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PROGETTI CON IL COMUNE INNOVASCUOLA PROGETTI EXTRA CURRICOLARI POF 2008-09 PON OPZIONI SCUOLE APERTE

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POF anno scolastico 2008/09

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PROGETTI CON IL

COMUNE

INNOVASCUOLA

PROGETTI EXTRA CURRICOLARI

POF 2008-09

PON

OPZIONI

SCUOLE APERTE

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INDICE ANALITICO PREMESSA

1 Il Piano dell’Offerta Formativa………………………………………………..p.3 2 Gli istituti comprensivi………………………………………………………...p.4 3 L’istituto comprensivo “M. Serao”……………………………………………p.5 4 Principi ispiratori………………………………………………………………p.6

LE AREE DEL P.O.F 1 L’analisi. 1.1 Analisi dell’ambiente: il territorio e la realtà socio-economica………………p.8 1.2 Analisi dell’Istituto: strutture, risorse, organizzazione………………………p.10 1.3 Analisi dei soggetti del dialogo educativo…………………………………...p.18

2 Indicatori di qualità. 2.1 Parametri di attrattiva formativa……………………………………………..p.19 2.2 Parametri di efficacia……………………………………………………...…p.20 2.3 Parametri di efficienza……………………………………………………….p.21 2.4 Parametri di produttività……………………………………………………..p.23

3 Autonomia…………………………………………………………………....p.25 4 Finalità dei tre ordini di scuola……………………………………………….p.26 5 Specificità dell’offerta formativa…………………………………………….p.27 5.1 Attività opzionali…….………………………………………………………p.28

6 Cosa e come insegnare……………………………………………………….p.29 6.1 Obiettivi………………………………………………………………………p.30 7 L’organizzazione didattica…………………………………………………...p.40 7.1 Metodologia, strategie e ruolo docente………………………………………p.45 7.2 Le tecniche e le strategie……………………………………………………..p.47 7.3 L’integrazione dei bambini diversamente abili………………………………p.51 7.4 Le iniziative per superare situazioni di svantaggio…………………………..p.52 7.5 L’integrazione degli alunni stranieri…………………………………………p.53 8 Miglioramento dell’offerta formativa: I progetti…………………………….p.54 8.1 I progetti specifici ad ogni ordine di scuola………………………………….p.55 8.2 I progetti per la continuità verticale………………………………………….p.56 8.3 I progetti per la continuità orizzontale……………………………………….p.56 8.4 I laboratori trasversali alla Scuola Media ed alla Scuola Elementare……….p.56 9 Verifiche e valutazioni………………………………………………………p.57 9.1 Valutazione del servizio scolastico………………………………………….p.58

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La RELAZIONE è sorgente : Di maturazione psico-affettiva,

di motivazionr,di evoluzione conoscitiva e di apprendimento

Premessa .

1- Il Piano dell’offerta formativa.

Il Piano dell’Offerta formativa (P.O.F.) rappresenta il documento con cui ogni scuola dichiara la propria identità culturale e progettuale. Il documento costituisce l’atto fondamentale ai fini del buon funzionamento della nostra scuola, esso manifesta le scelte della scuola per qualificare ulteriormente il ruolo educativo che le compete e i risultati che si propone. Pertanto questo Progetto è anche uno strumento di garanzia sia per il personale della scuola sia per i genitori e ancora di più per gli alunni che ne sono, in maniera più o meno diretta ed esplicita, i veri destinatari. Le modalità attraverso le quali si ricerca questa garanzia coinvolgono l’individuazione e la predisposizione delle strategie organizzative e formative e quindi, in generale, tutti i campi di funzionamento della scuola all’interno di ognuno dei quali si interviene per assicurare la necessaria coerenza rispetto all’obiettivo educativo. In questo senso, si investe molto sia sulla qualità dei contenuti, sia sui corrispondenti valori che devono essere ristabiliti, rafforzati o affermati in un quadro di intervento ampio e organico che non riguarda esclusivamente “la Scuola” e non si realizza in tempi brevi. Il nostro istituto ha, infatti, tra gli obiettivi fondamentali l’apertura e la continuità sia verticale, tra i diversi settori di scuola, che orizzontale, con le altre agenzie educative del territorio. Questo Progetto vuole essere un primo passo in tale direzione. In una circolare del 1999 il Ministero proponeva: “il POF si presenta non tanto come un ennesimo progetto, ma come “il progetto” nel quale si sostanzia il complessivo processo educativo promosso dalla scuola”1. In un sistema nazionale scolastico che prevederà criteri unitari per tutto il territorio nazionale, ad ogni scuola si chiede di dichiarare le modalità di

1 C. M. 4 agosto 1994, n.194

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erogazione del servizio, i propri progetti, gli obiettivi, le risorse finanziarie e i criteri di spesa. E’ lo stesso “regolamento dell’autonomia”2 che ci chiede di scrivere questo documento: “Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il Piano dell’Offerta formativa. Come ultimo riferimento normativo, la L.53-03 indirizza le scuole verso una maggiore personalizzazione dell’apprendimento con l’introduzione di innovazioni quali: la figura tutoriale, il portfolio, il piano di studio personalizzato, il profilo educativo, culturale e professionale dell’allievo nonché le unità di apprendimento. Il Piano, dunque, è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolarare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia”

2- Gli Istituti Comprensivi

In un Istituto Comprensivo sono raccolti i primi tre ordini di scuola:scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado . Gli Istituti Comprensivi nascono nel 1994, con la legge 973 che ne prevedeva l'istituzione nelle zone di montagna; successivamente, con altri provvedimenti di legge, gli istituti comprensivi si sono diffusi un po’ su tutto il territorio nazionale. Se è vero che gli istituti Comprensivi sono nati "per caso", la loro rapida diffusione, l'interesse dimostrato dal Ministero della Pubblica Istruzione, dal mondo della scuola e dalle amministrazioni locali, ne hanno fatto oggi un laboratorio della scuola dell'autonomia, soprattutto per quanto riguarda le opportunità in direzione della continuità verticale (tra i diversi gradi di scuola) e orizzontale (tra scuola e territorio, famiglie, amministrazioni locali, ecc.).

2 D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275: Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art. 21 della legge 15 marzo 1997, n.59 3 Legge 31 gennaio 1994, n. 97

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3 - L’Istituto Comprensivo “M. Serao”.

Il nostro Istituto Comprensivo è nato nell’a.s. 2000/01 dall’unione tra la scuola dell’infanzia “Asilo Nido”, staccatasi dal II circolo didattico, la scuola primaria di Via Famiglietti, scissasi dal I circolo didattico, e la scuola secondaria di primo grado“M. Serao”.Dall’anno 2005/2006 la nostra scuola è diventata una scuola polo per l’indirizzo musicale. Dal punto di vista dell’azione educativa e didattica il filo conduttore è stato quello della continuità sia verticale (attraverso progetti comuni ai tre settori di scuola) sia orizzontale (attraverso protocolli d’intesa tra il nostro istituto ed altri enti e progetti in rete con altri istituti del territorio). Soprattutto, però, ci piace sottolineare l’obiettivo della continuità formativa che ispira la nostra azione; le strategie didattico-educative attivate allo scopo vanno dai progetti in continuità ai molteplici laboratori comuni ai tre settori di scuola. In breve, il nostro Istituto finalizza la sua azione per garantire la continuità del successo formativo, facilitando l’apprendimento dai primi anni della scuola materna all’ultimo anno della scuola media. La nostra azione educativo-didattica muove dalla convinzione che l’apprendimento non può essere ridotto ad un semplice processo di trasmissione delle conoscenze, ma, piuttosto, si sostanzia come processo di crescita e cambiamento che si realizza in una comunità di persone che condividono il comune senso di appartenenza ad una realtà sociale. L’intenzionalità e la progettualità del nostro istituto trovano senso e significato nell’obiettivo di condurre tutti gli allievi, ciascuno con le sue individuali diversità, a conseguire la propria compiuta formazione. Il nostro fine è quello di configurare un ambiente educativo”in cui ciascuno trova le occasione per maturare progressivamente le proprie capacità di autonomia, di azione diretta, di relazioni umane, di progettazione e verifica, di esplorazione, di riflessione logico-critica e di studio individuale.”4 4 Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati nella scuola primaria

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4 – Principi ispiratori La principale fonte a cui si ispira il presente piano è il dettato costituzionale con riferimento agli art. 3 (uguaglianza), 33 e 34 (scuola pubblica). Il nostro piano è costruito perciò su questi pilastri:

o Uguaglianza; o Imparzialità; o Accoglienza ed integrazione; o Partecipazione e condivisione; o Efficacia, efficienza e trasparenza.

Il nostro istituto persegue, inoltre, le seguenti finalità: o La legalità, come comportamento quotidiano; o La centralità della persona, nell’ottica dello sviluppo integrale della

personalità; o La comunicazione, intesa nel suo significato etimologico di “mettere

in comune i doni” e tale da realizzare la circolarità dell’apprendimento5;

o La continuità del processo formativo; o L’orientamento, per consentire ai bambini e alle bambine, ai ragazzi

e alle ragazze di acquisire gli strumenti necessari alla lettura della realtà sociale sempre più complessa e mutevole;

o La flessibilità, nella prospettiva del rispetto della diversità dei bisogni formativi.

Infine, il piano dell’offerta formativa del nostro istituto si conforma alla vigente normativa scolastica e agli specifici Programmi Ministeriali relativi ai tre ordini di scuola. In breve, abbiamo in mente un progetto che ci permetta di costruire il dialogo educativo tra logica ed affettività, tra educazione della ragione ed educazione del cuore. 5 Nel caso specifico, i doni sono rappresentati dalle esperienze, dalle competenze e dalle conoscenze di cui ciascun membro della nostra comunità scolastica è portatore; il nostro intento è quello di favorire la circolazione di tali “doni” per far sì che le intelligenze si trasformino da patrimonio individuale a capitale collettivo.

