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Con il contributo scientifico di Osservatorio UBI BANCA su “Finanza e Terzo Settore” - V EDIZIONE Indagine sui fabbisogni finanziari dell’imprenditorialità sociale in Italia Marzo 2016

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Con il contributo scientifico di

Osservatorio UBI BANCA

su “Finanza e Terzo Settore” - V EDIZIONE

Indagine sui fabbisogni finanziari dell’imprenditorialità sociale in Italia

Marzo 2016

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2

Indice

Obiettivi 3

Metodologia 4

Campioni 5

Cooperative sociali

Previsioni entrate 2016 12

Rapporto con le banche 19

La percezione del trattamento 21

Livello di soddisfazione 23

Servizi bancari utilizzati 25

Utilizzo strumenti 27

Sviluppo nuovi servizi 49

Richieste di finanziamento 52

Motivazioni mancata/parziale concessione

dei finanziamenti 53

Modalità di impiego dei finanziamenti 55

Fabbisogno finanziario per investimenti 59

Sostegno alla domanda di investimenti 62

Previsioni di indebitamento 66

Ibridi organizzativi

Percezione dell’andamento del valore 70

Previsioni entrate 2016 71

Rapporto con le banche 76

La percezione del trattamento 78

Livello di soddisfazione 80

Servizi bancari utilizzati 82

Utilizzo strumenti 83

Sviluppo nuovi servizi 92

Richieste di finanziamento 95

Motivazioni mancata/parziale

concessione dei finanziamenti 96

Modalità di impiego dei finanziamenti 97

Fabbisogno finanziario per investimenti 100

Ambiti di investimento futuro 102

Sostegno alla domanda di investimenti 104

Previsioni di indebitamento 107

Investimento per avvio dell’attività 109

Capitale sociale 112

Mercati di riferimento 114

Break even point 115

Conclusioni 117

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3

L’Osservatorio UBI Banca su Finanza e Terzo Settore, realizzato da UBI Banca con il supporto scientifico di AICCON, si pone

l’obiettivo di monitorare in maniera continuativa lo stato e l’evoluzione dell’offerta e della domanda di finanza per il Terzo

settore. In particolare, con la V edizione dell’Osservatorio si è perseguito l’obiettivo di monitorare i fabbisogni finanziari e le

prospettive evolutive dell’imprenditorialità sociale italiana. A tal proposito è stata condotta un’analisi volta ad offrire evidenze

quali-quantitative sia sulle cooperative sociali (per il quinto anno consecutivo) che sui cd. ibridi organizzativi, «realtà che

assumono una mission sociale, come i soggetti non profit, ma al contempo producono un reddito da attività commerciale per

poter perseguire la propria missione, come le imprese for profit» (Venturi, Zandonai, 2014)*, ossia imprese sociali che fanno

dell’innovazione un elemento strategico all’interno del proprio modello di business, della propria governance, della propria

struttura organizzativa/di leadership piuttosto che rispetto alle proprie fonti di finanziamento.

In particolare, la ricerca ha assunto i seguenti obiettivi conoscitivi:

1. Numero di istituti di credito con i quali si intrattiene rapporto

2. Percezione delle condizioni riconosciute alle organizzazioni del terzo settore da parte degli istituti di credito con i quali si hanno

rapporti

3. Strumenti/servizi bancari utilizzati negli ultimi 12 mesi

4. Soddisfazione complessiva per i servizi utilizzati

5. Previsione dell’indebitamento verso le banche nei prossimi 3 anni

6. Previsione dell’andamento delle entrate derivanti da contributi, convenzioni, rapporti con la PA e donazioni

7. Previsione dell’andamento delle entrate derivanti dalla vendita di prodotti/servizi

8. Interesse allo sviluppo di nuovi servizi con le banche

9. Richieste di finanziamento effettuate nell’ultimo triennio, eventuali motivazioni della parziale/totale mancata concessione e

modalità di impiego dei finanziamenti ottenuti

10. Disponibilità a promuovere i servizi di una banca presso la propria base sociale

11. Previsioni di investimento per il 2016 e relative fonti di copertura

12. Fronti su cui agire per incentivare investimenti da parte delle cooperative sociali e degli ibridi organizzativi

13. Elementi quantitativi descrittivi del fenomeno degli ibridi organizzativi

* Venturi, P., Zandonai, F. (a cura di) (2015), Ibridi organizzativi. L’innovazione sociale generata dal Gruppo Cooperativo CGM, Bologna, Il Mulino.

Obiettivi

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4

Per raggiungere gli obiettivi conoscitivi è stata realizzata un’indagine campionaria. Nei mesi di ottobre e novembre 2015,

sono stati somministrati 250 questionari ai responsabili di cooperative sociali e di consorzi di cooperative sociali

(prevalentemente Presidenti, Direttori e Responsabili Amministrativi) e 25 a quelli di ibridi organizzativi, i cui nominativi

sono stati selezionati all’interno del Gruppo Cooperativo CGM in base a criteri che garantissero la significatività del

campione in termini di distribuzione geografica e dimensioni per fatturato.

Rispetto al campione di cooperative sociali, la rilevazione è avvenuta tramite metodologia CATI (Computer-Assisted

Telephone Interviewing) ed è stata realizzata per conto di AICCON da Associazione ISNET (www.impresasociale.net).

Per ciò che riguarda il campione di ibridi organizzativi, invece, la rilevazione è avvenuta attraverso la somministrazione

di un questionario semi-strutturato la cui compilazione è avvenuta online.

Rispetto alle cooperative sociali, considerata una popolazione statistica di circa 11.264* unità, una varianza dello 0,5 e

una confidenza 0,955, la numerosità campionaria indicata ha permesso di attestare l’errore campionario sul 6,2%.

Per la conduzione delle interviste la banca dati iniziale era di 1.302 unità (banca dati dell’Osservatorio Nazionale sulle

Imprese Sociali a cura dell’Associazione ISNET). Sono state contattate 524 organizzazioni di cui 82 sono risultate non

raggiungibili. Delle raggiunte, il 56,6% ha dato disponibilità all’intervista.

_____________________

* Fonte: ISTAT «Censimento delle Istituzioni non profit – 2011»

Metodologia

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5

Tipologia di organizzazione

LocalizzazioneIl campione di cooperative sociali è stato

stratificato per tipologia di organizzazione e area

geografica. L’estrazione è avvenuta con metodo

casuale semplice senza ripetizione.

Macro area di

localizzazione

Campioni (1/6)

Regione %

Abruzzo 2,4%

Basilicata 1,6%

Calabria 3,6%

Campania 8,8%

Emilia-Romagna 6,4%

Friuli-Venezia Giulia 2,0%

Lazio 10,0%

Liguria 2,8%

Lombardia 15,6%

Marche 2,4%

Molise 0,8%

Piemonte 5,2%

Puglia 8,0%

Sardegna 5,2%

Sicilia 10,0%

Toscana 4,8%

Trentino-Alto Adige 2,0%

Umbria 1,6%

Valle d'Aosta 0,4%

Veneto 6,4%

Totale 100,0%

Area %

Nord Est 16,8%

Nord Ovest 24,0%

Centro 18,8%

Sud 40,4%

Totale 100,0%

Consorzio di cooperative

sociali3,6%

Cooperativa sociale di

tipo A60,4%

Cooperativa sociale di

tipo B30,8%

Cooperativa sociale di tipo A+B

5,2%

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6

Cooperative presenti nei consorziSoci (cooperative sociali)

Anno di costituzioneI Consorzi si attestano su una media di 16 anni di attività. La

maggior parte delle organizzazioni del campione possono dirsi

“longeve”, in quanto il 41,2% si è costituito da 11-20 anni e il

46,0% da più di 20 anni.

Mediamente le cooperative sociali del campione dispongono di un

organico composto da 49 soci, nella quasi totalità persone fisiche.

Quasi la metà del campione è rappresentato da realtà di medio-

piccole dimensioni (1-15 soci).

Campioni (2/6)

Campione = 241 cooperative sociali Campione = 9 consorzi di cooperative sociali

1 - 3 anni2,4%

4 - 10 anni10,4%

11 - 20 anni41,2%

Più di 20 anni

46,0%

1 - 15 soci44,2%

16 - 50 soci35,2%

> 50 soci20,6%

Meno di 15 consorziate

33,3%

Più di 15 consorziate

66,7%

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7

Settore principale di attività

Rispetto al 2014, cala leggermente (-2,8%) il numero di

organizzazioni che operano prevalentemente con il

pubblico: sono in particolare le cooperative sociali di tipo A

(78,8%, -4,2% rispetto al 2014) a lavorare principalmente

con l’ente pubblico, mentre il 53,2% (+4,5% rispetto al

2014) delle cooperative di tipo B opera a mercato. Come

già rilevato nella precedente edizione, continua la

diminuzione di cooperative che si occupano di «altri prodotti

e servizi» e la crescita di chi si occupa di «Assistenza socio

sanitaria».

Macro variabili dei principali settori di attività

Campioni (3/6)

Settore principale di attività per fatturato %

Assistenza socio sanitaria a MERCATO 6,0%

Assistenza socio sanitaria per il PUBBLICO 42,4%

Servizi educativi e di formazione a MERCATO 4,4%

Servizi educativi e di formazione per il PUBBLICO 11,6%

Servizi ambientali a MERCATO 1,2%

Servizi ambientali per il PUBBLICO 6,0%

Altri prodotti e servizi a MERCATO 16,8%

Altri prodotti e servizi per il PUBBLICO 11,6%

Totale 100,0%

Assistenza Socio

Sanitaria48,4%

Servizi Educativi e di Formazione

16,0%

Servizi Ambientali

7,2%

Altri Prodotti e Servizi28,4%

MERCATO30,0%

PUBBLICO70,0%

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8

Campioni (4/6)

Area %

Nord 68,4%

Centro 15,8%

Sud 15,8%

Totale 100,0%

Il campione selezionato è composto da 25 ibridi organizzativi.

Nonostante non sia possibile sostenere la rappresentatività della

popolazione degli ibridi organizzativi esistenti sul territorio nazionale, il

campione ne garantisce la significatività statistica.

Il campione è stato selezionato in base alla rilevanza dell’esperienza e per

distribuzione geografica.

Macro area di

localizzazione

Più di 5 anni32%

Tra 3 e 5 anni37%

Tra 1 e 3 anni26%

Meno di 1 anno5%

La maggior parte delle realtà osservate appartiene

a regioni del Nord Italia (68,4%).

Complessivamente, il campione di ibridi

organizzativi è composto da realtà molto giovani: il

68% dei soggetti analizzati ha infatti avviato la

propria attività meno di 5 anni fa.

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9

Campioni (5/6)

Tipologia di organizzazione

Cooperativa sociale 27%

Srl 21%Consorzio 16%

Srl impresa sociale 16%

Cooperativa sociale impresa

sociale 5%

Impresa cooperativa

5%

SpA 5%Fondazione

5%

La distribuzione degli ibridi organizzativi rispetto alla forma

giuridica prescelta risulta essere molto frammentata.

Tuttavia, è possibile rilevare 3 tendenze: un 48% ha scelto

una forma imprenditoriale tradizionalmente mutualistica

(cooperative sociali, consorzi), un 16% ha invece optato

per una forma imprenditoriale ibrida (Srl impresa sociale),

mentre il 32% ha individuato in una forma imprenditoriale

«classica» (cooperativa, Srl, SpA) la tipologia giuridica

migliore. Soltanto il 5% ha scelto una qualifica non profit

non imprenditoriale (fondazione).

Sanità/Servizi socio-sanitari

31,6%

Abitare sociale15,8%

Agricoltura/verde10,5%

Energie rinnovabili10,5%

Rigenerazione urbana5,3%

Altro26,3%Il principale settore di attività degli ibridi organizzativi

che costituiscono il campione è quello della

sanità/servizi socio-sanitari (31,6%), seguito dal più

innovativo settore dell’abitare sociale (15,8%).

All’interno della categoria «Altro» (26,3%) si trovano

realtà che operano nelle politiche attive per il lavoro,

piuttosto che nella moda e nel tessile o ancora con

profili più di natura consulenziale sui temi del welfare.

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Campioni (6/6)

Aspetti degli ibridi organizzativi in cui si riscontra maggiormente innovazione «radicale»:

La maggior parte (45,5%) degli ibridi organizzativi oggetto del campione di indagine è caratterizzato da elementi di

innovazione riconducibili alla capacità di sviluppare un sistema di offerta di beni e servizi all’interno di nuove

filiere/mercati di riferimento.

Quasi 2 su 5 delle realtà oggetto di osservazione si caratterizzano per modelli di governance innovativi, in grado di

tenere insieme logiche più di natura commerciale con quelle orientate al perseguimento di una mission sociale.

Nuove filiere/nuovi

mercati45,5%

Modello di governance

18,2%

Partnership pubblico-private15,2%

Competenze risorse umane6,1%

Strumenti finanziari

6,1%

Altro8,9%

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11

Sentiment

Parte

1

Indagine sui fabbisogni finanziari

delle cooperative sociali in Italia

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12

Per il 2016 come prevede l’andamento delle entrate derivanti da contributi, convenzioni, rapporti con la

pubblica amministrazione, donazioni, ecc.?

Previsioni entrate 2016: Contributi, Convenzioni, Donazioni (1/3)

La previsione sul 2016 evidenzia un netto

miglioramento nell’andamento di entrate derivanti da

contributi, convenzioni, rapporti con la P.A. e

donazioni, che fanno registrare un aumento dell’8,8%

dei rispondenti che prevedono una crescita (più o

meno intensa) di tali entrate e un leggero aumento

(+3,2%) di coloro i quali ritengono che rimarranno

stabili. Si conferma, dunque, l’evidenza – già rilevata

nelle due precedenti edizioni dell’Osservatorio (III e

IV ed.) – dell’esistenza di una maggiore efficienza e

stabilità nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Inoltre, la riduzione del 16,4% di coloro i quali

prevedono una diminuzione (più o meno intensa) di

entrate derivanti da contributi, convenzioni, rapporti

con la P.A. e donazioni avvalora la tesi appena

enunciata.

1,2%

16,4%

54,0%

11,2%

6,0%

2,4%

8,8%

0,0%

8,8%

50,8%

28,8%

4,8%

0,4%

6,4%

0,3%

9,3%

46,8%

32,8%

1,8%

2,0%

7,3%

0,0%

7,6%

36,0%

40,4%

10,8%

0,4%

4,8%

0,0%

8,2%

36,8%

35,8%

6,6%

3,6%

9,0%

In forte crescita

Crescita

Stabili

In diminuzione

In forte diminuzione

Non so

Non abbiamo rapporti

2015 2014 2013 2012 2011

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13

Previsioni entrate 2016: Contributi, Convenzioni, Donazioni (2/3)

Tipologia

Previsione entrate da CCD * Consorzi Coop A Coop B Coop A+B

Crescita 11,1% 20,5% 11,7% 23,1%

Stabili 88,9% 52,3% 50,6% 69,2%

Diminuzione 0,0% 16,6% 22,1% 7,7%

Non so 0,0% 3,3% 1,3% 0,0%

Non abbiamo rapporti 0,0% 7,3% 14,3% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Sono soprattutto le cooperative sociali di tipo A e miste (A+B) a dare evidenza della prospettiva di crescita

(rispettivamente 20,5% e 23,1%). La stabilità delle entrate oggetto di analisi è maggiormente sentita, invece, dai

consorzi (88,9%).

Le previsioni risultano migliori al Sud e, diversamente dalle precedenti edizioni, tra le organizzazioni con più di 10

anni di attività.

* CCD = contributi, convenzioni, donazioni e rapporti con la pubblica amministrazione

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14

Previsioni entrate da contributi, convenzioni, donazioni e rapporti con la pubblica amministrazione in rapporto al

settore principale di fatturato

Dall’incrocio tra i dati relativi alle previsioni di entrata da contributi, convenzioni, rapporti con la pubblica amministrazione e

donazioni e il settore di attività prevalente (in termini di fatturato) delle cooperative sociali analizzate emerge come i soggetti

che offrono servizi socio sanitari ed educativi e di formazione sono quelli che formulano le migliori previsioni di incremento

di entrate da contributi, convenzioni e donazioni, coerentemente con la tendenza evidenziata da Istat (2013)1 secondo cui

le entrate dei settori di attività “Istruzione e ricerca” e “assistenza sociale” sono principalmente di tipo “non market”2.

Previsioni entrate 2016: Contributi, Convenzioni, Donazioni (3/3)

21,5%

20,0%

15,0%

10,1%

58,7%

45,0%

60,0%

49,3%

13,2%

22,5%

10,0%

23,2%

5,0%

7,5%

5,0%

17,4%

1,6%

5,0%

10,0%

Assistenza Socio Sanitaria

Servizi educativi e diformazione

Servizi Ambientali

Altri Prodotti e Servizi

Crescita Stabili Diminuzione Non abbiamo rapporti Non so

1Istat (2013), 9°Censimento dell’Industria e dei Servizi e Censimento delle Istituzioni Non Profit.2 Le organizzazioni sono definite market quando vendono ad altri tutto o gran parte di ciò che producono ad un “prezzo economicamente significativo”. Quest’ultimo si

definisce tale quando, dal lato del produttore, esso ha una sostanziale influenza sulla quantità dei prodotti che si deciderà di vendere e, dal lato del consumatore, sulla

quantità di prodotto che si potrà acquistare. Operativamente un’unità economica è definita market quando i ricavi dalla vendita di beni e servizi coprono almeno il 50%

dei costi sostenuti nel processo produttivo.

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15

Previsione entrate 2016: Vendita prodotti e servizi sul mercato (1/3)

Per il 2016 come prevede l’andamento delle entrate derivanti da vendita di prodotti e servizi sul mercato?

