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Poste Italiane S.p.a. - 40131 Bologna T (+39) 0514168413 - F (+39) 0514168094 - Sede Legale 00144 Roma Viale Europa 190 Partita IVA 01114601006 Codice Fiscale 97103880585 Capitale Sociale Euro 1.306.110.000 i.v. Registro delle Imprese di Roma n. 97103880585/1996 - Tassa riscossa - Taxe Perçue (in caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna di pagare la relativa tassa) Dal 1981 l’A.P.E.S. fa scuola, nella Comunicazione e nella Formazione www.corsidipizza.org www.pizzapress.it QUALITY ANNO XXIX - N° 4 - 2011 DAL 1982, LA PRIMA PUBBLICAZIONE PROFESSIONALE - SETTORE RISTORAZIONE - PIZZERIA Equazione italiana

Pizzapress Aprile 2011

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QUALITYANNO XXIX - N° 4 - 2011 DAL 1982, LA PRIMA PUBBLICAZIONE PROFESSIONALE - SETTORE RISTORAZIONE - PIZZERIA

Equazione italiana

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Per molti non è una novità, A.P.E.S. è sempreandata controcorrente:

• Favorendo la manipolazione acrobatica,quando le acrobazie non erano esasperazionee le pizze manipolate venivano poi cotte emangiate. • Quando si volevano riconoscere per lepizzerie solo i forni a legna e non gli elettrici.(1)

• Quando si discuteva cosa era o non erapizza dando spazio alle pizze industriali e allepizze in teglia.

• Parlando di formazione professionale e scuole per ilsettore quando il mestiere era tramandato da padre infiglio.• Quando per prima ha dato vita alle pizze fantasiamentre in menù nei locali c’erano solo una decina diproposte e nessuna dolce.• Quando è riuscita ad inserire nelle fiere uno spaziotutto dedicato alla pizza, il Salone Ciaopizza, negli anni incui di pizza non voleva sentir parlare nessuno. Oggi nonmanca fiera che non pensi alla pizza come richiamo. • Quando si è parlato di pizza napoletana STG, dicendoNO per una miriade di buoni motivi, dai prodotti nonidonei, ad una produzione in pizzeria non realistica, aduna storicità tanto limitante quanto improponibile.

Si parla di pizza solo con il 1700? Per forza, facevanoscuola solo le cucine dei principi e dei ricchi, della storiaalimentare plebea chi se ne poteva occupare? Nei secoliscorsi non era un argomento interessante per le culturegastronomiche e scrittori e poeti erano ospiti delle corti. Pizza/ pane/ pizza è un fatto assodato nei secoli: il primopane era una schiacciata e sulla schiacciata si mettevaquanto era disponibile nelle povere mense o i ritagli diun prodotto qualsiasi, dai formaggi, ai salumi agli scartidel pesce, al lardo, a sale ed erbe aromatiche.Non è stata chiamata pizza perché vi hanno aggiunto ilpomodoro del Perù, anzi il dibattito storico sull’originedel nome passa dal Nord Europa alla Grecia, al MedioOriente, in ogni parte della Terra allora conosciuta.Piuttosto il dibattito sulla pizza appare con la diffusionedelle pizzerie come locali che producono pizza.Per l’A.P.E.S. la pizza è figlia dell’uomo, è figlia e madredel pane, è come chiedersi se “è nato prima l’uovo o lagallina”.

Ora l’A.P.E.S. aggiunge che la pizza napoletana non puòdivenire “Patrimonio immateriale dell’UNESCO, lopotrebbe diventare “LA PIZZA ITALIANA”, se infine tutti ipizzaioli trovassero in questo, almeno in questo uncollante, e finalmente collaborare per uno scopo unico:la tutela del prodotto.La pizza napoletana, lo ripetiamo ad esaurimento, è unprodotto nato per saziare la fame di poveri ed indigenti,per restare sullo stomaco con la sua poca lievitazione escarsa digeribilità. Per Artusi era addirittura un dolce conla ricotta.La pizza napoletana oggi è sicuramente diversa, ricca ecurata negli ingredienti, con farine e condimentiselezionati, tradendo nel concetto stesso la sua finalitàpopolare che è stata, peraltro, il motivo della suadiffusione. Ma costava poco quella pizza popolare, di cuipoco si conosce sulla versione “fritta”, anch’essaprodotta a Napoli ma caduta, chissà perché neldimenticatoio. Non era certo ricca di condimenti di pregiocome la mozzarella di bufala, di cui si vuole spingere ilconsumo.Ci si dimentica che negli anni ottanta è stata la pizza asalvare il cassetto della ristorazione in Italia, e a leihanno ricorso molti ristoranti per non chiudere i battenti.La situazione oggi si è capovolta, la pizza è divenutabusiness, oggetto di catene alimentari nel mondo conpizze super farcite e spugnose, mentre l’Italia haagganciato il concetto di cibo sano e digeribile, croccantee friabile, ideale a tutte le età e in linea con i dettamidella dieta mediterranea di base. Dieta riconosciutadall’UNESCO nel 2010. La pizza romana, pugliese,siciliana, ligure, veneta, toscana: ogni regione da semprenei secoli ha avuto nella pizza la sua interpretazione e isuoi riferimenti con il territorio. PIZZA ITALIANA: ma ècontrotendenza, questa? Secondo me è essere in lineacon i fatti, e non manometterli come si vuole con molteiniziative che, all’italiana, creano su misura concettiinesistenti, come dire “ad personam”.

(1) ndr: è di questi mesi la notizia che l’AssociazioneVerace Pizza Napoletana ha riconosciuto un forno a gas,nello specifico della Refrattari Valoriani, come idoneo allacottura della pizza napoletana. Le regole possono cambiare.

1IL PUNTO della situazione

Antonio PrimiceriDirettore Editoriale - Presidente Apes

L’A.P.E.S. va controcorrentein favore della Pizza Italiana

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SommarioPIZZAPRESS QUALITY

N° 4 Aprile 2011

www.pizzapress.it

DIREZIONE E REDAZIONEVia G.B. Bertini, 25 - 20154 Milano

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Rosanna OjettiGiada PanzeriLina PastoriEnrico Pezza

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Registrazione Tribunale di Milano N. 354 del 25/09/1982. Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa, N. 4392 del 13/10/93 - legge5/8/1981 N. 416 art. 11. Manoscritti, fotografie e disegni anche se nonpubblicati, non si restituiscono. PizzaPress Quality lascia agli autoridegli articoli l’intera responsabilità delle loro opinioni. L’editoregarantisce la riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibili-tà di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo o telefonando a Futura International Srl. Le informazioni verranno uti-lizzate al solo scopo di inviare agli abbonati testata e allegati, anchepubblicitari, legge N. 196/03 - tutela dati personali. Si dichiara che lo spazio pubblicitario relativo a questo numero è inferiore al 45%.

FUTURA INTERNATIONAL S.r.l. è associata:

1 Il Punto della situazione

3 I soci fondatori

9 Cultura&Ricerca negli impasti

10 Chiariamoci le idee

12 Massimo Ferrari presenta Felice e Maria

14 PIZZAGLOBAL

16 Cibo e divertimento con PINOCCHIO

18 La mosca nella... Ristorazione

20 Eventi

22 Storia e finalità del Club del Buongustaio

24 Un vitigno tanti vini

26 Amore Passione Creatività Semplicità

30 Che cosa significa “Certificazione di Qualità”?

le avventure di APESino

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Guido Rizzi, Pizzeria Laste di Trento,la più famosa e storica non solo del-la città ma di tutta la regione trenti-

na. Ci racconti un poco la tua storia? Comesei arrivato e/o entrato nel settore dellapizzeria?La mia prima pizza l’ho fatta nel 1964, puravendo iniziato come cuoco, ma la pizza miattirava. Con mia moglie Flora ho apertoun’attività tutta mia e abbiamo cercato didare un’immagine gradevole e accoglienteal locale già da subito. La mia prima pas-sione era comunque la cucina e ho fattomolto nell’arte culinaria con pranzi e cenedivenuti famosi. Per la pizza ho sviluppatoconsulenze private ed aziendali con corsi inItalia, ma anche all’estero. Sono stato,infatti, fra i primi istruttori dell’A.P.E.S. Hoseguito sempre molto la stagionalità deiprodotti e questo è il mio primo must.

Negli anni storici in cui si è formata e fon-data l’A.P.E.S. nel tuo territorio come ricor-di il settore pizzeria?C'erano veramente pochissime pizzerie e si

servivano soltanto le pizze classiche: mar-gherita, marinara, capricciosa, calzone ecc.

Chi erano i tuoi clienti, cosa chiedevano,com’era la pizza?In genere i clienti considerava-no la pizza come una merendaoppure un dopo cinema, pochila consideravano o la gustava-no come se fosse una cena.

Le aziende alimentari quantaimportanza davano al settorepizzeria?Le aziende tuttavia erano giàmolto attente e intravedevanoun bel futuro in quello che danoi era solo un nuovo settoredella ristorazione

Come vi siete incontrati, voisoci fondatori?Penso che la maggior parte dinoi abbia avuto nell'incontrosvoltosi a Taormina l'occasioneprincipale per lo sviluppo e lanascita della prima associazio-ne dei pizzaioli in Europa.

Hai seguito e operato nell’associazioneper tanto tempo e attivamente: cosa tispingeva a credere nell’A.P.E.S. e nei suoiprogrammi?Quello che mi spingeva a crederenell'A.P.E.S era la volontà di sostenere l’ini-ziativa, fra i primi insieme all'amico e colle-ga Luisin,di istituire dei corsi didattici epratici per pizzaioli e farne una vera e pro-pria professione. La cosa per altro è statafatta ed il primo corso (e convegno) è statoorganizzato proprio a Trento nella sede del-l'Unione Commercio e Turismo da me, Cav.Uff. Guido Rizzi.

Come vedi oggi il settore pizzeria e i piz-zaioli? Sono migliorati, sono professioni-sti migliori di allora, trent’anni fa?Trent'anni fa questo mestiere si imparava

da un altro pizzaiolo, il quale naturalmenteera assai geloso della sua arte. Stava a chiapprendeva cercare di "rubare " alcunisegreti (tipo l’impasto). Oggi, anche grazieall'A.P.E.S., si può imparare con i corsiorganizzati dalle varie Associazioni di cate-goria; io stesso ne tengo parecchi ognianno come docente regionale di Confeser-centi.Bisogna anche osservare che col passaredegli anni, sono migliorate sia le attrezza-ture che i pizzaioli. Una cosa è certa, fare ilpizzaiolo non deve essere il lavoro che tiporta lo stipendio a fine mese, ma unmestiere che va fatto con professionalità emolta passione: due punti fondamentaliche permettono di sviluppare le proprie

GUIDO RIZZI e PINO LONGOproseguono gli incontri con i fondatori

e i fedelissimi dell’A.P.E.S. Alcuni sono ancora in attività, altri si dichiarano placidamente in pensione, altri risultanoirreperibili. Per questi ultimi abbiamo lanciato una ricerca anche attraverso facebook, tipo“wanted”. Ci piace rispolverare con loro i tanti anni di gloria e di impegno per lo sviluppo delsettore. Un modo questo per ringraziare tutti della collaborazione e dell’entusiasmo con cuisiamo stati seguiti e che ci ha permesso di continuare su questa strada. E di non dimenticare.

Storia recente di un piatto antico

Guido Rizzi con i colleghi in un momento di pausa,dopo il concorso. Notare l’eleganza dei pizzaioli.

Guido Rizzi con Alfredo Leone

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idee e di poterle mettere in pratica.Sicuramente si possono raggiungere gran-di soddisfazioni, sia a livello personale chelavorativo.

E’ cambiata la clientela? Oggi cosa chie-dono di più o di diverso?Si, la clientela oggi è molto più varia, dalbambino all'anziano. Ciò che non devecambiare invece è il modo di fare la pizzaed in questo mi trovo d'accordo con il pre-sidente dell'Associazione Vera Pizza Napo-letana Antonio Pace.

Nel tuo menù quante pizze ci sono? E’ uti-le avere un numero nutrito di proposte o èsufficiente farne poche ma bene?Nel mio menù ci sono 30 tipi di pizza. Daqualche anno mi sono anche dedicato allaclientela che, per esigenze di intolleranzaalimentare, può mangiare solamente pizzesenza glutine. Ovviamente per quanto mi èpossibile, cerco di esaudire la richiesta deisingoli clienti nel mio migliore dei modi. 

Cosa pensi delle pizze regionali, hanno unsenso, sarebbero proponibili e pubbliciz-zabili?Sono d'accordo sia per le pizze regionaliche per le pizze stagionali, anche perché cisono abitudini alimentari diverse e prodot-ti stagionali diversi da nord a sud, da regio-ne a regìone. E' importante in ogni casonon stravolgere il metodo per fare la pizza

Guido Rizzi, oggi, i suoi impegni, le sueconsiderazioni.I miei impegni di sempre sono di fare prima

di tutto il marito, a seguire il padre, il non-no, il pizzaiolo, il consulente e svilupparela scuola per pizzaioli in Italia e all'estero(in Austria, Germania e Francia pressol’lnstitut National de la Boulangerie).