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PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA

COERENZA

PRINCIPI ISPIRATORI DELL’ISTITUTO

COLLEGIO DOCENTI Scuola dell’Infanzia

Scuola Primaria Scuola Secondaria di I grado

ANALISI Bisogni dell’utenza

Richieste istituzionali Risorse interne/esterne

MISSION Garantire il successo formativo

a tutti i soggetti in formazione

AREA DELL’ORGANIZZAZIONE

� Attribuzione di ruoli e responsabilità (organigramma di Istituto)

� Definizione

dell’orario e del calendario scolastico

AREA DELLA RICERCA E DELLO SVILUPPO

� Nuovi progetti

� Formazione del personale

� Documentazione

didattica

� Richiesta PON

AREA DELLA DIDATTICA � Obiettivi specifici di apprendimento � Attività curriculari

specifiche

� Attività opzionali

� Attività laboratoriali

� Attività trasversali

AREA DELLA VERIFICA E DELLA VALUTAZIONE

Analisi dei processi e dei prodotti

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LE AREE DEL P.O.F. 1 - L’ANALISI 1.1 Analisi dell’ambiente: il territorio e la realtà socio-economica. Volla è un comune della cintura napoletana che si estende quasi in continuità con la frazione di Ponticelli verso la zona vesuviana interna, al limite tra i comuni di Cercola e di Casoria e a confine con Casalnuovo e Pollena Trocchia. Data la posizione, Volla svolge una funzione di cuscinetto tra i vasti mutamenti espansivi del territorio metropolitano, derivandone solo un intenso sviluppo edilizio. Dal 1968 con l’insediamento a Pomigliano d’Arco dell’Alfa Sud, Volla è diventata sempre più uno dei paesi dormitori della periferia di Napoli. In seguito al terremoto del 1980, è entrata a far parte degli interventi straordinari del Governo per l’edilizia popolare pro-terremotati. La situazione demografica ne è risultata sconvolta, essendo passato il numero dei residenti dagli 8.374 del 1979 ai 20.328 del maggio del 1995 e a circa 25.000 unità nel 2000 (di cui 23.325 residenti e un numero di domiciliati che varia da 1.000 a 2.000 unità) con un aumento percentuale della popolazione enorme per un territorio di 6,16 kmq I dati più aggiornati registrano mutamenti all’interno delle attivita’ economiche prevalenti. Accanto al permanere di attività agricole condotte in modo intensivo nella produzione di ortaggi, frutti e fiori, si rileva una lieve diminuzione delle attività industriali già di per sè non molto numerose. L’aumento delle attività lavorative diventa significativo solo nel settore terziario, segnatamente in quello commerciale. La città, dunque, è attualmente impegnata in una delicata e complessa “riconversione” da centro agricolo a centro residenziale. L’impatto violento e sconvolgente del nucleo originario con il flusso di popolazione insediatasi in pochi anni è all’origine di un diffuso disagio sociale che naturalmente si ripercuote sui ceti più deboli e sulle fasce maggiormente esposte: minori, anziani, donne, diversamente abili.

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Una conseguenza di questa situazione è stata la formazione di aree “ghetto” distribuite a “macchia di leopardo” su tutto il territorio comunale, dove si sono concentrate, in modo particolare, emarginazioni tipiche “da tipiche periferie urbane”: devianza, tossicodipendenza e manovalanza per la criminalità organizzata. In queste zone gli unici spazi di aggregazione per i giovani sono rappresentati dalle strade e dai circoli politici. Lo sviluppo accelerato e disarticolato di Volla non è stato accompagnato da una adeguata fornitura di servizi e infrastrutture che sono praticamente inesistenti, ciò incide negativamente, con tutte le ovvie conseguenze, anche sul contesto culturale. Il comprensorio scolastico di Volla si limita alla scuola dell’infanzia, Primaria e Secondaria di 1°. I problemi di apprendimento e di rendimento scolastico della maggior parte dei ragazzi sono strettamente collegati con quelli delle famiglie d’origine: o difficoltà economiche, anche con problemi giudiziari o difficoltà di adattamento e di integrazione sociale, con immigrati

provenienti da Napoli italiani (dal dopo terremoto) ed extracomunitari

o deprivazione culturale e di senso civico, o povertà di lessico (mancanza di libri nelle case) o uso prevalente del dialetto, o stentata partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei

figli e a qualsiasi attività sociale e culturale scarsi rapporti genitori figli

o - tossicodipendenze – alcolismo – ignoranza alimentare (patologie in aumento legate ad una cattiva alimentazione – forte aumento dell’obesità in età giovanile)

o disoccupazione – indirizzo dei figli verso l’informatica considerandolo uno sbocco lavorativo

Ammonta, invece, a circa il 20% l’utenza scolastica proveniente da fasce sociali medio-borghesi, i cui bisogni formativi richiedono un arricchimento dell’offerta culturale . Ma anche i genitori appartenenti a tali fasce denotano scarsa partecipazione alla vita dei figli e scarsi interessi culturali.

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1.2 Analisi dell’Istituto: strutture, risorse, organizzazione.

L’edificio della Scuola dell’Infanzia, circondato da un ampio giardino, presenta:

o 10 sezioni, di cui 4 provviste di stanzino per i sussidi;

o 1 laboratorio grafico-pittorico; o 5 servizi igienici adeguati all’età; o 1 bagno per il personale docente; o 1 bagno per il personale non docente; o 1 stanza blindata adibita alla conservazione dei

grandi sussidi didattici; o 1 stanza riservata al personale non docente e

provvista di telefono; o 1 stanza adibita alla custodia di attrezzi

psicomotori;

Risorse umane operanti nella Scuola dell’Infanzia:

18Docenti di base; 5Docente di sostegno; 2 Docente di religione;

3Collaboratori scolastici.

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L’edificio della Scuola Primaria presenta: o 28aule; o 1 locale adibito laboratorio d’informatica; o 1 locale per attività artistiche; o 1 locale per attività di scienze; o 1 auditorium con posti a sedere; o 8 servizi igienici per gli alunni; o 1 bagno per gli alunni diversamente abili; o 1 bagno per il personale docente; o 1 bagno per il personale non docente; o spazio riservato al personale non docente e

provvisto di telefono; o ampio cortile esterno. o La scuola primaria ospita quattro classi della o Secondaria di primo grado 1M-2M-1N -2N. o Palestra o 5 aule ospitano la segreteria del 2° Circolo

Risorse umane operanti nella Scuola Primaria.

19 Docenti di base; 5 Docenti di sostegno; 2 docente di religione;

3Collaboratori scolastici

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L’edificio, a due piani, della Scuola Media presenta:

o 32 aule; o 1 locale adibito ad ufficio del segretario; o 1 locale per il personale della segreteria; o 1 locale per la presidenza; o 3 laboratori d’informatica o 1 laboratorio di scienze o vari locali adibiti a laboratori; o aule con attrezzature speciali; o 1 auditorium; o 1 refettorio; o 1 palestra coperta; o 1 palestra scoperta; o 1 sala professori;

uffici;

Risorse umane operanti nella Scuola secondaria di I grado.

82Docenti; 11docenti di sostegno

11 collaboratori scolastici

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La scuola, al fine di realizzare una funzionale collaborazione e partecipazione delle componenti scolastiche, usufruisce del seguente organigramma:

Dirigente scolastico: dott. Giovanni Ciro Mastrogiacomo. Dirigente Reggente:Vincenzo D’Amiano Vice Preside: pro.fssa. D’Avino Rosa. Collaboratrice del dirigente: prof.ssa Emanuela Florio Funzioni strumentali: A. Di Tuoro,D. Grimaldi,A. Della Corte, VCarfora, R. Matarazzo, MR.Esposito, M.Romano,F. Lapiccirella. C. Schettino

D.S.G.A. Felice La Gala 8 assistenti amministrativi 16 collaboratori scolastici

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ORGANI E COMPETENZE: DIRIGENTE , è a capo della scuola, ne ha la rappresentanza, assolve alla funzione di promozione e di coordinamento di ogni attività, presiede il Collegio dei Docenti, i Consigli di classe e la Giunta esecutiva del Consiglio di Istituto, sceglie il docente con funzioni vicarie tra i collaboratori eletti dal collegio; • Consiglio di Istituto, presieduto da un genitore, ha potere deliberante

sul bilancio, sugli acquisti, sulle attività extrascolastiche, per le iniziative di integrazione e di sostegno, sul regolamento, sulle iniziative rivolte ai genitori;

• Collegio dei Docenti, elabora il P.O.F. e ne valuta periodicamente l’efficacia, provvede alla scelta dei libri di testo e dei sussidi didattici, approva sperimentazioni e iniziative di aggiornamento, elabora i progetti, le attività e le iniziative, elegge i collaboratori del Preside;

• Consiglio di intersezione, si riunisce per fasce di età ed è composto da rappresentanti delle singole sezioni, eletti dai genitori, e dai docenti. Favorisce i rapporti tra la scuola, famiglia e alunni; con la sola compenente dei docenti, formula la programmazione didattica tradotta in itinerari operativi, provvede alla valutazione periodica e finale degli alunni.

• Consigli di interclasse, si riuniscono per cicli (1° ciclo e 2° ciclo) ed è composto dai rappresentanti di classe e dai docenti del modulo. Ha come compito specifico quello di agevolare ed estendere i rapporti docenti/genitori in ordine allo svolgimento del programma, al rendimento scolastico degli alunni, all’andamento di particolari iniziative di carattere educativo e didattico, provvedono alla valutazione periodica e finale degli alunni.

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• Consigli di Classe, composti dai docenti delle singole classi e da 4

rappresentanti eletti dai genitori, elaborano le Programmazioni Didattiche, delineando i percorsi formativi e adeguando ad essi interventi operativi, stendono il Contratto Formativo con gli allievi esplicitando l’operato della scuola, realizzano il coordinamento didattico, provvedono alla valutazione periodica e finale degli alunni;

• Responsabile Amministrativo, organizza i servizi amministrativi e generali dell’unità scolastica, è responsabile del funzionamento degli stessi e coordina il relativo personale;

• Assistenti Amministrativi , collaborano con il responsabile amministrativo coadiuvandolo nelle attività e provvedendo alla predisposizione e redazione degli atti amministrativo-contabili;

• Collaboratori Scolastici, sono addetti ai servizi generali con compiti di accoglienza , di sorveglianza , di pulizia , di custodia ,di vigilanza sugli alunni e di collaborazione con i docenti.

• Assemblea del personale ATA. • Commissione H. • Commissione “Qualità”. • Commissione elettorale. • Comitato di valutazione. • Commissione orario Sono previste, anche, Riunioni Disciplinari per materie quali occasione di confronto, di accordo, di progettazione degli obiettivi, dei contenuti delle attività. Fondamentale, infine risulta essere il contributo fornito dal personale tutto per capacità, impegno, disponibilità, sensibilità. Sia i docenti che il personale A.T.A compartecipano alle scelte della scuola e garantiscono competenze e professionalità.

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Docenti 25 ore settimanali distribuite su 5 giorni. Il sabato la scuola è chiusa. Orario antimeridiano: 8.30 – 13.30 Orario pomeridiano: 11.30 – 16.30 La turnazione delle docenti è scandita settimanalmente. Ore utilizzate per gli adempimenti collegiali

Alunni Orario ridotto (senza refezione) Entrata: 8.30 – 9.00 Uscita: 12.00 – 12.30 Orario completo (con refezione) Entrata: 8.30 – 9.00 1° Uscita 13.30 2° Uscita: 16.00 – 16.30

Docenti 22 ore settimanali distribuite su 5 giorni. 8 ore di programmazione mensile. Ore utilizzate per gli adempimenti collegiali.

