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L’INCLUSIONE: UNA
QUESTIONE DI CLASSE
Rina Melotti - 11 dicembre 2015
“L’inclusione è l’eterogeneità. È giunto il tempo sociale, economico, antropologico, di considerare l’idea di scuola inclusiva come l’unica idea possibile di scuola normalmente democratica e capace di vincere le grandi sfide della modernità. Riconosciamo l’eterogeneità umana come condizione naturale delle società e delle persone in cui nessuna diagnosi o certificazione o stigma sociale risponde al riconoscimento dell’originalità e unicità di ogni singola persona, che non è una sommatoria di performance e di sintomi, ma qualcosa di più, qualcosa di diverso perché tutti siamo orgogliosamente imperfetti e tra noi diversi. L’inclusione, nell'epoca della globalizzazione è quindi tema trasversale e universale per tutti. Ciò significa considerare l’inclusione la questione centrale e non accessoria e non solo dedicata a chi per scientismo, ideologia o pregiudizio viene considerato una specie di dio minore”
DALLA MOZIONE FINALE DEL 10° CONVEGNO ERICKSON SULLA QUALITÀ
DELL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA
http://www.convegni.erickson.it/qualitaintegrazione2015/
E ADESSO COSA FACCIO?
Come poter realizzare una didattica per
ognuno?
Prevedere percorsi personalizzati per tutti?
È materialmente possibile questo nella vita
quotidiana in classe?
PUNTI DI VISTA…
Non pensare di dover faticosamente
utilizzare due didattiche separate: una per
la classe e una per i bambini con bisogni
speciali.
Cambiare la didattica per tutta la classe.
Il vantaggio sarà di tutti gli alunni
QUALI RISORSE IN CLASSE
LO SPAZIO IL TEMPO
I COMPAGNI
USO DI STRATEGIE
LOGICO-VISIVE:LE MAPPE
LO SPAZIO
“.. come contenitore fisico e materiale entro cui si realizza
l’insegnamento. Entrando in una classe, il modo in cui è
organizzato lo spazio, la disposizione dei banchi, l’uso
delle pareti, la posizione della cattedra sono elementi
che ci veicolano immediatamente un certo modo di
pensare l’insegnamento e una determinata cultura
didattica; si tratta quindi di elementi che condizionano
l’azione didattica e la stessa relazione educativa che si
esercita in quel determinato spazio”
M.Castoldi, Didattica generale,Firenze, Mondadori education,2010
LA DISPOSIZIONE DEI BANCHI
LE PARETI PARLANTI
Una parete per la scrittura: alfabetiere murale con tutte le lettere già in mostra, in stampato maiuscolo e successive difficoltà ortografiche.
Una parete per i numeri
Cartellone con i nomi dei giorni della settimana
Calendario mensile
Orologio dei giorni della settimana
Orologio dei mesi
Spazi con riferimenti visivi per la lingua, la matematica, la storia, la geografia e riferimenti extralinguistici (grafici temporali, foto, schemi..)
IL TEMPO
come struttura temporale entro cui viene agita l’azione di insegnamento …
la distribuzione del lavoro didattico nell’arco della giornata,
l’alternanza delle diverse attività,
l’organizzazione dell’orario settimanale
sono tutti elementi che influenzano le modalità del lavoro didattico e che veicolano significati educativi ai diversi attori coinvolti nella relazione formativa
M.Castoldi, Didattica generale,Firenze, Mondadori education,2010
I COMPAGNI.
Tutoring tra pari
Lavoro in
coppia e di
gruppo
TURORING:L’INSEGNAMENTO
RECIPROCO TRA COMPAGNI
Favorisce il raggiungimento degli obiettivi
scolastici
migliora l’autostima
contribuisce all’apprendimento delle abilità
sociali
aumenta la motivazione verso la scuola
previene gli abbandoni scolastici, le
assenze immotivate e i ritardi
VANTAGGI PER IL TUTOR
VANTAGGI PER IL TUTEE (ALLIEVO AIUTATO)
percepisce le situazioni in cui è coinvolto come accessibili perché
sono mediate da un compagno e non dall’adulto
riceve aiuto da compagni “più bravi” , “più competenti”
consegue obiettivi personalizzati
particolarmente efficace nelle aree della lettura e scrittura e della matematica.
Nei ritardi linguistici acquisisce più rapidamente i repertori linguistici e le abilità di comunicazione
Nel disturbo da deficit di attenzione/iperattività gli alunni tendono ad essere più orientati verso le attività scolastiche, meno dispersivi e a raggiungere migliori risultati
Con gli allievi stranieri: l’integrazione quando viene supportata da uno o più tutor è più rapida ed efficace.
