Upload
others
View
0
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
““EELLEEMMEENNTTII DDII OORRGGAANNIIZZZZAAZZIIOONNEE
SSCCOOLLAASSTTIICCAA EE LLEEAADDEERRSSHHIIPP””
PPRROOFF..SSSSAA AANNNNAA MMAARRIIAA DDII NNOOCCEERRAA
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
2 di 23
Indice
1 L’ORGANIZZAZIONE: SIGNIFICATO E FUNZIONI -------------------------------------------------------------- 3
2 LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE ------------------------------------------------------------------------------------ 5
3 LE ORGANIZZAZIONE COMPLESSE --------------------------------------------------------------------------------- 12
4 STILI DI LEADERSHIP ---------------------------------------------------------------------------------------------------- 16
5 L’ASSETTO ORGANIZZATIVO DELL’AMMINISTRAZIONE SCOLASTICA CENTRALE E
PERIFERICA ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 19
BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 23
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
3 di 23
1 L’organizzazione: significato e funzioni
Può essere definita “organizzazione” l’insieme di persone, modalità operative, risorse e
processi consapevolmente strutturati e coordinati al fine di conseguire determinati obiettivi, volti al
raggiungimento di uno “scopo” prioritario.
Lo scopo è la Mission che serve ad orientare i comportamenti dei membri. Si tratta
dell’enunciazione delle finalità che l’organizzazione intende perseguire e dei valori in cui crede. È,
dunque, il punto di partenza della gestione strategica.
Una Mission chiaramente formulata deve informare su:
• l’identità, la tipologia giuridica, la composizione sociale dell’ente;
• i valori portanti e le regole di condotta;
• i prodotti, i servizi offerti, rispetto a specifici bisogni evidenziati;
• la tipologia dei clienti/utenti;
• il luogo in cui opera (ambiti geografici di riferimento);
• le caratteristiche con le quali l’ente/istituzione intende distinguersi;
• le risorse strutturali, strumentali, finanziari, umane di cui dispone
• i risultati attesi (a breve, medio, lungo termine,….)
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
4 di 23
Per il suo raggiungimento, la Mission ha bisogno di essere comunicata attraverso una
Vision. Quest’ultima è la proiezione di uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le
aspirazioni che l’ente/azienda intende perseguire.
Gli obiettivi servono come direzione e motivazione per i dipendenti, linee guida per le
decisioni, standard di prestazione.
La disciplina dell’organizzazione si dedica
• allo studio di criteri generali di comportamento tesi ad ottimizzare l’uso delle risorse
disponibili;
• all’analisi dei processi di divisione del lavoro e di coordinamento fra più soggetti.
Si preoccupa di identificare il modo “migliore” per aggregare, coordinare, controllare, in
una parola “organizzare”, persone e tecnologie o più genericamente risorse.
In particolare è possibile distinguere:
- l’organizzazione interna, che include gli elementi o variabili che agiscono nell’ambito
aziendale;
- l’organizzazione esterna, che riguarda una serie di forze inerenti la relazione
azienda/ambiente in grado di produrre dinamiche economiche, competitive, tecnologiche, socio-
politiche.
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
5 di 23
2 Le strutture organizzative
Nel concetto di organizzazione prevalgono una dimensione razionale e una dimensione
operativa. Ne consegue che due sono gli approcci con i quali può essere affrontato lo studio
dell'organizzazione: manageriale e strutturale.
La struttura organizzativa indica il modello di divisione e di coordinamento del lavoro, i
compiti di ciascuna unità organizzativa e il modo in cui i vari componenti dell’organizzazione si
rapportano reciprocamente in funzione dei rispettivi ruoli.
Le principali tipologie di strutture organizzative sono:
- la struttura gerarchico-funzionale
- la struttura divisionale
- la struttura a matrice
- la struttura per processo
- la struttura gerarchico-funzionale.
I principali elementi che connotano la forma gerarchico-funzionale sono:
gli ordini, che provengono unicamente dal superiore gerarchico;
la centralizzazione, che implica la concentrazione di tutti i processi decisionali in un unico
punto dell’organizzazione;
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
6 di 23
il principio scalare, in base al quale i flussi di comunicazione si sviluppano a partire dalla
catena di comando.
