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Arroganti perché incapaci? Ferriera anno zero? L’imbroglio del Kamut Tutta da rifare Il Konrad dei piccoli: Orto in condotta N.190 OTTOBRE 2013 distribuzione gratuita Il mensile del vivere naturale

Ottobre 2013

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Arroganti perché incapaci?Ferriera anno zero?L’imbroglio del KamutTutta da rifareIl Konrad dei piccoli: Orto in condotta

N.190 OTTOBRE 2013

distribuzione gratuita Il mensile del vivere naturale

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KonradMensile di informazione di Naturalcubo s.n.c.Redatto dall’Associazione Konradvia Corti 2a - 34123 TriesteFax [email protected] www.konradnews.itAut. Trib. di Udine n. 485del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste

Direttore editoriale: Roberto Valerio

Direttore responsabile: Dario Predonzan

Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 [email protected]

Hanno collaborato:Nadia e Giacomo Bo, Michele Colucci, Stefano Crisafulli, Stefano De Franceschi, Giovanna A. de’Manzano, Giorgio Dendi, Sergio Franco, Giada Genzo, Alessandro Giadrossi, Francesco Gizdic, Gianna Gorza, Erika Lerco, Simonetta Lorigliola, Simonetta Marenzi, Annalisa Metus, Luisella Pacco, Laura Paris, Claudio Petracco, Giuliano Prandini, Livio Prodan, Riccardo Ravalli, Riccardo Redivo, Fabiana Salvador, Lino Santoro, Marco Segina, Marco Segulin, Lucia Sirocco, Maurizio Stagni, Mavis Toffoletto, Gianni Ursini, Francesca Versienti, Barbara Žetko

Progetto grafico e impaginazione: Erratacorrige, Trieste [email protected]

In copertina:Immagine di Davide Comelli

Stampa su carta FSC:La Tipografica srl – Campoformido (UD)

Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzati non è di responsabilità dell’editore. è vietata la riproduzione e l’utilizzazione esterna del materiale qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore.Informativa sulla legge che tutela la privacy. In conformità della legge 675/96 sarà nostra cura inserire nell’archivio informatico della redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l’invio del giornale. Ai sensi dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione.

KONRAD 190 ottobre 2013

4 Arroganti perché incapaci?5 Ferriera anno zero?6 Il filo di paglia: L’imbroglio del Kamut7 Anarchia e Lega7 Vaskning8 Libri: Tutta da rifare8 Une expo au top!9 L’Italia desnuda. Il nuovo libro di Francesco Vallerani10 Educazione sovietica10 Siamo tutti intelligenti: Un gioco nuovo11 Goffredo Fofi e lo Straniero12 L’Isonzo: dalle Quarantie al Sabotino13 Il punto della situazione15-19 Il Konrad dei piccoli20 Alimentazione: La castagna, moneta dei poveri21 Pillole di cucina naturale22 Arte: “Il giro di una danza e poi un’altra ancora...”23 E sentii subito un’intesa con lo Spazioviadellatesa24 Cinema: Trieste Science+fiction25 Teatri di confine: Ad ognuno il suo Arlecchino25 Jacopo Fo... i calzini sul comò26 Colonna vertebrale28 Gli appuntamenti di ottobre

Sommario‘‘

Da venticinque anni questo giornale è realizzato da un gruppo di esseri umani non infallibili, che cercano di scoprire cosa è successo nel mondo, spesso interrogando altre persone che a volte sono riluttanti a parlare, a volte oppongono un deciso ostruzionismo e in altre occasioni parlano troppo. I costi di KONRAD sono interamente ricoperti dagli annunci e dalle inserzioni esplicitamente pubblicitarie. Ma la sua uscita sarebbe impossibile se tutta la redazione, direttore compreso, non collaborasse gratuitamente.

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13‘Nel recente “Report” sull’attività svolta in due anni e mezzo di mandato, l’assessore comunale all’ambiente

Laureni ha onestamente riconosciuto le carenze di un sistema dei controlli ambientali – che coinvolge tutti gli enti “competenti”: Co-mune, Regione, Provincia, ARPA, Azienda Sanitaria – che ha fallito rispetto al compito di tutelare la salute pubblica dall’inquinamento. Il fallimento chiama ovviamente in causa anche i predecessori del sindaco Cosolini, Dipiazza e Illy, e le rispettive Giunte, così come i reggitori degli altri enti succedutisi negli anni e ha soprattutto un nome: Ferriera di Servola.Lo stabilimento, com’è noto, emette nell’aria grandi quantità di sostanze altamente nocive e cancerogene, tra cui il benzo(a)pirene e le diossine (per citare soltanto le principali), con grave impatto negativo sulla salute di tutti, non soltanto di chi abita nei pressi degli impianti.Senza dimenticare le montagne di rifiuti speciali ammassate alla rinfusa - anche dov’è prevista la futura Piattaforma Logistica – gli scarichi inquinanti in mare (c’è su Google Earth un’immagine satelli-tare più eloquente di tante parole) e così via.Alla Ferriera la Giunta regionale presieduta da Riccardo Illy rilasciò ai primi del 2008 – incomprensibilmente – l’Autorizzazione Integrata Ambientale (cioè la licenza di continuare a produrre), accompagnan-dola con una serie di prescrizioni rimaste per lo più lettera morta. Nessuno intervenne: anche il procedimento per la revoca dell’AIA si bloccò poco dopo essere stato avviato dalla Giunta Tondo.L’AIA scadrà a fine anno ed è già stata presentata la domanda per rinnovarla, perché nel frattempo si è fatto avanti il cav. Arvedi, inten-zionato ad acquisire lo stabilimento. Cosa intenda fare per risolvere i problemi ambientali non è dato sapere: interpellato, l’assessore Laureni dichiarava di non poter dire nulla, perché ancora in attesa di ricevere il piano industriale di Arvedi …L’articolo di Lino Santoro, qui accanto, illustra i tanti aspetti da chia-rire a tale proposito, eppure: “Siamo di fronte a un piano industriale serio con forti investimenti sul versante ambientale” ha dichiarato di recente, perentorio, il sindaco.Aggiungendo anche, spalleggiato in ciò dai sindacati, dal quotidiano principale della città e – ovviamente – da Confindustria, accenti intimidatori contro un fantomatico ”movimento anti industriale”, che rischierebbe di far sfumare la grande opportunità rappresentata da Arvedi.Forse l’imprenditore cremonese ha davvero in tasca la soluzione di tutti i problemi, ma sembra logico chiedere che il suo misterioso pia-no venga divulgato e discusso con tutti gli interessati, e non rimanga oggetto di valutazione e trattativa esclusiva tra enti locali (finora al disotto dei loro compiti, come ammette Laureni) e sindacati. Anche

associazioni ambientaliste e comitati di cittadini devono poter dire la loro.Se ciò non accadrà, si dovrà concludere che nel continuo riproporsi del conflitto tra le ragioni dell’ambiente e quelle del lavoro, sia un terzo fattore a prevalere, cioè la volontà delle strutture politico-buro-cratiche di salvaguardare sé stesse, schierandosi dalla parte dei più forti per nascondere la propria incapacità di affrontare e risolvere i problemi. Salvo poi cercare di scaricare sul “movimento anti industriale” la colpa dei propri fallimenti: un gioco squallido, già tentato nel caso dell’ILVA di Taranto. Arroganti perché incapaci.

Dario Predonzan

ARROGANTI PERCHé INCAPACI?

‘OKTOBER TESTLa redazione di Konrad vorrebbe effettuare una piccola indagine per conoscere meglio i suoi lettori,

e cosa pensano del giornale. Pensiamo costantemente a modi possibili per migliorare, ma ci rendiamo conto che non sempre riusciamo a vedere con gli occhi dei lettori.Stiamo preparando un breve questionario per raccogliere le vostre opinioni. Vi ruberemo poco del vostro tempo pre-zioso perché crediamo che poche domande precise siano meglio di molte domande fumose. Vi sarà però anche spazio per chi volesse esprimere diffusamente le proprie idee ed opinioni.Ci piacerebbe che fossero gli stessi lettori ad offrirsi volon-tari e non verremo quindi a cercarvi, ma vi chiederemmo di inviare un messaggio di posta elettronica all’indirizzo: [email protected], dando la vostra disponibilità. Vi invieremo quindi il questionario, sempre per posta elettronica.Ovviamente sappiamo che i lettori sono molto diversi tra loro, e noi vorremmo l’opinione di tutti. Non dovete per forza sentirvi lettori fedeli o convinti sostenitori delle cause di Konrad per dare la vostra opinione.Grazie a tutti i lettori che hanno dato la loro dispo-nibilità. Ancora qualcuno e il sondaggio parte ...

‘Una veduta aerea della Ferriera di Servola a Trieste

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Chi è ArvediArvedi Group è una multinazionale italiana dell’acciaio. In accordo con Siemens VAI, multinazionale tedesca, opera sui mercati internazionali con impianti siderurgici innovativi. Il settore degli acciai speciali e in particolare la tecnologia ESP (Endless Strip Production: produzione a ciclo continuo di lamierino sotti-le), è uno dei vanti del gruppo. Arvedi sa tessere egregiamente rapporti con le istituzioni locali e con la ricerca universitaria, evi-denziati dai mezzi d’informazio-ne cremonesi: il cavalier Arvedi mecenate e filantropo, nonché proprietario dell’unico quotidia-no locale Cremonaoggi, di TV Arvedi, generoso finanziatore di attività sportive e culturali attraverso la sua Fondazione. Come sempre c’è un’altra fac-cia della medaglia. A Cremona non tutto fila liscio: attraverso una ricerca in rete e contatti mail trovi che comitati di cittadini, Movi-mento 5 stelle e partiti della sinistra alternativa denunciano problemi di inquinamento acustico e concentrazioni di diossine preoccupanti sul terreno nei quartieri periferici dove sorgono gli impianti. Altre lamen-tele [relata refero] riguardano l’autorizzazione delle autorità locali all’ampliamento dello stabilimento siderurgico senza VIA (valutazione d’impatto ambientale) e la concessione troppo sbrigativa dell’AIA (autorizzazione integrata ambientale) ai nuovi impianti che si estendo-no a ridosso delle aree abitate. L’ARPA locale, per conto suo, taccia di criminalità le proteste dei cittadini, i quali la ritengono poco incline a urtare la suscettibilità del padrone delle ferriere.

L’ultima spiaggiaL’ultima spiaggia, così Cosolini e i sindacati definiscono la disponibilità di Arvedi all’affitto e poi all’acquisto dello stabilimento siderurgico di Servola. Siamo però in attesa di piano industriale, piano ambientale e di un piano economico-finanziario che contenga le garanzie di Arvedi sul futuro della Ferriera. Sicuramente chi è a conoscenza del futuro è l’ing. Rosato, amministratore unico di una delle tre società in cui verrebbe suddivisa la Servola spa da Arvedi, la Società siderurgica triestina, ed ex consulente del Comune sui tavoli ministeriali istituiti per addivenire all’accordo di programma per la riconversione siderurgica, o per la riqualificazione siderurgica, termine introdotto per risolvere il conflitto interpretativo del concetto riconversione. Un documento di manifestazione d’interesse del Gruppo Arvedi del 21/05/2013 annuncia che si è preso atto del rapporto di consulenza dell’ing. Rosato con il Comune di Trieste e nel contempo l’ing. Rosato viene incaricato di valutare la possibilità per una società NewCo del gruppo Arvedi di assumere la gestione di “Lucchini TS”. Interesse che riguarda gli

impianti operativi ma anche il revamping del secondo altoforno e del personale a libro matricola al 30 giugno fino al massimo di 350 unità. Interessano inoltre i rapporti

in essere con Elettra (leggi CIP6/92) e la concessione demaniale marittima in essere con l’Autorità portuale (corrispondente a circa i 2/3 dell’area occupata dalla Ferriera)… il contratto di affitto avrà la durata di 30 mesi (non si parlava di 6?). Ma quale sarà effetti-vamente il futuro dello stabilimento di Servola? Su quali impianti

Arvedi intende procedere all’ambientalizzazione? In un documento della FIOM nazionale del maggio 2013, che affronta la possibilità di convertire alcuni impianti della Ferriera di Servola, si ipotizza p.e. il dimezzamento dei cicli di sfornamento della cokeria (da 92/93 a 52) per ridurre proporzionalmente le emissioni inquinanti e mi-gliorare le caratteristiche del coke, nonché la sostituzione della torre di spegnimento ad

acqua con un impianto a secco (sempre per ridurre l’inquinamen-to) e altre opere di risanamento ambientale per un costo comples-sivo di 85 milioni di euro. L’investimento complessivo personale di Arvedi non dovrebbe superare i 20 milioni, come risulta dalle relazioni dell’ing. Rosato nel suo ruolo di consulente del Comune (l’ultima consegnata il 5 luglio dopo la chiusura del suo incarico il 30 giugno). La riconversione secondo l’ing. RosatoLe tre relazioni di Rosato testimoniano un interessante quadro per l’individuazione delle alternative allo stabilimento Lucchini. Non tutto è interpretabile in modo univoco; si individuano due soluzioni possibili per la cokeria: la dismissione dell’impianto e la riconversione a scopi logistici o in alternativa una riduzione del 54% della produzione di coke (proposta Fiom), con interventi di ambientalizzazione e l’insediamento di attività metalmecca-niche (aree a freddo?), logistiche e di trattamento dei residui di lavorazione. Uno dei punti di forza sembra essere la logistica anche nella prospettiva della fantomatica piattaforma logistica. Dovrebbero restare operativi sia l’impianto di agglomerazione che ha spesso presentato criticità per l’emissione di diossine, sia la torre di spegnimento ad acqua del coke metallurgico. Viene scartata evidentemente l’ipotesi dello spegnimento a secco (pro-posta Fiom). Nelle relazioni si parla di riconversione industriale e si fa riferimento sia al decreto legislativo sul Riordino della disciplina in materia di riconversione e riqualificazione di aree di crisi industriale complessa in cui è stata inserita Servola, sia all’applicazione di quanto previsto dal d.l. 152/2006 sui criteri che regolano l’accordo di programma con cui si accede a finanzia-menti pubblici per la riconversione e la riqualificazione dell’area. Altri finanziamenti dovrebbero arrivare dalla Regione (15 milioni) e dall’Unione Europea in base all’Action plan sulla siderurgia. Ma 40-50 milioni servono per la bonifica dell’area (messa in sicurezza permanente?). Insomma servono ben oltre 100 milioni per la parziale riconversione e riqualificazione dell’area. Chi li tira fuori? E quali saranno i risultati sul piano occupazionale e su quello ambientale?

Lino Santoro [email protected]

FERRIERA ANNO ZERO?

‘Una veduta della Ferriera di Servola a Trieste

‘Ambiente e occupazione secondo il cavalier Arvedi

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‘‘Pasta. Pane. Grissini. Crackers. Farina. Il kamut occupa un intero

scaffale nei negozi bio e irrompe nella grande distribuzione. Costa, ma vende. L’Italia è il primo paese consumatore al mondo di kamut. “Ha un buon sapore. Così rustico!” dice la mia estetista. Forse è vero. Ma è veramente buono il kamut? Se la bontà non si ferma al momento gustativo, ma cerca un piacere maggiore, che includa il diritto a cono-scere quel che mettiamo in tavola, la risposta si complica. Il kamut è una delle più riuscite invenzioni di marketing degli ultimi 30 anni.

La bufala del grano egizioC’era una volta, nel 1949, un baldo aviatore americano, Earl Dedman, in servizio in Porto-gallo. Venne in possesso di 32 chicchi di un grano senza nome che gli dissero provenire da una tomba egizia. Li spedì come regalo al padre, agricoltore nel Montana che prese la zappa e li piantò; crebbero le piante, ma quel grano dalla spiga lunga e dai chicchi grossi non interessava a nessuno. Tutto tacque per 30 anni quando il signor Quinn, per farla breve, fondò un’azienda che cominciò a coltivarlo e distribuirlo. Lo si vendeva raccontando la storiella d’Egitto per anni. Funziona. Il grano dei faraoni. Puro, antico, incontaminato. Risponde al desiderio del consumatore di recuperare le origini, un tempo in cui tutto era più buono e naturale. Nessuno disse che i semi di grano perdono la loro capacità germinativa al massimo dopo 10-20 anni. Altro che faraoni. La storiella si rivela oggi quasi del tutto inventata e, dopo più di 30 anni, perfino la Kamut International oggi non la utilizza più. Tanto oramai il meccanismo è scattato, in termini di visibilità del prodotto e di crescita del fatturato. Bingo.

Il kamut è proprietà privataKamut non è il nome di un grano, è un brand aziendale. Come Ferrero, Nestlè o Barilla. Il marchio è stato registrato nel 1990. In Italia arriva nel 1991. Forse la parola kamut corrisponde ad un geroglifico egizio che indicava il grano. Il che confermerebbe la mala fede nel propinare la storiella dei faraoni. Il kamut è un grano duro della varietà Khorasan (Triticum turgidum ssp. Turanicum), originario delle pianure tra Iran ed Anatolia, (la regione Khorasan è là). Gli egizi non centrano nulla di nulla. Un grano Khorasan veniva e viene in parte coltivato in Basilicata ed Abruzzo. Ad oggi tutti possono coltivare il Khorasan, sconosciuto e commercialmente non attrattivo. Ma il kamut è blindato. Prodotto solo dalla Kamut International in Montana (Usa), Alberta e Saskatchewan (Canada), secondo i dettami dell’agricoltura biologica, applicati all’agri-coltura industriale. Non un grano coltivato dietro l’angolo. Non un grano da piccole produzioni. Il kamut che tanto piace agli italiani, che lo pagano profumatamente, arriva attraversando mezzo pianeta. Non è caffè o cacao, coltivazioni qui impossibili. è grano. Di una varietà particolare, che cresce anche in Italia.

Proprietà nutrizionali miracolose? E i costi?Nella propaganda pro-kamut molto ha contato l’aspetto nutrizionale. Ma non possiamo parlare di proprietà del kamut.

Semmai di proprietà del Khorasan: elevato contenuto proteico, superiore alla media dei frumenti duri e teneri, e buon contenuto di alcune vitamine del gruppo A. Ripetiamo: sono proprietà del Khorasan, anche se ci vengono vendute come proprietà del ka-mut. Per quanto riguarda il glutine il Khorasan ne contiene di più rispetto ad altri tipi di grano, intorno al 15,5%,(il Farro dicocco il

14%, il grano tenero il 13,4%). Infine, è un grano tradizionale non sottoposto a mi-glioramento genetico, e quindi più digeribile e meno allergenico, come tutti i grani tradizionali. Il kamut costa dall’80 al 200% in più di un grano biologico normale. Cosa paghiamo? Prima di tutto si paga il marchio. è un grano “di marca”. Poi si

paga l’immagine creata ad hoc di grano sano, antico, leggero, nutriente. Non si paga di più per avere un grano unico al mondo; si paga il marketing e si ingrossano i profitti della Kamut Interna-tional. Il kamut è un monopolio privato fondato sulla brandizza-zione di un prodotto agricolo.

