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http://osservatorionovara.liberapiemonte.it - Anno 2 - n° 4 - Maggio 2013 Lente d’ingrandimento sulle discariche Occhi puntati sulla conferenza dei servizi per sapere cosa ne sarà del progetto che individua a Barengo il sito per la realizza- zione di una discarica di eter- nit. Data cerchiata in rosso quella del 23 maggio: l’attendono gli oltre 4mila cittadini che hanno detto “no” firmando una peti- zione popolare, lo rimarcano i comitati e gli amministratori locali che, al di là di bandiere di partito, hanno assunto posi- zioni critiche nei confronti del progetto. La domanda nasce spontanea: perché? Ragioni di tutela ambientale, il “buco” verrebbe scavato lad- dove oggi cresce rigolgioso un bosco, e sanitaria. Questioni legate alle procedure che hanno portato al via imminente del progetto. La senzazione che quando si parla di discari- ca troppo spesso non si sa cosa finirà sotto terra, salvo accorgersene qualche decen- nio più tardi come sta succe- dendo in quel di Ghemme. Insomma, uno scenario fluido di interessi e preoccupazioni, su cui la Provincia al momento non vuole esprimersi proprio per non “influenzare” la Conferenza dei Servizi e incor- rere in successivi ricorsi dei promotori del progetto. In questo numero di Parole Strabiche , mettiamo insieme qualche tassello della vicenda Barengo e sui destini di Ghemme sperando di consen- tire a tutti di farsi un’idea più chiara. Emanuele Navazza e Domenico Rossi Domenico Rossi Discarica di Ghemme: un cortocircuito insanabile? In questo numero rac- contiamo, tra le altre cose, di quanto sta suc- cedendo a Barengo, piccolo paese della pro- vincia di Novara. C’è di tutto in questa storia. Accade spesso: nel pic- colo, come in un calei- doscopio, ritroviamo tutte le componenti della dimensione macro. Nei passaggi della pro- posta di portare a Barengo una discarica di materiale contenente amianto, troviamo la concezione odierna del rapporto tra uomo e ambiente. Una relazione inquinata dal conflitto di interessi in politica e da aziende collegate tra di loro attraverso scatole cinesi. Il caso Barengo, però, mostra anche la capacità dei cittadini di indignarsi e dire, con forza, “no”. È con que- sto spirito che raccon- tiamo quanto sta acca- dendo sul nostro territo- rio in questi mesi, con la consapevolezza sempre più radicata che i mag- giori rischi si corrono proprio nei territori più piccoli. Perché è proprio lì che spesso non si accendono i riflettori, che manca la forza dei cittadini di organizzarsi per cercare di capire e per dire la propria. E anche in questo caso, portare alla luce i detta- gli di un’operazione in cui da un sito fotovoltai- co il progetto passa a una discarica di amian- to, sicuramente aiuta ad aumentare la trasparen- za di quanto sta acca- dendo a Barengo e non solo. Amianto a Barengo... E luce sia! a pag. 5 Doppia condanna per imprenditore di Sizzano a pag. 7 Romentino: Alessio Biondo racconta il regno delle cave a pag. 8

Parole Strabiche - Maggio 2013

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Lente d’ingrandimentosulle discariche

Occhi puntati sulla conferenzadei servizi per sapere cosa nesarà del progetto che individuaa Barengo il sito per la realizza-zione di una discarica di eter-nit. Data cerchiata in rosso quelladel 23 maggio: l’attendono glioltre 4mila cittadini che hannodetto “no” firmando una peti-zione popolare, lo rimarcano icomitati e gli amministratorilocali che, al di là di bandiere dipartito, hanno assunto posi-zioni critiche nei confronti del

progetto. La domanda nascespontanea: perché? Ragioni di tutela ambientale, il“buco” verrebbe scavato lad-dove oggi cresce rigolgioso unbosco, e sanitaria. Questionilegate alle procedure chehanno portato al via imminentedel progetto. La senzazioneche quando si parla di discari-ca troppo spesso non si sacosa finirà sotto terra, salvoaccorgersene qualche decen-nio più tardi come sta succe-dendo in quel di Ghemme.

Insomma, uno scenario fluidodi interessi e preoccupazioni,su cui la Provincia al momentonon vuole esprimersi proprioper non “influenzare” laConferenza dei Servizi e incor-rere in successivi ricorsi deipromotori del progetto. In questo numero di ParoleStrabiche , mettiamo insiemequalche tassello della vicendaBarengo e sui destini diGhemme sperando di consen-tire a tutti di farsi un’idea piùchiara.