In aumento (23,2%, +4,4%) le previsioni di

crescita per il 2016 delle entrate da

vendita di prodotti e servizi sul mercato.

Si assottiglia il gap tra le previsioni positive

(«In forte crescita» + «Crescita»)

osservate per entrate da rapporti con la

pubblica amministrazione e la vendita di

prodotti e servizi a mercato, passando dal

10,0% del 2014 al 5,6% del 2015.

1,2%

22,0%

43,6%

11,2%

2,4%

0,8%

18,8%

0,0%

18,8%

46,0%

17,2%

2,0%

0,0%

16,0%

0,5%

16,5%

42,3%

20,3%

1,3%

2,0%

17,3%

0,0%

15,6%

40,4%

19,6%

4,4%

0,8%

19,2%

0,2%

18,0%

44,4%

16,8%

1,6%

3,0%

16,0%

In forte crescita

Crescita

Stabili

In diminuzione

In forte diminuzione

Non so

Non abbiamo rapporti

2015 2014 2013 2012 2011

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16

Previsione entrate 2016: Vendita prodotti e servizi sul mercato (2/3)

Specularmente rispetto a quanto avviene per le entrate derivanti da contributi, convenzioni, rapporti con la pubblica

amministrazione e donazioni, che vede una prevalenza delle cooperative sociali di tipo A, le cooperative sociali di tipo

B fanno registrare alte percentuali di previsioni di “crescita” (32,5%) delle entrate da vendita di prodotti e servizi a

mercato, insieme alle cooperative sociali miste (A+B) (38,5%). Rispetto a queste ultime si registra, quindi,

coerentemente con la loro natura, un atteggiamento duplice, ovvero di crescita delle entrate sia da convenzioni,

contributi e donazioni, sia rispetto alla vendita di prodotti e servizi a mercato.

Tipologia

Previsione entrate da PSM ** Consorzi Coop A Coop B Coop A+B

Crescita 11,1% 17,9% 32,5% 38,5%

Stabili 66,7% 42,4% 44,2% 38,5%

Diminuzione 11,1% 12,6% 16,9% 7,7%

Non so 0,0% 0,7% 1,3% 0,0%

Non abbiamo rapporti 11,1% 26,4% 5,1% 15,3%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

** PSM = prodotti e servizi a mercato

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17

Nel raffronto con le previsioni di entrate da contributi, convenzioni, rapporti con la pubblica amministrazione e donazioni,

come già sottolineato e anche se in maniera meno marcata rispetto alle precedenti edizioni dell’Osservatorio, le percentuali

di “crescita” relative alle previsioni di entrate da vendita di beni e servizi sul mercato sono sempre più ottimistiche. Ciò è

particolarmente vero per quanto riguarda le cooperative sociali (presumibilmente in via principale di tipo B) che operano

all’interno del settore di attività dei servizi ambientali, ambito di operatività che evidenzia una percentuale pari a oltre il 61%

di previsioni di “crescita” delle entrate da vendita di prodotti e servizi sul mercato (in aumento del 13,5% rispetto allo stesso

dato rilevato dalla precedente edizione dell’Osservatorio per il medesimo settore di attività).

Previsione entrate 2016: Vendita prodotti e servizi sul mercato (3/3)

Previsioni entrate da vendita di prodotti e servizi sul mercato in rapporto al settore principale di fatturato

16,5%

17,5%

61,1%

28,2%

45,5%

37,5%

16,7%

50,7%

10,7%

20,0%

11,1%

15,5%

26,4%

25,0%

11,1%

4,2%

0,9%

1,4%

Assistenza Socio Sanitaria

Servizi educativi e diformazione

Servizi Ambientali

Altri Prodotti e Servizi

Crescita Stabili Diminuzione Non abbiamo rapporti Non so

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18

Rapporto con

le banche

Parte

2

Indagine sui fabbisogni finanziari

delle cooperative sociali in Italia

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19

Rapporto con le banche (1/2)

Rispetto al 2014 si registra una sostanziale stabilità del numero di cooperative sociali in rapporto con una sola banca (+2,4%).

La diminuzione di rapporti pluribancari, seppur lieve, potrebbe indicare un’ipotesi – da verificare in particolare in ottica

prospettica – da un lato, di aumento di capacità di fidelizzazione delle organizzazioni non profit da parte di istituti di credito

sempre più attenti agli specifici fabbisogni finanziari di tali soggetti; dall’altro, purtroppo, di un minor ricorso al sistema creditizio

in ottica di crescita e di investimento da parte delle cooperative sociali.

Con quante banche (istituti) siete in rapporto?

30,8%

28,4%

30,0%

34,0%

32,2%

41,2%

43,2%

37,8%

37,6%

39,8%

16,8%

17,2%

18,5%

18,0%

19,2%

11,2%

11,2%

13,7%

10,4%

8,8%

2015

2014

2013

2012

2011

Una banca Due banche Tre banche Più di tre banche

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20

Rapporto con le banche (2/2)

Numero di banche in rapporto alla

tipologia

Numero di banche in rapporto alla

localizzazione

Numero di banche in rapporto agli anni di

attività

Area GeograficaN°

banche

Nord est 2,26

Nord ovest 2,73

Centro 2,19

Sud 1,89

Totale 2,21

TipologiaN°

banche

Consorzio di cooperative sociali 3,33

Cooperativa sociale di tipo A 2,21

Cooperativa sociale di tipo B 2,09

Cooperativa sociale di tipo A+B 2,15

Totale 2,21

Anni di attivitàN°

banche

1-3 anni 1,33

4-10 anni 2,00

11-20 anni 2,14

Più di 20 anni 2,37

Totale 2,21

I consorzi di cooperative sociali sono la tipologia giuridica avente la media più alta di rapporti pluribancari (3,33

contro 3,10 della passata edizione); all’opposto si trovano le cooperative di tipo B (2,09 contro un 2,22

dell’edizione precedente).

Come nelle passate edizioni, una duplice correlazione può essere poi sottolineata rispetto al dato relativo ai

rapporti pluribancari delle cooperative sociali osservate: da un lato, rispetto all’età delle cooperative stesse, ovvero

il numero medio di banche con cui si intrattengono i rapporti cresce all’aumentare della longevità

dell’organizzazione rispondente; dall’altro, con riferimento alla loro localizzazione geografica, cioè a dire che le

realtà operative nel Nord Italia sono quelle con una più alta percentuale di rapporti pluribancari.

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21

Ritiene che le banche con cui siete in rapporto applichino metodi di valutazione personalizzati per le

organizzazioni non profit?

La percezione del trattamento (1/2)

Rispetto alla scorsa edizione, si denota un netto

calo percentuale di cooperative che ritengono

che le banche non applichino metodi di

valutazione personalizzati per le organizzazioni

del terzo settore (-21,6% rispetto al 2014).

Aumentano sia le cooperative sociali che

ritengono che le banche applichino metodi di

valutazione personalizzati (+8,8% rispetto al

2014) che quelle che ritengono che lo facciano

non tutte o in parte (+8,8% rispetto al 2014).

Tale evidenza si lega a quanto precedentemente

ipotizzato, ossia che le cooperative sociali stiano

sempre più rivolgendosi, con esiti positivi, a

istituti creditizi aventi sempre più

consapevolezza delle specificità del Terzo

settore.

44,0%

35,2%

39,8%

46,4%

28,2%

29,6%

51,2%

46,0%

49,6%

54,2%

20,0%

11,2%

6,4%

2,4%

5,9%

4,0%

17,6%

2015

2014

2013

2012

2011

Si No Non tutte/In parte Non saprei

8,3%

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22

La percezione del trattamento (2/2)

Tipologia

Metodi personalizzati Consorzi Coop A Coop B

Coop

A+B

Si 60,0% 35,4% 31,7% 36,4%

No 20,0% 52,4% 53,7% 45,5%

Non tutte/In parte 0,0% 1,4% 3,7% 9,1%

Non saprei 20,0% 10,8% 10,9% 9,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Le tipologie di cooperative più critiche sono, come nella passata edizione, quelle di tipo B, mentre i consorzi

ritengono in maggior misura che vengano applicati metodi di valutazione personalizzati per il non profit.

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23

Complessivamente qual è il livello di soddisfazione per i servizi utilizzati?

Livello di soddisfazione dei servizi utilizzati (1/2)

Il livello di soddisfazione nei rapporti con le

banche da parte delle cooperative sociali –

come peraltro già rilevato nelle precedenti

edizioni dell’Osservatorio – si conferma

buono: il 51,6% (-8,8% rispetto al 2014) si

ritiene infatti soddisfatto per i servizi bancari

utilizzati a fronte di una percentuale di

insoddisfatti del 10,4% (+2,0% rispetto al

2014).

Le cooperative sociali di tipo A e miste e

quelle aventi sedi nelle regioni del Nord Est

sono le realtà che presentano le più alte

percentuali di livelli di soddisfazione dei

servizi bancari utilizzati.

11,2%

40,4%

38,0%

8,8%

1,6%

12,4%

48,0%

31,2%

7,6%

0,8%

11,8%

43,0%

31,3%

9,8%

4,3%

8,4%

34,4%

38,0%

15,2%

4,0%

6,2%

32,6%

39,4%

15,4%

6,4%

Molto soddisfatto

Soddisfatto

Né né

Insoddisfatto

Molto insoddisfatto

2015 2014 2013 2012 2011

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24

Livello di soddisfazione dei servizi utilizzati (2/2)

Percezione della personalizzazione dei metodi di

valutazione per il non profit

Livello di soddisfazioneSì No

Molto soddisfatto 18,2% 5,5%

Soddisfatto 58,2% 21,6%

Né né 21,8% 45,9%

Insoddisfatto 1,8% 21,6%

Molto insoddisfatto 0,0% 5,4%

Come già rilevato nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio, esiste una duplice correlazione risultante

dall’incrocio delle percentuali tra i livelli di soddisfazione rispetto all’utilizzo dei servizi bancari offerti e la

percezione di modelli di valutazione personalizzati per le organizzazioni non profit. Tanto più le cooperative sociali

riconoscono la capacità da parte degli istituti di credito di tener conto delle loro specificità in quanto soggetti

appartenenti al Terzo settore all’interno dell’offerta commerciale della banca quanto più il livello di soddisfazione

rispetto all’esperienza maturata all’interno dei rapporti con le banche sarà alto.

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25

Avete utilizzato i seguenti strumenti/servizi bancari negli ultimi 12 mesi?

Servizi bancari utilizzati (1/2)

La V ed. dell’Osservatorio fa rilevare, ad eccezione dell’anticipo crediti/contributi P.A., una diminuzione di tutte le

percentuali di utilizzo di prodotti e servizi bancari da parte delle cooperative sociali. Rispetto all’anno precedente si

registra un calo soprattutto nell’utilizzo di fidejussioni per anticipo contributi, che diminuisce del 6,8% (mentre lo scorso

anno era in aumento del 2,4% rispetto al 2013), dell’anticipo del 5x1000 (-5,2%), delle Ri.Ba (-4,8%) e della gestione

della liquidità/patrimoniale (-4,8%).

In particolare, si segnala un’ulteriore diminuzione delle richieste di finanziamento per investimenti (-3,2% sul 2014 e 11,1

sul 2013), facendo registrare la percentuale più bassa rilevata dalle cinque edizioni del presente Osservatorio. Ciò a dire

che la propensione delle cooperative sociali a sostenere gli investimenti tramite il canale bancario risulta essersi ridotta

ulteriormente nel corso del 2015, poiché si trovano per l’ennesimo anno a dover far fronte a situazioni di emergenza

collegati alla coda della crisi piuttosto che ad investire per la propria crescita.

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26

Servizi bancari utilizzati (2/2)

Nota: I servizi «bonifici», «home banking» e «pagamento stipendi» non sono stati considerati nell’indagine del 2015 in quanto, nelle precedenti

edizioni, erano servizi utilizzati dalla quasi totalità dei rispondenti.

26,8%

21,2%

45,6%

42,8%

4,4%

24,4%

31,2%

24,4%

50,4%

41,6%

9,6%

31,2%

37,0%

32,3%

56,0%

46,0%

14,8%

29,1%

32,4%

24,0%

40,4%

10,0%

28,8%

28,2%

25,6%

44,0%

10,4%

35,0%

Richieste finanziamento attività

Richieste finanziamentoinvestimenti

Gestione liquidità/patrimoniale

Anticipo crediti/contributi P.A.

Anticipo 5x1000

Fidejussioni anticipo contributi

7,6%

49,2%

5,6%

42,8%

38,0%

8,8%

54,0%

7,2%

47,2%

40,8%

17,3%

59,3%

16,3%

56,0%

44,0%

22,8%

50,0%

8,0%

0,0%

14,8%

67,4%

8,8%

50,6%

Coperture assicurative

Ri.Ba

Web per raccolta fondi

R.I.D. attivi/SDD

Bollettini postali

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27

Finanziamenti per attività

Utilizzo strumenti: Finanziamenti per attività (1/2)

Il 26,8% (-4,4% rispetto al 2014) del panel dichiara di aver utilizzato finanziamenti per attività negli ultimi 12 mesi.

L’indice di utilizzo dei finanziamenti per attività è più elevato tra i consorzi di cooperative sociali (33,3%), le cooperative

di maggiori dimensioni (più di 50 soci; 34,0%) e tra le organizzazioni del Nord Ovest (33,3%).

La percentuale di utilizzatori, al contrario di quanto rilevato nel 2014, cresce al diminuire del numero di anni di attività

(33,3% tra le organizzazioni attive da meno di 3 anni; 22,6% tra le organizzazioni con più di 20 anni di attività).

Utilizzo26,8%

Non utilizzo73,2%

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28

Utilizzatori dei finanziamenti per attività

Utilizzo strumenti: Finanziamenti per attività (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 33,3%

Cooperativa sociale di tipo A 26,5%

Cooperativa sociale di tipo B 27,3%

Cooperativa sociale di tipo A+B 23,1%

Campione 26,8%

Attività %

1 - 3 anni 33,3%

4 - 10 anni 30,8%

11 - 20 anni 30,1%

> 20 anni 22,6%

Campione 26,8%

Area %

Nord Est 16,7%

Nord Ovest 33,3%

Centro 29,8%

Sud 25,7%

Campione 26,8%

N° Soci %

1 - 15 soci 26,4%

16 - 50 soci 22,4%

> 50 soci 34,0%

Campione 26,8%

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29

Finanziamento per investimenti

Utilizzo strumenti: Finanziamenti per investimenti (1/2)

Si segnala una diminuzione delle richieste di finanziamento per investimenti (-3,2% rispetto al 2014) negli ultimi 12 mesi.

Dalla lettura incrociata della percentuale relativa all’utilizzo di finanziamenti per investimenti con il settore di attività principale

(in termini di fatturato) delle cooperative sociali osservate emerge anche quest’anno come siano le realtà operanti

nell’ambito dei “Servizi Ambientali” ad usufruirne maggiormente (55,6%), confermando anche per la V ed. dell’Osservatorio

la maggiore dinamicità delle cooperative sociali che prevedono per il 2015 di avere entrate da vendita di beni e servizi sul

mercato in “crescita” (+13,5% rispetto al 2014). La percentuale di utilizzatori è inoltre più elevata tra i consorzi (33,3%), le

cooperative di maggiori dimensioni (più di 50 soci; 28,0%) e tra le organizzazioni del Nord Ovest (25,0%).

Infine, a conferma di quanto rilevato nella IV ed. dell’Osservatorio, la percentuale di utilizzatori dei finanziamenti per

investimenti cresce all’aumentare del numero di anni di attività (24,3% tra le organizzazioni con più di 20 anni di attività).

Utilizzo21,2%

Non utilizzo78,8%

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30

Utilizzatori dei finanziamenti per investimenti

Utilizzo strumenti: Finanziamenti per investimenti (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 33,3%

Cooperativa sociale di tipo A 19,9%

Cooperativa sociale di tipo B 24,7%

Cooperativa sociale di tipo A+B 7,7%

Campione 21,2%

Settore principale fatturato %

Assistenza Socio Sanitaria 21,5%

Servizi educativi e di formazione 17,5%

Servizi Ambientali 55,6%

Altri Prodotti e Servizi 14,1%

Campione 21,2%

Attività %

1 - 3 anni 0,0%

4 - 10 anni 15,4%

11 - 20 anni 20,4%

> 20 anni 24,3%

Campione 21,2%

Area %

Nord Est 16,7%

Nord Ovest 25,0%

Centro 23,4%

Sud 19,8%

Campione 21,2%

N° Soci %

1 - 15 soci 18,9%

16 - 50 soci 18,8%

> 50 soci 28,0%

Campione 21,2%

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31

Gestione della liquidità/patrimoniale

Utilizzo strumenti: Gestione della liquidità/patrimoniale (1/2)

Meno di 1 organizzazione su 2 tra quelle intervistate dichiara di aver utilizzato la gestione della

liquidità/patrimoniale negli ultimi 12 mesi (- 4,8% rispetto al 2014).

Come nella precedente edizione, sono i consorzi (55,6%) e le organizzazioni che lavorano prevalentemente con

l’ente pubblico (47,4%) ad utilizzare maggiormente la gestione della liquidità/patrimoniale.

Si confermano anche i trend rilevati nel 2014: la percentuale di utilizzatori del servizio cresce all’aumentare degli

anni di attività della cooperative (50,4% tra le organizzazioni con più di 20 anni di attività) e all’aumentare delle

dimensioni (58,0% tra le organizzazioni che hanno più di 50 soci).