Libero grano in libera spesaEsistono cereali italiani tradizionali che molti contadini stanno ripiantando, spesso bio. Hanno ottimi valori nutrizionali e alta dige-ribilità. Sapore rustico e deciso. Sostengono un’economia agricola su scala eco-compatibile, in territori vicini. La varietà non manca: farro dicocco, grano saraceno (senza glutine) grano Senatore Cappelli, Khorasan (proprio lui!) o grano etrusco, grano Graziella Ra. Tra questi scegliamo quelli in cui è indicata in modo trasparen-te la tracciabilità; leggiamo sulle confezioni ed assicuriamoci che:a) sia indicato il luogo di coltivazione del cereale (e che sia in Italia)b) siano specificate le successive fasi di trasformazione (lavorazio-ne e confezionamento)c) la pasta sia ad essicazione lenta, a bassa temperatura e trafila-ta a bronzo (non a teflon)d) cereali o trasformati siano integrali o semi-integrali per un più bilanciato apporto nutritivoInfine, se possibile, preferite le piccole produzioni che gestisco-no dal campo al pacchetto e non i prodotti marchiati dai distributori: la filiera più corta è, meglio è. Per noi e per il pianeta. Simonetta Lorigliola [email protected]

L’IMBROGLIO DEL KAMUTBreve storia di una delle più riuscite invenzioni di marketing degli ultimi 30 anni

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‘Lottare contro il potere: non solo si può, si deve. Lo stato di diritto è una forma

piuttosto discutibile di democrazia – spesso una democratura, per dirla con Matvejević, che mentre idolatra, ipocritamente, la legge, se ne serve per propri fini.La bellezza – morale – dell’uomo risiede nel suo interno, viva, e questo non tutti lo sanno o sono capaci di riconoscerlo, perché significherebbe comprenderne le conseguenze e accettarle: la bellezza circola nei pochi colori e nelle molte sfumature della vita, nella presa di coscienza che le debolezze degli altri sono debolezze di tutti, quindi anche nostre, nella tolleranza, nella pace senz’armi… Insomma, si nasce anarchici e si diventa politici (nell’accezione più ampia): questo passaggio, questa metamorfosi sociale, non è un peccato, è uno sbaglio. La poetessa milanese Alda Merini ha detto che l’umanità è l’unica etnia possibile, volerlo negare è accettare un sistema già viziato all’origine.Il 14 settembre c’è stato il concerto di un cantautore anarchico, Alessio Lega. Ad aprire il concerto è stato Giancarlo Lombardi, un suo collega isontino non molto noto, le cui canzoni si farebbero sentire se gli ascoltatori fossero di più. Quest’ultimo si è definito clowntautore: dei pagliacci non prende la tristezza ma l’implicita ricerca della verità nascosta sotto un sorriso dipinto.La sede del concerto è stata spostata all’ultimo per problemi orga-nizzativi: non più in piazza san Giacomo ma in piazza Puecher, e meno male! Cantare l’anarchia davanti alla chiesa, per quanto certe rare figure al suo interno possano averlo meritato, non è il posto più indicato per la lotta contro il potere. Non a caso Lega, anzi, siccome

la distanza è già una forma di potere, Alessio ha cantato la squisita e quasi straziante Difesa dell’allegria – una poesia del poeta uruguaiano Mario Benedetti dove, fra l’altro, si canta che l’allegria bisogna “difenderla da Dio”.

Musicare per Alessio non è un caso isola-to: ha rivestito anche tre poesie del nostro dimenticato Carolus Cergoly (a cui non è stata ancora intestata una stradina, una viuzza, un angoletto…). Ma non basta. E’ sua intenzione cantare tutte le nove poesie che compongono la raccolta delle Clandestine da cui le tre sono state prese. Ma non basta ancora: prima di cantarle ha ricordato e ringraziato Edi – Edoardo Kanzian –, estimatore di Cergoly e caro “lottatore” culturale (che abbiamo ricor-dato nel numero precedente di Konrad). Qualcuno del gruppo anarchico ha voluto

giustamente ricordare anche la recente scomparsa di Edvino Ugolini, altro personaggio triestino che lavorava per la cultura della pace.Non mi dilungo sulle canzoni del nuovo album di Alessio, Mala testa, che sono state cantate assieme ad alcune vecchie e ad alcuni classici anarchici: lascio la curiosità e il mio consiglio di ascoltarle per intero e bene.Alessio, che ha suonato e cantato con Leonardo Spinedi (chitarra e violino), doveva inaugurare la nuova sede del gruppo anarchico Germinal (ora in via del bosco 52/a), ma per vari motivi non c’è riuscito. Poco importa, ora ha cantato per loro e per la poca gente che c’era, e dispiace non solo per Alessio: la gente è più occupata a girare attorno alle varianti di un nulla politico che ha sempre più voce, non ultimo il TLT, che insegue il soldo e la speranza di un dirit-to non scaduto (le leggi dell’impero romano valgono ancora?). E questa è Trieste, che distorce il passato, vive da fantasma il presente e vede male il futuro. Ma per fortuna, qualcuno, ogni tanto, canta. Riccardo Redivo

ANARCHIA E LEGA

Alessio Lega

‘ É cosa nota che quando il sangue scorre per le strade e le

tensioni socio-economiche sfociano nella sommossa e nel malcontento, quello sarà il momento migliore per arricchirsi. In un clima mondiale da crisi economica l’ostentazione del lusso da parte della minoranza che muove il business del mondo è chiaramente il proverbiale schiaffo alla miseria. Ad arric-chire il catalogo dei comportamenti tesi a sottolineare la differenza fra chi il cash ce l’ha e chi se lo sogna, arriva dalla progressista Svezia il Vaskning. Questo termine prende il nome dalla parola vask, che in italiano volgare significa lavandino, e consiste sostanzialmente nell’atto di ordinare 2 bottiglie di champagne pregiato e svuotarne una nel lavandino, o, ancora meglio, farla svuotare dal cameriere. La genesi di questa usanza, a dir poco singolare, nasce fra il 2007 e il 2010 nelle città di Båstad e Visby a seguito di un’ordinanza in vigore nei locali frequentati dalla gioventù più agiata e fighetta, che vietava di spruzzare lo champagne nel locale come se si avesse vinto un gran premio automobilistico (o perlomeno esser riusciti a salire sul podio). Quello che inizialmente era un atto di protesta contro un divieto è poi stato esportato nel resto del mondo come la nuova usanza per ostentare lo sperpero di danaro, tanto che ormai ha trovato pure il suo

corrispettivo inglese nel termine Sinking. Su youtube è possibile trovare testimo-nianze video di questo atteggiamento e ovviamente parecchi giornali svedesi e anglosassoni hanno versato inchiostro per inquadrare il fenomeno; nonostante non si sappia quanto questa usanza sia davvero in voga, quanto sia mito e quanto realtà (come la leggenda del setto nasale dorato di alcuni manager per l’abuso di cocaina), un barista di un noto locale di

Båstad ha ammesso che tuttora ha almeno una richiesta di vaskning “seria” per notte. Questa simpatica attività che farà inorridere i più, darà l’ennesima conferma al classico polemista che glorifica la civilis-sima Svezia rispetto all’Italia cafona (“Guarda che su tutti pagano le tasse e i giovani sono fuori di casa a 18 anni, qui tutti mammoni”), che i paesi scandinavi riescono ad essere più pacati ed equilibrati pure nel tracciare un solco fra la gente perbene e i poveracci. Altro che da noi che fanno i trenini a capodanno con Maracaibo di sottofondo, mentre il padrone di casa può finalmente sfoderare la sciabola comprata per il corso di sommelier decapitando i colli delle bottiglie di spumante. Prima o poi riusciremo anche noi ad ottenere gli stessi diritti civili e libertà sociali della scandinavia e “lavandineremo” al-legramente le bollicine.

Marco Segulin

VASKNING

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Noi, donne normali, più o meno carine, più o meno racchie, a seconda della giornata buona

o cattiva... Noi, che andiamo per la via senza ancheg-giamenti, troppo stanche nei mocassini, figuriamoci sul tacco... Noi, che l’illuminazione dei camerini-prova la puniremmo come crimine contro l’umanità... Noi, che solo con stucco e pittura possiam far bella figura... Insomma, noi donne vere - quelle che vedi attorno, quella che sei dentro - abbiamo un (come chiamarlo?) hobby, passatempo, innocente capriccio. E ce l’abbiamo tutte, anche quelle che non lo ammettono. Ci piace trovare il difetto nelle bellissime. Non c’è miopia che tenga, non c’è cataratta incombente che possa ostaco-larci nell’impresa. Probabilmente emettiamo anche un lieve biip biip, mentre passiamo lo sguardo sull’intera figura della Bellona alla ricerca di qualcosa che non va. Perché - se c’è qualcuno lassù, se esiste giustizia divina - deve pur esserci qualcosa che non va... Ma la cosa che ci dà maggiore gioia è coglierla in flaganza di erro-re grammaticale, di frase squinternata, di condizionale e congiunti-vo mischiati alla rinfusa. Mettiamoci il cuore in pace: stavolta questa soddisfazione non possiamo prendercela...Perché Tutta da rifare, primo romanzo di Giorgia Würth, di professione attrice, innegabilmente molto bella, è godibilissimo e meritevole, e di svarioni non ne ho trovati (accidenti...). Leggero e giocoso, ma anche spietato e profondo, scorre via liscio come un ricciolo dopo il balsamo, per poi lasciare un retrogusto amaro e ampi margini di riflessione su cose serie, ma proprio serie: l’amicizia, l’amore, il perdono, la fiducia, l’opinione degli altri, la stima di sé. Voce narrante è Lorenzo, bambino saggio, osservatore ironico del mondo, che il primo giorno delle scuole medie conosce una ra-gazzina dal nome luminoso, Sole, e il carattere d’ombra. Insicura, spesso arrogante, con lampi di tenerezza subito mascherati da una scorza cinica, Sole si nutre di superficiali sogni e crede che la bel-

lezza sia la chiave di ogni successo. Lorenzo - chissà il cielo perché - se ne innamora in maniera assoluta e generosa, e continuerà ad amar-la, sempre categoricamente non ricambiato, anche nell’adolescenza e in un’aspra età adulta, quando Sole prenderà strade tragicamente sbagliate. Ossessionata dalla possibilità di mi-gliorarsi, si sottopone a una sequenza impressionante di interventi chirurgici. Nuovo seno, nuovo naso, nuove lab-bra, nuovi zigomi, nuovi glutei, nuovo mento... E pure un aborto, affrontato per le medesime ragioni estetiche (Come facevo a fare i provini con la pancia?). Sole diventa un mostro, nel volto e nella coscienza, disamorata della

vita e di se stessa, fino all’inevitabile finale. Soltanto Lorenzo, con la sua carica inesauribile di pazienza e d’amore, potrà salvarsi e salvare anche, in modo imprevisto e dolcissimo, il ricordo di lei. Una favola nera che si divora in un giorno ma rimane dentro a lungo. Tutta da rifare dovrebbe essere lettura obbligatoria nelle scuole, per spiegare ai giovani maschi come si debba amare (con rispetto, accettazione, presenza, e anche distanza quando occorre) e per spiegare alle giovani femmine come il loro corpo sia prezioso e sa-cro, compresi i difetti lievi, le rotondità ribelli, i nasini non francesi. Se ci sentiamo brutte, per far passare il magone bastano l’allegria di una smorfia, lo sfogo veloce di un pianto, il prendersi in giro quanto più si può. E naturalmente, divertirsi a criticare le troppo belle, ça va sans dire...

Luisella Pacco luisellapacco.wordpress.com

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TUTTA DA RIFARE‘

‘Giorgia WürthTutta da rifareFazi, 2010pp. 169, € 16,00

Libri

Piccolo omaggio a Giuliano Comelli, storico ed attuale autore delle originali

copertine di Konrad. Chapeau!

Tracce. Tracce da trovare. Il filo conduttore in un legame naturale, Comelli et Fils. Una esposizione di pittura dai toni decisi che vede coinvolti i triestini Comelli, papà Giuliano ed i suoi due figli, Davide e Sara, grazie alla fortunata intuizione o, meglio, emozione di una gallerista francese, Nikki Ract. Sentimentalismi a parte, questa non è una mostra leggera ed i complimenti non sono di circostanza: all’inaugurazione le opere sorprendono, scuotendo pathos e ragione. Come dev’essere. Sono 30 lavori, allestiti nei suggestivi ambienti della Galleria JBC1, a due passi dal celebre marché aux puces di Parigi. Una cornice perfetta di un ex magazzino. Blocchi di cemento armato e mattoni a vista, molto trendy e per niente clean.Davide lavora su carta ed esclusivamente a graffite. Parte dal

caos al quale sovrappone geometrie. Rottami assoluta-mente casuali sono perlopiù gli oggetti delle sue ricerche. Catturati dalla macchina fotografia, ridisegnati e sottoposti all’ordine. Nell’al-lestimento troneggia il suo trittico, un soggetto combu-sto, 180x210, già ammirato in divenire quest’estate a Trieste dal pubblico di Trame, organizzato dall’Immaginario Scientifico presso il Salone degli Incanti. Giuliano fa ragionamenti analoghi ma con altri principi. Non utilizza la fotografia come soggetto delle sue analisi ma parte da macchie e segni casuali per poi ricercare equilibri interni. Interviene sui suoi acquarelli con

UNE ExPO AU TOP!

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ITALIA DESNUDA. IL NUOVO LIBRO DI FRANCESCO VALLERANI‘

“L’esperienza personale in un dato luogo, cioè dell’individuo che abita, che si adatta allo spazio vissuto o che lo subisce, che ne connota il senso elaborando una specifica territorialità, genericamente condivisa con altri abitanti, o che le si oppone ponendosi così in uno stato di alienante minoranza, sono aspetti molto significativi per accrescere la comprensione delle reali dinamiche che governano l’evoluzione di ogni contesto geografico”. Questa esperienza è l’origine del disagio, poi sfociato in indignazione, che ha mosso Francesco Vallerani a scrivere il suo ultimo libro Italia desnuda. Percorsi di resistenza nel Paese del cemento, appena pubblicato per i tipi della casa editrice milanese Unicopli.Francesco Vallerani insegna Geografia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Da tempo dedica buona parte della sua ricerca a tematiche di geografia storica, con particolare riguardo alle secolari relazioni tra morfologie idrauliche e trasformazione dei paesaggi, promuovendo la rete di ricerca “European Historical Waterways”. Adottando i metodi dell’analisi geoculturale si sta occupando dell’evoluzione recente dei quadri ambientali della diffusione urbana. Vallerani è uno dei compo-nenti del comitato scientifico del WWF di Trieste.Il Veneto, regione nella quale Vallerani vive e lavora, è divenuto negli ultimi decenni il simbolo di una trasformazione sconsiderata del territo-rio con lo sviluppo di paesaggi dell’angoscia ovvero di caotiche poltiglie urbanizzate, con gli abitanti preoccupati e malinconici per il degrado del vasto e prezioso patrimonio dei loro luoghi amati.Il pregio del libro sta, in particolare, nella sua unicità nel panorama editoriale italiano. L’Autore ha individuato una vera e propria cerniera che lega indissolubilmente la cementificazione e il consumo del suolo - temi frequenti nel dibattito politico culturale di questi anni – con lo stato d’ansia divenuto in breve tempo crescente diffusione di disagio e angoscia. Vallerani annota “quando i luoghi subiscono lesioni, è la comunità che vede alterato il rapporto vitale che consente il riconosci-mento identitario, anche se il disagio psicologico viene avvertito dai componenti più sensibili del gruppo”.Il terzo capitolo del libro è una sorta di repertorio di quella che il geo-grafo veneto definisce, con una punta di ironia, una sorta di “Accade-

mia dei Disagiati”. Scrittori, poeti, saggisti, “anime belle” che fin dall’immediato secondo dopoguerra, tra fatto e finzione, manifestarono, con efficacia, un males-sere crescente. Con “elegante fermezza nelle non certo eversive pagine” del Viaggio in Italia Guido Piovene espresse la garbata aspirazione a un diverso modo di fare territorio. Italo Calvino, testimone della rapida cementificazione della riviera ligure, pochi anni dopo, bene la fece co-noscere all’Italia intera nel racconto lungo La speculazione edilizia. Lucio Mastro-nardi, nei due libri Il Calzolaio di Vigevano e il Maestro di Vigevano, nelle distorsioni sociali conseguenti al miraco-lo economico individuò come cementificazione delle menti la corsa ai “danè” di una comunità che sembra restare indifferente nei confronti della preziosa personalità dei suoi luoghi. A queste voci seguiranno quelle altrettanto inascoltate di Pier Paolo Pasolini, Giorgio Bassani, Leonardo Borgese e Antonio Cederna. Vallerani include a pieno titolo in questa “Accademia dei Sofferenti per il paesaggio” anche Salvatore Settis che, nel suo recente saggio dedicato ai mali del paesaggio italiano Paesaggio Costituzione Cemento, ha non solo ripercorso la storia della tutela delle bellezze naturali del nostro Paese ma analizza-to le relazioni tra degrado ambientale e malessere esistenziale. Tema centrale, come abbiamo detto, di questo accorato libro di Vallerani. Fu proprio quest’ultimo a farmi conoscere il poeta Andrea Zanzotto che, nel dicembre del 2007, in una delle sue ultime apparizioni in pubblico, nel castello di Susegana, lanciò l’ennesimo appello a fermare la distru-zione del nostro paesaggio. Il 21 ottobre alle ore 17 Francesco Vallerani terrà una conferenza sull’argomento presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste in via dei Tominz 4.

Alessandro Giadrossi

Francesco ValleraniL’Italia desnudaUnicopli, 2013pp. 191, € 16,00

un segno a pennino, quasi da incisore. Presenta pure dei feltri dall’interessante valore materico: né tela né carta, privi di trama, impregnati di colore diventano quasi una pelle. Nessuna descrizione. Pittura informale, si direbbe la sua, anche se non mancano richiami a paesaggi.

Sara ha un altro approccio, un’altra sensibilità. La fotografia le serve per assemblare oggetti provenienti dalle situazioni più disparate, che considera per le loro forme particolari, funzionali alla rappresentazio-ne che non descrive ma offre attraverso un’allusione. Ancora ricerca, dunque, di relazioni fra il caso e una volontà razionale che tutto sottintende e ricrea, fra mistero, suggestione e soprattutto colore. Sara e Davide, vivono da parecchi anni nella capitale francese. Insieme hanno realizzato importanti lavori di decorazione, a partire dal Pan Piper, un ex teatro completamente ristrutturato e da loro dipinto negli esterni ed interni a partire da un ragionamento basato sulla morfosi. Le loro competenze di grafici raffinatissimi applicate all’ambito architettonico danno risultati veramente notevoli.Un invito a consultare il loro sito www.chromosomestudio.com (anco-ra un geniale e riconoscente riferimento al patrimonio genetico e al colore che caratterizza l’attività di famiglia).Una speranza di poter vedere una loro mostra così ben strutturata anche a Trieste. E un augurio di trovare architetti interessati alle potenzialità incredibili e nuove delle loro decorazioni. A Trieste o altrove.

