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Con L’Europa investiamo nel Vostro futuro! ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “P. Leonetti Senior” Scuola dell’Infanzia – Primaria – Secondaria di 1^ grado Via Vieste, snc - 87064 - Schiavonea di Corigliano (CS) - Tel. e Fax 0983/ 856636 Distretto n. 20 – Codice Meccanografico CSIC81100L – C.F. 84000530786 @-mail: [email protected] web site : www.icleonetti.it Progetto C-1 - FSE – 2008 – 435 Progetto F-1 - FSE – 2008 - 149 Io cittadino europeo PON – Obiettivo F – Azione 1 – FSE – 2008 – 149 Scuola secondaria di 1° grado – Anno Scolastico 2008/2009 Unione Europea P.O.N. “Competenze per lo sviluppo” (FSE) P.O.N. “Ambiente per l’apprendimento” (FSER) D.G. Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità Direzione Generale Politiche Regionali Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento per la Programmazione D.G. per gli Affari Internazionali - Ufficio IV Programmazione e gestione dei fondi strutturali europee nazionali per lo sviluppo e la coesione sociale

PON – Obiettivo F – Azione 1 – FSE – 2008 – 149 0809/opuscoloIO... · Progetto PON: Io cittadino europeo – Scuola secondaria di 1° grado 2 Introduzione L’Unione europea

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Con L’Europa investiamo nel Vostro futuro!

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “P. Leonetti Senior” Scuola dell’Infanzia – Primaria – Secondaria di 1^ grado

Via Vieste, snc - 87064 - Schiavonea di Corigliano (CS) - Tel. e Fax 0983/ 856636 Distretto n. 20 – Codice Meccanografico CSIC81100L – C.F. 84000530786

@-mail: [email protected] web site : www.icleonetti.it Progetto C-1 - FSE – 2008 – 435 Progetto F-1 - FSE – 2008 - 149

Io cittadino europeo

PON – Obiettivo F – Azione 1 – FSE – 2008 – 149 Scuola secondaria di 1° grado – Anno Scolastico 2008/2009

Unione Europea P.O.N. “Competenze per lo sviluppo” (FSE) P.O.N. “Ambiente per l’apprendimento” (FSER) D.G. Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità Direzione Generale Politiche Regionali

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento per la Programmazione D.G. per gli Affari Internazionali - Ufficio IV Programmazione e gestione dei fondi strutturali europee nazionali per lo sviluppo e la coesione sociale

Progetto PON: Io cittadino europeo – Scuola secondaria di 1° grado

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Programma Operativo Nazionale

“Competenze per lo sviluppo” – 2007 IT 05 1 PO 007 Obiettivo F – Azione 1 – Codice: F-1 FSE-2008-149

Io cittadino europeo Anno Scolastico 2008 - 2009

Dirigente Scolastico: Prof. Luciano Crescente Esperto esterno: Dott.ssa Giulia Bruno Docente interno: Prof.ssa Maria Cozzolino Tutor: Prof. Giuseppe Longo Coordinatrice: Prof.ssa Adele De Rosis Assistente alla mensa: Prof. Aldo Loria Docente Facilitatore/Animatore: Prof.ssa Maria Lores Laera DSGA: Dott.ssa Cosima Rusciano Alunni: Alfano Pierluigi, Amica Valeria, Castagna Carola, Esposito Marco,

Filocamo Gaspare, Forte Isabella, Frumuselu Rommel, Gargiullo Adele Francesca, Marghella Marino, Pacino Cosimo, Pucci Gennaro, Ricca Ester, Rinaldo Giuseppina, Saturno Sergio, Sinfonico Miriana.

