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PAVESE FESTIVAL 2009 AMERICA Libri, arte, musica, cinema e teatro per Cesare Pavese CARTELLA STAMPA

PAVESE FESTIVAL 2009 AMERICA · 2018. 5. 12. · Selezionata per il bando Arti Sceniche la rassegna PAVESE FESTIVAL 2008 “IL MESTIERE DI SCRIVERE” con un contributo di 25 mila

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PAVESE FESTIVAL 2009

AMERICA

Libri, arte, musica, cinema e teatro per Cesare Pavese

CARTELLA STAMPA

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COMUNICATO STAMPA

PAVESE FESTIVAL 2009America

Sabato 27 giugno 2009, Ore 18,30Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, Santo Stefano Belbo

Il Comune di S. Stefano Belbo, luogo natale di Cesare Pavese, è impegnato ormai da diversi anni in collaborazione con la Fondazione Cesare Pavese, in una serie di manifestazioni concernenti la figura del grande poeta e scrittore. Il Pavese Festival verrà presentato durante la conferenza stampa che si terrà sabato 27 giugno alle ore 18,30, presso la Chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo, giunto alla sua nona edizione, è da considerarsi a questo proposito un’occasione più che mai rilevante per ricordare l’opera pavesiana.

Oltre all’inaugurazione del festival, nella stessa serata, si potrà assistere a due appuntamenti legati al tema dominante del Pavese Festival 2009: L’ America, ovvero il legame ( ricorrente nell’ opera pavesiana) fra lo scrittore e l’ America.Alle 19,00 ci sarà l’inaugurazione di Americana, mostra documentario a cura di Claudio Pavese, Franco Vaccaneo e Lorenzo Ventavoli, a cui seguirà, alle 21,30 Tra Leopardi e Pavese, performance multimediale con nastri magnetici, dialoghi e lettura di poesie, a cura del XXXII Festival Internazionale Antidogma Musica.

Saranno presenti alla conferenza stampa Giuseppe Artuffo (Presidente della Fondazione Cesare Pavese e Sindaco di Santo Stefano Belbo), Rosina Molinaris (Assessore alla Cultura del Comune di Santo Stefano Belbo), Franco Vaccaneo (Presidente del Comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese e Direttore artistico del Festival), il Consiglio di Amministrazione della Fondazione e i rappresentanti dei principali enti finanziatori del Pavese Festival.

Il Pavese Festival 2009 è uno dei festival di “Piemonte dal Vivo” – In viaggio negli spettacoli tra cultura e turismo. Dallo scorso anno fa parte di “Itinerari d’arte in Piemonte” - circuito d’eccellenza realizzato con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico, artistico e monumentale della regione.

Ufficio Stampa: 0141.843730 – 0141.841819

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Siamo giunti alla nona edizione del Pavese Festival. Dopo l’edizione dello scorso anno, che verrà ricordata come quella del “Centenario”, in quanto realizzata nell’ambito dei festeggiamenti per i cento anni della nascita di Cesare Pavese, quest’anno ci aspetterà un nuovo capitolo di questa manifestazione culturale. Da nove anni il Pavese Festival ci accompagna e ci permette di far conoscere il nostro paese a livello nazionale (grazie anche al calibro degli ospiti che si sono succeduti nel corso degli anni all’interno di questa rassegna). Un Festival che è riuscito a inserirsi nelle manifestazioni di pregio della Regione Piemonte e dunque a essere promosso da “Piemonte dal vivo”, la pubblicazione che ogni anno divulga le rassegne artistiche più importanti di tutta la Regione. Un Festival grazie al quale Santo Stefano Belbo assume sempre più credibilità ed autorevolezza a livello turistico e a livello istituzionale. A riprova di tutto ciò va rimarcato come la Regione Piemonte, le diverse Province del territorio, varie Fondazioni Bancarie, credono più che mai in quest’ evento sostenendone la realizzazione, a dimostrazione che il Pavese Festival viene considerata un’occasione importante non solo per il nostro paese, ma per il Piemonte. Il fatto che siano in molti a credere in questa manifestazione non puo’ che fare piacerea chi vuole vedere crescere ancora di più S.Stefano Belbo, non dimentichiamoci infatti che la visibilità che ci viene data dal Pavese Festival può permetterci di rendere altrettanto visibili e di valorizzare i nostri luoghi, le nostre colline e le nostre realtà artistiche ed architettoniche. Per questi motivi, l’ edizione del 2009 del Pavese Festival sarà ancora una volta un ottimo biglietto da visita per il nostro paese e per la sua storia.

Giuseppe ArtuffoSindaco di Santo Stefano Belbo e

Presidente della Fondazione Cesare Pavese

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Per il Pavese Festival di quest'anno mi sono permessa di suggerire come tematica Pavese e l' America. La motivazione di tale scelta è legata all'interesse dimostrato dal nostro scrittore per la letteratura, per il cinema, per la musica, per la cultura moderna e vitale dell'America. Attenzione rivolta non solo per motivi estetici, ma anche esistenziali. Il rapporto fra Cesare Pavese e l’America, spesso ricorrente nelle opere e nella vita del grande scrittore, è fatto di ammirazione (non a caso si pensi all’intenso lavoro di traduttore con cui Pavese iniziò la propria collaborazione all’Einaudi, alla tesi su Walt Whitman, grande poeta americano, con cui Pavese si laureò, alla passione dello scrittore per la letteratura americana) ma anche di amarezza, in quanto l’ America ricordava a lui l’ultimo, infelice amore della sua vita, l’attrice Constance Dowling.Il Festival di quest’anno ha quindi il compito di affrontare il tema del mito americano visto dagli occhi di Pavese, argomento tuttora al centro di dibattiti fra gli studiosi, letterati e appassionati della letteratura pavesiana. Le manifestazioni contenute all’interno della rassegna non solo aiuteranno a sviluppare tale argomento, ma daranno ancora una volta, come negli scorsi anni, il modo per unire cultura, arte e divertimento, il tutto sotto il nome di Cesare Pavese. Anche l’edizione 2009, che metterà ancora una volta alla prova tutti coloro che da anni si dedicano con passione e volontà alla riuscita di quest’importante evento culturale, darà modo di dimostrare come il legame fra Santo Stefano, la sua terra e il grande poeta piemontese sia inscindibile, grazie soprattutto all’apporto degli artisti che saranno chiamati ad animarne le serate. Una vera kermesse di ospiti che con le loro esperienze musicali e creative accompagneranno gli spettatori del Pavese Festival in un viaggio fatto tutto di sensazioni, atmosfere e percezioni riscontrabili nell’opera del grande scrittore. Vista la tematica scelta quest’anno, non ci dobbiamo stupire se nelle serate del Pavese Festival a Santo Stefano ci sentiremo un po’ americani.

Rosina MolinarisAssessore alla Cultura del Comune di Santo Stefano Belbo

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L’America fu il grande sogno giovanile di Cesare Pavese, un mito non solo letterario verso una civiltà che appariva veramente come un altro mondo rispetto a quello in cui gli toccò di vivere.Imparò l’americano da autodidatta e si laureò nel 1930 tra diffidenze e complicazioni accademiche con una tesi sull’interpretazione di Walt Whitman poeta di cui, anni dopo, fece tradurre per Einaudi “Leaves of grass”.Lui stesso iniziò la sua attività culturale come traduttore facendo conoscere nell’Italia autarchica dei suoi tempi i grandi autori americani. Le sue traduzioni, insieme a quelle di Vittorini, restano consegnate alla storia della cultura del novecento italiano come una finestra aperta sul mondo, una boccata d’aria fresca nel clima stagnante dell’ermetismo, pagine di vita vera contrapposte alla retorica del dannunzianesimo imperante.In America avrebbe anche voluto andarci senza mai riuscirci, a differenza del suo quasi coetaneo e conterraneo Mario Soldati . Però, secondo le testimonianze degli amici, conosceva perfettamente le vie di New York, come se ci fosse stato, anche per lui, come per Soldati, l’America fu il primo amore, anche se solo sognato.L’America ammirata da Pavese era quella del New Deal del Presidente Roosevelt che, superata la grande crisi del ’29, venne in soccorso all’Europa minacciata dal nazismo ma non più quella del dopoguerra quando i venti della guerra fredda e della caccia alle streghe del Senatore Mc Carthy spensero il mito giovanile.Nel momento in cui, di fronte a una nuova enorme crisi globale, l’America sembra ritornare allo spirito del New Deal e alle origini di un sogno che,tra le due guerre, affascinò milioni di persone, di qua e di là dall’Atlantico, proponiamo con l’edizione 2009 del Pavese Festival un percorso interdisciplinare alla scoperta di quest’America amata da Pavese.Tra la vecchia Europa e la giovane America scorrono tante corrispondenze culturali, in tempi di grandi cambiamenti che, ieri come oggi, coinvolgono le nostre esistenze individuali.Per capire meglio l’America di Pavese e l’America che abbiamo tutti sognato, vi aspettiamo quindi nei suoi paesi per un’altra bella estate tra libri, arte, musica, cinema e teatro.

Franco VaccaneoDirettore artistico Pavese Festival

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Selezionata per il bando Arti Sceniche la rassegnaPAVESE FESTIVAL 2008 “IL MESTIERE DI SCRIVERE”con un contributo di 25 mila euroSi svolge nel 2009 la terza edizione del bando “Arti Sceniche in Compagnia” a sostegno delle Performing Arts in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Nelle tre sezioni del bando, dedicate a Musica, Danza e Teatro, vengono selezionate complessivamente 54 iniziative tra rassegne e stagioni, per le quali è previsto un impegno di circa € 1.698000

Fortemente orientato alla multiformità dello spettacolo dal vivo con una crescente contaminazione tra le espressioni artistiche, il bando elenca tra i criteri prioritari di valutazione non solo qualità e originalità artistica ma anche efficienza nella gestione, la distribuzione sul territorio, la scelta di sedi con particolare pregio e già oggetto di interventi della Compagnia, la fruibilità dell’esperienza artistica, che rappresenta un indispensabile arricchimento del vivere individuale e sociale.

L’impegno per il 2009 nel settore Beni e Attività Culturali

Musica, Danza, Teatro, Cinema e Fotografia, Archivi e Biblioteche, Discipline Letterarie, Discipline Storiche e Filosofiche. Questi sono gli ambiti tematici che costituiscono il perimetro entro il quale la Compagnia sviluppa la sua politica d’intervento per il settore dei Beni e delle Attività Culturali. Oltre alla valorizzazione delle attività diffuse sul territorio tramite il bando “Arti Sceniche”, particolare impegno è dedicato ai tre enti culturali torinesi partecipati: la Fondazione Teatro Regio di Torino, la Fondazione Museo Nazionale del Cinema e la Fondazione Teatro Stabile di Torino, mentre si conferma l’attenzione per gli Enti lirici e i Teatri stabili di Genova e Napoli. L’impegno della Compagnia è inoltre orientato alla valorizzazione del grande patrimonio storico-documentario e letterario del territorio di riferimento e al sostegno di progetti innovativi che ne promuovano fortemente la riconoscibilità.La Compagnia di San Paolo

La Compagnia di San Paolo, fondata il 25 gennaio 1563 come confraternita a fini benefici, è oggi una fondazione di diritto privato, tra le maggiori in Europa, con un patrimonio superiore a 9 miliardi di euro. Persegue finalità di interesse pubblico e di utilità sociale, allo scopo di favorire lo sviluppo civile, culturale ed economico delle comunità in cui opera ed è attiva nei settori della ricerca scientifica, economica e giuridica; dell’istruzione; dell’arte; della conservazione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali e dei beni ambientali;

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della sanità; dell’assistenza alle categorie sociali deboli. Nel corso del 2007 la Compagnia ha effettuato stanziamenti per 1122 iniziative nei settori istituzionali di attività per complessivi 167,5 milioni di euro; nel settore Beni e Attività Culturali, le iniziative sostenute sono state 240 per un ammontare di 18 milioni di euro.