Fabiana Salvador

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Per Mikhail Khodorkovskij da studente era il libro preferito e anche adesso, in carcere per la sua opposizione a Putin, l’ex-oligarca fa sapere che Pavel Korciaghin rimane il suo eroe. Scritto da Nikolaj Ostrovskij agli inizi degli anni trenta, il romanzo lar-gamente autobiografico Come fu Temprato l’Acciaio ha come protagonista un giovane ucraino di umili origini, che partecipa alla guerra civile contro i bian-chi, diventa commissario di guerra, organizzatore di komsomol (l’Unione comunista della gioventù), dedica con passione la sua esistenza alla costruzio-ne dello stato socialista.“La vita è la cosa più cara che un uomo possieda. Gli viene data una volta sola, e l’uomo deve viverla in maniera tale che non gli resti poi la torturante an-goscia degli anni invano vissuti, che non gli bruci la vergogna di un passato misero e gretto; e morendo possa dire: ho impiegato tutta la mia vita e tutte le mie forze per il fine più bello cui sia dato all’uomo di tendere, per la lotta per la liberazione dell’umanità.”Ammira Giuseppe Garibaldi, lo affascinano le “avvincenti e interminabili avventure del leggendario capo delle ‘camicie rosse’”, di quel giovane capitano che proprio in Russia, a Taganrog, sul Mar d’Azov, aveva conosciuto la “Giovane Italia” e aveva giurato di combattere per la sua liberazione.Pavel, come tanti russi, sogna l’Italia e, dopo la vittoria della rivoluzione, promette alla madre una nuova vita. “Per tutti gli uomini ci sarà un’unica repubblica, e manderemo voi, vecchietti e vec-chiette che avete lavorato, in Italia; esiste questo paese caldo, sulle sponde del mare. Lì, mammina, l’inverno non viene mai. Vi faremo vivere nei castelli dei borghesi e vi scalderete le ossicina al sole.”Durante una pausa dei combattimenti contro i po-lacchi Pavel legge ai compagni Il figlio del Cardinale dell’irlandese Ethel Lilian Voynich.

Pubblicato nel 1897, il romanzo storico è ambien-tato nel Granducato di Toscana e nella Romagna Pontificia al tempo delle lotte risorgimentali della prima metà del secolo diciannovesimo. Ne è protagonista un giovane studente, Arthur Burton, membro della Giovane Italia, che, con lo stesso

slancio di Pavel Korciaghin, promette di “Dare la ... vita per l’Italia, aiutarla a liberarsi dalla schiavitù e dalla miseria e a scacciare gli austriaci, affinché essa possa diventare una repubblica libera...”.

Romanzo anticlericale, pieno di blasfemie (il giovane si ribella all’educazione religiosa ricevuta, si avventa con un martello sul crocefisso, definisce “malattia mentale” la religione), lascia i compagni di Pavel commossi per il coraggio e la dedizione alla causa della libertà fino al sacrificio supremo. L’opera fu ammirata da Jack London, D.H. Lawrence, Bertrand Russel; G.B. Shaw ne fece una trasposizio-ne teatrale, il regista sovietico Aleksandr Fajncimmer ne ha tratto nel 1955 il film Ovod con colonna sonora di Dmitrij Šostakovič, The Gadfly Suite, Op. 97A. Mentre in Italia, dove pure è ambientato, rimane sconosciuto (da noi è stato pubblicato all’inizio dell’anno), fu nei paesi comunisti e soprattutto nella Russia Sovietica che i due testi ebbero un enorme successo e furono letti da milioni di studenti; utilizzati come strumenti di propaganda, dovevano preparare le nuove generazioni all’impegno, al sacrificio nella costruzione della nuova società. Gli intensi programmi scolastici del periodo sovietico prevedevano la lettura di altri autori russi (Arsen’ev, Kataev, Kaverin, Polevoy, Šolochov, Fadeev, Pau-stovskij, Gor’kij, Čechov...) ritenuti utili dalle autorità nella formazione dell’uomo sovietico. Né venivano trascurati gli esponenti della letteratura occidentale: Verne, Stevenson, Hugo, Dickens, Kipling, London... Per un breve periodo dopo la destalinizzazione voluta da Chruščёv, fu resa possibile la lettura di Una giornata di Ivan Denisovič di Solženicyn, sulla vita nei gulag. Il disegno delle autori-tà non ne risultò incrinato.

Giuliano Prandini

EDUCAZIONE SOVIETICA

‘ A scuola leggevamo i classici greci e latini, Manzoni e Dante. E in Russia?

‘Nikolaj Ostrovskij, Come fu Temprato l’Acciaio, La Nuova Biblioteca, Milano, 1945

Ethel Lilian Voynich, Il Figlio del Cardinale, Lit Edizioni srl, Roma, 2013

Tante volte mi viene chiesto come si fa a creare un gioco o un problema nuovo. Mi trovo in difficoltà a rispondere, nonostante io ne abbia creati migliaia. Intanto bisogna distinguere fra gioco e schema. Mi spiego meglio: qualcuno ha inventato le parole crocia-te, e tutti gli altri inventano degli schemi di parole crociate, che una volta pubblicati verranno risolti dai lettori. è ovvio a questo punto che inventare uno schema è più semplice che inventare un gioco nuovo. Poi ci sono le varianti. A partire dal sudoku, ad esempio, ci sono le varianti denominate Killer, X, Tris, Pari/Dispari, A zone, Esterno, e tante altre, fra le quali Grattacieli (che io avevo inventa-to, senza sapere che esisteva già), e Spread (inventato da me, e pubblicato in prima mondiale sul primo numero della rivista “Amico Logico”, giornale che potete richiedere in edicola se interessati).Anche noi nel nostro piccolo possiamo inventare dei problemini, e

magari proporli a parenti ed amici (o nemici, vedete voi…) durante una cena.Proviamo?Partiamo dal numero 2013, che è l’anno in corso, lo scriviamo, e poi cerchiamo di tirar fuori qualcosa.Intanto 2013 è formato da 4 cifre diverse, e anche questo può ispirare una domanda.Ecco allora i problemi inventati tra amici in una recente serata.Se attorno ad un tavolo siamo in 2013, e ognuno di noi saluta con una stretta di mano il suo vicino di destra e quello di sinistra, quante strette di mano vengono effettuate?Se leggo un libro da pagina 2013 a pagina 3102 (2013 letto al contrario), quante pagine leggo?Quanti numeri si possono formare utilizzando le cifre 2 0 1 3, solo cambiando l’ordine?La somma delle cifre di 2013 è 6. Fino a 2013 compreso, quanti numeri hanno per somma delle cifre 6?Quante date ci sono del tipo 12/03/2013, cioè tali che anche nella

‘Siamo tutti intelligenti

UN GIOCO NUOVO

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2013‘“Lo straniero” è una rivista che, dall’estate del 1997,

si occupa di cultura, arte, scienza e società ed è, secondo quanto dichiara il suo direttore Goffredo Fofi, in un’inter-vista rilasciata a “Repubblica” per i suoi settanta anni “la cosa più importante da leggere che circoli oggi in Italia”. In tempi più recenti ribadisce il suo punto di vista in un’altra intervista rilasciata, sempre per “Repub-blica” , a Simonetta Fiori dove dichiara che “se ha resistito per 16 anni nella stessa rivista è perché fuori non succede granché, anzi sono stati gli anni più morti”. Per dare a questa dichiarazione il suo giusto valore bisogna sapere che la storia delle riviste culturali italiane, dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri, ha visto Fofi protagonista di continue nascite, collaborazioni e trasformazioni di testate e questa attività d’organizzatore culturale non sembra ancora esaurirsi. Riassumendo questo percorso in poche righe, si può iniziare dal suo arrivo a Torino negli anni Sessanta dove cominciò a collaborare con riviste importanti come Il Ponte, Nord e Sud e Nuovi argomenti. In seguito inizia a fondare le sue riviste e così nascono I “Quaderni Piacentini”, fondati con Grazia Cherchi e Piergiorgio Bellocchio (1962-1984), “Ombre Rosse” (1967-1969) una rivista di critica cinematogra-fica che allarga il suo ambito d’intervento con lo svilupparsi del movimento del ‘68, e “Linea d’Ombra” (1983-1999). Poi “Il piccione viaggiatore”, “Dove sta Zazà”, “La Terra vista dalla Luna”, e adesso “Lo Straniero”. Dei “Quaderni Piacentini” Fofi racconta: “Era una rivista totalmente diversa, fatta da intellettuali tradizionali. Nessuno di noi era marxista. Piergiorgio Bellocchio, Grazia Cherchi ed io venivamo da storie diverse, con attenzione ad orizzonti nuovi come la psichiatria di Basaglia e a tutto quello che si muoveva in quegli anni”. In seguito lasciò la rivista e fondò “Linea d’Ombra” dove si circondò di un gruppetto di giovani tra i quali c’erano Sinibaldi, Lerner, Manconi, Mereghetti, Piersanti, Corrias, Lolli e Baricco. “Linea d’Ombra” scoprì Rushdie, Yehoshua e la Desai, Coetzee e Naipaul. Alla fine degli anni Ottanta però la situazione si rimise in movimento e così “La terra vista dalla luna”, da rubrica di “Linea d’Ombra” divenne rivista. Molto spesso le riviste di Fofi

nascono le une dalle altre, frutto di una germinazione interna. Lo Straniero era in origine un premio assegnato a nuove

realtà e a giovani artisti ideato da Goffredo Fofi nel 1992, legato successivamente a ben tre riviste: “Linea d’ombra”, “La terra vista dalla luna” e infine “Lo Straniero”. L’ultima di queste gemmazioni è avvenuta nel 2010 quando da “Lo Straniero” è nata “Gli asini”, una

rivista di educazione e d’intervento sociale che è al suo terzo anno di attività. Alla domanda che Oreste Pivetta rivolge a Fofi su quale sia la funzione che attribuisce alle riviste, Fofi rispon-de: “Ho sempre immaginato le riviste come strumenti formidabili di apertura e di incontro. Questo spiega il fascino che ha esercitato su di me un’impresa come quella dei “Quaderni piacentini” e la mia nuova ‘vocazione’ maturata negli anni Sessanta, a ideare e produrre riviste. [... ] In quegli anni il dibattito era vero e ricco a differenza del misero contesto attuale: una povertà che è un sintomo ulteriore di conformi-smo, di un reale pensiero unico travestito da finto individualismo. Spazzate via dal miracolo economico e dal ‘68, o sopravvissute con gran-de fatica, oggi riviste ‘di cultura’ come quelle

semplicemente non ci sono più. Coltivo l’illusione che ‘Lo Straniero’ ne sia un piccolo erede.” E con questo spirito è arrivata ormai al suo 159° numero dove si possono trovare un pezzo di Alessandro Leogrande su Bergoglio a Lampedusa, Salvatore Romeo sull’Ilva, e diversi inter-venti sulle rivolte in corso. La rivista poi, riprendendo vecchi percorsi, ripubblica il testo della conferenza di Karl Barth, Cristianesimo e socialismo, ripresa da un vecchio numero di Linea d’ombra. Continuità e innovazione sono dunque la matrice dentro cui si muovo-no le riviste dirette da Goffredo Fofi.Le riviste “Lo Straniero” e “Gli Asini” sono consultabili presso l’Emero-teca di Piazza Hortis 4. L’articolo si basa, oltre alle riviste citate, su tre interviste, due uscite sul quotidiano “La Repubblica”: Simonetta Fiori Il mondo in rivista, Fofi: “Oggi in Italia domina l’analfabeta laureato” 17 dicembre 2012 pp. 54-55; Goffredo contro tutti, 14 aprile 2007 p. 51, e L’intervista di Oreste Pivetta, La vocazione minoritaria: intervista sulle minoranze, Laterza 2009.

Mavis Toffoletto

GOFFREDO FOFI E LO STRANIERO

‘‘

prima parte della data si usano le cifre 2 0 1 3?Ecco le risposte che abbiamo dato noi, dopo non poche discussioni.Vengono effettuate 2013 strette di mano (basta immaginare che fra le 4 persone A B C D ci sono 4 strette di mano: AB BC CD DA).

Da pagina 2013 a pagina 3102 ci sono 1090 (e non 1089).Calcolando che i numeri non iniziano con 0, posso formare 6 numeri che iniziano con 1 (1023 1032 1203 1230 1302 1320), altri 6 che iniziano con 2 e altri 6 che iniziano con 3: 18 in tutto.I numeri che hanno per somma 6 sono 6, 15, 24, 33, 42, 51, 60, 105, 114, 123, 132, 141, 150, 204, 213, 222, 231, 240, 303, 312, 321, 330, 402, 411, 420, 501, 510, 600, 1005, 1014, 1023, 1032, 1041, 1050, 1104, 1113, 1122, 1131, 1140, 1203, 1212, 1221, 1230, 1302, 1311, 1320, 1401, 1410, 1500, 2004, 2013: 51 in tutto (per non saltarne nessuno conviene scriverli nell’ordine dal più piccolo).Le date valide sono 5 14 23 gennaio, 4 13 22 febbraio, 3 12 21 30 marzo, 2 11 20 aprile, 1 10 maggio, 5 14 23 ottobre, 4 13 22 novembre, 3 12 21 30 dicembre: 25 in tutto.Le risposte citate sono venute fuori dopo un’abbondante

cena… non ci assumiamo alcuna responsabilità… © Giorgio Dendi

Emeroteca

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Incrocio l’Isonzo andando a Grado. Dal ponte delle Quarantie ogni volta rimango colpito dalle sue tinte che

scolorano dal grigio plumbeo, allo smeraldo, all’azzurro chiaro, a seconda dell’ora e della stagione, mentre porta al mare con sé molto del suo tratto montano.Attraversa aree artificiali di recente bonifica e lacerti di boschi pla-niziali. Quindi si confonde nell’acqua salmastra tramite un dedalo di canali risultato di fenomeni naturali come la progressiva migrazione della foce verso oriente. è un com-plesso gioco tra oscillazioni del livello marino e correnti, erosione e dispersio-ne dei sedimenti fluviali lungo la costa, per finire con variazioni di quota della terraferma ed altre modificazioni della linea di riva.Ne sono prova le sabbie che hanno formato nel tempo l’arco sabbioso del litorale come il banco D’Orio ed altri, ora in via di progressiva demolizione. Inoltre poco al largo di Grado giacciono sommersi resti di edifici e lo stesso abitato attuale e le sue modificazioni nel corso del secolo, testimoniano dell’inarrestabile oscillazione di questi ambienti tra il dominio marino e quello terrestre.Per giungere qua il fiume ha abbandonato la sua sorgente carsica, lassù nella Val Trenta, e le alte cime delle Giulie ed quindi i più modesti rilievi calcarei del Carso isontino, con le cime del Sabotino e del vicino M. Santo.L’acqua mette in connessione due mondi completamente diversi, anche se il suo tragitto supera di poco il centinaio di kilometri. L’Ison-zo sloveno è “Soča”, sostantivo femminile, e quasi mitologicamente puro, anche se non sono mancati problemi anche seri. L’alveo, inciso nella roccia, mostra un andamento rettilineo con brusche anse, con-dizionate dalla complessa struttura geologica dell’area. Nel più breve tratto nostrano risente maggiormente, purtroppo, della pressione dell’uomo ma nel contempo ne rimane discosto e si affaccia alla pianura costruita, sfiorando le periferie delle due Gorizie e il corso si fa sinuoso, scorrendo su abbondanti sedimenti alluvionali.Risaliamo la corrente e al termine della pianura ci imbattiamo nei primi rilievi dove un alto ponte unisce qui le sue sponde. è quello ferroviario di Salcano, famoso per la sua ardita campata, la più ampia al mondo, in pietra, realizzato nei primi anni del ‘900 per col-legare Jesenice a N. Gorica. Distrutto dagli stessi austriaci nella 6° battaglia dell’Isonzo, perché non cadesse in mano italiana, appena dopo 10 anni dall’inaugurazione, ha subito le stesse devastazioni di altre ampie parti del nostro carso e di ogni zolla di questa terra e

delle sottostanti città. La parte italiana, quasi completamente rasa al suolo, è stata ricostruita nel dopo guerra anche grazie a Max Fabiani, architetto mitteleuropeo che ha lasciato tracce del proprio agire anche Trieste.Questo comune passato è intessuto di tragedie che la vita quotidiana odierna per fortuna non offre più. Il nostro oggi è caratterizzato talvol-ta dalla noia e dalla ricerca di emozioni forti. Così il ponte di Salcano si è trasformato nella palestra del brivido elastico del bungee-

jumping, ma si può anche risalire la valle con più tranquilli percorsi ciclistici, per quanto impegnativi.In un viaggio della memoria, si può salire a piedi, superando, fino a pochi anni fa, l’emozione di un confine e di una “terra di nessuno”, e raggiungere l’affilata cresta del Sabotino, traforata da caverne e punti d’osservazione. Oggi si rivive l’emozione della vita di trincea in una specie di museo all’aperto, rasserenati da un impagabile spet-tacolo naturale. Ripenso a quelli che dal basso s’inerpicavano fino ai 600 m della cima, lungo il ripido

pendio per assaltare ogni caverna, ogni anfratto dove si erano trin-cerati un migliaio di dalmati. L’esito contribuì grandemente all’inutile strage, deplorata con accorato appello dallo stesso Papa Benedetto XV. Ma la follia e il sonno della ragione erano ancora ben alimentate, anche da giornalisti e poeti di entrambe le parti che decantavano le virtù guerresche dei propri o gli “agi” del fronte. Poche voci fuori dal coro evidenziavano questa situazione paradossale e grottesca, come ad esempio il libro di K. Kraus Gli ultimi giorni dell’umanità, uno spac-cato della società austriaca dell’epoca che presenta anche il mondo delle trincee del Carso dove la casta di nobili ufficiali ben protetti se la spassava e a morire erano invece migliaia di anonimi sudditi.Sabotino e Isonzo, luoghi di sofferenza e bellezza presentano un’anima duplice, aspra e mutevole come il Carso che li genera. Affacciandoci dalle feritoie, anche qui, come alla foce, vediamo l’ac-qua assumere tutti i colori e le gradazioni dell’azzurro ma basta una nuvola, un po’ di bora scura e improvvisamente vira al verde cupo. Pur normalmente placido, il fiume ha causato piene improvvise, che hanno ostacolato anche la stessa realizzazione del famoso ponte e il Monte ha scalfito l’anima di chi ha difeso o attaccato un metro della sua pietra carsica e di quanti ripercorrono ora in pace i suoi sentieri.