Emanuele Navazza e Domenico Rossi

Domenico Rossi

Discarica di Ghemme:

uncortocircuitoinsanabile?In questo numero rac-

contiamo, tra le altrecose, di quanto sta suc-cedendo a Barengo,piccolo paese della pro-vincia di Novara. C’è ditutto in questa storia.Accade spesso: nel pic-colo, come in un calei-doscopio, ritroviamotutte le componentidella dimensione macro.Nei passaggi della pro-posta di portare aBarengo una discaricadi materiale contenenteamianto, troviamo laconcezione odierna delrapporto tra uomo eambiente. Una relazioneinquinata dal conflitto diinteressi in politica e daaziende collegate tra diloro attraverso scatolecinesi. Il caso Barengo,però, mostra anche lacapacità dei cittadini diindignarsi e dire, conforza, “no”. È con que-sto spirito che raccon-tiamo quanto sta acca-dendo sul nostro territo-rio in questi mesi, con laconsapevolezza semprepiù radicata che i mag-giori rischi si corronoproprio nei territori piùpiccoli. Perché è propriolì che spesso non siaccendono i riflettori,che manca la forza deicittadini di organizzarsiper cercare di capire eper dire la propria. Eanche in questo caso,portare alla luce i detta-gli di un’operazione incui da un sito fotovoltai-co il progetto passa auna discarica di amian-to, sicuramente aiuta adaumentare la trasparen-za di quanto sta acca-dendo a Barengo e nonsolo.

Amianto a Barengo...E luce sia!

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Doppiacondanna perimprenditore

di Sizzano

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Romentino:Alessio Biondo

racconta il regno

delle cave

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E’ una strana storia questadella richiesta da parte delladitta Ederambiente di portaremateriali contenenti amiantonel territorio di Barengo, paesedella provincia di Novara chegià ospita una discarica di rifiu-ti urbani e speciali non perico-losi. Tutto parte nel 2008, quan-do il geometra Fabio Maggeni,per conto della ditta OSMON,comincia a fare da intermedia-rio per la vendita di terreni dadestinare all’installazione dipannelli fotovoltaici. Molti citta-dini, proprietari di terreni sotto-scrivono il primo contratto divendita, che si caratterizzavanel prevedere “opzioni di acqui-sto non onerose”.Nel 2009 il geometra Maggenisi candida a sindaco diBarengo e vince le elezioni. Inquesta nuova veste e, nono-stante la nuova carica, continuaa svolgere il suo vecchio lavoroe a fare da intermediario per lavendita dei terreni, almeno finoa marzo del 2013. In tutto que-sto tempo, però, gli eventi evol-vono: la società OSMON, adesempio, viene sostituita dallasocietà Immobiliare CAI srl, chefa firmare nuovi compromessidi vendita, questa volta onerosi,in sostituzione dei precedenti.La CAI, poi, come anche laAstriauto srl, dà in concessionegratuita i terreni aEderambiente srl, la stessaditta che presenterà alla

Provincia di Novara il progettodi “Discarica per rifiuti non peri-colosi monodedicata a mate-riale da costruzione contenentecemento amianto”. Dei pannel-li fotovoltaici neanche l’ombra.Tutte le ditte in questione sonocollegate da nomi ricorrenti:amministratore unico dellaOSMON è Giuseppe Antonioli,51 anni, di Armeno, che èanche amministratore dellaAstriauto srl. Queste due dittedetengono (50% ciascuna) lequote della CAI Immobiliare srl. Sempre Antonioli, tra il 2004 e il2006, aveva fatto parte delconsiglio di amministrazionedella Ederambiente SC, attual-mente presieduto daGiuseppino Innocenti, 60 anni,di Borgo Vercelli, che ricopreanche la carica di amministra-tore delegato. Lo stessoGiuseppino Innocenti è nelconsiglio di amministrazione diTirrenoambiente spa, societàper azioni con un capitalesociale di 5 milioni di euro, chegestisce la discarica diMazzarà in Sicilia, di cui sonorisultano azioniste le societàEderambiente SC e ECODECOs.r.l. (che attualmente gestiscela discarica già in funzione aBarengo).Quando i cittadini hanno sco-perto parte di questa storia, amaggior ragione insospettiti delpassaggio dal fotovoltaicoall’amianto, si sono costituiti in

comitato, decisi ad andare finoin fondo per opporsi alla realiz-zazione della nuova discarica.Da subito è stata mossa alSindaco la critica di non pote-re non sapere, sin dall’inizio,che questo passaggio sarebbeavvenuto. Il primo cittadino si è difesodichiarando invece la suaestraneità al progetto, nonchéla sua ingenuità. Alla prima riu-nione pubblica Maggeni hachiesto scusa ai cittadini e havotato a favore di un ordine delgiorno del consiglio comunaledi Barengo che si oppone uffi-cialmente al progetto.Singolare è la posizione dell’as-sessore di Barengo FrancescoRabozzi, che, pur avendo vota-to contro la realizzazione delladiscarica in qualità di assesso-re, è coinvolto, come cittadino,in qualità di parte concedente,nella compravendita dei terrenicon compromessi firmati fino asettembre del 2012. Il comitatodi cittadini di Barengo hainfluenzato l’opinione pubblicadei paesi vicini. Mercoledì 17aprile, infatti, anche il consigliocomunale di Momo ha espres-so la sua opposizione al pro-getto e nei giorni successivianche i comuni di Fara,Ghemme, Fontaneto d'Agognae Briona. L’ultima parola spet-terà alla prossima seduta dellaConferenza dei Servizi, fissataper il prossimo 23 maggio.