Progetto PON: Io cittadino europeo – Scuola secondaria di 1° grado

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Introduzione

L’Unione europea si fonda sul rispetto dei diritti dell’uomo, delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto. La Carta dei diritti fondamentali sancisce tutti i diritti - personali, civili, politici, economici e sociali - dei cittadini dell’Unione. Nel marzo 2007 l'UE ha istituito l'Agenzia europea per i diritti fondamentali, che ha il compito di aiutare l'UE e gli Stati membri ad elaborare la normativa in questo campo e di sensibilizzare l'opinione pubblica ai diritti fondamentali. Garantire la sicurezza dei cittadini è una delle priorità assolute dell’Unione. Ciò significa servirsi di strumenti pratici e giuridici per impedire che le organizzazioni criminali - baroni della droga, trafficanti di esseri umani, riciclatori di denaro sporco, terroristi - approfittino delle libertà garantite dall’UE. Pertanto si rende necessario offrire ai ragazzi strumenti linguistici indispensabili anche per la realizzazione della loro dimensione di “cittadini”, nell’ambito di una alfabetizzazione funzionale ormai sempre più richiesta dalla crescente complessità sociale. La Legge è fatta di parole, che regolano il nostro “stare insieme”. La Giustizia è l’attuazione di quelle parole. La Legalità è l’indice del loro rispetto da parte degli Uomini. La Democrazia fa sì che il loro significato e la loro applicazione siano uguali per tutti i cittadini. Giustizia, Legalità, Democrazia sono parole alte e dense, che - quando non sono solo parole vane o slogan – si concretizzano anche attraverso complessi itinerari linguistici. La Giustizia si sostanzia di parole, testi e discorsi. Non soltanto le leggi, ma anche i processi sono fatti anzitutto di lingua: detta, scritta, sintetizzata, intercettata e trascritta. La Legalità è fatta di principi e comportamenti, ma implica anche - strutturalmente - accesso alle conoscenze di diritti e doveri. La Democrazia - per non ridursi a parola vuota - richiede, ancora una volta, competenze alte e generalizzate. Dov’è che il cittadino si informa per approdare al giudizio consapevole? La domanda riporta la nostra attenzione alla Scuola - come sede propria della formazione - e ai Mezzi di comunicazione di massa (orali e scritti), in quanto luoghi dell'informazione e della rappresentazione della Giustizia. Gli Enti pubblici - ai vari livelli - hanno la responsabilità politica di rimuovere, anche in questi ambiti, tutto ciò che limita di fatto l'eguaglianza dei cittadini (Art. 3 della nostra Costituzione). Diventa fondamentale. così, la promozione capillare di percorsi di alfabetizzazione linguistico - giudiziaria, in vista di un innalzamento e di una redistribuzione delle competenze necessarie ad avvicinare l'Istituzione Giustizia e il Cittadino, in nome del quale essa stessa opera. In questa ottica, è stato ideato il progetto “Io cittadino europeo”- Percorso su tematiche di carattere socio-relazionale / buona convivenza (Scuola Secondaria), uno dei moduli del progetto PON Obiettivo F → Promuovere il successo scolastico, le pari opportunità e l'inclusione sociale = Azione 1- Interventi per promuovere il successo scolastico per le scuole del primo ciclo.

Progetto PON: Io cittadino europeo – Scuola secondaria di 1° grado

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Il progetto ha coinvolto n. 15 corsisti provenienti dalle classi 3^ della Scuola Secondaria di 1° grado. Le motivazioni del progetto sono da ricercarsi nel fatto che oggi, purtroppo, si assiste ad uno scadimento dei valori, ad una scarsa accettazione delle norme della convivenza civile ed a una limitata partecipazione delle giovani generazioni alla "vita politica". Sta alla scuola e alle altre istituzioni trovare le forme e i modi perchè i ragazzi riscoprano questi valori e possano partecipare in modo significativo e da protagonisti alla vita sociale e democratica del proprio ambiente. La non cultura della legalità è alla base dei mali della nostra società quali microcriminalità, uso di droghe e sostanze stupefacenti, pirateria informatica e non, lotta contro le istituzioni, razzismo e oppressione dei diritti dell'individuo. Bisogna quindi informare e formare l'uomo alla completa socializzazione dell'individuo diffondendo un'autentica cultura dei valori civili, in modo che gli adolescenti si riapproprino del senso del limite. L'obiettivo prioritario del progetto PON “ Io cittadino europeo” è stato quello di creare un'osmosi tra le diverse iniziative sviluppate, anche durante le attività curriculari, per sostenere lo sviluppo della cultura della legalità, facilitando il passaggio di conoscenze da una realtà all'altra. La rispondenza agli stimoli culturali ed educativi da parte dei corsisti può considerarsi soddisfacente, in alcuni casi anche elevata. I corsisti hanno avuto modo di esprimersi con serenità pur nel rispetto dell’ordine, avendo essi stessi riconosciuto con crescente equilibrio e senso civico, e perciò compreso ed apprezzato, il valore del rispetto reciproco. Il Docente Tutor Il Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Longo Prof. Luciano Crescente

