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DALLA PROGETTAZIONE ALLA VALUTAZIONE
CONDIVISA NELL’OTTICA DELL’INNOVAZIONE
DIDATTICA PER L’INCLUSIONE
IV INCONTRO
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Gli approcci ai Bisogni Educativi Speciali
Modello medico; Modello bio-psico-sociale;
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Competenze necessarie all'interno dei
bisogni speciali -Conoscenze specifiche mediche
(sapere/saperi); -Abilità relazionali (sviluppare capacità di
osservazione, consapevolezza e responsabilità);
-Competenze interculturali
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
IL CONCETTO DI BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE Il bisogno educativo speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva in ambito educativo e apprenditivo, espressa in un funzionamento (secondo ICF) che risulta problematico anche per il soggetto in termini di danno, ostacolo o stigma sociale indipendentemente dall’eziologia e che necessita di educazione speciale individualizzata (Ianes, 2005)
Un bambino ha un bes quando il suo funzionamento nell’apprendimento, nello sviluppo e nell’educazione
incontra qualche problema. Pertanto necessita di un intervento specifico mirato all’inclusione
LE DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO COMPORTANO UNA DIFFCIOLTA’ NELL’INSEGNAMENTO
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
INSEGNANTE DI SOSTEGNO E’
“L’insegnante di sostegno è quello assegnato alla scuola per interventi individualizzati di natura integrativa in favore della generalità degli alunni ed in particolare per coloro che presentano specifiche difficoltà di apprendimento”
“..gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità…delle classi in cui opeano, partecipano alla programmazione educativa e didattica ed all’elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, di classe e dei collegi dei docenti.
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Cosa fa l'insegnante di sostegno? (I) - Organizza riunioni informative;
- Informa, indirizza e coordina i docenti per accogliere lo studente disabile;
-Collabora nell'integrazione delle conoscenze dei deficit nei curricola degli apprendimenti;
-Partecipa a riunioni informative sull'inclusione; - Collabora con le famiglie degli allievi disabili;
- Collabora con le strutture sociali e sanitarie del territorio per la stesura del PEI;
-Collabora con i colleghi nell'impostazione e realizzazione del progetto educativo-didattico;
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Cosa fa l'insegnante di sostegno? (II) -Realizza progetti per la riduzione dell'handicap; -Predisporre percorsi e strumenti adeguati alla valorizzazione delle potenzialità dell'uomo; -Coordina gli interventi delle figure di sostegno; -Collabora con le attività educative e didattiche della classe; -Promuove gli apprendimenti di ogni allievo disabile e non -Facilita nel contesto scolastico lo sviluppo delle amicizie;
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Cosa fa l'insegnante di sostegno? (III) -Cura il rapporto con le altre scuole per il passaggio in altre scuole e per la realizzazione di progetti di integrazione dell'alunno disabile; -Cura i rapporti per l'orientamento professionale; -Partecipa alle operazioni di valutazione per tutti gli alunni della classe; -Partecipa alle disposizioni delle prove degli esami; -sollecita e coordina la raccolta di materiale documentario e informativo relativo all'inclusione, - ecc, ecc*. *Tratto da Gasapri P., Sandri P.(2010) Inclusione e diversità. Teorie e itinerari
progettuali per una rinnovata didattica speciale. Milano, FrancoAngeli
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
L'insegnante di sostegno (secondo Andrea Canevaro) -Integra la tematica della disabilità nei curricola scolastici; -Utilizza le competenze curricolare informali, per realizzare un progetto di riduzione dell'handicap; -Realizza avanzamenti negli apprendimenti curricolari e nelle strategie di apprendimento, per tutti e per ciascuno.* *Tratto da Gaspari P., Sandri P.(2010) Inclusione e diversità. Teorie e itinerari
progettuali per una rinnovata didattica speciale. Milano, FrancoAngeli, pag. 84
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Le figure professionali a sostegno della persona con handicap Partiamo dalla centralità della persona La complessità dell'individuo necessita una logica di reti di sostegni* Per lavorare in rete è fondamentale la circolazione delle informazioni in modo rapido e snello* *Tratto da Gaspari P., Sandri P.(2010) Inclusione e diversità. Teorie e itinerari progettuali
per una rinnovata didattica speciale. Milano, FrancoAngeli