Ethernit a Barengo?Il comitato fa vincere il no

Il Comune si allinea: basta discaricheDomenico Rossi

Ryan Jessie Corretta

La storia delle discarica

vista dai media6-5-13 NOVARATODAY"Barengo, discarica diamianto: i dubbi dellaProvincia di Novara"La Provincia, dopo avercondiviso la preoccupa-zione dei cittadini, sidichiara neutrale.1-5-13 NOVARATODAY"Anche Fontaneto eGhemme dicono NOall'amianto"Dopo i no di Barengo,Cavaglietto, Momo,Briona, Cavaglio e Fara, ètoccato a Fontaneto eGhemme.26-4-13 IL VENERDÌ DITRIBUNA"Barengo, accertamentidei Cc"I carabinieri indagano sututto quello che sta acca-dendo intorno al progetto.19-4-13 IL VENERDÌ DITRIBUNA"Gli strani incroci diBarengo"Attorno al progetto accadedi tutto: da un sindacomesso sotto accusa daalcuni concittadini, a con-flitti d'interesse tra proget-tisti, a diverse società di ununico amministratore.13-4-13 CORRIERE DINOVARA"Eternit a Barengo, politicisugli scudi. Coro di nodalla sinistra alla Lega"Interrogazioni di Biondelli eManica (Pd) a Roma e inRegione, contrari anche ileghisti Bona e Marchetti.10-4-13 NOVARATODAY"Barengo: il Consigliocomunale contro la disca-rica di amianto“Nell'assemblea di ieri ilConsiglio ha votatoall'unanimità una deliberacontro il progetto.25-3-13 CORRIERE DINOVARA"Discarica di amianto,nasce un Comitato"Nasce il comitato contrarioalla discarica d'amianto.27-11-12 TRIBUNANOVARESE 2.0"Discarica per l'amianto inmezzo al bosco"La ditta Ederambiente diBorgovercelli presenta ilprogetto per la discaricadi Barengo in Provincia.

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Le fibre di amianto, se inalate,sono fra le cause principali diasbestosi e di mesoteliomapleurico, pericardico, perito-neale e genitale. Il mesoteliomada asbesto implica l’ingressodelle fibrille nel circolo ematico.Altra via d’ingresso nell’organi-smo può essere quella alimen-tare (acqua inquinata da fibreasbestiformi). Le fibre diretta-mente ingerite raggiungerebbe-ro l’apparato gastroenterico e,penetrandone la parete, svol-gerebbero la loro attività cance-

rogena risiedendo in loco perdecine di anni. Gli studi nonsono ancora conclusivi, masembra che l’amianto ingeritopossa agire in sinergia con altricancerogeni e favorire l’insor-genza di cancro dello stomaco,colon e retto. I rischi per la salu-te sono oggi conclamati per losfaldarsi di manufatti in eternitancora in sede. Rimozione esmaltimento vanno eseguiti inassoluta sicurezza, anche perle generazioni future. Finoral’eternit veniva impacchettato e

sotterrato in discariche dedica-te e impermeabilizzate. Unasoluzione giudicata non piùsufficiente, almeno dallaComunità Europea, come silegge nella Risoluzione delParlamento europeo del14/3/2013 sulle “Minacce per lasalute sul luogo di lavoro legateall'amianto e le prospettive dieliminazione di tutto l'amiantoesistente”. Bruxelles sostieneinfatti che il conferimento del-l’amianto in discarica non é ilsistema più sicuro per eliminaredefinitivamente il rilascio difibre nell'ambiente, in particola-re nell'aria e nelle acque difalda. Le discariche rappresen-tano una soluzione provvisoria,perché le fibre sono pressochéindistruttibile nel tempo. Unproblema solo rinviato alle futu-re generazioni. Optare per impianti di inertizza-zione risulta di gran lunga pre-feribile. L’Ue intende promuo-vere e sostenere la ricerca dialternative ecocompatibili, pergarantire l’inattivazione dellefibre e la loro conversione inmateriali innocui. In questoscenario si colloca la presenta-zione del Piano NazionaleAmianto dello scorso 8 aprile aCasale Monferrato. Presentil’allora ministro della Salute