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UNIONE EUROPEA

La bandiera

I confini esterni

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Sicurezza e Legalità nell'Unione Europea

Dal secondo dopoguerra in poi, grazie alla nascita di associazioni come la CECA e la CEE,gli stati europei hanno goduto di un particolare clima pacifico a livello internazionale che ancora oggi caratterizza la nostra Unione. La Politica Estera e di Sicurezza Comune è uno dei tre "pilastri " dell'Unione Europea e si occupa di legalità, sicurezza e lotta contro il terrorismo all'interno dell' UE. Per il periodo 2007/2013 l'UE ha istituito un programma atto a sostenere i progetti riguardanti la prevenzione e la lotta alla criminalità organizzata e non, che rientra, insieme al programma "Prevenzione, preparazione e gestione delle conseguenze in materia di terrorismo", in un programma più vasto, chiamato "Sicurezza e tutela delle libertà". Il programma "Prevenzione e lotta contro la criminalità" ha lo scopo di prevenire e combattere la criminalità, in particolare il terrorismo, la tratta degli esseri umani e i reati a danno dei bambini, il traffico illecito di droga e di armi, la corruzione e la frode. Si articola in quattro temi: prevenzione della criminalità e criminologia, attività di contrasto della criminalità, protezione e sostegno ai testimoni e protezione delle vittime.

Con la firma del Trattato di Maastricht, meglio conosciuto come Trattato sull'Unione europea, inizia la fase più ambiziosa dell'integrazione europea e si gettano le premesse per un nuovo e più articolato processo di riorganizzazione dei rapporti tra Stati membri e Unione e tra Unione e resto del mondo.

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Diritti umani e democrazia

I diritti umani, la democrazia e il principio dello Stato di diritto sono valori fondamentali dell’Unione europea. Tali valori, già saldamente ancorati nel trattato istitutivo, sono stati rafforzati grazie all’adozione di una Carta dei diritti fondamentali. I paesi che intendono aderire all’Unione europea sono tenuti al rispetto dei diritti umani, come pure i paesi che con l’UE hanno concluso accordi commerciali o di altro genere.

Questo poster antidiscriminazione ha vinto un premio in un concorso UE per ragazzi di 12 - 14 anni.

L’Unione europea considera i diritti umani universali e indivisibili. È pertanto impegnata a promuovere e difendere attivamente tali diritti sia all’interno dei suoi confini, sia nelle relazioni con i paesi terzi. Al tempo stesso l’UE non intende usurpare gli ampi poteri di cui dispongono i governi nazionali dei suoi Stati membri in questo settore. La politica dell’Unione europea in materia di diritti umani è incentrata sui diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. È inoltre volta a promuovere i diritti di donne e bambini, nonché quelli delle minoranze e degli sfollati.

La situazione interna come punto di partenza

Anche se nei paesi europei il rispetto dei diritti umani è in linea di massima garantito, l’Unione europea non rimane inattiva sotto questo profilo. Il suo interesse si rivolge in particolare al rispetto dei diritti dei richiedenti asilo e degli immigrati e si concretizza nell’impegno a combattere il razzismo, la xenofobia e altri tipi di discriminazione basati sulla religione, il sesso, l'età, le disabilità o l'orientamento sessuale. L’UE vanta una lunga tradizione di accoglienza di persone provenienti da altri paesi in cerca di lavoro o in fuga a causa di guerre o persecuzioni.