Compagnia di San Paolowww.compagnia.torino.it - Corso Vittorio Emanuele II, 75 - 10128 Torino - Tel. (+39) 011

5596911 - Fax (+39) 011 5596976 - [email protected]

COMUNICATO STAMPA

Sostegno di 1,698 milione di euro per le 64 rassegne vincitrici del bando

Arti dello spettacoloNel loro insieme le arti dello spettacolo, o performing arts - il teatro, la musica ed il teatro musicale, la danza, e le loro forme di incrocio e contaminazione - sono da tempo sostenute, nei territori di riferimento, attraverso il bando Arti Sceniche in Compagnia, vero progetto operativo con il quale la nostra fondazione ha definito un'attenta politica di selezione delle iniziative, e di loro monitoraggio nel tempo. Progressivamente rimodulato, il Bando per le arti dello spettacolo sarà confermato come linea d'intervento prioritario. Nel 2009 saranno elaborati gli esiti dell'indagine svolta per valutare l'impatto sul territorio delle scelte operate.Accanto al Bando sta il sostegno ai grandi enti lirici e teatrali. La fase economica che si attraversa richiede una attenta razionalizzazione della spesa e una oculata gestione delle risorse, in questo come in altri ambiti. A questo fine, la Compagnia considererà quale obiettivo fondamentale la ricerca di sinergie e integrazioni gestionali e produttive, innanzitutto tra le grandi istituzioni teatrali torinesi, lungo le linee già individuate negli studi a suo tempo sostenuti, e più in generale la ricerca di efficienza, in tutte le istituzioni al cui sostegno la Compagnia concorre, attraverso lo strumento della coproduzione e circolazione di spettacoli. Potranno essere definite nel corso dell'anno modalità che subordinino la prosecuzione dell'intervento della Compagnia al raggiungimento di obiettivi di riduzione dei costi, in tutti gli ambiti delle arti dello spettacolo. Potranno anche essere individuati strumenti per mettere capacità e competenze professionali di giovani esperti e professionisti, formatisi nell'ambito dei progetti sostenuti dalla Compagnia, al servizio di enti e organizzazioni del settore culturale, e di quello dello spettacolo in particolare, per favorire la crescita di autentiche "imprese culturali".

In campo teatrale si conferma per il 2009 il sostegno a rassegne e stagioni teatrali di significativa qualità artistica e buo-na gestione amministrativa, operando attraverso lo strumento del bando Arti Sceniche in Compagnia. Al di fuori del Ban-

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do, fermo restando quanto detto in materia di razionalizzazione e contenimento della spesa, oltre al Teatro Stabile di To-rino, al centro di molteplici fermenti culturali, verrà prestata attenzione al Teatro Stabile di Genova, la cui attività affianca alla riscoperta dei classici l'interesse per la drammaturgia contemporanea, e al Teatro Stabile di Napoli, realtà ormai rico-nosciuta fra i centri di produzione a livello europeo. Si conferma infine la partecipazione a progetti di promozione della creatività giovanile e di sostegno alla formazione del pubblico, con il coinvolgimento di associazioni di comprovata espe-rienza in ambito teatrale, anche in collaborazione con gli enti locali.

Il teatro musicale (melodramma, opera lirica, operetta, music-hall) e la musica dal vivo (musica sinfonica e da camera, oratorio, jazz, popular music) si confermano quali aree di interesse. Per i generi e le tipologie di attività non riconducibili al Bando Arti sceniche in Compagnia. si ritiene di poter riservare, esclusivamente nell'area torinese, una selettiva atten-zione per iniziative di sicuro valore artistico e buona qualità gestionale. Relativamente al teatro musicale si valuteranno in Campania poche iniziative significative, a latere del confermato rapporto con il Teatro San Carlo di Napoli, mentre a Genova verrà considerata l'attività del Teatro Carlo Felice, anche al fine di promuovere collaborazioni artistiche con il Teatro Regio di Torino - che rappresenta il principale impegno economico nel settore - nella prospettiva, già evocata, di utilizzare al meglio le risorse.

In questo ambito Torino riveste un ruolo di rilievo nazionale, legato alle radici torinesi della "settima arte" e alla presenza del Museo Nazionale del Cinema. Proseguiranno pertanto l'attenzione a festival e rassegne cinematografiche radicati nel territorio piemontese, cercando comunque di favorire processi di integrazione e ricerca di sinergie, accanto al sostegno all'utilizzo di nuove tecnologie e nuovi mezzi espressivi, quali quelli aperti dalle tecnologie digitali, finalizzati in particolare ad una fruizione giovanile. Queste attività verranno comunque sviluppate avendo ben presente il ruolo del Museo Nazionale del Cinema, già trattato a proposito di tutela del patrimonio, considerandolo anche quale promotore di mostre e rassegne che contribuiscono ad affermare il ruolo della città di Torino nella valorizzazione della cultura e del linguaggio cinematografico.

Ufficio Stampa Tel: 011.55969.68; [email protected] - [email protected]

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La Storia e la Missione

La storia

La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, continuazione ideale della Cassa di Risparmio di Cuneo, fondata nel 1855 per incentivare il risparmio e combattere l'usura, è stata costituita nel 1992, in seguito allo scorporo dell'azienda bancaria conferita nella Cassa di Risparmio di Cuneo Spa.Nel rispetto delle tradizioni originarie, persegue esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione della sviluppo economico del territorio.Opera in provincia di Cuneo, in particolare nelle aree di riferimento storico di Cuneo, Alba e Mondovì, e destina le risorse derivanti dagli utili del patrimonio ai settori di intervento previsti dallo Statuto. E' una delle prime dieci fondazioni italiane di origine bancaria ed è tra i principali azionisti della Banca Regionale Europea e del Gruppo UBI Banca.

La missione

La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, nell'ambito di una visione strategica ispirata al principio di sussidiarietà, svolge un ruolo proattivo, a fianco dei diversi soggetti istituzionali e associativi, per la realizzazione di progetti finalizzati allo sviluppo del territorio, e non si limita ad agire come semplice ente erogatore a supporto di iniziative definite in altre sedi.Nella destinazione delle risorse, assegna priorità alle iniziative in grado di generare un effetto moltiplicatore, di rispondere a problemi emergenti di infrastrutturazione sociale, di anticipare e accompagnare il cambiamento; dedica crescente attenzione alla ricerca.Tra gli investimenti patrimoniali, la Fondazione dà spazio a quelli suscettibili di ricadute a favore del territorio: le partecipazioni azionarie alla Banca Regionale Europea, azienda di credito di riferimento della provincia di Cuneo; la Cassa Depositi e Prestiti, i fondi di Private Equity F21 e TT Venture.

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Assessorato alla Cultura, Patrimonio linguistico e minoranze linguistiche,

Politiche giovanili, Museo Regionale di Scienze naturali

L’Assessore

La nona edizione del “Pavese Festival”, manifestazione ormai consolidata nel vasto sistema culturale del territorio, avrà come negli anni scorsi il sostegno della Regione Piemonte, a dimostrazione di come l’ Amministrazione Regionale creda in questa rassegna e nel ruolo della cultura al fine di valorizzare il nostro territorio.

Il tema affrontato quest’anno è l’ America, ovvero il rapporto fra Pavese e la letteratura e i costumi americani, che più volte riecheggiano nelle opere del grande scrittore.

Pavese in più di un’ occasione nei suoi scritti ci presenta l’America come il sogno, il mito da raggiungere. Si pensi solo al personaggio di Anguilla della Luna e i Falo’, che torna nel paese in cui aveva le proprie radici dopo aver raggiunto sicurezza e successo in America.

Ecco come Pavese ci presenta il sogno americano, come la terra in cui nulla è impossibile e tutti “possono farcela”.

Non occorre scordare che il pensiero pavesiano riguardo all’America ha radici profonde, fin da quando, ragazzo, scorgeva nella letteratura americana quei segnali di libertà ed indipendenza che in Italia erano impediti di fatto dal potere politico dell’epoca (il regime fascista). Fu forse anche questo uno dei motivi per cui Pavese si mantenne sempre distante dalle posizioni del regime mussoliniano, distanza che sfociò, come tutti ricorderanno, nella condanna al confino a Brancaleone Calabro.

Anche per questo è giusto rendere omaggio a quest’intellettuale che è un patrimonio importantissimo del Piemonte. Pavese ci ricorda ancora oggi, con i suoi scritti, che bisogna guardare con ammirazione a tutte le forme di libertà d’espressione e che imbavagliare la cultura è un errore insopportabile oltre che un modo per generare molte occasioni perdute.

Perciò al Pavese Festival, con la sua magia fatta di musica e parole, spetta il compito di ricordare tutto questo, in nome di uno dei massimi esponenti della nostra letteratura.

Gianni Oliva

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I FESTIVAL DI PIEMONTE DAL VIVO

Artisti affermati e giovani emergenti ripropongono e interpretano la vicenda artistica e umana di Cesare Pavese in un continuum di arte, musica e spettacolo che costantemente riesce a dialogare con le tradizioni e i luoghi che così tanto hanno influenzato l’autore piemontese: il Pavese Festival è una presenza prestigiosa, per il secondo anno consecutivo, all’interno di Piemonte dal Vivo. Piemonte dal Vivo è nato nel 1996 per offrire un cartellone dei più interessanti festival della nostra regione e promuovere una valorizzazione del territorio piemontese sul doppio versante, culturale e turistico. Fin dall’inizio ha aperto fronti sempre nuovi, puntando a una sempre maggiore collaborazione organizzativa e artistica tra i suoi festival e a creare un contatto diretto con il proprio pubblico: seminari di formazione e gruppi di lavoro per creare una rete produttiva di collaborazione tra gli organizzatori; un catalogo annuale in cinque lingue e una newsletter on line per segnalare puntualmente gli appuntamenti di spettacolo; un partenariato con il DAMS di Torino che coinvolge i futuri professionisti del settore nel primo blog dedicato allo spettacolo dal vivo in Piemonte; un sito web “speciale spettacolo” che racconta passo passo quanto avviene in cantiere. Piemonte dal Vivo nel corso degli anni ha inoltre sviluppato una propria vocazione live, sia con la presenza di spettacoli ai festival internazionali che attraverso le conferenze stampa spettacolarizzate degli esordi e la successiva realizzazione di veri e propri appuntamenti di spettacolo in luoghi di particolare interesse artistico e paesaggistico. L'impegno preso dodici anni fa, nell'oggi costantemente si rinnova, anche in questo nuovo formato di catalogo, che abbandona l'organizzazione adottata fino ad ora poiché non può più esimersi dal presentare la complessità del lavoro fatto, ma soprattutto per indicare le nuove strade intraprese, il sito web e la nuova produzione: una duplice scommessa che da sola può raccontare l'anima pioniera di un progetto che negli anni ha sempre saputo essere molto di più di un cartellone di spettacoli dal vivo d'eccellenza.

www.regione.piemonte.it/piemontedalvivo

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ITINERARI D’ARTE IN PIEMONTE

Caccia al tesoro culturale in 40 città

Da giugno a ottobre quaranta comuni accoglieranno e accompagneranno i visitatori in una "caccia al tesoro culturale" a tutto tondo grazie all'adesione a Itinerari d'Arte in Piemonte, progetto voluto dalla Regione per valorizzare il patrimonio storico, artistico e monumentale delle città più piccole, spesso poco conosciuto ma non per questo meno interessante.

L'iniziativa parte dall'esperienza maturata con "Città d'arte a porte aperte", realizzata dalla Provincia di Torino tra il 1997 e il 2004.

"Il nostro territorio - sostiene l'assessore regionale alla Cultura, Gianni Oliva - offre notevoli e interessanti realtà in grado di costituire un insieme originale e unico nel pa-norama del turismo culturale. La scelta di allargare lo sguardo al di là dei più famosi e noti centri culturali rientra nel più ampio progetto di costruzione di una rete che in-trecci città più piccole e meno celebri ma non per questo meno interessanti e presti-giose: spesso è proprio lì che troviamo gioielli di inestimabile valore artistico e cultura-le che il pubblico ha meno opportunità di conoscere perché lontani dai percorsi turistici più frequentati".

Ecco allora che "Itinerari d'Arte in Piemonte" offre suggerimenti e stimoli per suscitare interesse, con la speranza che le zone indicate riescano ad imporsi come punti stabili nei cammini dei turisti.

Tutte le Province piemontesi hanno non solo aderito con entusiasmo, ma attivamente collaborato al progetto, consapevoli che attraverso un percorso di sviluppo partecipato

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si potranno rafforzare non solo le singole realtà territoriali ma il ruolo svolto dalla Re-gione nel contesto nazionale e internazionale.

www.regione.piemonte.it/piemonteinforma/scenari/2008/maggio/itinerari.htm

PROGRAMMA ARTISTICO

Anche quest’anno il Pavese Festival con tredici incontri, presenta una grande varietà artistica, una miscela tra musica e teatro che interpretano in modo particolare le opere di Cesare Pavese, aventi come obiettivo l’avvicinamento dei giovani spettatori alla sua produzione letteraria.Sul palcoscenico del Pavese Festival si alterneranno, come negli anni scorsi, giovani talenti ed artisti già affermati che sapranno intrattenere e coinvolgere il pubblico.In tutti gli incontri il tema centrale sarà l’America, la sua cultura e le sua letteratura.Teatro e musica si mescoleranno insieme nel nome del grande scrittore piemontese a partire dal 27 giugno, giorno in cui inizierà la rassegna con la consueta conferenza stampa seguita da due eventi.Il primo: la musica americana e il secondo: Tra Leopardi e Pavese, a cura del Festival Internazionale Antidogma avranno il compito di rievocare l’amore e l’ammirazione di Pavese per la cultura americana ma anche per la musica e la letteratura italiana.Quest’anno la manifestazione si compone inoltre di tre week-end (4-5 luglio, 18-19 luglio, 24-26 luglio), in cui la cultura sarà il perno centrale .Fino al termine del mese di Agosto il jazz, il blues, uniti alla letteratura terranno compagnia agli spettatori e ravviveranno i luoghi cari a Cesare Pavese.Le nostre colline, grazie agli artisti di questa manifestazione, avranno modo di far rivivere il ricordo del loro più illustre cantore.

