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Emozioni Lezione 6
Spagnoletti Maria, Stella 2018/19
Che cos’è un’emozione?
La definizione più recente enfatizza il ruolo positivo di tali costrutti, fondandosi su un approccio funzionale, che considera le emozioni come componenti necessarie per l’adattamento dell’organismo.
Secondo tale approccio le emozioni sono dei mediatori nella relazione tra l’organismo e l’ambiente, sia fisico che sociale, per il mantenimento del benessere dell’organismo stesso.
Ruolo adattivo
Alcune funzioni fondamentali delle emozioni rispetto al loro
ruolo adattivo sono le seguenti:
Valutazione dell’ambiente
Regolazione dello stato di attivazione del sistema
Preparazione all’azione
Modellare il nostro comportamento futuro
Aiuto per una interazione migliore con gli altri
Ruolo adattivo
Valutazione dell’ambiente: valutare costantemente stimoli interni ed esterni per captare la loro rilevanza per l’organismo e predisporre una sorta di reazione emozionale in risposta allo stimolo.
Regolazione dello stato di attivazione del sistema: modificare e modulare lo stato di attivazione fisiologica (arousal)del nostro corpo per renderlo più adatto all’azione o al comportamento da attuare.
Preparazione all’azione: le emozioni sono cambiamenti nella preparazione all’azione in risposta ad eventi rilevanti per gli interessi dell’organismo. Tendenze ad agire in stretta dipendenza con il sistema motivazionale.
Ruolo adattivo
Modellare il nostro comportamento futuro: le emozioni aiutano ad apprendere risposte che ci aiuteranno a predisporre reazioni appropriate per il futuro, orientandoci a evitare o ricercare situazioni che hanno provocato stati spiacevoli o piacevoli.
Aiuto per una interazione migliore con gli altri: riusciamo ad interagire con il mondo esterno in modo appropriato e funzionale anche grazie alle emozioni che vengono comunicate agli altri tramite i canali verbali o non verbali. Questo passaggio di informazioni assume la funzione di segnale per chi ci ascolta, dunque permette di comprendere meglio ciò che stiamo provando e di prevedere il nostro comportamento futuro.
Uno stato emotivo si accompagna a modificazioni
fisiologiche che sono parte integrante dell’emozione stessa.
Tali cambiamenti fisiologici sono «automatici».
Le prime teorie formulate in campo psicologico, con
l’obiettivo di spiegare il concetto e la funzione delle
emozioni, hanno privilegiato il ruolo delle risposte
fisiologiche all’interno della componente emozionale.
Ma specifiche reazioni corporee causano l’esperienza di
particolari emozioni o al contrario la reazione fisiologica è il
risultato dell’esperienza emotiva?
Le teorie classiche 1
Teoria periferica delle emozioni (James-Lange)
James rovesciò la visione del senso comune, secondo la quale l’emozione viene indotta dalla percezione di un evento, sostenendo che:
la percezione di un evento attivante è direttamente seguita da modificazioni corporee che sollecitano l’esperienza emotiva nel momento in cui si verificano. Le reazioni corporee che si interpongono tra la percezione di un evento e l’emozione costituiscono l’origine dell’esperienza emotiva, tant’è che l’emozione svanisce non appena scompaiono le reazioni corporee.
Giunge anche Lange ad una conclusione simile .
Le modificazioni e le attivazioni a livello corporeo (periferico) a seguito della percezione dell’oggetto sono avvertite e registrate nelle corrispondenti aree corticali. I questo modo si passa «dall’oggetto semplicemente percepito all’oggetto emotivamente sentito».
Teoria periferica delle emozioni (James-Lange):
• evento emotigeno
• reazione fisiologica(esperienza viscerale)
• esperienza emotiva
“non piangiamo perché siamo tristi, ma siamo tristi perché piangiamo”
Secondo questa teoria l’emozione non viene immediatamente indotta dalla percezione di un evento, ma dai cambiamenti corporei che si interpongono tra la percezione dell’evento e l’emozione, ribaltando così la sequenza causale.
Teorie classiche 2
Il feedback facciale
Secondo l’ipotesi del feedback facciale (Tomkins 1962, Ekman 1984, Izard 1971) le espressioni forniscono informazioni propriocettive motorie e cutanee, o vascolari, che influenzano il processo emotivo.