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Lotta alle discriminazioni

Una forza globale per i diritti umani

Gradualmente l’UE ha fatto diventare i diritti umani una questione di primo piano nelle relazioni con altri paesi e regioni. Tutti gli accordi commerciali o di cooperazione con i paesi terzi contengono una clausola che sancisce che i diritti umani sono un principio essenziale delle relazioni tra le parti. Attualmente esistono più di 120 accordi di questo tipo. Quello che conta il maggior numero di firmatari è l’accordo di Cotonou, l’accordo in materia commerciale e di aiuti che lega l’Unione europea a 78 paesi in via di sviluppo dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (i cosiddetti paesi ACP). Il mancato rispetto dei diritti umani da parte di uno dei paesi ACP può comportare la sospensione delle concessioni commerciali dell'UE e il ridimensionamento dei programmi di aiuto. L’Unione europea ritiene che la riduzione della povertà – obiettivo principale della politica di cooperazione allo sviluppo – possa essere conseguita soltanto nell’ambito di una struttura democratica. Disposizioni analoghe si applicano ad altri paesi partner. Negli ultimi anni l’UE ha condotto dialoghi in materia di diritti umani con diversi paesi, tra cui Russia, Cina e Iran. Ha imposto sanzioni per violazione dei diritti umani alla Birmania (Myanmar) e allo Zimbabwe.

SCEGLI I TUOI AMICI IN BASE AL LORO CARATTERE E LE TUE CALZE PER IL LORO COLORE, SCEGLIERE DELLE CALZE IN BASE AL LORO CARATTERE NON HA NESSUN SENSO E SCEGLIERE UN AMICO PER IL COLORE DELLA SUA PELLE E' SEMPLICEMENTE IMPENSABILE.

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L’UE

come spazio di valori e diritti

Essere cittadini dell’Unione Europea significa godere di diritti importanti ma anche promuoverli nel resto del mondo insieme alla pace a al benessere dei popoli. Dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani: sono questi i valori fondamentali dell’UE, sanciti il 13 Dicembre 2007 dal trattato di Lisbona. Tale trattato garantisce inoltre l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali, documento proclamato il 7 Dicembre 2000 a Nizza, da Parlamento, Consiglio e Commissione. Esso risponde alla necessità emersa durante il Consiglio europeo di Colonia (3 e 4 giugno 1999) di definire un gruppo di diritti e di libertà di eccezionale rilevanza che fossero garantiti a tutti i cittadini dell’Unione. L’UE è dotata pertanto di un insieme di diritti civili, politici, economici e sociali, che saranno giuridicamente vincolanti non solo per l’Unione e le sue istituzioni, ma anche per gli Stati membri

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I cittadini europei sono oggi liberi di viaggiare, lavorare e vivere in qualsiasi parte dell’UE. Per godere appieno di questa possibilità senza precedenti essi devono però essere certi di potersi muovere e attendere alle loro occupazioni in tutta sicurezza. Devono essere protetti dalla criminalità internazionale e dal terrorismo e, allo stesso tempo, vedersi garantito il diritto di accedere alla giustizia in condizioni di parità e il rispetto dei loro diritti fondamentali in tutta l’Unione. Il programma "Prevenzione e lotta contro la criminalità" ha lo scopo di prevenire e combattere la criminalità, in particolare il terrorismo, la tratta degli esseri umani e i reati a danno dei bambini, il traffico illecito di droga e di armi, la corruzione e la frode. Si articola in quattro temi: prevenzione della criminalità e criminologia, attività di contrasto della criminalità, protezione e sostegno ai testimoni e protezione delle vittime. Il programma permetterà il finanziamento, tramite sovvenzioni o appalti pubblici, di progetti a livello europeo gestiti dalla Commissione, e di associazioni non governative che si impegnino a portare avanti gli obiettivi del programma stesso.

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LOTTA ALLA CRIMINALITA'

Per il periodo 2007/2013 l'UE ha istituito un programma atto a sostenere i progetti riguardanti la prevenzione e la lotta alla criminalità organizzata e non, che rientra, insieme al programma "Prevenzione, preparazione e gestione delle conseguenze in materia di terrorismo", in un programma più vasto, chiamato "Sicurezza e tutela delle libertà". Il programma "Prevenzione e lotta contro la criminalità" ha lo scopo di prevenire e combattere la criminalità, in particolare il terrorismo, la tratta degli esseri umani e i reati a danno dei bambini, il traffico illecito di droga e di armi, la corruzione e la frode. Si articola in quattro temi: prevenzione della criminalità e criminologia, attività di contrasto della criminalità, protezione e sostegno ai testimoni e protezione delle vittime.

