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Osservatorio sul Credito della provincia di Grosseto Rapporto Anno 2009 Osservatorio sul Credito della provincia di Grosseto Novembre 2009

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Osservatorio sul Credito della provincia di GrossetoRapporto Anno 2009

Osservatorio sul Credito della provincia di Grosseto

Novembre 2009

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Il presente rapporto è stato realizzato da un gruppo di lavoro della Camera di Commercio di Grosseto, dell’Azienda Speciale COAP e dell’Istituto G. Tagliacarne. Gruppo di lavoro C.C.I.A.A. di Grosseto e COAP Dirigente Ufficio Studi CCIAA di Grosseto Mauro Schiano Direttore operativo COAP Luca Bilotti Gruppo di lavoro Istituto G. Tagliacarne Dirigente Responsabile Area Studi e Ricerche Alessandro Rinaldi Responsabile Osservatori Provinciali sul Credito Corrado Martone Ricercatore Mirko Menghini Valeria Tomeo

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L’Osservatorio sul credito della provincia di Grosseto, si è sviluppato negli anni con il fine di monitorare dinamiche di fondo e cambiamenti del sistema creditizio locale e di valutare caratteristiche, punti di forza e criticità dell’accesso al credito delle imprese grossetane, fornendo un utile strumento conoscitivo ad attori locali e Istituzioni per l’adozione di strategie e politiche ad hoc, in linea con le reali necessità del territorio.

Tuttavia, poiché i dati di fonte Banca d’Italia, utilizzati per le analisi nelle passate edizioni, non consentono (a causa del lag temporale di aggiornamento) di fornire informazioni e dati “in tempo reale” sui possibili impatti della crisi finanziario-economica degli ultimi mesi sulla stabilità finanziaria del tessuto di impresa locale, nonché sulle possibili modifiche dell’offerta di credito alle aziende, si è ritenuto indispensabile impostare l’edizione 2009 utilizzando, come strumento di analisi, un’indagine sul campo presso un panel di imprese della provincia (cfr. Appendice Metodologica), atta a fornire una fotografia “dinamica” dell’evoluzione, nel corso dell’anno, dell’offerta di credito e prodotti finanziari alle imprese grossetane e delle “condizioni operative” che regolano il rapporto debitorio delle imprese con le banche, focalizzando l’attenzione in particolare sul livello del credito accordato/erogato, sui costi del finanziamento e sulle garanzie richieste.

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INDICE

PREMESSA.......................................................................................................7

CAPITOLO 1 - IL QUADRO CREDITIZIO IN PROVINCIA DI GROSSETO.......................................................................................................8

1.1 – Struttura ed operatività del sistema bancario ........................................................8

1.2 – Le sofferenze bancarie e la solvibilità delle imprese ........................................... 14

CAPITOLO 2 - L’ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI GROSSETO NEL 2009.......................................................16

2.1 - Il rapporto tra banche ed imprese locali ................................................................ 16

2.2 – L’accesso al credito delle imprese provinciali...................................................... 28

2.3 - Il ruolo delle banche nell’erogazione del credito ................................................ 36

APPENDICE METODOLOGICA .................................................................43

APPENDICE STATISTICA ...........................................................................44

GLOSSARIO ...................................................................................................46

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PREMESSA L’Osservatorio sul Credito 2009 si è sviluppato in due distinti momenti, di cui il primo teso a focalizzare sinteticamente l’attenzione sulle principali caratteristiche strutturali ed operative del sistema bancario grossetano, onde fornire una fotografia dell’offerta di credito a livello locale.

Seguendo, cioè, l’approccio metodologico sviluppato nelle precedenti edizioni, si è fornito (utilizzando dati e informazioni statistiche desunte dalla rilevazione effettuata dalla Banca d’Italia) un quadro descrittivo del ruolo svolto dal mondo bancario a supporto del sistema socio-imprenditoriale locale, indagando aspetti strutturali (presenza di sportelli per abitanti e imprese), dinamiche dei flussi finanziari (analisi dei depositi e degli impieghi) ed eventuali criticità dell’offerta di credito (analisi delle sofferenze bancarie).

Tale disamina rappresenta il punto di partenza delle successive analisi finalizzate a cogliere possibili modifiche intervenute nel corso del 2009 nei rapporti tra banche e imprese (in particolare nella fase di richiesta/concessione di nuove linee di credito o nella rinegoziazione di fidi preesistenti), utilizzando informazioni raccolte per mezzo di un’indagine field condotta su un campione di 207 imprese grossetane, nonché sugli istituti bancari e sui confidi operanti nella provincia.

A seguito, infatti, delle crisi dell’autunno 2008 di importanti gruppi finanziari americani (che hanno avuto ripercussioni notevoli sui mercati finanziari europei e mondiali) e delle modificazioni delle scelte di politica monetaria di medio e lungo periodo attuate dai principali Organismi di regolamentazione dei mercati finanziari, gli istituti bancari hanno necessariamente rivisto le proprie strategie aziendali con conseguenti ripercussioni sulle scelte di erogazione/concessione di credito, soprattutto al mondo imprenditoriale.

In tale situazione, ed in un crescente clima di incertezza tra gli operatori economici (concretizzatosi nel corso dell’anno, ad esempio, in un congelamento degli investimenti da parte delle imprese italiane ed in una brusca riduzione dei consumi da parte delle famiglie), risulta fondamentale, pertanto, verificare la presenza di possibili squilibri nella domanda e offerta di credito, fornendo una misura di eventuali criticità registrate sul territorio provinciale sia nella fase di concessione di credito alle imprese locali che nelle condizioni applicate (costi, garanzie, tassi, etc.) nei rapporti debitori delle imprese con le banche.

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CAPITOLO 1 - IL QUADRO CREDITIZIO IN PROVINCIA DI GROSSETO

1.1 – Struttura ed operatività del sistema bancario Per analizzare la struttura bancaria della provincia di Grosseto (utilizzando dati e informazioni desunte dalla Banca d’Italia) è necessario, in primo luogo, definire il contesto economico nel quale si trovava e si trova tutt’ora ad operare il sistema bancario.

La crisi internazionale, acuitasi nell’autunno dello scorso anno, in seguito al fallimento di importanti gruppi finanziari americani, ha avuto un forte impatto sulle prestazioni economiche e l’operatività di istituti bancari e imprese.

In particolare, gli effetti dell’irrigidimento dei criteri di erogazione del credito si sono rapidamente propagati al sistema produttivo nazionale determinando un aumento delle difficoltà delle imprese non solo nel finanziamento dei nuovi investimenti, ma anche nella copertura delle spese ordinarie.

Nonostante la fase recessiva, il credito erogato dalle banche ha continuato ad aumentare, sebbene a tassi più bassi rispetto al periodo precedente l’acuirsi della crisi. In altri termini, il rallentamento dell’attività creditizia non ha assunto la portata registrata in altri sistemi economici, più strettamente legati alle prestazioni del mercato finanziario internazionale. Il sistema bancario nazionale, infatti, ha risposto positivamente alla crisi, pur con difficoltà comunque rilevanti, in quanto non eccessivamente esposto alle minacce dei titoli colpiti dallo scoppio della bolla finanziaria.

Premesso ciò, è necessario introdurre l’analisi del sistema creditizio della provincia di Grosseto focalizzando l’attenzione, inizialmente, sulla dotazione infrastrutturale del sistema bancario locale nel confronto con gli analoghi valori riferiti al contesto regionale e nazionale. Per analizzare il quadro strutturale del credito, infatti, occorre in primo luogo saggiare la “ramificazione” bancaria quale approssimazione dell’offerta di servizi creditizi.

Ebbene, entrando nel vivo della nostra indagine il primo elemento infrastrutturale che occorre analizzare è relativo alla dotazione di sportelli bancari, con il territorio grossetano che risulta avere un numero soddisfacente di sportelli bancari in rapporto alla domanda potenzialmente espressa dalla popolazione locale.

A fine 2008, infatti, risultano operanti nel territorio provinciale 159 sportelli bancari con un aumento del 24,2% rispetto al 2002. Si tratta di una dinamica considerevolmente favorevole e, comunque, maggiore di quella rilevata sia a livello regionale sia a livello Italia (rispettivamente 17,3% e 14,1%).

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Tab. 1.1 – Sportelli bancari nelle province toscane ed in Italia (Anni 2002-2008; Valori assoluti e variazioni percentuali)

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione % 2008-2007

Variazione % 2008-2002

Firenze 608 615 627 638 660 677 701 3,5 15,3 Massa Carrara 97 100 100 102 108 108 111 2,8 14,4 Lucca 237 244 249 249 254 267 270 1,1 13,9 Pistoia 161 168 171 179 184 191 197 3,1 22,4 Livorno 176 180 182 189 198 205 213 3,9 21,0 Pisa 236 243 251 255 266 270 280 3,7 18,6 Arezzo 200 206 209 212 221 236 240 1,7 20,0 Siena 194 199 200 202 207 217 227 4,6 17,0 Grosseto 128 130 136 138 142 149 159 6,7 24,2 Prato 130 133 133 133 136 138 143 3,6 10,0 TOSCANA 2.167 2.218 2.258 2.297 2.376 2.458 2.541 3,4 17,3 CENTRO 6.027 6.192 6.324 6.472 6.677 6.911 7.125 3,1 18,2 ITALIA 29.922 30.502 30.951 31.504 32.337 33.225 34.139 2,8 14,1 Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d'Italia

Tuttavia, se la dotazione di sportelli bancari per abitante è tra le più importanti della regione (7,1 sportelli per 10.000 abitanti contro i 6,9 della media regionale), stesso non può dirsi se si considera il numero degli sportelli in relazione alle imprese. Al 2008, infatti, risultano operativi circa 5,9 sportelli ogni 1.000 imprese (cfr. Tav. A2 in appendice). Nel confronto con le altre realtà toscane, solo la provincia di Prato ha manifestato un valore inferiore.

Nel periodo più recente (2007-2008), inoltre, si è assistito, sia a livello nazionale che regionale, ad importanti operazioni di fusione ed acquisizione che hanno coinvolto, per lo più, gli intermediari finanziari di elevata dimensione. Tali operazioni sono state indotte dal crescente livello di competitività internazionale sul mercato finanziario, per rispondere alla quale gli operatori del settore hanno riorganizzato profondamente la loro struttura. Anche le principali banche popolari italiane sono entrate a pieno titolo a far parte di operazioni di concentrazione delle attività finanziarie.

Accanto ai grandi processi di fusione, tuttavia, si è assistito alla crescente diffusione di banche di piccola-media dimensione, che si sono insediate rapidamente nel territorio nazionale. Pur non potendo reggere il confronto sulla base dell’efficienza operativa, rispetto ai grandi gruppi, tali banche si sono proposte come partner di fiducia soprattutto di PMI, grazie alla loro maggiore conoscenza delle caratteristiche aziendali e delle esigenze creditizie del tessuto produttivo locale.

L’ insieme di queste operazioni ha favorito, in misura diversa, la crescita del numero di sportelli bancari in tutto il territorio nazionale. Nel caso della regione Toscana, le province che hanno registrato, tra il 2007 e il 2008, i tassi di crescita maggiori sono state proprio Grosseto (+6,7%) e, a seguire, Siena, Livorno e Pisa.

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Graf. 1.1 – Tasso di variazione degli sportelli bancari nelle province toscane ed in Italia (Anni 2002-2008; variazioni percentuali)

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0

Prato

Lucca

ITALIA

Massa Carrara

Firenze

Siena

TOSCANA

CENTRO

Pisa

Arezzo

Livorno

Pistoia

Grosseto

10,0

13,9

14,1

14,4

15,3

17,0

17,3

18,2

18,6

20,0

21,0

22,4

24,2

Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d'Italia

Tralasciando gli aspetti più legati alla struttura degli istituti bancari locali, è interessante osservare il livello di operatività bancario, attraverso una lettura dinamica dei depositi e degli impieghi.