Utilizzo45,6%

Non utilizzo54,4%

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32

Utilizzatori della gestione della liquidità/patrimoniale

Utilizzo strumenti: Gestione della liquidità/patrimoniale (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 55,6%

Cooperativa sociale di tipo A 45,7%

Cooperativa sociale di tipo B 46,8%

Cooperativa sociale di tipo A+B 30,8%

Campione 45,6%

Settore principale fatturato %

MERCATO 41,3%

PUBBLICO 47,4%

Campione 45,6%

Attività %

1 - 3 anni 16,7%

4 - 10 anni 42,3%

11 - 20 anni 42,7%

> 20 anni 50,4%

Campione 45,6%

N° Soci %

1 - 15 soci 41,5%

16 - 50 soci 42,4%

> 50 soci 58,0%

Campione 45,6%

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33

Anticipo crediti/contributi della P.A.

Utilizzo strumenti: Anticipo crediti/contributi P.A. (1/2)

Il 42,8% delle organizzazioni (+1,2% rispetto al 2014) dichiara di aver richiesto l’anticipo dei crediti o dei contributi della

P.A negli ultimi 12 mesi, unico servizio bancario che ha registrato un aumento nel suo utilizzo negli ultimi 12 mesi.

La percentuale di utilizzatori risulta più elevata, come nel 2014, tra i consorzi di cooperative sociali (88,9%), tra le

cooperative sociali del Centro (53,2%) e tra chi lavora prevalentemente con l’ente pubblico (49,1%).

Si conferma, rispetto alla precedente edizione, un utilizzo crescente di questo strumento all’aumentare delle dimensioni

dell’organizzazione (52,0% tra le organizzazioni con più di 50 soci) e all’aumentare delle previsione di entrate da

contributi, convenzioni, donazioni e rapporti con la pubblica amministrazione (50,0% tra gli intervistati che prevedono un

aumento nel 2016).

Utilizzo42,8%

Non utilizzo57,2%

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34

Utilizzatori Anticipo crediti/contributi della P.A.

Utilizzo strumenti: Anticipo crediti/contributi P.A. (2/2)

Indici di penetrazione

Area %

Nord Est 42,9%

Nord Ovest 45,0%

Centro 53,2%

Sud 36,6%

Campione 42,8%

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 88,9%

Cooperativa sociale di tipo A 42,4%

Cooperativa sociale di tipo B 35,1%

Cooperativa sociale di tipo A+B 61,5%

Campione 42,8%

Settore principale fatturato %

MERCATO 28,0%

PUBBLICO 49,1%

Campione 42,8%

N° Soci %

1 - 15 soci 35,8%

16 - 50 soci 41,2%

> 50 soci 52,0%

Campione 42,8%

Previsione entrate da CCD * %

Crescita 50,0%

Stabili 45,9%

Diminuiscono 41,9%

Campione 42,8%

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35

Anticipo 5 x 1000

Utilizzo strumenti: Anticipo 5x1000 (1/2)

Solo il 4,4% (- 5,2% rispetto al 2014) del panel ha utilizzato l’anticipo del 5x1000.

La percentuale di utilizzatori risulta più alta tra le cooperative di tipo A (5,3%), seguite da quelle di tipo B (3,9%)

mentre nessuno tra i consorzi o tra le cooperative di tipo misto (A+B) l’ha utilizzato.

L’utilizzo dell’anticipo del 5x1000 risulta più elevata tra le organizzazioni del Nord Ovest (11,7%) e tra chi opera

principalmente nei servizi ambientali (11,1%).

Utilizzo4,4%

Non utilizzo95,6%

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36

Utilizzatori Anticipo 5x1000

Utilizzo strumenti: Anticipo 5x1000 (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 0,0%

Cooperativa sociale di tipo A 5,3%

Cooperativa sociale di tipo B 3,9%

Cooperativa sociale di tipo A+B 0,0%

Campione 4,4%

Settore principale fatturato %

Assistenza Socio Sanitaria 4,1%

Servizi Educativi e di Formazione 5,0%

Servizi Ambientali 11,1%

Altri Prodotti e Servizi 2,8%

Campione 4,4%

Area %

Nord Est 2,4%

Nord Ovest 11,7%

Centro 4,3%

Sud 1,0%

Campione 4,4%

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37

Fidejussioni per anticipo contributi

Utilizzo strumenti: Fidejussioni per anticipo contributi (1/2)

Il 24,4% (-6,8% rispetto al 2014) del panel ha affermato di aver utilizzato le fidejussioni per l’anticipo di contributi

erogati dalla pubblica amministrazione negli ultimi 12 mesi.

Come già rilevato nel 2014, la percentuale di utilizzatori risulta più elevata tra i consorzi di cooperative sociali (33,3%),

tra le organizzazioni medio-grandi (30,6% tra le organizzazioni che hanno tra 15 e 50 soci e il 26,0% tra chi ha più di

50 soci), tra le organizzazioni che hanno un maggior numero di anni di attività (tra 11 e 20 anni, 28,2% e più di 20 anni

di attività, 25,2%) e tra chi opera prevalentemente nel settore ambientale (38,9%).

Utilizzo24,4%

Non utilizzo75,6%

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38

Utilizzatori Fidejussioni per anticipo contributi

Utilizzo strumenti: Fidejussioni per anticipo contributi (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 33,3%

Cooperativa sociale di tipo A 23,2%

Cooperativa sociale di tipo B 28,6%

Cooperativa sociale di tipo A+B 7,7%

Campione 24,4%

Settore principale fatturato %

Assistenza Socio Sanitaria 22,3%

Servizi Educativi e di Formazione 22,5%

Servizi Ambientali 38,9%

Altri Prodotti e Servizi 25,4%

Campione 24,4%

Attività %

1 - 3 anni 16,7%

4 - 10 anni 7,7%

11 - 20 anni 28,2%

> 20 anni 25,2%

Campione 24,4%

N° Soci %

1 - 15 soci 17,9%

16 - 50 soci 30,6%

> 50 soci 26,0%

Campione 24,4%

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39

Coperture assicurative

Utilizzo strumenti: Coperture assicurative (1/2)

Solo il 7,6% delle organizzazioni interpellate dichiara di aver utilizzato coperture assicurative tramite le banche negli

ultimi 12 mesi (-1,2% rispetto al 2014).

Come nel 2014, la percentuale di utilizzatori di coperture assicurative tramite banca risulta più alta tra i consorzi di

cooperative sociali (11,1%) e tra le organizzazioni del Centro (12,8%).

Si conferma anche una correlazione positiva tra l’utilizzo di coperture assicurative tramite banca e le dimensioni delle

organizzazioni intervistate (14,0% tra le organizzazioni con più di 50 soci).

Utilizzo7,6%Non utilizzo

92,4%

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40

Utilizzatori Coperture assicurative

Utilizzo strumenti: Coperture assicurative (2/2)

Indici di penetrazione

N° Soci %

1 - 15 soci 4,7%

16 - 50 soci 7,1%

> 50 soci 14,0%

Campione 7,6%Area %

Nord Est 7,1%

Nord Ovest 6,7%

Centro 12,8%

Sud 5,9%

Campione 7,6%

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 11,1%

Cooperativa sociale di tipo A 7,3%

Cooperativa sociale di tipo B 7,8%

Cooperativa sociale di tipo A+B 7,7%

Campione 7,6%

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41

Ri.Ba.

Utilizzo strumenti: Ri.Ba. (1/2)

Poco meno di 1 intervistato su 2 (-4,8% rispetto al 2014) ha dichiarato di aver utilizzato le Ri.Ba. negli ultimi 12

mesi.

La percentuale di utilizzatori risulta più elevata tra le organizzazioni di tipo B (64,9%), tra quelle del Nord Italia,

sia Nord Est (71,4%) che Nord Ovest (63,3%) e tra chi opera principalmente nel settore ambientale (88,9%).

Come nel 2014, la percentuale cresce all’aumentare delle dimensioni dell’organizzazione (64,0% tra le

organizzazioni con più di 50 soci).

Utilizzo49,2%

Non utilizzo50,8%

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42

Utilizzatori Ri.Ba.

Utilizzo strumenti: Ri.Ba. (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 44,4%

Cooperativa sociale di tipo A 43,0%

Cooperativa sociale di tipo B 64,9%

Cooperativa sociale di tipo A+B 30,8%

Campione 49,2%

Settore principale fatturato %

Assistenza Socio Sanitaria 42,1%

Servizi Educativi e di Formazione 45,0%

Servizi Ambientali 88,9%

Altri Prodotti e Servizi 53,5%

Campione 49,2%

Area %

Nord Est 71,4%

Nord Ovest 63,3%

Centro 48,9%

Sud 31,7%

Campione 49,2%

N° Soci %

1 - 15 soci 39,6%

16 - 50 soci 52,9%

> 50 soci 64,0%

Campione 49,2%

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43

Web per raccolta fondi

Utilizzo strumenti: Web per raccolta fondi (1/2)

Solo il 5,6% (-1,6% rispetto al 2014) del panel dichiara di aver utilizzato il web per la raccolta fondi negli ultimi

12 mesi.

La percentuale di utilizzatori di web per la raccolta fondi risulta più elevata tra i consorzi di cooperative sociali

(22,2%), tra le cooperative sociali di tipo A+B (23,1%), tra le organizzazione del Nord Est (9,5%) e, come nel

2014, tra chi opera prevalentemente con l’ente pubblico (6,3%) e tra le organizzazioni di maggiori dimensioni

(8,0% tra le organizzazioni con più di 50 soci).

Utilizzo5,6%

Non utilizzo94,4%

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44

Utilizzatori Web per raccolta fondi

Utilizzo strumenti: Web per raccolta fondi (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 22,2%

Cooperativa sociale di tipo A 5,3%

Cooperativa sociale di tipo B 1,3%

Cooperativa sociale di tipo A+B 23,1%

Campione 5,6%

Settore principale fatturato %

MERCATO 4,0%

PUBBLICO 6,3%

Campione 5,6%

Area %

Nord Est 9,5%

Nord Ovest 3,3%

Centro 2,1%

Sud 6,9%

Campione 5,6%

N° Soci %

1 - 15 soci 4,7%

16 - 50 soci 3,5%

> 50 soci 8,0%

Campione 5,6%

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45

R.I.D. attivi/SDD

Utilizzo strumenti: R.I.D. attivi/SDD (1/2)

Il 42,8% del panel (-4,4% rispetto al 2014) dichiara di aver utilizzato il servizio di R.I.D. attivi/SDD nell’arco degli ultimi

12 mesi.

La percentuale di utilizzatori di R.I.D. attivi si registra tra le cooperative sociali di tipo B (46,8%), tra le cooperative

sociali più «giovani» (meno di 3 anni di attività, 66,7%), tra le organizzazioni del Centro (59,6%) e tra le cooperative

sociali di medio-grandi dimensioni (organizzazioni tra 16 e 50 soci, 48,2% e organizzazioni con più di 50 soci, 48,0%).

Utilizzo42,8%

Non utilizzo57,2%

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46

Utilizzatori R.I.D. attivi/SDD

Utilizzo strumenti: R.I.D. attivi/SDD (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 33,3%

Cooperativa sociale di tipo A 42,4%

Cooperativa sociale di tipo B 46,8%

Cooperativa sociale di tipo A+B 30,8%

Campione 42,8%

Attività %

1 - 3 anni 66,7%

4 - 10 anni 30,8%

11 - 20 anni 42,7%

> 20 anni 44,3%

Campione 42,8%

Area %

Nord Est 40,5%

Nord Ovest 36,7%

Centro 59,6%

Sud 39,6%

Campione 42,8%

N° Soci %

1 - 15 soci 36,8%

16 - 50 soci 48,2%

> 50 soci 48,0%

Campione 42,8%

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47

Bollettini postali

Utilizzo strumenti: Bollettini postali (1/2)

Quasi 2 su 5 delle cooperative intervistate dichiara di aver pagato i bollettini postali attraverso la banca negli ultimi

12 mesi (-2,8% rispetto al 2014).

Ad avere utilizzato maggiormente il servizio sono le cooperative sociali di tipo B (45,2%) e le organizzazioni medio-

grandi (tra 16 e 50 soci, 43,5% e con più di 50 soci, 42,0%).

Le percentuali di minor utilizzo si rilevano tra i consorzi di cooperative sociali (29,9%).

Utilizzo38,0%

Non utilizzo62,0%

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48

Utilizzatori Bollettini postali

Utilizzo strumenti: Bollettini postali (2/2)

Indici di penetrazione

Tipologia %

Consorzio di cooperative sociali 29,9%

Cooperativa sociale di tipo A 40,8%

Cooperativa sociale di tipo B 45,2%

Cooperativa sociale di tipo A+B 39,3%

Campione 38,0%

N° Soci %

1 - 15 soci 34,0%

16 - 50 soci 43,5%

> 50 soci 42,0%

Campione 38,0%

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49

Sviluppo nuovi servizi (1/3)

Interesse a servizi attualmente non offerti dalle proprie banche di riferimento

Rispetto alla prospettiva di sviluppo di nuovi servizi attualmente non presenti all’interno dell’offerta commerciale delle

proprie banche di riferimento, aumenta significativamente la percentuale di intervistati (+18,8% rispetto al 2014) che si

dichiara interessata. Le organizzazioni maggiormente interessate allo sviluppo di nuovi servizi sono quelle localizzate nel

Nord Ovest (55,0%), le cooperative di tipo A (54,3%), che operano nei servizi educativi e di formazione (55,0%) e

nell’assistenza socio sanitaria (52,9%). La percentuale di organizzazioni interessate allo sviluppo di nuovi servizi cresce

all’aumentare delle dimensioni (organizzazioni con più di 50 soci, 54,0%).

Numero soci Interessati Non interessati

1 - 15 soci 47,2% 52,8%

16 - 50 soci 51,8% 48,2%

> 50 soci 54,0% 46,0%

Campione 49,6% 50,4%

Nuovi servizi Settore principale di attività Interessati Non interessati

Assistenza Socio Sanitaria 52,9% 47,1%

Servizi Educativi e di Formazione 55,0% 45,0%

Servizi Ambientali 38,9% 61,1%

Altri Prodotti e Servizi 43,7% 56,3%

Totale 49,6% 50,4%

Nuovi servizi

49,6%

30,8%

38,8%

50,4%

69,2%

61,3%

2015

2014

2013

Si

No

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50

Sviluppo nuovi servizi (2/3)

Interesse a servizi attualmente non offerti dalle proprie banche di riferimento

Tra le cooperative che si dicono interessate

a nuovi servizi, l’orientamento prevalente è

relativo allo sviluppo di strumenti a supporto

della raccolta fondi, la cui percentuale

aumenta del 18,5% rispetto alla precedente

rilevazione. Anche la fidelizzazione degli

stakeholder fa rilevare una buona

percentuale di incremento, 11,7% rispetto al

2014.

71,8%

31,5%

29,8%

15,3%

53,2%

29,9%

18,2%

13,0%

71,0%

34,8%

37,4%

5,2%

Supporto alla raccolta fondi

Gestione patrimonio/liquidità

Fidelizzazione degli stakeholder

Altro

2015 2014 2013

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51

Sviluppo nuovi servizi (3/3)Le cooperative di tipo A e B mostrano un

maggior interesse per il supporto alla raccolta

fondi, mentre le cooperative miste sono

maggiormente orientate a sviluppare servizi

per la gestione della liquidità/patrimoniale. Al

contrario i consorzi sono maggiormente

interessati allo sviluppo di servizi per la

fidelizzazione degli stakeholder.

Indipendentemente dal settore principale di

attività, il servizio di maggior interesse è il

supporto alla raccolta fondi. Le organizzazioni

che lavorano nei servizi ambientali sono

interessate anche alla gestione della

liquidità/patrimoniale mentre chi opera in altri

prodotti e servizi alla fidelizzazione degli

stakeholder.

L’interesse per la gestione della

liquidità/patrimoniale e per la fidelizzazione

degli stakeholder cresce all’aumentare delle

dimensioni delle organizzazioni.Indici di penetrazione

Nuovi servizi 1 - 15 soci 16 - 50 soci > 50 soci Campione

Supporto alla raccolta fondi 74,0% 72,7% 74,1% 71,8%

Gestione patrimonio/liquidità 24,0% 34,1% 48,1% 31,5%

Fidelizzazione degli stakeholder 26,0% 27,3% 37,0% 29,8%

Altro 14,0% 18,2% 11,1% 15,3%

N° Soci

Nuovi servizi Consorzi Coop A Coop B Coop A+B Campione

Supporto alla raccolta fondi 0,0% 74,4% 74,3% 50,0% 71,8%

Gestione patrimonio/liquidità 0,0% 26,8% 42,9% 75,0% 31,5%

Fidelizzazione degli stakeholder 66,7% 24,4% 40,0% 25,0% 29,8%

Altro 33,3% 13,4% 17,1% 25,0% 15,3%

Tipologia

Nuovi serviziSocio

Sanitaria

Educativi e di

Formazione

Servizi

Ambientali

Altri Prod.

e ServiziCampione

Supporto alla raccolta fondi 67,2% 81,8% 71,4% 74,2% 71,8%

Gestione patrimonio/liquidità 34,4% 9,1% 57,1% 38,7% 31,5%

Fidelizzazione degli stakeholder 28,1% 18,2% 14,3% 45,2% 29,8%

Altro 15,6% 13,6% 14,3% 16,1% 15,3%

Settore di attività principale

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52

Richieste di finanziamento

Fatto 100 la richiesta di finanziamento alle Banche negli ultimi 3 anni in percentuale quanto vi hanno concesso?

% di concessione

Media: 81,4%

I dati rilevati all’interno della V ed. dell’Osservatorio

rispetto alle richieste di finanziamento ad istituti di

credito avanzate dalle cooperative sociali continuano a

fare registrare la percentuale in calo (41,6%, -3,2%

rispetto all’anno precedente) di richieste inoltrate. Calo

confermato anche dai dati precedentemente illustrati,

relativi all’utilizzo di richieste di finanziamento per

attività o per investimenti delle cooperative intervistate.