Giuseppe Longo, in arte e per gli ami-ci Pino. Non è precisamente unsocio fondatore ma ha fatto parte

da subito, ancor prima della fondazione,degli affezionati dell’A.P.E.S. Pizzeria Flamingo a Taglio di Po, in provin-cia di Rovigo, in questo locale Pino ha for-mato molti pizzaioli, portandoli sempreagli incontri ed eventi dell’Associazione.Ha fatto parte di molte Commissioni del-l’A.P.E.S. e molte volte ho pensato alla sualuna da colpire e all’aquila colpita, per direche bisognava mirare in alto per raggiun-gere qualche discreto risultato.

Pino Longo come sei arrivato alla pizza?Quasi per scherzo nel 1970, in Germania aDusseldorf come aiuto pizzaiolo di miocognato Antonio Campanella.

Negli anni settanta, prima che l’A.P.E.S.venisse fondata, com’era il mondo dellaristorazione nella tua zona, che spazio eche immagine avevano le pizzerie?Molto scadente, fare il pizzaiolo era quasidegradante: se mi chiedevano che lavorofacevo, dicevo che facevo il cuoco o ilcameriere. Se dicevo che facevo il pizzaio-lo mi sentivo dire...ma che lavoro è? (anco-ra oggi non siamo riconosciuti come pro-fessione!!).

Non sei nominato fra i soci fondatori per-ché quel giorno avevi il “mal di pancia”,ma eri presente e attivo nelle primissimeiniziative. Quali erano i tuoi sogni ? Qualierano i tuoi programmi?Più che mal di pancia ...ero ricoverato inospedale a Padova. L'ho vista brutta!!

L’entusiasmo, la voglia di fare, all’inizioera molta, come molto era il volontariatodi tutti i partecipanti. Qualche considera-zione e riflessione su come oggi vedi queiprimi anni di lavoro nell’Associazione? Di considerazioni e riflessioni non baste-rebbero 10 pagine di giornale!!Però devo dire che l'entusiasmo di far vale-re il nostro lavoro come professionel'A.P.E.S. vi ha contribuito enormemente,riunendo tanti Pizzaioli nelle varie manife-stazioni, mettendoci a confronto e in com-petizione, riuscendo sempre di più amigliorare la professionalità del fare la piz-za, facendoi crescere la consapevolezzache fare la pizza non era un semplice lavo-ro.... ma un'arte da esprimere!!

Sono passati trent’anni: hai avuto delleidee nel tuo settore, hai collaborato aqualche innovazione in particolare?Oltre ad essere uno dei primi istruttori piz-zaioli formati grazie all'A.P.E.S. sono statoanche il primo nel 1988 ad organizzare uncorso per pizzaioli in una Scuola Statale,presso l'Istituto Alberghiero di Adria (Ro).Di idee ne ho avute parecchie..ad esempio:miscele di farine per pizze, pale in lega leg-gera, l'uso in pizzeria dei tronchetti di fag-gio pressato al posto della legna risolven-

Remo Spezia e Bandera con Pino Longo.

A sinistra Guido Rizzi al convegno di Trento. Accanto Luisin e Primiceri.

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do il problema igienico che la legna com-porta. Posso anche dire che nel 2000 hocreato la Pizza con farina di KAMUT(docu-mentato) che oggi è molto richiesta per leottime caratteristiche organolettiche e perchi ha intolleranza alla farina di frumento.Purtroppo qualche "approfittatore" si èpreso la paternità di questa idea. Su que-sto non aggiungo altro!!

La pizzeria italiana di oggi come la vedi?Come vedi i pizzaioli?La pizzeria è diventata trainante nel mondodella ristorazione, lo dimostra il fatto chetanti ristoranti storici hanno inserito la piz-za nei loro menù anche se fino a qualcheanno fa snobbavano e consideravanodeclassante fare pizze!! La nuova generazione di pizzaioli? è sicura-mente più acculturata di noi, basti vederequanti giovani laureati e diplomati hannoscelto di fare i pizzaioli abbinando la cultu-ra alla creatività.

Ci sono molti stranieri in questo settore:cosa ne pensi? E’ crisi?Gli stranieri (fortuna che ci sono!!) stannosuperando i pizzaioli italiani per il motivoche i nostri ragazzi non vogliono sacrificareil week end e la sera… questa professionerichiede sacrificio, anche se oggigiorno èuna pacchia lavorare in pizzeria!!

Cosa suggeriresti per questo settore e perla nuova generazione di pizzaioli?Per il settore dico: puntiamo sempre sullaqualità! Alla nuova generazione di pizzaiolidico: se avete intenzione di intraprendere la

professione di pizzaiolo fatelo solo seavete la PASSIONE , altrimenti lasciate per-dere!! Senza questo "ingrediente"faretesolo delle cose tonde ...senza anima!!!

MTB

Pino e la creatività in concorso

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Quale

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La pizza non è solo un prodotto dell'arte bianca ti-pico del nostro Paese, ma il risultato di tradizioni,ingredienti di qualità, tecnica di preparazione, di

idee di vendita e consumo, dalla comoda pizzeria al di-namico take away.In Italia si contano quasi 30.000 pizzerie (secondo i datirilasciati da Assipan, e concernenti le rilevazioni di Te-lextra per il biennio 2008-2009). I dati di questo settoresono incerti, perché la pizza è un prodotto offerto nonsoltanto nei locali ad essa dedicati, le classiche pizze-rie, ma anche in altri esercizi, come ristoranti o rosticce-rie, negli agriturismi, negli hotels anche a 5 stelle, nellegastronomie e pasticcerie, per citarne alcuni.Un mondo in cui la tutela del prodotto e la formazioneprofessionale sono elementi portanti: la conoscenza el'aggiornamento, infatti, restano fondamentali anche inun settore apparentemente tradizionale, dove, tuttavia,innovazioni dovute alle normative e ai regolamenti perla sicurezza alimentare e nuovi canali di vendita in lineacon le esigenze del cliente creano una miscela in conti-nua evoluzione.Per offrire agli operatori un momento unico di confrontodiretto, Host, il Salone dell'Ospitalità professionale inprogramma dal 21 al 25 ottobre 2011 a fieramilano avràal suo interno il Salone Ciaopizza, storica formula di par-

tecipazione fieristica dell'Associazione Pizzaioli e Simi-lari, che organizza negli spazi momenti di approfondi-mento e cultura del prodotto, incontri a tema, esperien-ze e consulenze messe a disposizione dei visitatori ita-liani e stranieri di Host.La storia e la cultura sono punti di partenza imprescin-dibili, nei contenuti formativi dell'A.P.E.S. (la prima as-sociazione di categoria in Italia e in Europa, dedicata alsettore della pizzeria) se parliamo di tradizione e tipici-tà, formule che comunque devono essere al pari con itempi e aggiornate per non posizionarsi fuori dal mer-cato e dai consumi.Per un prodotto insieme italiano e internazionale comela pizza, la più importante manifestazione italiana a li-vello internazionale sull'ospitalità diventa palcoscenicodi eccellenza, offrendo, insieme alla presentazione del-le ultime novità tecnologiche per la sua lavorazione, an-che campionati di bakery e pizza che animeranno glistand.La forte sinergia con l'area dedicata alla ristorazioneprofessionale, oltre agli altri settori rappresentati aHost, potrà favorire la crescita professionale e soprat-tutto garantire maggiori occasioni di business di chiopera nel comparto della pizza.

HOST sforna il futuro della pizzanel mondo

A ottobre 2011, all'interno del padiglione dedicato a Pane Pizza Pasta, macchine,tecniche e idee per gli operatori che si dedicato al prodotto italiano più famoso

A Milano, la manifestazione diventa palcoscenico per il più italiano degli alimenti con CiaoPizza

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Ristorazione Professionale •Pane/Pizza/Pasta• Gelateria/Pasticceria • Caffè • Bar/Macchine caffè • Hotel&Spa Emotion

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Il tocco in più della farina.

mamme e nonne, non viene utilizzato il sale.

farina 00 “Pasta d’Oro”, farina di qualità superiore.

CULTURA&RICERCA NEGLI IMPASTIA cura della redazione di Pizzapress Quality

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Composizione delsemilavorato: farina di granotenero tipo “0”, zucca in polvere,sale, latte in polvere, glutine, aromi naturali, emulsionante: E 472, destrosio. Agente di trattamento della farina: E 300, alfa-amilasi.

Ricetta base dell'impastoKg 10 di pane di zucca Molino Pasinil 5,5 – 6,00 di acquagr 500 di lievito di birragr 600-700 burro/margarina vegetale (tenere presente che nella farina di base è già presente il sale)

Attrezzature in pizzeriaForno elettrico: temperatura circa 180°C, resistenza 40% pla-tea, 40% cielo. Tempo di cottura 50 minuti circa (meglio aggiun-gere un recipiente con acqua per i primi 15/20 minuti).

Forno a legna: temperatura 200/210°C. Tempo di cottura circa40 minuti. Chiudere la bocca del forno sino a fine cottura (con-trollare ogni tanto il prodotto visivamente).

ProcedimentoMettere tutti gli ingredienti nell’impastatrice a spirale per 1minuto alla prima velocità, e per altri 15 minuti in seconda velo-cità. Far lavorare l’impastatrice sino a che il prodotto non appa-re liscio e compatto. Lasciar riposare l’impasto così ottenuto peruna trentina di minuti. Potrete poi scegliere di realizzare formediverse, piccole e grandi, personalizzandole ma facendo poiattenzione alla cottura. Lasciate riposare un’ora le forme. Infor-nare in base al forno che si ha in dotazione con le precauzionisopra indicate.

La zucca, un contenitoredi nutrienti e idee

Insieme alla patata e al pomodoro è uno deiprimi ortaggi importati in Italia dopo la sco-perta dell’America, utile non solo in cucina

ma anche nella cosmesi e in medicina.Con la zucca si può veramente preparare un inte-

ro menù, dall’antipasto ai famosi di tortelli dizucca, al contorno sino al dolce.

Al Nord Italia è molto nota ed apprezza-ta soprattutto nella provincia mantova-na dove ha sede il Molino Pasini. Nonè dunque casuale che l’azienda moli-toria ne abbia prodotto addiritturauna farina con cui ottenere un panesoffice dal gradevole colore giallo

ocra. Il bellissimo colore di que-sto impasto risalterà

ottimamente contortini a base difarina di zucca,dolci o salati,

con grissini tiratinon troppo sottili espruzzati di sesa-mo, con gnocchi

fritti, con impasti spezzettati e arricchiti di erbe aromatiche e ancora frit-ti. Avere una farina diversa e produrre sfiziosità semplici e molto gustosediventerà un gioco in cucina e in pizzeria, elaborando piatti e comple-menti facili da offrire al cliente e al consumatore. La zucca è anche protagonista a tavola nel mese di ottobre che culminaalfine con la grande festa di Hallowee n: lo stesso impasto provatelo perla pizza, abbinandovi poi una farcitura garbata, che non interrompa ilgusto morbido e dolce di base.Esercitatevi per tempo e inviateci le vostre idee con la farina di zuccatargata Pasini: diverrete protagonisti nei prossimi numeri di Pizzapress.

Le proprietà della zuccaUsata spesso più per uso decorativo che alimentare, è un ortaggio pre-zioso, povero di zuccheri e ricco di vitamine A e C, minerali quali il cal-cio, il potassio, il fosforo e il sodio. Ha indicazioni sicuramente antidia-betiche e antipertensive, ottimo il suo utilizzo in casi di obesità, spicca-te le proprietà diuretiche e rinfrescanti.Citiamo per dovere di cronaca anche le proprietà degli stessi semi dizucca, ricchi di proteine, carboidrati e sali minerali come zinco, selenio,magnesio e fosforo oltre alle vitamine F ed E. A tali principi viene rico-nosciuta un’azione preventiva verso i disturbi dell’apparato urinariocome cistiti, infiammazioni debolezza e irritabilità della vescica.

Oltre ottanta anni al servizio della qualitàMolino Pasini S.p.A. opera nel settore molitorio da più di

80 anni, producendo farine di elevata qualità per diverse destinazionid'uso, coniugando alla sapienza artigianale le più avanzate tecnologiedi analisi e ricerca. La cura per la qualità è certamente l'elementodistintivo della filosofia produttiva; una qualità che l'azienda è in gra-do di garantire elevata e costante nel tempo per tutti i suoi prodotti.Alla base di questo risultato, vi è la precisa scelta di puntare su unapolitica che privilegia le esigenze di una clientela sempre più attentaagli standard qualitativi.La selezione della materia prima innanzitutto cade su grani pregiativalutati grazie ad un efficiente e avanzato laboratorio di analisi checonsente inoltre un preciso controllo delle farine prodotte. La produ-zione si svolge in un moderno stabilimento recentemente affiancato dauna nuova unità produttiva in cui vengono concentrate lavorazioni conalto contenuto tecnologico. I nostri clienti possono inoltre fare affida-mento su un efficiente servizio di trasporto, grazie ad un fornito parcoautomezzi di proprietà in grado di trasportare in controllate condizioniigieniche sia il prodotto in sacchi, sia sfuso.