La forma organizzativa gerarchico-funzionale presenta il vantaggio di garantire un’elevata
specializzazione all’interno dell’ente, ma anche una serie di svantaggi, connessi alla struttura rigida,
alla scarsa comunicazione tra le parti, alla frammentazione dei processi e dei compiti e spesso alla
scarsa motivazione sui processi.
La struttura divisionale è caratterizzata dai seguenti elementi:
il decentramento decisionale, che implica l’attribuzione alla delega di un’ampia
responsabilità;
la creazione di unità o centri operativi che operano per il conseguimento di determinati
compiti.
La struttura organizzativa divisionale si basa sul criterio di divisione orizzontale del lavoro.
L’autonomia gestionale delegata ai responsabili di aree funzionali implica l’esigenza di un
adeguato sistema di controllo di gestione.
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
7 di 23
La forma organizzativa divisionale presenta una serie
di vantaggi: la riduzione della complessità;la riduzione dei conflitti interni;
la vicinanza all’utente.
Essa presenta, però , anche rilevanti svantaggi:l’aumento dei costi di struttura;
la duplicazione di funzioni,la competizione interna,
la scarsa interazione tra divisioni
LE OPPORTUNITALE OPPORTUNITA’’
La struttura a matrice è fondata sulla costituzione di piccoli gruppi di lavoro che
aggregano persone dotate di competenze specialistiche diverse e di ampia autonomia operativa e
decisionale. Si tratta di organizzazioni caratterizzate dalla scarsa definizione delle mansioni, dei
rapporti di autorità e delle linee di comunicazione.
La struttura a matrice trova possibilità applicative in aziende che operano per progetti
complessi, in cui il problema principale consiste nella coordinazione delle attività necessarie alla
realizzazione dei singoli piani operativi, secondo tempi e costi preventivati.
In tempi recenti molte organizzazioni hanno implementato una struttura organizzativa per
processi, aggregando le attività per processi chiave e riducendo i livelli gerarchici. Tale forma
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
8 di 23
organizzativa si fonda sul lavoro di gruppo, sull’uso delle nuove tecnologie, sulla cooperazione,
sulle competenze degli operatori.
La struttura organizzativa di Mintzberg
Le ricerche dello studioso canadese Mintzberg concernenti la progettazione
dell’organizzazione aziendale sono sfociati nell’ideazione di un modello utile per la costruzione di
efficaci strutture organizzative negli enti, nelle aziende e anche nelle scuole.
Nel modello di Mintzberg l’organizzazione è definita come il complesso delle modalità
secondo le quali viene effettuata la divisione del lavoro in compiti distinti e viene realizzato il
coordinamento tra tali compiti.
Secondo Mintzberg in ogni assetto organizzativo vi è una serie di componenti che assolvono
funzioni distinte volte a soddisfare l’esigenza di governare i processi di funzionamento e le attività
complesse. Si tratta di componenti riconducibili a cinque elementi di base:
1. Il vertice strategico è composto da organi che operano nelle più alte posizioni della
struttura. Ad esso spettano decisioni importanti inerenti lo sviluppo e la sopravvivenza dell’azienda,
la definizione della strategia da perseguire. Il vertice costituisce il punto di riferimento per la linea
intermedia.
2. I Capi intermedi o linea intermedia è costituita da coloro che hanno la funzione di
tradurre gli obiettivi di fondo, fissati in sede di pianificazione strategica, in obiettivi particolari,
svolgendo funzioni di collegamento tra il vertice strategico e la linea operativa. Hanno autonomia
decisionale nel valutare come conseguire gli obiettivi assegnati dal vertice.
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
9 di 23
3. La tecno-struttura comprende specifiche figure professionali responsabili di determinati
processi di funzionamento aziendale. Si tratta di un organo tecnico-organizzativo che affianca i
manager e fornisce loro specifici strumenti di programmazione e controllo.
4. Lo staff di supporto comprende organi che svolgono servizi di supporto e attività
ausiliarie alle altre unità aziendali, ad esempio: i servizi mensa, vigilanza, pulizia, ecc.
5. Il nucleo operativo è costituito da tutti gli operatori che si occupano dello svolgimento
delle attività primarie dell’ente/azienda, direttamente legate all’erogazione di servizi.
Secondo Mintzberg alcuni importanti meccanismi possono spiegare le modalità secondo cui
viene effettuato il coordinamento:
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
10 di 23
- L’adattamento reciproco, rende possibile un coordinamento molto semplice
attraverso il processo della comunicazione informale. Con l’adattamento reciproco,
il controllo del lavoro resta nelle mani di coloro che lo eseguono.