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Chi si prende cura del disabile? (I) -Insegnante di sostegno; -Collaboratore scolastico; -Educatore (OSE: Operatore Socio- Educativo); -Assistente; -Mediatore Specializzato (Interpreti LIS o Braille per disabilità sensoriali); -Neuropsichiatra infantile;
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Chi si prende cura del disabile? (II) -Psicologo;
-Riabilitatore;
-Educatore/Educatore Professionale;
-Operatori specializzati in attività specifiche
riabilitative ed educative, ad esempio
arteterapia o pet therapy;
-Allenatore;
-Genitori;
-Parenti, prossimi e persone della comunità
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Un obiettivo comune -La rete educativa-professionale a servizio del disabile -Diverse figure e diverse competenze a confronto -Numerosi contributi e possibilità -Un obiettivo comune a tutti: l'integrazione della persona disabile
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Obiettivo Indicare almeno tre funzioni del docente di sostegno per favorire i processi collaborativi all’interno del Consiglio di Classe Metodologia: gruppi da ___ Condivisione con il grande gruppo
I Attività p
rof.ssa C
arla RA
IMO
ND
O
ICF International Classification of
Functioning, Disability and Health - OMS 2001
Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e
della Salute
Italia 2002-2007 I.C.F. quale * ordinatore concettuale * comune linguaggio condiviso * classificazione descrittiva
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE
• funzionamento e disabilità sono in relazione con l’ambiente di vita della persona
• descrive l’impatto dei fattori contestuali
(ambientali e personali) in termini di barriere e facilitatori • DISABILITA’ non configurabile come un dato oggettivo, assoluto, immutabile… ma da correlare all’impatto sfavorevole di una condizione di salute con i contesti di vita
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Le sei componenti della salute (O.M.S.)
condizione di salute (malattia)
body functions (fisiologia) - funzioni corporee
body structures (anatomia) - strutture corporee
domain of activities & partecipations
(ciò che la persona fa) - attività e partecipazione
enviromental factors (contesto)-fattori ambientali
fattori personali
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
condizione di salute (malattia) ICD-10 (diagnosi)
body functions (fisiologia) b.ICF (funzioni corporee)
body structures (anatomia) s.ICF (strutture corporee)
domain of activities & partecipations
(ciò che una persona fa) d.ICF (attività e partecipazione)
enviromental factors (contesto) e.ICF (fattori ambientali)
fattori personali per ora non descrivibili in linguaggio
condiviso per varietà, complessità ed assenza attuale di consensus
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Qualificatori
Numeri aggiunti al codice e preceduti da un punto
divisore che per ogni item definiscono e specificano -su
scala ordinale:
• il grado di compromissione di una funzione /
struttura corporea
• il grado di difficoltà che una persona incontra
nello svolgere attività o a partecipare alla vita
sociale
N.B. Numero e tipo di qualificatori variano a
seconda della componente di ICF oggetto di
codifica
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Funzioni corporee
un solo qualificatore che specifica, su una
scala ordinale a 5 punti,
l’estensione della menomazione
bxxx.0 = nessuna menomazione
bxxx.1 = menomazione lieve
bxxx.2 = menomazione moderata
bxxx.3 = menomazione grave
bxxx.4 = completa
bxxx.8 = non specificato
bxxx.9 = non applicabile
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Quali elementi per poter lavorare al meglio? (I) - Analisi ed identificazione dei bisogni; -Preparazione PEP/PEI e sua realizzazione (per fare in modo che quanto scritto non risulti solo un documento sulla carta...!); -Controllo della situazione relativa al progetto di integrazione (attraverso un vero e proprio monitoraggio e verifiche periodiche);
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Quali elementi per poter lavorare al meglio? (II) -Ridefinizione delle attività sulla base di quanto segnalato nel monitoraggio e nelle verifiche; -Programmazione interdisciplinare; -Condivisione delle informazioni con gli altri colleghi e operatori;
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Quali elementi per poter lavorare al meglio? (III) -Costante attenzione sulla persona che stiamo accompagnando nel percorso di crescita (anche attraverso l'Ascolto Attivo - Vedi Allegato 1) -Formazione e aggiornamento periodico degli insegnanti e degli operatori; - Lavoro di sostegno non solo con lo studente disabile, ma anche con tutte le persone a lui vicine (genitori, fratelli).
