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PANE E BUGIE LA VERITÀ SU CIÒ CHE MANGIAMO Dario Bressanini I PREGIUDIZI, GLI INTERESSI, I MITI, LE PAURE

Pane e Bugie

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un libro Chiarelettere

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PANEE BUGIE

LA VERITÀ SU CIÒ CHE MANGIAMO

“QUESTO LIBRO È UNA SORTA DI VACCINO CONTRO I PERICOLI DELLA CATTIVAINFORMAZIONE. SI TRATTA INSOMMA DI ANDARE OLTRE I LUOGHI COMUNIPER RISPONDERE ALL’INTERROGATIVO: MI STANNO RACCONTANDO LA VERITÀ?”

Dario Bressanini

Il pesto è cancerogeno. Lo zucchero bianco: per carità! Meglio quello di canna.Il glutammato fa malissimo... E gli spaghetti radioattivi? Ah no, io comprosolo pane biologico, prodotti locali e di stagione.Quanta apprensione intorno alla nostra tavola. E quante bugie. Ma a chidobbiamo credere? L’approssimazione in cucina non funziona, nemmeno perpreparare un piatto di spaghetti. Meglio verificare quanto tv, web, giornali,radio ci propinano ogni giorno: mentre ci scanniamo sugli OGM in realtà giàmangiamo frutta, verdura e cereali derivati da modificazioni genetiche indotteda radiazioni nucleari (perché nessuno lo dice?); abbiamo il terrore dellachimica ma ci dimentichiamo che per esempio la vanillina è un estratto dauna lavorazione del petrolio e che il caffè contiene sostanze cancerogene.Mostri come la fragola-pesce e altre diavolerie occupano il nostro immaginario,ma quali sono davvero i rischi che corriamo?Ecco un aiuto a non farsi ingannare da messaggi troppo facili ed emotivi. Ciguadagneremo in razionalità, salute e portafoglio.

Dario Bressanini è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze chimiche eambientali dell’Università dell’Insubria. Cura da diversi anni il fortunato blog“Scienza in cucina”.

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I S BN 978-88-6190-091-2

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www.chiarelettere.it

13,60

Progetto grafico: David Pearsonwww.davidpearsondesign.com

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ressaniniPANEEBUGIE

Dario Bressanini

I PREGIUDIZI, GLI INTERESSI,I MITI, LE PAURE

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Pamphlet, documenti, storie

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Autori e amici di

chiarelettereMichele Ainis, Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Bandanas, Gianni Barbacetto,Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi, David Bidussa, Paolo Biondani, Nicola Biondo, Tito Boeri, Caterina Bonvicini, Beatrice Borromeo, Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Dario Bressanini, Carla Buzza, Andrea Camilleri, Olindo Canali, Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Andrea Casalegno, Antonio Castaldo, Carla Castellacci, Massimo Cirri, Fernando Coratelli, Carlo Cornaglia, Roberto Corradi, Pino Corrias, Andrea Cortellessa, Riccardo Cremona, Gabriele D’Autilia, Vincenzo de Cecco, Andrea Di Caro, Franz Di Cioccio, Gianni Dragoni, Giovanni Fasanella, Davide Ferrario, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André, Goffredo Fofi, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Lucia Gaito, Pietro Garibaldi, Claudio Gatti, Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella, Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi, Peter Gomez, Beppe Grillo, Dalbert Hallenstein, Ferdinando Imposimato, Karenfilm, Giorgio Lauro, Alessandro Leogrande, Marco Lillo, Felice Lima, Stefania Limiti, Giuseppe Lo Bianco, Saverio Lodato, Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Antonella Mascali, Giorgio Meletti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto, Alain Minc, Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Loretta Napoleoni, Natangelo, Alberto Nerazzini, Gianluigi Nuzzi, Raffaele Oriani, Sandro Orlando, Antonio Padellaro, Pietro Palladino, Gianfranco Pannone, David Pearson (graphic design), Maria Perosino, Simone Perotti, Roberto Petrini, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Paola Porciello (web editor), Mario Portanova, Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera, Sandro Provvisionato, Sigfrido Ranucci, Luca Rastello, Marco Revelli, Piero Ricca, Gianluigi Ricuperati, Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno, Laura Salvai, Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Roberto Saviano, Matteo Scanni, Roberto Scarpinato, Filippo Solibello, Riccardo Staglianò, Luca Steffenoni, theHand, Bruno Tinti, Marco Travaglio, Elena Valdini, Vauro, Concetto Vecchio, Carlo Zanda, Carlotta Zavattiero.