Di queste realtà, oltre la metà (56,7%, +4,0% rispetto al

2014) ha ottenuto l’intero ammontare del finanziamento

richiesto.

La percentuale di credito ottenuto cresce all’aumentare

delle dimensioni (89,0%, cooperative sociali con più di

50 soci) e all’aumentare della longevità delle

organizzazioni (86,3%, intervistati con più di 20 anni

attività).

Non concessi

5,8%Meno della

metà11,5%

Più della metà

26,0%

Tutto56,7%

41,6%

44,8%

46,0%

58,4%

55,2%

54,0%

2015

2014

2013

Abbiamo fatto richiesta Nessuna richiesta

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53

Motivazioni mancata/parziale concessione dei finanziamenti (1/2)

Se l’importo del finanziamento richiesto non è stato totalmente concesso, quali sono le motivazioni?

Della percentuale rimanente (43,3%), ovvero di coloro i quali

non hanno ottenuto il 100% dell’ammontare richiesto, più del

35% indica un “importo troppo alto” quale principale

motivazione della mancata/parziale concessione del

finanziamento.

Tale percentuale è in ulteriore calo rispetto al biennio

precedente (-7,8% sul 2014) e lascia spazio alla crescita di

una diversa motivazione, quella relativa al «cash flow

insufficiente» (+29,2% rispetto al 2014). Ciò sembra indicare

una difficoltà, da parte delle cooperative sociali intervistate, a

garantire flussi di cassa sufficienti, problema legato al sempre

più marcato orientamento a progetti di sviluppo che

prevendono da parte delle cooperative sociali proposte

imprenditoriali volte direttamente a una domanda pagante.

Diminuisce lievemente, invece, la percentuale legata al tema

delle «garanzie» (insufficienti o totalmente inesistenti)

presentate in concomitanza alla richiesta di finanziamento

(complessivamente la percentuale si assesta al 42,2% contro

il 45,3% dello scorso anno).

35,6%

31,1%

22,2%

20,0%

13,3%

8,9%

2,2%

43,4%

1,9%

26,4%

18,9%

15,1%

5,7%

1,9%

53,3%

13,3%

34,4%

31,1%

8,9%

3,3%

1,1%

Importo troppo alto

Cash flow insufficiente

Garanzie insufficienti

Mancanza di garanzie

Merito creditizio (problemipassati di rimborso)

Difficoltà apianificare/fornire piani

Mancanza di esperienza

2015 2014 2013

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54

Motivazioni < 11 anni 11 - 20 anni > 20 anni Campione

Importo troppo alto 28,6% 27,8% 45,0% 35,6%

Cash flow insufficiente 14,3% 38,9% 30,0% 31,1%

Garanzie insufficienti 42,9% 22,2% 15,0% 22,2%

Mancanza di garanzie 42,9% 5,6% 25,0% 20,0%

Merito creditizio 14,3% 22,2% 5,0% 13,3%

Difficoltà a pianificare 0,0% 5,6% 15,0% 8,9%

Mancanza di esperienza 14,3% 0,0% 0,0% 2,2%

Anni di attività

Motivazioni 1 - 15 soci 16 - 50 soci > 50 soci Campione

Importo troppo alto 17,6% 41,2% 55,6% 35,6%

Cash flow insufficiente 35,3% 23,5% 33,3% 31,1%

Garanzie insufficienti 23,5% 23,5% 22,2% 22,2%

Mancanza di garanzie 5,9% 23,5% 44,4% 20,0%

Merito creditizio 11,8% 11,8% 11,1% 13,3%

Difficoltà a pianificare 11,8% 0,0% 22,2% 8,9%

Mancanza di esperienza 5,9% 0,0% 0,0% 2,2%

N° soci

Motivazioni mancata/parziale concessione dei finanziamenti (2/2)

Tra le organizzazioni più «giovani» (meno di 10

anni di attività) le problematiche maggiori

nell’ottenere dei finanziamenti sono legate alle

garanzie (garanzie insufficienti e mancanza di

garanzie) mentre tra le organizzazioni che hanno

tra gli 11 e i 20 anni di attività la problematica

maggiore riguarda il cash flow insufficiente.

Tra le organizzazioni più longeve (più di 20 anni di

attività) il problema principale riguarda l’importo

troppo alto.

L’incidenza della problematica riguardante la

richiesta di un importo troppo alto cresce

all’aumentare delle dimensioni dell’ organizzazione

(55,6% tra le organizzazioni con più di 50 soci).

Il cash flow insufficiente riguarda invece

principalmente le organizzazioni meno strutturate

(meno di 15 soci).

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55

Modalità di impiego dei finanziamenti (1/3)

Fatto 100 il totale dei finanziamenti ottenuti negli ultimi 3 anni, quali sono state le modalità di impiego?

Tra le diverse modalità di impiego dei finanziamenti ottenuti è stato rilevato che gli importi erogati alle cooperative

sociali negli ultimi 3 anni sono stati principalmente utilizzati per effettuare degli investimenti (quasi il 52%, percentuale

in calo dell’8,0% rispetto al 2014). La maggior parte (35,8%) degli investimenti presentano un orizzonte temporale di

medio-lungo termine (oltre 18 mesi). Tuttavia, a differenza dello scorso anno, tale percentuale singola è superata dal

37,0% della gestione corrente dell’organizzazione; cioè a dire, che per le cooperative sociali intervistate il rapporto

creditizio con le banche è fortemente legato alla necessità di far fronte alla gestione dell’attività ordinaria (e quindi una

prospettiva temporale di brevissimo periodo) piuttosto che allo sviluppo di una capacità di investire nel futuro

dell’organizzazione stessa.

Investimenti a medio-lungo

termine35,8%

Gestione corrente dell’organizzazione

37,0%

Ristrutturazione del debito precedente

11,3%

Investimenti a breve termine

15,9%

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56

Modalità di impiego dei finanziamenti (2/3)

Tra i consorzi di cooperative sociali, le cooperative

miste e quelle di tipo B si rileva un maggior uso dei

finanziamenti per la gestione corrente.

Tra le cooperative sociali di tipo A risulta più elevato

l’impiego dei finanziamenti in investimenti a medio-

lungo termine.

Le regioni del Nord est, del Nord ovest e del Centro

ricorrono più frequentemente ad investimenti di

medio-lungo termine, mentre al Sud risulta più

elevata la percentuale utilizzata per la gestione

corrente.

Sono le organizzazioni con più di 11 anni di attività

ad aver maggiormente impiegato i finanziamenti

per investimenti, in particolare per quelli a medio-

lungo termine, mentre l’utilizzo per la gestione

corrente cresce al diminuire degli anni di attività.

Tipologia

Impiego finanziamenti Consorzi Coop A Coop B Coop A+B Campione

Investimenti a medio-lungo 42,0% 39,4% 29,9% 0,0% 35,8%

Gestione corrente 54,0% 38,0% 31,0% 100,0% 37,0%

Ristrutturazione del debito 2,0% 13,9% 8,5% 0,0% 11,3%

Investimenti a breve termine

2,0% 8,7% 30,6% 0,0% 15,9%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Area

Impiego finanziamenti

Nord est Nord ovest Centro Sud Campione

Investimenti a medio-lungo

37,5% 44,1% 28,6% 32,6% 35,8%

Gestione corrente 23,4% 39,7% 33,0% 43,1% 37,0%

Ristrutturazione del debito

4,2% 9,3% 19,5% 10,6% 11,3%

Investimenti a breve termine

34,9% 6,9% 18,9% 13,7% 15,9%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100%

Anni di attività

Impiego finanziamenti < 11 anni 11 - 20 anni > 20 anni Campione

Investimenti a medio-lungo 26,8% 39,8% 34,5% 35,8%

Gestione corrente 47,5% 37,3% 34,2% 37,0%

Ristrutturazione del debito 12,5% 12,4% 10,0% 11,3%

Investimenti a breve termine

13,2% 10,5% 21,3% 15,9%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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57

Impiego finanziamenti Socio SanitarioEducazione/

FormazioneAmbientali

Altri Prod. e

ServiziCampione

Investimenti a medio-lungo 38,1% 46,8% 34,0% 26,1% 35,8%

Gestione corrente 36,5% 35,6% 20,0% 44,9% 37,0%

Ristrutturazione del debito 13,3% 13,8% 0,0% 10,7% 11,3%

Investimenti a breve termine 12,1% 3,8% 46,0% 18,3% 15,9%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Principale attività di fatturato

Modalità di impiego dei finanziamenti (3/3)

Sono le organizzazioni che operano

nell’educazione e formazione e nel socio

sanitario ad aver maggiormente utilizzato i

finanziamenti per investimenti a medio-lungo

termine mentre chi opera nel settore

ambientale li ha utilizzati maggiormente per

investimenti a breve termine.

Le organizzazioni con più di 50 soci sono

quelle ad aver utilizzato maggiormente i

finanziamenti per investimenti a medio-lungo

termine, mentre quelle che hanno tra i 16 e i 50

soci li hanno impiegati in misura maggiore per

la gestione corrente.

Tra le organizzazioni che lavorano principalmente con il

pubblico si rileva un maggior utilizzo per gli investimenti a

medio-lungo termine, mentre per quelle le cui entrate

provengono da fonti private l’impiego prevalente dei

finanziamenti ottenuti è relativo alla gestione corrente.

Impiego finanziamenti 1 - 15 soci 16 - 50 soci > 50 soci Campione

Investimenti a medio-lungo 35,3% 32,1% 40,6% 35,8%

Gestione corrente 31,5% 40,6% 36,1% 37,0%

Ristrutturazione del debito 17,3% 9,3% 7,7% 11,3%

Investimenti a breve termine 15,9% 18,0% 15,6% 15,9%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Numero soci

Impiego finanziamenti Pubblico Privato Campione

Investimenti a medio-lungo 36,5% 35,6% 35,8%

Gestione corrente 26,9% 40,7% 37,0%

Ristrutturazione del debito 19,0% 8,5% 11,3%

Investimenti a breve termine 17,6% 15,2% 15,9%

Totale 100,0% 100,0% 100%

Tipologia

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58

Prospettive

future

Parte

3

Indagine sui fabbisogni finanziari

delle cooperative sociali in Italia

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59

Fatto 100 il fabbisogno finanziario per investimenti nel 2016, come ritiene verrà coperto?

Fabbisogno finanziario per investimenti (1/3)

Positive le prospettive future delle cooperative sociali

rispondenti in termini di fabbisogno finanziario per

investimenti: circa la metà degli intervistati dichiara di

prevedere investimenti per il 2016 registrando un notevole

aumento rispetto alla precedente edizione (+10%), facendo

rilevare così un atteggiamento propositivo che

auspicabilmente è segnale di ripresa e di uscita dalla crisi

che ha finora costretto anche la cooperazione a «giocare in

difesa» per potervi fare fronte.

La crescita delle previsioni in termini di fabbisogno

finanziario, tuttavia, non corrisponde ad un altrettanto

aumento del ricorso alle banche come fonte di copertura di

tali finanziamenti (-8,7% sul 2014). Torna a crescere,

invece, la percentuale relativa all’autofinanziamento da

parte delle cooperative sociali stesse (+10,1% rispetto

all’anno precedente). Continua a calare, infine, la

percentuale di coloro i quali intendono fare ricorso a

finanziamenti pubblici (-1,4%).

49,2%

39,2%

40,3%

37,2%

50,8%

60,8%

59,7%

62,8%

2015

2014

2013

2012

Abbiamo in previsione investimenti Non abbiamo in previsione investimenti

30,4%

39,1%

30,6%

31,0%

47,3%

37,2%

44,2%

43,0%

22,3%

23,7%

25,2%

25,9%

2015

2014

2013

2012

Banche Autofinanziamento Finanziamenti pubblici

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60

Fabbisogno finanziario per investimenti (2/3)

I consorzi sono la tipologia con previsione maggiore

di ricorso all’autofinanziamento (quasi 63%),

categoria di copertura del fabbisogno finanziario per

investimenti cui intendono fare ricorso per la

maggior parte anche le cooperative sociali di tipo A e

B. Le cooperative di tipo misto, invece, prediligono il

ricorso a finanziamenti pubblici (40%).

Le realtà delle regioni del Nord ovest e del Centro

Italia sono quelle che fanno registrare le percentuali

più alte di ricorso all’autofinanziamento (superiori al

50%), che tuttavia è la forma di copertura del

fabbisogno finanziario prevalente anche delle

organizzazioni delle restanti aree geografiche del

paese.

L’autofinanziamento è la principale fonte di copertura

del fabbisogno finanziario per investimenti a

prescindere dalla dimensione dell’organizzazione

osservata, anche se la percentuale supera il 50%

per quelle di medie dimensioni.

Fonti finanziamenti Consorzi Coop A Coop B Coop A+B Campione

Banche 30,7% 28,8% 32,1% 35,0% 30,4%

Autofinanziamento 62,7% 45,2% 53,0% 25,0% 47,3%

Finanziamenti pubblici 6,7% 26,1% 14,9% 40,0% 22,3%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tipologia

Fonti finanziamenti 1 - 15 soci 16 - 50 soci > 50 soci Campione

Banche 33,4% 22,4% 38,4% 30,4%

Autofinanziamento 44,0% 50,3% 45,8% 47,3%

Finanziamenti pubblici 22,6% 27,3% 15,8% 22,3%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N° soci

Fonti finanziamenti Nord est Nord ovest Centro Sud Campione

Banche 31,5% 24,5% 34,4% 32,1% 30,4%

Autofinanziamento 45,8% 53,6% 57,8% 40,8% 47,3%

Finanziamenti pubblici 22,7% 21,8% 7,8% 27,1% 22,3%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Area

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61

Fabbisogno finanziario per investimenti (3/3)

Oltre la metà dei soggetti operanti in ambito ambientale ricorreranno all’autofinanziamento a copertura del

fabbisogno finanziario per investimenti.

Tra le organizzazioni che operano prevalentemente a mercato la percentuale di chi ricorrerà

all’autofinanziamento è pari quasi al 58%.

Attività

Fonti finanziamenti

Socio Sanitaria

Educazione/Formazione

AmbientaliAltri Prod. e

ServiziCampione

Banche 32,4% 32,7% 35,4% 24,9% 30,4%

Autofinanziamento 44,1% 41,5% 51,5% 53,2% 47,3%

Finanziamenti pubblici

23,5% 25,8% 13,1% 21,9% 22,3%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Fonti finanziamenti MERCATO PUBBLICO Campione

Banche 25,4% 32,8% 30,4%

Autofinanziamento 57,9% 42,3% 47,3%

Finanziamenti pubblici 16,7% 24,9% 22,3%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

Settore principale di

fatturato

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62

Sostegno alla domanda di investimenti (1/4)

Al fine di aumentare gli investimenti da parte delle cooperative sociali, su quali delle seguenti

opzioni ritiene sarebbe più importante agire:

45,6%

28,8%

12,8%

7,6%

2,8%

2,4%

Istituire un fondo di garanziaper cooperative sociali

Orientare l’attività in nuove filiere a domanda pagante

Ampliare l’offerta di finanza specializzata

Incentivare l’investimento in ambito tecnologico

Non sa rispondere

Nessuna di queste

Quasi 1 organizzazione su 2 tra quelle intervistate ritiene

che il fondo di garanzia per cooperative sociali sia la migliore

soluzione per aumentare gli investimenti. In particolare, sono

di questo parere i consorzi (77,8%), le organizzazioni con

meno di 50 soci (meno di 15 soci, 49,1% e tra 15 e 50 soci,

48,2%) e quelle che operano nel settore ambientale (61,1%).

Tra le organizzazioni interessate ad orientare l’attività verso

nuove filiere a domanda pagante, si evidenziano le

organizzazioni del Sud (36,6%), quelle con meno di 20 anni

di attività (33,1%), chi opera in altri prodotti e servizi (35,2%),

e chi lavora prevalentemente con i privati (36,0%).

L’ampliamento dell’offerta di finanza specializzata interessa

in particolare: le cooperative miste (23,1%), le organizzazioni

del Nord ovest (16,7%) e del Centro (17,0%), chi opera da

più di 20 anni (16,3%), chi ha più di 50 soci (22,0%) e chi

opera principalmente con il pubblico (14,9%).