Ekman sostenne che una configurazione di movimenti facciali elicitare una determinata emozione, mentre Zajonk (1985) propose una teoria vascolare dell’afferenza emotiva secondo la quale la respirazione e i movimenti facciali influenzano i meccanismi di termoregolazione celebrale, modulando l’esperienza emotiva.
Espressioni facciali Processo emotivo
Respirazione + termoregolazione esperienza Movimenti facciali celebrale emotiva
Teorie classiche 3
La teoria centrale di Canon-Bard
Definita anche Teoria centrale delle emozioni sostenne che l’attivazione fisiologica (arousal) e l’esperienza emotiva fossero contemporaneamente causate dallo stesso stimolo nervoso prodotto nel talamo.
A seguito dell’esposizione a uno stimolo elicitante le informazioni arrivano dalla corteccia celebrale al talamo dove ha inizio la risposta emotiva. Il talamo invia un segnale che attiva il sistema nervoso autonomo producendo una risposta viscerale. Allo stesso tempo il talamo invia dei segnali alla corteccia celebrale riguardo alla natura dell’emozione provata, producendo la consapevolezza dell’emozione.
stimolo talamo
Arousal simpatico
Esperienza emotiva
soggettiva
Teorie classiche 4
Attivazione fisiologica (arousal)
Esperienza
emotiva
1° atto cognitivo:
percezione e
riconoscimento
2° atto cognitivo:
attribuzione causale
e denominazione
lessicale
o Teoria cognitivo-attivazionale (Schachter e Singer)
Le teorie classiche
Teoria cognitivo-attivazionale (Schachter e Singer)
Affinché si generi un’emozione non sono sufficienti la sua attivazione fisiologica e la sua percezione, ma occorre un’attribuzione causale che spieghi lo stato di attivazione in funzione di un evento pertinente e adeguato.
Il tipo di emozione provata varia in funzione dell’interpretazione cognitiva dell’evento, ovvero del tipo di evento a cui l’attivazione è attribuita.
Le esperienze emotive sono dunque una funzione composta tra attivazione fisiologica, attribuzione causale ed etichettamento di tale attivazione.
Teoria cognitivo-attivazionale (Schachter e Singer)
Paradigma
dell’attribuzione erronea:
Se un individuo viene indotto
ad attribuire erroneamente
la causa del proprio stato di
attivazione fisiologica ad
un evento neutro l’intensità
del suo stato emotivo risulterà
attenuata
Paradigma
del
transfert di Eccitazione:
Poiché lo stato di eccitazione
non cessa in modo istantaneo,
ma in un tempo relativamente
lungo, l’individuo può attribuire
erroneamente il residuo dell’
attivazione fisiologica alla
situazione successiva
Le teorie contemporanee
Le teorie dell’appraisal: emozione e cognizione
Le teorie evoluzionistiche e le emozioni di base
Le teorie contemporanee
Le teorie dell’appraisal: emozione e cognizione
valutazione di un evento da
parte di un soggetto
Le emozioni dipendono dal modo in cui gli individui interpretano e valutano situazioni, eventi e stimoli provenienti dal proprio ambiente fisico e sociale.
L’appraisal è un tipo specifico di valutazione, un atto diretto che integra la percezione e del quale si diventa consapevoli soltanto a processo concluso. Esso non implica atti di riflessione oautoconsapevolezza
Appraisal
Le teorie dell’appraisal
Antecedente emotivo
Valutazione cognitiva
Risposta emotiva
...............
Rilevanza
Piacevolezza/
Spiacevolezza
Novità
Le teorie dell’appraisal
La costruzione di strutture di significato (Frijda, 1988) è alla base della generazione del processo emotivo.
Ogni emozione nasce dall’interpretazione cognitiva di una certa situazione, evento o stimolo (antecedente emotivo).
Le emozioni si modificano quando gli eventi sono valutati in modo diverso (Legge del significato situazionale)
Perché siano elicitanti gli eventi o stimoli devono essere rilevanti per l’organismo (Legge dell’interesse)
Le teorie dell’appraisal
Il processo di valutazione cognitiva di una situazione avviene in funzione di alcuni criteri o dimensioni di valutazione; tuttavia non c’è un accordo, tra teorie proposte da autori diversi, sul numero e sulla qualità delle dimensioni.