CertificazioniA coronamento di una politica orientata da sempre alla qualità, già nel1997, tra le prime aziende molitorie, Molino Pasini ha conseguito la cer-tificazione UNI EN ISO 9002, ora adeguata alle norme Vision 2000 checomportano fra l'altro un rigido controllo e rispetto delle condizioniigieniche, in applicazione alle severe regole dettate dall'HACCP.L'azienda è inoltre certificata dal Consorzio di Controllo dei ProdottiBiologici di Bologna per la produzione di farine ottenute dalla macina-zione di grani da agricoltura biologica. E’ in programma per Maggio2011 l’ottenimento delle certificazioni secondo gli standard IFS e BRC.

Contatti:Sito: www.molinopasini.comE-mail: [email protected]

Le ricette di Enrico PezzaPane alla zuccaMolino Pasini

www.host.fieram

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Pizza italiana : agli Spaghetti =

Le aziende, stanno lavorando a prodottisempre più mirati e personalizzabili, conattenzioni a prodotti integrali, prodotti

che hanno fatto la storia ma che ora sono dinicchia e poco conosciuti (vd. farro, sargollagrano italiano tipo kamut). Questi prodotti en-trano nel mercato e ben pochi li sanno trattarema hanno il grande appeal delle cose “anti-che”.Il risultato, provato, è che entri in una pizzeriarichiamato da questa novità, ti propongono ilmenù specificando che sono tutti prodotti dialta qualità e bla bla, che hanno due impasti,uno “tradizionale” e uno di kamut. Per curio-sità ti permetti di scegliere il kamut, ti risultapraticamente indigesto, gommoso, non finiscila pizza, nessuno ti chiede come mai e nel con-to hai addirittura un sovraprezzo (non indica-to nel menu) per aver scelto kamut (è accadu-

to a Milano). Passiamo oltre.Tanti ad osannare la pizza napoletana ma vaprecisato, innanzitutto, che pizza napoletanaè sinonimo di pizza cotta sui mattoni refrattariin un forno a legna.L’unico metodo che in tutte le regioni d’Italia(e nel mondo), prima dell’avvento di grandiforni industriali ed elettrici, era conosciuto perqualsiasi prodotto a base di farina di grano,dal pane alla pasticceria dolce e salata. Lo sfi-zio è in teglia.Non è finita qui, tutti a parlare di pizza sul pia-no refrattario, dunque napoletana, ma avetepresente la pizza in teglia? Se fatta bene, sen-za eccesso di unti, anzi con i grassi giusti, èuno sballo. Nei primi anni di attività dell’APES il tema uni-co (lo ricordo per i vari Mengozzi, Rizzi, Longo,Tolva, Pace, Andrenelli, Momentè, Botrugno,

Fornasari, Folliero,Angileri…) nelle as-semblee all’ordinedel giorno il tema eraproprio “che cosaera pizza”.E tutti a discutereche la pizza in tegliaera focaccia e nonpizza. Nessuno a di-fendere la focaccia,lasciata lì a sopravvi-vere, ma chiedeteloa locali come Sponti-ni a Milano se cam-bierebbero stile eprodotto! Innanzitut-to la pizza in teglia èservita in ambientipiù rustici, essenzia-li, magari casual: ta-

vole senza tovaglie ma con tovagliette e tova-glioli di carta. Il prodotto è uno, massimo duetipi, con o senza acciughe, in porzioni da smalla extra large, le bevande sono minime (birra,coca, acqua, forse del vino) e la resa … enor-me. Pensateci! E non ci sono nemmeno moltebattaglie fra se la pizza in teglia debba esserecon forno elettrico o a legna.La pizza italiana, invece, a tirarsela: “deve es-sere napoletana certificata, no, chi se ne fre-ga, tanto i prodotti non ci sono o sono divenu-ti ‘tipo’, come il San Marzano di cui non c’èproduzione per cui basta dire ‘tipo San Marza-no’ e va tutto a posto”.E’ accaduto anche con la pasta: all’inizio gran-di battaglie per poter distinguere la pasta nor-male di semola dalla pasta integrale, poi si ètrovato l’escamotage di pasta “tipo integrale”,e adesso la pasta è integrale, punto. Tutto èpizza, tutto è pasta.Per assurdo, chi mangia la pizzain teglia e la pizza cotta sulpiano refrattario, trova dueprodotti assolutamentediversi, piacevoli en-trambi ma diversi. Lastessa diversità chesi può cogliere tra unpiatto di spaghetti euna teglia di lasa-gne al forno: sem-pre pasta è. Come APES abbia-mo sempre volutoriconoscere que-sto, anche se alnostro internonon tutti eranoovviamented’accordo, ma

Chiariamoci le idee

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i = Pizza in teglia : alle Lasagne

questa è la ben nota democrazia. Tutto è piz-za. Pizza sul piano refrattario con forno a le-gna, con forno elettrico, con forno a gas, pizzain teglia, pizza industriale surgelata. Adessopoi ci sono anche le “pizzette” surgelate, ton-de, quadrate proposte come snack e sempredurante aperitivi e antipasti.Il grande segreto per tutte le pizze è coniuga-re quei sapori di pasta cotta con il pomodoroe la mozzarella, tutto il resto è … noia, direbbeCalifano.Detto tutto questo, pizza napoletana, pizzaitaliana, pizza in teglia: il vero successo lo de-creta il cliente, non il marchio. Ci sono prodot-ti di alta marca che fanno fatica ad esistere,

prima di tutto perché costano di più, secondoperché se il pizzaiolo sa fare una buona e di-geribile pizza (fattore essenzialissimo oggi, alcontrario di ieri) con prodotti di qualità (e laqualità si sente!) il consumatore lo premia.Mentre trovarsi di fronte una pizza a marchioxyz che non soddisfa è prendere una musata egiocarsi il cliente per sempre.Personalmente la pizza al kamut non la chie-derò più, almeno per un po’.

MTB

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Grande stimatore della cultura e della cucina ita-liana, Massimo Ferrari trapiantato in Brasile alseguito di mamma Maria e papà Felice, con il fra-

tello è uno fra i personaggi italiani più stimati e rispet-tati a San Paolo, grazie proprio all'attività di valido risto-ratore, punto di riferimento e ritrovo dell'alta borghesia,di artisti, politici, imprenditori, scrittori e autori, atleti eartisti.Nel suo locale, Ristorante Massimo in via Alameda San-tos a San Paolo, sono passati tutti, ma proprio tutti igrandi personaggi nazionali e internazionali, tutti ad ap-prezzare lo spirito e l'italianità calda e affettuosa di Mas-simo, splendidamente coniugati con l'animo solare emusicale del Brasile.Alcuni anni addietro siamo stati invitati da Massimo perfare un test qualitativo sulle migliori pizze-rie brasiliane, abbiamo visitato con lui i piùimportanti nomi di pizzerie e catene delterritorio a Rio de Janeiro e a San Paolo.Dal punto di vista qualitativo nulla da ecce-pire, ma nulla da eccepire nemmeno nell'or-ganizzazione e nella gestione dei localistessi: il personale preparato all'attenzionee al servizio verso il cliente, il personale ad-detto alla produzione competente, pulizia eordine in prima fila. Non è stato facile trova-re delle pecche: Massimo voleva conoscereil meglio, ma è stato lui a farlo conoscere anoi. Il suo grande desiderio era avere un lo-cale dove proporre anche la pizza, il mai di-menticato amore gastronomico italiano. Ab-biamo visitato anche qualche possibile e pa-pabile situazione e, giusto in questi mesi, ciha dato conferma di esserci riuscito.Il localenostalgicamente lo ha chiama "Felice e Ma-ria" con un grande e unico immenso omaggioagli amatissimi genitori. Il lancio pubblicitario

e mediatico di questo nuovo locale di Massimo è statomolto seguito, i giornali brasiliani hanno trovato spuntie notizie notevoli da pubblicare.E la pizza. Il nostro prossimo impegno sarà quello di an-dare a degustare il prodotto di Massimo, che per l'amo-re che porta al nostro piatto italiano non potrà che esse-re a "3 metri sopra il cielo".Non si tratta di sapere se è fatto con prodotti italiani o"tipo napoletani" o brasiliani o sudamericani, si trattadi sapere che Massimo non avrà certo sottovalutato nul-la, dalla scelta del personale ai prodotti all'accoglienza. -

Una visita da Massimo vale sicuramente il viaggio anda-ta / ritorno Italia-Brasile.

Il delegato A.P.E.S. in Brasile centra il bersaglio: la pizza con amore

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Massimo Ferraripresenta

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PIZZA GLOBALCuriosità, notizie, pettegolezzi, iniziative, incontri nel mondo e dal mondo della pizza

SCELTI PER SPECIALE 150°d’ITALIAa cura di Monica Gradilone

CIRIO, DA OLTRE 150 ANNILA QUALITÀ CHE UNISCE L’ITALIA

Anche Cirio ha fornito il proprio con-tribuito all’Unità d’Italia. La suaspeciale storia di prima azienda

conserviera nazionale ha accompagnatol’evoluzione stessa del Paese, determi-nando scelte nutrizionali e di gusto per lequali è divenuta una vera e propria “ban-diera” del made in Italy alimentare nelmondo, come conferma la sua presenza inoltre 90 paesi.Nata nel 1856, e quasi coetanea dell’Italiaunita, da allora Cirio – “specialista delpomodoro” – è sinonimo di qualità e tra-dizione e di un patrimonio unico e straordinario di capacità ed espe-rienza che ci rappresenta al meglio.La sua è realtà produttiva d’avanguardia e tutta nostrana, costruitasul valore della materia prima. Ne scaturisce un’identità alimentaretutta incentrata sulla tipicità e l’alta qualità: perché il pomodoro Cirioè 100% italiano.Autentico punto di riferimento nel vissuto dei consumatori, Cirio oggiè una parte significativa del costume alimentare italiano e un’immagi-ne solare e vincente della migliore dieta mediterranea.Per festeggiare con tutti gli italiani un anniversario così importante,Cirio ha preparato una campagna pubblicitaria specifica sui principaligiornali quotidiani, dove l’immagine del pomodoro è efficacementedeclinata nei colori della bandiera nazionale.Un modo per essere vicino ai consumatori e riconoscersi in una tradi-zione alimentare che resta viva perché espressione profonda di unpopolo, di una cultura radicata nel territorio e di una storia assoluta-mente originale.

I CAMPIONI DELLA FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI

ATirreno C.T., la bandiera del food nazionale è stata issata esventolata dalla Federazione Italiana Cuochi anche con un’ini-ziativa speciale già nel giorno di inaugurazione della Fiera:

domenica 6, i professionisti della FIC hanno reso omaggio al tricolorenell’Arena, con il cooking show di20 cuochi, uno per regione, chehanno interpretato, con ricetteinedite, “L’Unità d’Italia attraver-so il maccherone”. Presentati daAlessandro Circiello, chef televi-sivo e coordinatore del Comparti-mento Giovani della Federazione,e sotto gli occhi del testimoniald’eccezione Attilio Romita, gior-nalista della RAI, i protagonistidell’alta cucina hanno conferma-to che a buon diritto il macchero-ne può essere considerato il sim-

bolo della fusione del made in Italy a tavola. Infatti anche se l’Italia siè formata con le zuppe, in particolare di legumi, proprio il macchero-ne ha messo d’accordo tutti i palati dello stivale, tanto che il famosogastronomo Pellegrino Artusi ha esaltato, come tipico italiano, questoformato di pasta e non il più comune e internazionale spaghetto. ACarrara, grazie alla FIC, è stato messo in risalto non solo che il mac-cherone è centrale per l’Unità d’Italia ma anche che è il supporto idea-le per rappresentare il tricolore. A riprova, secondo tradizione, gli chefdel Sud hanno preparato le salse più “rosse”, a base soprattutto dipomodoro e peperoncino; quelli del Centro si sono espressi con con-dimenti “bianchi”, resi tali da formaggi del territorio, tra cui il Pecori-no Toscano, e i cuochi del Nord hanno realizzato sughi “verdi”, converdure stagionali, che rispecchiano l’uso degli orti nelle regioni set-tentrionali.