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pretesto 1 f a pagina 212

“Io continuerò a consumare pesto. Non perché sia sicuro che sia innocuo, ma semplicemente perché mi piace e sono ragionevolmente convinto che non sia più pericoloso di altre cose che assumo quotidianamente.”

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pretesto 2 f a pagina 106

“ Il 99,9 per cento delle sostanze chimiche che ingeriamo sono naturali.”

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f a pagina 111

“ Una sostanza non è necessariamente più benigna solo perché l’ha prodotta la natura … Sarebbe bello che fosse così, ma purtroppo è solo un luogo comune.”

“Se vi dicessi che nella tazza di caffè che sorseggiate ogni mattina ci sono delle molecole che risultano cancerogene per i ratti, continuereste a berla?”

f a pagina 110-111

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pretesto 3 f a pagina 76

“Qui non si sta discutendo se gli ogm facciano male o meno, … se sia giusto o meno brevettare dei geni. Stiamo parlando di raccontare la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità! È così difficile per un giornalista controllare le fonti?”

A proposito dello scontro legale Monsanto-Schmeiser.

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f a pagina 179

“ Che senso ha tuonare contro il vino importato dall’Australia e poi compiacersi per le vendite di vino italiano negli Stati Uniti? Forse che ci vanno a nuoto le bottiglie di vino italiano a New York?”

f a pagina 40

“Impossibile trovare sui mass media un confronto razionale sui pro e i contro delle agrobiotecnologie … Il consumatore non ha sufficienti elementi razionali per formarsi una propria opinione.”

Osservatorio di Pavia, “Le agrobiotecnologie nei media italiani”, 2002.

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© Chiarelettere editore srlSoci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A.Lorenzo Fazio (direttore editoriale)Sandro ParenzoGuido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.)Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano

isbn 978-88-6190-091-2

Prima edizione: aprile 2010

www.chiarelettere.itblog / interviste / libri in uscita

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Dario Bressanini

Panee bugie

chiarelettere

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Dario Bressanini (1963) è ricercatore universitario presso il dipartimento di Scienze chimiche e ambientali dell’Università degli studi dell’Insubria a Como, dove svolge anche attività didattica. Ha pubblicato circa sessanta lavori scien-tifici su giornali e riviste nazionali e internazionali. Collabora con la rivista «Le Scienze», su cui tiene la rubrica mensile Pentole e provette dedicata all’esplo-razione scientifica del cibo e della gastronomia. È anche autore del popolare blog Scienza in cucina, dove affronta con taglio scientifico sia temi gastrono-mico-scientifici sia argomenti legati alle biotecnologie agrarie, alla produzione agricola, alla percezione del rischio alimentare e alla chimica in cucina. Nel 2009 ha pubblicato per Zanichelli un libro divulgativo sugli organismi geneti-camente modificati dal titolo ogm tra leggende e realtà.

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Sommario

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Questo libro 3

l’informazione che non informa 7

Gli spaghetti radioattivi e la frutta al nucleare 9Una categoria di cui nessuno parla: i cibi che derivano da piante modificate con le radiazioni

Organismi giornalisticamente modificati. La leggenda della fragola-pesce 29I mostri nati dall’immaginazione degli ambientalisti

Il killer invisibile 43Come nascono e come si propagano le bufale salutiste

Vero o falso? 55Un test per capire come funziona la nostra mente e perché molte teorie non dimostrate vengono credute

ogm in tribunale. Monsanto contro Schmeiser:una storia inventata 63Un eroe della lotta contro le multinazionali? La vera storia di Schmeiser attraverso gli atti dei processi

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il mito del mangiar sano e «giusto» 81

Naturale o artificiale? 83L’idea che «naturale» equivalga a «sano» è molto diffusa. Ma è vera?