Amianto: non solo discariche

Il Comitato ha raccolto 4mila firme

Ecco come smaltire riducendo i rischi sanitari

Oltre a Barengo una cordata di Comuni contro la discarica di Eternit

Marco Calgaro

Alessandro Buscaglia

Balduzzi, con i funzionari deiministeri dell'Ambiente e delLavoro. La bozza di Piano saràpresentata alla ConferenzaStato-Regioni e successiva-mente sottoposta all'approva-zione del nuovo Parlamento. IlPiano contiene tre settori:Sanitario, Tutela dei lavoratoriesposti all'amianto,Ambientale. Una strada obbli-gata, dato che il picco di morta-lità dovuta all’amianto é attesoper il 2030. Si spera nellamessa a punto di marcatori perla diagnosi precoce del meso-telioma, ma la strada é ancoralunga e finora non esistonointerventi chirurgici che nonsiano gravemente invasivi, néterapie risolutive. In accordocon la Risoluzione Europea ilPiano stabilisce che le discari-che di amianto di superficienon sono la soluzione ottimaledel problema. Si suggerisce,inoltre, di utilizzare miniere ecave dismesse, in Italia di com-petenza regionale, proprio per-ché assai presenti sul territorio.Essendo i processi di inertizza-zione dell'amianto ancora pocodiffusi il documento rimarcainfine la necessità di svilupparela ricerca in questo settore.A fronte dell’autorevole pareredella comunità europea, resta ildubbio sulla reale efficacia diqueste alternative. Il rischio dicontaminazioni delle falde perle generazioni successivepotrebbe infatti presentarsianche nell’utilizzo di cavedismesse, sotto questo aspettoequivalenti alle attuali discari-che. Altro discorso per proces-si di inertizzazione e vetrifica-zione dell’amianto, applicatisoprattutto in Francia dovesono attive torce al plasma.Una tecnologia che restituisceun materiale utilizzabile senzapericolo nell’edilizia. Di contro,questa soluzione implica unalto consumo di energia elettri-ca. Un “effetto collaterale” cheperò, Paesi come la Francia sipossono permettere, dato ilsurplus di energia prodottodalle centrali nucleari.Riconoscendole qualche formadi compensazione, l’Europapotrebbe concentrare il tratta-mento dagli altri Stati membri inFrancia, a beneficio dei cittadi-ni e delle future generazioni.

Oltre 4mila firme raccolte inqualche settimana. Questol'effetto dirompente del comi-tato “No discarica di amianto”sul territorio di Barengo. Ilcomitato di volontari ha pocopiù di un mese di vita, ma ègià riuscito a mobilitare centi-naia di cittadini contro il pro-getto della discarica e coinvol-gendo anche la cittadinanza diMomo, Briona, Cavaglio e altricomuni limitrofi.Un movimento spontaneo,nato dalla volontà del comita-to di catalizzare il dissensodegli abitanti di Barengo edalla necessità di fare chiarez-za su di un progetto che pre-senta molte ombre. Al centro

della polemica il percorsoavviato per individuare un sitoadatto ad ospitare impiantifotovoltaici, nel corso deltempo trasformatosi in disca-rica monodedidcata a rifiutinon pericolosi, contenentiamianto. I primi passi del comitatohanno visto i cittadini esercita-re una grande pressione sul-l’amministrazione comunale diBarengo, affinché esprimesseuna chiara opposizione al pro-getto. Lo scorso 9 aprile èstato ufficializzato il “no”all'operazione. La lotta delcomitato, però, non si è fer-mata. Tutt'altro, il raggiod’azione si è ampliato.

“Siamo in pochi e abbiamotantissime cose da fare”, rac-conta Valentina, una delleanime del comitato, durante ilconsiglio comunale di Momodel 17 aprile, in cuil’Amministrazione e laMinoranza hanno espresso lacontrarietà al progetto.Eppure questi pochi – 15 per-sone, da quanto riporta il loroblog – hanno già ottenutomolto.Anche i Comuni di Briona,Cavaglietto e Ghemme hannodeliberato contro la realizza-zione della discarica. La pallapasserà quindi allaConferenza dei Servizi, previ-sta per il prossimo 23 maggio.

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Arrestato boss ad AlessandriaLa Stampa 20/04/2013E' stato arrestato a Castelnuovo Scrivia il boss della`ndrangheta Sebastiano Strangio, 38 anni. Era latitante dal2007. E' considerato uno dei mandanti della strage diDuisburg, in Germania. Ieri, il questore Filippo Dispenza haconvocato una conferenza stampa per annunciare la cattu-ra di uno dei personaggi di spicco della 'ndrangheta cala-brese, fratello di Maria Strangio, uccisa nella strage di Nataledel 2006. L'uccisione di Maria Strangio nel Natale 2006dette origine alla faida di San Luca tra le famiglie NirtaStrangio e il cartello Pelle Vottari.