1861 - 2011: I TAPPI DI SUGHERO ITALIANI

CELEBRANO 150 ANNI

La storia dei tappi di sughero s’intrecciaalle vicende del nostro paese a partireproprio dall’Unità d’Italia. Il Dipartimento

di Economia e Sistemi Arborei dell’Universitàdegli Studi di Sassari, fa risalire infatti aglianni 1860/61 la prima produzione di tappi disughero in Sardegna, nella regione della Gallu-ra.Una produzione sia di tipo artigianale sia indu-striale, destinata quasi totalmente all’esporta-zione in Spagna e Francia. Successivamentequest’attività si diffonde anche in altre regionid’Italia. Con il passare degli anni è comunque la Sarde-gna ad assumere un ruolo predominante, tanto che nel 1961, esatta-mente cento anni dopo l’avvio della produzione, la sola provincia diSassari conta circa 800 imprese e 821 unità produttive dislocate nei 6comuni galluresi di Aggius, Berchidda, Calangianus, Luras, Olbia eTempio. Oggi, 150 anni dopo, la Sardegna continua ad essere la regione doveviene prodotto il 90% di tutto il sughero italiano, con un’area di vege-tazione di circa 210.00 ettari. Qui 250 aziende (tra industrie e aziendeartigiane), per la maggior parte ubicate all’interno del Distretto delSughero di Calangianus e Tempio Pausania, trasformano circa il 70%di tutto il sughero destinato alla produzione di tappi. Un settore importantissimo per l’economia di questa regione che dàlavoro a circa 6.000 persone tra lavoratori diretti, stagionali e indotto.In Italia, infatti, la produzione totale di sughero è principalmentedestinata ai tappi, con circa 1 miliardo e mezzo di pezzi ogni anno erappresenta circa il 70% della produzione dell’intero comparto. Larimanente produzione si suddivide poi fra la bio-edilizia (16%), setto-re calzaturiero (9%) e artigianato (3%).  Il sughero vanta poi applica-zioni anche nella nautica, nell’arredamento, nel design, nei giochi epersino nell’abbigliamento e negli accessori.Aprire una bottiglia di vino tappato con il sughero significa valorizza-re il buon cibo, celebrare un’occasione importante, condividere unmomento di gioia, saper apprezzare le peculiarità e la preziosità delbuon vino. Grazie alle sue caratteristiche intrinseche, il sughero, sim-bolo di qualità ed eccellenza, è infatti il materiale naturale che meglioaiuta il vino a restare vivo e ad evolversi nel tempo preservandone cor-rettamente gusto, charme e raffinatezza. Rosso e WWF.

LA FIERA SI TRASFORMA IN UNA FESTA E LA FESTA DEL150° INVADE LA FIERA!

Grande giornata di chiusura per Levante Prof: migliaia di visita-tori invadono i corridoi della manifestazione dedicata al setto-re agroalimentare, che chiude i battenti con una serie di eventi

dedicati alla festa dell’Unità d’Italia. Tricolori ovunque, il reparto ber-saglieri ciclisti con le storiche divise, l’inno nazionale che spuntava daogni stand: era una fiera, è diventata ‘anche’ una festa.Nel giorno di chiusura la grande fiera di primavera ha battuto il recorddi affluenza della giornata inaugurale. L’interesse del pubblico è statoaccentuato dagli eventi speciali programmati per celebrare il comple-anno dell’Italia: il pane fatto con farine provenienti da tutta Italia, l’Ita-lia turrita ricoperta di sfoglia bianca-rossa-verde e le focacce tipichebaresi che in questa giornata hanno assunto i colori della bandiera.Grande partecipazione anche delle aziende espositrici, che hannodedicato qualcosa di speciale all’anniversario dell’Unità – con unamenzione particolare per l’Associazione Pizzaioli Pugliesi che ha sfor-nato una pizza a forma di penisola condita con i prodotti tipici di tuttele zone d’Italia. www.levanteprof.com

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con PINOCCHIOUn'atmosfera divertente per giovani e anziani che

all'Osteria trovano valori e gusti di una volta.

Dove andiamo questa sera? Dopouna giornata in fiera a BastiaUmbra la domanda sorge "sponta-

nea", si ha voglia di divagare, di com-mentare quello che si è visto e sentito,stare in compagnia ma alleggerirsi lo spi-rito dalle troppe cose che si hanno incomune. "Cosa volete mangiare?" è ladomanda che ti fanno quando chiediun'informazione gastronomica. C'è chirisponde va bene tutto, basta uscire. Chinecessita di un bel primo piatto locale,chi pesce o carne alla griglia, la fortuna (osfortuna) è che ognuno ha un'idea diver-sa. Allora? Luigi Conti non ha avuto dub-bi: Osteria di Pinocchio. Non ci siamo fat-ti molte domande, il nome era carino, sisa che la ristorazione in questo non dàlimiti alla fantasia, possiamo trovareanche un "diramare" in montagna. Manon ci aspettavamo ... "Cibo e gioco perbambini da 0 a 99 anni" .L'Osteria di Pinocchio è gusto e gioco,piacere e spensieratezza, per dare unmessaggio di gioia e ottimismo in unmomento in cui sicuramente c'è bisogno.Ma è anche valori e attenzione ai bisognidella famiglia L'Osteria di Pinoccchio èqualità del cibo nella scelta dei prodotti eattenzione al gusto ma anche alla salutespecialmente dei bambini, è riscopertadei sapori veri e dei valori dello stareinsieme, è qualità degli ambienti in mate-riali tradizionali è rapporto tra le genera-zioni in un contesto sano e protetto dovesi prende il tempo per dare risposta allediverse esigenze, dei bimbi e degli adulti.E c'è anche un messaggio importante disolidarieta' tra i bimbi di tutto il mondonella consapevolezza che non per tutti ilcibo è facile e scontato: l'iniziativa "unpasto crea un pasto" accantona una per-

centule dell'incasso per destinarlo a pro-getti legati all'alimentazine dei bambininelle parti povere del mondo.

Parola di PinocchioAll' Osteria di Pinocchio si troverà quindiun buon cibo a prezzi ragionevoli, ed unambiente che negli arredi e nell'atmosfe-ra è del tutto innovativo, un servizio par-ticolare e con una vena di humor unitoalla fantasia che sono gli elemento cheattraversano tutta la proposta. Si entra inun "Mondo Fantastico" dove Pinocchio ei suo personaggi la fanno da padrone,insieme a voi grandi e piccoli. Un mondofantatico che ogni imprenditore interes-sato può ricreare nella sua città grazie alFranchisng. Non è na bugia...! Troppo bel-lo: raccontarvelo non serve, proviamo afarvelo vedere e ad assicurarvi che, perora, è una cosa unica, ma sarà ancheimpossibile duplicarlo, troppo è lo spiritoe l'entusiasmo che ci respiri e vivi. Dimen-ticavo: abbiamo mangiato da "dio", dallazuppa di lenticchie favolosa ad una costa-ta sublime, da una frittura di verdure sof-fice e delicata alle fettuccine ai tartufi"abbondanti", persino un'insalatonavaria era speciale... Abbiamo giocato conPinocchio (non abbiamo vinto) e risoltoquiz sulla personalità, la nostra: ci siamoriconosciuti. UNICO.

([email protected])

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La comunicazione targataMolino Pasini nell’Arte Bianca

LA NOVITA’ MOLINO PASINI L’ AREA WEB “RICETTE”Il 2011 è stato l’ anno di svolta per Moli-no Pasini: da produttori di qualità a co-municatori di qualità.  Una nuova immagine per la propria pubbli-cità istituzionale, rubriche su tutte le principali riviste di settore(pasticceria, pasta fresca, pizzeria, panificazione) che non sonoun banale spot, ma che sono realmente d’ utilità per chi della ri-cerca delle migliori materie prime fa quotidianamente la chiavedel proprio successo.

Al TuttoFood 2011 Molino Pasini inaugureràla nuovissima area web “Ricette”. I più grandi estimatori dei no-stri prodotti (chef stellati, maestri pasticceri, maestri pizzaioli,grandi panificatori) offriranno loro ricette realizzate a partire dal-le nostre farine a sancire un connubio basato esclusivamente sull’altissima qualità.

Sito web Molino Pasini: www.molinopasini.com

Molino Pasini è da generazioni azienda lea-der di qualità nella produzione di farine esemilavorati per i settori della panificazio-

ne, farine per ristorazione (pizzeria, laboratori di pa-sta fresca e pasticcerie), per l’industria alimentare eper la grande distribuzione.

Non poteva mancare dunque ad un appuntamentocome il TuttoFood, probabilmente la fiera dell’ agroa-limentare più importante e con il respiro più interna-zionale di tutto il 2011.

La fiera, dall’ 8 all’ 11 di Maggio presso FieraMilano,si pone l’ obiettivo di riuscire ad integrare le necessi-tà delle aziende che rivolgono la loro produzione almercato italiano con quelle delle aziende che guar-dano all’esportazione come ad una opportunità disviluppo.

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L

A cura di

Attilio Scotti

?LA MOSCA NELLA...

RISTORAZIONE

Cioccolato, no grazie !Sono un goloso di cioccolato e di tutta la

cioccolateria, ma devo dire che il troppostorpia. Sono diventate di moda in tutta Italiaeventi (?) kermesse, fiere, raduni, stage, ecc, chevertono sul cioccolato e tutto il suo indotto, daultimo il Salone del Cioccolato di Bologna incorso in questi giorni.Per la statistica, da gennaio 2010 a tutt'oggi trapiccole grandi manifestazioni sono state ben ventinove (più di due ogni mese)e tutte giocate all'insegna della visibilità di questo eccezionale prodotto e presentatecome l'unica, la vera, la originale. Se si continua così si arriverà alla crisi di rigetto.E' quanto succede alle manifestazioni enogastronomiche (fiere, cene a tema,degustazioni, verticali, concorsi, gare tra chef stellati, gusti in scena e fuori scena, ecc.)che si susseguono da gennaio a dicembre con calendari tanto fitti che ogni giorno, sparsisu tutta la Penisola, t'imbatti in questi show.Siamo seri, meno show, più qualità e più dignità.

Bufale, tarocchie "fatti & misfatti" della settimanaSequestrato aceto tradizionale di Modena taroccato E' capitato anche a questo "cult"

made in Italy l'onta della sofisticazione: ben 91.000 confezioni (pari a litri 35.000)sequestrate a Modena dal Corpo Forestale dello Stato. Ma non è dato sapere il nomedella ditta che ha prodotto l'aceto soffisticato.(fonte: Coldiretti).

Continua senza sosta il commercio di olio extra vergine di oliva aromatizzato al tartufo:la verità è che l'olio (in molti casi oliva e sansa) è aromatizzato con il

bismetiltiometano, un mercaptale che a concentrazioni molto basse ha aroma di tartufo ederiva dalla distillazione del petrolio.Non acquistare, porta bruciori di stomaco e flatulenze.(fonte: dizionario di chimica della Università di Torino)

Asparagi a chilometri zero serviti in un ristorante nei dintorni di Torino: ma da dovevengono? Risponde il patron: freschissimi, sono stati raccolti da due giorni. Dove ? A

Tehacàn nel Messico. Al Ristorante Oltrepo'. (fonte: comunicazione dr. Peiretto Torino)

Gusto in Scena" a Lugano PalaCongressi: grandi chefs a confronto. Tema principale:CUCINARE CON....CUCINARE SENZA .... GRASSI, ennesima trovata per una tra le mille

fiere enogastronomiche per degustare un piatto (senza grassi). Basta pagare l'ingresso all'evento: euro 80.(fonte: comunicati stampa Gheusis Gusto in Scena)

Prosciutti & Co, ecco un dato impressionante: nel 2010 sono state importate in Italiasessanta milioni di cosce di maiale (avete letto bene, sessanta milioni) con il rischioconcreto che le stesse vengano spacciate come "prosciutti made in Italy" spessocommercializzati (con successo) nelle vaschette ed affettati (dal finto Prosciutto cotto diVignola, al finto Prosciutto di Parma, ecc.)Nei prodotti sottovuoto ed affettati è difficilissimo risalire alla verità.(fonte Coldiretti).