LOTTA AL TERRORISMO

In seguito all'11 settembre 2001 in tutto il mondo si è diffuso un clima di terrore e ovunque sono state rafforzate le misure di prevenzione per quanto riguarda gli attacchi terroristici.

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Dopo l'attacco alla stazione di Madrid, l'11 marzo 2004, l'Europa ha intensificato, sempre per il periodo 2007/2013, i programmi sulla lotta contro il terrorismo. Il progetto "Sicurezza e tutela delle libertà" comprende,oltre a quello "Prevenzione e lotta contro la criminalità", anche un programma specifico che sostiene i progetti in materia di prevenzione, preparazione e gestione delle conseguenze degli attentati terroristici e di altri rischi correlati alla sicurezza, tutti aspetti essenziali della protezione della popolazione e delle infrastrutture all'interno dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia.

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IL TERRORISMO IN ITALIA: GLI ANNI DI PIOMBO

Gli anni Settanta del secolo scorso rappresentarono per il nostro Paese un periodo cupo e "pesante" in cui le azioni delle organizzazioni terroristiche rosse e nere (gli opposti estremismi) spargevano continuamente paura e terrore col susseguirsi di attentati a sedi di partiti, uomini politici e personaggi noti nonché semplici cittadini. Molteplici furono le azioni terroristiche del decennio e tra questi spicca il rapimento e l'uccisione dello statista Moro.

Il 9 maggio 2009, giorno del 52° anniversario della firma dei trattati di Roma, ricorre il trentesimo anniversario della sua morte, e dal 2007 è divenuta la "Giornata della memoria" in onore di Aldo Moro e delle vittime del terrorismo.

ALDO MORO

Aldo Moro nacque a Maglie, in provincia di Lecce. Dopo la maturità classica e gli studi di Giurisprudenza, militò assieme a Giulio Andreotti nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana, di cui fu presidente nazionale tra il 1938 e il 1941. Cominciò presto ad interessarsi di politica finché l'influenza del suo credo cattolico lo spinse verso la nascente Democrazia Cristiana. Dopo essere stato membro dell'Assemblea Costituente, e aver ricoperto importanti ministeri nei governi De Gasperi, Segni, Zoli e Fanfani, fino al 1968 fu Presidente del Consiglio alla guida di governi che vedevano la collaborazione tra la DC e il PSI. Dal 1969 ricoprì la carica di ministro degli Esteri per poi divenire nuovamente Presidente del Consiglio nel 1976, anno che lo vede eletto alla presidenza del consiglio nazionale della DC. All'inizio del 1978 Moro, presidente della Democrazia Cristiana, era considerato il personaggio politico più importante tra coloro i quali consideravano possibile un governo “di solidarietà nazionale” in cui fosse incluso anche il PCI, seppur senza propri ministri.

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IL SEQUESTRO

La teoria più diffusa sul rapimento Moro vuole che lo statista sia stato rapito dalle Brigate Rosse in quanto principale artefice dell'avvicinamento tra PCI e DC; in realtà lo scopo dei brigatisti era colpire la Democrazia Cristiana in quanto simbolo del capitalismo all'interno dello Stato italiano, mentre il PCI rappresentava più che un nemico un concorrente da annientare. Nella finalità delle BR, infatti, la loro azione avrebbe interrotto la "lunga marcia comunista verso le istituzioni", per portare alla rivoluzione e porre quindi le BR al controllo della Sinistra italiana per una lotta contro il capitalismo. La mattina del 16 marzo 1978 il convoglio di Moro percorre via Fani, a Roma, ma la scorta è inconsapevole del fatto che le BR, con una tecnica copiata dalla RAF tedesca, definita "a cancelletto", sono pronte all'agguato. Una brigatista segnala, utilizzando un mazzo di fiori, il passaggio dell'auto su cui viaggia Aldo Moro, che improvvisamente viene circondata. Subito viene aperto il fuoco; le prime vittime saranno l'autista e il capo-scorta, seguiti dagli altri tre poliziotti. Moro viene rapito e trasportato in un luogo sicuro, che ancora oggi non si conosce con certezza. Durante il periodo di prigionia Moro diventa oggetto di proposte di "scambio" di prigionieri avanzate dalle BR allo Stato, il quale non scende a compromessi. Il 9 maggio il corpo di Moro viene ritrovato nel cofano di un'auto in via Caetani, un'emblematica zona del centro di Roma sita a metà strada tra le sedi nazionali della DC e del PCI. In seguito alla morte dello statista fu negata ogni possibilità di governo al PCI e la politica democristiana fu modificata profondamente, sebbene la DC rimase all'attivo fino al 1992.

