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Presentazione conferenza Dott. C. Vivarelli "Architetture in traccia"

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Articolo presentazione della conferenza "Architetture in traccia: taccuino di fantasie russo-veneziane in disegni di Curzio Vivarelli" - Dott. Ing. Curzio Vivarelli

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Page 1: Presentazione conferenza Dott. C. Vivarelli "Architetture in traccia"

Architetture in traccia:

taccuino di fantasie russo-veneziane in disegni di Curzio

Vivarelli Si immagini di ammirare la regalità architettonica della basilica palladiana di San Giorgio

Maggiore in un muto giorno di nebbia luminosa.

Questo avviene quando, in certi dì dell’inverno che termina e annuncia una primavera

fredda, il sole, che invisibile sovrasta la coltre di nubi, diffonde tuttavia una luce

abbagliante che penetra l’aria in ogni direzione e annienta tutte le ombre.

In tali momenti, l’architettura, ogni vera architettura, si rivela per ciò che deve essere:

volontà di dare una forma allo spazio in attesa e di stabilirne un orientamento allo stesso

modo in cui stelle e monti o stelle e grandi distese marine orientano i paesaggi notturni.

Si immagini ancora di interrogarsi sulla natura ultima dello spazio e, in particolare, di

quello nel quale Venezia si erge come cristallo trasparente dalle acque e teso al cielo.

Diventerà inesplicabile e invincibile una malinconia per la bellezza tersa ed eterea di

questo cristallo. A questo punto, caduto tutto riguardo al mezzo espressivo e a quanto

dono si possegga per l’espressione, prorompe invulnerabile una sorta di “navigare

necesse est” che è il navigare di una penna (e di una mente) sul bianco mare di un foglio

qualsiasi ( il “cosmos”), ovvero volontà che ricrea attraverso dei disegni, filtrato nel

ricordo e nella fantasia che accentua certi tratti e altri trascolora, un qualche frammento di

questo cristallo.

Nascono così dei disegni ingenui e realmente rudimentali nel senso latino del termine.

Sono visioni ora di arcadie lagunari, ora di costruzioni incombenti e paurose nelle quali le

architetture elleniche, i quieti templi romani, case e ponti lagunari, segni antichi – il

delfino di Apollo e la “linea summae tenuitatis”- e la distesa luccicante delle acque

accolgono in questo paesaggio solo interiore -pure se non, a volte, impossibile- l’innesto

muto, chiaro ma non dominatore, di architetture e segni della tradizione dei “Rus”,

declinata nel passato lontanissimo e eroico dal veliero che risale i fiumi, poi dalle

basiliche costellate di cupole d’oro, dalle fortezze erte su isole, infine dalle filigrane

spaziali del costruttivismo.

Ornamento per molte architetture è quello, radicato nei geometrismi ellenici, delle forme

suprematiste.

Ed è elemento di queste fantasie disegnate, permanente al pari dell’acqua della laguna

tesa a specchio per riverberarne i moti, il puro infinito cielo…