Il tecnico della squadra di calcio della Roma, che perde tre a zero contro lo Shakhar eviene eliminata dalla Champion Lega "Usciamo a testa alta e la squadra è in netta

ripresa". Siamo dei grandi.(fonte: Repubblica 9 marzo)

Il dito nel piatto di Marisa FumagalliMarisa Fumagalli, giornalista, da anni inviata speciale del Corriere della Sera, da

qualche tempo dedica la sua attenzione al mondo dell'enogastronomia e a tutto quelloche ruota intorno, cogliendo e stigmatizzando gli aspetti, spesso buffi, contradditori eanche beceri di un mondo che è letteralmente scoppiato e diventato un variopinto circomediatico. Non passa giorno che assistiamo alle più inutili e strampalate manifestazionienogastronomiche: dalle cene in piedi a congressi che consegnano il nulla, fiere evernissage, incontri, degustazioni verticali, concorsi, inaugurazioni di ristoranti, pub, bar equanto altro. Questa attenta giornalista nel numero di sabato 19 marzo, nella sua rubrica"il dito nel piatto", dipinge con poche parole il mondo delle cene in piedi o se volete dei"party", da lei definiti piccoli convivi."Pietà per gli ospiti che dovrebbero tenere in mano rispettivamente il piatto, il bicchiere, laforchetta, il coltello: manovre da contorsionisti. I signori del catering, per favore,allestiscano tavole con cibi abbordabili, tenendo conto del numero degli invitati, deglispazi a disposizione (è sensato tagliare la carne su un davanzale della finestra?) e di comesia possibile mangiare agevolmente? Modesta proposta per un menù casalingo (senzacoltello): pasta corta con sugo a piacere, polpettine o polpettone (la versione esotica abase di carne e banane è deliziosa) pasticceria mignon”.Sono lieto che una grande comunicatrice commenti sul quotidiano più letto d'Italia lepiccole e grandi vanità, sciocchezze e facilonerie di un mondo che dovrebbe avere piùdignità e che rappresenta una grande fortuna economica nazionale. Capita spesso durantemanifestazioni enogastronomiche di mangiare in piedi : recentemente ho degustato unbuon risotto e un buon piatto di pasta in piedi, in piatti di plastica, forchette che sitorcevano, tutti in fila, ordinatamente a prendere la razione. Come quando nella miaMilano, alla Chiesa di via Farini, sul mezzogiorno, si distribuisce il cibo caldo ai poveri edindigenti (con una variante: qui i piatti sono in ceramica)

Uova & tristezzaQuando ero bambino, dopo una febbre o influenza, per

riprendermi, mi davano la "rusumada" ovvero due uovafresche prese dal pollaio, poi i soli tuorli messi in unascodella, molto zucchero e un poco di vino rosso: era ilricostituente di allora.Adesso le uova si comprano al supermercato in bellissime confezionicolorate dove è ipocritamente riprodotto una foto della gallina che sicrogiola in un prato.Tutto falso: le galline oggi sono prigioniere dei moderni allevamenti intensivi sottoposte aduna vita da tortura, in una gabbia grande come il corpo pari a un foglio di a4. Seviziate eprivate anche del diritto del sonno, con la luce artificiale sparata negli occhi 24 ore su 24tutto per esasperarne la produzione, prigioniere in capannoni superaffollati dove le file digabbie arrivano a quattro piani di altezza e sottoposte a massicce terapie antibiotiche,dove respirano aria malsana e satura di ammoniaca a causa dell'alta concentrazioni di fecied urina. Il loro depositare le uova è un prodotto della sofferenza e non cantano più lafelicità del coccodè.Questo mio breve scritto sulla verità delle uova che compriamo non cambia di certo questaandazzo triste. Forse una via d'uscita: acquistare le uova che provengono da allevamentibiologici dove le galline fanno una vita degna, all'aperto. Certamente costano di più, ma sono più etiche, più genuine e più salutari .

Due notizioleLa prima: un bambino di due anni, in un asilo nelle vicinanze di Bergamo durante l'ora di

sonno dopo il pasto, si è alzato dal suo lettino, ha percorso tutti i corridoi, ha fatto lescale, percorso viali interni e schiacciando pulsanti delle porte e cancelli, è "evaso" lungouna via trafficata (i pulsanti di apertura sono posti in basso per facilitare i disabili). L'hatrovato una signora, infreddolito in pigiama e pantofole, e l'ha riportato al nido. "Ma dovevolevi andare", gli è stato chiesto: a mangiare una pizza .

La seconda: un altro bambino di tre anni è fuggito da un asilo nido di Lione, l'hannoritrovato in un ristorante a duecento metri dal nido. E' entrato, si è seduto ad un tavolo,

ha messo tra la meraviglia dei presenti il tovagliolo al collo (i gerenti pensavano chesarebbero arrivati i genitori) e si è messo ad aspettare. Ma nessun genitore in arrivo e lostupore si è tramutato in agitazione fino all'arrivo degli inservienti dell'asilo che locercavano disperatamente. "Ma perché sei scappato?" Volevo mangiare le ostriche cheall'asilo non me le danno mai e che vedo sempre mangiare in televisione.Sorridiamo, nel mare di notizie tristi e tragiche che arrivano dal mondo: queste sono ariapura, e bravi i ragazzini, diventeranno dei gourmet.(fonti delle notizie: Ansa, Eco di Bergamo, Soir, Gossip italiano ecc)

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“peccato non possiate sentirne il sapore...”

GRAN GUSTO La nuova farina tipo 1 con germe di grano e fibra di frumento

MOLINO COLOMBO

presenta

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A cura di Salvatore Longo

Eventi

Vini passitia Volta Mantovana

Ditecheese

Nell’Umbria sempre ricca di iniziative dal 28 aprileal 1° maggio a Perugia, negli storici e affascinanti

locali della Rocca Paolina e in alcune strade e piazzedel centro storico, si svolgerà la 5ª edizione  diDitecheese - formaggi e dintorni, il cui scopo è valoriz-zare i prodotti caseari di qualità italiani ed esteri esviluppare la cultura della degustazione, unico modoper far apprezzare le differenze tra i diversi formaggi.Poiché in Italia il consumo pro-capite medio è di 23 kgannui, con una spesa globale di oltre 21 miliardi dieuro, e vi sono una grande varietà di tipologie, disapori e profumi e alcuni dei migliori formaggi del mon-do, vale la pena approfondirne la conoscenza, impara-re a gustarli e sapere come utilizzarli al meglio.Ditecheese è un’occasione ricca di stimoli tra cui unamostra-mercato dedicata alle produzioni regionali ital-iane ed europee selezionate secondo criteri d’eccellen-za, agli abbinamenti che possono esaltare il gusto deiformaggi (mieli, marmellate, mostarde …) con l’indi-cazione di regole e motivi per la valorizzazione deisapori e al grande capitolo dell’accessoristica da utiliz-

zare in cucina e a tavola.Originale la sezione Turisti per Cacio con l’illus-trazione di percorsi legati ai territori di riferi-mento dei formaggi.Ampia la gamma dei formaggi presenti dai vac-cini, ai caprini, ai bufalini, dagli italiani aglisvizzeri, ai francesi e agli olandesi, maprotagonista dell’edizione 2011 sarà ilPecorino Italiano cui verrà dedicato inesclusiva un Banco assaggio e unagiuria specializzata premierà i miglioripecorini italiano, dop e umbro.Un ricco programma di seminari edegustazioni guidate consentirà agliappassionati di approfondirele proprie curiosità, mentremomenti ludici e spettacolimusicali completeranno l’at-mosfera di festa che tali inizia-tive devono avere.

(info: www.ditecheese.it)

Si svolgerà dal 29 aprile al 2 maggioa Volta Mantovana la IX Mostra

Nazionale dei Vini Passiti e da Medi-tazione.Quasi ogni regione italiana a tradizionevinicola può vantare i suoi vini da medi-tazione, frutto spesso più di passioneche di calcolo economico, ma nell’im-maginario popolare la loro area di pro-duzione è unicamente la Sicilia conZibibbo, Marsala e i vini delle Eolie.Si ha poi il mito dei vini esteri i Porto, i Sauternes, i passiti spagno-li e ungheresi e da pochi anni anche quelli austriaci: tutti ottimi, maveramente pochi a livello di quelli italiani.Per questo un Salone come quello di Volta Mantovana è importanteperché consente di conoscere oltre 140 etichette italiane, di fareconfronti al Banco assaggio anche con gli esteri presenti e nelleDegustazioni guidate (si consiglia l’iscrizione via internet) di appro-fondire le caratteristiche di vari vini, gli eventuali abbinamenti e leoccasioni migliori per delibarli.Gli espositori della mostra-mercato saranno circa 50.La manifestazione ha sede come per il passato nelle sale di PalazzoGonzaga, nelle Scuderie, nei tre ordini di terrazze e nel collegamen-to tra le scuderie e i giardini in cui sarà ospitata una mostra dietichette.Per i cultori di questi vini, ma soprattutto per i professionistidella ristorazione sarannointeressanti gli incontricon i vari esperti e i pro-duttori: offrire ad esempioformaggi con un vinodolce appropriato è unachicca che può segnare lostile di un locale.(info: www.vinipassiti.net)

In Paradiso con AlighieriAlighieri: un nome tanto amato (o odiato) mano amano che i cento ‘canti’ scandivano il curriculum sco-lastico di milioni di studenti, fino a quell’ultimo del Par-adiso, sublime quando lo recita un grande attore, e cosìnoioso se declamato da un insegnante che s’immagi-na attore. Poco si è studiato della vita dell’Alighieriper cui ha rappresentato una sorpresa apprendere diun figlio, Pietro, che nel 1353 acquistò terreni e villasulle colline veronesi, già allora terra di vino. Proprietàancor oggi dei discendenti del Poeta che dall’avo han-no ereditato la capacità di regalare il … Paradiso. Taleè stata infatti la degustazione dei vini della SeregoAlighieri avvenuta a Milano, occasione per conosceree apprezzare il meglio della produzione di un’azienda

da più di sei secoli sicuro riferimento per la cultura del vino. Impos-sibile esprimere preferenze oggettive fra i cinque vini abbinati adaltrettante portate, il cui valore peraltro scompariva di fronte al con-tenuto dei calici. La passione per l’Amarone non può non sottolin-eare l’eccezionale Vaio Amaron Amarone Classico, un riuscito uvag-gio di Corvina (65%), Rondinella (20%) e Molinara (15%) di cui sonostate degustate due annate: una giovane (2005) che fa ipotizzareuna grande evoluzione con l’affinamento del tempo e una di medioinvecchiamento (1995). Entrambedecisamente ottime con un bou-quet importante pur nel-l’evoluzione dei sentori e unanotevole armonia in bocca già nel2005. È rimasto il desiderio di unaverticale più ampia per conoscerele annate più vecchie. Occorreinfine sottolineare come la Moli-nara utilizzata sia il risultato diricerche aziendali: si tratta infattidel clone Serego Alighieri che per-sonalizza ulteriormente i vini in cuiè utilizzato.

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ll 12 marzo 2011, nel Centro Congressi dellastorica cantina della Carpenè Malvolti aConegliano (TV), si è svolta l'Assemblea

Nazionale Elettiva dell'Associazione StampaAgroalimentare Italiana.Giornalisti e comunicatori ASA provenienti datutta Italia sono stati ospiti dall'azienda ve-neta per la quale hanno fatto gli onori di casaAlessandra Zorzi, product manager, e Agosti-no Destro, responsabile tecnico dello stabili-mento. L'assemblea è stata preceduta da ungustoso pranzo, vivacizzato dalle bollicinedella casa, e da un'interessante visita dellacantina. Una giornata intensa, perfettamenteorganizzata dalla collega Marzia MorgantiTempestini, associata ASA da parecchi anni ebravissima e dinamica responsabile dell'uffi-cio stampa della Carpenè Malvolti.Giornalisti e comunicatori ASA convenuti han-no eletto i componenti il Consiglio Nazionaleche rimarrà in carica sino al 2014. Sono risul-tati eletti per acclamazione Bettelli Enza, Col-li Giorgio, Rabachino Roberto, Rognoni Patri-zia e Scarpino Saverio.Contestualmente sonostati eletti per il Collegio dei Probiviri Delfuo-co Silvana, Rinaldi Giorgio e Valli Carlo Giu-seppe e per il Collegio dei Revisori PastoreGiancarlo, Terzago Luigi e Thompson Cristina.Dopo la proclamazione ufficiale degli eletti,

visto dal Regolamento di attuazione allo Sta-tuto, sentito il parere del Direttivo Nazionale,il Presidente Nazionale con propria delega hariconfermato la giornalista Gudrun Dalla ViaSegretario Nazionale e Marcello Masi, giorna-lista e Vice Direttore del Tg2 RAI, quale re-sponsabile per i Rapporti con gli enti pubblicie le istituzioni ministeriali. Durante il prossi-mo Direttivo Nazionale saranno nominati i re-sponsabili territoriali e altri eventuali respon-sabili di settore su delega del Presidente Na-zionale.

([email protected])

come previsto dallo Statuto, si è riunito il Con-siglio Nazionale per deliberare le cariche delDirettivo Nazionale che guiderà ASA per il pros-simo triennio.Su proposta del Consigliere Nazionale GiorgioColli è stato rieletto Presidente Nazionale del-l'Associazione Stampa Agroalimentare Italia-na il giornalista Roberto Rabachino.Il Presidente ha chiesto ed ottenuto la confer-ma nella carica di Vice Presidente Nazionale lagiornalista Enza Bettelli e quella di Tesoriereper la giornalista Patrizia Rognoni. Come pre-

Momenti dell’Assemblea Nazionale Elettiva dell’ASA

L'Associazione Stampa Agroalimentare conferma

Cibus Tour

Del tutto nuovo il Cibus Tour chedal 15 al 17 aprile si svolgerà nei

padiglioni della Fiera di Parma con ilcoinvolgimento di Slow Food.Programmato nell’anno in cui non c’èCibus anticipa di pochi giorni la milanese Tuttofood (8-11 maggio) condisagi per aziende e operatori che devono scegliere fra due piazzeimportanti e comunque tra due manifestazioni, anche se diverse comeimpostazione: be-to-be la milanese, per il pubblico quella di Parma.Cibus Tour - Un viaggio nell’eccellenza alimentare del made in Italy con-tiene già nel nome la finalità di far conoscere e sperimentare diretta-mente al consumatore finale le eccellenze del food italiano, siano esseprodotte dall’industria o dai moltissimi artigiani che creano qualità.Poiché la qualità è tale da chiunque sia prodotta sarà un confronto

interessante e importante per lesfide internazionali sempre piùdifficili che attendono l’agroali-mentare italiano.Nelle tre giornate si svolgerannonumerosi eventi (dalle degus-tazioni guidate agli show cook-ing, ai seminari tra cui quelli di

‘Pianeta Nutrizione’ dedicati al temadella corretta alimentazione) che per-metteranno di approfondire la cono-scenza dei vari prodotti esposti: partico-larmente importante oltre alla propostadella Confagricoltura delle tre filiereolio, lattiero-casearia e ortofrutta - l’area Po(r)co ma buono realizzatacon Slow Food su oltre 2.000 mq e dedicata alla cultura del maiale.(Info: www.cibustour.it)

Anteprima BardolinoLe celebrazioni più belle e commoventi dei 150 anni dell’Unità d’I-

talia non sono state le ufficiali spesso fredde e ‘dovute’, ma quellenate spontaneamente dallo spirito popolare, indice che sacrifici e sof-ferenze dei nostri progenitori non sono stati vani. Un esempio è statal’iniziativa di San Giovanni d’Asso, - piccolo comune della Val d’Orcia(zona nota per le famose ‘crete’), uno dei 13 dell’omonima doc - chedurante il mese di marzo ha dedicato alla ricorrenza i suoi ‘gioielli’: iltartufo Marzuolo, prodotto tra i più preziosi di queste terre e gli ottimivini della doc Orcia. Come ha sottolineato il sindaco Michele Boscagli,San Giovanni d’Asso ha fatto del tartufo una propria bandiera e inquest’ottica non punta a trarne il massimo utile pecuniario, ma con la

collaborazione in primis dei tartufai vuolrendere possibile a tutti di consumare eacquistare - applicando prezzi più bassiche altrove - questo dono divino. Insiemeai tartufi i vini della doc Orcia che stannoriscuotendo grande successo anche daparte degli stranieri accortisi (beneficieffetti della crisi economica?) che si puòbere bene, anzi ottimamente, con viniche non costano un capitale per la ‘griffe’e in Orcia vi sono tante piccole cantinecon grandi prodotti e con un rapportoqualità/prezzo eccezionale.