Riccardo Ravalli

L’ISONZO: DALLE QUARANTIE AL SABOTINO

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Osservando il cielo stellato sembra tutto così tranquillo, immobile, eppure l’universo è in continuo subbuglio. Le

galassie stesse, come sappiamo, si stanno allontanando le une dalle altre a velocità folle. Ne consegue che il cosmo si sta espandendo. Potendo girare a ritroso il film con la storia dell’universo vedremmo che in passato questo era più piccolo, e più andiamo indietro più era piccolo. C’è stato un momento — così dice la scienza — in cui l’universo poteva stare nel punto alla fine di questa frase, e un attimo prima era più piccolo ancora. Si doveva stare stretti quella volta. Il punto, per definizione, non contiene parti, è indivisibile. Non c’è molto da dire su di lui. Il punto non ha altezza né larghezza né spes-sore: la sua unica carta d’identità sono le sue coordinate nello spazio. La retta, altro ente fondamentale della geometria, contiene infiniti punti. Come sia possibile che da tanti punti senza dimensione messi in fila possa formarsi una linea continua e dotata di lunghezza è un mistero. Un mistero a catena, se consideriamo che infinite rette compongono il piano, infiniti piani compongono lo spazio, e che quindi anche noi, come i cubi, le sfere e gli altri abitatori della terza dimensione siamo composti in definitiva da punti senza consistenza. Un pensiero inquie-tante e foriero di paradossi, ed è per questo che generazioni di matematici si sono scervellate per dimostrare come la somma di tanti nulla possa dare qualcosa. Questo rompicapo geometrico, questa sorta di koan Zen è in definitiva il riflesso del Grande Rompicapo: il Tutto è un Uno o un Molti? Beh, forse è un problema solo per i filosofi e i teologi. La nostra mente in realtà è fin troppo brava a saltellare da una visione all’altra, quella frammentata del “molti” e quella unificata del “tutto”. Non è però possibile (tranne forse per qualche illuminato) avere contemporaneamente le due visuali: o vediamo il particolare o vediamo il tutto, o vediamo il punto o vediamo la retta. Parlando sempre di punti, è altrettanto chimerico raggiungere quel “centro di gravità permanente che non mi faccia cambiare idea sulle cose della gente” di cui cantava Battiato nel 1981. E forse è un bene: raggiungere l’equilibrio perfetto, il ba-ricentro, significherebbe ottenere l’illuminazione ma probabilmente anche l’immobilità e la morte. In ogni caso continuiamo a cercare: dicono faccia bene alla salute. La macchina non ha questi problemi. La macchina analizza, frammenta, e questo le basta. Un punto dolente di chi lavora con l’intelligenza artificiale è proprio la difficoltà di far capire a una

macchina che le cose sono un tutto e non solo un insieme di parti. Non per niente i computer “pensano”, comunicano tra loro e

interagiscono con noi attraverso miriadi di punti: da quei corpuscoli di informazione chiamati “bit” agli elementi che compongono gli schermi, i pixel, la storia dell’informatica è tutta una corsa al puntino.

La stessa Internet, in fondo, non è che un’evoluzione del vecchio telegrafo, quello inventato attorno al 1840 da Samuel Morse, che trasmetteva, ma guarda un po’, mediante punti e linee.

Riguardo i punti di interpunzione, gli antichi ne fa-cevano tranquillamente a meno. Fino all’anno Mille circa i testi nell’area mediterranea e altrove erano redatti con la scriptio continua, o scriptura continua, ovvero con le parole attaccate l’una all’altra. Una difficoltà in più per chi deve interpretare i manoscritti antichi, che si può trovare davanti a frasi ambigue e dubbie (come in “chi ama la gente” e “chiama l’agente”). Oggi, a una quasi scomparsa del punto e virgola si affianca invece una grande fortuna dei puntini di so-spensione, quasi un riflesso dell’epoca di incertezza in cui stiamo vivendo. Non sono molte le pagine letterarie ispiratesi al punto. Ci sono però due citazioni a mio parere

imprescindibili.La prima la troviamo in Flatlandia (1884) del reve-rendo Edwin Abbott Abbott, un viaggio fantastico nel mondo della geometria. A un certo punto della narra-zione si incontra una minuscola entità, per l’appunto un punto, che costituisce il regno di Pointlandia. Un mondo così piccolo che il suo territorio coincide anche con il corpo del suo unico abitante, ovvero il re. Si tratta probabilmente del personaggio più miope e autistico dell’universo, poiché questi non vede, non ode e non riesce a concepire nulla all’infuori di se stesso. Il suo è un continuo monologare tra sé e sé senza capo né coda, sull’unico argomento di cui è ferrato: il suo minuscolo, sterminato ego. Vi ricorda qualcuno che conoscete? Spero di no.Concludiamo con Gianni Rodari, quel Rodari che par-lando ai piccoli parlava anche ai grandi. Il testo è la poesia Il dittatore: “Un punto piccoletto, / superbioso ed iracondo, / “Dopo di me —gridava — / verrà la fine del mondo!”/ Le parole protestarono: / “Ma che grilli ha pel capo? / Si crede un punto-e-basta, / e non è che un punto-e-a-capo”. / Tutto solo a mezza pagina / lo piantarono in asso, / e il mondo continuò, / una riga più in basso.” Vi ricorda qualcuno? Può darsi, può darsi.

Francesco Gizdic [email protected] www.bazardelbizzarro.net

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2013‘IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

‘Nelle immagini, dall’alto:– Georges Seurat, Il circo (1890). Seurat, insieme con Paul Signac, è uno dei più grandi esponenti del di-visionismo, conosciuto anche come puntinismo. Caratteristiche sono le pennellate date con i colori puri e separati, che poi l’occhio, osservan-do il dipinto, fonderà insieme – Coccinella comune (Coccinella septempunctata). Caratterizzata dall’avere sette punti sulla schiena, è uno dei più conosciuti animali a pois e uno dei pochi insetti che la maggior parte delle persone trova gradevole. In realtà il suo aspetto simpatico cela un’indole da micidiale predatore

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Martedì 24 settembre gli affezionati del progetto Orto in Condotta si sono incontrati per riprendere le attività e programmare gli impegni dell’anno scolastico 2013-14 attorno agli amati orti. Il progetto Orto in Condotta, nato con gli School Garden in California nei primi anni ’90 e introdotto in Italia da Slow Food, si è dimostrato uno dei principali stru-menti pedagogici per l’educazione dei bambini e dei ragazzi all’orticultura e per la valorizzazione del cibo sano e genuino.Si tratta, come noto, di un progetto che promuove la costruzio-ne di un orto a scuola, coinvolgendo i bambini e i ragazzi con gli insegnanti, in primis, quindi i genitori e le famiglie e l’intero quartiere, ricostitituendo in tal modo legami sociali attorno alla

scuola, che svolge il ruolo di reale presidio pedagogi-co e punto di incontro per la comunità.

Il progetto, avviato lo scorso anno scolastico su iniziativa dell’Area Educazione, Università e Ricerca del Comune di Trieste, vedrà nel secondo anno ben 65 orti, collocati nei nidi comunali e privati, nelle scuole dell’infanzia e nei ricreatori, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado: circa 1300 bambini e ragazzi e 100 insegnanti ed educatori coinvolti, un’età dei par-tecipanti da 0 a 100 anni, vista la partecipazione di ITIS - Azienda Pubblica di Servizi alla Perso-na, Ass n.1 RSA San Giusto - Distretto n. 2 e del programma Habitat Microaree.Trieste è quindi una real-tà di eccellenza nel pano-rama nazionale, fatto per cui ha già meritato nello scorso aprile una visita del Presidente di Slow Food, Carlo Petrini.Ricchissimo il program-ma proposto alle realtà scolastiche ed educative degli Orti in Condotta: si inizia l’11 novembre con la Festa nazionale degli Orti in Condotta, sul tema dei semi e delle stoppie; il Tè dell’orto per uno scambio di visite tra orti all’ora del tè; inoltre due appun-tamenti per presentarci in grande stile alla città nel 2014: in aprile Horti Tergestini e il 5 giugno la Giornata Verde in occasione degli eventi per la WED – Giornata Mondiale dell’Ambiente. Ci pensate? Cento, mille bellissime “venderigole” nel salotto buono.

ilKonraddeipiccoli“Il Konrad dei piccoli” vuole essere uno spazio di informazione ed aggregazione per mamme e papà curiosi di sapere cosa succede a Trieste e nei dintorni per i loro bambini. Da questo germe auspichiamo prenda avvio uno spazio virtuale e reale di dialogo, confronto e crescita, in un’ottica di solidarietà e attenzione alla qualità

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Un secondo anno all’ombra del... tè

comune di trieste

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Come e dove trascorrere le belle giornate e i fine settimana dei prossimi mesi autunnali in compagnia dei nostri figli? Terminata l’estate e abbandonate le spiagge ed il mare è questo l’interrogativo che molti genitori si pongono confrontandosi tra di loro o cercando ispirazione e suggerimenti su riviste e siti internet.A chi ama la natura e desidera trascorre-re ancora qualche giornata all’aria aperta, con la possibilità di vivere emozioni ed avventure alla portata di tutti, suggeriamo di raggiungere Piancavallo e il vicino territorio del Parco Naturale Dolomiti Friulane, dichiarato nel 2009 “Patrimo-nio Naturale dell’Umanità” dall’Unesco che ne ha riconosciuto l’eccezionale pregio a livello mondiale (www.piancavallodolomitifriulane.it.).Il Parco, inserito nel comprensorio montuoso soprastante l’alta pianura friulano-veneta, sorge a cavallo tra le province di Udine e Pordenone, e si estende su una vasta area compresa tra i corsi d’acqua del Tagliamento, del Piave e del Cellina, contrad-distinta dall’elevato grado di “wilderness” (www.parcodolomitifriu-lane.it).Numerosissime e originali sono le attività predisposte per venire

incontro alle esigenze di tutta la famiglia.A partire dall’ ASINOR-DIC WALKING, ovvero la possibilità per i bambini, ma non solo, di andare in passeg-giata tra le malghe di Piancavallo accompa-gnati da una coppia di asinelli, incaricati di trasportare la merenda, mentre i genitori li seguono cimentandosi nella sana disciplina del Nordic Walking ([email protected]).Chi ama cimentarsi in attività più emozi-onanti ha a disposiz-ione il vicino RAMPY

PARK, un Parco Acrobatico Forestale attrezzato in una meravigliosa faggeta, che si sviluppa su 50 piattaforme e cinque percorsi di tree climbing, differ-enziati in base alla difficoltà. Fruibile sia

dai bambini (oltre 5 anni ed un metro di altezza) che dagli adulti (senza limite d’età) garantisce divertimento, emozioni e la pos-sibilità di trascorrere una giornata all’aria aperta in un ambiente

sicuro e stimolante (www.rampypark.it).Dedicato ai più avventurosi è il canyoning, proposto dall’ACQUA PARK PRADIS di Clauzetto in Val d’Arzino, praticabile tranquillamente anche in autunno e da tutti i membri della famiglia, bimbi compresi. Indossata la muta, il caschetto e l’imbragatura fornite dagli organizzatori, si scende con l’assistenza

di una guida alpina nelle forre scavate dal torrente Aga Viva e dal torrente Cosa e ci si lascia scivolare nelle acque cristalline racchiuse tra alte pareti di roccia, superando salti, cascatelle e profondi canyon (www.liveandplay.net).Il punto d’arrivo sono le famose e spettacolari Grotte di Pradis, riconosciute anche come importante sito archeologico frequen-tato fin dal paleolitico medio (da 40 a 80 mila anni fa). Numerosi sono i reperti rinvenuti, specialmente resti di animali e utensili, in parte conservati e visibili nel vicino Museo delle Grotte, aperto tutti i fine settimana del mese di ottobre e che nel corso dell’estate organizza le frequentatissime Giornate della Pre-istoria con numerosi laboratori di archeologia didattica (www.grottedipradis.it).Il Museo è solo una delle 25 cellule tematiche sparse sul territo-rio in cui è organizzato l’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane “LIS AGANIS”, che offrono ad ogni visitatore la pos-sibilità di conoscere e vivere in prima persona il patrimonio delle locali comunità, anche attraverso manifestazioni e percorsi legati alla degustazione dei prodotti tipici (www.ecomuseolisaganis.it)A tal proposito i buongustai e gli amanti delle cose genuine non si lasceranno sfuggire l’occasione di degustare i prodotti tipici di queste valli come la “peta o petina”, il “formadi salat-Asin”, o di partecipare alle strepitose “serate del frico” organizzate dall’Agriturismo “Pian dei tass” di Barcis, una bio-fattoria im-mersa nel verde dove si possono acquistare anche le verdure dell’orto ed il succo di mele da portare a casa come souvenir (www.agripiandeitass.it).

Stefano De Franceschi

UN CALEIDOSCOPIO DI AVVENTURE ED EMOZIONI NEL PARCO DELLE DOLOMITI FRIULANE

,Sta per partire la stagione Wunderkammer. Venite a dare un’occhiata sul nostro profilo facebook, sentirete il profumo del festival di Musica Antica tra i più gustosi che ci siano.

www.wunderkammer.trieste.it

Sabato 2 nov 2013, ore 21Teatro Rossetti, Sala Bartoli

La Scelta di Monsieur Masse. Gyongy Erodi, violoncelloPaola Erdas, clavicembalo

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La scelta di utilizzare i pannolini lavabili che feci ormai più di 3 anni fa per mia figlia fu innanzitutto dettata da obiettivi ecologici. I pannolini usa e getta fin dalla loro produzione (con-sumo di cellulosa, consumo di acqua ed energia e utilizzo di sbiancanti chimici e materie plastiche per la produzione) spre-cano risorse e inquinano l’ambiente. Inoltre essi costituiscono il 20% circa dei rifiuti nelle discariche e la loro decomposizione, che impiega dai 200 a 500 anni, rilascia nell’ambiente sostanze chimiche nocive.Inoltre utilizzare i pannolini lavabili è una scelta rispettosa dell’ambiente nel quale i nostri figli dovranno vivere. Lavare i pannolini con lavatrici ad alte prestazioni energetiche, a carico pieno e a temperature medio-basse, ed asciugare all’aria anzi-ché in asciugatrici meccaniche, consente di spostare anche il bilancio idrico ed energetico a favore dei pannolini lavabili.Ma se gli argomenti ecologici non fossero stati sufficienti, non potevo ignorare gli effetti benefici sulla salute della mia bimba. I pannolini lavabili, infatti, garantiscono:– una migliore traspirazione delle zone genitali; – di evitare il contatto con sostanze chimiche potenzialmente tossiche, presenti negli usa e getta;– il mantenimento della posizione ottimale per il corretto svilup-po dell’articolazione delle anche;– una migliore percezione delle funzioni fisiologiche (quindi una

facilitazione del percorso verso il vasino/water).Per ultimo non potevo ignorare il vantaggio economico derivan-te dall’utilizzo dei pannolini lavabili. Considerando che per un utilizzo esclusivo di pannolini lavabili occorre un kit di almeno 15-20 pezzi, e che la spesa comples-siva è molto variabile e dipende dal modello/marca scelto, comunque l’esborso si aggira attorno a poche centinaia di euro (in genere tra 150 e 500 euro). E sempre più di frequente le amministrazioni Comunali incentivano questo acquisto offrendo un rimborso parziale di quanto speso.Il genitore che compra pannolini usa e getta invece spende complessivamente di più, in quanto un bimbo minimo consuma 500 € annuali, e in media si usano i pannolini fino ai 2-3 anniIl risparmio della mia famiglia corrisponde anche a un risparmio per la collettività: in media per smaltire i pannolini usati da un bambino un Comune spende 150-200 euro, spese che si river-sano sui cittadini tramite la Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani.Infine per la scelta di quale modello utilizzare può essere utilissimo avere il supporto di genitori già esperti, come quelli che compongono l’associazione Non Solo Ciripà - www.nonsolociripa.it. Erika Lerco

PANNOLINI LAVABILI, PERCHé SCEGLIERLI?

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, le illustrazioni di questo numero di konradeipiccoli sono di Maurizio Stagni

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La dislessia è sempre più sulla bocca di tutti. Cerchiamo però di fare chiarezza su questo disturbo e su cosa comporta insie-me alla dott.ssa Rossit, che opera nelle provincie di Trieste e Gorizia.

Dott.ssa, ci può spiegare in poche e semplici parole cos’è la dislessia e cosa comporta?La dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (conosciuto anche come DSA) che comporta una difficoltà nel leggere fluentemente e correttamente. La principale caratteri-stica del disturbo è la specificità: riguarda, infatti, uno speci-fico dominio di abilità: la lettura, e in questo caso parliamo di Dislessia, di scrittura (Disortografia), di calcolo (Discalculia) e di cattiva resa grafica (Disgrafia). I DSA non dipendono da

fattori esterni come scarsa scolarizzazione, svan-taggio socio-culturale o da condizioni di disabilità sensoriale e perdurano nel tempo.

La diagnosi è un momento importante, ma quali sono i segnali a cui i genitori dovrebbero fare attenzione?Se un bambino presenta nei primi due anni

di scuola primaria un’eccessiva lentezza nella lettura e scrittura, se sembra che nel

leggere inventi le parole, se presenta difficoltà nell’associare grafema e fonema, se fa molta diffi-coltà nel produrre le lettere scritte in stampato mi-

nuscolo invertendole tra loro (“b” al posto di “d”, “q” al posto di “p”) o se non riesce a copiare dalla lavagna, è bene rivolgersi ad uno specialista per comprendere,

attraverso test standardizzati, se siamo in presenza o meno di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

Nella Scuola Secondaria di Primo e Secondo grado i segnali rimangono gli stessi, ma possono venire

compensati dai ragazzi trovando strategie adeguate per arginare le difficoltà.

Dobbiamo ricorda-re che più la “dia-gnosi” è precoce, migliori saranno i risultati otteni-bili, sia in termini scolastici che di stati d’animo (au-tostima, senso di auto-efficacia, motivazione).

Nel tempo la dislessia si può curare com-pletamente o si può soltanto migliorare?

è davvero molto importante sottolineare che la dislessia, come anche gli altri disturbi specifici dell’apprendimento, non è una malattia né una patologia, ma è semplicemente un disturbo di natura neurobiologica. Non parliamo, quindi, di cura, ma di possibilità di miglioramento e potenziamento delle proprie abilità, trattandosi di una caratteristica individuale del soggetto.

I bambini e ragazzi dislessici hanno bisogno di un’atten-zione costante anche a scuola, cosa fanno in merito, o dovrebbero fare, gli istituti scolastici ed i docenti?Dunque... come indicato dalla Legge 8 Ottobre 2010 n.170, i docenti hanno il compito di provvedere alla compilazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP), nel quale vengono indicati gli strumenti dispensativi (es. non leggere a voce alta, non copiare dalla lavagna) e compensativi (computer, libri digitali, sintetizzatore vocale, tabelle pitagoriche, mappe concettuali), che potrebbero essere necessari al ragazzo.Il compito però più importante dei docenti è accogliere l’alun-no nelle sue difficoltà, sostenere la sua autostima spiegando anche alla classe, dietro suo consenso, cosa voglia dire essere dislessici, portando come esempio qualche libro, video o film. Come non citare in questo caso “Stelle sulla terra” di Aamir Khan, la storia di un ragazzino indiano che dopo anni di difficoltà viene riconosciuto DSA proprio da un suo insegnan-te. Un bell’esempio direi!

Certo, e si potrebbe dare qualche consiglio anche ai genitori su come comportarsi a casa con un bimbo dislessico?I genitori hanno l’importante compito di informarsi rispetto ai Disturbi Specifici di Apprendimento così da poter aiutare, o far aiutare, il bambino o ragazzo nelle attività scolastiche pomeridiane. Ovviamente l’obiettivo da perseguire è di rende-re autonomo il figlio nello studio attraverso il potenziamento delle abilità di lettura e l’utilizzo degli strumenti compensativi a disposizione. Programmare i compiti attraverso delle routine concordate con il ragazzo, suddividere il materiale da studia-re, avvalersi dell’uso della tecnologia sono solo alcune delle strategie utili per affrontare un po’ più serenamente il mondo della scuola.