Ciò nonostante per le teorie dell’appraisal la prospettiva dimensionale appare un punto fermo di cui si avvale la stessa definizione di emozione
Emozioni come processi che variano secondo alcune dimensioni continue (prospettiva dimensionale)
Le teorie evoluzionistiche
Tali teorie riprendono il pensiero e la teoria evoluzionistica di Darwin secondo il quale le espressioni emotive costituirebbero importanti mezzi di segnalazione di stati interni, essenziali in situazioni di emergenza.
Le teorie evoluzionistiche si muovono all’interno di una prospettiva categoriale secondo la quale le emozioni sono concepite come categorie separate, non ulteriormente scomponibili. Cioè processi neurofisiologici unitari e precodificati, geneticamente determinati, derivate da forme di adattamento filogenetico.
Le teorie evoluzionistiche
Ciascuna emozione si differenzia dalle altre secondo una specifica configurazione di risposte fisiologiche ed espressive, soprattutto in termini di espressioni facciali. Ciascuna emozione si contraddistingue grazie ad una configurazione facciale specifica, universale, regolata da un programma innato su base genetica e codificata dal sistema nervoso centrale.
Le teorie evoluzionistiche
Rispetto ad altri approcci le teorie evoluzionistiche sostengono che:
• le emozioni sono quadri distinti di risposte geneticamente determinate a base innata
• si caratterizzano per configurazioni specifiche di riposte neurofisiologiche ed espressive
• c’è continuità di queste risposte osservabile tra animali (primati) ed esseri umani
• tali risposte hanno una funzione adattiva
Ulteriori modelli che si discostano dalle prospettive appena
descritte sono:
La teoria del core affect (J. Russel 1999; 2003)
La teoria del marcatore somatico (A. Damasio 1994)
La teoria del core affect
J.Russell (1999; 2003) sostiene la necessità di ricercare unità o elementi «primitivi» per poter ricostruire i diversi fenomeni affettivi.
Tali elementi primitivi sono: piacevolezza- spiacevolezza e attivazione-deattivazione.
Il core affect è dato dalla combinazione tra le due suddette dimensioni.
Core affect
stato affettivo di base, neurofisiologico, accessibile alla coscienza come una sensazione semplice, non riflessiva, ancora priva di un oggetto specifico, costituito da un insieme integrato e misto di valenza edonica (piacere-dispiacere) e attivazione (apatia-energia)
La teoria del core affect
La teoria del core affect
Secondo tale prospettiva un soggetto ha sempre un core affect, ossia una collocazione che si sposta tra stati diversi all’interno dello spazio bidimensionale definito dagli stati di attivazione/disattivazione e valenza edonica.
Il core affect dunque può essere fluttuante (p.e. oscillazioni umorali), oppure le sue modificazioni possono essere attribuite ad una causa.
La teoria del core affect
Nel momento in cui questo stato indefinito viene “direzionato” allora prende forma un’emozione:
percezione del soggetto di un cambiamento di core affect
la modificazione nel core affect innesca la ricerca di una causa (Oggetto)
attribuzione di questo cambiamento a una causa specifica
La teoria del marcatore somatico
Modificazioni corporee Evento/ Situazione
Marcatore somatico Modo predisposto dall’evoluzione per
consentire all’uomo di adottare risposte comportamentali agli stimoli
ambientali che ne favoriscano la sopravvivenza
Le emozioni sono le componenti del processo emotivo.