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
La compresenza può essere considerata una strategia didattica condivisa di progettazione, insegnamento e valutazione, per la quale due o più docenti ( in generale un insegnante curricolare e uno di sostegno) lavorano insieme per fornire servizi educativi, proposte didattiche a un gruppo eterogeneo di studenti in un’ottica inclusiva e all’interno di un singolo spazio.
(Friend e Cook 2003; Murawski,2003; Ghedin, 2009)
comunicare significa trasmettere non
solo informazioni,
(livello dei contenuti),
ma anche sensazioni, emozioni,
sentimenti, vissuti, ruoli, ecc.
( livello relazionale)
IL MESSAGGIO p
rof.ssa C
arla RA
IMO
ND
O
PER FACILITARE LA COMUNICAZIONE
Faccio attenzione al contesto culturale dell’interlocutore
Faccio attenzione al feedback, l’informazione di ritorno
Sono flessibile e disponibile a modificare il messaggio se non compreso
Faccio attenzione ad atteggiamenti e comportamenti non verbali
Utilizzo un linguaggio condiviso
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
MA COSA HAI CAPITO???
ciò che conta non è tanto ciò che diciamo, quanto
piuttosto ciò che il nostro interlocutore decodifica,
nessun messaggio viene ricevuto in neutralità:
ogni persona ha una sua storia, un suo stato culturale,
esperienze, ricordi, aspettative e motivazioni diverse;
proprio per questo, il messaggio può subire una
immediata e profonda trasformazione
alcuni messaggi possono addirittura essere ignorati in base
alla dissonanza cognitiva tramite la selezione.
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
DISSONANZA COGNITIVA Questa teoria nasce da una constatazione del senso comune:
l’uomo tende in generale ad essere coerente con se stesso nel
modo di pensare e di agire
quando i pensieri, le emozioni o il comportamento sono in conflitto
tra loro l'individuo prova disagio e tende a eliminare quelli in
contraddizione.
In altri termini ogni persona può tollerare soltanto un minimo
numero di discrepanze nella sua identità, cercando di ridurre le
cognizioni dissonanti e rafforzare quelle consonanti.
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
In tali circostanze, cioè in presenza di un’incoerenza,
si verifica uno stato di disagio psicologico.
Nella teoria elaborata da Festinger, l’incoerenza è definita
dissonanza.
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
La dissonanza cognitiva può essere ridotta in
tre modi diversi:
cambiando l'ambiente in cui vive l'individuo
modificando il comportamento
modificando il proprio mondo cognitivo (cambiando opinione, atteggiamento, aggiungendo nuove informazioni, sfuggendo ad altre informazioni, ecc.)
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Una nota versione di
dissonanza cognitiva è
espressa nella favola di Esopo
La volpe e l'uva, nella quale la
dissonanza fra il desiderio
dell'uva e l'incapacità di
arrivarvi, conduce la volpe alla
conclusione che "tanto l'uva è
acerba".