a cura di Angela Emanuele

Rifiuti 22 arresti a NapoliLibera Informazione 17/04/2013La Guardia di Finanza di Napoli sta effet-tuando 22 ordinanze di custodia cautelarenell’ambito dell’inchiesta della Dda parteno-pea sul sistema dei rifiuti. Nel mirino degliinquirenti il Sistri, il sistema integrato deirifiuti, voluto da ministero dell’Ambiente. IlSistri è stato pensato per rendere tracciabilii rifiuti e stroncare il traffico che ha arricchi-to le mafie, soprattutto i clan dei casalesi.Proprio dall’inchiesta dei magistrati diNapoli sarebbero emerse numerose irrego-larità. Agli indagati sono contestati, a variotitolo, reati che vanno dall’associazione adelinquere finalizzata all’emissione e all’uti-lizzazione di fatture false, alla corruzione,dalla truffa aggravata, al riciclaggio, fino alfavoreggiamento e all’occultamento di scrit-ture contabili. Tra i destinatari delle misuracautelare, convalidata dal Gip di Napoli, c’èanche Carlo Malinconico, ex sottosegretariodel governo Monti costretto a dimettersipoco dopo aver assunto l’incarico. PerMalinconico sono stati disposti gli arrestidomiciliari, mentre in carcere sono finiti gliimprenditori Sabatino Stornelli, MaurizioStornelli e Francesco Paolo Di Martino.

Minotauro in aula PenteneroLa Repubblica 17/04/2013Sono saliti sul banco dei testimoni del proces-so Minotauro anche due consiglieri regionali,Gianna Pentenero del Pd e Alberto Goffidell’Udc, chiamati a deporre dalla difesa diBruno Trunfio, ex assessore di Chivasso(prima di Forza Italia, poi dell’Udc) e uno degliimputati del maxiprocedimento sulle infiltra-zioni della ‘ndranghera nel Torinese.L’udienza nell’aula bunker delle Vallette è ini-ziata però con la notizia che la prefettura diTorino aveva consegnato al giudice PaolaTrovati la relazione del ministro Cancellieri chemotivava la decisione di non sciogliere il con-siglio comunale di Chivasso.

Cosco confessa l’omicidio in aulaNarcomafie 17/04/2013“Io non ho mai avuto l’intenzione di uccidere la madre di miafiglia. Quel 24 novembre 2009 ho avuto un raptus, non socosa mi sia preso”. Racconta così Carlo Cosco, nell’udien-za di ieri, martedì 16, che lo ha visto protagonista in qualitàdi teste. Per la prima volta da quando il processo è iniziato(compreso il primo grado) l’imputato non ha reso dunquedichiarazioni spontanee, non si è avvalso della facoltà di nonrispondere, ma si è seduto di sua sponte dinanzi alla Corte,sottoponendosi alle domande di accusa e difese.Niente premeditazione dunque, niente vendetta, secondo ilmaggior imputato per la morte di Lea Garofalo. Nega qual-siasi pedinamento, qualsiasi tentativo di ucciderla nel corsodegli anni.

Arrestato sindaco di MontelepreIl Fatto Quotidiano 08/04/2013

Trentasette arresti, tra cui un insospettabile come GiacomoTinervia, il sindaco di Montelepre eletto in una lista civica dicentrodestra, accusato di estorsione e concussione. Le indagini, avviate nel 2010 e coordinate dalla Dda diPalermo, hanno documentato come Cosa nostra si stia rior-ganizzando. Il nuovo Gotha di Cosa Nostra aveva effettuatouna sorta di “fusione” dei due mandamenti storici dellamafia, quelli di San Giuseppe Jato e di Partinico, confluitiin un’unica formazione.

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2013 NEWS DAI TERRITORI

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L’edizione di ParoleStrabiche dello scorsodicembre aveva fatto ilpunto sulla chiusura delladiscarica di Ghemme, sotto-lineando l’importanza di nonperdere tempo e di rispetta-re i cronoprogrammi dell’ulti-ma A.I.A. (autorizzazioneintegrata ambientale) dellaProvincia. Sversamenti illeci-ti avvenuti verosimilmentenegli anni 70-80, prima chevi si conferissero rifiuti solidiurbani, e forse la non corret-ta impermeabilizzazione delfondo, hanno causato l’in-quinamento della pseudofal-da. Si parla di Cloruro divinile monomero, sostanzaaltamente cancerogena.L’ultima A.I.A. addebita aDaneco i costi della prose-cuzione del monitoraggioperiodico da parte di ARPAsulle acque e sull’aria dellazona. Una misura previstadal fatto che la zona adia-cente la discarica é inseritanell’Anagrafe Regionale deiSiti Contaminati. I dati rac-colti durante il 2012 mostra-no un peggioramento dellasituazione rispetto all’annoprecedente. Un dato cheriguarda sia le acque, sial’aria, con presenza diTetracloretilene (anch’essocancerogeno). ARPA racco-manda un approfondimentodello studio con l’utilizzo diun numero maggiore di pie-zometri, ma non spiegaalcuni dati relativi all’aria nei“punti di bianco“, dove nondovrebbero esserci inqui-n a n t i .Anche ilp e r c o l a t ov i e n em e s s osotto con-trollo. Loscorso 5febbraio siera riunitoun tavolotecnico inPre fe t tu rac o nC o m u n e ,Provincia, ARPA, ConsorzioRifiuti Medio Novarese eDaneco, ma già il 4 febbraiol’amministrazione comunaledi Ghemme aveva emesso

una nuova ordinanza didivieto di accesso all’area,con il conseguente stopanche ai conferimenti dirifiuti in discarica, ribadendo

la richie-sta dicolmare idislivell iesistentisolo conrocce discavo enon cont e r r ep r o v e -nienti daaltri sitidi bonifi-ca.