Alunni Orario normale (con refezione) distribuito su 5 giorni settimanali. Lunedì, mercoledì, e venerdì: Entrata 8.15 – 8.30 Uscita 13.30 Martedì: Giovedì: Entrata 8.15 – 8.30 Uscita 15.10 Uscita 16.30

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Docenti 82 Docenti 11 Docenti di sostegno 4 Docenti strumentisti per i seguenti strumenti:

� Chitarra classica, � Pianoforte, � Violino, � Flauto traverso. L’orario dei docenti è di 18 ore settimanali.

Alunni I –II –III media Corsi A-B-C-D-F-G-H-I-L-M-N Orario potenziato 35+1 mensa 31 di base + 4 ore opzionali +1 di mensa così ripartito: quattro giorni : 8,00-14,00 un giorno : 8,00 – 16,00 con mensa Sabato : 8,00 -12,00 Corso E musicale: 29+2inf+3str+ 1 mensa

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1.3 Analisi dei Soggetti del dialogo educativo.

PER CHI

Educatori interni Dirigente scolastico. Docenti della Scuola dell’Infanzia n.22 Docenti della Scuola Elementare n. 25 Docenti della Scuola Media n. 82 Personale dei servizi amministrativi n. 8 Collaboratori scolastici n. 18

CHI

Educandi Alunni della Scuola dell’Infanzia n. 201 Alunni della Scuola Elementare n. 217 Alunni della Scuola Media n.788 Genitori n. 2370

CON CHI

Genitori. Agenzie educative operanti sul territorio. Scuole consorziate.

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2.1 PARAMETRI DI ATTRATTIVA FORMATIVA

INDIRIZZO MUSICALE. Sul territorio il nostro Istituto è l’unico che attiva un corso di sperimentazione musicale. I nostri alunni hanno ottenuto premi su scala nazionale e provinciale.

INFORMATICA. I nostri laboratori sono dotati di hardware e software all’avanguardia. I nostri alunni possono produrre ipertesti ed altri materiali multimediali

BILINGUISMO. Il nostro istituto offre l’opportunità di fruire di esperti di madre lingua.. I nostri alunni possono affrontare i successivi percorsi formativi con un ottimo bagaglio di conoscenze linguistiche.

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2.2 PARAMETRI DI EFFICACIA (rapporto tra obiettivi e risultati). o Autovalutazione positiva attraverso il Collegio;

o Autovalutazione positiva attraverso i Consigli di Classe (con

l’apporto della Componente Genitori); o Ragazzi “recuperati” attraverso Processi Formativi;

o Compilazione del portfolio.

o Valutazione a cura dell’INVALSI

VERIFICA

Verbali del collegio; Verbali dei consigli; Relazioni dei docenti di sostegno; Relazione dei docenti inseriti in progetti di recupero; Relazioni dei medici dell’A.S.L.; Relazioni degli assistenti sociali.

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2.3 PARAMETRI DI EFFICIENZA (rapporto tra risorse e risultati)

ANALISI COSTI-BENEFICI:

� Acquisti di sussidi alla didattica di una certa entità (diverse migliaia di euro) mirati ad un particolare uso didattico programmato e che a fine anno hanno dato un riscontro positivo del loro acquisto:

1-PROCESSI VERIFICABILI 2-PRODOTTI VALUTABILI

3-VERIFICA

Tipologia di acquisto; Costo; Numero alunni interessati; Attuazione del progetto iniziale che ha determinato l’acquisto.

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� Interventi mirati a migliorare la sicurezza degli alunni e del personale:

1. NOMINE PER LA LEGGE 626/94 FATTE DAL

DIRIGENTE.

� Interventi fatti alla struttura scolastica per migliorare l’offerta formativa:

1. L’EDIFICIO DELLA SCUOLA MEDIA È STATO

RISTRUTTURATO , I LAVORI SONO TERMINATI A MAGGIO 2005.

2. L’EDIFICIO DELLA SCUOLA ELEMENTARE, E’STATO AMPLIATO CON LA CONSEGNA DELLE RESTANTI 10 AULE.

3. L’EDIFICIO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA È OGGETTO DI RISTRUTTURAZIONE RELATIVAMENTE ALL’IMPIANTO IDRAULICO.

2.4 PARAMETRI DI PRODUTTIVITA’ (rapporto tra efficienza ed efficacia).

� Adeguamento strutture alla L. 626

� Funzionamento regolare e non conflittuale degli OO.CC e delle commissioni:

VERIFICA

DELIBERE ALL’UNANIMITA’ E VERBALI DEGLI OO.CC.

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� Progetti che hanno investito ed investiranno direttamente i genitori

(con incontri pomeridiani\questionari\test\ecc)

• PROGETTO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE. • PROGETTI PER LA CONTINUITÀ EDUCATIVA. • PROGETTI PON • PROGETTI INNOVASCUOLA. • PROGETTO EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ • PROGETTO SCUOLE APERTE • PROGETTO OLIMPIADI MATEMATICHE

� Progetti della scuola, organizzati dalla scuola e nella scuola che

hanno investito direttamente soggetti adulti senza legami con la scuola con una ricaduta extrascolastica sul territorio:

• TUTTI I PROGETTI, ELENCATI NEL PARAGRAFO

SPECIFICO, CHE PREVEDONO ESPERTI ESTERNI.

Progetti di altre agenzie attivati nella scuola con ricaduta sugli allievi:

“VOLLEY CLUB”-USUFRUISCE DELLA PALESTRA 3 VOLTE A SETTIMANA • Progetto Karate • PROGETTI CON IL COMUNE • CORSO PER I CONSEGUIMENTO DEL CERTIFICATO DI

IDONEITÀ ALLA GUIDA DEI CICLOMOTORI .

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AUTONOMIA-LEGGE N59\97 (D.M.765\97-C.M.766\97- regolamento)

1-PROBLEMI AFFRONTATI : A-L’etereogeneita’ di provenienza degli studenti; B-Le richieste diversificate dell’utenza; C-La richiesta generalizzata dell’informatica; D-Dare alle sostituzioni per colleghi assenti l’incisivita’ del progetto. 2 - OBIETTIVI OPERATIVI DA PERSEGUIRE: A- Sviluppo della multimedialita’; B- Ulteriore sviluppo della “formazione”: inserimento nel curriculo dell’ed.alimentare, ed.interculturale, ed ambientale come discipline con spazi e docenti propri; C- Studio di strumenti musicali anche come acquisizione di un metodo di lavoro; D-Facilitare ai ragazzi il lavoro per gruppi etereogenei (classi aperte -coro polifonico,orchestra,uscite,ecc) per imparare a lavorare in gruppi “allargati” in maniera cooperativa; E-Rinforzare il bilinguismo; F-Incrementare le attivita’ di laboratorio(psicomotricita’, gioco-sport, drammatizzazione, grafico –pittorico -manipolativo); G- Dedicare maggiore attenzione alle problematiche adolescienziali.

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SCUOLA PRIMARIA Promuovere l’educazione integrale della personalità. Stimolare all’autoregolazione degli apprendimenti, ad un’elevata percezione di autoefficacia, all’autorinforzo cognitivo, alla massima attivazione delle risorse di cui sono dotati, attraverso l’esercizio dell’autonomia personale, della responsabilità intellettuale, morale e sociale, della creatività e del gusto estetico

SCUOLA DELL’INFANZIA

Maturazione dell’identità

Conquista dell’autonomia

Sviluppo delle competenze

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

Formare l’uomo e il cittadino secondo i principi della Costituzione. Orientare l’alunno al fine di operare scelte realistiche nell’immediato e nel futuro. Elevare il livello di educazione e di istruzione personale di ciascun alunno. Accrescere le capacità di partecipazione e di contributo ai valori della cultura e della civiltà.

FINALITA’ DEI TRE ORDINI DI SCUOLA

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SCUOLA DELL’INFANZIA

CAMPI DI ESPERIENZA Il sé e l’altro. Corpo, movimento, salute. Fruizione e produzione di messaggi. Esplorare, conoscere e progettare.

SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

DISCIPLINE Lingua italiana, Ed. Immagine, Matematica, Scienze, Ed. Motoria, Storia, Geografia, Studi Sociali, Ed. Musicale, Inglese e Cittadinanza e costituzione

DISCIPLINE Italiano, Storia, Geografia, Inglese e Francese, Scienze e Tecnologia, Arte e Immagine, Religione, Matematica, Musica, Scienze motorie e sportive, Educazione alla convivenza civile, Potenziamento lingua inglese, Educazione stradale.Cittadinanza e costituzione

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5.1

Alfabetizzazione di

lingua inglese. .

Laboratorio grafico-pittorico-manipolativo; Laboratorio linguistico; Laboratorio di informatica .

Ed. Musicale: � Pianoforte, � Violino,

� Chitarra classica, � Flauto traverso,

Informatica. Seconda lingua straniera

Corso di latino Musica Pittura Pratica sportiva

Cineforum Laboratorio linguistico inglese

Laboratorio recupero materie letterarie Laboratorio di potenziamento materie

letterarie. Ricamo e cucito

Laboratorio teatrale. Laboratorio di recupero e potenziamento per

la matematica

SCUOLA DELL’INFANZIA

SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

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CURRICULO 6

ESPLICITO IMPLICITO TRASVERSALE

Scelte relative ai contenuti epistemologici delle discipline e che la scuola attua per contestualizzare i programmi nazionali

Scelte metodologiche per lo sviluppo integrale dell’alunno in relazione al clima e all’organizzazione dell’ambiente educativo di apprendimento

Acquisizione di abilità che attraversano le diverse discipline e tutto il percorso scolastico, indispensabili per continuare ad “apprendere ad apprendere”

SAPERE

SAPER FARE

SAPER ESSERE

OBIETTIVI RAGGIUNTI

COMPETENZE ACQUISITE

PADRONANZA DI STRATEGIE E METODI

PER UN CONTINUUM EVOLUTIVO BAMBINO Interpretazione, esplorazione, esperienze simboliche

FANCIULLO Apprendimento costruttivo ed interattivo, elaborazione e problematizzazione della realtà

RAGAZZO Avvertita coscienza di sé, strutturata capacità di astrazione e di problematizzazione in un nuovo rapporto col mondo e la società

COSA E COME INSEGNARE

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OBIETTIVI

Il collegio dei Docenti, in attinenza ai documenti ministeriali, applica gli obiettivi formativi operativi nei tre gradi di scuola con diverse gradualità: SCUOLA DELL’INFANZIA

Obiettivi generali del processo formativo La Scuola dell’Infanzia rafforza l’identità personale, l’autonomia e le

competenze dei bambini. Essa raggiunge questi obiettivi generali del processo formativo (art. 8 del 275/99), collocandoli all’interno di un progetto di scuola articolato ed unitario, che riconosce, sul piano educativo, la priorità della famiglia e l’importanza del territorio di appartenenza con le sue risorse sociali, istituzionali e culturali.