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
LA PERCEZIONE SELETTIVA
la percezione selettiva fa sì che ascolto e ricordo
avvengano in maniera tale che, informazioni, percezioni, sensazioni, emozioni,
non siano in contrasto con il sistema di riferimento e di valori dell’interlocutore, ovvero trattengo solo gli elementi di conferma a me e alla mia immagine
del mio mondo
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
FACCIAMO ALLORA DUE SOMME
PER UNA COMUNICAZIONE EFFICACE
PRESTO ATTENZIONE ALLA PERSONA:
Mantengo il contatto oculare
Osservo il modo di presentarsi, le espressioni del
volto, lo sguardo, la postura della persona
Ascolto il suo tono di voce, le parole usate
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
PRESTO ATTENZIONE AI CONTENUTI:
chi?, cosa?, quando?, dove?, come? perché?
(mi permette di raccogliere gli elementi
fondamentali dell’esperienza dell’altro)
faccio attenzione ai temi ricorrenti
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Do’ informazioni in modo accessibile alla capacità di
comprensione della persona (utilizzo di un linguaggio
condiviso)
Verifico la comprensione attraverso il feedback
Faccio attenzione anche alla comunicazione non
verbale mia e dell’altro
Sono disponibile a sospendere i giudizi per ascoltare
l’altro e quindi comunicare in modo efficace.
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Anche i silenzi, l’indifferenza, la passività e l’inattività sono
forme di comunicazione al pari delle altre, poiché
portano con sé un significato e soprattutto un messaggio al quale gli altri partecipanti all’interazione non possono
non rispondere.
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
il silenzio è una potente forma di comunicazione
può avere diversi significati:
può, infatti, essere percepito come facilitante,
permissivo,
seducente,
imbarazzato …
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
il silenzio può
veicolare anche
rispetto e
partecipazione:
ad es. nel caso di
un dolore quando
la parola può
essere vissuta
come superflua o
commiseratoria
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
PRIMO ASSIOMA
NON SI PUÒ NON COMUNICARE
ogni comportamento è comunicazione
non è possibile non manifestare un comportamento
quindi è impossibile non comunicare
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Per Watzlawick:
Ci troviamo in presenza di un
processo di comunicazione
tutte le volte
che …
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
il COMPORTAMENTO
di una persona o di un animale si impone all’attenzione di un’altra
persona o di un altro animale
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
FISICO il luogo in cui si comunica
TEMPORALE il momento in cui si comunica
STORICO in relazione ai rapporti pre esistenti tra gli interlocutori
PSICOLOGICO il livello di empatia
RELAZIONALE il tipo di relazione (simmetrica o complementare)
IL CONTESTO p
rof.ssa C
arla RA
IMO
ND
O
FEEDBACK
- I tre aspetti del feedback:
• quello che ho osservato,
• quello che decido di restituire alla persona,
• il modo in cui lo faccio.
- Il feedback come innesco di salti di qualità e di processi di
sviluppo personali: guardare la persona che si ha davanti e
chiedersi quale è il suo salto di qualità.
- Il feedback che favorisce lo sviluppo: “tu puoi crescere e stare
meglio” e quello che lo inibisce: “tu non vai bene”.
- Restituire valore alla persona ed alle sue migliori capacità: la
ricerca delle “pepite”.
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
FEEDBACK
- Spingere la persona a bypassare i propri limiti, essendo
solidali con il suo salto di qualità, mettendole la “rete”.
- Si ha davanti una persona “tutta intera” con un suo mondo
emotivo.
- La tecnica: evitare di conversare e di scambiarsi opinioni; la
comunicazione incisiva come propedeutica a quella
generativa; la pro-vocazione come tecnica.
- Le paure dei due soggetti: chi riceve il feedback ha timore
della critica e di non essere all’altezza, chi lo dà teme di ferire
e può sentirsi inadeguato alla situazione
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO
Documenti fondamentali per la
riflessione - Dichiarazione Universale dei Diritti del
Fanciullo
(Vedi http://www.onuitalia.it/diritti/indinf.html)
- Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti
delle persone con disabilità (vedi
http://www.governo.it/backoffice/allegati/42085
-5202.pdf)
pro
f.ssa Carla R
AIM
ON
DO