Mangiare è un’avventura pericolosa 97I pesticidi nel cibo e il rischio di cancro: che cosa dice la scienza

A chi dobbiamo credere? 123Una guida per orientarsi tra le informazioni che riceviamo

Gli alimenti biologici nutrono di più? 145Prodotti dell’agricoltura a confronto

Biologico o agricoltura convenzionale per sfamare il mondo 157Produzione del cibo e rispetto della biodiversità: due esigenze inconciliabili?

La spesa a km 0 è più sostenibile? 171Perché non basta calcolare i chilometri

a tavola! 187

Non ci sono più le banane di una volta 189Contro le malattie che attaccano le piantagioni l’unica speranza dei paesi produttori è l’ingegneria genetica

Pesto cancerogeno 205Nel basilico c’è una sostanza sospetta. Ma quali sono i rischi reali?

La nostalgia del latte crudo 217Nell’Ottocento ci si scontrava sulla pastorizzazione del latte, anche se salvava molte vite. Oggi ci si scontra sul «diritto» di berlo crudo

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Il glutammato e la sindrome da ristorante cinese 241Essenziale nella cucina asiatica, il glutammato è visto con sospetto in Occidente

Lo zucchero, veleno bianco 261Il dibattito sulle «calorie vuote», le presunte virtù dello zucchero di canna e la crociata contro quello raffinato

Epilogo 285

appendice 287Pesticidi nel cibo: alcuni dati 289

Ringraziamenti 299

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Questo libro

Questo libro è una sorta di «vaccino» contro i pericoli del-la cattiva informazione a tavola. Ciò che mangiamo ogni giorno è al centro di messaggi contraddittori che ci lasciano confusi e talvolta persino spaventati. Cercheremo di andare oltre i luoghi comuni per rispondere all’interrogativo: «Mi stanno raccontando la verità?». Porsi la domanda è un pri-mo passo molto importante perché, come vedremo, non è poi così difficile trovare le risposte corrette.

Paradossalmente, il problema nasce dalla grande dispo-nibilità di alimenti. Siamo circondati dal cibo. Noi italiani non ne abbiamo mai avuto così tanto a disposizione e in tale varietà, dal fast food di massa ai prodotti gastronomici di nicchia. La capillarità della rete di distribuzione ci consente di fare la spesa nei tipici mercati rionali o in fornitissimi supermercati. Se prima della seconda guerra mondiale l’ita-liano spendeva per mangiare più della metà del proprio red-dito, ora spende meno del 20 per cento. Dovremmo essere contenti di poter scegliere senza troppi problemi ciò che intendiamo consumare, avendo a disposizione un assorti-mento senza precedenti. Eppure non siamo mai stati così ansiosi rispetto al cibo.

Siamo bombardati da messaggi allarmanti rispetto a que-sto o a quell’alimento: il burro fa male, ma anche le uova, per

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non parlare dello zucchero, ma pure la farina 00. E il salame? Per carità, contiene conservanti. Il pesto? Pare sia canceroge-no. Il glutammato? Signora mia, non ne parliamo! E quelle belle fragole che ho visto al supermercato? Probabilmente sono geneticamente modificate. Aiuto! Che cosa dobbiamo mangiare? Ma ecco che arrivano anche i messaggi rassicuran-ti: il tale alimento fa bene, mantiene la pelle giovane, è più nutriente. Anzi, se è biologico e a km 0 è ancora più benefico e amico dell’ambiente.

Ma chi lo dice? Be’, l’ho sentito in tivù, l’ho letto sul giornale e poi pure su un forum in internet, quindi è si-curamente vero, anche perché riportavano l’ultimo studio dell’università di Vattelapesca.