In relazione alla maturazione dell’identità personale, e in una prospettiva che ne integri tutti gli aspetti (biologici, psichici, motori, intellettuali, sociali, morali e religiosi), essa si premura che i bambini acquisiscano atteggiamenti di sicurezza, di stima di sé, di fiducia nelle proprie capacità, di motivazione al passaggio dalla curiosità alla ricerca; vivano in modo equilibrato e positivo i propri stati affettivi, esprimendo e controllando emozioni e sentimenti e rendendosi sensibili a quelli degli altri; riconoscano ed apprezzino l’identità personale ed altrui nelle connessioni con le differenze di sesso, di cultura e di valori esistenti nelle rispettive famiglie, comunità e tradizioni di appartenenza.

In relazione alla conquista dell’autonomia, la Scuola dell’Infanzia fa sì che i bambini, mentre riconoscono le dipendenze esistenti ed operanti nella concretezza del loro ambiente naturale e sociale di vita, siano capaci, in tale contesto, di orientarsi in maniera personale e di compiere scelte anche innovative. Inoltre, si impegna affinché, come singoli e in gruppo, si rendano disponibili all’interazione costruttiva con il diverso e l’inedito e si aprano alla scoperta, all’interiorizzazione e al rispetto pratico dei valori della libertà, della cura di sé, degli altri e dell’ambiente, della solidarietà, della giustizia, dell’impegno ad agire per il bene comune.

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In relazione allo sviluppo delle competenze, infine la Scuola

dell’Infanzia, consolidando le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche ed intellettive del bambino, impegna quest’ultimo nelle prime forme di lettura delle esperienze personali, di esplorazione e scoperta intenzionale ed organizzata della realtà di vita (in senso sociale, geografico e naturalistico, artistico e urbano), nonché della storia e delle tradizioni locali. In particolare, mette il bambino nella condizione di produrre messaggi, testi e situazioni attraverso una molteplicità ordinata ed efficace di strumenti linguistici e di modalità rappresentative; di comprendere, interpretare, rielaborare e comunicare conoscenze ed abilità relative a specifici campi di esperienza; di dimostrare ed apprezzare coerenza cognitiva e di comportamenti pratici, insieme a intuizione, immaginazione, creatività, gusto estetico e capacità di conferimento di senso. 6 SCUOLA PRIMARIA

Obiettivi generali del processo formativo Valorizzare l’esperienza del fanciullo. I fanciulli che entrano nella

Scuola Primaria hanno già maturato concettualizzazioni intuitive, parziali e generali, che impiegano per spiegare tutti i fenomeni che incontrano; anche quelli più complessi. Si può dire che abbiano maturato in famiglia, nei rapporti con gli altri e con il mondo, nella scuola dell’infanzia non soltanto una «loro» fisica, chimica, geologia, storia, arte ecc. «ingenue», ma che abbiano elaborato anche una «loro» altrettanto «ingenua», ma non per questo meno unitaria, organica e significativa visione del mondo e della vita. La Scuola Primaria si propone, anzitutto, di apprezzare questo patrimonio conoscitivo, valoriale e comportamentale ereditato dal fanciullo, e di dedicare particolare attenzione alla sua considerazione, esplorazione e discussione comune.

La corporeità come valore. La Scuola Primaria è consapevole che

ogni dimensione simbolica che anima il fanciullo e le sue relazioni familiari e sociali è inscindibile dalla sua corporeità. Nella persona, infatti,

6 Indicazioni Nazionali per i piani personalizzati delle attività educative nelle scuole dell’infanzia.

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non esistono separazioni e il corpo non è il «vestito» di ogni individuo, ma piuttosto il suo modo globale di essere nel mondo e di agire nella società. Per questo l’avvaloramento dell’espressione corporea è allo stesso tempo condizione e risultato dell’avvaloramento di tutte le altre dimensioni della persona: la razionale, l’estetica, la sociale, l’operativa, l’affettiva, la morale e la spirituale religiosa. E viceversa.

Esplicitare le idee e i valori presenti nell’esperienza. La Scuola

Primaria, coinvolgendo la famiglia e nel rispetto della coscienza morale e civile di ciascuno, mira, inoltre, a far esplicitare ai fanciulli l’implicito e lo scontato presente nel patrimonio di visioni, teorie e pratiche che ha accumulato, e ad assumere consapevolmente queste ultime, insieme ai valori che contengono, in armonia con la Costituzione della Repubblica Italiana.

Dal mondo delle categorie empiriche al mondo delle categorie formali. La Scuola Primaria accompagna i fanciulli a passare dal mondo e dalla vita ordinati, interpretati ed agiti solo alla luce delle categorie presenti nel loro patrimonio culturale, valoriale e comportamentale al mondo e alla vita ordinati ed interpretati anche alla luce delle categorie critiche, semantiche e sintattiche, presenti nelle discipline di studio e negli ordinamenti formali del sapere accettati a livello di comunità scientifica. In questo passaggio, tiene conto che gli allievi ‘accomodano’ sempre i nuovi apprendimenti e comportamenti con quelli già interiorizzati e condivisi, e che il ricco patrimonio di precomprensioni, di conoscenze ed abilità tacite e sommerse già posseduto da ciascuno influisce moltissimo sui nuovi apprendimenti formali e comportamentali. Alla luce di questa dinamica, la Scuola Primaria favorisce l'acquisizione da parte dell'alunno sia della lingua italiana, indispensabile per tutti i fanciulli alla piena fruizione delle opportunità formative scolastiche ed extrascolastiche, sia di una lingua comunitaria, l’inglese, privilegiando, ove possibile, la coltivazione dell’eventuale lingua madre che fosse diversa dall’italiano. Parallelamente, essa favorisce l’acquisizione delle varie modalità espressive di natura artistico-musicale, dell'approccio scientifico e tecnico, delle coordinate storiche, geografiche ed organizzative della vita umana e della Convivenza civile, mantenendo costante l'attenzione alla parzialità di ogni prospettiva di ordinamento formale dell’esperienza e al bisogno continuo di unità della cultura pur nella distinzione delle prospettive in cui si esprime.

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Dalle idee alla vita: il confronto interpersonale. La Scuola Primaria, grazie a questo graduale e progressivo percorso di riflessione critica attivato a partire dall’esperienza, sempre in stretta collaborazione con la famiglia, si propone di arricchire sul piano analitico e sintetico la «visione del mondo e della vita» dei fanciulli, di integrare tale visione nella loro personalità e di stimolarne l’esercizio nel concreto della propria vita, in un continuo confronto interpersonale di natura logica, morale e sociale che sia anche affettivamente significativo. In questo senso, tutte le maturazioni acquisite dai fanciulli vanno orientate verso la cura e il miglioramento di sé e della realtà in cui vivono, a cominciare dalla scuola stessa, e verso l’adozione di «buone pratiche» in tutte le dimensioni della vita umana, personale e comunitaria.

La diversità delle persone e delle culture come ricchezza. La Scuola Primaria utilizza situazioni reali e percorsi preordinati per far acquisire ai fanciulli non solo la consapevolezza delle varie forme, palesi o latenti, di disagio, diversità ed emarginazione esistenti nel loro ambiente prossimo e nel mondo che ci circonda, ma anche la competenza necessaria ad affrontarle e superarle con autonomia di giudizio, rispetto nei confronti delle persone e delle culture coinvolte, impegno e generosità personale. Parimenti, essa porta ogni allievo non solo alla presa di coscienza della realtà dell' handicap e delle sue forme umane, ma lo stimola anche ad operare e a ricercare con sensibilità, rispetto, creatività e partecipazione allo scopo di trasformare sempre l’integrazione dei compagni in situazione di handicap in una risorsa educativa e didattica per tutti.

Praticare l’impegno personale e la solidarietà sociale. La Scuola Primaria opera, quindi, in modo che gli alunni, in ordine alla realizzazione dei propri fini ed ideali, possano sperimentare l'importanza sia dell'impegno personale, sia del lavoro di gruppo attivo e solidale, attraverso i quali accettare e rispettare l'altro, dialogare e partecipare in maniera costruttiva alla realizzazione di obiettivi comuni. In questo senso, trova un esito naturale nell'esercizio competente di tutte le “buone pratiche” richieste dalla Convivenza Civile a livello e in prospettiva locale, nazionale, europea e mondiale.7

7 Indicazioni Nazionali per i piani personalizzati di studio nella scuola primaria.

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SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO Per le classi prime, in conformità alla L. 53/03, gli obiettivi sono i seguenti:

Scuola dell’educazione integrale della persona. La Scuola Secondaria di 1° grado, confermando una tradizione avviata nel 1963 e consolidata nel 1979, rinnova il proposito di promuovere processi formativi in quanto si preoccupa di adoperare il sapere (le conoscenze) e il fare (abilità) che è tenuta ad insegnare come occasioni per sviluppare armonicamente la personalità degli allievi in tutte le direzioni (etiche, religiose, sociali, intellettuali, affettive, operative, creative ecc…) e per consentire loro di agire in maniera matura e responsabile.

Scuola che colloca nel mondo. La Scuola Secondaria di 1° grado aiuta

lo studente ad acquisire una immagine sempre più chiara ed approfondita della realtà sociale, a riconoscere le attività tecniche con cui l’uomo provvede alla propria sopravvivenza e trasforma le proprie condizioni di vita, a comprendere il rapporto che intercorre fra le vicende storiche ed economiche, le strutture istituzionali e politiche, le aggregazioni sociali e la vita e le decisioni del singolo. Le conoscenze e le abilità che lo studente è sollecitato a trasformare in competenze personali offrono, in questo quadro, un contributo di primaria importanza ai fini dell’integrazione critica delle nuove generazioni nella società contemporanea.

Scuola orientativa. La Scuola Secondaria di 1° grado mira

all’orientamento di ciascuno, favorisce l’iniziativa del soggetto per il suo sviluppo fisico, psichico e intellettuale, lo mette nelle condizioni di definire e conquistare la propria identità di fronte agli altri e di rivendicare un proprio ruolo nella realtà sociale, culturale e professionale.

Obiettivi generali del processo formativo

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È un processo formativo continuo cui debbono concorrere

unitariamente anche le varie strutture non formali e informali del territorio, nonché il grado di scuola successivo. La possibilità del preadolescente di operare scelte realistiche nell’immediato e nel futuro, portando avanti lo sviluppo di un progetto di vita personale, deriva dal consolidamento di competenze decisionali fondate su una verificata conoscenza di sé e su un intelligente tirocinio educativo che abbia autenticato e continui ad autenticare le capacità, gli interessi e le attitudini di ogni ragazzo.