Calendario Pavese Festival 2009

America

Libri Arte Musica Cinema e Teatro per Cesare Pavese

SABATO 27 GIUGNO 2009SANTO STEFANO BELBOChiesa dei Santi Giacomo e CristoforoOre 18,30 Conferenza stampa di presentazione del Pavese FestivalOre 19,00

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Americana Libri e cinema dall’America. Mostra a cura di Claudio Pavese, Franco Vaccaneo e Lorenzo VentavoliOre 21,30Tra Leopardi e PavesePerformance multimediale con nastri magnetici, dialoghi e lettura di poesie. A cura del XXXII Festival Internazionale Antidogma Musica (prima esecuzione assoluta).

SABATO 4 LUGLIO 2009SANTO STEFANO BELBOP.za ConfraternitaOre 21,30Jazz sotto le stelleCon le Voci di CorridoioIn caso di maltempo: Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo

DOMENICA 5 LUGLIO 2009CANELLIForesteria BoscaOre 21,30Un posto per volareOpera lieve per Tenco e PaveseDi e con Orlando Manfredi e Luca OccelliIn caso di maltempo: Cantine storiche Bosca

SABATO 18 LUGLIO 2009CAVATORE (servizio navetta)Casa FelicitaOre 21,30Torino – New YorkTra Libri ed Arte: visita alla mostra di Enrico Paulucci e all’Osservatorio Astronomico

DOMENICA 19 LUGLIO 2009CALOSSO (servizio navetta)Giardini del CastelloOre 21,30Last blues, to be read some dayLa donna venuta dall’America. Recital di Cecilia Gragnani e Sara Urban In caso di maltempo: teatro comunale

LUNEDI 20 LUGLIO 2009CASTIGLIONE TINELLA

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Villa FogliatiOre 21,30Da questa parte del mare TourGianmaria Testa e Gabriele Mirabassi in concertoIn caso di maltempo: Sala della Torre, P.za XX Settembre

VENERDI 24 LUGLIO 2009SERRALUNGA DI CREA (servizio navetta)Piazza del MunicipioOre 21,30Parliamo tanto di medi Cesare Zavattini con Marco MorelliniIn caso di maltempo: Località Madonnina

SABATO 25 LUGLIO 2009SANTO STEFANO BELBOAgriturismo GallinaOre 21,30Pessoa – Whitman - PaveseMariano Deidda in concertoIn caso di maltempo: Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo

DOMENICA 26 LUGLIO 2009COSSANO BELBOBarricaia MartiniOre 21,30Se potessi avere…T.A.M. Quartet, con Luciano Alì- Drums, Massimo Celsi- Keybord and bass, Michele Lazzarini- sassofoni

DOMENICA 2 AGOSTO 2009SANTO STEFANO BELBOItinerari d’arte – Città apertaAccoglienza a cura dell’ Ente comunale per il turismo e della Pro Loco di Santo Stefano BelboAnfiteatro “I mari del sud” – P.za S. RoccoOre 21,30Miti di stelleDal mito greco al sogno americano con O ThiasosIn caso di maltempo: Centro Sociale Gallo, Santo Stefano Belbo, Via Caccia 24

MARTEDI 4 AGOSTO 2009SANTO STEFANO BELBO

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Anfiteatro “I mari del sud” – P.za S. RoccoOre 20,00Cena in P.za S. Rocco a cura dell’Ente comunale per il turismoOre 21,30Falò sulle collineOre 22,00RêveCon La SalamandreIn caso di maltempo: P.za Umberto I

SABATO 22 AGOSTO 2009SANTO STEFANO BELBOChiesa dei Santi Giacomo e CristoforoOre 21,30Bix – Un’ipotesi leggendariaLa storia di Leon Bix Beiderbecke, il più grande musicista bianco della storia del JazzUn film di Pupi Avati

VENERDI 28 AGOSTO 2009SANTO STEFANO BELBOChiesa dei Santi Giacomo e CristoforoOre 18,30Cesare Pavese and America Presentazione del libro di Lawrence G. Smith, Massachussetts Press, 2008Partecipa l’autoreOre 19,30Cronaca di un centenarioUn documentario di Andrea IcardiP.za ConfraternitaOre 21,30Middle West e PiemonteYo Yo Mundi in concerto Letture di Lella Costa

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LE SERATE DELPAVESE

FESTIVAL 2009

Sabato 27 giugno 2009- Chiesa S.S. Giacomo e CristoforoSANTO STEFANO BELBO

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Ore 18,30 Conferenza stampa di presentazione del Pavese FestivalOre 19,00 Americana- libri e cinema dall’America, mostra a cura di Claudio Pavese, Franco Vaccaneo e Lorenzo VentavoliOre 21, 30 Tra Leopardi e PavesePerformance multimediale con nastri magnetici, dialoghi e lettura di poesie. A cura del XXXII Festival Internazionale Antidogma.

AMERICANA

Libri e cinema dall’America

La mostra “Americana” si sviluppa secondo due direttrici : i libri e il cinema. Per ciò che attiene la parte editoriale il visitatore troverà esposti i libri che hanno influito in modo determinante sulla nascita del mito americano nel nostro Paese. Nel primo percorso della mostra si farà particolare riferimento al ventennio 1930-1950; il periodo ormai riconosciuto dalla critica come quello del “grande mito americano”, da cui prese le mosse la corrente neo-realistica italiana, sia sotto il profilo letterario che cinematografico. Per descrivere al meglio questa avventura culturale la mostra aprirà con i saggi dei più famosi americanisti della vecchia generazione: Praz, Cecchi, Linati, Borgese. Saranno poi esposti i libri-caposaldo dei due grandi americanisti della nuova generazione, Pavese e Vittorini. Verranno esposti articoli, saggi, recensioni, antologie, che evidenziano la loro forte operosità in questo senso. Saranno presenti tutte le loro grandi traduzioni di testi americani che ancor oggi fanno scuola: da Moby Dick di Melville a Che ve ne sembra dell’America di Saroyan, da Tre esistenze della Stein a Pian della Tortilla di Steinbeck, da Un mucchio di quattrini di Dos Passos a Il cammino nella polvere di John Fante e così via. Una sezione successiva sarà dedicata agli altri importanti libri che, sempre nel periodo ’30 al ’50, hanno determinato la parabola ascendente e discendente del “grande mito”, siano essi saggi, libri di poesia, romanzi, testi teatrali.Verranno inoltre allestite due sezioni speciali per due libri speciali, “mito nel mito”, che hanno lasciato una forte traccia nell’immaginario collettivo del nostro Paese. Una sarà dedicata a Spoon River, l’altra all’antologia Americana organizzata e curata da Elio Vittorini.La mostra proseguirà poi con più sezioni che svilupperanno il percorso del “nuovo mito americano”, mito che, dalla fine degli anni ’50 ai primi anni ’70, ha nuovamente influenzato in modo determinante la cultura del nostro Paese.Saranno esposte le opere letterarie più importanti della “beat generation”: da Kerouac a Ginsberg, da Corso, a Ferlinghetti, a Borroughs ed altri.I libri saranno integrati dai famosi saggi di Fernanda Pivano alla quale, in pratica, Pavese e Vittorini hanno passato “il testimone” del mito americano.E per descrivere al meglio “la nuova ventata” culturale proveniente da oltreoceano saranno allestite sezioni inerenti gli influssi musicali dell’epoca, con esposizione di “pezzi” di editoria che sono ormai entrati nella storia: i primi testi sul jazz, sulla folk

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music, reperti rock. Saranno esposte le copertine mitiche dei vinili del tempo. Saranno presenti a questa grande festa: Glen Miller, Charlie Parker, Chat Baker, Elvis, Dylan, Hendrix e ci sarà traccia del grande raduno di Woodstoch che ha praticamente concluso il periodo del “nuovo mito”. Altre sezioni saranno dedicate ad altri importanti “filoni” editoriali che, a nostro giudizio, non debbono essere trascurati trattando di mito americano. Si parlerà di “fumetto”, di “fantascienza”, di “giallistica”.Congiuntamente alla sezione “Cinema” saranno allestite sezioni dedicate ai libri che hanno generato grandi film. Da “Perdizione” tratto da “Santuario” di Faulkner, a “Il postino suona sempre due volte” e “Ossessione” ambedue tratti dal romanzo di Cain, da “Per chi suona la campana” tratto da Hemingway a “Furore” di Steinbeck a “La fiamma del peccato” sempre tratto da Cain, eccetera.Tutti i materiali editoriali sono originali quasi sempre in prima edizione. Fanno parte della raccolta di Claudio Pavese, curatore con Vaccaneo e Ventavoli della mostra.

sabato 27 giugno

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Chiesa SS. Giacomo e Cristoforo ore 21,30In collaborazione con la Fondazione «Cesare Pavese»DolciAure Consort Ensemble Antidogma MusicaPaolo Ferrara direttoreMario Brusa, Oliviero Corbetta voci recitantiPER CESARE PAVESELa dimensione cosmica della natura in Leopardi e PaveseColla L’uomo lupo *Bosco Notte *Causton You come backCorreggia Lo spiraglio dell’alba *Hensel Zeigt mir den WegSchumann Brani per pianoforte

Il FESTIVAL e l' ENSEMBLE ANTIDOGMA rappresentano un importante punto di riferimento nell'ambito della cultura musicale non solo in Italia ma anche all'estero. Costituitosi nel '77 ad opera di giovani concertisti, compositori e uomini di cultura, Antidogma Musica è ormai internazionalmente riconosciuto come uno dei pochi organismi capaci di produrre ed esportare in tutto il mondo programmi estremamente variegati. Da una parte l'esecuzione di brani solistici costituisce il biglietto da visita dei concertisti di Antidogma; dall'altra, brani per ensemble di autori noti ed affermati vengono eseguiti per soddisfare sia le richieste del pubblico sia l'esigenza di un continuo confronto con i più prestigiosi gruppi dediti all'esecuzione di musica contemporanea.L'ensemble, a geometria variabile, si presenta in diverse formazioni, dal solista alla piccola orchestra da camera, con un repertorio che spazia dall'antico al contemporaneo in un appassionante e problematico confronto fra le tradizioni e la musica d'oggi: un continuo interscambio di artisti e di esperienze anche attraverso composizioni appositamente commissionate a musicisti italiani e stranieri. L’ensemble ha studiato importanti brani della letteratura contemporanea con la presenza degli autori: György Ligeti, Hans Werner Henze, Goffredo Petrassi, Giacinto Scelsi, Gérard Grisay, ecc. Antidogma ha effettuato numerose tournées in Europa e negli altri quattro continenti, partecipando ad importanti rassegne internazionali: Università di Puerto Rico, Teatro Colon di Buenos Aires, Sala Cecilia Meireles di Rio de Janeiro, Gulbenkian di Lisbona, Biennale di Zagabria, Gaudeamus di Amsterdam, Accademia di Francia in Roma, Musikhalle di Amburgo, Festivals di Sofia e di Plovdiv, Settembre Musica di Torino, Cantiere di Montepulciano, Rossini Opera Festival, Piccolo Regio di Torino, Festival di Rodi, Nuova Consonanza di Roma, Festival di Pittsburg (USA), Spaziomusica di Cagliari, Centre Pompidou di Parigi, Festival di Vigo, Università di Santiago de Compostela, Festival di Huddersfield, Tage Neue Musik di Zurigo, Reina Sofia di Madrid, Festival di Alicante, Festival di Las Palmas, Eté Italienne di Ginevra, Kulturtage di Karlsruhe e di Salzburg, Settimana Nuova Musica di Bucarest,

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Istituti Italiani de Il Cairo, di Nairobi e Addis-Abeba, Rassegna Nuova Musica di New York, Estate Italiana di Tokio, Università Musicale di Melbourne, Festival di Viitasaari, "Ultima" di Oslo, Festival di Bacau, Festival di Reykjavic, Festival dell' Artois, Festival di Valencia, Gewandhaus di Lipsia, Festival Cervantino di Guanajuato (Messico), Festival Donatoni di Città del Messico, Università del Maryland, di San Francisco e di Boston, Hölderlin Geselschaft di Tübingen, Festivals di Madrid, di Chinon, di Orlèans, Festival di Weimar, Festival di Taskent e Samarkanda (Uzbekistan), Centro Sprimentale del Teatro Colon, Buenos Aires, Foro de Musica Nueva a Città del Messico, Conservatorio Centrale di Pechino, Università di Arequipa (Perù) .Ha realizzato vari progetti multimediali e varie registrazioni per radio e televisioni di tutto il mondo, pubblicando, oltre a quattro LP, un CD. L'ensemble è costituito da prestigiosi solisti che hanno al loro attivo numerosi successi e riconoscimenti in campo internazionale. Nel 1997 ha realizzato, in collaborazione ad altri numerosi enti e associazioni, il grande evento "Il Re di pietra: omaggio alla montagna e al grande fiume", al Pian del Re, sotto il Monviso, documentato da un libro edito dalla Gribaudo. Nell’aprile del 2000 ha eseguito in tre concerti per la Biennale Giovani Artisti di Torino venti brani di dieci giovani compositori europei. Da ventisette anni l’ensemble gode di sovvenzioni ministeriali per le tournées all’estero.