Siamo di fronte ad un corto-circuito: l’area è meritevoledi monitoraggio e bonifica,ma la discarica va chiusa al

Ghemme: cortocircuito insanabile?Tra ordinanze e controlli che evidenziano nuovi inquinanti

Marco Calgaro

“ “Inquinanti

anche nei

“punti di

bianco”: una

sorpresa inattesa

dai controlli

più presto sistemandone ilprofilo e confezionando il“capping”, altrimenti le piog-ge continueranno ad incre-mentare laproduzio-ne di per-colato. Perfare ciòDaneco éautorizzataa portarviterre pro-venienti daaltri siti dib o n i f i c acontenentim e t a l l ip e s a n t i ,ma il Comune di Ghemme sioppone e insiste perchél’operazione preveda l’utiliz-zo esclusivo di materiali nonpericolosi. E intanto l’inqui-

namento si allarga, si propa-ga e peggiora. Come si escedall’impasse? In attesa dirisposte concrete sorge una

domandas p o n t a -nea: per-ché nonsi mettemano alpo r ta fo -glio e nonsi finanziala bonifi-ca vera ep r o p r i adell’area,seguendoil proget-

to redatto anni fa da ARPA?Lo studio prevedeva l’uso disospensioni attive di battericapaci di accelerare la dige-stione di tali inquinanti.

“ “Situazione

congelata,

perché non

procedere

con una vera

bonifica?

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Individuare con completezzauna normativa sulle caverisulta compito assai arduo.Poche e rade sono le disposi-zioni nelle quali il legislatorenazionale si occupa delladisciplina delle cave, e ampioè lo spazio lasciato alla nor-mativa regionale. Cerchiamodi tirare le somme.Innanzitutto l’articolo 186 deld.lgs. 152/2006 “Norme inmateria ambientale” prevedela possibilità di utilizzare leterre e le rocce da scavo perla realizzazione di rilevati esottofondi, reinterri, rimodel-lazioni, ripristini e migliora-menti industriali. Tali materialipossono altresì essereimmessi in cicli produttiviindustriali come sottoprodot-ti, anche in sostituzione deimateriali di cava, nel rispettodelle condizioni stabilite dallanormativa. Le terre e rocce da scavo noncostituiscono rifiuti, e fuorie-scono dalle regole per essidettate. Questo è tutto quanto è pos-sibile ricavare dal testo nor-mativo nazionale, passandoinvece alla datata leggeregionale del Piemonte n.69/1978 in materia“Coltivazione di cave e tor-biere” è possibile rinvenireuna definizione univoca diattività estrattiva soggetta adautorizzazione. Come si legge dai primi arti-coli, ogni estrazione di mate-riale da fondi, intesi comefondi posti in aree extraurba-ne, costi-t u i s c ea t t i v i t àestrattiva.Da que-sta deveescluder-si l’ipote-se diestrazio-ne dalp r o p r i ofondo dimaterialeda utiliz-zarsi esclusivamente per lapropria casa di abitazione oper opere agricole che insi-stano su propri fondi.Quanto alla competenza in

materia, spetta alla Regionepredisporre il piano regionaledi sfruttamento dei giacimen-ti di cave e torbiere. Talepiano descrive le linee di pro-grammazione che sarannovincolanti per la predisposi-

zione diPiani pro-vinciali disettore del-l ’ a t t i v i t àestrattiva.La Regionedelega lefunzioni diesercizio inmateria did o m a n d adi autoriz-zazione perla coltiva-

zione di cave e torbiere e rila-scio della stessa (che deveavvenire entro 120 giornidalla sua presentazione connotifica al richiedente del

provvedimento adottatoentro i successivi 15 giorni) aiComuni. Spetterà dunqueall’Amministrazione comuna-le valutare se rilasciare l’auto-rizzazione, tenendo contodella rilevanza del materialeda estrarre per l'economiaregionale, degli impegniassunti dal richiedente relati-vamente al complesso del-l'organizzazione produttiva,ma anche della tutela dellasalubrità della zona circo-stante, dell'ambiente e delpaesaggio e delle condizioniidrogeologiche, con partico-lare riferimento alla stabilitàdelle aree interessate, oltreche di altri preminenti interes-si generali. Occorre sottoli-neare che, l’Amministrazionecomunale nel rilasciare l’au-torizzazione può sia inserirviprescrizioni concernenti lemodalità della coltivazione,

dirette alla salvaguardia degliinteressi generali, sia disporreil versamento di una cauzioneo la prestazione di idoneegaranzie a carico del richie-dente, restando il coltivatoreesonerato dal pagamento deicontributi previsti dall'art. 55