- La supervisione diretta consegue il coordinamento attraverso una persona che
assume la responsabilità del lavoro di altri, dando loro ordini e controllando le loro
azioni. In questo caso l’adattamento reciproco non è sufficiente per coordinare tutte
le attività e, di conseguenza, è necessaria la presenza di un «regista», che le
sovrintenda.
- Con la standardizzazione, il coordinamento è raggiunto prima ancora di iniziare le
attività. Esistono tre modi fondamentali per realizzare la standardizzazione:
standardizzare i processi di lavoro, standardizzare l’output, standardizzare le
capacità e le conoscenze.
- I processi di lavoro vengono standardizzati quando si specificano o si programmano i
contenuti del lavoro. Gli output vengono standardizzati quando si provvede a
specificare i risultati del lavoro programmato e le performance. Le capacità e le
conoscenze sono standardizzate quando è specificato il tipo di formazione richiesto
per eseguire il lavoro.
- In linea generale è possibile affermare che non esiste un modello organizzativo
rispondente alle diverse esigenze che si possono riscontrare nelle varie tipologie dei
processi di lavoro. I modelli organizzativi, infatti, cambiano nel tempo, a seconda
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
11 di 23
del settore lavorativo, in relazione al tasso di innovazione tecnologica, in base agli
stili di leadership.
La creazione di un’organizzazione efficace, efficiente, in grado di soddisfare i bisogni di
tutti coloro che la compongono, si presenta come un problema di non sempre facile soluzione. Per
questo richiede l’ausilio di sistemi, modelli e metodi scientifici che tengano conto e concilino
adeguatamente tutte le variabili in gioco.
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
12 di 23
3 Le organizzazione complesse
Un argomento di particolare interesse nel management è l’applicazione della teoria della
complessità alla gestione delle organizzazioni. La teoria della complessità rappresenta un nuovo
approccio al sapere, orientato alla comprensione di sistemi fortemente interconnessi, quali, appunto,
le organizzazioni.
La teoria della complessità è una teoria in forte ascesa tra gli scienziati di tutto il mondo ma
le sue implicazioni pratiche risultano non del tutto note.
Fu lo studioso, nonché dirigente di grandi organizzazioni, Chester Barnard, alla fine degli
anni Trenta del Novecento, ad introdurre il concetto di organizzazioni complesse, riferito
principalmente alle organizzazioni di grandi dimensioni che si differenziano da quelle di piccole
dimensioni per il tipo, la varietà e l’intreccio delle relazioni socio-tecniche che le costituiscono.
Uno dei fattori più rilevanti che distingue e caratterizza questo tipo di organizzazioni è dato
dal fatto che, per gestire la complessità organizzativa vi sono strutture e persone che svolgono
funzioni diverse, sia per quanto attiene alle attività e ai compiti professionali, sia per il livello di
responsabilità (gerarchica) che svolgono nel governo dell’organizzazione, ovvero per la definizione
e gestione dei processi decisionali, organizzativi e lavorativi. Esistono, pertanto, strutture che
svolgono attività operative (devono fornire il prodotto e/o il servizio dell’organizzazione di lavoro),
altre che svolgono attività direttive, di coordinamento e programmazione, altre, infine, che
provvedono al servizio, in quanto sono di supporto per le une e le altre.
I sistemi complessi sono costituiti di elementi in interazione, ossia che interagiscono tra
loro e con l’ambiente circostante.
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
13 di 23
Il concetto di complessità è strettamente collegato all’elevato numero degli elementi in
gioco nel fenomeno organizzativo (variabili umane, tecniche, materiali e immateriali); in secondo
luogo, esso presenta un numero piuttosto elevato di collegamenti (o interazioni) fra detti elementi,
cioè una molteplicità e varietà di relazioni infraorganizzative. Nelle organizzazioni complesse,
all’insorgere di un problema, i meccanismi di regolazione danno luogo a processi di ridefinizione
che portano al cambiamento organizzativo.
Alcuni studiosi hanno identificato tre leggi che caratterizzano i sistemi complessi e
dovrebbero dunque essere ricercate nelle organizzazioni per analizzarne la struttura.