Ci sono nelle province di Trieste e Gorizia nelle quali lei lavora delle iniziative fisse o temporanee orientate a far capire meglio questo disturbo?Assolutamente sì. In Friuli Venezia Giulia sono presenti varie associazioni che si occupano di Disturbi Specifici dell’Appren-dimento, la più importante delle quali, riconosciuta dal Mini-stero dell’Istruzione, è l’Associazione Italiana Dislessia (AID) con sezioni provinciali, la quale organizza serate informative, doposcuola per bambini e ragazzi, incontri di formazione e tutto ciò che è necessario per sensibilizzare il mondo professionale, scolastico e la pubblica opinione.

Francesca Versienti

DISLESSIA: IMPARIAMO A CONOSCERLAIntervista con la psicologa Deborah Rossit

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I GIOCHI DELLA ZIA LUCIA

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A me hanno detto che le idee sono come tanti capelli che spingono per uscire dalla testa: ma come si fa a metterle in ordine quando sono troppe? O quando

sono tutte attorcigliate?Ho provato con il pettine, ma non ha funzionato!Bisognerebbe trovare un modo di separare le idee una ad una e metterle in fila o di-viderle in tanti mucchietti: di qua le storie avventurose, di là i regali di compleanno, di qua i giochi da fare dopo la scuola, di là i sogni fatti la notte...C’era, una volta, un signore che era bravissimo a giocare con le idee (non mi pare che avesse molti capelli, ma non è impor-tante): era addirittura riuscito ad scrivere delle regole per inventare delle storie buffe e sapeva come non farsi sfuggire neanche un’idea!Per esempio ritagliava le frasi dei giornali e le rimescolava per ottenere delle notizie in-ventate, oppure sbagliava apposta a raccontare le favole, scambiava i buoni con i cattivi (vi immaginate Cappucetto Rosso che

vuole mangiare il lupo?) e trasforma-va gli errori di grammatica in poesie.

Ha scritto libri con storie cortissime per poterle leggere al telefono prima che cada la linea; racconti con tre finali diversi per lasciarvi decidere qual è il migliore; canzoni che ormai

conoscono tutti bambini e... non è un personaggio di fantasia: si chiamava Gianni Rodari.

Se volete saperne di più sulle regole per in-ventare le storie fate leggere “Grammatica

della fantasia - introduzione all’arte di inventare storie” (Gianni Rodari, Einaudi) a un adulto e poi fatevele raccontare; se invece vi piace leg-

gere da soli scegliete tra i libri di Rodari quello che vi incurio-

sisce di più, li troverete illustrati da grandissimi artisti come Francesco Altan, Bruno Munari, Lele Luzzati e da tanti altri.

Ps: nel disegno vedete un altro signore che di capelli ne aveva tanti e di idee ancora di più: è Ludwig van Beethoven, ma di lui parleremo la pros-sima volta!

Annalisa Metus

MILLE IDEE PER UN CAPELLO

la soluzione a p. 28

Colora gli spazi contrassegnati dal puntino

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Sin da tempi antichissimi la castagna è sempre stata considerata un frutto di grande valore. Gli uomini semplici

che spesso vivono più in armonia con la natura e con se stessi sono depositari di antiche saggezze e sanno cogliere il valore delle cose. Ecco che le castagne erano considerate un dono preziosissimo della natura perché potevano sfamare negli inverni più rigidi, si con-servavano a lungo, si prestavano a moltissime ricette e addirittura venivano usate come moneta di scambio. I boschi venivano tenuti puliti proprio in attesa della loro caduta, e la raccolta era uno dei momenti più vivaci e allegri delle comunità montane.Le castagne sono ricche di fibre, di carboidrati e potassio, nonché di una serie di vitamine A- B che contengono proprietà curative ottime contro le anemie ed i cali di pressione sanguigna. I sali mine-rali rappresentano un valido aiuto per l’organismo umano in quanto pieni di fosforo, calcio e ferro molto utile per rafforzare la muscolatura e per combattere l’inappetenza. La cura a base di castagne è con-sigliata inoltre per la riduzione del colesterolo e per prevenire disturbi gastrici e stipsi renali. Rappre-senta poi un ottimo alimento per i bambini, anziani e convalescenti o qualora essi vengono riscontrati allergici al latte di mucca, cosi come la sua farina impiegata nella preparazione di minestrine, risul-ta utilissima da somministrare a soggetti insofferenti ai cereali. Persino le bucce vengono impiegate in cosmetica per lucidare i ca-pelli e rinforzarli, facendole bollire in un litro d’acqua per venti minuti e il succo applicato poi su di essi all’ultimo risciacquo, li fa brillare in maniera naturale donando loro dei riflessi splendenti. Quindi oltre alle sue qualità curative, la castagna offre numerose altre beneme-renze persino per la bellezza del corpo. Per le mani secche, ad esempio, vi sono ricette a base di crema di castagne frullate, mescolate ad un cucchiaio di miele e succo di limone, per ottenere delle mani morbidissime. Lo stesso risultato si ottiene spalmando il prodotto sulla pelle. L’impiego della castagna in cucina dimostra la sua grande duttilità nel creare innumerevoli piatti e ricette ed esistono numerose pubblicazioni in commercio che esaltano le sue qualità. Celeberrimo è il “castagnaccio” con tutte le sue variazioni regionali.

AlimentazionePer schiarire le indecorose macchie cutanee tipiche del-la vetustà, basta ammorbidi-

re alcune castagne in acqua bollente, schiacciarle con una forchetta e amalgamare poi il risultato con succo di limone, spalmato questo su di esse, spariranno. Inoltre si possono curare i reumatismi con un decotto ottenuto coi i ricci delle castagne bolliti per circa 20 minuti. Il risultato va filtrato e versato nella vasca da bagno. Il risultato è garantito.Come alimento il modo migliore per consumarle è come portata principale del pasto. Sono ottime sia bollite con l’aggiunta di cannel-

la e zenzero, oppure di qualche erba aromatica, sia saltate sulla fiamma (le caldarroste). Possono essere accompagna-te da verdure crude e cotte di stagione, mentre è meglio evitare altri carboidrati nello stesso pasto, come il pane o un cereale cotto.Diverse persone sostengono di non poterle mangiare perché gonfiano la pancia e irritano l’intestino. Questo è vero perché vengono consumate nei momenti sbagliati, a merenda oppure a fine pasto. Così facendo facilmente fermente-

ranno nello stomaco dando origine a gas e gonfiori. Le castagne sono buonissime nelle minestre di verdure, al posto del pane o della pasta, e accompagnano bene ogni tipo di pietanza, purché si abbia l’accortezza di non consumare insieme cibi molto proteici, come carne, pesce, formaggi e uova, perché questi impediscono la corretta digestione dei carboidrati contenuti nelle castagne, con la conseguente fermentazione degli zuccheri.Dove trovare le castagne? Ovviamente nei negozi, ma attenzione! Prima di tutto, è facile trovarne di provenienza dal Piemonte, dalla Toscana o peggio dall’estero, e non quelle friulane, per il principio economico secondo il quale più la merce viaggia, più persone guadagnano. In secondo luogo, per evitare che queste facciamo i vermi vengono spruzzate con prodotti chimici antivermifughi che ovviamente finiscono nei nostri piatti!Conclusione: scegliete castagne dei nostri boschi, o meglio ancora, andatele voi a raccogliere!

Nadia e Giacomo Bo www.ricerchedivita.it

LA CASTAGNA, MONETA DEI POVERI

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Pillole di cucina naturale

Ingredienti per gli gnocchi (5/6 porzioni)

400 gr di patate lessate con la buccia200 gr di farina di castagne90 gr fecola patate100 ml circa di latte di soya (o di mucca) 3 cucchiai di olio di olivasale e pepenoce moscata (facoltativo)

Ingredienti per Ragout di verdure e seitan

200 gr di seitan (o Mopur o Muscolo di grano)1 carota1/2 cipolla o 3 cm di porro1 costa di sedano1 spicchio di aglio1 rametto di salvia e rosmarinofoglia di alloropolpa di pomodoro (facoltativo)olio evo qbsale integrale o salsa di soya qb

Procedimento per la salsa

Lavare e mondare le verdure, tagliarle a pezzetti e frullarle insieme al rosmarino, (se non si vogliono eventuali rametti nella salsa, mettere il rosmarino solo alla fine) in un robot

da cucina. Rosolare le verdure finchè sono morbide e saporite. A questo punto, frullare grossolanamente anche il seitan e farlo insa-porire insieme alle verdure. A questo punto

si può aggiungere la polpa di pomodoro.Aggiustare di sale o salsa di soya. Cucinare a fiamma dolce ancora per una ventina di minuti circa.

Procedimento per gli gnocchi

Dopo aver bollito le patate con la buccia in acqua salata, pelatele e schiacciate-le con uno schiacciapatate sopra una spianatoia. Formare una fontana e nel suo centro versare la farina di castagne

e la fecola setacciate. Aggiungere il sale, l’olio e la noce moscata. Al centro della fontana, versare il latte leggermente intiepidito ed impastare fino ad ottenere un impasto morbido e facile da lavorare (potrebbe servire poco latte in più...). Avvolgerlo in un canovaccio pulito e farlo riposare per almeno 1 ora in frigorifero. Trascorso questo tempo dividete l’impasto in tanti bastoncini che andrete a dividere in piccoli tocchetti con l’aiuto di una spatola (potrebbe servire della farina di castagne sul piano di lavoro). Potete schiacciare ogni gnocchetto con con le dita su una grattugia per dargli la classica forma). Cucinare in abbondante acqua salata e “saltare” con la salsa di seitan; in alternativa potete preparare una salsa con burro e salvia o con funghi tipo Gialletti o Porcini trifolati.

Claudio Petracco Cuoco professionista Insegnante di Cucina Naturale www.cucinarebio.it

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GNOCCHETTI DI CASTAGNA AL RAGOUT DI VERDURE E SEITAN

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(continua dal numero precedente)

Santa Maria delle Lastre deve il suo nome alle porzioni rettangolari di roccia calcarea che ne costituiscono il pavimento e che un tempo ricoprivano il tetto, ha una semplice pianta rettangolare ed un arco separa l’aula dal presbiterio. All’interno di questo piccolo scrigno, che ospitò attorno all’anno mille un monastero benedettino, si conservano quasi cinquanta affreschi risalenti al 1474, opera di Vincenzo da Castua (probabil-mente il padre di Giovanni, au-tore degli affreschi di Cristoglie di cui abbiamo avuto modo di parlare lo scorso mese). Essi furono parzialmente distrutti (zona absidale), nonché danneggiati a causa dell’apertura di alcune finestre, successivamente ricoperti di intonaco e riportati alla luce solo nel 1913. Altre modifiche interessarono il soffitto che fu interamente rivestito da una struttura lignea a cassettoni dipinti.Le immagini, per quanto danneggiate, rivelano una discreta perizia tecnica, un buon uso della prospettiva e la probabile conoscenza della coeva pittura friulana, tirolese e carinziana.I soggetti rappresentati, disposti su tre pareti in due file sovrapposte, sono scene della vita di Maria e di Gesù intervallate ad immagini di santi presenti sulle pareti sud e nord e soggetti allegorici legati allavita e alla morte sulla parete ovest.Proprio quest’ultima è la più degna di interesse, essa reca nella fascia inferiore il peccato originario e la ruota della vita, pesantemente danneggiate dall’apertura di due grandi finestre e infine nella zona sommitale della controfacciata, la Danza Macabra, ivi apposta affinché questo “memento mori” fosse l’ultima cosa a colpire l’attenzione dei fedeli prima di lasciare il luogo sacro. Il corteo, che procede guidato da uno zampognaro, alterna scheletri e viventi, i primi brandiscono armi, suonano strumenti e accennano passi di danza; i secondi li seguono sconsolati. Tra essi riconosciamo un papa, un cardinale, un vescovo, una coppia di sovrani, un oste, un bambino, uno storpio, un cavaliere ed un commerciante che mostra del denaro col quale, invano, spera di comprare la sua salvezza…Possiamo solo cercare di immaginare l’effetto che una simile rappre-sentazione doveva generare all’epoca della sua esecuzione, un epoca

in cui epidemie, ondate di peste o semplici malanni strappavano vite con disarmante facilità.Oggi siamo in grado di procrastinare questo ineluttabile evento e persino di scherzarci su!

“Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando questo succede.” (Woody Allen)

Ma a volte vale la pena fermarsi un attimo, capire “dove” stiamo andando, che vita stiamo vivendo, se stiamo facendo il possibile per essere felici e per rendere tali anche coloro che ci circondano.Non sempre siamo in grado di porci di soli queste domande, ma l’Arte, le arti nel senso più ampio del termine, servono proprio a questo…

J: Che cosa dipingi?P: La Danza della Morte.J: E quella è la morte?P: Sì, che danza trascinandosi dietro tutti quanti.J: Perché fai questi sgorbi?P: Perché penso che bisogna ricordare alla gente che tutti dobbiamo morire.J: Non servirà certo a renderla più felice.P: E perché diavolo si dovrebbe sempre cercare di renderla felice? A volte si può anche spaventarla un po’.J: Chiuderanno gli occhi e non guarderanno il tuo dipinto.P: Puoi star sicuro che lo guarderanno. Un teschio è quasi più interes-sante di una donna nuda.J: E se li spaventi.P: Li fai pensare.J: E se pensano.P: Si spaventano ancora di più.J: E così correranno a gettarsi in braccio ai preti.P: Questo non mi riguarda. (…) Io mi limito a mostrare le cose come sono, poi ognuno può fare quel che vuole.

(Dialogo tra Jöns ed il pittore nel film Settimo Sigillo di Ingmar Bergman) Laura Paris

"IL GIRO DI UNA DANZA E POI UN'ALTRA ANCORA..."‘

Arte

La mostra fotografica Le vie delle Foto arriva, grazie anche agli ottimi risultati ottenuti negli anni precedenti, alla sua terza edizione.Il periodo in cui si svolgerà la manife-stazione resta, come ormai tradizione, lo stesso, ovvero dal 1 al 31 Ottobre: aumenta però sia il numero dei locali che quello dei fotografi partecipanti. La terza edizione de Le vie delle Foto

lascia spazio anche ad artisti non italiani, aprendo le porte al resto del mondo e diventando finalmente una mostra fotografica internazionale.Il progetto conserva l’idea originale della mostra collettiva, organizzata come un moderno network e realizzata collegando tante location diver-se: un motivo in più per girare a piedi incuriositi questa città che negli ultimi anni si è ben adattata alla vita pedonale. Viene coinvolto tutto il

centro cittadino e per un mese sarà possibile inventarsi dei percorsi per seguire anche quotidianamente per visitare alcune delle numerose esposizioni in catalogo.Questa presentazione esiste proprio perché raccoglie in questa città delle forze emergenti che possono esprimersi anche senza l’apparte-nenza a delle associazioni specifiche, e che possono, da un’idea nata ad un tavolino, generare un fresco evento dinamico.

Nel 2013 inoltre Le vie delle Foto diventa un progetto turistico, viene ripreso il concetto di turismo fotografico che rielaborato ed adattato a questa mostra, offre dei pacchetti di Incoming in collaborazione con Aurora Viaggi atti a presentare, oltre che la mostra fotografica stessa, anche la città di Trieste, nei suoi scorci ricercati, per lasciare ai fotografi la possibilità di scattare foto mozzafiato. Un’altra iniziativa dedicata al turismo sarà lpartnership con Andrea Schillani fotografo certificato Goo-gle che creerà per l’occasione dei tour a 360° che verranno posizionati

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"IL GIRO DI UNA DANZA E POI UN'ALTRA ANCORA..." ‘Lo ammetto, non so davvero da dove cominciare per spiegarvi cosa sia Spazioviadellatesa, proverò dunque a procedere per gradi. Si tratta innanzitutto di uno spazio di insospettabili volumi situato a Trieste in Via della Tesa (al numero 20 per essere precisi) nato come deposito di legnami e riadattato a spazio multifunzionale ed espositi-vo con un progetto di Ilario Bontempo. Il punto cruciale è però capire che cosa avvenga oggi in questo spazio… A dire il vero un pò di tutto perché multiforme e variegata è la “popolazione” che lo abita, o meglio che lo vive ed anima.Il cuore fisico di Spazioviadellatesa è una “piazza”, priva di barriere architettoniche (pertanto accessibile anche a carrozzine, car-rozzelle, skateboard, monopattini e biciclette) ampia a sufficienza per ospitare riunioni, conferenze, mostre, lezioni e laboratori di differenti tipologie.Su questa piazza si affacciano ambienti dalle plurime, inaspettate funzioni.Vi è innanzitutto una studiatissima sala acu-stica in cui è possibile ascoltare musica in modo ottimale grazie alla perfetta insonoriz-zazione degli ambienti e alla tecnologia degli impianti Hi-Fi esoterici di Luca Parlato. Se poi foste musicisti e appassionati del suono caldo di un impianto valvolare, potete contare sul parere competente del simpati-cissimo Bruno Micovilovich.La musica e i suoni sono protagonisti anche dello studio di pedagogia clinica in cui Natalizia Callipo esercita la sua professione e collabora con Federico Müllner, esperto di musica e nuove tecnologie al progetto di ricer-ca “Onda-one” un sistema integrato basato sull’emissione di musica, frequenze udibili e suoni binaurali in grado di sollecitare il corpo, indurre rilassamento e ottenere benefici psicofisici anche in presenza di disturbi come ansia, insonnia, iperten-sione, dolori articolari etc.…). In linea con la filosofia del co-working, lo stesso gruppo di lavoro, affiancato dall’informatico Andrea Ulian, sta

ultimando N.a.r.d.a. (New Advanced Domotica for Autonomy) un sistema di assistenza a distanza per l’anziano.A sviluppare il design di N.A.R.D.A e ONDA-ONE, così come delle lampada, dei tavoli e dei

mobili che popolano lo Spazioviadellatesa, ha provveduto Ilario Bon-tempo che nel suo strategico laboratorio progetta interni e soluzioni di illuminazione a led per ogni tipo di ambiente.Oltre ai luci e ai suoni, Spazioviadellatesa pullula di vivaci colori, quelli dei murales dipinti da Donella Niccoli, art Trainer di formazione ed ar-tista per passione. E poiché luci, suoni e colori hanno innegabili effetti

positivi sulle nostre vite, ecco che Spazioviadellate-sa si candida ad essere un luogo rigenerante in cui ristabilire equilibri psicofisici smarriti e dove speri-mentare assolutamente il percorso benessere.Ad animare questi spazi restaurati ecologicamen-te ed arredati con numerosi materiali di recupero, contribuisce l’Associazione culturale IN-TESA dedita alla divulgazione culturale e alla solidarietà sociale.Venerdì 4 Ottobre 2013 alle 19.30 verrà presen-tato il programma delle attività associative che prevede, per l’anno in corso, il concorso per giovani designers “recycLED” (iscrizioni entro il 31 ottobre, regolmento su www.spazioviadellatesa.it) e l’attivazione di numerosi corsi, alcuni specia-listici (es. L’Analisi Comportamentale Applicata), altri aperti a tutti e dedicati al benessere psicolo-gico in ambito personale, ricreativo e lavorativo. Saranno toccati diversi aspetti della vita quotidiana spaziando (come il nome impone!) dall’ambiente, alla medicina, al potere dei miti; dall’educazione all’ascolto musicale alle le tecniche di consapevo-lezza; dalla prevenzione del disagio lavorativo al “money management”.Per visite, contatti e/o richieste di informazioni è sempre disponibile la comunicatrice e comunica-tiva Chiara Graniero ([email protected] o alla pagina facebook www.facebook.com/

spazioviadellatesa)

Spazioviadellatesa (Trieste, Via della Tesa 20)www.spazioviadellatesa.it L. P.