Nonostante i fattori che caratterizzano l’irrigidimento del sistema bancario sopra citati, anche nel 2008 si rileva una crescita dei depositi in provincia di Grosseto che sottolinea un contributo positivo allo sviluppo economico locale.

Nel corso del 2008, infatti, la crescita dei depositi è stata del +5,7% ed il monte depositi rilevato in provincia di Grosseto è risultato pari a 2,2 miliardi di euro. Ad essi si aggiungono i 736 milioni di euro di risparmio postale che rappresentano un quarto del complesso dei depositi (dato dalla somma tra depositi bancari e postali).

Si tratta di un’incidenza superiore a quella media nazionale (Grosseto 25,1%; Italia 22,1%) e regionale (18,3%), che evidenzia il peso che hanno i canali tradizionali ed il piccolo risparmio sulla raccolta finanziaria in una provincia caratterizzata da un elevato indice di vecchiaia1 (221,8 in provincia a fronte del 188,3 della Toscana e del 142,8 dell’Italia).

In termini dinamici si evidenzia, altresì, una crescita dei depositi che, tra il 2002 ed il 2008, è stata pari al +22,4%, valore rilevante che, tuttavia, risulta inferiore alla media della Toscana (+30,6%) e dell’Italia (+40,0%).

1 Rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni.

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Tab. 1.2 – Depositi bancari e postali nelle province toscane ed in Italia (Anni 2002-2008; Valori assoluti in milioni di euro e variazioni percentuali)

Valori assoluti in milioni di euro

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Banco Posta 2008

Totale Depositi

Firenze 11.370 12.318 12.939 13.816 14.585 14.256 15.715 2.366 18.081 Massa C. 1.4 86 1.650 1.638 1.735 1.897 1.965 2.009 828 2.836 Lucca 3.607 3.729 3.812 4.353 4.784 4.595 5.056 1.638 6.694 Pistoia 2.548 2.698 2.883 2.935 2.995 3.081 3.206 1.012 4.217 Livorno 2.496 2.707 2.738 2.951 3.110 3.218 3.240 897 4.137 Pisa 3.744 3.975 4.103 4.393 4.434 4.621 4.798 1.184 5.983 Arezzo 3.527 3.563 3.546 3.622 3.716 3.780 3.956 1.068 5.024 Prato 2.772 3.007 3.116 3.278 3.286 3.267 3.470 352 3.822 Siena 3.341 3.527 3.820 3.694 3.828 3.919 4.277 673 4.950 Grosseto 1.796 1.956 1.937 2.024 2.090 2.080 2.199 736 2.935 TOSCANA 36.688 39.130 40.529 42.802 44.724 44.783 47.926 10.753 58.679 CENTRO 131.930 140.902 149.942 161.868 171.764 177.122 198.121 51.087 249.208 ITALIA 583.267 611.469 644.478 690.723 727.617 749.406 816.555 231.990 1.048.545

Variazioni percentuali Incidenza percentuale

2003-02 2004-03 2005-04 2006-05 2007-06 2008-07 2008-02 Banco Posta 2008

Totale Depositi

Firenze 8,3 5,0 6,8 5,6 -2,3 10,2 38,2 13,1 100,0 Massa C. 11,1 -0,8 6,0 9,3 3,6 2,2 35,2 29,2 100,0 Lucca 3,4 2,2 14,2 9,9 -3,9 10,0 40,2 24,5 100,0 Pistoia 5,9 6,8 1,8 2,0 2,9 4,1 25,8 24,0 100,0 Livorno 8,4 1,1 7,8 5,4 3,5 0,7 29,8 21,7 100,0 Pisa 6,2 3,2 7,1 0,9 4,2 3,8 28,1 19,8 100,0 Arezzo 1,0 -0,5 2,2 2,6 1,7 4,7 12,2 21,3 100,0 Prato 8,5 3,6 5,2 0,2 -0,6 6,2 25,2 9,2 100,0 Siena 5,6 8,3 -3,3 3,6 2,4 9,2 28,0 13,6 100,0 Grosseto 8,9 -1,0 4,5 3,2 -0,5 5,7 22,4 25,1 100,0 TOSCANA 6,7 3,6 5,6 4,5 0,1 7,0 30,6 18,3 100,0 CENTRO 6,8 6,4 8,0 6,1 3,1 11,9 50,2 20,5 100,0 ITALIA 4,8 5,4 7,2 5,3 3,0 9,0 40,0 22,1 100,0 Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d'Italia

Dal lato degli impieghi va osservato, invece, che il loro valore in termini assoluti risulta a Grosseto il più basso tra le province toscane (meno di 5 miliardi di euro) prossimo solo ai valori di Massa Carrara, Pistoia, Livorno ed Arezzo.

Ciò nonostante, la variazione percentuale che, tra il 2002 ed il 2008, ha interessato l’erogazione di credito, è stata molto più rapida a Grosseto rispetto a quella media registrata a livello regionale (da 2,5 a 4,2 miliardi di euro); si è trattato di una delle performance migliori nel contesto regionale (seconda solo alle realtà di Lucca e di Siena) che ha permesso di riallineare la provincia a valori più vicini di quelli osservabili nelle altre realtà toscane.

In termini percentuali si osserva, a livello regionale, una crescita dell’indicatore che, tra il 2002 ed il 2008, è stata pari al 66,6%, ovvero più di quanto osservato a livello nazionale (52,5%). Si tratta di una connotazione positiva dell’indicatore che, come osservato in precedenza, trova ancor più enfasi in provincia di Grosseto (83,3%). Anche tra il 2007 ed il 2008 si riscontra una dinamica più incisiva della variazione

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degli impieghi associabile alla provincia di Grosseto (+8,4%) sia nel confronto con l’analoga variazione regionale (+4,2%) che nazionale (+4,3%). Delle province toscane, d’altronde, solo Lucca presenta una dinamica migliore (+12,3%), mentre negative ed in controtendenza con la rilevazione media della Toscana risulta la sola provincia di Siena, il che è probabilmente dovuto alla maggiore esposizione del sistema bancario locale agli scenari internazionali.

Tab. 1.3 – Impieghi bancari nelle province toscane ed in Italia (Anni 2002-2008; Valori assoluti in milioni di euro e variazioni percentuali)

Valori assoluti in milioni di euro 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Firenze 20.385 21.985 24.214 27.151 29.083 32.017 34.040 Massa Carrara 2.252 2.475 2.622 2.797 3.178 3.528 3.625 Lucca 7.040 8.142 8.717 9.479 11.649 13.189 14.817 Pistoia 4.543 4.941 5.430 5.844 6.350 6.864 7.156 Livorno 4.765 5.234 5.259 5.719 6.125 6.813 7.110 Pisa 6.863 6.939 7.391 8.024 8.217 9.193 9.512 Arezzo 5.015 5.407 6.040 6.430 6.991 7.390 7.667 Siena 5.581 6.279 7.602 9.097 10.896 11.814 10.509 Grosseto 2.506 2.871 3.106 3.469 3.944 4.239 4.594 Prato 5.329 5.813 6.200 6.665 7.213 7.700 8.029 TOSCANA 64.279 70.086 76.581 84.675 93.646 102.747 107.059 CENTRO 247.685 261.345 270.736 289.974 313.216 349.523 361.793 ITALIA 1.026.765 1.089.925 1.150.399 1.237.979 1.369.904 1.500.680 1.565.304

Variazioni percentuali 2003-02 2004-03 2005-04 2006-05 2007-06 2008-07 2008-02 Firenze 7,9 10,1 12,1 7,1 10,1 6,3 67,0 Massa Carrara 9,9 5,9 6,7 13,6 11,0 2,8 61,0 Lucca 15,6 7,1 8,7 22,9 13,2 12,3 110,5 Pistoia 8,8 9,9 7,6 8,7 8,1 4,2 57,5 Livorno 9,9 0,5 8,7 7,1 11,2 4,4 49,2 Pisa 1,1 6,5 8,6 2,4 11,9 3,5 38,6 Arezzo 7,8 11,7 6,5 8,7 5,7 3,8 52,9 Siena 12,5 21,1 19,7 19,8 8,4 -11,0 88,3 Grosseto 14,6 8,2 11,7 13,7 7,5 8,4 83,3 Prato 9,1 6,7 7,5 8,2 6,8 4,3 50,7 TOSCANA 9,0 9,3 10,6 10,6 9,7 4,2 66,6 CENTRO 5,5 3,6 7,1 8,0 11,6 3,5 46,1 ITALIA 6,2 5,5 7,6 10,7 9,5 4,3 52,5 Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d'Italia

Concentrando, inoltre, l’attenzione sulla tipologia di investimenti cui gli impieghi oltre il breve termine (cfr. Glossario) sono stati destinati, emerge che a livello nazionale, tra il 2002 ed il 2008 (Tab. 1.4), sono aumentati in particolare i finanziamenti destinati all’acquisto di abitazioni, seguiti da quelli destinati ai fabbricati non residenziali. Sempre a livello nazionale sono, invece, diminuiti, in

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termini di variazione percentuale, gli investimenti in macchine, mezzi di trasporto e prodotti vari (-3,6%).

Anche in provincia di Grosseto si sono registrati i maggiori tassi di crescita in corrispondenza degli impieghi rivolti all’acquisito di abitazioni (+145%) cui sono seguiti quelli per altri finanziamenti, diversi sia da quelli immobiliari che in beni di consumo durevoli. È interessante notare, al contempo, che, nel territorio provinciale, si sono registrate incidenze superiori alla media regionale negli impieghi per l’acquisto di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (+18,2%), così come per i beni di consumo durevoli (+29,5%).

Tab. 1.4 – Finanziamenti oltre il breve termine per tipo di investimento nelle province toscane e in Italia (valori assoluti in milioni di euro al 2008 e variazione % rispetto al 2002)

Valori assoluti in milioni di euro

Macchine, attrezzature e mezzi di trasporto

Abitazioni famiglie

consumatrici

Fabbricati non

residenziali

Beni durevoli famiglie

consumatrici

Altri finanziamenti TOTALE

Arezzo 282 1.100 553 131 2.391 4.457 Firenze 1.019 5.275 1.972 418 11.097 19.781 Grosseto 168 765 561 95 1.804 3.393 Livorno 395 1.427 653 169 2.660 5.304 Lucca 477 1.506 625 154 5.046 7.808 Massa Carrara 118 591 223 79 1.364 2.375 Pisa 360 1.482 577 180 3.645 6.244 Pistoia 219 1.316 425 133 2.439 4.530 Siena 297 1.329 959 94 3.268 5.946 Prato 754 1.304 594 121 2.196 4.971 TOSCANA 4.089 16.095 7.142 1.574 35.910 64.809 CENTRO 15.167 52.728 17.015 5.531 138.127 228.569 ITALIA 83.956 226.300 65.167 25.879 570.030 971.331

Variazioni percentuali

Macchine, attrezzature e mezzi di trasporto

Abitazioni famiglie

consumatrici

Fabbricati non

residenziali

Beni durevoli famiglie

consumatrici

Altri finanziamenti TOTALE

Arezzo -36,5 141,7 155,8 35,3 96,3 83,4 Firenze 6,6 127,8 109,3 8,0 87,4 88,0 Grosseto 18,2 145,0 73,7 29,5 114,3 100,5 Livorno -14,2 106,3 158,9 2,0 90,7 78,9 Lucca -6,0 121,0 116,0 5,5 155,5 116,9 Massa Carrara -26,1 95,1 117,7 -15,6 103,4 78,7 Pisa -18,7 127,1 85,7 -11,5 92,5 78,2 Pistoia -22,0 72,8 94,6 23,3 97,4 74,0 Siena -2,1 151,1 127,5 7,3 103,4 101,7 Prato 95,1 114,8 104,6 45,6 73,5 88,8 TOSCANA 0,2 120,2 112,2 8,9 99,2 89,4 CENTRO -35,7 119,9 140,0 38,4 86,0 72,0 ITALIA -3,6 126,4 119,7 60,4 102,4 88,8 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

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1.2 – Le sofferenze bancarie e la solvibilità delle imprese

La crisi internazionale ha provocato, a livello generale, un irrigidimento delle condizioni applicate ai finanziamenti bancari ed una stretta creditizia che non ha tuttavia prodotto effetti di rilievo in provincia di Grosseto, visto che il credito erogato, nonostante le difficoltà, ha continuato ad aumentare (cfr. Tab. 1.3). Tale circostanza, inoltre, si è realizzata nonostante vi sia stato un peggioramento della solvibilità delle imprese locali, in controtendenza con quanto rilevato a livello nazionale (Tab. 1.5).

