in più categorie si assume quella corrispondente ai limiti più restrittivi )
Classificazione generale:
Classificazione di gruppo:
Analisi granulometrica:% passante al setaccio:‐ N.10 (2mm)‐ N.40 (0.12 mm)‐ N.200 (0.074 mm)
Limiti di Atterberg determinati sul passante al setaccio N.40 (0.42 mm):‐ wL (%)‐ Ip (%)
Indice di gruppo (I):Materiale costituente:
Materiale come sottofondo:*Note: Se IP ≤ wL – 30 A‐7‐5; Se IP ≥ wL – 30 A‐7‐6
Materiali granulari(passante al setaccio N.200 ≤ 35%)
Limi‐Argille(passante al setaccio N.200 > 35%)
A‐1A‐1‐a A‐1‐b
A‐3A‐2‐4 A‐2‐5 A‐2‐6 A‐2‐7
A‐2 A‐4 A‐5 A‐6 A‐7A‐7‐5*A‐7‐6
≤ 50≤ 30≤ 15
≤ 50≤ 25
≥ 51≤ 10 ≤ 35 ≤ 35 ≤ 35 ≤ 35 ≥ 36 ≥ 36 ≥ 36 ≥ 36
≤ 6Non
plastico ≤ 10≤ 40
≤ 10≥ 41
≥ 11≤ 40 ≥ 41
≥ 11≤ 40≤ 10 ≤ 10
≥ 41≥ 11≤ 40 ≥ 41
≥ 11
0
Ghiaia (pietrame)con sabbia
0 0 ≤ 4 ≤ 8 ≤ 12 ≤ 16 ≤ 20
SabbiaGhiaia e sabbialimosa o argillosa Limi Argille
Da eccellente a buono Da buono a scarso
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SISTEMA HRB (Highway Research Board)
Il controllo di appartenenza ad una classe viene fatto mediante l’indice di gruppo:
I = 0.2 a + 0.005 ac + 0.01 bd
dove:
a = % passante al setaccio 200 maggiore del 35% e minore del 75%,(numero intero compreso tra 0 e 40)
b = % passante al setaccio 200 maggiore del 15% e minore del 55%,(numero intero compreso tra 0 e 40)
c = valore del limite liquido maggiore di 40 e minore di 60,(numero intero compreso tra 0 e 20)
d = valore dell’indice di plasticità maggiore di 10 e minore di 30,(numero intero compreso tra 0 e 20)
Sistemi di classificazione