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63

Sostegno alla domanda di investimenti (2/4)

Incentivi all'aumento degli investimenti Nord est Nord ovest Centro Sud Campione

Istituire un fondo di garanzia per cooperative sociali 45,2% 43,3% 44,7% 47,5% 45,6%

Orientare l’attività in nuove filiere a domanda pagante 26,2% 21,7% 23,4% 36,6% 28,8%

Ampliare l’offerta di finanza specializzata 11,9% 16,7% 17,0% 8,9% 12,8%

Incentivare l’investimento in ambito tecnologico 11,9% 10,0% 6,4% 5,0% 7,6%

Non sa rispondere 4,8% 3,3% 6,4% 0,0% 2,8%

Nessuna di queste 0,0% 5,0% 2,1% 2,0% 2,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Area

Incentivi all'aumento degli investimenti Consorzi Coop A Coop B Coop A+B Campione

Istituire un fondo di garanzia per cooperative sociali 77,8% 41,7% 51,9% 30,8% 45,6%

Orientare l’attività in nuove filiere a domanda pagante 22,2% 27,2% 29,9% 46,2% 28,8%

Ampliare l’offerta di finanza specializzata 0,0% 13,2% 11,7% 23,0% 12,8%

Incentivare l’investimento in ambito tecnologico 0,0% 12,0% 1,3% 0,0% 7,6%

Non sa rispondere 0,0% 3,3% 2,6% 0,0% 2,8%

Nessuna di queste 0,0% 2,6% 2,6% 0,0% 2,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tipologia

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Sostegno alla domanda di investimenti (3/4)

Incentivi all'aumento degli investimenti < 11 anni 11 - 20 anni > 20 anni Campione

Istituire un fondo di garanzia per cooperative sociali 43,8% 47,4% 44,7% 45,6%

Orientare l’attività in nuove filiere a domanda pagante 34,4% 32,6% 24,4% 28,8%

Ampliare l’offerta di finanza specializzata 9,4% 9,5% 16,3% 12,8%

Incentivare l’investimento in ambito tecnologico 3,1% 4,2% 11,4% 7,6%

Non sa rispondere 3,1% 4,2% 1,6% 2,8%

Nessuna di queste 6,2% 2,1% 1,6% 2,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Anni di attività

Incentivi all'aumento degli investimenti 1 - 15 soci 16 - 50 soci > 50 soci Campione

Istituire un fondo di garanzia per cooperative sociali 49,1% 48,3% 28,0%45,6%

Orientare l’attività in nuove filiere a domanda pagante 27,4% 32,9% 26,0% 28,8%

Ampliare l’offerta di finanza specializzata 13,2% 8,2% 22,0% 12,8%

Incentivare l’investimento in ambito tecnologico 4,7% 8,2% 14,0% 7,6%

Non sa rispondere 3,8% 1,2% 4,0% 2,8%

Nessuna di queste 1,8% 1,2% 6,0% 2,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Soci

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65

Sostegno alla domanda di investimenti (4/4)

Settore di attività principale

Incentivi all'aumento degli investimentiSocio

SanitariaEducazione/Formazione

AmbientaliAltri Prod. e

ServiziCampione

Istituire un fondo di garanzia per cooperative sociali 41,3% 45,0% 61,1% 49,3% 45,6%

Orientare l’attività in nuove filiere a domanda pagante 27,3% 27,5% 16,7% 35,2% 28,8%

Ampliare l’offerta di finanza specializzata 15,7% 100% 16,7% 8,5% 12,8%

Incentivare l’investimento in ambito tecnologico 12,4% 7,5% 5,5% 0,0% 7,6%

Non sa rispondere 0,8% 7,5% 0,0% 4,2% 2,8%

Nessuna di queste 2,5% 2,5% 0,0% 2,8% 2,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Incentivi all'aumento degli investimenti MERCATO PUBBLICO Campione

Istituire un fondo di garanzia per cooperative sociali 48,0% 44,6% 45,6%

Orientare l’attività in nuove filiere a domanda pagante 36,0% 25,7% 28,8%

Ampliare l’offerta di finanza specializzata 8,0% 14,9% 12,8%

Incentivare l’investimento in ambito tecnologico 2,7% 9,7% 7,6%

Non sa rispondere 4,0% 2,3% 2,8%

Nessuna di queste 1,3% 2,8% 2,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

Settore principale

fatturato

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66

Ritiene che l’indebitamento della sua organizzazione con le banche nei prossimi 3 anni:

Previsioni di indebitamento (1/3)

Coerentemente con la previsione di una riduzione

della copertura dei fabbisogni finanziari attraverso i

canali bancari, le percentuali relative al livello di

indebitamento atteso evidenziano un aumento del

2,8% di coloro i quali vedranno una riduzione dei livelli

di indebitamento con le banche.

Tra le organizzazioni che hanno debiti con le banche,

la percentuale più frequente è la previsione di stabilità

del debito (-1,6% rispetto al 2014).

Si ferma anche il trend crescente di organizzazioni

che non hanno debiti con le banche (-0,4% sull’anno

precedente).

A conferma di quanto rilevato dalle passate edizioni

dell’Osservatorio, a prevedere i maggiori aumenti di

indebitamento sono le cooperative sociali con un

outlook positivo o negativo per il 2016; le prime,

evidentemente, poiché ritengono che sarà necessario

investire; le seconde probabilmente prevedono la

necessità di un sostegno degli istituti di credito per ciò

che riguarda la gestione corrente.

0,8%

13,6%

24,8%

14,8%

1,6%

44,4%

0,4%

14,8%

26,4%

12,8%

0,8%

44,8%

0,0%

15,3%

30,0%

15,0%

0,5%

39,3%

1,2%

16,4%

34,8%

10,8%

0,0%

36,8%

2,0%

15,8%

37,0%

15,0%

0,8%

29,4%

Aumenterà molto

Aumenterà

Rimarrà stabile

Diminuirà

Diminuirà molto

Non abbiamo debiti

2015 2014 2013 2012 2011

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67

* CCD= Previsione entrate da contributi, convenzioni, donazioni e rapporti con la pubblica amministrazione

** PSM= Previsione entrate da prodotti e servizi a mercato

Previsioni di indebitamento (2/3)

Previsione entrate PSM** No debiti Diminuzione Stabile Aumento Totale

Crescita 37,9% 15,6% 24,1% 22,4% 100,0%

Stabile 45,0% 17,4% 26,6% 11,0% 100,0%

Diminuzione 44,1% 14,7% 20,6% 20,6% 100,0%

Non so 50,0% 0,0% 50,0% 0,0% 100,0%

Non abbiamo rapporti 51,1% 17,0% 23,4% 8,5% 100,0%

Campione 44,4% 16,4% 24,8% 14,4% 100,0%

Previsione indebitamento prossimi 3 anni

Previsione entrate CCD* No debiti Diminuzione Stabile Aumento Totale

Crescita 45,5% 15,9% 13,6% 25,0% 100,0%

Stabile 41,5% 17,0% 28,1% 13,4% 100,0%

Diminuzione 44,2% 14,0% 27,8% 14,0% 100,0%

Non so 50,0% 0,0% 33,3% 16,7% 100,0%

Non abbiamo rapporti 59,1% 22,7% 18,2% 0,0% 100,0%

Campione 44,4% 16,4% 24,8% 14,4% 100,0%

Previsione indebitamento prossimi 3 anni

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68

Previsioni di indebitamento (3/3)

Dall’incrocio dei dati relativi alle previsioni di indebitamento con i settori di attività principale deriva l’ulteriore conferma

della propensione all’imprenditorialità delle cooperative sociali operanti nei servizi “ambientali”. Il 22,2% (-1,8% sul 2014)

delle realtà attive in questo settore prevedono un incremento dei livelli di indebitamento a fronte di una media del 14,4%.

Sono gli intervistati che operano principalmente con il pubblico a prevedere maggiori indebitamenti rispetto a quelli che

lavorano prevalentemente a mercato (17,1% contro 8,0%). A prevedere un aumento della loro posizione debitoria nei

confronti delle banche sono le organizzazioni del Centro (14,9%) e del Sud (18,8%).

Al contrario di quanto rilevato nel 2014, le previsioni di

indebitamento nei prossimi tre anni risultano più elevate

tra le cooperative più strutturate (più di 50 soci, 18,0%)

che sono anche quelle con un’esposizione maggiore nei

confronti delle banche («solo» il 32,0% non ha debiti).

Previsione indebitamento prossimi 3 anni

Settore principale di attività No debiti Diminuzione Stabile Aumento Totale

Assistenza Socio Sanitaria 45,5% 16,5% 23,1% 14,9% 100,0%

Servizi Educativi e di Formazione 45,0% 20,0% 25,0% 10,0% 100,0%

Servizi Ambientali 33,3% 5,6% 38,9% 22,2% 100,0%

Altri Prodotti e Servizi 45,1% 16,9% 23,9% 14,1% 100,0%

Campione 44,4% 16,4% 24,8% 14,4% 100,0%

Indebitamento 1 - 15 soci 16 - 50 soci > 50 soci Campione

In aumento 13,3% 12,9% 18,0% 14,4%

Stabile 24,5% 23,5% 30,0% 24,8%

In diminuzione 11,3% 18,9% 20,0% 16,4%

Non abbiamo debiti 50,9% 44,7% 32,0% 44,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N° soci

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69

Sentiment

Parte

1

Indagine sui fabbisogni finanziari

degli ibridi organizzativi in Italia

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70

Ritiene che il valore (non solo economico) dell’organizzazione/impresa sia cresciuto dalla sua costituzione ad

oggi?

Percezione dell’andamento del valore

Quasi 6 su 10 degli ibridi organizzativi analizzati

ritiene che dall’avvio della propria attività ad oggi il

valore dell’organizzazione/impresa (non soltanto di

natura economica, ma anche di contributo in

termini di occupazione generata e di capacità di

rispondere ai beneficiari con un’adeguata offerta di

beni/servizi) sia cresciuto discretamente.

Nessuno dei rispondenti ritiene che tale valore non

sia stato minimamente accresciuto.

36,8%

57,9%

5,3%

0,0%

Molto

Abbastanza

Poco

Per niente

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71

Per il 2016 come prevede l’andamento delle entrate derivanti da contributi, convenzioni, rapporti con la

pubblica amministrazione, donazioni, ecc.?

Previsioni entrate 2016: Contributi, Convenzioni, Donazioni (1/2)

La maggior parte degli ibridi organizzativi oggetto

del campione di indagine (42,1%) dichiara di

prevedere entrate da contributi, convenzioni,

rapporti con la pubblica amministrazione e

donazioni in crescita per il 2016, dato nettamente

superiore (+24,5%) a quello relativo alle previsioni

formulate dalle cooperative sociali. Da sottolineare

come quasi il 16% degli ibridi organizzativi non

intrattiene rapporti con la pubblica

amministrazione (il 7% in più rispetto alla

cooperazione sociale).

0,0%

42,1%

26,3%

10,5%

0,0%

5,3%

15,8%

In forte crescita

In crescita

Stabili

In diminuzione

In forte diminuzione

Non so

Non abbiamo rapporti

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72

Previsione entrate 2016: Contributi, Convenzioni, Donazioni (2/2)

Area geografica

Previsione entrate da contributi,

convenzioni, donazioniNord Centro Sud Totale

In crescita 30,8% 100,0% 33,3% 42,1%

Stabili 30,8% 0,0% 33,3% 26,3%

In diminuzione 15,4% 0,0% 0,0% 10,5%

Non so 0,0% 0,0% 33,4% 5,3%

Non abbiamo rapporti 23,0% 0,0% 0,0% 15,8%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Settore di attività prevalente

Previsione entrate da contributi,

convenzioni, donazioni

Abitare

sociale

Agricoltura

/verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro Totale

In crescita 66,7% 0,0% 16,7% 100,0% 100,0% 33,3% 42,1%

Stabili 0,0% 100,0% 16,7% 0,0% 0,0% 50,0% 26,3%

In diminuzione 33,3% 0,0% 16,7% 0,0% 0,0% 0,0% 10,5%

Non so 0,0% 0,0% 16,7% 0,0% 0,0% 0,0% 5,3%

Non abbiamo rapporti 0,0% 0,0% 33,2% 0,0% 0,0% 16,7% 15,8%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Sono le realtà appartenenti alle regioni del

Centro Italia a far registrare le migliori

previsioni di crescita di entrate da

contributi, convenzioni e donazioni: la

totalità di tali rispondenti, infatti, indica in

crescita questa tipologia di entrate.

La prospettiva di crescita delle entrate da contributi, convenzioni, rapporti con la pubblica amministrazione e donazioni è

accentuata in particolar modo all’interno dei settori di attività «Rigenerazione urbana» e «Sanità/Servizi socio-sanitari» (per

la totalità dei rispondenti), mentre il settore «Abitare sociale» presenta una duplice tendenza: 2 su 3 dei rispondenti

appartenenti a questo ambito fa registrare previsioni di crescita, mentre 1 su 3 prevede una diminuzione delle entrate da

contributi, convenzioni e donazioni, dimostrando così la pluralità di strategie esistenti oggi all’interno di un settore come

quello dell’housing sociale.

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73

Previsione entrate 2016: Vendita prodotti e servizi sul mercato (1/2)

Per il 2016 come prevede l’andamento delle entrate derivanti da vendita di prodotti e servizi sul mercato?

Estremamente significativa la previsione da parte degli

ibridi organizzativi per il 2016 in termini di entrate derivanti

dalla vendita di prodotti e servizi sul mercato: quasi il 90%

del campione, infatti, ritiene che i ricavi derivanti

direttamente da domanda pagante (privati cittadini,

famiglie di beneficiari,…) conosceranno più o meno

intensi livelli di crescita. Ciò a conferma del «naturale»

tratto caratteristico degli ibridi organizzativi, ovvero il

perseguimento della mission sociale anche attraverso

logiche di natura commerciale e modalità innovative

rispetto ai tradizionali modelli di cooperazione sociale, le

cui previsioni di crescita in tal senso sono più basse del

66,3%.

21,1%

68,4%

5,3%

0,0%

0,0%

0,0%

5,2%

In forte crescita

In crescita

Stabili

In diminuzione

In forte diminuzione

Non so

Non abbiamo rapporti

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74

Previsione entrate 2016: Vendita prodotti e servizi sul mercato (2/2)

La totalità dei rispondenti di tutti i settori eccetto quello delle «Energie rinnovabili» ha indicato che nel 2016 le entrate

provenienti dalla vendita di prodotti e servizi sul mercato saranno in aumento.

Sono, inoltre, le realtà appartenenti alle regioni del Nord e del Sud Italia a far registrare le migliori previsioni di crescita

dei ricavi provenienti da tali fonti.

Settore di attività prevalente

Previsione entrate da vendita di

prodotti e servizi sul mercatoAbitare

sociale

Agricoltura

/verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro Totale

In crescita 100,0% 100,0% 66,7% 100,0% 100,0% 100,0% 89,5%

Stabili 0,0% 0,0% 16,7% 0,0% 0,0% 0,0% 5,3%

Non abbiamo rapporti 0,0% 0,0% 16,6% 0,0% 0,0% 0,0% 5,2%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Area geografica

Previsione entrate da vendita di

prodotti e servizi sul mercatoNord Centro Sud Totale

In crescita 100,0% 84,6% 100,0% 89,5%

Stabili 0,0% 7,7% 0,0% 5,3%

Non abbiamo rapporti 0,0% 7,7% 0,0% 5,2%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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75

Rapporto con

le banche

Parte

2

Indagine sui fabbisogni finanziari

degli ibridi organizzativi in Italia

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76

Rapporto con le banche (1/2)

Con quante banche (istituti) siete in rapporto?

Media = 2,7

Oltre 4 ibridi organizzativi su 5 intrattengono rapporti con più istituti di credito e la metà con 3 o più banche. Inoltre, i

dati evidenziano una tendenza al ricorso ad una molteplicità di interlocutori creditizi da parte degli ibridi organizzativi

superiore a quella delle cooperative sociali (2,72 contro 2,21 in media).

Il dato relativo al numero di banche con cui si hanno rapporti sottolinea come la necessità da parte degli ibridi

organizzativi di muoversi all’interno di logiche di natura commerciale si ripercuota anche nella ricerca di una pluralità di

partner finanziari a sostegno del proprio business.

Una banca16,7%

Due banche33,3%Tre banche

33,3%

Più di tre16,7%

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77

Rapporto con le banche (2/2)

Numero di banche in rapporto

alla localizzazione

Numero di banche in rapporto

agli anni di attività

Area Geografica

N°banche

Nord 2,85

Centro 2,50

Sud 2,33

Totale 2,72

Anni di attività

N°banche

Meno di 1 anno 2,00

Tra 1 e 3 anni 2,20

Tra 3 e 5 anni 2,83

Più di 5 anni 3,17

Totale 2,72

Gli ibridi organizzativi che operano negli ambiti dell’«Abitare sociale», della «Sanità/Servizi socio-sanitari» e «Altro»

sono quelli che intrattengono il maggior numero di rapporti con gli istituti creditizi.

Come per le cooperative sociali, sono i soggetti operanti nelle regioni del Nord a presentare la media del dato più alta;

rispetto, invece, alla longevità delle realtà oggetto di osservazione, come emerso anche dall’analisi per le cooperative

sociali, il numero degli istituti di credito con cui sono in rapporto gli ibridi organizzativi cresce all’aumentare degli anni

di attività.

Numero di banche in rapporto al

settore di attività principale

Settore di attività

N°banche

Abitare sociale 3,00

Agricoltura/verde 2,00

Energie rinnovabili 2,00

Rigenerazione urbana 2,00

Sanità/Servizi socio-sanitari 2,83

Altro 2,83

Totale 2,72

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78

Ritiene che gli attuali metodi di valutazione del merito creditizio utilizzati dagli istituti di credito siano

adeguati a cogliere e a valorizzare le complessità di modelli di imprenditorialità sociale come il vostro?

La percezione del trattamento (1/2)

Più della metà delle realtà intervistate (52,6%) ritiene che non tutte le proprie banche di riferimento applichino metodi di

valutazione in grado di comprendere e dare valore alle specificità dei modelli organizzativi ibridi o che lo facciano solo

parzialmente, a differenza dei rispondenti della cooperazione sociale il cui livello di insoddisfazione, come già analizzato, è

in netto calo (-21,6% sul 2014).

Ciò a dire che, come è plausibile immaginare, il processo di adattamento del metodo di valutazione del merito creditizio

richiede un orizzonte temporale di medio termine, per poter essere implementato e ottimizzato. Pertanto, oggi i beneficiari

di tale processo di adattamento da parte degli istituti di credito sono le tradizionali tipologie di organizzazioni non profit (tra

cui le cooperative sociali), mentre in futuro i beneficiari di tale processo potranno essere soggetti dell'imprenditorialità

sociale «più complessi» come gli ibridi organizzativi.