Cave: a ciascuno la

Le autorizzazioni

ai cavatori

vengono

rilasciate

dalle

amministrazioni

comunali

che sulla terra

estratta

percepiscono

delle “royalties”

“ “Le competenze

sono regionali

e ciascuno

fa a suo modo

lasciando

margini dʼazione

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della legge regionale 5dicembre 1977, n. 56, relati-vamente agli interventi atti agarantire il ripristino o laricomposizione del paesag-gio naturale alterato. La Amministrazione compe-tente potrà anche, per motividi pubblico interesse o permotivata richiesta del coltiva-tore, introdurre modifiche alprovvedimento di autorizza-zione originario ma l’autoriz-zazione ha e mantiene naturapersonale, oltre che duratamassima decennale.L'autorizzazione e la conces-sione si estinguono, per sca-denza del termine decennaledi concessione, per rinuncia,o per decadenza, qualora ilcoltivatore non osservi le pre-scrizioni contenute nel decre-to di autorizzazione o di con-cessione, previa diffida del-l'organo competente con ter-mine non inferiore a 10 giorni

e non superiore a 90 giorni.In particolare, qualora ladestinazione dell'area sia dif-forme dal Piano RegolatoreGenerale dei Comuni, l'auto-rizzazione concessa per l'atti-vità estrattiva costituisce attodi avvio del procedimento divariante, da adottarsi entro ilt e r m i n ecomples-sivo di 90giorni. In applica-zione dellal e g g eregionale,di cuis o p r asono statib r e v e -m e n t erichiamati ip u n t iessenziali, è stata emessa laCircolare del Presidente dellaGiunta regionale del 9 mag-gio 1979 che, nel commenta-re l’applicazione della norma-tiva, ha precisato che peraversi cava è necessario unulteriore requisito. In partico-lare, il materiale estrattodovrà essere industrialmenteutilizzabile e sussistere inconcreto, un interesse indu-striale alla coltivazione di talemateriale preminente rispettoalle altre utilizzazioni dei fondiinteressati.Con la presente circolare si èconfermato inoltre che ogniintervento che prevede estra-zione ec o m -mercia-lizzazio-ne dimateria-le indu-s t r i a l -m e n t eutilizza-b i l ed e v ee s s e r eautoriz-zato aisensi della legge regionale69/1978 ed è sottoposto alpagamento delle tariffe deldiritto di escavazione, istituitedall’articolo 6 della leggeregionale 21 aprile 2006, n.14 della Regione Piemonte.

Con particolare riguardo aqueste ultime, le tariffe sonofissate sulla base di parametriindividuati dal legislatore, chevariano a seconda del mate-riale oggetto di estrazione, esono aggiornate con delibe-razione della Giunta regionaleogni due anni sulla base del-

l ’ i n d i c eI S T A T .L’importor i c a v a t odai dirittidi escava-z i o n eviene divi-so tra laRegione, iC o m u n iinteressatidalle areedi escava-zione e gli

Enti di gestione delle Areeprotette. Questo quanto rica-vabile da una lettura dellanormativa in materia di cavee torbiere. Quanto invece allecosiddette “bonifiche agra-rie”, ovvero agli interventi sulterritorio, finalizzati al miglio-ramento fondiario o agrariodel fondo, queste non rien-trano nella disciplina dettatadall’articolo 186 del d.lgs. n.152/2006 per le terre e rocceda scavo in quanto ricadonoa pieno titolo nella disciplinadell’attività estrattiva. In talcaso, non spetterà alcundiritto di escavazione. Attivitàestrattiva che non è del tutto

estranea allamateria inesame, inquanto èbene ricorda-re che il mate-riale gestiton e l l ’ a m b i t odalla normati-va ambientaleper le terre erocce dascavo (artico-lo 186 d.lgs.152/2006 e

d.g.r. 15 febbraio 2010, n. 24– 13302) potrà sempre essereutilizzato, qualora compatibi-le, per il rimodellamento oriempimento totale o parzialedegli scavi prodotti dallecave.