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UE E GIUSTIZIA: LE ASPETTATIVE DEI RAGAZZI DEL PROGETTO

Ultimamente la corruzione ha fatto sì che persino la “popolare” finalità delle BR fosse soppiantata da interessi privati; ciò ha favorito lo sviluppo di altre forme di criminalità e terrorismo che vedono implicate soprattutto associazioni mafiose. L'Unione Europea in questo campo, dal punto di vista dei ragazzi del progetto, dovrebbe istituire una rete in cui l'Unione stessa possa collaborare con lo Stato e i suoi organi periferici, attraverso “commissari esterni” totalmente estranei alle realtà che si troverebbero ad affrontare, in modo tale da limitare ogni possibile tipo di corruzione.

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La mafia in Italia

Mafia è un termine diffuso ormai a livello mondiale con cui ci si riferisce ad una particolare tipologia di organizzazioni criminali. Le analisi moderne del fenomeno della mafia la considerano, prima ancora che una organizzazione criminale, una "organizzazione di potere"; ciò evidenzia come la sua principale garanzia di esistenza non stia tanto nei proventi delle attività illegali, quanto nelle alleanze e collaborazioni con funzionari dello Stato, in particolare politici, nonché del supporto di certi strati della popolazione. Di conseguenza il termine viene spesso usato per indicare un modo di fare o meglio di organizzare attività illecite. Quindi il termine "mafioso" può essere utilizzato nel linguaggio comune per definire, per esempio un sindaco che dia concessioni edilizie solo ai suoi "amici" o un professore universitario che fa vincere borse di studio a persone anche valide ma a lui legate o la nomina da parte di un governo di altissimi dirigenti anche capaci ma "politicamente vicini" alla maggioranza di cui il governo è espressione. Il termine mafia venne inizialmente utilizzato per indicare una organizzazione criminale originaria della Sicilia, più precisamente definita come Cosa nostra. Il termine mafia venne inizialmente utilizzato per indicare una organizzazione criminale originaria della Sicilia, più precisamente definita come Cosa nostra. La mafia adotta comportamenti basati su un modello di economia statale, ma è parallela e sotterranea. L'organizzazione mafiosa trae profitti da numerosi tipi di attività criminali:

• traffico d'armi • contraffazione • contrabbando di sigarette, tabacchi ed altre merci • traffico di stupefacenti, droghe pesanti e leggere (principalmente) • traffico di profughi clandestini • gioco d'azzardo • prostituzione • sequestri di persona • racket delle estorsioni (pizzo) • furti • appalti truccati • traffico di scafi • frodi agricole ai danni della UE e dell'AIMA • frodi telematiche (false carte sim) • usura • abusivismo edilizio • traffico dei rifiuti • voto di scambio

I capimafia (spesso a causa della latitanza) comunicano principalmente in modo scritto, con i pizzini, poiché non sempre sono in grado di comunicare di persona a tutti i loro sottoposti (capifamiglia, picciotti).

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Organizzazioni principali

• Camorra - Campania • Cosa nostra - Sicilia • 'Ndrangheta - Calabria • Sacra Corona Unita - Puglia