Il carattere orientativo è intrinseco allo studio delle discipline e alle attività inter e transdisciplinari. L’uno e le altre, infatti, sono volte alla scoperta di sé (un sé sottoposto agli straordinari dinamismi delle trasformazioni psicofisiche e a cambiamenti negli stili di apprendimento, interessi, abitudini, sentimenti, immagine di sé), della cultura e dell’arte, del mondo in generale (contatti, scambi, scoperte, ecc.) e della produzione umana in particolare, attraverso l’ incontro con i diversi ambienti della produzione tecnica o intellettuale. Lo studio e le attività possono essere amplificate nella loro efficacia con un impiego accorto dei percorsi formativi facoltativi offerti ai preadolescenti per il migliore sviluppo possibile delle loro capacità, fino ai livelli dell’eccellenza.

Scuola dell’identità. La Scuola Secondaria di 1° grado assolve il

compito di accompagnare il preadolescente nella sua maturazione globale fino alle soglie dell’adolescenza. Dalla prima alla terza classe, egli si pone in maniera sempre più forte la domanda circa la propria identità. Si affollano risposte parziali, mai definitive, che è tuttavia necessario apprendere a saggiare, coltivare, abbandonare, riprendere, rimandare, integrare, con uno sforzo e con una concentrazione che assorbe la quasi totalità delle energie. Questa ‘fatica’ interiore del crescere, che ogni preadolescente pretende quasi sempre di reggere da solo o al massimo con l’aiuto del gruppo dei pari, ha bisogno, in realtà, della presenza di adulti coerenti e significativi disposti ad ascoltare, aiutare, consigliare, fornire strumenti di ricerca, di comprensione, di gestione positiva dei problemi.

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In particolare, i genitori, e più in generale la famiglia, a cui

competono in modo primario e originario le responsabilità, anche per quanto concerne l’educazione all’affettività e alla sessualità (secondo il patrimonio dei propri valori umani e spirituali), devono essere coinvolti nella programmazione e nella verifica dei progetti educativi e didattici posti in essere dalla scuola.

Scuola della motivazione e del significato. Poiché i ragazzi sono massimamente disponibili ad apprendere, ma molto resistenti agli apprendimenti di cui non comprendano motivazione e significato, che vogliano sottometterli e non responsabilizzarli, che non producano frutti di rilevanza sociale o di chiara crescita personale, ma si limitino ad essere autoreferenziali, la Scuola Secondaria di 1° grado è impegnata a radicare conoscenze e abilità disciplinari e interdisciplinari sulle effettive capacità di ciascuno, utilizzando le modalità più motivanti e ricche di senso, perché egli possa esercitarle, sia individualmente, sia insieme agli altri, sia dinanzi agli altri. Motivazione e bisogno di significato sono del resto condizioni fondamentali di qualsiasi apprendimento. Senza queste due dimensioni risulta molto difficile coniugare lo sforzo richiesto da qualsiasi apprendimento, tanto più se lontano dagli interessi immediati dell’allievo e di natura secondaria, con la pertinenza e il grado di complessità delle conoscenze e abilità che si intendono insegnare. Scuola della prevenzione dei disagi e del recupero degli svantaggi. La migliore prevenzione è l’educazione. Disponibilità umana all’ascolto e al dialogo, esempi di stili di vita positivi, testimonianza privata e pubblica di valori, condivisione empatica di esperienze, problemi e scelte, significatività del proprio ruolo di adulti e di insegnanti, conoscenze e competenze professionali diventano le occasioni che consentono alla Scuola Secondaria di 1° grado di leggere i bisogni e i disagi dei preadolescenti e di intervenire prima che si trasformino in malesseri conclamati, disadattamenti, abbandoni. Il suo primo punto di forza in questa strategia è rappresentato dal coinvolgimento delle famiglie; i genitori, infatti, sono chiamati in prima persona a confrontarsi non solo con gli eventi scolastici dei figli, ma anche e soprattutto con l’evoluzione della loro peculiare personalità.

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Laddove tale coinvolgimento mancasse, la scuola stessa è chiamata ad affrontare questo punto di debolezza, utilizzando tutte le proprie risorse, a cui si aggiungono quelle delle istituzioni della società civile presenti sul territorio.

In secondo luogo, e coerentemente con l’offerta formativa di istituto, la Scuola Secondaria di 1° grado è chiamata a proporre, in accordo con le famiglie, scelte il più possibile condivise dagli altri soggetti educativi nell’extrascuola (enti locali, formazioni sociali, comunità religiose, volontariato, la società civile intera).

Per gli alunni che hanno un retroterra sociale e culturale svantaggiato, comunque, la Scuola Secondaria di 1° grado programma i propri interventi mirando a rimuovere gli effetti negativi dei condizionamenti sociali, in maniera tale da superare le situazioni di svantaggio culturale e da favorire il massimo sviluppo di ciascuno e di tutti. Così essa mira a «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale» che, limitando di fatto la libertà, «impediscono il pieno sviluppo della persona umana» indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche e dalle condizioni personali e sociali (art. 3 della Costituzione).

Scuola della relazione educativa. In educazione, e particolarmente

quando si è preadolescenti, è molto difficile impadronirsi delle conoscenze (sapere) e delle abilità (fare) e trasformarle in competenze di ciascuno in nome e per conto di una logica di scambio: la scuola dà una cosa allo studente che contraccambia con qualcos’altro (impegno, attenzione, studio, correttezza).

È difficile anche nel caso in cui alla logica dello scambio si sostituisca quella del rapporto. Avere rapporti tra soggetti dentro l’istituzione scuola, tra docente e allievi, tra docenti e genitori, significa infatti far sempre riferimento all’incontro di ruoli e competenze comunque formalizzate in statuti, norme, contratti, gerarchie, ecc.

Con lo scambio, e anche con il rapporto, il rischio dell’estraneità tra i soggetti coinvolti nel processo educativo e della sostituzione del coinvolgimento pieno e diretto, libero e gratuito di ciascuno, con la prestazione pattuita o corretta, ma agìta più per dovere che per intima adesione, resta sempre rilevante.

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Questo accade molto meno, invece, se alle logiche dello scambio e del

rapporto si sostituisce e si vive quella della relazione educativa. La relazione educativa tra soggetti supera, infatti, lo scambio di prestazioni che può rimanere ancora impersonale, così come il rapporto tra figure che esercitano poteri legittimi in modo corretto, ma non per questo si mettono in gioco come persone.

La relazione educativa, pur nella naturale asimmetria dei ruoli e delle funzioni tra docente ed allievo, implica, infatti, l’accettazione incondizionata l’uno dell’altro, così come si è, per chi si è, al di là di ciò che si possiede o del ruolo che si svolge. Nella relazione educativa ci si prende cura l’uno dell’altro come persone: l’altro ci sta a cuore, e si sente che il suo bene è, in fondo, anche la realizzazione del nostro.

Quando si entra in questo clima, gli studenti apprendono meglio. La

Scuola Secondaria di 1° grado, perciò, è chiamata a considerare in maniera adeguata l’importanza delle relazioni educative interpersonali che si sviluppano nei gruppi, nella classe e nella scuola, e ciò soprattutto in presenza di ragazzi in situazione di handicap.

Avere attenzione alla persona; valorizzare, senza mai omologare o peggio deprimere; rispettare gli stili individuali di apprendimento; incoraggiare e orientare; creare confidenza; correggere con autorevolezza quando è necessario; sostenere; condividere: sono solo alcune delle dimensioni da considerare per promuovere apprendimenti significativi e davvero personalizzati per tutti. 8

Classi II e III della scuola secondaria di I grado:

Obiettivi extracognitivi

• Recupero e sviluppo della motivazione intrinseca e della fiducia in se stessi.

• Presa di coscienza della vita comunitaria mediante il rispetto del Regolamento d’Istituto, in particolare nella parte riguardante il rispetto delle persone e delle cose.

8 Indicazioni Nazionali per i piani personalizzati di studio nella scuola secondaria di I grado

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• Accettazione ed interrelazione con il diverso e, quindi, sviluppo della comunicazione con tutti i gruppi etnici.

• Atteggiamento positivo nei confronti della vita scolastica: potenziamento dell’impegno, sviluppo della partecipazione e dell’autocontrollo negli atteggiamenti e nel linguaggio.

• Progressiva consapevolezza come scoperta e precisazione dei propri interessi, potenzialità, attitudini, inclinazioni, capacità e limiti.

• Acquisizione di un efficace metodo di studio e di lavoro. • Capacità di conoscere la realtà e di comunicare in modo

differenziato nei diversi linguaggi: verbale, gestuale, teatrale, grafico, pittorico, manipolativo, musicale,…..

Gli obiettivi generali rientrano nelle aree della conoscenza, della operatività e della creatività. Obiettivi cognitivi:

• Conoscenza dei contenuti propri di ogni disciplina, nei suoi elementi fondamentali quali si desumono dai Programmi, con particolare riferimento alle valenze educative comuni a tutte o a più discipline.

• Avvio all’utilizzo del metodo scientifico specifico di ciascuna disciplina.

• Avvio all’effettuazione di operazioni mentali (astrazione, induzione, deduzione).

• Comprensione ed uso dei linguaggi specifici.

Esercizio dell’operatività come progettualità del “fare” e del “saper fare”.

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AUTOVALUTAZIONE DELL’ALLIEVO Per sviluppare un'azione orientativa che ponga il soggetto in rapporto positivo con la realta' in cui vive, si propone una didattica basata sul metodo della progettualita' e dell’autovalutazione. Con il termine autovalutazione si intende un processo attraverso il quale ogni allievo impara a comprendere e valutare cio' che sta apprendendo. Educare all'autovalutazione significa aiutare l'allievo ad esaminare i suoi comportamenti nel gruppo classe e il suo modo di porsi nei confronti delle varie discipline, rendendolo partecipe delle scelte organizzative e didattiche degli insegnanti e attraverso cio' favorire il senso di responsabilita', la capacita' di giudizio e lo spirito di iniziativa che sono le finalita' stesse dell'orientamento. Infatti da una parte sara' possibile rendere gli allievi consapevoli delle competenze acquisite e delle proprie carenze, dall’altra ogni insegnante verra' chiamato a rendere partecipe l'intera classe delle proprie scelte metodologiche e dei criteri di valutazione adottati, quindi a rendere conto in maniera evidente del proprio operato. Cio' naturalmente non significa una limitazione del ruolo docente, ma semplicemente un modo nuovo di svolgere il lavoro, instaurando con gli allievi un rapporto di reciproca fiducia senza invadenze e costrizioni.