Ci possiamo fidare di quello che leggiamo e sentiamo sui media quando si parla di proprietà degli alimenti o di tematiche con risvolti più «politici» legati al settore agroali-mentare come le coltivazioni biologiche, gli ogm, il cibo a km 0 e così via? No, non ci possiamo fidare. E per convin-cervi ho deciso di prendere ad esempio alcuni casi concreti di cui si è parlato sui giornali negli ultimi anni.

La disinformazione ha molte facce: si traveste da leggen-da urbana che continua a propagarsi di bocca in bocca, di sito in sito, e trae credibilità proprio dall’ampia diffu-sione, di cui si autoalimenta. Ha la forma di una chimera mai esistita, come la fragola con i geni di un pesce, oppure di una presunta malattia inspiegabile, come il mal di testa che colpisce i clienti dei ristoranti cinesi. A volte la disin-formazione nasce sui giornali, dal modo in cui i giorna-listi riportano i fatti, specialmente quando riferiscono in modo scorretto i risultati di qualche studio scientifico. Ed ecco che gli spaghetti nel piatto degli italiani diventano, su qualche giornale, addirittura radioattivi e il pesto persino cancerogeno.

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Sarebbe ingiusto però dare la colpa solo ai giornalisti, perché a volte il problema sta proprio in chi riceve le in-formazioni: il lettore o telespettatore, che reinterpreta i messaggi e le informazioni in base ai propri pregiudizi e li classifica a priori nelle caselle «buono» e «cattivo», o in due categorie estremamente subdole come «naturale» e «ar-tificiale». L’industria alimentare ci sguazza: basta dire che una certa merce è «naturale» per incrementare le vendite o alzare i prezzi.

Troppo spesso l’informazione scientifica in questo campo è mortificata, strattonata e a volte persino piegata a fini poco nobili. Comprendere come funziona il misterioso mondo delle pubblicazioni scientifiche è uno strumento in più per valutare e giudicare le informazioni che i giornali presen-tano con frasi come «uno studio recente dimostra che...». Ho scritto «misterioso» perché chi non è uno scienziato raramente ha idea di quale «scala gerarchica» di importanza esista tra i vari tipi di studi, quanto siano affidabili e quale valore generale abbiano. Solamente conoscendo questo al-fabeto di base possiamo proteggerci, almeno parzialmente, dalla miriade di messaggi contrastanti, anche pubblicitari, con cui veniamo bombardati ogni giorno. Le fonti citate in nota nei vari capitoli e spesso reperibili su internet consen-tono al lettore interessato di verificare la correttezza delle informazioni riportate e di approfondire alcuni argomenti che ho potuto solo brevemente tratteggiare.

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LA VERITÀ SU CIÒ CHE MANGIAMO

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Dario Bressanini

Il pesto è cancerogeno. Lo zucchero bianco: per carità! Meglio quello di canna.Il glutammato fa malissimo... E gli spaghetti radioattivi? Ah no, io comprosolo pane biologico, prodotti locali e di stagione.Quanta apprensione intorno alla nostra tavola. E quante bugie. Ma a chidobbiamo credere? L’approssimazione in cucina non funziona, nemmeno perpreparare un piatto di spaghetti. Meglio verificare quanto tv, web, giornali,radio ci propinano ogni giorno: mentre ci scanniamo sugli OGM in realtà giàmangiamo frutta, verdura e cereali derivati da modificazioni genetiche indotteda radiazioni nucleari (perché nessuno lo dice?); abbiamo il terrore dellachimica ma ci dimentichiamo che per esempio la vanillina è un estratto dauna lavorazione del petrolio e che il caffè contiene sostanze cancerogene.Mostri come la fragola-pesce e altre diavolerie occupano il nostro immaginario,ma quali sono davvero i rischi che corriamo?Ecco un aiuto a non farsi ingannare da messaggi troppo facili ed emotivi. Ciguadagneremo in razionalità, salute e portafoglio.

Dario Bressanini è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze chimiche eambientali dell’Università dell’Insubria. Cura da diversi anni il fortunato blog“Scienza in cucina”.

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