L'attacco allo Stato

I più famosi e terribili attentati restano le stragi di Capaci, 23 maggio 1992, e di via d'Amelio, 19 luglio 1992, nelle quali hanno perso la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme alle loro scorte. Il primo, di ritorno da Roma, dove era stato nominato responsabile dell'Ufficio Affari Penali per espressa volontà dell'allora Guardasigilli Claudio Martelli, fu ucciso da una terribile esplosione avvenuta sull'autostrada che collega l'aeroporto di Punta Raisi (oggi aeroporto Falcone-Borsellino) con Palermo città, all'altezza di Capaci. L'esplosione fu provocata da un enorme quantitativo di tritolo (circa 600 kg) che gli esecutori piazzarono in un tunnel sottostante il tratto autostradale. Con Giovanni Falcone morirono la moglie, Francesca Morvillo e i suoi agenti di scorta. Circa quattro anni dopo fu arrestato colui che quel giorno premette il pulsante del detonatore, Giovanni Brusca detto "Scannacristiani". Paolo Borsellino morì in circostanze analoghe, a seguito dell'esplosione di un'autobomba parcheggiata sotto casa della madre, azionata dal citofono che il magistrato avrebbe usato per chiamare la madre, dove il magistrato si era recato per ragioni familiari. Non appena il magistrato citofonò, l'autobomba esplose facendo morire tutti quelli che vi erano intorno. In memoria dei due valorosi magistrati è stata recentemente eretta una stele posta ai bordi dell'autostrada Palermo-Capaci, in corrispondenza del luogo ove perse la vita Giovanni Falcone. Il lavoro svolto da Paolo Borsellino nei 57 giorni che hanno separato la strage di Capaci da quella di Via D'Amelio, ha rappresentato l'alto senso del dovere che ha accompagnato i due magistrati nel loro percorso professionale. Nonostante la consapevolezza di essere il prossimo obiettivo della mafia stragista, Paolo Borsellino proseguì freneticamente l'opera sino a quel momento svolta dal collega Falcone, in disprezzo di ogni ulteriore cautela che pure in quel frangente si sarebbe resa necessaria. Sul luogo dell'attentato fu rinvenuta una borsa che Borsellino portava sempre con sé e probabilmente contenente appunti e atti d'indagine.

Struttura di “Cosa nostra”

L'organizzazione di Cosa nostra è formata da mafiosi che si definiscono uomini d'onore. La sua struttura è verticistica e piramidale, essa dipende dalla Cupola mafiosa o Commissione. Alla base dell'organizzazione ci sono le famiglie in cui tutti gli affiliati si conoscono fra loro, governate da un capo-famiglia, di nomina elettiva; altre figure importanti sono il sottocapo e i consiglieri, in numero non superiore a 3. Le famiglie si dividono in gruppi di 10 uomini detti decine comandate da un capo-decina. Tre famiglie dal territorio contiguo formano un mandamento; il capo-mandamento è un loro rappresentante, e, almeno fino a un certo periodo, non fu membro di una delle

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famiglie per evitare di favorire la sua stessa famiglia di appartenenza. I vari capi-mandamento si riuniscono in una commissione o cupola provinciale, di cui la più importante è quella di Palermo. Questa commissione provinciale è presieduta da un capo-mandamento che, per sottolineare il suo ruolo di "primus inter pares", si chiamava in origine segretario, ma sembra che ora abbia preso il titolo di capo. Per lungo tempo non c'è stato bisogno di un organismo superiore alla commissione provinciale poiché quasi tutte le famiglie risiedevano in quella di Palermo. Quando però l'organizzazione ha messo radici in tutta l'isola si è dovuta creare una cupola regionale detta interprovinciale, alla quale partecipavano tutti i rappresentati delle varie province e dove il titolo di capo era tenuto dal capo della cupola provinciale più potente e quindi di Palermo.

La mafia all’estero

Il fenomeno mafioso è tradizionalmente legato alla Sicilia come area geografica nella quale se ne sviluppò la forma più nota. Le cosiddette mafie internazionali presentano alcuni caratteri distintivi. Comunemente si associa il concetto di "mafia" ad un fenomeno qualsiasi di criminalità organizzata, ma la mafia non è solo banditismo finalizzato a commettere rapimenti ed estorsioni, ma anche un’organizzazione che ha come finalità il controllo del territorio, la mafia dà ad esempio il permesso ai criminali comuni di compiere rapine e furti. Si colloca quindi al di sopra della delinquenza comune, anche quando pure questa è organizzata.

Cosa Nostra Americana è il nome con cui viene definita l'organizzazione criminale di stampo mafioso italo-americana, che nasce a inizio XX secolo e nel corso dei primi decenni inizia a strutturarsi e ad arricchirsi. Attualmente negli Stati Uniti è tra le organizzazioni criminali più potenti. L'Organizatsya ("organizzazione") è la criminalità organizzata di stampo mafioso della Russia, spesso indicata come mafiya dagli stessi russi e nota in italiano come mafia russa. Uno dei fenomeni che ha sorpreso maggiormente gli osservatori stranieri della Russia post-sovietica è stata la velocità con cui si è diffusa ed imposta l'Organizatsya.