Sì10,5%

No21,1%

Non saprei15,8%

Non tutte/In parte

52,6%

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79

La percezione del trattamento (2/2)

Le realtà che hanno espresso più approvazione sono quelle operanti nel settore «Rigenerazione urbana» (il totale degli

ibridi organizzativi appartenenti a tale ambito ha risposto positivamente); quelle attive nelle «Energie rinnovabili» sono

invece le meno soddisfatte dei metodi di valutazione creditizia a cui sono sottoposti dagli istituti di credito.

Rispetto alla distribuzione geografica, i soggetti localizzati nelle regioni del Nord e del Sud Italia sono quelli che più

fanno difficoltà a valutare la personalizzazione dei metodi di valutazione creditizia (rispettivamente 53,8% e 66,7%).

Area geografica

Metodi di valutazione personalizzati

per gli ibridi organizzativiNord Centro Sud

Sì 15,4% 0,0% 0,0%

No 15,4% 33,3% 33,3%

Non saprei 53,8% 33,3% 66,7%

Non tutte/In parte 15,4% 33,4% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

Settore di attività prevalente

Metodi di valutazione

personalizzati per gli ibridi

organizzativiAbitare

sociale

Agricoltura

/verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro Totale

Sì 0,0% 0,0% 0,0% 100,0% 0,0% 16,7% 10,5%

No 0,0% 0,0% 100,0% 0,0% 16,7% 16,7% 21,1%

Non tutte/in parte 100,0% 100,0% 0,0% 0,0% 50,0% 50,0% 52,6%

Non saprei 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 33,3% 16,6% 15,8%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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80

Complessivamente qual è il livello di soddisfazione per i servizi utilizzati?

Livello di soddisfazione dei servizi utilizzati (1/2)

Il livello di soddisfazione per i servizi utilizzati è alto:

oltre 1 su 2 dei rispondenti si ritiene soddisfatto rispetto

all’offerta commerciale delle proprie banche di

riferimento, dato sostanzialmente allineato a quello

delle cooperative sociali .

Sono in particolare le realtà appartenenti ai settori

dell’«Agricoltura/verde» e della «Rigenerazione urbana»

a evidenziare i più alti livelli di soddisfazione, mentre gli

insoddisfatti si concentrano all’interno dell’ambito

«Sanità/Servizi socio-sanitari».

Soddisfatto52,7%

Né né36,8%

Insoddisfatto10,5%

Settore di attività prevalente

Livello di soddisfazioneAbitare

sociale

Agricoltura

/verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro Totale

Soddisfatto 33,3% 100,0% 50,0% 100,0% 33,3% 66,6% 52,7%

Né né 66,7% 0,0% 50,0% 0,0% 50,0% 16,7% 36,8%

Insoddisfatto 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 16,7% 16,7% 10,5%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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81

Livello di soddisfazione dei servizi utilizzati (2/2)

Sono soprattutto le realtà del Sud (per la totalità

dei rispondenti) ad essere soddisfatte dei servizi

bancari utilizzati.

Area geografica

Livello di soddisfazioneNord Centro Sud

Soddisfatto 53,8% 0,0% 100,0%

Né soddisfatto né insoddisfatto 30,8% 100,0% 0,0%

Insoddisfatto 15,4% 0,0% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

Percezione della personalizzazione

dei metodi di valutazione per gli ibridi

organizzativi

Livello di soddisfazione Si No

Non tutte/

In parte

Non

saprei

Soddisfatto 100,0% 50,0% 50,0% 33,3%

Né né 0,0% 50,0% 30,0% 66,7%

Insoddisfatto 0,0% 0,0% 20,0% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

La percezione dell’attenzione alla

personalizzazione da parte degli istituti di credito

dei metodi di valutazione è positivamente correlata

con il livello di soddisfazione per i servizi utilizzati

da parte degli ibridi organizzativi.

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82

Avete utilizzato i seguenti strumenti /servizi bancari negli ultimi 12 mesi?

Servizi bancari utilizzati

I dati relativi all’utilizzo dei servizi bancari da

parte degli ibridi organizzativi sono

profondamente diversi rispetto a quelli delle

cooperative sociali. Le percentuali relative

alle richieste di finanziamento sia per attività

che per investimenti (rispettivamente

+41,6% e +42% nel confronto con le

cooperative sociali) mettono in evidenza il

carattere innovativo e imprenditoriale delle

realtà oggetto di osservazione.

Il dato è certamente correlato con il fatto di

essere realtà molto giovani e, quindi, ancora

in una fase di start-up in cui gli investimenti

sono fondamentali per il loro sviluppo.

68,4%

63,2%

47,4%

26,3%

10,5%

5,3%

21,1%

15,8%

31,6%

36,8%

52,6%

73,7%

100,0%

94,7%

100,0%

89,5%

94,7%

78,9%

84,2%

Richiesta di finanziamento per attività

Richiesta di finanziamento perinvestimenti

Gestione della liquidità/patrimoniale

Anticipo crediti/contributi P.A.

Anticipo 5X1000

Fidejussioni anticipi contributi

Coperture assicurative

Ri.Ba.

Web per la raccolta fondi

R.I.D. attivi/SDD

Bollettini postali

Utilizzo Non utilizzo

5,3%

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83

Utilizzo strumenti: Finanziamenti per attività

Il 68,4% (+41,6% rispetto al dato sulle cooperative sociali) del

campione dichiara di aver utilizzato finanziamenti per attività negli

ultimi 12 mesi.

La percentuale di utilizzo dei finanziamenti per attività è più

elevata tra chi lavora principalmente nei settori «Altro» (38,5%) e

«Sanità/Servizi socio-sanitari» (30,8%) e tra le organizzazioni del

Nord (quasi il 77%).

La percentuale di utilizzatori è più alta (38,5%) nelle realtà che si

trovano nella fase di espansione rispetto al proprio ciclo di vita

(tra 3 e 5 anni).

Utilizzatori dei finanziamenti per attività

Settore di attività principale %

Abitare sociale 23,1%

Energie rinnovabili 7,6%

Rigenerazione urbana 0,0%

Sanità/Servizi socio-sanitari 30,8%

Altro 38,5%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 76,9%

Centro 15,4%

Sud 7,7%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 0,0%

Tra 1 e 3 anni 30,8%

Tra 3 e 5 anni 38,5%

Più di 5 anni 30,7%

Totale 100,0%

Utilizzo68,4%

Non utilizzo31,6%

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84

Utilizzo strumenti: Finanziamenti per investimenti

Utilizzatori dei finanziamenti per investimenti

Il 63,2% (+42,0% rispetto al dato sulle cooperative sociali)

del campione dichiara di aver utilizzato finanziamenti per

investimenti negli ultimi 12 mesi.

L’indice di utilizzo dei finanziamenti per investimenti è più

elevato tra chi lavora principalmente nei settori «Abitare

sociale», «Sanità/Servizi socio-sanitari» e «Altro» (25,0% per

tutti e tre i settori) e tra le organizzazioni del Nord (75,0%).

La percentuale di utilizzatori è più alta (quasi 42%) nelle

realtà che si trovano nella fase di espansione rispetto al

proprio ciclo di vita (tra 3 e 5 anni).

Settore di attività principale %

Abitare sociale 25,0%

Energie rinnovabili 16,7%

Rigenerazione urbana 8,3%

Sanità/Servizi socio-sanitari 25,0%

Altro 25,0%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 75,0%

Centro 16,7%

Sud 8,3%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 8,3%

Tra 1 e 3 anni 33,3%

Tra 3 e 5 anni 41,7%

Più di 5 anni 16,7%

Totale 100,0%

Utilizzo63,2%

Non utilizzo36,8%

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85

Utilizzo strumenti: Gestione della liquidità/patrimoniale

Utilizzatori della gestione della liquidità/patrimoniale

Il 47,4% del campione (quasi 2 punti percentuali in meno

rispetto al dato sulle cooperative sociali) dichiara di aver

utilizzato strumenti per la gestione della liquidità/patrimoniale

negli ultimi 12 mesi.

L’indice di utilizzo di tali strumenti è più elevato tra chi lavora

principalmente nei settori «Abitare sociale» (33,3%),

«Sanità/Servizi socio-sanitari» e «Altro» (22,2% per entrambi) e

tra le organizzazioni del Nord (quasi il 67%).

La percentuale di utilizzatori è più alta fra le realtà più longeve

(2 realtà su 5 li utilizzano).

Settore di attività principale %

Abitare sociale 22,2%

Agricoltura/verde 11,2%

Energie rinnovabili 0,0%

Rigenerazione urbana 11,1%

Sanità/Servizi socio-sanitari 22,2%

Altro 33,3%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 66,7%

Centro 11,1%

Sud 22,2%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 0,0%

Tra 1 e 3 anni 33,3%

Tra 3 e 5 anni 22,3%

Più di 5 anni 44,4%

Totale 100,0%

Utilizzo47,4%

Non utilizzo52,6%

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86

Utilizzo strumenti: Anticipo crediti/contributi P.A.

Utilizzatori di Anticipo crediti/contributi P.A.

Il 26,3 % (-16,5% rispetto alle cooperative sociali) del campione

dichiara di aver richiesto l’anticipo dei crediti o dei contributi

della P.A. negli ultimi 12 mesi.

La percentuale di utilizzatori è più elevata tra chi lavora

principalmente nel settore dell’«Abitare sociale» (40,0%) e tra le

organizzazioni del Nord Italia (60,0%). Nessuna delle realtà del

campione localizzate nelle regioni del Sud indica l’utilizzo di tale

strumento.

La percentuale di utilizzatori è più alta (3 su 5) fra le realtà in

fase di espansione (tra 3 e 5 anni di attività).

Settore di attività principale %

Abitare sociale 40,0%

Agricoltura/verde 0,0%

Energie rinnovabili 20,0%

Rigenerazione urbana 20,0%

Sanità/Servizi socio-sanitari 20,0%

Altro 0,0%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 60,0%

Centro 40,0%

Sud 0,0%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 0,0%

Tra 1 e 3 anni 20,0%

Tra 3 e 5 anni 60,0%

Più di 5 anni 20,0%

Totale 100,0%

Utilizzo26,3%

Non utilizzo73,7%

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87

Utilizzo strumenti: Fidejussioni per anticipo contributi

Utilizzatori Fidejussioni per anticipo contributi

Solo il 5,3% (-19,1% rispetto alle cooperative sociali) del

campione dichiara di aver utilizzato fidejussioni per l’anticipo dei

contributi erogati dalla pubblica amministrazione negli ultimi 12

mesi.

Gli utilizzatori di tale strumento si concentrano totalmente nel

settore dell’«Abitare sociale», delle regioni del Centro e nella

fascia di anni di attività più alta (più di 5 anni).

Settore di attività principale %

Abitare sociale 100,0%

Agricoltura/verde 0,0%

Energie rinnovabili 0,0%

Rigenerazione urbana 0,0%

Sanità/Servizi socio-sanitari 0,0%

Altro 0,0%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 0,0%

Centro 100,0%

Sud 0,0%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 0,0%

Tra 1 e 3 anni 0,0%

Tra 3 e 5 anni 0,0%

Più di 5 anni 100,0%

Totale 100,0%

Utilizzo5,3%

Non utilizzo94,7%

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88

Utilizzo strumenti: Ri.Ba.

Utilizzatori Ri.Ba.

Una bassa percentuale di realtà (10,5%, -38,7% rispetto alle

cooperative sociali) del campione dichiara di aver utilizzato Ri.Ba.

negli ultimi 12 mesi.

La totalità degli utilizzatori si suddivide equamente tra chi lavora

principalmente nei settori «Sanità/Servizi socio-sanitari» e «Altro»

(14,3%) e si concentra nelle organizzazioni del Nord e nelle realtà

più «mature» (12,5%).

Settore di attività principale %

Abitare sociale 0,0%

Agricoltura/verde 0,0%

Energie rinnovabili 0,0%

Rigenerazione urbana 0,0%

Sanità/Servizi socio-sanitari 50,0%

Altro 50,0%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 100,0%

Centro 0,0%

Sud 0,0%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 0,0%

Tra 1 e 3 anni 0,0%

Tra 3 e 5 anni 0,0%

Più di 5 anni 100,0%

Totale 100,0%

Utilizzo10,5%

Non utilizzo89,5%

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89

Utilizzo strumenti: Web per raccolta fondi

Utilizzatori Web per la raccolta fondi

Una percentuale molto bassa di realtà del campione (5,3%, -0,3%

rispetto alle cooperative sociali) dichiara di aver utilizzato

piattaforme web per la raccolta fondi messe a disposizione dalle

banche negli ultimi 12 mesi.

Chi l’ha utilizzata opera nel settore «Rigenerazione urbana»,

appartiene alle regioni del Nord ed è nella fase di start-up.

Settore di attività principale %

Abitare sociale 0,0%

Agricoltura/verde 0,0%

Energie rinnovabili 0,0%

Rigenerazione urbana 100,0%

Sanità/Servizi socio-sanitari 0,0%

Altro 0,0%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 100,0%

Centro 0,0%

Sud 0,0%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 0,0%

Tra 1 e 3 anni 100,0%

Tra 3 e 5 anni 0,0%

Più di 5 anni 0,0%

Totale 100,0%

Utilizzo5,3%

Non utilizzo94,7%

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90

Utilizzo strumenti: R.I.D. attivi/SDD

Utilizzatori R.I.D. attivi/SDD

Il 21,1% del campione (-21,7% rispetto alle cooperative sociali)

dichiara di aver utilizzato il servizio di R.I.D. attivi/SDD negli

ultimi 12 mesi.

Gli utilizzatori si concentrano nel settore «Altro» (3 su 4) e

«Sanità/Servizi socio-sanitario» (1 su 4) e nelle regioni del

Nord .

La percentuale di utilizzatori è più alta tra gli ibridi organizzativi

più longevi (più di 5 anni di attività, 50,0%).

Settore di attività principale %

Abitare sociale 0,0%

Agricoltura/verde 0,0%

Energie rinnovabili 0,0%

Rigenerazione urbana 0,0%

Sanità/Servizi socio-sanitari 25,0%

Altro 75,0%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 100,0%

Centro 0,0%

Sud 0,0%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 0,0%

Tra 1 e 3 anni 25,0%

Tra 3 e 5 anni 25,0%

Più di 5 anni 50,0%

Totale 100,0%

Utilizzo21,1%

Non utilizzo78,9%

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91

Utilizzo strumenti: Bollettini postali

Utilizzatori Bollettini postali

Quasi il 16% del campione di ibridi organizzativi (-22,2%

rispetto alle cooperative sociali) dichiara di aver pagato i

bollettini postali attraverso la banca negli ultimi 12 mesi.

2 utilizzatori su 3 operano nel settore «Altro», nelle regioni del

Nord Italia e fa parte della categoria di ibridi organizzativi più

longevi (più di 5 anni di attività). 1 utilizzatore su 3, invece,

svolge la propria attività in ambito «sanitario/socio-sanitario»,

nelle regioni del Centro e all’interno del cluster di

organizzazioni in fase di espansione (tra i 3 e i 5 anni).

Settore di attività principale %

Abitare sociale 0,0%

Agricoltura/verde 0,0%

Energie rinnovabili 0,0%

Rigenerazione urbana 0,0%

Sanità/Servizi socio-sanitari 33,3%

Altro 66,7%

Totale 100,0%

Area geografica %

Nord 66,7%

Centro 33,3%

Sud 0,0%

Totale 100,0%

Anni di attività %

Meno di 1 anno 0,0%

Tra 1 e 3 anni 0,0%

Tra 3 e 5 anni 33,3%

Più di 5 anni 66,7%

Totale 100,0%

Utilizzo15,8%

Non utilizzo84,2%

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92

Sviluppo nuovi servizi (1/3)

Interesse a nuovi servizi attualmente non offerti dalle proprie banche di riferimento

Quasi il 74% degli ibridi organizzativi intervistati afferma che

sarebbero interessati allo sviluppo di nuovi servizi da parte delle

banche con cui hanno rapporti. Il dato è superiore di oltre 24 punti

percentuali rispetto alle indicazioni relative alle cooperative

sociali. Ciò indica la necessità da parte di tali soggetti, che pur si

dichiarano soddisfatti dell’offerta da parte degli istituti creditizi, di

sviluppare ulteriori servizi rispondenti alle loro esigenze di natura

«mista», ovvero sociale e commerciale al contempo.

La totalità degli ibridi organizzativi operanti nei settori

«Agricoltura/verde» e «Sanità/Servizi socio-sanitari» dichiara di

essere interessata allo sviluppo di nuovi servizi da parte delle

proprie banche di riferimento. Viceversa, i settori «Energie

rinnovabili» e «Rigenerazione urbana».

Sono soprattutto le realtà appartenenti alle regioni del Nord Italia

(circa il 77%) ad essere interessati allo sviluppo di nuovi servizi.

Interessati 73,7%

Non interessati

26,3%

Nuovi servizi

Settore di attività

prevalente Interessati Non interessati Totale

Abitare sociale 66,7% 33,3% 100,0%

Agricoltura/verde 100,0% 0,0% 100,0%

Energie rinnovabili 0,0% 100,0% 100,0%

Rigenerazione

urbana 0,0% 100,0% 100,0%

Sanità/Servizi socio-

sanitari 100,0% 0,0% 100,0%

Altro 83,3% 16,7% 100,0%

Campione 73,7% 26,3% 100,0%

Nuovi servizi

Area geografica Interessati

Non

interessati Totale

Nord 76,9% 23,1% 100,0%

Centro 66,7% 33,3% 100,0%

Sud 66,7% 33,3% 100,0%

Campione 73,7% 26,3% 100,0%

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93

Sviluppo nuovi servizi (2/3)

Quali servizi, che attualmente la vostra banca non offre, sareste interessati a sviluppare?