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7 La scuola dell'infanzia si propone come significativo luogo di apprendimento, socializzazione e animazione. Una funzione fondamentale di questa scuola è quella di contribuire al rafforzamento dei processi di costruzione dell'identità, per favorire la promozione dell'autonomia intellettuale e dell'equilibrio affettivo, per sviluppare l'intelligenza creativa e il pensiero scientifico. Le attività didattiche sono organizzate in "campi di esperienza" e fanno riferimento ad una continua e responsabile flessibilità ed inventiva operativa e didattica. Le attività stesse vengono scelte con modalità diverse, allo scopo di rendere più efficace il progetto educativo, anche in relazione ai diversi ritmi, tempi e stili di apprendimento, alle motivazioni e agli interessi dei bambini:

• attività di laboratori e di intersezione, • attività di gruppo in sezione, • attività di piccolo gruppo, • attività per gruppi di età omogenea, • attività per la continuità con la scuola elementare.

Le attività di laboratorio favoriscono i rapporti interpersonali tra i bambini e permettono scambi di esperienze e di conoscenze con coetanei, insegnanti di altre sezioni e alunni ed insegnanti della scuola elementare. Nei laboratori l'apprendimento è basato sulla ricerca, sull’osservazione, sull’esplorazione, sull’elaborazione con possibilità di seguire individualmente gli alunni. Gli strumenti, i metodi e le attività sono diversificate in rapporto all'età, ai diversi ritmi e tempi di apprendimento, agli interessi e alle motivazioni di ogni singolo bambino.

Scuola dell’Infanzia

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Riveste importanza fondamentale l'allestimento di spazi-laboratorio, di ateliers, di angoli-gioco e di angoli per le attività in cui i bambini possano relazionare, manipolare, fare ipotesi, costruire e inventare. Le attività tipiche che si svolgono sono: • laboratorio di psicomotricità, • laboratorio di educazione all'immagine, • laboratorio di educazione musicale • laboratorio di educazione all'ambiente, • ateliers per attività di manipolazione, • laboratorio di logico-matematica, • laboratorio linguistico, • laboratorio di letto-scrittura per bambini di 5 anni, • spettacoli teatrali per gli alunni e le famiglie, da organizzarsi anche

con la collaborazione dei genitori, degli enti locali.

Nella scuola primaria le attività didattiche sono organizzate in modo da riservare a ciascuna disciplina di insegnamento un tempo adeguato. Le “Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati nella Scuola Primaria” esplicitano i livelli essenziali di prestazione a cui tutte le Scuole Primarie del Sistema Nazionale di Istruzione sono tenute per garantire il diritto personale, sociale e civile all’istruzione e alla formazione di qualità. I docenti, nell'ambito delle attività di progettazione che si svolgono all'inizio dell'anno scolastico, operano una selezione ragionata dei contenuti anche in relazione ai tempi effettivamente disponibili e alle caratteristiche psicologiche degli allievi. L’attività didattica si sviluppa secondo i criteri evidenziati nei più recenti documenti di indirizzo prodotti dalle diverse Commissioni nazionali che hanno lavorato nel corso degli ultimi anni e alla luce delle recenti innovazioni (L. 53/03): :

Scuola Primaria

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• sviluppo di attività di ricerca, individuale e di gruppo, che insegnino a

responsabilizzarsi e ad organizzare il pensiero, capacità indispensabili rispetto alla complessità del mondo contemporaneo;

• acquisizione di competenze trasversali trasferibili e utilizzabili in ambiti diversi del sapere;

• riferimento alla pratica del gioco come invito a proporre contesti didattici all'interno dei quali l’apprendere sia esperienza piacevole e gratificante;

• impiego degli strumenti multimediali che, oltre ad essere estremamente motivanti, danno il senso di disporre di risorse per il saper fare e consentono di non disperdere, ma valorizzare forme di intelligenza intuitiva, empirica e immaginativa, assai diffuse tra i ragazzi.

Le attività didattiche possono essere organizzate e svolte con modalità diverse allo scopo di rendere più efficace l'intervento formativo: "lezione" collettiva a livello di classe Si ricorre all'uso della lezione collettiva per economizzare il tempo scolastico nel momento in cui si comunicano informazioni uguali per tutti o si utilizzano mezzi audiovisivi o altri strumenti fruibili contemporaneamente da un grande gruppo. La lezione collettiva è quindi vista come superamento della pura trasmissione di saperi; attività di piccolo gruppo Il lavoro di gruppo, visto come alternativa all'insegnamento collettivo è essenziale per la sua funzione formativa (sia sul piano dell'apprendimento che sul piano relazionale). L’attività di piccolo gruppo si basa sulla condivisione, sulla disponibilità e sulla interdipendenza positiva e richiama le più innovative teorie pedagogiche; interventi individualizzati L'individualizzazione come trattamento differenziato degli alunni è una strategia che consente di soddisfare le necessità di formazione di ciascuno. Ciò comporta l'assunzione dell'inalienabile principio psicopedagogico secondo il quale non si può insegnare/educare se non attraverso un processo individualizzato di insegnamento/apprendimento che per essere realizzato necessita di:

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• analisi delle pre-conoscenze e individuazione delle potenzialità; • osservazione in itinere degli sviluppi nelle diverse aree che compongono

la personalità nella sua globalità; • impostazione di un rapporto docente/discente adeguato alle esigenze del

soggetto; • riflessione sullo stile personale di apprendimento degli alunni e sulle

condizioni che determinano situazioni favorevoli agli apprendimenti; • adeguamento delle proposte didattiche (e quindi anche dei materiali) alle

reali potenzialità dei singoli alunni in maniera tale da sfruttare l'area di sviluppo prossimale nel cui ambito l'insegnante può essere certo che i singoli alunni possano perseguire gli obiettivi prefissati.

Tenendo conto di tutto ciò riteniamo possibile che gli alunni in difficoltà possano seguire i piani programmati per la classe nella sua generalità. Diverso il discorso per gli alunni che nello svolgimento di tali attività vivono una situazione di insuccesso. Per loro si provvederà alla stesura di piani personalizzati, che presuppongono, al termine, prove di verifica individuali. Un elemento didattico di notevole importanza riguarda secondo noi la "memoria storica" della classe o della sezione: giornalini di classe o di plesso, cartelloni, mostre, ecc... sono strumenti importanti per consolidare l'identità individuale e di gruppo degli alunni. Non va sottovalutata poi la funzione comunicativa che tali strumenti possono assolvere nei confronti delle famiglie.

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Lungo il triennio

Nella concretezza del lavoro quotidiano i ragazzi saranno sollecitati, gradualmente, a raggiungere i seguenti obiettivi educativi, trasversali ad ogni disciplina: - la capacità di ascolto, di attenzione, di seguire le indicazioni date, - la capacità di riflessione su di sé, sui propri vissuti, sulle proprie problematiche, - la capacità di confronto tra sé e ciò che si incontra. - la capacità di fare domande, di elaborare commenti. - la capacità di collaborare con i compagni, per un reciproco arricchimento. Le competenze relative saranno documentate, per le classi prime, nel portfolio delle competenze. Il valore delle discipline

Riteniamo prioritario l’insegnamento-apprendimento delle discipline curricolari che costituiscono la modalità d’approccio alla realtà, punto di partenza e termine di ogni esperienza conoscitiva. Esse, pur nella diversità della valenza formativa, contribuiscono allo sviluppo della razionalità e della creatività dell’alunno. “Le educazioni” (tecnica, artistica, musicale, fisica) arricchiscono l’esperienza di conoscenza della realtà. L’attività didattica tiene conto sia delle diverse capacità recettive degli alunni, sia dello statuto epistemologico delle singole discipline. Per questo: - è ricercato un approccio metodologico che tiene conto dell’esperienza concreta e degli interessi dei ragazzi, che sono stimolati a partecipare attivamente alle lezioni portando il proprio contributo e le proprie intuizioni,

Scuola Secondaria di I grado

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- è perseguito un metodo di lavoro che mette in evidenza la specificità della disciplina e che tende a far acquisire il rigore insito in essa. Per le classi prime la scelta delle attività opzionali contribuirà ulteriormente alla personalizzazione dell’apprendimento. 7.1 METODOLOGIA, STRATEGIE E RUOLO DOCENTE Nell'ottica della continuità educativa l'esplicitazione formale dei criteri adottati è indispensabile alla definizione degli elementi di connessione sui quali verranno impostate le ipotesi di quel raccordo metodologico di cui nella C. M. N°339 è possibile individuare precisi riferimenti:<<Per la realizzazione della continuità educativa hanno, poi, un'importanza cruciale la conoscenza reciproca, la problematizzazione e la progressiva armonizzazione delle concezioni e strategie didattiche degli stili educativi e delle pratiche di insegnamento/apprendimento>>. Pratiche che definiscono l'articolazione della proposta didattica, le forme di aggregazione sociale, influenzando le modalità di strutturazione dello spazio e l'articolazione del tempo, condizionando inevitabilmente lo svolgersi dell'esperienza educativa. E' dunque utile ragionare in termini di "gruppo" in un ambiente costituito, dagli elementi materiali della situazione, dalle persone (bambini /ragazzi/ insegnanti) e dalle loro relazioni in un processo di continua coevoluzione. In questa visione gli altri, gli spazi, i tempi, gli oggetti (l'ambiente sfondo) non sono considerati come dati esterni al soggetto, ma vanno considerati in stretto rapporto a: - relazioni intersoggettive - sistemi di regole - costruzioni narrative (modi che utilizziamo per raccontarci e per raccontare la nostra relazione con gli altri in un contesto). L'insegnante che cura gli elementi di sfondo (la tecnica, il canovaccio) per far meglio risaltare le improvvisazioni dei bambini, la curiosità dei ragazzi è dunque attore e insieme regista, partecipa al disagio educativo considerando le tracce dei bambini,( lo smarrimento dei ragazzi, ) impara (teach - back), come organizzare il contesto adeguato ai processi di apprendimento dei bambini.

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Il docente regista, pertanto non è in primo luogo un organizzatore di elementi ambientali esterni a sé e al bambino, ma è un "compagno di viaggio" che, nel percorso, aiuta il bambino ed apprende a sua volta. Viene così attivato un contesto di coeducazione e la regia didattica garantisce l'attendibilità del contesto di apprendimento. L'iniziativa di continuità prevede la convergenza metodologica - didattica fra scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado; i gruppi classe/sezione, pur rappresentando l'unità di riferimento più stabile, sarranno organizzati nell'ottica della flessibilità che apre il gruppo verso l'esterno, secondo le modalità consentite dal lavorare in progetti di ricerca e di laboratorio per favorire l'educazione relazionale e l'apprendimento cooperativo. Tra alunni di differenti fasce di età, trova ragione, in questa visione, la strategia didattica del peer tutoring o aiuto reciproco; nella quale si individuano due scopi fondamentali: - sul piano educativo, favorire la responsabilizzazione; - sul piano dell'insegnamento, rendere più efficace la comunicazione didattica.