La prima è la legge dell’apertura. Tutti i sistemi complessi sono aperti, poiché scambiano
elementi, energia ed informazioni con l’esterno. Un’organizzazione si apre mediante il passaggio di
informazioni interne/esterne: l’informazione può essere diffusa all’esterno (pubblicità, comunicati
stampa, ecc.) o venire acquisita all’interno (indagini di mercato, benchmarking, competitive
intelligence, ecc.). D’altra parte le organizzazioni, aprendosi, acquisiscono elementi di informazione
che possono essere considerati come apporto fondamentale per alimentarne la crescita, il
miglioramento e lo sviluppo.
I “sistemi aperti” sono caratterizzati da un ciclo continuo: input, trasformazione interna,
output e feedback.
La seconda legge delle organizzazioni complesse è la legge del riorientamento. I sistemi
complessi hanno l’importante caratteristica di riuscire a riorientarsi in seguito alle discontinuità
improvvise, alle esigenze nuove che sperimentano. In alcune situazioni è fondamentale che le
organizzazioni siano pronte a reagire a situazioni nuove, mediante una revisione della
pianificazione. La capacità di un sistema di evolversi dipende dalla capacità di passare a più
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
14 di 23
complesse forme di differenziazione e di integrazione, nonché ad una maggiore flessibilità
sistemica, in grado di favorire la capacità di affrontare novità, sfide e opportunità poste
dall’ambiente in cui si colloca.
La terza legge delle organizzazioni complesse è la legge dell’equilibrio dinamico tra
continuità e discontinuità. I sistemi complessi devono poter mediare tra una situazione di continuità,
raggiunta attraverso l’instaurarsi di relazioni con tutti i possibili attori rilevanti per l’efficienza
operativa, e di discontinuità superando tollerando inefficienze, favorendo lo sviluppo di nuovi
processi organizzativi e modelli gestionali.
Per quanto concerne l’organizzazione scolastica, fino all’entrata in vigore della legge
59/1997 a prevalso una struttura di tipo burocratico-amministrativo.
A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso tutte le organizzazioni che forniscono servizi
sociali di pubblica utilità (sanità, scuola, assistenza sociale, etc.) sono state protagoniste di un
processo evolutivo particolarmente complesso tendente all’attivazione di politiche gestionali
orientate ai principi di qualità, efficacia, economicità, efficienza e personalizzazione dei servizi.
In particolare con la cosiddetta legge Bassanini (legge delega n. 59/97) si è dato avvio ad un
processo di riforma improntato al raggiungimento dell’autonomia dell’intero sistema scolastico
italiano.
Due processi hanno modificato lo scenario in cui si colloca l’organizzazione dello Stato e
della Pubblica amministrazione, determinando nuove modalità operative e organizzative: il
decentramento e il dimensionamento. Dal punto di vista organizzativo si è realizzato un ampio
decentramento di compiti e funzioni ai fini della gestione della complessità interna: introduzione di
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
15 di 23
nuove funzioni e organismi; importanza del clima organizzativo, dell’autovalutazione e della qualità
totale; attuazione del passaggio dalla struttura organizzativa rigida alla cultura organizzativa
flessibile e aperta.
La scuola è, dunque, un’organizzazione che può essere letta come un sistema aperto al
centro di una rete di relazioni con il territorio. In tale ottica l’organizzazione scolastica non può più
essere governata da regole semplici, diretta secondo procedure lineari e consolidate nel tempo.
L’autonomia organizzativa e didattica contribuiscono ad accrescere la responsabilità progettuale
della scuola e la inseriscono in una rete di relazioni con il territorio che richiede capacità di
proposta, di negoziazione, di governo in termini certamente più impegnativi rispetto al passato.
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
16 di 23
4 Stili di leadership
Il processo di leadership consiste nell'interazione di coloro che in una struttura organizzativa
occupano la posizione più elevata, altrimenti detti leader, col resto del gruppo.
Un leader non è tale per le sue caratteristiche intrinseche, ma per le competenze acquisite, la
capacità di interpretare il contesto operativo, di fondare la sua “autorevolezza” sulla convinzione e
sull’abilità di saper orientare consapevolmente il gruppo agli obiettivi, la sensibilità all’ascolto dei
bisogni degli utenti e degli operatori e un profondo rispetto per la vita emotiva di tutti gli attori
coinvolti nell’organizzazione.