Sabato 4 luglio – Piazza Umberto I

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SANTO STEFANO BELBO

Ore 21, 30 Jazz Sotto le stelle con le Voci di corridoio

Le Voci di Corridoio sono cinque cantanti e tre musicisti accomunati dalla passione per la musica swing e più in generale per le melodie ed i ritmi del passato, quelli che hanno fatto ballare e innamorare le nostre mamme e nonne. Il loro repertorio si rivela così un piccolo viaggio nel tempo, attraverso la rivisitazione di celebri canzoni che fanno parte della vita e del costume italiano dagli anni ’30 agli anni ’60 e che hanno accompagnato avvenimenti lieti e drammatici della nostra storia.

Le più celebri canzoni di Natalino Otto, Alberto Rabagliati e di altri grandi del passato ritrovano le sonorità ora ironiche e scherzose, ora calde ed avvolgenti che le hanno rese indimenticabili, e risultano ancora molto piacevoli ed attuali, grazie alla rielaborazione delle Voci.

Le partiture vocali sono originali e scritte per cinque voci, anche quando il brano in origine era interpretato da un solista. Lo spirito di formazioni storiche quali Trio Lescano e Quartetto Cetra, rimane comunque inalterato, mentre l’interpretazione scanzonata dei cantanti, accompagnati da un trio strumentale affiatato, conferisce ai brani una nuova freschezza e un gusto del tutto personale.

Il loro spettacolo riesce ad affascinare un pubblico eterogeneo, coinvolto dall’atmosfera retro e dai divertenti aneddoti sui protagonisti e le vicende dell’epoca narrati dalle Voci a commento delle canzoni.

Le Voci di Corridoio:

Roberta Bacciolo Beppe Bima – pianoforte Elena Bacciolo Saverio Miele – contrabbasso Roberta Magnetti Luca Rigazio – batteria Paolo Mosele Fulvio Albertin

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Domenica 5 luglio- Foresteria BoscaCANELLIOre 21,30Un posto per volare- opera lieve per Tenco e Pavese di e con Orlando Manfredi e Luca Occelli

UN POSTO PER VOLAREOpera lieve per Tenco e Pavese

Con

Orlando Manfredi e Luca Occelli

Drammaturgia e musiche originali

Orlando Manfredi

Due ritorsioni del caso legano i protagonisti della vicenda a Cesare Pavese e Luigi Tenco. Due accadimenti inevitabili danno il via a un maldestro pellegrinaggio esistenziale nel Mito dello scrittore e del cantautore piemontesi.Due storie di formazione al mestiere di vivere e creare Bellezza, nonostante tutto.Due attori e un viaggio in assenza di gravità verso una terra promessa, un posto per volare.

Il recital è una creazione originale, ispirata (liberamente) alla vita nostra e (altrettanto liberamente) all’opera di Tenco e Pavese, intesa alla stregua di una sorta di moderno “alfabeto-esistenziale-minimo”. Le scene si intrecciano attraverso il racconto, il canto, la musica, la poesia, in una fitta alternanza di serrati dialoghi, partiture verbali, monologhi intimisti, canzoni e narrazioni teatrali, all’insegna di una leggerezza e di una originalità di lettura, che rimettono al centro la vitalità di due traiettorie artistiche e umane tra le più incisive del Novecento.

Così i pazzi siamo noi, o Tenco e Pavese hanno davvero qualcosa in

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comune. Pensiamo alla semplicità della loro voce poetica, alla loro parola scabra, diretta, coraggiosamente esposta al banale, e poi all’attitudine esistenzialista della loro indagine. E poi alla fanciullezza dell’immaginazione e alla malinconica disillusione: “l’aria triste” che rielabora l’esperienza. Pensiamo al difficile impegno nel mondo e, infine, alla considerazione postuma davvero popolare della loro opera e della loro figura: sono lo scrittore e il cantautore di tutti e di un tempo che fu.

“…ha presente il gatto, il gatto che si tiene in casa? Ecco, io sono un gatto[…] che, se vede un po’ di confusione, se vede persone che litigano, che gridano, se ne va in un canto da solo…” (Luigi Tenco)

“…io alla vita chiedo soltanto che si lasci guardare…” (Cesare Pavese)

Sabato 18 luglio 2009- Casa FelicitàCAVATOREOre 21, 30

Torino- New York Tra libri ed arte: visita alla mostra di Enrico Paulucci e all'Osservatorio Astronomico.Claudio Pavese con i libri e Aldo De Laude con le letture ci trasporteranno nella Torino in cui negli stessi anni Cesare Pavese traduce gli americani ed Enrico Paulucci con il Gruppo dei Sei contribuisce alla sprovincializzazione dell’arte figurativa italiana.

L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI CAVATORE

L'osservatorio è situato nel centro del paese in piazza del comune.L'osservatorio di nuova apertura è dotato di un telescopio SC da 35 (Celestron 14) su montatura GM200.E’ attivo anche un piccolo radiotelescopio autocostruito per la rilevazione delle meteore.Aperto al pubblico i lunedi' sera (non festivi) preferibilmente su appuntamento (347-3699868 Claudio: Carlo 0144322843 e-mail [email protected])

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Enrico Paulucci nasce a Genova, il 3 ottobre 1901. Figlio del Generale Paulucci Delle Roncole (il cognome per esteso è, infatti, Paolucci Delle Roncole) e di Amalia Mondo, originaria di Montegrosso. Da adolescente si trasferisce a Torino dove consegue la laurea in giurisprudenza e, poi, in scienze economiche. Egli stesso ricorda felicemente il periodo degli studi. L'università, infatti, era una copertura che gli permetteva di dedicarsi per lunghi periodi alla pittura senza turbare l'orgoglio paterno, il padre, infatti, non amava molto l'idea di avere un figlio pittore. L'arte, però, è la vera grande passione di Paulucci, frequentando l'ambiente torinese, stringe amicizia con Felice Casorati fondando con lo stesso lo studio Casorati - Paulucci, dove organizza parecchie mostre di avanguardia e dirige persino lo studio "La Zecca".

A 27 anni è chiamato alla Biennale di Venezia; a 28 crea ai "Sei di Torino", il sodalizio nato nel 1929 dalla collaborazione fra lo stesso Paulucci e i torinesi Carlo Levi e Gigi Chessa, l'inglese Jessie Boswell, l'abruzzese Nicola Galante e il sardo di origine piemontese Francesco Menzio. Il gruppo dei Sei, che pure si sciolse soltanto due anni dopo, nel 1931, rappresentò il più importante fenomeno nella pittura piemontese del XX secolo.Nel corso degli anni, però, la sua creatività trovò nuovi linguaggi per esprimersi: i soggetti dei suoi quadri persero via via i loro caratteri distintivi, fino a diventare semplici macchie di colore. Forte diventa, infatti, il legame con la pittura europea tant?è che Paulucci, nel 1928, effettua un viaggio a Parigi. Qui dimostra grande interesse sia per gli impressionisti e gli sviluppi successivi, sia per artisti contemporanei come Picasso, Braque, Matisse. In alcune opere esposte alla mostra, soprattutto nei ritratti, si possono identificare chiaramente alcuni rimandi alla pittura di quest'ultimo artista, più che altro nell'uso del colore. E' appunto la carica cromatica ad essere caratteristica dell'opera di Paulucci. I colori squillanti e brillanti che usa, la loro vivacità sono legati, appunto, al viaggio in Francia compiuto dallo stesso. La parentesi parigina ha aumentato in Paulucci il gusto per il colore e per la solarità riscontrabile nelle sue opere a soggetto marino. Il mare, con i porti e le vele, è presente in vari dipinti esposti alla mostra.

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Queste opere, soprattutto dagli anni Cinquanta, sono tutte giocate sulla contrapposizione dei colori dove l'idea del soggetto rappresentato è data dall'accostamento di tacche o di segni.Ma non dipinge soltanto: disegna mobili, si interessa alla moda, fonda la rivista Casabella. Alla Fenice crea le scene per una prima di Milhaud con regia di Milloss e più tardi per un'opera di Malipiero allestita da Strehler. L'ultimo film girato negli studi di Torino, "La duchessa di Parma" di Blasetti, si gira negli ambienti da lui disegnati. Nel dopoguerra rinnova le sue esperienze come testimoniano le due sale personali allestite nel 1956 e nel 1966 alla Biennale di Venezia. Nel 1952 fa parte del gruppo degli "Otto", di Lionello Venturi, sviluppando una ricerca di tipo astratto - informale (sempre con riferimenti naturalistici). Successivamente ritorna alla figurazione. Insegnante di cultura all'Albertina Accademia dal 1939, ne diventa il direttore nel 1955. I soggetti raffigurati nelle opere sono: paesaggi, figure, marine, nature morte. Le tecniche principali sono: olio, gouache; cura molto anche la grafica (penna, matita, litografia, acquaforte). Muore il 22/08/1999 a Torino a quasi 98 anni al terzo piano di un palazzo ottocentesco in Piazza Vittorio Veneto, cuore storico di Torino. L'appartamento in cui aveva lavorato per molti anni ora ha ritrovato una nuova destinazione: ospita, infatti, un archivio che documenta l'esperienza artistica di Paulucci ed è stato sede, fino al 16 giugno 2001, di una mostra che raccoglie quarantacinque ritratti eseguiti, nel corso di oltre trent'anni, da Carlo Levi (Torino, 1902 - Roma, 1975) poliedrico artista dalla personalità per molti versi affine a quella di Paulucci, e suo compagno nell'avventura pittorica dei Sei. Il rapporto del maestro con la provincia artigiana è stato intenso e ricco di avvenimenti. Il 4 giugno 1983 è stato ospite d'onore all'inaugurazione della Pinacoteca del Centro per la cultura e per l'arte "Luigi Bosca" a Canelli (AT).Nel 1987 ha dipinto drappi del Palio (vinto dal borgo San Lazzaro) della Città di Asti e, l'anno successivo, la Città di Asti lo ha insignito della cittadinanza onoraria. La cerimonia si è svolta in Comune il 15 giugno. In quella occasione Paulucci volle donare alla Pinacoteca civica un suo importante dipinto intitolato "Cantiere navale", delle dimensioni di 65 per 100 centimetri, già esposto alla "Mostra di Bari" del 1957. L'ultimo suo dono ad una

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istituzione astigiana per l'arte, è stato acquisito l'anno scorso dal Museo di arte moderna e contemporanea di Mombercelli.Si tratta di un dipinto ad olio dal titolo "Langhe" realizzato nel 1977.La famiglia materna dell'artista era originaria di Montegrosso d'Asti e Paulucci trascorse gran parte degli anni della guerra in questo angolo del Monferrato, in una casa in Via Serra, dove ora abitano i suoi parenti. Un rapporto costante, quello del famoso pittore con l'Astigiano, testimoniato da numerose presenze dei suoi dipinti in raccolte private e nelle pinacoteche. Di quel particolare periodo da "sfollato" trascorso in campagna a Montegrosso, restano alcuni quadri (di proprietà privata) che il maestro donò a conoscenti.