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Club fondato a Firenze nel già lontano 1967 dal noto gastro-nomo e scrittore Luigi Carnacina e dal giornalista EnricoGuagnini. Quando alla carica di presidente subentrò Gua-

gnini venne eletto vice l'amico Ugo Brambilla di Monza. Lo scopodel Club del Buongustaio è molto semplice e chiaro: “il piaceredella tavola”, e con questa finalità i vari soci si ritrovano in mediauna volta al mese per gustare le specialità dei vari locali e discu-tere in amicizia di cibi e di vino.Il Referendum Gastronomico e il Risveglio della cucina Monzesee Brianzola è divenuta una costante in questo programma,riscuotendo da sempre un notevole successo di partecipazione edi interesse mediatico.Il Referendum, che ha cadenza biennale, è giunto quest'annoalla sua 19ma edizione, godendo del patrocinio e sostegno del-l'Assessorato al Turismo e Spettacolo del Comune di Monza.Alla sua presentazione erano presenti, oltre al presidente Bram-billa, il sindaco di Monza Marco Mariani, lo chef Liborio Manas-seri, gli assessori Andrea Arbizzoni per il Turismo e PierfrancoMaffè per le Politiche Sociali.Nei molti anni di attività del Club del Buongustaio la partecipa-zione di ristoranti e vetrine gastronomiche ha subito fasi alterne,ma gli incontri gastronomici rimangono sempre un vero e propriomomento di stimolo e confronto, una spinta all'analisi della pro-pria attività, sapendo non solo di affrontare dei clienti ma soprat-tutto degli estimatori e dei critici, validi conoscitori della ristora-zione e della gastronomia italiana.

MTB - Lina Pastori

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Storia e finalitàdel Club del Buongustaio

Cucina e cultura per promuovere Monza e la Brianza

I protagonisti della pizzeria Concordia di Monza.

A destra Ugo Brambilla con Abramo Magnani,membro di giuria, al lavoro alla Boutique dei Sapori.

Una valida e interessante esposizione in rassegna al Campo di Grano.

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Ferrarelle ha rinnovato il suo sostegno come sponsor della mostra"Ulysses Syndrome" approdando al Museo di Roma in Trasteve-

re: la mostra, personale interpretazione del mitico viaggio di Ulissevista attraverso l'obiettivo del giovane artista Gabriele Giugni, rivi-ve le atmosfere misteriose e fiabesche di un viaggio entrato nel no-stro immaginario, quello descritto nell'epico poema di Omero, dasempre punto di riferimento della cultura classica e moderna. Giu-gni ristabilisce un legame con l'acqua e il suo ecosistema: gli scattisubacquei esposti nella mostra, infatti, sono la testimonianza di unsingolare viaggio, attraverso 2.200 miglia di navigazione a bordo diuna goletta del 1930. Un percorso che ha come protagoniste le sire-ne, un vero e proprio filo conduttore di tutto il viaggio."Abbiamo deciso di sostenere questa mostra di arte contempora-nea per sostenere un giovane artista emergente -- dichiara MichelePontecorvo, Responsabile Relazione Esterne Ferrarelle SpA- che hasaputo reinterpretare un mito della cultura greca in chiave contem-poranea. La sua capacità di valorizzare una figura quasi mistica co-me quella delle sirene è in un certo senso anche una celebrazionedell'acqua quale elemento naturale, habitat di queste misteriose eaffascinanti creature: proprio per questo motivo abbiamo sentitovicini i valori che da sempre contraddistinguono Ferrarelle, l'acquaeffervescente naturale, un dono della terra, un mito della culturagastronomica di qualità italiana sin dal 1893."

Ferrarelle e "Ulysses Syndrome",la mostra itinerante sul viaggio dell'eroe greco

Ottima riuscita della seconda tappa della mostraal Museo di Roma in Trastevere

cambia look:nello stabilimento produttivo di Comun Nuovo esce la 1° nuova bottiglia.

Arriva in Italia la nuova bottiglia Heineken 33cl,completamente rinnovata nel design e nella gra-

fica, ancora più premium, ancora più attraente, an-cora più icona di gusto e di stile.

Un corpo più slanciato e alto, spalle più pronunciate,dettagli in rilievo, collarino con la stella on top rispet-to al brand name: la nuova bottiglia rivela una lineapiù snella ed elegante, evolvendosi in forme più raf-

finate ma mantenendo la sua unicità, ancora piùriconoscibile ad occhi chiusi grazie alle lavorazio-ni in rilievo.

E’ stato prodotto ieri nello stabilimento produtti-vo di Comun Nuovo (BG) il primo esemplare - peril mercato italiano - della nuova bottiglia, dispo-nibile sui punti di vendita a partire dalla prima-vera.

La nuova bottiglia Heineken, sempre più curatanei dettagli, garantirà un’esperienza di consumoancora più piacevole, rafforzando l’identità visi-va del brand e rendendo il marchio ancora più ri-conoscibile a livello globale.

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Il Pinot Grigio, come tutti i Pinot, non è unvitigno autoctono: probabilmente la suaterra d'origine è la Borgogna dove i Pinot

erano conosciuti fin dal Medioevo e da cui in-torno al 1300 si diffusero prima in Svizzera epoi in Ungheria. In Germania giunsero sul fini-re del 1500. In Italia per la prima volta sono se-gnalati in Piemonte agli inizi del diciannovesi-mo secolo importati, presumibilmente dallaFrancia, da un produttore che ne iniziò la colti-vazione nell'Alessandrino e nel Cuneese.Il vitigno Pinot Grigio - forse un clone mutantedel Pinot Nero - ha un germoglio ad apiceespanso, con una foglia piccola, tondeggian-te, trilobata e di colore verde cupo. Il grappolocilindrico (spesso con un'ala) è caratterizzatoda acini - frequentemente schiacciati per lagrande compattezza - piccoli, ovoidali e conuna buccia grigio-rossastra-ramata sottile, maconsistente e pruinosa.

La vendemmia verso metà settembreIl vino, pur assumendo caratteri particolari aseconda della zona in cui il vitigno è coltivato,è sempre di grande piacevolezza e buonastruttura e presenta alcuni elementi costanti:il colore giallo con a volte tonalità dorate, unbouquet con una gamma aromatica completadai fiori alla frutta e con sentori che spazianodal melone alla pera fino agli agrumi e alle spe-

zie se invecchiato in barrique. Le uve Pinot Gri-gio possono essere vinificate 'in bianco' o piùraramente 'in ramato' mediante un contattocon le bucce per 24 ore. Le differenze tra le duetipologie sono limitate: più fine il vino vinifica-to in bianco, più robusto e bello a vedersi il ra-mato.Il Pinot Grigio in passato ha avuto momenti digrande popolarità: per qualche tempo negli ul-timi decenni del secolo scorso non si era 'in' seal ristorante non se ne chiedeva o offriva agliamici una bottiglia. Poi come tutte le cose diquesto mondo è passato di moda. Ha apertocomunque la strada ai grandi bianchi aromati-ci che negli anni successivi avrebbero conqui-stato il mercato.

Popolarità e adattabilitàAnche in questo caso la popolarità del prodot-to ha innescato il desiderio di sfruttare il mo-mento propizio accantonando l'ipotesi che ilvitigno potesse dare risultati positivi solo nel-le regioni del Nord-Est (in cui la coltivazionedei Pinot a bacca sia bianca, sia rossa si eraconsolidata) dove le condizioni pedoclimati-che (la ventilazione e gli sbalzi termici tra gior-no e notte che esaltano i profumi delle uve)erano oggettivamente simili a quelle francesi.Si è scoperto che i Pinot (e il Grigio in partico-

lare) erano una famiglia che si adat-tava alle diverse situazioni e le colti-vazioni di Pinot Grigio si sono estesein tutte le aree vinicole italiane: sonouna quarantina le Doc (oltre ai vini datavola o a Igt) che fanno riferimento atale vitigno. Naturalmente con carat-teristiche diverse a seconda della re-

gione, del terreno e del clima: in Alto Adige,per esempio, il Pinot Grigio presenta un'acidi-tà più decisa (quindi possibilità di un maggio-re invecchiamento), nel Friuli è molto 'ricco' ein Toscana e Sicilia usufruisce di terreni e tem-perature (specie in Sicilia) particolari. I risul-tati sono sempre notevoli.Inutile precisare che per la loro adattabilità iPinot sono molto coltivati anche all'estero: inFrancia rappresentano la base di vini prestigio-si quali lo Champagne e i vini di Borgogna, enella regione dell'Alsazia il Pinot gris (chiama-to anche Tokay, ma con nessuna similitudinecon quello ungherese) è vinificato a contattocon le bucce dando vita al Tokay d'Alsace, unvino dallo splendido colore ramato e adatto al-l'invecchiamento. Come in Alsazia anche inmolti altri degli innumerevoli Paesi in cui è col-tivato il Pinot grigio assume nomi diversi (v. Box).Il Pinot Grigio è quindi presente ovunque, an-che nelle viticolture extraeuropee, e la sua ver-satilità fa assumere ai vini le caratteristichedei vari terroir originando in genere vini moltopiù 'opulenti' di quello italiano (special-mente del nord), anche se quasi sem-pre da bere giovani.

Salvatore Longo

Un VITIGNOtanti VINI

Le denominazioni del Pinot Grigio in EuropaItalia: Pinot GrigioAustria: Ruländer (se dolce)

Grauer Burgunder o Grauburgunder (se secco)Croazia: Crvena KlevanjkaFrancia: Auvernat Gris

FauvetFromentau (Languedoc)FromentotGris CordelierMalvoisie (valle della Loire)Petit GrisPinot Beurot (valle della Loire)Pinot Burton

Alsazia: Auxerrois GrisAlsazia: Tokay d'AlsaceGermania: Grauer Burgunder o Grauburgunder (se secco)

Grauer MönchGrauklevnerRuländer (se dolce)Tokayer

Romania: Ruländer (se dolce)Slovenia: Sivi PinotSvizzera: Grauer Burgunder o Grauburgunder (se secco)

MalvoisieTokayer

Ungheria: Szürkebaràt

N.B.: ogni territorio conferisce al suo Pinot Grigio proprie particolarità

Alla vista: giallo paglierino intenso tendente al carico, possibili venature dorateAl naso: bouquet sempre molto ricco e complesso, delicato e fine con note floreali e fruttateIn bocca: fresco, gradevole con un corpo anche di media intensità, sapido, equilibrato, beverino e con finale appena amarognoloTitolo alcolometrico: 11% vol.Epoca migliore per il consumo: 1 - 2 anniTemperatura di servizio: 10° - 12°Vitigni: Pinot Grigio 100%Tipologia: fermo seccoAltre tipologie: Pinot Grigio RamatoAbbinamenti:, antipasti, pesce d'acqua dolce, pesce di mare fritto o alla griglia, crostacei, minestre delicate e risotto agli asparagi, verdure fritte

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Sono molti i vitigni che danno origine a vini diversi in relazione al territorio in cuivengono coltivati, ma pochi nella varietà e quantità del Pinot Grigio.