È importante far assumere anche all’alunno in difficoltà il ruolo di tutor assumendo ruolo di tutor comprende che è in grado di “fare qualcosa di importante”
“L’aiuto reciproco in classe:esperienze di peer tutoring” Da PSICOLOGIA e scuola / gennaio-febbraio 2010
http://documents.mx/documents/laiuto-reciproco-in-classe-esperienze-di-peer-tutoring.html
IL LAVORO DI GRUPPO
Favorisce la vita comunitaria all’interno del gruppo classe
L’obiettivo comune viene raggiunto solo se ognuno fa la sua parte
Permette di spezzare modalità relazionali negative per il gruppo che a volte si instaurano nella classe
Sviluppa lo spirito di cooperazione
Permette di personalizzare l’apprendimento:
Nei gruppi, i ruoli dei singoli alunni possono essere calibrati sulle capacità di ognuno
Ciascun componente del gruppo con le sue caratteristiche può contribuire all’apprendimento di tutti e può divenire risorsa e strumento compensativo
Ciascuno può vedere “compensati” i suoi limiti grazie all’aiuto del compagno e può vedere valorizzate le sue capacità per perseguire un obiettivo comune
Ciascuno è esposto (non può non fare la
propria parte) ma è anche protetto (perché
non è solo nel fare il compito): in questo
modo vengono abbassati i livelli di ansia
da prestazione
Motiva gli alunni ad un apprendimento
significativo
http://www.forepsy.it/
Una strategia inclusiva:
L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
Metodo di insegnamento/apprendimento che fa
leva sulla risorsa gruppo con l’obiettivo
principale di migliorare l’apprendimento e le
relazioni sociali
Esistono diverse modalità di realizzare in pratica
l’apprendimento cooperativo
Maggiormente applicata dagli insegnanti italiani:
Learning Together proposto da D.W. Johnson e
R.T. Johnson (1989)
PRINCIPI BASE
DEL COPERATIVE LEARNING
1 INTERDIPENDENZA POSITIVA:
“tutti per uno, uno per tutti”: attenzione al “noi” e non all’ “io”
2 RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE E DI GRUPPO
la partecipazione attiva di ciascuno favorisce il successo del gruppo; collaborare a favore del compagno in difficoltà per aiutarlo
3. INTERAZIONE PROMOZIONALE “FACCIA A FACCIA”:
Collaborare in modo positivo incoraggiandosi a vicenda
4 INSEGNAMENTO DIRETTO DELLE ABILITA’ SOCIALI
apprendere le abilità necessarie per “star bene insieme” e per cooperare (es. volume basso della voce, ascolto, accordo …)
5 RIFLESSIONE (VALUTAZIONE):
riflettere e analizzare come si è appreso assieme,come si è interagito; “Cosa abbiamo fatto di positivo?” “Come sono stati risolti i conflitti?” “Come fare per migliorare?”
COME FORMARE I GRUPPI
La scelta dipende dagli
obiettivi che l’insegnante
intende perseguire
In generale: tanto più la
classe è poco autonoma
nelle attività cooperative
tanto più i gruppi
dovranno essere formati
dall’insegnante
CASUALI Per favorire la conoscenza tra gli
alunni; per un carico di lavoro
leggero
ETEROGENEI Per attività che durano a lungo;
per studenti con buone abilità
sociali
OMOGENEI Per individualizzare
l’apprendimento con compiti che
prevedono diversi livelli di difficoltà
I RUOLI NEL GRUPPO
facilitatore/controllore del compito: verifica che ognuno capisca il compito, che ognuno partecipi, e che nessuno lavori in modo isolato dal gruppo,
portavoce: organizza la presentazione del gruppo e del lavoro svolto.. rappresenta il gruppo quando questo ha una domanda da porre all’animatore.
responsabile del materiale: assicura che tutti i componenti abbiano la documentazione e quanto altro necessario per lavorare in gruppo, che l’ambiente sia pulito e ordinato e le attrezzature funzionanti
mediatore- silenziatore: si assicura che ci sia una atmosfera positiva nel gruppo, media in caso di conflitti o disaccordi.
ALCUNE INDICAZIONI OPERATIVE il gruppo deve aver chiaro il compito da svolgere e gli obiettivi che
dovrà raggiungere
occorre definire in maniera precisa i tempi di lavoro
le regole da rispettare devono essere esplicitate e visibili (anche
scritte) e indicare le abilita’ sociali attese, le forme di aiuto da
applicare
ogni opinione od obiezione deve essere esplicitata con un perché
si devono rispettare i ruoli distribuiti nel gruppo
i ruoli devono essere assunti a rotazione (attenzione all’alunno
BES)
i componenti dei gruppi devono cambiare ciclicamente
indicare i criteri di valutazione del compito e i criteri di valutazione
della collaborazione nel gruppo
dopo l’attività va aperta una discussione sugli elementi negativi e
positivi
MAPPE PER TUTTI!