Domenica 19 luglio 2009- Giardini del CastelloCALOSSOOre 21,30Last blues, to be read someday La donna venuta dall’America. Recital di Cecilia Gragnani e Sara Urban

Fumatori di Carta presenta

“Last blues, to be read some day”un omaggio a Cesare Pavesedi Cecilia Gragnani e Sara UrbanRegia di Cecilia GragnaniArrangiamenti musicali di Marco GiongrandiCon Daniele Gaggianesi, Marco Giongrandi, Simona Severini e Sara Urban

Un microfono anni ‘40 e una chitarra. Una macchina da scrivere e una valigia.Un night americano, in cui si sta svolgendo un concerto, e la stanza di Pavese, il luogo della rievocazione, del gioco teatrale e dell’elaborazione del lutto.Lo spettacolo si apre con la fine del concerto, appunto con il “Last blues”.Pavese si congeda dal pubblico, per lasciare spazio al ritorno di Connie, l’ultima donna amata, l’attrice alla ricerca di fortuna nell’Italia del Neorealismo, nella quale egli scorge quella cultura americana tanto studiata e vagheggiata.Il ritorno di Connie dà inizio alla rievocazione di una serie di figure femminili, amate o soltanto cantate da Pavese. Una prostituta, una ragazzina, una soubrette del varietà, una “lavoratrice stanca” incontrata su un treno - donne “sempre soltanto vedute/sempre soltanto sognate” - e ancora Connie, impegnata nel tentativo di

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raccontare al pubblico l’uomo Pavese e di comprendere la natura di quell’amore che li aveva legati, nell’inestricabile dissidio fra amore e morte.Il percorso della donna si conclude con il “testamento” della loro storia: la lettera che accompagna l’ultima poesia scritta per lei, appunto “Last blues, to be read some day”.Nella circolarità della struttura teatrale si chiude lo spettacolo con la fine del concerto, in un’ideale comunanza di sentire fra Connie e la cantante, fra la letteratura pavesiana e il blues.

Lo spettacolo nasce, innanzitutto, dal desiderio di rendere omaggio ad un poeta che visse l’arte come esperienza totale, come vita stessa e non soltanto come momento estetico, con intelligente problematicità, dedicandosi non solo alla propria produzione artistica ma anche alla divulgazione della cultura e della letteratura americana, che tanta influenza hanno avuto nel vivace dibattito intellettuale dell’Italia della ricostruzione postbellica.L’America di Pavese si muove sulle note di un blues, musica che egli amò e a cui si ispirò nella composizione poetica. E soprattutto il blues sintetizza la visione dell’amore che Pavese visse e che espresse nelle sue opere: l’amore come nostalgia, l’amore come desiderio mai appagato, l’amore come chimera di una felicità mai raggiunta, che lo condurrà al suicidio: “La mia parte pubblica l’ho fatta – ciò che potevo. Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti. Ora non ho più nulla da desiderare su questa terra, tranne quella cosa che quindici anni di fallimenti ormai escludono”.

Fumatori di carta, nome che vuole appunto essere un omaggio a Cesare Pavese, è un collettivo artistico, formato da attori e musicisti, costituitosi nel giugno 2008. Cecilia Gragnani, Marco Giongrandi e Simona Severini si incontrano alla Civica Scuola di Jazz di Milano. Daniele Gaggianesi e Sara Urban si diplomano nel medesimo corso alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Altre, passate e presenti, esperienze di lavoro insieme (“Romeo e Giulietta” con Daniele Gaggianesi, Cecilia Gragnani e Sara Urban, Milano 2003; “Falene” con Daniele Gaggianesi e Sara Urban, Milano 2008; “Break in jazz” con Marco Giongrandi, Cecilia Gragnani e Simona Severini, Milano 2008; “Radice/Corsia degli incurabili” con Simona Severini e Sara Urban, Milano 2009; “L’isola degli schiavi” con Cecilia Gragnani e Sara Urban, Vigevano 2009) e una comunanza di interessi culturali, hanno portato i componenti del gruppo ad incontrarsi in occasione della nascita del progetto “Last blues, to be read some day”, nell’interesse di indagare le potenzialità teatrali dell’incontro fra musica e parola, fra il blues e la letteratura pavesiana.

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Lunedì 20 luglio 2009- Villa FogliatiCASTIGLIONE TINELLAOre 21,30- Da questa parte del mare- TourGianmaria Testa e Gabriele Mirabassi in concerto

Da questa parte del mare- Tour

GIANMARIA TESTA IN DUO

Gianmaria Testa, chitarra e voceGabriele Mirabassi, clarinetto

Gianmaria Testa canta in italiano e vive in Italia. I casi della vita hanno voluto che i suoi primi tre dischi siano stati prodotti in Francia (Montgolfières, Extra-Muros e Lampo), ma in cinque anni si è imposto come artista di talento: la stampa (sia francese che italiana) è stata unanime nell' individuare in lui uno dei più importanti cantautori italiani attuali.Gianmaria è un cantautore profondamente popolare e raffinato al tempo stesso, un cantautore della voce roca e vellutata che fa della canzone nuda la sua vera forza. Testi come piccole poesie che parlano di nebbie e di incontri, di solitudini e di colline e musiche che evocano il tango, il jazz, la bossanova, la habanera, il valzer e creano suggestioni calde, intense, che sanno avvolgere. Il suo cantare immagini e sentimenti è semplice, di matrice popolare, tradizionale, e perciò vincente, oltrepassa banali paragoni e facili accostamenti e si deposita diretto nell’intimo di chi ascolta. Se sono certamente importanti il successo internazionale dei primi dischi prodotti, gli inebrianti applausi dell’Olympia, i concerti nei grandi teatri europei e americani, sono però straordinariamente intimi e personali i colori delle terre di Langa; è proprio di Testa rendere musicali i tacchi di una donna che si perde lungo la pensilina di un’anonima stazione, come le unghie incalcinate di un muratore che muore con la sua casa costruita da solo negli occhi e

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nel cuore.

Gianmaria ha già al suo attivo più di 1000 concerti in Francia (fra cui il New Morning e l'Olympia), in Italia (in alcuni dei più prestigiosi teatri: Teatro Regio di Torino, La Pergola di Firenze, il Valle di Roma, il Duse di Bologna, il Comunale di Modena, il nuovo Auditorium di Roma, il Teatro Rossigni di Pesaro, ecc.), in Belgio, in Svizzera, Germania, Austria Portogallo, Canada e Stati Uniti.

Gianmaria Testa è da sempre molto aperto alle collaborazioni e ai confronti e da sempre ha unito il suo nome a grandi esponenti del jazz italiano (Enrico Rava, Paolo Fresu, Gabriele Mirabassi, Battista Lena, ecc.), del teatro (Paolo Rossi, Marco Paolini, ecc.) o della letteratura (come Erri De Luca).

Proprio la “mediazione” di Erri De Luca è un po’ il collante di questa formazione con Gabriele Mirabassi, attualmente uno dei più importanti e riconosciuti clarinettisti jazz a livello europeo e non solo. Una formazione necessariamente intima ma molto intensa e forte, soprattutto nei contenuti che vuole comunicare perché in ogni occasioni si infilano tra le note e tra le parole delle canzoni i testi di alcuni grandi poeti: il già citato De Luca (con il quale Gianmaria e Gabriele hanno condiviso l’esperienza dello spettacolo “Chisciotte e gli invincibili”), la poetessa bulgara Wislawa Szymborska ed altri. Un concerto che è un dialogo fitto tra due voci, quella di Gianmaria e quella del clarino di Gabriele.

GIANMARIA TESTA / Biografia

Gianmaria Testa è nato nel 1958 in provincia di Cuneo. Cresciuto in una famiglia di contadini dove tutti cantavano, ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta e, appena appresi i primi accordi, componeva la sua prima canzone. Dopo alcune rapide esperienze come chitarrista e cantante di gruppetti rock, scopre la sua dimensione di strumentista solitario. Nel’93 e’94 vince il primo premio del Festival di Recanati dedicato ai nuovi talenti della canzone d’autore. Il primo anno viene notato da alcuni discografici entusiasti, che gli suggeriscono di aggiungere un po’ di ritmo alle sue composizioni e di costruirsi un look malinconico per i necessari passaggi tv. Ma, a disagio con le ciniche regole del mercato, Gianmaria preferisce ritornare al suo mestiere di capostazione a Cuneo (argomento sul quale non ama ricamare troppo : a suo avviso non c’è proprio nulla di strano nel fatto che un capostazione scriva canzoni…)

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La volta successiva un giornalista lo presenta ad una produttrice francese, che ascolta e apprezza le sue canzoni registrate su demo-tape per voce e chitarra. Appena un anno dopo, nel’ 95, con l’etichetta Label Bleu esce il primo disco di Gianmaria Testa, Montgolfières , nel quale la sua bella voce calda e velata descrive un mondo di vento e di memoria, di terra e di nebbia, di oggetti che volano da un cielo all’altro e di “Donne nelle stazioni ” che se ne vanno senza voltarsi al braccio di qualcun altro. La musica è fatta di melodie limpide che emergono da un universo ricco quanto personale, dove il tango, la bossanova, l’habanera e il jazz stanno fianco a fianco; eppure le sue linee sono spoglie, pure e semplici come schizzi abbozzati su un quaderno, capaci di comunicare la bellezza nel modo più diretto.Al disco, accolto benissimo dalla critica, fa seguito il passaggio in concerto in uno dei club più importanti di Parigi, il New Morning, nel febbraio’ 96. Nell’occasione Testa si rivela un artista di grande presenza, che condivide il piacere di far musica con un gruppo di eccellenti musicisti come David Lewis (tromba), Jon Handelsman (sax, clarinetto), i fratelli François et Louis Moutin (rispettivamente contrabbasso e batteria), Leonardo Sanchez (chitarra), René Michel (fisarmonica, pianoforte).Nell’ ottobre del’ 96 esce il secondo disco, Extra-Muros che inaugura la nuova etichetta dedicata alla canzone dalla Warner Music francese, la Tôt ou Tard.La voce sembra aver ulteriormente guadagnato in ricchezza e in profondità, mentre le parti strumentali, a cui lavorano i compagni d’avventura del New Morning, acquistano maggior libertà. Tra pulsanti ritmi di jazz, scoppi di fanfara, assoli di pianoforte e silenzi improvvisi, Gianmaria Testa rinnova ancora una volta quella sincerità e quella maniera elegante e misurata di raccontare la malinconia, la luce e il dolore che sono la sua vera forza. Un’ulteriore conferma del suo grande talento.Cinque mesi dopo l’uscita di Exra-Muros, Gianmaria si presenta all’Olympia (l’ 11 febbraio 1997). E’ uno degli ultimi cantanti a esibirsi nella magica sala parigina prima della chiusura e della successiva ricostruzione. Soprattutto, l’Olympia rappresenta un momento fondamentale della sua giovane carriere nel giro di appena due anni uno sconoscinto cantautore italiano si è trovato a debuttare – assolutamente per caso – in Francia e a bruciare le tappe. Eppure tutti quelli che conoscono i suoi primi due dischi e che l’hanno visto esibirsi dal vivo, sincero, sereno e naturale, hanno potuto misurare la tranquillità e la sicurezza del suo passo. All’ Olympia sono con lui la maggior parte dei musicisti di Extra-Muros: David Lewis (tromba e flicorno), François Moutin (contrabbasso), René Michel (pianoforte e fisarmonica), Leonardo Sanchez (chitarra), Claudio Dadone (chitarra ritmica), Jon Handelsman (sax) e Laurent Robin (batteria).Grazie al concerto dell’Olympia l’Italia incomincia finalmente ad accorgersi di lui; la stampa è dapprima sorpresa, poi compatta nel salutare il nuovo talento riconoscendo in lui una nuova grande voce della canzone d’autore.Nei mesi successivi Gianmaria Testa ha compiuto tournée in Francia, Italia, Portogallo e Canada: un centinaio di concerti, dai club ai grandi teatri, quasi tutti chiusi da ovazioni a scena aperta; ma nei periodi di inattività artistica ha continuato a lavorare alla stazione di Cuneo.Nel febbraio del’ 99 esce il suo terzo album Lampo, realizzato in Italia e in Francia.