La leadership non presuppone un approccio univoco a ogni situazione. Il leader, infatti, deve
sapere quando e come modulare il proprio stile direzionale per ottenere i risultati desiderati. Questo
concetto è alla base della teoria della leadership situazionale, nell’ambito della quale vengono
individuati quattro principali stili di leadership.
Lo STILE DIRETTIVO è caratterizzato da:
- alta attenzione all’operazione, bassa al rapporto;
- definizione dei ruoli dei collaboratori e controllo attento del loro operato;
- assunzione centralizzata delle decisioni e comunicazione in gran parte unidirezionale.
Lo STILE DELEGANTE è caratterizzato da:
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
17 di 23
-attenzione bassa sia ai processi attivati sia alla relazione;
-scarso coinvolgimento nelle decisioni e nella risoluzione dei problemi, decentramento delle
decisioni e ampio uso della delega.
Si adotta con personale dotato competenza, motivazione ed affidabilità.
Lo STILE SUPPORTANTE è caratterizzato da:
-attenzione bassa al compito e alta al rapporto;
-comunicazione bidirezionale;
-facilitazione e partecipazione alle decisioni.
Si applica quando il leader definisce compiti e mansioni, ma è aperto a consigli e
indicazioni da parte dei collaboratori.
Lo STILE PARTECIPATIVO è caratterizzato da:
-attenzione alta sia al compito sia al rapporto;
-definizione dei ruoli e delle mansioni e ricerca di idee e suggerimenti da parte collaboratori.
In questo caso, il leader partecipa alle decisioni, intervenendo solo in caso di criticità.
La leadership partecipativa costituisce lo stile operativo di chi agisce in maniera consultiva,
ricercando i suggerimenti dei collaboratori e prendendoli in seria considerazione prima di prendere
decisioni, nonché nel corso di tutto il processo di realizzazione delle attività. Il leader partecipativo
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
18 di 23
è attento ai bisogni del gruppo e si pone nella logica di fornire supporto. In particolare la
leadership partecipativa orientata al compito è uno stile di leadership orientato all’efficienza del
lavoro, che si focalizza sulla necessità di predisporre le migliori condizioni per il raggiungimento
dell’obiettivo, fornendo un supporto diretto ai collaboratori utilizzando la propria competenza,
metodologica o di contenuto.
Il leader che adotta questo stile tende a proporre obiettivi sfidanti, a dare indicazioni su
come svolgere il lavoro, ad assicurarsi che tutti abbiano adeguati strumenti e conoscenze. Questo
stile porta inoltre a fare attenzione al metodo di lavoro e alla sua condivisione all’interno del
gruppo, anche attraverso la sollecitazione di contributi per la sua definizione e per il suo
miglioramento.
Lo stile partecipativo orientato al compito consente, dunque, di massimizzare l’efficacia del
gruppo in termini di produttività e soddisfazione legata al conseguimento dei risultati, che vengono
vissuti dai membri del gruppo come rilevanti.
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
19 di 23
5 L’assetto organizzativo dell’amministrazione scolastica centrale e periferica
L’assetto organizzativo dell’amministrazione scolastica centrale e periferica ha subito
significativi mutamenti negli ultimi anni, connessi ad una progressiva tendenza al decentramento
dei compiti, alla riduzione del numero dei Ministeri, alla revisione delle loro funzioni e della loro
struttura. In tal senso dispongono le norme contenute nel Capo II della legge delega n. 59/1997 e
nel decreto legislativo di attuazione n. 300/1999.
Prima della riorganizzazione operata con il DPR n. 347/2000 e con i successivi regolamenti
di organizzazione, emanati sulla base delle indicazioni del D. Lgs. n. 300/1999, la struttura del
Ministero della Pubblica Istruzione rappresentava un esempio di organizzazione divisionale
decentrata. Era costituita, infatti, da Direzioni Generali divise per ordini e gradi di scuola e da
ispettorati funzionalmente dedicati a specifiche aree.
Ogni Direzione Generale aveva i suoi uffici amministrativi e del personale.
Il regolamento di cui al DPR n. 347/2000 ha definito l’articolazione centrale e periferica
del MIUR, con l’abolizione delle Sovrintendenze e dei Provveditorati agli studi e l’istituzione degli
Uffici Scolastici Regionali e degli Uffici Scolastici Provinciali dipendenti da questi ultimi.