Se si osserva la dinamica delle sofferenze bancarie, infatti, emerge come il volume locale, in termini monetari, abbia raggiunto il picco massimo proprio durante il 2008 (146 milioni di euro), con una crescita dell’84,8% rispetto al 2002 (e pari al +25,9% solo nel periodo 2007-2008) e con un analogo tasso di crescita regionale decisamente inferiore (+41,5% nell’intero periodo considerato) ma che sottolinea, comunque, un aumento strutturale della rischiosità del credito.

Tab. 1.5 – Andamento delle sofferenze bancarie nelle province toscane ed in Italia (Anni 2002-2008; Valori assoluti in milioni di euro e variazioni percentuali)

Valori assoluti Variazioni percentuali

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2008-2007 2008-2002 Firenze 634 777 776 727 772 635 715 12,6 12,8 Massa Carrara 117 121 123 129 149 134 119 -11,2 1,7 Lucca 189 208 238 235 260 266 409 53,8 116,4 Pistoia 166 184 219 228 285 261 284 8,8 71,1 Livorno 130 153 153 149 159 136 145 6,6 11,5 Pisa 231 249 365 353 304 274 279 1,8 20,8 Arezzo 189 212 226 254 245 243 315 29,6 66,7 Siena 140 144 181 180 194 154 152 -1,3 8,6 Grosseto 79 80 85 86 94 116 146 25,9 84,8 Prato 142 174 187 223 238 225 290 28,9 58,5 TOSCANA 2.017 2.302 2.553 2.564 2.700 2.444 2.854 16,8 41,5 CENTRO 12.054 13.521 14.451 13.325 13.885 13.672 10.052 -26,5 -16,6 ITALIA 45.745 50.573 54.043 44.971 46.880 47.027 40.951 -12,9 -10,5 Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Visto il crescente volume dei crediti in sofferenza, la Toscana potrebbe apparire, quindi, come un territorio altamente rischioso dal punto di vista finanziario. Tuttavia, si deve al contempo osservare che il tessuto produttivo della Toscana e della provincia di Grosseto è caratterizzato prevalentemente da piccole e medie imprese che generalmente richiedono finanziamenti di importo “contenuto”, con la conseguenza che, in caso di insolvenza, l’entità dei crediti in sofferenza risulta modesta.

La crescita delle sofferenze, registrata sia a livello regionale che provinciale, potrebbe dipendere piuttosto dal fatto che le operazioni di ‘messa in sicurezza’ dei crediti

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considerati non esigibili hanno interessato soprattutto i finanziamenti di ampio importo, concessi quindi ad imprese di media-grande dimensione. In altri termini, la riduzione del volume delle sofferenze, registrata a livello nazionale, è stata provocata dal ricorso generalizzato alla cartolarizzazione, ossia alla pratica finanziaria di conversione del credito o di altre attività finanziarie a rischio, capaci di generare flussi di cassa pluriennali, in titoli negoziabili sui mercati.

Di conseguenza, sempre più spesso, a partire dal 2000, sono stati in buona parte i piccoli debitori, esclusi dalla cartolarizzazione, ad emergere come soggetti insolventi; pertanto, le PMI toscane sono balzate ai primi posti delle classifiche in riferimento al tasso di crescita del volume delle sofferenze.

Si può affermare, quindi, che i problemi di rientro del debito riscontrati negli ultimi anni dalle banche non sembrano imputabili tanto alla poca prudenza nei meccanismi di selezione della clientela, o all’effettivo deterioramento della solvibilità delle imprese toscane, quanto piuttosto alle cause sopra richiamate.

Infatti, dall’analisi delle sofferenze in relazione agli impieghi bancari (Graf. 1.2) i casi della Toscana e di Grosseto risultano sostanzialmente in linea con quanto osservato in Italia. Il fatto che la quota di sofferenze sugli impieghi bancari possa essere considerata fisiologica e che essa sia prossima alla media nazionale e a quella regionale lascia, poi, intravedere segnali positivi per l’immediato futuro della realtà economica grossetana.

Graf. 1.2 – Quota delle sofferenze sugli impieghi bancari in provincia di Grosseto, in Toscana ed in Italia (Anni 2002-2008; Incidenze percentuali)

2,7

2,42,52,72,8

3,23,2

2,4

2,93,0

3,33,3

3,12,72,8

3,9

4,44,6

5,35,24,9

4,54,6 4,7

3,63,4

3,1

2,6

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

GROSSETO TOSCANA Centro ITALIA

Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

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CAPITOLO 2 - L’ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI GROSSETO NEL 2009 In questo secondo capitolo si è inteso fotografare il quadro attuale delle relazioni intercorrenti tra mondo bancario e imprese della provincia di Grosseto, attraverso un’indagine sul campo, realizzata su un campione di oltre 200 imprese locali e sugli istituti di credito e confidi, al fine di verificare, in primo luogo, eventuali difficoltà riscontrate nell’accesso al credito nel corso del 2009 da parte degli imprenditori grossetani.

L’analisi è stata condotta comparando i risultati emersi tra i diversi settori di attività economica, rilevando anche eventuali differenze di giudizio rispetto all’anno di costituzione delle aziende intervistate e/o all’ammontare e all’andamento del fatturato delle stesse.

L’indagine ha seguito, inoltre, un approccio dinamico che consente di evidenziare in che modo si siano evolute le caratteristiche generali del credito e del costo del finanziamento rispetto allo scorso dicembre 2008.

2.1 - Il rapporto tra banche ed imprese locali

Per comprendere appieno come si articola il rapporto tra imprese ed intermediari bancari è necessario, innanzi tutto, verificare l’intensità e la modalità dei loro “contatti”. Indagando il grado di relazione che esiste tra tessuto produttivo e sistema bancario, è opportuno sottolineare come le imprese grossetane dimostrino una modestissima diversificazione dei partner bancari, relazionandosi solo nel 5,8% dei casi con tre o più istituti di credito, nel 20,3% dei casi con due banche e, infine, nel 66,7% con un solo Istituto bancario.

Dalla lettura del grafico 2.1 emerge come la prevalenza dei rapporti con tre o più banche siano da ascrivere, prevalentemente, ai comparti del manifatturiero (11,1% dei casi), dei servizi (10,0% delle imprese) e, quindi, del turismo (6,8%); invero, il ricorso ad un solo partner bancario appare più frequente tra le imprese operanti nei settori del commercio (76,9% dei casi) e dell’agricoltura (70,8% dei casi), per il quale, in particolare, si segnala anche una quota consistente di coloro che dichiarano di non ricorrere ad alcun istituto creditizio (il 16,7% del totale).

Operando una disaggregazione del dato in riferimento alle diverse forme giuridiche delle imprese provinciali, si rileva come tra le imprese che “dialogano” con più di un istituto creditizio prevalgono le società di capitali, con il 54,2% delle stesse che opera regolarmente con due banche e l’8,3% con tre o più istituti di credito.

Per le imprese individuali e le altre forme societarie, il 72,1% degli imprenditori tende a conservare un rapporto privilegiato con la propria banca di fiducia, mentre il 13,5% di queste manifesta la tendenza ad ampliare la numerosità dei propri

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interlocutori creditizi, potendosi trovare nella possibilità di dover richiedere servizi specifici a due operatori. Graf. 2.1 - Numero di banche cui si servono le imprese grossetane per settore di attività economica (Valori percentuali)

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Totale

Terziario

Turismo

Commercio

Costruzioni

Manifatturiero

Agricoltura

66,7

70,0

61,4

76,9

58,1

61,1

70,8

20,3

15,0

22,7

19,2

29,0

22,2

8,3

5,8

10,0

6,8

1,9

3,2

11,1

4,2

7,2

5,0

9,1

1,9

9,7

5,6

16,7

Una sola banca Due banche Tre o più banche Nessuna banca

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009 Tab. 2.1 – Numero di banche cui si servono le imprese grossetane per forma giuridica (Valori percentuali)

FORMA GIURIDICA Società di persone Società di capitali Impresa

individuale e altre forme

Totale imprese

Nessuna banca 5,7 4,2 9,0 7,2 Una sola banca 68,6 33,3 72,1 66,7 Due banche 20,0 54,2 13,5 20,3 Tre o più banche 5,7 8,3 5,4 5,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Oltre alla scelta sulla numerosità degli Istituti creditizi di riferimento è stata indagata anche la tipologia di banca con cui le imprese della provincia di Grosseto si relazionano prevalentemente.

Ebbene, a livello generale, si rileva come esista una particolare preferenza verso le banche aventi in prevalenza una struttura organizzativa di Spa (il 46,1% dei casi), piuttosto che verso gli istituti di credito cooperativo, indicate, in ogni caso, dal 30,9% delle imprese. Non indifferente è, poi, la quota di imprenditori che dichiara di non

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avere una particolare tipologia di riferimento (il 23,0%), specie per ciò che riguarda il comparto edile (53,6% del campione).

Le banche costituite sotto forma di Spa, popolari, ecc., comunque, sembrano essere la scelta privilegiata soprattutto dalle imprese appartenenti al comparto manifatturiero (secondo il 61,8% dei casi) ed agricolo (gli imprenditori agricoli che si rivolgono a tale tipologia di istituti bancari sono il 57,9% del totale). I settori economici che sembrano prediligere rapporti con banche di credito cooperativo risultano, invece, il commercio (37,3% del totale) e il comparto ricettivo (con il 35,0% del totale).

Graf. 2.2 - Tipologia di istituto bancario cui si relazionano le imprese grossetane per settore di attività economica (Valori percentuali)

30,9

21,1

35,037,3

28,626,5 26,3

46,1

52,650,0

41,2

17,9

61,8

57,9

23,026,3

15,0

21,6

53,6

11,8

15,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Banche di Credito Cooperativo Altre banche (Banche SPA, Banche Popolari, etc.) Nessuna tipologia di riferimento

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Entrando ora nello specifico dell’analisi del livello generale di soddisfazione delle imprese grossetane in merito all’offerta di credito sul territorio, vengono di seguito riportati i giudizi espressi in riferimento alla quantità di credito disponibile (o erogabile), alla diversa tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione e successiva accettazione delle richieste di fido.

Dalle risultanze dell’indagine si evidenzia come circa la metà delle imprese provinciali giudichi adeguata sia la quantità di credito erogabile e/o disponibile, che la diversa tipologia dei servizi finanziari offerti. D’altro canto, rispetto ad entrambi gli aspetti, si rileva una quota non trascurabile di imprese (oltre il 30% del totale) che percepisce una situazione di generale inadeguatezza.

Più critico è, invece, l’atteggiamento verso i tempi di valutazione ed accettazione della richiesta di fido avanzata alla banca: il giudizio di soddisfazione è, infatti,

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indicato solo dal 36,6% degli imprenditori, contro un 41,4% di dichiarazioni di inadeguatezza.

Scendendo nel dettaglio settoriale, dalla lettura della successiva tabella, è possibile notare come le opinioni degli imprenditori tendono ad assumere vesti piuttosto differenziate: prevalgono nettamente da parte delle imprese edili le percezioni positive sulla quantità di credito disponibile (67,9% dei casi) e sulla tipologia degli strumenti finanziari offerti (64,3%), mentre gli imprenditori del manifatturiero si esprimono su questo secondo aspetto in prevalenza con valutazioni di inadeguatezza (47,1% dei casi).