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Il titolo allude al fulmine ma anche al flash della macchina fotografica: un istante luminoso, giusto un istante che si imprime indelebilmente nella memoria. Quasi una dichiarazione programmatica per un disco che racconta storie minime, i cui protagonisti sono persone e realtà comuni che acquistano a volte contorni sorprendenti: gli amanti di Roma, la luna, l’albero del pane, la polvere di gesso lasciata sull’uscio di casa per rivelare le tracce di eventuali visitatori.Ancora una volta la stampa è unanime nel definire l’album magnifico, libero e maturo, animato da uno swing quieto e leggero, essenziale, come sospeso in una dimensione al di fuori del tempo, tanto “lunare” quanto profondamente legato alla terra.Per Lampo, Gianmaria ha invitato alcuni amici musicisti a mettere la loro “firma” su certi brani : Glenn Ferris (al trombone) in Petite Reine e Lampo, Vincent Segal (al violoncello) in Lucia di notte e Comete”, Riccardo Tesi (organetto diatonico) e Rita Marcotulli (pianoforte) ne Gli amanti di Roma . Il “ gruppo-base ”, diretto da David Lewis, assicura invece la trama e il colore di fondo dell’ intera raccolta.Per coronare il successo artistico del disco, Gianmaria decide di ripetere la felice esperienza del New Morning, suonandovi per cinque sere dal 16 al 20 marzo. La fine dell’anno è dedicata a una serie di concerti in Francia con un nuovo quartetto in cui Gianmaria è fiancheggiato da René Michel (pianoforte, fisarmonica), Leonardo Sanchez (chitarra) e Roberto Tormo (contrabbasso). Ma gli capita anche di esibirsi in duo con Pier Mario Giovannone, un amico oltre che un virtuoso della chitarra.Nel gennaio 2000 Gianmaria Testa ha dato vita ad una memorabile carta bianca al Teatro Sociale di Alba con ospiti speciali quali Enrico Rava, Rita Marcotulli, Arthur H, i fratelli Mancuso e altri e in febbraio ha registrato un tutto esaurito al Teatro Valle di Roma col suo quartetto italiano composto da Enzo Pietropaoli al contrabbasso, Gabriele Mirabassi ai clarinetti e Pier Mario Giovannone alla chitarra). Nel mese di maggio 2000 ha suonato per ben 3 volte all’Olympia di Parigi (in apertura del concerto dell’israeliana Noa) ed ancora una volta il successo è stato pieno e travolgente.Ad ottobre è uscito, con Elle U Multimedia, un nuovo disco di canzoni e poesie intitolato Il valzer di un giorno che ha venduto in un solo mese 20.000 copie ed è stato subito ristampato. Il cd rappresenta una vera scommessa per Gianmaria Testa: è in duo, con Pier Mario Giovannone, e punta quindi più alla qualità che agli “effetti speciali”, è il primo lavoro interamente realizzato e prodotto in Italia, ed ha scelto infine un canale distributivo del tutto alternativo per il panorama musicale contemporaneo come quello delle edicole. Al cd -una raccolta di alcuni suoi pezzi, cui si aggiungono, oltre alle poesie, due inediti (Piccoli fiumi e Il valzer di un giorno- è seguita una tournée nei più importanti teatri italiani (Teatro Regio a Torino, Teatro Valle a Roma, Galleria Toledo a Napoli, Teastro Duse a Bologna, Teatro La Pergola a Firenze, Teatro Gustavo Modena a Genova, ecc). Finalmente anche l’Italia si è accorge di lui! Nel frattempo (marzo 2001) Il cd Il valzer di un giorno è anche uscito in un’elegante formato libro-disco di 24 pagine, attraverso Harmonia Mundi, in Francia, nel resto d’Europa , Canada e Stati Uniti ed è stato presentato trionfalmente a Parigi nel corso di due serate tutte esaurite al Café de la danse. I principali mezzi d’informazione

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francesi (“Le monde” in testa che lo ha classificato tra le migliore uscite del 2001) hanno dedicato ampio spazio sia ai concerti sia al disco.Il 14 marzo 2001 al Teatro “Gustavo Modena” di Genova, Gianmaria Testa ha preso parte ad una serata interamente dedicata al premio Nobel José Saramago. In quell’occasione, insieme a Riccardo Tesi e Piero Ponzo, ha composto le musiche che accompagnavano la lettura de Il racconto dell’isola sconosciuta.In aprile ha realizzato tournées in Austria, Svizzera e Germania.Moltissime le collaborazioni di Gianmaria Testa nel 2001: con Rita Marcotulli, Paolo Fresu, Riccardo Tesi, Nada, Roberto Cipelli, ecc.In dicembre, insieme a Enrico Rava, la Banda Osiris, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo ha dato vita ad un concerto-spettacolo dedicato a Fred Buscaglione, Guarda che luna! Lo spettacolo è una co-produzione Produzioni Fuorivia – Teatro Stabile di Torino ed è stato in cartellone una settimana al Teatro Carignano di Torino per poi cominciare una tournée che si è protratta fino al 2003 (Umbria Jazz, Mantova Letteratura, Teatro Smeraldo di Milano, ecc.)Sempre in dicembre 2001, anche in Italia, il cd Il valzer di un giorno, dopo la distribuzione nelle edicole, è uscito nei normali negozi di dischi con HarmoniaMundi/Ducale per far fronte alle molte richieste.Nell’ottobre 2002 ha partecipato, per Fuorivia, a I Cosmonauti russi di Battista Lena con alcuni grandi del jazz italiano (Rava, Mirabassi, Biondini, Gatto, ecc.), Laura Betti e Maria Pia De Vito.Nel settembre 2003, sempre per Fuorivia, ha preso parte insieme a Erri De Luca, Mario Brunello, Marco Paolini e Gabriele Mirabassi, a Attraverso, presentato al Festival della Letteratura di MantovaIn ottobre 2003 è uscito il suo 5° album, Altre Latitudini (Harmonia Mundi/Egea), un disco di canzoni d’amore trovato o perso, caratterizzato dalla collaborazione con musicisti importanti (Mario Brunello, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Gabriele Mirabassi, Luciano Biondini, Fausto Mesolella, ecc,) e dalla presenza, per la prima volta, di una canzone in napoletano ‘Na stella, scritta per Gianmaria da Fausto Mesolella, chitarrista degli Avion Travel. Altre Latitudini è introdotto da un testo di presentazione di Erri De Luca.Al disco hanno fatto seguito una presentazione di una settimana al Café de la Danse di Parigi (tutte le sere esaurite) e oltre 60 concerti in Italia, Francia, Germania. A gennaio, il disco ha superato le 50 mila copie in Europa e Canada.Ad agosto 2004, Gianmaria è stato il protagonista, insieme a Paolo Rossi di Rossintesta (Fuorivia), spettacolo sul viaggio, tra canzoni e comicità che sarà ripreso nell’estate 2005. A novembre 2004 ha debuttato con grande successo Chisciotte e gli invincibili, nuovo spettacolo, tra musica e letteratura, su un testo inedito di Erri De Luca. Dopo una tournée nell’autunno 2004, lo spettacolo sarà ripreso per la stagione teatrale 2005/06 in molte città italiane.Alla fine di ottobre 2005 è stata distribuita in tutta Europa, Canada e Stati Uniti una nuova versione, completamente rimasterizzata e con una nuova veste grafica, dell’album Extra-Muros, ormai introvabile sul mercato.

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Nell’autunno 2006 esce Da questa parte del mare, che vanta collaborazioni musicali con artisti del calibro di Paolo Fresu, Bill Frisell, Greg Cohen.A gennaio di quest’anno l’ultimo, applauditissimo, album – il primo dal vivo del cantautore cuneese: SOLO DAL VIVO

GABRIELE MIRABASSIclarinetto

Biografia

Gabirele Mirabassi - clarinettoE’ uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale. Ha conseguito il diploma al conservatorio di Perugina in clarinetto con il massimo dei voti e la lode. La sua formazione musicale per i primi anni ha riguardato le tecniche esecutive peculiari della musica contemporanea, vantando collaborazioni con "bacchette" prestigiose tra cui Gunther Schuller, John Cage, Luis Andriessen.Parallelamente ha cominciato a lavorare professionalmente in ambito jazzistico, attività che, a partire dall'incisione di Coloriage (1991), in duo col fisarmonicista Richard Galliano, è diventata mano a mano sempre più consistente fino a diventare esclusiva. In duo con Stefano Battaglia incide Fiabe, con Riccardo Zegna Piccolo Valzer, con Sergio Assad Velho Retrato ed è protagonista del progetto musicale Cambaluc. Nel 2000 a "Umbria Jazz” presenta insieme a Luciano Biondini, Michel Godard e Francesco D'Auria il progetto Lo Stortino. Lo Stortino riceve consensi di critica e di pubblico sia in Italia che all'estero. Nel progetto si rileva una particolare attenzione per le variegate architetture compositive che attingono soprattutto alla tradizione popolare e alla musica colta europea e i solisti offrono interventi di alto profilo nell'ambito di un discorso musicale fortemente suggestivo ed evocativo.Tra i dischi successivi si segnalano 1 a 0 (Egea), lavoro incentrato sullo choro brasiliano, e i più recenti Latakia Blend con Luciano Biondini e Michel Godard (Enja) e l’ultimo, Fuori le mura (Egea), realizzato in duo con Luciano Biondini. Le attuali collaborazioni con il gruppo di Rabih Abou-Khalil, la partecipazione al progetto Castel del Monte II di Michel Godard e ai due progetti di Battista Lena (Banda Sonora e I cosmonauti russi), il trio con Enrico Pieranunzi e Marc Johnson, il progetto “Rugantino” di Roberto Gatto e numerose altre sono solo le ultime attività di un artista che vanta partecipazioni nei più importanti festival in Italia e all'estero. Recentemente ha registrato con il brasiliano Guinga, il cd Graffiando Vento (EGEA) che è stato presentato con successo a Umbria Jazz Summer 2004Nel 1996 vince il Top Jazz nella categoria "miglior nuovo talento".

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Venerdì 24 luglio 2009- Piazza del MunicipioSERRALUNGA DI CREAOre 21, 30Parliamo tanto di me

Di Cesare Zavattini con Marco Morellini

Parliamo tanto di medi Cesare Zavattini

con Marco MorelliniLuca Zanetti (fisarmonica)allestimento scenico Immagina - Novara

Buon dio, grazie di avermi dato il profilo greco, ma grazie soprattutto di avermi creato umorista…È questa la premessa che apre lo spettacolo “Parliamo tanto di me” costruito su testi di C. Zavattini. Premessa che denuncia una consapevolezza profonda nell’ osservare la vita ad una distanza leggera.Parliamo tanto di me è il primo romanzo di Zavattini (opportunamente rimaneggiato e adattato) che tratta di un vero e proprio viaggio nell’ aldilà con tanto di guida di Alighieriana memoria. Certo non sono presenti gli alti e tormentati personaggi della divina commedia; le sofferenze, i dubbi e rimpianti dei personaggi di Zavattini nulla hanno a che fare con Dante, e anche la guida del nostro protagonista non è certo Virgilio.È insomma un universo di poveri cristi che altro non fanno se non raccontare, relazionare, riflettere ad alta voce: parlare parlare parlare: la parola che allontana il buio. Tuttavia, con tocco leggero e personalissimo, attraverso paradossi e situazioni limite si narra di un viaggio nell’ oltretomba e pur sorridendo vi vengono trattati zavattinianamente i grandi temi che assillano l’uomo: la vita, la morte, la fede, la donna, la terra….Temi trattati con umiltà e follia da spiriti “comuni”: una divina commedia dei poveri.Parliamo tanto di me è dunque il corpo centrale dello spettacolo; tutt’intorno prendono vita una serie di altri scritti e “raccontini”, che alternano momenti di grande ilarità a riflessioni sulla guerra, la speranza, il tempo, il ricordo, la bassa…..Le atmosfere sono molteplici: si distanziano l’una dall’altra, si rincorrono, si cercano, diventano un tutt’uno per poi seguire le proprie strade. Atmosfere sviluppate sul “pensare per immagini” che Zavattini possedeva nel suo dna e che si fanno “vedere” e “vivere” da chi le ascolta. La fisarmonica di Luca Zanetti percorre con la sua musica il lungo film dei pensieri

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di Zavattini per colmare la distanza tra l’ entusiasmo e il disincanto, di sapore indissolubilmente padano.

Sabato 25 luglio 2009- Agriturismo Gallina (in caso di maltempo Chiesa S.S. Giacomo e Cristoforo) SANTO STEFANO BELBOOre 21,30Pessoa-Whitman- PaveseMariano Deidda in concerto

BIOGRAFIA

Unico nel suo genere, sei dischi dedicati alla grande letteratura e alla poesia.

Mariano Deidda nato ad Iglesias in Sardegna,rappresenta una delle figure più interessanti e raffinate del panorama della nuova musica d'autore italiana. E' musicista, autore e interprete. Un'artista davvero particolare fuori dagli schemi,non possiede la televisione,usa solo strumenti acustici rifiutando suoni campionati e il computer, scrive sul pentagramma e utilizza per le registrazioni casalinghe un piccolo vecchio "Geloso". Un'artista che ha saputo mettere da parte con un gesto di umiltà le sue parole, per scegliere, preferire quelle dei grandi poeti che ha imparato ad amare.

Nel 1998 con il produttore Vince Tempera, esce per Sony Music "L'ERA DEI REPLICANTI" ritenuto dalla stampa specializzata disco rivelazione dell'anno. Nello stesso anno Deidda rappresenta la nuova canzone d'autore italiana all' EXPO MONDIALE DI LISBONA.