A LIVELLO CENTRALE il Ministero si articola in tre Dipartimenti:
- Dipartimento per l’Istruzione
- Dipartimento per l’Università, l’Alta Formazione Artistica e Musicale e per la Ricerca
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
20 di 23
- Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e
strumentali
Ciascun Dipartimento è, a sua volta, articolato in 4 Direzioni Generali
Il Dipartimento per l’istruzione si articola nei seguenti uffici di livello dirigenziale
generale:
- Direzione generale per gli ordinamenti del sistema nazionale di istruzione e per
l'autonomia scolastica
- Direzione generale per il personale scolastico
- Direzione generale per lo studente, l'integrazione, la partecipazione e la comunicazione
- Direzione generale per l'istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i
sistemi formativi delle regioni
Il Dipartimento per la programmazione comprende i seguenti uffici di livello dirigenziale
generale:
- Direzione generale per gli studi, la statistica e per i sistemi informativi
- Direzione generale per la politica finanziaria e per il bilancio
- Direzione generale per le risorse umane del Ministero, acquisti e affari generali
- Direzione generale per gli affari internazionali
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
21 di 23
Il Dipartimento per l’Università, l’Alta formazione artistica e musicale e per la ricerca si
articola nei seguenti uffici di livello dirigenziale generale:
- Direzione generale per l’Università, lo studente e il diritto allo studio universitario
- Direzione generale per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica
- Direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca
- Direzione generale per l’internazionalizzazione della ricerca
Gli Uffici Scolastici Regionali, istituiti in ciascun capoluogo di Regione, hanno sostituito i
Provveditorati e le Sovrintendenze scolastiche regionali, soppressi con il D. Lgs. n. 300/1999. Essi
costituiscono autonomi centri di responsabilità amministrativa, ai quali sono assegnate tutte le
funzioni già spettanti agli uffici periferici dell’amministrazione.
In tal senso ciascun Ufficio persegue lo scopo primario di realizzare una pianificazione
delle scelte educative ed organizzative che si integri con la programmazione dell’offerta formativa
della Regione, di sostenere e facilitare il rapporto con gli enti locali e le scuole.
Il numero complessivo degli uffici scolastici regionali attualmente è di 18.
L'Ufficio Scolastico Regionale
vigila sul rispetto delle norme generali dell'istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni, sull'attuazione degli ordinamenti scolastici, sui livelli di efficacia dell'azione
formativa e sull'osservanza degli standard programmati;
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
22 di 23
cura l'attuazione, nell'ambito territoriale di propria competenza, delle politiche nazionali per
gli studenti;
provvede alla costituzione della segreteria del Consiglio regionale dell'istruzione a norma
dell'articolo 4 del decreto legislativo 30 giugno 1999, n. 233
Ai sensi dell’art. 8 del DPR n. 17/2009, ciascun USR si organizza in uffici dirigenziali di
livello non generale non solo per funzioni ma anche per articolazioni sul territorio, con compiti
amministrativi, di monitoraggio, attività di assistenza, consulenza e supporto alle scuole di ciascuna
provincia per gli adempimenti amministrativi e contabili.
I provvedimenti legislativi esaminati hanno determinato il passaggio da una struttura
organizzativa di tipo verticale ad un modello poliarchico, in cui la nuova amministrazione centrale
svolge prevalenti funzioni di indirizzo, programmazione, coordinamento.
Lo snodo regionale, anche per il concomitante processo di revisione costituzionale,
costituisce il tassello più delicato del nuovo sistema formativo, in quanto impegnato a garantire il
necessario supporto e sostegno all’autonomia scolastica.
Università Telematica Pegaso Elementi di organizzazione scolastica
e leadership
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
23 di 23
Bibliografia
G. Cerini “Il nuovo Dirigente Scolastico tra leadership e management”, Ibs, 2010
A, Etzioni “Socioloogia dell’organizzazione”, Il Mulino, 2010
S. Zan “Le organizzazioni complesse. Logiche d’azione dei sistemi a legame debole” ,
Carocci, 2011
H. Mitzberg e F. Isotta “La progettazione dell’organizzazione aziendale”, Il Mulino, 2012
N. Capaldo, L. Rondanini “Il sistema italiano di istruzione e formazione”, Erikson, 2012
M.J. Hatch “Teoria dell’organizzazione”, Il Mulino, 2013