Anche gli ibridi organizzativi individuano nel supporto alla

raccolta fondi il principale ambito in cui sviluppare nuovi

servizi da parte degli istituti di credito con cui sono in

rapporto (47,1%, -24,7% rispetto alle cooperative sociali).

Anche strumenti di fidelizzazione degli stakeholder vengono

reputati potenziale oggetto di sviluppo futuro da una buona

parte degli ibridi organizzativi (circa il 41%).

Tra le realtà del Nord sono maggiormente richiesti

strumenti di supporto alla raccolta fondi (quasi il 54%),

mentre la totalità dei rispondenti del Sud domanda nuovi

strumenti per la gestione del patrimonio/liquidità.

Area

Nuovi servizi Nord Centro Sud Campione

Supporto alla raccolta fondi 53,8% 50,0% 0,0% 47,1%

Gestione patrimonio/liquidità 38,5% 0,0% 100,0% 41,2%

Fidelizzazione degli

stakeholder 0,0% 50,0% 0,0% 5,9%

Altro 7,7% 0,0% 0,0% 5,8%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

47,1%

41,2%

5,9%

5,8%

Supporto alla raccolta fondi

Fidelizzazione degli stakeholder

Gestione patrimonio/liquidità

Altro (anticipo progetti)

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94

Sviluppo nuovi servizi (3/3)

All’interno del settore «Abitare sociale», forte (67%) è l’orientamento alla richiesta di nuovi servizi a supporto della

raccolta fondi, così come pure nel settore «Altro» (1 su 2 realtà). Gli ibridi organizzativi operanti nel settore

«Agricoltura/verde» sono invece interessati per la totalità dei casi allo sviluppo di strumenti di fidelizzazione degli

stakeholder. Solamente le realtà operanti nel comparto della «Sanità/Servizi socio-sanitari» richiedono, invece, servizi

per la gestione del patrimonio/liquidità.

Settore di attività

Nuovi serviziAbitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro Campione

Supporto alla raccolta fondi 66,7% 0,0% 0,0% 0,0% 42,9% 50,0% 47,1%

Fidelizzazione

degli stakeholder 33,3% 100,0% 0,0% 0,0% 42,9% 33,3% 41,2%

Gestione

patrimonio/liquidità 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 14,2% 0,0% 5,9%

Altro 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 16,7% 5,8%

Totale 100,0% 100,0% 0,0% 0,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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95

Richieste di finanziamento

Fatto 100 la richiesta di finanziamento alle Banche negli ultimi 3 anni, in percentuale quanto vi hanno concesso?

% di concessione

Media: 96,7%

Le percentuali relative alle richieste di finanziamento ad

istituti di credito avanzate dagli ibridi organizzativi del

campione negli ultimi 3 anni si discostano

significativamente da quelle delle cooperative sociali:

circa il 79% dichiara di aver richiesto finanziamenti ad

istituti di credito (+37,3% sulla cooperazione sociale).

Di questi, più di 8 realtà su 10 hanno ottenuto l’intero

importo del finanziamento richiesto, di cui tutte le realtà

operanti nei settori «Abitare sociale»,

«Agricoltura/verde», «Rigenerazione urbana» e

«Altro».

Rispetto all’«età» delle organizzazioni rispondenti, più

dell’83% degli ibridi organizzativi più longevi (più di 5

anni di attività) ha ottenuto l’ammontare del

finanziamento richiesto per intero.

Abbiamo fatto

richiesta78,9%

Non abbiamo

fatto richiesta21,1%

Tutto86,7%

Più della metà

13,3%

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96

Motivazioni mancata/parziale concessione dei finanziamenti

Se l’importo del finanziamento richiesto non è stato totalmente concesso, quali sono le motivazioni?

La principale ragione per cui non sono stati concessi

finanziamenti o sono stati solo parzialmente accordati è

legata all’eccessivo ammontare (valutato tale dalla

banca) del finanziamento richiesto. Anche per le

cooperative sociali questa è risultata essere la

principale motivazione, tuttavia con una percentuale

inferiore di oltre 14 punti.

Altresì si rilevano due ulteriori motivazioni

presumibilmente legati alla «giovane età» della

maggior parte degli ibridi organizzativi: da un lato

l’insufficienza di garanzie presentate per ottenere il

finanziamento (1 su 4 dei rispondenti); dall’altro, il tema

della sostenibilità economico-finanziaria degli ibridi

organizzativi che molto spesso si trovano ancora in una

fase di start-up/espansione del proprio progetto

imprenditoriale.

50,0%

25,0%

25,0%

Importo richiesto troppoelevato

Cash flow insufficiente

Garanzie insufficienti

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97

Modalità di impiego dei finanziamenti (1/2)

Fatto 100 il totale dei finanziamenti ottenuti negli ultimi 3 anni, quali sono state le modalità di impiego?

La principale allocazione dei finanziamenti ottenuti dagli ibridi organizzativi è relativa ad investimenti a medio-lungo termine

(più di 4 su 10 soggetti). Ciò conferma quanto evidenziato anche da recenti ricerche sul tema (Venturi, Zandonai, 2014)3, da

cui è emerso come tali soggetti siano più innovativi e lungimiranti in termini di orientamento agli investimenti rispetto alle

cooperative sociali «tradizionali» che li hanno promossi.

Sono soprattutto le realtà in fase di espansione (tra i 3 e 5 anni; 37,5%), quelle operative nelle regioni del Nord Italia (75,0%)

e aventi forma giuridica di cooperativa sociale (31,3%) ad avere impiegato principalmente i finanziamenti ottenuti per

investimenti a medio-lungo termine.

3 Venturi, P., Zandonai, F. (a cura di) (2014), Ibridi organizzativi. L’innovazione sociale generata dal Gruppo cooperativo, CGM, Bologna, Il

Mulino.

Investimenti a medio-lungo

termine40,6%

Gestione corrente25,0%

Ristrutturazione del debito

precedente15,0%

Investimenti a breve termine

15,0%

Altro4,4%

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98

Modalità di impiego dei finanziamenti (2/2)

Fatto 100 il totale dei finanziamenti per investimenti (sia a breve che a medio-lungo termine) ottenuti negli ultimi 3

anni, in che percentuale questi sono serviti per attivare e/o sostenere processi di innovazione…?

La principale tipologia di innovazione finanziata dagli ibridi organizzativi attraverso i finanziamenti (sia a breve che a medio-

lungo termine) ottenuti da istituti creditizi è quella di «prodotto/servizio» offerto (quasi 7 su 10 dei rispondenti), sia di tipo

incrementale che radicale. Poco più del 12 percento ha introdotto invece elementi innovativi di natura organizzativa, ovvero

riguardanti strumenti organizzativi interni piuttosto che di accrescimento del capitale umano dell’organizzazione.

Soltanto 1 ibrido organizzativo su 10 ha implementato innovazioni di processo sostenute da finanziamenti bancari, ossia

percorsi di innovazione relativi a filiere/canali di distribuzione. Una parte residuale (meno dell’8%) ha invece impiegato gli

importi dei finanziamenti bancari per investimenti per introdurre innovazioni tecnologiche, relative ad esempio

all'implementazione di ICT (sia hardware che software), all'utilizzo di piattaforme web, ecc.

Di prodotto/servizio

69,2%

Organizzativa 12,3%

Di processo 10,8%

Tecnologica 7,7%

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99

Prospettive

future

Parte

3

Indagine sui fabbisogni finanziari

degli ibridi organizzativi in Italia

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100

Fatto 100 il fabbisogno finanziario per investimenti nel 2016, come ritiene verrà coperto?

Fabbisogno finanziario per investimenti (1/2)

Quasi 9 ibridi organizzativi su 10 hanno in previsione

investimenti per il 2016. Tale dato supera di oltre 40 punti

percentuali quello relativo alle cooperative sociali, a

conferma di quanto precedentemente affermato in merito

alla maggiore propensione agli investimenti da parte

degli ibridi organizzativi rispetto alla cooperazione

sociale «tradizionale» che li ha generati.

Tra coloro i quali prevedono di effettuare investimenti,

invece, la principale modalità di copertura del proprio

fabbisogno finanziario deriva dal rapporto con gli istituti

di credito (1 su 2), dato superiore di quasi 20 punti

percentuali rispetto alle cooperative sociali, la cui fonte

principale di copertura degli investimenti per il 2016 sarà

invece l’autofinanziamento.

Abbiamo in previsione

investimenti89,5%

Non abbiamo in previsione investimenti

10,5%

Banche50,0%

Autofinanziamento42,4%

Finanziamenti pubblici7,6%

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101

Fabbisogno finanziario per investimenti (2/2)

Gli ibridi organizzativi che maggiormente prevedono di fare ricorso al canale bancario a copertura del fabbisogno

finanziario per investimenti appartengono ai settori «Energie rinnovabili» e «Agricoltura/verde» e sono localizzate

soprattutto nel Sud Italia.

I soggetti che prevedono di far ricorso all’autofinanziamento, invece, sono realtà che operano nei settori

«Rigenerazione urbana» e «Altro» e si trovano soprattutto nel Nord Italia.

Settore di attività prevalente

Fonti di finanziamento

Abitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/

Servizi socio-

sanitari Altro

Banche 40,0% 60,0% 85,0% 30,0% 48,0% 46,0%

Autofinanziamento 33,3% 20,0% 5,0% 70,0% 50,0% 54,0%

Finanziamenti pubblici 26,7% 20,0% 10,0% 0,0% 2,0% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Area geografica

Fonti di finanziamento Nord Centro Sud

Banche 47,0% 47,0% 64,0%

Autofinanziamento 48,0% 40,0% 23,0%

Finanziamenti pubblici 5,0% 13,0% 13,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

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102

In quali ambiti prevede che la sua organizzazione investirà maggiormente nei prossimi anni?

Ambiti di investimento futuro (1/2)

I principali ambiti all’interno dei quali gli ibridi

organizzativi prevedono di allocare gli importi dei propri

investimenti sono risorse umane, aumento del numero di

beneficiari e aumento della gamma di servizi offerti (tutte

e tre le categorie hanno fatto registrare una percentuale

di poco inferiore al 22%).

Basse le percentuali di investimento relative a

infrastrutture tecnologiche (meno dell’11%) e materiali

(5,5%).

Complessivamente, è possibile sostenere che la

propensione ad investire gli ibridi organizzativi è

influenzata dalla «giovane età» di tali soggetti, che ad

oggi intendono potenziare maggiormente le competenze

del capitale umano, il numero di beneficiari e la gamma

di offerta di servizi, piuttosto che investire su tecnologie e

infrastrutture materiali.

21,6%

21,6%

21,6%

18,9%

10,8%

5,5%

Risorse umane

Aumento del numero dibeneficiari

Aumento della gamma di serviziofferti

Diversificazione dei mercati diriferimento

Tecnologie

Infrastrutture materiali

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103

Ambiti di investimento futuro (2/2)

Gli ibridi organizzativi che maggiormente prevedono di investire sul capitale umano appartengono ai settori

«Agricoltura/verde» e «Altro» (1 su 2 per entrambi i settori) e alle regioni del Sud Italia (28,6%). Le realtà che

principalmente prevedono investimenti sull’aumento del numero di beneficiari, invece, fanno parte dei settori «Abitare

Settore di attività prevalente

Ambiti di investimento

Abitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/

Servizi socio-

sanitari Altro

Aumento del numero di

beneficiari 50,0% 0,0% 0,0% 50,0% 25,0% 10,0%

Aumento della gamma di servizi

offerti 16,7% 0,0% 20,0% 0,0% 25,0% 30,0%

Diversificazione dei mercati di

riferimento 16,7% 0,0% 60,0% 50,0% 8,3% 10,0%

Infrastrutture materiali 0,0% 50,0% 0,0% 0,0% 8,3% 0,0%

Risorse umane 16,6% 50,0% 0,0% 0,0% 8,3% 50,0%

Tecnologie 0,0% 0,0% 20,0% 0,0% 25,1% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Area geografica

Ambiti di investimento Nord Centro Sud

Aumento del numero di beneficiari 29,2% 16,7% 0,0%

Aumento della gamma di servizi

offerti 25,0% 33,3% 0,0%

Diversificazione dei mercati di

riferimento 8,3% 33,3% 42,9%

Infrastrutture materiali 4,2% 0,0% 14,3%

Risorse umane 20,8% 16,7% 28,6%

Tecnologie 12,5% 0,0% 14,2%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

sociale» e «Rigenerazione urbana» (1 su 2 per entrambi),

settori in cui l’orientamento «comunitario» è strategico e

fondamentale, e delle regioni del Nord Italia (29,2%).

Infine, le organizzazioni ibride che orienteranno gli

investimenti sull’aumento della gamma di servizi offerti si

concentrano nei settori «Altro» (30,0%) e «Sanità/Servizi

socio-sanitari» (25,0%) e nelle regioni del Centro Italia

(33,3%).

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104

Al fine di aumentare la domanda di investimenti da parte del mondo dell’imprenditorialità sociale, su quale delle

seguenti opzioni ritiene sarebbe più importante agire?

Sostegno alla domanda di investimenti (1/3)

Il 41,2% (+12,4 punti percentuali rispetto alle cooperative

sociali) degli ibridi organizzativi ha individuato

nell’orientamento delle proprie attività in nuove filiere a

domanda pagante (es. agricoltura sociale, turismo

sociale, abitare sociale, cultura) il driver per incentivare

l’aumento della domanda di investimenti da parte dei

soggetti dell’imprenditorialità sociale. Tali ambiti, infatti,

rispondono a logiche di intersettorialità (cross-

fertilization) che trovano negli ibridi organizzativi una

soggettualità in grado di valorizzare la dimensione di

ibridazione settoriale appunto.

Solo il 14,7% dei rispondenti individua nell’istituzione di

un fondo di garanzia per le cooperative sociali l’opzione

più importante su cui agire, al contrario delle cooperative

sociali analizzate nella prima parte dell’Osservatorio, per

le quali invece risultava essere il principale driver

(45,6%).

41,2%

35,3%

32,4%

14,7%

Orientare l'attività in nuove filierea domanda pagante

Ampliare l'offerta di finanzaspecializzata

Incentivare l'investimento inambito tecnologico

Istituire un fondo di garanzia percooperative sociali

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105

Sostegno alla domanda di investimenti (2/3)

1 su 2 dei rispondenti appartenenti ai settori «Abitare sociale», «Agricoltura/verde» e «Rigenerazione urbana»

hanno individuato quale principale driver per incentivare la domanda di investimenti lo sviluppo dell’orientamento

delle attività in nuove filiere a domanda pagante. L’altra metà dei rispondenti dei settori «Agricoltura/verde» e

«Rigenerazione urbana» insieme a quasi il 67% delle realtà operanti nei settori delle «Energie rinnovabili»

indicano l’ampliamento dell’offerta di finanza specializzata.

Infine, le percentuali più alte (rispettivamente 18,2% e 20,0%) relative all’istituzione di un fondo di garanzia per le

cooperative sociali provengono dai settori «Sanità/Servizi socio-sanitari» ed «Altro».

Settore di attività prevalente

Driver

Abitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/

Servizi socio-

sanitari Altro

Ampliare l'offerta di finanza

specializzata 16,7% 50,0% 66,7% 50,0% 36,4% 30,0%

Incentivare l'investimento in

ambito tecnologico 16,6% 0,0% 0,0% 0,0% 9,0% 10,0%

Istituire un fondo di garanzia per

cooperative sociali 16,7% 0,0% 0,0% 0,0% 18,2% 20,0%

Orientare l'attività in nuove filiere a

domanda pagante 50,0% 50,0% 33,3% 50,0% 36,4% 40,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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106

Sostegno alla domanda di investimenti (3/3)

Le realtà del Sud e quelle più giovani (meno di 1 anno dall’avvio) si suddividono equamente nell’individuare

nell’orientamento dell’attività in nuove filiere a domanda pagante e nell’ampliamento di offerta di finanza specializzata gli

elementi di propulsione per l’avvio di nuovi investimenti.

Area geografica

Driver Nord Centro Sud

Ampliare l'offerta di finanza specializzata 30,4% 40,0% 50,0%

Incentivare l'investimento in ambito tecnologico 13,1% 0,0% 0,0%

Istituire un fondo di garanzia per cooperative sociali 17,4% 20,0% 0,0%

Orientare l'attività in nuove filiere a domanda pagante 39,1% 40,0% 50,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

Anni di attività

DriverMeno di

1 anno

Tra 1 e 3

anni

Tra 3 e 5

anni

Più di 5

anni

Ampliare l'offerta di finanza specializzata 50,0% 33,3% 27,3% 41,7%

Incentivare l'investimento in ambito tecnologico 0,0% 22,3% 9,0% 0,0%

Istituire un fondo di garanzia per cooperative sociali 0,0% 0,0% 27,3% 16,6%

Orientare l'attività in nuove filiere a domanda pagante 50,0% 44,4% 36,4% 41,7%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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107

Ritiene che l’indebitamento con le banche nei prossimi 3 anni:

Previsioni di indebitamento

Quasi 4 su 10 ibridi organizzativi prevede che il livello di

indebitamento bancario calerà nel successivo triennio (-22

punti percentuali rispetto al dato delle cooperative sociali).

Al contrario, poco più di 3 su 10 organizzazioni ibride

prevede un aumento del livello di indebitamento con gli

istituti di credito (-17,2% rispetto alle cooperative sociali).

Solo 1 su 10 ibridi organizzativi non ha debiti con il sistema

bancario (-39%).