sua legge...Martina Germano

A. Buscaglia

Ghost Truck:condannato Di Giovanni

Una primavera turbo-lenta, quella diGiuseppe “Pino” DiGiovanni.L’imprenditore diSizzano in poche setti-mane si è visto condan-nato dal Tribunale diNovara a 3 anni perusura. In seguito è statoarrestato nell’ambitodell’operazione “GhostTrucks” della procura diViterbo assieme ad altre7 persone, alcune dellequali ritenute dagliinquirenti «particolar-mente vicine ad orga-nizzazioni criminali‘ndranghetiste».Dalle carte processualiemerge un legameantico, molto stretto,che unisce Pino DiGiovanni a CarmineVerterame, già condan-nato nel processo“Infinito” di Milano a 12anni e 5 mesi di reclu-sione per associazionemafiosa. I primi contatti attestatirisalgono al 2007,quando CarmineVerterame fu il tramitetra l’imprenditore in dif-ficoltà economica,Guerino Gallo, e DiGiovanni, propiziandola nascita del rapportousuraio tra i due.Questo è quanto testi-moniato nel processonovarese proprio daGallo.I rapporti tra Verteramee Di Giovanni sono con-fermati anche dallecarte di “Infinito”, ope-razione in cui però DiGiovanni non è statoindagato direttamente.Dalle intercettazioni sinota che, nel marzo del2009, Di Giovanni si erarivolto a Verterame inquanto gli era statochiesto da un altro sog-getto un “fiore”, cioè unaiuto per le famiglie deicarcerati.

“ “I diritti

di escavazione

vengono

suddivisi tra

Regione

e Comuni

“ “Al via degli scavi,

i cavatori

depositano

il piano per il

ripristino

ambientale

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gio

2013

Romentino ha creato un pre-cedente storico per la provin-cia novarese. Il Comune,infatti, ha votato il 6 maggiodell’anno scorso all’unanimitàun protocollo di nuove regoleper vincolare l’attività estratti-va, così come i controlli daeffettuare sulle imprese ope-ranti nel settore. Chiediamoad Alessio Biondo, esponentedi minoranza del Consigliocomunale, da anni impegnatosul fronte di sensibilizzazioneattorno al tema, cosa effetti-vamente sia cambiato con lamisura varata dallaAmministrazione.

Come è cambiata la situa-zione, se è cambiata, dal-l'approvazione bipartisan dinuove linee guida in materiadi cave?E' cambiata sì e no, nel sensoche a parole il sindaco conti-nua ad affermare di non volerconcedere più cave, ma difatto a due richieste pervenu-te si è risposto positivamente.

Più precisamente?Sulla prima delle due, con-cessa per l'autostrada, nullada eccepire; i parametri eranoa norma, dunque non vi eraalcun motivo particolare perrifiutarla.Nel secondo caso la richiestaè pervenuta dal cavatoreVincenzino Ricciardo, l’indu-striale con il maggior numerodi siti aperti a Romentino. Inquesto caso abbiamo cercatodi sostenere l'inaffidabilità delsoggetto, protagonista disvariate irregolarità. La richie-sta, arrivata prima dell’appro-vazione del Protocollo, a fron-te delle contenute dimensionidell’area e del parere favore-vole del legale del Comune, èstata affidata la concessione.La norma del nostro nuovopiano cave non è retroattiva equindi, in caso di respingi-mento di questa secondarichiesta, ci sarebbe stato ilrischio concreto di un ricorsoal TAR da parte del cavatore,a esito sostanzialmente vin-cente.

Quindi non si osservanocambiamenti rispetto al

passatoCertamente non se ne osser-vano nel rapporto con il sud-detto cavatore, il quale conti-nua a fare ricorso contro ilComune. Ricciardo insite nelricordare che, in caso di stopdefinitivo dei suoi siti, l'effettos a r e b b eun costosociale inl i c e n z i a -m e n t imolto ele-vato.Va detto,però, cheun lavoronei suoiconfronti èstato bloc-c a t o .P a r l i a m oin questo caso di una poten-ziale cava da 2 milioni di metricubi. Un grosso lavoro.

Il rapporto con la Giuntacomunale è diventato piùcollaborativo, invece?Non direi proprio. Se a parolesostengono di aver compresol'importanza del tema, neifatti osserviamo la mancanzadi trasparenza di sempre.

Non riu-sciamo adaccederea moltidocumen-ti, chep e r a l t r onon ven-g o n on e a n c h eresi pub-blici suin te r ne t ,c o m echiediamo

da parecchio tempo. Di alcu-ni fatti, anche importanti,veniamo a sapere solo a cosesuccesse oppure attraversofughe di notizie abbastanza

sistematiche in un piccolocomune come Romentino.

Uno strumento concreto acui appellarvi non risolve lepreoccupazioni di sempre.Il tema riguarda quale futurosi vuole dare a Romentino.Con il passato che ha avuto,con il presente che sta viven-do in termini di consumo delterritorio, cosa lasciamo ainostri figli?Ciò che ci preme sapere ècome verranno riempite lecave ad oggi aperte. Di alcu-ne sappiamo già abbastanzaper preoccuparci, comeriportato da alcuni giornali.Chi supervisionerà i lavori eche cosa verrà fatto dopo, aseguito delle bonifiche?Per il momento ci sono vociche parlano di un parco gio-chi, di un nuovo Gardaland.Mi sembra evidente che ilfuturo del nostro territoriovada ridiscusso.

La Romentino del dopo protocolloCosa è cambiato nel “regno” delle cave? L’intervista ad Alessio Biondo

Mattia Anzaldi

“ “Duo nuone cave

nonostante

la delibera:

che futuro

vogliamo

per il territorio?