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PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA
Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana
07 maggio 2017
Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a [email protected]
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Giuliano Pisapia per #BellaCernusco! L'ex sindaco di Milano mi
farà il grande onore di venire a dare il suo sostegno alla nostra
coalizione. Mercoledì 24 maggio sarà in piazza Matteotti con
me e con tutti coloro che vorranno incontrarlo a partire dalle
17.30. Alle 19.30, poi, risottata per tutti. Vi aspettiamo!
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Carmine Fotia @CarmineFotia · 21 maggio 2017
Cosa ci insegna Giovanni FALCONE
Il suo, un cammino irto di difficoltà,
fece crollare il muro di indifferenza,
incompetenza e complicità attorno
alla mafia trasformando il magistrato
in una icona della legalità
A venticinque anni dalla strage di
Capaci un bel libro di Giovani Bianconi,
cronista di razza del Corriere della
Sera (“L’Assedio”, sottotitolo : “Troppi
nemici per Giovanni Falcone”, Einaudi Stile
Libero Extra), ci restituisce la complessità
della figura del magistrato diventato l’icona
della lotta alla mafia. Una complessità che dovrebbe scoraggiare chiunque dallo
strumentalizzazione della sua figura e della sua opera al fine di piegarle a una contingente
polemica. Falcone fu attaccato ora da destra ora da sinistra.
Fu, il suo, un cammino irto di difficoltà, perché fece crollare il muro di indifferenza, incompetenza
e complicità che ha consentito a Cosa Nostra di diventare qualcosa di molto diverso da una semplice
organizzazione criminale.
Quando Falcone arriva a Palermo, la sua prima inchiesta importante svela la nuova geografia
del potere mafioso, con i corleonesi di Totò Riina all’assalto della vecchia aristocrazia mafiosa:
traffico di droga, riciclaggio, connessioni con il sistema bancario e con il potere politico, tutto
cambia di mano. I corleonesi non usano il guanto di velluto, cadono i boss della mafia perdente,
ma anche gli uomini con i quali Falcone lavora: Gaetano Costa, Rocco Chinnici, Calogero
Zucchetto, Ninni Cassarà. E altri uomini delle istituzioni: Cesare Terranova, Piersanti Mattarella,
Emanuele Basile, Pio la Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Da lì parte la strada che porterà al pentimento del boss Tommaso Buscetta e al maxi-processo.
Per la prima volta la mafia viene descritta come un’organizzazione unitaria, governata da una
“cupola” che decide le strategie e gli omicidi politici. Per la vecchia aristocrazia mafiosa l’omicidio
politico è una extrema ratio: vi si fa ricorso solo quando non si può fare altro. Per i corleonesi è
invece il modo di affermare un potere assoluto che (si capirà dopo con l’omicidio di Salvo Lima)
non esita a togliere di mezzo, oltre che gli uomini delle istituzioni che, spesso isolati, li combattono,
anche i vecchi amici diventati inutili. “Cosa Nostra – afferma- è autonoma rispetto alla politica. Il
rapporto è alla pari, in diverse occasioni di superiorità del boss sul colletto bianco”. Non nega i
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rapporti tra mafia e politica, ma vede che mentre prima la mafia accettava di obbedire alla politica,
ora vuole mettersi al posto di comando.
Falcone comprende questo mutamento, anche grazie agli input di magistrati come Gaetano Costa
e Rocco Chinnici, ma fa un salto: modifica i metodi di indagine. Non si ferma agli esecutori
materiali degli omicidi di mafia, cerca i flussi di denaro del traffico di droga che passano
attraverso le banche siciliane e di qui le connessioni con pezzi della classe dirigente dell’isola.
Dopo la confessione di Tommaso Buscetta comprende l’unitarietà del fenomeno mafioso e
sviluppa, con l’appoggio di Antonino Caponnetto, un metodo di indagine coordinato: se la mafia
ha un vertice unico che decide tutto, occorre una mente investigativa che sappia collegare i singoli
eventi criminosi. E così nasce il pool antimafia, che concentra e coordina le indagini sui delitti
mafiosi.
Fino a quel momento, consiglio la lettura del libro di Peppino Di Lello (“Giudici”, Sellerio) uno
dei membri del pool, ogni singolo delitto veniva letto separatamente e veniva negata l’esistenza di
una centrale di comando unica. Il che portava a una serie di assoluzioni a raffica per “insufficienza
di prove”. Ciò vuol dire che Falcone costruiva teoremi giudiziari a prescindere dalle prove?
Nient’affatto, perché egli cercava minuziosamente le prove: conti bancari, dichiarazioni dei pentiti
attentamente verificate e giudicate utilizzabili sono in presenza di riscontri. In questa fase, ci
ricorda Bianconi, i suoi principali avversari furono all’interno del palazzo di giustizia palermitano
e in quelle forze politiche di governo (Dc e Psi) che vedevano loro esponenti coinvolti nelle
indagini: lo consideravano un “giudice sceriffo”, uno che non andava tanto per il sottile sulle
regole. Allora fu difeso da un largo fronte antimafia che coinvolgeva il Pds, la Rete di Leoluca
Orlando, primo sindaco antimafia di Palermo, i movimenti antimafia della società civile.