Previsioni di indebitamento

prossimi 3 anni

Area

principale di

attività

No

debitiDiminuzione Stabile Aumento

Totale

Abitare sociale 0,0% 33,3% 33,4% 33,3% 100,0%

Agricoltura/verde 0,0% 0,0% 0,0% 100,0% 100,0%

Altro 16,7% 50,0% 16,6% 16,7% 100,0%

Energie

rinnovabili 0,0% 50,0% 0,0% 50,0% 100,0%

Rigenerazione

urbana 0,0% 100,0% 0,0% 0,0% 100,0%

Sanità/Servizi

socio-sanitari 16,7% 16,7% 33,3% 33,3% 100,0%

Campione 10,5% 36,8% 21,1% 31,6% 100,0%

36,8%

31,6%

21,1%

10,5%

Diminuirà

Aumenterà

Rimarrà stabile

Non abbiamo debiti

Tra i rispondenti del primo gruppo, è possibile

riscontrare la totalità dei soggetti operanti nel settore

«Rigenerazione urbana», mentre nel secondo

gruppo, la totalità di quelli che si occupano di

«Agricoltura/verde».

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108

Elementi

quantitativi

Parte

4

Indagine sui fabbisogni finanziari

degli ibridi organizzativi in Italia

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109

Qual è stato l’importo dell’investimento iniziale che avete sostenuto per avviare la vostra attività?

Investimento per avvio dell’attività (1/3)

Il 63,2% degli ibridi organizzativi oggetto

dell’analisi ha investito inizialmente per l’avvio

dell’attività fino a 500 mila euro. Solo il 21,1%

oltre 1 milione di euro.

L’investimento medio è pari a 400 mila e 700

euro.

Ad avere effettuato investimenti di maggiore

portata (oltre 1 milione di euro) sono le realtà

che operano nel settore «Rigenerazione

urbana»; viceversa (fino a 100 mila euro),

quelle operanti nell’«Agricoltura/verde».

Fino a 100.00021,1%

Tra 100.001 e 200.000

15,8%

Tra 200.001 e 500.000

26,3%

Tra 500.001 e 1.000.000

15,7%

Oltre 1.000.000

21,1%

Settore di attività prevalente

Importo investimento

Abitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro

Fino a 100.000 0,0% 100,0% 0,0% 0,0% 16,7% 33,3%

Tra 100.001 e 200.000 33,4% 0,0% 50,0% 0,0% 16,7% 0,0%

Tra 200.001 e 500.000 0,0% 0,0% 50,0% 0,0% 16,7% 33,3%

Tra 500.001 e 1.000.001 33,3% 0,0% 0,0% 0,0% 33,2% 16,7%

Oltre 1.000.000 33,3% 0,0% 0,0% 100,0% 16,7% 16,7%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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110

In che modo è stato impiegato l’investimento iniziale?

Investimento per avvio dell’attività (2/3)

29,0%

12,9%

9,7%

6,5%

6,5%

6,5%

6,5%

22,4%

Ristrutturazione immobile

Investimenti in comunicazione

Acquisto beni strumentali

Costi di avviamento

Risorse umane

Investimenti in ICT

Ristrutturazione debiti precedenti

Altro

La principale voce di impiego dell’investimento

iniziale da parte degli ibridi organizzativi analizzati

riguarda la ristrutturazione degli immobili per la

realizzazione della propria attività imprenditoriale.

Poco più di 1 su 8 realtà ha utilizzato parte

dell’investimento iniziale per promuovere la propria

attività attraverso forme molteplici di

comunicazione. All’interno della categoria «Altro»

sono state indicate le seguenti voci:

immobilizzazioni materiali, autofinanziamento,

gestione ordinaria, acquisto ramo d'azienda,

rappresentanza commerciale, sviluppo modello di

business.

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111

Attraverso quali strumenti finanziari è stato realizzato l’investimento iniziale?

Investimento per avvio dell’attività (3/3)

Al fine di avviare la propria attività di imprenditorialità

sociale, gli ibridi organizzativi del campione hanno

utilizzato l’autofinanziamento (quasi 5 su 10) e hanno

fatto ricorso ai tradizionali canali di credito – istituti

bancari (quasi 4 su 10). Nessuno dei rispondenti ha fatto

ricorso, invece, ha investitori istituzionali (equity).

La totalità dei soggetti operanti nella «Rigenerazione

urbana» ha fatto ricorso all’autofinanziamento a copertura

dell’investimento iniziale, così come 1 su 2 nei settori

«Abitare sociale», «Agricoltura/verde» ed «Altro». A

ricorrere maggiormente ai canali bancari sono le realtà

del settore «Energie rinnovabili».

48,6%

37,9%

13,5%

0,0%

Autofinanziamento

Finanza

Donazioni

Equity

Settore di attività prevalente

Strumento finanziarioAbitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro

Autofinanziamento 50,0% 50,0% 33,3% 100,0% 46,2% 50,0%

Finanza 33,3% 25,0% 66,7% 0,0% 30,8% 50,0%

Donazioni 16,7% 25,0% 0,0% 0,0% 23,0% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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112

Qual è stato l’importo del capitale sociale inizialmente versato?

Capitale sociale (1/2)

Quasi il 78% degli ibridi organizzativi ha versato

capitale sociale per un ammontare fino a 500

mila euro. Quasi 2 su 10 hanno versato oltre 1

milione di euro. L’importo medio del capitale

sociale versato è pari a 242.046€.

Le realtà con i più alti importi di capitale sociale

versato operano nel settore

«Agricoltura/ambiente», mentre quelle con i

valori più bassi si riscontrano negli ambiti

«Energie rinnovabili» e «Rigenerazione

urbana».

Settore di attività prevalente

Importo capitale

sociale

Abitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro

Fino a 50.000 33,3% 0,0% 100,0% 100,0% 33,3% 16,6%

Tra 50.001 e 100.000 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 16,7% 16,7%

Tra 100.001 e 500.000 33,3% 0,0% 0,0% 0,0% 16,7% 66,7%

Tra 500.001 e 1.000.000 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 16,6% 0,0%

Oltre 1.000.000 33,4% 100,0% 0,0% 0,0% 16,7% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Fino a 50.00033,3%

Tra 50.001 e 100.00011,1%

Tra 100.001 e 500.00033,3%

Tra 500.001 e 1.000.000

5,6%

Oltre 1.000.000

16,7%

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113

Composizione del capitale sociale inizialmente versato:

Capitale sociale (2/2)

Quasi l’80 percento dell’ammontare

complessivo del capitale sociale degli ibridi

organizzativi è di natura non profit.

Fatto 100 il capitale sociale proveniente da

soggetti non profit, sono soprattutto gli ibridi

organizzativi operanti nei settori «Abitare

sociale» e «Rigenerazione urbana» a

utilizzare tale fonte di capitale. Le realtà

operanti nel settore «Agricoltura/verde»,

invece, fanno ricorso a tale forma di capitale

in misura inferiore al 50%.

Settore di attività prevalente

Capitale sociale non

profit

Abitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro

Fino a 50% 0,0% 100,0% 0,0% 0,0% 0,0% 50,1%

Tra 50% e 99% 33,3% 0,0% 50,0% 0,0% 40,0% 16,6%

100% 66,7% 0,0% 50,0% 100,0% 60,0% 33,3%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Persone fisiche10,0%

Privato non profit

78,3%

Privato for profit

11,7%

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114

Composizione delle entrate per tipologia di mercato di riferimento (al 31/12/2014):

Mercati di riferimento

Il mercato di riferimento prevalente per gli ibridi

organizzativi è quello dei privati cittadini (quasi il

33%). Ciò a dimostrazione della capacità già in

precedenza emersa da parte di tali soggetti di

rivolgersi direttamente a mercati a domanda

pagante e, quindi, dell’avere un maggior

orientamento al mercato rispetto ai propri

predecessori.

Sono in particolar modo le realtà operanti nel

settore «Sanità/Servizi socio-sanitari» ad avere

entrate da vendita di beni/servizi direttamente a

privati cittadini.

Settore di attività prevalente

Privati cittadini

Abitare

sociale

Agricoltura/

verde

Energie

rinnovabili

Rigenerazione

urbana

Sanità/Servizi

socio-sanitari Altro

Fino a 50% 33,3% 100,0% 100,0% 100,0% 33,3% 83,3%

Tra 50% e 99% 66,7% 0,0% 0,0% 0,0% 50,0% 16,7%

100% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 16,7% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Privati cittadini32,6%

Cooperazione sociale 18,4%

Ente pubblico16,3%

Imprese for profit 14,2%

Terzo settore (esclusa

cooperazione sociale) 13,2%

Altro 5,3%

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115

Se già raggiunto, entro quanto tempo dalla data di avvio della vostra attività è stato conseguito il BEP?

Break even point (1/2)

Poco meno di 1 su 3 ibridi organizzativi ha già

raggiunto il punto di pareggio. Di questi, la metà lo

hanno ottenuto entro 1 anno dall’avvio della propria

attività.

Già raggiunto

31,6%

Non ancora raggiunto

68,4%

Entro 3 mesi

16,7%

Entro 1 anno

50,0%

Oltre 1 anno

33,3%

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116

Se non ancora raggiunto, quali sono le previsioni rispetto al conseguimento del BEP?

Break even point (2/2)

Già raggiunto

31,6%

Non ancora raggiunto

68,4%

Entro 3 mesi

15,4%

Entro 1 anno

23,1%

Oltre 1 anno

61,5%

Della percentuale che ancora non ha raggiunto il punto di

pareggio (68,4%), la maggior parte (61,5%) prevede di

conseguirlo con un orizzonte temporale superiore a 1

anno.

La totalità dei soggetti che prevedono di raggiungere il

BEP entro 1 anno sono realtà attualmente in fase di

espansione (tra i 3 e i 5 anni di attività), mentre gli ibridi

che prevedono un orizzonte temporale più breve (3 mesi)

sono equamente divisi tra le start-up e tra le più longeve.

Orizzonte temporale previsionale

per il raggiungimento del BEP

Anni di attività

Entro 3

mesi

Entro 1

anno

Oltre 1

anno

Meno di 1 anno 0,0% 0,0% 14,3%

Tra 1 e 3 anni 50,0% 0,0% 14,3%

Tra 3 e 5 anni 0,0% 100,0% 42,8%

Più di 5 anni 50,0% 0,0% 28,6%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

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117

Conclusioni (1/3)

Cooperative sociali

La V edizione dell’Osservatorio UBI Banca su «Finanza e Terzo settore» restituisce una fotografia della cooperazione sociale

italiana che prevede, da un lato, una maggiore stabilità per il 2016 nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (con

particolare riferimento alla cooperazione di tipo A operante nei settori socio-sanitari ed educativi) e, dall’altro, un aumento delle

previsioni di crescita dei rapporti con il mercato (specialmente per ciò che riguarda la cooperazione di inserimento lavorativo

attiva nel settore ambientale).

Nel rapporto con gli istituti di credito, i dati dell’Osservatorio fanno registrare una diminuzione del numero medio di banche

con cui le cooperative sociali intrattengono rapporti; ciò è particolarmente vero per le cooperative di tipo B, mentre le realtà più

strutturate (consorzi) e longeve sono quelle con maggiori rapporti pluribancari.

Cresce sempre più la percezione della cooperazione sociale, soprattutto tra i consorzi, dell’attenzione da parte degli istituti di

credito alla personalizzazione dei metodi di valutazione creditizia nei propri confronti: per tale ragione, oltre la metà dei

rispondenti si dichiara soddisfatto dei servizi bancari fruiti attraverso le proprie banche di riferimento.

Ciononostante calano le percentuali di utilizzo degli strumenti messi a disposizione dalle banche (ad eccezione dell’anticipo

crediti/contributi della P.A.), soprattutto per la gestione della liquidità/patrimoniale, l’anticipo del 5X1000, le Ri.Ba. e le

fidejussioni per anticipo contributi, ma anche le richieste di finanziamenti finalizzati ad investimenti, il cui utilizzo rimane

comunque più consistente da parte dei consorzi. La domanda più elevata di finanziamenti per investimenti da parte dei consorzi

è positivamente correlata all’evidenza emergente in termini di concessione dei finanziamenti che è maggiore nei confronti delle

realtà più strutturate (tra cui i consorzi). La principale motivazione per chi non ha ottenuto la totalità dell’importo del

finanziamento richiesto è legata alle elevate cifre richieste; la percentuale relativa a tale motivazione è comunque in calo

rispetto all’edizione precedente dell’Osservatorio e lascia spazio al tema dell’insufficienza del cash flow, soprattutto per le

realtà con tra gli 11 e i 20 anni di attività alle spalle.

Rilevante è poi il dato relativo all’impiego dei finanziamenti ottenuti, che evidenzia come gli importi siano principalmente serviti

per far fronte a necessità legati alla gestione corrente (e quindi una prospettiva temporale di breve periodo) piuttosto che a

ragioni legate allo sviluppo imprenditoriale attraverso l’impiego per investimenti. Tra chi ha impiegato in tal modo gli importi

accordati dagli istituti di credito, risultano prevalenti le cooperative di tipo A, operanti in ambito educativo e socio-sanitario,

contrariamente a quanto era stato fatto rilevare nella precedente edizione dell’Osservatorio.

In prospettiva, la cooperazione sociale analizzata nella V ed. dell’Osservatorio prevede un aumento per il 2016 degli

investimenti da effettuare, tuttavia senza far ricorso in via principale agli istituti creditizi (in calo infatti anche le previsioni di

indebitamento con le banche) quanto piuttosto ad autofinanziamento – in particolar modo i consorzi.

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118

Conclusioni (2/3)

Ibridi organizzativi

La seconda parte della V ed. dell’Osservatorio ha analizzato le evidenze relative agli ibridi organizzativi, mostrando come

tale gruppo eterogeneo di soggetti (per forma giuridica e ambiti di attività) presenti al suo interno delle chiare e specifiche

tendenze e peculiarità che li differenziano dalle cooperative sociali.

Gli ibridi organizzativi evidenziano previsioni di crescita per il 2016 delle entrate, sia dal rapporto con la Pubblica

Amministrazione che da vendita di beni e servizi sul mercato, più ottimistiche rispetto a quelle delle cooperative sociali. Da

un lato, infatti, oltre 2 su 5 ibridi prevedono una crescita delle entrate provenienti dal rapporto con la Pubblica

Amministrazione (soprattutto tra le realtà attive nel settore della «Rigenerazione urbana» e nei «Servizi socio-sanitari»),

dall’altro, ben 9 su 10 realtà – escluse quelle operanti nel settore delle «Energie rinnovabili» – che prevedono una crescita

delle entrate derivanti dalla vendita di beni e servizi sul mercato.

Rispetto agli istituti di credito, gli ibridi organizzativi intrattengono una pluralità di relazioni bancarie dalle quali non

ritengono di ottenere una significativa personalizzazione, scenario opposto rispetto a quanto rilevato per le cooperative

sociali. Le realtà che più percepiscono la personalizzazione delle modalità di valutazione del merito creditizio sono

quelle operanti nel settore della «Rigenerazione urbana»: le stesse sono tra i soggetti che maggiormente si ritengono

soddisfatti dell’attuale offerta di servizi da parte degli istituti di credito. Oltre 7 soggetti su 10 sono interessati allo

sviluppo di nuovi servizi bancari, dato che conferma il più basso livello di soddisfazione degli ibridi organizzativi rispetto

all’attuale offerta di servizi da parte delle banche con cui sono in rapporto.

Molto elevate (soprattutto nel confronto con i dati della cooperazione sociale) le percentuali relative alle richieste di

finanziamento di cui quelli per investimenti sono state avanzate soprattutto dalle realtà operanti nei settori dell’«Abitare

sociale» e «Sanità/Servizi socio-sanitari» e in fase di espansione. Altrettanto elevata (9 su 10) la percentuale di ibridi

organizzativi cui è stato accordato la totalità dell’ammontare richiesto. Tali finanziamenti sono stati impiegati

principalmente per investimenti a medio-lungo termine, soprattutto da parte di realtà in espansione, che riguardano

innovazioni di prodotto/servizio quasi 7 volte su 10.

La propensione all’investimento da parte degli ibridi organizzativi viene confermata anche per il 2016: 9 su 10, infatti,

dichiarano che intendono investire da qui a fine anno e per farlo la metà farà ricorso al canale bancario (soprattutto realtà

dei settori «Energie rinnovabili» e «Agricoltura/verde»). I principali ambiti di investimento saranno le risorse umane (in

particolare per le realtà operanti nell’ambito dell’«Agricoltura/verde»), l’aumento del numero di beneficiari (soprattutto

per i soggetti dell’«Abitare sociale» e della «Rigenerazione urbana», per definizione «vocati» alla dimensione comunitaria

delle proprie attività) e della gamma di servizi offerti (principalmente per gli ibridi organizzativi attivi nel settore

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119

Conclusioni (3/3)

(continua)

«Sanità/Servizi socio-sanitari», dove la diversificazione dell’offerta è oggi quanto mai fondamentale per far fronte ad una

domanda in continuo aumento e sempre più complessa) .

Per il triennio futuro, 4 su 10 degli ibridi organizzativi oggetto di analisi ritengono che l’indebitamento con le banche

tenderà a diminuire: ciò è vero in particolar modo per i soggetti operanti nel settore «Rigenerazione urbana», realtà che

più di tutte in termini di importo hanno investito inizialmente nella propria attività (sopra il milione di euro). Dall’altra parte 3

realtà su 10 ritengono che invece i livelli di indebitamento con le banche aumenteranno da qui al 2018, soprattutto i

soggetti dell’«Agricoltura/verde», che sono peraltro gli stessi a prevedere un forte ricorso al canale bancario nel 2016 per

sostenere i propri investimenti e il cui capitale sociale è composto solo in misura minoritaria da risorse provenienti da fonti

non profit. Quest’ultima fonte di capitale caratterizza, invece, la maggior parte dei soggetti attivi nei campi dell’«Abitare

sociale» e della «Rigenerazione urbana».