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Al Borgo di Castelvecchio,in una meravigliosa giornata di inizioestate,si é svolta, la Val d'Orcia Horse Road, 1a Tappa del Cam-

pionato Regionale Toscano. Quaranta Cavalieri di ogni età,seguitiognuno da una folta schiera di assistenti. si sono cimentati nelle cate-gorie CEN B 90 Km, CEN A Km 60, Debuttanti Km 30 su di un fantasti-co percorso che si svolgeva lungo le strade poderali della Val d'Orcia.Per la 90 Km si é classificato primo, con un finale al cardiopalma, An-tonio Vaccarecci, atleta che ha disputato anche gare mondialiPer la 60 Km si sono classificati, in ordine di arrivo : Katia Carnevale,Silvia Garbati, Michele Filosi, Marco Cappetti, Marco Nardini. Per i De-buttanti della Km 30, Elio Guidi, Jacopo Grazzini, Serena Sereni, Anto-nio Mulas, Fiorenzo Scarpini.Alla presenza del Dr. Massimo Magrini, Sindaco del Comune di Radi-cofani, che ha voluto concedere il suo Patrocinio assieme ai Comunidi San Quirico d'Orcia e Pienza, il Comitato Organizzatore del CentroIppico Borgo di Castelvecchio, al suo debutto in questo genere di com-petizioni, ha voluto premiare anche il cavaliere più giovane Aleida Fi-lippetti.

Dopo il grande successo dell’anno scorso Pernigotti, lo speciali-sta del pregiato cioccolato Gianduia, quest’anno per festeggia-re la Pasqua lancia l’Uovo di Pasqua Nerogianduia e Orogian-

duia Nocciolato.Il Gianduia si sdoppia in due linee di prodotto orogianduia e nerogian-duia: la versione classica per gli appassionati della tradizione e fon-dente per i palati più ricercati e si trasforma, grazie a Pernigotti, in ungoloso Uovo di Pasqua ricco di pregiatissime nocciole tostate, dal sa-pore delicato e la forma tonda tipica delle nocciole Piemonte IGP.400 gr. di piacere che coinvolge i 5 sensi e invade corpo e spirito.Il Gianduia è simbolo del cioccolato italiano, una delicata miscela dicacao e nocciole, che caratterizza tutta la produzione firmata Pernigot-ti. Da 150 anni Pernigotti offre prodotti di altissima qualità, frutto del-l’accurata selezione di materie prime, della passione e dell’amore perogni creazione, che nascono da un’esperienza ultracentenaria.Nata nel 1860, è leader nella produzione del più nobile e rinomato cioc-colatino italiano, il Gianduiotto, e specialista assoluto del cioccolatoGianduia che si declina nelle linee firmate Orogianduia (Gianduia clas-sico) e Nerogianduia (Gianduia fondente).

Successo del Val d’Orcia

Horse RoadNEROGIANDUIA e

OROGIANDUIA nocciolato

Fermati un attimo, respira e mordi il cibo degli Deiche delicatamente

inonda il palato di una moltitudine di sensazioni…

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Per tutti è Mimmo e da 12 anni (un record per i pizzaioli) lo troviamo a Capo-verde, un locale in via Leoncavallo a Milano. Un ambiente molto particolare,dove la cucina si coniuga ad una ricerca raffinata di floricultura e piante deco-

rative da interni ed esterni con esposzione di articoli da giardinaggio unici, con unarassegna di pizze in menu davvero speciale. Domenico Todisco, nato a Milano manapoletano d’origine, studia da cuoco al C.A.P.A.C.-Politecnico del Commercio eimpara il “mestiere” dal mitico Rino Francavilla di Via Chiavez. Inizia a 14 anni perdiletto, ma la sua carriera è veloce perché lui ci mette il sentimento e la passione,oltre alla grande attesa di divenire prima o poi lui stesso un titolare. Ed è per questoche si allena ogni giorno, per essere pronto e al’altezza di fare il grande passo e apri-re un’attività tutta sua. Un sogno nel cassetto del suo futuro, ormai non troppo lon-tano. Mimmo ci ha regalato tre proposte, fra le tante di successo che offre alla suaaffezionata clientela.

L'impasto della pizza è un impasto classico di 24 ore minimo di lievitazione perrenderlo più digeribile. Utilizzo: acqua farina lievito e sale 

Amore PassioneCreatività Semplicità

Pizza Regina MargheritaIngredienti:base pizza impasto di pizza - salsa di pomodoro - mozzarella di bufala e basilico

Procedimento:

Pizza Eduardo(premiata ottobre 2009 medaglia d’ argento “pizza di qualità campionato italiano”)

Ingredienti:base impasto di pizza - mozzarella per pizza - verdure trifolate (zucchine, melanzane, peperoni )foglioline di menta e rucola - pomodoro fresco - fiori di zucca

Procedimento:

Saccottino montanaro(6° posto campionato mondiale febbraio 2008)

Ingredienti:Base impasto di pizza - salsa di pomodoro mozzarella per pizza - funghi champignontrevisana alla griglia e a fine cottura speck e formaggio grana

Procedimento:

Sono gli ingredienti fondamentali nel successodi Domenico Todisco

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Parmigiano-Reggianofrancobollo di Poste Italiane

Il Parmigiano-Reggiano campeggerà in uno deiquattro nuovi francobolli che saranno emessiil 25 marzo dalle Poste Italiane nella serie

"made in Italy". L'emissione è dedicata a quattrodiversi formaggi: il Parmigiano-Reggiano, appun-to, il Gorgonzola, il Ragusano e la Mozzarella di bu-fala Campana.Proprio il 25 marzo, l'Ufficio filatelico delle Poste

Italiane di Reggio Emilia (città di emissione) e alcuni uffici filatelici diParma proporranno i francobolli e, in più, metteranno a disposizionedel pubblico (filatelici, appassionati e chiunque abbia interesse al ri-guardo) la cartolina postale, la tessera filatelica e il bollettino che ri-porterà il testo informativo scritto dal Consorzio del Parmigiano-Reg-giano.Francobollo e cartoline saranno oggetto di un annullo speciale, negliuffici postali per circa due mesi.Il 25 marzo, intanto, francobollo e annullo saranno disponibili anche inun Ufficio filatelico mobile delle Poste che sarà posizionato all'HotelClassic di Reggio Emilia, dove, proprio in quella data, è convocata l'as-semblea del Consorzio del Parmigiano-Reggiano. Un'ulteriore possibi-

lità per gli appassio-nati è rappresentatadallo spazio apposita-mente creato nei locali attigui a quelli neiquali si terrà l'assemblea del Consorzio: anche qui sarà possi-bile acquistare i francobolli, le cartoline e procedere agli annulli."Siamo ovviamente molto grati alle Poste Italiane - sottolinea Giusep-pe Alai, presidente del Consorzio di tutela - per aver scelto il Parmigia-no-Reggiano per questa emissione, riconoscendolo in tal modo non so-lo come uno dei prodotti italiani più popolari al mondo, ma anche tra ipiù rappresentativi del made in Italy"."Per il Consorzio e per i produttori - prosegue Alai - è certamente unonore e anche una possibilità in più per far conoscere il Parmigiano-Reggiano, proponendone l'immagine attraverso uno degli strumentipiù prestigiosi che un Paese abbia a disposizione per parlare di sé: unfrancobollo, oltretutto, resta per sempre nella storia della filatelia".Le cartoline con l'annullo speciale saranno disponibili anche a Milanonell'ambito di "Milanofil", l'evento espositivo completamente dedica-to al mondo della Filatelia.([email protected])

Scelto come uno dei simboli del "made in Italy"

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Scuola APES via Aosta, 25 - 20155 Milano APES via G.B. Bertini 25 - 20154 Milano - tel. 02 33104892 - [email protected]

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ORARI DELLE LEZIONI:MATTINO: dalle 9.00 alle 15.00 - POMERIGGIO: dalle 14.00 alle 20.00 - SERA: dalle 18.30 alle 22.30

I GRANDI TEMIDELLA PIZZA ITALIANA

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PROGETTAZIONE ED EROGAZIONE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE PER LO SVILUPPODI CAPACITÀ IMPRENDITORIALI E ORGANIZZATIVE DI EVENTI A TUTELA

DELLA PIZZA ITALIANA E PER LA SPECIALIZZAZIONE DEL PERSONALE ADDETTOPLANNING AND DISTRIBUTION OF PROFESSIONAL TRAINING FOR THE DEVELOPMENT

OF ENTREPRENEURIAL AND ORGANIZATIONL SKILLS OF EVENTS PROTECTING ITALIAN PIZZA AND FOR THE QUALIFICATION OF IN CHARGE STAFF

UNI EN ISO 9001:2008A.P.E.S.

ASSOCIAZIONEPIZZAIOLI E SIMILARI

PIZZA CLASSICA Durata: 40 ore

PIZZA IN TEGLIA Durata: 40 ore

PIZZA ALLA NAPOLETANA Durata: 40 ore

CORSO DI BASE PANE (Con farine e impasti della pizzeria) Durata: 40 ore

CORSO DI FOCACCE Durata: 36 ore

I DOLCI IN PIZZERIAMARKETING IN PIZZERIA Durata: 12 ore

MANIPOLAZIONE DI BASE IN PIZZERIA Soluzioni personalizzate(Impasto per manipolazione, estensione, volteggio)

CONSULENZA E AVVIAMENTO ATTIVITÀ Soluzioni personalizzate

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Page 31: Pizzapress Aprile 2011

Dalle mani del nostro cav. Gaetano Bilello, da anni sociosostenitore della nostra Associazione, è giunta al Sindaco

di Milano Letizia Moratti la benedizione "ad personam" delPapa Benedetto XVI.Nel ringrazio Gaetano Bilello dell'iniziativa, al Sindaco uscente,ripresentatosi alle prossime amministrative, giunga il nostroaugurio per una onorevole ed opportuna riconferma, sicura-mente utile anche per il prosieguo dei già avviati lavori che coin-volgeranno la città di Milano nell'Expo 2015.

Errata corrigeNel numero scorso di Pizzapress è stata pubblicata una poe-sia di Ambrogi. Nella stessa il termine “lasse” è stato ripor-

tato come “basse”.Ripubblichiamo per correttezza e per intero la poesia di

Ambrogi, scusandoci dell’accaduto.

Ndr:

lasso al maschile sta per stanco, spossato, affaticato, misero ed

infelice. Oppure viene usato nella locuzione temporale come per

“arco di tempo”, lasso di tempo.

lassa al femminile è una serie di versi con una sola rima o assonan-

za, forma tipica delle poesie francesi e spagnole nel Medioevo.

La benedizione papaleal Sindaco Letizia Moratti

Il fuoco nel Forno “Ambrogi”Se fossi fuoco qual io sono e fuiBrucio male nel forno altrui

Ma nell’Ambrogi che è bello e tondo Allegro ardo in tutto il mondo

Fiamme lasse e pizze mosceLascio al forno che male cuoce

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Che cosa significa“Certificazione di Qualità”?

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A.P.E.S. dal 2003 ha adottato un sistema digestione per la qualità secondo la normaoggi definita come UNI EN ISO 9001:2008 .Il Sistema di gestione Qualità è modellatosui processi di lavoro e viene applicato inmaniera sistematica, la sua attuazione e ilsuo mantenimento sono essenziali per mi-gliorare l’efficacia e l’efficienza delle pre-stazioni della propria organizzazione. L’ A.P.E.S. ha impostato la propria organiz-zazione orientandola al cliente e alla suasoddisfazione, anche successiva allo stes-so corso di formazione e protratta nel tem-po attraverso consulenze gratuite.La conduzione delle attività aziendali, se-condo la norma di riferimento, significal’applicazione di requisiti specifici di un si-stema di gestione all’interno della propriaorganizzazione dimostrando la propria ca-pacità di fornire con regolarità servizi cheottemperino alle esigenze dei clienti. Ci sono molte valide ragioni per avere un si-stema di gestione certificato da un entepreposto e a sua volta riconosciuto: la spin-ta motivazionale iniziale è spesso un ac-cesso privilegiato al mercato. Un’altra buona ragione è la necessità di es-sere conformi a dei requisiti di legge oppu-re può esserlo per dover fronteggiare laprogressiva domanda di globalizzazione.In tutti questi casi, l’azienda cerca un enteindipendente che attesti, conferendo un ri-conoscimento obiettivo, la conformità aparametri considerati vincolanti o impor-tanti per il settore di mercato in cui l’azien-da si colloca.Oggi nessuna impresa può considerarsi unsoggetto a sé stante: quale che sia il merca-to in cui si muove, agisce in un tessuto so-ciale interagendo con soggetti diversi, por-tatori di interessi collettivi e individuali.