I suoi avversari, anzitutto dentro la magistratura, contrastano questa impostazione, alcuni perché
pensano che tale metodo violi le garanzie, altri perché adagiati nell’antica logica del
“contenimento” del fenomeno mafioso, tipico di un sistema che aveva imparato a convivere con la
mafia. Peccato che la nuova mafia dei corleonesi non voleva convivere, ma prendere il bastone del
comando. È questo che Falcone capisce. Era stato il primo a mettere per iscritto, parlando
dei grandi delitti politico-mafiosi, che Cosa Nostra aveva compiuto un salto di qualità e che,
dopo aver decapitato negli anni ’80 i vertici delle istituzioni siciliane che le si opponevano,
stava alzando il livello della sfida. Aveva deciso di regolare con il tritolo i suoi conti con la
politica. Di rompere l’antico patto di convivenza.
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@unitaonline · 21 maggio 2017
Parolin striglia Grillo: “Nessuno può identificarsi
in San Francesco”
La replica del segretario di Stato Vaticano a Beppe Grillo, che aveva evocato il santo durante la marcia del M5S ad Assisi
“Mamma mia!”. Esclama il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin sentendo che Beppe Grillo ha paragonato il Movimento 5 Stelle a San Francesco dicendo: “Siamo noi i nuovi francescani”. A margine delle iniziative per l’inaugurazione del nuovo santuario della Spogliazione ad Assisi, Parolin protegge la figura del patrono d’Italia, del povero tra i poveri, ricordando che “San Francesco si identificava con Cristo, lui sì che è stato una vera immagine del Cristo tanto che ha meritato addirittura di ricevere nelle sue membra le stimmate e le piaghe”. Esiste un partito che oggi può identificarsi con San Francesco? “Direi di no. Io non vedo nessun partito, questa è la mia umile considerazione, che possa identificarsi con il messaggio di San Francesco. Forse mai nessuno potrà dire ‘mi identifico con San Francesco’. È un modello talmente alto, non irraggiungibile ma talmente alto che sfugge sempre a qualsiasi identificazione, ma io sono contento se ci sono partiti o persone dentro i partiti che hanno questa attenzione verso la povertà. Questo è positivo e anche che si faccia riferimento alla figura di San Francesco, ora dire ‘ci siamo identificati con lui’…stiamo attenti anche a non manipolare queste cose”.
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Buona settimana a tutti Voi
Alessandro Iobbi
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07 maggio 2017
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DONA IL 2X1000 AL PD
SCRIVI M20 Nel 2013 abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti per sostituirlo con una forma di partecipazione che lascia ai cittadini la facoltà di scegliere se e chi sostenere. Anche quest’anno puoi donare il tuo 2×1000 al Partito Democratico. A te non costa nulla e insieme saremo più liberi.
Scrivi M20 nello spazio dedicato al 2×1000 della tua dichiarazione dei redditi e firma accanto.
Resta invariata la possibilità di devolvere il 5×1000 e l’8×1000.
Anche nel caso di 730 precompilato o se non hai l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, puoi devolvere il 2×1000 al PD.
Per qualsiasi dubbio contattaci a [email protected].
Leggi la newsletter del Tesoriere Francesco Bonifazi
http://www.partitodemocratico.it/2x1000/
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07 maggio 2017
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Cari Compagni, Cari Amici,
Vi chiedo una mano per sostenere l'Unità e per accompagnare lo sforzo che stiamo facendo per restituire forza e vitalità al nostro giornale, che ho iniziato a dirigere da quindici giorni.
L'Unità è una voce forte e sincera che guarda a tutto l'arco delle forze progressiste e che considera avversari non solo la destra bigotta e intollerante ma anche la sinistra intollerante e bigotta.
Stiamo già lavorando per rinnovare il giornale anche graficamente aumentando il numero delle pagine e arricchendolo di nuovi contributi.
Insieme dobbiamo migliorare la presenza del giornale di carta, e di una carta più appropriata alle immagini cui vogliamo far posto, sul territorio nazionale, cercando di tornare finalmente, con un numero di copie sufficienti, in tutte le edicole italiane.
Nell'immediato, conoscendo le varie difficoltà che tanti lettori trovano adesso a reperire il nostro giornale, abbiamo pensato ad un abbonamento speciale online: andando sul sito www.unita.tv cliccate su «abbonati al giornale» e, tra le varie offerte, scegliete magari l'abbonamento speciale per tre mesi a soli 10 euro.
E' un'offerta che facciamo a tutti voi perché possiate seguirne la crescita qualitativa. Spero che siate in tanti a fare questo piccolo gesto perché più sarete e più infonderete in tutti noi la fiducia di star facendo un lavoro utile al nostro futuro. Ho scritto utile, non necessario e tanto meno indispensabile: fare insieme una cosa utile e, chissà, bella, è la nostra aspirazione.
Grazie a tutti Sergio Staino