E SENTII SUBITO UN’INTESACON LO Spazioviadellatesa

‘L’associazione In-tesa, con sede a Trieste in via della Tesa 20, bandisce il Concorso “recycLED”, finalizzato alla realizzazione di un “oggetto lumi-noso”, utilizzando la luce LED e materiali riciclati. A termine del concorso verrà allestita una mostra espositiva dove i partecipanti esporranno le proprie opere davanti ad un pubblico di esperti del settore, responsabili tecnici sulla tecnologia LED, aziende produttrici, architetti e designer. Il concorso intende essere, oltre che occasione d’incontro tra giovani e professionisti del settore, un momento di sensibiliz-zazione e approfondimento rispetto alla luce LED e alla progettazione di nuovi oggetti con materiali di riciclo.Chiusura iscrizioni: 31.10.13 - Regolamento su www.spazioviadellatesa.it

su Google Maps e saranno fruibili da pc, smartphone ed apparecchi dotati di gps. Verrà data quindi, per la prima volta, la possibilità di visionare intera-mente alcuni locali, e le mostre in essi esposte, diretta-mente da casa o

dal proprio dispositivo mobile. Per maggiori informazioni riguardo l’iniziativa po-tete consultare i siti internet: www.leviedellefoto.it e www.fotografo-certificato.itLe vie delle foto è un progetto a cura di Linda Simeone - [email protected][email protected] – 345 2911405, 338 6859808

Gli interni e alcuni degli animatori dello Spazioviadellatesa

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Trieste torna ad essere la capitale della fantascienza dal 30 ottobre al 3 novembre, con la tredicesima edizione di “Trieste

Science+Fiction” alla Sala Tripcovich, grazie alla disponibilità del Comune di Trieste e del Teatro Lirico Giuseppe Verdi. La manifesta-zione internazionale organizzata da La Cappella Underground nel capoluogo giuliano quest’anno celebrerà il 50esimo anniversario del primo Festival della Fantascienza. Quartier generale dell’organizza-zione sarà l’adiacente palazzo della Casa del Cinema, con la collaborazione del teatro Miela. Inoltre, nel restaurato spazio espositivo del Magazzino delle Idee, con la collaborazione della Provincia di Trieste, dal 25 otto-bre al 17 novembre sarà aperta al pubblico una mostra di mate-riali iconografici sul “Festival In-ternazionale del Film di fantascienza”, la cui prima edizione si svolse a Trieste nel luglio del 1963 al Castello di S. Giusto, e che nell’arco di vent’anni, fino al 1982, ospitò grandi personalità come Forrest J. Ackerman, Arthur C. Clarke, Roger Corman, Umberto Eco, Riccardo Freda, Frederik Pohl, Bertrand Tavernier. Ospite d’onore della mani-festazione sarà il filmaker premio Oscar Gabriele Salvatores, autore nel 1996 con Nirvana di uno dei pochi tentativi seri di girare un film di fantascienza ambientato in Italia. Il regista è attualmente impegnato a Trieste, grazie alla collaborazione della FVG Film Commission, sul set del suo nuovo lungometraggio di genere fantastico The Invisible Boy (Il ragazzo invisibile). Anche nell’edizione 2013 il cinema sarà al centro della kermesse, con anteprime nazionali e internazionali delle migliori produzioni nel genere science fiction, fantasy e horror. Come d’abitudine gli americani non manderanno nessuno dei loro filmoni miliardari, ma il programma si presenta lo stesso piuttosto succoso. Al pari degli altri anni, infatti, le produzioni indipendenti faranno la parte del leone. La selezione ufficiale presenterà due concorsi internazionali: il Premio Asteroide per il miglior lungometraggio di fantascienza; e il Premio Méliès d’Argento (organizzato in collabora-zione con la European Fantastic Film Festivals Federation) al miglior film fantastico e al miglior cortometraggio. Tra i film che saranno

presentati in anteprima nella selezione uffi-ciale: Real (Riaru), dramma sci-fi del maestro giapponese Kiyoshi Kurosawa, The Colony

di Jeff Renfroe, lungometraggio canadese con un cast di star come Laurence Fishburne, Kevin Zegers, Bill Paxton, storia di un gruppo di sopravvissuti costretti alla clandestinità da un’imminente era glaciale, Rio 2096 (Uma História de Amor e Fúria) di Luiz Bolognesi, film di animazione che percorre la storia del Brasile dal 1500 al futuro, Desert (El desierto), lungometraggio d’esordio del tedesco Christoph Behl, prodotto e girato in Argentina, Upstream Color, opera seconda

di Shane Carruth, enigmatico ed ipnotico thriller fantascientifico, e Across the River (Oltre il guado), nuova e originale incursione nei territori del genere fanta-horror per il regista friulano Lorenzo Bianchi-ni, produzione indipendente girata fra i boschi al confine fra Italia e Slovenia, nella zona di Topolò. Nella sezione Classix, l’omaggio

di quest’anno è dedicato a The Man Who Fell to Earth (L’uomo che cadde sulla Terra, 1976), capolavoro del cinema di science fiction fir-mato alla regia da Nicolas Roeg con protagonista David Bowie, tratto dal romanzo omonimo di Walter Travis del 1963, che sarà proiettato nella versione integrale in nuova copia digitale. Naturalmente come negli anni precedenti non mancheranno incontri quotidiani con attori e registi ed altre iniziative culturali. Infine un cenno alla grafica del Festival, totalmente rinnovata. Il coloratissimo manifesto del festival di quest’anno infatti è un disegno originale realizzato dall’illustratore e fumettista triestino Mario Alberti, disegnatore per la casa editrice Bonelli di numerosi albi delle collane di “Nathan Never” e “Legs Weaver”, autore con Luca Enoch della serie “Morgana” per l’editore francese Les Humanoides Associés e collaboratore delle testate americane Dc Comics e Marvel. Mi sembra ci sia abbastanza roba che bolle in pentola, da soddisfare anche i palati più esigenti.

Per informazioni : La Cappella Underground: tel. +39 040 3220551 Ufficio Stampa Trieste Science+Fiction_13: Cristina Borsatti, tel. +39 347 9340720 [email protected]

Gianni Ursini

TRIESTE SCIENCE+FICTIONCinema

‘La scuola di Pensiero Taoista, inizia quest’anno, un ampio programma di informazione sulla Medicina Taoista a portata

di tutti. Si terranno degli stage monotematici sulla

funzionalità e l’interrelazione con tutti i meccanismi del sistema energetico, quali: chakra, meridiani, i tre riscaldatori i cinque elementi,

la zona celebrale. Inoltre durante i corsi del 2013/2014 delle varie attività della scuola sarà introdotta gradualmente l’informazione sulla funzionalità del corpo fisico in relazione al corpo energetico Aura, con tutti i suoi meccanismi. Non esiste più separazione, la globa-lizzazione comprende anche l’unita dell’essere. Noi tutti abbiamo la capacita di gestire la nostra energia, quest’innovazione servirà a conoscere come interagire autonomamente su tutti i piani del nostro essere, la conoscenza pratica dei chakra e l’interrelazione con i meridiani, le varie energie sprigionate dal sistema emozionale, come gestirle, trasformarle ed usarle in ogni momento della nostra giornata. L’uomo possiede il cervello composto dal lobo sinistro, lobo destro e il lobo frontale. La Medicina Taoista dell’Informazione ci insegna come passare dal lobo sinistro a quello destro per poi incanalare il tutto nel lobo frontale, e spaziare cosi a 360 gradi nella visione della vita e oltre.

Anita Bencic

MEDICINA TAOISTA DELL’INFORMAZIONE‘Scuola di Pensiero Taoista

CONSULENZE

Feng ShuiI Ching

CORSI

Qi Gong MedicoTao yoga posturaleTao CurativoYi PaiYoga bambini

I NFORMAZ ION I

cell. [email protected]

Bencich Anita ‘REDA

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Teatri di confine

"La Commedia dell'Arte è come il jazz: tutti suonano lo stesso motivo, ma, al suo interno, il singolo si stacca, fa il suo assolo e rientra. E questo è molto democratico". Ad affermarlo è Michele M. Casarin, attore, regista e insegnante presso l’Accademia Teatrale Veneta, nell’ambito di uno stage di Commedia dell’Arte organizzato dalla Fab-brica delle Bucce che si è tenuto a Trieste, presso l’ex Opp, i giorni 6, 7 e 8 settembre. Nel mese di ottobre, inoltre, Casarin è presente con il suo nuovo spet-tacolo Arlecchino, Arianna e il Minotauro, messo in scena dalla compagnia Pantakin, al Teatro San Gallo di Venezia.

Quali sono i luoghi comuni sulla commedia dell’arte?Purtroppo la Commedia dell’Arte è piena di luoghi comuni. Ad esempio è considerata un tipo di teatro facile e banale. La chia-mano il ‘teatro delle mascherine’, cosa che non sopporto. Ciò è dovuto alla tendenza italiana a negare le proprie origini e all’esterofilia: si fondano scuole di musical, che non appartengono alla tradizione italiana, e non scuole di Commedia dell’Arte.

Cosa intendi per “teatro delle mascherine”Quando l’a gente viene a Venezia, trova un sacco di paccottiglia, come quelle maschere di cartapesta fatte molto spesso da cinesi, che non hanno nulla a che fare con le maschere in cuoio della commedia dell’arte, fatte invece da artigiani. Inoltre molto spesso, essendo un teatro popolare che prevede l’uso di dialetti come il veneto, il toscano, il napoletano, il bolognese, dà l’idea di essere un teatro facile, dove basta dire qualche parola un po’ sconcia per scatenare la risata grassa e volgare, ma in realtà non è così.

Qual è la funzione della commedia dell’arte oggi?Questa è una domanda che vedo spesso anche negli occhi di chi viene

a fare l’accademia nella quale insegno: cosa mi serve un teatro vecchio di cinquecento anni oggi? Oggi non si recita più con le ma-

schere, per cui non serve. Io invece penso che serva, eccome, perché la commedia dell’arte è alla base di tutto il teatro moderno. A quei tempi non c’erano tante forme di teatro (prosa, teatro - danza, cabaret, ecc.): tutto rientrava in un’unica forma, il teatro all’italiana, ovvero la Com-media dell’Arte. Gli attori sapevano ballare, cantare, tirare di scherma, fare acrobazie: era, insomma, un teatro molto moderno. Ritengo sia

fondamentale conoscere questa forma di teatro se vuoi fare l’attore oggi.

Il tuo è anche un approccio innovativo agli stilemi della Commedia?Non propriamente. La mia interpretazione della Commedia deriva da uno studio dei libri e dei documenti che, nel 1500, parlano di un teatro moderno. Se lo era allora, perché non dovreb-be esserlo nel 2013? Quindi non sta a me dire se sono o no innovativo, piuttosto cerco di dare alla Commedia dell’Arte di oggi lo stesso spirito che aveva nel 1500.

Esiste un solo modo di interpretare Arlecchino o ce ne sono molti?Molti: potrei dire che ognuno di noi ha il suo Arlecchino. Se andiamo a vedere i documenti dell’epoca e gli studi fatti, scopriamo che Arlecchino si chiamava anche Truffaldino, Trabacchino, Tracagnino, Trivellino e via dicendo. Lo stesso personaggio aveva quindici o venti nomi diversi ed era caratterizzato in maniera differente, pur mantenendo sempre la tipologia del ‘servo’. Allora perché al giorno d’oggi tutti insegnano un arlecchino che appartiene al teatro francese, più che a quello italiano, e che Strehler inventò con l’aiuto di un grande maestro, il mimo Lecoq: vale a dire l’arlecchino-gatto?

Chi potrebbe rappresentare, oggi, Arlecchino?Berlusconi, senza dubbio.

Stefano Crisafulli

A CIASCUNO IL SUO ARLECCHINO

Correva, decisamente velocis-simo, inesorabile, l’anno 1993.

Scenario: hinterland triestino, nella fattispecie alture di Sgonico.Location: Biblioteca Comunale.Azione: Workshop di tecniche Teatrali con Jacopo Fo.Ma chi si fa scappare una simile occasione? Di certo non la sottoscritta che muoveva i primi passi nel mimo una quindicina d’anni prima! Quindi, partenza alla volta del capoluo-go alla buon’ora e armata di entusia-smo.I miei ricordi mi riportano ad un Jacopo imberbe che proponeva esercitazioni tratte dal suo libro e metodo “come diventare dio in 10 mosse”.Condivisi l’esperienza con Roberto Valerio ed altri amici: sblocchi emotivi, smantellamento di tensioni psico-fisiche, esperienze ludiche, Divertimento Cosmico, insomma.Agosto 2013.Location: Gorizia, Festival Vegetariano.

JACOPO FO... I CALZINI SUL COMò‘ Scena: Jacopo Fo in uno spettacolo dal titolo ammiccan-te: I calzini sul comò, ti amo ma non li trovo.Azione: Jacopo perfettamente calato in un monologo con molte parti “a braccio”, in rimando dei feedback del pubblico.Pubblico che, alla luce del monologo incentrato sull’in-contro/scontro degli universi maschile e femminile, annuiva divertito o amareggiato nell’udire quelle nobili verità trasfigurate da boutades comiche. Battute che rivelavano dei veri spaccati di vita reale nell’interazio-ne quotidiana tra i due sessi e che quindi invitavano i convenuti a continue riflessioni. Intelligente, sarcastico, mai volgare.Azione postuma: perché non andare a salutarlo?Scena: Gianna e Roberto che si avvicinano a lui che li abbraccia affettuosamente rimembrando immediatamen-te quei tempi in cui si incontrarono per la prima volta.Gentile e disponibile, molto low profile, come si conviene ai grandi che non anelano a posizioni da supereroi.

Conclusione: un bel disegno con dedica ad entrambi da pubblicare sul Konrad ed un invito ad Alcatraz.Grazie, Jacopo. Gianna Gorza e Roberto Valerio

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Spesso nei nostri ambulatori, incontriamo genitori preoccupati dal mal di schiena di cui soffre proprio figlio. In questo breve articolo cercheremo di rispondere alle domande più frequenti che ci vengono poste in questa situazione.

È vero che il mal di schiena sta aumentando negli adolescenti?Oggi si parla di 5-6 adolescenti su dieci che hanno sperimentato il mal di schiena. La percentuale di mal di schiena riferita dagli adulti (8 persone su 10) sembra che si raggiunga tra i 16 ed i 18 anni. Si tenga però conto del fatto che è un mal di schiena non grave, di cui spesso ci si dimentica e che nella maggior parte dei casi fortunatamente alla base di quel mal di schiena transi-torio c’è una cattiva postura, un periodo di particolare carico di sport o comunque una condizione transitoria che con il cessare fa si che il mal di schiena regredisca.

Che cosa fare con un ragazzo con mal di schiena?I primi a intervenire comu-nemente sono i genitori. Nel caso si tratti di un singolo evento saltuario, i genitori devono sedare i timori del bambino e non accentuarli. Se il mal di schiena si ripresenta più volte o se non passa, invece, i genitori devono portare il figlio dal pediatra che provvederà ad una prima visita e, se lo riterrà necessario, invierà da uno specialista della colonna vertebrale (Fisioterapisti, Fisiatri od Ortopedici con specifiche competenze ed esperienze in materia). Lo specialista farà una visita e, solo se da questa verranno dei se-gnali indicativi, provvederà ad esami specialistici che potranno anda-re dalla radiografia della colonna in toto, a quella della sola colonna lombare (sempre in piedi), ad esami del sangue o, più raramente, TAC e Risonanza Magnetica.Nella maggior parte dei casi si tratterà di un mal di schiena senza causa grave sottostante, del tutto analogo a quello degli adulti, e da trattare in parte allo stesso modo (consigli, educazione) con solo una maggiore accentuazione sulla ginnastica di miglioramento del controllo della colonna (perché nell’adolescente il rapido sviluppo cor-poreo porta spesso a difficoltà di controllo e di postura della colonna vertebrale).Nel raro caso che si tratti invece di un mal di schiena con cause specifiche precise, allora si dovranno prendere i provvedimenti che il caso richiede.Anche nell’adolescente può capitare l’ernia del disco, e spesso le ernie dei giovani sono voluminose e parecchio sintomatiche rispetto

a quella di un adulto, che potrebbe anche essere quasi asintomatica. Un’altra patologia tipica della colonna in età dello sviluppo è la Spondilo-listesi, ossia uno scivolamento di una vertebra su un’altra dalle cause miste (traumi diretti, movimenti ripetitivi o costituzionali e genetiche) che và trattata in maniera molto precisa; con stabilizzazio-ni e rinforzi selettivi per “rallentare” lo scivolamento di una vertebra sull’altra.

Quali sono le regole (legate ai comportamenti e alle posture) a cui mio figlio si dovrà attenere per non soffrire di mal di schiena?

La prima prevenzione del mal di schiena comune è legata al movi-mento, all’attività fisica fatta in modo regolare e continuativo, in modo da consentire al corpo di crescere in modo armonico. Un secondo elemento è dato dal controllo del proprio corpo nella quotidianità, con buone posture cor-rette, cambiando spesso posizione e muovendosi il più possibile. Quindi, in pratica, gli stessi principi degli adulti, ma anche qui con maggiore importanza del movimento, perché il ragazzo sta crescendo e, come cre-sce la conoscenza di sé attraverso le esperienze che vengono condotte,

come cresce la cultura studiando, così deve crescere la conoscenza del proprio corpo attraverso il movimento, l’unico strumento che consente di migliorare il nostro fisico.

Nel caso di un disturbo o patologia reale (accennate prima) cosa si può fare?Come dicevamo prima: se è saltuario e lieve, non far nulla.. tenere semplicemente in osservazione le abitudini, le cause scatenanti e i sintomi. Se permane, visita dal pediatra e dal medico con i loro consigli. Se non passa, anche su consiglio del pediatra o del curante, farlo visitare da uno specialista della colonna vertebrale, che dovrà dare dare tutti i consigli del caso dopo aver fatto la visita e le indagini necessarie: solitamente viene prescritto un controllo della colonna e attenzione nei comportamenti corretti, nonché soprattutto una buona attività fisica. Anche sul fronte sport è necessario un confronto con lo specialista di riferimento, perché, ad esempio, non è vero che il nuoto risolve tutti i problemi della schiena, anzi spesso è il contrario, né che gli sport asimmetrici come il tennis o quelli di impatto come pallavolo e pallacanestro vanno evitati.Ogni situazione è a sé stante e va valutata singolarmente per poter ricevere i consigli più corretti.