Mafia albanese e crimine organizzato albanese sono i termini usati per designare varie organizzazioni criminali attive in Albania o composte da persone di etnia albanese. Le loro attività, nei Paesi dell'Unione Europea e negli Stati Uniti, sono principalmente: traffico di uomini e prostitute, narcotraffico e traffico di armi. Il termine "mafia", tuttavia, è spesso usato in senso descrittivo e non implica un reale coordinamento delle attività criminali, né segue che queste siano regolate da un corpo governativo. Sono strutturati su base familiare e difficilmente un gruppo supera le 20 unità. Nonostante ciò alcuni mezzi di informazione l'hanno descritta come la seconda mafia al mondo per giro d'affari (dopo quella russa). Controllano il 40% del traffico di eroina

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mondiale e, dalla metà degli anni '90, hanno stabilito un primato anche nel campo delle cocaina. Hanno rapporti diretti con i produttori Afghani (sostituendo in parte i turchi come mediatori) e Colombiani (sostituendo in parte gli italiani come mediatori). Posseggono basi logistiche in tutta Europa dove si dedicano alla prostituzione e al trafico d'armi in grande stile. In ultimo è considerata la mafia più feroce dell'Europa. In Italia gli albanesi arrivarono agli inizi degli anni '90 cominciando così un incredibile scalata alla malavita nostrana. Possiede i monopolio della prostituzione e dell'eroina e collabora con tutte le mafie nazionali e non. Al nord in alcune zone è arrivata ad avere un vero e proprio controllo del territorio soppiantando le mafie nazionali duramente colpite dall'attività giudiziaria.

Mafia bulgara è un termine informale adoperato per descrivere i gruppi criminali originari della Bulgaria. I gruppi criminali bulgari sono coinvolti in molte attività illegali, inclusi il traffico di droga, il contrabbando di sigarette, il traffico di esseri umani, lo sfruttamento della prostituzione, estorsione e traffico di armi. I principali gruppi hanno connessioni con la mafia russa, la mafia serba e con le famiglie di Cosa Nostra.

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PROGETTO LEGALITÀ

""II ggiioovvaannii ee llaa mmaaffiiaa?? èè uunn pprroobblleemmaa ddii ccuullttuurraa,, nnoonn iinn sseennssoo rreessttrriittttiivvoo ee ppuurraammeennttee nnoozziioonniissttiiccoo mmaa ccoommee iinnssiieemmee ddii ccoonnoosscceennzzee cchhee

ccoonnttrriibbuuiissccoonnoo aallllaa ccrreesscciittaa ddeellllee ppeerrssoonnee.. FFrraa qquueessttee ccoonnoosscceennzzee vvii ssoonnoo qquueeii sseennttiimmeennttii,, qquueellllee sseennssaazziioonnii cchhee llaa ccuullttuurraa ccrreeaa ee cchhee ccii

ffaannnnoo ddiivveennttaarree cciittttaaddiinnii,, aapppprreennddeennddoo qquueellllee nnoozziioonnii cchhee ccii aaiiuuttaannoo aa iiddeennttiiffiiccaarrccii nneellllee iissttiittuuzziioonnii ffoonnddaammeennttaallii ddeellllaa vviittaa aassssoocciiaattaa ee aa

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Progetto PON: Io cittadino europeo – Scuola secondaria di 1° grado

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NON BARATTARE I DIRITTI CON I FAVORI "La democrazia non è adatta ai popoli che cercano favori piuttosto che diritti, che scansano le responsabilità piuttosto che cercarle" - Gustavo Zagrebelsky

LA COSTITUZIONE DEL BUON ESEMPIO: fai crescere la Calabria, l’Italia, l’Europa

Progetto PON: Io cittadino europeo – Scuola secondaria di 1° grado

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LLAA MMEEMMOORRIIAA SSII FFAA SSCCUUOOLLAA

LLAA RREETTEE IISSTTIITTUUZZIIOONNAALLEE

VISITA GUIDATA AL TRIBUNALE DI ROSSANO