Migliori risultatiI risultati economici di un'impresa, qualun-que essa sia, sono l'espressione primariadella qualità del lavoro svolto, in un bino-mio "economia-qualità" intimamente con-nesso e inscindibile. Determinare e svilup-pare, in modo appropriato ed efficace, que-sto strettissimo rapporto non è però possi-bile se non si adottano degli specifici e pre-cisi criteri che lo interpretano e lo defini-

scono.Per avere dei risultati pratici, applicabili al-la realtà aziendale, questi criteri devononecessariamente riferirsi e derivare daiprincipali sistemi che governano un'impre-sa, cioè il Controllo Economico di Gestionee il Sistema Qualità, per i quali è basilarel’integrazione pratica e continuata, defini-ta il controllo di gestione della qualità.Attraverso questa integrazione è possibilemisurare il valore del lavoro aziendale, ilsuo controllo, la correzione e il migliora-mento delle attività e dei risultati.Il solo controllo economico non consenteuna valutazione Nelle aziende si è sovente portati a defini-re in modo approssimativo o intuitivo il va-lore effettivo di un miglioramento o il costodi un insuccesso.Se si intende invece misurare correttamen-te queste entità economico-qualitative, ènecessario ricorrere ad un'appropriata in-tegrazione del "controllo economico di ge-stione" e del "sistema di gestione per laqualità", estesa a tutte le attività dell'im-presa.Un sistema di gestione efficiente, fatto sumisura, aiuta a trasformare le pressioni delmercato in vantaggi competitivi. In realtà, se personalizzato, seadeguatamente sollecitato,introdotto e aggiorna-

to, lo strumento consente un percorso evo-lutivo teso ad un miglioramento costante.In questa prospettiva, la certificazione delsistema di gestione dell’impresa va ben ol-tre la semplice conformità ai requisiti dilegge. Cambiare il punto di vista e approc-ciare la certificazione in termini di gestionetotale apre nuovi orizzonti. L’A.P.E.S. affrontando queste prospettiveha deciso di fornire evidenza del proprioimpegno, mettendo in atto un Sistema diGestione interno per la Qualità, volto ad unmiglioramento continuo ed ad una costan-te verifica. L’A.P.E.S. conferma di essere così piena-mente convinta dell’importanza di assicu-rare la completa rispondenza dei suoi ser-vizi formativi, tecnici, di consulenza, comu-nicazione, informazione e promozionali al-le esigenze dei propri clienti. In termini di prestazioni professionali, qua-lità, affidabilità, sicurezza, tempestività,puntualità, flessibilità e di rispondenza alleesigenze del mercato ricorre a concetti diqualità totale, di miglioramento continuo edi Customer Satisfaction e Customer Vision.

L’A.P.E.S. l’unica associazione con una certificazione chiara

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Gli obiettivi• Fornire servizi formativi, consulenze tec-niche specifiche, individuali e aziendali, ta-li da soddisfare le esigenze di tutti i clientie consumatori. • Mantenere una percezione positiva del-l’organizzazione che deve riflettere le carat-teristiche di efficienza, serietà, dinamicità esensibilità nei rapporti con i clienti. • Migliorare l’efficienza mediante continuaformazione e aggiornamento per tutto ilpersonale. • favorire scambi di competenze ed infor-mazioni e di integrare la propria offerta conquella altrui. • Condividere i risultati raggiunti.• Formare e informare e accompagnarenella crescita, ma liberi di scegliere• Ammettere le difficoltà che si incontrano• Creare un forte rapporto con il territorio

L’A.P.E.S. mi informa mi forma – mi affianca

• l’A.P.E.S. si adopera per creare una nuovaconsapevolezza sulle problematiche delsettore. • E’ fondamentale che il settore possa rico-noscere e apprezzare il valore aggiunto,l’utilità sociale che A.P.E.S. con trent’annidi esperienza può garantire;

• a tal fine l’A.P.E.S. s’impegna ulterior-mente a mettere in atto azioni per renderevisibile il proprio operato, del passato e delpresente. • Inoltre, A.P.E.S. assume un ruolo di me-diazione nei casi in cui alcuni interlocutorimanifestino culture, sensibilità, obiettivied intendimenti contrastanti. Tale ruolo èsempre improntato a lealtà, chiarezza e le-galità, evidenziando, sempre e comunque,le necessità degli interessi comuni e nondei singoli.

Ma perché tanto lavoro per soddisfare almeglio il Cliente?

Perché il cliente soddisfatto torna e chiedealtri prodotti e servizi, il che vuol dire: darecontinuità all'azienda, allargare la presen-

za nel mercato e aumentare i profitti.Soddisfare le esigenze dei Clienti, aumen-tare i profitti con un Sistema di GestioneQualità consente anche di:- avere un maggiore controllo sulle princi-pali attività aziendali- migliorare la capacità dell’organizzazionedi prendere decisioni efficaci basate su da-ti concreti (indicatori, dati, ecc.)- individuare le principali cause di non qua-lità e degli strumenti per correggerle- ridurre i costi di gestione attraverso l’eli-minazione dei costi della non qualità (scar-ti, rilavorazioni).- definire le prassi organizzative per realiz-zare una struttura adeguata alle esigenzedel mercato attuali ed in grado di consenti-re all’azienda una “crescita organizzata”- poter offrire ai clienti un prodotto/servi-zio sempre migliore- migliorare l’utilizzo delle risorse interne,evitando sovrapposizione di compiti.

La Certificazione serve per poter dimo-strare che l’organizzazione:

• facilita gli scambi internazionali (la nor-ma Iso 9001 è una norma conosciuta in tut-to il mondo)• rende più semplice i contatti con poten-ziali Clienti, per incrementare le vendite nelmercato nazionale• consente di soddisfare l’esplicita richie-sta di clienti importanti,• costituisce una credenziale per mantene-re, avviare o estendere la penetrazione neimercati esteri• porta un sicuro ritorno positivo in terminidi immagine• costituisce un elemento distintivo rispet-to la concorrenza

Monica GradiloneResp. Attività Operative SGQ

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La Certificazione è rilasciata da Organismi di Certificazione

Per poter operare, l’ente prescelto deve essere accreditato da un organismo autorizzato chenel nostro Paese è il SINCERT (sul sito www.sincert.it è possibile avere aggiornati tutti gli orga-nismi accreditati con i relativi settori). La certificazione si concretizza con il rilascio di un certificato di conformità, il quale indica consufficiente certezza che un processo, prodotto o servizio è conforme ad una data norma di rife-rimento.

La Procedura di Certificazione è lunga e impegnativa:1. L'azienda invia la domanda di certificazione all'Ente2. Il personale dell'Ente verifica l'esistenza dei requisiti per la valutazione del sistema qualità3. L'azienda invia il Manuale della Qualità e la relativa documentazione4. Il personale dell'Ente esamina tale documentazione5. Il personale dell'Ente verifica l'attuazione in azienda del sistema qualità6. La commissione di approvazione delibera sulla concessione del certificato in base a quanto

valutato durante la visita e l'esame dei documenti7. L'Organismo di Certificazione Emette il Certificato (validità tre anni)8. Visita di mantenimento della Certificazione effettuata dall'Ente (con cadenza semestrale o

annuale)

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Dopo la personale di Mario Schifano allaGalleria Whitelabs, la "Tenuta Tenaglia"

(www.latenaglia.com) prosegue il suo impe-gno con l'arte con l'inaugurazione della mo-stra "Once Upon a Time" di Chiara Coccoresee Alessandro Pagani e la degustazione di al-cuni suoi vini aziendali.

Mario Schifano fuun artista mediter-raneo, istintivo, cal-do, armonico e vio-lentemente croma-tico. Divenuto pre-sto un "personag-gio pubblico", fuamico di tanti artistiromani, passati alla

storia come Scuola di Piazza del Popolo, maanche del jet set e di grandi artisti americanida Robert Rauschenberg a Jasper Johns. Gra-zie alle sue vivaci intuizioni, alla sua arte graf-fiante, alla sua estetica colta e popolare insie-me e ad una vita intessuta di sregolatezze,

Alessandro Pagani (Milano 1973) dipinge que-sta nuova serie di opere che traggono spuntodal cinema di Herzog, di Greenaway, dal gran-de cinema horror degli anni Settanta e dai b-movie. Si tratta per Pagani di andare a ritrac-ciare una personale emozione estetica infan-tile, dentro un flusso di opere che sembrano"scorrere" come altrettanti fotogrammi di unflusso di coscienza.

Schifano fu uno degli ultimi artisti contempo-ranei iscritto nel Pantheon dei "maledetti", inun'epoca in cui questa figura scompare a van-taggio dell'artista-businessman.Il secondo progetto espone, per la prima voltaa Milano, le fotografie dell'artista napoletanaChiara Coccorese e i dipinti del milanese Ales-sandro Pagani.Sono circa trenta opere recenti, in parte inedi-te, che narrano l'immaginario di due giovani ar-tisti impegnati nella "ripresa della favola insenso postmoderno".Il mondo di Chiara Coccorese (Napoli 1982), co-struito secondo i dettami della stage photogra-phy, rappresenta un luogo di sopravvivenza diuna narrazione mitica, accogliente ed inquie-tante, come quello della fiaba. La ricerca arti-stica di Coccorese ha origine nella pittura, mapresto la fotografia diventa protagonista, nelmomento stesso in cui la ricerca sui materialiporta l'artista a creare piccole scenografie cheriproducono paesaggi fantastici o frammenti difavole, classiche o inventate.

"TENUTA TENAGLIA" e l'arte a Milano

Derby Blue Be4mixper il mondo del mixing

Stampa le tue fotocon VALFRUTTA

Mostra a cura di Nicola Davide Angerame

Be4mix è la grande novità Derby Blue (marchio di Conserve Italia, leader euro-peo nel settore dei succhi di frutta) che arricchisce e completa la gamma NightCollection nel mondo del mixing. 4mix offre tutto il gusto della frutta allo stato

puro in una polpa concentrata dalla grande resa, capace di aggiungere ilgiusto volume ai cocktail e legandosi in modo perfetto ad ogni in-

grediente.Adatte a tutte le preparazioni che interessano il mondo del bar edei pubblici esercizi (dai cocktail alle granite, fino agli aperitivi eai frappè) le polpe di frutta Be4mix si presentano in coloratissi-me speed bottle in pet da 750 ml con un design ergonomico mo-derno e maneggevole e un praticissimo tappo dosatore utile peril lavoro quotidiano di barman e barladies professionisti.

La gamma di 8 gusti: Fragola, Sweet&Sour, Cocco, PassionFruit, Granatina, Kiwi, Cranberry e Zucchero di Canna, in botti-glia rigorosamente blu è perfetta per il working flair, grazie alladotazione di un'impugnatura agevole, alla leggerezza ed infran-gibilità e a tappi dosatori colorati per l'immediata distinzione

dei gusti.Per il lancio di Be4mix nel canale Horeca, Derby Blue puntaad esaltare non solo il gusto e la qualità del nuovo prodot-to, ma anche a valorizzare queste prerogative con lo stile ela professionalità di un testimonial d'eccezione come Mar-co Corgnati, detto Marcone, flair bartender AIBES e inse-gnante di flair acrobatico a Firenze.Be4mix è un prodotto di qualità che garantisce un utilizzoacrobatico affascinante e che per questo piace a barman ebarladies professionisti, sempre attenti alle novità che va-lorizzano il servizio offerto al cliente.

Valfrutta, grande marchio di Conserve Italia, azienda leader nel settore deisucchi e delle bevande a base di frutta, con una quota del 29% del mercatoitaliano a valore, premia i consumatori che scelgono i succhi di frutta nelformato magnum da1,5 litri, segmento nel quale Valfrutta è leader di mer-cato a volume e a valore.Con l'operazione a premio immediato "Stampa le tue foto con Valfrutta",dal mese di aprile e per circa 5 mesi, i succhi Valfrutta da1500 ml (nei gusti ACE, arancia rossa, arancia, ana-nas, vitamix) che riporteranno sulla confezioneil flash relativo alla promozione avranno un co-dice univoco con valenza di buono d'acquistoche permette al consumatore di ricevere gratui-tamente la stampa di 40 fotografie, nel formato10x15, pagando solo le spese di spedizione. Ladinamica dell'operazione è semplice: il consu-matore che ha acquistato Valfrutta nel formatomagnum da 1500 ml deve entrare nel sitowww.valfrutta.it e seguire le istruzioni per acce-dere al minisito brandizzato fornito da snap-fish.it.Qui dovrà registrarsi, inserire il codice univocopresente sulla confezione Valfrutta, caricare leproprie foto e quindi completare l'ordine per ri-cevere le 40 stampe fotografiche direttamente acasa o in un negozio convenzionato, sostenen-do le sole spese di spedizione (pari a 2,95 euro,oppure 2 euro se il ritiro avviene in uno dei puntivendita convenzionati Snapfish).

Su ogni confezione di succhi Valfrutta da 1500 ml subito unpremio costituito da un codice che permette di stampare gra-tuitamente 40 foto nel formato 10x15

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Semplicemente la Migliore!Parola di Nicola Demo da più di vent’anni a fianco dei pizzaioli per migliorare la qualità delle farine per pizze “le 5 Stagioni”.

Il Centro Ricerca di agugiaro & Figna Molini ha messo a punto una tecnologia innovativa e originale per produrre il lievito madre essiccato in polvere che nella cottura della pizza apporta i seguenti vantaggi:> croccantezza, fragranza e sapore tipico del lievito madre> masticabilità e croccantezza anche da freddo> eccellente digeribilità della pizza

naturkraFt Pizza non elimina il lievito di birra ma ne riduce la quantità richiesta (che serve solo da innesco alla fermentazione).

www.le5stagioni.itLe 5 Stagioni - Via Monte Nero, 111 35010 Curtarolo (PD) Tel. +39 049.9624611 Fax +39 049.9624627 mail: [email protected]

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