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7.2 LE TECNICHE E LE STRATEGIE INTERAZIONE PROMOZIONALE ROUND TABLE BRAIM STORMING CIRCLE TIME ROUTINES METACOGNITIVE WORK IN PROGRESS PROBLEM SOLVING PEER TUTORING MODELING ROLE PLAY DIDATTICA MODULARE RICERCA DI NATURA LUDICA CREATI VA ED ESPRESSIVA

SCELTE METODOLOGICHE

DIDATTICHE

Pedagogia dell’esempio. Pedagogia attiva e incentivante.

Dinamiche di gruppo Tempi

Valorizzare i bisogni dell’allievo

Spazi

Metodi

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VALORIZZARE I BISOGNI DELL’ALLIEVO Essere disponibili all’ascolto e prestare attenzione ai bisogni espressi e non: bisogno di comunicazione, di espressione, di corporeità, di manualità, di autonomia, di costruzione, di fantasia, di socializzazione, di cooperazione, di divergenza…; rispondere, quindi, agli interessi immediati e concreti dei bambini, stimolando e creando nuovi interessi (domande formative); Predisporre un ambiente favorevole, all’apprendimento all’interno della classe; Fare prevenzione e recupero degli insuccessi; Dare massima valorizzazione alle acquisizioni; Predisporre e rispettare un percorso formativo individualizzato; Rendere partecipi gli alunni dei criteri di verifica e di valutazione, in modo da rafforzare la motivazione intrinseca; Prestare attenzione e rispetto per l’identità culturale e religiosa di ciascuno.

SPAZI Attuare elasticità e flessibilità nella strutturazione degli spazi dell’aula e della scuola; Sfruttare tutti gli spazi disponibili all’interno e all’esterno dell’edificio scolastico; Creare spazi individuali e chiederne il rispetto;

METODI

Valorizzare le preconoscenze degli alunni; Prestare attenzione ai processi cognitivi: percezione, attenzione, memoria, concettualizzazione, linguaggio,metacognizione. Sviluppare un apprendimento per costruzione attraverso l’esplorazione, la ricerca e la riflessione; Risolvere i problemi con la tecnica del problem solving; Stimolare il lavoro di gruppo; Lavorare a classi aperte; Invitare al dialogo; Organizzare uscite, viaggi e visite guidate per utilizzare il territorio come aula decentrata di apprendimento; Pianificare attività integrative e attività individualizzante.

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TEMPI

Rispettare i tempi di apprendimento e di concentrazione; Perseguire le competenze con gradualità Concedere un’adeguata pausa di riposo/gioco in relazione all’età, nell’intervallo mattutino e del dopo mensa; Alternanza di momenti intensi e momenti più distesi; Successione di attività e diversificazione dei criteri di raggruppamento degli alunni al fine di garantire il benessere inteso come stato di completo benessere fisico-mentale- sociale; Diversificare le attività nell’arco della giornata; Diversificare le modalità di lavoro (lezione frontale, lavoro individuale, per gruppi, per scoperta); Saper gestire in modo flessibile e produttivo i tempi di contemporanea presenza dei docenti; Le scelte relative al tempo scolastico possono essere soggette a flessibilità in relazione a particolari organizzazioni previste dalle programmazioni quali visite guidate, uscite sul territorio, manifestazioni, spettacoli e cineforum. Dinamiche di gruppo Rispetto del ritmo di progresso del gruppo (comprensione ed assimilazione); Utilizzazione delle relazioni interpersonali e del confronto delle esperienze. Pedagogia attiva e incentivante Massima apertura all'esterno (spostamenti, inchieste, visite, esperti); Utilizzazione "intelligente" delle situazioni (riferite al gruppo o alla vita sociale); Elaborazione di progetti e loro realizzazione; Predisposizione di attività operative e gratificanti.

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Pedagogia dell’esempio Il bambino piccolo, in età prescolastica, è un essere permeabile a tutto ciò che proviene dall'ambiente e dalle persone che lo circondano: sensazioni, stimoli, parole, gesti, immagini penetrano nella sua interiorità che non è ancora in grado di discriminare e di difendersi. Tutto ciò lo influenza profondamente e lo plasma. In questa età spiegazioni e insegnamenti intellettuali sono generalmente inutili: ciò che educa e forma veramente il bambino è il modo con cui l'adulto, che gli sta vicino, pensa, sente, parla e agisce. Sia il gesto esteriore, che l'atteggiamento interiore delle persone che lo circondano raggiungono il bambino e lasciano una profonda traccia nel suo linguaggio,nei suoi sentimenti,nel suo modo di pensare. Le conseguenze di ciò si faranno sentire fino alla più tarda vecchiaia. Quando il bambino entra nella scuola, si verifica un grande mutamento interiore. Le forze che nel periodo precedente erano state quasi esclusivamente impiegate per il suo sviluppo corporeo, si rendono ora disponibili anche per le attività intellettuali dell'imparare e del ricordare. Il bambino di questa età non deve poter apprendere solo attraverso lo strumento del pensiero logico; per non inaridire la sua creatività, ha bisogno di grandi immagini esemplari che possano crescere e svilupparsi insieme a lui. Allo scolaro tra i sette e i quattordici anni, il mondo e le conoscenze devono essere proposti attraverso i veicoli del sentimento e della volontà. La fiducia del bambino nei confronti degli adulti investe gli educatori di una naturale autorità e di una responsabilità per il ruolo che assumono, in quanto mediatori con il mondo. Gli stati d'animo e i pensieri che l'insegnante manifesta al bambino, al fanciullo, al ragazzo agiscono fortemente su di lui. I docenti, secondo queste indicazioni, prima ancora di sapere devono essere.

Aggiornamento e formazione del personale docente.

Quest’anno, , i docenti saranno impegnati nei percorsi di formazione relativi corsi PON sulla piattaforma dell’INDIRE. I corsi saranno relativi Alle lingue corso Poseidon, alla matematica [email protected] alla gestione delle tecnologie informatiche. Ci saranno anche corsi di aggiornamento in informatica a più livelli organizzati dall’ I.P.I.A . “ Sannino “ di Ponticelli, suddivisi in 4 aree. 1) Alfabetizzazione di base; 2) Utilizzo di software didattico e/o trasversale (fruizione); 3) Perfezionamento della lingua inglese.

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Inoltre la scuola ha chiesto dei fondi PON nel piano FSE per finanziare due corsi di aggiornamento interni.

1) Informatica di base per docenti e collaboratori scolastici. 2) Gestione amministrativa contabile aperto a docenti e personale

amministrativo. .

7.3 L'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABIL I L'inserimento degli alunni diversamente abili nelle sezioni/classi è finalizzato alla piena integrazione di ognuno; offrendo a tali alunni ogni possibile opportunità formativa, la scuola si propone l'obiettivo di consentire a ciascuno il pieno sviluppo delle proprie potenzialità. Nell’assegnazione dei docenti alle classi, nella formulazione degli orari e dei criteri di utilizzo delle risorse disponibili (spazi e attrezzature) l’istituzione scolastica presta particolare attenzione alle classi e alle sezioni in cui sono inseriti alunni diversamente abili Per ciascun alunno diversamente abile, la scuola, in collaborazione con la famiglia e con gli specialisti del servizio territoriale di Neuropsichiatria Infantile, predispone un apposito "piano educativo individualizzato". Per i bambini la cui comunicazione è assente o disturbata il Piano individualizzato può prevedere anche attività abilitative che includano l’utilizzo della “Comunicazione Facilitata”, strategia che, grazie all’acquisizione di tecniche e meccanismi facilitati dal supporto fisico ed emotivo dell’insegnante, consente di creare canali di comunicazione alternativi alle disabilità del soggetto; tale modalità di intervento garantisce a ciascuno la possibilità di affermare il proprio sé e di incrementare il bisogno di condivisione e di relazione, presupposto indispensabile per ogni sviluppo affettivo e cognitivo. Per favorire l'integrazione la scuola si avvale di insegnanti statali specializzati (i cosiddetti docenti "di sostegno") e dei collaboratori scolastici (bidelli). In ogni caso le attività di integrazione riguardano tutta la classe o tutto il gruppo in cui è inserito l'alunno diversamente abile; le attività di tipo individuale sono previste nel piano educativo. Nell’Istituto funziona un apposito gruppo di lavoro che si riunisce periodicamente con lo scopo di migliorare l'efficacia dell'intervento di inserimento/integrazione. Il gruppo predispone anche progetti di intervento mirati, avvalendosi, per questo scopo, delle risorse finanziarie messe a disposizione dall’Istituto o dagli Enti Locali e dal Ministero dell’Istruzione nell'ambito della legge n. 104/92.

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7.4 LE INIZIATIVE PER SUPERARE SITUAZIONI DI

SVANTAGGIO. Lo svantaggio socio-culturale è uno stato di sofferenza che, per quanto possibile, dovrebbe essere eliminato o, almeno, contenuto al fine di non compromettere le potenziali capacità d'apprendimento e di relazione dell'alunno. Si ritiene che la scuola debba creare le condizioni per l’uguaglianza, offrendo servizi adeguati ai bisogni di chi proviene da situazioni familiari ed ambientali deprivate. Tale possibilità deve essere affidata a strategie operative accuratamente elaborate e definite. L'intervento dovrebbe essere rivolto agli alunni partendo dal presupposto che la valorizzazione mirata delle risorse che la scuola, come sistema socio-culturale, può offrire, permette di ridurre le problematiche e di lavorare in un'ottica processuale più ampia. Tutto ciò dovrebbe agevolare l'emergere nei bambini di una loro "disponibilità ad apprendere" nel rispetto e nella tutela del pieno sviluppo delle proprie capacità, e prevenire fenomeni di insuccesso, mortalità scolastica ed eccessive future diseguaglianze sul piano sociale. Si rende quindi necessario poter articolare l'attività scolastica in modo che siano accettate e valorizzate le diversità per assicurare a tutti gli alunni il conseguimento dei livelli minimi di apprendimento nel rispetto dei personali tempi di crescita e di sviluppo. Per affrontare e superare lo svantaggio la scuola mette in atto un modello organizzativo e didattico flessibile e ricorre a metodologie pluralistiche favorendo l’uso di più linguaggi e promovendo la partecipazione di tutti i bambini ai progetti, alle uscite sul territorio e alle visite guidate.

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7.5 L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI Allo scopo di favorire la frequenza e l’integrazione scolastica degli alunni stranieri, il nostro Istituto mette in atto iniziative volte a: • Creare un clima di accoglienza tale da ridurre al minimo, nel bambino non

autoctono o neo-autoctono, la percezione di sé come minoranza • Facilitare l'apprendimento linguistico • Inserire nelle discipline approfondimenti storici, geografici e religiosi riguardanti i

paesi di provenienza al fine di evidenziarne la prestigiosità dei valori peculiari • Attingere dal patrimonio letterario e artistico del paese, o dell'area di riferimento,

per valorizzare le radici culturali • Abbiamo attivato un progetto di alfabetizzazione extracurricolare pagato con il

fondo d’istituto, dedicato agli alunni stranieri. La presenza nella scuola di alunni stranieri rappresenta anche un’occasione importante per favorire fra adulti e bambini la diffusione dei valori di tolleranza e solidarietà. L'iscrizione degli alunni stranieri avviene generalmente nella classe corrispondente a quella già frequentata nel Paese di origine o a quella relativa all'età anagrafica.