PERCHÉ LE MAPPE…
L’utilizzo delle Mappe
offre notevoli vantaggi
a tutti gli studenti, in
particolare a quelli
con Dislessia, DSA e
BES(Bisogni
Educativi Speciali)
favoriscono l’apprendimento tramite la schematizzazione dei concetti principali
sviluppano le capacità di analisi, sintesi e categorizzazione
stimolano i processi metacognitivi e l’autonomia nello studio
permettono un facile ripasso degli argomenti
aiutano il recupero delle informazioni durante le verifiche scritte e orali (il loro utilizzo è un diritto degli studenti con DSA)
promuovono la scrittura partendo da schemi preorganizzati.
COME USARLE
ACCOMPAGNARE LA LEZIONE CON
LA MAPPA DELL' ARGOMENTO PROPOSTO.
Facilita l’attenzione e l’ascolto per tutti visualizzando lo schema di ciò che viene spiegato e proposto verbalmente.
Può essere facilmente ricostruita in fase di studio,
Il libro di testo sarà uno strumento di consultazione per dare contenuti e informazioni sui nodi e i legami che ci vengono proposti.
Le mappe sono sia appunti sia parole sottolineate; sono una guida certa per studiare
La mappa offre un orientamento certo su ciò che l’insegnante vuole che si sappia, perchè un argomento sia compreso. Ciò da sicurezza allo studente e soprattutto orienta un eventuale sostegno e aiuto nello studio.
IN UN LAVORO DI GRUPPO
Far emergere e raccogliere i
concetti (brainstorming)
Iniziare a produrre una mappa nel piccolo
gruppo :assegnare le parole legame,
organizzare la mappa gerarchicamente
condividere le mappe nel grande gruppo
revisionare correggere la mappa nel piccolo
gruppo
PER LO STUDIO INDIVIDUALE
Uno schema è più facile da riempire di contenuti rispetto a pagine di
lettura che ancor prima devono essere decifrate e decodificate
Una mappa permette di “comporre il proprio testo” attraverso approfondimenti che utilizzino strumenti personalizzati e che potrebbe non essere cartacei.
Offre uno strumento visivo, materializza la parola dando ad essa una struttura fisica, stimolando altri sensi nel processo di conoscenza.
Facilita, in fase di verifica, la personalizzazione di una valutazione, alleggerendo il compito del docente di una spiegazione personalizzata.
Personalizzazione, facilità di lettura e comprensione di uno schema è un lavoro assai più leggero rispetto alla lettura di un testo.
Maria Rita Cortese formatrice AID PROPOSTE DIDATTICHE IN AMBITO LINGUISTICO
http://www.iccappellamaggiore.gov.it/iccm/attachments/article/245/Proposte%20didattiche%20ambi
to%20linguistico.pdf
Maria Rita Cortese formatrice AID PROPOSTE DIDATTICHE IN AMBITO LINGUISTICO
http://www.iccappellamaggiore.gov.it/iccm/attachments/article/245/Proposte%20didattiche%20ambi
to%20linguistico.pdf
MAPPE E COMPUTER
Cmaps http://cmaptools.softonic.it/
Vue http://vue.tufts.edu/index.cfm
Super mappe http://www.supermappe.it/
Word http://www.studioinmappa.it/
mappe in word modificabili
Sitografia - bibliografia
Nicola Molteni STRATEGIE PER LA PERSONALIZZAZIONE E L’INDIVIDUALIZZAZIONE : LA DIDATTICA INCLUSIVA
file:///C:/Users/rina%20melotti/Downloads/molteni-didattica%20inclusiva%204-4-13%20(1).pdf
GRUPPO STUDIO-RICERCA-FORMAZIONE COOPERATIVE LEARNING VERONA
http://www.cicciobomba.org/materiali_cooperative/pagina_pubblica/cl_verona.htm
Anna La Prova APPRENDIMENTO COOPERATIVO IN PRATICA, ed. ERICKSON
Stefania Lamberti COOPERATIVE LEARNING lineamenti introduttivi, ed. QUI EDIT
Le guide Erickson BES A SCUOLA, ed. Erikson
A cura di Giacomo Stella e Luca Grandi LA DISLESSIA E I DSA guida base ed GIUNTI SCUOLA
Beatrice Pontaldi e Francesco Zambotti PRIME MAPPE ed. ERICKSON