Nel 2000 decide di mettere in musica le parole dello scrittore portoghese Fernando Pessoa nella traduzione di Antonio Tabucchi. Prende forma cosi' il progetto "DEIDDA INTERPRETA PESSOA" con il primo cd realizzato e distribuito dalla LUSOGRAM di Lisbona.

Nel 2003, sempre con la produzione di Vince Tempera, Deidda pubblica il secondo lavoro dedicato agli scritti di Pessoa, al quale prendono parte musicisti di fama internazionale come ENRICO RAVA,GIANNI COSCIA e STEFANO BAGNOLI, creando una

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suggestiva atmosfera con perfetto impasto jazz e musica da camera. Il brano "Nel mio spazio interiore" interamente scritto da Deidda dà il titolo all'intero album.

Nel 2005 il progetto prosegue con "L'INCAPACITA' DI PENSARE", special guest il grande MIROSLAV VITOUS, contrabbassista dei leggendari WEATHER REPORT che con la sua inconfondibile presenza ha caratterizzato attraverso un ritmo speciale e personale le trame sonore di questo lavoro che contiene anche due brani scritti da Deidda "UN LIBRO PER TE” e “HO VISTO I CAPRIOLI SULLA COLLINA".

Il 2005 vede anche l'uscita di un cofanetto contenente i primi tre cd che Deidda ha dedicato al grande scrittore portoghese. Giudicato uno tra gli otto migliori lavori musicali dell'anno.( LA STAMPA 20 DICEMBRE 2005). Nel 2006 Deidda è impegnato in un tour nei piu' importanti teatri d’Europa.

In Libano a Beirut rappresenta l'Italia al "LE FESTIVAL DU POEME CHANTE' " organizzato dall'UNESCO, dove, per la prima volta, i versi di Fernando Pessoa vengono tradotti in lingua araba.

Nel 2007 Deidda questa volta affronta la scrittrice sarda premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda con un lavoro raffinatissimo prodotto dalla PROMO MUSIC con il contributo dell' ISRE (istituto superiore regionale etnografico della Sardegna) a cui hanno collaborato ancora una volta musicisti importanti del panorama jazz internazionale, a cominciare dal mitico trombettista KENNY WHEELER e SASHA KARLIC all'oud. ll 2008 vede Deidda impegnato in un doppio lavoro su Fernando Pessoa e Cesare Pavese. Numerosi servizi televisivi sulle reti rai, spesso ospite del palinsesto radiofonico proprio per questa sua capacità di dare continuità alla tradizione italiana della nuova canzone d'autore.

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Domenica 26 Luglio 2009- Barricaia MartiniCOSSANO BELBOOre 21,30Se potessi avere…T.A.M. Quartet, con Luciano Alì- Drums, Massimo Celsi- Keybord and bass, Michele Lazzarini- sassofoni

Saxofonista: Michele LazzariniDal 1988 inizia numerose collaborazioni con diversi cantanti, tra cui si ricorda: il gruppo Ornowails fusion e il Vincenzo Corino jazz quartet, Giancarlo Ferrero, Bob Porcelli, Giorgio Faletti, Danilo Amerio, Silvana Poletti, Danilo Amerio, Farinei d’la Brigna, Ramona Badescu, Franco Fasano, Cristina d’Avena, gruppo rythm & blues “Labirinto”, Cerot Blues Band, Albino Montisci, quartetto di Abraham Laboriel, Eros Ramazzotti, B-Nario, Alan Scott, Anno Domini, Sonia Bellini, Pino Donaggio, Francesco Abate, Mauro Melis, Albino Mentisci, Don Mazzi, Fabrizio Voghera, Gianni Paderi, Stefano Cucchi, DIVYA PRABHA, Brando, Francesco Tricarico, Feel Good Productions, Max Ormea Ensamble. Dal 1992 ad oggi, collabora con diversi studi di registrazioni per gingle pubblicitari: Tic Tac, ovetti Kinder, Pocket Coffee, Aiazzone mobili, Isola del rustico, Portaerei del mobile, Giordano arredamenti, Franco costruzioni, Marvin, Cascella mobili, ecc...

Batterista: Luciano AlìInizia lo studio della batteria nella prima adolescenza e ancora giovanissimo intraprende la professione suonando in vari locali italiani, soprattutto live. Sempre nel 1980 registra la sigla televisiva del programma “TE LA DO’ IO L’AMERICA” con Beppe Grillo presso gli studi RAI di Milano. Nel 1982 si trasferisce negli Stati Uniti dove svolge attività concertistica (jazz e fusion) e di incisione. A New York, dove prosegue la professione, ha modo di incontrare e conoscere importanti esponenti della musica a livello mondiale dai quali riceve numerose manifestazioni di stima che alimentano nuovi stimoli. Attualmente è impegnato in un tour europeo di musica Gospel e contemporaneamente, oltre all’attività didattica, collabora con vari artisti nell’ambito Folk, partecipando a numerosi Festival Internazionali Europei: Arles, Segovia, Oporto, Valencia, Dénia, “Worldwide Music Expo” di Zaragoza, tra cui lo spettacolo (sponsor l’Unione Europea) “IL VIAGGIO DI SIGERìCO”.

Pianista, bassista: MASSIMO CELSIMassimo Celsi è un tastierista di Monchiero dotato di notevole talento (nonché di orecchio assoluto), diplomato al conservatorio di Torino in pianoforte e direzione corale, vanta anch'egli numerose collaborazioni con svariate formazioni locali. I brani sono composti da Mattia Calvo ed arrangiati dal gruppo cercando di inserirsi nell'ambito della canzone d'autore, partendo dalla forma "chitarra-voce", ed elaborandola ora in chiave rock, ora in chiave blues, senza disdegnare le

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contaminazioni più svariate (tango e altri ritmi sudamericani).

Domenica 2 Agosto 2009SANTO STEFANO BELBOItinerari d’arte – Città apertaAccoglienza a cura dell’ Ente comunale per il turismo e della Pro Loco di Santo Stefano BelboOre 21,30-Anfiteatro I Mari del SudMiti di stelleDal mito greco al sogno americano con O ThiasosIn caso di maltempo: Centro Sociale Gallo, Santo Stefano Belbo, Via Caccia 24

SCHEDA ARTISTICAO THIASOS: “MITI DI STELLE”

Il TeatroNatura O Thiasos è nato a Roma nel 1992 e da allora ha realizzato decine di spettacoli e laboratori in parchi e riserve naturali in tutta Italia. Ancora oggi il suo scopo è unire il teatro con la contemplazione e l’esperienza percettiva e sensoriale del paesaggio, per sviluppare un legame più diretto dell’essere umano con il suo territorio e con gli altri “esseri viventi” che lo abitano. Gli spettacoli sono concepiti per diverse ore del giorno, in genere al tramonto, fino all’arrivo della notte, oppure all’alba, per terminare a giorno fatto. Così il trascolorare della luce naturale entra a far parte della drammaturgia, imprimendovi direttamente i suoi significati, le sue qualità: per questo gli spettacoli non si avvalgono di luci artificiali, palchi e amplificazioni.Sulle possibilità di questo dialogo tra mondo umano e mondo naturale oggi, sull’ecologia come cura dell’abitare la terra e sul ruolo che possono avere il mito antico, l’arte, il teatro, il canto, nel riannodare un tessuto lacerato, O Thiasos TeatroNatura s’interroga attraverso i suoi spettacoli. Gli attori, immersi nel paesaggio, ascoltano, toccano e dialogano con alberi e pietre. E gli spettatori,

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che si trovano, anch’essi, dentro lo spazio scenico e condividono con le attrici il variare della luce naturale, l’alzarsi in volo di uno stormo di uccelli, il sibilo del vento tra le foglie, si ritrovano a fare esperienza di un rapporto con uno spazio che è tutt’altro che neutro e che interviene con tutta la potenza e la vastità proprie del vento, dei dirupi, dei mutamenti di luce e dell’oscurità della notte. Nel 2000 O Thiasos TeatroNatura ha ricevuto dalla Federparchi europea-Europarc un importante riconoscimento “per il miglior progetto d’interpretazione del territorio”. Hanno fondato e co-dirigono il gruppo Sista Bramini e Francesca Ferri.

“Miti di Stelle”Racconti e canti sotto al cielo notturnoNarrazione di Sista Bramini. Accompagnamento con polifonie tradizionali Francesca Ferri, Camilla Dell'Agnola, Silvia Balossi.Nel cielo stellato, spazio e tempo, letteratura e scienza, vastità e intimità si intrecciano aprendo in noi uno sguardo, inedito quanto antico, su alcuni spazi dell'anima. Le costellazioni: enigmi da sciogliere, emblemi da interrogare, configurazioni archetipiche alle quali attingere, sono sopra di noi e, ogni notte viaggiando, si mostrano. Pianeta: da planeo, erro, a ricordarci che l' errare è ciò che ci fa umani. E le stelle, fredde, infinitamente distanti, punti fermi della realtà, sono anche incandescenti e gravide di storie dove sensualità, strazio, commozione e bellezza si compongono in forme essenziali, e cantano:di Callisto, seguace di Diana, che vittima del desiderio di Giove, divenne l'Orsa Maggiore;degli altri amori di Giove e delle incredibili forme che assunse per congiungersi a Ganimede, a Io, a Europa, a Leda... di come per sempre sedotti, siano divenuti satelliti del suo pianeta oppure le costellazioni del Cigno e dell'Aquila che, allo zenit, nel Triangolo Estivo, ci sovrastano ogni estate. In ascolto, attraverso la notte, gli spettatori incontreranno alcuni tra i principali miti legati al cielo notturno e alcuni tra i più bei canti polifonici della tradizione popolare legati alla natura, alla notte. Come da sempre si è fatto, tenendo le stelle come riferimento.

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HANNO DETTO DI LORO:

«Sista Bramini, attrice e regista teatrale porta sulla scena le storie più belle della mitologia: episodi diversi cuciti tra loro in un racconto unico» Silvia Testa CORRIERE DELLA SERA

«Man mano che il racconto, avvincente come un racconto o un film d'avventure arriva al suo cuore d'ombra, le luci del tramonto calano e si entra in una notte illuminata da fuochi oracolari. Insomma, un gran bel teatro di narrazione e un rito laico emozionante per gli spettatori» Nico Garrone LA REPUBBLICA

“i movimenti ricordano quelli di un culto; Sista con i capelli sciolti, scivola alla deriva come Ofelia, il suo collega Pietro danza nell'acqua.” Valeska von Roques DER SPIEGEL

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Martedì 4 agosto 2009- Anfiteatro i mari del sudSANTO STEFANO BELBO- Piazza San RoccoOre 20,00 Cena in piazza S.Rocco a cura dell’ Ente Comunale per il TurismoOre 21,30 Falò sulle collineOre 22,00 Reve con La Salamandre

LA LUNA E I FALO’

Un rito antichissimo

I falò non sono soltanto fuochi di gioia ma anche fuochi di dolore. Scandiscono il tempo della festa e l’eterno ritorno delle stagioni. Venivano anche accesi in segno di lutto o per scongiurare la minaccia della grandine e delle intemperie che avrebbero distrutto i raccolti. Questo rito propiziatorio intendeva garantire messi abbondanti.Il fuoco dei falò è elemento simbolico che distrugge per far rinascere, purifica e vivifica, esorcizza la morte.Con le ceneri di un falò si chiude La luna e i falò, il romanzo dell’ultimo ritorno e del definitivo congedo dal mondo dei vivi.

Le Salamandre, gruppo di attori nato in seno all’Associazione Culturale Diecimenodieci, giocano con il fuoco fondendo una fisicità “guerriera” alla poesia del teatro-danza, un colpo d’occhio fatto di grandi oggetti-istallazioni animati dalle fiamme.

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Sabato 22 agosto 2009- Chiesa dei S.S. Giacomo e CristoforoSANTO STEFANO BELBOOre 21, 30 Bix- Un’ipotesi leggendariaLa storia di Leon Bix Beiderbecke, il più grande musicista bianco della storia del jazz. Un film di Pupi Avati

Bix - Un'ipotesi leggendaria

Regia: Pupi AvatiSceneggiatura: Pupi Avati, Antonio Avati, Lino PatrunoAttori: Bryant Weeks, Ray Edelstein, Julia Ewing, Emile Levisetti, Sally Groth, Mark Collver, Barbara Wilder, Luccio Romano Orzari, Mark Sovel, Matthew Buzzell, Michael T. Henderson, Debbon Ayer, Darrell Bishop, Timothy L. Williams, Curtis N. Wollan Ruoli ed Interpreti Fotografia: Pasquale RachiniMontaggio: Amedeo SalfaMusiche: Bob WilberProduzione: ANTONIO AVATI PER DUEA FILM, GIANFRANCO PICCIOLI E GIORGIO LEOPARDI PER UNION F.N., CON LA COLLABORAZIONE DI ARTISTI ASSOCIATI, RAIUNO, STATE OF IOWA, CITY OF DAVENPORT, IOWA FILM OFFICEDistribuzione: ARTISTI ASSOCIATI INTERNATIONAL (1991) - COLUMBIA TRI STAR HOME VIDEOPaese: Italia 1991Genere: BiograficoDurata: 111 MinFormato: Colore PANORAMICA A COLORI

Questo film non è attualmente programmato al cinema.