Relativamente alla tempistica di valutazione ed accettazione della pratica di finanziamento si assiste ad una diffusa percezione di inadeguatezza soprattutto nel comparto delle costruzioni, nel manifatturiero e nel commercio. Maggior livello di indecisione nei giudizi si riscontra, invece, nei comparti turistico, agricolo e nel terziario, in cui l’incidenza delle mancate risposte in merito all’adeguatezza dei tempi di accettazione risultano superiori alla media.

Tab. 2.2 – Giudizio delle imprese grossetane sulle caratteristiche dell’accesso al credito per settore di attività economica (Valori percentuali)

Settore attività economica

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Turismo Terziario Totale

imprese

CREDITO DISPONIBILE/EROGABILE Adeguato 47,4 50,0 67,9 45,1 52,5 36,8 50,3 Inadeguato 15,8 44,1 21,4 35,3 25,0 31,6 30,4

Ns/Non risponde 36,8 5,9 10,7 19,6 22,5 31,6 19,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 47,4 35,3 64,3 51,0 50,0 36,8 48,2 Inadeguato 21,1 47,1 25,0 31,4 27,5 31,6 31,4

Ns/Non risponde 31,6 17,6 10,7 17,6 22,5 31,6 20,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

TEMPI DI VALUTAZIONE/ACCETTAZIONE RICHIESTE FIDO Adeguato 42,1 35,3 25,0 33,3 47,5 36,8 36,6 Inadeguato 15,8 55,9 64,3 43,1 27,5 31,6 41,4 Ns/Non risponde 42,1 8,8 10,7 23,5 25,0 31,6 22,0

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

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Dalla stratificazione del campione per forma giuridica e fatturato, emerge come l’adeguatezza del credito disponibile, nonché della gamma degli strumenti finanziari offerti si addice, prevalentemente, alle imprese maggiormente strutturate, costituite come società di capitali (il 73,9% e il 60,9% dei casi rispettivamente) ed alle imprese con fatturato elevato (il 70,0% dei casi, per fatturato superiore al milione di euro).

Di contro, con specifico riferimento ai tempi di valutazione ed accettazione delle richieste di fido, le migliori percezioni sull’attività degli istituti di credito si registrano in corrispondenza delle imprese individuali e altre forme, mentre i giudizi di insoddisfazione tendono a crescere all’aumentare della complessità della struttura aziendale.

Tab. 2.3 – Giudizio delle imprese grossetane sulle caratteristiche dell’accesso al credito per forma giuridica e classe di fatturato (Valori percentuali)

Forma giuridica Fatturato

Società di persone

Società di capitali

Impresa individuale e altre forme

Fino a 300 mila euro

Da 301 a 1 milioni di euro

Oltre 1 milione di euro

Totale imprese

CREDITO DISPONIBILE/EROGABILE Adeguato 43,1 73,9 49,5 41,8 63,6 70,0 50,3 Inadeguato 35,4 21,7 29,7 30,3 31,8 25,0 30,4

Ns/Non risponde 21,5 4,3 20,8 27,9 4,5 5,0 19,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 43,1 60,9 48,5 41,8 54,5 70,0 48,2 Inadeguato 36,9 30,4 28,7 28,7 40,9 25,0 31,4

Ns/Non risponde 20,0 8,7 22,8 29,5 4,5 5,0 20,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

TEMPI DI VALUTAZIONE/ACCETTAZIONE RICHIESTE FIDO Adeguato 27,7 34,8 42,6 35,2 31,8 50,0 36,6 Inadeguato 49,2 56,5 33,7 34,4 59,1 45,0 41,4 Ns/Non risponde 23,1 8,7 23,8 30,3 9,1 5,0 22,0

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Alle imprese della provincia di Grosseto è stato poi chiesto di esprimersi anche in riferimento all’evoluzione della situazione generale dell’accesso al credito nel corso del 2009.

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In particolare, dalla lettura della tabella 2.4, è possibile rilevare che circa la metà degli imprenditori giudica invariate, nel corso del 2009, sia le condizioni generali di accesso al credito (44,5% dei casi, ma con il 24,6% degli stessi ad avvertire, di contro, dei peggioramenti) sia la gamma di strumenti finanziari offerti (qui la quota di imprenditori che percepisce stabile l’evoluzione dell’attività bancaria è pari al 45,0%).

Tab. 2.4 – Giudizio delle imprese grossetane sull’evoluzione dell’accesso al credito, durante il 2009, per settore di attività economica (Valori percentuali)

Settore attività economica

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Turismo Terziario Totale

imprese

CREDITO DISPONIBILE/EROGABILE Migliorato 10,5 17,6 7,1 3,9 17,5 5,3 10,5 Rimasto stabile 42,1 44,1 60,7 49,0 37,5 26,3 44,5 Peggiorato 5,3 32,4 17,9 29,4 27,5 21,1 24,6 Ns/Non risponde 42,1 5,9 14,3 17,6 17,5 47,4 20,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI Migliorato 10,5 14,7 7,1 3,9 15,0 5,3 9,4 Rimasto stabile 42,1 44,1 57,1 52,9 37,5 26,3 45,0 Peggiorato 5,3 35,3 21,4 25,5 30,0 21,1 25,1 Ns/Non risponde 42,1 5,9 14,3 17,6 17,5 47,4 20,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

TEMPI DI VALUTAZIONE/ACCETTAZIONE RICHIESTE FIDO Migliorato 10,5 14,7 0,0 3,9 17,5 5,3 8,9 Rimasto stabile 31,6 44,1 42,9 41,2 37,5 26,3 38,7 Peggiorato 10,5 32,4 42,9 37,3 27,5 21,1 30,9 Ns/Non risponde 47,4 8,8 14,3 17,6 17,5 47,4 21,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Le maggiori criticità nell’accesso al credito, invece, emergono in corrispondenza dei tempi di valutazione ed accettazione della richiesta di un fido: gli intervistati che giudicano in peggioramento l’attività degli istituti di credito è pari al 30,9% del totale, con un 38,7% che, invece, si esprime per una stabilità.

A livello settoriale, sono in particolare le imprese del manifatturiero a rilevare un “deterioramento”, nel corso del 2009, delle condizioni di disponibilità del credito nonché degli strumenti finanziari offerti; rispetto ai tempi di valutazione delle domande di fido, le criticità più evidenti provengono, invece, dai giudizi degli imprenditori delle costruzioni.

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Osservando la stratificazione del campione per anno di costituzione delle imprese, è possibile notare come siano le imprese di più recente costituzione a percepire maggiormente una stabilità sia del credito disponibile ed erogabile sia nelle tipologie degli strumenti finanziari offerti (in ambo i casi secondo il 59,5% degli intervistati), mentre una più diffusa percezione di miglioramento si individua, di contro, nelle imprese più longeve (rispettivamente, secondo il 12,4% e 10,3%).

Le percezioni di una crescente difficoltà in riferimento alla gestione dei tempi di valutazione ed accettazione delle richieste di fido da parte delle banche sembrerebbero, inoltre, appannaggio delle imprese di più recente costituzione.

Tab. 2.5 – Giudizio delle imprese grossetane sull’evoluzione dell’accesso al credito, durante il 2009, per anno di costituzione e forma giuridica (Valori percentuali)

Anno di costituzione Forma giuridica Prima del

1990 1991 - 2000

2001 in poi

Società di persone

Società di capitali

Impresa individuale e altre forme

Totale imprese

CREDITO DISPONIBILE/EROGABILE Migliorato 12,4 10,7 5,4 4,6 13,0 13,9 10,5 Stabile 38,1 46,4 59,5 40,0 60,9 43,6 44,5 Peggiorato 22,7 32,1 18,9 33,8 17,4 20,8 24,6 Ns/Nr 26,8 10,7 16,2 21,5 8,7 21,8 20,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI Migliorato 10,3 10,7 5,4 4,6 13,0 11,9 9,4 Stabile 39,2 46,4 59,5 43,1 60,9 42,6 45,0 Peggiorato 23,7 32,1 18,9 30,8 17,4 23,8 25,1 Ns/Nr 26,8 10,7 16,2 21,5 8,7 21,8 20,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

TEMPI DI VALUTAZIONE/ACCETTAZIONE RICHIESTE FIDO Migliorato 10,3 8,9 5,4 6,2 4,3 11,9 8,9 Stabile 38,1 41,1 37,8 36,9 30,4 41,6 38,7 Peggiorato 22,7 39,3 40,5 35,4 56,5 22,8 30,9 Ns/Nr 28,9 10,7 16,2 21,5 8,7 23,8 21,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

La disaggregazione del campione per forma giuridica, poi, evidenzia come sia l’evoluzione del credito disponibile (o erogabile) sia la tipologia degli strumenti finanziari offerti nel corso del 2009 risultino stabili prevalentemente per le società di capitali (nel 60,9% dei casi), mentre siano percepiti in peggioramento soprattutto da parte delle società di persone. Le imprese maggiormente strutturate, inoltre, denunciano un sensibile inasprimento delle tempistiche di valutazione e accettazione delle richieste di fido.

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Proseguendo nell’esame dei giudizi resi dal tessuto economico grossetano sul rapporto con il sistema creditizio, sono stati indagati gli aspetti più direttamente legati al costo del finanziamento, sintetizzati in termini di tasso applicato (TAEG), garanzie richieste sul finanziamento e costi complessivi dell’operazione di affidamento.

Occorre rilevare come per i tassi di interesse esista una forte influenza dovuta all’instabilità dei mercati finanziari internazionali. La crisi di liquidità bancaria che ha raggiunto prima l’Europa e poi il nostro Paese ha causato un inasprimento delle condizioni quantitative e qualitative del credito erogato.

Lo shock avvenuto appena un anno fa ha interrotto un trend di progressiva diminuzione dei tassi a livello provinciale e nazionale, dove il gap tra i valori italiani e quelli dei maggiori paesi europei si era in parte colmato sia per effetto della crescente concorrenza tra istituti di credito nazionali ed esteri sia per effetto degli stimoli indotti dal processo di convergenza che interessa le varie sfere istituzionali dell’Euro-sistema.

Partendo proprio dal tasso applicato, va evidenziato come ben il 43,7% delle imprese provinciali riferisca giudizi di inadeguatezza, contro il 28,9% dei casi che si esprime in termini positivi; non molto dissimile la situazione descritta dalle imprese rispetto sia alla richiesta di garanzie reali e/o personali da parte delle banche che al costo complessivo del finanziamento (qui le opinioni di inadeguatezza superano, in entrambi i casi, il 45% del totale).

Va, comunque, sottolineato come l’indagine presso le imprese sia stata svolta in una fase dell’anno in cui i “venti della crisi” hanno “spirato” con maggior forza rispetto al 2008, con la conseguenza che i giudizi espressi risentono del maggior “livello di attenzione” sui prestiti erogati che le banche hanno posto in essere, rendendo più stringenti i parametri legati all’erogazione di credito, in particolare per i nuovi clienti.

Differenze di giudizio si rilevano, poi, con riferimento ai settori di appartenenza dove sono le imprese edili a denunciare (nel 64,3% dei casi) l’eccessiva onerosità del tasso applicato, seguite dal 51,0% delle imprese commerciali (si rileva, di contro, come per il 45,0% delle imprese turistiche prevalgono giudizi positivi).

La valutazione rispetto all’onerosità delle garanzie richieste dalle banche a copertura dei fidi e rispetto al costo complessivo dell’operazione presenta le maggiori percentuali di insoddisfazione nei settori edile e manifatturiero.