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8 MIGLIORAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA: I PROGETTI Il nostro Istituto, nell’intento di garantire a tutti uguali opportunità di successo formativo, è alla continua ricerca di strategie innovative per diversificare e migliorare la propria offerta, rendendo il percorso didattico-educativo più attraente per i soggetti in formazione. A questo scopo nell’arco dell’anno scolastico vengono organizzate attività per progetti e laboratori, attivati sia in orario curriculare sia in orario extracurriculare, a carattere sia trasversale ai tre ordini di scuola (per garantire la continuità), sia specifica ad ogni ordine (per tutelare le caratteristiche psico-fisiche di una particolare età). Le finalità comuni ad ogni progetto attivato nel nostro Istituto mirano a sollecitare la motivazione intrinseca verso il sapere, dando priorità alla ludicità come piacere, fantasia e creatività per una ricerca-costruzione continua, intelligente, critica e creativa della conoscenza. I nostri sforzi mirano a far sì che ogni persona coinvolta nel dialogo educativo possa costruirsi un sapere qualitativamente elevato, in cui le conoscenze apprese diventino parte della persona, ne allarghino gli orizzonti mentali, potenzino la sua capacità di giudizio, affinino la sua sensibilità e la facciano crescere umanamente.9

Quest’anno i nostri progetti mireranno a più settori e saranno ripartiti tra vari Piani.

9 Cfr. (a cura di) C. Laneve, Per una Pedagogia del sapere, La Scuola Brescia.

POF

Ore Opzionali

Progetti extracurricolari

Progetti Scuole Aperte

Progetti

PON

Progetti Con il

Comune

Progetto Innovascuola

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I PROGETTI SPECIFICI AD OGNI ORDINE DI SCUOLA. Scuola dell’Infanzia Scuola Primaria Scuola secondaria di I

grado Natale di pace e di amicizia Cinema teatro Giochiamo insieme. Laboratorio psico-motorio Clicc@ndo imparo Il suono e la parola Laboratorio grafico-pittorico e manipolativo

Social dance Impara l’arte e mettila da parte ( corso culinario e galateo)

Laboratorio culinario Recupero Ars Nova Lingua inglese English Fun Maggio nella musica

Un saluto in allegria Manualità Le scienze naturali in laboratorio

Disegno e coloro La macchina del tempo Lettura Pirografia e Decoupage Con il suono mi esprimo

meglio Nel baule della nonna ( corso di ricamo e uncinetto)

Musica e canto Imparo con i numeri Laboratorio teatrale La fragola. Out of time Progetti PON Progetti PON Musica insieme Fa re Musica ! La parola al teatro Giornalisti in erba

English file English 4 life Progetti “Scuole

aperte” Equilibrio forme e resistenza

"Le tre erre: raccolgo,recupero, riciclo"

Giochi matematici

"Numeri in gioco"

Che tempo fa !

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8.1 I PROGETTI PER LA CONTINUITA’VERTICALE.

(Raccordo tra i tre ordini di scuola) Da rifiuti a Risorse e Costruiamo il futuro attraverso il passato. Continuità tra Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria. Educazione alla legalità;; Natale in concerto. Continuità tra Scuola Primaria e Scuola secondaria di I grado.

8.1 I PROGETTI PER LA CONTINUITA’ORIZZONTALE.

(Apertura al sociale ed al territorio).

Progetto Innovascuola Dal territorio alla tavola : Lo sviluppo sostenibile e la salute a tavola si costruiscono in classe. Progetti “Scuole aperte” "Le tre erre: raccolgo,recupero, riciclo" "Numeri in gioco" Progetti con il comune 1) Festa dell’albero 2) Manifestazione natalizie 3) Manifestazione di carnevale 4) Festival della musica

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8.2 I LABORATORI TRASVERSALI ALLA SCUOLA

SECONDARIA DI I GRADO ED ALLA SCUOLA PRIMARIA.

o Laboratorio d’informatica. o Laboratorio di pianoforte. o Laboratorio di ceramica. o Laboratorio di pittura su vetro. o

L’istituto ha presentato all’USR Campania due progetti per il PON uno relativo al FSE con vari corsi di potenziamento delle capacità degli alunni obiettivo C1, e altri di aggiornamento per i docenti e il personale ATA e l’altro FESR per attrezzare il laboratorio di musica , incrementare il laboratorio tecnologico e avviare un laboratorio linguistico. 9 VERIFICHE E VALUTAZIONI

A. Verifiche e Valutazione degli alunni Si riferiscono a:

• Conoscenze disciplinari (concetti di base) • Competenze (saper fare): - comunicativo/ espressive

- logiche - tecnico-operative

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• Obiettivi formativi (saper

essere):

Le verifiche del Gruppo Docente (Team di Sezione/Modulo, Consigli di Classe)

sul processo formativo e sull’apprendimento degli alunni sono bimestrali. Le modalità di comunicazione ai genitori variano a seconda del livello di scuola: Anche quest’anno l’istituto è iscritto al sistema nazionale di rilevazione degli apprendimenti curato dall’INVALSI. Oggetto di tale valutazione saranno le classi seconde e quarte della scuola primaria e le classi prime della scuola secondaria di primo grado.

9.1 VALUTAZIONE DEL SERVIZIO SCOLASTICO

Identità ♦ Partecipazione ed interesse ♦ Rapporto con se stessi ♦ Rapporto con gli altri Autonomia ♦ Impegno ♦ Metodo

Scuola dell’Infanzia Scuola Primaria Scuola Secondaria di 1° -Colloqui bimestrali -Assemblee dei genitori

-Colloqui bimestrali -Consegna quadrimestrale del documento di valutazione ai genitori alla presenza di tutti i docenti del Team, ad eccezione della doc. di Religione, itinerante. Da quest’anno la valutazione sarà in decimi Sarà importante anche il voto in condotta

-Scheda intermedia di valutazione -Consegna del documento di valutazione agli alunni e riconsegna da parte dei genitori al Docente Coordinatore Da quest’anno la valutazione sarà in decimi. Sarà importante anche il voto in condotta.

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Nel settore dell’istruzione come in altri settori di grande rilevanza sociale, il concetto di utente solitamente fatica molto a passare. Il rapporto tra la scuola, i servizi che essa produce e chi infine li utilizza non sempre è diretto. Frequentemente c’è in chi gestisce e di conseguenza in chi usufruisce il concetto sottinteso del servizio fornito perché dovuto. In questo caso l’Istituzione stabilisce cosa e come erogare, mentre l’utente accetta in modo passivo il prodotto. Nulla di più lontano dal concetto di qualità di servizio. Il primo e principale motivo per il quale anche la scuola deve fare qualità è che il cittadino non è soggetto passivo, bensì un portatore di bisogni, a fronte dei quali paga direttamente o indirettamente. Il secondo motivo riguarda l’Istituzione ed è il frequente basso livello di motivazione delle persone che vi operano. E’ decisivo, infatti, essere adeguatamente motivati, sia da un punto di vista economico sia conoscendo e condividendo le scelte che la scuola compie. E’ fondamentale sapere se il proprio lavoro raggiunge gli obiettivi fissati e se gli utenti sono soddisfatti. In tal senso, il personale della scuola sarà protagonista del miglioramento delle qualità, verificando innanzitutto il livello di soddisfazione dell’utenza. Inoltre, attraverso una sempre attenta analisi dei bisogni e delle prestazioni offerte, saranno introdotti meccanismi organizzativi orientati ad una gestione razionale dell’istituto tesa ad aumentare l’efficacia e l’ efficienza. Per avere un’indicazione precisa del livello di qualità espresso dalla scuola si procederà a misurazioni interne ed esterne, complementari ed ispirate alla medesima finalià. Si tratta, in sintesi, di perseguire i seguenti obiettivi: • Iindividuare i bisogni, le aspettative ed i desideri dell’utenza, allo scopo di

verificare se i servizi offerti sono in grado di soddisfare in modo completo le richieste;

• Verificare le tipologie e le motivazioni dei reclami dell’utenza e provvedere alla loro gestione;

• Misurare il livello di qualità erogato che viene offerto; • Verificare l’efficacia delle azioni di miglioramento apportate ai servizi; • Attivare un sistema di indicatori interni atti a controllare con frequenza il

funzionamento dei processi operativi e gestionali;

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• Verificare la coerenza del “sistema organizzativo per la qualità” e la sua adeguatezza al livello di prestazione richiesto.

E’ necessario precisare, infine, quali siano le sedi e i criteri accettabili della competenza valutativa. L’ offerta del pubblico servizio, così come caratterizzato dalla storia della partecipazione democratica e come evolve verso forme praticabili di maggiore autonomia, consente una distinzione di sedi e di interventi valutativi, che coprono settori distinti. Allo Stato è riconoscibile competenza valutativa su: • I fini della formazione, come individuati e definiti dal legislatore; • Le risorse, che devono essere congruenti con gli obiettivi in vista del

conseguimento di risultati osservabili e misurabili; • Gli standard generali per le azioni di confronto delle prestazioni particolari; • I risultati conseguiti per garantire la coerenza con i grandi fini dell’educazione e gli

indirizzi di politica generale. Alla Scuola è riconosciuta competenza valutativa su: • Le tecniche e gli strumenti con cui, partendo da una situazione problematica, si

attua la ricerca; • Il progetto educativo, inteso come organizzazione complessiva delle variabili

(tempi, modi, strumenti, ecc.) per il conseguimento dei risultati; • La gestione delle risorse, personali e strumentali; • La natura dei percorsi, per considerarne anche la direzione e l’economicità; • I contenuti, di cui si sostanzia la ricerca, con riferimento all’efficacia; • La relazione tra conduzione pedagogica e gestione economica, tra partecipazione e

gerarchia; • La qualità strutturale, che determina il rapporto tra regolarità funzionale e spunti

evolutivi e che non può mai essere disgiunta dalla qualità del risultato. Agli Enti socio-politico (famiglia, associazioni educazionali, enti locali, ecc.) va riconosciuta facoltà valutativa in merito a: • Efficienza, rapporto funzionale tra risorse e obiettivi • Efficacia, rapporto economico tra risorse e risultati

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Appare fondamentale che le sedi e i soggetti di valutazione si muovano secondo distinzione e non concorrenza, per evitare forme consociativistiche o belligeranze, che porrebbero in contraddizione le stesse ragioni di legittimazione valutativa.

DIRIGENTE SCOLASTICO