Dott. Ft. Marco Segina

‘‘Colonna vertebrale

IL MAL DI SCHIENA NEGLI ADOLESCENTILe risposte alle domande dei genitori

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Tutt’oggi esiste ancora una certa confusione sul ruolo della psicoterapia. Cosa s’intende per psicoterapia? Al contrario della farmacoterapia che si basa sull’impiego di molecole chimiche (i farmaci) per sedare sofferenze e sentimenti psicologici, la psico-terapia è una cura che si fonda sulla parola.Per poter portare a guarigione tramite il semplice utilizzo di parole è necessario che avvenga una sorta di alchimia, un rapporto fra psicoterapeuta e paziente molto profondo. Entrambi devono credere nel progetto, sono parte attiva nella terapia come due canottieri su una canoa che procedono, lungo un fiume, verso un preciso obiettivo. Le parole possono portare a chiarire un problema (ad esempio l’insonnia o l’ansia), a capire quale sia l’origine e come cambiare un comporta-mento o un atteggiamento che ci fa soffrire. Questo si verifica nei

momenti di sconforto dovuti ad una perdita (lutto), quando occorra preparare un esame

o imparare una tecnica di memorizzazione per gli studenti, maturare una certa sicurezza e mantenere il sangue freddo in qualsiasi situazione. Generalmente la durata della psicoterapia è variabile, anche perché è importante mantenere i benefici nel tempo. Nei casi più semplici è possibile

preventivare una decina di sedute. Ciò è possibile per imparare una buona tecnica di rilassamento (Training autogeno), per ascoltare il corpo e meditare con tranquillità. Il più delle volte invece è necessario un pe-riodo di tempo più lungo, dai sei mesi ai due anni, per cambiare radicalmente certi aspetti della propria vita. Spesso è utile impiegare la musica, attraverso la musicoterapia, assai indicata per mitigare aspetti del proprio carattere come rabbia, intolleranza alle fru-strazioni, gelosia eccessiva, cattivo rapporto col proprio corpo o il partner, o una

dipendenza dai genitori. Perché una buona vita, piena di soddisfazioni, dipende, soprattutto dalla volontà di raggiungerla.

Vivere in un mondo miglioreUNA LUCE SULLE PSICOTERAPIE‘

Dott. Cristina Orel Psicologa – Psicoterapeuta Tecniche di rilassamento, musicoterapia e visualizzazioni guidate Esperta in Fiori di Bach e Californiani Cell. 333 [email protected]

Il corso è tenuto da Luigi Vernacchia e avrà una cadenza mensile.

Principali argomenti del programma:

Quintessenza spagyrica1) Separazione dei tre principi filosofici da una pianta in Zolfo, Mercurio e Sale.2) Distillazione, fermentazione e calcinazione.3) Riunificazione e circolazione dei tre Principi Filosofici.4) Teoria e pratica del Circulatus Minus5) Lavori sull’Antimonio. a) Fabbricazione del vetro d’Antimonio. b) Tintura del Vetro Antimonio. c) Regolo Marziale di Antimonio. d) Separazione del caput del Regolo Marziale di Antimonio

Durante il corso verranno messi a disposizione libri inediti su Spagyria e Alchimia.Saranno inoltre disponibili tutti gli strumenti necessari alla pratica di Laboratorio compreso Cucurbite e Teste di Moro, Capitelli ciechi e Ritorte secondo i canoni tradizionali dell’Arte.

Per informazione ed iscrizioni: Luigi Vernacchia, Viale Carducci 57, 55049 Viareggio (LU) tel. 0584 52104 (ore serali), 347 4888935, [email protected] del corso: Viareggio (LU) - Latisana (UD)

CORSO PRATICO DI SPAGYRIA E ALCHIMIA‘ ‘Dott. Roberto PagnanelliPsichiatra – PsicoterapeutaEsperto in Medicine NaturaliCell. 330 [email protected]

Studi: Trieste, Piazzale Gioberti 8Monfalcone, via Romana 93

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REDAZIONALI A CURA DEL

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Page 28: Ottobre 2013

1-3 martedì e giovedì ingresso liberoTai-ji Tao ‘good morning’ Semplici tecniche energetiche in movimen-to donano buonumore, equilibrio, ricaricano e abbassano lo stress quotidiano: Tao tai-ji, qi gong, stretching dei meridiani, rilassa-mento guidato. Adatte a tutte le età. Ogni martedì e giovedì dalle 8.30 alle 9.30 pres-so l’Associazione TAO “2” in via del Vento 6/b (S.Giacomo-vicino alla biblioteca). 2 lezioni gratuite. Info Carmen, 393 2327949.

2 mercoledì ingresso liberoE’ arritata l’ora di fare arte Un invito rivolto a tutti ad esprimersi attraverso l’arte. Conferenza dell’artista Leonardo Calvo alle ore 19 alla Scuola d’Arte Unint in via Mazzini 30, 5 p. Info 333 4784293, 040 2602395.

2-30 ogni mercoledì ingresso liberoDanza del Ventre - acsd Ombellyki ... fai entrare la gioia nella tua vita. Presen-tazione, lezioni prova e inizio percorsi di Danza Orientale ogni mercoledi dal 2 otto-bre alle ore 19.45 presso ArteffettoDanza, via Machiavelli 17, I°p. Info 333 4573184, www.ombellyki.it ... vieni a provare!

2-30 ogni mercoledì ingresso liberoOrti comuni a San Giovanni Vuoi un orto? Hai un orto da condividere? Ti piace il verde? Ti interessa mangiare sano? Ti piacciono i prodotti naturali? Vuoi coltivare da te le verdure da portare a tavola? Rivolgiti al Piccolo centro di Aggregazione rionale in via San Cilino 40/2. Sportello del mercoledì a cura del C.I.F. dalle 10 alle 12. Info 338 2118453, [email protected]

3-31 ogni giovedì ingresso liberoRigassificatore e piano regolatore? Incontro pubblico, invito alle associazioni ambientaliste e ai singoli cittadini a con-frontarsi sulle iniziative da intraprendere in merito a questi due importanti problemi di urgente scadenze che incombono e determineranno la qualità della vita nella nostra città. Sono gradite proposte e sug-gerimenti in merito. Orario 18.30 presso lo Sportello ambiente del Multiculturacenter in via XXX Ottobre 8/a. Info 338 2118453, [email protected], [email protected], [email protected]

4 venerdì ingresso liberoAnanda, le erbe del benessere gioiosoIncontro con l’erborista Raffaela Ruju alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via San Francesco 34. Info 040 635718.

4 venerdìCorso di danze irlandesi Organizza il Robin Hood Folk Country Club ogni venerdì dalle ore 20.35 al Ricreatorio Padovan in via Settefontane 43. Per informazioni [email protected]

4-25 ogni venerdì ingresso liberoOrti comuni a San Giovanni Vuoi un orto? Hai un orto da condivi-dere? Ti piace il verde? Ti interessa mangiare sano? Ti piacciono i prodotti naturali? Vuoi coltivare da te le verdure da portare a tavola? Rivolgiti al Piccolo centro di Aggregazione rionale in via San Cilino 40/2. Trieste altruista è presente per collaborare alle iniziative sul territorio con lo sportello del venerdi’ dalle 15 alle 17. Info 338 2118453, [email protected]

5 sabatoCorso propedeutico di Shiatsu Muoveremo i primi passi nello shiatsu, antica disciplina corporea. Il corso sarà presso Metamorfosys, Via Milano 18, 10-19. Numero minimo 8 iscritti. Info e preno-tazioni Donatella Senes 339 2931850.

5 sabato ingresso liberoDipingere e creare divertendosi Laboratorio gratuito per Bambini con-dotto dall’artista Leonardo Calvo presso l’Scuola d’Arte Sintesi ELIC, via Mazzini 30, 5 piano, ore: 16-17.30.Info 333 4784293, 040 2602395.

5-6 sabato e domenicaPendolino - livello base Introduzione all’uso del Pendolino. Materiale fornito durante il corso: Pendolino e manuale pratico! Presso il Centro Studi e Ricerche Olistiche di via Palestrina 8. Posti Limitati. Info 338 7592945, [email protected]

7 lunedì ingresso liberoIncontri di meditazione Continuano anche in ottobre da lunedì 7 dal-le ore 19.15 le serate di meditazione gratuite, aperte sia agli esperti che ai neofiti, presso il Centro di Promozione Sociale in Via Filzi 8, V piano. Info e iscrizioni 040 761040, [email protected], segreteria via Filzi 8, lun-ven ore 10-12.

7 lunedì ingresso liberoTai chi Presentazione corso di Tai Chi e prova ore 18-19 presso la palestra Bio&Fun via Eco-nomo 12/9. Arte marziale? Meditazione? Danza? Provare per… stare meglio. Istrut-trice Ondina Deconi. Info 347 9574723, [email protected]

7 lunedì ingresso liberoBioenergetica e rilassamento per giovani Corso pratico rivolto ai giovani per impa-rare a gestire tensione e stress e per mi-gliorare l’attenzione e le performance nello studio, nel lavoro e nella vita sociale. Ass. Espande, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 334 5603925, www.trieste.espande.it

7-28 ogni lunedì ingresso liberoMeditazione di luce per la terra Co-creare la Nuova Terra, facilitare la Transi-zione in atto e il Salto quantico; meditazione di Luce per la Terra e l’Umanità, in connes-sione con i regni-Deva della natura, il cuore di Gaia, la Fratellanza di Luce interna e

galattica; dopo la meditazione seguono sem-pre i Messaggi di aggiornamento sull’Ascen-sione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, [email protected]

8 martedì ingresso liberoCucina indiana per principianti Corso di cucina indiana per principianti. Il corso sarà articolato in 4 incontri a cura di Susheela Cignola. Inizio l’ 8 ottobre, dalle 17.30 alle 19.30, presso la Comuni-tà Elvetico-Valdese piazzetta San Silve-stro 1, Trieste. Per adesioni contattare, dalle 19.30 alle 21.30. Info 040 911602. Il ricavato sarà devoluto ad un progetto di scolarizzazione in India.

8 martedì ingresso liberoVajont 1963. La tragedia... Nell’ambito delle iniziative collegate alla mostra Acqua: identità di un territorio si terrà la conferenza Vajont 1963. La trage-dia, l’inchiesta, il processo. Ne parleranno Adriana Lotto, storica, autrice del libro Quella del Vajont. Tina Merlin, una donna contro e Maurizio Ponton, docente di rilevamento geologico nel Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste. A cura del WWF Trieste, Provin-cia di Trieste e Area marina protetta di Mi-ramare.Alle ore 17,30 al Magazzino delle idee in Corso Cavour (entrata di fronte al Molo IV). Info wwftrieste.altervista.org

9 mercoledì ingresso liberoLaboratorio di autostima le divine Presentazione del Laboratorio di autosti-ma per donne “Le divine”: un metodo di lavoro di gruppo lieve e inusuale per raf-forzare il proprio sistema autovalutativo. Da provare, alle ore 18 in via S. Silvestro 5 al Goap - Centro antiviolenza.

11 venerdì ingresso liberoIl cielo è un grande libro aperto dall’amore di Dio all’intelligenza dell’uomo. Conferenza sull’Astrologia Re-ligiosa a cura del CEGEN Centro di Studi Generali Dr David Ferriz Olivares con il Dr. Guido Marotta alle ore 17 alla Libreria del Centro Borsatti in via Ponchielli 3. Info 333 4236902, 040 2602395.

11 venerdì ingresso liberoNuove idee per viaggi in Asia Incontro con proiezione di fotografie a cura di Dominic Kerridge e Martina Sca-razzato, alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via S.Francesco 34. Info 040 635718.

12 sabatoVisite guidate all’Acquario In occasione della Barcolana riprendono le visite guidate al Civico Aquario Marino. Le visite saranno guidate da una volon-taria del WWF Trieste. Ore 9.30, 10.45 e 13.15 in italiano e alle 12 in inglese (in caso di assenza di richieste per l’inglese anche la visita delle 12 sarà in italiano). Info wwftrieste.altervista.org

12-13 sabato e domenicaTraditional thai yoga massage Introduzione al Ritmo del SIAM con una sequenza breve ma completa di pratica di nûad thai. Manipolazioni e stretching

in posizione prona nello stile classico thailandese, abbinati ad un essenziale modulo di lavoro sui Sên, le linee d’energia thailandesi. Ore 9.30-12.30 e 14-17.30. Cristina Radivo, Asokanan-da’s authorized teacher. Iscrizioni entro venerdì 4 ottobre. [email protected]. Ass.Shanti Trieste, via Carducci 12.

14 lunedì ingresso liberoBiennale di Venezia ciò che ci racconta l’arte d’oggi. Scuola d’Arte Sintesi - UNINT Magna Fraternitas Universalis. Conferenza dell’artista Leo-nardo Calvo alle ore 17.30 alla Libreria del Centro Borsatti in via Ponchielli 3. Info 333 4784293, 040 2602395.

14-28 lunedìProgetta r.o.s.a. - gruppo autoaiuto Progetto gratuito rivolto a donne sole, separate, divorziate con o senza figli. Incontri a cadenza quindicinale in un gruppo di pari, condotti da professionisti, nei quali condividere le esperienze, rice-vere supporto emotivo e imparare strate-gie di fronteggiamento dello stress, in un contesto senza giudizi. Info e iscrizioni segreteria 338 8040215, dr.ssa F. Parri 366 3534220, [email protected]

15 martedì ingresso liberoCorso di nuova medicina Le cause reali del cancro e di tutte le altre patologie. Le cinque leggi biologiche ci spiegano come si genera la malattia e come si sviluppa ai tre livelli: psichico, cerebrale e organico. Una conoscenza alla portata di tutti. Ore 20.30 presso Spazioviadellatesa, via della Tesa 20. Info 347 9775427.

15-22 martedìFatti quotidiani Stai vivendo un momento difficile? Ansia, rabbia e incertezze ti rovinano la vita? Vuoi imparare a proteggerti? Due incontri pratici con Leonarda Majaron pratica di consapevolezza corporea. Il 15 e 22 ottobre ore 19 c/o studio medico Via San Lazzaro,7. Prenota 345 922445, 9226622.

16 mercoledì ingresso liberoMeditazione e chakra Introduzione teorico-pratica al 1° chakra per mantenere il contatto con l’energia vita-le e portare concretezza nella propria vita. Ass. Espande, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 335 8459003, www.trieste.espande.it

16 mercoledì ingresso liberoDisegnare e dipingere stimolano entrambi i due emisferi cerebrali. Conferenza dell’artista Leonardo Calvo alla Scuola d’Arte Unint alle ore 19 in via Mazzini 30, 5 p. Info 333 4784293, 040 2602395.

17 giovedì ingresso liberoFai esprimere le tue voci interiori Scopri il tuo mondo interiore con il Voice Dialogue, impara a conoscere le tue Voci e potrai finalmente scoprire le varie parti della tua personalità. Conferenza intro-duttiva al corso base con Paola Poluzzi alle 18.30 da Alma in via Tor San Piero 16/a. Info 348 3049924.

18 venerdì ingresso liberoMustang: nel mitico regno di Lo Incontro con proiezione a cura di Ales-

28 APPUNTAMENTI DI OTTOBREKO

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13Su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 20 ottobre

Trieste

I GIOCHI DELLA ZIA LUCIAsoluzioni

Page 29: Ottobre 2013

sandro Tolusso e Viviana Zago, alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via S.Francesco 34. Info 040 635718.

18 venerdì ingresso libero5° dimensione di luce e ascensione Un’aiuto per tutti per vivere in serenità e fiducia il passaggio ascensionale e il salto quantico in 5° dimensione. Come avviene e a che punto siamo ora? L’uomo e l’Uni-verso nei numerosi aspetti multidimensio-nali; come si vive, cosa e come sono le “altre dimensioni?”; I diversi livelli di densità e frequenza, i piani e stati di coscienza; la Terra, la Natura, e i suoi regni interdimen-sionali; modelli di vita di una coscienza di luce in 5° dimensione con esempi di civiltà galattiche e la Terra Cava di Agartha; vissu-ti e testimonianze, requisiti di un canale di luce, come avvengono i contatti e i viaggi nei mondi sottili; la trasmutazione della materia densa e l’ attuale stato di eteriz-zazione di terra e corpo. Messaggi di luce sulla Transizione con Arleen Sidhe, alle ore 20.15 presso assoc. LAM-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, [email protected]

19 sabatoGuarire e creare lo spazio quantico Pratiche semplici alla portata di tutti, tecniche di trasformazione e guarigione quantistica, meditazioni e gesti semplici ma di grande potenza, da poter attuare ed applicare anche nei momenti della routine quotidiana, in pochi attimi, di grande effetto; per vivere meglio il Cam-biamento e la transizione nelle nuove dimensioni e coscienza di luce, dove il potere più grande è quello del Cuore; per il corpo, per l’ anima, per tutti gli eventi della vita e del quoitidiano. Se-minario pratico-esperenziale con Arleen Sidhe, dalle 14.30 alle 19.30, presso assoc. Lam in piazza Benco 4. Info 347 2154583, [email protected]

21 lunedì ingresso liberoItalia desnudaPercorsi di resistenza nel Paese del ce-mento. Ne parlerà Francesco Vallerani, professore ordinario di geografia nell’Uni-versità Ca’ Foscari di Venezia e autore dell’omonimo libro. Introdurrà il tema Elena Marchigiani, assessore alla pianifi-cazione urbana del Comune di Trieste. A cura del WWF Trieste e dei Musei scien-tifici del Comune di Trieste. Alle ore 17 al Museo Civico di Storia Naturale in via dei Tominz 4. Info wwftrieste.altervista.org

25 venerdì ingresso liberoSapienza e conoscenza Medicina Taoista dell’informazione, con-ferenza studio, I sei Suoni Terapeutici, come interagire sui tre riscaldatori a livello energetico con il Qigong Medico, per mantenersi in buona salute, la confe-renza avrà luogo alle ore 20, alla Scuola di Pensiero Taoista, via Torre Bianca 43. Info 339 3204963, [email protected], www.bencichanita.it

25 venerdì ingresso liberoIl canto dell’anima Serata di meditazione, canti, kirthan e bhajan con sw. Nirvanananda e i Bha-jan Sisters & Brothers. Alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture in via S.Francesco 34. Info 040 635718.

25-26 venerdì e sabatoUomo sintesi armonica “L’essere umano quale accordo conso-nante della parola universale che crea, compone e dà forma” rel.M. Codogno. Organizza la Società Antroposofica presso la sede di via Mazzini, 30 1p-venerdì I parte ore 20 - sabato II parte ore 17.30. Prenotazione consigliata-max 60 posti. Info 040 280533, 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it

25-27 da venerdì a domenica Insegnamento e iniziazione 21 Tara Il Centro Buddhista Tibetano Sakya orga-nizza c/o Sala Actis Via Corti 3/a un semi-nario e iniziazione sulle 21 Tara tenuto dal Ven. Khenchen Sherab Amipa Rinpoche nei giorni 25 ven (20.30-22), 26 sab.(9.30-11.30 e 15.30-17), 27 dom (9.30-11.30 e 15 a finire). Info e adesioni 040 571048.