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Tab. 2.6 – Giudizio delle imprese grossetane sul costo del finanziamento per settore di attività economica (Valori percentuali)

Settore attività economica

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Turismo Terziario Totale

imprese

TASSO APPLICATO Adeguato 31,6 39,4 10,7 17,6 45,0 31,6 28,9 Inadeguato 31,6 48,5 64,3 51,0 30,0 26,3 43,7

Ns/Non risponde 36,8 12,1 25,0 31,4 25,0 42,1 27,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 GARANZIE RICHIESTE

Adeguato 31,6 36,4 10,7 19,6 37,5 31,6 27,4 Inadeguato 31,6 54,5 64,3 49,0 37,5 26,3 45,8

Ns/Non risponde 36,8 9,1 25,0 31,4 25,0 42,1 26,8

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

COSTO COMPLESSIVO DI FINANZIAMENTO Adeguato 31,6 36,4 11,1 17,6 35,0 31,6 26,5 Inadeguato 26,3 54,5 63,0 49,0 40,0 26,3 45,5 Ns/Non risponde 42,1 9,1 25,9 33,3 25,0 42,1 28,0

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

La stessa analisi temporale condotta sull’evoluzione dell’accesso al credito è stata realizzata anche con riferimento ai parametri relativi al costo complessivo del finanziamento. Ebbene, dalla lettura dei dati emerge come, durante il 2009, l’andamento del costo del finanziamento sia rimasto, a giudizio di oltre 1/3 delle imprese, prevalentemente stabile, seppur non manchino sensibili percezioni di peggioramento.

Il 21,8% delle imprese reputa, infatti, più oneroso il tasso applicato al proprio fido, il 23,9% rileva un peggioramento del livello delle garanzie reali e/o personali richieste dal sistema bancario per la propria pratica di finanziamento e, quindi, il 26,1% un incremento nel costo complessivo del finanziamento.

Importanti differenze si evincono, altresì, a livello settoriale: tra le imprese edili, in particolare, emerge la maggiore severità di giudizio rispetto a tutti e tre i parametri considerati. Diverso, invece, l’atteggiamento di quanti operano nel settore turistico, dove la percentuale di imprese che rilevano una minore onerosità del tasso applicato, del livello delle garanzie richieste e, quindi, del costo complessivo del finanziamento supera il valore medio espresso dall’intero sistema imprenditoriale.

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Infine, si segnala l’alta incidenza di aziende che non hanno voluto o saputo esprimersi al riguardo, segno questo di una situazione in piena evoluzione che può mutare rapidamente in positivo o in negativo per effetto di politiche mirate di sostegno al credito.

Tab. 2.7 – Giudizio delle imprese grossetane sull’evoluzione del costo di finanziamento, durante il 2009, per settore di attività economica (Valori percentuali)

Settore attività economica

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Turismo Terziario Totale

imprese

TASSO APPLICATO Migliorato/- oneroso 5,3 9,1 0,0 12,0 17,5 10,5 10,1

Rimasto stabile 26,3 51,5 44,4 38,0 37,5 10,5 37,2 Peggiorato/+ oneroso 26,3 21,2 37,0 18,0 12,5 26,3 21,8

Non sa/non risponde 42,1 18,2 18,5 32,0 32,5 52,6 30,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 GARANZIE RICHIESTE

Migliorato/- oneroso 10,5 9,1 0,0 10,0 17,5 10,5 10,1

Rimasto stabile 26,3 51,5 37,0 38,0 35,0 10,5 35,6 Peggiorato/+ oneroso 21,1 21,2 44,4 22,0 15,0 26,3 23,9

Non sa/non risponde 42,1 18,2 18,5 30,0 32,5 52,6 30,3

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 COSTO COMPLESSIVO DI FINANZIAMENTO

Migliorato/- oneroso 5,3 9,1 0,0 10,0 15,0 10,5 9,0

Rimasto stabile 26,3 51,5 33,3 36,0 32,5 10,5 34,0 Peggiorato/+ oneroso 21,1 21,2 48,1 24,0 20,0 26,3 26,1

Non sa/non risponde 47,4 18,2 18,5 30,0 32,5 52,6 30,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Dopo aver attentamente indagato il “clima” dei rapporti esistenti tra il sistema imprenditoriale di Grosseto e gli Istituti di credito, viene ora sondato l’effettivo grado di partecipazione della banca di riferimento alle strategie di sviluppo delle imprese, con un esame, quindi, sia del ruolo svolto dagli istituti di credito sia della portata dell’eventuale supporto offerto.

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In tal senso, le risposte fornite dal sistema imprenditoriale sottolineano l’importanza strategica del mondo bancario: dall’indagine, infatti, emerge come venga attribuito alle banche, dal 65,6% delle imprese, un ruolo indispensabile per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale in provincia (il ruolo degli Istituti creditizi assume, invece, una “importanza particolare”, ma non indispensabile, per il 24,9% del totale delle imprese).

Graf. 2.3 – Giudizio sul ruolo del sistema bancario nelle prospettive di sviluppo delle imprese grossetane per settore di attività economica (Valori percentuali)

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0

Totale

Terziario

Turismo

Commercio

Costruzioni

Manifatturiero

Agricoltura

0,5

5,3

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

2,1

0,0

0,0

2,0

0,0

0,0

15,8

6,9

10,5

5,0

6,0

3,7

2,9

21,1

24,9

52,6

20,0

24,0

29,6

11,8

26,3

65,6

31,6

75,0

68,0

66,7

85,3

36,8

Indispensabile Abbastanza importante Poco importante Per niente importante Non sa / Non risponde Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Dalla lettura dei dati su riportati, inoltre, emerge come, a riconoscere il ruolo essenziale del sistema bancario nel sostegno delle prospettive di sviluppo del sistema imprenditoriale provinciale, siano maggiormente le imprese del settore manifatturiero (settore in cui il ruolo della banca partner è imprescindibile per lo sviluppo economico del comparto nell’85,3% dei casi), immediatamente seguito dal comparto turistico alberghiero (secondo il 75,0% delle imprese). I settori che, di contro, mostrano un atteggiamento più critico rispetto al ruolo degli Istituti creditizi nelle strategie di sviluppo e prospettive di crescita sono quelli agricolo e terziario (nel primo l’offerta di supporto del sistema creditizio è irrilevante per il 15,8% degli imprenditori mentre, nel secondo caso, il ruolo bancario è poco importante per il 10,5% delle imprese).

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La stessa richiesta di giudizio rispetto all’importanza delle banche nel favorire lo sviluppo dell’attività imprenditoriale è stata analizzata disaggregando i risultati secondo l’anno di costituzione dell’impresa e l’andamento del fatturato.

Dalle risposte fornite, emerge una prevalenza di giudizi che considerano poco o per nulla importante il ruolo delle banche tra le imprese di più vecchia costituzione (il 14,6% delle imprese nate prima del 1990).

Prendendo in riferimento l’andamento del fatturato, l’indispensabilità del ruolo della banca nelle strategie di sviluppo dell’impresa tende ad essere riconosciuta maggiormente dalle imprese che hanno registrato una flessione del fatturato negli ultimi sei mesi.

Tab. 2.8 – Giudizio sul ruolo del sistema bancario nelle prospettive di sviluppo delle imprese grossetane per anno di costituzione e andamento del fatturato negli ultimi sei mesi (Valori percentuali)

Anno di costituzione Andamento fatturato Prima

del 1990 1991 - 2000 2001 in poi Aumentato Diminuito Rimasto

stabile

Totale imprese

Indispensabile 60,4 74,5 64,9 54,8 75,8 71,2 65,6 Abbastanza importante 25,0 21,8 29,7 33,3 16,7 25,4 24,9

Poco importante 10,4 3,6 2,7 9,5 6,1 0,0 6,9 Per niente importante 4,2 0,0 0,0 2,4 0,0 3,4 2,1 Non sa / Non risponde 0,0 0,0 2,7 0,0 1,5 0,0 0,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Proseguendo nell’indagine, alle imprese che reputano indispensabile, o abbastanza importante, l’intervento delle banche è stato chiesto di esprimersi in merito alle azioni che potrebbero essere poste in essere dagli stessi Istituti di credito per supportare e favorire lo sviluppo dell’attività imprenditoriale del settore di appartenenza. Dalle risposte fornite emerge come il 36,5% degli intervistati si sia espresso per la predisposizione di strumenti finanziari ad hoc, quale azione di importanza strategica per supportare lo sviluppo aziendale, a cui segue, a detta del 33,7% delle imprese, il sostegno attraverso interventi mirati e servizi specifici.

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Tab. 2.9 – Giudizio delle imprese grossetane sulle azioni necessarie al sostegno dello sviluppo per settore di attività economica (Valori percentuali*)

Settore attività economica Agricoltu

ra Manifatturi

ero Costruzioni Commercio Turismo TerziarioTotale

imprese

Predisporre strumenti finanziari ad hoc 26,7 54,5 26,9 22,9 57,5 12,5 36,5

Finanziare iniziative di valorizzazione 26,7 0,0 7,7 4,2 7,5 31,3 9,0

Sostenere le imprese con servizi specifici 33,3 36,4 30,8 47,9 12,5 43,8 33,7

Promuovere iniziative di investimento terzi 0,0 3,0 3,8 16,7 7,5 6,3 7,9

Supportare le imprese accesso a fondi settoriali

13,3 6,1 26,9 8,3 5,0 6,3 10,1

Altre azioni 0,0 0,0 3,8 0,0 10,0 6,3 3,4

*Il totale può differire da 100 per la presenza di risposte multiple Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009 2.2 – L’accesso al credito delle imprese provinciali

Entrando nel vivo delle caratteristiche dell’accesso al credito a Grosseto, il primo aspetto che si è voluto indagare riguarda il possesso o meno da parte delle imprese locali di una linea di credito presso gli istituti bancari localizzati in provincia.

Ebbene, prescindendo dalla forma tecnica, emerge come il 66,1% degli intervistati dichiari di avere una linea di credito aperta presso l’istituto (o gli istituti) di credito di riferimento.

Dall’analisi settoriale, però, si rilevano alcune difformità di atteggiamento: mentre i settori manifatturiero (76,5% dei casi), costruzioni (75,0% degli imprenditori) e turismo (70,0% delle imprese) segnalano un utilizzo alquanto diffuso di linee di credito con la propria banca, appare certamente meno frequente l’apertura delle stesse da parte degli imprenditori dell’agricoltura (42,1% dei casi) e del terziario (55,6%).

Si rileva, poi, come le imprese di più tarda costituzione (prima del 1990) siano meno propense all’apertura di linee di credito con i propri referenti bancari; la maggiore diffusione delle linee di credito, invece, sembrerebbe coinvolgere le imprese maggiormente strutturate (tra le diverse forme giuridiche emerge, su tutte, il dato delle società di capitali, pari all’81,8% dei casi) e con un livello di fatturato più elevato (si segnala il dato delle imprese con più di un milione di euro, pari all’85,0%).

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Graf. 2.4 - Possesso di una linea di credito da parte delle imprese grossetane per settore di attività economica (Valori percentuali)

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0

Totale

Terziario

Turismo

Commercio

Costruzioni

Manifatturiero

Agricoltura

66,1

55,6

70,0

64,0

75,0

76,5

42,1

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Infine, prendendo in considerazione l’andamento del fatturato degli ultimi sei mesi, si nota come siano le imprese che denunciano un decremento del giro d’affari ad avere maggiori aperture di credito presso le banche (il 74,2% delle imprese).

Graf. 2.5 - Possesso di una linea di credito da parte delle imprese grossetane per anno di costituzione, forma giuridica, fatturato e andamento del fatturato negli ultimi sei mesi (Valori percentuali)

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

59,4

76,8

66,7 66,2

81,8

64,059,0

79,1

85,0

61,4

74,2

65,5 66,1

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

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Volendo appurare le motivazioni principali che sono alla base del mancato possesso di linee di credito da parte delle aziende grossetane, emerge come, per gran parte di queste imprese (nello specifico, nel 59,3% dei casi), la motivazione prevalente risieda nella mancata necessità di risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle proprie.

Nel complesso, quindi, l’eccessiva onerosità dei costi legati alle operazioni di finanziamento sembrerebbe condizionare in maniera contenuta le imprese rispetto al possesso o meno di una linea di credito; le motivazioni addotte riguardo all’insostenibilità dei costi del credito sono indicate, infatti, come prevalenti dal 10,2% delle imprese grossetane.