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amico, da quando aveva cominciato a cercare lavoro in una orchestrina, a quando è morto a 28 anni per alcolismo. Figlio di ricchi borghesi, che volevano per lui seri studi e lavoro sicuro e si opponevano decisamente ad una carriera di musicista, Bix, dotato di un eccezionale talento per il jazz, alterna grandi successi nelle maggiori orchestre (come quella di Frankie Trumbauer) a ritorni in famiglia, fra rimproveri, pentimenti e promesse vane, oppure a periodi di cura, anche in ospedale, contro le conseguenze dell'alcoolismo e delle eccessive fatiche, causate dagli spettacoli. Per pochi anni egli è una star, che si esibisce trionfante da Chicago a New York, insieme ai fedeli amici Don Murray, Joe Venuti e Hoagy Carmichael, guadagna molto denaro e frequenta ambienti di lusso, ma distrugge rapidamente il suo fisico e il suo talento, e presto non riesce a suonare, se prima non beve. Dopo un periodo di disintossicazione, Bix torna all'alcool, ma si accorge di essere ormai incapace di suonare, e si riduce, senza lavoro, senza soldi e malato, a trascinarsi in giro penosamente, senza voler incontrare né amici, né parenti. Bix ha parlato spesso del suo desiderio d'ammogliarsi, pur avendo avuto solo vaghi tentativi di legami o squallidi incontri mercenari. Un giorno, fattosi prestare dei soldi da Venuti, si fa aiutare da lui a scegliere nella vetrina di un fotografo la foto di una ragazza sconosciuta, che invia alla madre: è quella di Lisa. Pochi giorni dopo Bix muore.

Critica: "Un grande film. Commovente, intenso, e vero anche nella sua ricostruzione. Pupi Avati si dimostra ancora una volta, e sempre di più, uno dei nostri autori migliori". (Gian Luigi Rondi, 'Rivista del Cinematografo', 7, 1991)."Un film raffinato e toccante, fin troppo pudico per la sguaiataggine dei nostri tempi". (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 11 maggio 1991)."Il film lascia un po' a desiderare nella cornice storica, nella crescita drammatica, nell'approfondimento psicologico. Fra le cose azzeccate c'è la scelta degli interpreti". (Giovanni Grazzini, 'Il Messaggero', 13 maggio 1991)."L'amore è allo stesso tempo, la qualità più profonda e il limite del film. Un film che vale la pena di vedere anche solo per il puro piacere della sua bellissima musica. (Irene Bignardi, 'La Repubblica', 12-13 maggio 1991)."Bix è un film tenero e coinvolgente. Molto personale. Sotto una dolcezza stregonesca, anche sofferto". (Francesco Bolzoni, Avvenire, 14 maggio 1991).

Venerdì 28 Agosto2009- Chiesa dei Santi Giacomo e CristoforoSANTO STEFANO BELBOOre 18,30Cesare Pavese and America Presentazione del libro di Lawrence G. Smith, Massachussetts Press, 2008Partecipa l’autoreOre 19,30Cronaca di un centenarioUn documentario di Andrea IcardiOre 21,30- Piazza Confraternita (In caso di maltempo: Chiesa dei Santi Giacomo e

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Cristoforo)Middle West e PiemonteYo Yo Mundi in concerto Letture di Lella Costa

Lawrence G. Smith, saggista di New York, con l’opera Cesare Pavese and America rende omaggio all’ intenso rapporto del celebre scrittore piemontese con la cultura e la vita americana.Si sofferma in particolare sugli ultimi cinque anni di vita di Pavese, compreso l’amore fatale verso Constance Dowling, detta Connie.Un’opera che ripercorre l’esistenza e la tragica morte del celebre poeta e scrittore nato a S.Stefano Belbo, dove all’interno del Pavese Festival verrà presentata.Un’ interessante viaggio nella vita di un artista che ha segnato la cultura italiana del Novecento.

Cronaca di un centenario è un documentario del giovane regista santostefaneseAndrea Icardi, realizzato in collaborazione con la Fondazione Cesare Pavese.Questo lavoro è nato con lo scopo di ripercorrere le tappe (e le fatiche) fondamentali, tra cui la scorsa edizione del Pavese Festival, di un'anno particolare: quello del Centenario della nascita di Cesare Pavese e delle celebrazioni ad esso connesse.Inoltre, viene evidenziato l'impegno di Enti, Associazioni e persone che sono state coinvolte nella realizzazione dei festeggiamenti per i cento anni della nascita di Pavese.Un lavoro incessante ma doveroso per ricordare una delle più rappresentative figure della cultura italiana del '900.Andrea Icardi, ha già realizzato (nel 2008, dunque sempre nell'anno del Centenario) due importanti documentari: Contadini nelle Langhe di Cesare Pavese e Cesare Pavese-Ritratto a cento anni dalla nascita; volti a ricordare luoghi e persone descritti nelle opere pavesiane e legate alla sua vita.

YO-YO MUNDI

Gli Yo Yo Mundi nascono nel 1988 ad Acqui Terme (Alessandria). La formazione è composta da Paolo Archetti Maestri (voce solista e chitarra), Eugenio Merico (batteria), Andrea Cavalieri (basso elettrico ed acustico), Fabio Martino (fisarmonica e campionamenti), Fabrizio Barale (chitarra).Nel 1994 il gruppo pubblica il suo primo album, l’originale LA DISERZIONE DEGLI ANIMALI DEL CIRCO, buon esempio di combat folk italiano (il disco è dedicato alla Lega AntiVivisezione) al quale

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collaborano Michael Brook e Brian Ritchie e Gordon Gano dei Violent Femmes.Il successivo BANDE RUMOROSE è catturato in presa diretta durante una trasmissione televisiva (“Segnali di Fumo”, Video Music): registrato di venerdì 17, contiene 17 tracce ed è suonato da 17 musicisti, fra i quali, oltre ai quattro Yo Yo Mundi, Giorgio Canali, Ginevra Di Marco, Cristiano Godano, Luca Gemma. Nel 1996 esce PERCORSI DI MUSICA SGHEMBA, realizzato artisticamente con Giorgio Canali.Il gruppo moltiplica le partecipazioni e le collaborazioni, i concerti, e bisogna aspettare il 1999 per l’uscita del nuovo album, L’IMPAZIENZA, che contiene una canzone dedicat al calciatore Gigi Meroni e un brano che Ivano Fossati ha scritto per il gruppo, “Il sud e il nord” (gli Yo Yo Mundi partecipano poi, l’anno dopo, alle registrazioni di “La disciplina della terra” di Fossati).Il lavoro successivo, pubblicato nella primavera del 2001, è quasi esclusivamente strumentale, si intitola SCIOPERO e nasce dalla composizione di un commento sonoro per l’omonimo film del regista russo Sergej Ejzenstejn.E’ seguito nel 2002 da ALLA BELLEZZA DEI MARGINI, primo album per la nuova etichetta, undici canzoni realizzate con Beppe Quirici: il Cd è preceduto e seguito da quattro miniCd con inediti e outtakes, 15 brani in tutto che si aggiungono alle 11 dell’album.Subito dopo gli Yo Yo Mundi prendono parte alle registrazioni dell’album “Io non mi sento Italiano” di Giorgio Gaber, uscito postumo dopo la scomparsa del cantautore. La fine dell’anno 2003 è segnata da un progetto particolare intitolato MUSICHE PER UNA FAVOLA: è un cd con 11 brani inediti ispirato ed allegato al libro illustrato “Storia del Bacicalupo Innamorato” di Marco Castelnuovo.Arrivano quindi nel 2004 il progetto 54, album realizzato con Wu Ming che intreccia musica e narrativa, l’uscita del miniCD con 5 brani + libro “La casa del freddo”, e la pubblicazione in Inghilterra di SCIOPERO.Il 2005 si apre con un nuovo spettacolo, “La Banda Tom e altre storie partigiane”, che diventano un Cd + DVD intitolato RESISTENZA; segue "Yo Yo Mundi alla Guerra di Troia", sonorizzazione del film "La caduta di Troia" di Giovanni Pastrone (1911) ma anche nuovo spettacolo di lettura scenica con la partecipazione straordinaria degli attori Franco Branciaroli e Federica Castellini; intanto il progetto “Sciopero” viene rappresentato a Londra, Manchester, Edinburgo, Dublino e il Cd viene pubblicto negli Stati Uniti.Del 2006 sono il nuovo spettacolo: "Il Bandito della Acqui, memorie

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di un soldato dimenticato" ispirato alle vicende della Divisione Acqui, e lo spettacolo di storie e canzoni intitolato “Il Gioco del Mondo”, una scelta di brani accompagnati da immagini e filmati per cantare e raccontare la storia d’Italia contemporanea.A marzo 2007 nasce una nuova sonorizzazione per "Chang: la giungla misteriosa" (1927, USA) dei registi Ernest B. Schoedsack e Merian C. Cooper; il cd CHANG: LA GIUNGLA MISTERIOSA che ne è la testimonianza live di questa nuova sonorizzazione esce alla fine del 2007 (disponibile solo on line, in tiratura limitata).Nell’ottobre del 2007 gli Yo Yo Mundi realizzano le musiche per lo spettacolo teatrale “Ricordi Fuoriusciti” ispirato alla vita e alle opere di Antonio Gramsci, Piero Gobetti, Gaetano Salvemini e i fratelli Carlo e Nello Rosselli, un estratto delle musiche e dei testi di questo spettacolo diventa l’album FUORIUSCITI, che esce nel marzo 2008.Nel 2008 esce il nuovo album di canzoni ALBUM ROSSO, 16 brani realizzati con la collaborazione di Massimo Carlotto, Patrizia Laquidara, Alessio Lega e altri.

LELLA COSTA

Subito dopo gli studi universitari e il diploma all'Accademia dei Filodrammatici (con tanto di medaglia d'oro), inizia a lavorare con Massimo De Rossi, per approdare, nel 1980, al suo primo monologo, scritto da Stella Leonetti: Repertorio, cioè l'orfana e il reggicalze.Inizia così a proporre autori contemporanei (tra cui Renzo Rosso e Mrozek), a frequentare la radio, ad avvicinarsi al teatro-cabaret con un altro monologo di Patrizia Balzanelli (1985). Nel marzo del 1987, debutta con il primo spettacolo di cui è anche autrice, Adlib, cui seguirà Coincidenze.Inevitabili, dopo il successo, le frequentazioni televisive (Ieri Goggi e domani, Omnibus, La TV delle ragazze, Fate il vostro gioco, Ottantanonpiùottanta, Il gioco dei nove e Maurizio Costanzo Show), e cinematografiche (Ladri di Saponette, 1989, di Maurizio Nichetti; Visioni private, 1990, di Francesco Calogero). Nell'ottobre del 1989 inizia una collaborazione con Cuore e Linus. Nel febbraio del 1990 è di nuovo in scena con il suo terzo monologo, Malsottile, una riflessione ironica e poetica sulla memoria.Nel 1992 esce La daga nel loden, raccolta di testi degli spettacoli realizzati fino ad allora; contemporaneamente debutta con Due, prima e unica esperienza fuori dalla preferita struttura del monologo. Nel settembre dello stesso anno inizia a tenere la rubrica della Posta dei lettori su DireFareBaciare, il mensile edito da Smemoranda; saltuariamente scrive per L'Unità.

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Come doppiatrice televisiva ha interpretato con successo la gallina Marta nel primissimo Lupo Alberto, poi Kim Zimmer e Rose Alaio in Sentieri, Gabriela Gili in Innamorarsi, Janet Demay in Mai dire sì e Priscilla Barnes in Tre cuori in affitto. Come doppiatrice cinematografica la ricordiamo ne La freccia azzurra (1996) di Enzo D'Alò. In Terkel ha prestato la propria voce a Beatrix, la mamma di Terkel.

La cartella stampa del PAVESE FESTIVAL 2009 è stata curata dal dott. Stefano Bosca,

con la collaborazione dello staff della Fondazione Cesare Pavese.

Fondazione Cesare Pavese, Piazza Confraternita 1 Santo Stefano Belbo (CN)

Tel. 0141843730

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