26 sabatoIl nunzio del bene venturo Dal libro di Gurdjieff una giornata di “la-voro” con Sauro Tronconi per non perde-re ciò che possiamo essere; per essere quando ci rendiamo conto di dormire; per avere una vita reale. Info 380 7385996, www.espande.it

27 domenicaStage intensivo di Qigong medico Qigong livello base, tecniche di respirazione, metodi psicofisici di Qigong interni ed ester-ni, introduzione all’arte antica del Qigong Xiangong, suture cranio, radicamento, canali alfa. Orario dalle 9.30-12.30 alla Scuola di Pensiero Taoista di via Torre Bianca 43. Info 339 3204963, www.bencichanita.it, [email protected]

27 domenicaQi gong - ba duan jin Antica Arte Cinese di Lunga Vita. Gior-nata teorica e pratica rivolta a tutti coloro che desiderano sperimentare attraverso 8 semplici esercizi: Forza, Energia, Fluidità, Consapevolezza Corporea, Centratura, Rilassamento Interiore ed altro ancora. Posti limitati. Trainer Sonia Rizzi. Info 338 7592945, [email protected], www.jingtao.it, www.qi-ray.it

31 giovedì ingresso liberoI miti nei 4 elementi e 12 segni L’emozione di riconoscersi ed esplorarsi grazie al simbolismo mitologico e zodia-cale. Comprendere quale archetipo vive in noi per poterlo utilizzare come Stella Polare nel viaggio della propria vita. Ore 20.30 presso Spazioviadellatesa, via della Tesa 20. Info 392 9263434.

31 giovedì ingresso liberoL’uguale diritto della donna all’evoluzione spirituale ed iniziatica. Ma-gna Fraternitas Universalis. Conferenza alle ore 17.30 alla Libreria del Centro Borsatti in via Ponchielli 3. Info 333 4236902, 040 2602395.

Incontri con Legambiente Puoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo

Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 366 3430369, 366 5239111, fax 040 9890553, [email protected]. Segui le nostre iniziative su www.legam-bientetrieste.it

Campane tibetane Il suono delle campane tibetane, del tamburo e del gong “Terredaria”. Proposta del prof. Giancarlo Gasser per singole persone e piccoli gruppi. Info 040 220696, 368 7233752, www.assaquilone.net al lunedì 18-19.

Jing Tao® - Essenza in Movimento Rivolto a tutte le Donne che desiderano portare nella loro Vita più Armonia, Forza, Equilibrio ed Eleganza. Corsi con orario mattutino, pomeridiano e serale. Lezione di prova gratuita. M° Sonia Rizzi. Info 338 7592945, [email protected], www.jingtao.it

Servizi per anziani Accompagnamento anziani, mettiamo a disposizione anche la carrozzina. Ritiro ricette dal medico, consegna medicinali a domicilio, commissioni varie. Info 040 761040 dalle ore 10 alle ore 12, 328 5336354 Andrea. Movimento Donne Trieste per i problemi sociali - Via Filzi 8 (V° Piano) - Trieste. Fax 040.761040, [email protected]

Corsi di Restauro Ligneo Il Laboratorio D’Eliso & Tomè organizza, presso la propria sede, corsi amatoriali di restauro del mobile e dei manufatti lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10\a, a Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it

Conferenza e corso sul metodo Bates Togliere gli occhiali migliorare e prevenire i difetti visivi con il metodo Bates è possi-bile, anche per i bambini. Conferenza sul tema con Giorgio Ferrario 8/11 ore 20.30 presso Tekne via S. Lazzaro 4/1 TS. Giornata di corso 9/11 Info 366 2728008. ass. In Splendida Forma.

Cure essene l’aura e forme pensiero Il percorso delle terapie essene e la lettura dell’Aura sono una medicina di luce e di guarigione quantistica messe oggi al Servi-zio per la Transizione nella Nuova Energia, facilitando il passaggio quantico; Un incon-tro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e sottile, disturbi del corpo e anima; il legame e origine delle malattie e le Forme Pensiero, come trasmutarle in luce; le modifiche del Dna in corso; il sistema dei chakra e relativi organi, la circo-lazione pranica e sottile dei nadi, il Suono, gli oli essenziali, i campi aurici. Incontri, conferenze e trattamenti individuali con Arleen Sidhe, terapeuta essena certificata alla scuola di formazione di Anne Givau-dan e del dott. Antoine Achram. Info 347 2154583, [email protected]

Canti e danze sacre dal mondo Per i Canti, lezioni individuali o di gruppo sono sempre attive durante tutto l’anno; Si organizzano periodicamente, anche a richiesta di gruppi ed associazioni, corsi e seminari di Canti e Danze sacre in cerchio delle culture dei popoli, di guarigione, di meditazione, ritualità e cicli della Natura, gli Elementi, la Terra e il Cosmo, la celebrazione alla Vita. Con

Arleen Sidhe, esperta e insegnante di canti e danze sacre e popolari, tradizioni e spiritualità, musicista, cantante e mu-sicodanzaterapeuta. Info 347 2154583, [email protected]

Musica e canto celtico Corsi di Canto tradizionale (stile, espres-sione e lingue delle aree celtiche) dal sacro al popolare, e degli strumenti in uso nella tradizione: feadog (flauto irlande-se), bodhran (tamburo celtico), chitarra per accompagnamento. A cura di Arleen Sidhe, cantante, musicista e insegnante formatrice del settore. Info Arleen 347 2154583,[email protected]

Materia e psiche Convegno ECM di due giorni su Materia e Psiche, la Scienza incontra la Teologia con relatori di grande levatura a Trieste il 23 e 24 novembre. Programma e iscrizioni www.smileservice.it. Info 040 3481631.

Corsi di grafologia Per informazioni sui corsi di Grafologia, consultate il sito www.grafologiatrieste.it. Possibilità di assistere ad alcune lezioni gratuitamente, inviando una email a [email protected]

Corso Yoga Corso Yoga aperto a tutti: martedì dalle 20.15 alle 21.45 e giovedì dalle 17.30 alle 19. Da ottobre a dicembre. Presso Ass. Cult. Arkai, via Marconi 14.

Movimento intelligente Corsi collettivi di pilates, ginn. posturale, yoga e gyrokinesis. Prova gratuita. Fisio-forma Studio Galleria Fenice 2 Trieste Info e prenotazioni 393 0519405, [email protected], www.fisioformastudio.it

Danza e salute La scuola popolare di Trieste riapre le iscrizioni ai vari corsi di espressione corporea, ritmi e armonie in sintonia con le esigenze delle varie età. Attività par-ticolarmente rivolte ai bambini, ragazze e signore. Segreteria scuola popolare Trieste c/o Multicultura center, aderente ARCI via XXX ottobre 8/a dal lunedi’ al sabato dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 20.00. Info 338 2118453, [email protected]

Corsi di informatica Corsi di vari livelli per adulti e ragazzi, per chi usa già il computer oppure per chi fosse a un primo approccio. Segreteria scuola popolare presso multicultura center: via XXX ottobre 8/a dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 20. Info 338 2118453, [email protected]

Musica e cultura Come importante opportunità, nel mondo dei giovani, per esprimersi e comunicare le proprie emozioni e conoscere quelle altrui. Storia e didattica della musica a vari livelli di apprendimento. Corsi gratuiti di chitarra, tastiera ed altri strumenti. Segreteria scuola popolare Trieste c/o Multicultura center, aderente ARCI via XXX ottobre 8/a dal lunedì al sabato dal-le 10 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 20. Info 338 2118453, 040 366557, [email protected]

29APPUNTAMENTI DI OTTOBRE

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2013

Su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 20 ottobre

Page 30: Ottobre 2013

TriesteYoga della musica e suoni di luce L’uso del suono e della voce quale mezzo terapeutico, artistico e del benessere psi-cofisico; Nada e MantraYoga; Rilevamento del proprio Suono fondamentale, note e sinfonia individuale; Effetti e uso consa-pevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea, cellulare e organi interni; Gestualità, voce e corpo, e Canto; Ri-accordartura del Sè,i suoni dei chakra e dei corpi sottili; Il Canto Armonico, toning e Overtones; canalizzazione suoni di luce, per l’ anima, la Terra e l’ ambiente. Sedute terapeutiche, lezioni individuali; corsi, tera-pie di gruppo, laboratori e seminari collettivi anche a richiesta; con Arleen Sidhe. Info 347 2154583, [email protected]

Gorizia

4 venerdì ingresso liberoStop alla depressione La presentazione del volume “STOP alla depressione” avverrà a Monfalcone, presso la libreria UBIK, in viale San Mar-co, 29 alle 17.30. Info 0481 44520.

5 sabato ingresso liberoPaesaggi deturpati “Grande distribuzione, ma quanto ci costi?” E’ il titolo di una serie di incontri che Forum per Gorizia, WWF Isontino “Eugenio Ro-smann” e Comitato No Smog organizzano per discutere con i cittadini sul consumo del suolo e la proliferazione dei centri commer-ciali nell’Isontino e nella Bassa Friulana. Dopo l’incontro del 19 settembre a Gorizia, il prossimo si terrà a Villesse nella Sala Civica in Piazza San Rocco, alle ore 20.30. Interverranno Enrico Buscato, Alberto Fabio, Ilaria Costantini, Gianluca De Vido e Tommaso Montanari.

8 martedì ingresso liberoEsercizi di bioenergetica Presso l’Associazione Spazio di Via Ma-rega 26 a Lucinico-Gorizia alle ore 20,30 inizio delle Classi d’esercizi bioenergetici a cura di Claudia Marega diplomata SIAB. Info 346 4717858.

16 mercoledì ingresso liberoCorso di nuova medicina Le cause reali del cancro e di tutte le altre patologie. Le cinque leggi biologiche ci spiegano come si genera la malattia e come si sviluppa ai tre livelli: psichico, cerebrale e organico. Una conoscenza alla portata di tutti. Ore 20.30 presso il centro Polivalente, via Baiamonti 22. Info 347 9775427.

28 lunedì ingresso liberoI miti nei 4 elementi e 12 segni L’emozione di riconoscersi ed esplorarsi grazie al simbolismo mitologico e zodia-cale. Comprendere quale archetipo vive in noi per poterlo utilizzare come Stella Polare nel viaggio della propria vita. Ore 20.30 al centro Polivalente, via Baiamon-ti 22. Info 392 9263434.

Associazione Spazio organizza Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle ore 10.30 ed il martedì dalle ore

17.30 alle ore 19 con inizio lunedì 7 otto-bre 2013; - corso di Qi Gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore 17.15 alle ore 18.15, con inizio giovedì 10 ottobre 2013, presso la Palestra SPAZIO via Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990.

Associazione Corpo Libero organizza corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11, con inizio lunedì 7 ottobre 2013 a Ron-co dei Legionari presso la Palestra Corpo Libero via Roma 15. Info 0481 777737, Anna 0481 32990.

Udine

1 martedìYoga al mattino! Il momento ideale per lo Yoga è al mattino, l’atmosfera è pacifica, le attività digestive sono ridotte e la mente è ricettiva. Ogni Martedì dalle 7 alle 8 per risvegliare e ar-monizzare corpo, mente e spirito. Info Cen-tro Satyananda Yoga Udine, 327 1213807,[email protected]

4 venerdì ingresso liberoEmotional intelligence healing Emotional intelligence healing: riappro-priati della tua salute gestendo la mente emotiva. Conferenza con Anna Calvia, ph.d. e naturopata, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 34.

5 sabatoDanza il tuo corpo con Sangha Dalle ore 20 alle 23.30. Progetto Danza il tuo Corpo, Workshop ideato da Gianna Gorza, Ciclo di 6 incontri con cadenza mensile. 1° incontro: Piedi: La Sacralità delle radici, il contatto col terreno. Espres-sione corporea, improvvisazione, auto massaggio/massaggio, esperienze senso-riali. Su prenotazione. Presso Waira- Aiar, Udine, via San Rocco 2. Info Gianna340 2233995, [email protected], www.sanghaudine.com

9 mercoledì ingresso liberoProva le costellazioni familiariIncontro dimostrativo aperto a tutti per conoscere questo straordinario metodo che risolve le dinamiche inconsce che creano i problemi della vita. Ore 20.30, via S. Rocco 142. Info Giacomo Bo, www.lecostellazionifamiliari.net

11 venerdì ingresso liberoLa comunicazione e la manipolazione La comunicazione e la manipolazione: conoscerle per preservarsi in salute. Conferenza con Nicoletta Gottardo, per-sonal coach, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 34.

12 sabatoRegressione attiva Capire e guarire il presente attraverso la regressione nel passato. Prof. Nadia Miniussi Istituto Pranic Healing Italia via Colloredo 148 Pasian di Prato. Info 0432 691448, [email protected]

13 domenicaCostellazioni con Silvia Miclavez Giornata esperienziale e formativa con le

costellazioni familiari sistemiche e auto-poietiche. Prezzo: € 100. Udine, via Mon-te S. Marco, 60 dalle 9.30-18.30. Info 0432 470551, www.alcicostellazioni.it

13 domenicaFavole consolatorie, piani di realtà La relazione con le persone del ns vive-re, è il migliore dei mondi possibili? Quali sono le favole che ci hanno fatto soprav-vivere o soccombere nel vivere la realtà? E perchè? Training condotto da Miten Dr Veniero Galvagni. Un percorso in 4 appuntamenti, a cominciare dal 13 ott, per coloro che desiderano rafforzare il modo di affrontare la realtà, consapevoli delle rappresentazioni che utilizziamo per vivere al meglio le ns relazioni. Info 349 4510379, www.aiet.it Giovedì 10 ott incontro con Miten alla libreria PerlAnima in via Pordenone a Udine, ore 20.30.

14 lunedì ingresso liberoEsercizi di bioenergetica Presso lo Studio Ercoli di Viale Ledra 64 a Udine alle ore 18,30 e alle ore 20,30 inizio delle classi d’esercizi bioenergetici a cura di Claudia Marega diplomata SIAB. Info 346 4717858.

14 lunedì ingresso liberoCorso di nuova medicina Le cause reali del cancro e di tutte le altre patologie. Le cinque leggi biologiche ci spiegano come si genera la malattia e come si sviluppa ai tre livelli: psichico, ce-rebrale e organico. Una conoscenza alla portata di tutti. Ore 20.40 presso GEM, via Canova 13, Feletto. Info 347 9775427.

15 martedì ingresso liberoVoglio smettere di fumare... Incontro informativo sugli aspetti psicologici legati alla dipendenza da nicotina, al tratta-mento e alla prevenzione. La serata si terrà alle 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. Info ASPIC 0432 547168.

16 mercoledì ingresso liberoProva le costellazioni familiari Sperimenta in prima persona questo straordinario metodo che fa luce sulla di-namiche psicologiche nascoste ereditate dalla propria linea genetica. Ore 20.30, via S. Rocco 142. Info Giacomo Bo, www.lecostellazionifamiliari.net

16 mercoledìCorso riflessologia plantare cinese Inizia il Corso Base, condotto da Marisa Briga merc.16/10 ore 20, presso Il Fiore d’Oro e Ass.Waira in via SanRocco2a Ud. Per il nostro benessere e per donarlo agli altri impariamo una tecnica antica di digito-pressione al piede. Info 347 0192721, [email protected]

18 venerdì ingresso liberoVieni a conoscere la meditazione Conferenza con il dr. Giacomo Bo, da oltre 20 anni praticante ed insegnante di meditazione, per scoprire i benefici di questa antichissima pratica. Con l’occasione verrà presentato anche l’Intensivo di Illuminazione. Ore 20.30, via S. Rocco 142. Info www.intensivodiilluminazione.it

18 venerdì ingresso liberoEs, io e super io: Es, io e super io: chi è che ci comanda?” Con-

ferenza con Comelli Albino, psicologo e poeta, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 34.

25 venerdì ingresso liberoMassaggio affettivo Alle 20.30 alla Libreria Perlanima, Aditi Roberta Beghi parla del Massaggio Californiano e dell’Arte del Prendersi Cura (Corso 16-17 nov).Info 349 2828221, [email protected]

25 venerdì ingresso liberoTeatro e forze di guarigione: Teatro e forze di guarigione: un connubio ideale per crescere e rinnovarsi. Conferenza con Céline Lombardi, attrice professionista, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 34.

26 sabatoConosci le costellazioni familiari! Incontro esperienziale condotto dal dr Mario Franchi. Si potrà richiedere un lavoro personale. Via Canova 13 a Feletto; ore 15-18.30: Info e costi 335 5977306, www.ilmutamento.it

26 sabatoCurarsi con la musica Sabato pomeriggio e sera, domenica mat-tina. Seminario di Nada e Mantra Yoga, lo Yoga dell’Energia. Con il Maestro Krishna Das. E’ anche possibile partecipare al solo concerto di sabato sera. Info Gianna 340 2233995, [email protected], www.sanghaudine.com, www.krishnadas.it

27 domenicaAlla scoperta del piacere! Per ritrovare il “piacere di vivere” e la capaci-tà di “giocare”, “sentire”, “credere” e “deside-rare”. Via Canova 13 Feletto; ore 9,30-17,30. Info dr Mario Franchi 335 5977306, www.ilmutamento.it

31-3 da giovedì a domenica Intensivo di illuminazione Straordinario ritiro di meditazione a Sauris, sulle montagne della Carnia, alla scoperta di se stessi, oltre i condizionamenti e le illusioni della mente, per ritrovare la nostra vera natu-ra infinita ed illimitata. Info Giacomo Bo, www.intensivodiilluminazione.it

Nuova zona olistica in centro a Udine Music Art, via Manin 6/9 a Udine. Corsi: Yoga, Yogaflex, Pilates, Meditazione, Karate Kempo, Kempo per bambini, Kempo Fit-ness, Chi Kung, Kyusho, Difesa Personale. Info 342 02575292, www.music-art.net

Corsi Yoga a Sangha Udine E’ ancora possibile iscriversi ai corsi di Yoga Ayurveda della Scuola Sangha di Udine, condotti da Gianna Gorza, allieva del Maestro Swami Joythimayananda. Presso Sangha Udine. Info Gianna 340 2233995, [email protected], www.sanghaudine.com. I corsi sono stati attivati lunedì 30 settembre

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Page 32: Ottobre 2013

... pianta grassa tipica delle zone fredde della Siberia

a Rhodiola rosea presenta un elevato potere adattogeno, utile all’uomo per accrescere la resistenza dell’organismo aiutan-dolo a fronteggiare stress di varia natura, legato a fattori esterni e interni, contrastando così le ripercussioni negative a livello del sistema nervoso. L’azione graduale e fisiologica della Rhodiola aiuta a ridurre l’impatto dei fattori di stress sul sistema nervoso. In questo senso, la Rhodiola rosea ha dato rispo-ste positive contro le alterazioni dell’umore e i disturbi del sonno. Aiuta anche a ridurre i tempi di recupero in seguito ad attività fisica intensa. La Rhodiola può essere un valido sostegno nelle diete rivol-te al controllo del peso in quanto si ritiene che agisca sulla fame nervosa. Agisce inoltre favoren-do il meccanismo della memoria.La Rhodiola rosea di Natural Point è senza glutine, priva di sostanze allergeniche e non ha

La Rhodiola rosea può quindi essere utile per chi desidera migliorare l’attenzione e le capacitàd’apprendimento, nello studio e sul lavoro, ed anche a chi cerca un sostegno contro lo stress eccessivo: quello in cui ci si sente schiacciati dagli impegni o fisicamenteindeboliti.

subito alcuna modificazione ge- netica. L’estratto dalle radici si distingue per la quantità dei principi vegetali contenuti e per l’elevata qualità produttiva.

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