Andando nel dettaglio settoriale, si rileva, inoltre, come il settore manifatturiero sembra essere il più critico nei confronti degli oneri richiesti dal sistema bancario: ¼ delle imprese ritiene, infatti, eccessivi i costi del credito.

Invero, è il solo settore edile a denunciare il rifiuto del sistema bancario all’apertura di linee di credito; considerato il peggioramento delle performance del settore delle costruzioni, dovuto al sensibile calo della domanda di abitazioni e alla seguente contrazione dei prezzi di mercato, non stupisce il fatto che il sistema bancario possa essere stato indotto ad una maggiore cautela nell’offerta di credito a tale settore imprenditoriale.

Tab. 2.10 - Motivi del mancato possesso di una linea di credito da parte delle imprese grossetane per settore di attività economica (Valori percentuali)

Settore attività economica Agricoltura Manifat

turiero Costruzio

ni Commercio Turismo Terziario Totale

imprese

Richiesta in attesa di risposta 0,0 12,5 16,7 17,6 8,3 12,5 11,9

Richiesta non accolta 0,0 0,0 16,7 0,0 0,0 0,0 1,7

Volontaria chiusura di credito 0,0 0,0 16,7 0,0 0,0 0,0 1,7

Non necessità di risorse finanziarie aggiuntive 75,0 62,5 50,0 58,8 58,3 50,0 59,3

Costi del credito onerosi 12,5 25,0 0,0 5,9 8,3 12,5 10,2

Situazione finanziaria non consente indebitamento 12,5 0,0 0,0 0,0 0,0 25,0 5,1

Garanzie richieste eccessive 0,0 0,0 0,0 5,9 0,0 0,0 1,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

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Alle imprese che hanno dichiarato di possedere una linea di credito (il 66,1% del totale; cfr. Grafici 2.4 e 2.5) è stato, invece, chiesto di indicare in che modo impiegano le risorse bancarie a loro disposizione.

In generale, emerge che il 69,5% delle stesse utilizza il credito per soddisfare esigenze di cassa e di liquidità, a fronte del 34,4% che, invece, dichiara la necessita di risorse finanziarie per garantire alla struttura imprenditoriale nuovi investimenti produttivi.

Tale indirizzo nell’impiego del credito a disposizione appare coerentemente legato alle esigenze che le imprese manifestano in periodi di crisi o di instabilità economica. Plausibilmente, infatti, in fasi di stretta creditizia e di calo della domanda, come quella attuale, le aziende tendono ad utilizzare il credito ottenuto in primis per soddisfare esigenze ordinarie, come ad esempio il pagamento dei fornitori, e solo in seconda battuta per esigenze diverse. Si tratta di un aspetto che, con ogni probabilità, inficerà pesantemente sulla competitività futura delle imprese in quanto la naturale collocazione degli investimenti è da attribuire a impegni volti ad accrescere il reddito e non sovvenzionare la spesa corrente (che per definizione è improduttiva).

Tab. 2.11 - Impiego del credito da parte delle imprese grossetane per settore di attività economica (Valori percentuali)*

Settore attività economica

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Turismo TerziarioTotale

imprese

Esigenze di cassa 62,5 76,9 71,4 69,7 62,1 72,7 69,5

Nuovi investimenti 37,5 38,5 28,6 30,3 44,8 18,2 34,4

Ns/Nr 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 9,1 0,8

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 *Il totale può differire da 100 per la presenza di risposte multiple Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Negli ultimi anni il sistema creditizio ha progressivamente ampliato la propria gamma di prodotti e servizi per il mercato di riferimento, affiancando alla tradizionale attività di intermediazione creditizia l’offerta di prodotti e servizi sempre più particolareggiati, pensati per assistere le imprese nelle più diverse esigenze, anche non strettamente finanziarie. A fronte di tale atteggiamento, però, si sono registrate, a livello nazionale, sostanziali difficoltà nell’accesso al credito da parte delle imprese, acuitesi con il dispiegarsi della crisi che ha investito i mercati finanziari.

Volendo indagare tali dinamiche in provincia di Grosseto, quindi, sono state analizzate le evoluzioni recenti dei principali “parametri” che regolano il rapporto di fido delle imprese che hanno una linea di credito aperta.

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Considerando dapprima il monte fidi complessivamente erogato, emerge come, nel corso del 2009, lo stesso sia rimasto sostanzialmente stabile per il 64,3% delle imprese, aumentato per il 20,6% degli imprenditori e diminuito nel 9,5% dei casi.

Sono, poi, i settori edile (42,9% degli imprenditori) e del commercio (per il 34,4% dei rispondenti) ad aver più diffusamente registrato un aumento del proprio monte fidi. Il settore manifatturiero, di contro, fa registrare il valore più elevato in termini di riduzione dell’ammontare della linea di credito nel corso del 2009 (il 24,0% delle imprese). Diverso è il discorso da farsi per le imprese dei servizi (escluso il commercio) che, nella totalità dei casi, evidenzia una sostanziale stabilità riguardo al livello dei fidi accordati dal sistema bancario.

In particolare nel settore delle costruzioni si evidenzia la maggior “variabilità delle scelte” degli istituti bancari; se da un lato, infatti, la mancata concessione di fido si registra in questo settore, allo stesso tempo si registra una maggior quota di imprese che ha visto, invece, un aumento della propria linea di credito (42,9% dei casi a fronte di una media del 20,6%).

Tab. 2.12 – Evoluzione del monte fidi accordato alle imprese grossetane, durante il 2009, per settore di attività economica (valori percentuali)

Settore attività economica

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Turismo Terziario Totale

imprese

Aumentato 12,5 8,0 42,9 34,4 10,3 0,0 20,6 Stabile 87,5 56,0 52,4 62,5 65,5 90,9 64,3

Diminuito 0,0 24,0 4,8 3,1 13,8 0,0 9,5

Ns/Nr 0,0 12,0 0,0 0,0 10,3 9,1 5,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

L’evoluzione della dinamica del monte fidi accordato alle imprese è stata indagata anche operando una disaggregazione per anno di costituzione e forma giuridica delle imprese.

In sintesi, dalla lettura della successiva tabella si rileva come il monte fidi, nel corso del 2009, tenda ad aumentare soprattutto tra le imprese di più recente costituzione (36% dei casi) e, viceversa, a diminuire per le imprese costituite da maggior tempo (13,8%).

La dinamica crescente dell’accordato si rileva, poi, soprattutto per le imprese costituite come società di capitali (il 47,4% ne dichiara un aumento nel corso del 2009), mentre per le altre forme giuridiche prevale una sostanziale stabilità.

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Tab. 2.13 – Evoluzione del monte fidi accordato alle imprese grossetane, durante il 2009, per anno di costituzione e forma giuridica (Valori percentuali)

Anno di costituzione Forma giuridica Prima del

1990 1991 - 2000 2001 in poi Società di persone

Società di capitali

Impresa individuale e altre forme

Totale imprese

Aumentato 15,5 19,0 36,0 19,0 47,4 13,8 20,6

Stabile 62,1 69,0 60,0 64,3 47,4 69,2 64,3

Diminuito 13,8 7,1 4,0 9,5 0,0 12,3 9,5 Non sa / Non risponde 8,6 4,8 0,0 7,1 5,3 4,6 5,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Osservando poi l’evoluzione degli oneri del finanziamento, durante il 2009, si sottolinea come la maggior parte delle imprese che posseggono un fido percepisce una sostanziale stabilità delle garanzie reali e/o personali richieste dal sistema bancario (62,2% degli imprenditori), a fronte di un terzo che ne denuncia un inasprimento (33,1%).

A livello settoriale, tale criticità assume particolare rilevanza nei settori edile (il 61,9% dei casi) e commerciale (45,5% dei casi).

Meno problematica appare l’evoluzione del tasso applicato: quasi la metà delle imprese sembra esprimersi per una sostanziale stabilità dei tassi (il 48,0% delle imprese che hanno una linea di credito aperta) e ben il 16,5% ne ha rilevato una riduzione nel corso del 2009.

Maggior variabilità nelle singole situazioni aziendali si riscontra, ancora una volta, nel settore delle costruzioni, in cui a fronte di un 47,6% di imprese che dichiara un aumento del tasso applicato, si ha un 42,9% di casi di stabilità.

Inoltre, è piuttosto diffusa la percezione di una minore onerosità del tasso di interesse nel corso dell’anno tra le imprese dei settori turistico (35,7% dei casi) e manifatturiero (23,1% dei casi).

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Tab. 2.14 – Evoluzione del costo del finanziamento applicato alle imprese grossetane, durante il 2009, per settore di attività economica (Valori percentuali)

Settore attività economica

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Turismo Terziario Totale

imprese

GARANZIE RICHIESTE Aumentato 37,5 15,4 61,9 45,5 17,9 18,2 33,1 Rimasto stabile 62,5 80,8 33,3 54,5 71,4 72,7 62,2 Diminuito 0,0 0,0 0,0 0,0 3,6 0,0 0,8 Ns/Non risponde 0,0 3,8 4,8 0,0 7,1 9,1 3,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

TASSO APPLICATO Aumentato 12,5 30,8 47,6 15,2 7,1 36,4 23,6 Rimasto stabile 75,0 30,8 42,9 63,6 42,9 45,5 48,0 Diminuito 12,5 23,1 0,0 9,1 35,7 9,1 16,5 Ns/Non risponde 0,0 15,4 9,5 12,1 14,3 9,1 11,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

COSTI/COMMISSIONI Aumentato 37,5 30,8 71,4 54,5 25,9 27,3 42,9 Rimasto stabile 62,5 50,0 19,0 39,4 55,6 63,6 45,2 Diminuito 0,0 11,5 0,0 0,0 11,1 0,0 4,8 Ns/Non risponde 0,0 7,7 9,5 6,1 7,4 9,1 7,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Particolare attenzione è stata posta, altresì, alle richieste di rientro sui fidi operate dal sistema bancario nel coso dell’anno verso gli imprenditori della provincia di Grosseto.

Dalla lettura dei dati riportati nel grafico 2.6, è possibile notare come, nel complesso, il 29,1% delle imprese dichiara di aver ricevuto una richiesta di rientro sul monte fidi concesso.

L’analisi per settore economico mostra come siano state le imprese edili (61,9% dei casi) ad aver subito, più delle altre, richieste di rientro, seguite dalle imprese operanti nel commercio (48,5% del totale).

L’ulteriore disaggregazione delle imprese, rispetto ad altre caratteristiche strutturali, lascia intravedere che richieste di rientro si registrano per lo più tra le imprese che presentano una struttura societaria ed un fatturato elevato (come già precedentemente rilevato, sono le stesse che si espongono in maniera più rilevante con il sistema bancario).

Volendo, infine, enucleare il principale fattore di insoddisfazione intercorso nel 2009 nel rapporto con le banche emerge, in base alle risposte fornite dal tessuto economico grossetano, l’incremento dei costi e delle commissioni del finanziamento (espresso

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dal 48,4% delle imprese), con “punte” nel settore edile (60,0% delle imprese), del commercio (54,5%) e dell’industria manifatturiera (53,8%). Graf. 2.6 – Richieste di rientro dei finanziamenti, durante il 2009, alle imprese grossetane per settore di attività economica, anno di costituzione, forma giuridica, classe di fatturato e andamento del fatturato negli ultimi sei mesi (Valori percentuali)

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

9,110,7

48,5

61,9

15,4

0,0

25,9

34,9

28,0

34,9

42,1

21,5

25,0

37,135,3

25,928,6

30,829,1

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Meno incidenti ma altrettanto rilevanti, sono le criticità relative sia all’aumento delle garanzie richieste nel corso del 2009 (11,9% dei casi), manifestato, soprattutto, dalle imprese turistiche (25,0%) ed edili (20,0%), sia alla riduzione del credito concesso (10,3% dei casi), con le imprese manifatturiere che hanno percezioni negative superiori alla media (19,2% dei casi).