Emozione come processo multicomponenziale:
«episodio di modificazioni interconnesse e sincronizzate negli stati di tutti, o della maggior parte, dei 5 sub-sistemi di risposta dell’organismo in seguito alla valutazione di uno stimolo interno o esterno come rilevante per gli scopi dell’organismo medesimo»
Le componenti del processo emotivo
Secondo Scherer (2005) si differenziano 5 sistemi o componenti ciascuna caratterizzata da una specifica funzione all’interno del processo emotivo:
1. Componente cognitiva o appraisal per la valutazione cognitiva della rilevanza di oggetti o di eventi
2. Componente di attivazione fisiologica o arousal, che regola gli stati del corpo
3. Componente motivazionale o di tendenza all’azione, che prepara l’organismo ad agire in modo adattivo sull’ambiente
4. Componente espressivo-motoria, che assume una funzione comunicativa di reazioni e intenzioni
5. Componente esperenziale (subjective feeling) che corrisponde all’esperienza soggettiva interna e compie il monitoraggio dello stato interno e dell’interazione organismo-ambiente
Processo emotivo
Evento
Valutazione cognitiva
Propensione all’azione
Attivazione fisiologica (arousal)
Esperienza soggettiva
Comportamento espressivo
Regolazione
Frijda, 2005
Arousal
L’attivazione fisiologica dell’organismo (arousal) si fonda sull’attività complessa e articolata di molteplici sistemi:
il sistema nervoso centrale (SNC)
il sistema nervoso autonomo (SNA)
il sistema endocrino
Attivazione fisiologica o arousal
Arousal
SNc SNA
Sistema
endocrino
Psicofisiologia delle emozioni
Tra i biosegnali relativi al SNC maggiormente attivati come misura della risposta fisiologica in situazione di attivazione emotiva ci sono:
Frequenza cardiaca
Pressione arteriosa
Attività elettrodermica (conduttanza cutanea)
Frequenza respiratoria
Temperatura della pelle
L’azione fisiologica si distingue a livello periferico in due principali sistemi afferenti, il sistema simpatico e il sistema parasimpatico, che esercitano un’azione in genere antagonista sugli organi innervati
La valutazione cognitiva dell’antecedente emotivo
Questa componente è stata indagata soprattutto dalle teorie dell’appraisal .
Secondo Lazarus (2006) ciò che determina l’esperienza emotiva è un processo di valutazione cognitiva attraverso cui gli eventi esterni sono trasformati in qualcosa di rilevante e significativo per l’individuo ed è deunque il significato attribuito agli eventi esterni a dare forma alle emozioni.
Sono individuati 3 diversi stadi all’interno del processo di valutazione:
1. Valutazione primaria
2. Valutazione secondaria
3. Coping
La valutazione cognitiva dell’antecedente emotivo
La valutazione primaria riguarda il modo in cui la situazione o l’evento vengono valutati in funzione del grado di rilevanza o di pertinenza per gli interessi dell’individuo
La valutazione secondaria corrisponde alla valutazione che l’organismo compie rispetto alle proprie capacità di fronteggare (coping), controllare e gestire l’evento
Il coping consiste nelle modalità attraverso cui l’organismo realmente cerca di far fronte alla situazione
Basi
neurali delle emozioni
Lazarus: valutazione primaria-secondaria
Rilevanza-
pertinenza Coping
Ricerche
neuroscientifiche: appraisal primario- secondario
Novità
Piacevolezza- spiacevolezza
Rilevanza dello stimolo per gli scopi e i bisogni del soggetto
Capacità di far fronte (coping)
Compatibilità con le norme sociali e l’immagine di sè
Scherer
5 controlli di valutazione dello stimolo
L’espressione multimodale delle emozioni
Capacità dell’individuo di esprimere uno stato emotivo attraverso sistemi espressivi molteplici, quali, ad esempio, i movimenti del volto, il sistema vocale, i gesti, la postura, la prossemica, ecc.
Universalità vs apprendimento
Tesi innatista
esistono configurazioni di
movimenti facciali prototipiche,
innate e universali che
differenziano ciascuna
emozione di base
Approccio culturale
le espressioni facciali
hanno carattere appreso
Teoria neuro-culturale Ekman
Molecolare vs molare
Approccio molare
le espressioni facciali delle
emozioni sono
configurazioni di movimenti
muscolari fisse, distinte e
specifiche
FACS
Approccio molecolare
le espressioni facciali sono
la risultante del progressivo
processo di valutazione
cognitiva dello stimolo
FACS
Funzione emotiva vs comunicativa
Prospettiva Emotiva
le espressioni facciali
sono la manifestazione immediata, spontanea e involontaria
delle emozioni
Prospettiva Comunicativa
le espressioni facciali manifestano le intenzioni del soggetto
Frijda (1986; 1988; 2007): 4 stati di preparazione all’azione
1. object relatedness 2. finalità 3. control precedence 4. prosodia del comportamento
Emozione ed azione
Esperienza soggettiva
Wundt: valenza edonica; attivazione; tensione
Russell: modello circomplesso
(valenza edonica; attivazione)
La regolazione emotiva
Intra-individuale Inter-individuale
Strategie di controllo
dell’antecedente
della risposta
Controllo espressione
facciale