Tab. 2.15 - Criticità emerse secondo le imprese grossetane, durante il 2009, nel rapporto con la propria banca di riferimento per settore di attività economica (Valori percentuali*)

Settore attività economica Agricoltura Manifatt. Costruzioni Commercio Turismo Terziario

Totale imprese

Aumento dei costi 50,0 53,8 60,0 54,5 39,3 18,2 48,4 Riduzione credito 0,0 19,2 5,0 9,1 10,7 9,1 10,3 Aumento tasso 0,0 15,4 0,0 3,0 7,1 18,2 7,1 Riduzione scadenze 0,0 0,0 0,0 3,0 10,7 0,0 3,2 Aumento garanzie 12,5 7,7 20,0 3,0 25,0 0,0 11,9 Altri motivi 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 9,1 0,8 Nessuna criticità 37,5 3,8 15,0 27,3 10,7 54,5 19,8

*Il totale può differire da 100 per la presenza di risposte multiple Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

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2.3 - Il ruolo delle banche nell’erogazione del credito

L’analisi delle dinamiche creditizie che nel corso del 2009 hanno caratterizzato il contesto grossetano è stata completata prendendo in considerazione il punto di vista delle banche e dei consorzi di garanzia fidi operanti in provincia, quali importanti intermediari nel rapporto tra imprese locali e istituti bancari.

A tal proposito, è sembrato quanto mai opportuno esaminare gli aspetti “chiave” relativi all’equilibrio tra domanda e offerta di credito nella provincia di Grosseto dal punto di vista del sistema bancario e dei confidi, andando a ricercare le eventuali differenze che potrebbero intercorrere tra la percezione del sistema bancario ed il tessuto imprenditoriale rispetto alle richieste ed ai conferimenti di credito.

Indagando dapprima il tema della ristrettezza del credito, lamentato, in generale, dal sistema economico grossetano, emerge come il 76,9% delle banche ha registrato, nel corso del 2009, un mancato accoglimento di una o più domande di fido presentate dalle imprese clienti. Sarebbero, tuttavia, per 8 banche su 10 solo meno del 25% i casi di mancata accettazione della richiesta di credito.

Graf. 2.7 – Mancato accoglimento, durante il 2009, di una o più domande di fido presentate dalle imprese clienti (Valori percentuali sul totale delle banche intervistate)

Sì76,9%

No23,1%

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Inoltre, rispetto alla facilità di accesso al credito ed alla disponibilità da parte delle banche ad accogliere le richieste di finanziamento, la totalità dei confidi interrogati sembrerebbe aver ricevuto, nel corso del 2009, almeno un respingimento di una di richiesta di fido presentata agli istituti di credito per conto dei loro associati, seppure tali rifiuti riguarderebbero meno di un quarto delle imprese richiedenti.

L’atteggiamento di “chiusura” del sistema creditizio nei confronti del tessuto economico grossetano è stato ulteriormente approfondito con un’analisi mirata alla comprensione dei motivi del mancato accoglimento delle richieste di fido.

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Dalle risposte fornite dagli Istituti di credito si nota come tra le principali cause della mancata concessione di credito vi siano ragioni imputabili prevalentemente ai bilanci aziendali, da presentarsi a corredo della richiesta, ritenuti come non adeguati (dal 70,0% delle banche), ovvero all’insufficienza delle garanzie prestate per la copertura del fido (60,0%), cause, quindi, del tutto legate alla scarsa capacità reddituale della clientela richiedente.

Non meno importanti risultano essere state, quali giustificazioni addotte al rifiuto, le tempistiche di rientro imposte dal sistema bancario e ritenute non soddisfacenti e/o adeguate dall’imprenditore (30,0% dei casi).

Graf. 2.8 – Motivi del mancato accoglimento delle richieste di fido da parte delle banche (Valori percentuali)*

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0

Tempi pagamenti/rimborso credito non ritenuti

soddisfacenti

Bilanci non ritenuti adeguati

Garanzie non sufficienti

Piano finanziario non adeguato

Altri motivi

30,0

70,0

60,0

20,0

30,0

*Il totale può differire da 100 per la presenza di risposte multiple Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

I confidi, poi, segnalano, tra le principali cause di rigetto delle domande, l’inadeguatezza dei bilanci presentati, nonché l’insufficienza delle garanzie fornite dalle imprese socie.

Dal confronto tra le risposte fornite dalle imprese rispetto alle banche, quindi, l’elemento comune del rifiuto al finanziamento risulta prevalentemente essere legato all’insufficienza delle garanzie prestate, a dimostrazione di un effettivo irrigidimento nelle richieste.

Al fine di comprendere meglio il livello di operatività del sistema bancario è sembrato opportuno indagare, poi, anche l’esistenza di eventuali revoche di fido (Graf. 2.9).

A tal riguardo, emerge che solo il 15,4% delle banche ha deciso di non revocare la linea di credito concessa alle proprie imprese clienti. I clienti che, comunque, hanno avuto una revoca del fido concesso sono meno del 25% del totale.

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Graf. 2.9 – Registrazione, durante il 2009, da parte delle banche di una o più revoche di fidi aperti alle imprese clienti (Valori percentuali sul totale delle banche intervistate)

Sì84,6%

No15,4%

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Tra le motivazioni che la banca porta a giustificazione del proprio atteggiamento restrittivo nei confronti del sistema imprenditoriale emergono, in particolare, i ritardi nella tempistica dei pagamenti/rimborso del credito e l’atteggiamento che avrebbe avuto l’impresa nel disattendere le precedenti richieste di rientro (in ambo i casi, secondo il 54,5% delle banche).

Sul tema delle revoche, inoltre, il 75% dei consorzi di garanzia dichiara una revoca di uno o più fidi aperti ai propri associati, principalmente per motivi analoghi a quelli esposti dalle banche. Graf. 2.10 – Motivi della revoca da parte delle banche, della linea di credito aperta alle imprese (Valori percentuali)*

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Ritardi nella tempistica dei pagamenti/rimborso credito

Garanzie non sufficienti

Problemi di liquidità aziendale

Impresa ha disatteso precedenti richieste di

rientro

Altri motivi

54,5

0,0

9,1

54,5

45,5

*Il totale può differire da 100 per la presenza di risposte multiple Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

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L’analisi delle richieste di rientro dei fidi fa rilevare, poi, come la quasi totalità delle banche (il 92,3% nello specifico) abbia avanzato simili richieste alle imprese clienti, nel corso del 2009 e tutti consorzi fidi hanno visto presentare da parte delle banche con cui si relazionano almeno una richiesta di rientro nel corso dell’anno, a causa, per lo più, dei ritardi nel pagamento e di problemi di liquidità aziendale.

Graf. 2.11 – Avanzamento, durante il 2009, da parte delle banche di una o più richieste di rientro alle imprese clienti (Valori percentuali sul totale delle banche intervistate)

Sì92,3%

No7,7%

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

In ogni caso per la maggior parte delle banche (66,7% del totale) le richieste di rientro si riferiscono a meno del 25% del totale del monte fidi aperto e solo nel 16,7% dei casi rappresentano tra il 25% ed il 50% del monte fidi totale.

Graf. 2.12 – Quota sul totale dei fidi aperti alle imprese su cui le banche hanno avanzato durante il 2009 richieste di rientro (Valori percentuali sul totale delle banche intervistate)

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0

Meno del 25%

Tra il 25% ed il 50%

Oltre il 50%

Non sa/non risponde

66,7

16,7

0,0

16,7

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

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Tra le motivazioni che le banche esprimono a giustificazione delle richieste di rientro sul monte fidi accordato al sistema economico emergono, su tutte, il ritardo nella tempistica dei pagamenti e di rimborso del credito e le problematiche legate alla liquidità aziendale, motivazioni, ancora una volta, legate prettamente alle difficoltà finanziarie delle imprese che confermano, altresì, quanto segnalato dai confidi.

Graf. 2.13 – Motivazioni prevalenti delle richieste di rientro avanzate, durante il 2009, dalle banche nei confronti delle imprese (Valori percentuali)*

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0

Ritardi nella tempistica dei

pagamenti/rimborso credito

Garanzie non sufficienti

Problemi di liquidità aziendale

Altri motivi

66,7

16,7

41,7

33,3

*Il totale può differire da 100 per la presenza di risposte multiple Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Agli Istituti bancari è stato altresì chiesto di indicare in che modo le imprese cui hanno affidato denaro vadano poi ad impiegare tali risorse, così da valutare la percezione del supporto che le banche offrono per lo sviluppo del sistema economico grossetano.

A livello generale emerge come l’84,6% delle banche sottolinei un prevalente utilizzo del credito per soddisfare esigenze di cassa e di liquidità, a fronte del 46,2% che, di contro, indica una richiesta di finanziamenti per far fronte a nuovi investimenti.

Tale impiego del credito sembra, inoltre, coerente con le risposte fornite dalle imprese in riferimento all’utilizzo delle risorse disponibili per la soddisfazione delle esigenze ordinarie (cfr. Tab. 2.11), rispetto a quelle straordinarie di investimento.

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Graf. 2.14 – Principali esigenze per cui le imprese utilizzano la linea di credito aperta presso la banca (Valori percentuali)*

84,6

46,2

7,7

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0

Esigenze di cassa/liquidità

Nuovi investimenti

Non sa/non risponde

*Il totale può differire da 100 per la presenza di risposte multiple Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009

Con l’intento di indagare ed ulteriormente confrontare la vision delle imprese rispetto a quella del sistema bancario, viene indagata, anche dal punto di vista delle banche e dei confidi, la percezione sull’evoluzione che ha interessato, durante il 2009, il monte fidi accordato. Graf. 2.15 – Evoluzione del monte fidi accordato alle imprese dalle banche, durante il 2009 (Valori percentuali sul totale delle banche intervistate)

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Non sa/non risponde

Diminuito

Rimasto stabile

Aumentato

0,0

7,7

38,5

53,8

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009 Le banche dichiarano prevalentemente che l’evoluzione del monte fidi accordato segna, nel corso del 2009, una dinamica di crescita (53,8% delle banche), mentre risulta sostanzialmente stabile nel 38,5% dei casi.

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Anche le percezioni dei confidi rispetto all’evoluzione del monte fidi accordato alle proprie imprese appaiono piuttosto positive: prevalgono, infatti, dichiarazioni di un incremento dell’ammontare complessivo dei finanziamenti, nel corso del 2009.

Volendo in ultimo considerare anche “gli oneri” legati alla linea di credito aperta, al fine di verificarne l’effettiva evoluzione del costo del finanziamento dal punto di vista delle banche rispetto al 2008, è sembrato necessario indagare gli aspetti operativi legati alle garanzie richieste, al tasso di interesse ed ai costi delle commissioni dal punto di vista di chi, in tal caso, potrebbe incidere sull’attività di raccolta ed impiego.

Rispetto alla richiesta di garanzie, le banche si esprimano per un aumento delle stesse, nel corso del 2009, nel 38,5% dei casi, e per una sostanziale stabilità nel 61,5% dei casi.

Con riferimento al tasso di interesse, invece, l’aumento viene dichiarato solo dal 7,7% delle banche, contro il 69,2% delle stesse che ne dichiara una sostanziale diminuzione e, quindi, il 23,1% degli Istituti che si esprime per la stabilità.

In ultimo, venendo ai costi generali del finanziamento accordato alle imprese, emerge come le banche, per il 2009, si esprimono prevalentemente (69,2% dei casi) per una sostanziale stabilità (Tab. 2.16). I consorzi fidi, dal canto loro, rilevano una maggiore rigidità rispetto alle garanzie richieste dalle banche, così come un aumento o, al più, una sostanziale stabilità dei costi delle commissioni, a fronte, invece, di una prevalente riduzione del tasso di interesse applicato. Tab. 2.16 – Evoluzione del costo del finanziamento accordato alle imprese, durante il 2009 (Valori percentuali sul totale delle banche intervistate)

Richiesta di garanzie Tasso di interesse Costi/Commissioni Aumentato 38,5 7,7 15,4 Rimasto stabile 61,5 23,1 69,2 Diminuito 0,0 69,2 15,4 Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio Provinciale sul Credito di Grosseto, 2009 In conclusione, le maggiori criticità rilevate dai confidi operanti nell’ambito del territorio provinciale nelle condizioni che regolano il rapporto tra gli associati e le banche di riferimento riguardano principalmente la riduzione della quantità di credito concesso e l’aumento delle garanzie richieste alle imprese.

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APPENDICE METODOLOGICA

L’indagine sul campo, come nelle edizioni precedenti, ha interessato imprese, banche e consorzi di garanzia fidi operanti nella provincia di Grosseto e si è svolta secondo due diverse modalità a seconda del soggetto coinvolto:

• Intervista telefonica (CATI) • Intervista diretta

L’indagine sul campo ha interessato un campione di imprese operanti nella provincia di Grosseto. Il metodo statistico utilizzato per estrarre i soggetti/imprese da intervistare è stato quello del campione stratificato proporzionale, finalizzato ad un’indagine qualitativa multiscopo. La stratificazione è avvenuta considerando i pesi dei settori di attività economica in cui è suddiviso il tessuto di impresa all’interno della provincia. L’indagine campionaria, quindi, ha coinvolto 207 imprese locali.

Settori Imprese Intervistate Agricoltura 24Manifatturiero 36Costruzioni 31Commercio 52Turismo 44Terziario 20TOTALE CAMPIONE 207

Per gli istituti di credito e per i consorzi di garanzia fidi si è operato con un sistema di rilevazione diretta, con contestuale invio di apposito questionario alle banche locali maggiormente rappresentative della provincia e ad alcuni istituti di credito (identificati dalla Camera di Commercio) a diffusione interregionale e/o nazionale, nonché a tutti i consorzi fidi attivi nella provincia.

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APPENDICE STATISTICA

Tav. A.1 – Sportelli bancari ogni 10.000 abitanti nelle province toscane ed in Italia (Anni 2002-2008; Valori assoluti)

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Arezzo 6,1 6,2 6,3 6,3 6,6 7,0 7,0 Firenze 6,4 6,4 6,5 6,6 6,8 7,0 7,2 Grosseto 5,9 6,0 6,2 6,3 6,4 6,7 7,1 Livorno 5,4 5,5 5,5 5,6 5,9 6,1 6,3 Lucca 6,3 6,5 6,6 6,5 6,6 7,0 7,0 Massa Carrara 4,9 5,0 5,0 5,1 5,4 5,4 5,5 Pisa 6,0 6,2 6,4 6,4 6,7 6,8 6,9 Pistoia 5,9 6,1 6,2 6,4 6,5 6,8 6,9 Siena 7,5 7,7 7,7 7,7 7,9 8,3 8,5 Prato 5,6 5,7 5,6 5,5 5,5 5,6 5,8 TOSCANA 6,1 6,2 6,3 6,3 6,5 6,8 6,9 ITALIA 5,2 5,3 5,3 5,4 5,5 5,6 5,7 Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d'Italia e Istat

Tav. A.2 – Sportelli bancari ogni 1.000 imprese nelle province toscane ed in Italia (Anni 2002-2008; Valori assoluti)

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Arezzo 6,0 6,1 6,2 6,2 6,5 6,9 6,9 Firenze 6,9 6,9 7,0 7,1 7,3 7,4 7,4 Grosseto 4,8 4,8 5,0 5,0 5,1 5,4 5,9 Livorno 6,4 6,5 6,5 6,7 7,0 7,2 7,4 Lucca 6,5 6,6 6,7 6,6 6,6 6,9 6,8 Massa Carrara 5,7 5,8 5,7 5,7 6,0 6,0 6,0 Pisa 7,0 7,1 7,2 7,2 7,3 7,4 7,5 Pistoia 5,7 5,9 5,9 6,1 6,2 6,4 6,6 Siena 7,6 7,7 7,6 7,6 7,8 8,2 8,4 Prato 4,9 5,0 4,9 4,9 4,9 4,9 5,0 TOSCANA 6,3 6,4 6,4 6,5 6,6 6,8 6,9 ITALIA 6,0 6,1 6,1 6,2 6,3 6,4 6,4 Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d'Italia e Infocamere

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Tav. A.3– Andamento degli impieghi per sportello nelle province toscane ed in Italia (Anni 2002-2008; Valori assoluti in migliaia di euro e N.I. con Italia=100)

Valori assoluti 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Massa Carrara 23.219 24.754 26.221 27.419 29.424 32.664 32.661 Lucca 29.706 33.368 35.007 38.066 45.862 49.397 54.879 Pistoia 28.219 29.411 31.752 32.649 34.513 35.939 36.325 Livorno 27.072 29.079 28.897 30.258 30.932 33.236 33.380 Pisa 29.080 28.556 29.448 31.465 30.893 34.048 33.972 Arezzo 25.074 26.250 28.898 30.330 31.632 31.312 31.945 Siena 28.768 31.552 38.008 45.035 52.639 54.441 46.294 Grosseto 19.577 22.085 22.838 25.135 27.778 28.453 28.894 Firenze 33.528 35.748 38.619 42.556 44.066 47.292 48.560 Prato 40.991 43.700 46.618 50.132 53.029 55.801 56.143 TOSCANA 29.663 31.599 33.915 36.864 39.413 41.801 42.133 ITALIA 34.315 35.733 37.168 39.296 42.363 45.167 45.851

Numero Indice (Italia=100) 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Massa Carrara 67,7 69,3 70,5 69,8 69,5 72,3 71,2 Lucca 86,6 93,4 94,2 96,9 108,3 109,4 119,7 Pistoia 82,2 82,3 85,4 83,1 81,5 79,6 79,2 Livorno 78,9 81,4 77,7 77,0 73,0 73,6 72,8 Pisa 84,7 79,9 79,2 80,1 72,9 75,4 74,1 Arezzo 73,1 73,5 77,7 77,2 74,7 69,3 69,7 Siena 83,8 88,3 102,3 114,6 124,3 120,5 101,0 Grosseto 57,1 61,8 61,4 64,0 65,6 63,0 63,0 Firenze 97,7 100,0 103,9 108,3 104,0 104,7 105,9 Prato 119,5 122,3 125,4 127,6 125,2 123,5 122,4 TOSCANA 86,4 88,4 91,2 93,8 93,0 92,5 91,9 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d'Italia

Tav. A.4 – Andamento del numero di affidati in sofferenza nelle province toscane ed in Italia

(Anni 2002-2008; Valori assoluti e variazioni percentuali) Valori assoluti Variazioni percentuali

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2008-2007 2008-2002

Firenze 9.227 9.670 10.424 10.200 10.499 10.512 10.285 11,5 -2,2 Massa Carrara 1.883 1.977 2.045 1.949 2.171 2.204 2.058 9,3 -6,6 Lucca 3.526 3.849 4.186 4.195 4.361 4.402 4.175 18,4 -5,2 Pistoia 3.143 3.439 3.672 3.391 3.604 3.596 3.661 16,5 1,8 Livorno 3.080 3.115 3.359 3.759 3.884 4.034 3.472 12,7 -13,9 Pisa 3.745 4.108 4.377 4.544 4.499 4.476 4.223 12,8 -5,7 Arezzo 2.884 2.925 3.219 3.398 3.542 3.420 3.493 21,1 2,1 Siena 2.204 2.085 2.278 2.325 2.400 2.143 2.201 -0,1 2,7 Grosseto 1.615 1.525 1.678 1.714 1.834 1.849 2.004 24,1 8,4 Prato 2.584 2.942 3.151 3.118 3.255 3.345 3.207 -4,1 24,1 TOSCANA 33.891 35.635 38.389 38.593 40.049 39.981 38.779 14,4 -3,0 CENTRO 125.306 132.391 141.522 137.514 147.794 155.575 128.269 2,4 -17,6 ITALIA 567.301 593.358 627.695 583.358 603.612 663.484 593.820 4,7 -10,5 Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

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GLOSSARIO Le elaborazioni realizzate dall’Istituto Tagliacarne si riferiscono a dati e informazioni di fonte Banca d’Italia2 su sportelli, impieghi, finanziamenti oltre il breve termine sofferenze e affidati.

GLI IMPIEGHI

I dati relativi agli impieghi si riferiscono, secondo la definizione dalla Banca d’Italia, ai “finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari. L'aggregato comprende: rischio di portafoglio, scoperti di conto corrente, finanziamento per anticipi (su effetti e altri documenti salvo buon fine, all'importazione e all'esportazione), mutui, anticipazioni non regolate in conto corrente, riporti, sovvenzioni diverse non regolate in conto corrente, prestiti su pegno, prestiti contro cessione di stipendio, cessioni di credito, impieghi con fondi di terzi in amministrazione, altri investimenti finanziari (accettazioni bancarie negoziate, commercial papers, ecc.) sofferenze, effetti insoluti e ai protesti di proprietà. L'aggregato è al netto degli interessi e delle operazioni pronti contro termine”.

I FINANZIAMENTI OLTRE IL BREVE TERMINE

I finanziamenti oltre il breve termine sono dati dagli impieghi totali (esclusi interessi, pronti contro termine, sofferenze, effetti insoluti e al protesto di proprietà, crediti per cassa all'esportazione) con durata originaria superiore ai 12 mesi. Il precedente concetto pubblicato fino a settembre 2008 era riferito ad impieghi con durata originaria superiore a 18 mesi.

LE SOFFERENZE

I dati relativi alle sofferenze si riferiscono, secondo la definizione dalla Banca d’Italia, alla “totalità dei rapporti per cassa in essere con soggetti in stato d'insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili, a prescindere dalle garanzie che li assistono, al lordo delle svalutazioni operate per previsioni di perdita”. Tecnicamente, per crediti in sofferenza si intendono quei “crediti vantati nei confronti di soggetti in stato di insolvenza, anche non accertato giudizialmente, o in una situazione sostanzialmente equiparabile, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dall’intermediario. Si tratta sostanzialmente di crediti il cui realizzo è incerto o quantomeno richiede tempi lunghi”3.

Generalmente, un elevato livello del rapporto sofferenze/impieghi in una provincia, presuppone una minore affidabilità dei soggetti economici che vi operano e quindi, un conseguente costo del danaro relativamente più elevato. Questa relazione, secondo alcune analisi prodotte dall’Istituto Tagliacarne a livello provinciale, non

2 Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica e Bollettino Statistico, vari trimestri. 3 Definizione tratta da: Finanza, Dizionario, Il Sole24ore, 2002.

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sempre è automatica né ha una forte correlazione in particolare negli ultimi anni. Infatti, dal 1999, si è assistito ad un processo di riduzione generalizzato delle sofferenze, pur partendo da livelli differenziati sul territorio (più alti al Sud meno elevati al Nord). Una delle cause di un simile processo è stato l’utilizzo delle cartolarizzazioni. E’ evidente come la dinamica delle sofferenze negli ultimi anni è stata condizionata dall’utilizzo delle cartolarizzazioni, ossia di quella tecnica finanziaria che consiste nella cessione di credito o di altre attività finanziarie non negoziabili capaci di generare flussi di cassa pluriennali e nella loro conversione in titoli negoziabili sui mercati.

GLI AFFIDATI

Si tratta dei soggetti (persone fisiche, persone giuridiche, contestazioni) al nome dei quali siano pervenute una o più segnalazioni alla Centrale dei Rischi a fronte della concessione di crediti per cassa o di firma.

GLI SPORTELLI BANCARI

L’Osservatorio fornisce anche una informazione sulla “bancarizzazione” delle province in termini di numero di sportelli bancari presenti sul territorio. Questi ultimi, seguendo una normalizzazione dei dati al fine di consentire il confronto tra province con livelli di sviluppo differenti, sono rapportati alla popolazione (per 10.000 abitanti) e al numero di imprese (per 1.000 imprese).

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